Società Giustizia e Sicurezza - Polizia Penitenziaria · WEB E DINTORNI La Cassazione equipara le...

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PoliziaPenitenziaria Società Giustizia e Sicurezza Poste italiane spa spedizione in abbonamento postale 70% Roma AUT MP-AT/C/RM/AUT.14/2008 www.poliziapenitenziaria.it anno XXIV • n. 249 • aprile 2017 2421-2121 Facebook o Speaker’s Corner?

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Facebook o Speaker’s Corner?

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Registrazione:Tribunale di Roma n. 330 del 18 luglio 1994

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Stampa: Romana Editrice s.r.l.Via dell’Enopolio, 37 - 00030 S. Cesareo (Roma)

Finito di stampare: aprile 2017

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

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In copertina: Una pagina Facebook

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CRIMINOLOGIAGli strumenti amministrativi di recupero dalla devianza-criminalità minoriledi Roberto Thomas

MINORIOrdinamento Penitenziario minorile: le inerzie del legislatoredi Ciro Borrelli

DIRITTO & DIRITTIDa fascismo alla Costituzione italiana: la nascita del carcere modernodi Giovanni Passaro

LO SPORTScherma: Federico Vismara oro ai Mondiali di Plovdiv in BulgariaPentatholon: al Cairo, bronzo per Alice Soterodi Lady Oscar

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CINEMA DIETRO LE SBARRESon of a guna cura di G. B. de Blasis

WEB E DINTORNILa Cassazione equipara le Vittime del Doverealle Vittime del terrorismo e della criminalitàdi Federico Olivo

CRIMINI & CRIMINALILa mattanza delle donne anzianedi Pasquale Salemme

SICUREZZA SUL LAVOROD. Lgs. 81/2008: I luoghi di lavorodi Luca Ripa

COME SCRIVEVAMOIl suicidio. Breve storia del “mal di vivere”di Assunta Borzacchiello

Per ulteriori approfondimenti visita il nostro sito e blog:www.poliziapenitenziaria.it

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Il S.A.P.Pe. è il sindacato più rappresentativo del Corpo di

Polizia Penitenziaria

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Chi vuole ricevere la Rivista al propriodomicilio, può farlo versando uncontributo per le spese di spedizionepari a 25,00 euro, se iscritto SAPPE,oppure di 35,00 euro se non iscritto alSindacato, tramite il conto correntepostale numero 54789003 intestatoa: POLIZIA PENITENZIARIA SocietàGiustizia e Sicurezza Via Trionfale,79/A - 00136 Roma, specificandol’indirizzo, completo, dove va spedita larivista.

Edizioni SG&S

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EDITORIALECarceri e sanità, intesa del Sappe con i medici aderenti allo SMIdi Donato Capece

IL PULPITOQualcuno crede che Facebook sia come lo Speaker’ Corner di Hyde Parkdi Giovanni Battista de Blasis

IL COMMENTORems, se qualcuno avesse raccolto i nostri allarmi...di Roberto Martinelli

L’OSSERVATORIO POLITICOVigilanza dinamica e affettività in carcerediventano leggedi Giovanni Battista Durante

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Donato CapeceDirettore Responsabile

Segretario Generale del Sappe

[email protected]

L’EDITORIALE

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avorire il confronto tra PoliziaPenitenziaria e medici permigliorare le condizioni di

vivibilità di chi in carcere lavora e vi èristretto. Sono le basi dell’intesa sancita a Romail 19 aprile scorso dai poliziottiaderenti al Sindacato Autonomo PoliziaPenitenziaria SAPPE ed i mediciaderenti al Sindacato Medici ItalianiSMI, rappresentati dal SegretarioGenerale Pina Onotri.

Si è trattato di un momento diconfronto molto costruttivo edimportante, a sancire una prossimacollaborazione sul delicato tema dellasanità in carcere finalizzata agarantire adeguatamente il diritto allasalute per i detenuti e tutela a chiopera in prima linea nei nostri istitutipenitenziari: polizia, medici epersonale sanitario.Non va infatti trascurato comeautorevoli studi scientifici abbianoevidenziato che, nel corso del 2015,sono transitati all'interno dei 195istituti penitenziari italiani quasicentomila detenuti, per l'esattezza99.446 individui. Sulla base di numerosi studi nazionalidi prevalenza puntuale, si stimapossano essere circa 5.000 gli HIV

Nella foto:la consegna al

Segretario Generale SMI,Pina Onotri,

della medagliacommemorativadei 25 anni della

fondazione del Sappe

F positivi, circa 6.500 i portatori attivi delvirus dell'epatite B e circa 25.000 ipositivi per il virus dell'epatite C. Uno dei problemi principali è checirca la metà di costoro sono ignaridella propria malattia, ovvero non sisono dichiarati tali ai servizi sanitaripenitenziari. E' inoltre scientificamente dimostratoche la trasmissione di queste infezioni(HIV-HBV-HCV) è 6 volte più frequenteda pazienti inconsapevoli rispetto aquelli che ne sono a conoscenza.Eppure, nonostante la gravità di questecifre, la “sorveglianza sanitaria”,ovvero una visita di controllo finalizzataa verificare lo stato di salute deidipendenti, viene effettuata solamentenei confronti di circa il 30% delpersonale dei quali il 70% sonovideoterminalisti ed il restante 30%riguarda prevalentemente chi è espostoa rischi quali agenti chimici o rumore. Eppure è noto a tutti che in materia diigiene e sicurezza sul lavoro, laCostituzione italiana (articoli 2, 32 e41) prevede la tutela della personaumana nella sua integrità psico-fisicacome principio assoluto ai fini dellapredisposizione di condizioniambientali sicure e salubri. Partendo da questi imprescindibiliprincipi costituzionali, abbiamoritenuto importante incontrare i mediciaderenti al SMI, nella persona di PinaOnotri, per creare una collaborazionesul tema sanità e carcere che coinvolgae migliori le condizioni di salute e diintervento sanitario per poliziotti,medici, personale sanitario e detenuti.L’auspicio del Sindacato AutonomoPolizia Penitenziaria, dunque, è chequesta preziosa e importantecollaborazione con il Sindacato MediciItaliani SMI si traduca in interventi eproposte concrete per migliorare lecondizioni di salute di tutti coloro chein carcere lavorano o sono detenute.

Carceri e sanità, intesadel Sappe con i mediciaderenti allo SMI

alla metà dell’ottocento (piùprecisamente dal 1855) aLondra, in un angoletto

dell’Hyde Park (appunto un corner),chiunque può salire su un pulpitoartigianale (una cassetta, una sedia ouna scaletta) e parlare in pubblico diqualsiasi argomento.Tuttavia, contrariamente alle credenzepopolari, non esiste un’immunità perchi parla, anche se le Autorità tendonoad essere tolleranti ed intervengonosolo se ricevono una denuncia.Ebbene, qui in Italia, da qualche annoa questa parte, più di qualcuno credeche scrivere un post su una paginaFacebook sia come salire su unacassetta nello Speaker’s Corner diHyde Park e cominciare a recitaresermoni urbi et orbi.Nel solco di questa nuova moda, sononate alcune pagine Facebook per esulla Polizia Penitenziaria, da cuianonimi fustigatori di usi e costumi,lanciano anatemi contro tutto e tutti eimpartiscono lezioni di new deal e dipoliticamente corretto.Ancora tuttavia, contrariamente allecredenze popolari, anche sui socialnetwork non esistono immunità perchi scrive e la libertà di scribacchiarequel che si vuole contro chiunque sivuole, dura soltanto fino a quandoqualcuno presenta una denuncia percalunnia o diffamazione allacompetente autorità giudiziaria.Spesso alla denuncia si accompagnaanche una richiesta di oscuramentodella pagina incriminata (...un po’come quando la polizia londinese siporta via qualcuno da Hyde Park perimpedirgli di continuare a offendere eingiuriare qualcun altro).Talvolta mi è capitato (su segnalazionedi qualche collega) di andare aleggere alcuni scritti di queste paginee ho, così, avuto modo di prenderecoscienza del fenomeno.Mi sembra abbastanza evidente comequeste pagine (una in particolare)usino il nome e l’immagine dellaPolizia Penitenziaria per declinare suFacebook il populismo piùconvenzionale, quello alla “...pioveGoverno ladro!” per capirci,finalizzato ad intercettare il consensodei colleghi più scontenti e cercando

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Giovanni Battistade BlasisDirettore EditorialeSegretario Generale Aggiunto del Sappe [email protected]

IL PULPITO

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di orientare alla protesta i colleghi piùmoderati.In altre parole, una versione web di uncerto tipo di giornalismo improntatoalla spasmotica ricerca delle magagnedell’avversario (ricordate la barzellettadel tizio che uccideva il leone dentroal supermercato e che da eroediventava malfattore quando rivela lasua fede politica? ...quello che neltitolo divenne “Picchiatore fascistauccide leone indifeso”?).Beh, queste pagine Facebook (una inparticolare) mi fanno proprio pensareal “Picchiatore fascista uccide leoneindifeso” ...Tempo fa, in un mio editoriale,raccontai una storiella di Fedro inrelazione a un nostro collegasindacalista che da tanti anni ha“sposato” la politica del populismosindacale.La favoletta di Fedro è davvero calzanteanche a proposito di certe pagineFacebook radical-populiste, come sipuò facilmente desumere rileggendoqualche stralcio del mio articolo.«C’era una volta un calzolaio inespertoche, a causa della sua mal destrezza,non aveva clienti e finì in miseria. Per non morire di fame, il calzolaioescogitò un raggiro: si trasferì in unanuova città dove era sconosciuto e,sotto falso nome, si fece passare perun famoso medico. Con argutiespedienti, e grazie all’abilitàdialettica, spacciò come sua grandespecialità un antidoto contro ogni tipodi veleno. Purtroppo per lui, però, ilRe di quella città cadde molto malatoe, sentita la sua fama, lo mandò achiamare per farsi curare. Giunto alcospetto del Re, questi volle metterloalla prova e lo invitò a bere unpotentissimo veleno per dimostrare,poi, l’efficacia dell’antidoto su sestesso. A quel punto, terrorizzato dallaprova e dalla paura di morire, il

scagionato completamente da ogniaccusa, rimase sempre colpevolenell’immaginario collettivo, tanto cheil suo nome a Roma viene spessousato come sinonimo di mostro.Tempo fa mi sono imbattuto in unafantastica vignetta di Mafalda (laragazzina disegnata da Quino) chesosteneva: “ ...se critichi tutti nonhai mai pensato di essere tu ilproblema?”Peraltro, da quello che ho potuto

leggere su certe pagine Facebook,rigoriste e pretenziose, non c’èscrupolo o remora a superare i limitidella rispettabilità altrui finendospesso, a mio avviso, per debordarenel reato di diffamazione.Credo che, in qualche caso specifico,non sia difficile prevedere che, come ibobbies londinesi che arrivano aportarsi via oratore e cassetta dalloSpeaker’s Corner, molto prestopotrebbe arrivare la Polizia Postale aportarsi via pagina Facebook e webmaster dall’Hyde Park virtuale dellaPolizia Penitenziaria.Alfine, però, come dimenticare quelche scrisse il Divin Poeta nel XXIXcanto dell’Inferno: “...credo ch’unspirto del mio sangue pianga lacolpa che là giù cotanto costa” che,detto in altre parole, vorrebbe dire“...chi è causa del suo mal pianga sestesso”.

Qualcuno crede che Facebook sia come lo Speaker’s Corner di Hyde Park

ciabattino confessò l’inganno e spiegòdi essere diventato medico famoso nonper le sue capacità ma per l’ingenuità ela credulità della gente.Dopo la confessione, il Re convocòtutta la cittadinanza sotto al Palazzoreale.“Quanta stoltezza aleggia in questacittà” disse alla folla “se tutti hannomesso la propria vita nelle mani dicolui al quale nessuno volevaaffidare nemmeno i propri piedi. Lavostra ingenuità è davvero un affareper chi non ha scrupoli adapprofittarne”.»Credo che questa favoletta di Fedro,ripresa da un precedente racconto diEsopo, rappresenti in maniera chiaraed evidente l’indole di certi personaggiche, incapaci di fare qualcosa diconcreto e costruttivo, si servono dellamistificazione, della tendenziosità e delsotterfugio per cercare di manipolarela realtà e presentare se stessi agli altriper quello che non sono e nonsaranno mai. Di solito, questi individuicercano di migliorare sempre più lapropria eloquenza, per riuscire meglioad ingannare gli altri. Quasi semprecostoro sono maestri della critica,perché criticare gli altri è di gran lungapiù facile di fare qualcosa di concreto.Non a caso si dice che “la critica èl’arte di chi non sa fare”.Certi soggetti ricorrono continuamentealla critica perché vorrebbero che glialtri fossero diversi da quello chesono, nella consapevolezza che loronon potranno essere mai alla loroaltezza.Non a caso, Nietzsche diceva che più ciinnalziamo e più sembriamo piccoli aquelli che non possono volare.Purtroppo, però, qualche volta lecalunnie e le maldicenze non cilasciano indenni. Basti pensare a casicome quello di Girolimoni...Girolimoni, nonostante fosse stato F

Nella foto:Totò in unafamosa scenadel filmGli onorevoli

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realizzato dall’Associazione A BuonDiritto. Gli ospedali psichiatricigiudiziari (Opg), pensati peraccogliere persone con disagiomentale autori di reato, nascono nel1978 con la legge 180 di riforma dellapsichiatria che prende il nome diFranco Basaglia, la quale ha abolito icosiddetti manicomi civili. Nel corsodegli ultimi anni si è avvertita semprepiù forte l’esigenza di superare gli Opgdotandosi di luoghi diversi per la curae la custodia di autori di reato coninfermità mentale, e la Commissioned’inchiesta sul sistema sanitarionazionale presieduta dal SenatoreIgnazio Marino nella XVI legislatura hafornito dati utili per procedere inquesto senso. La “Relazione sullecondizioni di vita e di cura all’internodegli ospedali psichiatricigiudiziari” documentò, grazie a seguitodi numerose visite ispettive effettuate,“gravi e inaccettabili carenzestrutturali e igienico sanitarie” oltreall’utilizzo di pratiche, come lacontenzione meccanica efarmacologica, “lesive della dignitàumana”. Nel 2012, con la legge 17 del 9febbraio, vennero date disposizioni peril definitivo superamento degliospedali psichiatrici giudiziari –facendo seguito a quanto già previstodal DPCM del 1° aprile 2008 – e vennefissato il termine del 31 marzo 2013per la creazione delle nuove strutture eil definitivo trasferimento di quantidovevano scontare una misura disicurezza. Leggi successive rinviaronola chiusura definitiva degli Opg al 31marzo 2015, data entro la quale leRegioni avrebbero dovuto dotarsi diResidenze per l’esecuzione dellemisure di sicurezza sanitaria (Rems),sostitutive delle vecchie strutture. Al luglio 2016, la situazione era laseguente: sono stati chiusi gli Opg di

Napoli Secondigliano, Reggio Emilia eAversa, mentre sono ancora infunzione quelli di Barcellona Pozzo diGotto e Montelupo Fiorentino. Il sesto Opg, quello di Castiglione delleStiviere, ha semplicemente cambiatonome trasformandosi in Rems ma, coni suoi 200 internati, parve essere innetto contrasto con lo spirito dellalegge di riforma e con la previsione diun numero molto contenuto dipersone ospitate all’interno di ogniResidenza. Un’altra importante novità èstata rappresentata da una modificaintrodotta nella legge 81 del 2014, laquale stabilì una durata massima perle misure di sicurezza – primaprorogabili perpetuamente – che nonpossono superare la condannamassima comminabile agli imputabili. Come primo e più rappresentativoSindacato del Corpo di PoliziaPenitenziaria, il SAPPE affermò fin dasubito l’esigenza di avere certezze sutale riforma strutturale e legislativa,anche in relazione al futuro lavorativodei poliziotti impegnati negli Opg.Venne evidenziato che se il percorso diriforma e superamento degli Ospedalipsichiatrici giudiziari fosse stato lostesso che, dall'oggi al domani, trasferìla sanità penitenziaria al serviziosanitario nazionale vi sarebbe stato diche preoccuparsi. Scrivemmo:"Troppo semplice dire chiudiamo gliOspedali Psichiatrici Giudiziari. Epoi? Quel che serve sono strutture direclusione con una progettualità taleda garantire l'assistenza ai malati ela sicurezza degli operatori. Non dimentichiamoci che tempo fain Sicilia, nel VI Repartodell'Ospedale Psichiatrico diBarcellona Pozzo di Gotto, uninternato nigeriano in osservazioneha aggredito un nostro Ispettore diPolizia Penitenziaria e gli hastaccato con un morso la falangedella mano destra. Gli OspedaliPsichiatrici Giudiziari hannorisentito nel tempo dei molti tagli ailoro bilanci. Ma colpevole è ancheuna diffusa e radicata indifferenzadella politica verso questa gravespecificità penitenziaria".Sarebbe stato allora necessario,dicemmo ancora, che i politici, a tutti i

Rems, se qualcunoavesse raccolto inostri allarmi...

