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Sociologia del Lavoro
L9 – Lavoro, regolazione e welfare: caratteristiche e trasformazioni
10-12 aprile 2017
Matteo Villa [email protected]
Università di Pisa – Dipartimento di Scienze Politiche Research LAB - LaRISS - http://lariss.sp.unipi.it/index.php/en/
Corso di Laurea L-40
Flessibilità diventa il dogma: la probabilità di perdere lavoro diventa un elemento positivo. Precarietà o disoccupazione?
● Teoria dell'Eurosclerosi. Diversi modelli Europa e USA, alternativi
● Per comprenderli occorre includere tutto il sistema di welfare (lavoro, welfare, famiglia).
● Più alto grado di protezione = Meno mobilità? Non fondato!
Problema degli SCOPI: restrizione alla discrezionalità dell'impresa non più interpretata come fatto di civiltà ma come vincolo e ostacolo alla crescita economica
Comparazione non facile perché: difficile capire norme, applicazione e i vari livelli di informalità.
● Limitato ruolo delle norme
● Non tutte le norme si applicano a tutti i casi
● ITALIA è tra i paesi flessibili non rigidi.
Ruolo della flessibilità
1. Flessibilità salariale
- macro: andamento salari / fluttuazioni economiche
- micro: collegamento retribuzioni impresa / andamento economico
2. Flessibilità nell'uso della forza lavoro
2.1 Flessibilità nell'orario di lavoro
2.2 Flessibilità numerica
- vincoli e regole per licenziamento
- tipi di contratti
- forme di subappalto esternalizzazione
3. Flessibilità funzionale, organizzativa (mobilità interna)
Molti tipi di flessibilità
Ruolo della flessibilità
N.B.: non c'è alcuna relazione specifica tra occupazione temporanea e disoccupazione
Indice di protezione dell'occupazione
Fonte: Reyneri, 2017N.B.: Dati precedenti il varo del Jobs Act (2015) che ha trasformato l'Italia in uno dei paesi meno vincolistici
Penalizzazione giovani maschi e protezione
Fonte: Reyneri, 2017N.B.: nessuna relazione significativa
Turnover dei posti di lavoro (creazione e distruzione posti) in linea con quelli di altri paesi →
Turnover dei lavoratori (assunti e che se si separano) superiore alla media degli altri paesi→
Nelle grandi aziende meno mobilità ma è un mito quello del MDL ingessato:
● 30-40% dei tempi indeterminati finisce entro 12 mesi, aumenta al crescere dell'età.
● Milano 2010: media durata dei tempi indeterminati: 18 mesi
● Solo il 20-30% dei tempi determinati supera i 12 mesi
Occorre tenere conto della diversa mobilità dei tempi indeterminati e dei lavoratori al margine
Alta mobilità (da lavoro a lavoro) ma flussi tra lavoro e non lavoro più bassi!!
● USA più facile: lavoro – disoccupazione – lavoro
● IN UE e di più in Italia: lavoro – lavoro (job to job): Diversa regolazione dei licenziamenti; Persone cercano prima per percezione di instabilità
Dimensioni imprese: I tassi di separazione annui più elevati nelle piccole imprese non per diversa regolazione (aggirabile) ma per ragioni economico-organizzative.
Altri fattori
Conclusione unanime: le norme giuridiche o contrattuali a tutela dell'occupazione hanno effetti scarsi o nulli sulla disoccupazione.
● Lo stesso per la bassa occupazione. Es. Italia donne e poco istruite, ma non c'entra nulla con la regolazione.
● Ci sono effetti sulla variabilità congiunturale (es. rapidità di reazione in base alla congiuntura, da cui meno disoccupazione di breve periodo e più di lungo periodo)
● No relazione tra protezione dell'occupazione dipendente e indice di penalizzazione dei giovani
● UK e D : UK più disoccupazione giovanile, più liberista ma no formazione professionale e sistema duale.
