SNALS LombardiaRassegna Stampa di sab. 23, dom. 24 e lun. 25 novembre 2013 SNALS / CONFSAL L'Unita'...

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Rassegna Stampa di sab. 23, dom. 24 e lun. 25 novembre 2013 SNALS / CONFSAL L'Unita' 25/11/2013 GLI ATENEI DEL SUD IN RIVOLTA. "SENZA DOCENTI SI CHIUDE" Corriere.it 24/11/2013 ECCO PERCHE' LE NOSTRE SCUOLE RESTANO CHIUSE NEL POMERIGGIO L'Unione Sarda - Ed. Oristano 24/11/2013 INTERPELLANZA SULL'UFFICIO SCOLASTICO IN VIA LEPANTO Ciociaria Editoriale Oggi 23/11/2013 SCUOLA, BATTAGLIA AL TAR La Provincia Frosinone 23/11/2013 PROF SULLE BARRICATE il Tempo 25/11/2013 I SINDACATI SILURANO L'ERNANI DI MUTI Corriere della Sera - ed. Roma 25/11/2013 "VOGLIAMO SOLDI PER GLI STIPENDI" Adnkronos.com/IGN 24/11/2013 LIRICA: SINDACATI OPERA ROMA, SCIOPERO SU TUTTE RECITE DI 'ERNANI' la Repubblica - ed. Torino 24/11/2013 GTT, NIENTE MAXIDIVIDENDO AL COMUNE Corriere del Giorno di Puglia e Lucania 23/11/2013 LAVORATORI A.T. SECURITY SENZA STIPENDI DA LUGLIO Il Tempo - Cronaca di Roma 23/11/2013 L'ORCHESTRA RENDE OMAGGIO ALL'INFANZIA Informazione.it 23/11/2013 CISAL, GRAVE CARENZA DI PERSONALE - NON PIU' SOSTENIBILE NEL TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA. INDETTO La Repubblica - Cronaca di Roma 23/11/2013 OPERA, ULTIMATUM DEI SINDACATI "A RISCHIO L'ERNANI CON MUTI" Taranto Oggi 23/11/2013 CONFSAL-FESICA DENUNCIA LA SITUAZIONE DEI LAVORATORI DELLA A.T. SECURITY S.R.L. Testate on line 25/11/2013 ARTICOLI PRESI DAL WEB Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 25/11/2013 NORME - IL NUOVO APPRENDISTATO Corriere della Sera 24/11/2013 DOSSIER - INCONTRI, LEZIONI, TEATRO E WEB IL RISPETTO COMINCIA NELLE SCUOLE Corriere della Sera 24/11/2013 LE UTILI COMPETENZE SUL LAVORO CHE LA SCUOLA ANCORA NON INSEGNA (R.Abravanel) Corriere della Sera 23/11/2013 GITE SCOLASTICHE: NON SOLO MUSEI, ANCHE LABORATORI la Repubblica 25/11/2013 LA MATURITA' SI FA SPRINT ARRIVA IL LICEO DI 4 ANNI la Stampa 25/11/2013 I SUPERDIPLOMI CHE PORTANO NELLE AZIENDE la Stampa 23/11/2013 DALLA FONDAZIONE AGNELLI UN SITO PER SCEGLIERE LA SCUOLA la Stampa 23/11/2013 Int. a M.Rossi doria: "AULE SICURE? NON CARICATE I DOCENTI DI RESPONSABILITA'" Italia Oggi 23/11/2013 Int. a A.Ichino: LO STATO NON SA GESTIRE LA SCUOLA Avvenire 24/11/2013 A VERONA FAMIGLIE IN MARCIA PER PROMUOVERE LE SCUOLE PARITARIE Avvenire 23/11/2013 SCUOLA E FORMAZIONE PROFESSIONALE, IV CONFERENZA A VERONA DOMANI MARCIA POPOLARE PER PROTESTARE CONT L'Unita' 23/11/2013 SCUOLA, MOBILITAZIONE CONTINUA: OCCUPAZIONI IN TUTTA ITALIA il Gazzettino 25/11/2013 "SENZA LE PARITARIE SCUOLA AL COLLASSO" il Gazzettino 25/11/2013 MATERNE COSTRETTE ALLA COLLETTA ALIMENTARE

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Rassegna Stampa di sab. 23, dom. 24 e lun. 25 novembre 2013

SNALS / CONFSAL L'Unita' 25/11/2013 GLI ATENEI DEL SUD IN RIVOLTA. "SENZA DOCENTI SI CHIUDE" Corriere.it 24/11/2013 ECCO PERCHE' LE NOSTRE SCUOLE RESTANO CHIUSE NEL POMERIGGIO L'Unione Sarda - Ed. Oristano

24/11/2013 INTERPELLANZA SULL'UFFICIO SCOLASTICO IN VIA LEPANTO

Ciociaria Editoriale Oggi

23/11/2013 SCUOLA, BATTAGLIA AL TAR

La Provincia Frosinone 23/11/2013 PROF SULLE BARRICATE il Tempo 25/11/2013 I SINDACATI SILURANO L'ERNANI DI MUTI Corriere della Sera - ed. Roma

25/11/2013 "VOGLIAMO SOLDI PER GLI STIPENDI"

Adnkronos.com/IGN 24/11/2013 LIRICA: SINDACATI OPERA ROMA, SCIOPERO SU TUTTE RECITE DI 'ERNANI'

la Repubblica - ed. Torino

24/11/2013 GTT, NIENTE MAXIDIVIDENDO AL COMUNE

Corriere del Giorno di Puglia e Lucania

23/11/2013 LAVORATORI A.T. SECURITY SENZA STIPENDI DA LUGLIO

Il Tempo - Cronaca di Roma

23/11/2013 L'ORCHESTRA RENDE OMAGGIO ALL'INFANZIA

Informazione.it 23/11/2013 CISAL, GRAVE CARENZA DI PERSONALE - NON PIU' SOSTENIBILE NEL TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA. INDETTO

La Repubblica - Cronaca di Roma

23/11/2013 OPERA, ULTIMATUM DEI SINDACATI "A RISCHIO L'ERNANI CON MUTI"

Taranto Oggi 23/11/2013 CONFSAL-FESICA DENUNCIA LA SITUAZIONE DEI LAVORATORI DELLA A.T. SECURITY S.R.L.

Testate on line 25/11/2013 ARTICOLI PRESI DAL WEB Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 25/11/2013 NORME - IL NUOVO APPRENDISTATO Corriere della Sera 24/11/2013 DOSSIER - INCONTRI, LEZIONI, TEATRO E WEB IL RISPETTO COMINCIA

NELLE SCUOLE Corriere della Sera 24/11/2013 LE UTILI COMPETENZE SUL LAVORO CHE LA SCUOLA ANCORA NON

INSEGNA (R.Abravanel) Corriere della Sera 23/11/2013 GITE SCOLASTICHE: NON SOLO MUSEI, ANCHE LABORATORI la Repubblica 25/11/2013 LA MATURITA' SI FA SPRINT ARRIVA IL LICEO DI 4 ANNI la Stampa 25/11/2013 I SUPERDIPLOMI CHE PORTANO NELLE AZIENDE la Stampa 23/11/2013 DALLA FONDAZIONE AGNELLI UN SITO PER SCEGLIERE LA SCUOLA la Stampa 23/11/2013 Int. a M.Rossi doria: "AULE SICURE? NON CARICATE I DOCENTI DI

RESPONSABILITA'" Italia Oggi 23/11/2013 Int. a A.Ichino: LO STATO NON SA GESTIRE LA SCUOLA Avvenire 24/11/2013 A VERONA FAMIGLIE IN MARCIA PER PROMUOVERE LE SCUOLE

PARITARIE Avvenire 23/11/2013 SCUOLA E FORMAZIONE PROFESSIONALE, IV CONFERENZA A VERONA

DOMANI MARCIA POPOLARE PER PROTESTARE CONT L'Unita' 23/11/2013 SCUOLA, MOBILITAZIONE CONTINUA: OCCUPAZIONI IN TUTTA ITALIA il Gazzettino 25/11/2013 "SENZA LE PARITARIE SCUOLA AL COLLASSO" il Gazzettino 25/11/2013 MATERNE COSTRETTE ALLA COLLETTA ALIMENTARE

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Nova24 (il Sole 24 Ore) 24/11/2013 PROCESSO ALLA SCUOLA DIGITALE DEL FUTURO Roma 24/11/2013 MENSA SCOLASTICA, ACCOLTO IL RICORSO AL TAR Roma 23/11/2013 LA COSTITUZIONE A SCUOLA, MARTEDI' UN CONVEGNO il Sole 24 Ore 25/11/2013 IL PRIMO PRESTITO E' D'ONORE il Sole 24 Ore 25/11/2013 OTTO CLUSTER METTONO IN FILIERA LA CRESCITA il Sole 24 Ore 23/11/2013 UNA "PROFESSORSHIP" PER L'AVVOCATO Corriere della Sera 23/11/2013 Int. a R.De marte: "DIECI MESI A BARCELLONA E HO CAPITO CHE IL MIO

FUTURO ERA L'EUROPA" Corriere della Sera 23/11/2013 STAGE E PRESTITI PER CHI E' GIA' LAUREATO L'ERASMUS "PLUS" PUNTA

SUL LAVORO il Tempo 24/11/2013 Int. a L.Frati: IL RETTORE DELLA SAPIENZA: "E ORA I BENI SEQUESTRATI

VADANO AI RAGAZZI" Domenica (Il Sole 24 Ore)

24/11/2013 L'EUROPA RILANCIA L'ERASMUS

il Mattino 24/11/2013 "FONDI AGLI ATENEI, COSI' ATTIREREMO STUDENTI" il Mattino 23/11/2013 LABORATORI E RESIDENZE 58 MILIONI ALLE UNIVERSITA' Corriere della Sera 24/11/2013 CARROZZA DELUSA: "LE PRIMARIE? NON SI E' PARLATO DI CONTENUTI" il Giornale 24/11/2013 NESSUNO CREDE ALLA SPENDING REVIEW DI COTTARELLI Gente 03/12/2013 A 70 ANNI NON DEV'ESSERE UN OBBLIGO SPARIRE DI SCENA la Gazzetta del Mezzogiorno

25/11/2013 AZIONE CORALE IN DIFESA DEGLI ATENEI MERIDIONALI

Gazzetta del Sud 24/11/2013 FASSINA: IL "ROTTAMATORE" VUOI FAR CADERE IL GOVERNO Giorno/Resto/Nazione 24/11/2013 MARIA CHIARA CARROZZA Corriere di Bologna (Corriere della Sera)

23/11/2013 FEMMINICIDIO, IN ATENEO IL SEMINARIO E' OBBLIGATORIO+++

Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 25/11/2013 NORME - NIENTE PREMI DI RISULTATO SE MANCA LA VALUTAZIONE il Sole 24 Ore 25/11/2013 NELLE VETRINE DELLE AGENZIE 20MILA INCARICHI A TEMPO il Sole 24 Ore 25/11/2013 INSERTO - LA CASSA NON ESIME DALLA GESTIONE INPS il Sole 24 Ore 24/11/2013 "DAI TAGLI DI SPESA RISORSE AUTOMATICHE PER ABBATTERE LE TASSE SU

LAVORO E IMPRESE" il Sole 24 Ore 24/11/2013 UN CONTRIBUTO SULLE PENSIONI D'ORO il Sole 24 Ore 24/11/2013 ACCORDO CON TENSIONE A GENOVA il Sole 24 Ore 24/11/2013 SODDISFATTO SOLTANTO UN ITALIANO SU TRE il Sole 24 Ore 23/11/2013 ANCHE AI LAVORATORI UNA QUOTA DEL "CUNEO INAIL" il Sole 24 Ore 23/11/2013 VERSO LA PROROGA DEI CONTRATTI A TERMINE il Sole 24 Ore 23/11/2013 PICCOLA MOBILITA' IN SOSPESO Corriere della Sera 24/11/2013 FERMATA LA PRIVATIZZAZIONE TORNANO I BUS DI GENOVA Corriere della Sera 23/11/2013 GENOVA FERMA INSIEME AI BUS CORTEI E PROTESTE DEGLI AUTISTI Corriere della Sera 23/11/2013 I LAVORI (A CARO PREZZO) TROVATI DALLO STATO la Repubblica 25/11/2013 I LAVORATORI: "SE IL SINDACO CI RICEVERA' NIENTE SCIOPERO" la Repubblica 23/11/2013 RIFORME SOTTO TUTELA EUROPEA ECCO IL PIANO UE PER L'ITALIA la Repubblica 23/11/2013 BUS FERMI, RABBIA IN PIAZZA GENOVA ANCORA NEL CAOS E GRILLO

CAVALCA LA RIVOLTA la Repubblica 23/11/2013 Int. a P.Fassino: FASSINO: "NOI PRIMI CITTADINI NON POSSIAMO

GESTIRE TUTTO GIUSTO PRIVATIZZARE ALCUNI SERVIZI" Affari&Finanza (la Repubblica)

25/11/2013 LA SCURE INPS SUI PROFESSIONISTI SENZA ALBO

la Stampa 24/11/2013 ANCHE IL SINDACO M5S VUOLE PRIVATIZZARE la Stampa 23/11/2013 IMMIGRATI E GIOVANI PRECARI LA SALVEZZA DEI CONTI INPS il Giornale 25/11/2013 PROLISSI, PROVINCIALI, FUMOSI ITALIANI BOCCIATI IN CURRICULUM L'Unita' 25/11/2013 PENSIONI, SALGONO PRELIEVO DI SOLIDARIETA' E RIVALUTAZIONE L'Unita' 24/11/2013 STABILITA': SCONTI IRPEF FINO A 225 EURO L'ANNO SUI REDDITI PIU'

BASSI

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L'Unita' 24/11/2013 IL 90% DELLE TREDICESIME FINIRA' IN TASSE, RATE E MUTUI L'Unita' 23/11/2013 RISCHIO CONTAGIO, TUTTE LE CITTA' SONO IN CRISI L'Unita' 23/11/2013 IL CONCORSO AL COMUNE DI ROMA Il Secolo XIX 25/11/2013 Int. a R.Bonanni: "IL TRASPORTO PUBBLICO SI SALVA SOLO SE DIVENTA

REGIONALE" Giorno/Resto/Nazione 24/11/2013 ACCORDO CON RISSA, I BUS RIPARTONO IL TRASPORTO A GENOVA

RESTA PUBBLICO il Mattino 24/11/2013 GRADUATORIE, IL SINDACO ATTACCA LETTIERI il Sole 24 Ore 24/11/2013 ECCO LE NORME CHE DISARMANO LO STATUTO il Sole 24 Ore 23/11/2013 LA UE APPROVA LE MISURE ITALIANE la Stampa 25/11/2013 IL CAVALIERE CEDE ALLO SCONFORTO "MI FARANNO MARCIRE IN

GALERA" la Stampa 23/11/2013 LA LEGGE DI STABILITA' LIEVITA DI UN MILIARDO il Messaggero 23/11/2013 MPS STRINGE SULL'AUMENTO DI CAPITALE il Giornale 25/11/2013 FINANZIARIA SENZA RISPARMI AUMENTANO SOLO LE SPESE

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Data 24-11-2013

COBBIEBE DELLA SEB Pagina

Foglio 1

ECCO PERCHE' LE NOSTRE SCUOLE RESTANO CHIUSE NEL POMERIGGIO

Pubblichiamo l'intervento di un lettore che risponde alla proposta del sindacato Snals-Confsal per !utilizzo delle strutture scolastiche anche nel pomeriggio con la formula dei docenti in intramoenia. ***** Sarebbe bello aprire la scuola anche al pomeriggio, se una scuola in Italia ancora esistesse. Ho avuto la fortuna di insegnare nella più prestigiosa scuola internazionale di New York, e vivendo lì accanto non ho mai visto spegnersi del tutto le luci, neanche a notte fonda. Ragazzi che si esercitavano a suonare gli strumenti nelle cabine insonorizzate, altri impegnati in palestra, chi lavorava al montaggio di un film, fino al coro degli insegnanti che provava nelle ore più tarde. Inutile che stia a raccontare quante strutture e quanto personale specializzato operasse alle spalle di quegli insegnanti. Mi limito a dire che nulla di quanto ho visto sarebbe praticabile in Italia. Continua ... Tags: aperte, docenti, intramoenia, pomeriggio, proposta, ripetizioni, scuole, sindacato [Ile hl m!! l

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Data 23-11-2013 informazione.it AGGREGAZIONE NOTIZIE/LINK

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Foglio 2/2

chiarezza la necessità di aggiornare il documento di valutazione dei rischi, con riferimento alla valutazione stress da lavoro correlato (art. 28 d.lgs. 81/08), datato 21/12/2011. Si evidenzia altresì, che il personale, già da circa un paio di anni, non è sottoposto a sorveglianza sanitaria, per mancanza del medico competente. Alla luce di quanto su esposto ed al fine di porre rimedio alla situazione sopradescritta, nonchè per tutelare l'integrità psico -fisica dei lavoratori, si è invitato il Presidente del Tribunale, a limitare l'attività giurisdizionale, che non può essere più supportata dal personale in servizio, che potrebbe incorrere in errori od omissioni, passibili di eventuali procedimenti penali, civili e amministrativo-contabili. In conclusione, non potendo più tollerare oltre la gravissima e non più sostenibile situazione di grave carenza di personale in cui versa il personale del Tribunale di Reggio Calabria -- che di questo passo molto presto porterà alla paralisi delle attività -- la scrivente OO.SS., ha comunicato che intraprenderà tutte le necessarie iniziative sindacali a tutela dei lavoratori, ivi compreso lo stato di agitazione Il Responsabile Nazionale UFFICIO COMUNICAZIONE E RAPPORTI CON LA STAMPA E MEDIA Antonello IULIANO Il Segretario Nazionale Fabio Schiavone Il Segretario Generale Paola SARACENI Tweet

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Data 23-11-2013 Pagina 8 Foglio 1

(Cil~I~'11!W.-,CII,DENUNCIALASITUAZIONE

DEI LAVORATORI DELLA A. T. SECURITY S.R.L. "Le prossime festività natalizie non

saranno tranquille per i lavoratori della A. T. Security, già Aldo Tarricone Sicu­rezza s.r.l.; così co me sereni non sono stati i mesi estivi". La denuncia arriva da Giancarlo Mazzilli, segretario regionale Confsal-Fesica del Comparto Vigilanza cd Investigazione. "Dall'inizio dell'an­no - si legge in una nota del sindacato -gli effettivi in servizio non ricevono con regolarità i propri stipendi; ad oggi i la­voratori non hanno percepito le mensili­tà a partire dal mese di luglio del 2013. Ed a ciò si è aggiunto anche l'avvio della Cassa Integrazione in Deroga fino alla fine dell'anno e delle procedure di mobilita'. La vicenda è stata più volte segnalata dalla al Ministero degli

Interni, alle Prefetture ed alle Questure competenti. "La responsabilità mostrata dai dipendenti è stata tale - prosegue la nota - da assicurare fino ad ora i servizi di vigilanza, nonostante l'evidente diffi­coltà. Tuttavia, la gravità della situazio­ne induce questa organizzazione sinda­cale a rendere nota all'opinione pubblica la situazione ed a chiedere a tutte le Isti­tuzioni ed agli Enti Locali un intervento volto ad assicurare la più ampia tutela dei diritti dei lavoratori nel ricevimento dei propri stipendi e nella conservazione dei propri posti di lavoro". La tli'ttll!'llld 1!mm seguirà l'evoluzione della vicenda non escludendo, in caso nulla cambi, di intra­prendere forme di protesta ed astensione dal lavoro.

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22/11/2013 Apriamo le scuole nel pomeriggio con i prof «privati»

di La Redazione Pubblichiamo la proposta per l’utilizzo delle strutture scolastiche anche nel pomeriggio di Marco Paolo Nigi, segretario generale del sindacato Snals-Confsal.

***** Di sicuro alla scuola servono molte cose, a cominciare da una didattica innovativa e da un organico pluriennale stabile (per intenderci, professori certi con la possibilità di fare una buona programmazione). Servirebbero anche investimenti. Ma, si sa, la coperta è corta. Ecco allora una proposta in grado di dare nuovo impulso al sistema. Si tratta, in sintesi, di aprire le scuole anche il pomeriggio, facendo seguire al tempo scuola vero e proprio un nuovo e diverso tempo di permanenza per valorizzare le inclinazioni, le motivazione e i talenti dei giovani. Questo tempo, opportunamente organizzato, risolverebbe bisogni di formazione e di socialità, con attività culturali, artistiche e sportive, andando incontro anche alle esigenze delle famiglie. Tutti noi conosciamo la difficoltà di portare avanti e indietro i figli più volte al giorno e non solo da scuola, ma dalla piscina o dalla palestra,dalla ripetizione, dall’ora di musica, cosa che richiede una perfetta organizzazione e spesso il coinvolgimento di altre figure familiari e non. Tempo, soldi, macchina, benzina, stress e via di questo passo. Certo, chi può manda i figli in scuole private o straniere dove viene praticato un tempo potenziato e dove gli insegnati sono presenti anche nelle ore di non insegnamento. Ma qui stiamo parlando di scuola pubblica e di come potrebbe migliorare in funzione del cambiamento sociale e familiare – in effetti, gli orari degli istituti nei giorni di lezione o la loro chiusura in determinati periodi sono circa gli stessi di sessant’anni fa. E’ ovvio che le attività formative non direttamente didattiche e i servizi aggiuntivi per gli studenti andrebbero affidate ad altre figure professionali in modo che non si creino confusioni di ruolo. Quanto ai finanziamenti, proverrebbero dagli enti locali (con interventi più mirati sul diritto allo studio) e dalle famiglie (con risparmi su altri fronti). L’apertura pomeridiana renderebbe possibile la più estesa e libera utilizzazione degli spazi scolastici per le attività extracurriculari ma, all’occorrenza, anche per il rinforzo dell’apprendimento curriculare vero e proprio. Quest’ultimo, chiamato attività di recupero, ma non sufficientemente finanziato dallo Stato che costringe le famiglie a ricorrere alle ripetizioni private, potrebbe essere svolto dai docenti delle scuole statali con oneri a carico delle famiglie. Ecco la proposta: prevedere, su base volontaria e libera, anche per i docenti, la possibilità di svolgere attività didattiche in maniera trasparente, sotto forma di uno speciale regime di intramoenia, con piccoli gruppi di allievi, ovviamente non appartenenti alle proprie classi. E’ una misura che può essere attivata ovunque, magari accompagnata da forme di defiscalizzazione, sia per le famiglie che per i docenti, e da forme di aiuto ai «veri poveri».

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A questo punto, parliamo di soldi. Sapendo di non essere nell’ottima Finlandia, che vanta i migliori livelli di apprendimento, o in altri paesi europei dove l’esperienza è adottata da tempo e con successo, preciso che la nostra proposta è conveniente e comunque non penalizzante anche dal punto di vista finanziario. I costi per tenere aperte le scuole di pomeriggio sarebbero contenuti a fronte di più luce, più riscaldamento per i mesi freddi, più sorveglianza e poco altro. Ci sarebbero i costi per il personale, ma sarebbero ri-pagati dalle famiglie e dagli enti locali, i quali a loro volta usufruirebbero di sgravi. A fronte di queste spese ci sarebbero notevoli vantaggi: più lavoro, più stabilizzazione, più incassi per l’Inps (si sa che meno posti di lavoro oggi significa avere meno pensioni domani) e per la finanza pubblica, più consumi in loco e maggiore trasparenza fiscale. E, inoltre, una maggiore serenità per le famiglie insieme a un contenimento delle manifestazioni di disagio giovanile. Il ministro Carrozza conosce il nostro progetto e si è detta favorevole. In effetti, qualcosa è stato avviato con l’ultimo provvedimento sulla scuola, ma sarà realizzato in poche scuole perché peserà come un macigno quel «ove possibile», citato dalla legge, che evidenzia i limiti economici e organizzativi per una sua diffusione vasta e sistematica. La nostra è sicuramente un’ipotesi per rendere la scuola più seria ed è sempre più condivisa e richiesta anche dalle associazioni degli studenti. Rappresenta, dunque, una strada percorribile per non dequalificare l’istruzione, ma anzi per far «ripartire» veramente la nostra scuola pubblica.

Marco Paolo Nigi, segretario generale Snals-Confsal

24/11/2013 Ecco perchè le nostre scuole restano chiuse di sera

di La Redazione Pubblichiamo l’intervento di un lettore che risponde alla proposta del sindacato Snals-Confsal (sopra riportata) per l’utilizzo delle strutture scolastiche anche nel pomeriggio con la formula dei docenti in intramoenia.

***** Sarebbe bello aprire la scuola anche al pomeriggio, se una scuola in Italia ancora esistesse. Ho avuto la fortuna di insegnare nella più prestigiosa scuola internazionale di New York, e – vivendo lì accanto – non ho mai visto spegnersi del tutto le luci, neanche a notte fonda. Ragazzi che si esercitavano a suonare gli strumenti nelle cabine insonorizzate, altri impegnati in palestra, chi lavorava al montaggio di un film, fino al coro degli insegnanti che provava nelle ore più tarde. Inutile che stia a raccontare quante strutture e quanto personale specializzato operasse alle spalle di quegli insegnanti. Mi limito a dire che nulla di quanto ho visto sarebbe praticabile in Italia.Per via di insanabili carenze innanzitutto normative, poi culturali, quindi strutturali, di

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capitale umano, di modelli organizzativi e – buon ultimo – di adeguate disponibilità finanziarie. Ma prima ancora di tutto questo mancano gli obiettivi. Manca una visione chiara del tipo di adulto che intendiamo istruire e degli strumenti necessari per farlo. Qua tutto è abbandonato al caso, e a dir poco abborracciato. E poiché non esiste neppure un controllo preventivo sui contenuti dei libri di testo, eccomi costretto a perdere mezz’ora per spiegare che la cartina dell’Antico Egitto sul libro di Storia è sbagliata: che il lago Nasser è del 1952, che il Nilo attraversava Menfi e che il Delta aveva un diverso profilo costiero. Ricominciamo dagli edifici e dai libri. Per favore.

23-11-2013 Miur, TFA sostegno: 'sì ai diplomati magistrale', ma sindacati divisi

- Alessandra Margiotta Il Miur lancia la proposta riguardo il TFA sostegno: permettere ai docenti che sono in possesso del diploma magistrale di poter accedere al TFA sostegno ma i sindacati a riguardo sono divisi. Dopo l’incontro avvenuto il 21 novembre e le pressioni in questi ultimi giorni, il Miur (Ministero Università Ricerca Istruzione) ha confermato la sua intenzione proponendo di permettere ai diplomati magistrale, considerato questo un titolo abilitante, di poter partecipare alla selezione per l’accesso alla frequenza TFA (Tirocinio Formativo Attivo) sostegno. Sindacati divisi: non tutti i sindacati hanno accolto con entusiasmo la proposta del Miur. Lo Snals ha risposto che se vengono presi in considerazione i diplomati magistrale allora si dovrà prendere in considerazione allo stesso modo chi ha conseguito una laurea entro l’anno accademico 2001/2002 e se si tratta di una laurea quinquennale entro l’anno accademico 2002/2203 per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Miur: L’amministrazione, rendendosi conto che la proposta ha sollevato polemiche e perplessità, ha preso un po’ di tempo per pensare e decidere sulla questione diplomati magistrale. Nei prossimi giorni ne sapremo di più aspettando anche la nota ufficiale del Miur. Bandi: nel frattempo molti bandi sono stati già pubblicati in diverse Università e scadranno tra qualche settimana. La questione diplomati magistrale deve essere risolta quanto prima per dare l’opportunità a questi docenti di iscriversi nei termini giusti prima della scadenza.

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Scuola: testate nazionali

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n nuovo apprendistato

Le regole per applicare correttamente il contratto

Giovani e lavoro: tre vie agevolate verso le imprese Formazione più agile e spinta all'alternanza · Convenienza e meno vincoli per i datori

cui benefici contributivi ed eco­nomici ai datori sono motivati in­fatti dalla natura formativa dél contratto) e i corsi regionali.

La competenza delle Regio­ni sul fronte della formazione ha fatto sì, però, che si conso­lidasserò nel tempo percorsi e regole differenziate sul ter­ritorio, con complicazioni no­tevoli per le aziende.

