SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50°...

24
S OCIETÀ E SCURSIONISTI M ILANESI C LUB A LPINO I TALIANO 50° del Rifugio Mario Zappa 50° del Rifugio Mario Zappa 80° del Rifugio Rodolfo Zamboni 80° del Rifugio Rodolfo Zamboni

Transcript of SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50°...

Page 1: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

S O C I E T À E S C U R S I O N I S T I M I L A N E S ICLU B AL P I N O ITA L I A N O

50°

del Rifugio

Mario Zappa50°

del Rifugio

Mario Zappa

8800°°

ddeell RRiiffuuggiioo

RRooddoollffoo

ZZaammbboonnii

8800°°

ddeell RRiiffuuggiioo

RRooddoollffoo

ZZaammbboonnii

Page 2: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB
Page 3: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

1924 - 2004

80° della costruzione delRifugio Rodolfo Zamboni

1954 - 2004

50° dell’inaugurazione delRifugio Mario Zappa

SSOCIETÀ EESCURSIONISTI MMILANESISEZIONE DEL CAI

CLUB ALPINO ITALIANO

Page 4: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa

In Copertina:Immagini del giugno 2002 e luglio 2003(archivio Jeff)Nel risvolto di copertina:Elaborazione grafica curata da Jeff di unpregevole fotomontaggio di Silvio Saglio(archivio SEM).

Page 5: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa 180° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa

PREMESSA

La storia degli Escursionisti Milanesi inizia nel 1884, quando un gruppo di attivi milanesiprovenienti dalle più disparate professioni: artigiani, impiegati, operai, tutti appassionati dellavita all'aria aperta, tenaci esecutori di programmi podistici e di passeggiate in montagnadecise di riunirsi in un gruppo per conferire un carattere collettivo alle loro passioni. Il grupposi denominò Società Escursionisti Milanesi "Gamba Bona", ebbe il suo battesimo il 1° Dicembre1884. Dopo sette anni d'intensa attività il "Gamba Bona" veniva sciolto nel Febbraio del 1891,ma l'esperienza di vita sociale e di organizzare attività insieme non fu dimenticata, e, infatti,già nell'Agosto dello stesso anno i pochi fedeli rimasti decisero di persistere nei loro propositie fondarono una nuova Società per gite in montagna a carattere popolare: la SEM, SezioneEscursionisti Milanesi, il cui statuto venne approvato definitivamente nell'assemblea del 17settembre 1891 con lo scopo di diffondere, facilitare e rendere popolare l'escursionismo. Ilmotto della Società era "Col Popolo per il Popolo". Dal 1931 la SEM diventa a tutti gli effettiSezione del Club Alpino Italiano ed è un'associazione costituita con scopi ricreativi e culturali;si è sempre configurata come un polo di aggregazione per quei cittadini milanesi cheintendono praticare la montagna in tutti i suoi aspetti ed in tutte le stagioni. L'attivitàdell'associazione, che ha superato i cent'anni di vita, è ben conosciuta in ambito alpinisticonazionale e locale. Nel 1991 alla SEM è stata conferita la "Medaglia d'Argento di Riconoscenzacivica" del Comune di Milano per la sua attività nella città. Nei cinquant’anni successivi alla sua costituzione, la SEM realizzò cinque rifugi con il principalescopo di disporre le basi d’appoggio per le attività dei Soci ma non solo. Non a caso i primidue ed il quarto: le Capanne SEM, Pialeral (Toponimo) e Savoia (Casa Reale Italiana), sonostate localizzate a portata “di mano” sulle montagne nei dintorni di Lecco, mentre gli altri duealla memoria: R. Zamboni (Valle Anzasca) e A. Omio (Valmasino) in località definite dallecircostanze che li hanno originati. Nel primo dopoguerra, per la ricostruzione delle strutturedanneggiate dai relativi eventi, si rese necessaria l’alienazione della Capanna Savoia, e laprima metà degli anni cinquanta del secolo scorso vide sorgere il Rifugio M. Zappa. L’attualecompendio “rifugi” è costituito da tre strutture pienamente attive, citate in ordine cronologico,R. Zamboni, A. Omio e M. Zappa, essendo stato, il Rifugio M. Tedeschi (ex Capanna Pialeral),distrutto da una valanga nel 1986, ed alienato il Rifugio SEM Cavalletti (ex Capanna SEM)all’inizio del 2004. L’ultimo quinquennio annovera, tra le manifestazioni istituzionali, anche quelle organizzateper le ricorrenze di questi rifugi compreso l’ultimo citato. Con quella attuale, che ha orginatola presente monografia, si completa un ciclo.Sono occasioni uniche per far riemergere e divulgare le vicende che ne hanno motivatol’esistenza, ed hanno accompagnato i fautori nei percorsi realizzativi sempre difficili e tutti insalita, che, fuor di metafora, probabilmente la tempra e la tenacia forgiata nell’andar permonti aiuta a percorrere e superare. Sono atti dovuti nella memoria dei predecessori, latori di un testimone emblematico, chetanto hanno lavorato e si sono prodigati per accollarsi un fardello così pesantementepresente, espressione della volontà che li contraddistinse. Questi Rifugi sono patrimonio inestimabile del volontarismo di sempre - che ha seminato nelterreno fertile della solidarietà e della passione, con il grande fervore dei valori significativi diogni sacrificio - sono l’eredità, che è un ramo della storia radicata nell’esistenzadell’associazione, da preservare compiutamente con la necessaria partecipazione ecollaborazione che ognuno vuole e può riservare.

Jeff

Page 6: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

LA SEM E IL MONTE ROSA

I primi segni che i soci della SEM lasciaronosul maestoso scenario della parete Est,risalgono al 1901 ad opera di GiuseppeDorn, con una nuova via alla Nordend (1a)

in cordata e la prima solitaria allo Jägerhorn(1b). Segni che nello stesso anno Dornestese, su altri versanti, con le primeascensioni alla Dufour da Nord (1c) insolitaria ed alla Zumstein da Nord Ovest incordata (1d).Successivamente, nel 1909, che segnò lascomparsa della cordata Bompadre -Castelbuovo - Sommaruga sulla Nordend,Eugenio Fasana salì con De Enrici la CimaJazzi da Est (1e) e con Bruckmann laNordend da NO (2). Sempre la cordataFasana - De Enrici, nell’anno successivo,compie la prima traversata Gniffetti -Zumstein - Doufour - Nordend (2).Anche la grande guerra portò indirettamenteun segno della SEM, ma alla base dellaparete est con il rifugio Rodolfo Zamboni. L’attività dei soci SEM in questo ambienteriprende solo nel 1933 con la cordataPeirano - Palazzolo - Minazzi sulla parete NEdella Punta Gniffetti (2° ascensione) (1f) , enel 1937 ancora Minazzi in cordata conCristofaro - Molinatto - Pinardi, sulla crestaNE della Nordend (3° ascensione)(1g). Segue la prima solitaria del 1949 al ColleZumstein dal Canalone Marinelli di OlivieroElli (1h) (4), che nel 1953 con Emilio Amossosalìrono in prima invernale la Parete Est delMonte Rosa (1i) (5).