IL COMMENTO

Roberto MartinelliCapo Redattore

Segretario Generale Aggiunto del Sappe [email protected]

icordate quando le ‘animepie’, garantiste e radical chic,tuonavano, un giorno sì e

l’altro pure, sulla necessità di superaregli Ospedali psichiatrici giudiziari perla loro inadeguatezza strutturale efunzionale? E ricordate cosa disseallora il SAPPE al riguardo, ossia cheun pur giusto e legittimo cambiamentoavrebbe comunque dovuto tenereconto delle esigenze di sicurezza edella particolarità delle personeristrette, malati ma comunqueresponsabili di gravi fatti dicriminalità?

Ebbene, un recente monitoraggio delConsiglio superiore della magistraturasugli effetti della riforma dai verticidegli uffici giudiziari ha fatto emergereun quadro definito "preoccupante"per l'esiguo numero di postidisponibili nelle strutture che hannopreso il posto degli Ospedalipsichiatrico giudiziari. Il presidente del tribunale diSorveglianza di Catania si è spintooltre, affermando tra l’altro:"Ammalati psichiatrici gravi,violenti e socialmente pericolosivagano nel territorio". E situazionisimili sono state registrate in varieparti d'Italia.Ma facciamo un passo indietro econtestualizziamo i fatti, anche conl’aiuto del primo Rapporto sullo statodei diritti in Italia, progettato e

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Nella foto: una stanza di detenzione

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IL COMMENTO

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livelli, invece delle solite passerelle acui si accompagnavano puntualmenteanatemi e demagogie quantoestemporanee soluzioni, si fossero fatticarico del loro ruolo istituzionale,mettendo le strutture psichiatrichenelle condizioni di poter svolgere almeglio il loro lavoro, poiché lecondizioni disumane in cui versano gliO.P.G. erano il frutto di una volutaindifferenza della società civile, deipolitici, ma anche dei verticidell'Amministrazione penitenziaria.Ribadisco per evitare fraintendimenti estrumentalizzazioni: gli ospedalipsichiatrici giudiziari erano statidefiniti dal Consiglio d’Europa «luoghidi tortura» e dunque il lorosuperamento rappresentava in primisuna doverosa svolta di civiltà, ma ilSAPPE intese porre subito la questionesicurezza: è possibile ospitare unapersona che ha compiuto azionicrudeli ed è definita daigiudici «pericolosa», in un luogo chepuò lasciare con tanta nonchalance?Ciò detto, con l’approvazione dellalegge 30 maggio 2014 n. 81, si diedel’avvio ad un nuovo tassello dellariforma dell’assistenza psichiatrica inItalia, iniziata con la legge 180 del1978 (legge Basaglia), che prevedevaappunto la chiusura degli ospedalipsichiatrici giudiziari (OPG) e lacontestuale attivazione delle REMS(residenze per l’esecuzione dellemisure di sicurezza). Ma subitoemerse il problema, ovvio e palese, giàevidenziato dal SAPPE: il ruolo di«custodia» che medici e infermieriavrebbero dovuto esercitare nelleREMS, evitando di compromettere laprofessionalità del personale medico einfermieristico ma allo stesso tempogarantendo ai pazienti le cure migliori,nonché la sicurezza tout court dellenuove strutture. Lo rilevarono anchealcuni parlamentari del Gruppo5Stelle, firmatari ad agosto 2015 (!) diuna interrogazione al Ministro dellaSanità rimasta ad oggi senza riscontro. Non fu raccolta la denuncia del SAPPE,non furono ascoltate le Associazioni dicategoria di medici ed infermieri, nonvennero raccolte i rilieviparlamentari... Ed oggi arriva,impietosa, la denuncia del Csm:

Nella foto: una Rems

“Dopo la chiusura degli Opg, le Remssono piene e i criminali malatimentali restano liberi”.Oggetto del lavoro sono le Rems,ovvero le residenze per l’esecuzionedelle misure di sicurezza nate con lachiusura degli Ospedali psichiatricogiudiziario: strutture che, in molteparti d’Italia, sono piene. Risultato:responsabili anche di “gravissimireati di sangue”, ma prosciolti perinfermità mentale, vagano liberi inalcune zone del Paese perché non c’èposto nelle Rems. Il quadro preoccupante, come detto,emerge da un monitoraggio condottodal Consiglio superiore dellamagistratura, che haraccolto informazioni sugli effetti dellariforma dai vertici degli ufficigiudiziari. Il problema della carenza diposti in queste strutture, conl’inevitabile formazione di liste d’attesaper l’accettazione di nuovi pazienti, èdiffuso. Ma in certe realtà è una veraemergenza. Come nel distrettodi Catania: l’unica Rems, a Caltagirone,ha appena venti posti letto adisposizione, già da tempo occupaticon ammalati psichiatrici provenientiin gran parte dalle vecchie strutturecarcerarie abolite. Il risultato di questa situazione lodescrive proprio il presidentedel tribunale di sorveglianza: “Vaganonel territorio ammalati psichiatricigravi, violenti e socialmentepericolosi”, per i quali è statodisposto il ricovero nelle Rems, “inattesa che si rendano disponibiliposti” presso queste strutture. È allarme anche in Puglia, una regionepopolosa ma che dispone soltanto dueRems per un totale di appena 38 posti.La loro limitatezza è fonte di rischio,segnala il Pg di Bari, perché si traducenella “presenza sul territoriodi soggetti autori anche digravissimi reati di sangue che,affetti da patologie psichiatricheanche valutate di alta pericolosità,non sono stati ricevuti da alcunaRems per indisponibilità di postiuna volta recuperata la pienalibertà”. Pure a Napoli per carenza didisponibilità di posti sono “molte” lemisure di sicurezza in attesa

di esecuzione. Ma così, rileva ilpresidente del tribunale, “non siriesce né a garantire la curadella malattia psichiatrica né adassicurare la difesa sociale”. Criticitàanaloghe si registrano a Roma, dove ilpresidente del tribunale avverte:il ritardo nell’esecuzione delle misuredi sicurezza espone a “gravi pericoli”la collettività e le vittime di reato. E a Firenze, dove “l’indisponibilità diun sufficiente numero di posti nellestrutture esistenti nel territoriotoscano – nota il Pg – impedisce diprocedere all’applicazionedella misura, rimasta in diversi casiinseguita per non breve tempo”.Non solo posti contingentati: nelleRems c’è anche un problemadi inadeguatezza della sorveglianzainterna e esterna. A Caltagirone cisono state aggressioni al personaleinfermieristico ed “episodi diallontanamento dalla struttura degli

ospiti ricoverati”, come segnala il Pgdi Catania. E altre tre fughe (ma gliospiti sono stati poi rintracciati) sisono verificate a Bologna. Anche aGenova, dove esiste una Rems nelquartiere di Prà, si sono contate treevasioni in un mese e mezzo, l’ultimadelle quali conclusa tragicamente.L’uomo fuggito dalla Rems di Prà, abordo di una moto, è morto infattiinvestito in autostrada sulla A26.C’è allora l’urgente necessità di porrerimedio a questa grave situazione, aquesta diffusa inadeguatezza, conl’assunzione di adeguati provvedimentinormativi. Ma con altrettanta fermezzava stigmatizzato il comportamento dichi, preavvisato di quel che sarebbepotuto accadere (ed è poi accaduto),ha quantomeno sottovalutato leprevedibili conseguenze. F

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penale esterna; • previsione di misure per rendere piùefficace il sistema dei controlli, anchemediante il coinvolgimento dellaPolizia Penitenziaria; • eliminazione di automatismi e dipreclusioni che impediscono ovveroritardano, sia per i recidivi sia per gliautori di determinate categorie di reati,l’individualizzazione del trattamentorieducativo e la differenziazione deipercorsi penitenziari in relazione allatipologia dei reati commessi e allecaratteristiche personali delcondannato, nonché revisione delladisciplina di preclusione dei beneficipenitenziari per i condannati alla penadell’ergastolo, salvo che per i casi dieccezionale gravità e pericolositàspecificatamente individuati ecomunque per le condanne per i delittidi mafia e terrorismo ancheinternazionale;• previsione dell’esclusione delsanitario dal consiglio di disciplinaistituito presso l’istituto penitenziario;• riconoscimento del diritto allaaffettività delle persone detenute einternate e disciplina delle condizionigenerali per il suo esercizio;

L’OSSERVATORIO POLITICO

Giovanni BattistaDurante

Redazione PoliticaSegretario Generale Aggiunto del Sappe

[email protected]

Vigilanza dinamica e affettività in carcere diventano legge

8 • Polizia Penitenziaria n.249 • aprile 2017

• eliminazione di ogni automatismo epreclusione per la revoca o per laconcessione dei benefici penitenziari,in contrasto con la funzionerieducativa della pena e con ilprincipio dell’individuazione deltrattamento;• previsione di norme volte al rispettodella dignità umana attraverso laresponsabilizzazione dei detenuti, lamassima conformità della vitapenitenziaria a quella esterna, lasorveglianza dinamica;• revisione del sistema delle peneaccessorie improntata al principiodella rimozione degli ostacoli alreinserimento sociale del condannatoed esclusione di una loro duratasuperiore alla durata della penaprincipale.Per quanto riguarda le modifiche alcodice penale il legislatore, all’articolo1, introduce l’istituto dell’estinzionedel reato per condotte riparatorie. Si prefigge, inoltre, di incrementare ilimiti minimi di pena per alcuni reati,come lo scambio elettorale politicomafioso, il furto in abitazione e quellocon strappo, la rapina, l’estorsione.Altre proposte di modifiche

l disegno di legge n. 4368,presentato dal Ministro AndreaOrlando, di concerto con i

ministri Alfano e Padoan apportasostanziali modifiche ai Codici penalee di procedura penale, nonchéall’Ordinamento penitenziario.Per quanto riguarda le modificheall’Ordinamento penitenziario illegislatore, tra i principi e criteridirettivi di cui si dovrà tenere contonella predisposizione dei decretilegislativi, ha previsto:• la revisione delle modalità e deipresupposti di accesso alle misurealternative sia con riferimento aipresupposti soggettivi sia conriferimento ai limiti di pena, al fine difacilitare il ricorso alle stesse, salvoche per i casi di eccezionale gravità epericolosità e in particolare per lecondanne per i delitti di mafia eterrorismo anche internazionale; • previsione di una necessariaosservazione scientifica dellapersonalità da condurre in libertà,stabilendone tempi, modalità esoggetti chiamati a intervenire; • integrazione delle previsioni sugliinterventi degli uffici dell’esecuzione

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LIBRI PER CONCORSI

In data 7 aprile 2017, il Ministero della Giustizia ha pubblicatoil concorso pubblico, per titoli ed esami, per il reclutamentodi complessivi 540 allievi agenti del Corpo di PoliziaPenitenziaria del ruolo maschile e femminile, riservato aisensi dell'articolo 2199, comma 7-bis, del decreto legislativo15 marzo 2010, n. 66, ai volontari in ferma prefissata di unanno o quadriennale ovvero in rafferma annuale, in servizioo in congedo. Lo svolgimento della prova d’esame consiste in una provascritta, vertente su una serie di domande a rispostasintetica o a scelta multipla, relative ad argomenti dicultura generale e a materie oggetto dei programmi dellascuola dell'obbligo.Il volume edito da NLD Editore costituisce un validostrumento per la preparazione alla prova scritta delConcorso. Per ciascuna materia, vengono trattate in maniera chiara edesaustiva le nozioni teoriche essenziali, in modo tale dafornire al candidato la possibilità di apprendere rapidamentei concetti e di ripassare velocemente i contenuti oggetto distudio.Le discipline trattate sono: Italiano (Letteratura + Linguaitaliana), Storia, Geografia, Matematica, Educazionecivica, Scienze.Il volume si compone, inoltre, per ciascuna materia trattatateoricamente, di una sezione dedicata alle batterie didomande a risposta multipla che prevedono quattro opzionidi soluzione fra le quali viene indicata la risposta corretta. Completa il volume, aggiornato ad aprile 2017,l’innovativo simulatore online con il quale è possibileesercitarsi con batterie di domande a risposta multipla,aventi ad oggetto ciascuna delle materie oggetto del volume,consultabile con apposita password presente nel retro delvolume.

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Allievi Agenti di Polizia Penitenziaria

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riguardano la sospensione el’interruzione della prescrizione, laprocedibilità a querela di parte per laviolenza privata, ad eccezione dei casiin cui la persona offesa sia unincapace, per età o per infermità dimente, ricorrano circostanzeaggravanti ad effetto speciale, ovveroquelle indicate nell’art. 339 delCodice penale, nei casi di reati controil patrimonio, se il danno arrecatoalla persona offesa sia di rilevantegravità. Inoltre, si prevede una revisione dellemisure di sicurezza personali. Il legislatore si prefigge anche diporre rimedio ad un vuoto normativo,riguardante l’istituzione delle REMS,dopo la chiusura degli ospedalipsichiatrici giudiziari. La legge vigente, infatti, non consenteil ricovero nelle REMS, per i soggettila cui infermità sia sopravvenutadurante l’esecuzione della pena. Il disegno di legge 4368 prevede cheil ricovero possa essere dispostoanche nel caso di infermitàsopravvenuta, nonché per gli imputatisottoposti a misure di sicurezzaprovvisorie e di tutti coloro per i qualioccorra accertare le relativecondizioni psichiatriche, qualora lesezioni degli istituti penitenziari allequali sono destinati non siano idonee,di fatto, a garantire i trattamentiterapeutico-riabilitativi, conriferimento alle peculiari esigenze ditrattamento dei soggetti e nel pienorispetto dell’articolo 33 dellaCostituzione. Per quanto riguarda le modifiche alCodice di procedura penale vale lapena notare, per quanto riguarda ladiretta incidenza sul sistemapenitenziario e, quindi, sul nostrolavoro, la partecipazione a distanzaalle udienze dibattimentali, di coloroche si trovano in carcere per i reatiindicati nell’articolo 51, comma3-bis,nonché nell’articolo 407, comma 2,lettera a), numero 4, del codice diprocedura penale. Si tratta, sostanzialmente, dei reati dicriminalità organizzata, di terrorismoe altri di particolare gravità. Tale possibilità è estesa anche aicollaboratori di giustizia.F

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Roberto ThomasDocente del

corso di formazione in criminologia minorile

de La Sapienza Università di Roma

Già Magistrato minorile

Michela BattiloroAvvocato

[email protected]

CRIMINOLOGIA

Gli strumenti amministrativi di recupero dalla devianza-criminalità minorile

10 • Polizia Penitenziaria n.249 • aprile 2017

toricamente la rieducazionedei minorenni “traviati” (conuna connotazione

eccessivamente moralistica che lietichettava negativamente per tutta laloro vita) avveniva, a seguitodell'entrata in vigore del RegioDecreto Legislativo n. 1404 del 1934,istitutivo dei Tribunali per i minorenni,attraverso i centri di rieducazione (giàdenominati “istituti di educazione ecorrezione” nell'articolo 53 delCodice Penale Zanardelli del 1889 ),

dislocati in varie regioni d'Italia,dipendenti dal ministero di Grazia eGiustizia (secondo la denominazionedell'epoca, attualmente,semplicemente Ministero dellaGiustizia) che accoglievano bambinidai nove anni in su, consideratimonelli o discoli per aver marinato lascuola, ovvero vagabondi checommettevano dei piccoli furti ofrequentavano cattive compagnie,segnalati dalla polizia o ai carabinierid'ufficio o su richiesta dei lorogenitori, parenti o istituti dibeneficenza.Insomma si trattava generalmente di

bambini, più che “irregolari dicondotta”, afflitti dall'estrema povertàeconomica e morale delle lorofamiglie di origine, quindi bimbi“poveri” che restavano nei predettiCentri fino alla maggiore età,imparando uno dei mestieririgidamente incasellati in quelli delfabbro, del falegname, del sarto o delcalzolaio, oltre allo studioobbligatorio delle cinque classielementari (che era una grossainiziativa culturale, se si pensa all'alto

tasso di analfabetismo esistenteall'epoca in Italia).I mestieri precitati venivano insegnatidai maestri d'arte, che sovente eranogli stessi agenti di custodia, sotto lasupervisione di un censore che di fattoera anche il comandante degli agentidi custodia.La carenza di questi Centri consistevanel fatto che erano sovraffollati diragazzi conviventi promiscuamente,fra i nove e i ventuno anni (età,quest’ultima, con cui fino alla riformadel diritto di famiglia del 1975 siraggiungeva la maggiore età), conimmaginabili ricadute negative dovute

all'anomia e alla prevaricazione deipiù grandi , anche potenziali maestridel crimine per i più piccoli, come giànotato da Cesare Lombroso alla finedel 1800 nel suo libro “L'uomodelinquente”.Quindi, con la circolare n. 3935/2405dell'otto febbraio1951 del Ministero diGrazia e Giustizia, istitutiva di unprogetto pilota di un primo serviziosociale a Roma “destinato alleindagini sulla personalità sociale edaltri compiti relativi alla assistenzae alla rieducazione dei minorenni”,si avviò l'istituzione di un serviziosociale che sarebbe statoregolamentato dalla legge 25 luglio1956 n.888, che ampliava le funzionidei Centri di Rieducazione per iminorenni che coordinavano ulterioriservizi quali gli istituti di osservazione,i gabinetti o istituti medico-psico-pedagogici, le case di rieducazione, ifocolari di semilibertà e pensionatigiovanili , i riformatori giudiziari e leprigioni scuola.L'attività del servizio socialeterritoriale ( dipendente direttamentedagli enti locali comunali ) è unafunzione amministrativa diretta allarealizzazione d'interventi “per laprevenzione, il sostegno e ilrecupero delle persone, famiglie,gruppi e comunità in situazioni dibisogno e di disagio” ai sensidell'ordinamento professionaledisciplinato dalla legge 23 marzo 1993n.84. Tra di essi, per la loro peculiareimportanza, svettano quelliamministrativi di recupero in favoredi soggetti minorenni devianti ingenerale, ovvero soggetti aprovvedimenti delle autoritàgiudiziaria minorili nel campo dellacompetenza civile e amministrativa (exart.23 lett. C del D.P.R. 2 luglio 1977n. 616 con cui si trasferirono le

