Sociologia Ambiente e Territorio

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  • CORSO DI LAUREA -ASSISTENTE SANITARIO - ROMA Sociologia dellAmbiente e del TerritorioDocente: Prof.ssa Barbara Calabrese

  • LA SOCIOLOGIASociologia Disciplina scientifica che, attraverso il ricorso a propri metodi di indagine e tecniche di ricerca, studia la societ e la vita sociale, allo scopo di comprendere le leggi che sono alla base delle loro dinamiche e del loro mutamento.

    Oggetto dello studio sociologico sono gli individui in quanto esseri sociali, interagenti cio con altri individui, e quindi: le relazioni e le norme che stabiliscono (linguaggi, convenzioni, costumi, riti, leggi ecc.); gli aggregati e le strutture che creano (gruppi, famiglie, classi, istituzioni ecc.); i ruoli e i fenomeni che la relazione tra gli individui produce (status, poteri, conflitti ecc.).

  • AUGUSTE COMTEAuguste Comte Comte considerava la sociologia come una nuova disciplina in grado di individuare le leggi fondamentali che governano le societ. Il suo studio sistematico della statica e della dinamica sociale pose le basi per uno studio moderno di tale disciplina, da lui detta "fisica sociale".

  • CONTINUAL'indagine sociologica ha avuto tra i suoi primi oggetti di studio i fenomeni legati allo sviluppo industriale e all'urbanizzazione e ha legato la sua ricerca successiva soprattutto al tentativo di comprendere i mutamenti che si verificano all'interno delle societ moderne. Molto genericamente, si potrebbe definire la sociologia la "scienza della modernit". Viene annoverata tra le scienze sociali insieme con l'antropologia culturale, la psicologia, la storia, la geografia, l'economia, l'etologia, la scienza della politica ecc. con cui condivide campi di studi e strumenti di ricerca.

  • EMILE DURKHEIMEmile Durkheim Considerato uno dei fondatori della sociologia, Emile Durkheim affront lo studio della societ e dei gruppi sociali avvalendosi di metodi scientifici; sostenne che gli individui sono il prodotto di forze sociali complesse e devono essere studiati nel contesto della societ di appartenenza. Durkheim sottoline inoltre come la mancata integrazione degli individui nella societ sia una delle cause fondamentali del suicidio.

  • HERBERT SPENCERHerbert Spencer Estensione della teoria evoluzionistica alla sfera sociale, lopera di Herbert Spencer si propone di unificare scienza e filosofia in una grandiosa visione cosmologica dominata dallidea di progresso, fondando tanto la sociologia quanto l'etica sulla nozione di adattamento.

  • LA SOCIOLOGIALa sociologia come insieme di conoscenze sistematiche una scienza di recente costituzione. Fu Auguste Comte a usare gi nel 1824 (e poi di nuovo nel 1838, nel suo Corso di filosofia positiva) il termine "sociologia", in sostituzione dell'espressione "fisica sociale", precedentemente usata dallo stesso Comte. Per Comte, la nuova disciplina avrebbe dovuto scoprire le leggi fondamentali che governano le societ, come le scienze fisiche avevano individuato le leggi naturali. Il filosofo inglese Herbert Spencer svilupp ulteriormente la concezione originaria di Comte, assimilando la societ a un organismo vivente. Padri della nuova scienza sono considerati anche altri filosofi dell'Ottocento, come Karl Marx e Saint-Simon, Alexis de Tocqueville e John Stuart Mill.

  • LEWIS MUMFORDLewis Mumford Urbanista, sociologo, storico e critico dell'architettura, lo statunitense Lewis Mumford si occup principalmente degli effetti dell'architettura sulla societ e sull'ambiente, criticando apertamente gli aspetti disumanizzanti della tecnologia e gli schemi di sviluppo urbano che si andarono imponendo dopo la seconda guerra mondiale.

  • CONTINUAParallelamente alla riflessione teorica, nel XIX secolo si and sviluppando una ricerca empirica basata sugli studi statistici, che rese possibile un'analisi scientifica dei fenomeni sociali (l'Essai de statistique sociale di Adolphe Qutelet del 1835).

  • LA SOCIOLOGIAIn Francia la sociologia venne riconosciuta disciplina accademica fra il 1880 e 1890. Emile Durkheim fu il primo a fondare una vera e propria scuola di pensiero sociologico e si batt perch alla nuova scienza fosse riconosciuta una sua specifica autonomia. Secondo uno dei principi fondamentali della teoria durkheimiana, esistono realt indipendenti dalla volont dei singoli individui, i fatti sociali, spiegabili solo considerando i fattori sociali che li determinano; un'applicazione esemplare di tale principio costituita dall'analisi sociologica di un fenomeno apparentemente del tutto psicologico come il suicidio.

    Max Weber Economista e sociologo tedesco, Max Weber considerato uno dei fondatori del pensiero sociologico moderno. Con L'etica protestante e lo spirito del capitalismo, il suo lavoro pi celebre, analizz l'influenza dei valori religiosi sull'economia di una societ, e in particolare sullo sviluppo della mentalit capitalista.The Granger Collection, Ltd

  • WEBERUno sviluppo importante per la definizione della nuova scienza si ebbe in Germania, dove la sociologia fu riconosciuta come disciplina accademica agli inizi del Novecento e uno dei suoi maggiori esponenti fu Max Weber. Invece di emulare le scienze naturali (come accadeva in Francia e in Inghilterra), la sociologia tedesca, grazie a Weber, Georg Simmel e all'influenza di Wilhelm Dilthey e del marxismo, elabor un nuovo metodo d'indagine. Oltre a spiegare i fenomeni dall'esterno, i sociologi tedeschi si imposero di comprenderli dall'interno, intuendo che la comprensione dell'azione sociale imprescindibile dalla considerazione del soggetto che la compie e che ogni fatto sociale un fatto a s, dal quale non si ricavano regole generali.

  • LA STRUTTURA ANALITICA DELLA SOCIOLOGIA DELLAMBIENTEPrendiamo il concetto di Durkheim (1895), citando la sua regola sociologica secondo la quale La cause dterminante dun fait social doit ^etre cherche parmi les faits sociaux antcdents, et non parmi les tas de la conscience individuelle, egli uno dei padri fondatori della sociologia dellambiente a ragione della sua morfologia sociale, disvela un sociocentrismo radicale.

  • CATTON E DUNLAPAsseriscono che lo studio dellinterazione tra ambiente e societ costituisce il nucleo centrale della sociologia dellambiente, Catton e Dunlap, 1978);Si tratta di una considerazione sociologica che pu essere compresa attraverso la formulazione sopra delineata implica lo studio degli effetti dellambiente sulla societ, ad esempio gli impatti dellabbondanza o della scarsit delle risorse naturali sulla stratificazione sociale, oppure lo studio degli impatti della societ sullambiente, ad esempio i contributi dei diversi sistemi economici nel determinare i livelli diversi del degrado ambientale;

  • continuaLa prospettiva ecologica, una prospettiva nuova e rispecchia linterazione ambiente/societ che nel saggio da loro formulato nel 1978 rispecchia il core della sociologia dellambiente;Duncan in riferimento alla ecologia umana nel 1959, defin i problemi fondamentali dellecologia stessa attraverso lindividuazione di quattro concetti di riferimento che si possono cos elencare:

  • continuaA. popolazione;B. organizzazione;C. ambiente;D. tecnologia;Che daranno vita ai termini ripresi con Population, Organization, Environment, Technology;Tutto si traduce in un Ecosistema;

  • COOLEY 1894Prima che il termine di ecologia umana, venisse proposto, Cooley nel 1894 aveva denominato parte del suo oggetto di indagine demografia territoriale;Una popolazione umana concreta non trova esistenza in un limbo indefinito ma in un ambiente ben determinato, ma al fine di garantire la continuit della sua esistenza quella concreta non trova esistenza in un limbo indefinito ma in un ambiente ben determinato;

  • continuaAl fine di garantire la continuit della sua esistenza quella concreta popolazione umana deve far fronte ai problemi posti da un ambiente che se da una parte indifferente alla sua sopravvivenza, dallaltra offre in vari modi e gradi delle risorse potenzialmente utilizzabili per la continuit della vita;

  • continuaLa semplice occupazione di un ambiente fisico cos come lo sfruttamento delle sue risorse da parte di una popolazione umana determina una modificazione dellambiente stesso, introducendo mutamenti ambientali che si aggiungono a quelli prodotti da altri organismi, dai processi geologico. Si tratta di cambiamenti specificatamente umano-sociali che gi configurano una dimensione di quella interazione ambiente/societ nella sua forma specifica di ambiente/popolazione;

  • CHE SIGNIFICATO HA IL TERMINE CULTURA?Essa si presenta come strumento del generale processo di adattamento degli esseri umani al loro ambiente. Duncan ci sottolinea che come strumento rispetto alla altre popolazioni, rende pi agevole tale processo ma indubbiamente anche pi complesso. Lecologia umana, tra una pluralit di aspetti e di dimensioni della cultura, guarda con particolare attenzione allorganizzazione sociale ed alla tecnologia e quindi, si pu dedurre che le quattro componenti del complesso ecologico hanno un tipo di legame gi ipotizzato dalla struttura analitica dellecologia umana;

  • CONTINUASi pu asserire che non tanto la predominanza dellorganizzazione sociale da relazionare comparativamente, come pure per certi aspetti si deve, allinterno della struttura quaternaria del complesso ecologico e cio POET ovvero Populatiom organization, environment, technology, quanto invece deve fondarsi sui principi della disciplina sociologica denominata Ecologia Umana

  • DUNLAP E CATTONLORGANIIZZAZIONE SI PRESENTA COME CONSEGUENZA DELLE ALTRE TRE MACRO-VARIABILI CIO LA TECNOLOGIA, LA POPOLAZIONE E LAMBIENTE, A SUA VOLTA ESSA SI PONE ANCHE COME CASA DEGLI ATRI SUB-SISTEMI.