Il D176 dell'estate scorsa (con l'interpretazione che ne ha dato il ministero del Lavoro) ha pun­tato a semplificare la formazio­ne per l'apprendistato professio­nalizzante. Il decreto prevede in­fatti l'adozione di regole più uni­formi sul territorio nazionale, tramite linee guida già messe a punto dalle Regioni il17 ottobre, che attendono il parere del Go­verno e che dovrebbero essere approvate a breve in Conferen­za Stato-Regioni. In pratica, i cor-

Francesca Barbieri fusi dal ministero del Lavoro, re- si regionali saranno più brevi Valentina Melis lativi al secondo trimestre 2013, quanto più elevato sarà il titolo

Rendere più agile la forma- evidenziano un calo deh5,5% ri- di studio dell'apprendista. zione e spingere sull'alternanza spetto allo stesso periodo del Sempre nell'ottica della sem­tra scuola e lavoro. Sono le due 2012 (67.952 contratti attivati, il plificazione,poi,i1Dl76haprevi­direzioniimboccate dal Gover- 2,7%deltotale).Anchesesuque- sto che l'azienda debba inserire no, da questa estate, per favorire sti dati, va detto, incide sicura- nel piano formativo individuale l'occupazionedeigiovanitrami- mente la situazione generale di dell'apprendista solo la forma­te l'apprendistato. Un contratto difficoltà del mercato dellavoro. zione professionalizzante (cioè che negli ultimi anni ha subito di- le gara n zie curata dallo stesso datore dilavo­versi interventi di restyling, e in- La legge 92; 2012 ha puntato so- ro) in ba?e a ~uanto ~reved~n? i dica t o più volte- da ultimo nella prattutto sulla stabilizzazione contratti o gh accordi collettlVl. riformaFornero del 2012 - come degliapprendisti.Laduratamini- l'integrazione scuola-lavoro porta d'ingresso nel mondo del 1 · di · · ("

made contratto e se1mes1 1at- L'ultimo intervento normativa lavoroperlenuovegenerazioni. l l r . Il modello è la Germania, do- t~ s~:re e rego ~per g .l s.tagiO~~- per fare decollare il contratto ar­

h).L mgressodmuoVIgiOvanun riva dal decreto scuola (D l ve i posti da apprendista cresco- d · 1 11 · azien a e egato a a prosecuz10.- 10 ' 12013, convertito dalla legge no deh2% all'armo e un'impresa ali fi d 1 Lt1

su tre fatica a trovare candidati. ne del rapporto, a me e pen- 128/2013) che punta a dare slan-Ma l'Italia è ancora lontana, e le odo di formazione, con almeno cio alle due corsie più "periferi­riforme degli ultimi anni (il Te- il 50~/o ~egli ap~rendisti gi~ a~- che" dell'apprendistato: quello sto unico 167/2011, la legge sunti nei ~re armi precedenti. FI- perla qualifica e il diploma (ri-

6/ no a luglio 2015, questa percen- volto ai ragazzi tra i 15 e i 25 an-92/2h012• il DI d7 tt

201fr ttp'etr or.a tualehaottenutouno "sconto" al ni) e quello di alta formazione e non annopro o oe 1e 1 angi- E' di ·• c . . . . . · b .1. al · · 30 per cento. ventata pm 1a- ricerca (mdmzzato a1 g1ovam 1 1, meno sm numen, nono- 1 1 · d · ·1 ·

l c ul · lt' vorevo e per e az1en e, p01, l tra i 18 e i 29 armi) Il decreto da stante a 1orm a nsu 1 conve- di · 1 · . · . . 1. al . . . rapportotraappren st1e avora- un lato getta le basi per avviare

mentenspettoag 1 tnprmc1pa- · 'al' t' alifì t' · 1.. . . ll . . ( . ton spec1 1zza 1 e qu 1ca 1. un programma spenmentale ImcentlVIa eassunz10m s1ve- . . . dalagraficaalato). Il nodo formazione p~r s~olge~e pen?d1 ~~ fo~ma-

Dopo la leggera inversione di Uno degli ostacoli più grandi per ZIO ne m azienda nvoltl agh stu­rottaregistratanel quarto trime- il decollo dell'apprendistato ne- denti ~eg.li ultimi ~ue ~ni delle stre 2012 ( +5,2% di rapporti di la- gli ultimi anni è stata la regola- supenon nel tnenmo 2014-~

· · · al · d · · 2016 anche attraverso contratti voro att1vat1 nspetto peno o mentaz10ne della formaziOne, d' ' d' l · 1

d' precedente), gli ultimi dati sulle che ha un doppio binario: l'ap- l app.ren Istato ": a. stlpu a l

comunicazioni obbligatorie dif- prendimentoinazienda(icospi- apposite convenzioni tra scuo-

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le e imprese (un decreto ancora da emanare dovrà definire i re­quisiti delle imprese ammesse e il contenuto delle convenzio­ni). In più, debutta l'«Erasmus in azienda»: si stabilisce che in­tese ad hoc tra università ( esclu­se quelle telematiche) e azien­de (o anche in gruppo) possano promuovere progetti formativi congiunti per far svolgere allo studente un adeguato periodo di formazione nelle aziende sul­la base di un contratto di ap­prendistato. Si punta infine a so­stenere la diffusione dell'ap­prendistato di alta formazione nei percorsi Its (gli Istituti tecni­ci superiori, post diploma), an­che attraverso incentivi finan­ziari previsti dalla programma­zione regionale.

trRJPRODUZ!ONFR!SERVATII

Gli apprendisti È il numero di contratti registrati dall'Isfol

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L'identikit

LE TRE FORMULE

01 i Per la qualifica e il diploma

l limiti di età Possono essere assunti con questo contratto, in tutti i settori, anche per assolvere l'obbligo di istruzione, i ragazzi che hanno compiuto 15anni efinoa25anni Ladurata ~ Èdefinitain base alla = qualifica o al diploma da @~ conseguire: non può superare, per la parte formativa, tre anni, o quattro nel caso di diploma quadriennale regionale La trasformazione Dopo la qualifica o il diploma, si può trasformare in apprendistato di mestiere

Professionalizzante o di mestiere

I limiti d'età Possono essere assunti in tutti i settori, pubblici o privati, con il contratto di apprendistato professionalizzante i giovani di età compresa fra 18e29anni. Per chi ha una qualifica [Ql professionale,l'accesso ~~ puòaweniredai17anni f' La durata La parte formativa dura tre anni, cinque per gli artigiani La formazione La formazione professionalizzante, svolta sotto la responsabilità dell'azienda, è integrata dall'offerta formativa pubblica

IL TEST DI CONVENIENZA FRA GLI ALTRI INCENTIVI...

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03l Di alta formazione e ricerca

l limiti di età Il contratto può essere stipulato con giovani trai 18 anni compiuti (17sein possesso della qualifica professionale) e i 29 anni La durata È fissata dalle Regioni in accordo con le associazioni territoriali [E::::::-di sindacateeimprese. In assenza, l'attivazione è fissata in convenzioni tra imprese e università. Professioni L'apprendistato di alta formazione è consentito anche per svolgere il praticantato per l'accesso agli albi

Il calcolo del costo del lavoro per l'assunzione di una commessa in un'azienda del terziario al Nord con un numero di addetti tra 10 e 50: il primo grafico rappresenta il costo dell'assunzione senza alcuna

agevolazione; nel secondo caso si considera l'opzione del bonus giovani introdotto dal Dl76/20l3, nel terzo, il bonus per l'assunzione di disoccupati di lungo periodo (legge407 /90)

Commessa di quarto livello assunta senza bonus

··1.999,75

.............. 0,00

· Costo mensile per Il datore di lavoro M Risparmio mensile

L'opzione del bonus L'opzione del bonus per giovani da 18 a 29 anni per disoccupati da 2 anni

1.486,96 1.769,07

512,79 ..... 230,68

DURATA MASSIMA INCENTIVO DURATA MASSIMA INCENTIVO

... E L'ASSUNZIONE CON L'APPRENDISTATO

Con il contratto di apprendistato, che per sua natura è a tempo indeterminato, la commessa potrebbe avere un inquadramento inferiore peri primi 36 mesi, e passare al quarto livello solo dopo i

primi tre anni. I benefici economici legati all'apprendistato hanno una durata variabile in base al contratto collettivo nazionale di riferimento (in questo caso si considera il commercio)

Per i primi 18 mesi (inquadramento al6° livello)

Per i successivi 18 mesi (inquadramento

Per i successivi 12 mesi (inquadramento

al SO livello) al4 o livello)

1.499,62 ······1.605,88

.. ··393,87 .. ·····282,76

ESEMPJ A CURA DJ Ornella La equa e Alessandro Rota Porta

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n Sole?]{! mmrn u onUnecon

La Guida prosegue su internet Quali sono i passaggi per co­

stituire correttamente il rappor­to di apprendistato? Quali sono le condizioni per beneficiare de­gli incentivi normativi, economi­ci e contributivi previsti dalla leg­ge? A queste e altre domande è possibile trovare risposta nelle pagine seguenti. Ma non solo. L'approfondimento sul nuovo ap­prendistato, infatti, prosegue su internet, perché a queste pagine sul <<nuovo apprendistato» è ab­binato il forum online aperto da venerdì scorso, che offre ai letto­ri la possibilità di inviare i propri quesiti collegandosi allink www. ilsole24ore.com/ apprendistato.

Le domande potranno essere

inviate fino alle 18 di dopodoma­ni, mercoledì 27 novembre.

I quesiti devono essere brevi e chiari, evitando casi troppo specifici. Di seguito l'elenco del­le categorie tra cui scegliere per inviare i quesiti: - assunzione e gestione del rap­porto; -vantaggi normativi, contributi­vi ed economici; -i tre tipi di apprendistato: dirit­to-dovere, professionalizzante, alta formazione; - formazione dell'apprendista e accertamento; - ammortizzatori sociali per gli apprendisti. Per sciogliere i dubbi dei lettori è

Da domani le prime risposte

Fino alle 18 di mercoledì è possibile inviare quesiti sull'apprendistatoagli esperti del Sole 24 Ore.le risposte più significative saranno pubblicate sul Sole 24 Ore di domani e, a seguire, tutti i chiarimenti sarannqpisponibili online nella sezione www.ilsole24ore.com/opprendistato.

all'opera un pool di esperti del So­le240re: ,,, Alberto Bosco ,1, Doriana D'Ercole

Enzo De Fusco ,,, Marco De Santis

Giampiero Falasca Carmelo Fazio

1,, Ornella Lacqua '"'Alessandro Rota Porta "'' JosefTscholl

Diego Venneri. Le risposte più significative sa­ranno pubblicate sul Sole 24 Ore di domani e, a seguire, tutti i chia­rimenti saranno disponibili onli­ne nella sezione www.ilsole24ore. com/ apprendistato.

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LA GESTIONE DEL RAPPORTO

Le procedure

La check list per i nuovi contratti I vincoli e le regole da seguire su stabilizzazione, durata e sgravi contributivi

Alessandro Rota Porta

L'istituto dell'apprendista­to, al di là delle regole specifi­che che disciplinano le differen­ti declinazioni contrattuali, pre­senta alcuni tratti comuni, ai quali i datori di lavoro devono prestare attenzione, per instau­rare correttamente il contrat­to. L'articolo 2 del Testo unico (Dlgs 167/2o11) detta, infatti, le linee generali ma bisognatene­re conto delle modifiche appor­tate l'anno scorso dalla legge 92/2012. È opportuno, quindi, tracciare una sorta di check­list che le aziende possono se­guire per costituire il rapporto di lavoro con l'apprendista (si veda la tabella a lato).

Le condizioni In primo luogo, bisogna verifi­care la proporzione numerica con il personale già assunto.

Tra gli interventi sull'appren­distato disposti dalla legge 92/2012, va a vantaggio dei dato­ri l'elevazione - con decorren­za dallo scorso 1' gennaio- del rapporto tra numero di appren­disti che possono essere assun­ti e maestranze specializzate e qualificate in servizio. Questo numero è passato al rapporto di 3 a 2, per i datori che occupa­no più di 9 unità.

Un "paletto" da rispettare è poi quello della stabilizzazione (per le aziende da 10 dipenden­ti in su) introdotta sempre dalla legge 92, con i nuovi commi 3-bis e 3-ter dell'articolo 2 del Dlgs 167/2011, nella misura del 50% dei contratti di apprendi­stato stipulati nell'ultimo trien­nio, abbattuta al 30% fino al 17 luglio 2015. Da questo conteg­gio sono escluse, però, le cessa­zioni avvenute durante il perio­do di prova, per dimissioni o li­cenziamento per giusta causa.

Le aziende con organico infe­riore a10 dipendenti devono pe­raltro conformarsi alle disposi­zioni contrattuali: il Lavoro (circolare 18/2012) ha chiarito che queste sono obbligate ari­spettare il limite individuato dalla contrattazione collettiva, il cui superamento determine­rà la trasformazione del rappor­to di apprendistato in un nor­male rapporto di lavoro subor­dinato a tempo indeterminato. Secondo la tesi ministeriale, in queste ipotesi, infatti, il limite del Ccnl acquista valenza di li­mite "legale".

Se invece il Ccnl prevede li­miti omogenei, al di là della di­mensione dell'azienda, il para­metro fissato dalla legge 92 -

I CAlCOli Dal primo gennaio è più favorevole il rapporto tra apprendisti e qualificati per chi ha oltre nove dipendenti

con riferimento ai datori di la­voro che occupano almeno 10 dipendenti - prevale su quello contrattuale e solo al supera­mento di questo limite potran­no determinarsi le conseguen­ze sanzionatorie.

La riforma del lavoro, nel solco delle indicazioni già for­nite dal Lavoro con l'interpel­lo 40/zon, ha disposto la possi­bilità di allungare il periodo di formazione fino a cinque anni per le figure professionali dell'artigianato individuate dai Ccnl (nell'apprendistato professionalizzante).

La durata minima del rap­porto non può però essere inferiore a sei mesi, fatte sal-

ve le attività stagionali. Di notevole importanza è sta­

ta anche l'apertura data dalla legge 92 alla possibilità di ricor­rere all'apprendistato in staff leasingin tutti i settori produtti­vi, senza l'applicazione deilimi­ti che operano in via generale.

Peraltro, secondo l'accordo collettivo sottoscritto il5 apri­le 2012, sebbene la formazione debba comunque essere ero­gata dall'impresa utilizzatri­ce, secondo le regole previste dal Ccnl in cui opera, l'Agen­zia per il lavoro deve nomina­re un tutore formativo e può integrare la formazione, se questa risulta insufficiente.

Gli sgravi Per i benefici contributivi, biso­gna fare riferimento al messag­gio Inps 20123/2012 e alla circo­lare 128/2012, dove sono state evidenziate le modalità e le con­dizioni per ottenere gli sgravi dei contributi a carico dei dato­ri di lavoro che occupano fino a nove dipendenti, previsti per i contratti di apprendistato sti­pulati dali' gennaio 2012 al31 di­cembre 2016 (riferiti ai primi tre anni di contratto).

Le istruzioni dell'Inps hanno precisato che lo sgravio avvie­ne in conformità alla disciplina comunitaria degli aiuti n de mi­nimi<;", come previsto dal rego­lamento Ce 1998/2oo6. I datori dovrarmo quindi presentare te­lematicamente all'Inps - usan­do la funzionalità "Contatti" del Cassetto previdenziale aziende- una dichiarazione at­testante che, nell'anno di stipu­la del contratto di apprendista­to e nei due esercizi preceden­ti, non sono stati percepiti aiuti eccedenti i limiti complessivi "de minimis".

(ç) >\IPRODUZIDNE R:SEHVATA

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I passaggi-chiave

ti I'U'J'El.l, PREWIENIIAt;E E ASSISJEMfii!.._E

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• Dal1 ·gennaio 2013 il rapporto tra apprendisti e lavoratori specializzati e qualificati è calcolato nella misura di 3 a 2 • Restano escluse le aziende con meno di dieci dipendenti che mantengono il rapporto del100% • Se l'azienda non occupa maestranze qualificate o ne impiega meno di tre, può assumere al massimo tre apprendisti • Per le imprese artigiane restano in vigore le disposizioni della legge 443/85

Prima di assumere un apprendista, bisogna verificare il rispetto della clausola di stabilizzazione: • Si applica alle aziende con almeno 10 lavoratori e subordina l'assunzione di nuovi apprendisti alla prosecuzione del rapporto di lavoro, alla fine dell'apprendistato, di almeno il SO% degli apprendisti assunti dallo stesso datore di lavoro nei 36 mesi precedenti la nuova assunzione; la percentuale è ridotta al30% fino al17luglio2015 • Bisogna verificare anche l'eventuale fissazione di limiti da parte dei Ccnl

• Forma scritta (con possibilità di prevedere il patto di prova) • Piano formativo, redatto secondo le previsioni dei Cc n l • Durata minima non inferiore a sei mesi, escluse le attività stagionali • Retribuzione fino a due livelli inferiori rispetto alla categoria spettante, o retribuzione in misura percentuale, secondo il Ccnl • Divieto di retribuzione a cottimo • Presenza di un tutore o di un referente aziendale • Divieto di recedere dal contratto senza giusta causa o giustificato motivo

Gli apprendisti si escludono dal computo dei limiti numerici previsti da leggi e Cc n l per l'applicazione di determinate normative e istituti. Questo si riflette, ad esempio, sui licenziamenti individuali e in particolare sulla esclusione degli apprendisti dai limiti numerici previsti per l'applicazione dell'articolo 18 della legge 300/1970, oppure sulla non computabilità nella base di calcolo per il collocamento obbligatorio previsto dalla legge 68/1999

A seconda della tipologia dei datori di lavoro la contribuzione Inps a carico della ditta varia come segue: • Impresa con più di nove addetti: 10% • Impresa fino a 9 addetti: primo anno 1,5 per cento; secondo anno 3 per cento; terzo anno e successivi 10 per cento • Impresa con meno di 10 addetti, per gli apprendisti assunti dal1 • gennaio 2013 al31 dicembre 2016:1,61% peri primi 3 anni e 10% per gli anni successivi

Fino al31 dicembre 2012 gli apprendisti rimanevano tutelati dalle assicurazioni: Ivs, malattia, maternità, assegno per il nucleo familiare, infortunio e malattia professionale. Dal2013, secondo quanto previsto dalla riforma Fornero, sono destinatari dell'Aspi (i contributi a carico dell'azienda sono aumentati dell'1,61%)

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Le sanzioni

Senza formazione il datore integra i versamenti

li

Il giudice assegna dall'inizio l'inquadramento definitivo

Giampiero Falasca Semancalaformazione,l'or­

dinamento prevede diverse san­zioni. In primo luogo, si applica una misura ricavabile dai princi­pi generali civilistici. L'articolo 1428 del Codice civile dispone la nullità del contratto per mancan­za di un elemento essenziale, e la conseguente - eventuale - con­versione dello stesso in un diver­so contratto del quale contenga i requisiti di forma e sostanza (arti­colo 1424 del Codice civile).

Così il contratto di apprendi­stato ouò essere trasformato dal

giudi~e in un contratto subordi­nato a tempo indeterminato, ove il rapporto in concreto si sia svol­to senza formazione.

In più l'articolo 7, comma I, del Testo unico sull'apprendistato prevede che la violazione degli obblighi formativi obblighi il da­tore di lavoro a versare la diffe­renza tra la contribuzione versa­ta e quella dovuta con riferimen­to al livello di inquadramento contrattuale superiore che sareb­be stato raggiunto dal lavoratore alla fme del periodo di apprendi­stato, maggiorata delwo%, con esclusione di qualsia~i altra san­zione per omessa contribuzione.

In altri termini, se l'apprendi­stato è irregolare per mancata formazione, il datore di lavoro deve ricostruire la storia contri­butiva del dipendente, assegnan­do ab origine il livello fmale cui tendeva il contratto, e pagando i

Meno vincoli sui corsi esterni

Se l'apprendista non riceve la formazione prevista nel contratto e nel piano individuale, questa violazione non può essere sempre e comunque addebitata al datore di lavoro. La legge, infatti, tiene conto del fatto che la mancata erogazione della formazione può non dipendere da un comportamento elusivo del datore di lavoro, e pertanto attenua il rigore formale delle sanzioni per i casi nei quali il mancato addestramento dipende da altri soggetti.

Q!Iesto approccio graduale deriva dal pacchetto Treu (articolo 16 della legge 196/97) che ha introdotto l'obbligo di erogare una parte del percorso formativo all'esterno dell'impresa. Ciò ha chiarito che quando la formazione deve essere erogata all'esterno dell'impresa, il tradizionale obbligo del datore di lavoro (erogazione diretta dell'addestramento professionale) cambia di contenuto, diventando un

contributi previdenziale in rela­zione a tale livello. Dalla somma devono essere sottratti i contri­buti agevolati già pagati per l'ap­prendistato, e la somma va rad­doppiata Q!Iestasanzione esclu­del'applicazionediognialtrasan­zio ne per omessa contribuzione.

La mancata applicazione degli obblighi formativi dà luogo alla sanzione sopra indicata solo in presenza di due presupposti: de­ve impedire la realizzazione del­lefmalitàformative e deve dipen­dere dalla esclusiva responsabili­tà del datore di lavoro (ministero del Lavoro, circolare n. 5/2013). n primo elemento serve a selezio­ne solo le violazioni gravi, ed escludere l'applicabilità della sanzione per i casi in cui le viola­zioni non harmo compromesso l'attuazionedellefinalitàformati­ve del contratto.

n Testo unico prevede poi una

obbligo di cooperare con i competenti uffici pubblici per agevolare la partecipazione degli apprendisti ai corsi.

Per dare rilievo a queste situazioni, il Testo unico fa scattare le sanzioni solo quando dell'inadempimento è "esclusivamente responsabile" il datore. L'azienda, quindi, se è prevista la formazione esterna, deve mandare l'apprendista in formazione, ma se poi il soggetto pubblico o accreditato che deve erogare il corso non provvede,

Data 25-11-2013 Pagina 5/8 Foglio 6/14

fattispecie sanzionatoria diversa da quella collegata all'inadempi­mento degli obblighi formativi: l'applicazione di una sanzione amministrativa specifica per ogni violazione delle norme dei contratti collettivi che regolano la forma scritta del contratto, il patto di prova e il piano formati­vo individuale, il divieto di retri­buzione a cottimo, il sotto inqua­dramento e il tutore. Per ciascu­na violazione delle norme collet­tive che regolano questi aspetti, la legge prevede la sanzione am­ministrativa pecuniaria da 100 a 6oo euro (in caso di recidiva da 300 a1.500 euro).

Questa sanzione non si cu­mula con quella prevista dall'articolo 1, se sono conco­mitanti gli illeciti, in quanto la sanzione per la mancata for­mazione "assorbe", essendo più grave, tale fattispecie.

t; RIPRODUZIONE RISERVATA

l'inadempimento non può ricadere sul datore. Un altro caso nel quale si può verificare l'inadempimento formativo senza però l'applicazione di sanzioni al datore di lavoro è quello nel quale sia il lavoratore, in maniera volontaria, a evitare i corsi organizzati. Q!Iesto comportamento esclude la responsabilità aziendale e può anche dare luogo a sanzioni disciplinari.

G.Fa. tR!PfìDDUZIONER!SERVATA

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ti

Lo stipendio si può ridurre fino a due livelli inferiori Ornella Lacqua

L'apprendistato porta in dote al datore di lavoro un insieme di agevolazioni di varia natura, di carattere normativa, economico, contributivo e fiscale.

Bonus normativi ed economici Gli apprendisti si escludono dal computo dei limiti numerici previsti da leggi e Ceni per l'applicazione di determinate normative e istituti, a meno che non sia stabilito diversamente da disposizioni di legge. Questo si riflette, ad esempio, sui licenziamenti individuali e, in particolare, sulla esclusione degli apprendisti dai limiti numerici previsti per l'applicazione dell'articolo 18 della legge 300/1970; oppure dalla non computabilità nella base di calcolo per il collocamento obbligatorio previsto dalla legge 68/1999.

21

Per quanto riguarda le agevolazioni di carattere economico, il datore di lavoro, in base alle disposizioni del Testo unico e nel rispetto del Ceni applicato, può retribuire l'apprendista per tutta la durata del contratto fino a due livelli di stipendio inferiori rispetto a quello finale: alcuni contratti collettivi prevedono un percorso di avvicinamento al livello di "approdo", attraverso scatti intermedi (ad esempio legno-industria); in altri casi -per le qualifiche a più basso contenuto professionale- è stabilito l'abbassamento di un solo livello (come nel settore edilizia industria, per la qualifica al secondo livello finale); altri Ceni, come quello dell'edilizia artigianato o metalmeccanica artigianato hanno invece conservato la forma

N el periodo formativo recesso con giusta causa

N el caso in cui il datore di lavoro voglia interrompere un rapporto di apprendistato deve tenere conto di diversi aspetti.

Il Testo unico (Dlgs

ossia privo di giustificazione, vengono applicate le sanzioni a seconda che si tratti di tutela reale (articolo 18 della legge 300/70) o tutela obbligatoria (legge 6o4/1966), in base ai limiti dimensionali. dell'impresa e al pari della

generalità dei lavoratori dipendenti.

retributiva percentualizzata, rispetto allivello di retribuzione finale.

Incentivi contributivi e fiscali Il datore di lavoro versa in via generale, una contribuzione Inps a proprio carico, per tutta la durata dell'apprendistato, pari all'n,61 per cento; nel caso in cui occupi fmo a nove dipendenti e possieda i requisiti" de minimis" -per gli apprendisti assunti da gennaio 2012 a dicembre 2016-l'aliquotacomplessivasiriduce all'1,61% per i primi 3 anni. Il mantenimento delle agevolazioni per ulteriori 12 mesi dopo la trasformazione del rapporto (comma 9, dell'articolo 7, delDlgs 167 /zon) è limitato al solo caso di termine naturale dell'apprendistato e viene meno nel caso in cui il contratto sia "trasformato" anticipatamente.

Le spese sostenute per gli apprendisti sono totalmente deducibili ai fini Ira p.

t Rlf'ROUUZIONE fì!SERVATA

167 /zon) ha sancito, in linea con la prassi già consolidata in precedenza, che il contratto è a tempo indeterminato: pertanto- durante il periodo di apprendistato- si applica la disciplina generale legata a questa tipologia di rapporto.

La stessa norma vieta alle parti di recedere dal contratto durante il periodo di formazione in assenza di una giusta causa o di un giustificato motivo. Nel caso di licenzianlento illegittimo,

Diversamente, alla scadenza del periodo formativo, le parti possono recedere dal contratto, ai sensi di quanto disposto dall'articolo 2118 del Codice civile (libero recesso). In questa ipotesi, il preavviso deve essere rispettato con decorrenza dal termine del periodo di formazione o sostituito dalla relativa indennità (se il ree esso

avviene da parte del datore di lavoro), oppure recuperato come mancato preavviso dalle competenze di fine rapporto quando è il lavoratore a dimettersi, senza rispettare i termini. Se nessuna delle parti esercita la facoltà di ree esso al termine del periodo in questione, il contratto prosegue come ordinario rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.

Peraltro i termini di

preavviso dettati dal contratto collettivo nazionale di lavoro applicato, per la maggior parte delle risoluzioni, devono comunque essere rispettati: sul punto è intervenuta la

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riforma F o mero -attraverso una modifica al T est o unico -specificando che durante questo arco temporale trova ancora applicazione la disciplina dell'apprendistato.

Infme, anche per il licenziamento dei lavoratori apprendisti, effettuato dali' gennaio 2013 in avanti (anche nel caso del recesso al termine del periodo di formazione) è dovuto il cosiddetto ticket sul licenziamento introdotto dalla riforma F o mero (legge 92/2012): ogni dodici mensilità di lavoro si calcola un contributo mensile (pari al4J.% del massimale Aspi) fino a un massimo di tre mensilità, che va versato all'Inps.

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i.a 'liliO\ffi t~rtufll La legge 92/2012 ha apportato notevoli modifiche al panorama degli ammortizzatori sociali accessibili agli apprendisti. Se infatti il Testo unico sull'apprendistato del2011 non aveva disposto novità dal punto di vista delle tutele previste per questa tipologia di lavoratori, la riforma Fornero ha introdotto anche per loro la copertura contro la disoccupazione. A partire dal1' gennaio 2013, l'apprendista che abbia perso il posto di lavoro, trovandosi nella condizione di «disoccupazione involontaria», potrà accedere alle misure di sostegno al reddito previste per la generalità dei lavoratori, ossia l'Aspi e la mini-Aspi, a seconda dei requisiti che

possiede sul piano contributivo. L'accesso all'Aspi L'Aspi spetta all'apprendista al verificarsi di due condizioni: intanto, devono essere trascorsi almeno due anni dal versamento

Gli obblighi del datore La giurisprudenza valuta in modo rigoroso l'esatto adempimento degli obblighi formativi e di addestramento dell'apprendista a carico del datore di lavoro. Soprattutto i giudici di merito, hanno da sempre condotto una valutazione concreta della effettività della formazione impartita in azienda (tra le altre sentenze, si vedano la 182/2006 del Tribunale Savona e la 322/2013 del Tribunale Genova). Tutore piano individuale In particolare, i giudici hanno dichiarato che la mera presenza del tutorche, tuttavia, si limita esclusivamente a «definire le attività di monito raggio indicando gli ambiti su cui lavora re senza svolgere a favore del ricorrente alcuna specifica attività formativa e senza monitorarne il lavoro svolto» non costituisce circostanza necessaria e sufficiente per dichiarare assolto l'obbligo di addestramento (Tribunale di

. .: contributo contro la disoccupazione. Il biennio di riferimento si calcola procedendo a ritroso a partire dal primo giorno in cui il lavoratore risulta disoccupato. Deve sussistere poi il requisito contributivo, vale a dire la presenza di almeno un anno di contribuzione contro la disoccupazione nel biennio precedente l'inizio del periodo di disoccupazione. Viceversa, potrà essere richiesta la prestazione della mini-Aspi se ci sono state almeno 13 settimane di contribuzione (versata o dovuta) da attività lavorativa nei 12 mesi precedenti l'inizio del periodo di disoccupazione. La richiesta Per il riconoscimento delle indennità di disoccupazione Aspi e mini-Aspi, la domanda deve essere presentata all'Inps

dal lavoratore, esclusivamente in via telematica ed entro specifici termini, attraverso uno dei seguenti canali: web, servizi

Milano 3636/2012). Inoltre, è riconosciuta assoluta preminenza alla valutazione del pia no formativo individua le, anche sotto il profilo dell'onere probatorio che grava sul datore di lavoro: «Deve aggiungersi che non è neppure stato prodotto il piano formativo e ciò preclude al giudice di accertare se fosse previsto un piano formativo e se lo stesso sia stato attuato»: questa omissione non può che condurre a un giudizio di nullità del contratto di apprendistato, posto che determina il venir meno dell'aspetto caratterizzante la causa del contratto che è proprio la formazione dell'apprendista (Tribunale di Lodi 102/2013).

La linea della Cassazione Anche la giurisprudenza di legittimità, confermando il principio dell'accertamento in concreto della formazione erogata all'apprendista, aggiunge che le specifiche modalità di adempimento

telematici accessibili direttamente dal cittadino sul portale dell'Istituto, tramite Pin; attraverso il contact center al numero telefonico 803164, tramite patronati e intermediari dell'Istituto. La Cig in deroga Nelle ipotesi invece di contrazione o sospensione dell'attività lavorativa a causa di crisi aziendali, spettano gli

ammortizzatori in deroga: l'articolo 19, comma 8 del decreto legge 185/2008 (convertito dalla legge 2/2009) ha esteso l'applicazione di questo strumento anche ai contratti di apprendistato, per tutti i settori produttivi. Per ottenere la Cassa integrazione in deroga per gli apprendisti, al pari degli altri lavoratori, il datore di lavoro deve inoltrare istanza alla Regione dove ha sede l'azienda, dopo aver esperito le ordinarie procedure di consultazione sindacale. Qualora l'impresa,

dell'obbligazione non rilevano aifini del giudizio di accertamento: «Vale ricordare che questa Corte ha, in numerose pronunce, avuto modo di chiarire che l'apprendistato è un rapporto di lavoro speciale in forza del quale l'imprenditore è obbligato ad impartire nella sua impresa all'apprendista l'insegnamento necessario perché questi possa conseguire la capacità tecnica per diventare lavoratore qualificato. Affinché tale obiettivo possa essere raggiunto è necessario lo svolgimento effettivo, e non m era mente figurativo, sia delle prestazioni lavorative da parte del dipendente sia della corrispondente attività di insegnamento da parte del datore di lavoro (Corte di cassazione, sentenza 6134 del 2000). È necessario, peraltro, che lo svolgimento dell'attività formativa «sia adeguata ed effettivamente idonea a

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che intenda sospendere in Cigin deroga i lavoratori apprendisti, rientri nell'ambito dei trattamenti ordinari di Cigo o Cigs, dovrà presentare una domanda di Cigin deroga per gli apprendisti unita mente a un'altra domanda, volta a ottenere la Cigo o la Cigs, attraverso i canali tradizionali (si veda l'interpello del ministero del Lavoro 52/2009 ). Il requisito per beneficiare del sussidio è che l'apprendista abbia maturatò, alla data di inizio della sospensione per la quale viene richiesta l'integrazione salariale, almeno 90 giorni di anzianità lavorativa presso il datore di lavoro richiedente. La misura dell'integrazione è pari a quella prevista per la Cig a regime, vale a direall'80% della retribuzione, nei limiti del massimale rivalutato annualmente; mentre la durata del trattamento è regolata dagli accordi tra l'Inps e la Regione vigenti nei territori.