S

Nella foto:il monello delfilm di Chaplin

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CRIMINOLOGIA

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competenze in materia di assistenzaminorile dallo Stato agli enti locali) epenale, in raccordo con i serviziminorili distrettuali , dipendentidirettamente dal Ministero dellagiustizia (ex art. 6 D.P.R. 22 settembre1988 n. 448).Siffatta attività viene espletata da unapluralità di figure professionali, qualiassistenti sociali, psicologi , educatori,sociologi, nonché medici, qualipsichiatri e neuropsichiatri infantili, edovrebbe essere coordinata conl'attività assistenziale degli altriorganismi pubblici e privati, qualiquelli di volontariato regolati dallalegge quadro 11 agosto 1991 n. 256.L'assistente sociale (attualmentefornito di un diploma rilasciatodall'università ex art. 9 D.P.R. 18marzo 1982 n. 162) è diventato nellaprassi l'interlocutore istituzionale deltribunale per i minorenni, soprattuttoper i provvedimenti di urgenza,previsti nell'ultimo comma dell'art.336 del codice civile, dove lo informadirettamente, senza neanche il filtrodell'ufficio del p.m. minorile, dellegravi situazioni di disagio minorile.Deve pertanto sottolinearsi ladelicatezza del suo ruolo, soprattuttoin relazione al contenuto dellerelazione sociali, da lui redatte nelcampo amministrativo, checontengono dati personali , familiari esociali del minore che confluiscononel procedimento giudiziario senza legaranzie formali della testimonianza odella consulenza tecnica, rimanendoagganciate esclusivamente all'elevatasoggettività propria dellaprofessionalità del singolo operatoresociale.Tali dati costituiscono delle vere eproprie prove “bloccate” perl'impossibilità , nella maggior parte dicasi, che le parti private, la difesa e lostesso pubblico ministero minorilepossano controbatterle, acquisendodelle diverse fonti informative.Deve rilevarsi che una politica direcupero minorile dalla devianzapotrebbe far sì che numerosesituazioni di disagio minorile nondivengano di competenzaamministrativa dei tribunali per iminorenni attraverso la segnalazione

dei servizi sociali. Invero la comunitàlocale, di cui i servizi sono espressionequalificata, gode di migliori spazi dimediazione dei conflitti minorili efamiliari, considerata la sua naturaessenzialmente non autoritativa, adifferenza di quella giudiziaria. Inverol'ingresso dei magistrati minoriliall'interno di dinamiche familiari giàcompromesse, viene spesso vissuto daisuoi componenti, in particolare isoggetti minorenni, come unintervento sanzionatorio, anche sequesto ultimo sia oggettivamente piùche giustificato.Qualora gli indirizzi di politica socialecontribuissero a creareun'informazione più diffusa ecapillare, il lavoro che sovente gliassistenti sociali svolgono su mandatodei giudici minorili potrebbe essererealizzato, invece in via preventiva,senza cioè l'ordine dell'autoritàgiudiziaria, e, pertanto in un clima direciproca fiducia con le famiglie deiminori interessati.E' rilevante osservare che gli aspettistrutturali dei problemi sociali sonointrinsecamente legati al modello disviluppo socio-economico vigente inuna determinata realtà storica.Pertanto per le scienze sociali , piùche per altre scienze, si pone ilproblema del loro rapporto con lapolitica sociale. La comunicazione fraoperatori tecnici e politici deve esserecircolare , nel senso che le tendenzeespresse dalla programmazione di unavalida politica sociale incidono siasugli orientamenti dellaprofessionalità , del metodo e deglistrumenti degli operatori sociali, inuna parola sul loro modello operativo.Accanto a tale problema esiste anchequello della necessità di promuoveredelle modalità reciproche diconoscenza fra i diversi partneristituzionali. Invero la matriceculturale che realizza l'intervento delservizio sociale si distingue da quellapropria dei magistrati minorili o dialtre figure professionali presenti neiservizi. Pertanto è necessarioprocedere , anche mediante progetti diformazione mirati, ad una miglioreconoscenza culturale dei linguaggipropri dei vari esponenti istituzionali

che operano nel campo del disagiominorile al fine di poter superare lostorico steccato culturale fra scienzesociali e quelle del diritto.Pur cambiando, con il D.P.R, n. 616del 1977 il titolare della gestione dellecompetenze in materia di assistenzaminorile, non mutò sostanzialmente ilproblema del sovraffollamento degliistituti di accoglienza che durò fino al2009, quando entrò finalmente invigore l’ art. 2, punto n. 4 della legge28 marzo 2001 n. 149 sull'adozione (dopo una serie di proroghe annuali )che determinò obbligatoriamentel'inserimento dei minori abbandonatimaterialmente o moralmente in casefamiglia che riproducevano, per illimitato numero dei suoi ospiti ( almassimo fino a dieci ex art. 10Decreto Legislativo 18 luglio 1989 n.272 ), il focolare della famigliacosiddetta normale.

Invero, nella prassi, l’interventoautoritativo dei servizi viene sovente“girato” alla competenza del tribunaleper i minorenni nella sua funzioneamministrativa , ai sensi dell’art. 25della legge minorile (R.D.L. 20 luglio1934, n. 1404) che testualmenterecita : “Quando un minore deglianni 18 dà manifeste prove diirregolarità della condotta o delcarattere, il procuratore dellaRepubblica, l’ufficio di serviziosociale minorile, i genitori, il tutore,gli organismi di educazione, diprotezione e di assistenzadell’infanzia e dell’adolescenza,

Nella foto:una famiglia

Á

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CRIMINOLOGIA

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Nella foto: giudice minorile

possono riferire i fatti al Tribunaleper i minorenni, il quale, a mezzo diuno dei suoi componenti all’uopodesignato dal presidente, esplicaapprofondite indagini sullapersonalità del minore, e disponecon decreto motivato una delleseguenti misure : 1) l’affidamento alservizio sociale 2) il collocamentoin una casa famiglia (che hasostituito l’originaria casa dirieducazione e l’istituto medico-psico-pedagogico).

L’intervento autoritativo del giudiceminorile, in funzione amministrativaattuato formalmente mediante undecreto, costituisce l’applicazione diuna tutela rinforzata a favore delminore che non risulta più gestibile, acausa del suo grave disadattamento,nemmeno dai servizi sociali che lohanno preso in carico, sostituendosi aisuoi genitori incapaci di contenerlo.Il giudice minorile in funzioneamministrativa costituisce sempre unaspecie di “ultima spiaggia”, quandocioè si siano esauriti tutti gli altripossibili interventi di natura nonautoritativa, che hanno cercato,

inutilmente, di ascoltare ecomprendere la voce del minorenne ,senza però un risultato positivo per lasua rieducazione. Giustamente, infatti, notavo nel mioprecedente libro, scritto con MaurizioBruno, “I provvedimenti a tutela deiminori”, pag.5, che : “Siffatta voce,spesso contenente una struggenterichiesta di aiuto diretta al mondodegli adulti, deve essere ascoltata e,se possibile, raccolta dagliappartenenti alla comunità locale(parenti, amici, vicini di casa eorgani dei servizi locali territoriali).Solo ove tale mediazione socialefallisca e la voce si affievolisca alamento, occorre l’intervento delgiudice, che, col sistema di garanzieproprie della giurisdizione, cerca direalizzare concretamente ilfondamentale diritto del minore adun armonico ed equilibrato sviluppopsico-fisico.” .E’ quindi una extrema ratio che nonha più alcuna possibilità di appello,nell’ipotesi di un suo fallimento, inquanto il minore, in tal caso, facendoil salto di confine, con la realizzazionedi un comportamento di reato,passerebbe direttamente allagiurisdizione penale (e non piùamministrativa) del tribunale per iminorenni, con i relativiprovvedimenti sanzionatori derivantida una formale sentenza di condanna.La rete delle case famiglia sulterritorio nazionale è composta daoltre 1800 unità (secondo l'indaginedell'Istituto degli Innocenti diFirenze della fine del 2010 “Bambinie bambine temporaneamente fuoridalla famiglia di origine ”) cheaccolgono circa trentamila minori(sempre secondo i dati della precitataricerca), ma che è assolutamenteinsufficiente all'accoglienza deinumerosissimi minori, non soloirregolari di condotta (che necostituiscono una parte minoritaria),ma soprattutto di quelli migrantistranieri non accompagnati, di cui hogià trattato nel precedente articolo suquesta Rivista n. 233 del novembre2015, che, purtroppo, approdanosulle nostre coste in sempre maggiornumero. F

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Ciro BorrelliDirigente Sappe Scuole e Formazione Minori [email protected]

GIUSTIZIA MINORILE

Nelle foto: il Dipartimento Giustizia Minorilee di Comunitàdi Roma

minorile. La materia resta quindi regolatafondamentalmente dalla legge354/1975 con qualche modestaderoga contenuta nel regolamentod’esecuzione modificato con il D.P.R.230/2000 in materia di vestiario,alimentazione, accompagnamento allavoro all’esterno e attività sportive.

con apposita legge".Questa norma ha dichiaratamentecarattere transitorio e lasciaintravedere una volontà legislativa diregolare la materia per i minoriattraverso criteri di specialità. La norma contenuta nell’art. 79 fuinserita nell’ordinamento penitenziarioalla fine dell’iter parlamentare perevitare che una volta abrogato ilvecchio regolamento si verificasse unalacuna all’interno dell’ordinamento,risultando impossibile vararecontemporaneamente una riformacomplessiva del settore minorile per laquale era stato predisposto unapposito disegno di legge.L’art. 79 dell’OrdinamentoPenitenziario è dunque unadisposizione chiaramente transitoria acui però non ha fatto seguito, da oltre40 anni, un’attività legislativa volta aregolare in maniera specifica il settoredell’Ordinamento Penitenziario

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F

l sistema penale per il minoredovrebbe rappresentare unostrumento di educazione

rafforzata, il cui obiettivo è non soloquello di collegare una sanzione alcomportamento illecito, ma anchequello di determinare un’evoluzionepositiva della personalità del soggettoal fine di incentivarlo al rispetto delpatto sociale.E’ doveroso ricordare che in ambitoprocessuale il D.P.R. n. 448 del 1988recante le norme sul processo penalea carico d’imputati minorennirappresenta un momento essenzialeper il raggiungimento di tali obiettivi:rispetto alla normativa precedente, ilminore è con questa riforma,considerato soggetto di diritti, personaportatrice del diritto a una regolarecrescita psico-sociale.Il processo penale minorile rispondequindi al principio di autonomia especialità dell’assetto normativo, oltreche al principio di minima offensivitàdella sanzione, al fine di circoscriverele inevitabili ripercussioni negative sulprocesso evolutivo del minore. Una scelta, quindi orientata alla tutela“dell’interesse del minore” che èidentificato soprattutto nelle esigenzeeducative di quest’ultimo. Il nuovoassetto normativo si basa sui principidi legalità, tutela giurisdizionale delleposizioni soggettive, rispetto delprincipio di umanità della pena,separazione dei ristretti secondo laposizione giuridica, uguaglianza etutela dei diritti compatibili con lostato di detenzione. Tuttavia l’Ordinamento Penitenziario,più volte oggetto di riformesignificative, si presenta ancor oggicome un complesso di norme i cuinaturali destinatari sono soggetti adultie mal si adatta alla peculiaritàdell’intervento penale minorile e,soprattutto mal si raccorda con gliistituti del processo minorile cheprevedono le varie possibilità dievitare la carcerazione. L’art. 79 dell’OrdinamentoPenitenziario recita: “Le norme dellapresente legge si applicano anchenei confronti dei minori degli annidiciotto sottoposti a misure penali,fino a quando non sarà provveduto

I I minori detenutiL’OrdinamentoPenitenziario minorile: le inerzie del legislatore

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DIRITTO E DIRITTI

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on il nuovo secolo, un nuovocapitolo nella storia italianadel carcere si stava aprendo,

nonché una nuova concezione perl’intero sistema del diritto penale. Si aprì la strada al “carcere duro”. Si ritorna al principio dell’afflittivitàdella pena e dell’esclusione diqualsiasi mezzo educativo. La pena, quale mezzo di difesa dellasocietà lesa nel diritto, ritorna adadempiere la sua “normale” funzioneintimidatrice ed emendatrice.

Questo è lo scenario in cui le nuovenormative e riforme si conformaronoall’ideologia fascista. Tre furono gli interventi di portatastorica: la Direzione Generale e deiRiformatori divenne, con il RegioDecreto del 5 aprile del 1928 n. 828,la Direzione Generale per gli Istituti diPrevenzione e di Pena; il nuovo CodicePenale del 1930, detto anche CodiceRocco, dal nome del guardasigillidell’epoca, e il nuovo regolamento pergli istituti di prevenzione e pena,emanato dallo stesso Alfredo Roccocon il regio decreto del 18 giugno del1931, n. 787.

Nella foto: Tribunale

speciale fascista

La grande rivoluzione posta in esseredal Codice Rocco fu lo spostarel’attenzione non solo sul crimine ingenerale ma anche sul criminale, einterrompendo l’impossibilecompromesso tra la scuola positiva equella classica, introdusse le misure disicurezza detentive, in aggiunta o insostituzione della pena (il c.d. sistemadel doppio binario). Il nuovo codice rispondeva allafilosofia fascista; enunciava l’emendadella pena come principio generale

occupando però un posto in secondopiano rispetto alla funzioneintimidatrice della stessa. Il nuovo regolamento non poteva chenon adeguarsi alla filosofia del codice;si elaborarono quindi un insieme dinorme regolatrici della vita carcerariache emendassero il reo senza perdereperò il carattere afflittivo eintimidatore a cui per natura il castigodoveva rispondere. Per rispondere a tutte le finalità a cuila pena tendeva, il regolamentocarcerario del 1931 si costruì su trepilastri fondamentali: il lavoro,l’istruzione civile e le pratiche

religiose, definiti come punti cardiniper il miglioramento dello spiritoumano. Miglioramento che contrapponevaperò, l’ostacolare qualsiasi azione chemantenesse integra la personalità aldetenuto (infatti era proibito chiamareun detenuto con il proprio cognomema solo con il rispettivo numero dimatricola) e mantenendo,l’isolamento continuo, l’obbligo delsilenzio e i vecchi sistemi punitivi dellacintura di sicurezza.