  • LA CARATTERISTICA DELLA SOCIOLOGIA DELLAMBIENTELa caratteristica fondamentale della sociologia dellambiente risiede nella rilevanza attribuita allambiente come fattore che pu influenzare, e a sua volta essere influenzato da,il comportamento umano (Dunlap e Catton, 1979);Loggetto non costituito n dalla societ n dallambiente ma invece esso si produce da una relazione (Beato, 1978), la relazione-interazione tra ambiente bio-fisico e societ, pi precisamente tra ambiente bio-fisico e gli altri tre elementi del complesso ecologico;

  • continuaUno dei padri della ecologia sociale chicagoana (Park 1936), distinguono un complesso sociale costituito dalle tre grandi configurazioni appunto sociali (P, O, T) e lambiente vero e proprio. Due sono quindi i due universi fenomenici: da una parte il complesso sociale e dallaltra lambiente biofisico

  • IL COMPLESSO ECOLOGICOSi inserisce nel framework analitico della sociologia dellambiente il sistema sociale, il sistema culturale ed il sistema della personalit, richiamando lattenzione al sociologo americano Parsons nel suo lavoro An outline of the social system del 1961;Caton e Dunlap propongono per la sociologia dellambiente una indagine che si ponga due obiettivi scientifici fondamentali;

  • I DUE OBIETTIVI SCIENTIFICI FONDAMENTALI1. Esaminare come le variazioni che si registrano nella popolazione, nella tecnologia, nel sistema culturale, nel sistema sociale e nel sistema della personalit possono agire sullambiente bio-fisico;2. Indagare come lambiente bio-fisico pu a sua volta determinare dei mutamenti sulla popolazione, sulla tecnologia, sul sistema sociale, sul sistema culturale e sul sistema della personalit;

  • continuaLa mono-causalit del degrado dellecosistema globale si identifica con la crescita incontrollata della popolazione oppure con luso anchesso incontrollato delle tecnologie inquinanti. Commoner del Circolo Chiuso (1971) che reca, per sottotitolo natura, ambiente e tecnologia), pu essere considerato il leader di questo punto di vista perch sottolinea che labuso delle tecnologie inquinanti e dissipative di risorse si costituisce come causa fondamentale della crisi ambientale. Mentre altri hanno imputato alla condizione di bene comune di molte delle risorse naturali la responsabilit del degrado;

  • CONTINUALAMBIENTE Pu AGIRE SU:1. LA POPOLAZIONE;2. LA TECONOLOGIA;3. IL SISTEMA CULTURALE;4. IL SITEMA SOCIALE;5.IL SISTEMA DELLA PERSONALIT;

  • SCHEMA DI DUNLAP E CATTON DEL 1979POSSONO AGIRE SULLAMBIENTE:1. LA POPOLAZIONE;2. LA TECNOLOGIA;3. IL SISTEMA CULTURALE;4. IL SISTEMA SOCIALE;5. IL SISTEMA DELLA PERSONALIT;

  • IL MINISTERO DELLAMBIENTEMinistero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio Ministero istituito nel 2001 a seguito del decreto legge 300/1999 sul riordino dellorganizzazione del governo; sostituisce il ministero dellAmbiente, con funzioni in gran parte invariate. Sono di sua competenza la tutela dellambiente e del territorio, la gestione dei rifiuti, la promozione di politiche di sviluppo sostenibile.

  • CONTINUAAttraverso analisi e valutazioni delle realt esistenti compiute dagli enti preposti, ha il compito di stabilire standard di riferimento riguardo ad agenti e attivit inquinanti (atmosferici, acustici, elettromagnetici, del suolo, delle acque), al fine di approntare leggi e normative costrittive; identifica e classifica le aree a rischio ambientale, istituisce parchi e riserve e provvede al controllo della loro gestione attraverso il coordinamento della polizia ambientale.

  • CONTINUAFanno capo al ministero organismi che studiano e tutelano la flora e la fauna terrestri, delle acque interne e dei mari, e che approntano interventi di bonifica e salvaguardia della biodiversit. Il ministero sorveglia inoltre il commercio nazionale e internazionale delle specie protette.

  • Ambiente (ecologia)Ambiente (ecologia) In ecologia, insieme dei fattori esterni a un organismo che ne influenzano la vita. Il termine viene anche comunemente inteso, in senso pi ampio, come il complesso degli elementi naturali (quali la flora, la fauna, il paesaggio) e delle risorse che circondano un determinato organismo e, in particolare, gli esseri umani. Una specifica accezione quella di ambiente interno, che si riferisce allinsieme delle caratteristiche interne a un organismo, soprattutto di natura chimica (ad esempio, le concentrazioni delle sostanze dei fluidi corporei).

  • DISTRIBUZIONE DELLOZONODistribuzione dell'ozono sul pianeta L'ozonosfera lo strato di atmosfera terrestre in cui massima la concentrazione di ozono. Da questa immagine, un'elaborazione di dati raccolti dalla NASA, risulta evidente che la concentrazione di questo prezioso gas non costante intorno al pianeta, ma varia a seconda della zona geografica. In particolare, appare sensibilmente pi bassa in corrispondenza dell'Antartide, dove infatti si situa l'ormai noto buco nell'ozono. La scala sulla destra riporta i valori di concentrazione del gas tracciante utilizzato (fluoruro di idrogeno, HF): a concentrazioni maggiori di HF corrispondono concentrazioni minori di ozono Corbis;

  • INQUINAMENTO DELLE ACQUEInquinamento delle acque L'inquinamento chimico dei corsi d'acqua uno dei problemi ambientali pi critici. Le sostanze inquinanti possono avere origine puntuale o non puntuale, a seconda che provengano da sorgenti ben identificabili quali fabbriche, raffinerie e tubi di scarico, o diffuse e non localizzabili, quali deflussi superficiali di derivazione agricola o rigurgiti di liquami dalle fognature. Si stima che l'inquinamento delle acque mieta ogni anno circa 10 milioni di vittime in tutto il mondo.

  • I DANNI DA PIOGGE ACIDEDanni da piogge acide Le piogge acide sono il risultato della combinazione di anidride solforosa e di alcuni composti dell'azoto con il vapore acqueo atmosferico, che d una soluzione con un valore di pH estremamente basso. L'acqua piovana, caratterizzata normalmente da un pH pari a circa 6,5, passa cos a livelli di acidit paragonabili a quello dell'aceto, compresi fra 2 e 3. Oltre a bruciare chimicamente le foglie delle piante, le piogge acide contaminano l'acqua dei laghi, uccidendone flora e fauna.

  • DEFORESTAZIONE Deforestazione "taglia e brucia" La tecnica di deforestazione "taglia e brucia", generalmente applicata per ricavare terreni agricoli da zone boschive, arreca gravi danni all'equilibrio dell'ambiente. Da una parte, l'anidride carbonica rilasciata in atmosfera aggrava l'effetto serra, dall'altra, la rimozione degli alberi e della vegetazione del sottobosco distrugge gli habitat naturali e accelera l'erosione del suolo.

  • EFFETTI DELLEROSIONEEffetti dell'erosione La formazione di gole per effetto dell'erosione un processo geologico naturale che pu essere accelerato da interventi umani di deforestazione o da tecniche agricole poco oculate. L'erosione trascina via gli strati pi superficiali del suolo sovraccaricando di sedimenti i corsi d'acqua. Questi fenomeni distruttivi interessano aree sempre pi estese in tutti i continenti per effetto della sovrappopolazione e dell'industrializzazione.

  • SMOGSmog Lo smog, dovuto all'inquinamento industriale e alle emissioni di gas di scarico, viene generalmente aggravato dal fenomeno dell'inversione termica, che ne impedisce la dispersione trattenendolo a lungo in aree circoscritte. Tra i suoi effetti nocivi vanno citati problemi alle vie respiratorie e irritazione degli occhi.

  • Latmosfera

  • LATMOSFERA

  • I FATTORI AMBIENTALII fattori ambientali possono essere di natura chimica (quali la concentrazione dei sali minerali disponibili, il valore di pH, la presenza di fattori di crescita o inibitori) e di natura fisica (come la temperatura, lesposizione alla luce solare, lo spazio disponibile, la pressione, la presenza di campi elettrici o magnetici, la circolazione dei venti); sono quindi detti abiotici (letteralmente, senza vita) perch non comprendono alcun elemento biologico.

    In realt, la sopravvivenza di ciascun individuo non dipende soltanto da questi fattori, ma anche dalle interazioni che esso ha con gli altri viventi, siano essi co-specifici (della stessa specie) o di specie diverse. La possibilit di un organismo di accedere alle risorse ambientali, ad esempio, pu essere limitata da fenomeni di competizione, oppure facilitata da rapporti di mutualismo. Linterazione tra i fattori ambientali e gli organismi viventi porta alla formazione di un complesso sistema in cui tutti gli elementi sono tra loro connessi da scambi di energia e di materia, e definito ecosistema.

  • I FATTORI LIMITATI

    Inquinamento delle acque L'inquinamento chimico dei corsi d'acqua uno dei problemi ambientali pi critici. Le sostanze inquinanti possono avere origine puntuale o non puntuale, a seconda che provengano da sorgenti ben identificabili quali fabbriche, raffinerie e tubi di scarico, o diffuse e non localizzabili, quali deflussi superficiali di derivazione agricola o rigurgiti di liquami dalle fognature. Si stima che l'inquinamento delle acque mieta ogni anno circa 10 milioni di vittime in tutto il mondo.Oxford Scientific Films/Ben Osborne Ciascun organismo, per la sua sopravvivenza, deve disporre di determinate quantit di ciascun fattore; alcuni fattori, per, sono in grado di influenzare lattivit degli altri e vengono detti limitanti. Ad esempio, per un animale che richiede condizioni aerobiche (cio la presenza di ossigeno) per compiere la respirazione, il parametro ossigeno limitante rispetto ad altri, quali lo spazio o il grado di illuminazione, perch, anche se questi sono abbondanti, in assenza di questo gas lorganismo non pu sopravvivere: lossigeno, in questo caso, fattore limitante.

  • CONTINUAUn fattore che limitante per un organismo pu non esserlo per un altro; riprendendo lesempio precedente, la quantit di anidride carbonica non limitante per lanimale che attua la respirazione, mentre lo per una pianta che la utilizza per la fotosintesi. Ancora, un fattore pu essere limitante o meno in condizioni diverse: ad esempio, la luce solare giunge sulla terraferma in quantit tale da permettere la fotosintesi, ma penetra nellacqua solo fino a una certa profondit, diventando limitante per lo sviluppo delle alghe

  • CAPACIT PORTANTECapacit portante

    I fattori ambientali non permettono lo sviluppo indefinito degli organismi, ma il raggiungimento di un determinato valore di biomassa che prende il nome di capacit portante dellambiente. La capacit portante un valore teorico; in natura, la crescita demografica delle popolazioni soggetta al controllo operato dai fattori limitanti, ovvero alla resistenza ambientale, che bilancia la spinta allaccrescimento.

  • RESISTENZA AMBIENTALEResistenza ambientale

    La pressione esercitata su un organismo dal complesso di tutti i fattori limitanti, definisce la resistenza ambientale. Questo parametro incide sulla dinamica delle popolazioni impedendone il raggiungimento del massimo sviluppo demografico, ovvero la crescita fino alla capacit portante.

