SNALS LombardiaRassegna Stampa di sab. 23, dom. 24 e lun. 25 novembre 2013 SNALS / CONFSAL L'Unita'...
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Rassegna Stampa di sab. 23, dom. 24 e lun. 25 novembre 2013
SNALS / CONFSAL L'Unita' 25/11/2013 GLI ATENEI DEL SUD IN RIVOLTA. "SENZA DOCENTI SI CHIUDE" Corriere.it 24/11/2013 ECCO PERCHE' LE NOSTRE SCUOLE RESTANO CHIUSE NEL POMERIGGIO L'Unione Sarda - Ed. Oristano
24/11/2013 INTERPELLANZA SULL'UFFICIO SCOLASTICO IN VIA LEPANTO
Ciociaria Editoriale Oggi
23/11/2013 SCUOLA, BATTAGLIA AL TAR
La Provincia Frosinone 23/11/2013 PROF SULLE BARRICATE il Tempo 25/11/2013 I SINDACATI SILURANO L'ERNANI DI MUTI Corriere della Sera - ed. Roma
25/11/2013 "VOGLIAMO SOLDI PER GLI STIPENDI"
Adnkronos.com/IGN 24/11/2013 LIRICA: SINDACATI OPERA ROMA, SCIOPERO SU TUTTE RECITE DI 'ERNANI'
la Repubblica - ed. Torino
24/11/2013 GTT, NIENTE MAXIDIVIDENDO AL COMUNE
Corriere del Giorno di Puglia e Lucania
23/11/2013 LAVORATORI A.T. SECURITY SENZA STIPENDI DA LUGLIO
Il Tempo - Cronaca di Roma
23/11/2013 L'ORCHESTRA RENDE OMAGGIO ALL'INFANZIA
Informazione.it 23/11/2013 CISAL, GRAVE CARENZA DI PERSONALE - NON PIU' SOSTENIBILE NEL TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA. INDETTO
La Repubblica - Cronaca di Roma
23/11/2013 OPERA, ULTIMATUM DEI SINDACATI "A RISCHIO L'ERNANI CON MUTI"
Taranto Oggi 23/11/2013 CONFSAL-FESICA DENUNCIA LA SITUAZIONE DEI LAVORATORI DELLA A.T. SECURITY S.R.L.
Testate on line 25/11/2013 ARTICOLI PRESI DAL WEB Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 25/11/2013 NORME - IL NUOVO APPRENDISTATO Corriere della Sera 24/11/2013 DOSSIER - INCONTRI, LEZIONI, TEATRO E WEB IL RISPETTO COMINCIA
NELLE SCUOLE Corriere della Sera 24/11/2013 LE UTILI COMPETENZE SUL LAVORO CHE LA SCUOLA ANCORA NON
INSEGNA (R.Abravanel) Corriere della Sera 23/11/2013 GITE SCOLASTICHE: NON SOLO MUSEI, ANCHE LABORATORI la Repubblica 25/11/2013 LA MATURITA' SI FA SPRINT ARRIVA IL LICEO DI 4 ANNI la Stampa 25/11/2013 I SUPERDIPLOMI CHE PORTANO NELLE AZIENDE la Stampa 23/11/2013 DALLA FONDAZIONE AGNELLI UN SITO PER SCEGLIERE LA SCUOLA la Stampa 23/11/2013 Int. a M.Rossi doria: "AULE SICURE? NON CARICATE I DOCENTI DI
RESPONSABILITA'" Italia Oggi 23/11/2013 Int. a A.Ichino: LO STATO NON SA GESTIRE LA SCUOLA Avvenire 24/11/2013 A VERONA FAMIGLIE IN MARCIA PER PROMUOVERE LE SCUOLE
PARITARIE Avvenire 23/11/2013 SCUOLA E FORMAZIONE PROFESSIONALE, IV CONFERENZA A VERONA
DOMANI MARCIA POPOLARE PER PROTESTARE CONT L'Unita' 23/11/2013 SCUOLA, MOBILITAZIONE CONTINUA: OCCUPAZIONI IN TUTTA ITALIA il Gazzettino 25/11/2013 "SENZA LE PARITARIE SCUOLA AL COLLASSO" il Gazzettino 25/11/2013 MATERNE COSTRETTE ALLA COLLETTA ALIMENTARE
Nova24 (il Sole 24 Ore) 24/11/2013 PROCESSO ALLA SCUOLA DIGITALE DEL FUTURO Roma 24/11/2013 MENSA SCOLASTICA, ACCOLTO IL RICORSO AL TAR Roma 23/11/2013 LA COSTITUZIONE A SCUOLA, MARTEDI' UN CONVEGNO il Sole 24 Ore 25/11/2013 IL PRIMO PRESTITO E' D'ONORE il Sole 24 Ore 25/11/2013 OTTO CLUSTER METTONO IN FILIERA LA CRESCITA il Sole 24 Ore 23/11/2013 UNA "PROFESSORSHIP" PER L'AVVOCATO Corriere della Sera 23/11/2013 Int. a R.De marte: "DIECI MESI A BARCELLONA E HO CAPITO CHE IL MIO
FUTURO ERA L'EUROPA" Corriere della Sera 23/11/2013 STAGE E PRESTITI PER CHI E' GIA' LAUREATO L'ERASMUS "PLUS" PUNTA
SUL LAVORO il Tempo 24/11/2013 Int. a L.Frati: IL RETTORE DELLA SAPIENZA: "E ORA I BENI SEQUESTRATI
VADANO AI RAGAZZI" Domenica (Il Sole 24 Ore)
24/11/2013 L'EUROPA RILANCIA L'ERASMUS
il Mattino 24/11/2013 "FONDI AGLI ATENEI, COSI' ATTIREREMO STUDENTI" il Mattino 23/11/2013 LABORATORI E RESIDENZE 58 MILIONI ALLE UNIVERSITA' Corriere della Sera 24/11/2013 CARROZZA DELUSA: "LE PRIMARIE? NON SI E' PARLATO DI CONTENUTI" il Giornale 24/11/2013 NESSUNO CREDE ALLA SPENDING REVIEW DI COTTARELLI Gente 03/12/2013 A 70 ANNI NON DEV'ESSERE UN OBBLIGO SPARIRE DI SCENA la Gazzetta del Mezzogiorno
25/11/2013 AZIONE CORALE IN DIFESA DEGLI ATENEI MERIDIONALI
Gazzetta del Sud 24/11/2013 FASSINA: IL "ROTTAMATORE" VUOI FAR CADERE IL GOVERNO Giorno/Resto/Nazione 24/11/2013 MARIA CHIARA CARROZZA Corriere di Bologna (Corriere della Sera)
23/11/2013 FEMMINICIDIO, IN ATENEO IL SEMINARIO E' OBBLIGATORIO+++
Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 25/11/2013 NORME - NIENTE PREMI DI RISULTATO SE MANCA LA VALUTAZIONE il Sole 24 Ore 25/11/2013 NELLE VETRINE DELLE AGENZIE 20MILA INCARICHI A TEMPO il Sole 24 Ore 25/11/2013 INSERTO - LA CASSA NON ESIME DALLA GESTIONE INPS il Sole 24 Ore 24/11/2013 "DAI TAGLI DI SPESA RISORSE AUTOMATICHE PER ABBATTERE LE TASSE SU
LAVORO E IMPRESE" il Sole 24 Ore 24/11/2013 UN CONTRIBUTO SULLE PENSIONI D'ORO il Sole 24 Ore 24/11/2013 ACCORDO CON TENSIONE A GENOVA il Sole 24 Ore 24/11/2013 SODDISFATTO SOLTANTO UN ITALIANO SU TRE il Sole 24 Ore 23/11/2013 ANCHE AI LAVORATORI UNA QUOTA DEL "CUNEO INAIL" il Sole 24 Ore 23/11/2013 VERSO LA PROROGA DEI CONTRATTI A TERMINE il Sole 24 Ore 23/11/2013 PICCOLA MOBILITA' IN SOSPESO Corriere della Sera 24/11/2013 FERMATA LA PRIVATIZZAZIONE TORNANO I BUS DI GENOVA Corriere della Sera 23/11/2013 GENOVA FERMA INSIEME AI BUS CORTEI E PROTESTE DEGLI AUTISTI Corriere della Sera 23/11/2013 I LAVORI (A CARO PREZZO) TROVATI DALLO STATO la Repubblica 25/11/2013 I LAVORATORI: "SE IL SINDACO CI RICEVERA' NIENTE SCIOPERO" la Repubblica 23/11/2013 RIFORME SOTTO TUTELA EUROPEA ECCO IL PIANO UE PER L'ITALIA la Repubblica 23/11/2013 BUS FERMI, RABBIA IN PIAZZA GENOVA ANCORA NEL CAOS E GRILLO
CAVALCA LA RIVOLTA la Repubblica 23/11/2013 Int. a P.Fassino: FASSINO: "NOI PRIMI CITTADINI NON POSSIAMO
GESTIRE TUTTO GIUSTO PRIVATIZZARE ALCUNI SERVIZI" Affari&Finanza (la Repubblica)
25/11/2013 LA SCURE INPS SUI PROFESSIONISTI SENZA ALBO
la Stampa 24/11/2013 ANCHE IL SINDACO M5S VUOLE PRIVATIZZARE la Stampa 23/11/2013 IMMIGRATI E GIOVANI PRECARI LA SALVEZZA DEI CONTI INPS il Giornale 25/11/2013 PROLISSI, PROVINCIALI, FUMOSI ITALIANI BOCCIATI IN CURRICULUM L'Unita' 25/11/2013 PENSIONI, SALGONO PRELIEVO DI SOLIDARIETA' E RIVALUTAZIONE L'Unita' 24/11/2013 STABILITA': SCONTI IRPEF FINO A 225 EURO L'ANNO SUI REDDITI PIU'
BASSI
L'Unita' 24/11/2013 IL 90% DELLE TREDICESIME FINIRA' IN TASSE, RATE E MUTUI L'Unita' 23/11/2013 RISCHIO CONTAGIO, TUTTE LE CITTA' SONO IN CRISI L'Unita' 23/11/2013 IL CONCORSO AL COMUNE DI ROMA Il Secolo XIX 25/11/2013 Int. a R.Bonanni: "IL TRASPORTO PUBBLICO SI SALVA SOLO SE DIVENTA
REGIONALE" Giorno/Resto/Nazione 24/11/2013 ACCORDO CON RISSA, I BUS RIPARTONO IL TRASPORTO A GENOVA
RESTA PUBBLICO il Mattino 24/11/2013 GRADUATORIE, IL SINDACO ATTACCA LETTIERI il Sole 24 Ore 24/11/2013 ECCO LE NORME CHE DISARMANO LO STATUTO il Sole 24 Ore 23/11/2013 LA UE APPROVA LE MISURE ITALIANE la Stampa 25/11/2013 IL CAVALIERE CEDE ALLO SCONFORTO "MI FARANNO MARCIRE IN
GALERA" la Stampa 23/11/2013 LA LEGGE DI STABILITA' LIEVITA DI UN MILIARDO il Messaggero 23/11/2013 MPS STRINGE SULL'AUMENTO DI CAPITALE il Giornale 25/11/2013 FINANZIARIA SENZA RISPARMI AUMENTANO SOLO LE SPESE
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Data 24-11-2013
COBBIEBE DELLA SEB Pagina
Foglio 1
ECCO PERCHE' LE NOSTRE SCUOLE RESTANO CHIUSE NEL POMERIGGIO
Pubblichiamo l'intervento di un lettore che risponde alla proposta del sindacato Snals-Confsal per !utilizzo delle strutture scolastiche anche nel pomeriggio con la formula dei docenti in intramoenia. ***** Sarebbe bello aprire la scuola anche al pomeriggio, se una scuola in Italia ancora esistesse. Ho avuto la fortuna di insegnare nella più prestigiosa scuola internazionale di New York, e vivendo lì accanto non ho mai visto spegnersi del tutto le luci, neanche a notte fonda. Ragazzi che si esercitavano a suonare gli strumenti nelle cabine insonorizzate, altri impegnati in palestra, chi lavorava al montaggio di un film, fino al coro degli insegnanti che provava nelle ore più tarde. Inutile che stia a raccontare quante strutture e quanto personale specializzato operasse alle spalle di quegli insegnanti. Mi limito a dire che nulla di quanto ho visto sarebbe praticabile in Italia. Continua ... Tags: aperte, docenti, intramoenia, pomeriggio, proposta, ripetizioni, scuole, sindacato [Ile hl m!! l
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Data 23-11-2013 informazione.it AGGREGAZIONE NOTIZIE/LINK
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Foglio 2/2
chiarezza la necessità di aggiornare il documento di valutazione dei rischi, con riferimento alla valutazione stress da lavoro correlato (art. 28 d.lgs. 81/08), datato 21/12/2011. Si evidenzia altresì, che il personale, già da circa un paio di anni, non è sottoposto a sorveglianza sanitaria, per mancanza del medico competente. Alla luce di quanto su esposto ed al fine di porre rimedio alla situazione sopradescritta, nonchè per tutelare l'integrità psico -fisica dei lavoratori, si è invitato il Presidente del Tribunale, a limitare l'attività giurisdizionale, che non può essere più supportata dal personale in servizio, che potrebbe incorrere in errori od omissioni, passibili di eventuali procedimenti penali, civili e amministrativo-contabili. In conclusione, non potendo più tollerare oltre la gravissima e non più sostenibile situazione di grave carenza di personale in cui versa il personale del Tribunale di Reggio Calabria -- che di questo passo molto presto porterà alla paralisi delle attività -- la scrivente OO.SS., ha comunicato che intraprenderà tutte le necessarie iniziative sindacali a tutela dei lavoratori, ivi compreso lo stato di agitazione Il Responsabile Nazionale UFFICIO COMUNICAZIONE E RAPPORTI CON LA STAMPA E MEDIA Antonello IULIANO Il Segretario Nazionale Fabio Schiavone Il Segretario Generale Paola SARACENI Tweet
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Data 23-11-2013 Pagina 8 Foglio 1
(Cil~I~'11!W.-,CII,DENUNCIALASITUAZIONE
DEI LAVORATORI DELLA A. T. SECURITY S.R.L. "Le prossime festività natalizie non
saranno tranquille per i lavoratori della A. T. Security, già Aldo Tarricone Sicurezza s.r.l.; così co me sereni non sono stati i mesi estivi". La denuncia arriva da Giancarlo Mazzilli, segretario regionale Confsal-Fesica del Comparto Vigilanza cd Investigazione. "Dall'inizio dell'anno - si legge in una nota del sindacato -gli effettivi in servizio non ricevono con regolarità i propri stipendi; ad oggi i lavoratori non hanno percepito le mensilità a partire dal mese di luglio del 2013. Ed a ciò si è aggiunto anche l'avvio della Cassa Integrazione in Deroga fino alla fine dell'anno e delle procedure di mobilita'. La vicenda è stata più volte segnalata dalla al Ministero degli
Interni, alle Prefetture ed alle Questure competenti. "La responsabilità mostrata dai dipendenti è stata tale - prosegue la nota - da assicurare fino ad ora i servizi di vigilanza, nonostante l'evidente difficoltà. Tuttavia, la gravità della situazione induce questa organizzazione sindacale a rendere nota all'opinione pubblica la situazione ed a chiedere a tutte le Istituzioni ed agli Enti Locali un intervento volto ad assicurare la più ampia tutela dei diritti dei lavoratori nel ricevimento dei propri stipendi e nella conservazione dei propri posti di lavoro". La tli'ttll!'llld 1!mm seguirà l'evoluzione della vicenda non escludendo, in caso nulla cambi, di intraprendere forme di protesta ed astensione dal lavoro.
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22/11/2013 Apriamo le scuole nel pomeriggio con i prof «privati»
di La Redazione Pubblichiamo la proposta per l’utilizzo delle strutture scolastiche anche nel pomeriggio di Marco Paolo Nigi, segretario generale del sindacato Snals-Confsal.
***** Di sicuro alla scuola servono molte cose, a cominciare da una didattica innovativa e da un organico pluriennale stabile (per intenderci, professori certi con la possibilità di fare una buona programmazione). Servirebbero anche investimenti. Ma, si sa, la coperta è corta. Ecco allora una proposta in grado di dare nuovo impulso al sistema. Si tratta, in sintesi, di aprire le scuole anche il pomeriggio, facendo seguire al tempo scuola vero e proprio un nuovo e diverso tempo di permanenza per valorizzare le inclinazioni, le motivazione e i talenti dei giovani. Questo tempo, opportunamente organizzato, risolverebbe bisogni di formazione e di socialità, con attività culturali, artistiche e sportive, andando incontro anche alle esigenze delle famiglie. Tutti noi conosciamo la difficoltà di portare avanti e indietro i figli più volte al giorno e non solo da scuola, ma dalla piscina o dalla palestra,dalla ripetizione, dall’ora di musica, cosa che richiede una perfetta organizzazione e spesso il coinvolgimento di altre figure familiari e non. Tempo, soldi, macchina, benzina, stress e via di questo passo. Certo, chi può manda i figli in scuole private o straniere dove viene praticato un tempo potenziato e dove gli insegnati sono presenti anche nelle ore di non insegnamento. Ma qui stiamo parlando di scuola pubblica e di come potrebbe migliorare in funzione del cambiamento sociale e familiare – in effetti, gli orari degli istituti nei giorni di lezione o la loro chiusura in determinati periodi sono circa gli stessi di sessant’anni fa. E’ ovvio che le attività formative non direttamente didattiche e i servizi aggiuntivi per gli studenti andrebbero affidate ad altre figure professionali in modo che non si creino confusioni di ruolo. Quanto ai finanziamenti, proverrebbero dagli enti locali (con interventi più mirati sul diritto allo studio) e dalle famiglie (con risparmi su altri fronti). L’apertura pomeridiana renderebbe possibile la più estesa e libera utilizzazione degli spazi scolastici per le attività extracurriculari ma, all’occorrenza, anche per il rinforzo dell’apprendimento curriculare vero e proprio. Quest’ultimo, chiamato attività di recupero, ma non sufficientemente finanziato dallo Stato che costringe le famiglie a ricorrere alle ripetizioni private, potrebbe essere svolto dai docenti delle scuole statali con oneri a carico delle famiglie. Ecco la proposta: prevedere, su base volontaria e libera, anche per i docenti, la possibilità di svolgere attività didattiche in maniera trasparente, sotto forma di uno speciale regime di intramoenia, con piccoli gruppi di allievi, ovviamente non appartenenti alle proprie classi. E’ una misura che può essere attivata ovunque, magari accompagnata da forme di defiscalizzazione, sia per le famiglie che per i docenti, e da forme di aiuto ai «veri poveri».
A questo punto, parliamo di soldi. Sapendo di non essere nell’ottima Finlandia, che vanta i migliori livelli di apprendimento, o in altri paesi europei dove l’esperienza è adottata da tempo e con successo, preciso che la nostra proposta è conveniente e comunque non penalizzante anche dal punto di vista finanziario. I costi per tenere aperte le scuole di pomeriggio sarebbero contenuti a fronte di più luce, più riscaldamento per i mesi freddi, più sorveglianza e poco altro. Ci sarebbero i costi per il personale, ma sarebbero ri-pagati dalle famiglie e dagli enti locali, i quali a loro volta usufruirebbero di sgravi. A fronte di queste spese ci sarebbero notevoli vantaggi: più lavoro, più stabilizzazione, più incassi per l’Inps (si sa che meno posti di lavoro oggi significa avere meno pensioni domani) e per la finanza pubblica, più consumi in loco e maggiore trasparenza fiscale. E, inoltre, una maggiore serenità per le famiglie insieme a un contenimento delle manifestazioni di disagio giovanile. Il ministro Carrozza conosce il nostro progetto e si è detta favorevole. In effetti, qualcosa è stato avviato con l’ultimo provvedimento sulla scuola, ma sarà realizzato in poche scuole perché peserà come un macigno quel «ove possibile», citato dalla legge, che evidenzia i limiti economici e organizzativi per una sua diffusione vasta e sistematica. La nostra è sicuramente un’ipotesi per rendere la scuola più seria ed è sempre più condivisa e richiesta anche dalle associazioni degli studenti. Rappresenta, dunque, una strada percorribile per non dequalificare l’istruzione, ma anzi per far «ripartire» veramente la nostra scuola pubblica.
Marco Paolo Nigi, segretario generale Snals-Confsal
24/11/2013 Ecco perchè le nostre scuole restano chiuse di sera
di La Redazione Pubblichiamo l’intervento di un lettore che risponde alla proposta del sindacato Snals-Confsal (sopra riportata) per l’utilizzo delle strutture scolastiche anche nel pomeriggio con la formula dei docenti in intramoenia.
***** Sarebbe bello aprire la scuola anche al pomeriggio, se una scuola in Italia ancora esistesse. Ho avuto la fortuna di insegnare nella più prestigiosa scuola internazionale di New York, e – vivendo lì accanto – non ho mai visto spegnersi del tutto le luci, neanche a notte fonda. Ragazzi che si esercitavano a suonare gli strumenti nelle cabine insonorizzate, altri impegnati in palestra, chi lavorava al montaggio di un film, fino al coro degli insegnanti che provava nelle ore più tarde. Inutile che stia a raccontare quante strutture e quanto personale specializzato operasse alle spalle di quegli insegnanti. Mi limito a dire che nulla di quanto ho visto sarebbe praticabile in Italia.Per via di insanabili carenze innanzitutto normative, poi culturali, quindi strutturali, di
capitale umano, di modelli organizzativi e – buon ultimo – di adeguate disponibilità finanziarie. Ma prima ancora di tutto questo mancano gli obiettivi. Manca una visione chiara del tipo di adulto che intendiamo istruire e degli strumenti necessari per farlo. Qua tutto è abbandonato al caso, e a dir poco abborracciato. E poiché non esiste neppure un controllo preventivo sui contenuti dei libri di testo, eccomi costretto a perdere mezz’ora per spiegare che la cartina dell’Antico Egitto sul libro di Storia è sbagliata: che il lago Nasser è del 1952, che il Nilo attraversava Menfi e che il Delta aveva un diverso profilo costiero. Ricominciamo dagli edifici e dai libri. Per favore.
23-11-2013 Miur, TFA sostegno: 'sì ai diplomati magistrale', ma sindacati divisi
- Alessandra Margiotta Il Miur lancia la proposta riguardo il TFA sostegno: permettere ai docenti che sono in possesso del diploma magistrale di poter accedere al TFA sostegno ma i sindacati a riguardo sono divisi. Dopo l’incontro avvenuto il 21 novembre e le pressioni in questi ultimi giorni, il Miur (Ministero Università Ricerca Istruzione) ha confermato la sua intenzione proponendo di permettere ai diplomati magistrale, considerato questo un titolo abilitante, di poter partecipare alla selezione per l’accesso alla frequenza TFA (Tirocinio Formativo Attivo) sostegno. Sindacati divisi: non tutti i sindacati hanno accolto con entusiasmo la proposta del Miur. Lo Snals ha risposto che se vengono presi in considerazione i diplomati magistrale allora si dovrà prendere in considerazione allo stesso modo chi ha conseguito una laurea entro l’anno accademico 2001/2002 e se si tratta di una laurea quinquennale entro l’anno accademico 2002/2203 per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Miur: L’amministrazione, rendendosi conto che la proposta ha sollevato polemiche e perplessità, ha preso un po’ di tempo per pensare e decidere sulla questione diplomati magistrale. Nei prossimi giorni ne sapremo di più aspettando anche la nota ufficiale del Miur. Bandi: nel frattempo molti bandi sono stati già pubblicati in diverse Università e scadranno tra qualche settimana. La questione diplomati magistrale deve essere risolta quanto prima per dare l’opportunità a questi docenti di iscriversi nei termini giusti prima della scadenza.
Scuola: testate nazionali
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n nuovo apprendistato
Le regole per applicare correttamente il contratto
Giovani e lavoro: tre vie agevolate verso le imprese Formazione più agile e spinta all'alternanza · Convenienza e meno vincoli per i datori
cui benefici contributivi ed economici ai datori sono motivati infatti dalla natura formativa dél contratto) e i corsi regionali.
La competenza delle Regioni sul fronte della formazione ha fatto sì, però, che si consolidasserò nel tempo percorsi e regole differenziate sul territorio, con complicazioni notevoli per le aziende.
Il D176 dell'estate scorsa (con l'interpretazione che ne ha dato il ministero del Lavoro) ha puntato a semplificare la formazione per l'apprendistato professionalizzante. Il decreto prevede infatti l'adozione di regole più uniformi sul territorio nazionale, tramite linee guida già messe a punto dalle Regioni il17 ottobre, che attendono il parere del Governo e che dovrebbero essere approvate a breve in Conferenza Stato-Regioni. In pratica, i cor-
Francesca Barbieri fusi dal ministero del Lavoro, re- si regionali saranno più brevi Valentina Melis lativi al secondo trimestre 2013, quanto più elevato sarà il titolo
Rendere più agile la forma- evidenziano un calo deh5,5% ri- di studio dell'apprendista. zione e spingere sull'alternanza spetto allo stesso periodo del Sempre nell'ottica della semtra scuola e lavoro. Sono le due 2012 (67.952 contratti attivati, il plificazione,poi,i1Dl76haprevidirezioniimboccate dal Gover- 2,7%deltotale).Anchesesuque- sto che l'azienda debba inserire no, da questa estate, per favorire sti dati, va detto, incide sicura- nel piano formativo individuale l'occupazionedeigiovanitrami- mente la situazione generale di dell'apprendista solo la formate l'apprendistato. Un contratto difficoltà del mercato dellavoro. zione professionalizzante (cioè che negli ultimi anni ha subito di- le gara n zie curata dallo stesso datore dilavoversi interventi di restyling, e in- La legge 92; 2012 ha puntato so- ro) in ba?e a ~uanto ~reved~n? i dica t o più volte- da ultimo nella prattutto sulla stabilizzazione contratti o gh accordi collettlVl. riformaFornero del 2012 - come degliapprendisti.Laduratamini- l'integrazione scuola-lavoro porta d'ingresso nel mondo del 1 · di · · ("
made contratto e se1mes1 1at- L'ultimo intervento normativa lavoroperlenuovegenerazioni. l l r . Il modello è la Germania, do- t~ s~:re e rego ~per g .l s.tagiO~~- per fare decollare il contratto ar
h).L mgressodmuoVIgiOvanun riva dal decreto scuola (D l ve i posti da apprendista cresco- d · 1 11 · azien a e egato a a prosecuz10.- 10 ' 12013, convertito dalla legge no deh2% all'armo e un'impresa ali fi d 1 Lt1
su tre fatica a trovare candidati. ne del rapporto, a me e pen- 128/2013) che punta a dare slan-Ma l'Italia è ancora lontana, e le odo di formazione, con almeno cio alle due corsie più "perifeririforme degli ultimi anni (il Te- il 50~/o ~egli ap~rendisti gi~ a~- che" dell'apprendistato: quello sto unico 167/2011, la legge sunti nei ~re armi precedenti. FI- perla qualifica e il diploma (ri-
6/ no a luglio 2015, questa percen- volto ai ragazzi tra i 15 e i 25 an-92/2h012• il DI d7 tt
201fr ttp'etr or.a tualehaottenutouno "sconto" al ni) e quello di alta formazione e non annopro o oe 1e 1 angi- E' di ·• c . . . . . · b .1. al · · 30 per cento. ventata pm 1a- ricerca (mdmzzato a1 g1ovam 1 1, meno sm numen, nono- 1 1 · d · ·1 ·
l c ul · lt' vorevo e per e az1en e, p01, l tra i 18 e i 29 armi) Il decreto da stante a 1orm a nsu 1 conve- di · 1 · . · . . 1. al . . . rapportotraappren st1e avora- un lato getta le basi per avviare
mentenspettoag 1 tnprmc1pa- · 'al' t' alifì t' · 1.. . . ll . . ( . ton spec1 1zza 1 e qu 1ca 1. un programma spenmentale ImcentlVIa eassunz10m s1ve- . . . dalagraficaalato). Il nodo formazione p~r s~olge~e pen?d1 ~~ fo~ma-
Dopo la leggera inversione di Uno degli ostacoli più grandi per ZIO ne m azienda nvoltl agh sturottaregistratanel quarto trime- il decollo dell'apprendistato ne- denti ~eg.li ultimi ~ue ~ni delle stre 2012 ( +5,2% di rapporti di la- gli ultimi anni è stata la regola- supenon nel tnenmo 2014-~
· · · al · d · · 2016 anche attraverso contratti voro att1vat1 nspetto peno o mentaz10ne della formaziOne, d' ' d' l · 1
d' precedente), gli ultimi dati sulle che ha un doppio binario: l'ap- l app.ren Istato ": a. stlpu a l
comunicazioni obbligatorie dif- prendimentoinazienda(icospi- apposite convenzioni tra scuo-
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le e imprese (un decreto ancora da emanare dovrà definire i requisiti delle imprese ammesse e il contenuto delle convenzioni). In più, debutta l'«Erasmus in azienda»: si stabilisce che intese ad hoc tra università ( escluse quelle telematiche) e aziende (o anche in gruppo) possano promuovere progetti formativi congiunti per far svolgere allo studente un adeguato periodo di formazione nelle aziende sulla base di un contratto di apprendistato. Si punta infine a sostenere la diffusione dell'apprendistato di alta formazione nei percorsi Its (gli Istituti tecnici superiori, post diploma), anche attraverso incentivi finanziari previsti dalla programmazione regionale.
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Gli apprendisti È il numero di contratti registrati dall'Isfol
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L'identikit
LE TRE FORMULE
01 i Per la qualifica e il diploma
l limiti di età Possono essere assunti con questo contratto, in tutti i settori, anche per assolvere l'obbligo di istruzione, i ragazzi che hanno compiuto 15anni efinoa25anni Ladurata ~ Èdefinitain base alla = qualifica o al diploma da @~ conseguire: non può superare, per la parte formativa, tre anni, o quattro nel caso di diploma quadriennale regionale La trasformazione Dopo la qualifica o il diploma, si può trasformare in apprendistato di mestiere
Professionalizzante o di mestiere
I limiti d'età Possono essere assunti in tutti i settori, pubblici o privati, con il contratto di apprendistato professionalizzante i giovani di età compresa fra 18e29anni. Per chi ha una qualifica [Ql professionale,l'accesso ~~ puòaweniredai17anni f' La durata La parte formativa dura tre anni, cinque per gli artigiani La formazione La formazione professionalizzante, svolta sotto la responsabilità dell'azienda, è integrata dall'offerta formativa pubblica
IL TEST DI CONVENIENZA FRA GLI ALTRI INCENTIVI...
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03l Di alta formazione e ricerca
l limiti di età Il contratto può essere stipulato con giovani trai 18 anni compiuti (17sein possesso della qualifica professionale) e i 29 anni La durata È fissata dalle Regioni in accordo con le associazioni territoriali [E::::::-di sindacateeimprese. In assenza, l'attivazione è fissata in convenzioni tra imprese e università. Professioni L'apprendistato di alta formazione è consentito anche per svolgere il praticantato per l'accesso agli albi
Il calcolo del costo del lavoro per l'assunzione di una commessa in un'azienda del terziario al Nord con un numero di addetti tra 10 e 50: il primo grafico rappresenta il costo dell'assunzione senza alcuna
agevolazione; nel secondo caso si considera l'opzione del bonus giovani introdotto dal Dl76/20l3, nel terzo, il bonus per l'assunzione di disoccupati di lungo periodo (legge407 /90)
Commessa di quarto livello assunta senza bonus
··1.999,75
.............. 0,00
· Costo mensile per Il datore di lavoro M Risparmio mensile
L'opzione del bonus L'opzione del bonus per giovani da 18 a 29 anni per disoccupati da 2 anni
1.486,96 1.769,07
512,79 ..... 230,68
DURATA MASSIMA INCENTIVO DURATA MASSIMA INCENTIVO
... E L'ASSUNZIONE CON L'APPRENDISTATO
Con il contratto di apprendistato, che per sua natura è a tempo indeterminato, la commessa potrebbe avere un inquadramento inferiore peri primi 36 mesi, e passare al quarto livello solo dopo i
primi tre anni. I benefici economici legati all'apprendistato hanno una durata variabile in base al contratto collettivo nazionale di riferimento (in questo caso si considera il commercio)
Per i primi 18 mesi (inquadramento al6° livello)
Per i successivi 18 mesi (inquadramento
Per i successivi 12 mesi (inquadramento
al SO livello) al4 o livello)
1.499,62 ······1.605,88
.. ··393,87 .. ·····282,76
ESEMPJ A CURA DJ Ornella La equa e Alessandro Rota Porta
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n Sole?]{! mmrn u onUnecon
La Guida prosegue su internet Quali sono i passaggi per co
stituire correttamente il rapporto di apprendistato? Quali sono le condizioni per beneficiare degli incentivi normativi, economici e contributivi previsti dalla legge? A queste e altre domande è possibile trovare risposta nelle pagine seguenti. Ma non solo. L'approfondimento sul nuovo apprendistato, infatti, prosegue su internet, perché a queste pagine sul <<nuovo apprendistato» è abbinato il forum online aperto da venerdì scorso, che offre ai lettori la possibilità di inviare i propri quesiti collegandosi allink www. ilsole24ore.com/ apprendistato.
Le domande potranno essere
inviate fino alle 18 di dopodomani, mercoledì 27 novembre.
I quesiti devono essere brevi e chiari, evitando casi troppo specifici. Di seguito l'elenco delle categorie tra cui scegliere per inviare i quesiti: - assunzione e gestione del rapporto; -vantaggi normativi, contributivi ed economici; -i tre tipi di apprendistato: diritto-dovere, professionalizzante, alta formazione; - formazione dell'apprendista e accertamento; - ammortizzatori sociali per gli apprendisti. Per sciogliere i dubbi dei lettori è
Da domani le prime risposte
Fino alle 18 di mercoledì è possibile inviare quesiti sull'apprendistatoagli esperti del Sole 24 Ore.le risposte più significative saranno pubblicate sul Sole 24 Ore di domani e, a seguire, tutti i chiarimenti sarannqpisponibili online nella sezione www.ilsole24ore.com/opprendistato.
all'opera un pool di esperti del Sole240re: ,,, Alberto Bosco ,1, Doriana D'Ercole
Enzo De Fusco ,,, Marco De Santis
Giampiero Falasca Carmelo Fazio
1,, Ornella Lacqua '"'Alessandro Rota Porta "'' JosefTscholl
Diego Venneri. Le risposte più significative saranno pubblicate sul Sole 24 Ore di domani e, a seguire, tutti i chiarimenti saranno disponibili online nella sezione www.ilsole24ore. com/ apprendistato.
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LA GESTIONE DEL RAPPORTO
Le procedure
La check list per i nuovi contratti I vincoli e le regole da seguire su stabilizzazione, durata e sgravi contributivi
Alessandro Rota Porta
L'istituto dell'apprendistato, al di là delle regole specifiche che disciplinano le differenti declinazioni contrattuali, presenta alcuni tratti comuni, ai quali i datori di lavoro devono prestare attenzione, per instaurare correttamente il contratto. L'articolo 2 del Testo unico (Dlgs 167/2o11) detta, infatti, le linee generali ma bisognatenere conto delle modifiche apportate l'anno scorso dalla legge 92/2012. È opportuno, quindi, tracciare una sorta di checklist che le aziende possono seguire per costituire il rapporto di lavoro con l'apprendista (si veda la tabella a lato).
Le condizioni In primo luogo, bisogna verificare la proporzione numerica con il personale già assunto.
Tra gli interventi sull'apprendistato disposti dalla legge 92/2012, va a vantaggio dei datori l'elevazione - con decorrenza dallo scorso 1' gennaio- del rapporto tra numero di apprendisti che possono essere assunti e maestranze specializzate e qualificate in servizio. Questo numero è passato al rapporto di 3 a 2, per i datori che occupano più di 9 unità.
Un "paletto" da rispettare è poi quello della stabilizzazione (per le aziende da 10 dipendenti in su) introdotta sempre dalla legge 92, con i nuovi commi 3-bis e 3-ter dell'articolo 2 del Dlgs 167/2011, nella misura del 50% dei contratti di apprendistato stipulati nell'ultimo triennio, abbattuta al 30% fino al 17 luglio 2015. Da questo conteggio sono escluse, però, le cessazioni avvenute durante il periodo di prova, per dimissioni o licenziamento per giusta causa.
Le aziende con organico inferiore a10 dipendenti devono peraltro conformarsi alle disposizioni contrattuali: il Lavoro (circolare 18/2012) ha chiarito che queste sono obbligate arispettare il limite individuato dalla contrattazione collettiva, il cui superamento determinerà la trasformazione del rapporto di apprendistato in un normale rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Secondo la tesi ministeriale, in queste ipotesi, infatti, il limite del Ccnl acquista valenza di limite "legale".
Se invece il Ccnl prevede limiti omogenei, al di là della dimensione dell'azienda, il parametro fissato dalla legge 92 -
I CAlCOli Dal primo gennaio è più favorevole il rapporto tra apprendisti e qualificati per chi ha oltre nove dipendenti
con riferimento ai datori di lavoro che occupano almeno 10 dipendenti - prevale su quello contrattuale e solo al superamento di questo limite potranno determinarsi le conseguenze sanzionatorie.
La riforma del lavoro, nel solco delle indicazioni già fornite dal Lavoro con l'interpello 40/zon, ha disposto la possibilità di allungare il periodo di formazione fino a cinque anni per le figure professionali dell'artigianato individuate dai Ccnl (nell'apprendistato professionalizzante).
La durata minima del rapporto non può però essere inferiore a sei mesi, fatte sal-
ve le attività stagionali. Di notevole importanza è sta
ta anche l'apertura data dalla legge 92 alla possibilità di ricorrere all'apprendistato in staff leasingin tutti i settori produttivi, senza l'applicazione deilimiti che operano in via generale.
Peraltro, secondo l'accordo collettivo sottoscritto il5 aprile 2012, sebbene la formazione debba comunque essere erogata dall'impresa utilizzatrice, secondo le regole previste dal Ccnl in cui opera, l'Agenzia per il lavoro deve nominare un tutore formativo e può integrare la formazione, se questa risulta insufficiente.
Gli sgravi Per i benefici contributivi, bisogna fare riferimento al messaggio Inps 20123/2012 e alla circolare 128/2012, dove sono state evidenziate le modalità e le condizioni per ottenere gli sgravi dei contributi a carico dei datori di lavoro che occupano fino a nove dipendenti, previsti per i contratti di apprendistato stipulati dali' gennaio 2012 al31 dicembre 2016 (riferiti ai primi tre anni di contratto).
Le istruzioni dell'Inps hanno precisato che lo sgravio avviene in conformità alla disciplina comunitaria degli aiuti n de minimi<;", come previsto dal regolamento Ce 1998/2oo6. I datori dovrarmo quindi presentare telematicamente all'Inps - usando la funzionalità "Contatti" del Cassetto previdenziale aziende- una dichiarazione attestante che, nell'anno di stipula del contratto di apprendistato e nei due esercizi precedenti, non sono stati percepiti aiuti eccedenti i limiti complessivi "de minimis".
(ç) >\IPRODUZIDNE R:SEHVATA
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I passaggi-chiave
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• Dal1 ·gennaio 2013 il rapporto tra apprendisti e lavoratori specializzati e qualificati è calcolato nella misura di 3 a 2 • Restano escluse le aziende con meno di dieci dipendenti che mantengono il rapporto del100% • Se l'azienda non occupa maestranze qualificate o ne impiega meno di tre, può assumere al massimo tre apprendisti • Per le imprese artigiane restano in vigore le disposizioni della legge 443/85
Prima di assumere un apprendista, bisogna verificare il rispetto della clausola di stabilizzazione: • Si applica alle aziende con almeno 10 lavoratori e subordina l'assunzione di nuovi apprendisti alla prosecuzione del rapporto di lavoro, alla fine dell'apprendistato, di almeno il SO% degli apprendisti assunti dallo stesso datore di lavoro nei 36 mesi precedenti la nuova assunzione; la percentuale è ridotta al30% fino al17luglio2015 • Bisogna verificare anche l'eventuale fissazione di limiti da parte dei Ccnl
• Forma scritta (con possibilità di prevedere il patto di prova) • Piano formativo, redatto secondo le previsioni dei Cc n l • Durata minima non inferiore a sei mesi, escluse le attività stagionali • Retribuzione fino a due livelli inferiori rispetto alla categoria spettante, o retribuzione in misura percentuale, secondo il Ccnl • Divieto di retribuzione a cottimo • Presenza di un tutore o di un referente aziendale • Divieto di recedere dal contratto senza giusta causa o giustificato motivo
Gli apprendisti si escludono dal computo dei limiti numerici previsti da leggi e Cc n l per l'applicazione di determinate normative e istituti. Questo si riflette, ad esempio, sui licenziamenti individuali e in particolare sulla esclusione degli apprendisti dai limiti numerici previsti per l'applicazione dell'articolo 18 della legge 300/1970, oppure sulla non computabilità nella base di calcolo per il collocamento obbligatorio previsto dalla legge 68/1999
A seconda della tipologia dei datori di lavoro la contribuzione Inps a carico della ditta varia come segue: • Impresa con più di nove addetti: 10% • Impresa fino a 9 addetti: primo anno 1,5 per cento; secondo anno 3 per cento; terzo anno e successivi 10 per cento • Impresa con meno di 10 addetti, per gli apprendisti assunti dal1 • gennaio 2013 al31 dicembre 2016:1,61% peri primi 3 anni e 10% per gli anni successivi
Fino al31 dicembre 2012 gli apprendisti rimanevano tutelati dalle assicurazioni: Ivs, malattia, maternità, assegno per il nucleo familiare, infortunio e malattia professionale. Dal2013, secondo quanto previsto dalla riforma Fornero, sono destinatari dell'Aspi (i contributi a carico dell'azienda sono aumentati dell'1,61%)
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Le sanzioni
Senza formazione il datore integra i versamenti
li
Il giudice assegna dall'inizio l'inquadramento definitivo
Giampiero Falasca Semancalaformazione,l'or
dinamento prevede diverse sanzioni. In primo luogo, si applica una misura ricavabile dai principi generali civilistici. L'articolo 1428 del Codice civile dispone la nullità del contratto per mancanza di un elemento essenziale, e la conseguente - eventuale - conversione dello stesso in un diverso contratto del quale contenga i requisiti di forma e sostanza (articolo 1424 del Codice civile).
Così il contratto di apprendistato ouò essere trasformato dal
giudi~e in un contratto subordinato a tempo indeterminato, ove il rapporto in concreto si sia svolto senza formazione.
In più l'articolo 7, comma I, del Testo unico sull'apprendistato prevede che la violazione degli obblighi formativi obblighi il datore di lavoro a versare la differenza tra la contribuzione versata e quella dovuta con riferimento al livello di inquadramento contrattuale superiore che sarebbe stato raggiunto dal lavoratore alla fme del periodo di apprendistato, maggiorata delwo%, con esclusione di qualsia~i altra sanzione per omessa contribuzione.