A. R. P.

raggiungere lo scopo del contratto, che è quello di attuare una sorta di ingresso guidato del giovane nel mondo del lavoro» (Corte di cassazione, sentenza 11265 del 2013). Pertanto, si può ragionevolmente concludere che, nel giudizio sulla genuinità del contratto di apprendistato, la giurisprudenza valuta, in primo luogo, l'effettiva sussistenza di un'attività di formazione erogata dal datore di lavoro. In secondo luogo, i giudici di merito valutano l'effettiva idoneità della formazione al raggiungimento della piena capacità professionale da parte dell'apprendista, anche alla luce di criteri sintomatici, come l'astratta idoneità del piano di formazione individuale al raggiungi mento dello scopo, la presenza di un tutori n azienda e l'attività da questi effettivamente compiuta.

Doriana D'Ercole :t Rlf'ROD~Jl:UM. R:SE RVAT A

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LA FORMA PROFESSIONALIZZANTE

Le linee guida in arrivo

Formazione regionale graduata Il periodo potrà essere differenziato in base al titolo di studio dell'apprendista

Enzo De Fusco Carmelo Fazio

Laformazionepubblicasarà obbligatoria, per l'apprendistato professionalizzante, a patto che sia prevista nella regolamenta­zione regionale e che ci sia una «adeguata» copertura fmanzia­ria. L'obbligatorietà scatterà an­che quando l'offerta formativa pubblica è definita come tale dal­la contrattazione collettiva. È quanto emerge dalle linee guida in corso di approvazione dalla Conferenza Stato-Regioni, che sonostateprevistedalDl76/2013 (convertito dalla legge 99/2013), con lo scopo di uniformare gli in­terventi regionali sulla materia.

I riflessi sulle ispezioni Con le linee guida varate dalle re­gioni, si afferma l'obbligatorietà dell'offerta formativa pubblica che ha per oggetto la formazione di base e trasversale per l'appren­distato professionalizzante. An­che se questa obbligatorietà, co­me precisato dal ministero del Lavoro con la circolare 35/2013, non potrà incidere sulla valuta­zione dell'ispettore riguardo alla legittimità del rapporto. In altri termini, sul piano ispettivo il rap­porto sarà considerato genuino se il datore di lavoro ha regolar­mente svolto e certificato la for­mazione tecnico-professionale. Mentre la formazione pubblica dovrà essere valutata esclusiva­mente con riferimento alla legit­timità del rapporto civilistico tra il datore di lavoro e il lavoratore.

La durata standard Le linee guida introducono standard di durata dell'offerta

formativa pubblica, determina­ti in base al titolo di studio che l'apprendista possiede all'as­sunzione. Così, i lavoratori sen­za titolo, con licenza elementa­re e/o di scuola secondaria di primo grado, dovranno avere una formazione obbligatoria di almeno 120 ore; i lavoratori che harmo il diploma di scuola se­condaria di secondo grado, di qualifica o anche di formazione professionale, dovranno avere una formazione obbligatoria pubblica di So ore, che diventa­no 40 per gli apprendisti in pos­sesso di laurea o titolo equiva­lente. I riferimenti orari riguar­dano l'intero periodo di appren­distato, ma si prevede la possibi­lità di ridurre il monte ore se l'apprendista ha già completa­tounoopiùmoduliformativiin precedenti rapporti di appren­distato. La disciplina contenuta nel Dlgs 167/u, invece, stabili­sce solo un monte ore comples­sivo non superiore a 120 ore.

Le materie n testo delle linee guida, poi, af­ferma per la prima volta e in via indicativa le competenze da ac­quisire con la formazione di ba­se e trasversale, che dovrà avere a oggetto una selezione fra le se­guenti materie: sicurezza sui luo­ghi di lavoro, organizzazione e qualità aziendale, relazione e co­municazione nell'ambito lavora­tivo, diritti e doveri del lavorato­re e dell'impresa, legislazione dellavoro, contrattazione collet­tiva, competenze di base e tra­sversali, competenza digitale, competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa e imprendito-

rialità, elementi di base della pro­fessione-mestiere. Le regioni ri­badiscono che nel piano formati­vo individuale, il documento che indica i contenuti della for­mazionedaimpartirenelrappor­t o di lavoro, don anno essere in­seriti solo gli elementi inerenti l'acquisizione delle competenze tecnico-professionali e speciali­stiche, e quindi non le competen­ze di base e trasversali.

Qualche dubbio suscita la cor­retta interpretazione della «ade­guata» copertura finanziaria dei corsi, perché possano esse­re considerati obbligatori. In at­tesadi chiarimenti, è rat,Tionevo­le ritenere che la copertura fi­nanziaria pubblica debba esse­re per un valore superiore alla metà del costo del corso. Su que­sto punto, restano invariati gli assetti previsti dal DI 76/2013, come anche per le imprese mul­tilocalizzate (che possono ado t­tare la disciplina della regione dove si trova la sede legale).

La certificazione Le linee t,'Uida ribadiscono la centralità del libretto formativo del cittadino e indicano il conte­nuto minimo del documento che attesta la formazione. Si ag­giunge, infine, la facoltà di usare la modulistica prevista dal con­tratto collettivo, che può funge­re da strumento di certificazio­ne. Fino a quando, tuttavia, que­ste nuove previsioni non saran­no recepite nella regolamenta­zione regionale, è ragionevole ritenere che l'azienda possa con­centrarsi solo sulla formazione tecnico-professionale.

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LE VERIFICHE DA FARE 011 LA FASE PREVENTIVA Il datore di lavoro deve verificare se l'apprendista ha i requisiti anagrafici stabiliti dalla legge; se ha ottenuto precedentemente la qualifica per la mansione scelta o se in questa mansione ha già svolto parte di un percorso di apprendistato; bisogna controllare poi che siano rispettati i limiti numerici stabiliti dalla legge dal contratto collettivo applicato 021 L'AVVIO Il contratto e il patto di prova devono essere redatti in forma scritta; è necessario redigere un piano formativo individuale che contiene le competenze tecnico-professionali da acquisire e le modalità di acquisizione. Bisogna individuare la durata minima e massima del rapporto, nel rispetto della disciplina legislativa e contrattuale. Infine, bisogna fare la comunicazione dell'avvio del rapporto al centro per l'impiego

03 l DURANTE IL RAPPORTO Per l'apprendista, deve essere presente un tutore o referente aziendale; è vietata la retribuzione a cottimo. Le parti non possono recedere dal contratto durante il periodo di formazione, senza che ci sia una giusta causa o un giustificato motivo. Agli apprendisti si applicano le norme su previdenza e assistenza sociale, assicurazione contro le malattie, maternità,invalidità e vecchiaia, maternità, assegno familiare 04 l I CORSI ESSENZIALI È essenziale lo svolgimento della formazione tecnico­professionale. Il datore deve poi consentire lo svolgimento della formazione pubblica, !ad dove obbligatorio, anche avvalendosi di risorse umane

interne con adeguate capacità e in luoghi idonei alla formazione, distinti da quelli destinati alla produzione. La formazione svolta va registrata sul libretto formativo

05 l ALLA FINE DEL RAPPORTO Alla fine del rapporto, bisogna effettuare la comunicazione al centro per l'impiego. Deve essere rilasciato il libretto

formativo o un'altra certificazione (anche con modulistica determinata dal Ceni) che contenga le informazioni personali sull'apprendista, la descrizione dei contenuti e delle attività formative svolte e la qualifica professionale acquisita. Se non è stata stata inviata la comunicazione di ree esso da una delle parti, con il rispetto del preavviso, prosegue il rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Se invece è stata inviata, avviene la risoluzione del rapporto

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Focus sulle abilità tecnico-professionali Diego Venneri

Il Piano formativo individuale rappresenta il progetto della formazione che il lavoratore dovrà svolgere durante il periodo di apprendistato (articolo 2 comma 1, lett. a) del Dlgs 167 /2ou). Il progetto è finalizzato a conseguire la qualifica professionale prevista dal contratto. Il compito di definire un programma per ogni singolo apprendista assunto e per l'intero periodo di lavoro, spetta all'azienda: questa provvederà indicando gli obiettivi formativi da perseguire, la definizione generale dei contenuti formativi e la loro articolazione, le modalità attraverso le quali sarà realizzata la formazione. Il Pfi firmato dall'apprendista e allegato al contratto di lavoro non è solamente un documento scritto necessario all'atto dell'assunzione, ma è soprattutto lo strumento utile a gestire l'aspetto formativo durante l'intero contratto di apprendistato. L'impresa, infatti, è tenuta non solo a progettare la formazione dell'apprendista, ma anche e soprattutto, a realizzar la concretamente. Pertanto, il Pfi va regolarmente aggiornato e può rappresentare uno strumento di monitor aggio sulla corretta ed effettiva erogazione della formazione, presupposto necessario per il riconoscimento dei benefici contributivi e norma ti vi previsti dalla legge. Le attività concretamente realizzate devono essere documentate. L'attestazione delle attività realizzate e la certificazione delle competenze acquisite dall'apprendista sono due aspetti fondamentali del contratto, perché, proprio sulla base dei risultati conseguiti all'interno del percorso di formazione, esterna e interna all'impresa,

avviene il riconoscimento, per l'apprendista, della qualifica professionale ai fini contrattuali.

N el!' apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere l'aspetto formativo è duplice: il Dlgs 167/2011 (articolo 4 comma 3) prevede una formazione finalizzata all'acquisizione delle competenze tecnico-professionali sotto la responsabilità dell'azienda e una formazione integrativa, per acquisire competenze di base e trasversali.

L'apertura del 0176 Il Pfi è obbligatorio soltanto per l'acquisizione delle competenze tecnico-professionali e specialistiche (articolo 2,

comma2, lettera a) del DI 76/2013 e articolo 2 della proposta di linee Guida del17 ottobre 2013). In concreto, l'azienda è obbligata a inserire nel Pfi la sola formazione di tipo professionalizzante, sulla base di quanto previsto dai contratti o dagli accordi collettivi. Questo non significa che l'azienda potrà liberamente sottrarsi all'erogazione della formazione pubblica. Tuttavia, il fatto di non doverla più inserire fin dall'inizio nel piano formativo individuale, di sicuro, semplificherà le decisioni aziendali sulle modalità di erogazione. Infatti, sotto il profilo ispettivo, il ministero del Lavoro ha indicato espressamente (nella circolare 35/2013) che è il Piano formativo a costituire il principale riferimento ai fini della valutazione della correttezza degli adempimenti in capo al datore di lavoro. Il personale ispettivo, dunque, focalizzerà in via prioritaria la propria attenzione sul rispetto del Piano, adottando eventuali provvedimenti sanzionatori solo in relazione ai suoi contenuti.

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La pratica si unisce ai percorsi online Marco De Santis

L'attività di formazione in azienda avviene secondo le modalità stabilite dai contratti collettivi o dagli accordi intercon.federali del settore.

La contrattazione collettiva di riferimento offre diverse opzioni per le aziende che si trovano a gestirla per i propri apprendisti. La forma più usata è certamente quella definita an the job, che si realizza con l'esperienza lavorativa diretta.

Vicina a questa forma è possibile annoverare anche la modalità di formazione «in affiancamento»: l'attività lavorativa è svolta in presenza del tut or o del referente aziendale, o dì altro personale qualificato presente in azienda.

N o n è escluso che questo approccio diretto con la prestazione lavorativa avvenga tramite esercitazioni di gruppo, nelle quali prevale la condivisione di esperienze pratiche con il coinvolgimento di diversi lavoratori, tramite le quali l'apprendista riesca ad avere una crescita professionale basata sul confronto.

Ha invece un carattere innovativo l'uso delle testimonianze o delle visite aziendali. Si tratta di iniziative

· che l'azienda può attivare per fornire anche una visione del mondo produttivo esterno alla propria realtà.

Alcune attività possono essere svolte tramite la «formazione a distanza»: l'apprendista accede ai contenuti formativi relativi al suo percorso individuale tramite tecnologie messe a disposizione dall'azienda. Si tratta di sessioni formative su CD-Rom, tramite piattaforme informatiche su internet, o ancora, nelle realtà più organizzate, tramite le intranet aziendali.

Esistono infine percorsi di apprendistato che possono essere sviluppati tramite tecniche di action learning: si tratta di una strategia di apprendimento basata sull'esperienza di gruppi di persone che si uniscono per affrontare sfide reali e allo stesso tempo per imparare dall'esperienza stessa attraverso la riflessione e l'azione.

Resta fermo che la formazione, indipendentemente dalla modalità sopra indicate, deve essere svolta durante le ore di lavoro.

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ASSENZE PROLUNGATE INVOLONTARIE In aggiunta a quanto previsto da parte dei contratti collettivi, in linea generale è possibile prolungare il periodo di apprendistato, ossia il periodo formativo, in caso di malattia, infortunio o altra causa di sospensione involontaria del rapporto, ciascuna delle quali superiore a 30 giorni. La sospensione della prestazione e la successiva proroga del periodo formativo non comportano il venir meno dell'aliquota agevolata a carico del datore di lavoro

PATTO PROVA La forma scritta è obbligatoria anche per il patto di prova (articolo 2096 del Codice civile). È condizione di validità del patto di prova -la cui durata è definita dalla contrattazione collettiva -la specifica individuazione delle mansioni che saranno oggetto di valutazione o, in via sussidiaria, l'indicazione della qualifica di assunzione, ove questa corrisponda a una declaratoria contrattuale che definisca le mansioni comprese nella qualifica. Anche in questo caso la sanzione va da 100 a 600 euro, e da 300 a 1.500 in caso di re ci diva

PIANO FORMATIVO INDIVIDUALE Documento redatto sulla base di quanto previsto nel contratto collettivo applicato dal datore di lavoro: definisce i dettagli del percorso formativo dell'apprendista. Deve risultare in forma scritta e deve essere consegnato al giovane entro 30 giorni dalla stipula del contratto. La violazione di questo precetto è punita con la sanzione da 100 a 600 euro. In caso di recidiva la sanzione varia da 300 a 1.500 euro

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Durante il periodo formativo, il recesso è possibile solo per giusta causa o giustificato motivo. Al termine, è prevista la possibilità di recesso dal contratto semplicemente dando il preavviso: nel periodo di preavviso continua ad applicarsi la disciplina del contratto di apprendistato. Se nessuna delle parti esercita la facoltà di recesso al termine del periodo di formazione, il rapporto prosegue come ordinario contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Fanno eccezione gli apprendisti assunti dalla mobilità, per i quali il recesso richiede sempre la giusta causa o il

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I PERCORSI SCUOLA·LAVORO

Diritto-dovere

Ingresso in azienda già a partire dai 15 anni Un contratto per assolvere anche l'obbligo di istruzione

Alberto Bosco

L'apprendistato è un con­tratto che si rivolge anche ai gio­vanissimi, ancora impegnati nel percorso scolastico per as­solvere all'obbligo formativo. L'articolo 3 del Testo unico (D 1-gs 167/zou), disciplina infatti l'apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale.

La disciplina prevede che pos­sono essere assunti, in tutti i se t­tori di attività, anche per l'assolvi­mento dell'obbligo di istruzione, coloro che abbiano compiuto 15 anni e fino al compimento del25' anno. Quello che conta è che, al­l' atto dell'assunzione ossia all'ini­zio del lavoro, il giovane abbia non oltre 24 anni e 364 giorni.

Durata e profili formativi La durata del contratto è deter­minata in relazione alla qualifi­ca o diploma da conseguire e non può essere superiore a tre anni (quattro nel caso di diplo­ma quadriennale regionale).

La regolamentazione dei pro­fili formativi è compito delle Re­gioni e delle Province autono­me di Trento e Bolzano, previo accordo in Conferenza Stato, Regioni e Province autonome, e sentite le associazioni dei da­tori e dei lavoratori, nel rispetto dei seguenti criteri:

Competenze. La formazione deve rispettare gli standard dettati dalle Regioni

a) definizione della qualifica o diploma ai sensi del decreto legi­slativo 17 ottobre 2005, n. 226 (che contiene le norme generali sul se­condo ciclo del sistema educati­vo di istruzione e formazione);

b) previsione di un monte ore di formazione, esterna o in­terna alla azienda, congruo al conseguimento della qualifica o diploma professionale;

c) rinvio ai contratti colletti­vi nazionali, territoriali o azien­dali quanto alle modalità di ero­gazione della formazione azien­dale nel rispetto degli standard generali fissati dalle Regioni.

l'accordo Stato-Regioni L'accordo 15marzo 2012 in Con-

ferenza permanente Stato, Re­gioni e Provincie autonome ha individuato le figure nazionali di riferimento per le qualifi­che e i diplomi professionali e gli standard formativi minimi delle competenze tecnico pro­fessionali e di base, e ha defini­to i modelli e le modalità di rila­scio degli attestati di qualifica e diploma professionale. L'ac­cordo stabilisce inoltre che i percorsi formativi per questo tipo di apprendistato preveda­no la frequenza di attività di formazione, interna o esterna all'azienda, strutturata in base agli standard fissati dalle regio­ni e province autonome, per un monte ore minimo di 400

ore annue, con possibilità di ri­conoscere crediti formativi al­la luce delle competenze pos­sedute ma solo a favore degli apprendisti maggiorenni.

Infine, si dispone che le mo­dalità di erogazione dell'ulte­riore formazione aziendale so­no stabilite dalla contrattazio­ne collettiva, nel rispetto del piano formativo dell'apprendi­sta, assicurandone la tracciabi­lità secondo le modalità defini­te dalle Regioni e Province au­tonome.

Il cambio di formula Il decreto Giovannini della scorsa estate (Dl76/zo13, con­vertito nella legge 99/2013) ha introdotto alcune novità: in particolare l'articolo 9 ha di­sposto che, dopo il consegui­mento della qualifica o diplo­ma professionale, per ottene­re la qualifica professionale ai fini contrattuali, è possibile la trasformazione del contratto in apprendistato professiona­lizzante: in questo caso la dura­ta complessiva dei due perio­di di apprendistato non può su­perare quella individuata dal­la contrattazione collettiva.

Come indicato dal ministe­ro del Lavoro, nella circolare n. 35/2013, la nuova disposizio­ne si applica anche ai contratti di apprendistato per la qualifi­ca o diploma professionale in corso al28 giugno 2013 e il cui periodo formativo non sia an­cora scaduto, a condizione pe­rò che il contratto collettivo abbia individuato la durata massima complessiva.

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Alto apprendistato -------~-

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17·29anni Ili miti di età · Il contratto di apprendistato di alta formazione e di ricerca può essere stipulato con giovani di età compresa tra i 18 anni compiuti (17 se in possesso della qualifica professionale), fino ai 29 an n i (intesi come 29 anni e 364 giorni).

lO Regioni in «regola>> Sono le Regioni in cui l'alta formazione è disciplinata da norme regionali: Piemonte, Liguria, lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sicilia. Nelle altre è necessario stipulare convenzioni dirette tra aziende e istituzioni formative.

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-44,1% Trend negativo

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Secondo il monitoraggio dell'lsfol, nel triennio 2009·2011 (ultimi dati disponibili), le tipologie di apprendistato diverse da quello professionalizzante (circa 109mila contratti su 505mila) hanno registrato una flessione di oltre il40 per cento.

Meno paletti sul training di ricercatori e praticanti Le regole sulle ore in aula fissate da Regioni o da intese dirette )osef Tschiill

Lafmnadiuncontrattodiap­prendistato di terzo livello è con­sentito in tutti i settori di attività, pubblici o privatL per attività di ri­cerca, per il conseguimento di un diploma di istruzione secondaria superiore, di titoli di studio uni­versitari e alta formazione, com­presi i dottorati di ricerca, per la specializzazione tecnica superio­re, con particolare riferimento ai diplomi relativi ai percorsi di spe­cializzazione tecnolO!,>i.ca degli Its (istituti tecnici superiori).

L'apprendistato di alta forma­zione è consentito, inoltre, per il praticantato per l'accesso alle pro­fessioni ordinistiche o per espe­rienze professionali Possono es­sere assunti con questa tipologia di apprendistato i giovani tra i 18 e i 29 anni (all'atto dell' assunzio-

ne/inizio del rapporto il giovane puòavereun'etàmassimadi29an­ni e 364 giorni). Per i giovani con una qualifica professionale (con­seguita ai sensi del Dlgs zz6/2oos), il contratto di appren­distato di alta formazione può es­sere stipulato a partire dal dicias­settesimo anno di età.

llTestounicodisponechelare­golamentazione e la durata del pe­riodo di apprendistato è rimessa alle Regioni in accordo con le as­sociazioni territoriali dei datori di lavoro e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappre­sentative sul piano nazionale, le università, gli istituti tecnici e pro­fessionali e altre istituzioni forma­tive o di ricerca In assenza, l'atti­vazione dell'apprendistato di alta formazione o ricerca è rimessa di­rettamente ad apposite conven­zionistipulate daisingolidatoridi lavoro o dalle loro associazioni con le università e le istituzioni formative. La possibilità di stipula­re intese dirette consente al dato­re di lavoro di incidere in maniera concreta sulla costruzione di un percorso didattico- formativo in lineaconleproprie specifiche esi-

genze produttive - organizzative e le sue strategie di selezione del personale altamente qualificato.

A differenza delle altre due ti­pologie di apprendistato la nor­manonprevedeunnumerodiore formative (minimo o massimo) o vincoli nei percorsi formativi. A~petti che dovranno dunque es­sere disciplinati dalle intese regio­nali o nelle convenzioni dirette.

Anche per l'apprendistato di al­ta formazione sono valide le rego­le generali (si vedano gli articoli a paginas);inoltre,ildatoredilavo­ro può beneficiare, come contro­partita all'onere formativo, delle diverse agevolazioni previste in materia di apprendistato: contri­buzione ridotta per il periodo di apprendistato, mantenimento dei benefici contributivi per un an­no dalla prosecuzione del rappor­todi lavoro al termine del periodo formativo, non computo degli ap­prendisti nei limiti numerici pre­visti da leggi e contratti collettivL sottoinquadramento o retribuzio­ne in percentuale, possibilità dire­cedere con preavviso al termine del periodo formativo.

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Si allarga la formazione o n the job Più contatti tra il mondo

della scuola e quello del lavoro: in questa direzione vanno le norme contenute nel cosidetto decreto scuola, dl12 settembre 2013, n.104, convertito dalla legge 8 novembre 2013, n. 128.

Con riferimento agli studenti più giovani, particolare interesse assumono le disposizioni che mirano a implementare l'alternanza scuola-lavoro, gli stage e i tirocini, la didattica in laboratorio, rispetto alle quali verrà emanato un regolamento concernente la definizione dei diritti e doveri degli studenti dell'ultimo biennio della scuola secondaria di secondo grado impegnati nei percorsi di

11

formazione, senza pregiudizio per la tutela della loro salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e nei laboratori (comma4-ter dell'articolo s).

Sono poi previsti percorsi strutturali di orientamento per gli studenti dell'ultimo anno delle medie e degli ultimi due anni delle superiori, sia quanto all'iter di studio che con riguardo agli sbocchi occupazionali, mediante la copertura economica di queste attività e la stipula di convenzioni con istituzioni, enti, associazioni, imprese, rappresentanze del mondo del lavoro e delle professioni, incluse le associazioni studentesche, le camere di commercio e le

agenzie per il lavoro, che possono apportare risorse tecniche umane, finanziare, attrezzature e laboratori.

L'articolo 8-bis del decreto scuola prevede che i percorsi di orientamento e i piani di intervento, da adottare entro il31 gennaio 2014, includono misure per far conoscere il valore educativo e formativo del lavoro, anche attraverso giornate di formazione in azienda, agli studenti della scuola secondaria di secondo grado, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali, e per sostenere la diffusione dell'apprendistato di alta formazione nei percorsi degli istituti tecnici superiori.

Infine, nel triennio 2014-

Spazio alle intese con gli atenei n cosiddetto "decreto

Carrozza" introduce novità anche per l'apprendistato di alta formazione: infatti i percorsi di orientamento e i piani di intervento, da adottare entro il 31 gennaio 2014 (si veda anche l'articolo a lato), dovranno comprendere anche misure per diffondere l'apprendistato di alta formazione nei percorsi degli istituti tecnici superiori (Its), anche attraverso misure di incentivazione finanziaria, e l'avvio di un programma sperimentale per lo svolgimento di periodi di formazione in azienda.

L'attivazione del programma è comunque legata all'emanazione di un decreto ministeriale e gli oneri per la stipulazione dei contratti di

apprendistato sono a carico delle imprese interessate. n decreto dovrà definire la tipologia delle imprese che possono partecipare al programma, i loro requisiti, il contenuto delle convenzioni, i diritti degli studenti coinvolti, il numero minimo delle ore di didattica curriculare e i criteri per il riconoscimento dei crediti formativi.

Invece l'articolo14 del decreto consente alle università (con esclusione di quelle telematiche) di stipulare convenzioni con singole imprese o con gruppi di imprese per realizzare progetti formativi congiunti i quali prevedano che lo studente, nell'ambito del proprio curriculum di studi, svolga un

adeguato periodo di formazione presso le aziende sulla base di un contratto di apprendistato. Anche in questo caso la norma non specifica la tipologia di apprendistato (si ritiene che sia quello di alta formazione). Le convenzioni dovranno stabilire i corsi di studio interessati, le procedure di individuazione degli studenti in apprendistato e dei tutori, le modalità di verifica delle conoscenze acquisite e il numero dei crediti formativi riconoscibili a ciascuno studente.Ladisciplinaè direttamente applicabile perché non prevede l'emanazione di un successivo decreto ministeriale.

J.T.

2016 sarà avviato, con apposito decreto ministeriale, un programma sperimentale per lo svolgimento di periodi di formazione in azienda per gli studenti degli ultimi due anni delle scuole secondarie di secondo grado mediante la stipulazione di contratti di apprendistato, con oneri a carico delle imprese.

Il decreto dovrà definire i requisiti delle imprese ammesse, il contenuto delle convenzioni tra le istituzioni scolastiche e le imprese, i diritti degli studenti, il numero minimo di ore di didattica curriculare e i criteri per il riconoscimento dei crediti formativi.

A.Bos. © R:PRQ[jl.JllONE RISEHVATA

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l PROGETTI SUl BANCHI l

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Incontri, lezioni, teatro e web Il rispetto comincia nelle scuole Dalle elementari alle superiori, corsi e filmati controla discriminazione

di Carlotta de Leo

R · ti" dali 1 b" il nardo - Abbiamo un dialogo aperto con il 1par re a scuo a per cam 1are . . .

d S. , . d Lo Mmr per allargare il progetto. Ogm mese,

mon o. 1 puo, si eve. sostengo- . . . . . d . 1

. . . h Circa un centmaw di scuole CI contatta, ed . _no a anru e assonaziO~ll c e, con è frustrante dire no>>.

sacnficw e altrettanto volontarmto, entra-no nelle scuole per educare al rispetto dei 0 . .

. gli . . h . bb 1 pan passo genen e rompere stereotipl c e rnga ia- . . . . . . . · hi 1

f . . 1

Si nvolge ai ragazzi delle medie, mvece, Dz no 1 <<masc >> e e « emmJne>> m un ruo o . . . . Socl.ale b d fin"t N 11 . t d" Pan Passo, Ii progetto d1 I erre des Hommes en e 1 o. e a maggwr par e 1 · · · tr tt di .

1. .

1. . . e Soccorso Rosa. <<E nella preadolescenza

cas1 SI a a c1c 1 o smgo 1 mcontr1 per . . . . . . . al

· · ti" . . . dali che si cnstalhzzano la perceziOne dJscruni-unm, msegnan e gemton pagati e . , . . . .

l D. . . . . li natona del! altro e gli stereot1p1 che gmstifi-

scuo e. 1 programmi mm1stena non ce ne sono ancora, anche se comuni coraggio­si come quello di Torino stanno ·sperimen­tando nuovi approcci. Nel decreto da poco approvato poi, il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha stanziato IO mi­lioni per l'aggiornamento dei professori an­che in tema di educazione all'affettività e pari opportunità.

Risvegliare la critica «Partire dagli educatori è essenziale perché sono il fulcro di un meccanismo che coin­volge alunni e famiglie» dice Lorella Zanar­do che, con il documentario Il corpo delle donne ha iniziato il suo percorso nelle scuo­le e dopo migliaia di incontri ha scritto il li­bro Senza chiedere il permesso . «Più andiamo avanti e più sono convinta· che se lavoriamo con le studentesse e gli studenti, il mondo lo miglioriamo. Agendo in quella fascia d'età che va dai 14 ai 19 an­ni tutto può succedere - dice Zanardo -Quando mostriamo ai ragazzi, in maniera critica, gli stereotipi che le immagini tv vei­colano, iniziano a riflettere. È come se si svegliassero>>. Il suo è un progetto globale di educazione ai media focalizzata sugli stereotipi di gene­re (www.nuoviocchiperirnédia.it), in cui gli insegnanti sono chiamati. a svolgere il ruolo di media education. <<Sono già diverse deci­ne in Toscana e in Trentina e hanno incon­trato i ragazzi di mille scuole - spiega Za-

cano l'uso della violenza>> spiega Fulvia Giarmotta di Terre des Hommes . Il progetto, che lo scorso anno ha coinvolto 300 studen­ti milanesi, ha fatto emergere i primi dubbi dei ragazzi sulla parità tra i sessi. «Agire subito è determinante. Per esempio, prima del corso, il20,4% sentiva la violenza come un fatto privato, della coppia e basta. Il dato è sceso all'li% dopo gli incontri, an­che perché gli studenti hanno capito che l'isolamento è uno dei motivi che impedi­sce la cultura dell'aiuto e il sostegno delle vittime>>. Il progetto - che è stato conden­sato in un manuale per le scuole contro la violenza di genere, appena pubblicato - ri­partirà a gennaio. Per candidarsi: www.ter­redeshommes.it È specializzata nei corsi per le elementari l'associazione L'ombelico (www.lombeli­co.org) che opera a Roma e Milano. Ma non è troppo presto? «Gli studi internazio­nali dimostrano che corsi di educazione all' affetti~tà alle elementari dimezzano il ri­schio di abusi - spiega Stefania Ghirelli -E oggi i bambini entrano in contatto con la pornografia, anche attraverso i videogio­chi. Ragazzini di nove anni mi chiedono co­sa sia un rapporto orale, ma poi non sanno come nascono i bambini>>. L'Ombelico ha anche realizzato incontri per i genitori del nido. <<Ci sono modelli che, inconsciamen­te, riproponiamo ai nostri figli. Bisogna ri­fletterei per aiutare i bimbi a crescere libe-ri».