  • ATMOSFERA, IDROSFERA, LITOSFERA E BIOSFERA

    Danni da piogge acide Le piogge acide sono il risultato della combinazione di anidride solforosa e di alcuni composti dell'azoto con il vapore acqueo atmosferico, che d una soluzione con un valore di pH estremamente basso. L'acqua piovana, caratterizzata normalmente da un pH pari a circa 6,5, passa cos a livelli di acidit paragonabili a quello dell'aceto, compresi fra 2 e 3. Oltre a bruciare chimicamente le foglie delle piante, le piogge acide contaminano l'acqua dei laghi, uccidendone flora e fauna.Oxford Scientific Films/Steffen Hauser

    Deforestazione "taglia e brucia" La tecnica di deforestazione "taglia e brucia", generalmente applicata per ricavare terreni agricoli da zone boschive, arreca gravi danni all'equilibrio dell'ambiente. Da una parte, l'anidride carbonica rilasciata in atmosfera aggrava l'effetto serra, dall'altra, la rimozione degli alberi e della vegetazione del sottobosco distrugge gli habitat naturali e accelera l'erosione del suolo.Oxford Scientific Films/Sean Morris

  • CONTINUASe si intende lambiente in unaccezione pi ampia il complesso degli elementi naturali che circondano i viventi sulla Terra possibile individuare tre grandi settori (o meglio, sfere) nei quali tali elementi si ripartiscono: latmosfera, la idrosfera e la litosfera. Questi settori interagiscono fra di loro e con un quarto raggruppamento, la biosfera, che comprende tutte le forme di vita; lambiente-Terra si pu considerare un sistema in cui questi quattro elementi si mantengono in VITA;

  • LATMOSFERAL'atmosfera formata da una miscela di gas (prevalentemente azoto, ossigeno, idrogeno, anidride carbonica, vapore acqueo) e particelle liquide e solide. Fornisce lossigeno necessario alla respirazione degli esseri viventi e li protegge dagli effetti dannosi dei raggi ultravioletti provenienti dal Sole. Lo strato dellatmosfera a contatto con la superficie terrestre assume temperature diverse a seconda della latitudine e della natura geologica del suolo ed interessato dai fenomeni meteorologici, che determinano il clima e quindi condizionano la biosfera. La idrosfera composta dalle acque che ricoprono il pianeta: il 97% rappresentato dagli oceani e dai mari, il 2% concentrato nelle calotte polari e nei ghiacciai e l'1% presente nei fiumi, nei laghi, nei corsi d'acqua sotterranei, nell'aria e nel suolo. La litosfera comprende le rocce che, rigide e solide, sono comunque interessate da lenti processi di trasformazione; la sua porzione pi superficiale subisce lazione dellaria e dellacqua e d luogo alla formazione del suolo, necessario allo sviluppo degli organismi.

  • CONTINUALe caratteristiche dellatmosfera, della idrosfera e della litosfera sono mutate nel corso della storia geologica della Terra. Per effetto della deriva dei continenti (un fenomeno connesso alla tettonica a zolle) le masse continentali si sono separate, gli oceani hanno invaso la terraferma o si sono ritirati, alcune catene montuose si sono sollevate, mentre altre sono state completamente erose. La temperatura ha subito numerose oscillazioni, modificando la distribuzione della flora e della fauna. Si sono susseguite numerose glaciazioni, la pi recente delle quali ha avuto luogo nel Quaternario, durante il Pleistocene (tra 2,5 milioni e 10.000 anni fa). Nell'epoca successiva al Pleistocene (vale a dire quella attuale, denominata Postglaciale o Olocene), l'ambiente non ha sostanzialmente subito altre trasformazioni geologiche significative.

  • CONTINUALuomo ha profondamente modificato il suo ambiente, utilizzandone le risorse, rimodellando il paesaggio, creando agglomerati urbani e industriali. Ogni intervento sulle complesse relazioni dellambiente-Terra ha spesso effetti imprevisti, e pu alterare altri equilibri; si pensi, ad esempio, agli effetti dellinserimento di una nuova specie in una regione in cui prima non esisteva, come nel caso dei conigli immessi in Australia nel XVIII secolo e, divenuti eccessivamente numerosi, poi combattuti alla met del Novecento, diffondendo il poxvirus della mixomatosi.

  • INQUINAMENTOInquinamento Contaminazione dell'aria, delle acque e del suolo con sostanze e materiali dannosi per l'ambiente e per la salute degli esseri umani, capaci di interferire con i naturali meccanismi di funzionamento degli ecosistemi o di compromettere la qualit della vita.

    Per informazioni riguardo agli inquinanti rilasciati nell'atmosfera dagli impianti industriali, dagli inceneritori, dai motori degli autoveicoli e da altre fonti, vedi Inquinamento atmosferico. Per informazioni riguardo alla contaminazione dell'acqua, dei fiumi, dei laghi e dei mari derivante da liquami o rifiuti domestici, urbani, industriali o nucleari scaricati nell'ambiente, vedi Inquinamento delle acque, Inquinamento da petrolio e Smaltimento dei liquami. Per informazioni su altre forme di inquinamento, vedi Inquinamento acustico, Inquinamento elettromagnetico e Inquinamento luminoso.

  • IAEAIAEA o International Atomic Energy Agency (Agenzia internazionale per l'energia atomica), agenzia intergovernativa autonoma dell'ONU costituita nel 1957 "allo scopo di cercare di accelerare e di sviluppare il contributo dell'energia atomica alla pace, alla salute e alla prosperit in tutto il mondo".

  • ATTIVIT E SCOPIATTIVIT E SCOPI

    L'IAEA mette a disposizione dei propri membri, soprattutto dei paesi in via di sviluppo, strutture, gruppi di esperti e gli strumenti essenziali per svolgere attivit di ricerca nel settore della tecnologia e della scienza nucleare; gestisce inoltre il rifornimento di materiali nucleari, finanzia progetti di ricerca e opera in qualit di agenzia centrale per la diffusione di informazioni circa le applicazioni pacifiche dell'energia nucleare; si impegna infine nella ricerca e nello sviluppo di fonti energetiche in grado di sostituire i combustibili tradizionali.

    Le iniziative dell'IAEA evidenziano i progressi raggiunti nello sviluppo dei reattori nucleari, compreso il loro utilizzo per la desalinizzazione dell'acqua e per l'applicazione di radioisotopi e delle radiazioni in agricoltura, biologia, idrologia, medicina e nell'industria. L'IAEA si occupa inoltre di introdurre standard di sicurezza per lo smaltimento di scorie radioattive, per il trasporto di materiali nucleari e per la definizione di direttive internazionali per l'attivit legislativa nel settore nucleare.

  • CERNOBYLIn seguito all'incidente verificatosi nell'aprile 1986 all'impianto di ernobyl nell'Unione Sovietica, l'IAEA ha adottato un programma di vaste dimensioni per garantire la sicurezza degli impianti nucleari, la protezione dalle radiazioni, la salute dell'uomo, la gestione delle scorie radioattive e il ciclo di combustione nucleare; i risultati di tali attivit sono contenuti in due nuove convenzioni, da poco in vigore: la Convenzione per l'assistenza d'emergenza in caso di incidente nucleare e la Convenzione per la comunicazione tempestiva in caso di incidente nucleare.

    Nel campo del disarmo nucleare, l'IAEA ha poi svolto, a partire dal 1970, un'importante azione di vigilanza nell'ambito dell'applicazione del trattato sulla non proliferazione degli armamenti nucleari

  • ORGANIZZAZIONEORGANIZZAZIONE

    Dal punto di vista della struttura organizzativa, l'IAEA si articola in una conferenza generale, composta dai rappresentanti dei 113 stati membri, che si riunisce una volta l'anno per approvare il bilancio, il programma di lavoro e le richieste di ammissione, in un consiglio direttivo, composto dai delegati di 35 paesi in un segretariato con a capo un funzionario nominato dal consiglio per un periodo di quattro anni e una commissione scientifica in grado di fornire consulenza tecnica. La sede centrale si trova a Vienna.

  • LABBANDONO DELLE CITT NELLALTO MEDIOEVOLabbandono delle citt nellAlto Medioevo

    La fine del mondo antico segn la decadenza e la rovina delle citt, i cui resti punteggiavano nell'Alto Medioevo le selve, le brughiere e le paludi che avevano inghiottito gli antichi spazi urbani e agricoli. Su questi resti, a partire dal VII secolo, i monaci fondarono nuovi centri religiosi e culturali tra i pi noti quello di Bobbio nel Piacentino, fondato da san Colombano, e quello di Fontenelle in Normandia, sorto per opera di san Vandregisilo dando corso a una lenta rivitalizzazione dei territori che culminer dopo il Mille con la definizione di un nuovo paesaggio.

  • CONTINUAVerso la fine del secolo VI, San Colombano si aggirava in una boscaglia del territorio francese quando si imbatt, a detta del suo biografo, in dodici lupi: rest immobile e gli animali gli si avvicinarono, fino a toccarne i vestiti. Il Santo non ebbe paura, fiducioso nellaiuto di Dio, e le bestie non gli fecero alcun male e se ne andarono.Lepisodio significativo di fatti che si verificavano spesso: lincontro tra uomini ed animali feroci che, allinizio del Medioevo, popolavano numerosi un paesaggio inselvatichito da secoli, dove si stendevano fitti i boschi e biancheggiavano le rovine degli abitati distrutti dalle invasioni o abbandonati dopo lunga decadenza. Labbandono, lo spopolamento, il mescolarsi di rovine e vegetazione selvatica, che si espandeva su spazi vastissimi, si erano verificati un po dappertutto, anche nelle aree di collina un tempo abitate e nelle pianure, gi messe a coltura in parte considerevole.

  • CONTINUAQuando San Colombano, sembra nellanno 612, fond a Bobbio un monastero che in seguito da lui prese il nome, la collina piacentina, a soli 270 metri circa di altitudine, era abbandonata, coperta di boschi e di rovine, immersa nella solitudine. Allo stesso modo aveva eretto un monastero in Francia, a Luxeuil, dove restavano ancora i templi pagani con le statue immote nel silenzio della boscaglia, circondate dagli alberi cresciuti, folti, sulle rovine dellantico abitato romano tra le quali si aggiravano solo bestie selvagge.

    Nelle stesse condizioni di squallore si trovava il territorio in cui sorse per opera di San Vandregisilo labbazia di Fontenelle, in Normandia, sembra nel 649. Il luogo era soffocato da cespugli e rovi, sommerso dalla palude: cos dice il testo del secolo IX che descrive la fondazione del monastero. A Fontenelle, come a Bobbio e altrove, i monasteri riportarono uomini e coltivazioni dove da tempo erano scomparsi.

  • continuaBobbio e Fontenelle divennero celebri centri di cultura per tutto lalto Medioevo, assumendo una funzione che era stata prima prerogativa della citt. Questa era stata centro operante sul territorio, ne aveva promossa la coltivazione, aveva concentrato in se stessa il commercio, lartigianato, le strutture organizzative di vertice, ecclesiastiche, politiche e culturali. Tali funzioni nel primo Medioevo venivano esercitate dai monasteri, con pi vigore di molte delle citt superstiti: il monastero, che sorgeva quasi sempre in campagna, ne costituiva, per cos dire, un prodotto spontaneo, profondamente radicato in essa.

  • CONTINUALa supplenza del monastero nei confronti della citt decaduta fu maggiormente diffusa ed operante al di fuori dellItalia: da noi molte citt, pur decadute, mantennero la funzione di centro organizzativo del territorio circostante. Infatti in Italia molti monasteri sorsero nelle citt o si affiancarono ad esse collocandosi accanto alle loro mura, mentre in Francia ed in Germania dai monasteri nacquero citt.

  • continuaLa supplenza del monastero nei confronti della citt decaduta fu maggiormente diffusa ed operante al di fuori dellItalia: da noi molte citt, pur decadute, mantennero la funzione di centro organizzativo del territorio circostante. Infatti in Italia molti monasteri sorsero nelle citt o si affiancarono ad esse collocandosi accanto alle loro mura, mentre in Francia ed in Germania dai monasteri nacquero citt.