E’ anche doveroso citare le solitarie di EttoreZapparoli che non era socio SEM, ma allaquale era tanto legato che, dopo la suascomparsa nel 1951 sulla parete Est diquesta montagna dove il corpo non è maistato trovato, la stessa eresse una cappella asuo ricordo, poco distante da quella inmemoria del socio Ermanno Pisaticaduto in un crepaccio del ghiacciaio delleLocce nel 1950. Un quinquennio che segnò anche lacostruzione del Rifugio in memoria di MarioZappa che salì alla Silbersattel con gli sci il16 marzo 1947 (3).

La SEM lasciò anche altri segni ai posteri,forse ancor più pregevoli delle impresecitate, con le relazioni delle stesse e conopere letterarie che questa Montagnaancora non aveva.Fautore antesignano fu Eugenio Fasanacon il saggio: “Fra i satelliti del Monte RosaOssolano - Itinerari nuovi ed ... antichi” (6),

al quale seguì la considerevole monografia:“Il Monte Rosa (Vicende, Uomini edImprese)” , edita nel 1931 da Rupicapra, cheil recensore A. Ferrari (7) valutò: “.... asomiglianza dell’opera di Durier pel MonteBianco e G. Rey pel Cervino, ci presentaun’opera sul Monte Rosa, che costituisceuna buona monografia della regione cheillustra, sia dal punto di vista storico siadescrittivo. ...... E’ tanto più pregevolequesto saggio, considerata la mancanza diun’opera completa e metodicamenteuniforme su questa regione delle Alpi.” La ristampa di quest’opera entrò, nel 1934con il titolo “L’Epopea del Monte Rosa”,nella collezione diretta da G. Zoppi:“Montagna” per l’Editrice L’Eroica Milano.Nel 1955 il Dott. Silvio Saglio, alloraPresidente della SEM, celebrò la presenzadella e per la stessa all’Alpe Pedriola, con laguida di piccolo formato ma di grandi esignificativi contenuti: “I Rifugi Zamboni eZappa e il Monte Rosa”, dedicata al versanteOssolano del colosso alpino. Opera cheebbe la prefazione dell’allora PresidenteGenerale del CAI Bartolomeo Figari, e fu ilpreludio del più globale volume “MonteRosa”, edito nel 1960 con la collaborazionedi F. Boffa, per la collana “Guida dei Montid’Italia” della quale era Direttore. Bibliografia:

(1) Guida dei Monti d’Italia - Monte Rosa di Gino Buscaini

CAI - TCI Milano 1991:

a) 224u; b) 226; c) 222i; d) 220d; e) 284d; f) 216f/fa;

g) 224l ; h) 221a; i) 223a;

(2) Cinquant’anni di vita della SEM di Egenio Fasana -

CAI SEM Milano - 1941

(3) Rivista Mensile del CAI - aprile 1947

(4) Lo Scarpone - 16 ottobre 1949

(5) Rivista Mensile del CAI - gennaio / febbraio 1955

(6) Rivista Mensile del CAI - gennaio 1923

(7) Rivista Mensile del CAI - marzo 1932

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa2

Page 7: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

IL RIFUGIO RODOLFO ZAMBONI

Correva l'anno 1919 ed i dirigenti della SEMpensavano ed ambivano alla realizzazionedella "Terza Capanna", tanto che a bilancio siaccantonavano somme destinate a tales c o p o , n o n o s t a n t e l e i n e v i t a b i l iconseguenze post-belliche della primaguerra mondiale, e i l già presenteampliamento della Capanna Pialeralinaugurata nel luglio 1921. Evidentemente queste aspirazioni dovevanoessere condivise anche dai soci della SEM,tra i quali Rodolfo Zamboni. Probabilmenteinfervorato dalla partecipazione dei dueattendamenti organizzati dalla stessaall'Alpe Pedriola, dispose, pur essendo nelmezzo della vita ma forse presagendonel ' i m m i n e n t e e p i l o g o , u n l a s c i t otestamentario di £ 5.000 alla SEM, tutte lesue umili sostanze, quale contributo per lacostruzione di una "Capanna" in quellalocalità. Di li a poco l'intima premonizione sia v v e r ò e R o d o l f o Z a m b o n i p e r ìtragicamente il 20 settembre 1919, durantel'ascensione sul Monte Altissimo di Nago,per l'improvvisa esplosione di un residuatobellico da lui raccolto. Il gesto di Rodolfo Zamboni, modestoimpiegato che non rivestì ruoli nell'ambitodella SEM, diventò " …una magnifica offertadevota." e la sua volontà fu interpretata eraccolta come un "Voto", sorto dalla suagrande pass ione che la montagnagl'infondeva. "Voto" che profuse una grandesolidarietà e moltiplicò le forze che sitraggono dalla convinzione di potereffettuare un'impresa, spingendo gli uominidel sodalizio a superare gli ostacoli emersidall'esecuzione del suo testamento. Va detto che la politica patrimoniale dellaSEM di quei tempi, era di mantenere ladestinazione degli accantonamenti, nonconsentendo, per quest'opera, l'utilizzo diquanto destinato alla "Terza Capanna,anche se di tale si trattava, traslandolo intoto ad un'ipotetica "Quarta Capanna. Ciònonostante, pur disponendo solo di partedelle risorse necessarie frutto delledonazioni accantonate in un apposito

fondo a bilancio, ed ancora prima di potereavere la disponibilità dell'area (inalienabile)necessaria alla costruzione, la SEMpropiziava il sicuro evento titolando:"Ascensioni brevi di roccia e di ghiaccioeffettuabili dal nostro rifugio di nuovacostruzione al Monte Rosa", sul suonotiziario Le Prealpi dell'agosto 1921. Solonel luglio del 1923 venne commissionata laprogettazione e costruzione avendofinalmente ottenuto, dopo l'espletamentodelle laboriose pratiche burocratiche colComune di Calasca, l'uso del fazzoletto diterra (80 mq) utile per erigere il manufatto.Ciò avvenne con un accantonamentoeconomico precipuo che al successivodicembre risultò di £ 9.151, valoresicuramente insufficiente alla bisogna mache non condizionò il via dell'impresa,contando sulla solidarietà dei soci che benrisposero alle iniziative attivate perimpinguare i l fondo appositamentecostituito per il rifugio Rodolfo Zamboni. Di dette iniziative, due furono di particolarerilievo culturale che riunirono esibizioni poliartistiche: di musica, canto e danza la primaed un concerto d'archi e canto la seconda,coinvolgendo i partecipanti in unatrascendentale "…. fiamma di un unico,purissimo amore: quello della montagna ...."a simboleggiare il generoso gesto di RodolfoZamboni per la passione che lo rapì e vollematerializzare."….. Venuto alla luce dopo una covata lungae paziente, il rifugio Zamboni ha tratto la suaforza generatrice dal principio dinamico chei meno tirano i più. Sicché abbiamo visto inbreve volgere di tempo sorgere all'alpe'Pedriolo' la nostra graziosa casetta,squadrata nel bel granito del Rosa. E tuttociò senza bussar a denari alla cassa sociale.Si è così avverata la speranza nostra,racchiusa nella nobile frase di GiovanniNato, perché il rifugio risultasse 'un'operabella di solidarietà spirituale ed umana' ." Questo e altro è scritto al riguardo, nelcopioso verbale dell'Assemblea Ordinariadel gennaio 1925, di un'opera "….. parteviva del nostro patrimonio sociale… checome una sentinella avanzata della SEM,

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa 3

Page 8: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa4

da ora in poi accoglierà fra le sue muraospitali gli amanti dell'alta montagna,procurando loro il sollievo di un dolceriposo in un ricovero perfetto e sicuro." La "Capanna", ultimata alla fine dell'estate1924, fu subito meta di una gita sociale percelebrare "...un voto compiuto...." nel quintoanniversario della scomparsa del compiantoconsocio, con "...un largo moto di simpatia.."verso quello che in sua memoria la SEMaveva concretizzato.