Il lavoro rispondeva alla duplicefunzione di soddisfare le esigenzeinterne agli stabilimenti carcerari esoddisfare le richieste della pubblicaamministrazione nonchè quellemilitari. Si approvò “La carta del lavorocarcerario” per evitare losfruttamento della forza-lavoro daparte dei privati e obbligare lepubbliche amministrazioni acommissionare parte delle lororichieste alle lavorazioni carcerarie. Il regolamento del 1931 distingueva lecarceri giudiziarie in tre suddivisioni: icarceri di custodia preventiva (che

Giovanni PassaroVice Segretario Regionale Lazio

[email protected]

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Dal fascismo alla Costituzione italiana: la nascita del carcere moderno

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Polizia Penitenziaria n.249 • aprile 2017 • 15

racchiudeva coloro che dovevanoancora essere processati), i carceriper l’esecuzione della pena ordinaria equelli per l’esecuzione della penaspeciale. Come il vecchio regolamentocarcerario, anche quello del 1931prevedeva un sistema di penalità e dipremi: erano vietati, quindi puniti, ireclami collettivi, il riposo sullabranda non giustificato, il possesso digiornali a sfondo politico, il rifiuto apresentarsi alle funzioni religiose e lalettura, inoltre era obbligatorio l’usodella divisa. Quanto alle concessioni, eranosostanzialmente limitate alla possibilitàdi aderire al lavoro in carcere. Il carcere diventò la rappresentazionedella società fascista, e restò taleanche a seguito della liberazionedell’Italia dal nazi-fascismo. Difatti il dopoguerra si caratterizzò perl’assoluta lentezza nell’affrontare leproblematiche penitenziarie.L’isolamento e l’emarginazione deidetenuti continuarono a costituire iprincipi fondamentali che reggevano leistituzioni penitenziarie; molteplicifurono i tentativi di riformare ilregolamento carcerario allora vigente,ma le pessime condizioni di vitaall’interno delle stesse e la delusionedella speranza di un cambiamentodopo la liberazione, portarono solo anumerose rivolte all’interno dellecarceri. L’apice dei risultati ottenuti furappresentato solo dall’eliminazionedelle disposizioni manifestamenteautoritarie e afflittive. La svolta storica in materia la siottenne però quando l’Italia si dotò diuna Costituzione, fornendo unconcreto punto di partenza perristrutturare l’intero edificiopenitenziario. Il dettato normativo stabilìdefinitivamente il fine ultimo dellapena: la rieducazione, e spingendosioltre dichiarò il principio di“umanizzazione” della pena stessa,come fedelmente recita l’art. 27, c. 3:“Le pene non possono consistere intrattamenti contrari al senso diumanità e devono tendere allarieducazione del condannato”. F

DIRITTO E DIRITTISi tratta del principio costituzionale piùimportante in materia penitenziaria,che spinse la scienza penitenziaria ariadattare le disposizioni delregolamento del 1931 non solo perchénon più congeniali al periodo storico,quanto per l’inadeguatezza delle stesserispetto alla portata dell’ art. 27 dellaCostituzione; principio che sottendenon più la rieducazione quale emendamorale del reo o pentimento spiritualeattuabile mediante qualsiasi pena e inqualsiasi condizione carceraria, maintesa quale recupero sociale delcondannato, allo scopo di riattivare inlui i valori fondamentali perduti con ilreato. Considerato che ormai non aveva piùgiustificazione la rigida disciplina delregolamento Rocco, le commissioniparlamentari iniziarono a proporreun’impostazione più liberale delladisciplina che regolava la vita deicondannati, partendo dal richiedere unuso limitato dell’isolamento diurno eproseguendo con l’abolizione dellemodalità disciplinari più restrittive: fuabolito l’obbligatorio taglio dei capellie dell’uniforme, venne abolita lanecessaria presenza ravvicinata degliagenti durante i colloqui del detenutocon i propri congiunti e furonointensificati i corsi d’istruzione. Questi piccoli cambiamenti portaronoa un’ondata di riforme mossesoprattutto dal continuo innescarsi dirivolte da parte dei detenuti cherivendicavano un totale adeguamentodel trattamento penitenziario allanuova giustizia penale lanciata dallaCostituzione. Il ritratto normativo più importante acui si arrivò fu quello posto in esseredalla Legge 26 luglio 1975, n. 354contenente le nuove “Normesull’Ordinamento penitenziario esulla esecuzione delle misurepreventive e limitative della libertà”.Con questa nuova legge l’edificiopenitenziario arrivò definitivamente adotarsi di una disciplina organica, nonpiù limitata al solo carattereamministrativo della materia, marispondente in “toto” ai nuovi principicostituzionali. Attualmente quest’ultimacostituisce la fonte per eccellenzadell’ordinamento penitenziario.

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Tematica SSD CFU

1 Principi costituzionali IUS/08 9

2 Istituzioni di diritto romano IUS/18 12

3 Istituzioni di diritto privato IUS/01 18

4 Storia del diritto medievale e moderno IUS/19 9

5 Teoria generale del diritto e dell’interpretazione IUS/20 6

Totale 54

Sedi d’esame: Napoli, Torino, Roma, Palermo, Trani,Bologna, Milano, Assisi, Messina, Ariano Irpino,Acireale, Agrigento, Cagliari, Caltanissetta,Campobello di Mazara (TP), Catania, Cosenza, Firenze,Latina, Macerata, Reggio Calabria, Siracusa, Venezia,Vibo Valentia, Vittoria (RG).

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Nei primi turni del tabellone adeliminazione diretta, la squadraitaliana aveva vinto contro il Cile per45-26, e contro Israele per 45-35. Il successo del gruppo under20 del ctSandro Cuomo si completa anche conla vittoria della Coppa del Mondo dispecialità. La spedizione azzurra ha chiuso con 2titoli, cinque medaglie d'argento ecinque di bronzo.

Il quartetto azzurro era composto tral'altro da Valerio Cuomo, GianpaoloBuzzacchino e Cosimo Martini.

PLOVDIV (4/10 aprile)Campionati Mondiali juniores discherma – spada Maschile: (1) Yegor Guzhiev RUS, (2) Valerio Cuomo ITA, (3)Cosimo Martini ITA e GergelySiklosi HUN, (8) FEDERICO VISMARA (Q/4V-2S,256: bye, 128: V/Emil Thewanger AUT15-11, 64: V/Clement Dorigo FRA 15-11, 32: V/Romain Cannone FRA 15-9,16: V/Linus Islas Flygare SWE 15-10, QF: S/Valerio Cuomo ITA 11-15);

spada a squadre Maschile: (1) Italia/Valerio Cuomo-FEDERICO VISMARA-CosimoMartini-Gian Paolo Buzzacchino

(64: bye), 32: V/Cile 45-26, JorgeValderrama 5-2, 16: V/Israele 45-35,Adi Gutman 4-5, Jacob Pizenberg 3-4,Stanislav Galper 5-1, QF: V/Russia 41-40, Oleg Knysh 4-4, Yegor Guzhiev 0-0,Georgiy Bruev 10-7, SF: V/Ungheria43-42, Patrik Esztergalyos 3-5, MateTamas Koch 3-2, Gergely Siklosi 12-11, F: V/Polonia 45-32, DamianMichalak 4-5, Wojciech Lubieniecki 5-4, Maciej Bielec 5-6).

a seconda tappa della Coppadel Mondo di pentathlonmoderno al Cairo (22/26

marzo) ha visto l’Italia targataFiamme Azzurre come protagonista incampo femminile. Ottimi risultati sono arrivati infatti daAlice Sotero e Gloria Tocchi,rispettivamente terza e quarta, eprotagoniste di un duello moltoemozionante nel laser run, nella garadominata dalla britannica Kate French,davanti alla turca Ilke Ozyuksel. Una prestazione molto convincenteper le rappresentanti azzurre,con Alice Sotero addirittura strepitosanel nuoto. Le due portacolori della PoliziaPenitenziaria avevano già ben figuratogià nella prima prova di World Cup2017 a Los Angeles.Alice Sotero ha conquistato il bronzo

Nelle foto: sopra

la squadra di spadavincitrice della medaglia d’oro

al centroun esultante

Federico Vismara

a destraAlice Sotero

Nell’altra pagina:Alice Sotero

in una prova diequitazione,

di scherma e in compagnia della collega Gloria Tocchi

Lady Oscar

[email protected]

LO SPORT

opo il recente doppio argentoagli europei giovanili èarrivato anche l'oro per

Federico Vismara ai Campionati delMondo Cadetti e Giovani di Plovdiv(Bulgaria 4-10 aprile). Il gradino più alto del podio hapremiato il portacolori della PoliziaPenitenziaria nell'ultima giornata digara della rassegna iridata giovanilededicata alla competizione a squadre

di spada, compensando l'amarasconfitta dell'individuale, rimediata adopera del connazionale Valerio Cuomoin apertura della kermesse mondiale.Al nostro atleta il merito di averdeciso, sul fil di lana e di misura, tuttigli scontri più ostici: sua la stoccatadel 41-40 il match dei quarti di finalecontro la Russia, con il punto decisivomesso a segno proprio da Vismara nelminuto supplementare. La squadra italiana si è ripetuta anchein semifinale con il successo control'Ungheria col punteggio di 43-42,sempre siglato dal giovanerappresentante delle Fiamme Azzurre.In finale, poca storia, vinto nettamentecol punteggio di 45-32 lo scontrocontro la Polonia. Si conferma così, per il settoregiovanile, il titolo iridato conquistatolo scorso anno a Bourges.

D

Scherma: Federico Vismaraoro ai Mondiali juniores di Plovdiv in Bulgaria

16 • Polizia Penitenziaria n.249 • aprile 2017

Pentathlon: al Cairo bronzo in Coppa del Mondo per Alice Sotero

L

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LO SPORT

Polizia Penitenziaria n.249 • aprile 2017 • 17

con 1.313 punti al termine di una garache l’ha vista protagonista sin dallaprima prova, seguita sempre dallacompagna italiana Gloria Tocchi cheha chiuso al 4° posto dopo un testa atesta con la stessa Alice Sotero duratofino all’ultimo giro del laser run.La soddisfazione è grande perl'astigiana venticinquenne delleFiamme Azzurre che ha conquistatola prima medaglia della sua carriera alivello assoluto, ottenuta dopo dueanni di lotta sportiva di alto profilo.Ottima gara anche per l’azzurraGloria Tocchi in rimonta dopo esserepartita addirittura dal 25° posto dopola prima prova, risalendo posizioni diclassifica prova dopo prova, fino asfiorare l'impresa nel laser run, in cuia poche centinaia di metri dall’arrivo è

stata superata da Alice Sotero,chiudendo al 4° posto con 1.306punti. Insomma un derby tutto in casaFiamme Azzurre quello tra lamedaglia di bronzo e quella "dilegno".La gara, come anticipato, è stata vintadalla britannica Kate French con 1.356punti, secondo posto per la turca IlkeOzyukselcon 1.326 punti.La terza tappa di Coppa del Mondo èinvece in programma a Kecskemet, inUngheria, dal 4 all’8 maggio.Guardando al dettaglio delle singoleprove: Alice Sotero ha chiuso la provadi nuoto al 4° posto in 2:12.69,conquistando 285 punti. Il round robin di scherma ha vistol’azzurra ottenere 244 punti (24v-11s), grazie ai quali è salita al 2°posto con 529 punti, e nel bonusround ha chiuso a zero.

Nell’equitazione ha conquistato 286punti, confermandosi al 2° posto conil punteggio di 815. Infine il laser run, dove l’atleta delleFiamme Azzurre ha chiuso in13:22.02 e 498 punti, scendendo al 3°posto.Gloria Tocchi ha chiuso la prova dinuoto al 25° posto in 2:22.80ottenendo 265 punti. Nel round robin di scherma l’azzurraconquista 232 punti (22v-13s), grazieai quali è risalita al 6° posto con 497punti totali, e nel bonus round hachiuso con 1 punto. Nell’equitazione ha centrato il netto,300 punti, risalendo al 5° posto con798 punti. Infine il laser run, dove hachiuso in 13:12.88 (508 punti) econquistato il 4° posto finale.

IL CAIRO (22/26 marzo) Coppa del Mondo di PentathlonModerno, 2ª prova – donne:1) Kate French GBR 1356, (2) Ilke Ozyuksel TUR 1326, (3) ALICE SOTERO 1313(244+2/24V-11S, 285/2’12”69,286/17^, 498/13’22”02) - 5QB987 (250/18V-7S, 287/2’11”83,450/14’10”89), (4) GLORIA TOCCHI 1306(233/22V-13S, 265/2’22”80,300/3^, 508/13’12”88) – 13QB971 (258/19V-6S, 263/2’23”87,450/14’10”00), (5) Sarolta KovacsHUN 1301, (6) Julie Belhamri FRA1299. F

SEGRETERIE

l Reparto detentivo femminiledella Casa Circondariale diTeramo a seguito delle ultime

assegnazioni di detenute "ribelli" e"ingestibili", già note a tutti gli istitutidel distretto è diventato esplosivo.Ad oggi nel Reparto detentivofemminile sono presenti, in duedistinte semi-sezioni a regimeperimetrale aperto, 42 detenute afronte delle 22 consentite (sic!),

quindi con un sovraffollamento diquasi il 100% e ben 13 di queste sonosottoposte al divieto d'incontro traloro perche litigiose e insofferenti alregime detentivo. A ciò occorreaggiungere la gravissima carenza dipersonale femminile pari a 9 unità (il25% dell'organico stabilito in 36 unitàcon il P.C.D. 27 giugno 2014). Delle27 unità presenti molte sono prossimealla pensione o titolari di assistenzaLegge 104/92 e maternità, che ancordi più acuisce la già caoticaorganizzazione dovuta alla gestione diun numero sproporzionato didetenute “ingestibili”.Nonostante tutto, tale recluse, seppurgravate da numerosi comportamenticontrari al Regolamento penitenziario,rimangono stanziate a Teramo (!)Solo la professionalita e lo spirito diabnegazione delle donne della PoliziaPenitenziaria, sotto organico estressate da turni massacranti, hafinora limitato conseguenze ancorapiù tragiche.

Teramo

Il Reparto detentivofemminile dellaCasa Circondariale

I

Nella foto: l’ingresso delcarcere diCastrogno aTeramo

ÁF

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Norcia

Una raccolta fondi devoluta alle scuole

DALLE SEGRETERIE

18 • Polizia Penitenziaria n.249 • aprile 2017

l 27 aprile si è tenuta unamanifestazione di protesta davantiall’istituto di Lecce.

Nonostante la cronica carenza dipersonale, l’Amministrazione intendeaprire una sezione psichiatrica e ilvecchio carcere minorile.

Lecce

Manifestazione del Sappe

I er iniziativa dei Funzionaridegli istituti di Firenze,Livorno, Lucca e Pistoia è

partita, alla fine di gennaio scorso ,una raccolta di fondi che hamobilitato tutto il personale di PoliziaPenitenziaria. Raccolti più di duemilaeuro. Una delegazione del Corpo,ottenuto il placet del DAP, haraggiunto Norcia dove, tra i mezzi disoccorso delle varie forze di Polizia, èsfilato anche il mezzo della PoliziaPenitenziaria che ha portato, oltre allasolidarietà di tutto il personale dellaregione, una importante donazionealle scuole riunite "Battaglia-DeGasperi".

P

Nelle foto: alcuni momentidella protesta

a Lecce

Qui centinaia di ragazzi sono costrettiad alternarsi in un container per nonperdere l'anno scolastico, e i tabletelettronici donati dal gruppo -specificatamente richiesti dalla preside- serviranno a seguire i programmididattici anche nei lunghi intervalli diinattività forzata. Prima e dopo laconsegna ufficiale alla Preside dott.ssaRossella Tonti, il personale docente enon docente della scuola haraccontato le proprie esperienzedrammatiche dei giorni delle scossepiù devastanti. Gli effetti sono evidentinelle mura e negli edifici della città,dove le attività stanno lentamentericominciando in una parvenza dinormalità. Più di un passante, allavista del personale di PoliziaPenitenziaria in uniforme, si èavvicinato incuriosito per informarsi.Una spontanea simpatia reciproca è"scoppiata" tra i colleghi delladelegazione e la gente del posto.

l 31 marzo è stata approntata unatraduzione di un detenuto "AS"dalla CC Teramo alla CC di Reggio

Calabria per oltre 800 km con unnuovo veicolo "ambulanza" del Corpo(sic!). Come si può ben vedere dallafoto pubblicata, l'interno del veicolo èsimile a quello di un'ambulanza,lettino per il detenuto e due sedie peril personale di scorta. All'interno deiveicolo oltre al personale di scorta edetenuto, saranno ammassati i bagagli

Teramo

Traduzione in ambulanza

personali del detenuto e del personaledi scorta tutto assieme (sic!) ...conquale sicurezza per il personale e latraduzione? ...dal momento che tra iquattro componenti della scorta vi èanche uno di sesso femminile? F

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I

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ella giornata dell'11 aprile2017, si è svolto presso l'AulaBlu della S.F.A.P.P. "Giovanni

Falcone", il XVII Consiglio Regionaledel Lazio del SAPPe.Presenti, per l'occasione, il SegretarioGenerale Donato Capece, il SegretarioGenerale Aggiunto Giovanni Battista DeBlasis, il Segretario Generale AggiuntoUmberto Vitale, il Segretario Nazionalee Regionale del Lazio Maurizio Sommaunitamente ai Delegati Sindacali delLazio. Presenti, altresì, i rappresentantidell'Euroqcs Finanziamenti, inconvenzione con il SAPPe. Alle 10,45 il Segretario Nazionale eRegionale del Lazio Maurizio Somma,con grande entusiasmo ha salutato eringraziato tutti i presenti. Altresì,nell'occasione ha ringraziato ladott.ssa Laura Brancato ed ilCommissario Salvatore Mariano,rispettivamente Direttore eComandante di Reparto della S.F.A.P.P."Giovanni Falcone" i quali, anchequest'anno, si sono resi pienamentedisponibili ad ospitare i lavori delConsiglio Regionale. L'apertura deilavori ha avuto inizio con l'InnoNazionale italiano al quale,successivamente,è seguito l'Inno delSAPPe, mentre tutti i partecipanti sisono alzati in piedi. Terminatol'ascolto, sono stati proiettate sulloschermo le slide con il numero degliiscritti sia per Regione che per Sedecosì che ciascuno dei Delegati potessemeglio apprendere i propri risultati. Il Segretario Nazionale e Regionale delLazio, Maurizio Somma, ha ringraziatoi Delegati, ciascuno per l'impegnodurante il fare sindacato nelquotidiano, ognuno presso la propriasede. Certo, ci sono delle difficoltà, mail SAPPe in questo non deve maidemordere anzi tutt'altro deve sempreriuscire a trovare la giusta forza perrisolvere ogni problema che, di voltain volta, si presenta e che affligge ilcollega nonché nostro iscritto. Con particolare spirito motivazionale ilSegretario Nazionale e Regionale