  • CONTINUATuttavia, la citt era dovunque decaduta: una vicenda ben diversa da quanto essa aveva rappresentato un tempo ormai lontano. Il mondo antico aveva raggiunto in Occidente unorganizzazione complessa basata sulle citt: i Romani, eredi degli Etruschi, furono costruttori di citt, urbanizzarono il territorio, trasformandolo con una trama vasta e capillare i cui nodi erano i nuclei cittadini. Questi furono, nello stesso tempo, centri amministrativi, religiosi, culturali, sedi di mercato, di attivit finanziarie e artigianali ed anche, spesso, costituirono insediamenti di notevole consistenza. Centri di incontri e di scambi, le citt animavano, come tante cellule attive, il territorio, conferivano ad esso omogeneit, ne univano le parti. Anche se leconomia e la civilt era largamente agricola, tuttavia artigianato e commercio, produzione di generi di consumo e di lusso e smercio degli stessi erano fenomeni di rilievo.

  • CONTINUACon il trascorrere del tempo decaddero, si spensero lentamente molte citt. Tutto lambiente, il vasto territorio dellImpero fu corroso da un processo di atonia, di mortificazione economica e sociale. Gli uomini si isolarono dagli uomini, nelle citt e nelle campagne, si indebol lo stato, la cultura decadde, le invasioni barbariche accelerarono e accentuarono questa evoluzione. La stessa agricoltura decadde e le terre si coprirono di nuovo, come non erano state da secoli, di foreste, brughiere, paludi; dentro gli spazi urbani si insinuarono prati, alberi, cespugli selvatici; case e mura andarono in rovina, la popolazione diminu fortemente. Molte citt scomparvero e i loro resti, disseminati in un paesaggio che assunse verso il secolo VI sempre pi laspetto, su vasti tratti, di una landa desolata, acquistarono agli occhi di chi li scorgeva una fisionomia paurosa: profanate dal tempo e dagli uomini, nemici, invasori, predoni, le rovine di citt, chiese e villaggi attendevano la riconsacrazione e la riutilizzazione (ci che fecero in tanti casi i monaci, come vedremo).

  • CONTINUAEmergenti dalle brughiere o improvvisamente contrastanti il passo di chi attraversava la foresta, le rovine mantenevano un carattere di sacralit negativa, sinistra e ostile. Erano le citt morte, i resti oltraggiati della civilt antica riscattata dal Cristianesimo, cimitero di cristiani uccisi dai barbari, di martiri in attesa di venire ritrovati e venerati. Suoni, rumori o agghiaccianti silenzi e luci nella notte ne segnavano la presenza, spesso vistosa, spesso nascosta dalla terra, dalle alte erbe, dalle piante.

  • CONTINUAFu cos che nel paesaggio rurale dellalto Medioevo disseminato delle rovine delle citt romane, dei villaggi, delle chiese abbandonate, la presenza dei martiri cristiani aleggiava largamente, provocando apparizioni, fatti portentosi, segnando anche materialmente e trasformando gli elementi naturali in una commistione stupefacente di naturale e soprannaturale. Cos il mondo appariva diverso da quello che in realt era, colorato di tinte strane: lincombere dellaldil lo rendeva simile allaldil stesso; come questo mondo era proiettato nellaltro, visto come giardino ameno, se si trattava della terra dei beati. Il cronista della Novalesa, nel secolo XI, scrivendo di una donazione di terre al monastero, racconta che in esse un tempo cera una citt romana dove molte persone avevano subto il martirio: tanti e tanti uomini, e tanto sangue sparso, si diceva, per cui le pietre di un fiume, che l scorreva, trasudavano sangue, quando il monastero ricevette in dono quel terreno sacro. Il sangue dei martiri sera fissato materialmente alla terra, sacralizzando prepotentemente il luogo, predestinandolo cos a divenire possesso monastico.

  • CONTINUACerto che ad attirare i monaci verso citt e villaggi abbandonati giocavano vari fattori: la disponibilit del materiale edilizio utile per i loro nuovi edifici, la certezza di poter vivere in un territorio che aveva gi assicurato nutrimento ad altri in altre epoche, oltre, in generale, alle caratteristiche di bellezza paesaggistica, di derivazione biblica, che segnavano il luogo predestinato alla vita spirituale.

  • CONTINUACirca quattro secoli prima, intorno allanno 610, San Colombano, dopo aver fondati alcuni monasteri in Francia, venne in Italia, alla corte del re longobardo Agilulfo. Un tale gli disse che nella solitudine dellAppennino, non lontano da Piacenza, cera una chiesa diroccata, dedicata allapostolo Pietro, dove si verificavano fatti miracolosi. Colombano decise allora di andare con i compagni a restaurarla; vi fond, come abbiamo visto, il monastero di Bobbio, destinato a divenire famoso. Le rovine avevano gi fermato Colombano nel suo lungo cammino dallIrlanda verso il Sud, quando anche in Francia, come abbiamo detto, aveva deciso di fondare un monastero tra i ruderi di un insediamento antico, disabitato, invaso dalla vegetazione silvestre.

  • CONTINUAMa la presenza del soprannaturale doveva contare non poco a sospingere le marce faticose dei fratelli, in cerca di un luogo predestinato, verso chiese abbandonate, o, comunque, abitati lasciati da tempo dagli uomini, dove era facile pensare che unincursione di barbari pagani avesse martirizzato i seguaci della vera fede, facendone dei santi. Allora, come San Colombano, essi si informavano dove vi fossero rovine di chiese e di abitati, oppure vi si imbattevano, percorrendo un paesaggio che fino al secolo XI era tutto un alternarsi di boschi e di lande cosparsi di rovine, dove le macerie affioravano tra i cespugli frequentati dal pastori. Il paesaggio delle rovine caratterizzava grandi spazi dellEuropa centromeridionale, familiare agli uomini del tempo, anche se sui resti delle chiese e dei villaggi distrutti le presenze dei morti incombevano paurose.

  • CONTINUA LA STORIAQuando il capostipite dei Canossa, verso la fine del secolo X, decise di fortificare un nuovo villaggio, Brescello, addossato al Po nel territorio reggiano, fece raccogliere le pietre della citt romana, un po distante dallinsediamento recente, saccheggiata e distrutta dai Bizantini nellanno 603 allo scopo di non lasciare una delle migliori fortezze padane nelle mani dei Longobardi.

  • CONTINUASui resti della citt, sede un tempo di diocesi, era cresciuta la vegetazione, ma non al punto di nasconderli del tutto, eliminando, con la vista dei ruderi, anche il timore che essi ispiravano. Difatti narra la Cronica Sancti Genesii un giovane pastore, che aveva infilato un braccio dentro un buco profondo del terreno, non riusciva pi a toglierlo e urlava come un ossesso. Accorse gente, si invoc quello che si riteneva il primo vescovo della citt, Genesio, e, quando il santo patrono fu propiziato a dovere, il ragazzo pot estrarre il braccio dalle rovine. Il racconto suona molto come ammonimento a chi non ha rispetto per le rovine che conservano il sepolcro dun santo.

  • CONTINUATutta una serie di avvenimenti ci conferma la vitalit delle pietre diroccate nella landa spopolata di Brescello, percorsa durante il giorno dai vivi e la notte si diceva dai morti. Accadde proprio una notte, ai genitori del ragazzo incauto, di essere svegliati da una musica bellissima, che li spinse a guardare fuori della casa: una processione di chierici vestiti di bianco, con ceri luminosi, trascorreva nella landa; alla loro testa stava un ecclesiastico di grande statura, San Genesio. Essi percorsero un tratto della campagna cantando e poi svanirono assorbiti dalla volta celeste, sempre pi piccoli, ormai solo punti luminosi in alto fra le stelle.

  • CONTINUAA poca distanza di tempo, ad un uomo ammalato di lebbra, a Milano, era apparso in sogno San Genesio che gli promise la guarigione se si fosse recato sulla sua tomba; nonostante il lungo viaggio, quelluomo si rec a Brescello dove la tomba, alla fine di una serie di fatti miracolosi, venne ritrovata. Genesio non lasci recuperare con facilit il proprio sepolcro, incastrato in un solido muro, bersagliato con strumenti di ferro, da molti, invano. Uno dei lavoranti che, stanco dellinutile fatica, aveva scagliato lo strumento sulla tomba, cadde morto, punito per latto dirriverenza. Solo la preghiera, lumile e sottomessa orazione, risolse quellultimo problema.

  • LA STORIASono tutti fatti narrati da un monaco del monastero che venne poi intitolato a San Genesio: ovvio, da parte sua, linteresse a illustrare con ricchezza di particolari la presenza autorevole a Brescello del potente morto, tanto da far accorrere, nella sua Cronica, al sepolcro del santo il capostipite dei Canossa, umiliato in veste di penitenza, con la consorte: quellAttone, del cui potere scrive che proprio allora sandava vistosamente affermando.

  • LA STORIATuttavia, al di l di ogni considerazione sulla volont di convincere della loro potenza minacciosa che ravvisiamo nelle biografie dei santi, nei resoconti del reperimento delle loro reliquie e del loro sepolcro, la paura di tali defunti era reale, almeno in una larga cerchia di persone. Donazioni e testamenti in favore di enti ecclesiastici, fondazioni di chiese e monasteri scandiscono gran parte della documentazione altomedioevale.

  • CONTINUADal secolo VII le rovine vengono via via lentamente recuperate, utilizzate, per fondare monasteri, chiese, per rivitalizzare in parte citt e villaggi superstiti Ma solo dal secolo X, come vedremo, lesigenza della difesa dalle numerose invasioni le reimpiegher per approntare fortificazioni, per cingere di mura i centri urbani, sopravvissuti relativamente numerosi in Italia rispetto ad altre zone dEuropa. Le rovine furono cos riconsacrate e rivitalizzate, destinate ad opere militari, ma, ancora e sempre, soprattutto a edifici religiosi. Tuttavia il paesaggio ne rest a lungo disseminato e segnato: solo con la ripresa dei secoli posteriori al Mille luomo coprir le campagne duna pi fitta trama di case, strade, canali, terre coltivate; trasformer e amplier le citt, ne costruir di nuove, grandi e piccole. Le citt morte risorgeranno e nutriranno con le loro rovine altri centri urbani, vecchi e nuovi, morendo, cos, definitivamente: la sacralit che incuteva reverenza e paura al viandante non segner pi i vasti tratti del paesaggio dellOccidente nellalto Medioevo.

  • LA CIVILT ED IL PROGRESSOLa civilt antica ha costruito la sua grandezza attraverso la citt-stato greca, l'ellenismo, l'espansione romana e il consolidamento dell'impero. La fine di quest'epoca interpretata nel brano qui riportato, tratto dall'opera Storia del mondo antico (1926-1927) dello storico e archeologo russo Michail Rostovcev, come cedimento della civilt alla barbarie, perdita dello slancio creativo e spostamento del centro di gravit dalla dimensione terrena a quella ultramondana.

  • LO SVILUPPO STORICOLo sviluppo storico non conosce interruzioni. Dopo lepoca di Diocleziano e di Costantino, limpero romano continu ad esistere per molti secoli. Ma esso era ora diviso in due parti: limpero occidentale con Roma capitale; e limpero orientale detto comunemente bizantino perch la sua capitale, Costantinopoli o Roma dei Romaioi, fu fondata da Costantino nel luogo dellantica Bisanzio.