All'inizio di dicembre la "Capanna" ospitò iprimi "Skiatori", due Soci CAI e una Guida,che inviarono un telegramma diringraziamento da Macugnaga, plaudendoall'audacia della SEM e ringraziando perl'ospitalità. Il 12 luglio 1925 avvenne la cerimoniaufficiale, da molti considerata lo sposaliziotra "La Capanna" ed il "Monte Rosa", con lapartecipazione stimata di 500 persone ed il

coinvolgimento di Autorità: Ecclesiastichelocali, dei Comuni di Milano e Locali, Militaridi Milano, Prefettizie di Milano; diConfederazioni, Federazioni e di testategiornalistiche del settore escursionistico edalpinistico; di Enti turistici e sportivi; di 42Associazioni alpinistiche ed escursionisticheesterne al CAI; di 10 Associazioni sportive;della Sede Centrale del CAI e di 17 Sezioni;del CAAI; della Sede Centrale del Club AlpinFrançais e di una Sezione; della Sede

Centrale dell'Alpin Club di Londra. Una citazione doverosa e necessariaper significare compiutamente il coraleconsenso tributato alla manifestazione,che fu annunciata al mondo dallastazione di Roma della UnioneRadiofonica Italiana e dalla Stampaspecializzata, presente con la

testata "La Montagna" di Torino e "LoScarpone" di Milano che diventò organoufficiale del CAI nel 1931. Quest'ultima ebbela spettacolare iniziativa di un nutrito lancio di

colombi viaggiatori per il recapitodel "reportage" alla redazione. La più imponente cerimonia chefino allora la SEM ha maiorganizzato per un suo rifugio, ilpiù piccolo rifugio colmo deisentimenti trascendentali e deiva l o r i i s p i r a t o r i d e l s u op r o m o t o r e , c h e f u r o n ocoralmente condivisi nellasolennità della celebrazione ilcui culmine, la benedizione delRrifugio, fu accompagnato dallenote dell'Ave Maria di Gounod

Sopra e a fianco: 20 settembre 1924, sotto : 12 luglio 1925(Arch. fam. Bozzoli Parasacchi)

Page 9: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa 5

suonate da unviolinista diMilano.Sentimentid'amore e passione peruna maestosamontagna, cheaccolse nel suoprestigiososcenariopersonaggiillustri come,nell’ordinecronologico, lo scienziato alpinista De Sassure chepernottò all'Alpe Pedriola con il figlioTeodoro e Papa Pio XI che scalò la parete Estper una nuova via che prese il suo nome. Lacustodia del Rifugio venne affidata alla GuidaLuigi Ruppen di Macugnaga e per il suoutilizzo autogestito, da parte di tutti coloroche ne facevano richiesta, venne stilatoun regolamento costituito da ben 16 articoli.Solo nel 1933, dopo l'entrata della SEM nel

CAI che intercedette tramite il suo Presidentepresso i l Comune d i Ca lasca , venneautorizzata da quest'ultimo l'esercizio di"alberghetto" gestito dal Custode di allora. Questa consunta esposizione è tratta dagliatti ufficiali esistenti nell'archivio SEM e dalnumero del luglio 1925 dell'allora notiziariodella SEM "Le Pealpi", consultabile inBiblioteca, che riservò tutte le 24 pagineall'evento ed alla magnificazione dell'ambienteche lo accolse.

12 luglio 1925 Collage di alcuni scatti delpassaggio a Macugnaga

(Arch. fam. BozzoliParasacchi)

Page 10: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa6

Le Carat ter i s t i che or ig ina l i(Le Prealpi - luglio 1925)

“Il Rifugio R. Zamboni, è costruito in pietra emuratura. I muri esterni hanno uno pessoreragguardevolissimo; la loro strutturagenerale è stata studiata in modo da offrire le più ampie garanzie di solidità in tutti i casiumanamente prevedibili. Il tetto, particolarmente robusto, è ricopertocon lamiere lisce di zinco, a perfetta tenutad'acqua.All'interno il Rifugio ha le pareti e ilpavimento rivestiti di legno. L'opera muraria è divisa in tre scomparti:due stanze al piano terreno e un sottotetto.La prima delle due stanze, munita dicaminetto a perfetto tiraggio, serve dacucina e da saletta da pranzo: è fornita diun armadio a muro, di due tavoli, trelunghe panche fisse e dieci sgabelli. Laseconda stanzetta è adibita a dormitorio: hasedici cuccette elastiche, ciascuna munita dimaterasso di lana, cuscino e coperte. Da questa seconda stanzetta, attraverso auna botola accessibilissima mediante unascala a pioli, si passa nel sottotetto, il qualeè alto nella parte mediana metri 1,80 econsente quindi, in caso di; bisogno, ilpernottamento comodo di altre sedicipersone. Nel sottotetto vi sono diecimaterassi con cuscino e coperte. In lineagenerale in esso pernotteranno le guide e iportatori che accompagneranno glialpinisti.Il Rifugio ha quindi la capacità normale ditrentadue posti.L'arredamento è poi completato con unabatteria da cucina che comprende pentolee tegami di ferro smaltato e di alluminio inserie di diverse grandezze, bicchieri, piatti,ciotole, tazze di ferro smaltato, mestolo,cucchiai, forchette, cucchiaini di metallobianco, coltelli da tavola e da cucina, duesecchie zincate, una vaschetta di lamierazincata, due catini, e altri accessori destinatia rendere per quanto possibile comodo ilpernottamento o il soggiorno di queglialpinisti che prenderanno il Rifugio R.Zamboni come base per le escursioni e leascensioni nella zona circostante.”

Gl i ampl iament iPresumibilmente a cavallo degli anni trentavenne effettuato il primo ampliamento conl’aggiunta di una stretta cucina e di unservizio igienico esterno.Alla fine del 1949, pur avendo già firmato ilcontratto di acquisto del terreno necessario

per la costruzione del nuovo rifugio, ilConsiglio della SEM si trovò a discuterel’opportunità di sistemare ed eventualmenteampliare la struttura esistente. Dopo ripetute sedute sull’argomento, inconsiderazione dell’impossibilità d’ipotizzarei temini temporali della nuova costruzione, sidecise di nominare una Commissione perstudiare e raccogliere proposte e progetti inmerito. Diverse furono le considerazioniesaminate ma con grande titubanza, per lainterdipendenza delle problematiche con laprospettiva della nuova futura struttura. Alla fine prevalse la tendenza di contenere almassimo le spese eseguendo i soli lavoriindispensabili, che furono ultimati alla finedell’estate 1950. Durante l’esecuzione deilavori per la costruzione del nuovo rifugio,nel luglio 1953, dovendo rimuovere il tettoper l’appoggio del corpo di collegamentocon il nuovo edificio, venne deciso di rialzarela copertura per armonizzare il compendiocon la nuova struttura ma anche per renderepiù agevole la potenzialità ricettiva.