In altri termini, se l'apprendistato è irregolare per mancata formazione, il datore di lavoro deve ricostruire la storia contributiva del dipendente, assegnando ab origine il livello fmale cui tendeva il contratto, e pagando i
Meno vincoli sui corsi esterni
Se l'apprendista non riceve la formazione prevista nel contratto e nel piano individuale, questa violazione non può essere sempre e comunque addebitata al datore di lavoro. La legge, infatti, tiene conto del fatto che la mancata erogazione della formazione può non dipendere da un comportamento elusivo del datore di lavoro, e pertanto attenua il rigore formale delle sanzioni per i casi nei quali il mancato addestramento dipende da altri soggetti.
Q!Iesto approccio graduale deriva dal pacchetto Treu (articolo 16 della legge 196/97) che ha introdotto l'obbligo di erogare una parte del percorso formativo all'esterno dell'impresa. Ciò ha chiarito che quando la formazione deve essere erogata all'esterno dell'impresa, il tradizionale obbligo del datore di lavoro (erogazione diretta dell'addestramento professionale) cambia di contenuto, diventando un
contributi previdenziale in relazione a tale livello. Dalla somma devono essere sottratti i contributi agevolati già pagati per l'apprendistato, e la somma va raddoppiata Q!Iestasanzione escludel'applicazionediognialtrasanzio ne per omessa contribuzione.
La mancata applicazione degli obblighi formativi dà luogo alla sanzione sopra indicata solo in presenza di due presupposti: deve impedire la realizzazione dellefmalitàformative e deve dipendere dalla esclusiva responsabilità del datore di lavoro (ministero del Lavoro, circolare n. 5/2013). n primo elemento serve a selezione solo le violazioni gravi, ed escludere l'applicabilità della sanzione per i casi in cui le violazioni non harmo compromesso l'attuazionedellefinalitàformative del contratto.
n Testo unico prevede poi una
obbligo di cooperare con i competenti uffici pubblici per agevolare la partecipazione degli apprendisti ai corsi.
Per dare rilievo a queste situazioni, il Testo unico fa scattare le sanzioni solo quando dell'inadempimento è "esclusivamente responsabile" il datore. L'azienda, quindi, se è prevista la formazione esterna, deve mandare l'apprendista in formazione, ma se poi il soggetto pubblico o accreditato che deve erogare il corso non provvede,
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fattispecie sanzionatoria diversa da quella collegata all'inadempimento degli obblighi formativi: l'applicazione di una sanzione amministrativa specifica per ogni violazione delle norme dei contratti collettivi che regolano la forma scritta del contratto, il patto di prova e il piano formativo individuale, il divieto di retribuzione a cottimo, il sotto inquadramento e il tutore. Per ciascuna violazione delle norme collettive che regolano questi aspetti, la legge prevede la sanzione amministrativa pecuniaria da 100 a 6oo euro (in caso di recidiva da 300 a1.500 euro).
Questa sanzione non si cumula con quella prevista dall'articolo 1, se sono concomitanti gli illeciti, in quanto la sanzione per la mancata formazione "assorbe", essendo più grave, tale fattispecie.
t; RIPRODUZIONE RISERVATA
l'inadempimento non può ricadere sul datore. Un altro caso nel quale si può verificare l'inadempimento formativo senza però l'applicazione di sanzioni al datore di lavoro è quello nel quale sia il lavoratore, in maniera volontaria, a evitare i corsi organizzati. Q!Iesto comportamento esclude la responsabilità aziendale e può anche dare luogo a sanzioni disciplinari.
G.Fa. tR!PfìDDUZIONER!SERVATA
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Lo stipendio si può ridurre fino a due livelli inferiori Ornella Lacqua
L'apprendistato porta in dote al datore di lavoro un insieme di agevolazioni di varia natura, di carattere normativa, economico, contributivo e fiscale.
Bonus normativi ed economici Gli apprendisti si escludono dal computo dei limiti numerici previsti da leggi e Ceni per l'applicazione di determinate normative e istituti, a meno che non sia stabilito diversamente da disposizioni di legge. Questo si riflette, ad esempio, sui licenziamenti individuali e, in particolare, sulla esclusione degli apprendisti dai limiti numerici previsti per l'applicazione dell'articolo 18 della legge 300/1970; oppure dalla non computabilità nella base di calcolo per il collocamento obbligatorio previsto dalla legge 68/1999.
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Per quanto riguarda le agevolazioni di carattere economico, il datore di lavoro, in base alle disposizioni del Testo unico e nel rispetto del Ceni applicato, può retribuire l'apprendista per tutta la durata del contratto fino a due livelli di stipendio inferiori rispetto a quello finale: alcuni contratti collettivi prevedono un percorso di avvicinamento al livello di "approdo", attraverso scatti intermedi (ad esempio legno-industria); in altri casi -per le qualifiche a più basso contenuto professionale- è stabilito l'abbassamento di un solo livello (come nel settore edilizia industria, per la qualifica al secondo livello finale); altri Ceni, come quello dell'edilizia artigianato o metalmeccanica artigianato hanno invece conservato la forma
N el periodo formativo recesso con giusta causa
N el caso in cui il datore di lavoro voglia interrompere un rapporto di apprendistato deve tenere conto di diversi aspetti.
Il Testo unico (Dlgs
ossia privo di giustificazione, vengono applicate le sanzioni a seconda che si tratti di tutela reale (articolo 18 della legge 300/70) o tutela obbligatoria (legge 6o4/1966), in base ai limiti dimensionali. dell'impresa e al pari della
generalità dei lavoratori dipendenti.
retributiva percentualizzata, rispetto allivello di retribuzione finale.
Incentivi contributivi e fiscali Il datore di lavoro versa in via generale, una contribuzione Inps a proprio carico, per tutta la durata dell'apprendistato, pari all'n,61 per cento; nel caso in cui occupi fmo a nove dipendenti e possieda i requisiti" de minimis" -per gli apprendisti assunti da gennaio 2012 a dicembre 2016-l'aliquotacomplessivasiriduce all'1,61% per i primi 3 anni. Il mantenimento delle agevolazioni per ulteriori 12 mesi dopo la trasformazione del rapporto (comma 9, dell'articolo 7, delDlgs 167 /zon) è limitato al solo caso di termine naturale dell'apprendistato e viene meno nel caso in cui il contratto sia "trasformato" anticipatamente.
Le spese sostenute per gli apprendisti sono totalmente deducibili ai fini Ira p.
t Rlf'ROUUZIONE fì!SERVATA
167 /zon) ha sancito, in linea con la prassi già consolidata in precedenza, che il contratto è a tempo indeterminato: pertanto- durante il periodo di apprendistato- si applica la disciplina generale legata a questa tipologia di rapporto.
La stessa norma vieta alle parti di recedere dal contratto durante il periodo di formazione in assenza di una giusta causa o di un giustificato motivo. Nel caso di licenzianlento illegittimo,
Diversamente, alla scadenza del periodo formativo, le parti possono recedere dal contratto, ai sensi di quanto disposto dall'articolo 2118 del Codice civile (libero recesso). In questa ipotesi, il preavviso deve essere rispettato con decorrenza dal termine del periodo di formazione o sostituito dalla relativa indennità (se il ree esso
avviene da parte del datore di lavoro), oppure recuperato come mancato preavviso dalle competenze di fine rapporto quando è il lavoratore a dimettersi, senza rispettare i termini. Se nessuna delle parti esercita la facoltà di ree esso al termine del periodo in questione, il contratto prosegue come ordinario rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.
Peraltro i termini di
preavviso dettati dal contratto collettivo nazionale di lavoro applicato, per la maggior parte delle risoluzioni, devono comunque essere rispettati: sul punto è intervenuta la
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riforma F o mero -attraverso una modifica al T est o unico -specificando che durante questo arco temporale trova ancora applicazione la disciplina dell'apprendistato.
Infme, anche per il licenziamento dei lavoratori apprendisti, effettuato dali' gennaio 2013 in avanti (anche nel caso del recesso al termine del periodo di formazione) è dovuto il cosiddetto ticket sul licenziamento introdotto dalla riforma F o mero (legge 92/2012): ogni dodici mensilità di lavoro si calcola un contributo mensile (pari al4J.% del massimale Aspi) fino a un massimo di tre mensilità, che va versato all'Inps.
O.La. \9 !ì!PRUDUZIONE RISER.VAT A
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n Sole?]{! mmrn
i.a 'liliO\ffi t~rtufll La legge 92/2012 ha apportato notevoli modifiche al panorama degli ammortizzatori sociali accessibili agli apprendisti. Se infatti il Testo unico sull'apprendistato del2011 non aveva disposto novità dal punto di vista delle tutele previste per questa tipologia di lavoratori, la riforma Fornero ha introdotto anche per loro la copertura contro la disoccupazione. A partire dal1' gennaio 2013, l'apprendista che abbia perso il posto di lavoro, trovandosi nella condizione di «disoccupazione involontaria», potrà accedere alle misure di sostegno al reddito previste per la generalità dei lavoratori, ossia l'Aspi e la mini-Aspi, a seconda dei requisiti che
possiede sul piano contributivo. L'accesso all'Aspi L'Aspi spetta all'apprendista al verificarsi di due condizioni: intanto, devono essere trascorsi almeno due anni dal versamento
Gli obblighi del datore La giurisprudenza valuta in modo rigoroso l'esatto adempimento degli obblighi formativi e di addestramento dell'apprendista a carico del datore di lavoro. Soprattutto i giudici di merito, hanno da sempre condotto una valutazione concreta della effettività della formazione impartita in azienda (tra le altre sentenze, si vedano la 182/2006 del Tribunale Savona e la 322/2013 del Tribunale Genova). Tutore piano individuale In particolare, i giudici hanno dichiarato che la mera presenza del tutorche, tuttavia, si limita esclusivamente a «definire le attività di monito raggio indicando gli ambiti su cui lavora re senza svolgere a favore del ricorrente alcuna specifica attività formativa e senza monitorarne il lavoro svolto» non costituisce circostanza necessaria e sufficiente per dichiarare assolto l'obbligo di addestramento (Tribunale di
. .: contributo contro la disoccupazione. Il biennio di riferimento si calcola procedendo a ritroso a partire dal primo giorno in cui il lavoratore risulta disoccupato. Deve sussistere poi il requisito contributivo, vale a dire la presenza di almeno un anno di contribuzione contro la disoccupazione nel biennio precedente l'inizio del periodo di disoccupazione. Viceversa, potrà essere richiesta la prestazione della mini-Aspi se ci sono state almeno 13 settimane di contribuzione (versata o dovuta) da attività lavorativa nei 12 mesi precedenti l'inizio del periodo di disoccupazione. La richiesta Per il riconoscimento delle indennità di disoccupazione Aspi e mini-Aspi, la domanda deve essere presentata all'Inps
dal lavoratore, esclusivamente in via telematica ed entro specifici termini, attraverso uno dei seguenti canali: web, servizi
Milano 3636/2012). Inoltre, è riconosciuta assoluta preminenza alla valutazione del pia no formativo individua le, anche sotto il profilo dell'onere probatorio che grava sul datore di lavoro: «Deve aggiungersi che non è neppure stato prodotto il piano formativo e ciò preclude al giudice di accertare se fosse previsto un piano formativo e se lo stesso sia stato attuato»: questa omissione non può che condurre a un giudizio di nullità del contratto di apprendistato, posto che determina il venir meno dell'aspetto caratterizzante la causa del contratto che è proprio la formazione dell'apprendista (Tribunale di Lodi 102/2013).
La linea della Cassazione Anche la giurisprudenza di legittimità, confermando il principio dell'accertamento in concreto della formazione erogata all'apprendista, aggiunge che le specifiche modalità di adempimento
telematici accessibili direttamente dal cittadino sul portale dell'Istituto, tramite Pin; attraverso il contact center al numero telefonico 803164, tramite patronati e intermediari dell'Istituto. La Cig in deroga Nelle ipotesi invece di contrazione o sospensione dell'attività lavorativa a causa di crisi aziendali, spettano gli
ammortizzatori in deroga: l'articolo 19, comma 8 del decreto legge 185/2008 (convertito dalla legge 2/2009) ha esteso l'applicazione di questo strumento anche ai contratti di apprendistato, per tutti i settori produttivi. Per ottenere la Cassa integrazione in deroga per gli apprendisti, al pari degli altri lavoratori, il datore di lavoro deve inoltrare istanza alla Regione dove ha sede l'azienda, dopo aver esperito le ordinarie procedure di consultazione sindacale. Qualora l'impresa,
dell'obbligazione non rilevano aifini del giudizio di accertamento: «Vale ricordare che questa Corte ha, in numerose pronunce, avuto modo di chiarire che l'apprendistato è un rapporto di lavoro speciale in forza del quale l'imprenditore è obbligato ad impartire nella sua impresa all'apprendista l'insegnamento necessario perché questi possa conseguire la capacità tecnica per diventare lavoratore qualificato. Affinché tale obiettivo possa essere raggiunto è necessario lo svolgimento effettivo, e non m era mente figurativo, sia delle prestazioni lavorative da parte del dipendente sia della corrispondente attività di insegnamento da parte del datore di lavoro (Corte di cassazione, sentenza 6134 del 2000). È necessario, peraltro, che lo svolgimento dell'attività formativa «sia adeguata ed effettivamente idonea a
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che intenda sospendere in Cigin deroga i lavoratori apprendisti, rientri nell'ambito dei trattamenti ordinari di Cigo o Cigs, dovrà presentare una domanda di Cigin deroga per gli apprendisti unita mente a un'altra domanda, volta a ottenere la Cigo o la Cigs, attraverso i canali tradizionali (si veda l'interpello del ministero del Lavoro 52/2009 ). Il requisito per beneficiare del sussidio è che l'apprendista abbia maturatò, alla data di inizio della sospensione per la quale viene richiesta l'integrazione salariale, almeno 90 giorni di anzianità lavorativa presso il datore di lavoro richiedente. La misura dell'integrazione è pari a quella prevista per la Cig a regime, vale a direall'80% della retribuzione, nei limiti del massimale rivalutato annualmente; mentre la durata del trattamento è regolata dagli accordi tra l'Inps e la Regione vigenti nei territori.
A. R. P.
raggiungere lo scopo del contratto, che è quello di attuare una sorta di ingresso guidato del giovane nel mondo del lavoro» (Corte di cassazione, sentenza 11265 del 2013). Pertanto, si può ragionevolmente concludere che, nel giudizio sulla genuinità del contratto di apprendistato, la giurisprudenza valuta, in primo luogo, l'effettiva sussistenza di un'attività di formazione erogata dal datore di lavoro. In secondo luogo, i giudici di merito valutano l'effettiva idoneità della formazione al raggiungimento della piena capacità professionale da parte dell'apprendista, anche alla luce di criteri sintomatici, come l'astratta idoneità del piano di formazione individuale al raggiungi mento dello scopo, la presenza di un tutori n azienda e l'attività da questi effettivamente compiuta.
Doriana D'Ercole :t Rlf'ROD~Jl:UM. R:SE RVAT A
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Foglio 9 /14
LA FORMA PROFESSIONALIZZANTE
Le linee guida in arrivo
Formazione regionale graduata Il periodo potrà essere differenziato in base al titolo di studio dell'apprendista
Enzo De Fusco Carmelo Fazio
Laformazionepubblicasarà obbligatoria, per l'apprendistato professionalizzante, a patto che sia prevista nella regolamentazione regionale e che ci sia una «adeguata» copertura fmanziaria. L'obbligatorietà scatterà anche quando l'offerta formativa pubblica è definita come tale dalla contrattazione collettiva. È quanto emerge dalle linee guida in corso di approvazione dalla Conferenza Stato-Regioni, che sonostateprevistedalDl76/2013 (convertito dalla legge 99/2013), con lo scopo di uniformare gli interventi regionali sulla materia.
I riflessi sulle ispezioni Con le linee guida varate dalle regioni, si afferma l'obbligatorietà dell'offerta formativa pubblica che ha per oggetto la formazione di base e trasversale per l'apprendistato professionalizzante. Anche se questa obbligatorietà, come precisato dal ministero del Lavoro con la circolare 35/2013, non potrà incidere sulla valutazione dell'ispettore riguardo alla legittimità del rapporto. In altri termini, sul piano ispettivo il rapporto sarà considerato genuino se il datore di lavoro ha regolarmente svolto e certificato la formazione tecnico-professionale. Mentre la formazione pubblica dovrà essere valutata esclusivamente con riferimento alla legittimità del rapporto civilistico tra il datore di lavoro e il lavoratore.
La durata standard Le linee guida introducono standard di durata dell'offerta
formativa pubblica, determinati in base al titolo di studio che l'apprendista possiede all'assunzione. Così, i lavoratori senza titolo, con licenza elementare e/o di scuola secondaria di primo grado, dovranno avere una formazione obbligatoria di almeno 120 ore; i lavoratori che harmo il diploma di scuola secondaria di secondo grado, di qualifica o anche di formazione professionale, dovranno avere una formazione obbligatoria pubblica di So ore, che diventano 40 per gli apprendisti in possesso di laurea o titolo equivalente. I riferimenti orari riguardano l'intero periodo di apprendistato, ma si prevede la possibilità di ridurre il monte ore se l'apprendista ha già completatounoopiùmoduliformativiin precedenti rapporti di apprendistato. La disciplina contenuta nel Dlgs 167/u, invece, stabilisce solo un monte ore complessivo non superiore a 120 ore.
Le materie n testo delle linee guida, poi, afferma per la prima volta e in via indicativa le competenze da acquisire con la formazione di base e trasversale, che dovrà avere a oggetto una selezione fra le seguenti materie: sicurezza sui luoghi di lavoro, organizzazione e qualità aziendale, relazione e comunicazione nell'ambito lavorativo, diritti e doveri del lavoratore e dell'impresa, legislazione dellavoro, contrattazione collettiva, competenze di base e trasversali, competenza digitale, competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa e imprendito-
rialità, elementi di base della professione-mestiere. Le regioni ribadiscono che nel piano formativo individuale, il documento che indica i contenuti della formazionedaimpartirenelrapport o di lavoro, don anno essere inseriti solo gli elementi inerenti l'acquisizione delle competenze tecnico-professionali e specialistiche, e quindi non le competenze di base e trasversali.
Qualche dubbio suscita la corretta interpretazione della «adeguata» copertura finanziaria dei corsi, perché possano essere considerati obbligatori. In attesadi chiarimenti, è rat,Tionevole ritenere che la copertura finanziaria pubblica debba essere per un valore superiore alla metà del costo del corso. Su questo punto, restano invariati gli assetti previsti dal DI 76/2013, come anche per le imprese multilocalizzate (che possono ado ttare la disciplina della regione dove si trova la sede legale).
La certificazione Le linee t,'Uida ribadiscono la centralità del libretto formativo del cittadino e indicano il contenuto minimo del documento che attesta la formazione. Si aggiunge, infine, la facoltà di usare la modulistica prevista dal contratto collettivo, che può fungere da strumento di certificazione. Fino a quando, tuttavia, queste nuove previsioni non saranno recepite nella regolamentazione regionale, è ragionevole ritenere che l'azienda possa concentrarsi solo sulla formazione tecnico-professionale.
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LE VERIFICHE DA FARE 011 LA FASE PREVENTIVA Il datore di lavoro deve verificare se l'apprendista ha i requisiti anagrafici stabiliti dalla legge; se ha ottenuto precedentemente la qualifica per la mansione scelta o se in questa mansione ha già svolto parte di un percorso di apprendistato; bisogna controllare poi che siano rispettati i limiti numerici stabiliti dalla legge dal contratto collettivo applicato 021 L'AVVIO Il contratto e il patto di prova devono essere redatti in forma scritta; è necessario redigere un piano formativo individuale che contiene le competenze tecnico-professionali da acquisire e le modalità di acquisizione. Bisogna individuare la durata minima e massima del rapporto, nel rispetto della disciplina legislativa e contrattuale. Infine, bisogna fare la comunicazione dell'avvio del rapporto al centro per l'impiego
03 l DURANTE IL RAPPORTO Per l'apprendista, deve essere presente un tutore o referente aziendale; è vietata la retribuzione a cottimo. Le parti non possono recedere dal contratto durante il periodo di formazione, senza che ci sia una giusta causa o un giustificato motivo. Agli apprendisti si applicano le norme su previdenza e assistenza sociale, assicurazione contro le malattie, maternità,invalidità e vecchiaia, maternità, assegno familiare 04 l I CORSI ESSENZIALI È essenziale lo svolgimento della formazione tecnicoprofessionale. Il datore deve poi consentire lo svolgimento della formazione pubblica, !ad dove obbligatorio, anche avvalendosi di risorse umane
interne con adeguate capacità e in luoghi idonei alla formazione, distinti da quelli destinati alla produzione. La formazione svolta va registrata sul libretto formativo
05 l ALLA FINE DEL RAPPORTO Alla fine del rapporto, bisogna effettuare la comunicazione al centro per l'impiego. Deve essere rilasciato il libretto
formativo o un'altra certificazione (anche con modulistica determinata dal Ceni) che contenga le informazioni personali sull'apprendista, la descrizione dei contenuti e delle attività formative svolte e la qualifica professionale acquisita. Se non è stata stata inviata la comunicazione di ree esso da una delle parti, con il rispetto del preavviso, prosegue il rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Se invece è stata inviata, avviene la risoluzione del rapporto
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Focus sulle abilità tecnico-professionali Diego Venneri
Il Piano formativo individuale rappresenta il progetto della formazione che il lavoratore dovrà svolgere durante il periodo di apprendistato (articolo 2 comma 1, lett. a) del Dlgs 167 /2ou). Il progetto è finalizzato a conseguire la qualifica professionale prevista dal contratto. Il compito di definire un programma per ogni singolo apprendista assunto e per l'intero periodo di lavoro, spetta all'azienda: questa provvederà indicando gli obiettivi formativi da perseguire, la definizione generale dei contenuti formativi e la loro articolazione, le modalità attraverso le quali sarà realizzata la formazione. Il Pfi firmato dall'apprendista e allegato al contratto di lavoro non è solamente un documento scritto necessario all'atto dell'assunzione, ma è soprattutto lo strumento utile a gestire l'aspetto formativo durante l'intero contratto di apprendistato. L'impresa, infatti, è tenuta non solo a progettare la formazione dell'apprendista, ma anche e soprattutto, a realizzar la concretamente. Pertanto, il Pfi va regolarmente aggiornato e può rappresentare uno strumento di monitor aggio sulla corretta ed effettiva erogazione della formazione, presupposto necessario per il riconoscimento dei benefici contributivi e norma ti vi previsti dalla legge. Le attività concretamente realizzate devono essere documentate. L'attestazione delle attività realizzate e la certificazione delle competenze acquisite dall'apprendista sono due aspetti fondamentali del contratto, perché, proprio sulla base dei risultati conseguiti all'interno del percorso di formazione, esterna e interna all'impresa,
avviene il riconoscimento, per l'apprendista, della qualifica professionale ai fini contrattuali.
N el!' apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere l'aspetto formativo è duplice: il Dlgs 167/2011 (articolo 4 comma 3) prevede una formazione finalizzata all'acquisizione delle competenze tecnico-professionali sotto la responsabilità dell'azienda e una formazione integrativa, per acquisire competenze di base e trasversali.
L'apertura del 0176 Il Pfi è obbligatorio soltanto per l'acquisizione delle competenze tecnico-professionali e specialistiche (articolo 2,
comma2, lettera a) del DI 76/2013 e articolo 2 della proposta di linee Guida del17 ottobre 2013). In concreto, l'azienda è obbligata a inserire nel Pfi la sola formazione di tipo professionalizzante, sulla base di quanto previsto dai contratti o dagli accordi collettivi. Questo non significa che l'azienda potrà liberamente sottrarsi all'erogazione della formazione pubblica. Tuttavia, il fatto di non doverla più inserire fin dall'inizio nel piano formativo individuale, di sicuro, semplificherà le decisioni aziendali sulle modalità di erogazione. Infatti, sotto il profilo ispettivo, il ministero del Lavoro ha indicato espressamente (nella circolare 35/2013) che è il Piano formativo a costituire il principale riferimento ai fini della valutazione della correttezza degli adempimenti in capo al datore di lavoro. Il personale ispettivo, dunque, focalizzerà in via prioritaria la propria attenzione sul rispetto del Piano, adottando eventuali provvedimenti sanzionatori solo in relazione ai suoi contenuti.
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La pratica si unisce ai percorsi online Marco De Santis
L'attività di formazione in azienda avviene secondo le modalità stabilite dai contratti collettivi o dagli accordi intercon.federali del settore.
La contrattazione collettiva di riferimento offre diverse opzioni per le aziende che si trovano a gestirla per i propri apprendisti. La forma più usata è certamente quella definita an the job, che si realizza con l'esperienza lavorativa diretta.
Vicina a questa forma è possibile annoverare anche la modalità di formazione «in affiancamento»: l'attività lavorativa è svolta in presenza del tut or o del referente aziendale, o dì altro personale qualificato presente in azienda.
N o n è escluso che questo approccio diretto con la prestazione lavorativa avvenga tramite esercitazioni di gruppo, nelle quali prevale la condivisione di esperienze pratiche con il coinvolgimento di diversi lavoratori, tramite le quali l'apprendista riesca ad avere una crescita professionale basata sul confronto.
Ha invece un carattere innovativo l'uso delle testimonianze o delle visite aziendali. Si tratta di iniziative
· che l'azienda può attivare per fornire anche una visione del mondo produttivo esterno alla propria realtà.
Alcune attività possono essere svolte tramite la «formazione a distanza»: l'apprendista accede ai contenuti formativi relativi al suo percorso individuale tramite tecnologie messe a disposizione dall'azienda. Si tratta di sessioni formative su CD-Rom, tramite piattaforme informatiche su internet, o ancora, nelle realtà più organizzate, tramite le intranet aziendali.
Esistono infine percorsi di apprendistato che possono essere sviluppati tramite tecniche di action learning: si tratta di una strategia di apprendimento basata sull'esperienza di gruppi di persone che si uniscono per affrontare sfide reali e allo stesso tempo per imparare dall'esperienza stessa attraverso la riflessione e l'azione.
Resta fermo che la formazione, indipendentemente dalla modalità sopra indicate, deve essere svolta durante le ore di lavoro.
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ASSENZE PROLUNGATE INVOLONTARIE In aggiunta a quanto previsto da parte dei contratti collettivi, in linea generale è possibile prolungare il periodo di apprendistato, ossia il periodo formativo, in caso di malattia, infortunio o altra causa di sospensione involontaria del rapporto, ciascuna delle quali superiore a 30 giorni. La sospensione della prestazione e la successiva proroga del periodo formativo non comportano il venir meno dell'aliquota agevolata a carico del datore di lavoro
PATTO PROVA La forma scritta è obbligatoria anche per il patto di prova (articolo 2096 del Codice civile). È condizione di validità del patto di prova -la cui durata è definita dalla contrattazione collettiva -la specifica individuazione delle mansioni che saranno oggetto di valutazione o, in via sussidiaria, l'indicazione della qualifica di assunzione, ove questa corrisponda a una declaratoria contrattuale che definisca le mansioni comprese nella qualifica. Anche in questo caso la sanzione va da 100 a 600 euro, e da 300 a 1.500 in caso di re ci diva
PIANO FORMATIVO INDIVIDUALE Documento redatto sulla base di quanto previsto nel contratto collettivo applicato dal datore di lavoro: definisce i dettagli del percorso formativo dell'apprendista. Deve risultare in forma scritta e deve essere consegnato al giovane entro 30 giorni dalla stipula del contratto. La violazione di questo precetto è punita con la sanzione da 100 a 600 euro. In caso di recidiva la sanzione varia da 300 a 1.500 euro
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Durante il periodo formativo, il recesso è possibile solo per giusta causa o giustificato motivo. Al termine, è prevista la possibilità di recesso dal contratto semplicemente dando il preavviso: nel periodo di preavviso continua ad applicarsi la disciplina del contratto di apprendistato. Se nessuna delle parti esercita la facoltà di recesso al termine del periodo di formazione, il rapporto prosegue come ordinario contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Fanno eccezione gli apprendisti assunti dalla mobilità, per i quali il recesso richiede sempre la giusta causa o il
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I PERCORSI SCUOLA·LAVORO
Diritto-dovere
Ingresso in azienda già a partire dai 15 anni Un contratto per assolvere anche l'obbligo di istruzione
Alberto Bosco
L'apprendistato è un contratto che si rivolge anche ai giovanissimi, ancora impegnati nel percorso scolastico per assolvere all'obbligo formativo. L'articolo 3 del Testo unico (D 1-gs 167/zou), disciplina infatti l'apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale.
La disciplina prevede che possono essere assunti, in tutti i se ttori di attività, anche per l'assolvimento dell'obbligo di istruzione, coloro che abbiano compiuto 15 anni e fino al compimento del25' anno. Quello che conta è che, all' atto dell'assunzione ossia all'inizio del lavoro, il giovane abbia non oltre 24 anni e 364 giorni.
Durata e profili formativi La durata del contratto è determinata in relazione alla qualifica o diploma da conseguire e non può essere superiore a tre anni (quattro nel caso di diploma quadriennale regionale).
La regolamentazione dei profili formativi è compito delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, previo accordo in Conferenza Stato, Regioni e Province autonome, e sentite le associazioni dei datori e dei lavoratori, nel rispetto dei seguenti criteri:
Competenze. La formazione deve rispettare gli standard dettati dalle Regioni
a) definizione della qualifica o diploma ai sensi del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226 (che contiene le norme generali sul secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione);
b) previsione di un monte ore di formazione, esterna o interna alla azienda, congruo al conseguimento della qualifica o diploma professionale;
c) rinvio ai contratti collettivi nazionali, territoriali o aziendali quanto alle modalità di erogazione della formazione aziendale nel rispetto degli standard generali fissati dalle Regioni.
l'accordo Stato-Regioni L'accordo 15marzo 2012 in Con-
ferenza permanente Stato, Regioni e Provincie autonome ha individuato le figure nazionali di riferimento per le qualifiche e i diplomi professionali e gli standard formativi minimi delle competenze tecnico professionali e di base, e ha definito i modelli e le modalità di rilascio degli attestati di qualifica e diploma professionale. L'accordo stabilisce inoltre che i percorsi formativi per questo tipo di apprendistato prevedano la frequenza di attività di formazione, interna o esterna all'azienda, strutturata in base agli standard fissati dalle regioni e province autonome, per un monte ore minimo di 400
ore annue, con possibilità di riconoscere crediti formativi alla luce delle competenze possedute ma solo a favore degli apprendisti maggiorenni.
Infine, si dispone che le modalità di erogazione dell'ulteriore formazione aziendale sono stabilite dalla contrattazione collettiva, nel rispetto del piano formativo dell'apprendista, assicurandone la tracciabilità secondo le modalità definite dalle Regioni e Province autonome.
Il cambio di formula Il decreto Giovannini della scorsa estate (Dl76/zo13, convertito nella legge 99/2013) ha introdotto alcune novità: in particolare l'articolo 9 ha disposto che, dopo il conseguimento della qualifica o diploma professionale, per ottenere la qualifica professionale ai fini contrattuali, è possibile la trasformazione del contratto in apprendistato professionalizzante: in questo caso la durata complessiva dei due periodi di apprendistato non può superare quella individuata dalla contrattazione collettiva.
Come indicato dal ministero del Lavoro, nella circolare n. 35/2013, la nuova disposizione si applica anche ai contratti di apprendistato per la qualifica o diploma professionale in corso al28 giugno 2013 e il cui periodo formativo non sia ancora scaduto, a condizione però che il contratto collettivo abbia individuato la durata massima complessiva.
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Alto apprendistato -------~-
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17·29anni Ili miti di età · Il contratto di apprendistato di alta formazione e di ricerca può essere stipulato con giovani di età compresa tra i 18 anni compiuti (17 se in possesso della qualifica professionale), fino ai 29 an n i (intesi come 29 anni e 364 giorni).
lO Regioni in «regola>> Sono le Regioni in cui l'alta formazione è disciplinata da norme regionali: Piemonte, Liguria, lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sicilia. Nelle altre è necessario stipulare convenzioni dirette tra aziende e istituzioni formative.
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-44,1% Trend negativo
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Secondo il monitoraggio dell'lsfol, nel triennio 2009·2011 (ultimi dati disponibili), le tipologie di apprendistato diverse da quello professionalizzante (circa 109mila contratti su 505mila) hanno registrato una flessione di oltre il40 per cento.
Meno paletti sul training di ricercatori e praticanti Le regole sulle ore in aula fissate da Regioni o da intese dirette )osef Tschiill
Lafmnadiuncontrattodiapprendistato di terzo livello è consentito in tutti i settori di attività, pubblici o privatL per attività di ricerca, per il conseguimento di un diploma di istruzione secondaria superiore, di titoli di studio universitari e alta formazione, compresi i dottorati di ricerca, per la specializzazione tecnica superiore, con particolare riferimento ai diplomi relativi ai percorsi di specializzazione tecnolO!,>i.ca degli Its (istituti tecnici superiori).
L'apprendistato di alta formazione è consentito, inoltre, per il praticantato per l'accesso alle professioni ordinistiche o per esperienze professionali Possono essere assunti con questa tipologia di apprendistato i giovani tra i 18 e i 29 anni (all'atto dell' assunzio-
ne/inizio del rapporto il giovane puòavereun'etàmassimadi29anni e 364 giorni). Per i giovani con una qualifica professionale (conseguita ai sensi del Dlgs zz6/2oos), il contratto di apprendistato di alta formazione può essere stipulato a partire dal diciassettesimo anno di età.
llTestounicodisponechelaregolamentazione e la durata del periodo di apprendistato è rimessa alle Regioni in accordo con le associazioni territoriali dei datori di lavoro e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, le università, gli istituti tecnici e professionali e altre istituzioni formative o di ricerca In assenza, l'attivazione dell'apprendistato di alta formazione o ricerca è rimessa direttamente ad apposite convenzionistipulate daisingolidatoridi lavoro o dalle loro associazioni con le università e le istituzioni formative. La possibilità di stipulare intese dirette consente al datore di lavoro di incidere in maniera concreta sulla costruzione di un percorso didattico- formativo in lineaconleproprie specifiche esi-
genze produttive - organizzative e le sue strategie di selezione del personale altamente qualificato.
A differenza delle altre due tipologie di apprendistato la normanonprevedeunnumerodiore formative (minimo o massimo) o vincoli nei percorsi formativi. A~petti che dovranno dunque essere disciplinati dalle intese regionali o nelle convenzioni dirette.
Anche per l'apprendistato di alta formazione sono valide le regole generali (si vedano gli articoli a paginas);inoltre,ildatoredilavoro può beneficiare, come contropartita all'onere formativo, delle diverse agevolazioni previste in materia di apprendistato: contribuzione ridotta per il periodo di apprendistato, mantenimento dei benefici contributivi per un anno dalla prosecuzione del rapportodi lavoro al termine del periodo formativo, non computo degli apprendisti nei limiti numerici previsti da leggi e contratti collettivL sottoinquadramento o retribuzione in percentuale, possibilità direcedere con preavviso al termine del periodo formativo.
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Si allarga la formazione o n the job Più contatti tra il mondo
della scuola e quello del lavoro: in questa direzione vanno le norme contenute nel cosidetto decreto scuola, dl12 settembre 2013, n.104, convertito dalla legge 8 novembre 2013, n. 128.
Con riferimento agli studenti più giovani, particolare interesse assumono le disposizioni che mirano a implementare l'alternanza scuola-lavoro, gli stage e i tirocini, la didattica in laboratorio, rispetto alle quali verrà emanato un regolamento concernente la definizione dei diritti e doveri degli studenti dell'ultimo biennio della scuola secondaria di secondo grado impegnati nei percorsi di
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formazione, senza pregiudizio per la tutela della loro salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e nei laboratori (comma4-ter dell'articolo s).
Sono poi previsti percorsi strutturali di orientamento per gli studenti dell'ultimo anno delle medie e degli ultimi due anni delle superiori, sia quanto all'iter di studio che con riguardo agli sbocchi occupazionali, mediante la copertura economica di queste attività e la stipula di convenzioni con istituzioni, enti, associazioni, imprese, rappresentanze del mondo del lavoro e delle professioni, incluse le associazioni studentesche, le camere di commercio e le
agenzie per il lavoro, che possono apportare risorse tecniche umane, finanziare, attrezzature e laboratori.
L'articolo 8-bis del decreto scuola prevede che i percorsi di orientamento e i piani di intervento, da adottare entro il31 gennaio 2014, includono misure per far conoscere il valore educativo e formativo del lavoro, anche attraverso giornate di formazione in azienda, agli studenti della scuola secondaria di secondo grado, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali, e per sostenere la diffusione dell'apprendistato di alta formazione nei percorsi degli istituti tecnici superiori.
Infine, nel triennio 2014-
Spazio alle intese con gli atenei n cosiddetto "decreto
Carrozza" introduce novità anche per l'apprendistato di alta formazione: infatti i percorsi di orientamento e i piani di intervento, da adottare entro il 31 gennaio 2014 (si veda anche l'articolo a lato), dovranno comprendere anche misure per diffondere l'apprendistato di alta formazione nei percorsi degli istituti tecnici superiori (Its), anche attraverso misure di incentivazione finanziaria, e l'avvio di un programma sperimentale per lo svolgimento di periodi di formazione in azienda.
L'attivazione del programma è comunque legata all'emanazione di un decreto ministeriale e gli oneri per la stipulazione dei contratti di
apprendistato sono a carico delle imprese interessate. n decreto dovrà definire la tipologia delle imprese che possono partecipare al programma, i loro requisiti, il contenuto delle convenzioni, i diritti degli studenti coinvolti, il numero minimo delle ore di didattica curriculare e i criteri per il riconoscimento dei crediti formativi.
Invece l'articolo14 del decreto consente alle università (con esclusione di quelle telematiche) di stipulare convenzioni con singole imprese o con gruppi di imprese per realizzare progetti formativi congiunti i quali prevedano che lo studente, nell'ambito del proprio curriculum di studi, svolga un
adeguato periodo di formazione presso le aziende sulla base di un contratto di apprendistato. Anche in questo caso la norma non specifica la tipologia di apprendistato (si ritiene che sia quello di alta formazione). Le convenzioni dovranno stabilire i corsi di studio interessati, le procedure di individuazione degli studenti in apprendistato e dei tutori, le modalità di verifica delle conoscenze acquisite e il numero dei crediti formativi riconoscibili a ciascuno studente.Ladisciplinaè direttamente applicabile perché non prevede l'emanazione di un successivo decreto ministeriale.
J.T.
2016 sarà avviato, con apposito decreto ministeriale, un programma sperimentale per lo svolgimento di periodi di formazione in azienda per gli studenti degli ultimi due anni delle scuole secondarie di secondo grado mediante la stipulazione di contratti di apprendistato, con oneri a carico delle imprese.
Il decreto dovrà definire i requisiti delle imprese ammesse, il contenuto delle convenzioni tra le istituzioni scolastiche e le imprese, i diritti degli studenti, il numero minimo di ore di didattica curriculare e i criteri per il riconoscimento dei crediti formativi.
A.Bos. © R:PRQ[jl.JllONE RISEHVATA
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COBBIEBE DELLA SEBA
l PROGETTI SUl BANCHI l
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Incontri, lezioni, teatro e web Il rispetto comincia nelle scuole Dalle elementari alle superiori, corsi e filmati controla discriminazione
di Carlotta de Leo
R · ti" dali 1 b" il nardo - Abbiamo un dialogo aperto con il 1par re a scuo a per cam 1are . . .
d S. , . d Lo Mmr per allargare il progetto. Ogm mese,
mon o. 1 puo, si eve. sostengo- . . . . . d . 1
. . . h Circa un centmaw di scuole CI contatta, ed . _no a anru e assonaziO~ll c e, con è frustrante dire no>>.
sacnficw e altrettanto volontarmto, entra-no nelle scuole per educare al rispetto dei 0 . .
. gli . . h . bb 1 pan passo genen e rompere stereotipl c e rnga ia- . . . . . . . · hi 1
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Si nvolge ai ragazzi delle medie, mvece, Dz no 1 <<masc >> e e « emmJne>> m un ruo o . . . . Socl.ale b d fin"t N 11 . t d" Pan Passo, Ii progetto d1 I erre des Hommes en e 1 o. e a maggwr par e 1 · · · tr tt di .
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1. . . e Soccorso Rosa. <<E nella preadolescenza
cas1 SI a a c1c 1 o smgo 1 mcontr1 per . . . . . . . al
· · ti" . . . dali che si cnstalhzzano la perceziOne dJscruni-unm, msegnan e gemton pagati e . , . . . .
l D. . . . . li natona del! altro e gli stereot1p1 che gmstifi-
scuo e. 1 programmi mm1stena non ce ne sono ancora, anche se comuni coraggiosi come quello di Torino stanno ·sperimentando nuovi approcci. Nel decreto da poco approvato poi, il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha stanziato IO milioni per l'aggiornamento dei professori anche in tema di educazione all'affettività e pari opportunità.
Risvegliare la critica «Partire dagli educatori è essenziale perché sono il fulcro di un meccanismo che coinvolge alunni e famiglie» dice Lorella Zanardo che, con il documentario Il corpo delle donne ha iniziato il suo percorso nelle scuole e dopo migliaia di incontri ha scritto il libro Senza chiedere il permesso . «Più andiamo avanti e più sono convinta· che se lavoriamo con le studentesse e gli studenti, il mondo lo miglioriamo. Agendo in quella fascia d'età che va dai 14 ai 19 anni tutto può succedere - dice Zanardo -Quando mostriamo ai ragazzi, in maniera critica, gli stereotipi che le immagini tv veicolano, iniziano a riflettere. È come se si svegliassero>>. Il suo è un progetto globale di educazione ai media focalizzata sugli stereotipi di genere (www.nuoviocchiperirnédia.it), in cui gli insegnanti sono chiamati. a svolgere il ruolo di media education. <<Sono già diverse decine in Toscana e in Trentina e hanno incontrato i ragazzi di mille scuole - spiega Za-
cano l'uso della violenza>> spiega Fulvia Giarmotta di Terre des Hommes . Il progetto, che lo scorso anno ha coinvolto 300 studenti milanesi, ha fatto emergere i primi dubbi dei ragazzi sulla parità tra i sessi. «Agire subito è determinante. Per esempio, prima del corso, il20,4% sentiva la violenza come un fatto privato, della coppia e basta. Il dato è sceso all'li% dopo gli incontri, anche perché gli studenti hanno capito che l'isolamento è uno dei motivi che impedisce la cultura dell'aiuto e il sostegno delle vittime>>. Il progetto - che è stato condensato in un manuale per le scuole contro la violenza di genere, appena pubblicato - ripartirà a gennaio. Per candidarsi: www.terredeshommes.it È specializzata nei corsi per le elementari l'associazione L'ombelico (www.lombelico.org) che opera a Roma e Milano. Ma non è troppo presto? «Gli studi internazionali dimostrano che corsi di educazione all' affetti~tà alle elementari dimezzano il rischio di abusi - spiega Stefania Ghirelli -E oggi i bambini entrano in contatto con la pornografia, anche attraverso i videogiochi. Ragazzini di nove anni mi chiedono cosa sia un rapporto orale, ma poi non sanno come nascono i bambini>>. L'Ombelico ha anche realizzato incontri per i genitori del nido. <<Ci sono modelli che, inconsciamente, riproponiamo ai nostri figli. Bisogna rifletterei per aiutare i bimbi a crescere libe-ri».