  • LA NASCITA DELLEDIFICIOHo gi descritto il sistema di governo di questo nuovo impero romano. Le sue linee essenziali rimasero, in Oriente come in Occidente, quelle tracciate da Diocleziano e da Costantino. Ledificio da loro costruito era, come abbiamo visto, nuovo nellinsieme; era estraneo alle concezioni dello stato greco-romano e pi vicino, anche se solo in parte, alle teorie politiche dellOriente iranico e semitico. Furono mantenute alcune vestigia dellantica costituzione; ci si serviva ancora della vecchia formula Senatus polulusque Romanus; erano ancora in funzione due senati, uno per ogni capitale; e si conservavano in vita alcuni titoli di magistrati, per esempio quello di console.

  • CONTINUALe caratteristiche essenziali della vita di questo nuovo impero si possono descrivere nel modo seguente. Limpero occidentale si sgretola a poco a poco nelle parti che lo compongono, che sono lItalia e le antiche province; e queste diverse parti sono alla fine governate dai capi delle differenti trib germaniche che si sono impadronite di questa o quella parte del mondo romano. Questo fenomeno non completamente nuovo; poich gi al tempo di Diocleziano, di Costantino e dei loro immediati successori, i Germani erano potenti nellesercito e alla corte imperiale.

  • LIMPERO ORIENTALENellimpero orientale il processo di dissoluzione molto pi lento, e le antiche tradizioni sono mantenute pi tenacemente; ma, daltra parte, linfluenza dellOriente ancora pi forte e il governo tende sempre pi ad assumere i caratteri di un dispotismo orientale. Il centro di gravit nellimpero orientale si sposta dalla penisola balcanica allAsia Minore.

  • LA STORIA DEGLI ANTICHI CENTRI DI CIVILT DIVIENE SEMPRE Pi STORIA DI DECADENello stesso tempo decadono le regioni che gi erano state i centri della vita politica e civile, e il loro posto vien preso dai paesi dellAsia e dellEuropa, che avevano avuto una parte secondaria nella storia precedente. Per quanto la vita politica ed economica del tempo si possa ancora chiamare mediterranea, tuttavia a poco a poco regioni dellAsia e dellEuropa che non hanno alcun legame con quel mare acquistano unimportanza decisiva nella storia dellumanit. Queste regioni sono la Germania settentrionale, la Francia settentrionale, la Britannia, i paesi scandinavi, la Russia centrale e settentrionale in Europa; in Asia, la Persia sotto la dinastia sassanide e i Mongoli. In queste regioni del nord e del sud-est si formarono a poco a poco istituzioni politiche, economiche e sociali che erano destinate a determinare lo sviluppo futuro della razza umana.

  • LA STORIA DEGLI ANTICHI CENTRILa storia degli antichi centri di civilt diviene sempre pi storia di decadenza e di dissoluzione. Condizioni di vita affatto primitive prendono il posto delle vecchie istituzioni; in campo sociale, economico ed intellettuale c un regresso ininterrotto verso la barbarie. Nella vita economica un fenomeno particolarmente notevole: il cambiamento completo nei sistemi di coltivazione in tutto limpero. I metodi razionali di coltivazione, sorretti dal capitale e dallintelligenza, scompaiono quasi completamente e sono sostituiti ovunque da sistemi che scalfiscono appena il suolo e che segnano un regresso sempre maggiore verso le abitudini primitive. Per quanto le propriet terriere possano ancora essere ampie e la nuova aristocrazia imperiale possegga grandi estensioni di terreno, tuttavia lagricoltura basata sulla lavorazione del suolo ad opera di piccoli coltivatori, siano proprietari o affittuari.

  • CONTINUAIn tutto limpero il piccolo coltivatore che lavora il campo, sia che la terra appartenga allimperatore o ai grandi proprietari privati, sia che egli stesso possegga o tenga in affitto il podere nellarea dei territori urbani. La vita economica dello stato nel suo insieme e delle classi dominanti nellimpero e nelle citt si basa sul piccolo coltivatore. Stando cos le cose, non si parla pi di un allargamento dellarea coltivabile: essa al contrario si restringe. In Egitto questo fenomeno pu essere delineato in base a testimonianze scritte e pu essere quasi provato con rappresentazioni figurative; e lo stesso avviene nel resto dellimpero.

  • CONTINUAProcurarsi. la mano dopera per i lavori dei campi divenne la prima preoccupazione dello stato e dei proprietari privati. La quantit della terra era illimitata; il problema arduo era quello di trovare fittavoli che pagassero laffitto e mano dopera per lavorare la terra. Non cera pi la possibilit di fondare la produzione sul lavoro degli schiavi. La scarsit di mano dopera una prova evidente che la popolazione dellimpero non andava pi aumentando, ma diminuiva. Il basso tasso di natalit e la rapida estinzione delle famiglie nelle classi ricche, che aveva destato preoccupazione nel primi tempi dellimpero, erano fenomeni che evidentemente si diffondevano anche nelle classi inferiori e divenne caratteristica essenziale nella vita delle classi lavoratrici in genere. Relativamente di minore importanza era la tendenza del lavoratore agricolo a lasciare la terra, perch qui si trattava solo di una ridistribuzione della popolazione.

  • CONTINUALindirizzarsi della mano dopera verso le citt fu arrestato dal declino del commercio e dellindustria ed improbabile che ci fosse un considerevole esodo di mano dopera verso luoghi al di fuori dellimpero. Le classi operaie si estinguevano rapidamente come le classi superiori, e anche il loro posto venne preso da nuovi venuti e stranieri: barbari che provenivano dalle regioni al di l del Reno e del Danubio, Germani ed Iranici a cui si aggiunsero pi tardi gli Slavi.

  • CONTINUAQuesti nuovi elementi erano troppo forti perch la popolazione allora esistente li potesse incorporare ed assimilare; gli stranieri adottarono le lingue romanze, ma non andarono oltre. Cominciando dalle regioni di frontiera, questa inondazione di mano dopera straniera invase le parti centrali dellimpero e segn un ulteriore declino nella tecnica agricola e quindi nella produttivit della terra.

    A causa della diminuita estensione delle aree coltivabili e della pi scarsa produttivit del suolo, la classe agricola trov sempre maggiore difficolt a pagare le imposte e la sua capacit di acquisto declin costantemente. Ogni podere mirava a produrre tutto ci di cui aveva bisogno senza ricorrere ad altri. La moneta divenne meno importante nella vita del piccolo proprietario o del gran signore o dello stato stesso. Se non nel commercio, almeno nelle relazioni tra il proprietario e il coltivatore, o tra il coltivatore, il proprietario e lo stato i pagamenti erano quasi invariabilmente fatti in natura, con la consegna di parte dei prodotti.

  • CONTINUALe condizioni del commercio o dellindustria erano ugualmente disastrose. Lattivit industriale, che era stata cos fiorente in molti campi nei primi tempi dellimpero e che aveva lavorato per un mercato locale pi o meno esteso, diminu ora la sua produzione, sindebol e scomparve; e con essa finirono gli scambi locali entro i confini dellimpero. I soli rami dellindustria che ancora lavoravano in pieno erano quelli di vitale importanza per lo stato.

    Ma abbiamo gi visto come questo genere di lavoro fosse a poco a poco tolto alliniziativa privata e svolto dallo stato. Non sappiamo con certezza fino a che punto lo stato intraprendesse la vendita dei prodotti delle sue fabbriche; ma improbabile che esso mirasse ad un monopolio generale del commercio e dellindustria.

  • CONTINUALo scambio dei prodotti proseguiva ancora, naturalmente, tra le diverse parti dellimpero ed anche tra limpero e i suoi vicini. Ma per quanto lo stato svolgesse su grande scala il trasporto dei prodotti necessari alla corte, allesercito, ai funzionari e alla popolazione delle capitali, il commercio, con questa eccezione, trattava soprattutto articoli di lusso importati dai paesi orientali e cadeva naturalmente nelle mani di commercianti orientali, siriaci, levantini ed ebrei.

    Essi trovavano i loro migliori clienti nella ricca nobilt e specialmente nella corte, che divenne sempre pi orientale nel suo aspetto esteriore. La magnificenza orientale con la sua orgia di colore, la sua decorazione pesante, la sua tendenza verso dimensioni e peso eccessivi negli ornamenti personali, esercitava una forte attrazione sugli elementi germanici e iranici che erano ora quasi dominanti nei ranghi pi alti della societ.

  • La sola opulenza, priva di eleganza, divenne la moda del giorno a corte e nellaristocrazia.

    La prosperit delle citt era minacciata da condizioni economiche come queste. Le grandi citt e specialmente le capitali resistettero pi a lungo. Fino al IV secolo ancora si eressero a Roma splendidi edifici, ma con il secolo seguente ebbe inizio un graduale declino. La nuova capitale, Bisanzio-Costantinopoli, divenne una citt universale, sfarzosa e adorna di edifici meravigliosi e imponenti, soprattutto palazzi e chiese. Le grandi citt portuali, Alessandria, Antiochia, Efeso e Cartagine, ancora esistevano, e ad esse possiamo aggiungere le citt dove tenevano le loro corti coloro che condividevano il potere imperiale: Ravenna, Mediolanum (Milano), Treviri, Nicomedia, Nicea. Ma degno di nota il fatto che il sorgere di nuove citt nelle province, abbastanza comune durante il regno di Adriano, era ora cessato. Nello stesso tempo, nella maggior parte delle citt provinciali di minore estensione il ritmo della vita cominciava a pulsare sempre pi lento. Chiese e monasteri cristiani erano gli unici edifici nuovi, e le costruzioni vecchie venivano mantenute in piedi con difficolt.

  • LE CITTLerba cresceva nelle citt. I nobili dividevano il loro tempo tra le capitali e le loro ville, ville che sorgevano come veri palazzi fortificati al centro delle loro grandi propriet. Quando le citt, come talvolta accadde nelle regioni di frontiera dellimpero, venivano distrutte dai barbari, non desta meraviglia il fatto che non risorgessero pi a nuova vita.

    La situazione sociale dellimpero corrispondeva ai mutamenti economici di cui abbiamo parlato. Essa rimase quello che era sotto Diocleziano e Costantino, cio quello che era divenuta nellepoca di crisi del III secolo. Limperatore con la sua famiglia e i cortigiani, gli ufficiali dellesercito, gli alti dignitari ecclesiastici e la burocrazia formavano la classe superiore della societ, godevano di tutti i privilegi e conducevano una vita di un grado di civilt pi o meno elevato. Tutti i membri di questa classe dominante possedevano maggiori o minori ricchezze, investite soprattutto nelle propriet terriere. Poi venivano i mercanti e gli speculatori, uomini agiati e talvolta anche ricchi: per lo pi erano semiti. La classe media urbana, che era stata una caratteristica dei primi tempi dellimpero, stava scomparendo.

  • CONTINUALe famiglie della vecchia classe media si estinguevano; se sopravvivevano si perdevano tra la plebaglia delle grandi citt, che lavorava per lo stato ed era mantenuta dallo stato, o tra la popolazione rurale che lavorava asservita allo stato e ai grandi proprietari. La schiavit, per quanto sopravvivesse ancora come istituzione, aveva perduto tutta la sua importanza economica: gli schiavi non avevano pi alcuna parte nellagricoltura, nel commercio e nellindustria, e la loro unica funzione era quella di servire nelle grandi case dei ricchi e dei nobili.