Sono diversi poi, i corsi che utilizzano altri strumenti. Come la performance di teatro sociale «15.22» che ha portato mille studen­ti romani a parlare di femminicidio davanti a Montecitorio. <<Domani saremo a Napoli - spiega Pina Debbi - e porteremo sul pal­co il lavoro di quattrocento ragazzi delle su­periori>>. Anche a Parma l'esperimento Maschere e Volti (www.giollicoop.it) chiede aiuto altea­tro. <<Un mezzo che dà ai ragazzi la possibili­tà di parlare liberamente di violenza di ge­nere -spiega Massirniliano Filoni -Abbia­mo raccolto le loro idee con una serie di la­boratori che han.no coinvolto 400 studenti. Poi abbiamo portato in scena una perfor­mance e consegnato al Consiglio provincia­le le loro proposte per cambiare>>. Un pro­getto che restituisce speranza. «Questi ra­gazzi vogliono cambiare: i modelli culturali che noi adulti gli abbiamo cucito addosso sono ormai troppo stretti>>. Sfrutta il web, invece, Safebook, il program­ma di educazione sessuale e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili che si basa su video-lezioni del professor Luca Bini. Lo scorso anno circa 600 mila ra­gazzi delle medie e delle superiori harmo vi­sto sulle Lirn (lavagne elettroniche) i filmati che toccano anche il tema del rispetto: <<Re­lazione vuoi dire un gioco dinamico e non potere e prevaricazione>> spiega Bini. Si muove dentro e fuori le aule, invece, il Progetto Alice (ilprogettoalice.word­press.com) che a Bologna ha coinvolto or­mai più di tremila ragazzi. <<Un antidoto al­la violenza - spiega Cristina Gamberi - e a tutta la cultura che è alla base del femmi­nicidio, della subordinazione delle donne sul lavoro, in famiglia e nella vita politica>>. L'ultimo progetto realizzato con gli studen .. ti è Bolorights Area, una mappa dei diritti che raccoglie i servizi di ascolto e protezio­ne della città per aiutare chiunque sia in dif~ ficoltà.

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Il sostegno del Ministero Nel deereto da poeo approvato il 1ninistro dell' Istruzio­ne Carrozza ha stanziato 10 milioni destinati all'aggiorna­mento dei professori anehein tema di edueazione all'affettività e alle pari opportunità

Tante le associazioni eoinvoUe, da quella de dl corpo delle donne>> a <<Terre des H onunes>>

Data 24-11-2013 Pagina 24 Foglio 2/2

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Data 24-11-2013

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Le utili competenze sul lavoro che la scuola ancora non insegna di ROGERABRA V ANEL

e opinioni sulla drammatica disoccupazione giovanile in Italia sono diverse, ma due riempiono da diversi anni i titoli dei giornali. Purtroppo sono entrambe sbagliate.

La prima sostiene che la disoccupazione giovanile sia tutta colpa della crisi, dell'euro, dell'austerità e che la soluzione sia un intervento più deciso dello stato aumentando la spesa pubblica o creando incentivi all'occupazione giovanile. C'è la convinzione che con la ripresa economica il problema verrà risolto. Quest'idea è sbagliata per un motivo importante, ma poco noto: in Italia la crisi dal2009 ha aumentato la disoccupazione complessiva, ma quella giovanile è aumentata da ben prima, continuando un trend che esiste dalla fine degli anni go. n rapporto tra disoccupazione giovanile e disoccupazione totale è in aumento da 20 anni ed è oggi il più alto dei paesi occidentali. In altre parole, i nostri giovani faticano di più dei meno giovani a trovare lavoro, e se e quando supereremo la crisi, il loro problema non sarà risolto. Qui entra in gioco la seconda corrente di pensiero che ritiene che ci sia qualcosa di sbagliato nel comportamento dei giovani italiani che rifiutano lavori manuali e faticosi come il panettiere o precari come l'addetto al call center. L'ex ministro Fomero li ha definiti choosy (schizzinosi) e il compianto Tommaso Padoa Schioppa aveva coniato il termine «bamboccioni» per i giovani che non sì sforzano di rendersi indipendenti, preferendo starsene a casa «da mammà». Secondo questa teoria i giovani hanno aspettative irrealistiche per il loro lavoro, scelgono lauree «facili>> (per esempio in scienza della comunicazione), e si aspettano un postogarantito dallo Stato. Ebbene anche questa seconda corrente di pensiero è sbagliata, oltre ad essere un po' paternalistica. E perfettamente comprensibile che i giovani italiani del XXI secolo desiderino occupazioni più qualificate e con più prospettive di quelle offerte a un garzone di panetteria. È un lavoro duro (si inizia alle 3 di mattina) e se si coltiva la prospettiva di mettersi poi in proprio, si rischia di non farcela quasi mai perché i panettieri stanno chiudendo come la gran parte dei piccoli esercizi commerciali. Ma esiste un altro modo di fare il panettiere: fare l'assistente al reparto di panetteria (o gastronomia) di

1p1'azienda evoluta della grande distribuzione. E comunque un lavoro duro che prevede tumi domenicali e inizia alle 6 di mattina, ma meno che quello di un garzone di panetteria. Soprattutto è più interessante perché si lavora con team di giovani, si seguono corsi di formazione sul come fare il pane, su come si espone e si vende, si è a contatto con i clienti e se si dimostra impegno e capacità si può fare carriera diventando capireparto, e poi capi negozio o ispettori. n tutto con le protezioni mediche e antiinfortunistiche di una grande azienda. Spesso gli italiani non capiscono che c'è panettiere e panettiere. Come non capiscono che c'è call center e cali center. Non esistono

solo i call center che vivono di precaria t o e bassi salari. Di solito sono specializzati sulle chiamate «outbound» (il call center chiama un numero spesso a caso per proporre un'offerta telefonica di una tv privata o di una carta di credito). Esistono anche quelli che ricevono le telefonate di assistenza dei clienti delle grandi aziende di servizio, tipo la Vodafone o la Tirn (il cosiddetto «ìnbound» ), hanno nomi poco noti al grande pubblico (come Com data e E-care), ma impiegano migliaia di giovani. Sono giovani selezionati, perché le aziende di servizio all'assistenza clienti ci tengono, capaci di ascoltare e risolvere problemi. In questi call center si lavora in team, si riceve molta formazione, si può fare carriera e il p re cariato permanente è un'eccezione.

Gli italiani spesso pensano che per trovare lavoro oggi ci vogliano titoli di studio specializzati (ingegneri, softwaristi, ecc) e invece non è vero: gli ingegneri trovano più facilmente lavoro ma più per l'impegno e l'intelligenza dimostrati negli studi che per le conoscenze di

1 scienza delle costruzioni. La maggioranza delle offerte di lavoro di oggi peraltro richiede solo un

, diploma dì scuola superiore e/o lauree brevi. Conoscenze avanzate dell'inglese e del computer si richiedono raramente. Ciò che conta oggi per i datori di lavoro sono «etica del lavoro» (impegno, ma anche iniziativa e senso di responsabilità), la capacità dì comunicare, dì risolvere problemi e dì lavorare

in team. La rivoluzione post-industriale ha reso molto più importanti queste competenze, cosiddette «soft» per distinguerle da quelle «dure», cioè collegate con una specifica preparazione tecnica. La selezione di milioni di giovani che oggi hanno un lavoro si basa sulla valutazione di queste caratteristiche personali con approcci molto più meritocratici di quanto non si immagini. E purtroppo molti posti restano vacanti (o vengono affidati a

persone con esperienza) non perché mancano gli ingegneri o servono degli esperti, ma perché i giovani queste competenze spesso non le hanno. E così le aziende preferiscono l' «Usato sicuro», il lavoratore maturo che almeno ha imparato come si lavora in una azienda. Capacità di risolvere problemi, comunicare, lavorare in team e impegno personale si dovrebbero imparare a scuola e l'Ocse ha ormai chiaramente dimostrato la minor qualità delle nostre scuole nell'insegnamento di queste competenze chiave ai giovani italiani. n mondo del lavoro è cambiato, ma la scuola italiana no. E si rifiuta di accettarlo. Ma questa è un'altra (lunga) storia.

meritocrazia.corriere. i t © RIPROOU710NE RISERVA T A

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Data 23-11-2013

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non solo musei, labor<ltori eno gite scolastiche. Fino a pochi anni fa nelle scuole superiori di secondo grado erano 1,3 milioni i ragazzi coinvolti: l'anno scorso si è

scesi a 930 mila. Nelle superiori di primo grado è andata ancora peggio: 470 mila gli studenti in gita, con un calo del 31% ri­spetto all'anno prima. Se le gite calano, aumenta però l'accuratezza con cui si scelgono meta del viaggio e prezzo. Praga, Barcellona e Berlino le mete preferite dai liceali, secondo l'Osservatorio Touring sul turismo scolastico; Roma, Firenze, Vene­zia, Torino per le medie inferiori. E c'è an­che un fiorire di tour operator specializza­ti proprio nel portare i ragazzi in gita. Si occupano di tutto: dall'albergo giusto, con strutture che garantiscano sicurezza a prof e ragazzi, a laboratori e attività inte­rattive da abbinare alle più classiche visite e mostre. Stage all'estero e città d'arte

n primo a occuparsene è stato il Tou­ring Club italiano: era il1913. L'idea era aiutare la crescita culturale e civile dei ra­gazzi attraverso il viaggio. Oggi il Touring offre una buona gamma di possibilità, sia per la varietà delle mete che per le tipolo­gie di viaggio proposte: itinerari nel tem­po, percorsi storici e archeologici, capitali e grandi città d'arte, stage linguistici. «Le mete più richieste- spiega Paola Giam­belluca, responsabile del settore viaggi

giovani del Touring - sono le città classi­che, anche se gli stage linguistici hanno registrato un aumento notevole. Le scuole si rivolgono a noi chiedendo idee, ma ca­pita anche di formulare proposte ad hoc, in base alla richiesta dell'istituto. Siamo un'associazione storica e un tour opera­tor, condizione necessaria per tutelare sia a livello operativo che legale lo studente; purtroppo però la scelta avviene ormai quasi esclusivamente in base al fattore economico».

Nel ventaglio delle proposte Touring, largo spazio ai viaggi d'istruzione all'este­ro. Per perfezionare la lingua, ma soprat­tutto per confrontarsi con culture diverse. Inglese (11 le città proposte), francese

(Nizza e Parigi), spagnolo (Madrid e Barcellona) e tede­sco (Berlino e Norimberga) si imparano in 20 lezioni setti­manali di 45 minuti, dormen­do in famiglia e spendendo

somme che vanno da 330 euro per Madrid a 402 euro per New York, in pensione completa per una settimana. I voli e le escursioni sono a parte. «Da due anni -continua Giambelluca - abbiamo intro­dotto le Lezioni di Expo 2015: otto itinera­ri alla scoperta dell'Italia da una prospetti­va diversa, quella dell'alimentazione. Una

formula che sta registrando un buon suc­cesso». In tre giorni si svelano i sapori del­l'Etruria meridionale, fermandosi a visi­tare il cuore etrusco della regione: Viterbo e Tuscania, Tarquinia e il lago di Braccia­no, Tivoli e il Parco Villa Gregoriana (par­tenza da Viterbo, quota da 124 euro). Tour di sapori anche in Sicilia, cinque giorni da Siracusa alla Valle dei Templi e poi Agri­gento e i templi di Segesta e Selinunte, l'architettura normanna di Palermo e Monreale (partenza da Catania, da 203 eu­ro).

In Italia piacciono Roma con i suoi mo­numenti classici (4 giorni in treno, alber­go 3 stelle, 3 mezze pensioni a 212 euro a persona) e le città gioiello del Senese, un tour di 3 giorni che si snoda tra Siena, Pienza, Montalcino, Volterra e San Gimi­gnano (sistemazione in albergo 3 stelle, 2 mezze pensioni, pullman, 120 euro a per­sona). All'estero, invece, spicca Berlino. Un giorno intero è dedicato alla visita dei musei: il Museo di Pergamo, con la spet­tacolare ricostruzione dell'altare di Perga­mo e del mercato di Mileto; il Bode Mu­seum e la Gemaldegalerie, che raccoglie una collezione ricchissima di opere pitto­riche italiane, tedesche, fiammingo-fran­cesi, olandesi e spagnole (4 giorni, alber­go 3 stelle, 3 mezze pensioni, voli. Prezzo: 250 euro a persona, minimo 30 parteci­panti, www.turismoscolastico.tourin­gclub.it). <<l musei- dice Benedetto Ver­tecchi, pedagogista ed esperto di politica scolastica- dovrebbero lavorare a stretto contatto con le scuole, in modo da trasfor­mare la gita in un viaggio formativo vero e proprio, capace cioè di allargare le vedute dello studente. In Italia questo legame si è perso. Senza una buona preparazione che precede il viaggio e senza la verifica, una volta rientrati, il viaggio di istruzione di­venta solo una gita, cioè un momento di interruzione dell'anno scolastico».

Viaggi «esperienziali>) ll Parco didattico dell'isola Polvere, sul

Lago Trasimeno (Pg), prevede laboratori

dedicati alle energie rinnovabili (si co­struisce un forno solare), gare di orientee­ring e iniziazione alla canoa e alla vela, giochi di squadra e attività artistiche, co­me la lavorazione del cuoio e dei fogli di rame a sbalzo (3 o 4 giorni in pensione completa, da 141 euro). <<l laboratori du­rante il viaggio di istruzione vanno benis­simo - spiega il filosofo e saggista Dario Antiseri -. L'importante è che il ragazzo torni con la capacità di trovare una rispo­sta alla domanda: cosa so adesso che pri­ma non sapevo? n luogo visitato, qualun­que esso sia, deve stimolare la conoscenza e la curiosità, ma gli studenti, aiutati dai professori, devono avere già in testa un interrogativo. Diversamente, il rischio è

che il laboratorio si trasformi in baldo­riiD>. Dedicato all'architettura, il viaggio in Puglia e Basilicata. Un percorso che si snoda tra il Barocco leccese e i mosaici di òtranto, i trulli di Alberobello e le abita­zioni rupestri di Matera, Castel del Monte e la cattedrale di Trani. n bello è che ira­gazzi, seguiti da esperti, sperimentano la realizzazione di un video e di un «servizio giornalistico», scaricabile dal sito una volta a casa (3 o 4 giorni, pensione com­pleta, da 143 euro). n Parco dei Monti Si­billini (A p) è invece ideale per lo sci da di­scesa e le ciaspole, e per imparare la pro­gettazione e costruire un igloo eschimese (3 o 4 giorni, in pensione completa, da 179 euro a persona, queste ultime propo­ste sono di www.heliosviaggi.it).

industria e cinema Minisoggiorni all'estero e percorsi Clil.

n termine sta per Content and language

integrated leaming, cioè l'apprendimento di una lingua straniera attraverso il conte­nuto (gli esercizi) e il contesto (l'uso della lingua}, che deve essere il più stimolante possibile. Prendete Edimburgo: si va a scuola per 15 ore di corso e si partecipa a due attività pomeridiane con il personale della scuola (sport e workshop ), dormen­do in famiglia in camere da 2/3 posti letto (da 390 euro, pensione completa). Parti­colari anche i viaggi «Un libro in più», che portano alla scoperta delle eccellenze del­la produzione industriale del Paese. Tre giorni a Trieste dedicati al mondo del caf­fè, dalla composizione chimica alla visita dell'Università del Caffè e della città (da 130 euro, in mezza pensione, sistemazio­ne in hotel in camere da 3/4 posti letto) oppure a Bologna, sulle orme del grande cinema, dalla ricostruzione della pellicola alla promozione dei film, con visite alla biblioteca di cinema e fotografia Renzo Renzi, seminari sulle tecniche del restau­ro e visita della città (da 125 euro, www.zainettoverde.it). Tessere di storia, proposto da GirAtlantide, è invece un la­boratorio didattico di tre giornate, ognu­na·dedicata ai grandi personaggi (Galla Placidia, Teodorico e Giustiniano) che hanno fatto grande Ravenna Tramite gio­chi di ruolo integrati da visite guidate, i ragazzi vivono la storia di Ravenna ap­prendendo i segreti e le tecniche del mo­saico o mettendo in scena una pièce tea­trale in costume (3 giorni in pensione completa e sistemazione in hotel, da 112 euro, www.giratlantide.net).

Carlotta Lombardo ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Data 23-11-2013

COBBIEBE DELLA SEBA

Dove andare l viaggi alrestero per migliorare

l straniere e la del

di ltura

Pagina 26/27 Foglio 2/2

proposte specializzati e i consigli per

A bocca aperta Ragazzini in gita scolastica negli anni Sessanta (foto archivio Touring Club)

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davvero

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Ila Repubblica UcuO'

La maturità si fa sprint arriva il liceo di 4 anni SALVO INTRAVAIA

LA MINISTRA dell'Istru­zione Maria Chiara Car­rozzasponsorizzailliceo

di quattro anni. Dopo le prime sperimentazioni che hanno interessato tre scuole paritarie in Lombardia, arrivano quelle statali autorizzate. Un via libe­ra in sordina, spinto dalle con­vinzioni del ministro che que­sta sia la strada giusta, forse preludio di un' ennesirnarifor­ma.

SEGUEAPAGINA21

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25-11-2013 1 1 /3

Maturità sprin~ il liceo si accorcia solo quattro anni perii diploma n ministro accelera sulla sperimentazione, ecco le prime scuole pubbliche

(segue dalla prima pagina)

SALVO INTRAVAIA

AL MOMENTO, gli isti­tuti statali che dal prossimo anno - il

2014/2015 -potranno atti­vare percorsi quadriennali per giungere al diploma sono quattro: il liceo internaziona­le delle scienze applicate Car­loAnti di Villafranca di Vero­na, l'istituto tecnico econo­micoTosidiBustoArsizio,l'i­stituto superiore Majorana di Brindisi e illiceo classico Plac­co di Bari. Ma in attesa del be­nestare ministeriale ci sareb­bero altre tre scuole campane e l'elenco potrebbe allungar­si.

Semplice sperimentazione o preludiò dell'ennesima riforma scolastica a costo ze­ro?Bastainfatticompattarein quattro anni l'orario delle le­zioni previsto per il quin­quennio per diplomarsi a 18 anni o addirittura a l 7 anni, nei casi in cui si è sfruttato l'anticipo. Un'eventualità

che metterebbe l'Italia al pas­so con quei Paesi europei do­ve l'intero percorso scolastico termina un anno prima che da noi. Il liceo internazionale delle scienze applicate Carlo Anti di Verona, in luogo delle 4.752 ore previste per l'attua­le percorso di cinque anni, prevede 4.125 ore di lezione spalrnateinquattroannie200 ore di stage. Mentre gli stu­denti che vorranno frequen­tare il liceo classico interna­zionale Fiacco di Bari dovran­no sobbarcarsi 4.752 ore in quattro anni-6 ore al giorno per sei giorni a settimana -più 233 ore di laboratorio e stage.

«Le sperimentazioni ven­gono autorizzate senza nes­suncriterio, senza nessun pa­rere da parte degli organi competenti, senza nessun ri­ferimento normativa e senza nessun limite>>, tuonano dalla Flc Cgil. <<Basta alzarsi la ma t­tinaechiederel'autorizzazio­ne per attenerla? E quante scuole potranno averla: dieci, venti, cento?>>, si chiede Do­menico Pantaleo che punta il

dito contro la ministra Maria Chiara Carrozza. Ma non so­lo. <<Tutti i progetti- spiega Pantaleo - presentano tre punti qualificanti: l'innova­zione della didattica, il cam­bio di denominazione dei percorsi ordinamentali in percorsiinternazionali-con lo studio di più ore di lingua straniera -e una selezione in ingresso per reclutarè gli stu­denti più motivati e che han­no ottenuto ottimi risultati al­la scuola media. Selezione che non è prevista dalla Costi­tuzione. Siamo ancora nella scuola dell'obbligo e non può esserci nessuno sbarramento perl'accesso>>.

<<In effetti, il problema della riduzione da 13 a 12 anni del percorso scolastico in Italia si pone. Ma occorre capire -spiega Ivan Lo Bello, vicepre­sidente di Confindustra, con delega all'Educazione - co­me vanno distribuiti questi 12 anni. Non credo sia opportu­no ridurre illiceo a quattro an­ni: rischiamo diindebolirlo. E, considerando le criticità del nostro percorso, vediamo

meglio un primo ciclo di 7 an­ni e 5 anni di scuola superio­re>>.

La riduzione dell'intero percorso scolastico di un an­no, per allinearlo agli stan­dard europei, è contenuto nell'Atto di indirizzo sulle priorità politiche per il 2013 che l'ex ministro Francesco Profumo halasciato in eredità al suo successore. Una opera­zione che, secondo Profumo, serviva anche a trovare le ri­sorse da destinare al migliora­mentodellaqualitàdell'offer­ta formativa in Italia. Ma i sin­dacati temono il taglio di 20mila cattedre, corrispon­denti ad un "risparmio" di mezzo miliardo di euro.

Ma come funzionano le co­se in Europa? In alcuni Paesi -Spagna, Francia, Portogal­lo, Inghilterra e Grecia - la scuolaterminaal8anni.Inal­tri- come l'Italia, la Germa­nia, la Finlandia, la Svezia, la NorvegiaelaDanimarca-gli studentisidiplomanoa19an­ni. Nazioni, soprattutto quel­le del nord Europa, che però ottengono i migliori piazza­menti nei test Ocse-Pisa.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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la Repubblica

C~u.~"Va ridottoil~;w:ono tS«::o~coma e~amdebo~ !e t'&uperiori"

Data 25-11-2013 Pagina 1 Foglio 2/3

Istituti STATALI autorizzati

lstitu!i paritari autorizzati

che inizieranno crle hanno iniziato quest'anno il prossimo anno

la sperimentazione la sperimentazione

Collegio San Carlo, Milan~--

Istituto 0/ga Fiorini,

--"'!r-~B~u~st<:>_Arsizio

L•età di uscita dalla scuola = Spagna &llliiii®DBIIJJIIIJIIIIDBBI!Illlll8

~:.t 13

Francia lilli!liil!llil!!!ililli!illl!ll!lllllillllil 18

Portogallo I!IIIJllllll!llililli!IIIHI!Illlllllillili 18

Inghilterra 111/i!IIB!IilllllllilllilllliiU!Biili 18

Grecia lllll!llllllllllllllilllllllllllllll!ll!UI18

1111 Germania ll!lll!llllll!llliiiiiiB!illl!llfill!lllllll 19

Finlandia IIIIIJIIII!IIi!IIIIIIIIIIIBBBB!llllllllllll 19

l;AMétll~À ·[a.spectrpentazlç~n~ allìC$0()àflo Anti sarà açcoosll:)ìle

•JLllìiOI)ELIAJ Svezia ll!illliB!IIB!illllilllllllllllillllllllli 19 ··· .. ~t1l'lì~t!ìr:l~l:~.çh~

.. • $!)lp ~gli Stlld$11ti ''molto rpo~vatl e .chehanooottimi risultati :àllemectie"

dOVf~pPetlìven~~. · e Norvegia llllliii!IBI!IIIIilllll!lllllill!lllllllll 19 .· ···· .. ~,m:~~lloper:t~.'

la.~uolapUbblì<:a. ~ Danimarca llllllll!lllli!IUIIIII!II/Hilll!!!lll!lllll!ll 19 ·. ···. ••·. itlll.llaPÌ'l,?ih)idétt<>:: Fonte: Euridyce

·.tr .. Ml!lria a.Carrozza.,

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LA STAMPA

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I superdiplomi che portano

nelle aziende Sei su dieci hanno trovato subito un posto

Hi-tech e meccanica, i settori che offrono di più W,\l;nm B\SSEIU'\1

MILANO

ilippo Meneghello, 24 anni, si è diplomato prima come perito elettrotecnico, poi ha frequentato per due an­ni il Pofitecnico di Milano

ma poi ha preferito iscriversi all'Its Ponti di Gallarate, in un corso di co­struzioni aeronautiche. Dopo due stage nel gruppo Agusta Westland è stato assunto subito dopo aver finito l'Its, e in azienda si occupa di pro­grammazione della produzione. Car­lo Tasca ha 21 anni e ha frequentato l'Its Rossi di Vicenza, nel settore del­la meccatronica. Ora è assunto con un contratto di apprendistato nel­l'azienda Mevis presso cui ha fatto lo stage come progettista di tecnologie di produzione. Racconta che l'Its è stato un ottimo percorso di formazio­ne pratica. Federica Bettiolo ha qual­che anno in più (38 anni) e ha vinto il titolo di prima diplomata Its d'Italia.

E' uscita dall'Its Cerletti di Cone­gliano in provincia di Treviso, settore vitivinicolo. Prima si era diplomata all'Istituto professionale come tecni­co di laboratorio. Ha lavorato otto an­ni in un laboratorio agroalimentare come analista di laboratorio: da qui si è licenziata per una maternità. Du­rante lo stage presso un'azienda ha ricoperto un ruolo importante per la ridefinizione delle linee guida azien­dale Hccp, settore igiene e sicurezza sul lavoro. Infine, Pierangela Marzul­lo, 27 anni, si è iscritta all'Its Russel Newton di Scandicci (Firenze). Si era

già laureata in architettura ma vole­va entrare nel mondo della moda. Uscita con un diploma in più, pra la­vora per un importante marchio ita­liano. Spiega che rispetto all'uni­versità molto teorica, l'Its le ha dato una formazione più pratica grazie anche a professori provenienti dalle aziende e un accesso a una rete di contatti utili per trovare lavoro. E così, dopo qualche anno di speri­mentazione, gli Its, gli istituti tecni­ci superiori, i superdiplomi che tan­to vanno per la maggiore all'estero, anche da noi si rivelano efficaci e acquisiscono il titolo di canale per il lavoro e l'occupabilità.

Sono infatti stati presentati a Job&Orienta, il Salone nazionale per l'orientamento, la formazione e il lavoro, i risultati sui primi diplo­mati appena usciti dai corsi: su 62 Its nel triennio 2010-2013 si sono di­plomati 825 ragazzi, di cui 491 (il 59,52%) hanno trovato subito un la­voro. Il tasso di successo dimostra più di ogni parola l'efficacia di quel­lo che si appresta a diventare un ve­ro e proprio ordinamento: al31 otto­bre sei giovani diplomati su dieci sono occupati. Altri si diplomeran­no entro la fine dell'anno. L'alter­nanza scuola-lavoro e il radicamen­to nel territorio, oltre che i settori a forte domanda d'impresa, sono le carte vincenti di questi corsi. I re­cord di occupabilità spettano a Pu­glia (78,57%), Liguria (74,55%) e Umbria (72,73%). Sopra il60% ci so­no Veneto (65,04% ), Marche (64,44%) e Friuli Venezia Giulia

Data 25-11-2013 Pagina 25 Foglio 1 /2

(60,66% ). Tra le aree tecnologiche nelle quali si è occupa-to il maggior numero di diplomati spiccano la mobilità sostenibile (otto su dieci, il 79,73% ), le nuove tec-nologie della vita (72,22%) e l'efficienza energetica (69,57%). Le nuove tecnologie per il made in ltaly- Si-stema meccanica ha avuto un tasso di occupazione del 65,15%, mentre le nuove tecnologie per il made in ltaly-Sistema moda ha superato il 56%.

Nell'area Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali -Tu­rismo un diplomato su due ha già trovato un lavoro. In totale gli stu­denti iscritti a questi corsi sono cir­ca 5mila. In totale, sulla base delle deliberazioni adottate da 17 regioni, le Fondazioni Its regolarmente co­stituite sono 64. Ne fanno parte 132 istituti tecnici e professionali, 280 imprese e associazioni di imprese, 74 tra università e centri di ricerca e 116 strutture accreditate per l'alta formazione.

Al 31 dicembre 2012, erano stati attivati effettivamente 138 percorsi, frequentati da 2.971 studenti, di cui il23,6 % femmine. Per l'anno 2013le regioni hanno comunicato !'avvio di altri 109 percorsi. Il totale comples­sivo dei percorsi è di 247. Le regioni che hanno il maggior numero di corsi avviati sono Lombardia (32), Emilia Romagna (30), Liguria (29) e Veneto (27). Il Lazio ne ha avviati 24 , il Piemonte 13.

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Data 23-11-2013

LA STAMPA Pagina 20 Foglio 1 /2

ARRIVERÀ IN PRIMAVERA CON LA CLASSIFICA DI CIRCA 4 MILA SUPERIORI

Dalla Fondazione Agnelli un sito per scegliere la scuola Elkann: "In Italia troppo spreco di talenti e intelligenze"

FRANCESCO SPINI MILANO

La Fondazione Agnelli rilan­cia il suo impegno «per au­mentare non solo la qualità, ma anche la quantità del­l'istruzione, a tutti i livelli» ed evitare quello che il suo vice­presidente, John Elkann, de­finisce «uno spreco di talenti e di intelligenza», che «troppo spesso si verifica in Italia». All'università, ma non solo. In campo accademico ieri è sta­ta inaugurata, con la «lectio inauguralis», la Avvocato Gio­vanni Agnelli Associate Pro­fessorship in Economics del­l'Università Bocconi di Mila­no. Platea delle grandi occa­sioni, per celebrare il concre­tizzarsi di un'idea della Fon­dazione nata «circa un anno fa», ha spiegato Elkann, con l'obiettivo «di ricordare la fi­gura di mio nonno, nel decimo anniversario della scompar-

!:annuncio alla Bocconi dove è stata inaugurata ieri la «Professorship» per ricordare l' Awocato

sa, con un'iniziativa di grande profilo, sostenendo giovani talenti nel campo della ricer­ca economica». La «profes­sorship» - la cui dotazione permetterà di perpetuarne la durata - verrà riassegnata ogni cinque anni, la prima ti­tolare è Chiara Fumagalli. Ie­ri, alla presenza di Rata n Tata (l'industriale indiano che da pochi mesi ha lasciato le redi­ni del suo impero dell'auto­mobile e non solo), del presi­dente della Bocconi, Mario Monti, del rettore Andrea Siro­ni, con il contributo di Marco Pagano, presidente dell'Einau­di Institute for Economics and Finance, la Fumagalli ha illu­strato la materia del suo studio: le caratteristiche e l'evoluzione di gruppi di imprese.