Sono diversi poi, i corsi che utilizzano altri strumenti. Come la performance di teatro sociale «15.22» che ha portato mille studenti romani a parlare di femminicidio davanti a Montecitorio. <<Domani saremo a Napoli - spiega Pina Debbi - e porteremo sul palco il lavoro di quattrocento ragazzi delle superiori>>. Anche a Parma l'esperimento Maschere e Volti (www.giollicoop.it) chiede aiuto alteatro. <<Un mezzo che dà ai ragazzi la possibilità di parlare liberamente di violenza di genere -spiega Massirniliano Filoni -Abbiamo raccolto le loro idee con una serie di laboratori che han.no coinvolto 400 studenti. Poi abbiamo portato in scena una performance e consegnato al Consiglio provinciale le loro proposte per cambiare>>. Un progetto che restituisce speranza. «Questi ragazzi vogliono cambiare: i modelli culturali che noi adulti gli abbiamo cucito addosso sono ormai troppo stretti>>. Sfrutta il web, invece, Safebook, il programma di educazione sessuale e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili che si basa su video-lezioni del professor Luca Bini. Lo scorso anno circa 600 mila ragazzi delle medie e delle superiori harmo visto sulle Lirn (lavagne elettroniche) i filmati che toccano anche il tema del rispetto: <<Relazione vuoi dire un gioco dinamico e non potere e prevaricazione>> spiega Bini. Si muove dentro e fuori le aule, invece, il Progetto Alice (ilprogettoalice.wordpress.com) che a Bologna ha coinvolto ormai più di tremila ragazzi. <<Un antidoto alla violenza - spiega Cristina Gamberi - e a tutta la cultura che è alla base del femminicidio, della subordinazione delle donne sul lavoro, in famiglia e nella vita politica>>. L'ultimo progetto realizzato con gli studen .. ti è Bolorights Area, una mappa dei diritti che raccoglie i servizi di ascolto e protezione della città per aiutare chiunque sia in dif~ ficoltà.
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COBBIEBE DELLA SEBA
Il sostegno del Ministero Nel deereto da poeo approvato il 1ninistro dell' Istruzione Carrozza ha stanziato 10 milioni destinati all'aggiornamento dei professori anehein tema di edueazione all'affettività e alle pari opportunità
Tante le associazioni eoinvoUe, da quella de dl corpo delle donne>> a <<Terre des H onunes>>
Data 24-11-2013 Pagina 24 Foglio 2/2
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Data 24-11-2013
COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 33 Foglio 1
Le utili competenze sul lavoro che la scuola ancora non insegna di ROGERABRA V ANEL
e opinioni sulla drammatica disoccupazione giovanile in Italia sono diverse, ma due riempiono da diversi anni i titoli dei giornali. Purtroppo sono entrambe sbagliate.
La prima sostiene che la disoccupazione giovanile sia tutta colpa della crisi, dell'euro, dell'austerità e che la soluzione sia un intervento più deciso dello stato aumentando la spesa pubblica o creando incentivi all'occupazione giovanile. C'è la convinzione che con la ripresa economica il problema verrà risolto. Quest'idea è sbagliata per un motivo importante, ma poco noto: in Italia la crisi dal2009 ha aumentato la disoccupazione complessiva, ma quella giovanile è aumentata da ben prima, continuando un trend che esiste dalla fine degli anni go. n rapporto tra disoccupazione giovanile e disoccupazione totale è in aumento da 20 anni ed è oggi il più alto dei paesi occidentali. In altre parole, i nostri giovani faticano di più dei meno giovani a trovare lavoro, e se e quando supereremo la crisi, il loro problema non sarà risolto. Qui entra in gioco la seconda corrente di pensiero che ritiene che ci sia qualcosa di sbagliato nel comportamento dei giovani italiani che rifiutano lavori manuali e faticosi come il panettiere o precari come l'addetto al call center. L'ex ministro Fomero li ha definiti choosy (schizzinosi) e il compianto Tommaso Padoa Schioppa aveva coniato il termine «bamboccioni» per i giovani che non sì sforzano di rendersi indipendenti, preferendo starsene a casa «da mammà». Secondo questa teoria i giovani hanno aspettative irrealistiche per il loro lavoro, scelgono lauree «facili>> (per esempio in scienza della comunicazione), e si aspettano un postogarantito dallo Stato. Ebbene anche questa seconda corrente di pensiero è sbagliata, oltre ad essere un po' paternalistica. E perfettamente comprensibile che i giovani italiani del XXI secolo desiderino occupazioni più qualificate e con più prospettive di quelle offerte a un garzone di panetteria. È un lavoro duro (si inizia alle 3 di mattina) e se si coltiva la prospettiva di mettersi poi in proprio, si rischia di non farcela quasi mai perché i panettieri stanno chiudendo come la gran parte dei piccoli esercizi commerciali. Ma esiste un altro modo di fare il panettiere: fare l'assistente al reparto di panetteria (o gastronomia) di
1p1'azienda evoluta della grande distribuzione. E comunque un lavoro duro che prevede tumi domenicali e inizia alle 6 di mattina, ma meno che quello di un garzone di panetteria. Soprattutto è più interessante perché si lavora con team di giovani, si seguono corsi di formazione sul come fare il pane, su come si espone e si vende, si è a contatto con i clienti e se si dimostra impegno e capacità si può fare carriera diventando capireparto, e poi capi negozio o ispettori. n tutto con le protezioni mediche e antiinfortunistiche di una grande azienda. Spesso gli italiani non capiscono che c'è panettiere e panettiere. Come non capiscono che c'è call center e cali center. Non esistono
solo i call center che vivono di precaria t o e bassi salari. Di solito sono specializzati sulle chiamate «outbound» (il call center chiama un numero spesso a caso per proporre un'offerta telefonica di una tv privata o di una carta di credito). Esistono anche quelli che ricevono le telefonate di assistenza dei clienti delle grandi aziende di servizio, tipo la Vodafone o la Tirn (il cosiddetto «ìnbound» ), hanno nomi poco noti al grande pubblico (come Com data e E-care), ma impiegano migliaia di giovani. Sono giovani selezionati, perché le aziende di servizio all'assistenza clienti ci tengono, capaci di ascoltare e risolvere problemi. In questi call center si lavora in team, si riceve molta formazione, si può fare carriera e il p re cariato permanente è un'eccezione.
Gli italiani spesso pensano che per trovare lavoro oggi ci vogliano titoli di studio specializzati (ingegneri, softwaristi, ecc) e invece non è vero: gli ingegneri trovano più facilmente lavoro ma più per l'impegno e l'intelligenza dimostrati negli studi che per le conoscenze di
1 scienza delle costruzioni. La maggioranza delle offerte di lavoro di oggi peraltro richiede solo un
, diploma dì scuola superiore e/o lauree brevi. Conoscenze avanzate dell'inglese e del computer si richiedono raramente. Ciò che conta oggi per i datori di lavoro sono «etica del lavoro» (impegno, ma anche iniziativa e senso di responsabilità), la capacità dì comunicare, dì risolvere problemi e dì lavorare
in team. La rivoluzione post-industriale ha reso molto più importanti queste competenze, cosiddette «soft» per distinguerle da quelle «dure», cioè collegate con una specifica preparazione tecnica. La selezione di milioni di giovani che oggi hanno un lavoro si basa sulla valutazione di queste caratteristiche personali con approcci molto più meritocratici di quanto non si immagini. E purtroppo molti posti restano vacanti (o vengono affidati a
persone con esperienza) non perché mancano gli ingegneri o servono degli esperti, ma perché i giovani queste competenze spesso non le hanno. E così le aziende preferiscono l' «Usato sicuro», il lavoratore maturo che almeno ha imparato come si lavora in una azienda. Capacità di risolvere problemi, comunicare, lavorare in team e impegno personale si dovrebbero imparare a scuola e l'Ocse ha ormai chiaramente dimostrato la minor qualità delle nostre scuole nell'insegnamento di queste competenze chiave ai giovani italiani. n mondo del lavoro è cambiato, ma la scuola italiana no. E si rifiuta di accettarlo. Ma questa è un'altra (lunga) storia.
meritocrazia.corriere. i t © RIPROOU710NE RISERVA T A
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Data 23-11-2013
COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 26/27 Foglio 1 /2
non solo musei, labor<ltori eno gite scolastiche. Fino a pochi anni fa nelle scuole superiori di secondo grado erano 1,3 milioni i ragazzi coinvolti: l'anno scorso si è
scesi a 930 mila. Nelle superiori di primo grado è andata ancora peggio: 470 mila gli studenti in gita, con un calo del 31% rispetto all'anno prima. Se le gite calano, aumenta però l'accuratezza con cui si scelgono meta del viaggio e prezzo. Praga, Barcellona e Berlino le mete preferite dai liceali, secondo l'Osservatorio Touring sul turismo scolastico; Roma, Firenze, Venezia, Torino per le medie inferiori. E c'è anche un fiorire di tour operator specializzati proprio nel portare i ragazzi in gita. Si occupano di tutto: dall'albergo giusto, con strutture che garantiscano sicurezza a prof e ragazzi, a laboratori e attività interattive da abbinare alle più classiche visite e mostre. Stage all'estero e città d'arte
n primo a occuparsene è stato il Touring Club italiano: era il1913. L'idea era aiutare la crescita culturale e civile dei ragazzi attraverso il viaggio. Oggi il Touring offre una buona gamma di possibilità, sia per la varietà delle mete che per le tipologie di viaggio proposte: itinerari nel tempo, percorsi storici e archeologici, capitali e grandi città d'arte, stage linguistici. «Le mete più richieste- spiega Paola Giambelluca, responsabile del settore viaggi
giovani del Touring - sono le città classiche, anche se gli stage linguistici hanno registrato un aumento notevole. Le scuole si rivolgono a noi chiedendo idee, ma capita anche di formulare proposte ad hoc, in base alla richiesta dell'istituto. Siamo un'associazione storica e un tour operator, condizione necessaria per tutelare sia a livello operativo che legale lo studente; purtroppo però la scelta avviene ormai quasi esclusivamente in base al fattore economico».
Nel ventaglio delle proposte Touring, largo spazio ai viaggi d'istruzione all'estero. Per perfezionare la lingua, ma soprattutto per confrontarsi con culture diverse. Inglese (11 le città proposte), francese
(Nizza e Parigi), spagnolo (Madrid e Barcellona) e tedesco (Berlino e Norimberga) si imparano in 20 lezioni settimanali di 45 minuti, dormendo in famiglia e spendendo
somme che vanno da 330 euro per Madrid a 402 euro per New York, in pensione completa per una settimana. I voli e le escursioni sono a parte. «Da due anni -continua Giambelluca - abbiamo introdotto le Lezioni di Expo 2015: otto itinerari alla scoperta dell'Italia da una prospettiva diversa, quella dell'alimentazione. Una
formula che sta registrando un buon successo». In tre giorni si svelano i sapori dell'Etruria meridionale, fermandosi a visitare il cuore etrusco della regione: Viterbo e Tuscania, Tarquinia e il lago di Bracciano, Tivoli e il Parco Villa Gregoriana (partenza da Viterbo, quota da 124 euro). Tour di sapori anche in Sicilia, cinque giorni da Siracusa alla Valle dei Templi e poi Agrigento e i templi di Segesta e Selinunte, l'architettura normanna di Palermo e Monreale (partenza da Catania, da 203 euro).
In Italia piacciono Roma con i suoi monumenti classici (4 giorni in treno, albergo 3 stelle, 3 mezze pensioni a 212 euro a persona) e le città gioiello del Senese, un tour di 3 giorni che si snoda tra Siena, Pienza, Montalcino, Volterra e San Gimignano (sistemazione in albergo 3 stelle, 2 mezze pensioni, pullman, 120 euro a persona). All'estero, invece, spicca Berlino. Un giorno intero è dedicato alla visita dei musei: il Museo di Pergamo, con la spettacolare ricostruzione dell'altare di Pergamo e del mercato di Mileto; il Bode Museum e la Gemaldegalerie, che raccoglie una collezione ricchissima di opere pittoriche italiane, tedesche, fiammingo-francesi, olandesi e spagnole (4 giorni, albergo 3 stelle, 3 mezze pensioni, voli. Prezzo: 250 euro a persona, minimo 30 partecipanti, www.turismoscolastico.touringclub.it). <<l musei- dice Benedetto Vertecchi, pedagogista ed esperto di politica scolastica- dovrebbero lavorare a stretto contatto con le scuole, in modo da trasformare la gita in un viaggio formativo vero e proprio, capace cioè di allargare le vedute dello studente. In Italia questo legame si è perso. Senza una buona preparazione che precede il viaggio e senza la verifica, una volta rientrati, il viaggio di istruzione diventa solo una gita, cioè un momento di interruzione dell'anno scolastico».
Viaggi «esperienziali>) ll Parco didattico dell'isola Polvere, sul
Lago Trasimeno (Pg), prevede laboratori
dedicati alle energie rinnovabili (si costruisce un forno solare), gare di orienteering e iniziazione alla canoa e alla vela, giochi di squadra e attività artistiche, come la lavorazione del cuoio e dei fogli di rame a sbalzo (3 o 4 giorni in pensione completa, da 141 euro). <<l laboratori durante il viaggio di istruzione vanno benissimo - spiega il filosofo e saggista Dario Antiseri -. L'importante è che il ragazzo torni con la capacità di trovare una risposta alla domanda: cosa so adesso che prima non sapevo? n luogo visitato, qualunque esso sia, deve stimolare la conoscenza e la curiosità, ma gli studenti, aiutati dai professori, devono avere già in testa un interrogativo. Diversamente, il rischio è
che il laboratorio si trasformi in baldoriiD>. Dedicato all'architettura, il viaggio in Puglia e Basilicata. Un percorso che si snoda tra il Barocco leccese e i mosaici di òtranto, i trulli di Alberobello e le abitazioni rupestri di Matera, Castel del Monte e la cattedrale di Trani. n bello è che iragazzi, seguiti da esperti, sperimentano la realizzazione di un video e di un «servizio giornalistico», scaricabile dal sito una volta a casa (3 o 4 giorni, pensione completa, da 143 euro). n Parco dei Monti Sibillini (A p) è invece ideale per lo sci da discesa e le ciaspole, e per imparare la progettazione e costruire un igloo eschimese (3 o 4 giorni, in pensione completa, da 179 euro a persona, queste ultime proposte sono di www.heliosviaggi.it).
industria e cinema Minisoggiorni all'estero e percorsi Clil.
n termine sta per Content and language
integrated leaming, cioè l'apprendimento di una lingua straniera attraverso il contenuto (gli esercizi) e il contesto (l'uso della lingua}, che deve essere il più stimolante possibile. Prendete Edimburgo: si va a scuola per 15 ore di corso e si partecipa a due attività pomeridiane con il personale della scuola (sport e workshop ), dormendo in famiglia in camere da 2/3 posti letto (da 390 euro, pensione completa). Particolari anche i viaggi «Un libro in più», che portano alla scoperta delle eccellenze della produzione industriale del Paese. Tre giorni a Trieste dedicati al mondo del caffè, dalla composizione chimica alla visita dell'Università del Caffè e della città (da 130 euro, in mezza pensione, sistemazione in hotel in camere da 3/4 posti letto) oppure a Bologna, sulle orme del grande cinema, dalla ricostruzione della pellicola alla promozione dei film, con visite alla biblioteca di cinema e fotografia Renzo Renzi, seminari sulle tecniche del restauro e visita della città (da 125 euro, www.zainettoverde.it). Tessere di storia, proposto da GirAtlantide, è invece un laboratorio didattico di tre giornate, ognuna·dedicata ai grandi personaggi (Galla Placidia, Teodorico e Giustiniano) che hanno fatto grande Ravenna Tramite giochi di ruolo integrati da visite guidate, i ragazzi vivono la storia di Ravenna apprendendo i segreti e le tecniche del mosaico o mettendo in scena una pièce teatrale in costume (3 giorni in pensione completa e sistemazione in hotel, da 112 euro, www.giratlantide.net).
Carlotta Lombardo ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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COBBIEBE DELLA SEBA
Dove andare l viaggi alrestero per migliorare
l straniere e la del
di ltura
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proposte specializzati e i consigli per
A bocca aperta Ragazzini in gita scolastica negli anni Sessanta (foto archivio Touring Club)
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davvero
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Ila Repubblica UcuO'
La maturità si fa sprint arriva il liceo di 4 anni SALVO INTRAVAIA
LA MINISTRA dell'Istruzione Maria Chiara Carrozzasponsorizzailliceo
di quattro anni. Dopo le prime sperimentazioni che hanno interessato tre scuole paritarie in Lombardia, arrivano quelle statali autorizzate. Un via libera in sordina, spinto dalle convinzioni del ministro che questa sia la strada giusta, forse preludio di un' ennesirnariforma.
SEGUEAPAGINA21
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Data
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25-11-2013 1 1 /3
Maturità sprin~ il liceo si accorcia solo quattro anni perii diploma n ministro accelera sulla sperimentazione, ecco le prime scuole pubbliche
(segue dalla prima pagina)
SALVO INTRAVAIA
AL MOMENTO, gli istituti statali che dal prossimo anno - il
2014/2015 -potranno attivare percorsi quadriennali per giungere al diploma sono quattro: il liceo internazionale delle scienze applicate CarloAnti di Villafranca di Verona, l'istituto tecnico economicoTosidiBustoArsizio,l'istituto superiore Majorana di Brindisi e illiceo classico Placco di Bari. Ma in attesa del benestare ministeriale ci sarebbero altre tre scuole campane e l'elenco potrebbe allungarsi.
Semplice sperimentazione o preludiò dell'ennesima riforma scolastica a costo zero?Bastainfatticompattarein quattro anni l'orario delle lezioni previsto per il quinquennio per diplomarsi a 18 anni o addirittura a l 7 anni, nei casi in cui si è sfruttato l'anticipo. Un'eventualità
che metterebbe l'Italia al passo con quei Paesi europei dove l'intero percorso scolastico termina un anno prima che da noi. Il liceo internazionale delle scienze applicate Carlo Anti di Verona, in luogo delle 4.752 ore previste per l'attuale percorso di cinque anni, prevede 4.125 ore di lezione spalrnateinquattroannie200 ore di stage. Mentre gli studenti che vorranno frequentare il liceo classico internazionale Fiacco di Bari dovranno sobbarcarsi 4.752 ore in quattro anni-6 ore al giorno per sei giorni a settimana -più 233 ore di laboratorio e stage.
«Le sperimentazioni vengono autorizzate senza nessuncriterio, senza nessun parere da parte degli organi competenti, senza nessun riferimento normativa e senza nessun limite>>, tuonano dalla Flc Cgil. <<Basta alzarsi la ma ttinaechiederel'autorizzazione per attenerla? E quante scuole potranno averla: dieci, venti, cento?>>, si chiede Domenico Pantaleo che punta il
dito contro la ministra Maria Chiara Carrozza. Ma non solo. <<Tutti i progetti- spiega Pantaleo - presentano tre punti qualificanti: l'innovazione della didattica, il cambio di denominazione dei percorsi ordinamentali in percorsiinternazionali-con lo studio di più ore di lingua straniera -e una selezione in ingresso per reclutarè gli studenti più motivati e che hanno ottenuto ottimi risultati alla scuola media. Selezione che non è prevista dalla Costituzione. Siamo ancora nella scuola dell'obbligo e non può esserci nessuno sbarramento perl'accesso>>.
<<In effetti, il problema della riduzione da 13 a 12 anni del percorso scolastico in Italia si pone. Ma occorre capire -spiega Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustra, con delega all'Educazione - come vanno distribuiti questi 12 anni. Non credo sia opportuno ridurre illiceo a quattro anni: rischiamo diindebolirlo. E, considerando le criticità del nostro percorso, vediamo
meglio un primo ciclo di 7 anni e 5 anni di scuola superiore>>.
La riduzione dell'intero percorso scolastico di un anno, per allinearlo agli standard europei, è contenuto nell'Atto di indirizzo sulle priorità politiche per il 2013 che l'ex ministro Francesco Profumo halasciato in eredità al suo successore. Una operazione che, secondo Profumo, serviva anche a trovare le risorse da destinare al miglioramentodellaqualitàdell'offerta formativa in Italia. Ma i sindacati temono il taglio di 20mila cattedre, corrispondenti ad un "risparmio" di mezzo miliardo di euro.
Ma come funzionano le cose in Europa? In alcuni Paesi -Spagna, Francia, Portogallo, Inghilterra e Grecia - la scuolaterminaal8anni.Inaltri- come l'Italia, la Germania, la Finlandia, la Svezia, la NorvegiaelaDanimarca-gli studentisidiplomanoa19anni. Nazioni, soprattutto quelle del nord Europa, che però ottengono i migliori piazzamenti nei test Ocse-Pisa.
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la Repubblica
C~u.~"Va ridottoil~;w:ono tS«::o~coma e~amdebo~ !e t'&uperiori"
Data 25-11-2013 Pagina 1 Foglio 2/3
Istituti STATALI autorizzati
lstitu!i paritari autorizzati
che inizieranno crle hanno iniziato quest'anno il prossimo anno
la sperimentazione la sperimentazione
Collegio San Carlo, Milan~--
Istituto 0/ga Fiorini,
--"'!r-~B~u~st<:>_Arsizio
L•età di uscita dalla scuola = Spagna &llliiii®DBIIJJIIIJIIIIDBBI!Illlll8
~:.t 13
Francia lilli!liil!llil!!!ililli!illl!ll!lllllillllil 18
Portogallo I!IIIJllllll!llililli!IIIHI!Illlllllillili 18
Inghilterra 111/i!IIB!IilllllllilllilllliiU!Biili 18
Grecia lllll!llllllllllllllilllllllllllllll!ll!UI18
1111 Germania ll!lll!llllll!llliiiiiiB!illl!llfill!lllllll 19
Finlandia IIIIIJIIII!IIi!IIIIIIIIIIIBBBB!llllllllllll 19
l;AMétll~À ·[a.spectrpentazlç~n~ allìC$0()àflo Anti sarà açcoosll:)ìle
•JLllìiOI)ELIAJ Svezia ll!illliB!IIB!illllilllllllllllillllllllli 19 ··· .. ~t1l'lì~t!ìr:l~l:~.çh~
.. • $!)lp ~gli Stlld$11ti ''molto rpo~vatl e .chehanooottimi risultati :àllemectie"
dOVf~pPetlìven~~. · e Norvegia llllliii!IBI!IIIIilllll!lllllill!lllllllll 19 .· ···· .. ~,m:~~lloper:t~.'
la.~uolapUbblì<:a. ~ Danimarca llllllll!lllli!IUIIIII!II/Hilll!!!lll!lllll!ll 19 ·. ···. ••·. itlll.llaPÌ'l,?ih)idétt<>:: Fonte: Euridyce
·.tr .. Ml!lria a.Carrozza.,
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LA STAMPA
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I superdiplomi che portano
nelle aziende Sei su dieci hanno trovato subito un posto
Hi-tech e meccanica, i settori che offrono di più W,\l;nm B\SSEIU'\1
MILANO
ilippo Meneghello, 24 anni, si è diplomato prima come perito elettrotecnico, poi ha frequentato per due anni il Pofitecnico di Milano
ma poi ha preferito iscriversi all'Its Ponti di Gallarate, in un corso di costruzioni aeronautiche. Dopo due stage nel gruppo Agusta Westland è stato assunto subito dopo aver finito l'Its, e in azienda si occupa di programmazione della produzione. Carlo Tasca ha 21 anni e ha frequentato l'Its Rossi di Vicenza, nel settore della meccatronica. Ora è assunto con un contratto di apprendistato nell'azienda Mevis presso cui ha fatto lo stage come progettista di tecnologie di produzione. Racconta che l'Its è stato un ottimo percorso di formazione pratica. Federica Bettiolo ha qualche anno in più (38 anni) e ha vinto il titolo di prima diplomata Its d'Italia.
E' uscita dall'Its Cerletti di Conegliano in provincia di Treviso, settore vitivinicolo. Prima si era diplomata all'Istituto professionale come tecnico di laboratorio. Ha lavorato otto anni in un laboratorio agroalimentare come analista di laboratorio: da qui si è licenziata per una maternità. Durante lo stage presso un'azienda ha ricoperto un ruolo importante per la ridefinizione delle linee guida aziendale Hccp, settore igiene e sicurezza sul lavoro. Infine, Pierangela Marzullo, 27 anni, si è iscritta all'Its Russel Newton di Scandicci (Firenze). Si era
già laureata in architettura ma voleva entrare nel mondo della moda. Uscita con un diploma in più, pra lavora per un importante marchio italiano. Spiega che rispetto all'università molto teorica, l'Its le ha dato una formazione più pratica grazie anche a professori provenienti dalle aziende e un accesso a una rete di contatti utili per trovare lavoro. E così, dopo qualche anno di sperimentazione, gli Its, gli istituti tecnici superiori, i superdiplomi che tanto vanno per la maggiore all'estero, anche da noi si rivelano efficaci e acquisiscono il titolo di canale per il lavoro e l'occupabilità.
Sono infatti stati presentati a Job&Orienta, il Salone nazionale per l'orientamento, la formazione e il lavoro, i risultati sui primi diplomati appena usciti dai corsi: su 62 Its nel triennio 2010-2013 si sono diplomati 825 ragazzi, di cui 491 (il 59,52%) hanno trovato subito un lavoro. Il tasso di successo dimostra più di ogni parola l'efficacia di quello che si appresta a diventare un vero e proprio ordinamento: al31 ottobre sei giovani diplomati su dieci sono occupati. Altri si diplomeranno entro la fine dell'anno. L'alternanza scuola-lavoro e il radicamento nel territorio, oltre che i settori a forte domanda d'impresa, sono le carte vincenti di questi corsi. I record di occupabilità spettano a Puglia (78,57%), Liguria (74,55%) e Umbria (72,73%). Sopra il60% ci sono Veneto (65,04% ), Marche (64,44%) e Friuli Venezia Giulia
Data 25-11-2013 Pagina 25 Foglio 1 /2
(60,66% ). Tra le aree tecnologiche nelle quali si è occupa-to il maggior numero di diplomati spiccano la mobilità sostenibile (otto su dieci, il 79,73% ), le nuove tec-nologie della vita (72,22%) e l'efficienza energetica (69,57%). Le nuove tecnologie per il made in ltaly- Si-stema meccanica ha avuto un tasso di occupazione del 65,15%, mentre le nuove tecnologie per il made in ltaly-Sistema moda ha superato il 56%.
Nell'area Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali -Turismo un diplomato su due ha già trovato un lavoro. In totale gli studenti iscritti a questi corsi sono circa 5mila. In totale, sulla base delle deliberazioni adottate da 17 regioni, le Fondazioni Its regolarmente costituite sono 64. Ne fanno parte 132 istituti tecnici e professionali, 280 imprese e associazioni di imprese, 74 tra università e centri di ricerca e 116 strutture accreditate per l'alta formazione.
Al 31 dicembre 2012, erano stati attivati effettivamente 138 percorsi, frequentati da 2.971 studenti, di cui il23,6 % femmine. Per l'anno 2013le regioni hanno comunicato !'avvio di altri 109 percorsi. Il totale complessivo dei percorsi è di 247. Le regioni che hanno il maggior numero di corsi avviati sono Lombardia (32), Emilia Romagna (30), Liguria (29) e Veneto (27). Il Lazio ne ha avviati 24 , il Piemonte 13.
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Data 23-11-2013
LA STAMPA Pagina 20 Foglio 1 /2
ARRIVERÀ IN PRIMAVERA CON LA CLASSIFICA DI CIRCA 4 MILA SUPERIORI
Dalla Fondazione Agnelli un sito per scegliere la scuola Elkann: "In Italia troppo spreco di talenti e intelligenze"
FRANCESCO SPINI MILANO
La Fondazione Agnelli rilancia il suo impegno «per aumentare non solo la qualità, ma anche la quantità dell'istruzione, a tutti i livelli» ed evitare quello che il suo vicepresidente, John Elkann, definisce «uno spreco di talenti e di intelligenza», che «troppo spesso si verifica in Italia». All'università, ma non solo. In campo accademico ieri è stata inaugurata, con la «lectio inauguralis», la Avvocato Giovanni Agnelli Associate Professorship in Economics dell'Università Bocconi di Milano. Platea delle grandi occasioni, per celebrare il concretizzarsi di un'idea della Fondazione nata «circa un anno fa», ha spiegato Elkann, con l'obiettivo «di ricordare la figura di mio nonno, nel decimo anniversario della scompar-
!:annuncio alla Bocconi dove è stata inaugurata ieri la «Professorship» per ricordare l' Awocato
sa, con un'iniziativa di grande profilo, sostenendo giovani talenti nel campo della ricerca economica». La «professorship» - la cui dotazione permetterà di perpetuarne la durata - verrà riassegnata ogni cinque anni, la prima titolare è Chiara Fumagalli. Ieri, alla presenza di Rata n Tata (l'industriale indiano che da pochi mesi ha lasciato le redini del suo impero dell'automobile e non solo), del presidente della Bocconi, Mario Monti, del rettore Andrea Sironi, con il contributo di Marco Pagano, presidente dell'Einaudi Institute for Economics and Finance, la Fumagalli ha illustrato la materia del suo studio: le caratteristiche e l'evoluzione di gruppi di imprese.
Ma quella con la BoccQni è solo una delle iniziative della Fondazione Agnelli che punta moltissimo anche nel migliorare il sistema scolastico. A febbraio è
confermato l'appuntamento con il Rapporto sulla scuola, che si concentra su un tema «che sappiamo essere piuttosto controverso: la valutazione delle scuole italiane». in un Paese che è l'unico tra quelli avanzati «che non dispone di un sistema organico» di giudizio. Non solo. La primavera prossima «verrà lanciato un portale - ha annunciato Elkann - dove pubblicheremo i risultati della nuova edizione della classifica delle scuole superiori italiane». Dopotutto, ha detto il presidente di Fiat e di Exor, «tutti i genitori si chiedono quali siano le scuole migliori a cui iscrivere i propri figli». Ecco, con il portale a cui tutti potranno accedere, la Fondazione Agnelli «intende dare un contributo informativo per valutare la capacità di circa 4 mila scuole superiori di preparare gli allievi agli studi successivi», ovvero all'università. Tra gli obiettivi c'è quello di dare un aiuto alle fami-
glie, ma l'iniziativa permetterà anche alla scuola di capire quali sono gli spazi di manovra per migliorarsi, sarà un contributo a docenti e dirigenti scolastici per «Un innalzamento generale dell'offerta formativa della scuole superiore in Italia».
E poi la questione economica, spesso scoglio insormontabile per chi vuole accedere a quell' «ascensorè sociale» che spesso è ancora rappresentato da un'università di prestigio. Al proposito «entro la fine di quest'anno - ha detto Elkann - diventerà operativo il progetto dei prestiti d'onore che abbiamo lanciato alcuni mesi fa» e dedicato~ a chi vuole conseguire una laurea magistrale al Politecnico di Torino. L'idea piace, «abbiamo ricevuto un numero doppio di richieste rispetto alle disponibilità, un segnale importante, indice della volontà dei ragazzi di impegnarsi e di investire su loro stessi».
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Data 23-11-2013
LA STAMPA Pagina 20 Foglio 1
''Aule sicure? Non caricare i docenti di responsabilità" ll sottosegretario Rossi Doria: siano coinvolti gli Enti locali
Intervista gazzo rimasto ferito. Tutti mossi nella stessa direzione». Una partecipazione all'unisono
______________ che segue però tante polemiche
MARCO ACCOSSATO TORINO
L a responsabilità della sicurezza nelle scuole dev'essere divisa in modo equilibrato. I docenti, che non sempre hanno
competenze specifiche, non possono essere caricati di responsabilità: devono essere affidate a vari livelli, enti locali compresi».
Nel giorno del corteo studentesco a Rivoli per ricordare i 5 anni dal crollo di un soffitto al liceo Darwin sotto il quale perse la vita Vito Scafidi, il sottosegretario all'Istruzione, Marco Rossi Doria, parla di un «momento di incontro imp'ortantissimo».
In che senso? «Nel senso che alla manifestazione erano presenti tutti, dal governo a Libera, dai sindaci ai parlamentari piemontesi, dagli insegnanti agli studenti del liceo, fino ai familiari di Vito e dell'altro ra-
ffONDI
«ll governo ha destinato ·150 milioni. Altri 300 sono
previsti per il2014-2016»
Il ricordo Ieri a Rivoli,
nel Torinese, gli studenti
hanno ricordato
Vito Scafidi, il15enne
morto per il crollo
di un soffitto al liceo Darwin
Al centro della foto,
Marco Rossi Doria
per una sentenza ritenuta ingiusta. Come giu-dica la sentenza Darwin? «Le sentenze non si commentano. Posso dire che sulla siCurezza stia-mo riflettendo: chi ha maggiori responsabilità e competenze dovrebbe rispondere a un maggior numero di compiti. Questo è un Paese in cui c'è molto da riparare, anche negli stati d'animo. Il ministro Carrozza ha presentato decreti in materia di sicurezza che hanno ricevuto il plauso di tutti».
Il punto è che i fondi per l'edilizia scarseggiano e molte scuole non sono in regola. Che cosa può garantire
il governo, sul fronte economico? «Il Decreto del Fare ha destinato 150 milioni già cantierizzati. Sempre nello stesso decreto ne sono previsti altri 300, tramite Inail, per il triennio 2014-2016. L'altro decreto, Scuola, dà la possibilità alle Regioni di accedere a mutui trentennali a tassi agevolati, con gli one-
ri di ammortamento a carico dello
Ha detto
Gli interventi «Chi ha maggiori competenze dovrebbe ~ispondere a un magg1or numero di compiti»
Marco Rossi Doria
Stato. Infine abbiamo messo a bando 10 milioni di euro per i piccoli interventi, quelli di messa a norma per ottenere i certificati di agibilità: le richieste sono state subito moltissime. Soldi veri, cioè immediatamente disponibili».
Qual è la situazione delle nostre scuole? Esistono edifici vecchissimi, altri riadattati ...
«La situazione è a macchia di leopardo, e il Piemonte non è tra le peggiori. Il 44 per cento degli edifici scolastici è stato costruito nel ventennio 1961-1980, il25 per cento dopo il1980. Nel14 per cento dei casi si tratta di strutture rion nate per diventare scuole, ma riadattate».
E sul fronte della sicurezza? O meglio: del rischio. Quali sono i numeri?
«Circa il 90 per cento degli istituti scolastici ha dichiarato il possesso del documento di valutazione dei rischi, ma solo il17 per cento è in possesso del certificato di prevenzione incendi. Il 66 per cento delle scuole ha un impianto idrico antincendio; solo il49 per cento una scala esterna di sicurezza. L'impianto elettrico è conforme in sei scuole su dieci».
Ha incontrato la madre di Vito Scafidi, durante la marcia?
«Le ho parlato al termine , ma non è stata la prima volta che ci siamo incontrati. Ci chiede di vigilare, perché le scuole siano sicure».
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Andrea /chino: lo dimostra lo stato rovinoso in cui si trova l'insegnamento in Italia
Lo Stato non sa gestire la scuola La lasci governare in piena autonomia dagli insegnanti
que che cosa si potrebbe· il 11olo fatto fare? che hanno collezionato in-
DI GoFFREDO PISTELLI R. Consentire l"'opting ()Ut" carichi a termine per molto
E.._ b . d' . dalla amministrazione stata- tempo ...
a esba nera 1 certi le. Ossia consentire a chi vuole R. Appunto: il reclutamento indacati della scuola gestire in modo diverso scuole è uno degli esempi più macrodi qualche madrassa e università di poterlo fare in scopici dell'in-i pasdaran accademi~ modo completamente autono- capacità dello
ci, un po' come il fratello, Pie- mo riguardo alla Stato di gesti-tro, lo è per la Cgil e la Fiom. gestione delle ri- re la scuola. Andrea Ichino, classe 1959, sorse soprattutto Soprattutto ordinario di Economia politica uma~e e della perchè le ri-a Bolmma e all'Istituto Univer- offerta formativa. cerche scien-sitario Europeo t? Fiesole (Fi: Una sperimenta- tifi che. P.i~ re~e), forma~SI alla.Bocco~ zione su base vo- attendibili <t:esi con Manc;» ~onti), al MI~ lontaria, anche di suggeriscono di Boston e qumdi al lavoro di pochi istituti per che per fare ricerca nell'Igier di France- cominciare delle buone sco Giavazzi, Andrea Ichino, · · scuole ci vogliono soprattutto dicevamo, non la smette infatti D Che sog- buoni insegnanti: le architettu-dì dire la sua su ciò che, nella getto giuridico re ìstituzionil.li e perfino le altre ItQ~tra ~c,mla P. nP.ll::~ nm;tra potrebbero di- risorse sono secondarie. università, non ventare? D. E per fare i buoni in-va. Lo ha f~tt:<> R. Le co nfì _. segnanti? co~ alcum h: gur .. azioni le in- R. I buoni insegnanti vamio bn, Facoltà di divìduerimno i ' · '· " . · ·- L__
scelta, scritto gìuristì certo la i migliori laureati, che quindi con J?aniele fondazione po- devono essere attratti alla pro-Te~hzzes.e, tiebbe essere la fessìone docente con carri,ere e us~to ~r ~z- più semplice. retribuzioni adeguate, ma non zoli, e L~bena- garantite a tutti indipendente-ma la scuola, D. Un'autono- mente dalle capacità e dal me-firmai.? .l anche mia spinta... rito. Tra l'altro, la formazione da G; .... - 0 ~- . . R. Sì, ma poiché serve a poco .. bellini e edito dal Cornere l'autonomia senza D. In che senso, profes-della Sera, nella collana I Cor- . , . sivi, libri che, a mesi dall'uscita, valutazione .e penc;olosa, ~o Sta- so~?Nel sensuscitano ancora discussioni e to ~eve fo~ ~h utenti t:utOO so che ìnse-reazioni stizzite. . le mfo~azio~ elementari ~e
cessaneperchepossanosceglie- gnantì bravi Domanda. La scuola e re le scuole e le università che sì è, non sì di-
l'università !tali~e paio- preferiscono, venta! Anche n~ aver ~giunto il P'"!~ convogliando perchè quelli piU basso di una lunga C1'lSL verso di esse DraVÌ davve-Che sta succ~endo? le risorse ro non hanno
Risposta. Lo Stato non per- pubbliche. bisogno che de occasione per dimostrare la D. II che qualcuno gli sua ~ncaP:=t?tà dì gestire scuole significa che dica se e come eumversità,scontentandotut- a valutare farefurmazio-ti, a destra e sinistra, per motivi sarebbero i ne e aggiornamento. opposti. Ma anche scontentan• cittadini... D. Lei parla di incapa-dotuttì,semplìcemente,perché . R. Sì: sa- cità dello Stato ·a gestire. è inefficiente nel raggiungere rebbero gli L'ha detto anche lo storico obiettivi che non sono né dì de- utenti con le loro scelte Alfonso Scotto di Luzio da str. a né di.· sinistra, come quello D.Sullascuola,traÌ'altro, queste co-
l lonne: il mi-di se ezwnare nessuno pare seriamente nistero del-in tempi rapì- interessato la Pubblica dì insegnanti a rivedere il e professori reclutamen- }:;r~~one è universitari to. I concor· I·n modo da . • R. Infatti. soni paiono ·1 r:· 1 c o n s e n t ire insuperabili E dato Id all -una efficace e, di pari pas- lìmento e a pianificazione so, si immet· macchina sta-dei processi tono in ruo- tale, è giunto formativi. bi d il momento di
D. E d un- lo se ere i èonsentire alle scuole che lo de-precari, per sìderano, di uscire dal sistema
per potersi scegliere liberamente gli insegnanti, offrendo loro le retribuzioni e le prospettive dì carriera che ritengono più adatte.
D. C'è un tema ulteriore: il principio stesso di va-lutazione ge-nera crisi di nervi. Ogni anno, i test" Invalsi ven-gono visti come il ca-vallo di troia che porterà al giudizio dei docenti. È una battaglia persa, secondo lei?
R. Assolutamente no! Anzi pian piano una frazione sempre più ampia dì popolazione sì rende contQ che i test Inval- · sì svolgono la stessa funzìo~ ne del termo-metro per il corpo umano. Offrono indi-cazioni fonda-mentil.li, anche se ovviamente non esaustive, sulla esistenza di possibili pa-toìogìe nel hmzìonamento di una scuola e nell'operato dei suoi insegnanti.
D. Ma il termometro da solo non basta per fare una diagnosi
R. Verissimo! Infatti i test Invalsi sono solo un parametro, per' altro utilizzato in tutto il mondo, ma non possono né debbono essere l'unico. D'altro canto, il contrasto acceso sulle modil.lità della valutazione in Italia mostra che il problema è trovare un accordo su quali
· parametri utilizzare. · D. Per cui, lei suggerisce, lasciamo valutare gli Italiani; ..
R. Certo. Con i parametri che preferiscono. Ma devono essere sufficientemente informati dallo Stato su tutti i dati elementari necessari per farsi un opinione riguardo ai parametri preferiti. Non ho paura di dirlo: auspico una valutazione "fai da te".
D. Secondo alcùni la rottura del monopolio statale e l'introduzione di una
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autentica parità scolastica col privato, potrebbe essere un modo per rivitalizzare il sistema. ~.già 1!1 parita esi-stente, è sottoposta ad attacchi massimali-sti, vedi il caso delle materne di Bologna, o scelte am-·ministrati· ve ideologi-
-che, come a l\lilano. R. n problema è mal posto.
Lo Stato ha tre funzioni possibili nell'erogazione di servizi pubblici: finanziamento, rego· lazione e gestione diretta. Tut tavia esistono numerosi esempi di servizi che sono e rimangonc
pubblici anche se la tèrza furizione non è nelle mani dello Stato centrale ma di soggetti diversi. Pensiamo ad esempio ai· trasporti pubblici, che in~molti casi sono nnanZiatl e regolati dallo Stato ma gestiti da altri. Le mie propostè però non riguardano le scuole privatè.
D. Quindi, quando vi accusano di voler pri':~tizzare, QlCOnO
scempiaggi-ni ..
R. A me intèressa solo consentire alle scuole e università pubbliche di essere gestitè in autonomia da soggetti dìversi dallo :Stato centrale, che ha dimostrato fino ad ora la sua incapacità di gestore.