  • CONTINUACos lenergia e la capacit lavorativa si inacidivano, il gusto diveniva sempre pi rozzo e un piccolo gruppo di privilegiati si teneva a galla su un mare di miseria; e da questo stato di cose possiamo desumere le condizioni intellettuali del tempo. Le scuole esistevano ancora ed ancora funzionavano. Ma esse non venivano frequentate che dai rappresentanti delle classi pi alte e si dedicavano esclusivamente alla preparazione dei loro allievi per i pubblici servizi dello stato. Il curriculum era immutato: leducazione elementare generale consisteva nellapprendere il greco o il latino, o ambedue le lingue, e in una conoscenza dei classici pi importanti; per una educazione superiore si aggiungevano la retorica, o arte dello scrivere e del parlare, e il possesso di nozioni giuridiche.

  • LA LEGGE ROMANANel campo della giurisprudenza cerano ancora vita e attivit creativa. Con lopera di giuristi eminenti (tra i quali Paolo, Papiniano e Ulpiano sono i luminari del III secolo), la legge romana divenne a poco a poco la legge di tutto il mondo civile. La teoria e la pratica ancora procedevano insieme e luna arricchiva laltra, tendendo entrambe a divenire pi umane; ed un esempio notevole di questa maggiore umanit si ha nel miglioramento della condizione degli schiavi.

    Anche la filosofia era ancora viva, ma tendeva a chiudersi in una cerchia pi ristretta, e man mano che si fondeva con la religione diveniva sempre pi difficile distinguerla dalla teologia. Dopo Plotino non si trova nessun nuovo genio creativo tra i filosofi. Il suo rinnovamento della dottrina platonica divenne, come gi abbiamo detto, lultimo rifugio del pensiero pagano e lultimo baluardo della scienza e della cultura antiche.

  • LARCHITETTURA Lo sviluppo delle arti plastiche scultura, pittura e arti applicate non fu dissimile da quello della letteratura. Larte ellenistico-romana ancora sopravviveva. Larchitettura era ancora fiorente. Per quanto larco trionfale di Costantino non sia che un centone messo insieme con frammenti di prodotti artistici del genere appartenenti allet di Domiziano e di Traiano, pure molti altri edifici le terme di Diocleziano a Roma, i suoi palazzi a Spalato e ad Antiochia, le Terme e la Basilica di Costantino a Roma sono originali e di effetto grandioso; essi simpongono per lampiezza e la libert del disegno, per labilit con cui abbondanza di aria e di luce sono raccolte entro mura massicce e per la singolare variet dei loro tetti a volta; essi colpiscono losservatore anche per la loro conquista dello spazio e per lo splendore imponente della loro decorazione con la sua impressionante variet di colori.

  • CONTINUATutto questo non si pu considerare come il prodotto pi alto dellarchitettura antica; non si pu negare tuttavia ai suoi creatori n limpulso creativo n la capacit di tradurre quellimpulso in forme armoniche e splendide. N questa energia vitale si esaur tanto presto: fu sotto Giustiniano che si eresse quel prodigio di architettura che chiamiamo Santa Sofia.

  • I STUPENDI EDIFICI IN ORIENTE ED IN OCCIDENTEE ancora pi tardi si costruirono molti stupendi edifici in Oriente e in Occidente, con unarte che era al servizio della Chiesa e dello stato, ma soprattutto della Chiesa.

    Il declino delloriginalit e dellabilit pi evidente nella scultura e nella pittura. La magnificenza austera dei busti di molti imperatori un vivido riflesso del peso e dellimponenza tipica dellimpero; ma la scultura, come larchitettura, aveva perduto la grazia, labilit tecnica, la cura del dettaglio e lamorosa ricerca dellindividualit. Della pittura poco ci noto; ma anche qui la bellezza e larmonia di composizione ed il vigile amore dei particolari scomparvero per dar luogo a vistosi effetti cromatici.

  • CONTINUA chiaro dunque che lindebolimento delloriginalit creativa in tutto limpero meno marcato nel campo dellarte che in qualsiasi altro ramo dellattivit umana. Come in altre epoche della storia, larte continu il suo proprio cammino, riflettendo con vivacit e forza creative la vita circostante e i pensieri e i sentimenti dei contemporanei. Il suo compito principale, naturalmente, era quello di trovare forme adatte per i principali articoli della fede cristiana; e cos gli architetti miravano a creare chiese cristiane o case di preghiera il pi possibile perfette, con ogni ornamento di pittura, mosaico e scultura.

  • LEVOLUZIONE DELLARCHITETTURAQuesta nuova arte cristiana, pur servendosi della tecnica e delle forme dellarte antica, se ne allontan gradatamente. Le figurazioni naturalistiche e le elaborate ornamentazioni, che avevano contrassegnato lo stile greco-romano dellepoca imperiale, e tutto il suo simbolismo e impressionismo, furono messi da parte nel difficile tentativo di trovare forme artistiche che dessero corpo alle figure e ai simboli cari a tutti i Cristiani. Col passar del tempo le figure centrali della religione cristiana e del culto, Dio e la Madre di Dio, trovarono tipica espressione in forme dove la vecchia tecnica ravvivata da un nuovo impulso artistico e da un nuovo e profondo sentimento religioso.

  • CONTINUANello stesso tempo si conservarono quasi tutte le conquiste degli artisti dei tempi passati e nel corso del tempo si fecero anche nuovi progressi. Si nota, vero, una certa povert di eleganza e di elaborazione, una tendenza, conscia od inconscia, verso larcaismo; ma in tutta questa arte non v senso di morte, ma limpulso e il respiro di una nuova vita.

  • LANTICA PRODUZIONELarte applicata fu meno influenzata dal mutamento di pensiero legato al Cristianesimo, per quanto la chiesa naturalmente ricorresse ai suoi servigi e adattasse la vecchia tecnica e le vecchie forme alle esigenze del culto cristiano nel suo nuovo e pi splendido ambiente. Ma questa arte era meno ancella della chiesa che della corte e della ristretta cerchia dei ricchi. Essa sub le conseguenze del loro mutamento di gusti. La nuova aristocrazia non poteva apprezzare leleganza dellantica produzione: ad essa occorreva un cibo pi rozzo, e pi forte. Voleva che ornamenti, abito, gioielli e suppellettili colpissero subito locchio e stupissero losservatore.

  • CONTINUALOriente poteva sempre soddisfare questo desiderio, specialmente lOriente iranico, che aveva subito meno linfluenza del mondo ellenistico ed era perci inferiore alla Siria e allEgitto per buon gusto ed eleganza. Cos le arti applicate delle regioni iraniche e dellAsia centrale si diffusero per vie diverse e sconfissero le rivali in tutto limpero, determinando ancora una volta il trionfo delle forme massicce, della variet cromatica, della rigidezza e durezza di linee, insomma di tutte le caratteristiche tipiche dellarte orientale nelle sue fasi primitive.

  • I NUOVI EDIFICI DELLA CIVILT EUROPEAIl mondo antico divenne a poco a poco vecchio e decrepito e si ridusse in polvere, ma una nuova vita sorse dalle rovine e il nuovo edificio della civilt europea crebbe su basi che erano rimaste solide e sane. Il nuovo edificio si elev pietra su pietra, ma le sue linee essenziali furono determinate dalle vecchie fondamenta, e molte pietre del passato furono adoperate per la nuova costruzione. Per quanto vecchio, quel mondo non mor e non scomparve mai: esso continua a vivere in noi, alla base del nostro pensiero, del nostro atteggiamento religioso, della nostra arte, delle nostre istituzioni sociali e politiche e anche della nostra civilt materiale.

  • CAUSE DEL DECLINO DELLA CIVILT ANTICACause del declino della civilt antica

    In un libro dedicato alla storia della civilt antica ci si pu aspettare che il lettore cerchi una risposta a questa domanda: perch una civilt cos potente e cosi brillante, prodotto di secoli e apparentemente destinata a durare per secoli, and gradatamente degenerando? In altre parole, perch si disciolse come cera la forza creativa di coloro che avevano cooperato alla sua costruzione, con il risultato che lumanit torn pian piano a condizioni di vita primitive ed estremamente elementari, e cominci ancora una volta a fondare una civilt rifacendosi dagli inizi, rinnovando le vecchie istituzioni e studiando i vecchi problemi ? Ci volle uno sforzo di secoli per raggiungere ancora quel livello a cui luomo era vissuto per molte centinaia di anni.

  • CONTINUAUn processo di questo genere si ripet pi volte nella storia antica. Ma gli esempi pi chiari e pi evidenti sono il declino della civilt greca nella tarda et ellenistica e il declino dellimpero romano. La storia dellOriente conosce molti casi di decadenza di grandi civilt. Ma l il crollo era generalmente dovuto a cause esterne, per esempio a conquiste da parte dello straniero; cos i Cassiti sopraffecero Babilonia, e gli Hyksos dominarono lEgitto; i Persiani distrussero lAssiria, limpero degli Hittiti fu abbattuto dai Traci, e il regno frigio dai Cimmeri. Di pi, avvenne spesso che il declino fosse temporaneo e che fosse seguito ben presto da una ripresa; cos per esempio avvenne in Egitto. E inoltre, in Oriente il passaggio della civilt da un popolo allaltro fenomeno caratteristico: gli Assiri ereditano la civilt della Babilonia, che passa poi ai Persiani e da essi ai Parti e alla dinastia dei Sassanidi; e la successione ininterrotta fino ai nostri giorni. Ci sono interruzioni pi o meno lunghe, ma non c mai una cessazione definitiva. Pu essere che la civilt orientale abbia mostrato maggiore resistenza al tempo perch il suo sforzo creativo non tocc mai le altezze raggiunte dal genio greco e romano.

  • CONTINUAIn Oriente non osserviamo mai il mutamento generale e permanente di mentalit che cos caratteristico dellOccidente; e la causa probabilmente che la civilt orientale si basava su una concezione religiosa ben definita, che sopravvisse a tutti i mutamenti di circostanze e salv gli uomini dal cadere nellinazione dello sconforto.

    Ma la storia della civilt occidentale fu diversa. Essa appartenne a piccoli gruppi separati, piccole unit sociali e politiche, che si unirono a formare una citt-stato; e dentro le citt-stato la civilt era ancora una cosa individuale, limitata a pochi eletti. Essa era nata nella lotta: lotta contro i nemici esterni e lotta entro lo stato, in difesa di certi ideali. Il fine della guerra contro i nemici esterni era lindipendenza politica; il conflitto interno era ispirato dal desiderio di condizioni di vita migliori, pi perfette, pi giuste, nonostante che ognuno, senza dubbio, avesse la propria concezione della giustizia. Fede nellonnipotenza delluomo, nella sua ragione e nel potere che ha la ragione di risolvere tutti i problemi sia pratici sia strettamente filosofici e scientifici: questa fede ispir gli uomini e rese loro possibile porre le basi di ci che definiamo orientamento scientifico dello spirito.

  • CONTINUAA ci si aggiungevano meravigliose doti artistiche, che resero capaci questi uomini di rivestire i loro ideali di forme visibili e produrre capolavori nel campo letterario ed artistico.