Ma quella con la BoccQni è so­lo una delle iniziative della Fon­dazione Agnelli che punta mol­tissimo anche nel migliorare il sistema scolastico. A febbraio è

confermato l'appuntamento con il Rapporto sulla scuola, che si concentra su un tema «che sappiamo essere piuttosto con­troverso: la valutazione delle scuole italiane». in un Paese che è l'unico tra quelli avanzati «che non dispone di un sistema orga­nico» di giudizio. Non solo. La primavera prossima «verrà lan­ciato un portale - ha annunciato Elkann - dove pubblicheremo i risultati della nuova edizione della classifica delle scuole su­periori italiane». Dopotutto, ha detto il presidente di Fiat e di Exor, «tutti i genitori si chiedo­no quali siano le scuole migliori a cui iscrivere i propri figli». Ec­co, con il portale a cui tutti po­tranno accedere, la Fondazione Agnelli «intende dare un contri­buto informativo per valutare la capacità di circa 4 mila scuole superiori di preparare gli allievi agli studi successivi», ovvero al­l'università. Tra gli obiettivi c'è quello di dare un aiuto alle fami-

glie, ma l'iniziativa permetterà anche alla scuola di capire quali sono gli spazi di manovra per migliorarsi, sarà un contributo a docenti e dirigenti scolastici per «Un innalzamento generale dell'offerta formativa della scuole superiore in Italia».

E poi la questione economica, spesso scoglio insormontabile per chi vuole accedere a quel­l' «ascensorè sociale» che spes­so è ancora rappresentato da un'università di prestigio. Al proposito «entro la fine di que­st'anno - ha detto Elkann - di­venterà operativo il progetto dei prestiti d'onore che abbiamo lanciato alcuni mesi fa» e dedi­cato~ a chi vuole conseguire una laurea magistrale al Politecnico di Torino. L'idea piace, «abbia­mo ricevuto un numero doppio di richieste rispetto alle dispo­nibilità, un segnale importante, indice della volontà dei ragazzi di impegnarsi e di investire su loro stessi».

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Data 23-11-2013

LA STAMPA Pagina 20 Foglio 1

''Aule sicure? Non caricare i docenti di responsabilità" ll sottosegretario Rossi Doria: siano coinvolti gli Enti locali

Intervista gazzo rimasto ferito. Tutti mossi nella stessa direzione». Una partecipazione all'unisono

______________ che segue però tante polemiche

MARCO ACCOSSATO TORINO

L a responsabilità della si­curezza nelle scuole de­v'essere divisa in modo equilibrato. I docenti, che non sempre hanno

competenze specifiche, non posso­no essere caricati di responsabili­tà: devono essere affidate a vari li­velli, enti locali compresi».

Nel giorno del corteo studente­sco a Rivoli per ricordare i 5 anni dal crollo di un soffitto al liceo Darwin sotto il quale perse la vita Vito Scafidi, il sottosegretario al­l'Istruzione, Marco Rossi Doria, parla di un «momento di incontro imp'ortantissimo».

In che senso? «Nel senso che alla manifestazio­ne erano presenti tutti, dal gover­no a Libera, dai sindaci ai parla­mentari piemontesi, dagli inse­gnanti agli studenti del liceo, fino ai familiari di Vito e dell'altro ra-

ffONDI

«ll governo ha destinato ·150 milioni. Altri 300 sono

previsti per il2014-2016»

Il ricordo Ieri a Rivoli,

nel Torinese, gli studenti

hanno ricordato

Vito Scafidi, il15enne

morto per il crollo

di un soffitto al liceo Darwin

Al centro della foto,

Marco Rossi Doria

per una sentenza ritenuta ingiu­sta. Come giu-dica la sentenza Darwin? «Le sentenze non si commentano. Posso dire che sul­la siCurezza stia-mo riflettendo: chi ha maggiori re­sponsabilità e competenze dovreb­be rispondere a un maggior nume­ro di compiti. Questo è un Paese in cui c'è molto da riparare, anche ne­gli stati d'animo. Il ministro Carroz­za ha presentato decreti in materia di sicurezza che hanno ricevuto il plauso di tutti».

Il punto è che i fondi per l'edilizia scarseggiano e molte scuole non so­no in regola. Che cosa può garantire

il governo, sul fronte economico? «Il Decreto del Fare ha destinato 150 mi­lioni già cantieriz­zati. Sempre nello stesso decreto ne sono previsti altri 300, tramite Inail, per il triennio 2014-2016. L'altro de­creto, Scuola, dà la possibilità alle Regioni di accedere a mutui tren­tennali a tassi agevolati, con gli one-

ri di ammortamento a carico dello

Ha detto

Gli interventi «Chi ha maggiori competenze dovrebbe ~ispondere a un magg1or numero di compiti»

Marco Rossi Doria

Stato. Infine abbiamo messo a ban­do 10 milioni di euro per i piccoli in­terventi, quelli di messa a norma per ottenere i certificati di agibilità: le richieste sono state subito moltis­sime. Soldi veri, cioè immediata­mente disponibili».

Qual è la situazione delle nostre scuole? Esistono edifici vecchissimi, altri riadattati ...

«La situazione è a macchia di leopar­do, e il Piemonte non è tra le peggio­ri. Il 44 per cento degli edifici scola­stici è stato costruito nel ventennio 1961-1980, il25 per cento dopo il1980. Nel14 per cento dei casi si tratta di strutture rion nate per diventare scuole, ma riadattate».

E sul fronte della sicurezza? O me­glio: del rischio. Quali sono i nume­ri?

«Circa il 90 per cento degli istituti scolastici ha dichiarato il possesso del documento di valutazione dei ri­schi, ma solo il17 per cento è in pos­sesso del certificato di prevenzione incendi. Il 66 per cento delle scuole ha un impianto idrico antincendio; solo il49 per cento una scala esterna di sicurezza. L'impianto elettrico è conforme in sei scuole su dieci».

Ha incontrato la madre di Vito Scafi­di, durante la marcia?

«Le ho parlato al termine , ma non è stata la prima volta che ci siamo in­contrati. Ci chiede di vigilare, perché le scuole siano sicure».

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lltallaOggi l

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23-11-2013 7/8 1 /3

Andrea /chino: lo dimostra lo stato rovinoso in cui si trova l'insegnamento in Italia

Lo Stato non sa gestire la scuola La lasci governare in piena autonomia dagli insegnanti

que che cosa si potrebbe· il 11olo fatto fare? che hanno collezionato in-

DI GoFFREDO PISTELLI R. Consentire l"'opting ()Ut" carichi a termine per molto

E.._ b . d' . dalla amministrazione stata- tempo ...

a esba nera 1 certi le. Ossia consentire a chi vuole R. Appunto: il reclutamento indacati della scuola gestire in modo diverso scuole è uno degli esempi più macro­di qualche madrassa e università di poterlo fare in scopici dell'in-i pasdaran accademi~ modo completamente autono- capacità dello

ci, un po' come il fratello, Pie- mo riguardo alla Stato di gesti-tro, lo è per la Cgil e la Fiom. gestione delle ri- re la scuola. Andrea Ichino, classe 1959, sorse soprattutto Soprattutto ordinario di Economia politica uma~e e della perchè le ri-a Bolmma e all'Istituto Univer- offerta formativa. cerche scien-sitario Europeo t? Fiesole (Fi: Una sperimenta- tifi che. P.i~ re~e), forma~SI alla.Bocco~ zione su base vo- attendibili <t:esi con Manc;» ~onti), al MI~ lontaria, anche di suggeriscono di Boston e qumdi al lavoro di pochi istituti per che per fare ricerca nell'Igier di France- cominciare delle buone sco Giavazzi, Andrea Ichino, · · scuole ci vogliono soprattutto dicevamo, non la smette infatti D Che sog- buoni insegnanti: le architettu-dì dire la sua su ciò che, nella getto giuridico re ìstituzionil.li e perfino le altre ItQ~tra ~c,mla P. nP.ll::~ nm;tra potrebbero di- risorse sono secondarie. università, non ventare? D. E per fare i buoni in-va. Lo ha f~tt:<> R. Le co nfì _. segnanti? co~ alcum h: gur .. azioni le in- R. I buoni insegnanti vamio bn, Facoltà di divìduerimno i ' · '· " . · ·- L__

scelta, scritto gìuristì certo la i migliori laureati, che quindi con J?aniele fondazione po- devono essere attratti alla pro-Te~hzzes.e, tiebbe essere la fessìone docente con carri,ere e us~to ~r ~z- più semplice. retribuzioni adeguate, ma non zoli, e L~bena- garantite a tutti indipendente-ma la scuola, D. Un'autono- mente dalle capacità e dal me-firmai.? .l anche mia spinta... rito. Tra l'altro, la formazione da G; .... - 0 ~- . . R. Sì, ma poiché serve a poco .. bellini e edito dal Cornere l'autonomia senza D. In che senso, profes-della Sera, nella collana I Cor- . , . sivi, libri che, a mesi dall'uscita, valutazione .e penc;olosa, ~o Sta- so~?Nel sen­suscitano ancora discussioni e to ~eve fo~ ~h utenti t:utOO so che ìnse-reazioni stizzite. . le mfo~azio~ elementari ~e­

cessaneperchepossanosceglie- gnantì bravi Domanda. La scuola e re le scuole e le università che sì è, non sì di-

l'università !tali~e paio- preferiscono, venta! Anche n~ aver ~giunto il P'"!~ convogliando perchè quelli piU basso di una lunga C1'lSL verso di esse DraVÌ davve-Che sta succ~endo? le risorse ro non hanno

Risposta. Lo Stato non per- pubbliche. bisogno che de occasione per dimostrare la D. II che qualcuno gli sua ~ncaP:=t?tà dì gestire scuole significa che dica se e come eumversità,scontentandotut- a valutare farefurmazio-ti, a destra e sinistra, per motivi sarebbero i ne e aggiornamento. opposti. Ma anche scontentan• cittadini... D. Lei parla di incapa-dotuttì,semplìcemente,perché . R. Sì: sa- cità dello Stato ·a gestire. è inefficiente nel raggiungere rebbero gli L'ha detto anche lo storico obiettivi che non sono né dì de- utenti con le loro scelte Alfonso Scotto di Luzio da str. a né di.· sinistra, come quello D.Sullascuola,traÌ'altro, queste co-

l lonne: il mi-di se ezwnare nessuno pare seriamente nistero del-in tempi rapì- interessato la Pubblica dì insegnanti a rivedere il e professori reclutamen- }:;r~~one è universitari to. I concor· I·n modo da . • R. Infatti. soni paiono ·1 r:· 1 c o n s e n t ire insuperabili E dato Id all -una efficace e, di pari pas- lìmento e a pianificazione so, si immet· macchina sta-dei processi tono in ruo- tale, è giunto formativi. bi d il momento di

D. E d un- lo se ere i èonsentire alle scuole che lo de-precari, per sìderano, di uscire dal sistema

per potersi scegliere liberamen­te gli insegnanti, offrendo loro le retribuzioni e le prospettive dì carriera che ritengono più adatte.

D. C'è un tema ulteriore: il principio stesso di va-lutazione ge-nera crisi di nervi. Ogni anno, i test" Invalsi ven-gono visti come il ca-vallo di troia che porterà al giudizio dei docenti. È una battaglia persa, secon­do lei?

R. Assolutamente no! Anzi pian piano una frazione sem­pre più ampia dì popolazione sì rende contQ che i test Inval- · sì svolgono la stessa funzìo~ ne del termo-metro per il corpo umano. Offrono indi-cazioni fonda-mentil.li, anche se ovviamente non esaustive, sulla esistenza di possibili pa-toìogìe nel hmzìonamento di una scuola e nell'operato dei suoi insegnanti.

D. Ma il termometro da solo non basta per fare una diagnosi

R. Verissimo! Infatti i test Invalsi sono solo un parame­tro, per' altro utilizzato in tutto il mondo, ma non possono né debbono essere l'unico. D'altro canto, il contrasto acceso sulle modil.lità della valutazione in Italia mostra che il problema è trovare un accordo su quali

· parametri utilizzare. · D. Per cui, lei suggerisce, lasciamo valutare gli Ita­liani; ..

R. Certo. Con i parametri che preferiscono. Ma devono essere sufficientemente infor­mati dallo Stato su tutti i dati elementari necessari per farsi un opinione riguardo ai para­metri preferiti. Non ho paura di dirlo: auspico una valutazione "fai da te".

D. Secondo alcùni la rot­tura del monopolio stata­le e l'introduzione di una

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Italia Oggi

autentica parità scolastica col privato, potrebbe esse­re un modo per rivitaliz­zare il sistema. ~.già 1!1 parita esi-stente, è sottoposta ad attacchi massimali-sti, vedi il caso delle materne di Bologna, o scelte am-·ministrati· ve ideologi-

-che, come a l\lilano. R. n problema è mal posto.

Lo Stato ha tre funzioni pos­sibili nell'erogazione di servizi pubblici: finanziamento, rego· lazione e gestione diretta. Tut tavia esistono numerosi esempi di servizi che sono e rimangonc

pubblici an­che se la tèrza furizione non è nelle mani dello Stato centrale ma di soggetti diver­si. Pensiamo ad esempio ai· trasporti pubblici, che in~molti casi sono nnanZiatl e regolati dallo Stato ma gestiti da altri. Le mie propostè però non riguardano le scuole pri­vatè.

D. Quindi, quando vi ac­cusano di voler pri':~tizza­re, QlCOnO

scempiaggi-ni ..

R. A me intèressa solo consentire alle scuole e università pubbliche di essere gestitè in autonomia da soggetti dìversi dallo :Stato centrale, che ha dimostrato fino ad ora la sua incapacità di gestore.

D. E l'università? Fine a quàlche anno fa tutto era basato sull'idea di un'au­tonomia irresponsabile: noi, atenei, spendiamo, tu

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Data 23-11-2013 Pagina 7/8 Foglio 2/3

della ricerca>>' os$la di~ Sen.e.pW'lallleno. Pòtrèbbe ser~ creare . altrettante vire w.l.èOh:i? ·•·· ·· researcliin.g ùniver- )1, Non ha fuqlto senso, per lo meno sities, è stato accolto nellalfumtuiazio'P.e che':og'gi ha nel nostro con .scherno da a:lcu- PJ:ì.Qse, Quello.G'hli! sei"\fe .è. che lo Stat~ ni accademici. ·raccolga :i~a,zil)ni prèeìse,. s~d?f-:

R. Non j,osso che ripe· di~zate .e eònfrontabili,. sulla vahd1tà tenni: :finiamola di affi~ dei titQli offerti da'Cia$cuna istit~one dare allo Stato l.e deci· educativa.'E utèntisceglieì.'aì:Uloa sioni che non è in grado ragionveduta. · on.ha senso l'attuale

. di prendere. Sulla proposta di Rénzi sono situazione .pèr cui,, ùna volta soddìsfat­cont]'ariO anche io ma permotividiversÌ ti una Serie di requisiti burocratici eX da quelli di vuole che nulla cambi... ante (spesso irnle,vànti per la qualità),

D. E perché, professore~ il titolo erogato da una istituzione ha R. Perché il problema non è se fare valore.·legale indipendemente dal suo

"per decreto" 5 o lO hub, della. ricerca. vàlore reale. . · · · Perché per .farli bisognerebbe prima ·D. I10cse dice che spendiamo essere d'accòrdo sui critèri per stabilire meno in istruzionè. Per •.aiml) se-

. chi fa buona ricerca e quali debbàno es~ condo.RQJ>erto Pe:rotti, economista sere i campi di indagine da privilegiare. della Uoeooirl, ci ~biaino marciato, Questo accordo purtroppo non sembra sp~doquèlla~saanchesugli e8serci in Italia., come dil\:ioatratò ~le stude:q.ti-ipattivi; se avessimo<oon· infinità critiche all'operatO dell'Agenzia s~deràt().g:ti studenti ~quival~nti a

, nazfon~edivalutazione;dèleru:te~~urii" temP,o.l>i~l1~; à~~o rrooperto di • versitano- Anvur. n punto quu1d1eaffi- sp~itel'e'mU(tQ dipiU. A che punto ' darsi al mercato, com: · ove sianìo? '· ' · Ì'mnesistèqualCosadi . .. :vur a; Un rìlo:mentò. L'Oc~ non dice che perché la valutazione .è a agli utènti · spendi~q .meno !n ~struzione:Titalìa della didattica e d~llaricerca. Tra questi spende menò ìn proporzione del Pil, ma

i ovviamentè ci sarebbe anche {:tnanon stiendèquf111f.oglialtni',i:òìe1tondipiù,per . solo) Io Stato, con una sua agenzia pt3r il studente. E Umo;t;tvo è che, per via del finanziamento della ricerca, che dovrelh . cmo demografico, gli :Stu·

! be copiare il :modellodisuccessodeglit' dentisonorelativamen-1 Europan Réseatch GtantS Q 4ei Natio·+ te pochi. Quello che con­: nai. Science:F?undatìon gra:ntsin USA: f ta per vàlu~~e l'en,tità ' Eciascunnpoi competerebbe come vuole t ·della spesa m 1struz10ne ! per ifondi che p:referisèe. · · : t è la quotà per $tùdente.

. D.A:ltroelementodldisçussion.e, · En?ni:Jolo spemiiamo in questi gio...n,i, è il meccan!sino tanto per ~gni·studen-aj)prontato dalMiur PJ'r .gestil'e D te ma abbta:tnl) anche turn~over, ci'* sostit\IÌre i do~11ti molti inseg-nanti e,!:lloltè ~nsionati. Seppureun po' ~ervel• ore di insèghament()per J()tieo.l: proeétle versò un~·logic~ studente.. • . . · . .• _ • . premt. ·afe, eo:r1sente:Qdo agli atene• D. Eppure. .. ·. t risultati delle'~~.. • con i conti in ordine Oese.sullee&mpetenze degli ad:Ult1 diassumeredi più di (eom~siòne& Wl: testo ecc} sono altri dissestati. di~stròs:t. .. ·

R. Un. regolamento 1t lsa~ Lo Stalx> nb~>spende poco, unico del turnover per ~~ spend~ male. li} non ~~~m~ poch~ tutti, indipentemente mse~anti, ne. ass~tJ;P.PPl, de11,quah dall'areà di· ricerca e alcm:n,purtre.ppo,.noo sànt:to fate tlloro dal tipodiìstituzione, è mes~ .. ·. ·. . .. · ' . •'· troppò rigido, Lasciamo ··· ~:Riprodu:J:imu;1#tJrl1~ta.:....-. gli atènei Ubèm di fare come vogliorto e chi farà ·•· 'fi · · -: • IescelÙisbagliatèverrà punito dagli ùtenti. Mì,perm:ette un pa­ragone calcistico?

D. Sì figuri, siamC:nm pÌlese di àl­len:atori ....

R.. Avrebbe .senso imporre a tutte le squadre le Stesse:r~oie su} turnover? Ci·.sono giocatori ottiini che continuano fino ad oltre 30 anni e altri per cùi il

Lo Stato ha tre funzio­ni nell'erogazione dei seroizi pubblici: finan~ ziamento, regolazione

e gestione diretta. Quest'ultima dovrebbe delegarla neUa scuola

·. ··· · · · . furnovet deve avvenire Stàt(); paghi a plè di Jist~ •. Senz!J: >:t)rim~; ~ ~~d,re ~: neppure v~utW'riti. La t!nst ha l'l" nQ gh u~centl.V1.;gìUS.~l portatotuttisullaietTà.O.m}alinea p~:r far~)~ scelte ml­Mag'inot è. evitare guals~a~1 fotma ghon. su ch'l deye. e.ss~re di goventò .delPunht,erS'lta che in. pensH>nato; e. mfatj;de qualche modo puntisu oh!ettivi il} fànt:to. Lo stesso dovt~b~ . . ... maniera differenziata. Uaooenno dt be accadere perleu~~r&tà; E a tutti 1

Matteo Renzisullare- · ·livelli: giovani, ad]llti è i;mziani. a:lizzare c~que.5<huh . D.Va:lore l~ale del titolo di stu-

L'età in cui mandare in pensione i profes­sori? Sia giudicata

dai colleghi. Anche i calciatori non vanno in pensione a una età prestabilita. Dipef!de

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Data 24-11-2013 Pagina 9 Foglio 1

A Verona famiglie in marcia per promuovere le scuole paritarie DA VERONA FRANcEsco DAL MAs

P rima la conferenza al palazzo della Gran Guardia, presieduta

dal patriarca di Venezia, Francesco Moraglia. Poi in marcia, attraverso le stra­de del centro di Verona per rilanciare un appello forte allo Stato, alle Regioni, ai Comuni. Protagonisti, que­sta mattina nella città sca­ligera, gli allievi delle pari­tarie, i loro genitori, i do­centi, i gestori, ma anche i vescovi, in testa il patriar­ca e Giuseppe Zenti, ordi­nario di Verona, numerosi sindaci e rappresentanti politici. Si tratta del tradi­zionale appuntamento tri­veneto del popolo della scuola libera, di ispirazione cattolica, che qui porta sui banchi più di 100mila bambini e ragazzi. «Nessuna crociata- pun­tualizza monsignor Ed­mondo Lanciarotta, segre­tario della Commissione per l'educazione dei ve­scovi del Nord est-. Noi in­tendiamo sostenere e valo-

l'evento Oggi la città sarà teatro di una grande manifestazione a sostegno della libertà di scelta educativa. In mattinata una conferenza presieduta dal patriarca di Venezia M o raglia

rizzare tutta la scuola, pub­blica statale e pubblica pa­ritaria, i percorsi dell'istru­zione e della formazione professionale, sia sotto l'a­spetto culturale ed educa­tivo, che economico-finan­ziario con tutte le risorse necessarie». La crisi sta provocando l'abbandono di numeri im­portanti di allievi, in deci­ne di casi anche con la chiusura degli istituti o il passaggio al pubblico; le famiglie di disoccupati o cassintegrati non ce la fan­no a pagare le rette. E i Co­muni, dal canto loro, non sono sempre nelle condi­zioni di garantire i çontri­buti di un tempo. E ari­schio l'educazione di mi­gliaia di bambini. «È per questo che sollecitiamo, anche con iniziative che possono colpire come que­sta marcia- spiega Lancia­rotta - politiche coerenti per garantire finanziamen­ti certi, in prospettiva plu­riennale, per sostenere e realizzare l'autonomia sco­lastica per il sistema pub­blico integrato, ed il soste-

gno a tutti in particolare a chi si trova in situazione di difficoltà e di disagio, sia il diritto/ dovere di educazio­ne della famiglia, il mante-nimento e lo sviluppo del servizio scolastico». Tutte le associazioni catto­liche del mondo della scuola sono impegnate in prima linea. Un altro pre­ciso obiettivo della mobili­tazione è anche «il de fini­tivo superamento delle modalità di finanziamento delle scuole paritarie ora assicurato mediante incer­ti stanziamenti nella legge di bilancio e di stabilità an­nuali, stabilendo, secondo i principi della Legge 62/2000 della parità scola­stica, il finanziamento del­le scuole paritarie all'inter­no del sistema pubblico dell'istruzione, svincolato dal patto di stabilità». Ai politici e agli ammini­stratori presenti a Verona verrà consegnata una piat­taforma che contiene, tra le altre, la richiesta di assi­curare per il 2013 l'intero importo dei contributi a bi­lancio senza alcun taglio e

di garantire per il2014 un importo di contributi di al­meno 530 milioni di euro, minimo vitale per la so­pravvivenza del sistema paritario e quella di esclu­dere i contributi assegnati al sistema della Formazio­ne professionale dai limiti del patto di stabilità delle Regioni. E queslo perché le Regioni che realizzano i percorsi triennali di For­mazione professionale ga­rantiscono responsabil­mente un servizio pubbli­co essenziale e quelle as­soggettate al vincolo di bi­lancio del patto di stabilità, hanno difficoltà ad eroga­re le spettanze agli enti at­tuatori con ritardi che arri­vano anche ai 12 mesi e conseguenti, pesanti rica­dute sul pagamento de_gli stipendi agli operatori. E il caso, ad esempio del Vene­to. Resta - perentoria - la sollecitazione a lasciare li­bere dall'Imu e dalla Tares le scuole paritarie gestite da enti senza scopi di lu­ero, «per consentire di svolgere il loro servizio pubblico».

© RIPROOUZIONE RISERVATA

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Data 23-11-2013 Pagina 1 Q

Foglio 1

Scuola e formazione professionale, IV Conferenza a.Ver?na . Domani marcia popolare per protestare contro tagh e ritardi

DA VERONA

N essun problema se i rappresentanti del governo e delle regioni dovessero disertare la quarta conferenza della

scuola e della formazione professionale orga­nizzata dai vescovi del Nordest domani a Ve­rona. Sono attesi, fra gli altri, il presidente del Consiglio, Enrico letta, .e i.gove~ato~ ~el Ve­neto, LucaZaia, e del Fnuli Venezia Gmlia, De­bora Serracchiani. Dovessero mancare all'ap­puntamento, l'allarme-ar~ell.o de~ genitori! degli allievi e delle comumta d1 gestlone degli istituti paritari si alzerà ancora più forte, pri­manel convegno di Palazzo Bra poi nella mar­cia popolare attraverso il centro s~aligero. «Og­gi- puntualizza Edmondo LanCiarotta, segre­tario della Commissione per l'educazione del­la Conferenza episcopale del Triveneto -la si­tuazione è particolarmente difficile per le scuo­le paritarie e i centri di fo.rm~ione. p_rofe~sio~ nale a causa sia dei contmm drastlCI tagli de1 contributi, sia per i sempre più lunghi ritardi delle parziali erogazioni a fronte di un evidente

Lanciarotta (Cei): situazione difficile per colpa di una drastica riduzione dei fondi e delle lungaggini. Zaia: il modello veneto è un'eccellenza unica in Europa. E va difeso a ogni costo

risparmio significativo alle casse pubbliche». Tagli e ritardi non solo da Roma, ma anche dal­le Regioni. «Tutte le scuole vanno sostenute e valorizzate con l'impiego di tutte le forze ne­cessarie affinché possano svolgere l'indispe.n­sabile ruolo educativo a loro affidato. La Chie­sa è per la scuola, per tutta la scuola, perché la scuola fa parte del bene comune»: A riassu­mere gli elementi di P.reoccup~":wne ~ella Chiesa del Nordest sara doman11l patnarca Francesco M o raglia. Alla vigilia dell'appunta­mento, il governatore Luza Zaia scen~e co­munque in campo per sostenere che «Il mo­dello veneto delle scuole paritarie per l'infan­zia garantisce un'eccellenza ~duc~tiva unica in Europa a un costo tre volte mfenore a quel­lo delle scuole statali, per cui è un patrimonio che vogliamo e dobbiamo ~ifendere a ogni co­sto non solo per una questiOne economica ma anche perché un modello diff_uso d~~· alto pro~ filo qualitativo». Nel Veneto, mfattl, il 70% de1 bambini tra i 3 e i 6 anni frequenta queste scuo­le e nel territorio regionale, in ben 298 dei 581 Comuni, l'unica struttura educativa per l'in­fanzia presente è solo quella paritaria.

Francesco Dal Mas © RIPROOJZIONE RISERVATA

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runità Pagina 14 Foglio 1

Scuola, mobilitazione continua: occupazioni in tutta Italia LUCIANA CIMINO [email protected]

Dopo i cortei è l'ora delle occupazioni. La settimana clou delle mobilitazioni studentesche si è aperta con decine di autogestioni e occupazioni nelle scuole superiori di tutta Italia. Contempora­neamente, negli atenei si è aperta la <<Settimana nazionale di discussione per salvare l'Università». Solo nella capi­tale negli ultimi due giorni sono stati lO gli istituti occupati: licei classici (tra cui lo storico Mamiani), scientifici, Itis, scuole alberghiere. Da Prati a Centocel­le, e poi Eur, Primavalle, San Giovanni, Garbatella. Sempre a Roma occupate anche tutte le sedi della facoltà di Archi­tettura del La Sapienza e lo studentato di via Cesare de Lollis. <<Ci aspettiamo altre azioni nei prossimi giorni», spiega l'Unione degli Studenti (Uds) che ha lan­ciato sul suo sito la campagna <<Cambia la tua scuola» con informazioni legali e vademecum per gestire le occupazioni e le assemblee. Tra i modelli da scarica­re anche quello di odg per la settimana della didattica alternativa. <<Vent'anni di politiche sbagliate ci hanno consegna­to in eredità una scuola strutturalmen­te a pezzi, autoritaria con contenuti e

Dopo le manifestazioni dell5 e 16 novembre prosegue la protesta anche nelle Università

metodi didattici vecchi e inattuali e pe­rennemente minacciata da nuovi tagli -dice Roberto Campanelli, coordinatore nazionale Uds - Il 15 e il 16 novembre siamo scesi in piazza dal nord al sud e in questi giorni la mobilitazione sta tor­nando nelle scuole con occupazioni, au­togestioni, assemblee permanenti: so­no spazi liberati, laboratori di costruzio­ne di un altra-scuola possibile».

I ragazzi del movimento studentesco si oppongono ai tagli, alla precarizzazio­ne generale, alla mancanza di un ade­guato diritto allo studio che negli anni ha reso l'accesso all'istruzione sempre più classista. Ma poi legano la lotta a un contesto fortemente territoriale. È per questo che in Campania le occupazioni delle scuole di Napoli, Caserta e altri centri sono tutt'uno con la mobilitazio­ne contro il biocidio. Una prosecuzione, in questo caso, della manifestazione del 16 novembre scorso, quando il fiume di manifestanti che ha percorso il capoluo­go campano era formato anche da mi­gliaia di studenti. A Giugliano sono stati occupati tutti gli istituti: <<Si ad un futu­ro per i giovani nella Terra dei Fuochi». Anche in Sicilia, una dopo l'altra, sono partite le occupazioni: Palermo (dove giovedì gli studenti hanno manifestato dietro lo striscione <<le scuole crollano,

gli studenti nO>>), Catania, Ragusa. An­che qui si lotta contro i tagli indiscrimi­nati all'istruzione e per le condizioni de­gli istituti, fatiscenti per lo più. Lo stes­so a Bologna, dove si protesta per la ulte­riore riduzione dei fondi di Regione e Provincia, e a Venezia dove lamentano la mancanza di strutture e laboratori.