D. E l'università? Fine a quàlche anno fa tutto era basato sull'idea di un'autonomia irresponsabile: noi, atenei, spendiamo, tu
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della ricerca>>' os$la di~ Sen.e.pW'lallleno. Pòtrèbbe ser~ creare . altrettante vire w.l.èOh:i? ·•·· ·· researcliin.g ùniver- )1, Non ha fuqlto senso, per lo meno sities, è stato accolto nellalfumtuiazio'P.e che':og'gi ha nel nostro con .scherno da a:lcu- PJ:ì.Qse, Quello.G'hli! sei"\fe .è. che lo Stat~ ni accademici. ·raccolga :i~a,zil)ni prèeìse,. s~d?f-:
R. Non j,osso che ripe· di~zate .e eònfrontabili,. sulla vahd1tà tenni: :finiamola di affi~ dei titQli offerti da'Cia$cuna istit~one dare allo Stato l.e deci· educativa.'E utèntisceglieì.'aì:Uloa sioni che non è in grado ragionveduta. · on.ha senso l'attuale
. di prendere. Sulla proposta di Rénzi sono situazione .pèr cui,, ùna volta soddìsfatcont]'ariO anche io ma permotividiversÌ ti una Serie di requisiti burocratici eX da quelli di vuole che nulla cambi... ante (spesso irnle,vànti per la qualità),
D. E perché, professore~ il titolo erogato da una istituzione ha R. Perché il problema non è se fare valore.·legale indipendemente dal suo
"per decreto" 5 o lO hub, della. ricerca. vàlore reale. . · · · Perché per .farli bisognerebbe prima ·D. I10cse dice che spendiamo essere d'accòrdo sui critèri per stabilire meno in istruzionè. Per •.aiml) se-
. chi fa buona ricerca e quali debbàno es~ condo.RQJ>erto Pe:rotti, economista sere i campi di indagine da privilegiare. della Uoeooirl, ci ~biaino marciato, Questo accordo purtroppo non sembra sp~doquèlla~saanchesugli e8serci in Italia., come dil\:ioatratò ~le stude:q.ti-ipattivi; se avessimo<oon· infinità critiche all'operatO dell'Agenzia s~deràt().g:ti studenti ~quival~nti a
, nazfon~edivalutazione;dèleru:te~~urii" temP,o.l>i~l1~; à~~o rrooperto di • versitano- Anvur. n punto quu1d1eaffi- sp~itel'e'mU(tQ dipiU. A che punto ' darsi al mercato, com: · ove sianìo? '· ' · Ì'mnesistèqualCosadi . .. :vur a; Un rìlo:mentò. L'Oc~ non dice che perché la valutazione .è a agli utènti · spendi~q .meno !n ~struzione:Titalìa della didattica e d~llaricerca. Tra questi spende menò ìn proporzione del Pil, ma
i ovviamentè ci sarebbe anche {:tnanon stiendèquf111f.oglialtni',i:òìe1tondipiù,per . solo) Io Stato, con una sua agenzia pt3r il studente. E Umo;t;tvo è che, per via del finanziamento della ricerca, che dovrelh . cmo demografico, gli :Stu·
! be copiare il :modellodisuccessodeglit' dentisonorelativamen-1 Europan Réseatch GtantS Q 4ei Natio·+ te pochi. Quello che con: nai. Science:F?undatìon gra:ntsin USA: f ta per vàlu~~e l'en,tità ' Eciascunnpoi competerebbe come vuole t ·della spesa m 1struz10ne ! per ifondi che p:referisèe. · · : t è la quotà per $tùdente.
. D.A:ltroelementodldisçussion.e, · En?ni:Jolo spemiiamo in questi gio...n,i, è il meccan!sino tanto per ~gni·studen-aj)prontato dalMiur PJ'r .gestil'e D te ma abbta:tnl) anche turn~over, ci'* sostit\IÌre i do~11ti molti inseg-nanti e,!:lloltè ~nsionati. Seppureun po' ~ervel• ore di insèghament()per J()tieo.l: proeétle versò un~·logic~ studente.. • . . · . .• _ • . premt. ·afe, eo:r1sente:Qdo agli atene• D. Eppure. .. ·. t risultati delle'~~.. • con i conti in ordine Oese.sullee&mpetenze degli ad:Ult1 diassumeredi più di (eom~siòne& Wl: testo ecc} sono altri dissestati. di~stròs:t. .. ·
R. Un. regolamento 1t lsa~ Lo Stalx> nb~>spende poco, unico del turnover per ~~ spend~ male. li} non ~~~m~ poch~ tutti, indipentemente mse~anti, ne. ass~tJ;P.PPl, de11,quah dall'areà di· ricerca e alcm:n,purtre.ppo,.noo sànt:to fate tlloro dal tipodiìstituzione, è mes~ .. ·. ·. . .. · ' . •'· troppò rigido, Lasciamo ··· ~:Riprodu:J:imu;1#tJrl1~ta.:....-. gli atènei Ubèm di fare come vogliorto e chi farà ·•· 'fi · · -: • IescelÙisbagliatèverrà punito dagli ùtenti. Mì,perm:ette un paragone calcistico?
D. Sì figuri, siamC:nm pÌlese di àllen:atori ....
R.. Avrebbe .senso imporre a tutte le squadre le Stesse:r~oie su} turnover? Ci·.sono giocatori ottiini che continuano fino ad oltre 30 anni e altri per cùi il
Lo Stato ha tre funzioni nell'erogazione dei seroizi pubblici: finan~ ziamento, regolazione
e gestione diretta. Quest'ultima dovrebbe delegarla neUa scuola
·. ··· · · · . furnovet deve avvenire Stàt(); paghi a plè di Jist~ •. Senz!J: >:t)rim~; ~ ~~d,re ~: neppure v~utW'riti. La t!nst ha l'l" nQ gh u~centl.V1.;gìUS.~l portatotuttisullaietTà.O.m}alinea p~:r far~)~ scelte mlMag'inot è. evitare guals~a~1 fotma ghon. su ch'l deye. e.ss~re di goventò .delPunht,erS'lta che in. pensH>nato; e. mfatj;de qualche modo puntisu oh!ettivi il} fànt:to. Lo stesso dovt~b~ . . ... maniera differenziata. Uaooenno dt be accadere perleu~~r&tà; E a tutti 1
Matteo Renzisullare- · ·livelli: giovani, ad]llti è i;mziani. a:lizzare c~que.5<huh . D.Va:lore l~ale del titolo di stu-
L'età in cui mandare in pensione i professori? Sia giudicata
dai colleghi. Anche i calciatori non vanno in pensione a una età prestabilita. Dipef!de
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Data 24-11-2013 Pagina 9 Foglio 1
A Verona famiglie in marcia per promuovere le scuole paritarie DA VERONA FRANcEsco DAL MAs
P rima la conferenza al palazzo della Gran Guardia, presieduta
dal patriarca di Venezia, Francesco Moraglia. Poi in marcia, attraverso le strade del centro di Verona per rilanciare un appello forte allo Stato, alle Regioni, ai Comuni. Protagonisti, questa mattina nella città scaligera, gli allievi delle paritarie, i loro genitori, i docenti, i gestori, ma anche i vescovi, in testa il patriarca e Giuseppe Zenti, ordinario di Verona, numerosi sindaci e rappresentanti politici. Si tratta del tradizionale appuntamento triveneto del popolo della scuola libera, di ispirazione cattolica, che qui porta sui banchi più di 100mila bambini e ragazzi. «Nessuna crociata- puntualizza monsignor Edmondo Lanciarotta, segretario della Commissione per l'educazione dei vescovi del Nord est-. Noi intendiamo sostenere e valo-
l'evento Oggi la città sarà teatro di una grande manifestazione a sostegno della libertà di scelta educativa. In mattinata una conferenza presieduta dal patriarca di Venezia M o raglia
rizzare tutta la scuola, pubblica statale e pubblica paritaria, i percorsi dell'istruzione e della formazione professionale, sia sotto l'aspetto culturale ed educativo, che economico-finanziario con tutte le risorse necessarie». La crisi sta provocando l'abbandono di numeri importanti di allievi, in decine di casi anche con la chiusura degli istituti o il passaggio al pubblico; le famiglie di disoccupati o cassintegrati non ce la fanno a pagare le rette. E i Comuni, dal canto loro, non sono sempre nelle condizioni di garantire i çontributi di un tempo. E arischio l'educazione di migliaia di bambini. «È per questo che sollecitiamo, anche con iniziative che possono colpire come questa marcia- spiega Lanciarotta - politiche coerenti per garantire finanziamenti certi, in prospettiva pluriennale, per sostenere e realizzare l'autonomia scolastica per il sistema pubblico integrato, ed il soste-
gno a tutti in particolare a chi si trova in situazione di difficoltà e di disagio, sia il diritto/ dovere di educazione della famiglia, il mante-nimento e lo sviluppo del servizio scolastico». Tutte le associazioni cattoliche del mondo della scuola sono impegnate in prima linea. Un altro preciso obiettivo della mobilitazione è anche «il de finitivo superamento delle modalità di finanziamento delle scuole paritarie ora assicurato mediante incerti stanziamenti nella legge di bilancio e di stabilità annuali, stabilendo, secondo i principi della Legge 62/2000 della parità scolastica, il finanziamento delle scuole paritarie all'interno del sistema pubblico dell'istruzione, svincolato dal patto di stabilità». Ai politici e agli amministratori presenti a Verona verrà consegnata una piattaforma che contiene, tra le altre, la richiesta di assicurare per il 2013 l'intero importo dei contributi a bilancio senza alcun taglio e
di garantire per il2014 un importo di contributi di almeno 530 milioni di euro, minimo vitale per la sopravvivenza del sistema paritario e quella di escludere i contributi assegnati al sistema della Formazione professionale dai limiti del patto di stabilità delle Regioni. E queslo perché le Regioni che realizzano i percorsi triennali di Formazione professionale garantiscono responsabilmente un servizio pubblico essenziale e quelle assoggettate al vincolo di bilancio del patto di stabilità, hanno difficoltà ad erogare le spettanze agli enti attuatori con ritardi che arrivano anche ai 12 mesi e conseguenti, pesanti ricadute sul pagamento de_gli stipendi agli operatori. E il caso, ad esempio del Veneto. Resta - perentoria - la sollecitazione a lasciare libere dall'Imu e dalla Tares le scuole paritarie gestite da enti senza scopi di luero, «per consentire di svolgere il loro servizio pubblico».
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Data 23-11-2013 Pagina 1 Q
Foglio 1
Scuola e formazione professionale, IV Conferenza a.Ver?na . Domani marcia popolare per protestare contro tagh e ritardi
DA VERONA
N essun problema se i rappresentanti del governo e delle regioni dovessero disertare la quarta conferenza della
scuola e della formazione professionale organizzata dai vescovi del Nordest domani a Verona. Sono attesi, fra gli altri, il presidente del Consiglio, Enrico letta, .e i.gove~ato~ ~el Veneto, LucaZaia, e del Fnuli Venezia Gmlia, Debora Serracchiani. Dovessero mancare all'appuntamento, l'allarme-ar~ell.o de~ genitori! degli allievi e delle comumta d1 gestlone degli istituti paritari si alzerà ancora più forte, primanel convegno di Palazzo Bra poi nella marcia popolare attraverso il centro s~aligero. «Oggi- puntualizza Edmondo LanCiarotta, segretario della Commissione per l'educazione della Conferenza episcopale del Triveneto -la situazione è particolarmente difficile per le scuole paritarie e i centri di fo.rm~ione. p_rofe~sio~ nale a causa sia dei contmm drastlCI tagli de1 contributi, sia per i sempre più lunghi ritardi delle parziali erogazioni a fronte di un evidente
Lanciarotta (Cei): situazione difficile per colpa di una drastica riduzione dei fondi e delle lungaggini. Zaia: il modello veneto è un'eccellenza unica in Europa. E va difeso a ogni costo
risparmio significativo alle casse pubbliche». Tagli e ritardi non solo da Roma, ma anche dalle Regioni. «Tutte le scuole vanno sostenute e valorizzate con l'impiego di tutte le forze necessarie affinché possano svolgere l'indispe.nsabile ruolo educativo a loro affidato. La Chiesa è per la scuola, per tutta la scuola, perché la scuola fa parte del bene comune»: A riassumere gli elementi di P.reoccup~":wne ~ella Chiesa del Nordest sara doman11l patnarca Francesco M o raglia. Alla vigilia dell'appuntamento, il governatore Luza Zaia scen~e comunque in campo per sostenere che «Il modello veneto delle scuole paritarie per l'infanzia garantisce un'eccellenza ~duc~tiva unica in Europa a un costo tre volte mfenore a quello delle scuole statali, per cui è un patrimonio che vogliamo e dobbiamo ~ifendere a ogni costo non solo per una questiOne economica ma anche perché un modello diff_uso d~~· alto pro~ filo qualitativo». Nel Veneto, mfattl, il 70% de1 bambini tra i 3 e i 6 anni frequenta queste scuole e nel territorio regionale, in ben 298 dei 581 Comuni, l'unica struttura educativa per l'infanzia presente è solo quella paritaria.
Francesco Dal Mas © RIPROOJZIONE RISERVATA
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runità Pagina 14 Foglio 1
Scuola, mobilitazione continua: occupazioni in tutta Italia LUCIANA CIMINO [email protected]
Dopo i cortei è l'ora delle occupazioni. La settimana clou delle mobilitazioni studentesche si è aperta con decine di autogestioni e occupazioni nelle scuole superiori di tutta Italia. Contemporaneamente, negli atenei si è aperta la <<Settimana nazionale di discussione per salvare l'Università». Solo nella capitale negli ultimi due giorni sono stati lO gli istituti occupati: licei classici (tra cui lo storico Mamiani), scientifici, Itis, scuole alberghiere. Da Prati a Centocelle, e poi Eur, Primavalle, San Giovanni, Garbatella. Sempre a Roma occupate anche tutte le sedi della facoltà di Architettura del La Sapienza e lo studentato di via Cesare de Lollis. <<Ci aspettiamo altre azioni nei prossimi giorni», spiega l'Unione degli Studenti (Uds) che ha lanciato sul suo sito la campagna <<Cambia la tua scuola» con informazioni legali e vademecum per gestire le occupazioni e le assemblee. Tra i modelli da scaricare anche quello di odg per la settimana della didattica alternativa. <<Vent'anni di politiche sbagliate ci hanno consegnato in eredità una scuola strutturalmente a pezzi, autoritaria con contenuti e
Dopo le manifestazioni dell5 e 16 novembre prosegue la protesta anche nelle Università
metodi didattici vecchi e inattuali e perennemente minacciata da nuovi tagli -dice Roberto Campanelli, coordinatore nazionale Uds - Il 15 e il 16 novembre siamo scesi in piazza dal nord al sud e in questi giorni la mobilitazione sta tornando nelle scuole con occupazioni, autogestioni, assemblee permanenti: sono spazi liberati, laboratori di costruzione di un altra-scuola possibile».
I ragazzi del movimento studentesco si oppongono ai tagli, alla precarizzazione generale, alla mancanza di un adeguato diritto allo studio che negli anni ha reso l'accesso all'istruzione sempre più classista. Ma poi legano la lotta a un contesto fortemente territoriale. È per questo che in Campania le occupazioni delle scuole di Napoli, Caserta e altri centri sono tutt'uno con la mobilitazione contro il biocidio. Una prosecuzione, in questo caso, della manifestazione del 16 novembre scorso, quando il fiume di manifestanti che ha percorso il capoluogo campano era formato anche da migliaia di studenti. A Giugliano sono stati occupati tutti gli istituti: <<Si ad un futuro per i giovani nella Terra dei Fuochi». Anche in Sicilia, una dopo l'altra, sono partite le occupazioni: Palermo (dove giovedì gli studenti hanno manifestato dietro lo striscione <<le scuole crollano,
gli studenti nO>>), Catania, Ragusa. Anche qui si lotta contro i tagli indiscriminati all'istruzione e per le condizioni degli istituti, fatiscenti per lo più. Lo stesso a Bologna, dove si protesta per la ulteriore riduzione dei fondi di Regione e Provincia, e a Venezia dove lamentano la mancanza di strutture e laboratori.
In parallelo tornano le obiezioni di quanti vedono nelle occupazioni solo un periodo di vacanza. Eppure il movimento studentesco negli ultimi anni si è molto rafforzato. <<La condizione di giovani e studenti è peggiorata progressivamente- dice ancora Roberto Campanelli -le questioni sono diverse: dall'assenza di risorse che ha peggiorato la qualità dell'istruzione ai problemi della quotidianità che vivono in classe e nella propria città ogni giorno>>. E che non si tratti del "solito fenomeno ciclico" lo conferma anche Daniele Lanni, portavoce nazionale Rete degli Studenti Medi, <<Si prosegue la mobilitazione nazionale del15 novembre scorso. Il 27 siamo stati convocati dalla ministra Carrozza per un parere su vari punti ma noi riteniamo che non basti una convocazione del Forum delle Associazioni per concepire delle misure realmente efficaci, bisogna costruire tavoli permanenti con gli studenti su questioni centrali come il diritto allo studio e il numero chiu-SO>>.
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Data 25-11-2013
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ISTRUZIONE Il patriarca Moraglia: «Agenda politica distratta». La Regione ha stanziato 21 milioni
«Senza le paritarie scuola al collasso» Zaia: «Gli istituti statali non potrebbero accogliere i 91.500 studenti che oggi vengono assistiti»
Nicoletta Canazza MESTRE
«Sem:a la preziosa presenza delle scuole paritarie non tutti i noiìtri ragazzi avrebbero lo stesso diritto d'accesso alla formazione e i costi andrebbero al collasso». Lo ha detto il pre3idente della Regione, Luca Zaìa, alla giornata conclusiva del Festival della Dottrina sociale della Chiesa dedicata all'istruzione, in programma a Verona. Nel Veneto, ha ricordato Zaia «accedono alle scuole paritarie 91.500 ragazzi, cui viene data una risposta formativa d.i qualità venendo incontro a bisogni delle loro famiglie. La Regione ha stanziato 21 milioni anche in questo anno di grandi difficoltà, ma sembra che siamo gli unici a mantenere la parola. Se lo Stato pagasse in proprio le spese indicate nei loro scandalosi "costi standard" - ha aggiunto - spenderebbe 535 milioni di euro. In Veneto - ha ribadito Zaia - la Costituzione in questo settore non è rispet-
ISTRUZIONE Alunni al primo
giorno di scuola; in
Veneto frequentano le
paritarie 91.500 tra bambini
e rmgazzi
ttata, perché oltre che spendere una follia, le scuole statali non sarebbero in grado di accogliere i 91.500 ragazzi assistiti oggi dalla paritarie>>.
Un "modello" da prend~re a riferimento. <<Il Veneto - sostiene Zaia - è una delle poche Regioni ad avere un grosso residuo fiscale attivo, che deve tornare a servire per la nostra gente e che, applicando a livello nazionale i criteri di buon amministrazione adottati in Veneto, si risparmierebbero 30 miliardi l'anno>>.
Sulla stessa linea il patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia: «Le scuole paritarie, di cui quelle di ispirazione cattolica sono la stragrande maggioranza, fanno risparmiare allo Stato non meno di 6 miliardi di euro. Come una quota consistente di una legge di stabilità o l'equivalente di una manovra integrativa. Quanto ai costi dell'istruzione: il costo medio annuo per ogni alunno della scuola statale sfiora i 7.000 euro; quello stanziato dall'era-
rio per ogni alunno delle.paritarie si ferma a 500».
Moraglia ha poi fatto un confronto con l'esperienza eu-
ropea osservando ehe «non investire in istruzione e formazione significa compromettere irreversibilmente le capacità di innovazione dei sistemi sociali ed economici nazionali e quindi favorire per riflesso il declino dell'Europa».
Una scarsa attenzione, quella riservata negli ultimi anni alla scuola dalla società e dall'agenda politica, che finisce per riflettersi sui docenti. Secondo Moraglia «ne consegue anche una situazione economica particolarmente infelice rispetto all'importanza ed alla qualità del lavoro».
Alle principali sigle associative delle scuole paritarie e della formazione professionale, presenti al Festival, il patriarca ha sottolineato che «la posta in gioco «è altissima e decisiva per il futuro delle nostre famiglie, delle nostre comunità locali, del nostro Nordest, del nostro Paese.
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' DSole?]JJa)Illrl novue A BERGAMO
Processo alla scuola digitale del futuro
N on basta introdurre la tecnologia nelle aule scolastiche per aver costruito la scuola digitale
del futuro. Sulla base dell'esperienza diventa sempre più chiaro che la trasformazione digitale in atto è un'opportunità unica per realizzare una didattica innovativa, centrata sullo studente e sull'acquisizione delle competenze chiave europee e di cittadinanza.
L'uso di strumenti tecnologicamente avanzati, e in particolare le diverse sperimentazioni di apprendimento con i tablet in corso in un numero crescente di scuole, stanno infatti rivoluzionando il processo di apprendimento. Per la prima volta alunni e docenti condividono una realtà paritetica: essere-il primo gruppo di persone in un'aula scolastica a poter vivere un processo di apprendimento reciproco. Da una parte gli studenti con la loro competenza sulle tecnologie e sulle loro potenzialità reali, dall'altra i docenti con la loro solida base culturale e didattica. Nella scuola digitale già oggi gli studenti apprendono in modo diverso e questo fatto implica un insegnamento diverso. Condividere, collaborare e interagire sono i nuovi mentori per un'esperienza che parte dai banchi di scuola e si riflette nel percorso formativo e personale di ogni studente.
Delle opportunità che la scuola digitale sta aprendo e dei dubbi sulla sua realizzazione si parlerà venerdì 29 novembre a Bergamo nell'ambito del «Processo alla scuola digitale», organizzato dal Centro Studi ImparaDigitale, dove studenti e docenti che hanno sperimentato l'uso della tecnologia nella didattica si confronteranno sui benefici e sulle difficoltà di questa applicazione.
Processo alla scuola digitale. Venerdì 29 novembre a Bergamo, al Seminario Papa Giovanni Xlii, studenti e docenti si
confrontano sui pro e sui contro. studenti.imparadigitale.it
Data 24-11-2013 Pagina 12 Foglio 1
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ROMA
SOMMA VESUVIANA La Costituzione a scuola, martedì un convegno SOMMA VESUVIANA. L'istituto "Maria Montessori" di Somma Vesuviana con l'Aree (Associazione ex Consiglieri Regionali della Campania) ed il Coordinamento degli ex Parlamentari, in concerto con l'Ufficio Scolastico Regionale, nell'ambito della campagna triennale intesa a supportare l'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione nelle scuole promuove un un convegno formativo con l'onorevole Carmine Iodice, martedì 26 alle ore 11 nell'auditorio multimediale dell'istituto "Biagio Auricchio".
Data 23-11-2013 Pagina 46 Foglio 1
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l Il prestito d'onore per sostenere i costi universitari
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25-11-2013 14 1 /2
Il primo prestito è d'onore È utile la presenza dei genitori nella scelta Tassi convenienti, cifre modeste e requisiti minimi di votazione
di Andrea Curiat
Da un minimo di 2.6oo a un massimo di 10mila euro di tasse universitarie, più i libri di testo e i costi eventuali di vitto e alloggio peri fuorisede. Mandare un figlio all'univer-. sità, oggi, può incidere per più del 30% sul reddito della famiglia. Un lusso che richiede grandi sacrifici. Cosa possono fare i genitori, quando non è possibile aumentare la quota di risparmi da destinare allo studio dei figli? Una soluzione arriva dal mondo del credito, sotto forma di prestiti d'onore e altri prodotti di sostegno ai giovani.
Se è vero che, nominalmente, i finanziamenti sono intestati ai giovani, un ruolo importante spetta proprio ai genitori. La famiglia, infatti, deve essere certa di poter sostenere il costo del debito qualora ci siano ritardi nell'ingresso dei figli nel mondo del lavoro. È bene che i genitori siano sempre partecipi nel processo di raccolta delle informazioni e di decisione finale; sia come forma di sostegno e aiuto agli studenti, spesso alle prime armi nei prestiti, sia per condividere la decisione finale.
I pro e i contro da valutare coinvolgono tutti: si è disposti a ottenere un'iniezione immediata di liquidità, sapendo di dover rimborsare debito e interessi in un'ottica di lungo periodo? Solo chi conosce il budget familiare può dare una risposta realistica. I prestiti d'onore corrispondono in genere cifre modeste, a tassi agevolati e da rimborsare in un periodo relativamente lungo. Niente a che vedere con un mutuo, insomma. Inoltre è spesso previsto un "anno di grazia", durante il quale il neo laureato ha il tempo per cer-
care lavoro e permettersi così di restituire autonomamente le rate. Tutti fattori che dovrebbero rendere più semplice il rimborso anche in condizioni occupazionali difficili. Non è richiesta alcuna garanzia reale. La contropartita è che molti prodotti prevedono dei requisiti minimi di merito che non permettono a tutti gli studenti l'accesso.
È il caso, ad esempio, del prestito Bridge di Intesa Sanpaolo: per attenerlo, e mantenerlo, bisogna raggiungere un numero minimo di crediti formativi (in media, 40 per ogni anno scolastico) ed essere ammessi agli anni successivi di studi (nel caso di master o dottorati di ricerca). Ed è anche il caso del progetto "Diamogli futuro" (www.gioventu.gov.it/ diritto-al-futuro), istituito nel2007 e ampliato nel2010 dal dipartimento per la Gioventù della presidenza del Consiglio con una dotazione finanziaria di 19 milioni. Il fondo per lo studio, al quale aderiscono diverse banche, permette ai ragazzi di accedere a finanziamenti a tasso agevolato fino a un massimo di 25mila euro, a patto però che si siano diplomati con una votazione di almeno 75/100, o laureati con almeno 10ojno.
Per quanto riguarda i costi, in media, i tassi finali oscillano tra il4 e il5,5%. L'indice di riferimento è l'Eurirs, al quale si somma uno spread variabile di banca in banca ma più basso rispetto al mercato. Ad esempio, l'UniCredit ad honorem ha un Tan pari all'Eurirs a 4, 10 o 15 anni (in base alla durata del prestito) più uno spread del3,5%. Il prestito Ubi Banca, che rientra nella convenzione "Diamogli futuro", ha un tasso pari all'Irs lettera a 10 anni, più l'1,5%. Il prestito ad honorem di Banca Sella, pensato espressamente per chi si iscrive a un master, ha un Taeg del 5,77% per un importo da 30mila euro da restituire in 7 anni (84 mesi). Mentre il prestito Bridge di Intesa Sanpaolo calcola il Tan sul parametro Irs a 9 anni, più l'1,5%. A confronto, stando alle ultime rilevazioni trimestrali condotte da Bankitalia, i normali prestiti personali hanno un tasso effettivo medio del 12%, mentre il credito finalizzato raggiunge il12,32% per importi entro i 5mila euro, e il 9,96% per cifre superiori.
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~UniCredit Fino a 27.700 euro, gestibili in tre periodi
AD HONOREM
,., TanTaeg Taeg del5,49% calcolato su 20mila euro in 84 mesi. T an: Eurirs a 4, lO o 15 anni+ 3,5%.
Condizioni Fino a 27.700 euro da rimborsare in 12-180 mesi (compreso il preammortamento di 12 o 24 mesi).
• Durata Periodo di fruizione senza rimborso: 1-3 anni; Periodo di grazia (opzionale): 0-2 anni; Periodo di rimborso: 1-15 anni.
Vantaggi e svantaggi
Pro
Tassi agevolati, non occorrono garanzie
Pagamento diretto alla scuola
PERMASTER
TanTaeg Taeg 5,77% calcolato su 30m ila euro in 84 mesi.
Condizioni Fino a 30m ila euro per un m aster. Pagamento diretto da parte della Banca alla scuola, salvo diverso accordo. Sono coperte anthe le spese di vitto e alloggio documentate, per un massimo pari allO% del costo del M aster
Durata 84 mesi, oltre a un periodo di preammortamento pari alla durata del m aster maggiorata di 6 mesi, fino a un massimo di 30mesi.
q> Contro
Obbligo di voti alti, scarsa occupazione
~ INTES4S~B4010
Verifica sulla regolarità della frequenza
PRESTITO BRIDGE
TanTaeg T an: l RS a 9 anni+ 1,50%.
Condizioni Smila euro fino a un massimo di 15-30mila euro. Richiede di conseguire un numero minimo di crediti formativi, di essere iscritti e in regola con gli studi. Senza requisiti per più di tre verifiche, il finanziamento viene sospeso e inizia a decorrere l"'anno- ponte".
• Durata Quando l'Università segnala il conseguimento del titolo, il finanziamento si ferma. Poi un "anno ponte" durante il quale non si deve dare nulla. Durata massima è di 12 anni.
Contro
Data 25-11-2013 Pagina 14 Foglio 2/2
UBI><Banca Fino a 25mila euro con rate annuali
DIAMOGLI FUTURO
ili> TanTaeg Taeg 3,710% calcolato su un prestito da 25m ila euro in 60 mesi. T an: IRS "lettera"a lO anni+ 1,5%
Condizioni Fino a 25m ila euro. Rivolto ai giovani da 18 anni in su iscritti a corsi di laurea.
Durata Erogazione con rate annuali per una durata massima di 5 anni e un importo massimo di 25mila euro.
Incertezza sul rimborso
lì• Offrono in genere tassi agevolati rispetto alla media dei mercati. ft> Permette ai genitori che non hanno risparmi di ottenere liquidità immediata. ili>· Non occorrono garanzie reali.
• Diversi prodotti prevedono il conseguimento e mantenimento di determinati requisiti di merito. Se gli studi non vanno bene, bisogna cominciare il rimborso del debito in anticipo.
• l genitori devono necessariamente valutare l'ammontare delle rate, e pianificare il piano di rimborso nel lungo periodo. Non sempre si ha la certezza che il debito sia sostenibile.
Molti prestiti prevedono un periodo di grazia al termine degli studi, così da dare al giovane la possibilità di trovare lavoro e contribuire al rimborso del debito.
• Con il mercato pellavoro che versa in condizioni difficili, il periodo di grazia di un anno può non essere sufficiente perchè il figlio beneficiario trovi lavoro.
• Non tutti gli atenei aderiscono alle convenzioni con le banche; non tutti gli istituti di credito offrono ai propri clienti i prestiti d'onore.
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INNOVAZIONE
Otto «cluster» per cogliere la ripresa
Otto «cluster», dall'aerospazio ai trasporti, dove la partnership pubblico-privato è forte e la collaborazione tra grandi imprese e Pmi con
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25-11-2013 23 1 /3
Università e centri di ricerca diventa una palestra per competere nella corsa ai fondi europei per la ricerca che si aprirà il prossimo anno con
«Horizon2020». Un tema, tra gli altri, al centrò dell'XI giornata della ricerca e innovazione promossa da Confindustria. ~ pagina 23
Innovazione. Alleanza tra grandi aziende e P mi con università e centri di ricerca nella XI giornata promossa da Confindustria sulla R&I
Otto cluster mettono in filiera la crescita Il ministro Carrozza: «Una palestra in vista del nuovo programma europeo Horizon 2020»
Marzio Bartoloni Per una volta l'Italia potreb
be farsi trovare pronta e ben allenata, come non è mai successo prima, nella grande corsa ai fondi europei per la ricerca che si aprirà il prossimo anno. Giovedì scorso il Parlamento europeo ha infatti varato il nuovo piano «Horizon 2020» che mette in palio 70 miliardi per i prossimi anni, una cifra mai vista finora (l'unica col segno più rispetto al passato nei bilanci U e, lo scorso programma per la ricerca ne ha stanziati so). Un piatto troppo ricco per farselo sfuggire anche perché le risorse per la R&S in Italia sono sempre più con illumicino. Da qui gli sforzi di imprese, centri di ricerca, università e ministero dell'Istruzione che da qualche anno hanno deciso di fare squadra unendo gli sforzi per non fare più gli errori del passato quando abbiamo lasciato agli altri Paesi U e almeno 500 milioni all'anno di risorse per colpa del nostro vecchio vizio di bussare a Bruxelles in ordine sparso.
L'idea è stata dunque quella di trasformare in una grande "palestra" gli ultimi bandi italiani per la ricerca, tagliandoliamisura del nuovo programma europeo Horizon 2020. A cominciare dai fondi per le smart cities e in particolare al bando sui «cluster tecnologici nazionali», i modelli di aggregazione pubblico-privata dove è forte la collaborazione tra grandi imprese e Pmi con Università e centri di ricerca, una delle frontiere, questa, al centro dell'Xl
BRACCO «Abbiamo lavorato intensamente mobilitando tutto il sistema delle imprese valorizzando i territori, i temi e le collaborazioni esistenti»
giornata della ricerca e innovazione promossa giovedì scorso da Confindustria che su questo fronte lavora da anni. Il bando si è chiuso a metà ottobre scorso con un budget di 266 milioni (170 come contributo alla spese e 96 in credito agevolato) da destinare a otto cluster appartenenti ad altrettanti settori: Fabbrica intelligente, Chimica verde, Scienze della vita, Mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina, Agrifood, Aerospazio, Tecnologie per le smart communities, Tecnologie per gli ambienti di vita. Il ministro dell'Istruzione Università e Ricerca, Maria Chiara Carrozza, non ha dubbi: «l cluster tecnologici si sono rivelati un'utilissima palestra per la collaborazione tra aziende e ministero in vista di Horizon 2020>>. «Il programma- continua il ministro - resta una delle priorità della nostra azione e i cluster avranno un posto importante anche nel Piano nazionale della ricerca che stiamo elaborando». Piano che non a caso sarà una versione italiana dell'europeo «Horizon 202o».
Sulla stessa scia il vice presidente Ricerca e innovazione di Confindustria, Diana Bracco, che ricorda come l'associazione degli industriali abbia «lavorato intensamente» alla costruzione dei cluster, «mobilitando tutto il sistema delle imprese»: «Siamo partiti dalla redazione delle Mappa delle competenze in Ricerca e Innovazione delle imprese, che hanno permesso di evidenziare la presenza e la distribuzione sul territorio, i te-
mi e le collaborazioni - spiega Bracco- e abbiamo successivamente promosso con il Miur i progetti Sud-Nord, per favorire la collaborazione di soggetti della filiera distribuiti su diversi territori, ed infine lavorato alla costituzione dei primi 8 cluster tecnologici nazionali che hanno partecipato al bando Miur».
Il bando, chiuso lo scorso 13 ottobre, finanzia in particolare trenta progetti che coinvolgono in partnership pubblico-privato- che è la strategia sollecitata dall'Europa nel suo nuovo programma per la ricerca- 456 soggetti negli otto cluster. Si tratta, in particolare, di 112 tra enti pubblici di ricerca, università, Ircss e 344 imprese: 140 di taglia grande e 204 Pmi, tra cui anche alcune start up. Ora la sfida per questi cluster - vere e proprie filiere della crescita che coinvolgono trasversalmente praticamente tutte le Regioni - sarà quella di dimostrare la capacità di attrarre ulteriori investimenti pubblici e privati, finalizzati allo sviluppo e all'impiego di capitale umano qualificato (a cominciare dai dottori di ricerca) in modo da far crescere la qualità dei prodotti della ricerca e il loro impatto sull'impresa, sul mercato e sullo sviluppo dei territori.
Per tutti e gli otto cluster un'occasione d'oro per potenziarsi potrà arrivare dai nuovi bandi europei del programma Horizon 2020. A dicembre è atteso il piano con le cali che Bruxelles intende lanciare il prossimo anno. In palio, come detto, ci sono 70 miliardi da qui al
2020. Con una crescita di fondi dovuta in gran parte alla creazione di un nuovo pilastro, quello della «Leadership industriale», uno strumento forte di 17,01 miliardi che si propone di accompagnare l'ipdustria e in particolare le Pmi (a loro spetteranno almeno 3.4 miliardi) nello sviluppo di processi innovativi.
Un fronte, questo, dove i progetti nati nei cluster possono giocare una partita importante. Come nell'altro pilastro- quello classico dell' «Eccellenza scientifica» - che con una dotazione di 24,4 miliardi punta a valorizzare la ricerca di base e anche la creazione dei cluster. Un terreno su cui ora l'Italia può finalmente farsi trovare pronta e non commettere più l'errore di regalare agli altri le risorse per la ricerca e l'innovazione di cui abbiamo tanto bisogno. Finora il nostro tasso di successo nell'accesso ai bandi Ue finanziati anche con le nostre tasche è stato circa dell'8% contro una partecipazione al bilancio Ue che vede l'Italia mettere una quota che vale quasi il 14%. In pratica abbiamo finanziato con i nostri soldi - si stima almeno 2,5 miliardi negli ultimi anni -la ricerca degli altri. E se le cose non cambieranno l'Italia nei prossimi 7 anni rischia di perdere in favore degli altri membri dell'Unione una fetta di almeno 3.5 miliardi del programma Horizon 2020. Uno spreco che non possiamo davvero più permetterei. E che ora anche grazie ai nostri cluster tecnologici speriamo di dimenticare presto.
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I frutti delle partnership pubblico-privato
L'identikit degli otto cluster che si sono aggiudicati il budget di 266 milioni con i relativi progetti
Con 175 soggetti coinvolti (tra cui87impresee45 università), questo cluster conta su 32 milioni di euro. I progetti finanziati sono tre: area nutrizione e salute, per la prevenzione di malattie associate alla dieta e promozione dell'invecchiamento in salute; sicurezza a li menta re; sostenibilità per la riduzione
, di scarti e valorizzazione dei sotto prodotti
~- ~ ~---:- ~-=-cc --~ -~-~ -= Il cluster raggruppa 1,10 soggetti pubblici e privati attivi nel campo della bioeconomia a diversi livelli in 18 Regioni. Tra i progetti principali, «Rebiochem)) integra bioconversioni per la produzione e l'applicazione di biochemfcals da biomasse di seconda generazione e «Lidi a)) per sviluppare nuove tecnologie per convertire derivati organici in sostanze green
Il cluster Mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina conta su 113 partecipanti tra università, enti pubblici di ricerca, imprese e soggetti aggregati (distretti, consorzi e associazioni). Quattro i macro progetti: ltaly 2020 (gomma), Tesys Rail (rotaia),.Trim (mobilità marittima) e Its Ita ly 2020 (Sistemi percomodalità e intermòdalità).
Il cluster conta su 86 aderenti in nove regioni partecipanti. I quattro progetti (mobilità intelligente ecosostenibile, edifici a zero consumo energetico in distretti urbani intelligenti, soci al museum & smart tourism, la città educante) coinvolgono complessivamente 76 partner per un valore totale di investimento pari a 43,2 milioni di euro
Cinquanta grandi imprese, 850 P mi, 100 centri di ricerca e 40 università sono riunite in questo cluster. Campania, Emilia-Romagna, Lombarida, Lazio, Piemonte, Puglia, Umbria,Sardegna e Toscana. Attraverso la Federazione Aia d sono inoltre rappresentate numerose Pmi residenti in altre regioni come Liguria e Veneto. Diversi i progetti approvati, come« Trasporto efficiente che rispetti l'ambiente)).
Questo cluster coinvolge 265 differenti soggetti, di cui 19 associazioni, 196 imprese, 6 distretti tecnologici e 44 tra università ed enti di ricerca. I quattro progetti pricipali sono: 1) Sustainible
· ma nifactu ri ng; 2) Ada ptive and modular approaches for the digitai factory; 3) Smart manufacturing; 4) High performance manufacturing
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Il cluster- con una ventina di partner· conta quattro progetti approvati, finanziati da 40,935 milioni di euro. Si tratta di Medintech, per aumentare la sicurezza e l'efficacia di farmaci e vaccini; Ivascomar su nuovi biomarcatori per malattie complesse; Dna on Disk, una piattaforma e kit diagnostici per la salute dell'uomo; Irmi, per creare una infrastruttura multiregionale per rigenerare organi e tessuti.
Sono nel complesso un centinaio i soggetti del cluster tra grandi imprese, enti non profit, università e Consiglio nazionale delle ricerche. Tra i progetti approvati: Shell; activeaging@home; design for all, che puntano allo sviluppo di soluzioni tecnologiche, e prodotti altamente innovativi che permettano di ridisegnare l'ambiente di vita domestico i n per garantire l'inclusione, la sicurezza, l'ecosostenibilità.
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!.'ESPERTO RISPONDE DOMANI IL QUADERNO SU PROFESSIONI E IMPRESE Tutte le risposte su agenti, professionisti, redditi d'impresa e autonomi. E ancora: bilanci, diritto societario, cooperative e Onlus
In vendita ao,so euro oltre al prezzo del quotidiano
Data 25-11-2013 Pagina 23 Foglio 3/3
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Pag. 64
Data 23-11-2013 n Sole?]{! mmrn Pagina 12
Foglio 1
LECTIO INAUGURALIS IN BOCCONI PER LA CATTEDRA SUI GRUPPI D'IMPRESA DEDICATA A GIOVANNI AGNELLI
Una «Professorship» per l'Avvocato L'Ateneo milanese assegna a Chiara Fumagalli la prima docenza
di Giovanni Vegezzi
Unacattedrainmemoria dell' Avvocato, per studiare i gruppi di imprese, che in Italia rappresentano oltre un quinto degli asset
quotati. L'Universita Bocconi ha celebrato ierilalectio inauguralis della Professorship in Economics intitolata a Giovanni Agnelli e istituita ad aprile grazie allaF ondazione della famiglia torinese. L'obiettivo del progetto é contribuire all'avanzamento della ricerca in ecònomia applicata, promuovendo ogni 5 anni il lavoro di un "giovane e promettente ricercatore" come ha spiegato ieri il vicepresidente della Fondazione Agnelli ed erede dell'Avvocato John Elkann, introducendounpaneldiinvitatifracuispiccaval'industriale indiano Ratan Tata.
«L'idea di questa cattedra è nata qualche anno fa quando stavamo pregando conia nostra fondazione familiare il decimo anniversario della morte di mio nonno», ha spiegato Elkann sottolinenando l'impegno della fondazione nella formazione e spiegando che «promuovere l'educazione delle persone significa aiutarle ad affrontare le sfide,
Parterre de roi. Un parterre dell'imprenditoria fa miliare d'eccezione per inaugurare la cattedra dedicata a Gianni Agnelli. La lectio magistralis della cattedra intitolata all' Awocatoè stata preceduta ieri dai saluti di Mario Monti, nella sua veste di presidente della Bocconi: Monti ha ricordato «il ruolo fuori dal
. comune» che l' Awocato «ha giocato nella società italiana ed europea» e ha ringraziato il nipote, )oh n Elkan intervenuto in rappresentanza della fondazione familiare. Elkann ha introdotto poi la lezione di Chiara Fumagalli, discussa dal professar Marco Pagano, presidente dell'Einaudi Institutefor economics an d finance. Prima dei saluti finali del rettore dell'ateneo milanese Andrea Sironi, la parola è toccata a Rata n lata. Il presidente di lata Trust ha sottolineato i legami con la famiglia Agnelli ricordando però alla platea anche le prospettive di busines~ in India, in tanti campi comprese le auto: «E un mercato dove non è facile entrare- ha spiegato lata- ma dove la domanda, nel caso di molti beni, è ancora più alta dell'offerta».
ma in ultima istanza anche formare una società migliore».
La prima titolare della cattedra é Chiara Fumagalli, che ieri di fronte alla platea dell'aula magna dell'ateneo milanese, ha tenuto una lezione dal titolo Understanding business groups, in cui non poteva mancare un riferimento ai. grandi gruppi familiari: del resto in Italia i 15 maggiori gruppi controllano il22% degli asset quotati; una tendenza sinille a quella di altri paesi come la Germania, dove la quota è vicina al25%, mentre in Francia si arriva addirittura al valore record del 40%. Le differenze. ha spiegato ieri Fumagalli, non si fermano però a quelle fra i diversi mercati e riguardano altri aspetti: dall'organizzazion~ aziendale al coinvolgimento nei servizi fmanziari, passando per l'impegno in diversi settori industriali.