Page 11: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa 7

tratta dal libro “Cinquant'anni di vita della Società Escursionisti Milanesi" di Eugenio Fasana

Page 12: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa8

lo descrivono giovane e promettente, da tuttibeneamato e benvoluto.Morì all'inizio del 1949 di malattia. Malattiaveloce: una cronaca del tempo ci dice infattiche soltanto nel maggio dell'anno prima, nel1948, saliva ancora con gli sci "vari"quattromila nel Vallese.Dopodiché a fine agosto scoprì di esseremalato, tanto che i dottori gli proibirono diandare in montagna e fare sforzi. Di li a brevela fine. Lasciò una moglie e una figlia.Gli amici lo hanno ricordato nei vari articolialla memoria, come un buon amico, schivo,dalle grandi virtù morali e alpinistiche. Per ilsuo spiccato senso di fraternità e per l'energiache da lui emanava in tutte le attività da luiintraprese.Lo si ritrova nelle varie cronache alpinistichenelle quali è citato. Ad esempio nell'invernodel 1935 fu citato come alpinista "all'Ordinedel Giorno" sulla Rivista Mensile del CAI perun intervento di soccorso notturno a deglisciatori sepolti da valanga.Dopo la sua morte, fu citato nella relazioneannuale ai soci dal Presidente Generale delCAI, Bartolomeo Figari, all'assemblea deidelegati tenutasi a Genova il 26-3-49, con leseguenti parole: "Il rag. Mario Zappa, alpinistadi primo ordine e specialmente sciatorealpinista, nella quale specialità era ritenutouno dei migliori. Aveva pure partecipato allosci agonistico vincendo molte gare eaggiudicandosi nel 1928 il campionatolombardo. Proveniva da quella fucina di attiveenergie che è sempre stata ed è tuttora laSEM ed aveva amici in tutte le Sezionilombarde ed in quella di Trieste della qualeera socio da molti anni. E' una grave perditaper l'alpinismo italiano, che lo Zappa avevasolo 46 anni ed ancora nel pieno delle sueenergie avrebbe potuto fare ancora molto nelcampo alpinistico."Gli amici della SEM e degli altri ambienti cheaveva frequentato decisero di ricordarlodedicandogli un rifugio. Per la raccolta fondifu addirittura formato un Comitato compostodalle realtà che avevano rappresentato la suavita sportiva e lavorativa: la SEM, lo SCI CAIMilano, gli Amici della Borsa, la CanottieriMilano, il CAI Milano.

CHI ERA MARIO ZAPPA(a cura di Roberto Crespi)

Mario Zappa fu una figura di primo pianonell'ambiente sciistico, alpinistico especialmente scialpinistico milanese.Cominciò a frequentare dapprima le nostreprealpi lombarde passando poi alle grandimontagne della catena alpina: le Occidentali,le Centrali e le pallide crode delle Dolomiti.Fu un frequentatore della montagna in tutti isuoi aspetti: escursionismo, alpinismo, sciagonistico e infine sci alpinismo, la sua piùgrande passione degli ultimi anni.Fu una figura di primo piano dello Sci ClubMilano, pioniere nello sci agonistico. Fucampione di discesa, di stile, di fondo e disalto. Partecipò per vari anni alle garesciistiche milanesi e lombarde. Vinse moltegare tra le quali due campionati lombardi disci.Dopo anni di gare si appassionò allo scialpinismo con i compagni della SEM cheriteneva quasi fratelli. Era uno sciatorealpinista veramente formidabile amante dellanatura, poeta per temperamento. Lecronache delle sue gite sulle alpi, portate atermine con l'attrezzatura del tempo: sci dilegno lunghi e pesanti, scarponi in cuoio epantaloni alla zuava, fanno impallidire leprestazioni di molti scialpinisti dei nostri tempipur facilitati dall'attrezzatura moderna.Suoi compagni di scialpinistiche e rivali nellegare furono tra i tanti: Vitale Bramani, MarioRighini, Emilio Romanini, Cornelio Bramani,Elvezio Bozzoli Parasacchi, tutti grandipersonaggi del tempo e campioni nellanostra attività.Tenne un diario dalle prime gite effettuate nel1917 all'età di 14 anni fino al 31 Maggio del1948, indicando non solo i dati tecnici dellesalite ma anche le impressioni che nericavava, i colori e le bellezze del luogo chevisitava.Fu un apprezzato fotografo specializzatonella pionieristica fotografia a colori, conottima tecnica e perfette inquadrature.Fu anche un campione di voga, sociobenemerito della Canottieri Milano, l'altra suagrande passione sportiva.Di professione agente di cambio, le cronache

Page 13: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa 9

IL RIFUGIO ALLA MEMORIA

Anche per la realizzazione di quest’opera,la SEM interagì con la consueta volontà edecisione impetuosa che caratterizzava leiniziative di tale natura.Già nella seduta del 25 gennaio 1949,dopo la commemorazione, il Consigliodeliberò di onorare il socio benemeritoMario Zappa dando il suo nome ad unrifugio da realizzarsi possibilmente all’AlpePedriola. Della situazione ne fu informato il Comitatocittadino preposto all’organizzazione delleonoranze, ottenedo un solo dibattito sullaopportunità che ciò fosse curato dalla SEMla quale, nella successiva riunioneconsigliare del 8 febbraio, bruciò le tappedecidendo di chiedere al Comune diCalasca, proprietaria dell’alpe Pedriola,l’acquisto del terreno necessario, che, insubordine, si sarebbe destinato all’ampliamentodell’esistente Rifugio R. Zamboni.Nel contempo era iniziata la campagna diraccolta dei contributi di solidarietà cheveniva rinnovata in ogni manifestazionesociale, non tralasciando, da parte deivertici della SEM, di continuare l’opera dipersuasione presso il Comitato promotore.Con il conforto del consenso di massima diquest’ultimo e dell’Assemblea ordinaria deisoci SEM del 20 marzo, si aprì la fase distudio delle caratteristiche da conferire alfuturo compendio. S’intensificaronoanche i contatti con il proprietario delterreno per determinare le basi delpossibile accordo, relativo alla cessione di2.000 mq, che fu formalizzato dalle parti il23 ottobre 1949.Dopo un momento di apparente stasi,dovuta allo studio e dibattito sulles o l u z i o n i d a c o n s i d e r a r e p e r l asistemazione del Rifugio esistente e,definite le stesse, il Consiglio del 20 giugno1950 decise di nominare due Commissionidi lavoro, una finanziaria ed una tecnica,p e r a d d i v e n i r e a l l e l i n e e g u i d aindispensabili alla formulazioni di progettiomogenei. Notevole fu l’impegno profusodalle Commissioni per studiare le soluzioni

possibili: costruttive con i relativi estimativieconomici e finanziarie per le conseguenticoperture che, le complesse attribuzionidei fondi raccolti dal Comitato proonoreficenze, resero temporaneamentepiù difficoltose ed aleatorie. Ciò non condizionò minimamente laprosecuzione dei lavori delle Commissioni,che peraltro si estesero all’ipotesi di doverprevedere il finanziamento dell’opera intoto. Ma altre complicazioni si affacciaronosul teatro della vicenda: la Commissionetecnica minacciò d’interrompere lo studiopreliminare delle possibili soluzioni, se nonfosse stato aumentato sensibilmente lostanziamento previsto dalla Commissionefinanziaria, problematica che, all’inizio disettembre 1951, la definizione degliaccordi per lo svincolo dei contributiraccolti dal Comitato preposto, risolse difatto dando nuovi impulsi che sfociarono,solo nel marzo 1952, nella deliberaunanime del Consiglio di procedereadottando la “travagliata” soluzioneapprovata che fu concretizzata in unmodellino plastico.