Flessibilità e protezione?
Il “diamante” del welfare(Ferrera 2012)
Welfare, Welfare State, Welfare System
Forma di scambio / integrazione prevalente
Tipo di istituzione
Redistribuzione Stato
Mercato Mercato
Combinazionedi tipi diversi
Associazione
ReciprocitàFamiglia
Comunità
Forme di Associazione tra
Istituzioni ≠
STATO
MERCATO BENESSERE FAMIGLIA SUSSISTENZA
Associazioniintermedie
Il Signor A.
La Signora C.
La Signora G.
1) Leggere rapidamente (5min.)
2) Come definireste queste situazioni? Qual è il problema? (in poche parole)
Esercizio: tre storie di vita (vignette)
Il Signor A.
La Signora C.
La Signora G.
A vostro avviso occorrono risposte istituzionali?
Quali risposte secondo voi potrebbero essere messe in campo?
Chi dovrebbe farlo?
Esercizio: tre storie di vita (vignette) – Parte 2
Oggetto delle politiche: economico-lavorativo / relazioni sociali
Tempo: oggi / domani
Approccio: sostegno economico e sociale / attivazione-reinserimento
Campo: individuo / sistema
Esercizio: tre storie di vita (vignette) – Parte 2
Due domande
- Come le definizioni influenzano le possibilità di intervenire?
- Verso quali definizioni delle situazioni guardano le vostre ipotesi?
Possibili dilemmi:
1) Semplificare vs. Sofisticare
2) L'individuo o il contesto
3) Quale contesto e quali/quanti livelli di contesto
4) Focus sulle interazioni tra gli elementi, o sugli elementi
5) Considerare o meno il tempo e come (passato, presente, futuro)
6) Altri possibili dilemmi ….. ?
Esercizio: tre storie di vita (vignette)
Politiche di
welfare
B) Nuovi modi di
percepirli
C) nuovi modi di definire le
responsabilità degli attori
D) nuovi modi di
prevenirli/risolverli
A) nuovi rischi e problemi
sociali
Definizione dei problemi e delle risposte politiche
Revival delle politiche residuali e stigmatizzanti
Economia politica dell'incertezza e ritorno delle “classi pericolose”
1. Orientamento punitivo verso i poveri:- politiche di “sicurezza sociale”- populismo penale- soggettivismo diritto penale: non il fatto ma la condizione o l'identità
2. Pedagogia dell'attivazione: “sii autonomo”- workfare, un lavoro purchessia- dipendenza da welfare: fallimento morale- individualizzazione
3. Trattamento localizzato dei problemi: decentramento e rescaling Cfr. Simmel su Stato e Comune→
4. Il neopaternalismo caritatevole- dalle banche del cibo alla social card all'economia del dono
Come cambiano concezioni e politiche
● Impatto sociale e impatto economico – Effetti compositi (apatia e ribellione) (e ruolo delle organizzazione collettive di
rappresentanza)
– Famiglia ammortizzatore sociale (con debole ruolo del welfare in Italia)
– Sistema economico relativamente ricco negli '80 e '90 (diverso da '50)
– Crisi 2008 Ritorno a condizioni più simili a quelle dei '50→
● Una crescente divaricazione tra i due fenomeni fino a un certo punto – Incide la fascia d'età e ruolo in famiglia (giovani / adulti capifamiglia)
– Incide la territorialità (mezzogiorno, condizione generale di deprivazione che avvicina occupati e disoccupati
● MA ORA TORNANO ALMENO IN PARTE A SOVRAPPORSI:si ripropone in modo forte la relazione disoccupazione – povertà– A partire dagli anni '90 crescono disoccupati adulti soprattutto al Sud
– Sempre più famiglie senza occupati e redditi da pensione (fig. 4.6), senza protezioni
– Più working poor (oltre il 15% dei lavoratori dipendenti)
Disoccupazione: caratteristiche, contesti ed effetti
● Ma quale impatto nel corso del tempo sulle nuove generazioni?– Psicologiche (disagio, dipendenza, adolescenza)
– Sociali (fare progetti di vita autonoma, costruire una identità)
– Economiche (a breve, dip. famiglia) (a lungo, pensioni, autosufficienza, rapporto con generazioni successive)
● Impatto diverso: perdere lavoro (trauma) o lunga attesa per il primo impiego (poche ricerche) e scoraggiamento per non trovarne un altro
● Ragionare in termini di apprendimento ...