Roma

XVII Consiglio Regionale del Lazio

Maurizio Somma, ha ricordato aciascun Delegato come bisogna esseresempre uniti e raggiungere gli obiettiviche s'intendono realizzare, ricordandoa tutti la locuzione latina che sempreriporta il Segretario Generale DonatoCapece, ovvero: "gutta cavat lapidem"che, tradotta letteralmente, significa lagoccia perfora la pietra. E, propriocome questa goccia, ciascunrappresentante del SAPPe deveperseverare così da riuscire nelproprio intento, in ausilio del collegapoliziotto penitenziario. Come unfiume in piena, come d'altronde è lasua natura, prezioso è statol'intervento del Segretario GeneraleDonato Capece. Intervento carico diargomenti attuali quali il Riordinodelle Carriere; il Bonus degli 80 euro egli arretrati che arriveranno nel mesedi aprile; le nuove assunzioni nel ruoloagenti-assistenti sia per gli idonei nonvincitori che per il nuovo concorso inatto per chi ha prestato servizionell'esercito e per i prossimi concorsia venire, aperti a tutti senza distinzionidi sorta; le piante organiche per le sediextramoenia e poi, successivamente, ladiscussione sulle piante organichedegli istituti penitenziari. Il Segretario Generale Donato Capece,con la sua passione nel fare sindacatoriesce sempre a raggiungere il cuoredi tutti i partecipanti, grande è la stimanei suoi confronti per l'importanteimpegno che da anni porta avanti peril Corpo di Polizia Penitenziaria.Il SAPPe, un Sindacato con la "S"maiuscola che riesce a far provare leemozioni di chi crede davvero nellapolitica del fare "Sindacato Sano".Il SAPPe, conosce sul seriol'importante ruolo del poliziottopenitenziario, crede fortemente

N

SEGRETERIE

Polizia Penitenziaria n.249 • aprile 2017 • 19

nell'importanza di questo Corpo eper nessun motivo si gonfia di soleparole bensì cerca sempre diconcretizzarle nei fatti. D'altronde motto di sempre diquesto sindacato é: "Res non Verba"ovvero "Fatti non parole".Ad ogni modo, anche questagiornata del XVII ConsiglioRegionale del Lazio SAPPe è riuscitaa lasciare la propria impronta. Il sindacato vero emoziona sempre.Come in tutte le cose, percomprenderne il vero significato,bisogna mettersi in gioco: vestire ilruolo da sindacalista che non écerto facile ma, quando si riesce alavorare ogni giorno per ascoltareed aiutare il collega, si capiscedavvero che fare sindacato nel modocorretto è quanto di più eccezionale,per il semplice motivo che l'unicoobiettivo è tutelare e rappresentareil collega! Fare sindacato, significa allo stesso

tempo impegnarsi per garantire idiritti del poliziotto penitenziario eper crescere, nel tempo, comeCorpo di polizia.E, anche quando tutto sembradifficile, non bisogna maiarrendersi: gli uomini e le donnedella Polizia Penitenziaria hannouna marcia in più, il SAPPe lo ripeteogni giorno, ecco perché pretendesempre il meglio!W il SAPPe, W la PoliziaPenitenziaria! F

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SEGRETERIE

20 • Polizia Penitenziaria n.249 • aprile 2017

l 6 aprile si è tenuto il Consiglio Regionale delPiemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria,nello splendido scenario del lago di Avigliana.

Il Consiglio è stato organizzato dal Segretario Regionaledott. Vicente Santilli in collaborazione con il SegretarioNazionale Nicola Sette. È intervenuto al Consiglio Regionale Piemonte il SegretarioGenerale del Sappe dott. Donato Capece e il dott.Domenico Ravetti Presidente della Commissione Sanitàdella Regione Piemonte. Le tematiche affrontate sono state: riordino delle carriere,riparametrazione, contratto e carenza di personale diPolizia Penitenziaria.Al Consiglio tanti sono stati i punti di discussione da partedi tutti i delegati sindacali della Regione.

Nelle foto: a fianco

Nicola Sette,Donato Capece eVicente Santilli

sottoi Quadri delSappe e i

partecipanti alConsiglioRegionale

I

SARA RISPONDE...

Scrutatore di seggio elettorale: è possibile?

?

uongiorno Agente Sara, dasempre prima diarruolarmi nel Corpo

della Polizia Penitenziaria ho svolto le funzioni discrutatore di seggioelettorale. La mia domanda è: "adesso che faccio partedi questo Corpo, possopresentarmi ugualmenteoppure ci sono dellelimitazioni per gliappartenenti alle Forze dipolizia?".Ti ringrazio. Agente Mario.

BuongiornoAgente Mario,perrisponderealla tuadomanda tirichiamo la circolare n.055158/1.1. dell'8febbraio 2000, la quale,al punto 5) afferma cheil personale del Corpo di PoliziaPenitenziaria non può svolgere funzioni di Presidente, diSegretario, nè di scrutatore di seggio elettorale, come giàspecificato nella lettera circolare n. 2199/90/bs del 1settembre 1995. Inoltre a maggior ragione il personale in parola non puòricoprire l'incarico di rappresentante di lista in occasionedelle consultazioni elettorali, in ossequio ai principiindicati dall'articolo 81 della legge 1 aprile 1981 n. 121,che al primo comma sancisce che gli appartenenti alleforze di polizia debbono in ogni circostanza (fatta salva,ovviamente, l'ipotesi della candidatura, con le modalità dicui si è fatto cenno sopra) mantenersi al di fuori dellecompetizioni politiche e non possono assumerecomportamenti che compromettano l'assoluta imparzialitàdelle loro funzioni, e pone il divieto di svolgerepropaganda a favore o contro partiti, associazioni,organizzazioni politiche o singoli candidati.

Agente Sara

B

Torino

Il XX Consigliodella RegionePiemonte

F

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diGiovanni [email protected]

MONDO PENITENZIARIO

Corso di formazione peristruttori di addestramentoformale a Sulmona

Polizia Penitenziaria n.249 • aprile 2017 • 21

i è concluso il Corso diFormazione, in tre edizioni,della durata complessiva di tre

settimane, per qualificare Istruttori delCorpo per l’addestramento formale, alfine di soddisfare le necessitàaddestrative degli Allievi durante iCorsi per l’immissione in ruolo ecorrispondere alle esigenze dirappresentanza del Corpo a livellocentrale e territoriale in occasione diparticolari ricorrenze o eventi, nonchéincontri di carattere ufficiale epartecipazione ad analoghe iniziativeda parte di altre Amministrazioni oEnti. L’istruzione formale, anche se non puòessere più intesa nella sua accezioneoriginale, conserva gli scopi iniziali,per cui mantiene ancora il suocarattere formativo e disciplinare.Essa, infatti, tende a conferire aisingoli ed ai Reparti un’improntaspiccatamente militare, caratterizzatada portamento marziale, scioltezza,coordinamento ed uniformità dimovimenti, per realizzare, oltre cheuna educazione del fisico, unaautentica educazione dello spirito,affinché non sia semplice modo diapparire, ma fedele espressione delmodo di essere. L’iniziativa è stata svolta, tra febbraio eaprile, nella splendida cornicedell’Istituto di Istruzione di Sulmona,la cui Scuola, operativa dal 1992, èinserita in un impareggiabile scenariostorico e naturalistico. L’intera area è sovrastata dalle scaleedel tempio italico dedicato ad ErcoleCurino, sormontata dall’Eremo diSant’Onofrio, in cui trascorse ampiaparte della propria esistenza Fra Pietrodel Morrone che, nelle spoglie cellericavate nella roccia, ivi accettò lanomina al soglio pontificio il 4 Luglio1294, assumendo la carica con ilnome di Celestino V.

Nelle foto: istruttori e allievidel Corso di formazione perl’addestramentoformale tenutosipresso al Scuoladi Formazione diSulmona (AQ)

In posizione limitrofa è ancora visibilela Base logistica di Fonte d’Amore,mutuata da un pregresso Campo diConcentramento insediato per i dueconflitti mondiali e che, in occasionedel Secondo, divenne noto comeAussie Camp (Il Campo degliAustraliani). Il Corso ha avuto un caratteretecnico/pratico in quanto, oltre allelezioni teoriche, finalizzateall’acquisizione della normativa diriferimento, sono state svoltesimulazioni ed esercitazioni.L’insieme di queste attività è statopossibile in forza dell’efficienza e delclima accogliente, apprezzato daipartecipanti, che da sempre distingueSulmona tra tutte le Scuole del Corpo.E’ doveroso, pertanto, rivolgere unsentito complimento ai coordinatoridel Corso, Comm. Roberto Rovello eSost. Comm. Giuseppe Ninu, Sost.Comm. Goffredo Tammaro, Sost.Comm. Francesco Tarallo, Sost.Comm. Antonio Paglialunga, Isp. CapoGiacomo Lombardo, Isp. CapoFrancesco Magliozzi, Sovr. RaffaeleCiccarelli, Sovr. Vincenzo Giordano,Ass. Capo Francesco Anello, Ass. CapoGiovanni Calvano, Ass. Capo AntonioDi Geronimo Ass. Capo GiuseppeVeneziano.

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a cura diGiovanni Battista

de BlasisCINEMA DIETRO LE SBARRE

22 • Polizia Penitenziaria n.249 • aprile 2017

mbientato in Australia, Sonof a gun racconta la storiadel diciannovenne JR, che

finisce in prigione per un piccoloreato ma si trova, da subito, a fare iconti con la durezza della vita dellagalera.La prigione, infatti, è tanto modernadal punto di vista architettonicoquanto 'antica' nelle dinamiche disopraffazione secondo la legge del piùforte.Per sopravvivere in queste condizioniJR si consegna alla protezione diBrendan Lynch, un famoso rapinatore,che non agisce per generosità, mapretenderà dal ragazzo un aiuto perevadere.Uscito dal carcere, infatti, JR aiutaBrendan ad evadere.Il suo coinvolgimento con il criminale,però, non finirà qui perché JR saràanche costretto a partecipare ad unarapina ad alto rischio, finalizzata arubare oro direttamente da unaminiera.

Nelle foto: la locandina

e alcune scenedel film

Nella banda di Brendan, JR conosceTasha, una giovane ragazza esibitacome un trofeo dal boss, della quale siinnamora e che cambierà radicalmenteil suo futuro.Il mandante della rapina, però,tradisce Linch e la sua banda ecostringe i due alla fuga,disperatamente alla ricerca di vendettae al recupero dell’oro ma anche, perJR, alla ritrovamento della ragazza dicui si è innamorato.Inevitabilmente, quando le coseiniziano a precipitare, inizia anche ungioco mortale tra gatto e topo. All’improvviso JR non sarà più sicurodi chi può fidarsi e di chi no, e siritroverà, suo malgrado, in collisionecon quello che credeva suo amico eprotettore. Imparerà, così, che nel mondocriminale, la vita è come un gioco discacchi nel quale devi rimaneresempre qualche mossa davanti al tuoavversario. Non a caso, infatti, il titolo del filmstrizza l’occhio a "Son of sorrow",figlio del dolore, come fusoprannominata la clamorosa aperturadi Bobby Fisher in un torneo a scacchiinternazionale.

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Regia: Julius AverySoggetto: John ColleeSceneggiatura: Julius Avery,John ColleeFotografia: Nigel BluckMontaggio: Jack HutchingsMusica: Jed KurzelScenografia: Fiona CrombieCostumi: Terri LameraEffetti speciali: Peter Stubbs, Mark Holman HarrisProduzione: Southern LightFilms, Media House Capital ,Altitude Film Entertaintment, inassociazione con Bridle Path Films,WBMCDistribuzione:Eagle PicturesPersonaggi e interpreti:JR White: Brenton ThwaitesBrendan Lynch: Ewan McGregorGuardie: Brendan Kerkvliet, Matt Flannagan, Geoff Kelso, Peter NeavesSterlo: Matt NableMerv: Eddie BarooCompagno di cella JR: Kazimir SasDave: Sam HutchinAmici di Dave: Craig Sparrowhawk,Jared De' HarSam Lennox: Jacek KomanJosh: Tom BudgeKen: Marko JovanovicMitch: Ivan LightbodyTommy: Soa PaleleiAndy: Lucas BrownTasha: Alicia VikanderWilson: Damon HerrimanGenere: Azione, DrammaticoDurata: 108 minuti, Origine: Australia 2014

la scheda del film

Son of a gun

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Federico OlivoCoordinatore area informatica del [email protected]

La Cassazione equipara le Vittime del Dovere alle Vittimedel terrorismo e della criminalità

Polizia Penitenziaria n.249 • aprile 2017 • 23

Francesco Rucci, Lugi Bodenza,Ignazio De Florio e tanti altri la cuimemoria ci impegnamo a preservareanche da queste pagine.Un primo riconoscimento nel 2013 èarrivato quando, adito il Consiglio diStato, nell’interesse di due soci e insede di ottemperanza a sentenza delgiudice ordinario che aveva attribuitol’assegno in 500,00 euro, è statoriconosciuto il principio secondo cui atutte le Vittime del Dovere spettal’importo elevato dalla Legge 350 del2003.

Il principio è stato poi recepito anchedal Giudice Ordinario e la primissimasentenza in merito risale al maggio2014. L’ultimo tassello è stato posto poi dallarecentissima sentenza della Corted’Appello di Milano che ha vistovittoriose due famiglie associate. Inseguito, molte sentenze, in primo esecondo grado, confermavano le tesidell’Avvocato Andrea Bava e oggi talecorretta interpretazione è stataconfermata anche dalla suprema Cortedi Cassazione.Il risultato è stato ottenuto grazie

all’impegno dell’Avvocato AndreaBava, Socio Onorariodell’Associazione Vittime del Dovere, ilquale è riuscito, innanzi la SupremaCorte, ad ottenere un risultato senzaprecedenti che segue, a breve distanzadi tempo, le sentenze della Corte diCassazione a Sezioni Unite delnovembre 2016 n.23300 e n. 23396relative alla conferma dellaGiurisdizione del Giudice ordinario, infunzione di Giudice del Lavoro, per lamateria delle Vittime del Dovere.Il Presidente dell’Associazione Vittimedel Dovere Onlus ha dichiarato:“Queste tappe e questi traguardiraggiunti siamo lieti che venganopresi come riferimento da altrevittime, da altri legali o da altreassociazioni al fine di garantire latutela dei diritti delle, purtroppo,numerose Vittime del Dovere. Inoltresperiamo che tale risultato portifinalmente le Amministrazionicompetenti a riconoscere ciò chefino ad oggi l’Associazione hachiesto in ogni sede, anche in quellaparlamentare con proposte di legge,emendamenti, ordini del giorno,interrogazioni parlamentari,convegni e conferenze stampa,ovverosia il giusto riconoscimentoin via amministrativa di unbeneficio che attualmente, date lenumerose cause in corso, comportasolo un aggravio di costi per lo Statoe di conseguenza per tutta lacollettività.”Ci uniamo alla soddisfazione dei Soci,familiari delle Vittime del Dovere,consapevoli che si sia risolta unaimportante materia resa ancora piùdelicata dal fatto di essere strettamenteconnessa al dolore personale vissutodai singoli familiari e a fatti di sanguee sacrificio che hanno interessato lastoria militare e civile del nostroPaese.

na sentenza storica, la n.7761/2017, quella che laCorte di Cassazione a Sezioni

Unite Civili ha emesso nei giorniscorsi, con cui ha definitivamenteaffermato il seguente principio didiritto: “L’ammontare dell’assegnovitalizio mensile previsto in favoredelle vittime del dovere e dei soggettiad essi equiparati è uguale a quellodell’analogo assegno attribuibile allevittime del terrorismo e dellacriminalità organizzata”.Con questa Sentenza le Vittime delDovere e i soggetti equiparati vedonoriconosciuta, dalle Sezioni Unite, latesi secondo cui l’assegno vitalizio aloro attribuito debba essere erogatonella misura economica di Euro500,00, ovverosia nella stesso valoreeconomico attribuito alle Vittime delterrorismo e della criminalitàorganizzata; ciò in ragione diun’interpretazione conforme alprincipio di equità e razionalità di cuiall’art. 3 della nostra Costituzione.Ad onor del vero la distinzioneinterpretativa, sino ad oggi sostenutastrenuamente dalle Amministrazioni,faceva apparire alcune categorie divittime più nobili e meritevoli diconsiderazione; differenza che, oggi, aseguito della Sentenza citata, non hapiù motivo di esistere dal punto divista giuridico.I tragici fatti si sangue che hannocontraddistinto la vita politica esociale della nostra Repubblica negliultimi decenni, hanno chiesto un altotributo a quei cittadini “colpevoli” diessere vedove e figli di un familiareche ha pagato con la vital’adempimento al proprio Dovere.Il Corpo di Polizia Penitenziaria hanumerose Vittime del Dovere tra ipropri ranghi. Ricordiamo per esempio: GiuseppeMontalto, Gennaro De Angelis,

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WEB E DINTORNI

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Pasquale SalemmeSegretario Nazionale

del Sappe [email protected]

CRIMINI E CRIMINALI

La mattanza delle donne anziane

24 • Polizia Penitenziaria n.249 • aprile 2017

uattordici donne ammazzate,un suicidio, otto personeinnocenti rinchiuse incarcere per anni.