Anche la successiva fase operativa non fumeno complessa: dagli accordi conl’Impresa preposta alla costruzione altrapasso reale del fondo di £. 1.894.925 giàconcordato da tempo. Oltre a ciò siattivarono una serie di uniziative collaterali,in gran parte già in corso con l’ausilio degliAlpini del corpo d’Armata di Torino, per ilpossibile e necessario sviluppo delle attivitàescursionistiche ed alpinistiche della zona,al fine di favorire la frequentazione dellanuova struttura, ma anche per la futuragestione della stessa in modo consono allesue innovative caratteristiche.

Page 14: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa10

L’inizio dei lavori, aiprimi di luglio 1952 daparte dell’Impresa Pianadi Ornavasso, vennepubblicizzato dalla “Radio”e dal giornale Corriered’Informazione, dando ildoveroso annuncio a tuttii promotori e sottoscrittoridell’iniziativa, facendoconfluire ulteriori contributi di solidarietà.La costruzione esterna dell’opera fuultimata in ottobre del 1953, ma già nelsettembre fu meta di una prima comitiva dicirca 50 soci, nonostante i l maltempo,che parteciparono alla inaugurazionedella cappella alla memoria di “ErmannoPisati”. Successivamente altre 150 personecirca, riunite in tre comitive, vollerogodere dell’anteprima e, con l’occasione,presenziarono all’inaugurazione del nuovoitinerario al Pizzo Bianco tracciato dagliAlpini e dedicato al socio “StefanoBortolon”.

Tutti i convenuti “.....l’hanno trovato bello, un vero gioiellodell’architettura alpina....”, ma per contro ilConsiglio dovette constatare d’averesaurito i l fondo disponibile, cheammontava a £ 8.699.407, e prendere attodelle ulteriori necessità finanziarie, stimatein circa £ 6.600.000, per il completamentodell’opera in tempo utile all’inaugurazionein luglio ed all’agibilità nell’agosto 1954. Un problema di non poco conto seconsiderato nel contesto delle altreincombenze di quel periodo. Ma gli Uominidella SEM attivarono una serie d’iniziativeper la raccolta di ulteriori contributi afondo perduto ma anche con contropartitaa costo zero per la SEM (monografia “IRifugi Zamboni e Zappa e il Monta Rosa”),oltre a studiare e preparare soluzioni diauto finanziamento in caso d’insufficienzadi quest’ultime. Iniziative che diedero buoni se non ottimirisultati, potendo scrivere sul bilancio del1954 il valore patrimoniale (quanto ècostata l’opera) di £ 18.492.432, mentre sulbilancio del 1955 risulta aumentato a£ 20.497.890 (differenza imputabile allarealizzazione in quell’anno della terrazza)

Immagini di fasi costruttive: in alto nel 1952 (da sinistraAmbrogio Risari, Cesare Gaetani,Anna Risari, Cesare Gaetani eAmbrogio Risari); a fianco e in basso nel 1953. (Arch. Piero Risari)

Page 15: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa 11

c h e d i v e n t ò d e f i n i t i v o e p a r i a£ 20.679.042 in quello del 1956. Costocomplessivo comprendente il rialzo e laristrutturazione della struttura esistentealla quale la nuova venne collegata.Un valore relativo (quello assoluto era dimolto superiore e probabilmente nonquantizzabile) di tutto rispetto per queitempi successivi alle ricostruzioni dei duerifugi toccati dagli eventi bellici, edantecedenti alla radicale ristrutturazionedel primo rifugio della SEM.Una grandiosa idea, per i tempi in cui èmaturata, avviata con la presidenza diElvezio Bozzoli Parasacchi, che parevairrealizzabile e che il successore Silvio Saglio(già Vice Presidente) con Ambrogio Risari

(pure Vice Presidente in entrambe legestioni) ed il Consiglio tutto, raccolsero eseppero portare a temine ottimamente,grazie alla solidarietà dell’ampia schiera diamici di Mario Zappa ed alla moltitudine dicontributi dei Soci, Enti, Professionisti,Artigiani ed Aziende, anche con donazionidi attrezzature, materiali ed agevolazioni

d’acquisto. Particolare menzione fu rivolta, e vadoverosamente ricordata, ad AmbrogioRisari (Padre di tutti il Rifugi della SEM) “....che fu non solo progettista appassionato ecompetente, ma anche il dirigente chesacrificò per più di due anni le sue vacanzeperché i lavori procedessero nel modomigliore,......”L’inaugurazione si potè effettuare solo il 26settembre 1954, per la protrazione deilavori di completamento ma anche perdistanziare opportunamente la cerimoniadal 66° Congresso Nazionale del CAI che sisvolse quell’anno nell’Ossola. Tutti iConsiglieri ed alcuni soci furono coinvoltinella preparazione ed organizzazione al

fine di assicurarne il migliorsvolgimento, noleggiando settepullman, tanti furono i Soci es impat izzant i che vo l leropartecipare. Gaspare Pasini, Consigliere SEMe fondatore de “Lo Scarpone”,ebbe a scrivere in proposito ilprimo ottobre1954 sul notiziariostesso:“La S.E.M. di Milano ha vissuto il26 settembre scorso una dique l le g iornate che fannoe p o c a n e l l a v i t a d i u n aassociazione;....... La cerimonia inaugurale haavuto i l contorno di unamagnifica giornata di sole, chefaceva scintillare i ghiacciai sullosfondo di un cielo tersoaumentando la festosità delmomento. Il Monte Rosa si è

offerto nella sua maestosa bellezza allosguardo estasiato dei convenuti, sommantiad oltre un migliaio. Una folla multicolore evivace, venuta a piedi o in seggiovia daMacugnaga, ha invaso al mattino levicinanze del rifugio. I graziosi coloridell'edificio facevano spicco sul fondo dalleroccie scure e del prato; le bandiere issatesu l l 'a l to pennone e su l te t to de l lacostruzione aumentavano la vivacità dellavisione.

Una bella inquadratura dell’inaugurazione (Arch.Piero Risari). La SEM ne possiede l’ingrandimentodonato dal socio Casali Giorgio.