Resta il fatto che i gruppi di imprese non sono un soggetto rilevante solo nei mercati sviluppati. Anzi, come ha ricordato nel suo intervento sui conglomerati (e sulla loro efficienza economica e sociale) il professar Marco Pagano «nei paesi in via di sviluppo gruppi di aziende giocano un ruolo molto più importante». In India ad esempio rappresentano addirittura l'So% degli asset totali dete-
nuti dalle 100 imprese più grandi. «l conglomerati funzionano bene in
Corea, Giappone, India e in altri paesi in via di sviluppo», ha aggiunto una persona molto ferrata sulla materia come Ratan Tata, presidente diTata Trusts e rappresentante di una fantiglia che da oltre un secolo fa business nei più diversi settori dell'economia indiana. Eppure, si chiede Tata, «non so perché questa forma di organizzazione sia passata di moda negli Stati Uniti,sitrattadi un modello che credo possa avere ancora successo».
Sono molti, in ogni caso, gli interrogativi che rimangono aperti sui gruppi di imprese e sulle loro specificità: se da un lato la ricerca accademica ha dimostrato che queste forme di organizzazione aziendale, oltre ad essere più grandi, esportano di più e sono più produttive, ancora da approfondire è la comprensione di come i gruppi si formano e si strutturo nei diversi mercati.
Di questo, del resto, si occuperà laricerca di Fumagalli. Con l'ambizione di fornire risposte che sarebbero senz'altro utili a un'economia, quella italiana, in cui la crescita dimensionale e il superamento di una certa massa critica aziendale sono questioni ancora aperte.
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Data 23-11-2013
COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 22 Foglio 1
«Dieci mesi a Barcellona e ho capito che il mio futuro era l'Europa» Nata a Tropea, in Calabria. Una vita a Milano. Poi l'Erasmus in Spagna nel2ooo. E ora a Bruxelles, come portavoce di Martin Schulz, il presidente dell'Eqroparlamento, e alle prese con una bimba nata da poco. E il percorso di Raffaella De Marte, 33 anni. Che del programma comunitario dice che non è solo «un'opportunità per scoprire il mondo», ma anche «per imparare a muoversi, in università e a lavoro». Come mai ha deciso di andare all'estero? «Un po' per curiosità, un po' perché volevo vivere in autonomia per qualche mese. E poi mi ero innamorata di Barcellona, dove sono andata a studiare per dieci mesi». Che cosa si è riportata in Italia di quell'esperienza? <<La voglia di ripartire (ride, ndr). Scherzi a parte, mi ha fatto capire quanto, a differenza delle nostre università,
Bruxelles Raffaella
DeMarte, 33 anni,
è nata in Cala
bria. Ora lavora
al Parlamento
europeo con il pre
sidente Martin Schulz
fuori si punti molto sulla pratica e meno sull'accademia>>. Le è servito tutto questo? <<Al netto di chi ci va perché vuole farsi una vacanza prolungata, con l'Erasmus sei in qualche modo "costretto" a cavartela da solo in un contesto che non conosci. Superate le difficoltà iniziali, però, è tutto in discesa E questo ti aiuta, molto, negli anni successivi. Poi, certo, mi è servito anche per il lavoro ... ». Per esempio? «Proprio quei dieci mesi a Barcellona mi hanno permesso di occuparmi per il presidente dell'Europarlamento non solo dell'Italia, cosa naturale perché è il mio Paese, ma anche della Spagna>>.
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l'Unlane e studenti Finanziamenti su del 40°/o
La seconda vita di Erasmus Più fondi e viaggi fino a 30 anni
Sembrava che dopo 25 anni dovesse soccombere per mancanza di fondi. E invece il programma Erasmus per studiare all'estero nella Ue è rinato. Più attento all'occupazione giovanile (5,6 milioni di under 25 non hanno lavoro). Gli europarlamentari hanno deciso che dal2014 al 2020 ci sarà Erasmus+. Rivolto ai giovani dai 13 ai 30 anni, avrà 14,77 miliardi di euro di risorse ( +40%) con prestiti agevolati ~ 12 ~_mila euro per fare unmaster 11ell 'Ue.
A PAGINA 22 Berberi, Conti
Data 23-11-2013 Pagina 22 Foglio 1 /3
l.a novità ~"'~-"~~~=~~=--="T(;~~-~;~;;~~~iiip~;g~amma che ha fatto viaggJare tre milioni di stude~ti dal19~7 a_ogg~Ma5ter tJienflilli e_l)ro~tti per insegnanti e apprendisti
Stage e prestiti per chi è già laureato L'Erasmus <<plus» punta sul lavoro Stanziati fondi per 14 miliardi. A gennaio l'entrata in vigore
Un anno fa, proprio quando festeggiava i venticinque anni di vita, rischiava di soffocare. Tanto da spingere mezzo continente a lanciare l'allarme. «Quel programma non può morire», scrivevano in una lettera pubblica ai capi di Stato e di governo più di cento personalità europee del mondo dell'istruzione, dell'arte, della letteratura, dell'economia e dello sport.
Ora, dodici mesi dopo, proprio quel programma non solo riceve più fondi - mentre intorno è tutto una lunga serie di segni meno -, ma si semplifica e guarda con più attenzione all'occupazione giovanile. E nel momento in cui 5,6 milioni di under 25enni del Vecchio continente non hanno un lavoro.
Erasmus, si cambia. Nel nome, anche se di poco. Nella dotazione finanziaria Negli obiettivi. A deciderlo, in seduta plenaria, sono stati gli europarlamentari. Per il periodo 2014-2020 il pacchetto che permetterà a cinque milioni di giovani dai 13 ai 30 anni di studiare all'estero si chiamerà Erasmus+. Un «marchio»- come lo chiama l'europarlamentare tedesca Doris Pack - che unifica le diverse facce del programma: il più famoso «Erasmus» (rivolto agli studenti universitari), poi «Erasmus Mundus»
(per i ragazzi dei Paesi terzi), «Comenius» (per gli alunni delle scuole superiori), «Leonardo da Vinci» (per chi vuole fare gli stage), «Groundtvig>> (per gli adulti) e le diverse iniziative per l'interscambio.
Non solo. Al suo interno è previsto anche l'avvio di un sistema di prestiti agevolati da 12 a 18 mila euro per chi vuole fare un master (di uno o due anni) all'interno dell'Unione europea. E ancora: borse di studio per giovani, insegnanti e apprendisti, fondi per la formazione nel settore sportivo e per il sostegno di associazionieOng.
Il capitolo finanziario gioca un ruolo importante. n programma Erasmus, nei prossimi sei anni, potrà contare su 14,77 miliardi di euro di risorse. n 40 per cento in più rispetto al precedente periodo. E proprio nei giorni in cui parte il primo bilancio europeo all'insegna dell'austerità. La maggior parte del budget sarà destinato ai settori <<Istruzione» e «Formazione» (77,5 per cento), un decimo alla voce «GioventÙ», il 3,5 per cento alla novità dei prestiti d'onore per i laureati in mobilità (il «Loan guarantee facility>>) e 1'1,8 per cento, pari a 265 milioni di euro, allo sport.
n tutto su una realtà che quest'anno ha superato i tre milioni di stu-
denti che hanno preso parte dal suo avvio, nel1987, quando i <<Pionieri» erano soltanto 3.244. Nel2011-2012, l'ultimo dato disponibile, in 253 mila hanno trascorso un periodo di studi {1'81 per cento circa) in uno degli atenei europei o hanno effettuato un tirocinio. In media, calcola la Commissione europea, ogni ragazzo in Erasmus ha ricevuto un sussidio mensile di 252 euro.
Nell'ultimo anno accademico disponibile sono stati 23.377 gli italiani che sono andati all'estero, il6,1 per cento in più rispetto al 2010-2011. Nulla in confronto al +61,8 per cento dei giovani croati o al +19,8 per cento dei danesi. In Europa siamo quarti, per numero, dopo Spagna (quasi 40 mila), Germania e Francia (oltre 33 mila).
Nessuna traccia dell'Italia nemmeno nel podio dei Paesi più «gettonaID>. Stravince la Spagna con quasi 40 mila studenti accolti, seguita da Francia (quasi 29 mila) e Germania (poco meno di 28 mila). Nelle nostre università hanno studiato poco più di ventimila europei. n primo ateneo che spezza l'egemonia degli iberici è quello di Bologna, quinto, con 1.693 ragazzi. Ai primi quattro posti si piazzano le Università di Granada, Siviglia, Madrid e Valencia
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«Abbiamo migliorato il vecchio programma», esulta Doris Pack. L'eurodeputata, dopo aver precisato che Erasmus+ «non rappresenta una soluzione al problema della disoccupazione», sottolinea che «parlare più lingue, avere un'istruzione e capacità varie - soprattutto nel settore tec-
·~menti Un anno fa in cento firmarono un appello in difesa del progetto che è stato salvato e riceverà il40 per cento in più dei finanziamenti
le cifre
nologico - significa aumentare le possibilità di trovare un lavoro, anche al di fuori del proprio Paese».
Salvo sorprese dell'ultimo momento, il calendario dei lavori prevede l'adozione del nuovo programma europeo da parte del Consiglio Ue entro questo mese. Poi la firma ufficiale
Negli anni
Data 23-11-2013 Pagina 22 Foglio 2/3
tra ilg e il12 dicembre. Alla fine dell'anno dovrebbe arrivare la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea. illtima tappa: l'entrata in vigore, che dovrebbe scattare dalla seconda metà di gennaio.
Leonard Berberi ''fil @leonard_berberi
©RIPRODUZIONE RISI:;RVATA
Quanti studenti hanno partecipato aii'Erasmus
5 milioni l cittadini europei, tra i 13 e i 30 anni, che potranno beneficiare del programma Erasmusfino al2020
14,77 miliardi di euro l fondi stanziati nel periodo 2014-2020 per il programma Erasmus ( +40% rispetto al precedente programma} Fonte: Commissione europèa
Come saranno ripartiti i fondi Settore gioventù lO%
l .------ Sport
1,8% .-------- Altro
Prestito d'onore per laureati in mobilità 3,5%
7,2%
Istruzione e formazione 77,5o/o
300 -·-·
zoo -
100-·
o 1987/ 1988
Da quali Paesi si sono spostati più giovani
39.545
Spagna Germania Francia ITALIA
19901 1991
1993/ 1994
Polonia
..
252.827
19961 19991 2002/ 20051 2008/ 20111 1997 2000 2003 2006 2009 201 z
Gli Stati più «gettonati» tra gli studenti
39.300
Spagna Francia Germania
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Le ragioni della scelta
Studio
Tirocini
Il sussidio medio mensile degli studenti in Erasmus
studio tirocini
Data 23-11-2013 Pagina 22 Foglio 3/3
COBBIEBE DELLA SEBA:fii~;,:,: .. ~&I::~:~i
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Data 24-11-2013 Pagina 11 Foglio 1
La~ Richiesta alla Procura capitolina del professore Luigi Frati per agevolare i giovani fuori sede che vengono a studiare in città
Il rettore della Sapienza: ceE ora i beni sequestrati vadano ai ragazzi» 11111 <<Concedere all'Università>> l'uso dei 4 7 immobili sequestrati al 79enne evasore totale. ~Ianonsolo, perché Luigi Frati, rettore de La Sapienza, chiede che a seconda delle diverse esigenze, siano assegnati all'ateneo appartamenti sequestrati e destinati alla confisca, da usare come <<Casa dello studente•>. Frati ha le idee chiare su come agevolare gli studenti universitari fuori sede. Con il comandante provinciale della Guardia di finanza di Roma, Ivano Maccani, e con le università Tor Vergata e Roma 3, l'Agenzia delle Entrate, il Comune di Roma e Laziodisu, ha sottoscritto un patto antievasione destinato a riscuotere successo. L'iniziativa prevede l'uso di un camper che, a seconda dei giorni, sarà presente nelle tre università. Gli studenti così potranno rivolgersi ai militari e al personale dell' Agenzia delle Entrate, per denunciare il proprio padrone di casa che concede a nerol'uso di un'abitazione. Questo porterà a un duplice beneficio: uno per lo studente, pagando un affitto che in alcuni casi può essere ridotto del 70%; l'altro, invece, è dello Stato, che così potrà recuperare denaro a tassazione.
Lu5g1Frd È l'ateneo più grande d'Europa l'unico italiano tra i primi 100 al mondo. Tra l'altro in classifica nessuna università tedesca è prima di noi
Rettore, ci vuole spiegare questa sua iniziativa di avere in gestione l'uso dei beni sequestrati e destinati alla confisca?
«Stiamo facendo una richiesta formale alla Procura della Repubblica, per avere la gestione di questi beni immobili che potremmo destinare agli studenti>>. Solo i 4 7 recentemente sequestrati?
«La domanda riguarda questi immobili, ma vorremmo poter beneficiare anche di altri beni sequestrati, e ovviamente destinati alla confisca. In questo ci sta aiutato moltissimo la Finanza>>.
Appartamenti ma anche aule nuo-ve?
«Solo appartamenti, vogliamo, sostanzialmente, amnentare le case per gli studenti fuori sede, che vengono qui a Roma a studiare. È chiaro che siamo in un periodo di ristrettezze economiche, ecco perché vorremmo fornire nuovi alloggi a prezzi agevolati e in zone centrali di Roma>>.
Diciamo anche che così si invogliano gli studenti a venire qui a studiare.
<<Certamente, è anche questa una maniera per invogliare i giovani aveni-
re a studiare da noi. Tenga presente che il nostro è l'ateneo più grande d'Europa e l'unico italiano tra i primi 100 al mondo, siamo al72esimo posto. Io spero di portarlo sotto il50esimo, tra l'altro nessuna università tedesca è prima dino i. E questa è una bella soddisfazione. Tuttavia ci rendiamo benissimo conto che gli studenti e le famiglie possonovivere situazioni di disagio economico e quindi intendiamo aiutarli rendendo più convenienti gli alloggi>>.
Poi c'è l'iniziativa del camper della Gdf e dell'Agenzia delle Entrate.
<<Questo rientra nel patto che abbiamo siglato a settembre scorso. Abbiamo deciso che sarà presente un camper di Gdf e Agenzia delle Entrate, così gli studenti che hanno subito vessazionie preso in affitto appartamentiinnero, potranno andare a denunciare i propri proprietari di casa>>.
Così potranno avere ulteriori tariffe agevolate?
<<Esattamente, la legge permette a chi denuncia di non avere contratto di sottoscriverne uno direttamente con l'Agenzia delle Entrate e di usufruire di costi più bassi>>.
I.Cim.
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Data 24-11-2013 Pagina 34 Foglio 1
~F.: et1'1'21 PBR S1'Ul1UtRB
L'Europa rilancia l'Erasmus
di Silvia Bernardi
L 'Europa scommette sulla formazione dei giovani e rilancia la circolazione dei cervelli tra gli atenei incrementando del4o% il bud
get per il programma Erasmus, stanziando 14,77 miliardi di euro per i prossimi sette anni. Il più apprezzato tra i programmi Ue, che ogni anno manda ìn giro per l'Europa centinaia di migliaia di studenti, riprende vigore dopo aver vissuto momenti difficili.
Nel novembre del2012, cinque Paesi avevano bloccato i finanziamenti necessari a pagare le borse di studio, salvo poi trovare le risorse in extremis. Questo aveva fatto temere un possibile ridimensionamento del programma e invece l'Unione Europea ha deciso di scommettere ancora, e con più convinzione, sull'Erasmus, aggiungendo al nome tradizione del programma un+, a indicare i molti plus. Sotto la denominazione Erasmus +, approvato martedì scorso a Strasburgo in seduta plenaria dalla Com-
missione Cultura e Sport del Parlamento europeo, rientreranno infatti tutte le preesistenti iniziative per la mobilità formativa europea: i programmi Erasmus, (Università), Erasmus Mundo (Università ed universitari di paesi terzi), Comenius (scuole), Leonardo da Vinci (stage), Groundtvig (adulti) e quelli per l'interscambio dei giovani che permetteranno a quattro milioni di europei di ricevere un supporto per esperien-
ASTru\SB1JR68
L'Europarlamento, come anticipato dalSole24 Ore, ha approvato il programma Europa Creativa 2014-2020
ze di studio, formazione, sport o stage all'estero. Laricollocazione in un unico progetto permetterà una maggiore interazione fra i vari programmi e per tutti ci sarà una semplificazione delle pratiche amministrative necessarie alla partenza. Tra le novità più significative, il "Loan Guarantee Facility", un nuovo sistema di prestiti agevolati per gli studenti universitari che intendono realizzare uno o due anni all'estero, con la possibilità di ricevere rispettivamente 12 e 18mila euro a condizioni favorevoli. Promessi anche tempi più rapidi per le borse di studio che non saranno più indifferenziate ma modulate in base al costo della vita del Paese di accoglienza.
Per la commissaria U e all'Educazione, lo sport, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, Androulla Vassiliou, «l'aumento del bilancio è prova concreta dell'impegno della Ue nella formazione dei giovani. Erasmus + contribuirà inoltre a lottare contro la disoccupazione giovanile favorendo l'interscambio culturale che permetterà ai giovani di ampliare gli orizzonti di riferimento».
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l IL~'rl'INO i H liv~r'""" u"buw'S6
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Pagina
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24-11-2013 45 1 /2
«Fondi agli atenei, così attireremo studenti» Campus e residenze con i fondi sbloccati dalla Regione. l rettori: si riduce il gap con il Nord
zocannone 16, attuai-- mente ridotta male: «Oltre a rilanciare le attività didattiche e
«Il nostro obiettivo è anche migliorare la formative, potrà essere funzionale alla ci tqualitàdellavitadeglistudentiuniversita- tà per numerose altre attività>>. Uno spari>>: l'assessore regionale Guido Trombetti zio ritrovato nel cuore di N a poli. è soddisfatto. Da Palazzo Santa Lucia so- Di altro genere, ma altrettanto crudano stati tirati fuori 58 milioni di euro, im- le,l'utilizzodeifondida parte delSuorOrmediatamente disponibili, per i sette ate- sola Benincasa. «Potremo realizzare nei campani. Aggiunge Trombetti: «N ella un'attività davvero preziosa, focalizzata nostra regione abbiamo 230mila studenti sugli spin off>> chiarisce il rettore Lucio che hanno bisogno di servizi. I progetti fi- D'Alessandro «dunque sulla creazione di nanziatiriguardano strutture einfrastrut- imprese da parte dei nostri studenti. Imture e vanno in questa direzione>>. L'inter- prese che, grazie alle autostrade di intervento pubblico è essenziale. «L'alternati- net, potranno guardare a tutti i mercati va sarebbe stata aumentare le tasse>> conti- ma che avranno la loro sede in Campania, nua «con il risultato di allontanare ancora contribuendo allo sviluppo del territorio di più i giovani dalle università. La Campa- e dando una risposta concreta all'occupanianon se lo può permettere>>. Soddisfat- zione dei giovani. Inoltre gli spin off che ta anche Lida Viganoni, presidente del abbiamo progettato non riguardano, coCur-Campania (Comitato Universitario me la maggior parte degli spin off italiani Regionale): «L'assegnazione di queste ri- ed americani, settori tecnologici spinti sorse è un dato di grande rilievo, soprattut- ma a settori dell'area umanistica dove è toinunperiodotantodifficileeproblema- forte la tradizione della nostra universitico per tutte le università della Campa- tà>>. nia,fortementepenalizzatedalladistribu- Francesco Rossi, rettore della Sun, ha zione delle risorse a livello nazionale>>. Gli puntato su Ingegneria, ma spera di poter interventi spaziano dalla realizzazione di investire anche in altre infrastrutture. Ci un nuovo edificio dilngegneria nella Re al tiene, quindi, a ribadire l'importanza del Casadell'Annunziata(per laSun,lOmilio- finanziamento: «Arriva in un momento di ni)aicomplessiimmobiliariinviadeiMu- grande difficoltà economica degli atenei lini per l'università del Sannio (5 milioni) che si sono visti sottrarre fondi dal goverdal completamento delle residenze (8mi- no. Apprezziamo molto l'intervento della lioni) per l'università di Salerno ai nuovi giunta e che ha reso così immediatameninsediamenti universitari e al restauro di te disponibili delle risorse europee>>. Da Donnaromita a Mezzocannone (in totale N a poli a Benevento. Filippo De Rossi, ret-25 milioni) perla Federico II. tore dell'università del Sannio, porterà
Pietro Treccagnoli
Eranoannichegliateneiregionalinon avanti operazioni già programmate dal vedevano tanta grazia. E in tempi agri co- suo predecessore, Filippo Bencardino. me quelli che vivi~o sono più di una boe- «Con i fondi della Regione, si apre la p ossicata d'ossigeno. «E un provvedimento di bilità di completare il progetto di via dei estrema importanza perché ci consente Mulini>> puntualizza «il cui primo lotto sadi intervenire sui gap infrastrutturali di rà consegnato nei prossimi giorni alle imcui soffre tutto il Mezzogiorno e in p artico- presevincitrici dell'appalto. La possibilità lare la Campania>> ha commentato il retto- di mettere in programma, in tempi brevi, re della Federico II, Massimo Marrelli. le azioni per l'affidamento degli altri lotti «Grazie all'investimento che la giunta re- permette, di fatto, di definire l'insediagionale potremo completare il Campus mento dell'ateneo nel centro cittadino>>. nell'area ex-Cirio dove }e grandi imprese ©RIPRODUZIONE RISERVATA
si insedieranno e lavoreranno con i nostri
1-
T rom betti: più servizi per gli iscritti senza la necessità di aumentare le tasse
ricercatori. Si tratta di un campus che stiamo costruendo sul modello del Mit, altamente innovativo>>. Sull'altro progetto del maggiore ateneo del Sud, il prorettore Gaetano M anfredi sottolinea la valorizzazione e di riqualificazione dell'insula umanistica di via Mez-
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IL~MA.TTINO
Gli 11 interventi Nuovo edificio della Facoltà di Ingegneria (Complesso della Real Casa dell'Annunziata) della Seconda Università di Napoli
Progetto Campus interconnesso per la sede di Monte di Dio d e Il' un iv e rs ità Parthenope
l nformatizzazione, cablaggio, wi-fi e apparati di rete della residenza universitaria d e Il' Un iv e rs ità "L'Orientale"
Complessi immobiliari in via dei Mulini per l'Università del Sannio
0,82 •
Valori in milioni di euro
Università Suor Orsola Benincasa
Rete dei laboratori dell'ateneo
Sistemi di servizi integrati per la formazione e la ricerca
0,65 • 0,35 •
Creazione ambienti 1 ,3 spin-off universitari industria culturale 2.0
Università di Napoli
Realizzazione nuovi insediamenti universitari
Restauro dell'ex convento di Donnaromita a Mezzocannone
Università di Salerno
Realizzazione di 2 laboratori di ingegneria presso il Campus universitario di Fisciano
Completamento delle residenze
Data 24-11-2013 Pagina 45 Foglio 2/2
+.:.e.ntime.tri
~UF~;.di;gll atenei, così attireremo studenti» (nm[Jusorcs<lcn>ewn fo CISboccnU<I1\ko ~CHIO c rctton stn<ltcc l@pcon ~ot"(l
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IL~MA.TTINO
Investimenti La sede della Federico Il in corso Umberto
Laboratori e residenze 58 milioni alle università Cinquantotto milioni per le università. Con la rimodulazione delle risorse del Piano di azione e coesione la giunta regionale ha individuato undici interventi nei sette atenei campani. Questi gli interventi in dettaglio: realizzazione di un nuovo edificio della Facoltà di Ingegneria (Complesso della Re al Casa dell'Annunziata) della Seconda Università di Napoli (10 milioni); Progetto Campus interconnesso per la sede di Monte di Dio per l'università Parthenope (820mila euro); complessi immobiliari in via dei Mulini per l'Università del Sannio (5 milioni); informatizzazione, cablaggio, wi-fi e apparati di rete della residenza universitaria dell'Orientale (5 milioni); rete dei laboratori dell'ateneo ( 650 mila euro), sistemi di servizi integrati per la formazione e la ricerca (350mila), creazione ambienti spin-offuniversitari (un milione e 300mila) per il SuorOrsolaBenincasa; realizzazione di due laboratori di ingegneria (2 milioni e 550mila euro) e completamento delle residenze(8mi-lioni) perl'Università di Salerno; realizzazione dei nuovi insediamenti universitari (10 milioni) e restauro dell'ex convento di Donnaromita a Mezzocannone(l5mi-
Finanziati interventi per nuove strutture T rom betti: «Soldi subito spendibili»
lioni) per la Fe- --derico II. «Le risorse sono immediatamente disponibili- dice il vicepresidente della Regione Guido T rombetti-. Si tratta di somme che vanno fuori dal patto di stabilità epossono essere spese subito. Le destiniamo ad interventi infrastrutturali tutti di grandissimo rilievo».
La giunta ha anche istituito un fondo di 150 milioni di euro perla realizzazione di misure anticicliche e la salvaguardia dell'occupazione a favore delle imprese. Il fondo prevede misure finalizzate alla stabilizzazione, al rafforzamento del lavoro specializzato, al consolidamento delle passività a breve e al sostegno alle attività economiche colpite da eventi naturali e crisi ambientali, con particolare riferimento all'emergenza Terra dei Fuochi.
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Data 23-11-2013 Pagina 40 Foglio 1
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il Giornale
Il retroscena L'incaricato del governo
Data 24-11-2013 Pagina 8 Foglio 1
N es suno crede alla spending review di Cottarelli Brunetta: «Prima che impari passeranno 10 anni». E i ministri: «Da noi niente tagli»
E Dibluha«sololescarpe»,nonl'auto perché agli appuntamenti si presenta in taxi, e sui numeri non bada a spese: 32 miliardi di euro, quelli che promette di risparmiare nei prossimi 3 anniconlasuaspendingreview. Progetti ambiziosi, per Carlo Cottarelli, economista del Fondo monetario internazionale, trasferito da NewYork a Roma, chiamato da Letta come superconsulente del governo per tagliare la spesa pubblica. Una mission impossibleaguardarei precedenti tentativi, finiti in dettagliati dossier con miliardi di spese risparmiate, ma solo sulla carta. Non avrà vita facile Cottarelli. Con una «squadretta di sette, o tt o persone» dovrebbe fare «quel che non sono riusciti a fare prima di lui squadre ben più grosse, ben più rilevanti»l'hagiàfulminatoBrunetta,capogruppo Pdl, mettendo una croce sopra le generose ambizioni: «Una bravissima persona, un funzionario internazionale che però non sa nulla di spesa pubblica e di spending review. Prima che impari, lui e quelle
sette otto persone di buona volontà
Così Dagospia ha messo a confronto Carlo Cotta re Il i, commissario per la spending review e il maggiordomo degli Addams, Lurch
con lui, passeranno dieci anni». Amen.
N eppure tra ministri più malleabili di Brunetta, che si prepara a fare opposizione conForzaitalia, il «tagliatore» Cottarelli sta trovando grandi sponde. Giovannini, titolare del Lavoro, incontrato venerdì in via XX Settembre, non parrebbe molto convinto del piano di tagli. «Sul welfare non si scherza- si è fatto scappare l'ex presidente Istat, parlando ad alta voce con un collega- che non si sognassero di fare tagli senza prima averli concordati». Un muro alzato anche dalla ministra piddina Maria Chiara Carrozza, Istruzione («Ma come, abbiamo appena investito nella scuola dopo anni di taglie ora ricominciamo? Ogni euro dirisparmiandrà tassativamentereinvestito in scuola, università e ricerca») e dal ministro dalemiano dei Beni culturali, Massimo Bray: «Da noi hanno già tagliato tutto, tra un po' non avremo nemmeno i soldi per tenere aperti i musei. I soldi deirisparmi sono nostri». Mugugni anche
dai tecnici dei ministeri- segnalaFormiche.net - che contano anche più dei ministri, appesi ai cambi meteo della politica. «Ma la spending review sifacolgrillismo delle auto bludiCottarelli?» twitta Stefano Firpo, capo della segreteria tecnica dello Sviluppo economico, scetticismo anche dal consigliere diplomatico della Farnesina, Alessandro Fusacchia, e n trambi ex collaboratori di Passera allo Sviluppo economico.
Altro genere di mugugno riguarda il fatto che anche il team «taglia spese» comporta spese. Cottarelli ha accettato di lasciare il Fmi, dove guadagnava - ha detto a Otto e mezzo -310mila dollari netti l'anno, per un compenso, da commissario governativo, di 258mila euro lordi. Meno di prima, ma per tre anni (fanno circa 800mila euro, più gli stipendi dei collaboratori) e con un contratto bloccato, an ti spoil system (se il governo cade prima, lui resta). Soldi spesi bene, se si risparmieranno davvero 32 miliardi di euro.
PBra
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Data 03-12-2013 Pagina 3 Foglio 1 /2
PERLOMENO, IO PENSO COSÌ LA PAGINA DEL DIRETTORE
• n1 n re • li 1 se n
l ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza, che è certamente una donna di intellìgenza raffinata e acuta, ha però nei giorni scorsi rilasciato a Radio 24 una dichiarazione che non mi ha trovato d'accordo. In sintesi, lei che nelle università più prestigiose è stata ed è di casa, ha detto che a 70 anni i professori, se fossero generosi e onesti, andrebbero in pensione e anzi si offrirebbero di fare gra-
1 tuitamente seminari per i giovani. Se il ministro si fosse rivolta soltanto ai "baroni" universitari, certi tromboni che non mollano lo scranno fino all'età dei datteri e inse-gnano con passione per modo di dire, le darei ragione. Invece il ministro ha inteso i settantenni tutti, in nome di un'età troppo avanzata, a suo dire, per occupare ancora posti importanti, e quindi per guadagnare. <<In un momen-to dì sacrìficì generali, a maggior ragio-ni lì devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo>>. Fino a qualche anno fa, le statistiche ci allarmavano ricordandoci che eravamo un Paese di vecchi. Non fate più bambini, ammonivano i ricercatori, la natalità in Italia si avvicina alla zero. E poiché nel contempo si è allungata l'aspettativa di vita per tutti, nel giro di cinquant'anni diventeremo una nazione di ultraottantenni, di nonnetti senza più forze e denaro che figli e nipoti dovranno accudire. Oggi, il tasso di natalità non è migliorato un granché, ma è intervenuto un fattore nuovo che ribalta le prospettive e rende se possibile ancora più desolante lo scenario. I nonni sono sempre moltissimi, ma i figli e soprattutto i nipoti non hanno più lavoro, sono stati licenziati o proprio non ne trovano, perciò lo scenario finisce a testa in giù: saranno, e già sono in buona parte, gli anziani a dover dare una mano ai giovani. A dividere con loro i risparmi, tanti o pochi che siano, che hanno messo via in una vita. Per questo, ministro, non sono d'accordo con lei. Perché, a parte certi "baroni" di cui abbiamo più sopra parlato, che hanno guadagnato a sufficienza con la loro opera e che possono andarsene in pensione e aiutare i
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Data 03-12-2013 Pagina 3 Foglio 2/2
propri discendenti senza darsene pena, la grande maggior parte dei settantenni di oggi si ritrova appunto sul gobbo intere "famiglie dì ritorno", e non può quindi permettersi di rinunciare al lavoro. Ci sono già i prepensionamenti selvaggi che, anche prima dei 60 anni, spediscono a casa lavoratori ancora in gambissima, oltre che di esperienza. lo sono la prima a dire largo ai giovani, se però questi giovani potessero davvero prenderlo il largo. Se, una volta concluso un serio percorso di studi, trovassero un impiego a tempo indeterminato e decentemente retribuito. Allora sì, sarebbe buono e giusto anche per loro, per i settantenni, ritirarsi sereni e godersi una terza età non più di salite e corse quotidiane. Altrimenti io dico, come sto facendo, non rottamiamo i "nonni" tout court, in questo momento di crisi che ci strattona da tutte le parti molti di loro non possono permettersi di andare in pensione. È di questi ultimi due mesi il boom dei cosiddetti nonni in affitto: signori e signore in pensione (crescìuti, secondo le solite statistiche, da settembre a novembre di oltre il 50%) che mettono su Internet annunci per piccoli lavori part-time. Per arrotondare, per arrivare a fine mese, per mantenere il nipote agli studi. E signor ministro, questi settantenni hanno anche un cuore: dicono "abbiamo ancora voglia di lavorare, non buttateci via". lo li ascolterei. MONICA MOSCA
In molte famiglie sono i mmni a dare una mano, anche economicamente.
"'"!t'"1'191tt!!*tet f!1
A 70 anni non dev'essere un obbligo sparire di scena
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:IL GJ:ORNO nRastodeiCartino LA NAZIONE
Data 24-11-2013 Pagina 8 Foglio 1
MARIA CHIARA CARROZZA, ministro «Troppe personalizzazioni nel dibattito sulle primarie Nel Pd dovremmo confrontarci più sui contenuti»
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Data 23-11-2013 Pagina 7 Foglio 1
Università Lezioni antiviolenza a Filosofia con due docenti donne che assicurano: «Il corso avrà la stessa dignità di tutti gli altri»
Fe · ·cidio, in Ateneo il seminario è obbligatorio Prima volta in Italia, il ministro Carrozza: giusto
Adesso la cultura della non violenza nei confronti delle donne si può imparare all'Università. Con un corso di studi all'interno della facoltà di Filosofia. Un'iniziativa partita da due docenti, Annarita Angelini e Valeria Babini, che non ha eguali in Italia. L'Alma Mater fa quindi da apripista, sperando che altre università e altre facoltà seguano l'esempio e riescano un po' alla volta a cambiare una culrura che ancora non consente di sradicare il problema della violenza sulle donne.
Il corso-seminario, che darà 6 crediti formativi agli studenti dell'Alma Mater, è quasi obbligatorio (l'unica alternativa possibile è il tirocinio formativo) per gli srudenti iscritti al terzo anno del corso di laurea in Filosofia. Anche se in realtà è aperto a tutti gli studenti dell'Alma Mater che vorranno partecipare. Alla fine del seminario, organizzato in 16 incontri-lezioni, verrà fatta una verifica finale che darà o me-
Il rettore Ivano Dionigi: «È una emergenza sociale,
no l'idoneità, esattamente come nl>>. . . minario è una perla di cui mi ral-succede per l'informatica umani- «Estste un'emergenza- spte- l egro molto». sticaelalinguastraniera.Insom- Lunedì 25 novembre (alle 13, ma, ci tengono a sottolineare le ga Annarita Angelini, coordina- al quarto piano della facoltà di
trice del corso - che di solito coordinatrici ed ideatrici del pro- rincorriamo. E invece abbiamo Lettere), giornata nazionale con-getto, il corso «avrà la stessa di- tro la violenza alle donne, il cor-deciso di farci avanguardia sta- , gnità degli altri insegnamenti>>. volta>>. «Più che un corso univer- s.o vLerra.preslen~ato ~gli studen-
E l, ' ' t t h l'alt 't · · f tt' d' h 1 tl. a pnma ezwne e program-. avra cos1 an ? c e ro s1 ano m a 1 - tce anc e a mata per il 3 febbraio e nel cor-gwrno per «benedtre» questa collega ValeriaBabini, responsa-novità dell'Alma Mater alle due bile scientifica del seminario -docenti ha scritto una lettera il è un vero momento educativo, ministro dell'Istruzione Maria un insegnamento fondamentale Chiara Carrozza. «Esprimo la come la filosofia teoretica, permia vicinanza- ha scritto il mi- ché gli studenti sono prima di nistro- al vostro progetto, che tutto cittadini>>. nasce dalla qualità del program- E proprio su questo tasto ha ma e degli studiosi coinvolti, battuto ieri anche il rettore !vache permettono di vedere il pro- no Dionigi: «Siamo un Paese blema della violenza sulle don- strano, dove siamo sempre cone a 36o gradi, andando in pro- stretti a inseguire le emergenze fondità rispetto ai tristi casi di e a ridurre i danni. Ci vogliono cronaca e affrontando il sostra- sempre due o tre morti prima di to culrurale nel quale la violenza mettere un semaforo rosso. E di genere si radica e cresce. So- poi basti pensare al disastro del no convinta che tra i compiti del- Vajont o a quello di questi giorl'Università vi sia anche quello ni in Sardegna. La violenza sulle di parlare con voce ferma e chia- donne è un'emergenza sociale ra delle violazioni della dignità della persona e dei diritti urna- che ha toni eclatanti, questo se-
so delle lezioni, che si concluderanno a maggio, si alterneranno relatori del calibro di Remo Bodei, Dacia Maraini, Adriano Prosperi, Marianna Bolko. Prevista anche la proiezione di tre film: «La Ciociara», «Marianna Ucria>>, <<Primo Amore».
Le spese del seminario saranno coperte dalla multinazionale
farmaceutica Msd che metterà a disposizione il budget per pagare gli eventuali rimborsi per viaggio e alloggio chiesti dai relatori. <<Il corso - dicono le docenti - non aveva un suo budget su cui contare>>.
Daniela Corneo daniela.corneo@rcs. i t
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il seminario è una perla di cui mi rallegro molto»
Insieme Il rettore dell'Alma Matre Ivano Dionigi con il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza
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25-11-2013 12 1
Le indicazioni Ara n sui titolari di posizione
Niente premi di risultato se manca la valutazione Arturo Bianco
I titolari di posizione organizzati va possono essere remunerati per gli incarichi ad interim solamente con una maggiorazione della retribuzione di risultato. N el caso in cui nell'ente non fosse stato istituito l'organismo di valutazione, ai titolari di posizione organizzati va non può essere corrisposta l'indennità di risultato. Sono queste le indicazioni, assai restrittive, dettate dall'Aran in risposta ai quesiti posti dalle amministrazioni estendendo i principi dettati dai contratti collettivi nazionali dei dirigenti.
I titolari di posizione organizzativa possono essere destinatari di incarichi ad interirn per la sostituzione di colleghi assenti e/ o per la coperturadi posti vacanti. In analogia a quanto previsto per i dirigenti il parere 1610 dello scorso 4 novembre esclude innanzi tutto la possibilità di corresponsione di una doppia indennità: è questa una conclusione pienamente coerente con i presupposti contrattuali che vietano la erogazione di più di un compenso di posizione. In analogia con i contratti dei dirigenti l'unica possibilità di remunerazione è individuata nella maggiorazione della retribuzione di risultato in una misura che deve essere "strettamente connessa agli obietti-
viraggiuntinellamisuraincui sia dimostrabile la riconduzione degli stessi al suo operato ed alla sua responsabilità". Lo stesso parere aggiunge che, mentre per i dirigenti non vi è un tetto alla misura della indennità di risultato, per i titolari di posizione organizzativa tale tetto esiste ed è fissato nel 25% della indennità di posizione. Tetto che, per le alte professionalità e per i responsabili di gestioni associate, arriva fmo al 30%. Da qui la conclu-
LO STOP Nei casi in cui non è stato istituito l'Oiv non è consentito erogare l'indennità aggiuntiva ai «funzionari»
sione assai rigida: "in base all'articolo 10 del contratto nazionale del31 marzo 1999, la retribuzione di risultato che può essere erogata al dipendente titolare di posizione organizzativa non può in alcun modo superare il limite massimo del25% della retribuzione di posizione connessa all'incarico attribuito. Tale vincolo, in mancanza di diverse indicazioni contrattuali, attualmente, non sembra poter essere superato neppure nel caso di conferimento al dipendente
già titolare di posizione organizzativa di un incarico relativo ad altra posizione organizzativa". Il che rischia di determinare conseguenze negative in termini di motivazione e, non a caso, il parere si conclude con l'auspicio che nel prossimo contratto questo t etto possa essere derogato per gli affidamenti di interim.
Il parere 1548 dello scorso 28 ottobre nega la possibilità che la valutazione dei titolari di posizione organizzativa possa essere effettuata da un organismo che è stato istituito successivamente all'anno. Viene ricordato che il contratt o nazionale del31 marzo 1999 subordinava la istituzione stessa delle posizioni organizzativa alla attivazione dei nuclei di valutazione. Per cui «la mancanza effettiva di tali organismi impediva, in partenza, ogni possibilità di attivazione del nuovo istituto». Il che determina la conclusione che «viene meno la possibilità di ogni valutazione delle attività svolte e dell'effettivo conseguimento dei risultati conseguiti dal titolare di posizione organizzativa e conseguentemente anche ogni possibilità di erogazione della retribuzione di risultato». E, per l'assenza di previsioni contrattuali, si deve escludere «la possibilità di interventi in sanatoria».
© RlPRODGZIONE RJSERVATA
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n Sole?]{! mmrn LAVORO
Agenzie a caccia di 20mila giovani Impiegati; magazzinieri, camerieri e chefsono le figure più richieste dalle agenzie interinali. ~ pagina 21
Data 25-11-2013 Pagina 27 Foglio 1 /2
Offerte a durata variabile: da pochi giorni fino ad alcuni mesi
N elle vetrine delle agenzie 20mila incarichi a tempo Contabili, chef e ingegneri sono le figure più gettonate
Francesca Barbieri
Il tourbillon natalizio alle porte è ricco di opportunità per chi è alla ricerca di un lavoro:sonopiùdi23milagliannunci disponibili nelle bacheche delle agenzie interinali. Ci sono offerte per impiegati e contabili, sal es assistant, magazzinieri, camerieri e chef per l'universo di hotel e ristoranti.
Anche se la stragrande maggioranza delle proposte - circa 2omila - riguarda contratti "temporanei" (da pochi giorni fmo a sei mesi), oltre 3mila annunci portano dritti verso il posto fisso. Le divisioni permanent delle agenzie sono infatti sulle tracce di ingegneri, store manager, programmatori informatici, progettisti e grafici.
«Ci sono alcuni settori e molte imprese che hanno già agganciato la ripresa - spiega Luigi Brugnaro, presidente di Assolavoro, l'associazione nazionale delle agenzie per il lavoro-, in particolare le aziende delmanifatturiero innovativo, quelle più orientate alle esportazioni e all'internazionalizzazione». Le stesse società che individuano frequentemente nelle agenzie per il lavoro un partner strategico, che favorisce la loro competitività sui mercati. «È per questa ragione - precisa Brugnaro - che il nostro settore registra segnali di costante ripresa a partire, in particolare, dal secondo trimestre 2013».
Il numero medio mensile di occupati interinali è in leggero aumento ( +0,2%) rispetto a un anno fa e in totale i lavoratori occupati con questa formula sono 264IDila (incidenza dell'1,17% sul nuniero complessivo degli occupati). Nunieri piccoli, certo, ma che rappresentano un termometro dell'andamento del mercato del lavoro, soprattutto per quanto riguarda le richieste stagionali. L'avvicinar-
Tre settori alto p Telecomunicazioni, vendite
all'ingrosso, programmi informatici sono i settori più attivi nella ricerca di personale online, secondo i dati registrati da gennaio a novembre 2013 da Info)obs.it, uno dei maggiori siti italiani diweb recruitment. Le telecomunicazioni incassano il35,2% di offerte di lavoro attive nel mese di novembre e una crescita del17 ,4% da gennaio; le vendite all'ingrosso sono a quota 16%, mentre i programmi informati ci si attestano al10,4o/o sul totale delle offerte. La classifica dei settori si rispecchia in quella dei profili più gettonati: il numero più alto di offerte di lavoro del2013, infatti, è relativo agli agenti di telecomunicazioni, seguiti da addetti alle vendite e da programmatori informatici. Le tre regioni con le maggiori offerte di lavoro si trovano tutte al Nord: Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.