L’agghiacciante sequenza d’omicidi,posti in essere dal 1995 al 1997, tra laPuglia e la Basilicata farebbe di BenMohamed Ezzedine Sebai un serialkiller unico nel suo genere.

E’ d’obbligo usare il condizionale, inquanto, seppur inizialmentecondannato per soli quattro omicidi,per le restanti vittime furonoinizialmente condannate altre personee si scantenò un vero e proprioscontro tra I diversi magistrate che sierano occupati dei diversi processi. Le vittime predilette della mattanzaerano tutte donne in età moltoavanzata, rimaste sole e quasi semprevestite di nero. Le vittime venivano uccise con lestesse modalità: accoltellate, a voltecon solo fendente altre volteinfierendo sulle donne con numerosecoltellate. La successione delle morti, in buonaparte avvenute in quell periodo,perlopiù lungo la costa ionica, è lungae complessa: • Petronilla Vernetti, un'anzianadonna di Melfi soffocata in casa l'8luglio del 1995;

Nella foto: sopra

MohamesEzzedine Sebai

a destradonne anzianevestite di nero

• Celeste Commesatti, di anni 73,uccisa a Palagiano, in provincial diTaranto, il 13 agosto del 1995;• Celeste Madonna, uccisa nell’apriledel 1996 a Lucera, in provincia diFoggia. La donna era nella propriaabitazione quando vide entrare unuomo: le porte di case nei piccolipaesi erano solitamente aperte. Inizia a gridare, ma l’assassino,dapprima la immobilizza e poi le tappala bocca con una mano, per poicolpirla con un coltello a serramanicoalla gola. Prima di andare via, ruba ipochi soldi che trova su un mobile;• Garbetta Giuseppina, di anni 71,uccisa il 29 maggio del 1996 a SanFerdinando di Puglia, allora proviniciadi Foggia;• Anna Stano, uccisa il 9 agosto del1996 a Ginosa, in provincial diTaranto;• Angela Sansone, di 84 anni, uccisacon sei coltellate alla gola e poiviolentata, il 27 agosto del 1996 aSpinazzola, allora provincia di Bari;• Maria Todaro uccisa con una feritada taglio alla gola, il 15 gennaio del1997 a Cerignola in provincia diFoggia;• Grazia Montemurro, di 75 anni,uccisa il 4 aprile del 1997 a Massafrain provincia di Taranto;• Anna Maria Stella, maestra inpensione di 69 anni sgozzata nel suoappartamento il primo maggio del1997 a Trinitapoli, allora provincia diFoggia;• Santa Leone, di anni 82, uccisa l’8maggio del 1997 a Canosa;• Pasqua Rosa Ludovica, di anni 86,uccisa il 14 maggio del 1997aCastellaneta;• Maria Valente, di anni 83, vieneuccisa con ventiquattro colpi dicoltello al corpo e alla gola, il 29luglio del 1997a Palagiano. La psicosidel serial killer si inizia a diffondere su

tutta la costa ionica. Gli investigatoriiniziano a delienare anche un primoprofilo dell’assassino seriale: operasolo il mercoledi e il giovedi e uccidesolo donne che hanno nomi legati asuggestioni religiose, ma il particolarepiù rilevante e che la porta d’ingressodelle abitazioni delle vittime non vienemai forzata.

Inoltre, l’assassino lascia numerosetracce nelle case delle sue vittime, tracui tracce di sangue, da cui ben prestogli inquirenti ne ricavano il DNA. Le forze di Polizia, intraprendonosenza sosta una interminabile cacciaall'uomoin tutta la regione pugliese. Il 21 agosto del 1997, a Laterza, inprovincia di Taranto, l’ennesimodelitto, l'omicidio di Rosa LuciaLapiscopia, di 90 anni e dopo circa unmese, era il 15 settembre 1997,finalmente la svolta. Il mostro colpisce anocra, questa voltaa Palagianello, in provincia di Taranto.La vittima si chiama Lucia Nico, di 75anni, l’anziana donna è malata e si faaiutare nelle sue faccende domesticada una bambina che abita nellevicinanze. Ed è proprio la bambina, che recatasinel primo pomeriggio a casa delladonna, trova nell’abitazione un uomo.La bambina pensa ad un ladro e

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CRIMINI E CRIMINALI

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quindi scappa e chiede aiuto alla zia.Le due donne, tornate insieme nellacase scorgono nuovamente l’uomo ediniziano a gridare, attirandol’attenzione di altri vicini. L’uomo scappa e si dirige verso lalocale stazione ferroviaria. Alcune persone, attirate dalle grida,entrano nell’abitazione dell’anziana etrovano Lucia morta, colpita da duecoltellate, riversa in un lago di sanguenella camera da letto. Nel frattempo, i Carabinieri, avvisati diquanto accaduto, raggiungono lalocale stazione ferroviaria. I militari della Compagnia diCastellaneta, individuano un uomoscuro di carnagione e straniero, che

alla vista degli operatori di polizia,cerca di scappare. I militari, tra i binari trovano anche unborsone bianco contenente unpantalone macchiato di sangue e piùin là, nelle travette, un coltelloanch’esso insanguinato. Fermato e accompagnato in Casermaviene subito identificato in BenMohamed Ezzedine Sebai, nato il 15ottobre del 1964 in Tunisia. Secondo di otto fratelli è un immigratoclandestino, di corporatura media eche parla discretamente in italiano econ diversi precedenti penali. Nel 1991 anni era stato espulso pertentato omicidio e violenza carnale inprovincia di Bolzano (successivamentegli era stato intimato l'allontanamentoanche dalle questure di Ancona e diBari). Da Merano era fuggito, verso leMarche e poi sceso in Puglia. L’uomo si dichiara da subito

Nelle foto: a sinistraCarabinieri inazione

sopraVincenzo Faiuolouno degliimputati, poiscagionato

sotto ilmagistratoAlberto Nobili

innocente, ma le prove a sue caricosono schiaccianti. Peraltro, nel corsodella perquisizione presso la suaabitazione, in una casa diroccata delcentro storico di Cerignola, vengonorintrovati una serie di oggettiappartenenti a Maria Todaro, la donnaammazzata nel gennaio del 1997 e adAngela Sansone la donna uccisanell’agosto del 1996, nonchè altrioggetti. Nel corso dei vari processi,inizialmente per soli quattro omicidi, iperiti psichiatrici raccolgono le suetestimonianze. Emerge una storiad’alcolismo e abusi, anche sessuali,sin dalla più tenera età. «Mio padremi massacrava di botte se nonsapevo il Corano, lui e l’Imam mipicchiavano. Mi legava a due gancifuori dalla porta di casa»(1). Con le donne il rapporto s’incrinamaggiormente: «Mia madre mimetteva del tabacco in polvere negliocchi per punirmi. E le donne delpaese l’aiutavano».Punizioni su punizioni: gli introduconopersino del peperoncino nelle partiintime. Da qui un’avversione per le donne, inparticolare per quelle «vestite dinero», come spesso accade per le piùanziane donne del Sud, quello in cuiEzzedine vive, quando arriva in Italia.Se a 14 anni, in Tunisia, inizia a sentirele «voci» che lo portano a rapinare, èin Italia che quelle «voci» l’avrebberoportato a uccidere. «Le voci sono tre», scrivono i periti,«la prima è un uomo adulto,l'imam; la seconda è un uomo piùgiovane; la terza è una delle donneche lo picchiavano da piccolo».La presenza delle «voci» che l’hannoindotto ad ammazzare, da quando èdetenuto, pare che sia diminuita.Serbai, al termine dei diversi processi,fu condannato a quattro ergastoli peraltrettanti omicidi. Il 10 febbraio 2005, Ezzedine èrinchiuso nel carcere di Opera aMilano e scrive ad Alberto Nobili, pmdella Direzione distrettuale antimafiadi Milano, per delle rivelazioniimportanti. Una volta al cospetto del magistratoracconta: «Sono responsabile di altri

undici omicidi» dice, e li elenca, unoper uno, fornendo i primi particolari.Entrava nelle loro case per rapinarle:l’istinto omicida scattava soltantodopo. «Ho ucciso CelesteCommessatti: era il 13 agosto 1995,era una domenica pomeriggio. Hoconosciuto in carcere le due personeche furono condannateingiustamente per questo omicidio:Vincenzo Donvito e Giuseppe TinelliVoglio solo dire come stanno le cose,assumermi le mie responsabilità,non ho intenzione d’auto-calunniarmi»(1). Al PM Pina Montanaro, a Taranto,spiegò che avrebbe voluto confessareanche prima, ma temeva di essere

ucciso, senza spiegare da chi. Gli imputati ingiustamente detenutiper i diversi omicidi confessati daltunisino erano e poi liberati erano:Vincenzo Faiuolo, condannato aventicinque anni di carcere perl’omicidio di Pasqua Ludovico,anziana donna uccisa a Castellaneta il14 maggio 1997; Davide Nardelli eGiuseppe Tinelli entrambi condannatiper aver ucciso, il 13 agosto 1995 aPalagiano, l’anziana CelesteCommesatti; e Francesco OrlandiCosimo Montemurro. Un altro condannato per l’omicidio diCeleste Commesatti si era suicidato incarcere nel luglio del 2005. Proprio a seguito della morte diVincenzo Donvito, il Sebai decise diconfessare la serie di omicidi. Per la procura di Taranto, per duemagistrati su tre, però, Sebai non ècredibile. Il tunisino è stato etichettato dalla

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CRIMINI

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pubblica accusa come un«mitomane» che vuole scagionaredetenuti che ha conosciuto in carcere.Il 22 dicembre del 2011 la Corte diCassazione stabilisce, affidandol'incarico alla Corte d'Appello diPotenza, la revisione del processo pertre delle persone condannate in viadefinitiva per omicidi, VincenzoFaiuolo, Giuseppe Tinelli e DavideNardelli. Il primo condannato a 25 anni dicarcere - ne aveva già scontati 15 - perl'omicidio di Pasqua Ludovico,l'anziana uccisa a Castellaneta il 14maggio 1997.

Gli altri due condannati per averucciso, il 13 agosto 1995 a Palagiano,l'anziana Celeste Commesatti. Nardelli, era già in libertà dopo averscontato 7 anni di carcere, mentreTinelli era ancora detenuto in quantocondannato all'ergastolo in quantoritenuto responsabile anche di unaltro omicidio, quello di MariaValente, uccisa sempre a Palagiano il29 luglio 1997. La mattina del 14 dicembre del 2012,intorno alle 7,30, Sebai viene trovato,ancora in vita, impiccato con unlenzuolo fissato alle grate della suacella nella Casa di Reclusione DuePalazzi di Padova. Condotto inospedale morirà poco dopo. Alla prossima...

Note(1) La Stampa Italia, 20 settembre 2008.

Nella foto: la Casa diReclusione Due Palazzi di Padova

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ordinato, con criteri organici erazionali, un processo produttivo.Tuttavia, la definizione di legge,riportata all’art. 62, comma 1, recita:“…si intendono per luoghi di lavoro[…]i luoghi destinati a ospitareposti di lavoro, ubicati all’internodell’azienda ovvero dell’unitàproduttiva, nonché ogni altro luogodi pertinenza all’azienda o dell’unitàproduttiva accessibile al lavoratorenell’ambito del proprio lavoro”.Il comma 2 dell’art. 62 stabilisce,successivamente, che le disposizionidel Titolo II, non si applichino: a) ai mezzi di trasporto; b) ai cantieri temporanei o mobili; c) alle industrie estrattive; d) ai pescherecci; d-bis) ai campi, ai boschi e agli altriterreni facenti parte di un’aziendaagricola o forestale.Il termine “ospitare” denota che illegislatore ha voluto ricomprenderenella tutela non soltanto gli ambientiche siano stati espressamentepredisposti per contenere postazionifisse di lavoro, ma anche quegli spazipotenzialmente idonei ad accogliereposti di lavoro. Tali luoghi, anche se distantidall’azienda o una sua unità produttivaad essa funzionalmente riconducibili,devono essere considerati nel campodi applicazione delle norme: infatti,l’uso del termine “pertinenza” sembrarichiamare una nozione in grado diampliare i confini del concetto inesame.L’art. 63 del D.Lgs. 81/2008 dispone, alcomma 1, che i luoghi di lavorodebbano essere conformi ai requisitiindicati nel Allegato IV ed esserestrutturati tenendo conto, se del caso,dei lavoratori disabili, con particolareriferimento a quanto specificato dalcomma 3, introdotto dal D.Lgs.106/2009, ovvero “in particolare perle porte, le vie di circolazione, gliascensori e le relative pulsantiere, lescale e gli accessi alle medesime, ledocce, i gabinetti ed i posti di lavoroutilizzati da lavoratori disabili”.All’art. 64 sono, invece, elencati iprincipali obblighi del datore dilavoro, il quale deve provvedereaffinché i luoghi di lavoro siano

uando si è chiamati a valutarei rischi presenti in unambiente di lavoro, o meglio,i rischi dovuti alla

sistemazione dei luoghi di lavoro,bisogna porre particolare attenzionead individuare tutti quei fattori chesono riconducibili ad una disattentaprogettazione o ad una insufficientemanutenzione della struttura edilizia.Questi rischi, infatti, possonopresentarsi nella normalepercorribilità e fruibilità degli ambientilavorativi: pavimenti irregolari, scale,porte, finestre, balconi che possonoprovocare cadute e scivolamenti, vetrinon di sicurezza. Anche la presenza di elementicostitutivi della struttura edile, icomplementi di arredo e la scarsailluminazione vanno ricompresi nellacategoria dei rischi strutturali.Il D.Lgs. 81/2008 stabilisce i requisitiche un luogo di lavoro deve rispettare,dedicandovi il Titolo II che costituisceil recepimento della direttivacomunitaria 89/654/CEE. Tale direttiva, infatti, ha avuto il pregiodi regolamentare le prescrizioniminime di sicurezza per i luoghi dilavoro.Di fatto, questo Titolo comprende nelproprio articolato le disposizioni cheerano specificate anche nel precedenteD.Lgs. 626/1994, integrate da alcunedisposizioni contenute nell’abrogatoD.P.R. 303/1956, che recava normegenerali per l’igiene del lavoro.Il Titolo in questione si compone delCapo I, contenente le disposizionigenerali, e del Capo II, contenente lesanzioni a carico del datore di lavoro.Il testo di legge comprende gli articolidal 62 al 68 e l’allegato IV.Dalla lettura della normativa, cosìcome dei testi e delle riviste piùaccreditate del settore, si evince comesiano principalmente due i fattori checoncorrono alla determinazionedell’entità del rischio tanto da essere,purtroppo, in grado di comprometterenon poco le condizioni di salute esicurezza dei lavoratori: la cattiva oassente progettazione e la scarsamanutenzione dei luoghi di lavoro.Per “luogo di lavoro” si intende unambito spaziale specifico entro cui è

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Luca RipaDirigente SappeRappresentante dei lavoratori per la [email protected]

SICUREZZA SUL LAVORO

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conformi ai requisiti di sicurezza. Ingenerale, egli deve: • garantire la possibilità di evacuare ilocali. Le vie di circolazione siainterne che esterne e le uscite diemergenza devono essere sgombre alfine di consentire l’utilizzazione inogni circostanza (per vie dicircolazione interne si intendonoquelle che collegano o conducono aiposti di lavoro);• garantire il funzionamento dellastruttura. La manutenzione dei luoghidi lavoro, degli impianti, e deidispositivi deve essere tale daeliminare eventuali difetti difunzionamento quanto piùrapidamente possibile, oltre checonsistere nel periodico controllo sulloro funzionamento (nell’Allegato IV sirafforza il concetto, introducendol’obbligo di manutenzione, pulizia esanificazione per la tutela della salutedei lavoratori degli impianti dicondizionamento o di ventilazionemeccanica eventualmente presenti);• garantire le condizioni di igiene,mediante la pulitura dei luoghi dilavoro, dei dispositivi e degli impianti,onde assicurare condizioni di igieneadeguate;• garantire il funzionamento deidispositivi di sicurezza, attraverso laloro manutenzione, periodica eregolare.Come detto i luoghi di lavoro devonorispettare i requisiti indicatinell’Allegato IV del D.Lgs. 81/2008,ove sono state raccolte le disposizioniprecedentemente contenute nell’art.33 del D.Lgs. 626/1994, quelleriportate nell’allegato II al medesimodecreto e le altre disposizioni cheerano state imposte dal D.P.R.303/1956 e dal D.P.R. 547/1955,ampliandone la portata e integrandonei contenuti.L’Allegato in questione è stato oggetto

di alcune modifiche da parte delD.Lgs. 106/2009 e da altri più recentiprovvedimenti del Governo.Tale Allegato stabilisce i requisiti degliambienti di lavoro per quanto riguardale seguenti caratteristiche: • stabilità e solidità;

• altezza, cubatura e superficie; • pavimenti, muri, soffitti, finestre elucernari dei locali scale e marcia-piedi mobili, banchina e rampe dicarico; • vie di circolazione, zone di pericolo,pavimenti e passaggi; • vie e uscite di emergenza; • porte e portoni; • scale; • posti di lavoro e di passaggio eluoghi di lavoro esterni; • microclima; • temperatura dei locali; • illuminazione naturale ed artificialedei luoghi di lavoro; • locali di riposo e refezione;spogliatoi e armadi per il vestiario;