Page 16: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa12

....continuava, ad affluire gente: un'infinitàdi visi noti, di vecchi e giovani alpinisti: tuttele Associazioni milanesi e molte lombardeerano rappresentate.......di personalità, inprimo luogo il presidente generaIe delC.A.I. Bartolomeo Figari ...... ha espresso ilcompiacimento per <<la nuova fulgidagemma che si incastona nella meravigliosacollana di oltre 400 rifugi del C.A.I.>>,.... sicompie nell’anno più fausto per l’alpinismoitaliano, ......, l’anno della conquista del K2...... il rito, secondo il consueto cerimoniale,è proseguito col taglio del nastro tricoloredella madrina, signora Maria Zappa Vida,vedova di Mario Zappa, il valente alpinstasciatore, appassionato frequentatore diquesta zona,........”La stima dei partecipanti fu più di mille, edil Presidente della SEM, Silvio Saglio, offrìloro “.......un discorso veramente inconsueto,che prese le mosse dal 999, in cui si parlaper la prima volta dell’Alpe Pedriola,facendone la storia fino ai giorni nostri.......Esposizione storica ispirata dalla ricerca dalu i e f fe t tuata per la s tesura de l lamonografia dedicata ai due rifugi ivi situati,che ne delineava dettagliatamente anchele caratteristiche......“Per il Rifugio Mario Zappa, nellaredazione del progetto, Ambrogio Risariha cercato, uniformandosi alle tradizioniarchitettoniche della vallata, di soddisfarealle necessità degli alpinisti che fannodell'Alpe Pedriola una base per le loroascensioni, a quelle degli sciatori che nelperiodo primaverile frequentano la zona einfine alle necessità di grandi masse dituristi che vi giungono attratti dallebellezze del paesaggio.Per questi fini ha dotato il rifugio di ogniconfort e di vasti locali a piano terreno,principalmente di un grande atrio, ondesveltire il servizio di bar. Le muratureperimetrali del rifugio sono tutte inpietrame, con malta cementizia; lepilastrate interne in cemento armato; isoffitti sono in travi di legno, tranne quellia piano terreno e quello sopra la cucina,eseguiti in cemento armato. Il tetto è adue falde non simmetriche, in capriate di

legno, con manto di tavole, isolamento incartonfeltro bitumato e copertura inlamiera di alluminio puro, graffata, dellospessore di mm. 0,8. Sulle facciate si ècreato uno zoccolo in pietra a vista fino alivello del pavimento del piano terreno,indi una fascia intonacata e tinteggiatacon vernice bianca al silicato sino al primopiano e infine un rivestimento in legno,trattato con vernici imputrescibili. Gliantini sono in ferro, verniciati in rosso perle finestre a piano terreno, in legno,colorati in verde con contorni bianchi peri piani superiori. Due ingressi, uno a valle,l'altro a monte, immettono nell'atrio contavoli, scrittoi e il mobile bar; nel raccordocon il rifugio Zamboni si è sistemato ungruppo di impianti sanitari; dietro al bar èla cucina, con i suoi servizi e disimpegni;acquai, cantine, depositi.

Imm

agin

i d’in

tern

id

all’a

rch

ivio

di

Pier

o R

isar

i

Due sale, comprendenti anche unaveranda con esposizione verso la pareteest del Rosa, danno la possibilità diospitare circa 90 persone ai tavoli, eseguitiin larice con piano ricoperto in Niplac; lepareti sono rivestite a liste verticali di pinocembro, intercalate da striscie di masoniteverniciata in bianco; le panche sono fisse,esse pure in larice.

Page 17: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa 13

Davanti alla veranda si è costruita unaterrazza, con splendida vista verso laparete est del Rosa, in legname, con murospartivento verso valle e accessodall'interno del rifugio. Una scala in legnoconduce dall'atrio ai piani superiori; alprimo vi sono: una camera a sei posti,cinque a quattro, un guardaroba e ilgruppo principale dei servizi. AI secondouna camera a sei posti, quattro a quattroposti, una a tre, una a un posto ed altriservizi.

I rivestimenti sono tutti in masonite, construtture di sostegno in listelli di legno; idivisori sono in doppio strato di masonitecon un foglio di celbes, quale isolante;pure i soffitti sono in celbes. I posti adormire sono tutti in cuccette, a due a duesovrapposti, con castelli in legno e retimetalliche; in ogni stanza vi è inoltre un

armadio, un lavabo con acqua correntecalda e fredda ed un piccolo tavolo sottola finestra. Tutto il legname è statoimpregnato con vernici ignifuga, su cuisono state date, in alcuni casi, altre mani divernici ad olio e a smalto, per conservarloagli agenti atmosferici. II pavimentodell'atrio è in gomma rigata, specialmenteadatto per la stagione invernale, posto sucemento liquido; quelli della cucina e deilocali adibiti a servizi igienici sono inpiastrelle di grès ceramico; i rivestimentialle pareti in piastrelle ceramiche. Iserramenti esterni sono doppi, sia nellesale come nelle stanze; in legno di larice,con chiusure a cariglione con leva ed astaesterna; le porte d'ingresso sono pure inlarice, su telaio di ferro; gli antiporti internisono in abete, tutti con specchiaturasuperiore a vetri stampati. L'impianto diriscaldamento consta di due grosse stufe,poste in atrio e nella sala più grande, acircolazione di aria calda, che, a mezzo dicondotti, viene immessa nelle stanze daletto, e di una stufa a fiamma in vista,posta sotto il camino che si vedesagomato nella facciata verso valle. IIrifornimento idrico è garantito, nelperiodo estivo, da una grossa sorgente,cui il rifugio è collegato da una tubazione

in tubi di politene lunga650 metri, con un dislivellodi 40 metri; nel periodoinvernale e primaverilel'acque viene presa dallacisterna, della capacità dicirca 30 metri cubi, sitasotto l'atrio e riempitadurante l 'estate; viene

sollevata al secondo piano a mezzo di unapompa, immagazzinata in quattroserbatoi da circa 200 litri ciascuno e poiimmessa nel circuito di utilizzazione. Unsecondo circuito, facente capo ad unacaldaia, fornisce l'acqua calda a tutti iservizi. Le acque di scarico sonoconvogliate, mediante tubazioni in ghisain un pozzo biologico, donde vengonopoi disperse. L'impianto di illuminazione ècostituito da un gruppo elettrogeno.” ......

Archivio Piero Risari

Una camera e la posa dellatubazione (N. Bramani eP. Risari - arch. P. Risari).

Page 18: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa14

Il complesso dei rifugi R. Zamboni e M. Zappa,curiosamente nominato Zamboni come risultaanche in queste pagine, divenne a pieno titolo,per ubicazione, ricettività e caratteristiche, labase preferita per l’organizzazione dei corsi diformazione sia per istruttori Nazionali,Regionali, Sezionali di alpinismo del CAI, siaper le guide Guide e Portatori, ma anche per leiniziative rivolte ai soci di tutte le sezioni CAI e perle attività delle Guide.

I completamenti e le ristrutturazioniLa prima importante realizzazione è statal’aggiunta, avvenuta nel 1989, di un scalaesterna di sicurezza per l’evacuazione diemergenza del primo e secondo piano.La successiva, nel 1993, riguardò la produzionedi energia elettrica per volontaria e generosainiziativa del Geom. Alessandro Bonacci diVilladossola, anche fautore di ogni incombenzarelativa, che, con il fondamentale apporto delComune di Calasca, risolse il problema con unmini impianto idroelettrico, al quale vennenecessariamente adeguata l’esistenteimpiantistica relativa all’illuminazionee distribuzione forza motrice. Per la realizzazione di questo importanteprogetto venne richiesta anche lapartecipazione della Gestione in essere del

rifugio, che si accollò generosamente parte dellaspesa a carico della SEM, contro il congelamentodel corrispettivo per cinque anni.Il contributo di solidarietà per i rifugi dellaCommissione Centrale Rifugi del CAI, permise,nel 2000, di porre mano all’impianto dismaltimento degli scarichi reflui per abbaternel’impatto ambientale, mediante l’installazione diun apposito sistema di depurazione con“processo biologico ad ossidazione totale afanghi attivi”. Tale contributo consentì anchel’esecuzione parziale dei lavori per la messa anorma dei servizi igienici, che furono completatinell’anno successivo unitamente allasistemazione e messa a norma degli impiantielettrico ed idraulico. Anche questi lavori furonopossibili grazie alla generosa disponibilità dellaGestione del rifugio, che anticipò la sommanecessaria disinteressatamente, consentendo laregolarizzazione delle autorizzazionirichieste dalle leggi vigenti.