    Nella storia delle pi antiche citt-stato greche questa civilt creata da una minoranza era propriet comune di tutti i cittadini veri e propri, ma si estendeva anche a tutti gli abitanti della citt, compresi gli schiavi. Ma lo sviluppo economico produsse col passare del tempo una frattura netta nella societ, dividendo le popolazioni delle citt greche in due gruppi costantemente in lotta luno contro laltro. i migliori ed i peggiori, che si possono generalmente identificare con i ricchi e i poveri. Cos a poco a poco la civilt rimase circoscritta ai suoi creatori e alla classe alla quale essi appartenevano. Essa divenne la civilt della sola aristocrazia.

    Quando, dopo la morte di Alessandro Magno, la civilt della citt-stato greca sopraffece la civilt orientale e ne prese il posto; quando gli abitanti delle citt-stato nuove e vecchie divennero la classe dominante in Oriente, allora la civilt greca fior pi rigogliosa che mai. Infatti allattivit creativa intellettuale greca si apr un campo pi vasto con laumento del numero delle citt.

  • CONTINUAMa questa civilt era ancora limitata a pochi eletti; e ci si dimostr vero in modo particolare in Oriente, dove la massa del popolo non accett mai completamente una organizzazione che le era estranea e incomprensibile. In Grecia, frattanto, la guerra di classe si era fatta ancor pi accanita, e questo, insieme con la tendenza greca al separatismo, fu la causa dellinsuccesso finale delle citt-stato nella lotta contro i monarchi che avevano ereditato il potere di Alessandro. Tuttavia esse non si arresero mai definitivamente allautocrazia ellenistica, e col passar del tempo aument il numero delle citt greche che godevano di unindipendenza parziale o completa.

    La citt-stato greca perdette completamente la sua libert quando la Grecia fu sottomessa da Roma; e la conquista fu preceduta da un lungo periodo di anarchia politica e sociale. Nonostante la sua civilt superiore, nonostante i suoi meravigliosi trofei intellettuali ed artistici, la Grecia divenne schiava di uomini che essa considerava barbari. Nei disordini che precedettero la conquista romana e nellapatia che ne segu, le vittime principali furono gli uomini migliori, quelli che ancora conservavano gli ideali della libert greca. Tali uomini, pi di tutti gli altri, furono soggetti a quel mutamento di mentalit pi indietro ricordato. Essi arrivarono a non credere pi nella ragione; i loro ideali furono calpestati ed essi o affondarono nel pantano di un basso materialismo o cercarono la salvezza in religioni mistiche.

  • CONTINUAMa essi trovarono i loro successori in Occidente: uomini guidati dagli stessi ideali e dalla stessa fede intellettuale e retti dalle stesse istituzioni politiche. La citt-stato greca fu sostituita dalla citt italica e da Roma, che era a capo di una alleanza fra queste citt. Laristocrazia romana ricevette la fiaccola della civilt dalla Grecia, e prosegu secondo lo stesso indirizzo la missione della Grecia aggiungendovi, nel corso della sua evoluzione, le qualit che le erano proprie. Ma Roma fu qualcosa di pi di una citt-stato: fu una citt che governava un impero: per ogni cittadino aveva centinaia di sudditi. In Roma stessa, laristocrazia che aveva creato la nuova civilt italica dovette subire le lotte interne che avevano diviso la Grecia. Ma finch Roma combatt per il predominio politico nel mondo antico, la divisione delle classi entro lo stato rimase nello sfondo o per lo meno non caus spargimenti di sangue. Non appena per essa divenne signora del mondo, il potere degli uomini migliori, degli optimates o aristocrazia, fu attaccato dai cittadini comuni.

  • CONTINUAEssi lottarono per una migliore e pi giusta distribuzione della propriet e per una forma pi democratica di governo. Questa lotta sanguinosa dur ottanta anni e laristocrazia ne usc sconfitta e demoralizzata. Essa venne sostituita dalla classe media italica, alla quale tocc allora il compito di tenere alto il vessillo della civilt.

    La classe media pag cara la vittoria. Per quanto la costituzione municipale e la libert dei cittadini almeno in apparenza e per il momento fossero conservate, tuttavia una sovrastruttura nuova, nella forma del potere imperiale, prevalse sullo stato. Avvenne allora che la libert non la libert politica, ma la libert di pensiero e di creazione che gli spiriti nobili apprezzavano ancora di pi and costantemente diminuendo; e lo stesso concetto della libert si abbass fino a significare la sottomissione volontaria di tutti ad uno solo, anche se questi era il migliore tra i migliori, anche se questi era il princeps. E anche questa libert apparteneva solo a coloro che possedevano il titolo di cittadini romani: agli altri milioni di uomini sparsi nellimpero anche questombra di privilegio era negata.

  • CONTINUALaffermarsi dellimpero fu accompagnato da nuovi progressi del genio creativo. Ma a questo progresso mancava lentusiasmo e la forza che avevano contraddistinto lopera delle citt greche e anche della Roma repubblicana. Fin dagli inizi vi si notano i segni della stanchezza e della disillusione, segni caratteristici di unepoca post-rivoluzionaria; e pi tardi, nella calma atmosfera della pace, dellordine e della prosperit, sempre pi evidenti si fanno le tracce di debolezza, e scompare ogni energia vitale. Le classi pi alte, ad eccezione delle famiglie senatoriali che gli imperatori avevano perseguitato e sterminato, conducevano una vita quieta e comoda. Sotto la tutela dellimperatore esse non avevano nessun bisogno di preoccuparsi del domani. Roma non aveva rivali n la civilt romana competitori. Che Roma, la sua civilt, e la sua organizzazione politica fossero tutte ugualmente immortali, era opinione generale. Non cera nessuno con cui combattere e nulla per cui combattere. Lo stesso imperatore predicava alla comunit la pace e non la lotta. Che cosa si doveva cercare quando tutto era a portata di mano? Inoltre, la ricerca del nuovo era pericolosa e poteva causare molti dolori a colui che la intraprendesse.

  • CONTINUAIn questa atmosfera di soddisfazione indolente le classi privilegiate, e specialmente la classe media urbana, finirono per trovare il proprio ideale nel piacere, nella corsa al guadagno, e nel raggiungimento, per s e per i familiari, dei vantaggi materiali della civilt. Gli uomini divennero egoisti e si compiacquero soltanto dellozio e del divertimento. In siffatta epoca di ristagno, e di sterilit, gli spiriti migliori provarono disgusto per la vita e la trovarono piena di difetti; e quando scoprirono che questo atteggiamento non conduceva a niente, perdettero la fede nel potere della ragione, quella ragione che li deludeva in ogni campo, mentre intanto la tutela e il controllo dellimperatore si facevano pi saldi. Il genio creativo si inarid; la scienza ricalc il cammino gi percorso. Lopera di compilazione sostitu la ricerca originale; non si ebbe pi alcuna manifestazione originale nel campo dellarte, ma si udivano solo echi del passato, perfetti nella forma, ma vuoti di senso; ed anche la penna, lo scalpello e il pennello produssero opere brillanti, capaci di attrarre e divertire lo spirito, ma non di elevarlo ed ispirarlo.

  • CONTINUAColoro che non vollero arrendersi si rifugiarono nella religione. Essi cercavano la liberazione dalla meschinit della vita pratica nella contemplazione di Dio e nella comunione con il mondo invisibile. Non potendo operare per gli altri o lottare per il trionfo di una grande causa, si ripiegarono completamente su se stessi, assumendo come ideale il raggiungimento della perfezione, il costante sviluppo del loro io morale, e spirituale. Sotto la brillante apparenza dellimpero romano si sente il venir meno dello slancio creativo e il disprezzo per esso; si sente la stanchezza e lindifferenza che minarono non solo la cultura dello stato, ma anche la sua organizzazione politica, la sua forza militare ed il suo progresso economico. Un sintomo di questa indifferenza il suicidio della razza il rifiuto della continuazione della specie. Il reclutamento delle classi superiori avveniva dallesterno, non dallinterno, ed esse si estinsero prima di avere il tempo di trasmettere alle generazioni successive il patrimonio culturale.

  • CONTINUAMa non tutti i sudditi dellimpero godevano di questa vita facile e civile, ricca di cultura. La cultura si limitava a una minoranza, alla classe cittadina benestante. vero che i componenti di questa minoranza aumentarono notevolmente di numero in questo periodo: dovunque sorsero citt nuove fra i Celti, fra gli Iberi, fra gli Illiri, fra i Traci e fra i Berberi in Occidente; sulle colline e nelle valli dellAsia Minore e della Siria e nelle pianure dellArabia, in Oriente.

    Ma questo aumento numerico deve essere considerato in relazione ad altri fatti. Il proletariato urbano degli schiavi e dei liberti cresceva con la stessa rapidit, se non pi rapidamente; e altrettanto avveniva della popolazione rurale. Nessuna di queste classi condivideva la vita oziosa ed opulenta delle classi superiori: loro retaggio era il lavoro e una condizione molto vicina alla miseria. La civilt degli abitanti della citt non era fatta per loro: si chiamavano fortunati se potevano raccoglierne le briciole. Cos lincapacit e lindolenza delle classi dirigenti caus una nuova crisi sociale ed economica nellimpero.

  • CONTINUAGli imperatori pi acuti compresero il pericolo, ma era un compito difficile ed anche pericoloso quello di cercare di scuotere le classi pi alte dalla loro apatia; e daltro canto la resistenza passiva, ma ostinata, di queste classi rese quasi impossibile sollevare liberamente le masse ad un livello superiore.

    Lo sviluppo di questi stati danimo lapatia dei ricchi e lo scontento dei poveri fu in un primo tempo lento e segreto. Ma esso divenne improvvisamente acuto quando limpero fu costretto, dopo quasi due secoli di pace e di tranquillit, a difendersi contro i nemici esterni. I tempi richiedevano grandi riserve di entusiasmo. Ma non si pot scuotere i ricchi dalla loro indifferenza; e i poveri, vedendo la incapacit e la debolezza di coloro che erano loro superiori, e sentendosi esclusi da ogni partecipazione alla loro soddisfazione pigra ed indolente, si sentivano ricolmi di odio e di invidia. Comprendendo questo disagio interno dello stato, gli imperatori cercarono di obbligare i sudditi a difendere limpero e la sua civilt. La forza dellautorit gravava ugualmente su tutte le classi. Per salvare limpero, lo stato cominci a vessare e a rovinare la popolazione, abbassando i potenti, ma non sollevando gli umili. Di qui sorse la catastrofe sociale e politica del III secolo, in cui lo stato, appoggiandosi allesercito o, in altre parole, alle classi inferiori, sconfisse le classi ricche e le lasci umiliate e impoverite. Questo fu un colpo letale per la civilt aristocratica e urbana del mondo antico.