Decreto Legislativo n.81/2008:

i luoghi di lavoro• servizi igienico assistenziali; • dormitori.Inoltre, nell’Allegato IV sonocomprese anche altre disposizioni perquanto concerne la protezione deilavoratori nel caso di presenza neiluoghi di lavoro di agenti nocivi,

nonché le prescrizioni inerenti adattività che si devono svolgere inambienti particolari (quali vasche,canalizzazioni, tubazioni, serbatoi,recipienti e silos), le misure control’incendio e l’esplosione e lecaratteristiche delle installazioni dicerti impianti nei luoghi dove esistonopericoli di esplosione o di incendio.F

Nelle foto: sopraun’alloggio peril personale

sottocontrollo diun’estintore

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a cura diGiovanni Battista

de BlasisCOME SCRIVEVAMO

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in dall'antichità la storia ciriporta esempi di suicidi messiin atto da personaggi che

intendevano in tal modo manifestare ilproprio dissenso politico, ideologico,culturale: la negazione della vitaappariva l'evento estremo per salvare lapropria dignità. Ma non è l'unico movente che haindotto (e ancorainduce) l'uomo a darsi la morte.Altro è il suicidio attuato quale epilogodi grandi passioni sgretolatesi a seguitodi abbandono da parte della personaamata, lasciando nella mente enell'animo ferite non rimarginabili, o ilsuicidio messo in atto in seguito adissesti economici (e con l'estremogesto si recupera la dignità e si cancellala vergogna) o, ancora, a seguito diprofonde depressioni che fannoapparire la vita un'inutile saga del nulla,un profondo buco nero.Il suicidio, inteso come estremo gesto dicoraggio e di condanna verso uno statodi cose divenuto insopportabile, inpassato è stato praticato da filosofi,politici, consiglieri di principi, poeti escrittori e le modalità messe in atto,descritte da testimoni diretti e indiretti,sembrano seguire una liturgia che tendead evidenziare la determinatezza e laconsapevolezza dell'eroicità del gestoattuato, talvolta davanti a spettatori-testimoni.Nei tempi antichi esistevano addiritturascuole filosofiche ove venivano impartite"lezioni di suicidio".Tra i "maestri" di tale facoltà, vienericordato in particolare Egesia diCirene, condannato per questo daTolomeo I.Socrate, Catone Uticense, Seneca,Petronio, Cleopatra sono solo alcuni trai tanti personaggi che si sono dati lamorte per manifestare la propriaopposizione a un ideale o a qualcuno:suicidi che per la personalità deiprotagonisti, per gli eventi e i contestistorici e politici nei quali si sonoconsumati, hanno lasciato un'indelebilee importante testimonianza storica.Nel passato il suicidio era ammesso

Più di venti annidi pubblicazionihanno conferito

al mensilePolizia

Penitenziaria -Società Giustizia

& Sicurezza ladignità di

qualificata fontestorica, oltre

quella diautorevole voce

di opinione. La

consapevolezzadi aver acquisito

questo ruolo ciha convinto

dell’opportunitàdi introdurre una

rubrica - ComeScrivevamo -che contenga

una copiaanastatica

di un articolo diparticolare

interesse storicopubblicato tanti

anni addietro. A corredo

dell’articoloabbiamo

ritenuto diriprodurre la

copertina,l’indice e la

vignetta delnumero

originale dellaRivista nel quale

fu pubblicato.

da molte culture e da esse venivaparticolarmente giustificato se messo inatto per valori eroici: basti pensare allapratica cavalleresca dell'harakiri, una"nobile" rappresentazionedell'autodistruzione praticata inGiappone. I guerrieri samurai siuccidevano con tale tecnica con l'intentodi umiliare i propri avversari che, percontro, talvolta adoperavano lo stessometodo per contraccambiarel'offesa.La condanna del suicidio trova delleeccezioni nella cultura greca, a secondadelle motivazioni che avrebbero indottola persona a rinunciare alla propria vita.Secondo alcune testimonianze, infatti, incerti casi il cadavere del suicida nonveniva sepolto "intero": ad esso venivaamputata la mano che aveva provocatola morte e la stessa veniva sepoltain altro luogo, distante dal restodel corpo.La morte di Socrate (470-399 a.C. ),descritta da Platone nell’“Apologia” enel “Fedone”, assume significatifilosofici e questo suicidio, anche seindotto dalla condanna cui Socrate fusottoposto, è forse il più famosodell'antichità.Esso sposta la prospettiva dal campoindividuale a quello simbolico, politico emorale assumendo così connotazioni divalenza universale.Socrate rifiutò di abiurare ai princìpifilosofici e venne perciò condannato amorte, condanna acui non si sottrasse, ma anzi acceleròbevendo per propria volontà la mortalecicuta.Dalla testimonianza di Platonesappiamo, però, che Socrate siintrattenne fino alla fine con i suoidiscepoli, accettando con animosereno l'ingiusta condanna e la penafinale.Per Platone il suicidio è giustificatosolo nei casi in cui il suicida con il suogesto si sottrae a una naturalepredisposizione al crimine, perprevenire una condanna giustamentepronunciata, perchè non in grado disopportare una vergogna incancellabile,

F ovvero, in sintesi, per “motivi digiustizia”. In ogni caso, le conseguenzedel gesto si rifletterannoin seguito sul cadavere del suicida,che verrà sepolto in un luogo isolato esenza onori.Il suicidio, quindi, appare a Platonecome un atto di disubbidienza alladivinità che predispone ogni uomo alproprio destino; nel caso di Socrate,invece, il suicidio del filosofo non èattuato in opposizione al volere di Dio,ma come preciso ossequio al voleredi questo, seppure mediato dal precettodella legge umana.

Non è così per Aristotele che colsel'importanza sociale del suicidioritenendolo un atto di disubbidienzaallo Stato ed alle sue leggi. Il suicidio, pertanto, si configura comeuna stolta affermazione di autolibertà,contro le leggi che governano la polis.Fautori del suicidio furono anche gliappartenenti alle scuole postsocratiche:gli scettici ed ancora di più gli stoici,mentre gli epicurei ne rimaserosostanzialmente estranei.La libertà, per gli stoici, è data dal sapervivere secondo ragione, accettandol'ordine sovrannaturale delle cose. La schiavitù è nel non sapere. Il saggio, quindi, sa anche rinunciarealla propria vita (come farà Seneca)quando la sua coscienza delle cose ètale da non potere fare nulla perintervenire e cambiare la realtà.

Il suicidiobreve storia del “mal di vivere”di Assunta Borzacchiello

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COME SCRIVEVAMO

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E proprio da Seneca, infatti, il suicidioviene praticato quale estremo edignitoso rimedio alla sofferenza.Diffusosi a Roma, lo stoicismo fecemolti proseliti, soprattutto tra le classicolte, e indusse in molti casi a praticareil suicidio.Coloro che si uccidevano, salvo che persfuggire a una condanna, non venivanoperseguitati dalla legge.Viceversa, lo erano i soldati e gli schiaviche con il loro gesto arrecavano undanno alla società.Insomma, non era biasimato il suicidiomesso in atto per sottrarsi al tediumvitae o all'infelicità, bensì il suicidio cheprovocasse una perdita materiale - diforza lavoro o di difesa - alla collettività.Catone Uticense (95-46 a.C.), stoicoe sostenitore della causa dellaRepubblica senatoria, si schierò conPompeo durante la guerra civile epreferì darsi la morte piuttosto cheaccettare il perdono che Cesare glioffriva.Seneca (4 a.C.-65 d.C.), massimoesponente della filosofia stoica nellacultura latina, precettore di Nerone,tentò di guidare l'imperatore in ungoverno moderato e illuminato. Tuttavia, gli eccessi del Principe lo

spinsero ad allontallontanarsi dallacorte. Nel 65 d.C., scoperta la congiuraantineroniana di Pisone, Seneca fusospettato di esserne l'ispiratore equindi condannato a morte. Il filosofo,allora, si dette una morte eroica atrocee magniloquente fino alla teatralità.Con un piede immerso in una vasca dabagno, si apriva le vene continuando aconversare con i discepoli.Una morte analoga scelse Petronio(suicidatosi nel 66 d.C.), ritenutoinsuperabile arbitro dell'eleganza pressola corte imperiale, che, dapprima intimodi Nerone e suo ascoltato consigliere, inseguito cadde in disgrazia perl'opposizione fattagli da Tigellino e nonsopportò oltre l'onta del sospetto diessere un traditore. Anch’egli, con piglio tranquillo e grandedistacco, decise di darsi la mortesfoggiando lo stesso aplomb esignorilità che lo contraddistinsero invita e trasformò la propria morte in unarappresentazione teatrale.Un suicidio le cui motivazioni sono daricercare tra la dimensione privata e lasfera pubblica è il suicidio di Cleopatraregina d'Egitto (69-31 a.C.): legataprima a Cesare e in seguito ad Antonioappoggiò quest'ultimo nella lotta controAugusto. Dopo la battaglia di Azio (31 a.c.) e ladefinitiva vittoria di Augusto, secondo laleggenda Cleopatra si diede la mortefacendosi mordere da due aspidi,velenosissimi serpenti, per non caderenelle mani dell'odiato nemico.A quarantaquattro anni muore il poetalatino Lucrezio (99/94 a.C.-55/50 a.C.)che, secondo alcuni biografi, si diede lamorte perchè colpito da folliaintermittente dopo avere ingerito unfiltro d'amore.Marco Tullio Cicerone mostraammirazione per il suicidio di Lucrezio,uccisosi per sfuggire al disonore, anchese lo stesso Cicerone condanna ilsuicidio, perchè in tal modo l'uomosfugge alla responsabilità che Dio gli haaffidato dandogli la vita.Con il Cristianesimo il suicidio, daatto eroico, diviene in seguito ilpeccato più grave per l'uomo. Aglialbori del Cristianesimo, però, furononumerosi i seguaci della nuovareligione, di ogni sesso ed età, chedeliberatamente rinunciavano allapropria vita, sopportando sofferenzeatroci per cercare la via del Paradiso,sacrifici esaltati dai primi Padri dellaChiesa.

Á

Nelle foto:la copertina del numero di novembre1996

sotto la vignetta

in basso il sommario

nell’altra paginauna statua diPlatone

Fu Sant'Agostino a condurre una ferocebattaglia contro il sacrificio spontaneodella propria vita da parte dei cristiani,sostenendo che questa pratica di morteera una "depravazione detestabile econdannabile", richiamandosiimplicitamente al quintocomandamento: non uccidere.La lotta di Sant'Agostino contro lapratica del suicidio risultò vittoriosaal Concilio di Arles nel 452, ove venneenunciato che il suicidio era un delittoperpetrato per effetto del furorediabolico.San Tommaso distinse tra il suicidiodell'uomo in possesso delle sue facoltà eil suicidio commesso dal furiosus edall'insanus, per indicare colui che siuccide a causa di affezioni patologiche.La rigida condanna del suicidio,come atto contro natura, è presenteanche nella Divina Commedia di Dante.Nel Xlll canto dell'Inferno - secondogirone, settimo cerchio - il SommoPoeta incontra i suicidi (e, tra questi,

Pier delle Vigne) trasformati in alberidai cui rami pendono le loro teste. Le anime dei suicidi vi germogliano e vicrescono i pruni di cui si nutrono leArpie.L'asprezza del paesaggio rispecchia,con la rappresentazione dell'orribileselva dei suicidi, l'anormalitàdell'estremo gesto, e la naturadeformata che appare agli occhidi Dante esprime la violenza dell'attoper cui viene spezzato il vincolo affettivoche lega l'uomo a se stesso.La Chiesa cattolica ha negato il ritofunebre ai suicidi fino ai nostri giorni esolo negli ultimi tempi è prevalsa unaposizione più indulgente verso i mortiper suicidio, ma tale posizione nonmanca di suscitare accese polemiche.Nel Nuovo Catechismo della ChiesaCattolica, pubblicato nel 1992, seppure

DETENUTO ECCELLENTE

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permane la condanna morale verso isuicidi perchè, come si afferma aproposito del quinto comandamentonon uccidere, “... siamo gliamministratori, non i proprietaridella vita che Dio ci ha affidato. Nonne disponiamo”, tale condanna moralelascia aperta la porta al perdono di Dio.Anche se la naturale inclinazionedell'essere umano è di conservaree perpetuare la propria vita, il nuovocatechismo, infatti, non toglie del tutto lasperanza della salvezza dell'anima dicolui che rifiuta il dono dell'esistenza.Ci sono situazioni personalissime cheinducono la Chiesa ad attenuare laresponsabilità del suicida, ad esempio“... gravi disturbi psichici, l'angoscia oil timore grave della prova, dellasofferenza o della tortura”.Infine, accanto alla imperscrutabilevolontà di Dio che può preparareal pentimento l'anima del suicida,nei casi citati “... la Chiesaprega per le persone che hannoattentato alla loro vita”.Anche la morale cattolica, quindi,è suscettibile di cambiamenti, maciò, comunque, non significa cheil suicidio sia diventato moralmentelecito. Infatti, se è pur vero che ilcatechismo cattolico non usa mai iltermine peccato per indicare il suicidio,lo definisce un atto "gravementecontrario al giusto amore di se" ed"all'amore del Dio vivente".Per quanto riguarda il divieto difunerali religiosi ai morti per suicidio,negli ultimi tempi è stato osservato cheesso è stato disatteso in occasione di"suicidi eccellenti" di politici, altifunzionari e imprenditori travolti dalleinchieste giudiziarie di "Tangentopoli",destando non poche perplessità sia daparte cattolica che da parte laica.La condanna morale del suicidio cade el'atto si trasforma quasi in un esempio dilibertà, con gli Enciclopedisti e gliIlluministi per i quali l'atto suicida venneannoverato tra i segni della libertà dellaragione.La presa di posizione degli intellettualidel XVIII secolo a favore della libertà delsuicidio diede i suoi frutti nei codicipenali postrivoluzionari, chedepenalizzarono l'atto suicidario fino adallora considerato reato.Un rilevante aumento dei casi di suicidisi verifica nel XIX secolo: la letteraturaromantica ne è ricca di esempi. Con il Romanticismo, infatti, il suicidioriconquista un posto di privilegio nellascala dei valori dell'eroe romantico.

Nella foto:Friederick Nietzsche

Lo Jacopo Ortis di Ugo Foscolo, ilWerther di Wolfgang Goethe ed altripersonaggi della letteratura romanticamettono fine ai propri tormentitogliendosi la vita.Perire rappresenta il riscatto dalleingiustizie, la liberazione dal potereche plagia le coscienze o per sfuggirealla precarietà della vita.In campo filosofico, in epoca moderna,il suicidio è stato oggetto di riflessioneda parte dei filosofi esistenzialisti: Sartre,Jaspers ed ancora prima Nietzsche eSchopenauer.Per Arthur Schopenauer il suicidio è unatto della volontà che esprime nel modopiù elementare e radicale la libertà didisporre di se stessi.

Friederick Nietzsche, in "Cosi parlòZarathustra" fa dire al protagonista delsuo libro: "Chi liberamente ponetermine al suo destino muore davincitore, circondato da coloro chepromettono e sperano... Io lodo a voi la mia morte, la liberamorte, che viene perchè io voglio".Per Jean Paul Sartre il suicidiorappresenta l'etrema possibilità dellalibertà. Karl Jaspers - psicopatologo e filosofoesistenzialista - definisce il suicidio“l'unica operazione che ci libera datutto il nostro agire interiore. Lamorte, che è una situazione - limite divalore decisivo per l'esistenza, - è unfatto che si verifica da se e non vieneinvocato. Solamente l'uomo, una voltache egli sa rendersi conto della morte,si trova dinanzi alla possibilità delsuicidio. Egli non solo puòconsapevolmente mettere arepentaglio la sua vita, ma può anchedecidere se vuole o non vuole vivere.La morte rientra nella sfera dellasua libertà”.Jaspers rifiuta la spiegazione dell'attosuicida facendo ricorso alla malattia

mentale: “Il suicidio non è la conseguenzadella malattia mentale allo stesso modoche la febbre è la conseguenzadell'infezione”.1 motivi che conducono al suicidioper Jaspers rimangono insondabili:“L'origine prima e incondizionatadel suicidio rimane un segreto dellapersona singola, e non si può rivelare aglialtri. Quando i suicidi lasciano delleconfessioni al riguardo, rimane sempre laquestione se il suicida abbia veramentecompreso se stesso”.A livello di fenomenologia sociale, si devepur rilevare che, a fronte di andamentistatisticamente omogenei delle percentualiannue dei suicidi, c'è stato un periodo dellastoria italiana recente in cui se ne èverificato un aumento vertiginoso.Ciò è avvenuto durante talune fasi delregime fascista che, peraltro, si premunì dimettere il bavaglio alla divulgazione di fattidi cronaca che potessero in qualche modoapparire come una crepa del sistema.Non solo le notizie che riguardavano gliomicidi erano rigorosamente censuratedalla stampa dell'epoca, ma, e soprattutto,lo erano quelle riguardanti i suicidi:rendere il pubblico edotto di tali fatti e, pergiunta, del loro notevole incremento,significava ammettere che non tutto andavabene così come assicurava la propaganda diregime del ventennio. Ed allora la viamigliore per eliminare il problema eraquella di non parlarne affatto.Abbattuto poi il fascismo, la cronaca neratorna a riferire di omicidi e suicidi, anchese non viene abbandonato del tutto unatteggiamento censorio a proposito diquesti ultimi da parte dei nuovi governirepubblicani.Il suicidio rende i sopravvissuti impotenti,pone interrogativi, avanza ipotesi.Ancora peggiori inquietudini destano tipi ecategorie particolari di suicidi come quelliposti in atto da minori, per i quali si giungeaddirittura - come è stato recentementedimostrato - a falsare la rappresentazionestatistica e sociale da parte anche diorganismi ufficiali quali l'ISTAT, l'OMS e ilMinistero degli Interni.Tuttora, in Italia, risulta difficile fornirestime precise sul dato reale dei suicidi.Non va sottovalutato, infatti, ilcomportamento ufficiale di fronte alfenomeno.Allorquando il suicidio viene attuatofacendo ricorso a tecniche che possonoconfondersi con un incidente, con unatragica fatalità, si tenta così di coprire latragedia come se le conseguenze morali esociali dell'evento potessero ricaderesull'intero nucleo familiare.