La suggestiva vesteinvernale: a sinistra e adestra di Silvio Saglio, inalto di Ettore Corrbetta

(Arch. SEM) al centro di Ambrogio Risari (Arch. Piero Risari)

Page 19: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa 15

I G E S T O R I

Fin dall’inizio, come già accennato, lacustodia del rifugio Rodolfo Zambonivenne affidata alla Guida Luigi Ruppen diMacugnaga, che divenne poi, a seguito diproblematiche e vicende diverse occorsenegli anni 1929/30, solo depositario dellechiavi del Rifugio, mentre ebbe l’incaricodi Gestore nel 1933. Non si hanno altre notizie di questagestione che presumibilmente perduròfino alla fine 1946, subentrando nell’annosuccessivo il cognato: la Guida ZaverioLagger. Ruolo che quest’ultimo ambivagià dal 1929, proposto dal predecessore,quando questi tentennò di fronte alleprocedure per la concessione legale dellacustodia, che la SEM decise di accantonare. Zaverio Lagger visse pienamente levicende della costruzione del rifugio MarioZappa, ed assecondò di buon grado, con icomponenti della sua famiglia, le iniziativedella SEM tese a consentirgli di acquisire laconoscenza e la pratica necessaria allagestione di tutto il compendio. Gestioneche fu condotta in totale sintonia con gliintendimenti della SEM, protesa adivulgare, favorire e sviluppare lafrequentazione del grandioso scenarioofferto da quel versante del Monte Rosa.In proposito la SEM intervenne presso gliEnti Pubblici preposti all’organizzazionedei trasporti locali, al fine di far predisporrei servizi per consentire anche escursionigiornaliere. La collaborazione durò fino alsettembre 1962 e la SEM ne tributòpubblicamente la riconoscenza con unencomio su “Lo Scarpone” di novembre,che ratificò anche il passaggio deltestimone della gestione alla Guida EttoreSchranz.Questi fu subito messo alla prova, nellaprimavera del 1963, ospitando il CorsoNazionale di Scialpinismo organizzatodalla SEM per la celebrazione delcentenario del CAI, ed anche per letempestive ed autonome sistemazionidei danni provocati da una valanga checoinvolse le strutture di entrambe i rifugi,

dimostando di averne particolare curaanche per gli ambiti collaterali come isentieri di accesso o gli itinerari circostanti.La sua gestione durò fino al settembre1966 quando “abdicò” a favore dellefiglie, e per esse ai respettivi mariti: laGuida Piero Jacchini e Teresio Valsesia.Fu loro l’iniziativa di promuovere e didivulgare, a tutte le sezioni del CAI,l’organizzazione di corsi di alpinismopresso i rifugi per incrementarne l’attività,che la SEM accolse con titubanza, per leinterferenze possibili con la ScuolaNazionale di Alpinismo “Silvio Saglio”, purapprezzandone le finalità.Probabilmente i risultati non corrisposerole aspettative e la gestione congiuntaebbe termine alla fine del 1968,proseguendo con Piero Jacchini per il soloanno successivo. Periodo che segnò l ’ inizio di un“tormentone” per il Consiglio della SEM,impotente di fronte alla esiguità di risposteai molteplici annunci sulla stampa sociale,ma anche locale, e nelle istituzioni delluogo per nuove proposte di gestione.Naturalmente vennero prioritariamenteprese in considerazione quelle dei dueaspiranti locali, che non sortirono peròalcun accordo per importanti differenzesui valori economici , mentre le altre nonerano ammissibili. Anche il coinvolgimento diretto di tutte lesezioni CAI, delle Parrocchie e Comunidella Valle, inserzioni sulla stampa di altrelocalità, non sortirono alcuna soluzionepossibile, condizione che maturò ladecisione di chiudere per l’inverno nellasperanza di nuovi sviluppi in primavera.La scelta risultò oculata ed ancor primadella fine della stagione si prospettò lacandidatura di Gianpaolo Bogo diMacugnaga, che nonostante la giovaneetà risultò in possesso dei requisitinecessari e sarebbe subentrato nel 1970.Purtroppo un’improvvisa lunga malattia locostrinse a proporre il subentro temporaneo(un anno) dello zio Guida ErminioRanzoni, gestore del rifugio Paradiso,soluzione accettata di buon grado dalla

Page 20: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa16

SEM avendo già pensato, in precedenza, adun suo possibile coinvolgimento. Situazione casuale che segnò l’inizio di unalunga e proficua collaborazione caratterizzatada importanti lavori di ristrutturazione:rifacimento della terrazza nel 1975 e deltetto nel 1981, nuovo acquedotto nel1983, ma anche da eventi drammaticicome l’inondazione del 1979, che causò ildissesto delle vie d’accesso e la notevoleriduzione dell’attività.La gestione di Erminio Ranzoni cessò allafine del 1983, ma la sua opera continuòcon la figlia Flora, che già da tempo loaiutava integrandosi gradualmente nelruolo, alla quale tramandò l’attaccamento el’esperienza di una professione fino adallora esercitata, nella fattispecie, solo almaschile. La SEM l’accolse con la fiducia sempreaccordata al padre, e non ebbe mai motivodi ricredersi se non per coglierne in ognioccasione ulteriore conferma.Fiducia oltremodo ricambiata dalladisponibilità d’intevenire direttamente ovele risorse della SEM non lo permettevano.Collaborazione che Flora Ranzoni dovettecessare nel 2001, con grande dispiacimentoper comprensibili e giustificati motivi, purvantando l’anticipo per l’opzione di tre annidi gestione. Questi i suoi ricordi .......