Disoccupazione e ciclo della vitaDisoccupazione: caratteristiche, contesti ed effetti
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● Politiche del mercato del lavoro– Regolazione dei rapporti di lavoro
– Condizioni e sicurezza dei luoghi di lavoro
● Politiche del lavoro– Politiche passive (sostegno del reddito)
● Condizionali● Non condizionali
– Politiche attive (incontro domanda e offerta)● Misure di sostegno alla Domanda● Misure rivolte all'Offerta
● Assistenziali
● Assicurative
● Universali
Passive: Tasso di rimpiazzo (generosità), DurataAttive e Passive: integrazione
Politiche del lavoro
Copertura dei rischi sociali estesa a tutti i cittadini lungo tutte le fasi del corso della vita
Sicurezza sociale
Erogazione di prestazioni standardizzate in forma tendenzialmente automatica e imparziale, in base a precisi diritti/doveri individuali (pagamento contributi) e secondo modalità istituzionalizzate e centralizzate
Assicurazionesociale
Erogazioni di prestazione e benefici in base alla prova dei mezzi (soglia di reddito). L’intervento è residuale: lo stato affida principalmente al mercato e alla famiglia i processi allocativi delle risorse sociali.
Assistenza sociale
5. Principali modalità di allocazione delle risorsePrincipali modalità di allocazione delle risorse
Assistenza sociale
Assicurazione sociale
Sicurezza sociale
Copertura Universale ma selettiva Occupazionale Universale
PrestazioniCollegate alla situazione di bisogno
Contributive/retributive
A somma fissa
Finanziamento Fiscalità generaleContributiva
Fiscalità generale
Esempi di politiche
Assistenza Sociale dei comuni e III settore
PensioniDisoccupazione
SanitàIstruzione
Principali modalità di allocazione delle risorse
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Spesa sociale per settore in alcuni paesi EU
Fonte: Ferrera 2012
Spesa Politiche Sociali, differenze tra paesi
Le forme di sostegno del reddito
Accesso a Indennità di Disoccupazione Contributiva (IDC), Indennità di Disoccupazione Assistenziale (IDA) e Redditi Minimi (RM)
Fonte: Ranci e Pavolini, 2015, p.124
Elevate Spese
Limitata Efficacia (es.: trappola della povertà)
Assistenzialismo
Eccesso di standardizzazione vs. Differenziazione fenomeni e MDL
Crisi delWelfare
Origini dell'idea di attivazione
“Making it personal” (R. van Berkel, 2007)
I) Disoccupazione
II) Disoccupazione Occupabilità→ Occupabilità→
Lato dell'offertaLato dell'offerta
Individualizzazione Individualizzazione (Problemi e Soluzioni) (Problemi e Soluzioni)
●
●
Attore Lato dell'offerta→
Contesto Lato della domanda→
Origini dell'idea di attivazione
Modo di concepire le politiche di welfare:
IDEA che esclusione sociale, povertà e disoccupazione devono essere affrontati favorendo o forzando la partecipazione al mercato del lavoro dei potenziali aventi diritto l’assistenza.
Secondo i suoi sostenitori:
- inclusione di più persone usualmente destinatarie dei sussidi- riduzione della spesa pubblica per protezione sociale- incremento risorse per coloro che non hanno alcuna possibilità “accertata” di accedere a un’occupazione.