  • 4 ACCEZIONI-SPECIFICAZIONI DEL TERMINE AMBIENTELa letteratura sociologica ambientale disvela 4 accezioni del termine ambiente:1. lambiente naturale= sono le aree selvagge, i giacimenti minerari, gli oceani;2. lambiente costruito= lambiente costruito da case, edifici, sistemi territoriali di comunicazione;3. lambiente costruito= quello costituito da case, edifici, sistemi territoriali di comunicazione;4. lambiente modificato= mostra una graduazione di alterazioni prodotte dalluomo e comprende laria e lacqua alterate-inquinate dalle attivit umane, i paesaggi frutto di modificazioni, i laghi artificiali, i campi coltivati;

  • CATTON E DUNLAPQuesta distinzione diventa pi complessa quando lambiente viene riguardato attraverso la rete dei nessi che lo connettono al sistema sociale cio con attori, processi e strutture;Sorge il problema del Determinismo Ambientale;

  • Il DeterminismoIl Determinismo quella concezione filosofica secondo la quale, ogni evento o fenomeno delluniverso il risultato meccanico, e quindi inevitabile di fattori precedenti o di condizioni complessive determinanti;Tuttavia in questo contesto i sociologi Dunlap e Catton (1983) ci spiegano che le relazioni sociologiche sono quasi sempre probabilistiche o stocastiche piuttosto che deterministiche;Probabilistiche perch escludendo la certezza reale ed assoluta si riconosce un certezza relativa, consentendo in questo caso il criterio del plausibile, del probabile;

  • continuaQuesta forma di determinismo ambientale si trasforma in determinismo costruttivistico, che riporduce sul piano metodologico ed anche epistemologico, una forma raffinata ed aggiornata di antropocentrismo;

  • LE SCIENZE SOCIALILa scienza una attivit storica perch risente delle variabili storiche delle epoche in cui si sviluppa e umana, quindi non assolutamente dogmaticamente al di fuori ed al di sopra dei vari contesti storici e sociali;Una attivit linguistica di tipo cognitivo cio scienza come prodotto: empirica (lEmpirismo la conoscenza della esperienza, lipotesi un asserto limitato), decidibile (la decidibilit consiste nel disporr, nellimmediato o in un secondo momento, di procedure atte a dirimere la questione, procedure tali in virt delle quali un asserto pu essere accettato o rifiutato; il ricercatore avr buone ragioni per condividere o negare un asserto, rifacendosi a delle buone ragioni non a criteri di falsit o verit;Decidibile secondo modalit logico linguistiche cio tutti gli uomini non sposati sono celibi laccettabilit di questo asserto data dalluso di una modalit logica) o empirico osservative( questa penna rossa ma se io vedo che la penna blu e non rossa,in virt di una modalit verifico linaccettabilit dellasserto), e che si realizza attraverso procedure pubbliche, ripetibili e controllabili dalla comunit dei competenti;

  • CHE COSA METAFISICO?E metafisico un enunciato che non ha natura osservativa; empirica+lavoro intellettuale: questa associazione di fondamentale importanza;La Metodologia: la scienza che si occupa del problema della validit dei giudizi, delle procedure e del linguaggio di ciascuna disciplina scientifica;La Gnoseologia: si occupa del problema della conoscenza in generale;La Epistemologia: si occupa del problema della conoscenza scientifica;La Metodologia: si occupa del problema della validit dei giudizi;

  • IL REALISMO Catton e Dunlap richiamo lattenzione ad un Realismo Hard, cio i fatti ambientali possono essere trasformati in fatti sociali in via perception, essi segnalano contemporaneamente che lambiente fisico pu influenzare gli esseri umani e quindi specifichiamo noi, gli attori sociali, i gruppi ecc., perfino anche quando essi non sono consapevoli di tale influenza;

  • continuaIl monossido di carbonio uccide anche quando non viene percepito; anzi,i suoi effetti letali agiscono soprattutto quando esso non viene percepito;Dunlap e Caton, infatti, riconoscono la possibilit che lambiente fisico possa influenzare il comportamento sociale anche per vie non dirette e cio attraverso la mediazione della cultura e della percezione

  • continuaSta di fatto che dalla prima formulazione che vede il complesso sociale, lambiente bio-fisico ed il sistema delle loro interazioni,si arriva ad una formulazione ben pi estesa;Dai primi anni settanta si produce negli Stati Uniti una iniziativa di ricerca sociologica, politologica ed economica, che costituisce una risposta sia pur parziale sul piano delle scienze umano-sociali alla crisi ambientale e alle preoccupazioni pubbliche da essa generate;

  • RISCHIO, CULTURA, COMUNICAZIONE TRA I DIRITTI UMANI VE N UNO RPIORITARIO, NON NEGOZIABILE. IL DIRITTO ALLA VITA

    ( A. Palazzo, La rivoluzione ecocentrica, 1989)

  • A. MARTINET DIREMO CHE DOTATO DI INFORMAZIONE TUTTO QUELLO CHE HA COME EFFETTO LA RIDUZIONE DELLINCERTEZZA, GRAZIE ALLELIMINAZIONE DI CERTE POSSIBILIT(A. Martinet, Elements de linguistique gnrale, 1960)

  • IL PRAIl PRA il Probabilistic Risk Analysis,o PRA, e che costituisce lambito di ricerca di pi sviluppato e pi istituzionalizzato cui fanno riferimento con maggiore frequenza, come base di conoscenza scientifica, gli atti di decisione pubblica e lelaborazione di politiche di gestione;

  • La formula del rischioLa costruzione di stima del rischio, vale a dire la determinazione della portata del danno,infatti, si basa sullassunzione che il rischio reale risulti dal prodotto della probabilit di un evento per lentit delle conseguenze dannose: R=PxC, laddove venga introdotto il tempo, laddove cio la probabilit dellevento considerato venga rapportata ad una delimitazione del tempo attraverso lindividuazione di un periodo determinato, si avr una seconda equazione:R=P/T;

  • continuaLultima definizione del rischio il prodotto della frequenza di un evento X per lentit delle conseguenze dannose, riprendendo Campbell 1980, citato in Douglas 1985;

  • IL RISCHIO COME COSTRUZIONE SOCIALELa tematizzazione della percezione sociale del rischio trova la sua genesi nella rielaborazione intellettuale di preoccupazioni, angosce e conflitti che si generano presso gli attori sociali, nelle strutture e nelle dinamiche della societ;

  • QUAL IL LIVELLO ACCETTABILE DI RISCHIO?Poich esistono nella societ gruppi sociali che percepiscono in modo diverso il rischio e poich essi possiedono e/o elaborano culture diverse del rischio (ad esempio gli esperti, gli amministratori, gli ambientalisti, i gruppi professionali, la gente comune), quale deve essere, se deve esserci, il gruppo percettore di riferimento? Come si distribuiscono nel sistema sociale i rischi e le capacit-possibilit di gestirli, di controllarli, evitarli?;

  • MARY DOUGLASLantropologa inglese asserisce che: La percezione del rischio dipende dal sistema sociale; gli individui utilizzano i pericoli dellambiente per sostenere il sistema sociale nel quale essi sono coinvolti criticando o discolpando i propri simili per ave assunto o per aver evitato dei rischi ;

  • MARY DOUGLASLaspirazione a determinati oggetti, anche se non necessariamente assurti a status symbol, uniforma,omologa stili di vita;Douglas sostiene che i beni consumo, rientrano nella realizzazione degli obiettivi dellindividuo; i livelli di consumo sono determinati socialmente, da questo punto di vista lacquisizione di determinati beni funzione da fattore identificante, assume una valenza simbolica che promuove, facilita un processo di identificazione autopercepito ed eteropercepito;

  • CONTINUALa nostra vita tutta costellata di oggetti che sono elementi di identificazione, manifestazione di identit. Questi sono elementi rivelatori didentit sia di status sia di gusto che convivono allinterno di altre identit ascritte ed acquisite;

  • CULTURA E ANTROPOLOGIA CULTURALELAntropologia Culturale una delle 3 Scienze Sociali di base cio quella che si propone alle conoscenze teorico dei fenomeni culturali e lo studio del manifestarsi di questi negli individui e nei gruppi umani;Per Cultura si intende quella concezione della realt e quella sensibilit ad essa, socialmente acquisita o indotta, che orienta gli individui nelle diverse situazioni che si offrono loro nel corso dellesistenza. Esse si costituiscono nei gruppi sia per effetto delle esperienze, sia per effetto della tradizione;

  • CONTINUALa concezione antropologica di cultura differisce da quella formatasi alla luce degli studi etnologici. Lambito della disciplina etnologica il termine cultura sta per indicare ogni prodotto dellattivit umana di un gruppo sociale, cio linsieme dei modi di soluzione dei problemi esistenziali, ereditato, accettato, sviluppato del gruppo stesso. Insieme che comprende tanto il sistema di organizzazione sociale, quanto la tecnologia, i prodotti materiali dellattivit, la religione e larte;

  • LANTROPOLOGIA CULTURALELANTROPOLOGIA CULTURALE una delle scienze antropologiche. Queste studiano luomo sotto il profilo bio-fisico e bio-ambientale, nel manifestarsi di sue peculiari attivit o modi di essere come la linguistica, la preistoria, letnografia, lantropologia culturale;

  • IL RISCHIO DELLA CERTEZZACertezza, centrismo, pregiudizi; I percorsi della nostra stessa vita quotidiana sono insidiati da tale sicurezza. La mente guidata della certezza non ci fornisce sempre mezzi adeguati a evitare deviazioni, inganni ed illusioni che talvolta o pacano o stravolgono le conoscenza da semplice percezione della realt. I pregiudizi che vestono falsamente gli araldi della saggezza presentandosi cos camuffati alla nostra coscienza e stravolgendo la nostra ragione tanto da convincerla ad operare in modi che potrebbe rifiutare. Le cause delle ingiustizie, dei rancori e delle invidie che costituiscono lhumus da cui i pregiudizi si sviluppano;

  • LE TRE SCIENZE SOCIALISono lAntropologia Culturale, la Psicologia Sociale e la Sociologia;Un gruppo di antropologi italiani dal 1957 al 1958 presentarono al Primo Congresso Italiano di Scienze Sociali un documento intitolato Appunti per un memorandum, tendente a definire la posizione della Antropologia Culturale nel quadro delle Scienze Sociali, come scienze delluomo;

  • LANTROPOLOGIALAntropologia studia il piano economico, sociologico e culturale, mentre la psicologia studia linterazione del livello biologico umano con il livello sociale e con lambiente ecologico nella psiche individuale;

  • IL DETERMINISMO AMBIENTALELipotesi che lambiente fisico condizioni la vita e la cultura delle comunit umana stata discussa da alcuni autori come Montesqiue (1689-1755), il Taine (1828-1893), il Buckle;Il Primo etnologo a ritenere che lambiente fisico abbia importanza notevole sullo sviluppo delle civilt e sulle culturale fu Federico Ratzel (1844-1904), fondatore dellAntropogeografia;

  • IL DETERMINISMO AMBIENTALE SECONDO GOLDENWEISERAlcuni autori hanno manifestato il loro dissensi dalle imprecise affermazioni degli ambientalisti come il Goldenweiser, egli scrive che la presenza di alcune materie prime fornisce uno stimolo alla loro utilizzazione da parte di coloro che abitano lambiente in cui esse si trovano, ma non sempre lo stimolo viene tradotto in applicazioni concrete;Cio la natura pu fornire alluomo le materie prime per lesplicazione di determinate attivit per agevolarlo come pu porgli dei limiti. Nel creare la propria cultura luomo non succube della natura, anche se ne subisce linfluenza. Non ci si pu aspettare che gli abitanti del Tibet, lontani dal mare siano marinai,ma la vicinanza del mare a volte non crea popoli marinai;

  • GOLDENWEISEREgli rivolge la critica anche a quegli Autori che intendono spiegare la psicologia di un popolo in relazione allambiente nel quale esso vive, anche qui vale il principi