In parallelo tornano le obiezioni di quanti vedono nelle occupazioni solo un periodo di vacanza. Eppure il movi­mento studentesco negli ultimi anni si è molto rafforzato. <<La condizione di gio­vani e studenti è peggiorata progressi­vamente- dice ancora Roberto Campa­nelli -le questioni sono diverse: dall'as­senza di risorse che ha peggiorato la qualità dell'istruzione ai problemi della quotidianità che vivono in classe e nella propria città ogni giorno>>. E che non si tratti del "solito fenomeno ciclico" lo conferma anche Daniele Lanni, porta­voce nazionale Rete degli Studenti Me­di, <<Si prosegue la mobilitazione nazio­nale del15 novembre scorso. Il 27 sia­mo stati convocati dalla ministra Car­rozza per un parere su vari punti ma noi riteniamo che non basti una convocazio­ne del Forum delle Associazioni per concepire delle misure realmente effica­ci, bisogna costruire tavoli permanenti con gli studenti su questioni centrali co­me il diritto allo studio e il numero chiu-SO>>.

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Data 25-11-2013

IL GAZZETTINO Pagina 17 Foglio 1

ISTRUZIONE Il patriarca Moraglia: «Agenda politica distratta». La Regione ha stanziato 21 milioni

«Senza le paritarie scuola al collasso» Zaia: «Gli istituti statali non potrebbero accogliere i 91.500 studenti che oggi vengono assistiti»

Nicoletta Canazza MESTRE

«Sem:a la preziosa presenza delle scuole paritarie non tutti i noiìtri ragazzi avrebbero lo stesso diritto d'accesso alla formazione e i costi andrebbe­ro al collasso». Lo ha detto il pre3idente della Regione, Lu­ca Zaìa, alla giornata conclusi­va del Festival della Dottrina sociale della Chiesa dedicata all'istruzione, in programma a Verona. Nel Veneto, ha ricor­dato Zaia «accedono alle scuo­le paritarie 91.500 ragazzi, cui viene data una risposta forma­tiva d.i qualità venendo incon­tro a bisogni delle loro fami­glie. La Regione ha stanziato 21 milioni anche in questo anno di grandi difficoltà, ma sembra che siamo gli unici a mantenere la parola. Se lo Stato pagasse in proprio le spese indicate nei loro scanda­losi "costi standard" - ha ag­giunto - spenderebbe 535 mi­lioni di euro. In Veneto - ha ribadito Zaia - la Costituzione in questo settore non è rispet-

ISTRUZIONE Alunni al primo

giorno di scuola; in

Veneto frequentano le

paritarie 91.500 tra bambini

e rmgazzi

ttata, perché oltre che spende­re una follia, le scuole statali non sarebbero in grado di accogliere i 91.500 ragazzi assistiti oggi dalla paritarie>>.

Un "modello" da prend~re a riferimento. <<Il Veneto - so­stiene Zaia - è una delle poche Regioni ad avere un grosso residuo fiscale attivo, che de­ve tornare a servire per la nostra gente e che, applican­do a livello nazionale i criteri di buon amministrazione adot­tati in Veneto, si risparmiereb­bero 30 miliardi l'anno>>.

Sulla stessa linea il patriar­ca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia: «Le scuo­le paritarie, di cui quelle di ispirazione cattolica sono la stragrande maggioranza, fan­no risparmiare allo Stato non meno di 6 miliardi di euro. Come una quota consistente di una legge di stabilità o l'equivalente di una manovra integrativa. Quanto ai costi dell'istruzione: il costo medio annuo per ogni alunno della scuola statale sfiora i 7.000 euro; quello stanziato dall'era-

rio per ogni alunno delle.pari­tarie si ferma a 500».

Moraglia ha poi fatto un confronto con l'esperienza eu-

ropea osservando ehe «non investire in istruzione e forma­zione significa compromette­re irreversibilmente le capaci­tà di innovazione dei sistemi sociali ed economici nazionali e quindi favorire per riflesso il declino dell'Europa».

Una scarsa attenzione, quel­la riservata negli ultimi anni alla scuola dalla società e dall'agenda politica, che fini­sce per riflettersi sui docenti. Secondo Moraglia «ne conse­gue anche una situazione eco­nomica particolarmente infeli­ce rispetto all'importanza ed alla qualità del lavoro».

Alle principali sigle associa­tive delle scuole paritarie e della formazione professiona­le, presenti al Festival, il pa­triarca ha sottolineato che «la posta in gioco «è altissima e decisiva per il futuro delle nostre famiglie, delle nostre comunità locali, del nostro Nordest, del nostro Paese.

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' DSole?]JJa)Illrl novue A BERGAMO

Processo alla scuola digitale del futuro

N on basta introdurre la tecnolo­gia nelle aule scolastiche per aver costruito la scuola digitale

del futuro. Sulla base dell'esperienza di­venta sempre più chiaro che la trasfor­mazione digitale in atto è un'opportuni­tà unica per realizzare una didattica in­novativa, centrata sullo studente e sull'acquisizione delle competenze chia­ve europee e di cittadinanza.

L'uso di strumenti tecnologicamente avanzati, e in particolare le diverse speri­mentazioni di apprendimento con i ta­blet in corso in un numero crescente di scuole, stanno infatti rivoluzionando il processo di apprendimento. Per la pri­ma volta alunni e docenti condividono una realtà paritetica: essere-il primo gruppo di persone in un'aula scolastica a poter vivere un processo di apprendi­mento reciproco. Da una parte gli stu­denti con la loro competenza sulle tec­nologie e sulle loro potenzialità reali, dall'altra i docenti con la loro solida ba­se culturale e didattica. Nella scuola digi­tale già oggi gli studenti apprendono in modo diverso e questo fatto implica un insegnamento diverso. Condividere, collaborare e interagire sono i nuovi mentori per un'esperienza che parte dai banchi di scuola e si riflette nel percorso formativo e personale di ogni studente.

Delle opportunità che la scuola digita­le sta aprendo e dei dubbi sulla sua rea­lizzazione si parlerà venerdì 29 novem­bre a Bergamo nell'ambito del «Proces­so alla scuola digitale», organizzato dal Centro Studi ImparaDigitale, dove stu­denti e docenti che hanno sperimentato l'uso della tecnologia nella didattica si confronteranno sui benefici e sulle diffi­coltà di questa applicazione.

Processo alla scuola digitale. Venerdì 29 novembre a Bergamo, al Seminario Papa Giovanni Xlii, studenti e docenti si

confrontano sui pro e sui contro. studenti.imparadigitale.it

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ROMA

SOMMA VESUVIANA La Costituzione a scuola, martedì un convegno SOMMA VESUVIANA. L'istituto "Maria Montes­sori" di Somma Vesuviana con l'Aree (Associazione ex Consiglieri Regionali della Campania) ed il Co­ordinamento degli ex Par­lamentari, in concerto con l'Ufficio Scolastico Regio­nale, nell'ambito della cam­pagna triennale intesa a supportare l'insegnamento di Cittadinanza e Costitu­zione nelle scuole promuo­ve un un convegno forma­tivo con l'onorevole Car­mine Iodice, martedì 26 al­le ore 11 nell'auditorio mul­timediale dell'istituto "Bia­gio Auricchio".

Data 23-11-2013 Pagina 46 Foglio 1

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Universita'

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n Sole?]{! mmrn

l Il prestito d'onore per sostenere i costi universitari

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l

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Il primo prestito è d'onore È utile la presenza dei genitori nella scelta Tassi convenienti, cifre modeste e requisiti minimi di votazione

di Andrea Curiat

Da un minimo di 2.6oo a un massimo di 10mila euro di tasse universitarie, più i libri di testo e i costi eventuali di vitto e alloggio peri fuorisede. Mandare un figlio all'univer-. sità, oggi, può incidere per più del 30% sul reddito della famiglia. Un lusso che richiede grandi sacrifici. Cosa possono fare i genito­ri, quando non è possibile aumentare la quo­ta di risparmi da destinare allo studio dei fi­gli? Una soluzione arriva dal mondo del cre­dito, sotto forma di prestiti d'onore e altri prodotti di sostegno ai giovani.

Se è vero che, nominalmente, i finanzia­menti sono intestati ai giovani, un ruolo importante spetta proprio ai genitori. La fa­miglia, infatti, deve essere certa di poter so­stenere il costo del debito qualora ci siano ritardi nell'ingresso dei figli nel mondo del lavoro. È bene che i genitori siano sempre partecipi nel processo di raccolta delle in­formazioni e di decisione finale; sia come forma di sostegno e aiuto agli studenti, spesso alle prime armi nei prestiti, sia per condividere la decisione finale.

I pro e i contro da valutare coinvolgono tutti: si è disposti a ottenere un'iniezione im­mediata di liquidità, sapendo di dover rim­borsare debito e interessi in un'ottica di lun­go periodo? Solo chi conosce il budget fami­liare può dare una risposta realistica. I presti­ti d'onore corrispondono in genere cifre mo­deste, a tassi agevolati e da rimborsare in un periodo relativamente lungo. Niente a che vedere con un mutuo, insomma. Inoltre è spesso previsto un "anno di grazia", duran­te il quale il neo laureato ha il tempo per cer-

care lavoro e permettersi così di restituire au­tonomamente le rate. Tutti fattori che do­vrebbero rendere più semplice il rimborso anche in condizioni occupazionali difficili. Non è richiesta alcuna garanzia reale. La con­tropartita è che molti prodotti prevedono dei requisiti minimi di merito che non per­mettono a tutti gli studenti l'accesso.

È il caso, ad esempio, del prestito Bridge di Intesa Sanpaolo: per attenerlo, e mante­nerlo, bisogna raggiungere un numero mini­mo di crediti formativi (in media, 40 per ogni anno scolastico) ed essere ammessi agli anni successivi di studi (nel caso di ma­ster o dottorati di ricerca). Ed è anche il caso del progetto "Diamogli futuro" (www.gioven­tu.gov.it/ diritto-al-futuro), istituito nel2007 e ampliato nel2010 dal dipartimento per la Gioventù della presidenza del Consiglio con una dotazione finanziaria di 19 milioni. Il fondo per lo studio, al quale aderiscono di­verse banche, permette ai ragazzi di accede­re a finanziamenti a tasso agevolato fino a un massimo di 25mila euro, a patto però che si siano diplomati con una votazione di alme­no 75/100, o laureati con almeno 10ojno.

Per quanto riguarda i costi, in media, i tas­si finali oscillano tra il4 e il5,5%. L'indice di riferimento è l'Eurirs, al quale si somma uno spread variabile di banca in banca ma più basso rispetto al mercato. Ad esempio, l'Uni­Credit ad honorem ha un Tan pari all'Eurirs a 4, 10 o 15 anni (in base alla durata del presti­to) più uno spread del3,5%. Il prestito Ubi Banca, che rientra nella convenzione "Dia­mogli futuro", ha un tasso pari all'Irs lettera a 10 anni, più l'1,5%. Il prestito ad honorem di Banca Sella, pensato espressamente per chi si iscrive a un master, ha un Taeg del 5,77% per un importo da 30mila euro da re­stituire in 7 anni (84 mesi). Mentre il prestito Bridge di Intesa Sanpaolo calcola il Tan sul parametro Irs a 9 anni, più l'1,5%. A confron­to, stando alle ultime rilevazioni trimestrali condotte da Bankitalia, i normali prestiti per­sonali hanno un tasso effettivo medio del 12%, mentre il credito finalizzato raggiunge il12,32% per importi entro i 5mila euro, e il 9,96% per cifre superiori.

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~UniCredit Fino a 27.700 euro, gestibili in tre periodi

AD HONOREM

,., TanTaeg Taeg del5,49% calcolato su 20mila euro in 84 mesi. T an: Eurirs a 4, lO o 15 anni+ 3,5%.

Condizioni Fino a 27.700 euro da rimborsare in 12-180 mesi (compreso il preammortamento di 12 o 24 mesi).

• Durata Periodo di fruizione senza rimborso: 1-3 anni; Periodo di grazia (opzionale): 0-2 anni; Periodo di rimborso: 1-15 anni.

Vantaggi e svantaggi

Pro

Tassi agevolati, non occorrono garanzie

Pagamento diretto alla scuola

PERMASTER

TanTaeg Taeg 5,77% calcolato su 30m ila euro in 84 mesi.

Condizioni Fino a 30m ila euro per un m aster. Pagamento diretto da parte della Banca alla scuola, salvo diverso accordo. Sono coperte anthe le spese di vitto e alloggio documentate, per un massimo pari allO% del costo del M aster

Durata 84 mesi, oltre a un periodo di preammortamento pari alla durata del m aster maggiorata di 6 mesi, fino a un massimo di 30mesi.

q> Contro

Obbligo di voti alti, scarsa occupazione

~ INTES4S~B4010

Verifica sulla regolarità della frequenza

PRESTITO BRIDGE

TanTaeg T an: l RS a 9 anni+ 1,50%.

Condizioni Smila euro fino a un massimo di 15-30mila euro. Richiede di conseguire un numero minimo di crediti formativi, di essere iscritti e in regola con gli studi. Senza requisiti per più di tre verifiche, il finanziamento viene sospeso e inizia a decorrere l"'anno- ponte".

• Durata Quando l'Università segnala il conseguimento del titolo, il finanziamento si ferma. Poi un "anno ponte" durante il quale non si deve dare nulla. Durata massima è di 12 anni.

Contro

Data 25-11-2013 Pagina 14 Foglio 2/2

UBI><Banca Fino a 25mila euro con rate annuali

DIAMOGLI FUTURO

ili> TanTaeg Taeg 3,710% calcolato su un prestito da 25m ila euro in 60 mesi. T an: IRS "lettera"a lO anni+ 1,5%

Condizioni Fino a 25m ila euro. Rivolto ai giovani da 18 anni in su iscritti a corsi di laurea.

Durata Erogazione con rate annuali per una durata massima di 5 anni e un importo massimo di 25mila euro.

Incertezza sul rimborso

lì• Offrono in genere tassi agevolati rispetto alla media dei mercati. ft> Permette ai genitori che non hanno risparmi di ottenere liquidità immediata. ili>· Non occorrono garanzie reali.

• Diversi prodotti prevedono il conseguimento e mantenimento di determinati requisiti di merito. Se gli studi non vanno bene, bisogna cominciare il rimborso del debito in anticipo.

• l genitori devono necessariamente valutare l'ammontare delle rate, e pianificare il piano di rimborso nel lungo periodo. Non sempre si ha la certezza che il debito sia sostenibile.

Molti prestiti prevedono un periodo di grazia al termine degli studi, così da dare al giovane la possibilità di trovare lavoro e contribuire al rimborso del debito.

• Con il mercato pellavoro che versa in condizioni difficili, il periodo di grazia di un anno può non essere sufficiente perchè il figlio beneficiario trovi lavoro.

• Non tutti gli atenei aderiscono alle convenzioni con le banche; non tutti gli istituti di credito offrono ai propri clienti i prestiti d'onore.

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INNOVAZIONE

Otto «cluster» per cogliere la ripresa

Otto «cluster», dall'aerospazio ai trasporti, dove la partnership pubblico-privato è forte e la collaborazione tra grandi imprese e Pmi con

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25-11-2013 23 1 /3

Università e centri di ricerca diventa una palestra per competere nella corsa ai fondi europei per la ricerca che si aprirà il prossimo anno con

«Horizon2020». Un tema, tra gli altri, al centrò dell'XI giornata della ricerca e innovazione promossa da Confindustria. ~ pagina 23

Innovazione. Alleanza tra grandi aziende e P mi con università e centri di ricerca nella XI giornata promossa da Confindustria sulla R&I

Otto cluster mettono in filiera la crescita Il ministro Carrozza: «Una palestra in vista del nuovo programma europeo Horizon 2020»

Marzio Bartoloni Per una volta l'Italia potreb­

be farsi trovare pronta e ben al­lenata, come non è mai succes­so prima, nella grande corsa ai fondi europei per la ricerca che si aprirà il prossimo anno. Gio­vedì scorso il Parlamento euro­peo ha infatti varato il nuovo piano «Horizon 2020» che met­te in palio 70 miliardi per i pros­simi anni, una cifra mai vista fi­nora (l'unica col segno più ri­spetto al passato nei bilanci U e, lo scorso programma per la ri­cerca ne ha stanziati so). Un piatto troppo ricco per farselo sfuggire anche perché le risor­se per la R&S in Italia sono sem­pre più con illumicino. Da qui gli sforzi di imprese, centri di ri­cerca, università e ministero dell'Istruzione che da qualche anno hanno deciso di fare squa­dra unendo gli sforzi per non fa­re più gli errori del passato quando abbiamo lasciato agli al­tri Paesi U e almeno 500 milioni all'anno di risorse per colpa del nostro vecchio vizio di bussare a Bruxelles in ordine sparso.

L'idea è stata dunque quella di trasformare in una grande "palestra" gli ultimi bandi italia­ni per la ricerca, tagliandoliami­sura del nuovo programma eu­ropeo Horizon 2020. A comin­ciare dai fondi per le smart ci­ties e in particolare al bando sui «cluster tecnologici naziona­li», i modelli di aggregazione pubblico-privata dove è forte la collaborazione tra grandi im­prese e Pmi con Università e centri di ricerca, una delle fron­tiere, questa, al centro dell'Xl

BRACCO «Abbiamo lavorato intensamente mobilitando tutto il sistema delle imprese valorizzando i territori, i temi e le collaborazioni esistenti»

giornata della ricerca e innova­zione promossa giovedì scorso da Confindustria che su questo fronte lavora da anni. Il bando si è chiuso a metà ottobre scor­so con un budget di 266 milioni (170 come contributo alla spese e 96 in credito agevolato) da de­stinare a otto cluster apparte­nenti ad altrettanti settori: Fab­brica intelligente, Chimica ver­de, Scienze della vita, Mezzi e si­stemi per la mobilità di superfi­cie terrestre e marina, Agrifo­od, Aerospazio, Tecnologie per le smart communities, Tecnolo­gie per gli ambienti di vita. Il mi­nistro dell'Istruzione Universi­tà e Ricerca, Maria Chiara Car­rozza, non ha dubbi: «l cluster tecnologici si sono rivelati un'utilissima palestra per la col­laborazione tra aziende e mini­stero in vista di Horizon 2020>>. «Il programma- continua il mi­nistro - resta una delle priorità della nostra azione e i cluster avranno un posto importante anche nel Piano nazionale della ricerca che stiamo elaboran­do». Piano che non a caso sarà una versione italiana dell'euro­peo «Horizon 202o».

Sulla stessa scia il vice presi­dente Ricerca e innovazione di Confindustria, Diana Bracco, che ricorda come l'associazio­ne degli industriali abbia «lavo­rato intensamente» alla costru­zione dei cluster, «mobilitando tutto il sistema delle imprese»: «Siamo partiti dalla redazione delle Mappa delle competenze in Ricerca e Innovazione delle imprese, che hanno permesso di evidenziare la presenza e la distribuzione sul territorio, i te-

mi e le collaborazioni - spiega Bracco- e abbiamo successiva­mente promosso con il Miur i progetti Sud-Nord, per favorire la collaborazione di soggetti del­la filiera distribuiti su diversi territori, ed infine lavorato alla costituzione dei primi 8 cluster tecnologici nazionali che han­no partecipato al bando Miur».

Il bando, chiuso lo scorso 13 ottobre, finanzia in particolare trenta progetti che coinvolgo­no in partnership pubblico-pri­vato- che è la strategia sollecita­ta dall'Europa nel suo nuovo programma per la ricerca- 456 soggetti negli otto cluster. Si tratta, in particolare, di 112 tra enti pubblici di ricerca, univer­sità, Ircss e 344 imprese: 140 di taglia grande e 204 Pmi, tra cui anche alcune start up. Ora la sfi­da per questi cluster - vere e proprie filiere della crescita che coinvolgono trasversal­mente praticamente tutte le Re­gioni - sarà quella di dimostra­re la capacità di attrarre ulterio­ri investimenti pubblici e priva­ti, finalizzati allo sviluppo e all'impiego di capitale umano qualificato (a cominciare dai dottori di ricerca) in modo da far crescere la qualità dei pro­dotti della ricerca e il loro impat­to sull'impresa, sul mercato e sullo sviluppo dei territori.

Per tutti e gli otto cluster un'occasione d'oro per poten­ziarsi potrà arrivare dai nuovi bandi europei del programma Horizon 2020. A dicembre è at­teso il piano con le cali che Bru­xelles intende lanciare il prossi­mo anno. In palio, come detto, ci sono 70 miliardi da qui al

2020. Con una crescita di fondi dovuta in gran parte alla crea­zione di un nuovo pilastro, quel­lo della «Leadership industria­le», uno strumento forte di 17,01 miliardi che si propone di ac­compagnare l'ipdustria e in par­ticolare le Pmi (a loro spetteran­no almeno 3.4 miliardi) nello sviluppo di processi innovativi.

Un fronte, questo, dove i pro­getti nati nei cluster possono giocare una partita importante. Come nell'altro pilastro- quel­lo classico dell' «Eccellenza scientifica» - che con una dota­zione di 24,4 miliardi punta a va­lorizzare la ricerca di base e an­che la creazione dei cluster. Un terreno su cui ora l'Italia può fi­nalmente farsi trovare pronta e non commettere più l'errore di regalare agli altri le risorse per la ricerca e l'innovazione di cui abbiamo tanto bisogno. Finora il nostro tasso di successo nell'accesso ai bandi Ue finan­ziati anche con le nostre tasche è stato circa dell'8% contro una partecipazione al bilancio Ue che vede l'Italia mettere una quota che vale quasi il 14%. In pratica abbiamo finanziato con i nostri soldi - si stima almeno 2,5 miliardi negli ultimi anni -la ricerca degli altri. E se le cose non cambieranno l'Italia nei prossimi 7 anni rischia di perde­re in favore degli altri membri dell'Unione una fetta di almeno 3.5 miliardi del programma Ho­rizon 2020. Uno spreco che non possiamo davvero più permet­terei. E che ora anche grazie ai nostri cluster tecnologici spe­riamo di dimenticare presto.

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I frutti delle partnership pubblico-privato

L'identikit degli otto cluster che si sono aggiudicati il budget di 266 milioni con i relativi progetti

Con 175 soggetti coinvolti (tra cui87impresee45 università), questo cluster conta su 32 milioni di euro. I progetti finanziati sono tre: area nutrizione e salute, per la prevenzione di malattie associate alla dieta e promozione dell'invecchiamento in salute; sicurezza a li menta re; sostenibilità per la riduzione

, di scarti e valorizzazione dei sotto prodotti

~- ~ ~---:- ~-=-cc --~ -~-~ -= Il cluster raggruppa 1,10 soggetti pubblici e privati attivi nel campo della bioeconomia a diversi livelli in 18 Regioni. Tra i progetti principali, «Rebiochem)) integra bioconversioni per la produzione e l'applicazione di biochemfcals da biomasse di seconda generazione e «Lidi a)) per sviluppare nuove tecnologie per convertire derivati organici in sostanze green

Il cluster Mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina conta su 113 partecipanti tra università, enti pubblici di ricerca, imprese e soggetti aggregati (distretti, consorzi e associazioni). Quattro i macro progetti: ltaly 2020 (gomma), Tesys Rail (rotaia),.Trim (mobilità marittima) e Its Ita ly 2020 (Sistemi percomodalità e intermòdalità).

Il cluster conta su 86 aderenti in nove regioni partecipanti. I quattro progetti (mobilità intelligente ecosostenibile, edifici a zero consumo energetico in distretti urbani intelligenti, soci al museum & smart tourism, la città educante) coinvolgono complessivamente 76 partner per un valore totale di investimento pari a 43,2 milioni di euro

Cinquanta grandi imprese, 850 P mi, 100 centri di ricerca e 40 università sono riunite in questo cluster. Campania, Emilia-Romagna, Lombarida, Lazio, Piemonte, Puglia, Umbria,Sardegna e Toscana. Attraverso la Federazione Aia d sono inoltre rappresentate numerose Pmi residenti in altre regioni come Liguria e Veneto. Diversi i progetti approvati, come« Trasporto efficiente che rispetti l'ambiente)).

Questo cluster coinvolge 265 differenti soggetti, di cui 19 associazioni, 196 imprese, 6 distretti tecnologici e 44 tra università ed enti di ricerca. I quattro progetti pricipali sono: 1) Sustainible

· ma nifactu ri ng; 2) Ada ptive and modular approaches for the digitai factory; 3) Smart manufacturing; 4) High performance manufacturing

Data 25-11-2013 Pagina 23 Foglio 2/3

Il cluster- con una ventina di partner· conta quattro progetti approvati, finanziati da 40,935 milioni di euro. Si tratta di Medintech, per aumentare la sicurezza e l'efficacia di farmaci e vaccini; Ivascomar su nuovi biomarcatori per malattie complesse; Dna on Disk, una piattaforma e kit diagnostici per la salute dell'uomo; Irmi, per creare una infrastruttura multiregionale per rigenerare organi e tessuti.

Sono nel complesso un centinaio i soggetti del cluster tra grandi imprese, enti non profit, università e Consiglio nazionale delle ricerche. Tra i progetti approvati: Shell; activeaging@home; design for all, che puntano allo sviluppo di soluzioni tecnologiche, e prodotti altamente innovativi che permettano di ridisegnare l'ambiente di vita domestico i n per garantire l'inclusione, la sicurezza, l'ecosostenibilità.

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Data 25-11-2013 Pagina 23 Foglio 3/3

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Data 23-11-2013 n Sole?]{! mmrn Pagina 12

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LECTIO INAUGURALIS IN BOCCONI PER LA CATTEDRA SUI GRUPPI D'IMPRESA DEDICATA A GIOVANNI AGNELLI

Una «Professorship» per l'Avvocato L'Ateneo milanese assegna a Chiara Fumagalli la prima docenza

di Giovanni Vegezzi

Unacattedrainmemoria dell' Av­vocato, per studiare i gruppi di imprese, che in Italia rappresen­tano oltre un quinto degli asset

quotati. L'Universita Bocconi ha celebra­to ierilalectio inauguralis della Professor­ship in Economics intitolata a Giovanni Agnelli e istituita ad aprile grazie allaF on­dazione della famiglia torinese. L'obietti­vo del progetto é contribuire all'avanza­mento della ricerca in ecònomia applica­ta, promuovendo ogni 5 anni il lavoro di un "giovane e promettente ricercatore" come ha spiegato ieri il vicepresidente della Fondazione Agnelli ed erede dell'Avvocato John Elkann, introducen­dounpaneldiinvitatifracuispiccaval'in­dustriale indiano Ratan Tata.

«L'idea di questa cattedra è nata qual­che anno fa quando stavamo pregando conia nostra fondazione familiare il de­cimo anniversario della morte di mio nonno», ha spiegato Elkann sottoline­nando l'impegno della fondazione nel­la formazione e spiegando che «pro­muovere l'educazione delle persone si­gnifica aiutarle ad affrontare le sfide,

Parterre de roi. Un parterre dell'imprenditoria fa miliare d'eccezione per inaugurare la cattedra dedicata a Gianni Agnelli. La lectio magistralis della cattedra intitolata all' Awocatoè stata preceduta ieri dai saluti di Mario Monti, nella sua veste di presidente della Bocconi: Monti ha ricordato «il ruolo fuori dal

. comune» che l' Awocato «ha giocato nella società italiana ed europea» e ha ringraziato il nipote, )oh n Elkan intervenuto in rappresentanza della fondazione familiare. Elkann ha introdotto poi la lezione di Chiara Fumagalli, discussa dal professar Marco Pagano, presidente dell'Einaudi Institutefor economics an d finance. Prima dei saluti finali del rettore dell'ateneo milanese Andrea Sironi, la parola è toccata a Rata n lata. Il presidente di lata Trust ha sottolineato i legami con la famiglia Agnelli ricordando però alla platea anche le prospettive di busines~ in India, in tanti campi comprese le auto: «E un mercato dove non è facile entrare- ha spiegato lata- ma dove la domanda, nel caso di molti beni, è ancora più alta dell'offerta».

ma in ultima istanza anche formare una società migliore».

La prima titolare della cattedra é Chia­ra Fumagalli, che ieri di fronte alla platea dell'aula magna dell'ateneo milanese, ha tenuto una lezione dal titolo Understan­ding business groups, in cui non poteva mancare un riferimento ai. grandi gruppi familiari: del resto in Italia i 15 maggiori gruppi controllano il22% degli asset quo­tati; una tendenza sinille a quella di altri paesi come la Germania, dove la quota è vicina al25%, mentre in Francia si arriva addirittura al valore record del 40%. Le differenze. ha spiegato ieri Fumagalli, non si fermano però a quelle fra i diversi mercati e riguardano altri aspetti: dall'or­ganizzazion~ aziendale al coinvolgimen­to nei servizi fmanziari, passando per l'im­pegno in diversi settori industriali.

Resta il fatto che i gruppi di imprese non sono un soggetto rilevante solo nei mercati sviluppati. Anzi, come ha ricor­dato nel suo intervento sui conglomera­ti (e sulla loro efficienza economica e so­ciale) il professar Marco Pagano «nei pa­esi in via di sviluppo gruppi di aziende giocano un ruolo molto più importan­te». In India ad esempio rappresentano addirittura l'So% degli asset totali dete-

nuti dalle 100 imprese più grandi. «l conglomerati funzionano bene in

Corea, Giappone, India e in altri paesi in via di sviluppo», ha aggiunto una perso­na molto ferrata sulla materia come Ra­tan Tata, presidente diTata Trusts e rap­presentante di una fantiglia che da oltre un secolo fa business nei più diversi setto­ri dell'economia indiana. Eppure, si chie­de Tata, «non so perché questa forma di organizzazione sia passata di moda negli Stati Uniti,sitrattadi un modello che cre­do possa avere ancora successo».

Sono molti, in ogni caso, gli interroga­tivi che rimangono aperti sui gruppi di imprese e sulle loro specificità: se da un lato la ricerca accademica ha dimostra­to che queste forme di organizzazione aziendale, oltre ad essere più grandi, esportano di più e sono più produttive, ancora da approfondire è la comprensio­ne di come i gruppi si formano e si strut­turo nei diversi mercati.

Di questo, del resto, si occuperà lari­cerca di Fumagalli. Con l'ambizione di fornire risposte che sarebbero senz'al­tro utili a un'economia, quella italiana, in cui la crescita dimensionale e il supera­mento di una certa massa critica azienda­le sono questioni ancora aperte.