Significati dell'attivazione
• Forte accentuazione lavorativa delle politiche di welfare
• Aumento della pressione sulle persone ad uscire dalla condizione di “assistito”
• Forte domanda di strutture istituzionali maggiormente competenti, attive e flessibili
Principali spinte al cambiamento di politiche
● Costano meno?● Sostituiscono quelle passive?● Quando sono efficaci? (mix e investimento)● Sono indipendenti dalla politica economica
e dall'andamento del mercato?
Attivazione e condizioni di efficacia
Crisi (o trasformazione) taylor-fordismo e economia dell'appropriatezza
Impresa flessibile e tipi di flessibilità:- innovativa: via “alta” della competizione internazionale- difensiva: via “bassa” sulla compressione costo del lavoro
Sostenibilità della flessibilità negli stati democratici: dipende da quali rigidità e sicurezze la accompagnano
Dalla flessibilità ad ogni costo alla ricerca di equilibri tra:- flessibilità e protezione sociale- rapporti a tempo determinato e indeterminato
Tipi di sicurezza dell'occupazione:- impiego in una impresa- mansione svolta- restare occupati seppure in imprese diverse
Flessibilità e sicurezza
No correlazione tra flessibilità rapporti di lavoro e occupazione:Più elevate oscillazioni dell'occupazione per un più elevato numero di lavoratori
Deregolazione parziale e selettiva per incrementare occupazione giovanile e femminile→ effetto di segmentazione del MDL con forte connotazione generazionale→
Tipi di contratti non standard- Tempo determinato- Contratti a causa mista (es. apprendistato). Ambiguità degli Stage- Lavoro in somministrazione o interinale- Staff leasing (subappalto di manodopera)- Contratto a zero ore o a chiamata- Lavoro accessorio o voucher (buoni lavoro orari)- Lavori indipendenti ma inseriti in una organizzazione aziendali (es. “artigiani”)- Collaborazioni o lavori a progetto
Flessibilità e sicurezza
Instabilità, precarietà e insicurezza
Instabilità: aspetto giuridico dell'occupazione
Precarietà: in base al percorso occupazionale nel lungo periodo
Insicurezza: sentimento
Italia: nel 2012 il lavoro dipendente a tempo determinato livelli della UE-15
Ma maggiore presenza lavoro parasubordinato (economicamente dipendente)
Occupazione instabile superiore nel 2008 alla media EU e quasi a livello NL
Occupazione di lungo periodo non scompare: aumenta per donne e lavoratori anziani
Flessibilità e sicurezza
Instabilità, precarietà e insicurezza
Instabilità: aspetto giuridico dell'occupazione
Precarietà: in base al percorso occupazionale nel lungo periodo
Insicurezza: sentimento
Flessibilità e sicurezza
Sentimento di insicurezza:
1. Cognitiva: percezione di probabilità di perdere il posto
2. Del MDL: percezione della probabilità di trovarne un altro
3. Affettiva: valutazione gravita delle conseguenze della perdita
Dipende da:
1. protezione del posto, tasso disoccupazione
2. politiche del lavoro
3. indennità di disoccupazione
Per giovani diverso perché esclusi da lavori sicuri (protezione accresce 1 e 2)
Dipende anche da esperienze passate e presenti.
Danimarca: meno insicurezza che Italia. Per flexicurity
Flessibilità e sicurezza
principi:
– grande flessibilità nel mercato del lavoro;
– solido e protettivo sistema di sicurezza sociale;
– pervasivo ed efficiente sistema di politiche attive del lavoro e della formazione;
il circolo virtuoso:
– flessibilità → imprese più produttive → più forte prelievo fiscale → protezione del reddito generosa e misure di formazione e attivazione più sicurezza→ e più facile reinserimento;
condizioni agevolanti (Danimarca):
– mobilità tra posti di lavoro qualificati;
– famiglie a doppio reddito;
– spirito civico (no opportunismo)
Il triangolo della flexicurity