Quota ..... ZamboniQueste poche righe non vogliono essere undiario della mia quasi trentennale esperienzaquale gestore del rifugio Zamboni allaPedriola, bensì una breve carellata di ricordie di esperienze di vita legate a persone edavvenimenti, spesso drammatici, di cui sonostata testimone e molte volte partecipe.Il mio aprroccio con l’Alpe Pedriola è iniziatonel 1966, quando da “bofietta”, salivo conimpossibili zaini al rifugio Paradiso, situato inprossimità del lago delle Locce, gestito damio padre Erminio. Successivamente, nel1970 sempre con mio padre, assumemmo lagestione della Zamboni ed è da qui cheinizia la mia esperienza con l’assunzione disempre maggiori responabilità nella nonfacile conduzione di un rifugio di alta

montagna, posto di fronte ad uno degliscenari più imponenti delle Alpi: la pareteEst del Monte Rosa. Sono legati a questoposto i ricordi più vividi e significativi dellamia vita. Come in un caleidoscopio, a volteun pò sfocati dal tempo, mi passano per lamente i visi di persone, gli avvenimenti oratristi ora l ieti , sempre e comunqueaccomunati a questo rifugio ed a questemontagne.Ricordo mio padre, valida ed esperta GuidaAlpina, con gli immancabili scarponi e lamezza sigaretta perennamente accesa, con icerulei occhi spesso rivolti alla suamontagna, pronto a cogliere il faticoso saliredi qualche temerario.Ricordo i primi incerti passi dei miei figli tragli immutabili sassi della Pedriola.Ricordo la salita alla Nordend di mio maritoFausto con il validissimo bolzanino RenzoBetz.Ricordo i valligiani Siro e Guglielmo Belli checaricavano le casere della Pedriola.Ricordo le Guide di Macugnaga, che con leloro imprese sul Rosa, hanno lasciato unatraccia indelebile per coloro che amano “LaParete”.Ricordo i tanti frequentatori del rifugio, moltidei quali sono diventati degli amici.Ricordo l’improbabile pesca alla trotaorganizzata dal Fausto nel laghetto delleLocce, la raccolta delle iscrizioni ed ilnoleggio delle canne da pesca; il Kiss, caneche, a detta del Fausto, era un micidialecacciatore di vipere sui prati della Pedriola.Ricordo gli avvenimenti drammatici:l’esondazione del lago delle Locce di cuisono stata testimone; i morti dellamontagna, alcuni dei quali assiduifrequentatori del Rifugio e miei amicipersonali.Ricordo, infine, gli amici della SEM, i quali mihanno sempre data un fattiva e profiquacollaborazione che, credo, sia stata da partemia ampiamente ricambiata.

Dal 2002 la gestione è affidata a TaniaBettineschi ....... per continuare, con la SEM, lagloriosa storia dei rifugi della Est del MonteRosa: Rodolfo Zamboni e Mario Zappa.

Page 21: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa 17

LA ZAMBONI E LE MUTAZIONIDELLA MONTAGNA

Il luogo ideale per riflettere e vestirci di umiltà(a cura di Teresio Valsesia)

La montagna cambia rapidamente non soloper i "nuovi mattini" tecnici e per le mode, masoprattutto per i gravi mutamenti della suastruttura.Ricordo gli anni ’60, con le code antelucanedelle cordate sulla Grober o sul canalone delPizzo Bianco. Ricordo le mitiche lampade –minuscole stelle mobili – sul canaloneMarinelli e sul "candido sudario" della Est delRosa (per mutuare una locuzioneimmaginifica cara a Ettore Zapparoli).Ricordi, appunto. Da parecchio tempo larealtà fattuale li ha azzerati.È cambiata quindi anche la funzione storicadel rifugio Zamboni - Zappa che per quasimezzo secolo è stato ancorato all’alpinismo"classico", autentico fiore all’occhiello delpiccolo rifugio post bellico ’15-’18 e poi delnuovo ed elegante alberghetto sorto comeattestazione della rinascita economica esociale successiva al secondo conflittomondiale. La vecchia Zamboni e la più giovane gemellaZappa: dalla continuità esemplare almutamento epocale di oggi. Senzadimenticare i fedeli frequentatori dell’"etàdell’oro" (l’ultimo dopoguerra), soprattuttovaresini e intresi che su questo versante delRosa hanno scritto delle pagine entrate nellastoria dell’alpinismo.Cambia la montagna, parecchi degli itineraridi qualche decennio addietro sonorigorosamente "off l imits". Le franesconvolgono e scarnificano la parete delRosa, la cui maestosità non ha nulla dainvidiare ai colossi himalayani.Ora le motivazioni per una bella e sempregratificante escursione alla Zamboni sonolegate più alla ricchezza ambientale e allostraordinario richiamo delle scienze dellaglaciologia e della geologia. Possiamoconsiderarlo anche come il rovescio dellamedaglia delle evidenti e temute mutazionistrutturali in atto.Grazie alla sensibilità dei cacciatori diMacugnaga, da oltre trent’anni la testata

della valle Anzasca è chiusa alla caccia.Questa oasi di protezione faunistica haquindi registrato un’eccezionale crescitanumerica di camosci, stambecchi, caprioli ecervi.Alla Zamboni anche le marmotte sonodiventate una presenza famigliare dagodere spesso a distanza ravvicinata,mentre le smaglianti fioriture di inizio estatecostituiscono un richiamo per gli escursionistiche praticano il camminare come anelito dinuove e remunerative scoperte.Poi, i richiami scientifici. Il ghiacciaio chequasi borda il rifugio – e che un paio di annifa sembrava volerlo aggredire – è uno deipochissimi al mondo in rapida avanzata.Questa dinamica in controtendenza – unitaalla spinta determinata dalla grane franache sta incidendo da tempo la parte centraledella parete del Rosa – ha determinato nel2002 la nascita improvvisa del LagoEffimero, il più grande bacino epiglacialeapparso sulle Alpi. La potenza della natura èpalpabile. Questo è il sito ideale per rifletteree per vestirci di rispetto e umiltà di fronte allagrande montagna.

L ’ A L P E P E D R I O L A O G G I

Nelle belle giornate d’estate, soprattuttodurante le consuete vacanze estive, il verdepianoro che costituisce l’alpeggio ècostellato dalla miriade di colori che portano ituristi, soprattutto vacanzieri in Macugnaga, allaricerca dell’oasi di contemplazione e tranquillitàche il luogo offre, rotta solo dall’immancabilescampanio proprio dei pascoli, dal rumore dellecontinue scariche della parete Est del MonteRosa ed anche dalla eccessiva presenza umana. Ma oggi questa non è l’unica peculiarità delluogo che consente anche di destreggiarsinell’arrampicata, scalando le vie attrezzatedalle Guide di Macugnaga sui grossi massiche consentono difficoltà dal 3° al 6c per unosviluppo fino a 15 m. Senza nulla togliere alle“classiche”, alcune relativamente recenti, dellaPunta Battisti, Pizzo Bianco, Punta Grober eTorrione di Rosareccio. Anche lo sci alpinismo èdi casa con diversi itinerari (tutte le relazioni su: Monte

Rosa di Gino Buscaini delle Guide dei Monti d’Italia - CAI TCI).

Page 22: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB

80° R i fug io Rodol fo Zamboni - 50° R i fug io Mar io Zappa

Notiziario della SEM - Società Escursionisti Milanesi

Direttore responsabile: Luca Arzuffi - Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 129 del 18/02/2000 - Stampato in proprio - Edizione Straordinaria

RIINNGGRRAAZZIIAAMMEENNTTII

La SEM ringrazia tutti coloro che hanno contribuito e collaborato alla realizzazione delleopere che hanno ammodernato i Rifugi, rendendoli più funzionale, accoglienti, emigliorandone la ricettività.Ringrazia altresì, i relatori e collaboratori di questa modesta ricostruzione storica, chevorrebbe significare un punto di riferimento temporale per la storia dei Rifugi.Si scusa per eventuali ed involontari errori ed omissioni, sicuramente imputabili alladocumentazione diponibile a volte carente o di difficile interpretazione.

Page 23: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB
Page 24: SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI C A I · Rifugio Rodolfo Zamboni 1954 - 2004 50° dell’inaugurazione del Rifugio Mario Zappa SOCIETÀ ESCURSIONISTI MILANESI SEZIONE DEL CAI CLUB