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si del Natale e l'apertura della stagione turistica invernale hanno infatti rivitalizzato l'offerta di opportunità d'impiego.
L'agenzia Articolo1, per esempio, segnala oltre 4mila offerte, più di 3mila legate a ricerche per il picco natalizio. Openjobmetis su 7mila posizioni aperte ne indica 5mila "stagionali". Umana evidenzia il trend in ascesa delle selezioni per hotel eristoranti, sia nelle città d'arte sia in località sciistiche.
UnavoltaflnitoilNatale,quali prospettive restano per il 2014? «Per il prossimo anno -conclude Brugnaro -le previsioni sono moderatamente positive. Molto dipenderà dalle scelte che saranno messe in campo anche sul piano istituzionale. La Youth Guarantee, l'iniziativa che punta ad agevolare il lavoro dei giovani utilizzando oltre un miliardo di fondi europei, gestita bene e con misure orientate a premiare i risultati, e più in generale la formazione strettamente legata al lavoro possono fare la differenza».
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Data 24-11-2013 n Sole?]{! mmrn Pagina 2/3
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L'APPELLO DELLE PARTI SOCIALI Nella proposta l'utjlizzo anche dei ricavi del contrasto all'evasione
Tagli fiscali automatici con i rispanni di spesa «Una norma per abbattere le tasse su lavoro e imprese»
Approvare subito una norma che p re- dalle parti sociali per dare una scossa alla lezza delle difficoltà attuali è «irrinunciabivedaunmeccanismoautomaticoperdesti- ripresa economica. Un appello unitario al le per le ricadute sull'economia reale un nare i ricavi della spending review e della premier da parte di tutte le organizzazioni consistente ulteriore taglio al cuneo fiscalotta all'evasione alla riduzione della pres- più rappresentative delle imprese e dei la- le». Un'esigenza, quella di tagliare le tasse sione fiscale su imprese e lavoro. C'è una voratori. Per il presidente di Confindu- su lavoro e imprese, condivisa da Camusconvergenza piena nelle ricette proposte stria, Giorgio Squinzi, pur nella consapevo- so, Sangalli, Bonanni, Angeletti e Malavasi.
«Dai tagli di spesa risorse automatiche per abbattere le tasse su lavoro e imprese» Appello unitario delle parti sociali: subito una norma per destinare i ricavi della spending review e della lotta all'evasione alla riduzione del cuneo
nanormacheprevedaunautomati- pressione fiscale a vantaggio delle imprese e smo per destinar€ i ricavi di spen-, dei lavoratori». Una proposta condivisa da ding review e lotta all'evasione alla tutte le forze produttive e dellavoro.A cominriduzione della pressione fiscale su ciare da Susanna Camus so, leader Cgil, per la
imprese e lavoro. C'è convergenza piena nel- quale occorre avere «una certezza di prospetle ricette ,delle parti sociali per dare una scos- ti va» sulle tasse, agendo sul taglio per impresa alla ripresa. Unasortadiappellounitarioal se e lavoratori. Anche i leader di Cisl e Uil, presidente del Consiglio da parte delle orga- Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, puntano nizzazioni più rappresentative di imprese e aunariduzionedelletasseperrilanciareconlavoratori. Per il presidente di Confindustria, sumi e investimenti, favorevoli a unmeccaniGiorgio Squinzi, pur consapevole delle diffi- smo automatico. Sul fronte imprese, Carlo coltà attuali, è «irrinunciabile un consistente Sangalli, presidente Confcommercio, e Ivan ulteriore taglio al cuneo fiscale». E occorre Malavasi, presidente Rete Imprese Italia, si ancheintrodurre«unmeccanismoautomati- uniscono all'appello al governo per un carneo, alimentato dalle entrate di spending re- bio di passo fiscale per il rilancio del Paese. view e contrasto all'evasione, per ridurre la PAGINE A CURA DI Nicoletta Picchio
A CURA DI Nicoletta Picchio • pagine 2·3
l Siamo alla vigilia della presentazione del maxi-emendamento alla legge di stabilità. Le parti sociali sono soddisfatte del rapporto con il governo?
Entrando nel merito, la legge di stabilità è stata presentata in parlamento in un modo e appare destinata ad usci me in un altro. Qual è il cambiamento che ritenete più urgente per superare l'impasse, favorire la crescita e rilanciare l'economia?
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Data 24-11-2013 n Sole?]{! mmrn Pagina 2/3
Foglio 2/5
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Sangalli: pressione insostenibile tagliare la spesa improduttiva
Presidente Contcommercio
:t Il governo Letta si era presentato con piglio innovatore e dialogante, mettendo al centro del suo programma il ruolo delle Pmi, dell'economia reale e del terziario e soprattutto con l'intenzione di avviare quella stagione di riforme economiche e sociali di cui il paese ha estremamente bisogno. Purtroppo nel tempo il passo si è rallentato, la prudenza e l'attendismo hanno prevalso e, cosa ben più grave, si è rinunciato a quel dialogo costante e prezioso con le parti
sociali che in un periodo di profonda recessione è indispensabile per mantenere la coesione sociale. Ma soprattutto lamentiamo che il governo abbia rinunciato a quella operazione di sottrazione, meno tasse e meno spesa pubblica che è la precondizione per far ripartire questo paese fermo da troppo tempo. Anzi, la legge di stabilità introduce un aumento delle tasse strisciante che potrebbe essere il colpo mortale per imprese e famiglie. 2. Le tasse rimarranno inchiodate fino al2016 al44%, è evidente che questo livello di pressione fiscale è incompatibile con qualsiasi realistica prospettiva di ripresa. Il reddito disponibile reale pro capite è tornato ai livelli del1986. Quindi si accentua il problema strutturale della nostra economia
Bonanni: utilizzare meglio il frutto della lotta al sommerso
Bommni Segretario generale Cis(
1. Con il governo abbiamo avuto dei contatti informali e questo è importante. Ma in una situazione come questa non basta: c'è bisogno di un confronto stabile, dove poter dire le cose con chiarezza e trasparenza. Conia confusione che c'è tra le forze politiche e nell'opinione pubblica è importante che si discuta delle vere questioni che interessano lavqratori, pensionati e imprese che vogliono investire. È l'unico modo per evitare che le lobby che scorrazzano nei cunicoli del potere
L perii
abbiano la meglio come spesso accade in circostanze confuse come questà. Non è un problema di ruoli ma di tutela di interessi generali. Il nemico numero uno degli interessi che rappresento è la rendita che, insieme all'alta burocrazia, ha gioco facile quando il dibattito non è trasparente e i grandi soggetti sociali non possono svolgere il proprio compito di sintesi. Conoscendo Enrico Letta ritengo scontato che sia in buona fede nei confronti degli interessi generali, ma è un errore che non può commettere. 2 .. Serve un accordo tra le parti da recepire per legge in cui si preveda che, nei prossimi anni, tutte le risorse che si recuperano dall'evasione fiscale e dal taglio alla spesa pubblica vengano utilizzate automaticamente per abbassare le tasse su imprese e lavoro. Un meccanismo
Proposta condivisa al presidente del Consiglio da parte di tutte le organizzazioni più rappresentative delle imprese e dei lavoratori
che è quello della debolezza della domanda interna che per consumi e investimenti vale l'So% Jel pii. La strada quindi per ridare fiducia e slancio al sistema produttivo nel suo insieme è quella di tagliare la spesa pubblica improduttiva, lavorando soprattutto su quei w o miliardi ritenuti aggredibili rispetto agli oltre So o complessivi, e quindi avere le risorse necessarie per ridurre le tasse. Chiediamo dunque un percorso certo, graduale, attraverso una legge, che automaticamente destini ogni euro risparmiato tagliando la spesa pubblica e recuperato dalla lotta all'evasione alla riduzione delle tasse su imprese e famiglie che sono stremate da una crisi che sembra non finire mai, naturalmente nel rispetto dei conti pubblici. Se non ci sarà un cambiamento sostanziale della legge di stabilità il2014 sarà l'anno che correrà sui binari dellento e inesorabile declino anziché con ere su quelli dell'alta velocità. Il governo dunque cambi passo perché ora è chiamato a fare presto e bene per evitare che la crisi economica si trasformi in crisi sociale.
che ha il pregio di essere chiaro ai cittadini che avrebbero una prospettiva credibile e sarebbero cointeressati a combattere gli sprechi e l'evasione fiscale. Un taglio vigorosissimo delle tasse su lavoro e imprese è un obiettivo prioritario ed essenziale. Abbiamo commesso un gravissimo errore negli anni scorsi: abbiamo pensato che per tagliare il debito occorresse tagliare in modo lineare la spesa, non pensando agli ingranaggi dello sviluppo. Ma un paese manifatturiero come il nostro con bassi consumi avrà un apparato produttivo che ridurrà intensità e volumi di produzione, con effetti negativi sulla produzione stessa, sulla domanda e in generale sull'economia del paese. Bisogna uscire da questa spirale negativa e sbagliata, da questa rincorsa tra debito e tagli che ha fatto avvitare l'economia e ci ha fatto sprofondare nel punto più basso. Siamo rimasti l'ultimo paese in recessione. Quindi bisogna agire immediatamente, per alzare il più possibile nella legge di stabilità il taglio delle tasse per imprese e lavoro. Per farlo occore tagliare la spesa deviata ed inefficiente.
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Foglio 3/5
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Squinzi: per ridurre il cuneo fondi automatici da spending review e contrasto dell'evasione
Presi q ente Confindustria
1. La legge di stabilità, nell'impianto attuale, non è in grado di invertire l'attuale ciclo economico, soprattutto a causa dell'esiguità delle risorse stanziate. Le nostre proposte, finalizzate ad imboccare la strada della crescita, non sono state recepite fino ad ora e le nostre aspettative sono state, quindi, disattese. Questa situazione sta creando un malessere diffuso ed una crescente sfiducia tra· gli imprenditori che, dopo aver presentato proposte che puntavano alla crescita e allo sviluppo delle imprese e al conseguente rilancio dell'occupazione, in queste settimane non vedono conretizzarsi gli obiettivi
che ci eravamo dati in accordo con il governo. Tra l'altro è anche mancato un momento ufficiale di confronto sulla manovra, che avrei molto gradito, e avrebbe dato forma ai contatti informali che abbiamo avuto fino ad oggi. L'iter parlamentare in corso sembra orientato verso altre direzioni: non emerge in alcun modo la volontà di mettere l'industria al centro delle azioni per il rilancio dell'economia. Mancano preCise scelte economiche che puntino a questo o biettivo, alla ripresa dei consumi e all'incentivazione dell'occupazione. Infine devo sottolineare che ad oggi non sono state neppure avviate quelle riforme istituzionali annunciate da tempo, che potrebbero contribuire in modo determinante al recupero di competitività del nostro Paese. 2. All'inizio dell'iter parlamentare abbiamo sottolineato che i capitoli di
Angeletti: agire sulle tasse Si cresce non solo con l'export
Segretario generale Uil
1. Non siamo assolutamente soddisfatti del rapporto con il governo. La legge di stabilità era stata presentata come un provvedimento di svolta da parte del governo, che avrebbe dovuto mettere fine ai sacrifici e puntare alla crescita. Invece è diventata una legge di conservazione. Letta non ci ha ascoltati, né ufficialmente né ufficiosamente, come aveva annunciato dopo che, a settembre, le parti sociali avevano presentato un documento
indicando le priorità per la crescita e l'occupazione. Non è un problema di mancato riconoscimento del nostro ruolo: il governo ha disconosciuto gli orientamenti delle parti sociali n documento che abbiamo messo a punto ha avuto apprezzamenti dal governo ma è stato disatteso. La legge di stabilità non considera nemmeno delle indicazioni europee. Invece di puntare alla crescita è una legge che tiene conto solo di stabilizzare gli equilibri politici dentro la maggioranza. È assolutamente insufficiente. Inoltre non ci aspettavamo un atteggiamento così nei confronti delle parti sociali da parte del governo Letta. Il presidente del Consiglio ha ripetuto per mesi che la politica economica si sarebbe costruita con il più ampio consenso delle
intervento del provvedimento erano giusti se l'obiettivo era quello puntare al rilancio dell'economia, ma che andavano completati e rafforzati con adeguate risorse. Oggi, invece, sembra che le risorse che il governo aveva lasciato intendere potessero essere destinate al taglio del cuneo fiscale si siano disperse in altre direzioni. Anche le risorse che abbiamo individuato per promuovere iniziative concrete per lo sviluppo e la crescita, al momento, sono allocate per altre finalità. Pur comprendendo le difficoltà attuali, ritengo irrinunciabile per le ricadute sull'economia reale, un consistente ulteriore taglio del cuneo fiscale e l'introduzione di un meccanismo automatico, alimentato dalle entrate dalla spending review e dal contrasto all'evasione, per la riduzione della pressione fiscale a vantaggio delle imprese e dei lavoratori.
parti sociali. Comunque volendo c'è spazio politico e parlamentare per cambiare passo. l. L'Italia per uscire dal guado deve ridurre le tasse, fmanziando questo calo con un taglio alla spesa pubblica improduttiva. Per legge, o anche con un decreto, si deve mettere nero su bianco la decisione politica che va presa immediatamente: garantire il trasferimento automatico dei risparmi che derivano dalla riduzione degli sprechi e dalla lotta all'evasione ad un abbattimento delle tasse sul lavoro. Ridurre le tasse sul lavoro e quindi ottenere un abbassamento del costo del lavoro e soprattutto maggiori disponibilità nelle tasche dei dipendenti avrebbe un effetto positivo per la . competitività ti elle imprese e rilancerebbe la domanda interna È un vero volano da mettere in moto per ridare fiato all'economia, rilanciando i consumi. La crescita non può essere determinata soltanto dall'export. Agire sulle tasse è prioritario: più aumentano le tasse, più aumenta la disoccupazione. Altro aspetto importante, ripristinare un sistema contrattuale nel pubblico impiego.
L'impasse sulle riforme istituzionali La legge di stabilità Squinzi: «Non sono state neppure avviate quelle riforme istituzionali che potrebbero contribuire al recupero di competitività»
I sindacati condividono l'esigenza di uno scatto. Camusso: «Disorienta l'assenza di indicazioni sulla direzione verso cui si sta andando»
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Camusso: detrazioni per i lavoratori, tagli all'I rap per le imprese innovative ~ ~ Segretario generale Cgil
i. Il governo in questi mesi ha annunciato molto e concretizzato assai poco, tanto che con le parti sociali sulla legge di stabilità non c'è stato praticamente alcun confronto. È la prima volta che ciò accade, per lo meno in epoca recente. N o n solo. Rammentiamo tutti un'affermazione del Presidente del Consiglio durante la presentazione della legge di stabilità che demandava al rapporto tra P<!flamento e parti sociali la determinazione dei contenuti e dei temi prioritari su fisco, imprese e lavoro. N o n poteva essere così e non solo per il rispetto istituzionale che si deve al Parlamento. È il governo che deve assumersi l'onere delle scelte, nell'ambito del confronto con le parti sociali. Oggi
siamo alla vigilia della presentazione del maxi-emendamento e ciò che più disorienta è l'assenza di indicazioni sulla direzione verso cui si sta andando. Un fatto però mi sembra certo: non si tiene in alcun conto la priorità della crescita e dello sviluppo. C'è un problema di metodo e di contenuti. Agli errori di impostazione del governo si aggiunge l'impressione di una politica distratta, più attenta al dibattito e agli equilibri interni alle diverse forze politiche che non ai problemi del paese, 2. È prioritario ridurre le tasse su imprese e lavoro per rilanciare la crescita. Su questo serve immediatamente un impegno politico forte del governo e del Parlamento. È indispensabile stabilire per legge, con una norma ad hoc o inserendo questo principio nella manovra, che tutte le risorse che derivano dalla spending review e dall'evasione vengano destinati al lavoro e alle imprese in termini di riduzione fiscale. Occorre avere una certezza di prospettiva: non un generico
M alavasi: no tax area I rap da alzare a 15-lBmila euro
Presidente Rete Imprese Italia
1. Ci lascia perplessi il fatto di non aver avuto una convocazione a Palazzo Chigi sulla legge di stabilità. Con Letta c'è stata la novità di discostarci dalle tradizionali relazioni che passano per la concertazione, il dialogo sociale, gli avvisi comuni. Non sappiamo come interpretare questa scelta: se si vuole avere una discrezionalità maggiore e se si ritiene sufficiente che le parti abbiano una relazione con le commissioni
parlamentari. Dopo gli ultimi fatti politici sarebbe utile che il governo trovasse un modo e un luogo per incontrarci e stabilire le priorità. Ascoltiamo tutti i giorni dichiarazioni che ci mettono in ansia rispetto al percorso di chiusura della legge di stabilità. Il governo farebbe bene a convocare le parti sociali e che i rappresentanti di imprese e lavoratori possano avere un ruolo più attivo nella definizione delle 'priorità. 2. Se la legge di stabilità si muove entro i saldi che sono stati presentati, le risorse sono assolutamente insufficienti rispetto alla necessità di rilanciare l'economia, di dare una spinta alla crescita dei consumi, della competitività internazionale. Inoltre ci possono essere timori di conflitto
fondo, ma un impegno sicuro, con un meccanismo automatico. In queste condizioni bisogna assolutamente che si dedichino le prossime ore, prima dell'approvazione della legge di stabilità, a reperire e concentrare le risorse per dare concrete risposte alle richieste di riduzione fiscale per il lavoro e per le imprese. Bisogna agire su un doppio versante: da un lato una riduzione fiscale mirata con detrazioni per lavoratori e pensionati, perché solo ridando capacità di acquisto ai lavoratori e ai pensionati si può favorire la crescita; dall'altro un intervento sull'Ira p per le aziende che fanno ricerca e innovazione. N el2014 avremo ancora forti problemi occupazionali che si aggiungeranno a quelli ancora aperti. Bisogna dunque sanare le ingiustizie, a cominciare dagli esodati e dalla scarsità di risorse destinate agli ammortizzatori sociali, ed evitare di privarsi degli strumenti necessari ad affrontare le future emergenze.
sociale. La composizione tra tagli: e investimenti è inadeguata. C'è un peso enorme del carico fiscale; centrale e territoriale. Bisogna ridurre le tasse su imprese e lavoro: per raggiungere questo risultato serve una decisione politica forte, se fosse possibile una legge, che destini automaticamente al calo della pressione fiscale per imprese e lavoratori i risparmi ottenuti con i tagli alla spesa pubblica e i risultati della lottà all'evasione. Cogliendo anche gli obiettivi europei. Quando le risorse sono poche bisogna concentrarsi su poche priorità, la riduzione delle tasse per imprese e lavoro lo è. Per quanto riguarda in particolare il nostro settore andrebbe alzata la no tax area dell'Irap, portando la a 15-18mila euro, si potrebbe fare con la copertura che deriva dall'avanzo della gestione Inail, che ammonta ad 1,5 miliardi. Occorre agire anche sul cuneo fiscale. Bisogna ridare una spinta agli investimenti delle aziende e contemporaneamente dare uno slancio ai consumi. È ciò che serve per rimettere in atto un circolo virtuoso e reagire alla crisi.
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Le vie della ripresa Previdenza Con il taglio dei maxi-assegni si rafforza
ll «CUneo lnaih> Via libera alla rimodulazione delle tariffe
LA LEGGE DI STABILITÀ il meccanismo di solidarietà previdenziale l Adeguati gli indennizzi per danno biologico
Un contributo sulle pensioni d'oro Cuneo: benefici concentrati sui redditi fino a 35mila euro -Rivalutazione di terreni e quote
Davide Colombo Marco Mobili ROMA
Arriva nel tardo pomeriggio diieri il via libera della Commissione Bilancio del Senato alla riscrittura del taglio cuneo per i lavoratori. Proprio mentre i relatori Giorgio San tini (P d) e Antonio D'Alì (Ncd) stavano presentando ufficialmente il nuovo prelievo di solidarietà sulle pensioni d'oro e d'argento; un contributo che ora scatta sugli assegni oltre la soglia delle 14 volte il minimo e che si accompagna a un riconoscimento dell'indicizzazione piena delle pensioni fmo a quattro volte il minimo Inps (1.924 euro lo~di mensili).
Il via libera alla rimodulazione del cuneo fiscale è arrivato per la proposta da Rita Ghedini (Pd) che per certi versi ha sorpreso anche i diretti interessati; ed è arrivato anche il via libera
alle correzioni sul taglio ai premi Inail nonchè alla creazione di un fondo per incentivare la partecipazione dei lavoratori agli utili e al capitale delle imprese. La revisione del taglio al cuneo fmo a poche ore prima era sul piatto della bilancia in con-
L'IPOTESI SUI TEMPI Oggi si cerca l'accordo sulla casa per l'approdo in Aula domani pomeriggio. Il governo punta alla fiducia sul testo della commissione
trapposizione alla riscrittura della tassazione sulla casa nel confronto politico e tutto interno alla maggioranza. Almeno fino a quando Forza Italia ha deciso di astenersi dal voto, che al Senato equivale a voto contrario, almeno fmo a quando, ha spiegatoAnnaBonfrisco (Fi),non verranno presi in considerazione anche gli emendamenti presentati da Forza Italia sull'elevazione della "no tax area" per il lavoro autonomo, l'innalzamento dei limiti per l'uso del contante da 1.000 euro a s.ooo euro, le concessioni demaniali e l'incremento delle risorse per le scuole paritarie. Senza considerare, poi, la richiesta degli azzurri di voler vedere subito le nuove misure sulla tassazione della casa senza attendere i lavori della Commissione in programma per oggi. Senza l'emendamento sulla T rise, ha sottolineato ancora la Bonfrisco, Forza Italia è già pronta ad azioni di protesta più forti.
I lavori sulla legge di stabilità sono proseguiti per tutta la giornata di ieri, con tecnici, relatori e rappresentanti del Governo impegnati per tutta la mattinata a fare i conti delle risorse da re-
fORZA ITALIA I senatori si astengono dalle votazioni e chiedono attenzione su no tax area, limiti al contante, paritarie e prelievo sugli immobili
cuperare per sostenere tutti gli interventi richiesti.
L'asticella si sarebbe fermata più vicina a 1.3 miliardi che all'1,1 miliardi, anche se la differenza la farebbe ancora la casa su cui si sta cercando l'accordo fmale per reintrodurre le detrazioni sull'abitazione principale, l'esenzione per i beni agricoli ed un aumento della percentuale di deducibilitàlres elrpef della T asi pagata sui capannoni delle imprese (si veda il servizio qui sotto). Sciolto il nodo sulla casa, come ha spiegato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini, il disegno di legge potrebbe approdare, come previsto, all'esame dell'Aula di Palazzo Madama lunedì pomeriggio. E con un voto di fiducia sul testo licenziato dalla Commissione Bilanciosempre avvenuto negli ultimi anni ha sottolineato ancora Legnini - la legge di stabilità potrebbe lasciare il palcoscenico del Senato, mercoledì prossimo, al voto sulla cadenza di Silvio Ber lusconi.
Tra le novità approvate quella più rilevante, dunque, è lariscrittura della curva Irpef con l'aumento delle detrazioni fmo
a35milaeurodireddito.Lariduzione della platea, inizialmente fissata dal Governo a 55mila euro di reddito, come ha spiegato la senatrice Ghedini, premia con aumenti fino a 225 euro all'anno le fasce di reddito tra 15mila e 18mila euro. Un minitaglio al cuneo anche nel commercio: si prevede la riduzione dal 2.44 al 2,40% dell'aliquota sui contributi dovuti dai datori di lavoro per le indennità di malattia. C'è poi il ritocco sulle indicizzazioni delle pensioni e il contributo di solidarietà, mentre per far cassa ritorna un vecchio cavallo di battaglia, che secondo le stime potrebbe assicurare fino a4oo milioni: la possibilità di rivalutare i terreni e le quote delle società non quotate detenuti ali o gennaio 2014. L'affrancamento dei valori e la perizia giurata dovranno essere effettuati entro il prossimo 30 giugno 2014.
Si riaffaccia, infine, la portabilità dei conti correnti a costo zero per il cliente e, sempre un emendamento dei relatori, viene istituita l'anagrafe nazionale degli assistiti. La misura punta a a rafforzare gli interventi sul monitoraggio della spesa sanitaria.
J:RJPRODUZ!ONERISERVATA
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le correzioni in arrivo
Si riduce la platea dei destinatari, ma sale il bonus. Il massimo delle detrazioni si otterrà sui redditi tra i 15mila e i 20m ila euro, per poi scalare e azzerarsi a 35mila euro.la detrazione massima arriva a 22Seuro
Aumento dell'aliquota dell'accisa sui carburanti nel
· biennio2017·2018.Con un gettito aggiuntivo non inferiore a 220 miloni il primo anno e a199 perii secondo. Slitta invece al 2015 il rincaro per sigarette, prodotti da fumo ed e-cig
Sal'efino a 4 volte il minimo Inps la rivalutazione piena degli assegni all'inflazione, mentre il prelievo di solidarietà sulle pensioni d'oro scatta già a quota 90mila euro l'anno (con ilS%), chesaleftnoal15%perimporti oltre i 190mila euro annui
l veicoli sequestrati da oltre due anni per violazioni al Codice délla strada saranno messi i n vendita o rottamati. Resta il diritto di "tiscatto" del proprietario.l':em.!'llldamento punta a fare cassa e liberare i depositi giudiziari
Si può trasferire il conto corrente senza spese aggiuntive a patto che le banche coinvolte aderiscano ai comuni protocolli interbancari. n trasferimento del conto si fa entro 14 giorni. Previste sanzioni per la banca d'origine in caso di ritardi
Election day solo la domenica dalle? alle23a partire dal2014 per tagliare le spese. L'emendamento depositato dal governo prevede una giornata unica per le operazioni di voto '·Q! occasione delle consultazioni elettorali o referendarie
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Proroga di un anno (al l gennaio2014) per la rivalutazione di beni d'impresa e terreni edificabili. Le imposte sostitutive si possono rateizzare fino a tre rate annuali di pari importo a decorrere dal30 giugno 2014
Contributi più leggeri per le imprese del commercio. Cala, dal2,44 al2,40%, l'aliquot~ a carico dei datori di lavoro del settore per le indennità economiche di malattia. A prevederlo un emendamento dei relatori
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Il confronto ligure
I CONTRIBUTI PUBBLICI ALLE SOCIETÀ LIGURI DI TPL Milioni di euro
• Amt Genova • Atp prov. Genova • Tpl Savona illl Ate La Spezia • Rt Imperia
I POSSIBILI INTERVENTI PER L'OTTIMIZZAZIONE DEI COSTI DI AMT Risparmi attesi nel medio termine· Milioni di euro
·~t~~~~;S••:e~·~::;:~t~~~~~~~~;~;ic~~~.op~;~;s~f~~······
Guida
Tutti
lO minuti di guida in più per tutti gli autisti
-17 riposi per i l.OOO•agenti di movimento con oggi 82 riposi (da 82 a 65)
-15 riposi per i 250 agenti di movimento con oggi 96 riposi (da 96 a 82)
Flessibilità turni, nuovi posti di cambio, ottimizzazione ore riserva
2% riduzione assenteismo (oggi 7/8%)
Fonte: Bilanci aziendali e Programma dei servizi pubblici locali per il triennio 2009-2011; Oltremare,2012; Istituto Bruno Leoni
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LA RICERCA
Trasporti locali, italiani insoddisfatti Carlo Andrea Finotto ~ 18
Verso la riforma. I dati Istat sul giudizio degli utenti- Per la Fondazione Caracciolo la domanda nazionale è scesa dellS%
Soddisfatto soltanto un italiano su tre Carlo Andrea Fin otto MILANO
Il trasporto pubblico locale va riformato. Tutt, o quasi, ne sono consapevoli, ma mettere in pratica quest'assunto non è facile. Come l'emergenza di Genova ha dimostrato in questi giorni. A rendere urgente un intervento basterebbe la frase del sottosegretario ai TrasportiErasmo D' Angelis, che ha ricordato come «oltre il 40%» delle 1.150 aziende locali sarebbe «tecnicamentefallito».Manonc'èsoloquesta considerazione, che peraltro arrivada una fonte autorevole. Secondo lo studio sul settore in Italia realizzato dalla Fondazione Filippo Caracciolo con la collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dei
Trasporti dell'Università Federico
IDml~lllil~i!!Bill
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Chi confida nella puntualità Lo studio dell'Istat rivela che il giudizio dei cittadini boccia il trasporto pubblico: solo il30% è soddisfatto del servizio e della pulizia delle vetture e appenail35%confida nella possibilità di trovare posto a sedere
-12% Il taglio delle risorse Il dato della Liguria tra 2010 e 2011 della Fondazione ' Caracciolo. In Molise -41%
II di Napoli, la domanda nazionale di trasporto pubblico si è ridotta del15% tra il2011 e il2010 e di quasi 19 punti percentali tra ii2on e il picco registrato nel2oo8.
In questa fase di crisi, quando muoversi con l'automobile privata rischia di essere per molte famiglie quasi un lusso, i servizi pubblici di trasporto potrebbero svolgere un ruolo cruciale. Ma, da un lato le aziende del trasporto pubblico locale sono in forte difficoltà, e dall'altro si riducono le risorse a disposizione. È ancora lo studio della Fondazione Caracciolo a fornire un quadro, con il prospetto del taglio delle risorse al trasporto su gomma per regione tra il2o10 e il 2011 (ultimi dati disponibili presi in esame, fonte Asstra): la riduzio-
ne maggiore riguarda il Molise, con il41% in meno, seguita dalla Campania ( -2301o) e poi dalla Liguria, dove è esplosa la protesta (-12%). Untagliodeho%hanno subito i trasporti su gomma dell'Abruzzo, e dell'8% quelli della Lombardia. N el Veneto la riduzione è stata del6,4%, mentre in Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Sardegna la decurtazione è stata tra il3 e il5. In Calabria ci si è fermati entro i12,8% di taglio. Le restanti aree (Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Puglia, Sicilia, Trentino Alto Adige, Umbria e Valle d'Aosta non hanno subito tagli.
A fronte di questo scenario, e in vista del tavolo nazionale di giovedì 28 novembre, l' Istat evidenzia (dati relativi al2on) che appena il
30% degli italiani che si sposta con i mezzi nelle aree metropolitane è soddisfatto della pulizia delle vetture; il35% confida nella possib.ilità di trovare posto a sedere e meno del 40 è fiducioso della puntualità. Diminuisce anche l'offerta del trasporto pubblico: -3,9% i posti-km per abitante erogati totali e -5.4% i soli autobus. Sono tuttavia in crescita i servizi dalla metropolitana: la densità della rete cresce del7,3%; la disponibilità di vetture che compongono i convogli aumenta del 5,1% e i posti-km per abitante offerti all'utenzadell'L «La mancanza di risorse certe - ha detto Alessandro Cattaneo, vicepresidente dell'Allei - compromette servizi fondamentali nel T p!. Chiediamo certezze sulla disponibilità per il2013».
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Lavoro. Intervento complessivo di 115 milioni
Anche ai lavoratori una quota del <<cuneo Inail>>
ROMA ll!lllliii Dall'intervento sul cuneo fiscale da 3,3 miliardi nel prossimo triennio, garantito con un taglio dei premi e contributi obbligatoriinail, spunta una dote anche per ilavoratori. Lo prevede un emendamento al comma 2 dell'articolo 6 che consente una rivalutazione Istat degli indennizzi per danno biologico, quote ferme da circa 13 anni dopo il parziale ritocco del 2009. L'intervento vale 50 milioni l'anno e verrà affiancato da una seconda misura sempre a beneficio dei lavoratori: l'aumento dei massimali di calcolo delle rendite ai superstiti che vengono corrisposte nei casi in cui la morte del lavoratore sia avvenuta per cause inerenti l'infortunio o la malattia professionale (altri 65 milioni l'anno). L'acco-
INFORTUNI E SUPERSTITI Aggiornamento degli indennizzi per danno biologico e aumento
glimento delle due correzioni è dato per certo dai relatori, visto che verrebbe in questo modo riconosciuto con il giusto equilibrio la destinazione di risorse che riguardano un ente che per statuto deve rispondere agli interessi di due stakeholder: le imprese e i lavoratori.
La riduzione dei premi sarà determinata con un decreto del ministro del Lavoro, da varare di concerto con l'Economia e su proposta dell'Inail, dice 11 testo della Stabilità. In prima applicazione la norma dovrebbe determinare un taglio per le aziende pari al14% il primo anilo, del15,5%nelz015edel17%nel 2016. Ma anche su questo fronte è in arrivo una correzione (sulla quale, pure, c'è l'ok dei relatori) che apre la strada a una revisione più complessiva delle tariffe, fer-
dei massimali di calcolo delle rendite per i superstiti
me da anni, sulla base dei parametri· infortunistici registrati dall'Inail. Si tratta di una misura caldeggiata da anni da interi settori dell' economia manifatturiera, a partire
dall'artigianato. Inail, va ricordato, dovrà anche verificare la sostenibilità economica, fmanziaria e attuariale deltaglio ai premi obbligatori dopoil2016.
Per quanto riguarda l'altro intervento sul cuneo, quello che riguarda la curva Irpef dei lavoratori dipendenti, il confronto resta ancorato sulla proposta base di Rita Ghedini (P d), che concentra i benefici per il 2014 sui redditi medio-bassi (ovvero intorno ai 30.ooo euro). L'obiettivo, in particolare, sarebbe quello di concentrare il massimo del beneficio, che può arrivare anche oltre i 200 euro annui netti, per le fasce compre-
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se tra i 15 e i 18mila euro. Sul punto il confronto politico dovrebbe dare una risposta definitiva in giornata. Ieri il relatore del P d, Giorgio San tini, ha infatti affermato che gli emendamenti alla legge di stabilità sia del Governo che degli stessi relatori, compresi tutti quelli sull'Imu e il cuneo fiscale, saranno presentati in commissione entro le 13, mentre la Commissione V del Senato riprenderà ila v ori alle 15. Bisogna tenere anche conto del fatto che resta sempre in campo la proposta, avanzata per primo dal presidente della commissione Lavoro, Maurizio Sacconi (N cd), di utilizzare parte delle risorse per la detassazione dei salari di produttività, definiti da accordi aziendali o interaziendali
D. Col. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Verso la proroga dei contratti a termine ROMA
C'è anche una proroga dei contratti a termine dei dipendenti dei Centri provinciali per l'impiego nella short list delle proposte emendative che i tecnici del Lavoro hanno messo a punto il vista della votazione in Aula al Senato sulla legge di Stabilità. Si tratta di oltre un migliaio di addetti sui circa smila in forza. una risorsa· giudicata strategica in vista dell'avvio del piano Garanzia giovani che l'Italia sta per presentare a Bruxelles. La misura non prevede una deroga al Dl101 sul pubblico impiego ma una soluzione «a costo zero» per queste strutture il cui destino è legato, tra l'altro, alla cancellazione delle Province.
Tra le proposte del Lavoro, spicca poi l'estensione delle tutele previdenziali ai parasubordinati in caso di mancati versamenti contributivi da parte dei datori di lavoro (anche a questa platea verrebbe in pratica riconosciuto l'articolo 2n6 del Codice civile). Una norma il cui costo è stimato in 180-200 milioni nei prossimi dieci anni. Per dare continuità agli incentivi per l'assunzione di giovani svantaggiati (previsti dal Dl 76/z013) si punta poi a una riprogrammazione mirata dei fondi di rotazione con un anticipo delle risorse previste per il settennio 2014-2020. In pratica si stabilisce ora un vincolo di destinazione su una parte di risorse già stanziate senza introdurre nuovi oneri.
Un'altra misura che do~ vrebbe passare riguarda la contribuzione obbligatoria destinata al fondo bilaterale Forma.Temp, per la formazione dei lavoratori in somministrazione. L'obiettivo è evitare che a gennaio scattila decurtazione prevista sull'aliquota del4% per portarla al
2,6%. Si tratta di una misura che era stata introdotta con la riformaFornero (legge 92) insieme con l'aumento dell'1.4 o/o dei contributi sui contratti a termine per finanziare l'Aspi. Lo stop al taglio serve per garantire risorse certe a Forma.Temp. Infine l'allargamento della dote per il Fondo per le non autosufficienze (si passa da 250 a 275 milioni per il 2014) mentre viene portato a so milioni l'anno (dai 20 iniziali) il Fondo per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.
D.Col. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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lavoro. Cautela dell'Istituto di previdenza che rimane in attesa dei chiarimenti del ministero
Piccola mobilità in sospeso Per il momento l'Inps non chiederà il rimborso delle agevolazioni
Antonino Cannloto Giuseppe Maccarone
Pausa di riflessione per le riduzioni contributive collegate alle assunzioni di lavoratori iscritti alla cosiddetta piccola mobilità.
Con molta prudenza l'lnps comunica (messaggio 18639/2013) che per il momento non procederà ad alcun recupero a carico delle aziende. Una battuta d'arresto, spiegano i tecnici dell'istituto previdenziale, dovuta al fatto che lo stesso ha richiesto al ministero del Lavoro dei chiarimenti che, al momento, non sono ancora stati forniti. Si congelano, così, gli effetti - peraltro poco graditi agli operatori del settore - contenuti nelle pieghe della circolare 150/2013 e del successivo messaggio I794J/20l3.
' L'intera vicenda ha avuto origine dalle disposizioni contenute nella legge di stabilità
In sintesi
01 {J.A ~~~ISIONl ,,, ~alegge,distJpitiìà,peril
IP13,(ta ~1$/~11a1} Ylon ha previsto il rifinanziamento a vantaggio dei datori di lavoro che assumono persone Iscritte atte liste Clelia piccola mobnità e da quest'anno ha anche , negato l'fsértzione in tali liste per i dipendenti , Htenziatlcla aZiende con meho dJ 15 a4detti
02 1 a~te•••nt , Tra le aUre cose non, si può' beneficiare degli sgravi contri))utivi per di pendenti assunti da liste della piccola mobilità nel2012 con àgevolazione di 18 mesi e il cui contratto si prolunga nel 2013
per il2013 (legge 228/ 2012). Interrompendo bruscamente una prassi consolidata, la norma non ha prorogato la possibilità di iscrizione nella liste di mobilità per i lavoratori licenziati per giustificato motivo da aziende di piccole dimensioni (meno di 15 dipendenti) e, soprattutto, non ha rifmanziato gli incentivi in favor~ dei nuovirappo!ti di lavoro riferiti a questi lavoratori.
Non aver previsto, a livello legislativo, il necessario stanziamento di fondi, comporta una penalizzazione per le aziende che hanno assunto, nel2012, lavoratori che 'risultavano regolarmente iscritti nelle liste di mobilità, quando illoro rapporto dilavoro (e le relative facilitazioni) si protrae nell'anno successivo (per esempio: assunzione ili o marzo 2012 a tempo indeterminato con 18 mesi di agevolazione).Lamancanza di risorse, in pratica, rende impossibile
continuare ad applicare l'agevolazione contributiva nel corso dell'anno corrente.
L'Inps aveva già lanciato l'allarme,- preannunciando l'impossibilità di riconoscere le agevolazioni per il2013 (circ;olare 13/2013; messaggio 4679/13). La successiva levata ò.i scudi dei datori di lavoro e dei loro rappresentanti ha messo in luce il fatto che alcune aziende hanno continuato ad applicare le facilitazioni contributive facendo emergere la necessità della restituzione anche se l'Inps, su questo punto, non si era mai apertamente pronunciato.
La mancanza dei fondi rileva anche nei riguardi ò.ei soggetti legittimamente iscritti nelle liste di mobilità, quando l'iscrizione era ancora possibile (entro il31 dicembre 2012); per costoro l'assunzione non offre più alcuna agevolazione.
Veniamo, ora, all'abrogazione, dal 1 o gennaio 2013, della
possibilità di iscrizione nelle liste di mobilità dei lavoratori licenziati per giustificato motivo oggettivo, per i quali non ricorrono le condizioni per l'attivazione delle procedure di mobilità. Questi soggetti hanno, di fatto, perso quella carta in più che gli avrebbe consenti-. t o di essere ricollocati sul mercato più facilmente (in quanto per la loro assunzione il datore di lavoro avrebbe pagato meno contributi).
Da tenere presente che questo ulteriore intervento dell'Inps non risolve il problema ma lo rinvia alle decisioni del ministero del Lavoro a cui spetta l'ultima parola. Ricordiamo, infine, che i tecnici ministeriali dovranno anche esprimersi in merito alle assunzioni in apprendistato dei lavoratori iscritti nelle liste di piccola mobilità che ora risente, in senso negativo, della mancata proroga di cui si è detto.
© RIPBODUZIONE RISERVA T A
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COBBIEBE DELLA SEBA
La protesta Il deficit e l'ipotesi dei privati L' Amt, azienda dei trasporti di Genova, ha una situazione finanziaria critica Di rronte alla decisione del Comune di rifiutare la ricapitalizzazione e di aprire alla cessione d1. quote ai privati, i lavoratori martedì hanno iniziato uno sciopero a oltranza: per cinque giorni la città è rimasta senza mezzi pubblici
Le riunioni L'aggressione al sindaco e la mediazione La Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando l'interruzione di pubblico servizio. n sindaco Marco Doria martedì era stato aggredito da un gruppo di lavoratori. Poi è iniziata una riunione in Prefettura tra i rappresentanti dei lavoratori, il Comune e la Regione per trovare un accordo
La soluzione Salvati stipendi e orario di lavoro Ieri, accordo raggiungo. Con l'impegno di Amt e il suo azionista, il Comune di Genova, a colmare il disavanzo previsto dal conto economico previsionale 2014, 8,3 milioni di euro, se~a intervenire sulle retribuzioni e sull'orario di lavoro dei dipendenti. E parte il piano di riorganizzazione del trasporto pubblico regionale
Di nuovo In strada Sopra e a sinistra, l'assemblea dei lavoratori deii'Atm di Genova per discutere e approvare la mediazione raggiunta tra sindacati e istituzioni. Ieri i mezzi hanno iniziato a circolare (Zennaro/ Ansa)
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Il numero di nuovi mezzi che verranno acquistati daii'Amt, di cui duecento solo per Genova. Inoltre l'accordo prevede un finanziamento di 85 milioni da parte della Regione Liguria e che verranno lasciati invariati i salari e gli orari dei lavoratori
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La protesta Privatizzazione I lavoratori contrari L'Amt, l'azienda dei trasporti di Genova, ha una situazione finanziaria critica Di fronte alla decisione del Comune di rifiutare la ricapitalizzazione senza un piano aziendale e di aprire alla cessione di quote ai privati, i lavoratori martedì hanno iniziato uno sciopero a oltranza. A guidare la protesta la sigla sindacale Faisa/Cisal. L'astensione dal lavoro è proseguita nonostante la precettazione decisa dal prefetto. La Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando l'interruzione di pubblico servizio
la tensione L'aggressione al sindaco in Consiglio Martedì scorso il Consiglio comunale di Genova era convocato per discutere delle aziende partecipate. Al suo arrivo il sindaco Marco Doria è stato accolto dagli insulti dei lavoratori dell'azienda dei trasporti presente. La protesta è cresciuta, i lavoratori hanno deciso di occupare la sala e la seduta consiliare è stata interrotta Un gruppo ha attorniato il sindaco, che dopo qualche momento di tensione e spintoni, è uscito protetto dai vigili urbani
Gli svilu Ancora nessun accordo
tra le parti Ieri una lunga riunione in Prefettura tra i rappresentati dei lavoratori, il Comune e la Regione ha provato a favorire un accordo. Dalla trattativa dipende la ripresa del servizio (per oggi i dipendenti dell' Amt hanno indetto il quinto giorno consecutivo di sciopero). La bozza a cui le parti stanno lavorando prevede che la Regione renda operativa la nuova legge sul Trasporto pubblico locale entro 13 mesi, il Comune a metta nelle casse di Amt 4,3 milioni di euro nel2014 e l'azienda ne recuperi altri 4
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Fumo e rabbia La protesta dei dipendenti deii'Amt,l'azienda dei trasporti di Genova: a decine si sono riversati per le vie del
capoluogo ligure, alcuni anche con fumogeni (foto Davide Gentile/ Agf)
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I centri per l'impiego e i nuovi lavori trovati a caro prezzo di SERGIO RIZZO
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I lavori (a caro prezzo) trovati dallo Stato Nei centri per l'impiego quasi 10 mila dipendenti per una spesa di 464 milioni Og11i anno gli occupati sono appena 35 mila: un posto costa 13 mila euro
ROMA - Ad accorgersi della loro esistenza non sono i 642 mila italiani con meno di 25 anni che stanno disperatamente cercando un lavoro. Né quel milione e 706 mila disoccupati di lungo periodo, cioè a spasso da almeno un anno, censiti dall'Istat.