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Data 23-11-2013

COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 22 Foglio 1

«Dieci mesi a Barcellona e ho capito che il mio futuro era l'Europa» Nata a Tropea, in Calabria. Una vita a Milano. Poi l'Erasmus in Spagna nel2ooo. E ora a Bruxelles, come portavoce di Martin Schulz, il presidente dell'Eqroparlamento, e alle prese con una bimba nata da poco. E il percorso di Raffaella De Marte, 33 anni. Che del programma comunitario dice che non è solo «un'opportunità per scoprire il mondo», ma anche «per imparare a muoversi, in università e a lavoro». Come mai ha deciso di andare all'estero? «Un po' per curiosità, un po' perché volevo vivere in autonomia per qualche mese. E poi mi ero innamorata di Barcellona, dove sono andata a studiare per dieci mesi». Che cosa si è riportata in Italia di quell'esperienza? <<La voglia di ripartire (ride, ndr). Scherzi a parte, mi ha fatto capire quanto, a differenza delle nostre università,

Bruxelles Raffaella

DeMarte, 33 anni,

è nata in Cala­

bria. Ora lavora

al Parla­mento

europeo con il pre­

sidente Martin Schulz

fuori si punti molto sulla pratica e meno sull'accademia>>. Le è servito tutto questo? <<Al netto di chi ci va perché vuole farsi una vacanza prolungata, con l'Erasmus sei in qualche modo "costretto" a cavartela da solo in un contesto che non conosci. Superate le difficoltà iniziali, però, è tutto in discesa E questo ti aiuta, molto, negli anni successivi. Poi, certo, mi è servito anche per il lavoro ... ». Per esempio? «Proprio quei dieci mesi a Barcellona mi hanno permesso di occuparmi per il presidente dell'Europarlamento non solo dell'Italia, cosa naturale perché è il mio Paese, ma anche della Spagna>>.

L. Ber. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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COBBIEBE DELLA SEBA

l'Unlane e studenti Finanziamenti su del 40°/o

La seconda vita di Erasmus Più fondi e viaggi fino a 30 anni

Sembrava che dopo 25 anni dovesse soc­combere per mancanza di fondi. E invece il programma Erasmus per studiare all'estero nella Ue è rinato. Più attento all'occupazione giovanile (5,6 milioni di under 25 non hanno lavoro). Gli europarlamentari hanno deciso che dal2014 al 2020 ci sarà Erasmus+. Rivolto ai giovani dai 13 ai 30 anni, avrà 14,77 miliardi di euro di risorse ( +40%) con prestiti agevolati ~ 12 ~_mila euro per fare unmaster 11ell 'Ue.

A PAGINA 22 Berberi, Conti

Data 23-11-2013 Pagina 22 Foglio 1 /3

l.a novità ~"'~-"~~~=~~=--="T(;~~-~;~;;~~~iiip~;g~amma che ha fatto viaggJare tre milioni di stude~ti dal19~7 a_ogg~Ma5ter tJienflilli e_l)ro~tti per insegnanti e apprendisti

Stage e prestiti per chi è già laureato L'Erasmus <<plus» punta sul lavoro Stanziati fondi per 14 miliardi. A gennaio l'entrata in vigore

Un anno fa, proprio quando fe­steggiava i venticinque anni di vita, rischiava di soffocare. Tanto da spin­gere mezzo continente a lanciare l'al­larme. «Quel programma non può morire», scrivevano in una lettera pubblica ai capi di Stato e di governo più di cento personalità europee del mondo dell'istruzione, dell'arte, del­la letteratura, dell'economia e dello sport.

Ora, dodici mesi dopo, proprio quel programma non solo riceve più fondi - mentre intorno è tutto una lunga serie di segni meno -, ma si semplifica e guarda con più attenzio­ne all'occupazione giovanile. E nel momento in cui 5,6 milioni di under 25enni del Vecchio continente non hanno un lavoro.

Erasmus, si cambia. Nel nome, an­che se di poco. Nella dotazione finan­ziaria Negli obiettivi. A deciderlo, in seduta plenaria, sono stati gli euro­parlamentari. Per il periodo 2014-2020 il pacchetto che permetterà a cinque milioni di giovani dai 13 ai 30 anni di studiare all'estero si chiamerà Erasmus+. Un «marchio»- come lo chiama l'europarlamentare tedesca Doris Pack - che unifica le diverse facce del programma: il più famoso «Erasmus» (rivolto agli studenti uni­versitari), poi «Erasmus Mundus»

(per i ragazzi dei Paesi terzi), «Come­nius» (per gli alunni delle scuole su­periori), «Leonardo da Vinci» (per chi vuole fare gli stage), «Groun­dtvig>> (per gli adulti) e le diverse ini­ziative per l'interscambio.

Non solo. Al suo interno è previsto anche l'avvio di un sistema di prestiti agevolati da 12 a 18 mila euro per chi vuole fare un master (di uno o due anni) all'interno dell'Unione euro­pea. E ancora: borse di studio per giovani, insegnanti e apprendisti, fondi per la formazione nel settore sportivo e per il sostegno di associa­zionieOng.

Il capitolo finanziario gioca un ruolo importante. n programma Era­smus, nei prossimi sei anni, potrà contare su 14,77 miliardi di euro di risorse. n 40 per cento in più rispetto al precedente periodo. E proprio nei giorni in cui parte il primo bilancio europeo all'insegna dell'austerità. La maggior parte del budget sarà desti­nato ai settori <<Istruzione» e «For­mazione» (77,5 per cento), un deci­mo alla voce «GioventÙ», il 3,5 per cento alla novità dei prestiti d'onore per i laureati in mobilità (il «Loan guarantee facility>>) e 1'1,8 per cento, pari a 265 milioni di euro, allo sport.

n tutto su una realtà che quest'an­no ha superato i tre milioni di stu-

denti che hanno preso parte dal suo avvio, nel1987, quando i <<Pionieri» erano soltanto 3.244. Nel2011-2012, l'ultimo dato disponibile, in 253 mila hanno trascorso un periodo di studi {1'81 per cento circa) in uno degli ate­nei europei o hanno effettuato un ti­rocinio. In media, calcola la Commis­sione europea, ogni ragazzo in Era­smus ha ricevuto un sussidio mensi­le di 252 euro.

Nell'ultimo anno accademico di­sponibile sono stati 23.377 gli italiani che sono andati all'estero, il6,1 per cento in più rispetto al 2010-2011. Nulla in confronto al +61,8 per cento dei giovani croati o al +19,8 per cento dei danesi. In Europa siamo quarti, per numero, dopo Spagna (quasi 40 mila), Germania e Francia (oltre 33 mila).

Nessuna traccia dell'Italia nemme­no nel podio dei Paesi più «gettona­ID>. Stravince la Spagna con quasi 40 mila studenti accolti, seguita da Francia (quasi 29 mila) e Germania (poco meno di 28 mila). Nelle nostre università hanno studiato poco più di ventimila europei. n primo ateneo che spezza l'egemonia degli iberici è quello di Bologna, quinto, con 1.693 ragazzi. Ai primi quattro posti si piazzano le Università di Granada, Siviglia, Madrid e Valencia

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COBBIEBE DELLA SEBA

«Abbiamo migliorato il vecchio programma», esulta Doris Pack. L'eurodeputata, dopo aver precisato che Erasmus+ «non rappresenta una soluzione al problema della disoccu­pazione», sottolinea che «parlare più lingue, avere un'istruzione e capacità varie - soprattutto nel settore tec-

·~menti Un anno fa in cento firmarono un appello in difesa del progetto che è stato salvato e riceverà il40 per cento in più dei finanziamenti

le cifre

nologico - significa aumentare le possibilità di trovare un lavoro, an­che al di fuori del proprio Paese».

Salvo sorprese dell'ultimo mo­mento, il calendario dei lavori preve­de l'adozione del nuovo programma europeo da parte del Consiglio Ue en­tro questo mese. Poi la firma ufficiale

Negli anni

Data 23-11-2013 Pagina 22 Foglio 2/3

tra ilg e il12 dicembre. Alla fine del­l'anno dovrebbe arrivare la pubblica­zione nella Gazzetta ufficiale del­l'Unione europea. illtima tappa: l'en­trata in vigore, che dovrebbe scattare dalla seconda metà di gennaio.

Leonard Berberi ''fil @leonard_berberi

©RIPRODUZIONE RISI:;RVATA

Quanti studenti hanno partecipato aii'Erasmus

5 milioni l cittadini europei, tra i 13 e i 30 anni, che potranno beneficiare del programma Erasmusfino al2020

14,77 miliardi di euro l fondi stanziati nel periodo 2014-2020 per il programma Erasmus ( +40% rispetto al precedente programma} Fonte: Commissione europèa

Come saranno ripartiti i fondi Settore gioventù lO%

l .------ Sport

1,8% .-------- Altro

Prestito d'onore per laureati in mobilità 3,5%

7,2%

Istruzione e formazione 77,5o/o

300 -·-·

zoo -

100-·

o 1987/ 1988

Da quali Paesi si sono spostati più giovani

39.545

Spagna Germania Francia ITALIA

19901 1991

1993/ 1994

Polonia

..

252.827

19961 19991 2002/ 20051 2008/ 20111 1997 2000 2003 2006 2009 201 z

Gli Stati più «gettonati» tra gli studenti

39.300

Spagna Francia Germania

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COBBIEBE DELLA SEBA

Le ragioni della scelta

Studio

Tirocini

Il sussidio medio mensile degli studenti in Erasmus

studio tirocini

Data 23-11-2013 Pagina 22 Foglio 3/3

COBBIEBE DELLA SEBA­:fii~;,:,: .. ~&I::~:~i

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Data 24-11-2013 Pagina 11 Foglio 1

La~ Richiesta alla Procura capitolina del professore Luigi Frati per agevolare i giovani fuori sede che vengono a studiare in città

Il rettore della Sapienza: ceE ora i beni sequestrati vadano ai ragazzi» 11111 <<Concedere all'Università>> l'uso dei 4 7 immobili sequestrati al 79enne evasore totale. ~Ianonsolo, perché Lui­gi Frati, rettore de La Sapienza, chiede che a seconda delle diverse esigenze, siano assegnati all'ateneo appartamen­ti sequestrati e destinati alla confisca, da usare come <<Casa dello studente•>. Frati ha le idee chiare su come agevola­re gli studenti universitari fuori sede. Con il comandante provinciale della Guardia di finanza di Roma, Ivano Mac­cani, e con le università Tor Vergata e Roma 3, l'Agenzia delle Entrate, il Co­mune di Roma e Laziodisu, ha sotto­scritto un patto antievasione destinato a riscuotere successo. L'iniziativa pre­vede l'uso di un camper che, a seconda dei giorni, sarà presente nelle tre uni­versità. Gli studenti così potranno rivol­gersi ai militari e al personale dell' Agen­zia delle Entrate, per denunciare il pro­prio padrone di casa che concede a ne­rol'uso di un'abitazione. Questo porte­rà a un duplice beneficio: uno per lo studente, pagando un affitto che in al­cuni casi può essere ridotto del 70%; l'altro, invece, è dello Stato, che così potrà recuperare denaro a tassazione.

Lu5g1Frd È l'ateneo più grande d'Europa l'unico italiano tra i primi 100 al mondo. Tra l'altro in classifica nessuna università tedesca è prima di noi

Rettore, ci vuole spiegare questa sua iniziativa di avere in gestione l'uso dei beni sequestrati e destinati alla confisca?

«Stiamo facendo una richiesta for­male alla Procura della Repubblica, per avere la gestione di questi beni im­mobili che potremmo destinare agli studenti>>. Solo i 4 7 recentemente sequestrati?

«La domanda riguarda questi immo­bili, ma vorremmo poter beneficiare anche di altri beni sequestrati, e ovvia­mente destinati alla confisca. In que­sto ci sta aiutato moltissimo la Finan­za>>.

Appartamenti ma anche aule nuo-ve?

«Solo appartamenti, vogliamo, so­stanzialmente, amnentare le case per gli studenti fuori sede, che vengono qui a Roma a studiare. È chiaro che sia­mo in un periodo di ristrettezze econo­miche, ecco perché vorremmo fornire nuovi alloggi a prezzi agevolati e in zo­ne centrali di Roma>>.

Diciamo anche che così si invoglia­no gli studenti a venire qui a studiare.

<<Certamente, è anche questa una maniera per invogliare i giovani aveni-

re a studiare da noi. Tenga presente che il nostro è l'ateneo più grande d'Eu­ropa e l'unico italiano tra i primi 100 al mondo, siamo al72esimo posto. Io spe­ro di portarlo sotto il50esimo, tra l'al­tro nessuna università tedesca è prima dino i. E questa è una bella soddisfazio­ne. Tuttavia ci rendiamo benissimo conto che gli studenti e le famiglie pos­sonovivere situazioni di disagio econo­mico e quindi intendiamo aiutarli ren­dendo più convenienti gli alloggi>>.

Poi c'è l'iniziativa del camper della Gdf e dell'Agenzia delle Entrate.

<<Questo rientra nel patto che abbia­mo siglato a settembre scorso. Abbia­mo deciso che sarà presente un cam­per di Gdf e Agenzia delle Entrate, così gli studenti che hanno subito vessazio­nie preso in affitto appartamentiinne­ro, potranno andare a denunciare i pro­pri proprietari di casa>>.

Così potranno avere ulteriori tariffe agevolate?

<<Esattamente, la legge permette a chi denuncia di non avere contratto di sottoscriverne uno direttamente con l'Agenzia delle Entrate e di usufruire di costi più bassi>>.

I.Cim.

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Data 24-11-2013 Pagina 34 Foglio 1

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L'Europa rilancia l'Erasmus

di Silvia Bernardi

L 'Europa scommette sulla forma­zione dei giovani e rilancia la cir­colazione dei cervelli tra gli ate­nei incrementando del4o% il bud­

get per il programma Erasmus, stanziando 14,77 miliardi di euro per i prossimi sette anni. Il più apprezzato tra i programmi Ue, che ogni anno manda ìn giro per l'Europa centinaia di migliaia di studenti, riprende vigore dopo aver vissuto momenti difficili.

Nel novembre del2012, cinque Paesi ave­vano bloccato i finanziamenti necessari a pagare le borse di studio, salvo poi trovare le risorse in extremis. Questo aveva fatto temere un possibile ridimensionamento del programma e invece l'Unione Europea ha deciso di scommettere ancora, e con più convinzione, sull'Erasmus, aggiungendo al nome tradizione del programma un+, a indicare i molti plus. Sotto la denominazio­ne Erasmus +, approvato martedì scorso a Strasburgo in seduta plenaria dalla Com-

missione Cultura e Sport del Parlamento europeo, rientreranno infatti tutte le pree­sistenti iniziative per la mobilità formativa europea: i programmi Erasmus, (Universi­tà), Erasmus Mundo (Università ed univer­sitari di paesi terzi), Comenius (scuole), Le­onardo da Vinci (stage), Groundtvig (adul­ti) e quelli per l'interscambio dei giovani che permetteranno a quattro milioni di eu­ropei di ricevere un supporto per esperien-

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L'Europarla­mento, come anticipato dalSole24 Ore, ha approvato il programma Europa Creativa 2014-2020

ze di studio, formazione, sport o stage all'estero. Laricollocazione in un unico pro­getto permetterà una maggiore interazio­ne fra i vari programmi e per tutti ci sarà una semplificazione delle pratiche ammi­nistrative necessarie alla partenza. Tra le novità più significative, il "Loan Guarantee Facility", un nuovo sistema di prestiti age­volati per gli studenti universitari che in­tendono realizzare uno o due anni all'este­ro, con la possibilità di ricevere rispettiva­mente 12 e 18mila euro a condizioni favore­voli. Promessi anche tempi più rapidi per le borse di studio che non saranno più indif­ferenziate ma modulate in base al costo del­la vita del Paese di accoglienza.

Per la commissaria U e all'Educazione, lo sport, la cultura, il multilinguismo e la gio­ventù, Androulla Vassiliou, «l'aumento del bilancio è prova concreta dell'impegno del­la Ue nella formazione dei giovani. Era­smus + contribuirà inoltre a lottare contro la disoccupazione giovanile favorendo l'in­terscambio culturale che permetterà ai gio­vani di ampliare gli orizzonti di riferimen­to».

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24-11-2013 45 1 /2

«Fondi agli atenei, così attireremo studenti» Campus e residenze con i fondi sbloccati dalla Regione. l rettori: si riduce il gap con il Nord

zocannone 16, attuai­-- mente ridotta male: «Oltre a rilanciare le attività didattiche e

«Il nostro obiettivo è anche migliorare la formative, potrà essere funzionale alla ci t­qualitàdellavitadeglistudentiuniversita- tà per numerose altre attività>>. Uno spa­ri>>: l'assessore regionale Guido Trombetti zio ritrovato nel cuore di N a poli. è soddisfatto. Da Palazzo Santa Lucia so- Di altro genere, ma altrettanto cruda­no stati tirati fuori 58 milioni di euro, im- le,l'utilizzodeifondida parte delSuorOr­mediatamente disponibili, per i sette ate- sola Benincasa. «Potremo realizzare nei campani. Aggiunge Trombetti: «N ella un'attività davvero preziosa, focalizzata nostra regione abbiamo 230mila studenti sugli spin off>> chiarisce il rettore Lucio che hanno bisogno di servizi. I progetti fi- D'Alessandro «dunque sulla creazione di nanziatiriguardano strutture einfrastrut- imprese da parte dei nostri studenti. Im­ture e vanno in questa direzione>>. L'inter- prese che, grazie alle autostrade di inter­vento pubblico è essenziale. «L'alternati- net, potranno guardare a tutti i mercati va sarebbe stata aumentare le tasse>> conti- ma che avranno la loro sede in Campania, nua «con il risultato di allontanare ancora contribuendo allo sviluppo del territorio di più i giovani dalle università. La Campa- e dando una risposta concreta all'occupa­nianon se lo può permettere>>. Soddisfat- zione dei giovani. Inoltre gli spin off che ta anche Lida Viganoni, presidente del abbiamo progettato non riguardano, co­Cur-Campania (Comitato Universitario me la maggior parte degli spin off italiani Regionale): «L'assegnazione di queste ri- ed americani, settori tecnologici spinti sorse è un dato di grande rilievo, soprattut- ma a settori dell'area umanistica dove è toinunperiodotantodifficileeproblema- forte la tradizione della nostra universi­tico per tutte le università della Campa- tà>>. nia,fortementepenalizzatedalladistribu- Francesco Rossi, rettore della Sun, ha zione delle risorse a livello nazionale>>. Gli puntato su Ingegneria, ma spera di poter interventi spaziano dalla realizzazione di investire anche in altre infrastrutture. Ci un nuovo edificio dilngegneria nella Re al tiene, quindi, a ribadire l'importanza del Casadell'Annunziata(per laSun,lOmilio- finanziamento: «Arriva in un momento di ni)aicomplessiimmobiliariinviadeiMu- grande difficoltà economica degli atenei lini per l'università del Sannio (5 milioni) che si sono visti sottrarre fondi dal gover­dal completamento delle residenze (8mi- no. Apprezziamo molto l'intervento della lioni) per l'università di Salerno ai nuovi giunta e che ha reso così immediatamen­insediamenti universitari e al restauro di te disponibili delle risorse europee>>. Da Donnaromita a Mezzocannone (in totale N a poli a Benevento. Filippo De Rossi, ret-25 milioni) perla Federico II. tore dell'università del Sannio, porterà

Pietro Treccagnoli

Eranoannichegliateneiregionalinon avanti operazioni già programmate dal vedevano tanta grazia. E in tempi agri co- suo predecessore, Filippo Bencardino. me quelli che vivi~o sono più di una boe- «Con i fondi della Regione, si apre la p ossi­cata d'ossigeno. «E un provvedimento di bilità di completare il progetto di via dei estrema importanza perché ci consente Mulini>> puntualizza «il cui primo lotto sa­di intervenire sui gap infrastrutturali di rà consegnato nei prossimi giorni alle im­cui soffre tutto il Mezzogiorno e in p artico- presevincitrici dell'appalto. La possibilità lare la Campania>> ha commentato il retto- di mettere in programma, in tempi brevi, re della Federico II, Massimo Marrelli. le azioni per l'affidamento degli altri lotti «Grazie all'investimento che la giunta re- permette, di fatto, di definire l'insedia­gionale potremo completare il Campus mento dell'ateneo nel centro cittadino>>. nell'area ex-Cirio dove }e grandi imprese ©RIPRODUZIONE RISERVATA

si insedieranno e lavoreranno con i nostri

1-

T rom betti: più servizi per gli iscritti senza la necessità di aumentare le tasse

ricercatori. Si tratta di un campus che stiamo costruendo sul model­lo del Mit, altamente innovativo>>. Sull'altro progetto del maggiore ateneo del Sud, il pro­rettore Gaetano M an­fredi sottolinea la valo­rizzazione e di riqualifi­cazione dell'insula umanistica di via Mez-

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IL~MA.TTINO

Gli 11 interventi Nuovo edificio della Facoltà di Ingegneria (Complesso della Real Casa dell'Annunziata) della Seconda Università di Napoli

Progetto Campus interconnesso per la sede di Monte di Dio d e Il' un iv e rs ità Parthenope

l nformatizzazione, cablaggio, wi-fi e apparati di rete della residenza universitaria d e Il' Un iv e rs ità "L'Orientale"

Complessi immobiliari in via dei Mulini per l'Università del Sannio

0,82 •

Valori in milioni di euro

Università Suor Orsola Benincasa

Rete dei laboratori dell'ateneo

Sistemi di servizi integrati per la formazione e la ricerca

0,65 • 0,35 •

Creazione ambienti 1 ,3 spin-off universitari industria culturale 2.0

Università di Napoli

Realizzazione nuovi insediamenti universitari

Restauro dell'ex convento di Donnaromita a Mezzocannone

Università di Salerno

Realizzazione di 2 laboratori di ingegneria presso il Campus universitario di Fisciano

Completamento delle residenze

Data 24-11-2013 Pagina 45 Foglio 2/2

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~UF~;.di;gll atenei, così attireremo studenti» (nm[Jusorcs<lcn>ewn fo CISboccnU<I1\ko ~CHIO c rctton stn<ltcc l@pcon ~ot"(l

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IL~MA.TTINO

Investimenti La sede della Federico Il in corso Umberto

Laboratori e residenze 58 milioni alle università Cinquantotto milioni per le univer­sità. Con la rimodulazione delle ri­sorse del Piano di azione e coesio­ne la giunta regionale ha individua­to undici interventi nei sette atenei campani. Questi gli interventi in dettaglio: realizzazione di un nuo­vo edificio della Facoltà di Ingegne­ria (Complesso della Re al Casa dell'Annunziata) della Seconda Università di Napoli (10 milioni); Progetto Campus interconnesso per la sede di Monte di Dio per l'uni­versità Parthenope (820mila euro); complessi immobiliari in via dei Mulini per l'Università del Sannio (5 milioni); informatizzazione, ca­blaggio, wi-fi e apparati di rete del­la residenza universitaria dell'Orientale (5 milioni); rete dei laboratori dell'ateneo ( 650 mila eu­ro), sistemi di servizi integrati per la formazione e la ricerca (350mila), creazione ambienti spin-offuniver­sitari (un milione e 300mila) per il SuorOrsolaBenincasa; realizzazio­ne di due laboratori di ingegneria (2 milioni e 550mila euro) e comple­tamento delle residenze(8mi-lioni) perl'Uni­versità di Saler­no; realizzazio­ne dei nuovi in­sediamenti uni­versitari (10 mi­lioni) e restauro dell'ex conven­to di Donnaro­mita a Mezzo­cannone(l5mi-

Finanziati interventi per nuove strutture T rom betti: «Soldi subito spendibili»

lioni) per la Fe- --derico II. «Le risorse sono immedia­tamente disponibili- dice il vicepre­sidente della Regione Guido T rom­betti-. Si tratta di somme che van­no fuori dal patto di stabilità epos­sono essere spese subito. Le desti­niamo ad interventi infrastrutturali tutti di grandissimo rilievo».

La giunta ha anche istituito un fondo di 150 milioni di euro perla realizzazione di misure anticicli­che e la salvaguardia dell'occupa­zione a favore delle imprese. Il fon­do prevede misure finalizzate alla stabilizzazione, al rafforzamento del lavoro specializzato, al consoli­damento delle passività a breve e al sostegno alle attività economiche colpite da eventi naturali e crisi am­bientali, con particolare riferimen­to all'emergenza Terra dei Fuochi.

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Data 23-11-2013 Pagina 40 Foglio 1

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Maria Chiara Carrozza

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il Giornale

Il retroscena L'incaricato del governo

Data 24-11-2013 Pagina 8 Foglio 1

N es suno crede alla spending review di Cottarelli Brunetta: «Prima che impari passeranno 10 anni». E i ministri: «Da noi niente tagli»

E Dibluha«sololescarpe»,nonl'au­to perché agli appuntamenti si pre­senta in taxi, e sui numeri non bada a spese: 32 miliardi di euro, quelli che promette di risparmiare nei prossimi 3 anniconlasuaspendingreview. Pro­getti ambiziosi, per Carlo Cottarelli, economista del Fondo monetario in­ternazionale, trasferito da NewYork a Roma, chiamato da Letta come su­perconsulente del governo per taglia­re la spesa pubblica. Una mission im­possibleaguardarei precedenti tenta­tivi, finiti in dettagliati dossier con mi­liardi di spese risparmiate, ma solo sulla carta. Non avrà vita facile Cotta­relli. Con una «squadretta di sette, o t­t o persone» dovrebbe fare «quel che non sono riusciti a fare prima di lui squadre ben più grosse, ben più rile­vanti»l'hagiàfulminatoBrunetta,ca­pogruppo Pdl, mettendo una croce sopra le generose ambizioni: «Una bravissima persona, un funzionario internazionale che però non sa nulla di spesa pubblica e di spending re­view. Prima che impari, lui e quelle

sette otto persone di buona volontà

Così Dagospia ha messo a confronto Carlo Cotta re Il i, commissario per la spending review e il maggiordomo degli Addams, Lurch

con lui, passeranno dieci anni». Amen.

N eppure tra ministri più malleabili di Brunetta, che si prepara a fare op­posizione conForzaitalia, il «tagliato­re» Cottarelli sta trovando grandi sponde. Giovannini, titolare del Lavo­ro, incontrato venerdì in via XX Set­tembre, non parrebbe molto convin­to del piano di tagli. «Sul welfare non si scherza- si è fatto scappare l'ex pre­sidente Istat, parlando ad alta voce con un collega- che non si sognasse­ro di fare tagli senza prima averli con­cordati». Un muro alzato anche dalla ministra piddina Maria Chiara Car­rozza, Istruzione («Ma come, abbia­mo appena investito nella scuola do­po anni di taglie ora ricominciamo? Ogni euro dirisparmiandrà tassativa­mentereinvestito in scuola, universi­tà e ricerca») e dal ministro dalemia­no dei Beni culturali, Massimo Bray: «Da noi hanno già tagliato tutto, tra un po' non avremo nemmeno i soldi per tenere aperti i musei. I soldi deiri­sparmi sono nostri». Mugugni anche

dai tecnici dei ministeri- segnalaFor­miche.net - che contano anche più dei ministri, appesi ai cambi meteo della politica. «Ma la spending review sifacolgrillismo delle auto bludiCot­tarelli?» twitta Stefano Firpo, capo della segreteria tecnica dello Svilup­po economico, scetticismo anche dal consigliere diplomatico della Farne­sina, Alessandro Fusacchia, e n tram­bi ex collaboratori di Passera allo Svi­luppo economico.

Altro genere di mugugno riguarda il fatto che anche il team «taglia spe­se» comporta spese. Cottarelli ha ac­cettato di lasciare il Fmi, dove guada­gnava - ha detto a Otto e mezzo -310mila dollari netti l'anno, per un compenso, da commissario governa­tivo, di 258mila euro lordi. Meno di prima, ma per tre anni (fanno circa 800mila euro, più gli stipendi dei col­laboratori) e con un contratto blocca­to, an ti spoil system (se il governo ca­de prima, lui resta). Soldi spesi bene, se si risparmieranno davvero 32 mi­liardi di euro.

PBra

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Maria Chiara Carrozza

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Settimanale

Pag. 76

Data 03-12-2013 Pagina 3 Foglio 1 /2

PERLOMENO, IO PENSO COSÌ LA PAGINA DEL DIRETTORE

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l ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza, che è certamente una donna di intellìgenza raffinata e acuta, ha però nei giorni scorsi rilasciato a Radio 24 una dichiara­zione che non mi ha trovato d'accordo. In sintesi, lei che nelle università più prestigiose è stata ed è di casa, ha det­to che a 70 anni i professori, se fossero generosi e onesti, andrebbero in pensione e anzi si offrirebbero di fare gra-

1 tuitamente seminari per i giovani. Se il ministro si fosse ri­volta soltanto ai "baroni" universitari, certi tromboni che non mollano lo scranno fino all'età dei datteri e inse-gnano con passione per modo di dire, le darei ragione. Invece il ministro ha inteso i settantenni tutti, in nome di un'età troppo avanzata, a suo dire, per occupare ancora posti importanti, e quindi per guadagnare. <<In un momen-to dì sacrìficì generali, a maggior ragio-ni lì devono fare le persone che hanno 70 anni, e che hanno avuto tanto da questo mondo>>. Fino a qualche anno fa, le statistiche ci allarmavano ricordandoci che eravamo un Paese di vecchi. Non fate più bambi­ni, ammonivano i ricercatori, la natalità in Italia si avvicina alla zero. E poiché nel contempo si è allungata l'aspettativa di vita per tutti, nel giro di cinquant'anni diventeremo una nazione di ultra­ottantenni, di nonnetti senza più forze e denaro che figli e nipoti dovranno accudire. Oggi, il tasso di natalità non è migliorato un granché, ma è intervenuto un fattore nuovo che ribalta le prospettive e rende se possibile ancora più desolante lo scenario. I nonni sono sempre moltissimi, ma i figli e soprattutto i nipoti non hanno più lavoro, sono stati licenziati o proprio non ne trovano, perciò lo scenario fini­sce a testa in giù: saranno, e già sono in buona parte, gli anziani a dover dare una mano ai giovani. A dividere con loro i risparmi, tanti o pochi che siano, che hanno messo via in una vita. Per questo, ministro, non sono d'accordo con lei. Perché, a parte certi "baroni" di cui abbiamo più sopra parlato, che hanno guadagnato a sufficienza con la loro opera e che pos­sono andarsene in pensione e aiutare i

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Data 03-12-2013 Pagina 3 Foglio 2/2

propri discendenti senza darsene pena, la grande maggior parte dei settantenni di oggi si ritrova appunto sul gobbo in­tere "famiglie dì ritorno", e non può quindi permettersi di rinunciare al la­voro. Ci sono già i prepensionamenti selvaggi che, anche prima dei 60 anni, spediscono a casa lavoratori ancora in gambissima, oltre che di esperienza. lo sono la prima a dire largo ai giovani, se però questi giovani potessero davvero prenderlo il largo. Se, una volta conclu­so un serio percorso di studi, trovassero un impiego a tempo indeterminato e decentemente retribu­ito. Allora sì, sarebbe buono e giusto anche per loro, per i settantenni, ritirarsi sereni e godersi una terza età non più di salite e corse quotidiane. Altrimenti io dico, come sto fa­cendo, non rottamiamo i "nonni" tout court, in questo mo­mento di crisi che ci strattona da tutte le parti molti di loro non possono permettersi di andare in pensione. È di questi ultimi due mesi il boom dei cosiddetti nonni in affitto: si­gnori e signore in pensione (crescìuti, secondo le solite sta­tistiche, da settembre a novembre di oltre il 50%) che met­tono su Internet annunci per piccoli lavori part-time. Per arrotondare, per arrivare a fine mese, per mantenere il nipo­te agli studi. E signor ministro, questi settantenni hanno anche un cuore: di­cono "abbiamo ancora voglia di lavora­re, non buttateci via". lo li ascolterei. MONICA MOSCA

In molte famiglie sono i mmni a dare una mano, anche economicamente.