COME SCRIVEVAMO

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COME SCRIVEVAMO

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Occorre inserire nel novero dei suicidi"sommersi" le morti che si concludononegli ospedali, che referti compiacentifanno passare come morti naturali ocome conseguenza di incidenti.Ci sono poi i morti per droga e quelliche perdono la vita in automobile, doveil guidatore è solo con le proprieangosce e i propri tormenti, edifficilmente è possibile perciòdiagnosticare che la causa della mortesia dipesa dalla volontà della vittimastessa in caso di morte per overdose oin seguito a gravi incidenti sulle strade.Ricerche recenti in Italia hanno tentatodi delineare un identikit del suicida edell'aspirante suicida.Per la prima ipotesi prevale il sesso

maschile: il soggetto, per lo piùoperaio, ha più di sessantacinqueanni , è sposato e vive prevalentementeal Nord, in particolare in piccoli centridi provincia, il livello di istruzione siferma alla quinta elementare o alla terzamedia.Il periodo dell'anno in cui il tasso deisuicidi è più alto si identifica nellaprimavera e per la "tecnica" presceltadal morituro prevale l'impiccagione.Delineato l'identikit del suicida siricercano le cause dell'atto, e semprea partire dalle caratteristiche testèdescritte si rileva che, al di là delleangosce, delle sofferenze fisiche epsichiche, gli attori del drammarisultano essere, in maggioranza,anziani ed adolescenti.Gli anziani che si tolgono la vitarappresentano quasi un quarto dellatotalità dei suicidi, mentre per gliadolescenti si stima che i suicidi realisiano quasi il doppio di quelli accertati,senza contare che per due giovani che sitolgono la vita altri dieci tentano difarlo.Povertà, problemi di sopravvivenzaquotidiana (come ad esempio lo sfratto

Nelle foto: a sinistraKarl Jaspers

sopraJimi Hendrix eJim Morrison

di casa, le malattie ecc.) si associano alfantasma della solitudine, a unaindifferenza cronica della societàrispetto alle difficoltà di viveredell'anziano.Per gli adolescenti il discorso cambia,si delineano altre ipotesi causali, siindividuano sofferenze ed ansie legatealla difficoltà di crescere, di stabilire unrapporto con le figure parentaliadeguato alle nuove esigenze dell'età: cisi muove disordinatamente tra ansia dicrescere e paura del nuovo.Ma se a volte la responsabilità del gestopotrebbe essere imputata a disfunzioniinterne al nucleo familiare - sovente lamotivazione suicidaria del giovane,dell'adolescente e persino del bambino -deve essere riportata a modelli esituazioni di vita particolarmenteopprimenti sul piano psicologico epedagogico.Dal suicida all'aspirante suicida,ovvero dei tentativi messi in atto dapersone che intendono unicamenteesprimere un gesto dimostrativo, forseper attirare l'attenzione su di se, perchèci si attende una mano che possa salvaredall'angoscia e dal dolore.Gli studi svolti in proposito evidenzianoche gli aspiranti suicidi sono inprevalenza donne, sia in età adulta cheadolescenti, e che in genere il mezzo piùusato è l'avvelenamento da barbiturici,ove la scelta di questo mezzo specificosembra quasi un ultimo tacito tentativodi preservare il proprio corpo da lesionicruente. Infine, sempre a proposito dei tentatividi suicidio, c'è chi sostiene che coloroi quali minacciano di suicidarsi in realtànon sono seriamente motivati adeseguire l'atto estremo e che quantihanno già tentato non ci riproveranno infuturo.In realtà, si tratta solo di pregiudizinon suffragati da certezze scientifiche.In anni recenti l'eroe romanticoimpersonato dai vari "JacopoOrtis" e "Werther" sembra esserestato sostituito da un'altra categoriadi eroi-artisti che hanno coniugatoun linguaggio nuovo misto di ansia diemergere con l'incapacità di resisterealle spinte emotive.I luoghi comuni che accompagnanole morti violente dei divi del rocktrasformano quest'ultimi in mitici eroi dimasse giovanili, che proiettano sullerockstar le proprie ansie einsoddisfazioni.I mass-media ne fanno spesso dei geniincompresi, anche se in vita le loro doti

artistiche non sono stateparticolarmente apprezzate: distruttidall'alcool e dalle droghe, animatisoprattutto da spirito di autodistruzione,si riscattano con la morte.La commistione o confusione tra arte evita, cara agli eroi romantici vissuti ocreati dalla fantasia di letterati tra ilSettecento e l'Ottocento, si riproponeidentica ai nostri giorni.Un nuovo Sturm und Drang sembraattraversare indenne i secoli eriproporsi identico ai nostri giorni,sotto le sembianze dei vari JimiHendrix, Jim Morrison, Janet Joplin,Brian Jones e, ultimo solo in ordine ditempo, Kurt Kobain, leader del grupporock "Nirvana", dalle cui interviste già

si presagiva una morte annunciata, cosìcome dai testi delle sue canzoni quali I Hate MyseyAnd want To Die (Mi odioe voglio morire), titolo che la casadiscografica, accorta e consapevoledella reazione negativa che avrebbepotuto provocare una tale asserzionenelle masse giovanili, obbligò acambiare in Nirvana.Un esempio dell'influenza in negativo,presso i giovani fan, della vita e dellamorte dei "divi del rock", è quello cheriguarda un diciottenne di Treviso che,nel giorno dell'anniversario delcinquantesimo anno di Jim Morrison -morto in seguito a somministrazionedi droga e ingestione di alto quantitativodi alcool - si è tolto la vita dedicando lapropria morte al suo idolo.Il giovane lasciò, come spiegazione delsuo gesto, vari foglietti su cui avevascritto tutta la sua disperazione:"La morte come soluzione, la mortecome resurrezione".Significativo, inoltre, il modo in cuisi è tolto la vita: dandosi fuoco,così come cantava Jim Morrison inuna famosa canzone degli anniSettanta dal titolo Light my Fire.F

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LE RECENSIONI

32 • Polizia Penitenziaria n.249 • aprile 2017

Autrice nel libro racconta informa di romanzo la sua verastoria: una storia complicata,

condita da ingredienti a primo impattoincompatibili: delitto, carcere,

amicizia, amore eredenzionedell’uomo che è poidiventato suo marito.Spesso abbiamomesso in evidenzacome non siasemplice coinvolgeresui temi penitenziarila grande opinionepubblica. Perchè lasocietà nel suocomplesso èdisattenta a questiproblemi, quandoaddirittura non provafastidio per questiproblemi, quasidisinteresse, e vuolela rimozione dei temidel carcere, dei temidel penitenziario.Tende a rimuoverli,perchè i temi delsistema penitenziariofanno riflettere suaspetti che la gentecomune preferiscenon affrontare. I temicarcerari sonooggetto di attenzionida parte dei giornali,delle televisioni, dellediscussionidell’opinionepubblica soloquando emergono lepatologie del sistema:evasioni, aggressioni,eventi tragici come lemorti in carcere e isuicidi, oppurequando ci sono

ospiti, nei nostri istituti, detenutieccellenti che fanno notizia in sé e ci sidimentica dei altri 54mila detenuti"normali".L’Autrice, con questo libro, apre uno“spaccato” sul carcere e la detenzionecon un romanzo da leggere e cheracconta come il cuore possa, talvolta,arrivare oltre le sbarre.

ibro utilissimo per capire ecomprendere uno deglistrumenti giuridici più

innovativi degli ultimi anni: l’istitutodella messa a prova per gli adulti(introdotto nel nostro ordinamentocon la legge n. 67 del 2014) e iminori. La messa alla prova è unaforma di probation giudizialeinnovativa nel settore degli adulti econsiste nella sospensione delprocedimento penale nella fasedecisoria di primo grado, su richiestadi persona imputata per reati diminore allarme sociale. Con la sospensione del procedimento,l'imputato viene affidato all'ufficio diesecuzione penale esterna per losvolgimento di un programma ditrattamento che prevede come attivitàobbligatorie, l’esecuzione di un lavorodi pubblica utilità, consistente in unaprestazione gratuita in favore dellacollettività, l’attuazione di condotteriparative, volte all'eliminazione delleconseguenze dannose o pericolosederivanti dal reato, nonché ilrisarcimento del danno dallo stessocagionato e, ove possibile, l’attività dimediazione con la vittima del reato.Inoltre, in un'ottica di riduzione delrischio di reiterazione del reato, ilprogramma può prevedere

l’osservanza di una serie di obblighirelativi alla dimora, alla libertà dimovimento e al divieto di frequentaredeterminati locali, oltre a quelliessenziali al reinserimentodell’imputato e relativi ai rapporti conl’ufficio di esecuzione penale esterna econ eventuali strutture sanitariespecialistiche. In questo libro,vengono evidenziate le criticità e lepossibile strategie difensive, risultandoutilissimo sul piano sostanziale eprocedurale.

uesto prezioso libro fa il puntodella situazione sulla disciplinadelle misure cautelaripersonale dopo la legge 16

aprile 2015, n. 47, che ha apportatosignificative modifiche al codice diprocedura penale in materia dimisure cautelari personali. Sono statitra gli altri modificati gli articoli 274 ess. del codice di rito in un’ottica diextrema ratio attribuita alla custodia incarcere. L’intervento normativo investenumerosi temi: esigenze cautelari ecriteri di valutazione delle medesime;criteri di scelta delle misure cautelaripersonali con particolare riguardo aicriteri di adeguatezza e proporzionalitàrispetto al fatto ed alla pena, nonchéagli automatismi applicativi;l’ampliamento dell’area applicativadelle misure interdittive, anchecombinate con l’impiego di misurecoercitive non carcerarie; le modificheconcernenti le impugnazioni. Nelleoltre 300 pagine del libro si alternanoanalisi normative e giurisprudenziali afocus di apprendimento, anche suglieffetti operativi dell’interventolegislativo, ed un confronto tra vecchioe nuovo testo.

L’

Giuditta BoscagliIL CUORE OLTRE LE SBARREITACA Edizionipagg. 176 - euro 13,00

Q

a cura diMaria Sabina lemboe Giuseppe Potenza

LA NUOVA DISCIPLINA DELLEMISURE CAUTELARIDopo la Legge 16aprile 2015, n.47MAGGIOLI Edizionipagg. 230 - euro 24,00

L

Antonio Di Tullio D’ElisisL’APPLICAZIONEDELLA MESSA ALLAPROVA PER GLIADULTI E I MINORI.Giurisprudenza, Criticità, StrategieMAGGIOLI Edizionipagg. 304 - euro 32,00

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LE RECENSIONI

Polizia Penitenziaria n.249 • aprile 2017 • 33

uattro storie umane e ilcarcere di Alessandria sullosfondo. Le racconta l’Autore,operatore penitenziario nel

carcere di Alessandria. E le relazioniche redige per il magistrato disorveglianza, che servono perdecidere se e quali benefici concederea seconda della condotta, diventanospunti letterari per i ritratti di vita veradi quattro detenuti: un vecchiocontadino fratricida suo malgrado, unimpenetrabile straniero innamoratoche ha ucciso per gelosia, un agentesegreto dalla doppia personalità e uncamorrista pentito. Storie che vengonoconfinate nel perimetro di una cella,una volta superata l’esposizionemediatica del fatto di cronaca, ma cheaiutano a comprendere le difficoltàumane, senza giustificare o assolvere.

n questo libro l’Autrice, medicoprincipale della Polizia di Stato,spiega come favorire gli stili di vita

salutari come ridurre lo stressattraverso l’alimentazione. Anche tra glioperatori del Comparto Sicurezza,Difesa e Soccorso Pubblico laprevalenza del sovrappeso/obesitàrappresenta unaa problematica perl’aumentata suscettibilità a patologiecardiovascolari e metaboliche e per leridotte capacità operative. In questointeressante libro, l’Autrice forniscechiare linee guida per instaurare ungiusto stile di vita sia in termini diattività fisica che di correttaalimentazione, funzionali alla

specificità del lavoro a cui si èpreposti. E’ infatti scientificamenteprovato che l’educazione alla correttaalimentazione determina effetti positivie concreti sugli stili di vita e sul lavoro.Diversi, e tutti interessanti, gliargomenti trattati: tra questi,particolare importanza hannoindubbiamente gli stili di vita nonsalutari degli operatori ed i correlatifattori di rischio, l’alimentazioneinquadrata come campo di indagine edi cura dello stress e l’incidenza sullaefficienza funzionale del lavoroquotidiano degli operatori dellasicurezza. Operatori, va ricordato, chespesso lavorano in condizioni dicriticità oggettive o emotive. Dasegnalare, in Appendice, la trattazionedi sicurezza alimentare e igiene deglialimenti.

mprimere dei segni sulla propriapelle è una tradizione antichissima

e ancora diffusa in molte popolazionitribali. Il tatuaggio oggi è diventatosoprattutto una moda. Specialmente trai più giovani. In realtà, il significato e lastoria sono molto più profondi. E’ undato storico che esso sia stato unsimbolo di ribellione, e non è un casose tra i primi a portare sulla propriapelle i tatuaggi vi fossero carcerati,marinai di lungo corso, prostitute. Hascritto, su Il Foglio, Stefano Di Micheleche oggi vi è “un accorrere generaleall’ago e allo stencil: ce l’ha ildelinquente e ce l’ha lo sbirro (vennepure fuori la storia di un carabiniere,che fu indagato per certi scontri,riconosciuto nelle foto da untatuaggio), il borgataro e quello dizona centro, l’imprenditore e l’operaioprecario, la sposa in abito bianco e ilcalciatore esultante e il tifoso teppista,il rapper (con tela di ragno che siprolunga fin sotto al mento, roba da farinvidia all’Uomo Ragno medesimo) etiè, come da testimonianza, il prete, il

Adriana Simone

AIMENTAZIONE FUNZIONALE E BENESSERE NEGLIOPERATORI DI POLIZIAFERRARI SINIBALDI Ed.pagg. 172 - euro 18,00

a cura [email protected]

I

fascio e l’antagonista, il riformista e ilreazionario, lo studente e lavicepreside – di tutti questi non necitiamo nemmeno uno per nome, pernon far torto a nessuno. In questo bel libro, gli Autori,attraverso gli scatti diun maestro dellafotografia qual è PinoRampolla, si sonooccupati dellapresenza di Dio nellecarceri attraverso illinguaggio del corpodei detenuti. Unautentico reportage indiversi istituti di penaitaliani, con le fotodelle immagini sacretrasformate in tatuaggie le storie di chi - eperché - ha deciso difarli. FrancescaSadowski, PinoRampolla, EugenioNembrini hanno ilmerito di averestudiato eapprofondito, proprionell’Anno dellaMisericordia, unaspetto particolaredella detenzione:quello che concilia laFede con l’espiazionedi una pena. “Dio èdentro con loro.Nessuna cella è cosìisolata da escludere ilSignore; il suo amorepaterno e maternoarriva dappertutto”,scrive Papa Francesconella premessa alLibro. E proprio dallaprovocazione deltatuaggio, da questepreghiere, grida,domande, bisogni einfine certezze stampate indelebilmentesulla pelle, spesso con strumenti nonadeguati, è nata l’idea di realizzare unlibro che raccogliesse le immaginitatuate e le testimonianze di come Gesùsia presente e incontrabile ovunque enella vita di ciascun uomo. Un librodavvero interessante.F

Paolo BellottiVISTI DA DENTROITACA Edizionipagg. 160 - euro 13,00

Q

F. Sadowki, P. RampollaE. NembriniCRISTO DENTROITACA Edizionipagg. 64 - euro 15,00

I

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L’ULTIMA PAGINA

34 • Polizia Penitenziaria n.249 • aprile 2017

Il mondo dell’appuntato Caputo

di Mario Caputi eGiovanni Battista

de Blasis© 1992-2016

[email protected]

QUALCUNO USA FACEBOOK COME LOSPEAKER’S CORNER DI HYDE PARK..

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