Che i centri per l'impiego pubblici siano vivi e vegeti ne hanno contezza soprattutto i loro 9.865 dipendenti nonché il Tesoro, che secondo un rapporto dell'ufficio studi Confartigianato ogni anno tira fuori in media per mantenere quelle strutture la bellezza di 464 milioni di euro: somma per tre quarti destinata agli stipendi. Ovvero una cifra, per capirci, nettamente superiore al gettito dell'Imu sui terreni agricoli che sta facendo ammattire il
governo Letta, alla disperata ricerca delle coperture per eliminare quella tassa. Qualcuno potrà sbandierare i dati Eurostat, per i quali la nostra spesa pubblica per i servizi sul mercato del lavoro tocca appena lo o,o3 per cento del Prodotto interno lordo, meno di un decimo rispetto a Germania e Regno Unito, un ottavo della Francia e un terzo della Spagna. Il problema, però, sono i risultati.
E i numeri, come quasi sempre, rappresentano una sentenza inappellabile. Negli ultimi sette anni hanno trovato occupazione attraverso i centri per l'impiego mediamente non più di 35.183 persone ogni dodici mesi. Questo significa che ciascun posto di lavoro è costato oltre 13 mila euro. L'equivalente di un'annualità del reddito di
cittadinanza proposto dal Movimento 5 Stelle. Con tanto di tredicesima.
Tanto basterebbe per decretare un'immediata e radicale riforma. Vedremo ora quella cui sta lavorando il ministro Enrico Giovannini, già sapendo che è destinata a rincorrere il mostro galoppante della disoccupazione. L'Ocse ha appena diffuso dati raccapriccianti sullo stato del nostro mercato del lavoro. A settembre i giovani italiani di età compresa fra 15 e 24 anni in cerca di occupazione hanno raggiunto la spaventosa quota del 40,4 per cento, con un aumento di oltre 5 punti e mezzo rispetto all'anno precedente. E quel che è più grave, il tasso dei giovani senza lavoro risulta superiore di oltre due terzi rispetto alla media dei paesi sviluppati, pari nello stesso mese al 24,1 per cento. Tutto questo mentre la cancrena della disoccupazione dilaga senza particolari riguardi nemmeno per l'età. Dice la Confartigianato nel suo studio basato su dati dell'Unioncamere e del ministero del Lavoro che il numero di quanti erano rimasti a casa da oltre un anno alla fine di giugno scorso risultava superiore di 911 mila unità a quello del giugno 2oo8, quando la crisi è esplosa. L'aumento è del 114,6 per cento: complice anche una crescita da 400 mila a 810 mila dei disoccupati di lungo periodo under 35. Il che fa apparire ancora più avvilenti certe performance degli uffici incaricati di mettere una pezza a una situazione così pesante. Tanto avvilenti che il
nuovo presidente dell'organizzazione degli artigiani, Giorgio Merletti, scongiura il governo di astenersi anche soltanto dal pensare «di attribuire altri soldi per uno strumento che esce bocciato dall'esame dei dati, perché errare è umano ma perseverare diabolico. Piuttosto, destiniamo le risorse straordinarie disponibili dal primo gennaio 2014 ai giovani che vanno in azienda a fare tirocini o stage, anziché impiegarle per creare altri posti inutili in quegli uffici pubblici>>.
Basta dire che soltanto il 2,2 per cento delle imprese italiane gestisce le assunzioni passando attraverso i centri per l'impiego. Una quota infinitesima, di poco superiore rispetto a quella degli annunci sulla stampa specializzata (1,5 per cento), e decisamente inferiore a quella appannaggio di società di lavoro interinale e internet (5,2), alle banche dati aziendali (24,4) e soprattutto alle segnalazioni di conoscenti e fornitori che rappresentano il canale in assoluto più utilizzato con il 63,9 per cento del totale.
Per giunta, negli ultimi tre anni il peso di questi centri è drammaticamente crollato. Dal2o1o a oggi è passato infatti dal 6,3 a poco più del 2 per cento. Al Sud, poi, è letteralmente inesistente: appena 1'1,1 per cento delle imprese si rivolge alle strutture pubbliche. In Calabria siamo all'l per cento. In Campania, Basilicata e Sicilia addirittura allo o,8.
Calcolando il rapporto fra le 31.030 aziende che nel
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2013 hanno utilizzato i centri e gli 8.781 dipendenti di quelle strutture pubbliche materialmente destinati alle attività di inserimento lavorativo, la Confartigianato arriva alla conclusione che ciascun addetto segue un'azienda ogni tre mesi e dodici giorni. Gestendo allo stesso ritmo da lumaca l'accesso al lavoro dei disoccupati: uno a trimestre. E con una spesa che è andata crescendo in modo abnorme pure rispetto agli altri apparati pubblici. Negli anni compresi fra il 2005 e il 2011 il costo per il personale dei servizi per l'impiego è lievitato da 309 a 384,5 milioni di euro, con una progressione irresistibile: +24,4 per cento. Il triplo dell'incremento messo a segno dalle retribuzioni degli impiegati pubblici, salite invece complessivamente nello stesso periodo dell'8,3 per cento.
Per non parlare della differenza enorme di produttività fra gli uffici del Sud e quelli del resto del Paese. Gli addetti nelle regioni meridionali sono ben 5.093, contro 2.099 del Centro, 1.503 del Nord Est e 1.336 del Nord Ovest, dove peraltro si riscontra il miglior livello di efficienza: se soltanto tutte le strutture funzionassero così, argomenta il rapporto degli artigiani, «per gestire gli utenti di tutti i centri italiani sarebbero necessarie 3.692 unità di meno». Con un risparmio quantificl).bile in 141 milioni di euro, cinque volte lo stanziamento al fondo per l'infanzia previsto dalla legge di stabilità.
Sergio Rizzo ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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COBBIEBE DELLA SEBA
Il sistema
rm uffid collocamento prima della ~~'1~"'1~'-~
/'l centri per l'impiego hanno V sostituito gli uffici di
collocamento, dove ci si iscriveva alle liste di disoccupazione. La legge Treu, approvata nel1997, ha liberalizzato le assunzioni
/'Con la riforma Bassanini del V 1997 sul decentramento, le
competenze per il mercato del lavoro passarono alle Regioni, che le trasferirono alle Province. Allo Stato il ruolo generale di indirizzo
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Inserimento, formazione e riqualifita:done /'l centri per l'impiego hanno le
V competenze sullo stato di disoccupazione e promuovono l'incontro tra domanda e offerta, anche con iniziative di inserimento lavorativo e formazione
COBBIEBE DELLA SEBA:fii~;,:,: ..• ;E;~:~i
l'istrizione agli elenchi dd certa un'attività
/'Iscrivendosi agli elenchi dei V centri per l'impiego si dichiara di
essere senza lavoro e immediatamente disponibili all'attività. Con un rifiuto non giustificato si perde lo stato di disoccupazione
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la Repubblica JfiMif!JIIf%1!1i'ffiliffJ$l
l ftUD."M''trri
n1ilioni IL BUCO Mancano circa 8 milioni di euro per mettere in sicurezza nel 2014 il bilancio di Amt
IL SACRIFICIO Il "contributo" richiesto ai lavoratori è di quattro milioni: è lo scoglio dell'accordo
l DIPENDENTI L'azienda partecipata del Comune di Genova che si occupa di trasporto locale ha 2.400 dipendenti
30,8 l SOLDI DEL COMUNE Nel2013 il Comune ha versato 30,8 milioni nelle casse di Amt. Nel2012 erano stati 28,9 milioni
n1ilioni LA PREVISIONE Il Comune confermerà anche per il2014 i30milioni di stanziamento: ma non basteranno più
36n1ilioni IDEBm Le perdite di Amt sono state di 36; 1 milioni di euro all'anno per un totale di 72 milioni
ll'ibel'B risc:lùaao Rlalte da 250etUO al gjoao.no..lcollegld iD ftltta Italia: pa'ODfi
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IN CORTEO Alla protesta si è unito Seppe Grillo, che in piazza De Ferrari ha attaccato il premier: "Sarà lotta all'ultimo sangue"
l messaggi di solid.aftetàagli autisti:"Siarno ccm. voinoDostante i disagi"
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ID anattiaa.tanucwa asseJ.'Dblea dei lavondori. "Qui niente SU'àphà C:OI.'I.'Ie prilna"
Battaglia epocale
Questo è un punto di non ritorno. Sarà
una battaglia epocale: voglio che acqua, scuola
e trasporto restino pubblici Seppe Grillo ai dipendenti deii'Amt in piazza
LA PROTESTA l lavoratori deii'Amt, azienda di trasporto pubblico di Genova, durante la protesta
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Data 23-11-2013
la Repubblica Pagina 15 Foglio 1
Il presidente dell' Anci difende la scelta di Doria a Genova: così si può garantire la qualità a tariffe prefissate
F assino: ''Noi primi cittadini non possiamo gestire tutto giusto privatizzare alcuni servizi"
VALENTINA CONTE ti, che possono assicurare inve-aliquote 2012>>. stimenti nuovi>>.
ROMA- Sindaco Passino, lei è Molti sindaci però sono coanche presidente dell'An ci, l' as- stretti a privatizzare, spmti non sociazione dei Comuni italiani. tanto da ragionamenti di mer-Cosa ne pensa di quanto accade cato, quanto dai debiti alle stel-a Genova? le.
«Una vicenda delicata, da non «Abbiamo accettato per anni e banalizzare. Che però rivela una dato per scontato che i servizi cosa chiara. È velleitario che i pubblicipotesseroessereerogasindaci possano gestire tutto. ti anche andando in rosso. QueNon abbiamo risorse per farlo. I stononèpiùsostenibile.Epoic'è Comuninonsonapiùingradodi ancheunprobiemadiinadeguasostenere allo stesso tempo tezza della stragrande maggioequilibri di bilancio e contiin or- ranza delle multiutily. A parte le dine e poi fornire pure servizi di quattro grandi (lren, A2A, H era, qualità ed efficienti. Di certo, Acea), le altre sono piccole e pienon con la riduzione di risorse ne di debiti. Occorre riorganizdegli ultimi tempi. Che ha colpi- zarleeaccorparleepoifareiconto anche e soprattutto il traspor- ti coni grandi playerstranieriche to pubblico locale, come si vede già sono sul mercato italiano>>. a Genova. Ricordo che veniamo Solo di costi di funzionamen-da dodici anni di tagli>>. to, i Comuni spendono 2,5 mi-
Nonritienedunquesbagliata liardi l'anno per le 80 mila pollasceltadelsindacoDoriadipri- trone delle municipalizzate. È vatizzare? ipotizzabile risparmiare qual-
«Al contrario, ritengo un erro- cosa? re rigettare la sua proposta. Sono «Gli amministratori e i Cdasosincero: è sbagliato pensare che no previsti dal Codice civile. Ma l'imprenditore danneggi i citta- certo,occorremetteremanoandini solo perché è un privato. È chealnumerodeicomponentie una lettura ideologica. Già Fi- agli emolumenti. E prevedere renze e Perugia, e molte altre gettoni più bassi. Ma basta ripecittà, hanno privatizzato i tra- tere che siamo centri parassitari sporti. Mentre Torino ha in cor- di spesa. La spesa dei Comuni so il bando per il49o/o. Oltre a italianièappenail7,6o/odiquella quelloperillOOo/osuiparcheggi>>. pubblica totale, il debito solo il
I lavoratori temono però per 2,5%. Il problema dunque è lo il loro posto. E i cittadini il lievi- Stato non i Comuni, i ministeri tare delle tariffe. h 1. d . I .
l d. d t" · t t 1 . c e non tag 1ano aannt. sacn-
« tpen en 1 si u e ano eVI- fi · · · taòdo il fallimento delle aziende. CI non possono.e~sere ~cancati Un'az
1•· nd h 1 d b" sempre e solo SUI smdaci>> . . e aceaccumuaet- SII . I il ti tt · h" "Il E . u aquestione mu, gover-
me e a nsc 10 1 avaro. pm no sembra orientato a rimbor-basta mettere una clausola so- · c · l' "al · . d" . . sare w omum ammontare CI e nei COI_tfat
1f. 1 sefV!zi.o per dell'impostasullabasedelleali-
ml. anE tenere! IV~ Iolccupal~~oalnal- quote 2012. Ma 600 sindaci le 1. per garantire a qu 1ta e h "à t t ull .
·e& fi dal c anno gi aumen a es a pn-tanue ssate omune. La ma c I 50.0 n· . b
, d" · ffr . . asa. m 1om non co-onta 1quantos10 ea1tonne- rt" d" il d pe 1, Ice governo, avrete
si, ai genovesi, ai romani non di- recuperali voi. Facendo pagare pende dalla proprietà, pubblica di nuovo l'Imu. Cosa ne pensa? oprivata,madalcontrattodiser- <<Non siamo d'accordo. Il govizio. Se vogliamo servizi effi-vemofailfurbo.Hapromessodi denti, a costi per i Comuni eta-rimborsare tutta l'Imu e ora non riffeperi cittadini sostenibili, oc- rimborsa. Inaccettabile. Anche corresuperareiltabùdelpubbli-Perché non ha mai detto che co e aprire questi settori ai priva-avrebbe coperto solo in base alle
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·"-1 dipendenti si difendono evitando il fallimento delle aziende e mettendo una clausola per garantirli
·~
Piero Fassino
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Settimanale
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Data 25-11-2013 Pagina 33 Foglio 1
La scure Inps sui professionisti senza albo DAUNAPARTEC'È L'INCUDINE DELLA CRISI, CHE STA FALCIANDO I FATTURATI. DALL'ALTRA C'È IL MARTELLO DEI SAlASSI PREVIDENZIALI DA VERSARE ALLA GESTIONE SEPARATA. OGGI SONO AL 27,7% MA CRESCERANNO FINO AL33%NEL2018 Andrea Rustichelli
D a una parte c'è l'incudine della crisi, che stafalcian
do i fatturati. Dall'altra c'è il martello dei salassi previdenziali da versare alla gestione separatadell'Jnps: oggi arrivano ai 27,7%, ma dai prossimo anno, secondo la legge 92/2012 (la famigerata "legge Fornero"), dovrebbero aumentare in vista del progressivo traguardo finale del 33%, previsto per il2018.
La rivolta contro la crescente pressione previdenziale sta compattando l'eterogeneo popolo delle partite I va senza albo: quell'universo bipolare, sempre più convergente, di professionisti e lavoratori parasubordinati iscritti alla gestione separata dell'Inps, che procedono in stretto regime contributivo. Tanto che una serie di associa-
zioni di categoria, tra cui Acta, sta promuovendo unafortunata petizione online per lo stop ail'incremento dell'aliquota.
A dare un quadro puntualissimo sullo stato critico in cui versa il lavoro autonomo in Italia, in particolare quello delle professioni senza albo, sono i dati Inps 2012 in un rapporto, a cura dell'Associazione 20 maggio, appena presentato alla Camera. Lo scenario, elaborato da Patrizio Di Nicola dell'università "Sapienza", mostra una vistosa caduta occupazionale in tutto il comparto dei profili "atipici": in particolare i contratti a progetto subiscono un taglio di 45 mila unità, in un anno. <<Ma il segno meno, per la prima volta, grava nel2012 anche sulle partite I va:-21.446 rispetto ai 2011. E queste riducono fortemente anche il loro reddito lordo rispetto ail'anno precedente, che passa dai quasi 19milaeurodel20ll ai 15.5_00 del20 12>>, spiegaDiNicola.«Edanotarecome,perlepartite Iva, 1.000 euro lordi corrispondano, ai netto di previdenza e fisco, a circa 540 euro che restano 'in tasca ai lavoratore>>.
La politica sembra ora scuotersi dai disinteresse che per anni è gravato sul lavoro autonomo, non incardinato nei contratti collettivi e quindi meno controllabile. In queste settimanesonoarrivatigliendorsement da parte di vari esponenti di governo (il primo è stato Fassina) e parlamento (in prima fila il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano). E c'è ottimismo quanto a un possibile blocco dell'incremento dell'aliquota, da inserire nella legge di stabilità.
Da notare come i professionisti iscritti ad albi versino alle loro casse di categoria aliquote medie di circa il 14%, mentre i commercianti e gli artigiani stanno attorno ai 21-24%. Questo "spread" contributivo ai danni degli iscritti all'Inps è infiammato da un fondatissimo sospetto, che a dire il vero riguarda un po' tutti gli autonomi, anchequel!iconcassaalternativa: oggi il danno dei salassi e domani la beffa realistica di pensionimiserrime o inesistenti per unaoduegenerazionidilavoratori che smetteranno dilavo rare
nei prossimi aecenm. Secondo i dati Inps elaborati
da Di Nicola, gli aumenti dell'aliquota Inps e la legislazione confusa sono oltretutto controproducenti anche dai punto di vista del gettito contributivo: fra le partite I va, infatti, questo è diminuito dioltreil20%, passando da 1.260.338.349 euro nel20 11 a 1.000.164.606 euro lo scorso anno. «Aumentare le aliquote - afferma Di Nicola - non paga, in questo modo si spingono le persone verso l'economia grigia>>.
E se l'obbiettivo nell'immediato è ottenere il blocco dell'impennata contributiva, da più parti si chiede comunque una rivisitazione complessiva dell'impianto fiscale e previdenziale per gli autonomi. «Chiediamo equità contributiva e semplificazione burocratica>>, afferma il presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana. «Obiettivi che potrebbero essere raggiunti con azioni di defiscalizzazione degli investimenti immateriali, possibilità di scelta tra diverse opzioni di contribuzione, applicazione di aliquote e acconti sulla base del reddito dell'ultimo triennio>>.
SEMPRE MENO POSTI DI LAVORO ----------------------------------------------------?:.~! _________ --~~------------~~-----------?:~~!! __________ .~!~------------~~-~~------
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LA RIVOLTA La protesta contro i rincari contributivi decisi dallo Stato ha ricompattato l'eterogeneo popolo delle partite lva e dei cosiddetti parasubordinati che non hanno di solito una visione comune
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IL CALO DEGLI OCCUPATI Variazione 2012 su 2011
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Data 24-11-2013
LA STAMPA Pagina 9 Foglio 1 /2
Anche il sindaco M5S vuole privatizzare
Grillo protesta, eppure Pizzarotti fa come Doria GIL:SEI'PE SALVAGGICLO
Genova, l'altro giorno, Beppe Grillo ha partecipato alla manifestazione contro il piano del Comune che apriva la
strada a una parziale privatizzazione dell'azienda dei trasporti. Ha incitato i tranvieri alla «lotta all'ultimo sangue» perché «qui si stanno svendendo tutto» ma si può lanciare «una battaglia comune, epocale da estendere a tutta l'Italia» perché «i trasporti sono un bene pubblico e nessuno deve arrogarsi il diritto di venderli ai privati». Ma Parma, unico capoluogo amministrato dal Movimento 5 Stèlle, il sindaco Pizzarotti, .d'accordo col Pd, vende una quota dell'azienda di trasporto pubblico e affida la gestione ai privati..
L'azienda di Parma si chiama Tep (Tranvie elettriche parmensi) e gli azionisti, alla pari, sono Provincia (a guida Pd) e Comune (M5S). A differenza della genovese Amt, la Tep non è un carrozzone indebitato, ma una società sana e ricca. Dal 2001 chiude i bilanci in equilibrio, nonostante i tagli dei contributi pubblici, e sostiene il rinnovo ecologico del parco bus con l'autofinanziamento, caso raro nel panorama nazionale. Il bilancio 2012, il primo approvato come azionista dal Comune à guida M5S, si è chiuso con un utile record di 330 mila euro.
Nonostante questo, Pizzarotti
conferma la strategia di Pd e Pdl. Nomina un nuovo presidente, Mirko Rubini, che insediandosi prende l'impegno di «completare senza traumi il percorso di vendita e privatizzaZ'ione». E fa approvare dal Consiglio comunale l'affidamento ai privati della gestione deL trasposto pubblico, con una gara (la seconda, visto che il primo tentativo nel 2011 era fallito) per vendere a un privato il49 per cento del capitale della Tep alla cifra di 8 milioni di euro, Per allettare gli investitori, al privato vie-ne garantita, sia pure da una posizione societaria di minoranza, la nomina dell'amministratore delegato.
Nel programma elettorale di Pizzarotti, a questa soluzione non si fa cenno. In Consiglio comunale, il Pd chiede di valutare l'altra opzione, quella classica della gestione «in house», ovvero la conservazione di una società di gestione interamente pubblica. Ma la giunta risponde che, per quanto prevista dalla legge, è di fatto impraticabile. «Ci sarebbe piaciuta -spiega l'assessore alla Mobilità Gabriele Folli - ma una società pubblica entra nei vincoli del patto di stabilità, quindi crea più problemi di quanti ne risolva. In principio sono d'accordo con Grillo a non vendere, ma per farlo bisogna cambiare le leggi nazionali».
I sindacati parmensi contestano Pizzarotti con argomenti analoghi a quelli ascoltati negli ultimi giorni a Genova contro Doria: rischio svendita, servizio peggiore, timori occupa-
zionali. E quando anche la seconda gara va deserta, parlano di «buco nell'acqua» per le centinaia di migliaia di euro sprecate per advisor «lautamente retribuiti». Nicola Dall'Olio, capogruppo in Consiglio comunale del Pd favorevole all'affidamento ai privati, ne fa una questione politica «per' il doppiopesismo del M5S: a Genova fa barricate contro. l'ipotesi di privatizzare un'azienda fallimentare, a Parma privatizza un'azienda florida. Mi aspetto che Grillo venga a Parma a manifestare contro Pizzarotti».
Il contratto di servizio con la Tep, già prorogato tra una gara e l'altra, scade a dicembre. Provincia e Comune hanno poco tempo per prorogare la proroga e cercare una nuova soluzione. Una terza gara richiede un anno e non è priva di incognite: ha senso spendere altri soldi per un bando che probabilmente andrà deserto?
I privati non investono in un quadro incerto di finanzà pubblica. Come spiega Marco Ponti, economista del Politecnico di Milano, «i biglietti coprono il 30% del costo del trasporto pubblico, il resto si paga con sussidi pubblici. Le tariffe sono le più basse d'Europa, gli stipendi i più alti. Il tranviere di un'azienda pubblica guadagna il 50% più di un colleg;;~ in una privata. Gare di questo tipo sono una follia, non a caso gli anglosassoni nori fanno mai società miste, perché può finire in due modi: o il privato capisce che la gestione resta politico-clientelare e scappa, come accaduto a Genova; oppure corrompe il socio pubblico e s'impossessa dell'azienda».
È una battaglia epocale da estendere a tutta Italia, nessuno può arrogarsi il diritto di vendere ai privati
Ci sia m o mossi affinché un privato potesse affi a n ca rsi alla società per un determinato periodo
Fa utili per 3.30 mila euro ma Provincia e Comune
cercano un partner di gestione Beppe Grillo Leader MSS venerdì a Genova
Federico Pizzarotti Sindaco di Parma, MSS 25 settembre
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Data 23-11-2013
LA STAMPA Pagina 27 Foglio 1
IMMIGRATI E GIOVANI PRECARI LA SALVEZZA DEI CONTI INPS
WAI;nm PASSERINI
S ono i giovani precari e gli immigrati a salvare in corner i conti dell'lnps. Lasciando ai die~rologi. le ragioni c~e hanno spinto il presidente Antomo Mastrapasqua a dare l'allarme sui
conti del nostro maggior ente pensionistico davanti alla Commissione bicamerale per il Controllo degli enti previdenziali, quelle frasi, forse incaute e subito rimangiate nel giro di poche ore, hanno permesso di scoprire il ve!~ che avvolge il nostro istituto di previdenza. Diventato da poco Super-Inps, infatti, si scopre subito il bubbone dell'Inpdap (pubblici dipendenti), il cui assorbimento ha portato in dote all'istituto 7,1 miliardi di deficit e 17,4 miliardi di disavanzo, portando il patrimonio da 41,2' a 21,8 miliardi, contribuendo a far chiudere il bilancio Inps con un rosso di 10 miliardi, ma si svelano altre storture del nostro sistema previdenziale. L'Inps è stato usato spesso come Croce Rossa e ambulanza per troppe patologie. Già il gioco si era fatto duro per i suoi conti, quando una decina di anni fa a confluire nell'istituto fu l'lnpdai, l'ente pensionistico dei dirigenti industriali che versava in profondo rosso, regalandò allo Stato un debito di 3,6 miliardi e appesantendolo di 90 mila pensionati pagati da 83 mila dirigenti attivi. Ma oggi, nonostante la sostenibilità patrimoniale sempre garantita dallo Stato, si aprono nuove voragini e insostenibili ini-
quità. n paradosso indecente è che sono proprio due tra le categorie più bistrattate e penalizzate a reggere il rosso dell'Inps: i giovani precari e gli immigrati. Senza di loro la voragine sarebbe mostruosa. Collaboratori a progetto, partite Iva e iscritti alla gestione separata dell'Inps versano ogni anno oltre sette miliardi di contributi e non ritirano quasi nulla in pensioni (vista anche la bassa età media dei contribuenti); gli immigrati, che sono 2,7 milioni di contribuenti regolari, versano 7,5 miliardi in contributi e non ritirano spesso alcunché, perché mancano gli accordi bilaterali tra l'Italia e i loro paesi di origine. Pochissime sono le leggi di reciprocità, ha dichiarato qualche giorno fa il presidente dell'Inps, ricordando il caso emblematico ed eclatante, vista la drammaticità dei disastri che ha appena subito, delle Filippine, che è in attesa da quasi 20 anni. E' vero che a rendere pesante la situazione concorrono fattori economici di fondo é'non di gestione. n rapporto tra lavoratori attivi e pensionati sta avvicinandosi pericolosamente all'uno a uno. Per questo solo la ripresa e la crescita potrebbero fare entrare nuovi lavoratori e nuovi contribuenti. Ma anche a livello di gestione molte cose si possono fare. Per esempio, ed è un fattore di civiltà, dare avvio su tutta la platea di lavoratori attivi alla spedizione della ormai famosa busta arancione, chiamata così per il suo colore usato da tempo nei Paesi scandinavi. Uno strumento che dovrebbe offrire a ogni persona l'estratto conto dei contributi versati e la simulazione sull'ammontare della futura pensione. Un diritto all'informazione tempestiva e trasparente, continuamente promesso e mai realizzato.
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DURA LEZIONE l giudizi dei cacciatori di teste
Prolissi, provinciali, fumosi Italiani bocciati in curriculum I ragazzi non sanno presentare all'estero in maniera q[icace i loro corsi di studio E così vanno subito in fumo i posti di lavoro. Ecco gli errori che li «condannano»
di Enza Cusmai iamo un popolo di poeti,
. creativi, amanti della fantasiamanonmettetecida-
ventura. In particolare, in Inghilterra,
Olanda e Germania, quando un selezionatore riceve un cv da parte di italiani, arriccia il naso.
vanti a un computer per scrive- Carlo Boldet-re un curriculum. Qui diventia- ti, meccanico mounverodisastro.Sicuramen- in Formula 1 te ci saranno delle eccezioni, ma è quello che pensano di noi alcuni «recrui-ter» (i selezio-natoridelper-sonale) stra-nieri che si so-no confidati sulsitoLinkie-sta.it. A loro piovono sulla scrivania fogli con descrizio-ni sterminate, incomprensi-bilieleuniver-sitàincuihan-no studiato i nostri conna-zionali, per quanto vali-de, risultano sconosciute o poco note. Le votazioni, inoltre, non corrispondono a quelleutilizzatenelPaese destinatario. E anche il nostro ambitotermine «doctor» è infelice: oltre confine il significato del termine è molto diverso. Morale: chi esamina le candidature di italianispessononriesceacapire chi si trova davanti e se il profilo corrisponde alle necessità indicate dall'azienda. Così diventano diffidentieperevitarelungaggini, cestinano. Fine dell'a v-
ha visionato moltissime candidature di connazionali alla ricercadi un impiego a Londra e critica i nostri giovani perché «sembra chenonfaccianoalcunosforzo per mettersi nei panni di un inglese che non conosce il sistema del nostro Paese». Per es e m-pio,illlOside-ve tradurre con un «first» e nessuno lo sa. Poi gli italiani inseriscono dati come sesso, data di nascita, che per gli inglesi sono addirittura elementi da censurare, perché discriminatori. In Olanda, invece, i recruiter non conoscono molto le università italiane e il loro interesse viene suscitato solo da Bologna, ma più per ragioni di marketing -la più antica università europea, Bocconi per l'area finanziaria e il Politecnico di Milano e Torino per lo sviluppo. Mentre in Germania, Lisa Kallenberg, la responsabile delle risorse umane
di Trivago, motore di ricerca che compara i prezzi degli hotel, spiega che «arrivano cv se nza lettera di presentazione o foto del candidato. E quelli che ci pensano, scattano istantanee privediognicontestoprofessionale».
C'è di peggio. Cison o cv scritti solo in italiano. «Non sempre si rivela una scelta utile perché, per usi interni, abbiamo bisogno che siano in inglese», osservailcapo del dipartimento in tono decisamente ironico.
Ma non bisogna scoraggiarsi e d'ora in poi è meglio seguire qualche dritta per suscitare attenzioneadistanzaeottenerealmeno un colloquio oltralpe. Su Internet i suggerimenti non mancano. L'Università di Pavia offre addirittura la tipologiagiusta per ogni paese europeo con tanto di esempio da seguire. A prova di deficiente.
InStudenti.italtreraccomandazioni sensate come scrivere il cvnellalinguadeglieventualifuturi datori di lavoro e tradurre anche tutti i titoli di studio elevotazioni. Bisogna evitare errori, sviste e refusi e una rilettura di madrelingua non guasta. Fondamentale inoltre è la lettera motivazionale scritta in maniera concisa. Bastano tre frasi ma efficaci e questo aumenta l'attenzione del selezionatore del lO%. In tutto curriculum vitae non deve superare due pagine, bandita anche una riga di più. Diversamente si rischia di essere cestinati all'istante. Se non è richiesto, va pure evitato il for-
mato europeo. Megliolatipologiacronologi
ca . Attenzione quando ci si rivol
geadunamul-tinazionale: uncvvienese-lezionato in 30 secondi, per cui è im-portante fare colpo, e subi-to. Occhio an-che ai perico-losi refusi: un cv su due vie-ne scartato al primo colpo per questo, quindi convie-ne controllare duevoltespel-lingegramma-tica. Ovvia-mente la can-didatura deve essere coeren-te con la posi-zione propo-sta. E quelle poco differen-ziate sono autolesionisteperchéilcandidato non avrà dimostrato attenzione all'azienda e a cosa essa cercava. In generale, comunque, bisogna sempre essere positivi ed esaltare le capacità migliori. Sono bandite le menzogne e peggioancorailuoghicomuni.Frasi tipo: «Sono versatile e socializzo in fretta», sono il modo migliore per trasformare un'ideale brillante carriera in una palla di carta nel cestino della differenziata.
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Sul sito Linkiesta.it le lamentele di chi seleziona il personale
CESTINATI Chi esamina
le candidature di italiani
spesso non riesce a capire
chi si trova davanti e se il
profilo corrisponda dawero alle
necessità indicate
dall'azienda. Così i
selezionatori diventano
diffide n ti e per evitare perdite di
tempo, cestinano
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Pensioni, salgono prelievo di solidarietà e rivalutazione
LAURA MATTEUCCI MILANO
U n prelievo di solidarietà sulle pensioni d'oro più esteso, che dovrà servire ad ampliare la
possibilità di rivalutare quelle più basse. L'emendamento alla legge di Stabilità, depositato l'altra sera dai due relatori Antonio D'Alì (N dc) e Giorgio Santini (Pd), dovrebbe gettare acqua sul fuoco della polemica innescata alla presentazione della manovra, per l'esclusione dalla piena indicizzazione degli assegni previdenziale a partire da quelli pari a quattro volte il minimo Inps (o w ero assegni da 1924 euro lordi mensili). Che ora, invece, verranno ricompresi nella rivalutazione allOO% per i prossimi tre anni.
LA PLATEA L'emendamento tende infatti ad awicinare le due platee: il prelievo del 5% scatterà a partire dagli assegni pari a 14 volte il minimo (6.740 euro lordi mensili, circa 90mila euro lordi all'anno), e non più dai 150mila euro, il che significa che saranno coinvolte circa 37mila pensioni (su 23,4 milioni), dalle circa 3.600 previste in origine. n prelievo, che rimarrà a!S% fino alle pensioni
pari a 20 volte il minimo (9.620 euro al mese) poi aumenterà in proporzione all'assegno: salirà allO% per quelli tra le venti e le trenta volte il minimo (fino a 13.949 euro), per arrivare al15% nel caso di assegni che superano questa soglia. Lo schema originario prevedeva un contributo del 5% per i trattamenti previdenziali sopra la soglia dei 150mila euro lordi l'anno, come si è detto, del lO% per quelli che oltrepassano la soglia dei 200mila e del15% per gli assegni dai 250mila euro in su. Adesso, saranno oltre 34mila in più rispetto aprima gli assegni sui quali si dovrebbe operare il prelievo. La platea delle pensioni d'oro toccate dall'operazione, insomma, sale di parecchio rispetto allo schema iniziale. E le somme prelevate verranno acquisite dalle competenti gestioni previdenziali obbligatorie, anche con l'obiettivo di concorrere al finanziamento degli interventi a favore degli esodati.
Ma non solo. L'altra faccia della medaglia di questo modesto prelievo sarà un miglioramento della situazione degli assegni più bassi. La stesura iniziale del di prevedeva che la rivalutazione piena dei trattamenti pensionistici (al 100% dell'inflazione calcolata sul'indice Ipca) insistesse solo sugli assegni fino a tre volte il minimo (1.443 euro), poi venisse limitata al 90% per quelli fino a quatto volte il minimo (1.924 euro), scendesse al 75% per quelli fino a cinque volte il minimo e al 50% - ultimo step -per quelli di importo superiore ai 2.405 euro. Con l'emendamento depositato, in sostanza, si sale di un gradino già dal2014. E, a conti fatti, saranno circa 20 milioni i pensionati che beneficeranno della rivalutazione al
100%. Il parlamentare Pd Cesare Damia
no, che della questione pensioni ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia, considera l'emendamento <<un passo avanti, anche se non ancora sufficiente». Per chiarire, la parte che riguarda l'estensione del contributo di solidarietà de!S% lo trova d'accordo: <<È importante fissare l'asticella a 90mila eurodice - Almeno rifuggiamo dai tentativi di chi pensa che il contributo lo debbano dare non solo le pensioni d'oro, ma anche quelle d'argento, e magari pure quelle di bronzo». Tra le varie proposte, infatti, c'era anche quella di estendere ulteriormente il prelievo, fino agli assegni di circa 77mila euro. Quanto alla questione indicizzazione, <<io ritengo - prosegue Damiano - che si dovrebbe ripristinare il meccanismo per fasce definito dalla Finanziaria 2012, che garantiva la rivalutazione fino a 6 volte il minimo e a tutti perlomeno l'indicizzazione di base». Poi aggiunge: <<Comunque, rimane aperto e tutto da chiarire il problema dei problemi, quello degli esodati>>.
I trattamenti d'oro interessati saranno 37tnila, su un totale di 23,4 milioni
Damiano: «Un passo avanti, ma il problema degliesodatiresta ancora aperto»
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STABILITÀ
Sconti fiscali ai redditi bassi Sì a proposta Pd Passa in commissione Bilancio del Senato l'emendamento presentato dalla pd Rita Ghedini che riscrive le norme sul cuneo fiscale. I benefici sono concentrati sui redditi più bassi e arrivano a 225 euro l'anno. Ancora da scrivere invece la normativa sulla service tax che dal prossimo anno sostituirà l'Imu e la Tares.
APAG.
Stabilità: sconti Irpef fino a 225 euro l'anno sui redditi più bassi
La commissione Bilancio approva la proposta P d sul cuneo fiscale Ma FI inizia la guerriglia parlamentare in vista del voto su Berlusconi e si astiene • Letta: «La legge sarà equilibrata»
B. DI G. ROMA
La commissione Bilancio del Senato, dove si esamina la legge di Stabilità, diventa un Vietnam per il governo. In vista del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi, fissato per mercoledì, i senatori di FI hanno deciso di astenersi, che in Senato equivale a voto contrario. La battaglia sulla politica economica si concentra sulla casa, materia su cui il governo si è riservato di apportare modifiche e riformulazioni a emendamenti già depositati, con l'intenzione di trovare l'intesa più larga possibile all'interno della maggioranza. Che a questo punto vuoi dire Pd, Se e N cd: FI comincia già a chiamarsi fuori.
Ma Enrico Letta si sente forte, dopo il voto del due ottobre e soprattutto dopo lo strappo di Alfano. <<Berlusconi non è un pericolo - ha ripetuto parlando a Berlino- oggi, dopo le divisioni del centrodestra sono più forte». Il premier sa che sulla Stabilità si giocherà gran parte della sua credibilità. Per questo non si fa prendere dal fuoco di fila dei berlusconiani do c contro gli aumenti fiscali. <<l conti si faranno alla fi-
ne e ci si accorgerà che la legge sarà equilibrata», replica. Il fronte delle tasse resta comunque molto caldo. Letta sa che a cavalcare lo scontento dei cittadini colpiti dai nuovi rincari ci si è messo anche Beppe Grillo, con tutto il suo carico di antieuropeismo. Ecco perché ha cercato di spiegare in Europa, e in Germania in particolare, che troppo rigore senza crescita farà crescere gli euroscettici, e sarà un problema per tutti. E lo sarà anche in Italia. Dunque bisogna continuare <<Con i conti in ordine per essere credibili» e spending review e dismissioni sono state ben accette a Bruxelles perché <<dimostrano che noi il debito lo vogliamo far scendere».
Tornando alla Stabilità, bisognerà aspettare ancora la giornata di oggi, per conoscere la formulazione finale della seroice tax. Il calendario dei lavori non è cambiato: il prowedimento è atteso in aula domani, e molto probabilmente dopodomani si chiederà il voto di fiducia sul testo che sarà varato dalla commissione. In questo modo si rispetterà anche la scadenza del27, fissata in quel giorno proprio perché doveva seguire l'approvazione della legge di bilancio.
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Verso tuta nuova fonnulazione del testo sugli stadi che esclude nuove costruzioni
La nuova Service tax attesa per oggi: manca ancora l'intesa nella maggioranza
Se sulla casa bisogna aspettare, c'è il via libera sulla nuova norma sul cuneo fiscale. La commissione ha approvato la proposta della senatrice del Pd Rita Ghedini, che favorisce i redditi più bassi con vantaggi in busta paga fino a 225 euro annui. Il taglio del cuneo viene rimodulato restringendo la platea tra gli Smila e i 35mila euro di reddito annuo, con la concentrazione dei benefici sui redditi più bassi. In particolare la misura favorirà quelli tra i l5mila e i l8mila euro. <<Siamo molto soddisfatti perché siamo riusciti a fare un primo passo per concentrare degli sconti fiscali per le fasce più deboli - ha commentato Ghedini dopo il voto -Per il momento non è stato possibile trovare il modo per darli in un'unica rata, quindi la detassazione sarà mensile».
Si va verso un'intesa anche sulla questione stadi, che negli ultimi giorni ha provocato parecchie polemiche. <<Sta maturando un'intesa sugli stadi senza l'edilizia abitativa, né vicina né lontana. Ci saranno solo servizi commerciali in un unico intervento. La priorità è di recuperare quelli esistenti», spiega il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giovanni Legnini.
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runità Tralenovitàintrodottedall'emenda- dal 2017. La norma si sommerebbe a
mento del governo, c'è una misura se- quella prevista nel decreto Imu che aucondo cui se i manager di società parte- menta l'accise dal 2015, nel caso in cui cip ate dai Comuni avranno due bilanci non dovesse arrivare il maggior gettito in perdita consecutivi potranno essere dalla rivalutazione delle quote Bankitalicenziati. Sempre il governo propone lia nel capitale delle banche. Legnini di far slittare di un anno (da inizio 2014 ha sottolineato che l'aumento presente a inizio 2015) l'aumento del prelievo fi- nella bozza di decreto costituisce solo scale sulle sigarette. Lo slittamento di una clausola di salvaguardia <<peraltro un anno comporterà oneri pari a 50 mi- differita di due anni- ha detto- C'è tutlioni di euro per il 2014. Nello stesso to il tempo per evitarne l'applicaziopacchetto di proposte anche quella ne». Sta di fatto che finora tutte le claudell'aumento delle accise sulla benzina sole di salvaguardia sono scattate auto-. . . ~ .
Data 24-11-2013 Pagina 6/7 Foglio 2/2
matJcamente: SI pensi solo m npetuti aumenti dell'Iva. Tra le altre proposte dell'esecutivo, anche la possibilità di accedere alla mediazione tributaria anche per le somme dovute al fisco per i contributi previdenziali e assistenziali non pagati senza pagare sanzioni o interessi sui contributi stessi. I relatori invece hanno depositato la proposta che riduce l'aliquota contributiva dovuta dai datori di lavoro del commercio e assimilati per le indennità economiche di malattia, che scende dal 2,44% al 2,40%.
Stabilità: sconti Irpef fino a 225 euro l'anno sui redditi più bassi
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Il 90% delle tredicesime finirà in tasse, rate e mutui LUIGINA VENTURELLI MILANO
Nell'ennesimo Natale di crisi che gli italiani si preparano a trascorrere, si può ben dire che le tredicesime che arriveranno tra poche settimane sono in realtà già state spese. Altro che attesa ed emozione per le festività di dicembre da onorare con tanto di regali sotto l'albero: solo un decimo della mensilità aggiuntiva sarà destinato agli acquisti. <<Una miseria», hanno commentato le associazioni dei consumatori, che non sarà sufficiente a rawivare i consumi né a risollevare la magra stagione dei commercianti.
Secondo Federconsumatori e Adusbef, infatti, il 90,9% delle tredicesime che tra poche settimane saranno recapitate a lavoratori e pensionati sarà usato per coprire spese fisse come tasse, bollette, mutui e tariffe varie. Probabilmente da mesi, causa necessaria pianificazione di ogni spesa extra, molti italiani si sono messi l'animo in pace sullo shopping natalizio per far tornare i conti di casa. Tanto più che quest'anno, per la seconda volta di fila, l'ammontare complessivo delle tredicesime sarà più basso dell'anno precedente con una contrazione che per il 2013 sarà dello 0,9% per un totale di 34,2
miliardi di euro. Vale a dire, 300 milioni in meno del 2012.
Nel dettaglio: bollette, utenze, ratei e prestiti vari bruceranno un valore di 12,4 miliardi, pari al 36,3% del totale, la Re auto assorbirà altri 5,9 miliardi, owero il17,3%, mentre 4,9 miliardi serviranno per pagare le rate dei mutui. Ancora: 4,1 miliardi di euro (il12%) se ne andranno per pagare le tasse di auto e moto, mentre due miliardi (il 6,4 %) spariranno per il canone Rai e 4,3 miliardi (il12,6%) serviranno per pagare le rate dei prestiti vari contratti in passato. Così, alla fine, rimarranno nelle tasche degli italiani solo 3,1 miliardi di euro, il9,1% del monte tredicesime, da poter spendere per fare i regali e allestire la tavola per il cenone oppure, per i più previdenti, da risparmiare per fu tre ed eventuali esigenze. <<Una miseria>>, appunto, <<che non servirà a rilanciare i consumi, nè ad alleviare le preoccupazioni di famiglie sempre più impoverite>>. LA CRISI DEL COMMERCIO Non stupiscono, dunque, l'ultima ricerca di Confcommercio, secondo cui oltre il 69% degli intervistati pensa che il Natale sarà festeggiato in maniera dimessa (erano il 66,4% l'anno scorso), n è i dati diffusi da Coldiretti e Deloitte, per i quali il budget per i regali scende-
• L'ammontare complessivo diminuirà dello 0,9% rispetto al 2012 Le famiglie potranno spenderne il 9,1% pari a 3 miliardi • Allarme esercenti: oltre 60mila chiusure da inizio annc
Vetrine natalizie FOTO I''FOP-!OTO
rà a 171 euro per famiglia, in calo del 5% sul2012.
Numeri preoccupanti, che non possono che tradursi negativamente sul settore del commercio e del turismo, nei quali, secondo le rilevazioni di Confesercenti, nei primi dieci mesi del 2013 si sono registrate oltre 60mila chiusure, per un saldo negativo tra serrate e nuove aperture superiore alle 22mila unità. Continua, in particolare, il tracollo della moda (abbigliamento, tessile, calzature e accessori), fino a pochi anni fa uno dei settori trainanti della domanda interna nazionale, che ha fatto registrare fino a mille chiusure al mese, con 9.083 cessazioni di attività registrate dall'inizio dell'anno. Nel frattempo, le nuove aperture sono state solo 4.473, per un saldo negativo di 5.330 unità. <<L'emorragia di imprese non si ferma, anche se si evidenzia qualche piccolo segnale di speranza>> ha commentato Confesercenti. <<Commercio e turismo sono schiacciati dalla crisi dei consumi interni, che è il segno distintivo della recessione italiana che, insieme a una deregulation degli orari e dei giorni di apertura delle attività commerciali che non ha eguali in Europa e che favorisce solo le grandi strutture, sta continuando a distruggere il nostro capitale imprenditoriale>>.
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runità Data 23-11-2013 Pagina 2 Foglio 1
Rischio contagio, tutte le città sono in crisi
MASSIMO FRANCHI ROMA
E ra solo questione di tempo. Il <<bubbone>> trasporto pubblico locale è scoppiato. E dopo Genova
è facile prevedere altre proteste lungo tutta la penisola. La situazione drammatica del Tpl è lo specchio fedele del taglio dei fondi pubblici e della desertificazione industriale.
Nessun altro settore industriale ha subito un taglio così profondo dei finanziamenti pubblici. In tre anni si è ridotto di ben 1,4 miliardi in tre anni: dai 7, 7 del 2010 (a quel tempo era un semplice trasferimento) a 5,3 miliardi del2012, ripartito dai quasi 5 miliardi statali e dagli 1,33 miliardi delle Regioni, competenti in materia. Se le Regioni hanno tagliato i servizi ferroviari, sono i Comuni a gestire il servizio su strada. Secondo i dati presentati proprio giovedì al convegno
l CONTI IN ROSSO DI ATAC
Le perdite dal 2003 al 2013
dati in milioni di euro
-150 ·128 ~127
-200
-250
-300
-350
della Filt Cgil le aziende del settore in rosso a fine 2013 saranno il 50 per cento. E l'escalation è impressionante: erano il 30 per cento nel 2011 e il 43 per cento nel 2012. Ci sono i buchi mastodontici dell'Atac (ben 319 milioni nel 2010) dovuti in buona parte alla Parentopoli di Alemanno, ci sono i tantissimi manager incapaci spesso provenienti dalla politica con stipendi milionari a pesare sui conti, ci sono i contratti di solidarietà o le cassa integrazioni fatte per far tornare un minimo i conti. <<Il sistema è crollato e ogni sindaco se la gestisce come riesce>>. Ecco dunque i biglietti orari a due euro, il taglio delle corse, il mancato rimpiazzo degli bus.
C'è poi un record di cui andare poco fieri. Quello del trasporto locale è il contratto nazionale scaduto da più tempo: sei lunghissimi anni. Tanto che proprio giovedì il governo è finalmente corso ai ripari convocando i sindacati sia per il contratto (giovedì con il sottosegretario al Lavoro Carlo Dell'Aringa) e per affrontare i problemi del settore al ministero dei Trasporti. <<Ma quello delle aziende municipali è un piccolo problema rispetto all'altro bubbone che sta per scoppiare>>, spiega Sergio Vetrella, assessore ai Trasporti in Campania e
*stime
~319
Fonte: A tac
coordinatore del settore per la Conferenza delle Regioni. <<Se le aziende municipali si possono privatizzare, noi Regioni abbiamo il vincolo europeo a indire le gare per i servizi su gomma e ferro. E con i tagli che stiamo subendo dovremo per forza ridurre fortemente il servizio con il rischio reale di tagliare anche la forza lavoro almeno dellO per cento: sui 120mila addetti del settore significano almeno 12mila posti di lavoro. Ed è una stima ottimistica. E in più per questi lavoratori non è previsto alcun ammortizzatore sociale>>, conclude amaro.
A monte di tutto c'è però la chiusura sostanziale di tutte le fabbriche che producevano autobus in Italia. Se l'Irisbus Fiatdi Valle Ufita (Avellino) è stata chiusa da Marchionne nell'estate del20ll e non vede ancora alcun spiraglio per riaprire, la BredaMenarini di Bologna (proprietà Finmeccanica) produce con il contagocce. E quei pochi autobus che si riescono a sostituire, siamo costretti a comprarli all'estero. Quelle dei treni non stanno messe meglio. Ansaldo Breda è l'anello debole del settore civile di Federmeccanica. Proprio giovedì i sindacati denunciavano il rischio di 600 esuberi nello stabilimento di Pistoia. Insomma, il burrone dei conti e il deserto della produzione. E la certezza della protesta.
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Pag. 124
Data 25-11-2013
IL SECOLO XIX Pagina 5 Foglio 1 /2
MOBILITÀ LOCALE NEL CAOS
l, SEG NAZI Sl
<<Il trasporto pubblico si salva solo I'USCI'D!O DEMAGOGII\
«A Genova sono spuntati i soliti professionisti del populisrno.
se diventa regionale» Ma hanno perso>>
Stop ai «politici trombati che diventano manager»
ILARIO LOMBARDO
ROMA. Una protesta si giudica dari,sultati, secondo Raffaele Bonanni. E quella che ha tenuto in scacco Genova per cinque giorni si può dire riuscita perché ha raggiunto il suo obiettivo. Il segretario della Cisl riflette su cosa è successo nel capoluogo ligure ma parla dell'I taliaintera, di cosa non va piùnellemunicipalizzate, di quali possano essere le soluzioni per il trasporto pubblico locale, e risponde al ministro Maurizio Lupi che al Secolo XIXha definito le privatizzazioni <<Un'opportunità» cui guardare «senza pregiudizi ideologici».
Le casse delle aziende del Tpl sono vuote, e se giudichiamo dai defici t di bilancio la gestione pubblica è stata fallimentare. Perché non aprire ai privati?
«La questione che si pone, dopo Genova, non è questa. Ma piuttosto come non permettere più che la politica sia allo stesso tempo controllore e controllata. Che le municipalizzate restino sotto la potestà degli enti locali mi pare un fatto scontato. Inaccettabile è invece che queste aziende si governino fuori da ogni schema industriale. La politica deve fare controllo e indirizzo, mano n può anche gestire. Ecco perché serve un ripensamento della gover-
nance». Di che tipo? «lnnanzitutto trovando manager
competenti e non raffazzonati o trombati dalla politica. La governance può restare in mano pubblica se tiene la politica fuori dalla gestione diretta, e si apre anche alla partecipazione dei lavoratori chiamati a esprimere manager di fiducia. Dirigenti capaci che possanodaregaranziesullavoro,suiservizi e sui costi».
Non è anche il sistema del Tpl a essere troppo gravoso così com'è? In tempo di crisi, lo Stato taglia e le amministrazioni dicono che non ci sono più soldi.
«<nfatti ben prima di introdurre un sano modello di governance, la cosa più importante da fare è dimensionare le m unici palizzate almeno su scala regionale. Gioverebbe agli enti locali, alla solidità delle aziende e ai cittadini che ne trarrebbero il vantaggio di prezzi più ragionevoli. Non può esistere che ognuno si fa la sua municipalizzata all'interno delle proprie mura».
Un'operazione del genere non comporterebbe tagli?
«Al contrario, ci sarebbero più certezze per l'occupazione. I servizi sarebbero estesi anche a popolazioni che ora ne sono escluse. Ci vogliono aziende che assumano una dimensione per competere su larga scala, garantendo efficacia, equilibrio nei conti e managerialità. Questo modello non per forza ha bisogno dei privati. M unici palizzate a carattere regionale dove gli
stakeholder sono da una parte i rappresentanti de gli e n ti locali, e dall'al tra i lavoratori, responsabilizzati dal co involgimento nel processo decisionale».
Torniamo a quello che è successo aGenova.Arrivareabloccarelacittà per cinque giorni e minacciare le istituzioni: non le pare una protesta sproporzionata rispetto alla vertenza in ballo?
«Se si arriva a un accordo che prima era stato promesso ma è sempre stato rinviato, vuol dire che è un risultato che dà ragione a chi ha fatto la lotta. Poi è chiaro che la vertenza è stata adocchiata dai professionisti del populismo che volevano sfruttar la per loro interessi. L'esito finale li ha sbugiardati».
Sta parlando di Beppe Grillo? «Parlo di tanti. Che sia un ammoni
mento anche per la politica e le amministrazioni: le questioni aperte non possono essere lasciate a marcire. Sono anni che noi sosteniamo che gli appalti nel Tpl sono troppi. Eppure finora è stato così perché era una mangiatoia per molte vacche».
E il sindacato confederale, come ne esce? Le sigle autonome si sono messe alla testa delle proteste sin dall'inizio e nell'ultima assemblea c'è stata unadrammaticaspaccatu-ra nel fronte dei lavoratori.
«A me pare che il sindacato confederale nel suo complesso abbia, ancora una volta, dato uno sbocco alla vertenza, garantendone la soluzione, e sia stato in grado di gestire una situazione molto complessa. Questa è la nostra risposta a chi tenta ogni volta di incendiare le pulsioni an ti -sindacali».
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:IL GJ:ORNO nRastodeiCartino LA NAZIONE
Roma Nella Capitale, Atac ha chiuso il bilancio 2012 con una perdita di 157 milioni. L'azienda ha oltre 12mila dipendenti. Il biglietto per una singola corsa di autobus costa 1,50 euro
Milano L'azienda milanese Atm ha chiuso l'esercizio 2012 in attivo di 4,1 milioni !saranno 3 quest'anno). Ha poco meno di 9.300 dipendenti. Un biglietto urbano costa 1 euro e 50
Bologna Il bilancio di T per 12.450 dipendenti) nel2012 si è chiuso con un rosso di 8,9 milioni. Con l'aumento del biglietto a 1,30 euro, il Comune punta all'utile nel2014
Firenze Ataf è una delle poche aziende 'virtuose': nel 2012 ha chiuso il bilancio in attivo di 4,8 milioni. Ha 1.1 00 dipendenti. Il biglietto dell'autobus costa 1 euro e venti
-8J MILIONI DI EURO
Il disavanzo previsto nel 2014 per Amt.ll Comune si impegna a trovarne 4,3
EURO Stipendio annuo lordo del dg l contro i 22.650
di un neoassunto)
Data 24-11-2013 Pagina 5 Foglio 2/2
PER CENTO Secondo il sottosegretario ai Trasporti, D'Angelis, è la percentuale di aziende 'tecnicamente fallite' lsu un totale di 1.140)
MILIARDI DI EURO L'ammontare del Fondo unico nazionale per i trasporti locali, dopo i tagli lnel201 O era 6,4 miliardi)
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Data 24-11-2013
IL~MA.TTINO Pagina 41 Foglio 1
-La polemica
Graduatorie, il sindaco attacca Lettieri
Il sindaco Luigi de Magistris attacca Gianni Lettieri che con un esposto ha bloccatolo scorrimento delle graduatorie e l'assunzione di 230 giovani oltre a quella delle maestre e di 60 l su. «Letti eri -dice -non si è accorto che la campagna elettorale è finita. Lui non fa cose contro il sindaco ma contro la città, è contro Napoli». Un de Magistris tosto: «L'opposizione non si fa insultando, Lettieri ultimamente insulta, lo ha fatto in consiglio comunale e continua a farlo io non replico a gli insulti». Una risposta, questa all'accusa di clientelismo, giova ricordare che le graduatorie risalgono al concorso indetto alla giunta lervolino: «lo owiamente non rispondo con gli insulti perché sono un signore. Ma Lettieri ha fatto una cosa più grave in questi giorni, ha presentato un esposto infondato. Ho parlato con molti esponenti dell'opposizione che non sono d'accordo con lui». Ad ogni modo martedì il ministero dell'Interno dovrebbe decidere sull'esposto. Pronta la replica di Lettieri: «Ancora una volta de Magistris prova a cambiare la realtà: in 30 mesi non è stato capace di creare un posto di lavoro che fosseunoepurdi
non assumersi questa responsabilità, sposta l'attenzione su una mia nota che si riferisce esclusivamente alla famosa delibera del 14 di agosto, annullata, con la quale si assumevano illegittimamente e senza criteri meritocratici 27 dipendenti tra i quali il cognato dell'assessore al personale. Basta bugie»
li{);;;;; subito rimborso Imo o tasse più alte Bucodtn5nul!omdanpwnarcLasscssorcl'al!na:coslr<:lllmlchcamlurrc!sctvl21
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n Sole?]{! mmrn
Fisco GARANZIE DEBOLI
Il caos acconti L'attuale incertezza su importi e tempi rilancia il tema della tutela del contribuente
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Data
Pagina
Foglio
24-11-2013 6 1 /2
Niente penalità
l Tra i principi disattesi, quello dì non irrogare sanzioni in caso di incertezza legislativa
Ecco le norme che disarmano lo Statuto Dalla retroattività delle disposizioni alla scarsa chiarezza, cinque i principali blocchi di violazioni
Antonio I orio I dubbie e le perplessità di
questi ultimigiorni circa il pagamento degli acconti (e anche dell'Imu), fanno tornare di attualità il concreto valore dei principi sanciti dallo Statuto del contribuente (legge 212/2ooo) che da 13 anni, con la sua emanazione, avrebbe dovuto evitare proprio vicende come quella sugli acconti che, in questi giorni, si sta verificando.
In realtà, l'inosservanza dello Statuto da parte del legislatore e talvolta della stessa aniministrazione fmanziaria, nonché lo scarso valore attribuito a molti dei principi dalla giurisprudenza di legittimità, hanno, di fatto, svuotato di contenuti sostanziali la legge 212/zooo.
Così uno dei primi articoli dello Statuto (l'articolo 2) prevede che per assicurare l'accessibilità e la comprensibilità delle norme fiscali, le leggi e gli atti aventi forza di legge, che non hanno un oggetto tributario, non possono contenere disposizioni di carattere tributario, fatte salve quelle strettamente inerenti all'oggetto della legge medesima. Nei fatti, invece, i casi in cui negli ultimi dieci anni sono state introdotte modifiche alla normativa fiscale- contenzioso tributario, sanzioni, scadenze, proroghe - in atti più o meno urgenti che trattavano tutt'altro, sono innumerevoli
All'articolo 3 poi era stato introdotto il principio della efficacia non retroattiva delle çlisposizioni tributarie, le quali divengono (dovrebbero divenire) efficaci solo dopo la loro emanazione. Per gli adempimenti tributari le
norme diventano efficaci per i contribuenti addirittura dopo un termine minimo di 6o giorni dalla loro entrata in vigore. L'irretroattività delle norme tributarie avrebbe dovuto costituire principio generale del nostro sistema tributario. A fronte di un disposto normativo così chiaro, si verifica, al contrario, che ogni qualvolta vi sia una nuova norma, lo sforzo del legislatore prima, e dell'amministrazione dopo, è di affermare che si tratta di una norma procedurale e non sostanziale cosìritenendola applicabile anche per il passato. Dimenticando, in realtà, che anche le norme procedurali in materia tributaria che impongono nuovi oneri probatori e nuovi obblighi di documentazione, di fatto, finiscono per assumere un carattere sostanziale (si pensi a tutte le presunzioni in tema di indagini bancarie, esterovestizione, al raddoppio dei termini di decadenza).
Sulla chiarezza e motivazione degli atti, e quindi sulla loro motivazione, occorre invece segnalare l'attenzione della giurisprudenza di legittimità che, in varie occasioni ha censurato atti impositivi poco chiari e privi di una minima motivazione. I principi che maggiormente appaiono disapplicati e, in buona parte, svuotati di valore dalle interpretazioni fornite dalla giurisprudenza, attengono la tutela dell'affidamento e della buonafede (articolo 10) e le garanzie dei contribuenti sottoposti a controllo (articolo 12). I rapporti tra contribuente e amministrazione fmanziaria secondo la norma devono essere improntati al principio della collaborazione e della
buona fede. A fronte di ciò sono sempre maggiori i casi in cui gli uffici rendendosi conto di errori o di contestazioni del tutto infondate a seguito dei ricorsi dei contribuenti, modificano gli atti impositivi annullando i precedenti in autotutela, utilizzando così tale istituto, che doveva portare benefici ai contribuenti, in uno strumento per riproporre e correggere gli errori degli uffici.
Non dovrebbero poi essere irrogate sanzioni quando la violazione dipende da obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull'ambito di applicazione della norma o quando si traduce in una mera violazione formale. Su questo punto la giurisprudenza di legittimità ha fornito interpretazioni molto rigorose ritenendo raramente applicabile tale non sanzionabilità.
Infme le garanzie relative all'attività di controllo. L'ministrazione continua in molti casi ad ignorarle: ci sono uffici che fanno accessi e non rilasciano verbali, altri che nel verbale indicano espressamente le garanzie dell'articolo 12 e poi, non rispettandole nel prosieguo del controllo, riportano in atti che si è trattato di errori ortografici nel primo verbale. La giurisprudenza di legittimità, poi, m ipotesi di violazione delle garanzie previste dalla norma (durata, motivo, oggetto del controllo, assistenza del difensore) ritiene che l'atto impositivo sia comunque legittimo e quindi, di fa tto, il contribuente non ha alcuno strumento difensivo da far valere pur assistendo a violazioni di norme di legge a proprio danno.
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H quadro
l' atuto sancisce l'irretroattività delle disposizioni tributarie., Per gli adempimenti tributari le norme diventano efficaci dopo un termine minimo di 60 giorni da !la loro entrata in vigore. I termini di prescrizione e di decadenza degli accertamenti tributari non
no essere de ti
Secondo l'articolo 6 gli uffici devono informare il contribuente di ogni circostanza da cui possa derivare il mancato riconoscimento di un credito o l'irrogazione di una sanzione e astenersi dal chiedere documenti o altre informazioni già in possesso del Fisco o di altri uffici
bblici.
~~
S l'artico 10 non possono essere irrogate sanzioni, né richiesti interessi se l'errore del contribuente sia stato causato dal rispetto delle indicazioni del Fisco dallo stesso modificate. H contrib.uente è anche scusato quando il comportamento che ha determinato la violazione sia stato causato da fatti conseguenti a ritardi, omissioni o errori degli uffici fiscali o da incertezza sulla portata e sull'ambito di applicazione della norma tributaria
l'articolo 12 elenca specifiche '""""7"" il contribuente sottoposto ad accessi, ispezioni e verifiche del Fisco e della Gdf. Tra tutte le regole, è imposto l'obbligo di emettere un verbale conclusivo alla chiusura delle operazioni, dalla notifica del quale devono decorrere almeno 60 giorni
obbligatoria a · de H
Data 24-11-2013 Pagina 6 Foglio 2/2
Cassazione ha rìbaditoche eme non causa la nullità deUa successiva cartella. Anche per gli aw~rtamenti è prassi che il contribuente scopra delta pretesa solo con la notmca dell'atto.
l<~mitH.,•itE> Tutte !e come spe~sq accade,
corte non 1nvatidano l'atto ufffd inoltre non applicano comunque tali
di verifica non "eseguita tramite. accesso tavolino"
primadell'avvi~o di accertame_n_tcc.o ____ l,.. ___ ~--------·---·---------~
Ecco le nonne che disanncmo lo Statuto lWL """" rndl ~"'~"'"""'~"' ""'''-''" '~"'l~ lx<~ ~2
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Il giudizio dell'Europa Il VERTICE DEI MINISTRI FINANZIARI
l Eurogruppo favorevole I partner accolgono «positivamente»
l gli impegni presi dal governo Letta
Data 23-11-2013 Pagina 2 Foglio 1 /2
Commissione prudente Per Bruxelles al netto delle privatizzazioni serve una correzione dello 0,4% del Pii
La Ue approva le misure italiane Ma Rehn resta cauto: aspettiamo i dettaglieli dismissioni e spending review BedaRomano BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
L'Eurogruppo ha compiuto ieri una valutazione delle pagelle della Commissione sulle finanziarie del2014, «condividendo in generale le opinioni e le analisi» dell'esecutivo comunitario. A proposito dell'Italia, il cui progetto di bilancio è stato criticato da Bruxelles, i ministri delle Finanze «hanno accolto positivamente» le misure promesse dal governo Letta per ridurre il debito pubblico l'anno prossimo. La Commissione, però, ha messo l'accento sull'urgenza di «risparmi strutturali permanenti».
In una conferenza stampa ieri dopo la riunione, il presidente dell'Eurogruppo J eroenDijsselbloemha spiegato che i ministri delle Finanze dei cinque paesi - Finlandia, Lussemburgo, Malta, Spagna e Italia- ritenuti a rischio di violare gli impegni del Patto di Stabilità e di Crescitahanno espresso «il loro pieno impegno» a rispettare le norme europee. «Ci hanno spiegato come intendono far sì» perché l'andamento dei loro conti pubblici sia <<in linea con gli obblighi comunitari».
A proposito della situazione italiana, Dijsselbloem ha precisato che l'Eurogruppo ha ricevuto «assicurazioni» sull' efficacia delle misure di riduzione del debito «già nella pipeline», per usare l'espressione utilizzata dal ministro italiano dell'Economia Fabrizio Saccomanni, che così si è riferito alle privatizzazioni, alla spending review, allarivalutazione delle quote delle Banca d'Italia e all'operazione di rientro dei capitali. Nei fa tti Roma ha ricevuto ieri il bene~ fido del dubbio dai suoi partner. Durante la stessa conferenza stampa qui a Bruxelles, il commissario agli affari monetari Olli Rehn è sembrato meno accomodante. Si è riferito all'annuncio del governo Letta di un piano di privatizzazioni da 10-12
miliardi di euro, sottolineando «di aspettarne con impazienza i dettagli». Lo stesso vale per la spending review. «Speriamo <;li avere risultati rapidi fin dalle prima settimane del2014 in modo da tenerne conto in febbraio quando prepareremo nuove previsioni economiche».
Rehn ha stimato che, al netto delle annunciate privatizzazioni, l'ulteriore correzione strutturale necessaria nel 2014 per rispettare le regole sul debito sarebbe dello 0.401o del Pil. In questo senso, l'uomo politico ha messo l'accento sulla necessità di «risparmi strutturali permanenti» nella spesa pubblica. Per la prima volta quest'anno la Commissione europea ha presentato giudizi ex ante sulle finanziarie nazionali attualmente in discussione nei vari parlamenti prima della loro approvazione.
Il governo italiano è stato preso di mira perché la Finanziaria per ilzo14 non prevede una sufficiente riduzione del debito pubblico, rispetto agli impegni europei. Alla Spagna invece si rimprovera di avere inserito in bilancio previsioni di crescita troppo ottimistiche, tali d'a non consentire un calo sufficiente del deficit. «La strategia» che il governo ha delineato per raggiungere gli obiettivi di bilancio «complessivamente è passata» fra i partner dell'Eurogruppo, ha commentato Saccomanni. L'obiettivo dell'Italia è di convincere la Commissione a consentire una detrazione dal disavanzo degli investimenti pubblici. Il comu_nicato di ieri sera è stato oggetto di un acceso negoziato questa settimana. Roma avrebbe voluto evitare di essere citata. In compenso, tutti i paesi sono stati menzionati, e nella dichiarazione fmale c'è la promessa dell'Eurogruppo di «concentrarsi su una politica di bilancio che sia rispettosa della crescita economica».
La discussione di ieri è stata un delicato esèrcizio di pressio-
ne dei pari (peer pressure ). Dijsselbloem ha notafo che la riunione non era obbligatoria e che i giudizi della Commissione non sono vincolanti. Eppure, ha detto il presidente dell'Eurogruppo, la discussione tra i ministri è stata «Utile», «diretta e aperta». È ancora presto tuttavia per capire se i 17 si sono lasciati alle spalle ilzoo3, quando la peer pressure non funzionò e il consesso permise a Berlino e Parigi di disattendere il Patto.
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Eurogruppo
• L'Eurogruppo è l'organo di coordinamento che riunisce i ministri dell'Economia e delle Finanze dei 17 Stati membri che hanno adottato l'euro. L'idea è di rafforzarne i poteri affinché l'unione monetaria si doti nel lungo termine di una governance economica. Il COMUNICATO Nella dichiarazione finale i governi promettono di concentrarsi su una politica di bilancio rispettosa della crescita economica
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Pag. 133
Data 25-11-2013
LA STAMPA Pagina 7 Foglio 1 /2
ll Cavaliere cede allo sconforto "Mi faranno marcire in galera"
Si è convinto col tempo che il capo dello Stato abbia congiurato contro di lui "Se dichiarato incompatibile, dal giorno dopo mi salteranno addosso le Procure"
UGOMAGRI ROMA
erlusconi è nello stato d'animo disperato di chi pensa che ieri sia stata l'ultima sua domenica da uomo libero. Agli amici
rimasti fedeli (i «superstiti» come li chiama lui) confida con voce da oltretomba: «Mi faranno marcire in galera, e quando ciò avverrà, vi ricorderete della mia previsione ... ». Non c'è baldanza né sfida in queste parole, semmai la sconfinata angoscia di chi era balzato ai vertici massimi del potere e adesso si sente sprofondare sempre più giù. Stasera a cena riceverà Putin, in transito a Roma, e anziché dargli conforto la visita del presidente russo aggraverà il rimpianto del tempo che fu, la rabbia per quanto si addensa sul suo capo. Il Cavaliere (così lo raccontano quanti gli stanno vicino) non riesce a farsi una ragione della decadenza che sarà votata dopodomani al Senato. Più ancora della condanna per frode fiscale, considera l'espulsione dal Parlamento come uno sfregio insopportabile alla sua dignità. Spera ancora di rovesciare l'esito dei voto, si illude che sia possibile arrestare in extremis il conto alla rovescia grazie alle carte in parte arrivate e in parte no dagli States, di cui saremo messi a conoscenza nel pomeriggio tramite conferenza stampa. Grazie a quei documenti Usa, che Capezzane avendoli annusati considera «clamorosi», Berlusconi arriva a immaginare non solo di restare senatore, ma di essere scagionato dalla giustizia ita-
liana attraverso un ricorso che gli permetterebbe di tornare candido come un giglio e, udite udite, di ricandidarsi lui personalmente contro Renzi alle prossime elezioni politiche (ecco in che cosa realmente consiste il misterioso «colpo segreto» con cui Silvio vorrebbe stendere al tappeto il sindaco di Firenze, altro che dossier o sgambetti del genere).
Ma gli slanci di ottimismo sono sempre più rari. E con il giorno del giudizio che si avvicina, prevale a palazzo Graziali un senso cupo di prostrazione. «Si sta consumando un colpo di Stato con una precisa spietata regia politica», è la sintesi del pensiero berlusconiano. La nota quirinalizia che gli ingiunge di non travalicare i limiti della legalità è stata accolta dal Cavaliere come se la prova provata che Napolitano ha sempre congiurato contro di lui, l'ha indebolito mettendogli contro dapprima Fini e ora Alfano, ha permesso che i magistrati infierissero e adesso addirittura maramaldeggia trattandolo come un pericolo per la democrazia ... Se ieri sera avesse seguito il consiglio della Santanché, replicando personalmente al Colle, Berlusconi avrebbe forse evocato il25 aprile 2008, quando si recò a Onna per celebrare il25 aprile nei luoghi del terremoto. «La mia popolarità toccò vette mai raggiunte, e quel successo qualcuno non me l'ha mai perdonato», è il sospetto che avvelena l'ex-premier. Però poi almeno stavolta si è cucito la bocca, lasciando che in sua difesa si scatenasse contro il Colle la solita salva di dichiarazioni in batteria dei pasdaran «falchi» e «lealisti», non tutti ineducati per la ve-rità, alcuni anzi portati contro il Presidente della Repubblica sul filo del galateo costituzionale, come se Napolitano si fosse permesso di zittire
~4COtPO SEGRETO•~
Se dovesse rimanere in sella sarebbe pronto a sfidare Renzi alle prossime elezioni politiche
PRtGIONUiRO POUTfCO
Poi confida ai suoi «Passerò alla storia
come il Mandela italiano»
una libera forza politica democratica (tesi di Gasparri) trascurando gli articoli 17 e 21 della Carta repubblicana (glielo rimprovera Fitto, ormai numero due del partito). Oggi verrà consacrata la scelta dell'opposizione, con il «falchissimo» Minzolini che già gongola: «Finite le larghe intese, il rottamatore Renzi si troverà a braccetto con Formigoni, Giovanardi e tutti gli altri rottami della Prima Repubblica ... >>.
Ma di fare opposizione Berlusconi non muore dalla voglia. Teme di ritrovarsi ben presto in un cono d'ombra. Ciò che alla vigilia della decadenza più lo inquieta è pro-prio la distrazione collettiva, l'indiffe-renza dei più: lui che viene messo fuori gioco da un «golpe», e la vita che prosegue come se niente fosse, senza sdegno dei media, senza furori di popolo. Ultalia dovrebbe insorgere in sua difesa, e invece nemmeno una convulsione politica, uno scioglimento delle Camere, una crisi di governo, nulla di nulla. «Mi stanno buttando fuori della politica a tempo di record, in tre mesi fanno fuori il leader del centrodestra, e tutto questo dovrebbe passare sotto silenzio?». Nel tumulto dei sentimenti, con la rabbia che si alterna alla paura, in certi attimi il Cavaliere sembra preparato ad affrontare il «plotone d'esecuzione» con la camicia sbottonata sul petto e il grido «mirate qui». Ma subito dopo si coglie un uomo in preda alla prostrazione, se non addirittura atterrito dal destino che lo attende: «Se mercoledì verrò dichiarato incompatibile, dal giorno dopo mi salteranno addosso le Procure in gara tra loro con l'obiettivo di chiudermi in carcere». In quel caso, è certissimo Berlusconi, «passerò alla storia come il Mandela italiano». Ma da come lo dice ben si capisce che, potendo, rinuncerebbe volentieri a questo onore.
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Pag. 135
Data 23-11-2013
LA STAMPA Pagina 3 Foglio 1 /2
La legge di Stabilità lievita di un miliardo Pasticcio sulla seconda rata hnu: se il Comune ha aumentato l'aliquota nel2013 si pagherà la differenza
ROBERTO GIOVANNINI ROMA
In queste ore, in una sorta di «partita doppia», l'intreccio tra politica e assenza di risorse sta creando forti tensioni su due versanti:.la legge di Stabilità, e il decreto sulla seconpa rata dell'Imu. Nel primo caso i tempi stanno allungandosi, la manovra cresce come impatto di 1-1,5 miliardi, e il ricorso al voto di fiducia (con annessa uscita dalla maggioranza di Forza Italia) si avvicina. Sul secondo tema, continuano a mancare all'appello le coperture finanziarie per soddisfare tutte le esigenze. E si aprono due rischi: uno, che grazie all'ennesima· «clausola di salvaguardia» nei 2015 ci sia un rincaro delle accise sulla benzina. Due, che se il nostro Comune aveva aumen-· tato l'aliquota Imu tra 2012 e 2013, tocchi a noi versare comunque la differenza.
Non c'era ragione pèr~hé la
legge di Stabilità di quest'anno sfuggisse alla sorte di tutte le Finanziarie. Sulle scelte economiche e sociali si cristallizzano prima e si inveleniscono poi i problemi politici. A maggior ragione quando tutti i partiti, vecchi o nuovissimi, avrebbe tanto bisogno di fare mosse popolari.
Ma anche stavolta l'opzione del deficit e del debito (la tipica italian way per prendere voti) è totalmente preclusa dalle regole europee. Gli «ayatollah del rigore» contro cui ieri si è scagliato il premier Letta.
Il combinato disposto di questa situazione è che sulla legge di Stabilità stanno uscendo con fatica gli emendamenti dei relatori e del governo. La novità dovrebbe essere un incremento di 1-1,3 miliardi che il governo metterebbe in più sulla manovra, tagliando i contratti di leasing ma anche aumentandq qualche entrata. Con questi soldi si potrebbe rimpolpare le risorse
Sulla seconda rata lmu rio n c'è ancora chiarezza
per alleggerire la service tax (l'idea è che si paghi meno, tra lmu e Tarsu, del 2012, con detrazioni e un tetto per le aliquote che i Comuni potranno applicare) e rendere più visibile il bonus fiscale (che potrebbe riguardare solo i redditi annui fino a 30.000 euro l'anno). Tra le modifiche, l'auménto del Fondo taglia tasse di 602 milioni nel biennio 2014-2015. Tra i tagli, quelli imposti alle Authority, che dovranno risparmiare il 10%. Ma il cuore del provvedimento, vale a dire il cuneo fiscale e le nuove imposte sulla casa non sono state ancora trattate in Commissione, benché siano state al centro di incontri tra il governo, i relatori (Giorgio Santini del Pd e Antonio D'Alì di N cd) e la maggioranza. In nottata ulteriori incontri dovrebbero portare alla soluzione e a emendamenti. Intanto Forza Italia ha polemizzato verbalmente con il governo per tutta la giornata,
mentre in commissione Bilancio i suoi quattro rappresentanti hanno qualche volta votato in maniera diversa dalla maggioranza, senza però giungere a
E per coprire la casa spunta l'ipotesi-benzina Aumento delle accise possibile nel2015
una rottura vera e propria. Sulla seconda rata Imu, tra le
coperture per la cancellazione, c'è l'aumento.al128% per il2013 (e all27o/~ nel2014) dell'acconto Ires per banche e assicurazioni, e dal100% al101% per le società, oltre all'aumento delle accise su carburanti a partire dal 2015. Ma dal braccio di ferro tra governo e Comuni potrebbero finir male i contribuenti, chiamati a mettere di tasca lqro la differenza se i sindaci hanno aumentato l'aliquota tra 2012 e 2013.
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Pag. 136
LA STAMPA
Un giorno solo per votare mafmoalle23 Dal2014 arrival'election day (un giorno per tutte le
ora in più consultazioni) e il voto si svolgerà in una sola giornata,
Fino ad oggi dalle 7 alle 23. La manovra, si è votato nella sua stesura originaria,
fino alle 22, prevedeva già l'election day · m.a in 2 giorni ma la modifica allunga di
un'ora l'apertura dei seggi. L'emendamento del governo prevede anche che in caso di annullame]lto di elezioni comunali non si vada più alle urne entro tre mesi ma bisognerà aspettare la prima elezione utile.
Policlinici stanziati. 400milioni Cinquanta milioni di euro nel2014 e 350 milioni di euro
anni dal 2015 al 2024 ai policlinici degli atenei non statali. Lo
La cifra prevede un emendamento complessiva del governo alla legge di
copre gli anni stabilità che è stato finoal2024 depositato ieri sera in.
commissione al Senato. Il finanziamento, si legge nella misura, è «disposto a titolo di concorso statale per gli oneri connessi allo svolgimento della attività strumentali per i fini istituzionali».
iJ zone
Coperte: la Calabria,
Napoli e Palermo
per mnle La nuova aliquota. Prima era
all'1,5
PergliLsu
Data 23-11-2013 Pagina 3 Foglio 2/2
del Sud ci sono ilO milioni È in arrivo, anche per l'anno prossimo la conferma al sostegno per i lavoratori socialmente utili in alcune zone ad alto disagio del Mezzogiorno. La legge di stabilità dovrebbe stanziare 110 milioni di euro nel2014 per gli lsu calabresi, napoletani e palermitani. La misura è sempre tra quelle contenute nel pacchetto di emendamenti che il governo ha presentato in commissione bilancio del Senato.
4
Conti esteri sale l'imposta di bollo Il governo continua a lavorare per scoraggiare chi tiene i suoi risparmi . parcheggiati su conti all'estero, anche quelli depositati e regolarmente denunciati dai titolari. Uno degli emendamenti alla legge di Stabilità che il governo ha presentato in Commissione al Senato prevede infatti che l'imposta di bollo sui risparmi depositati all'estero passi dall'l,5 al2 per mille nel 2014.
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il Giornale l
Data
Pagina
Foglio
25-11-2013 8 1 /2
CRISI POLITICA La legge di Stabilità
Finanziaria senza risparmi Aumentano solo le spese A forza di emendamenti mirati si è injarcita la legge di Stabilità di strade da rifare, benejit da blindare o aziende in rosso da sanare. Per non parlare dei soldi ai precari
Antonio Signorini Roma Sarà la voglia di centro -fortissima nei palazzi, un po' meno tra gli elettori- ma quella del governo Letta più che una legge di Stabilità dinuovagenerazione sembra una finanziaria vintage. Già nata sotto auspici poco buoni, tra rinvii e misure poco chiare (ad esempio sulla casa), il disegno di legge del governo Letta sta attraversando una sessione di bilancio da modernariato. Infarcita di m ance e misure di ultradettaglio. Strade da costruire, benefici da confermare e associazioni dafinanziarie. Il tutto nascosto in matrioske di rinvii a leggi, testi unici e finanziarie. E passato con il placet del governo.
Spunta persino un sorta di condono. Un emendamento del Ncd conferma la sospensione dei contributi previdenziali per le imprese socio sanitarie di Sicilia,PugliaeMolise, con organici superiori alle
ILUNIKI A Dai s milioni per la viabilità a Verona ai fondi agli «enti bilaterali»
1.800 unità e che attraversino ris tru ttur a zio n i aziendali. Misura partita nel 2004 come sostegno alle zone colpite da calamità naturali e, via via, confermata. La delimitazione delle aziende che ne beneficeranno è ristrettissima, tanto che la copertura prevista è di 15milioni di euro in tre anni. La novità è che, a partire dal 2017, le aziende della sanità, in particolare si ciliane, potranno restituirei contributi non pagati in comode 360 (30 anni) rate, senza interessi. Platea ultraristretta anche per un emendamento che proroga di due anni, il non obbligo di iscrizione all' albo degli intermediari fin anziari (con tutto quello che comportain termini di adempimenti compreso l' antiriciclaggio) alle cooperative. A quanto pare
sono quasi tutte già iscritte, tranne una, in Puglia.
Dettagli,machedannol'idea di dove siano diretti gli sforzi di governo e maggioranza in queste ore. Poco ai contribuenti nel complesso, molto a bacini elett orali piccoli e micro.
Ad esempio, il primo emendamento governativo presentato in commissione riguarda, oltre alla T a v, che è senza dubbio untemagenerale, anche lastrada statale 372 «Telesina», il cui raddoppio sarà importante, ma sicuramente non tanto da impegnare una sessione di bi-lancio già complicata.
C'è anche un «soccorso» agli enti bilaterali, quelli creati da sindacati e associazioni datoriali, a spese dei lavoratori precari. Un emendamento ultracriptico del P d (primo firmatario Sangalli) sopprime la norma voluta dal governo Monti che riduceva dal20 14la quota di stipendio che i lavoratori somministrati dovevano versare al fondo al2,6%. Con questo emendamento, approvato, torna al4%. Un 1,4 di tasse in più nelle bustepagadei precari, già ridotte all'osso.
Poi P ederconsorzi. La rinasci-
ta della vecchia cassaforte Dc di votienonsolo (si veda/l Giornaledel22novembre) è definitivamente diventata una bandiera del N uovo centrodestra. Il senatore siciliano Giuseppe Marinello haripresentato un eme ndamento simile a quello bocciato diUgo Sposetti(Pd)chemira a fare tornare alla federazione, crollata all'inizio degli anni N ovanta per scandali e contiinrosso, una dote di 400 milioni in crediti. Poi 285 milioni fino al 2020 per la Guardia di finanza. Pocomale,senonfossechelealtre forza dell'ordine hanno dovuto stringere la cinghia. Poi cinque milioni, targa ti N cd, per il2015 «al fine di finanziare gli interventi per potenziare la reteinfrastrutturaleperlamobilità» con la Fiera di Verona.
Senza contare i lO i milioni perilavoratorisocialmenteutili della Calabria che si aggiungono ai 99 milioni destinati agli LsudiNapoliePalermo. Un ulteriore milione destinato ai comuni con meno di 50.000 abitanti per la stabilizzazione degli Lsu. Cattiva spesa pubblica che viene confermata e rafforzata. Come prima del bipolarismo, quando i voti si compravano al dettaglio.
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62° governo della Repubblica italiana
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Abolizione l APPROVATO del finanziamento · pubblico ai partiti Ma dal2016
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Eliminazione l NON APPROVATO aumento lva • dal21 al22"/, Dali" ottobre l'lva
è passata al 22°/o ~································································································································
Nuova legge elettorale
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LAPRESSE·L'EGO
Data 25-11-2013 Pagina 8 Foglio 2/2
AL LAVORO Alberto Giorgetti (a sinistra) e il presidente Antonio Azzollini durante i lavori
della commissione Bilancio del Senato che sta esaminando la legge di Stabilità [Ansa]
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