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A 70 anni non dev'essere un obbligo sparire di scena

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:IL GJ:ORNO nRastodeiCartino LA NAZIONE

Data 24-11-2013 Pagina 8 Foglio 1

MARIA CHIARA CARROZZA, ministro «Troppe personalizzazioni nel dibattito sulle primarie Nel Pd dovremmo confrontarci più sui contenuti»

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Data 23-11-2013 Pagina 7 Foglio 1

Università Lezioni antiviolenza a Filosofia con due docenti donne che assicurano: «Il corso avrà la stessa dignità di tutti gli altri»

Fe · ·cidio, in Ateneo il seminario è obbligatorio Prima volta in Italia, il ministro Carrozza: giusto

Adesso la cultura della non violenza nei confronti delle don­ne si può imparare all'Universi­tà. Con un corso di studi all'in­terno della facoltà di Filosofia. Un'iniziativa partita da due do­centi, Annarita Angelini e Vale­ria Babini, che non ha eguali in Italia. L'Alma Mater fa quindi da apripista, sperando che altre uni­versità e altre facoltà seguano l'esempio e riescano un po' alla volta a cambiare una culrura che ancora non consente di sradica­re il problema della violenza sul­le donne.

Il corso-seminario, che darà 6 crediti formativi agli studenti dell'Alma Mater, è quasi obbliga­torio (l'unica alternativa possibi­le è il tirocinio formativo) per gli srudenti iscritti al terzo anno del corso di laurea in Filosofia. Anche se in realtà è aperto a tut­ti gli studenti dell'Alma Mater che vorranno partecipare. Alla fi­ne del seminario, organizzato in 16 incontri-lezioni, verrà fatta una verifica finale che darà o me-

Il rettore Ivano Dionigi: «È una emergenza sociale,

no l'idoneità, esattamente come nl>>. . . minario è una perla di cui mi ral-succede per l'informatica umani- «Estste un'emergenza- spte- l egro molto». sticaelalinguastraniera.Insom- Lunedì 25 novembre (alle 13, ma, ci tengono a sottolineare le ga Annarita Angelini, coordina- al quarto piano della facoltà di

trice del corso - che di solito coordinatrici ed ideatrici del pro- rincorriamo. E invece abbiamo Lettere), giornata nazionale con-getto, il corso «avrà la stessa di- tro la violenza alle donne, il cor-deciso di farci avanguardia sta- , gnità degli altri insegnamenti>>. volta>>. «Più che un corso univer- s.o vLerra.preslen~ato ~gli studen-

E l, ' ' t t h l'alt 't · · f tt' d' h 1 tl. a pnma ezwne e program-. avra cos1 an ? c e ro s1 ano m a 1 - tce anc e a mata per il 3 febbraio e nel cor-gwrno per «benedtre» questa collega ValeriaBabini, responsa-novità dell'Alma Mater alle due bile scientifica del seminario -docenti ha scritto una lettera il è un vero momento educativo, ministro dell'Istruzione Maria un insegnamento fondamentale Chiara Carrozza. «Esprimo la come la filosofia teoretica, per­mia vicinanza- ha scritto il mi- ché gli studenti sono prima di nistro- al vostro progetto, che tutto cittadini>>. nasce dalla qualità del program- E proprio su questo tasto ha ma e degli studiosi coinvolti, battuto ieri anche il rettore !va­che permettono di vedere il pro- no Dionigi: «Siamo un Paese blema della violenza sulle don- strano, dove siamo sempre co­ne a 36o gradi, andando in pro- stretti a inseguire le emergenze fondità rispetto ai tristi casi di e a ridurre i danni. Ci vogliono cronaca e affrontando il sostra- sempre due o tre morti prima di to culrurale nel quale la violenza mettere un semaforo rosso. E di genere si radica e cresce. So- poi basti pensare al disastro del no convinta che tra i compiti del- Vajont o a quello di questi gior­l'Università vi sia anche quello ni in Sardegna. La violenza sulle di parlare con voce ferma e chia- donne è un'emergenza sociale ra delle violazioni della dignità della persona e dei diritti urna- che ha toni eclatanti, questo se-

so delle lezioni, che si conclude­ranno a maggio, si alterneranno relatori del calibro di Remo Bo­dei, Dacia Maraini, Adriano Pro­speri, Marianna Bolko. Prevista anche la proiezione di tre film: «La Ciociara», «Marianna Ucria>>, <<Primo Amore».

Le spese del seminario saran­no coperte dalla multinazionale

farmaceutica Msd che metterà a disposizione il budget per paga­re gli eventuali rimborsi per viaggio e alloggio chiesti dai re­latori. <<Il corso - dicono le do­centi - non aveva un suo bud­get su cui contare>>.

Daniela Corneo daniela.corneo@rcs. i t

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il seminario è una perla di cui mi rallegro molto»

Insieme Il rettore dell'Alma Matre Ivano Dionigi con il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza

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25-11-2013 12 1

Le indicazioni Ara n sui titolari di posizione

Niente premi di risultato se manca la valutazione Arturo Bianco

I titolari di posizione orga­nizzati va possono essere re­munerati per gli incarichi ad interim solamente con una maggiorazione della retribu­zione di risultato. N el caso in cui nell'ente non fosse stato istituito l'organismo di valuta­zione, ai titolari di posizione organizzati va non può essere corrisposta l'indennità di ri­sultato. Sono queste le indica­zioni, assai restrittive, dettate dall'Aran in risposta ai quesiti posti dalle amministrazioni estendendo i principi dettati dai contratti collettivi nazio­nali dei dirigenti.

I titolari di posizione orga­nizzativa possono essere de­stinatari di incarichi ad inte­rirn per la sostituzione di colle­ghi assenti e/ o per la copertu­radi posti vacanti. In analogia a quanto previsto per i dirigen­ti il parere 1610 dello scorso 4 novembre esclude innanzi tut­to la possibilità di correspon­sione di una doppia indennità: è questa una conclusione pie­namente coerente con i pre­supposti contrattuali che vie­tano la erogazione di più di un compenso di posizione. In analogia con i contratti dei di­rigenti l'unica possibilità di re­munerazione è individuata nella maggiorazione della re­tribuzione di risultato in una misura che deve essere "stret­tamente connessa agli obietti-

viraggiuntinellamisuraincui sia dimostrabile la riconduzio­ne degli stessi al suo operato ed alla sua responsabilità". Lo stesso parere aggiunge che, mentre per i dirigenti non vi è un tetto alla misura della in­dennità di risultato, per i titola­ri di posizione organizzativa tale tetto esiste ed è fissato nel 25% della indennità di posizio­ne. Tetto che, per le alte pro­fessionalità e per i responsabi­li di gestioni associate, arriva fmo al 30%. Da qui la conclu-

LO STOP Nei casi in cui non è stato istituito l'Oiv non è consentito erogare l'indennità aggiuntiva ai «funzionari»

sione assai rigida: "in base all'articolo 10 del contratto na­zionale del31 marzo 1999, la re­tribuzione di risultato che può essere erogata al dipen­dente titolare di posizione or­ganizzativa non può in alcun modo superare il limite massi­mo del25% della retribuzione di posizione connessa all'inca­rico attribuito. Tale vincolo, in mancanza di diverse indica­zioni contrattuali, attualmen­te, non sembra poter essere su­perato neppure nel caso di conferimento al dipendente

già titolare di posizione orga­nizzativa di un incarico relati­vo ad altra posizione organiz­zativa". Il che rischia di deter­minare conseguenze negati­ve in termini di motivazione e, non a caso, il parere si con­clude con l'auspicio che nel prossimo contratto questo t et­to possa essere derogato per gli affidamenti di interim.

Il parere 1548 dello scorso 28 ottobre nega la possibilità che la valutazione dei titolari di posizione organizzativa possa essere effettuata da un organismo che è stato istituito successivamente all'anno. Viene ricordato che il contrat­t o nazionale del31 marzo 1999 subordinava la istituzione stessa delle posizioni organiz­zativa alla attivazione dei nu­clei di valutazione. Per cui «la mancanza effettiva di tali orga­nismi impediva, in partenza, ogni possibilità di attivazione del nuovo istituto». Il che de­termina la conclusione che «viene meno la possibilità di ogni valutazione delle attività svolte e dell'effettivo conse­guimento dei risultati conse­guiti dal titolare di posizione organizzativa e conseguente­mente anche ogni possibilità di erogazione della retribuzio­ne di risultato». E, per l'assen­za di previsioni contrattuali, si deve escludere «la possibili­tà di interventi in sanatoria».

© RlPRODGZIONE RJSERVATA

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Agenzie a caccia di 20mila giovani Impiegati; magazzinieri, camerieri e chefsono le figure più richieste dalle agenzie interinali. ~ pagina 21

Data 25-11-2013 Pagina 27 Foglio 1 /2

Offerte a durata variabile: da pochi giorni fino ad alcuni mesi

N elle vetrine delle agenzie 20mila incarichi a tempo Contabili, chef e ingegneri sono le figure più gettonate

Francesca Barbieri

Il tourbillon natalizio alle porte è ricco di opportunità per chi è alla ricerca di un lavo­ro:sonopiùdi23milagliannun­ci disponibili nelle bacheche delle agenzie interinali. Ci so­no offerte per impiegati e con­tabili, sal es assistant, magazzi­nieri, camerieri e chef per l'uni­verso di hotel e ristoranti.

Anche se la stragrande mag­gioranza delle proposte - circa 2omila - riguarda contratti "temporanei" (da pochi giorni fmo a sei mesi), oltre 3mila an­nunci portano dritti verso il po­sto fisso. Le divisioni perma­nent delle agenzie sono infatti sulle tracce di ingegneri, store manager, programmatori infor­matici, progettisti e grafici.

«Ci sono alcuni settori e mol­te imprese che hanno già aggan­ciato la ripresa - spiega Luigi Brugnaro, presidente di Assola­voro, l'associazione nazionale delle agenzie per il lavoro-, in particolare le aziende delmani­fatturiero innovativo, quelle più orientate alle esportazioni e all'internazionalizzazione». Le stesse società che individua­no frequentemente nelle agen­zie per il lavoro un partner stra­tegico, che favorisce la loro competitività sui mercati. «È per questa ragione - precisa Brugnaro - che il nostro settore registra segnali di costante ri­presa a partire, in particolare, dal secondo trimestre 2013».

Il numero medio mensile di occupati interinali è in leggero aumento ( +0,2%) rispetto a un anno fa e in totale i lavoratori oc­cupati con questa formula sono 264IDila (incidenza dell'1,17% sul nuniero complessivo degli occupati). Nunieri piccoli, cer­to, ma che rappresentano un termometro dell'andamento del mercato del lavoro, soprat­tutto per quanto riguarda le ri­chieste stagionali. L'avvicinar-

Tre settori alto p Telecomunicazioni, vendite

all'ingrosso, programmi informatici sono i settori più attivi nella ricerca di personale online, secondo i dati registrati da gennaio a novembre 2013 da Info)obs.it, uno dei maggiori siti italiani diweb recruitment. Le telecomunicazioni incassano il35,2% di offerte di lavoro attive nel mese di novembre e una crescita del17 ,4% da gennaio; le vendite all'ingrosso sono a quota 16%, mentre i programmi informati ci si attestano al10,4o/o sul totale delle offerte. La classifica dei settori si rispecchia in quella dei profili più gettonati: il numero più alto di offerte di lavoro del2013, infatti, è relativo agli agenti di telecomunicazioni, seguiti da addetti alle vendite e da programmatori informatici. Le tre regioni con le maggiori offerte di lavoro si trovano tutte al Nord: Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.

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si del Natale e l'apertura della stagione turistica invernale hanno infatti rivitalizzato l'of­ferta di opportunità d'impiego.

L'agenzia Articolo1, per esempio, segnala oltre 4mila offerte, più di 3mila legate a ricerche per il picco natali­zio. Openjobmetis su 7mila posizioni aperte ne indica 5mila "stagionali". Umana evidenzia il trend in ascesa delle selezioni per hotel eri­storanti, sia nelle città d'arte sia in località sciistiche.

UnavoltaflnitoilNatale,qua­li prospettive restano per il 2014? «Per il prossimo anno -conclude Brugnaro -le previsio­ni sono moderatamente positi­ve. Molto dipenderà dalle scel­te che saranno messe in campo anche sul piano istituzionale. La Youth Guarantee, l'iniziati­va che punta ad agevolare il la­voro dei giovani utilizzando ol­tre un miliardo di fondi euro­pei, gestita bene e con misure orientate a premiare i risultati, e più in generale la formazione strettamente legata al lavoro possono fare la differenza».

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L'APPELLO DELLE PARTI SOCIALI Nella proposta l'utjlizzo anche dei ricavi del contrasto all'evasione

Tagli fiscali automatici con i rispanni di spesa «Una norma per abbattere le tasse su lavoro e imprese»

Approvare subito una norma che p re- dalle parti sociali per dare una scossa alla lezza delle difficoltà attuali è «irrinunciabi­vedaunmeccanismoautomaticoperdesti- ripresa economica. Un appello unitario al le per le ricadute sull'economia reale un nare i ricavi della spending review e della premier da parte di tutte le organizzazioni consistente ulteriore taglio al cuneo fisca­lotta all'evasione alla riduzione della pres- più rappresentative delle imprese e dei la- le». Un'esigenza, quella di tagliare le tasse sione fiscale su imprese e lavoro. C'è una voratori. Per il presidente di Confindu- su lavoro e imprese, condivisa da Camus­convergenza piena nelle ricette proposte stria, Giorgio Squinzi, pur nella consapevo- so, Sangalli, Bonanni, Angeletti e Malavasi.

«Dai tagli di spesa risorse automatiche per abbattere le tasse su lavoro e imprese» Appello unitario delle parti sociali: subito una norma per destinare i ricavi della spending review e della lotta all'evasione alla riduzione del cuneo

nanormacheprevedaunautomati- pressione fiscale a vantaggio delle imprese e smo per destinar€ i ricavi di spen-, dei lavoratori». Una proposta condivisa da ding review e lotta all'evasione alla tutte le forze produttive e dellavoro.A comin­riduzione della pressione fiscale su ciare da Susanna Camus so, leader Cgil, per la

imprese e lavoro. C'è convergenza piena nel- quale occorre avere «una certezza di prospet­le ricette ,delle parti sociali per dare una scos- ti va» sulle tasse, agendo sul taglio per impre­sa alla ripresa. Unasortadiappellounitarioal se e lavoratori. Anche i leader di Cisl e Uil, presidente del Consiglio da parte delle orga- Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, puntano nizzazioni più rappresentative di imprese e aunariduzionedelletasseperrilanciarecon­lavoratori. Per il presidente di Confindustria, sumi e investimenti, favorevoli a unmeccani­Giorgio Squinzi, pur consapevole delle diffi- smo automatico. Sul fronte imprese, Carlo coltà attuali, è «irrinunciabile un consistente Sangalli, presidente Confcommercio, e Ivan ulteriore taglio al cuneo fiscale». E occorre Malavasi, presidente Rete Imprese Italia, si ancheintrodurre«unmeccanismoautomati- uniscono all'appello al governo per un carn­eo, alimentato dalle entrate di spending re- bio di passo fiscale per il rilancio del Paese. view e contrasto all'evasione, per ridurre la PAGINE A CURA DI Nicoletta Picchio

A CURA DI Nicoletta Picchio • pagine 2·3

l Siamo alla vigilia della presentazione del maxi-emendamento alla legge di stabilità. Le parti sociali sono soddisfatte del rapporto con il governo?

Entrando nel merito, la legge di stabilità è stata presentata in parlamento in un modo e appare destinata ad usci me in un altro. Qual è il cambiamento che ritenete più urgente per superare l'impasse, favorire la crescita e rilanciare l'economia?

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Sangalli: pressione insostenibile tagliare la spesa improduttiva

Presidente Contcommercio

:t Il governo Letta si era presentato con piglio innovatore e dialogante, mettendo al centro del suo programma il ruolo delle Pmi, dell'economia reale e del terziario e soprattutto con l'intenzione di avviare quella stagione di riforme economiche e sociali di cui il paese ha estremamente bisogno. Purtroppo nel tempo il passo si è rallentato, la prudenza e l'attendismo hanno prevalso e, cosa ben più grave, si è rinunciato a quel dialogo costante e prezioso con le parti

sociali che in un periodo di profonda recessione è indispensabile per mantenere la coesione sociale. Ma soprattutto lamentiamo che il governo abbia rinunciato a quella operazione di sottrazione, meno tasse e meno spesa pubblica che è la precondizione per far ripartire questo paese fermo da troppo tempo. Anzi, la legge di stabilità introduce un aumento delle tasse strisciante che potrebbe essere il colpo mortale per imprese e famiglie. 2. Le tasse rimarranno inchiodate fino al2016 al44%, è evidente che questo livello di pressione fiscale è incompatibile con qualsiasi realistica prospettiva di ripresa. Il reddito disponibile reale pro capite è tornato ai livelli del1986. Quindi si accentua il problema strutturale della nostra economia

Bonanni: utilizzare meglio il frutto della lotta al sommerso

Bommni Segretario generale Cis(

1. Con il governo abbiamo avuto dei contatti informali e questo è importante. Ma in una situazione come questa non basta: c'è bisogno di un confronto stabile, dove poter dire le cose con chiarezza e trasparenza. Conia confusione che c'è tra le forze politiche e nell'opinione pubblica è importante che si discuta delle vere questioni che interessano lavqratori, pensionati e imprese che vogliono investire. È l'unico modo per evitare che le lobby che scorrazzano nei cunicoli del potere

L perii

abbiano la meglio come spesso accade in circostanze confuse come questà. Non è un problema di ruoli ma di tutela di interessi generali. Il nemico numero uno degli interessi che rappresento è la rendita che, insieme all'alta burocrazia, ha gioco facile quando il dibattito non è trasparente e i grandi soggetti sociali non possono svolgere il proprio compito di sintesi. Conoscendo Enrico Letta ritengo scontato che sia in buona fede nei confronti degli interessi generali, ma è un errore che non può commettere. 2 .. Serve un accordo tra le parti da recepire per legge in cui si preveda che, nei prossimi anni, tutte le risorse che si recuperano dall'evasione fiscale e dal taglio alla spesa pubblica vengano utilizzate automaticamente per abbassare le tasse su imprese e lavoro. Un meccanismo

Proposta condivisa al presidente del Consiglio da parte di tutte le organizzazioni più rappresentative delle imprese e dei lavoratori

che è quello della debolezza della domanda interna che per consumi e investimenti vale l'So% Jel pii. La strada quindi per ridare fiducia e slancio al sistema produttivo nel suo insieme è quella di tagliare la spesa pubblica improduttiva, lavorando soprattutto su quei w o miliardi ritenuti aggredibili rispetto agli oltre So o complessivi, e quindi avere le risorse necessarie per ridurre le tasse. Chiediamo dunque un percorso certo, graduale, attraverso una legge, che automaticamente destini ogni euro risparmiato tagliando la spesa pubblica e recuperato dalla lotta all'evasione alla riduzione delle tasse su imprese e famiglie che sono stremate da una crisi che sembra non finire mai, naturalmente nel rispetto dei conti pubblici. Se non ci sarà un cambiamento sostanziale della legge di stabilità il2014 sarà l'anno che correrà sui binari dellento e inesorabile declino anziché con ere su quelli dell'alta velocità. Il governo dunque cambi passo perché ora è chiamato a fare presto e bene per evitare che la crisi economica si trasformi in crisi sociale.

che ha il pregio di essere chiaro ai cittadini che avrebbero una prospettiva credibile e sarebbero cointeressati a combattere gli sprechi e l'evasione fiscale. Un taglio vigorosissimo delle tasse su lavoro e imprese è un obiettivo prioritario ed essenziale. Abbiamo commesso un gravissimo errore negli anni scorsi: abbiamo pensato che per tagliare il debito occorresse tagliare in modo lineare la spesa, non pensando agli ingranaggi dello sviluppo. Ma un paese manifatturiero come il nostro con bassi consumi avrà un apparato produttivo che ridurrà intensità e volumi di produzione, con effetti negativi sulla produzione stessa, sulla domanda e in generale sull'economia del paese. Bisogna uscire da questa spirale negativa e sbagliata, da questa rincorsa tra debito e tagli che ha fatto avvitare l'economia e ci ha fatto sprofondare nel punto più basso. Siamo rimasti l'ultimo paese in recessione. Quindi bisogna agire immediatamente, per alzare il più possibile nella legge di stabilità il taglio delle tasse per imprese e lavoro. Per farlo occore tagliare la spesa deviata ed inefficiente.

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Squinzi: per ridurre il cuneo fondi automatici da spending review e contrasto dell'evasione

Presi q ente Confindustria

1. La legge di stabilità, nell'impianto attuale, non è in grado di invertire l'attuale ciclo economico, soprattutto a causa dell'esiguità delle risorse stanziate. Le nostre proposte, finalizzate ad imboccare la strada della crescita, non sono state recepite fino ad ora e le nostre aspettative sono state, quindi, disattese. Questa situazione sta creando un malessere diffuso ed una crescente sfiducia tra· gli imprenditori che, dopo aver presentato proposte che puntavano alla crescita e allo sviluppo delle imprese e al conseguente rilancio dell'occupazione, in queste settimane non vedono conretizzarsi gli obiettivi

che ci eravamo dati in accordo con il governo. Tra l'altro è anche mancato un momento ufficiale di confronto sulla manovra, che avrei molto gradito, e avrebbe dato forma ai contatti informali che abbiamo avuto fino ad oggi. L'iter parlamentare in corso sembra orientato verso altre direzioni: non emerge in alcun modo la volontà di mettere l'industria al centro delle azioni per il rilancio dell'economia. Mancano preCise scelte economiche che puntino a questo o biettivo, alla ripresa dei consumi e all'incentivazione dell'occupazione. Infine devo sottolineare che ad oggi non sono state neppure avviate quelle riforme istituzionali annunciate da tempo, che potrebbero contribuire in modo determinante al recupero di competitività del nostro Paese. 2. All'inizio dell'iter parlamentare abbiamo sottolineato che i capitoli di

Angeletti: agire sulle tasse Si cresce non solo con l'export

Segretario generale Uil

1. Non siamo assolutamente soddisfatti del rapporto con il governo. La legge di stabilità era stata presentata come un provvedimento di svolta da parte del governo, che avrebbe dovuto mettere fine ai sacrifici e puntare alla crescita. Invece è diventata una legge di conservazione. Letta non ci ha ascoltati, né ufficialmente né ufficiosamente, come aveva annunciato dopo che, a settembre, le parti sociali avevano presentato un documento

indicando le priorità per la crescita e l'occupazione. Non è un problema di mancato riconoscimento del nostro ruolo: il governo ha disconosciuto gli orientamenti delle parti sociali n documento che abbiamo messo a punto ha avuto apprezzamenti dal governo ma è stato disatteso. La legge di stabilità non considera nemmeno delle indicazioni europee. Invece di puntare alla crescita è una legge che tiene conto solo di stabilizzare gli equilibri politici dentro la maggioranza. È assolutamente insufficiente. Inoltre non ci aspettavamo un atteggiamento così nei confronti delle parti sociali da parte del governo Letta. Il presidente del Consiglio ha ripetuto per mesi che la politica economica si sarebbe costruita con il più ampio consenso delle

intervento del provvedimento erano giusti se l'obiettivo era quello puntare al rilancio dell'economia, ma che andavano completati e rafforzati con adeguate risorse. Oggi, invece, sembra che le risorse che il governo aveva lasciato intendere potessero essere destinate al taglio del cuneo fiscale si siano disperse in altre direzioni. Anche le risorse che abbiamo individuato per promuovere iniziative concrete per lo sviluppo e la crescita, al momento, sono allocate per altre finalità. Pur comprendendo le difficoltà attuali, ritengo irrinunciabile per le ricadute sull'economia reale, un consistente ulteriore taglio del cuneo fiscale e l'introduzione di un meccanismo automatico, alimentato dalle entrate dalla spending review e dal contrasto all'evasione, per la riduzione della pressione fiscale a vantaggio delle imprese e dei lavoratori.

parti sociali. Comunque volendo c'è spazio politico e parlamentare per cambiare passo. l. L'Italia per uscire dal guado deve ridurre le tasse, fmanziando questo calo con un taglio alla spesa pubblica improduttiva. Per legge, o anche con un decreto, si deve mettere nero su bianco la decisione politica che va presa immediatamente: garantire il trasferimento automatico dei risparmi che derivano dalla riduzione degli sprechi e dalla lotta all'evasione ad un abbattimento delle tasse sul lavoro. Ridurre le tasse sul lavoro e quindi ottenere un abbassamento del costo del lavoro e soprattutto maggiori disponibilità nelle tasche dei dipendenti avrebbe un effetto positivo per la . competitività ti elle imprese e rilancerebbe la domanda interna È un vero volano da mettere in moto per ridare fiato all'economia, rilanciando i consumi. La crescita non può essere determinata soltanto dall'export. Agire sulle tasse è prioritario: più aumentano le tasse, più aumenta la disoccupazione. Altro aspetto importante, ripristinare un sistema contrattuale nel pubblico impiego.

L'impasse sulle riforme istituzionali La legge di stabilità Squinzi: «Non sono state neppure avviate quelle riforme istituzionali che potrebbero contribuire al recupero di competitività»

I sindacati condividono l'esigenza di uno scatto. Camusso: «Disorienta l'assenza di indicazioni sulla direzione verso cui si sta andando»

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Camusso: detrazioni per i lavoratori, tagli all'I rap per le imprese innovative ~ ~ Segretario generale Cgil

i. Il governo in questi mesi ha annunciato molto e concretizzato assai poco, tanto che con le parti sociali sulla legge di stabilità non c'è stato praticamente alcun confronto. È la prima volta che ciò accade, per lo meno in epoca recente. N o n solo. Rammentiamo tutti un'affermazione del Presidente del Consiglio durante la presentazione della legge di stabilità che demandava al rapporto tra P<!flamento e parti sociali la determinazione dei contenuti e dei temi prioritari su fisco, imprese e lavoro. N o n poteva essere così e non solo per il rispetto istituzionale che si deve al Parlamento. È il governo che deve assumersi l'onere delle scelte, nell'ambito del confronto con le parti sociali. Oggi

siamo alla vigilia della presentazione del maxi-emendamento e ciò che più disorienta è l'assenza di indicazioni sulla direzione verso cui si sta andando. Un fatto però mi sembra certo: non si tiene in alcun conto la priorità della crescita e dello sviluppo. C'è un problema di metodo e di contenuti. Agli errori di impostazione del governo si aggiunge l'impressione di una politica distratta, più attenta al dibattito e agli equilibri interni alle diverse forze politiche che non ai problemi del paese, 2. È prioritario ridurre le tasse su imprese e lavoro per rilanciare la crescita. Su questo serve immediatamente un impegno politico forte del governo e del Parlamento. È indispensabile stabilire per legge, con una norma ad hoc o inserendo questo principio nella manovra, che tutte le risorse che derivano dalla spending review e dall'evasione vengano destinati al lavoro e alle imprese in termini di riduzione fiscale. Occorre avere una certezza di prospettiva: non un generico

M alavasi: no tax area I rap da alzare a 15-lBmila euro

Presidente Rete Imprese Italia

1. Ci lascia perplessi il fatto di non aver avuto una convocazione a Palazzo Chigi sulla legge di stabilità. Con Letta c'è stata la novità di discostarci dalle tradizionali relazioni che passano per la concertazione, il dialogo sociale, gli avvisi comuni. Non sappiamo come interpretare questa scelta: se si vuole avere una discrezionalità maggiore e se si ritiene sufficiente che le parti abbiano una relazione con le commissioni

parlamentari. Dopo gli ultimi fatti politici sarebbe utile che il governo trovasse un modo e un luogo per incontrarci e stabilire le priorità. Ascoltiamo tutti i giorni dichiarazioni che ci mettono in ansia rispetto al percorso di chiusura della legge di stabilità. Il governo farebbe bene a convocare le parti sociali e che i rappresentanti di imprese e lavoratori possano avere un ruolo più attivo nella definizione delle 'priorità. 2. Se la legge di stabilità si muove entro i saldi che sono stati presentati, le risorse sono assolutamente insufficienti rispetto alla necessità di rilanciare l'economia, di dare una spinta alla crescita dei consumi, della competitività internazionale. Inoltre ci possono essere timori di conflitto

fondo, ma un impegno sicuro, con un meccanismo automatico. In queste condizioni bisogna assolutamente che si dedichino le prossime ore, prima dell'approvazione della legge di stabilità, a reperire e concentrare le risorse per dare concrete risposte alle richieste di riduzione fiscale per il lavoro e per le imprese. Bisogna agire su un doppio versante: da un lato una riduzione fiscale mirata con detrazioni per lavoratori e pensionati, perché solo ridando capacità di acquisto ai lavoratori e ai pensionati si può favorire la crescita; dall'altro un intervento sull'Ira p per le aziende che fanno ricerca e innovazione. N el2014 avremo ancora forti problemi occupazionali che si aggiungeranno a quelli ancora aperti. Bisogna dunque sanare le ingiustizie, a cominciare dagli esodati e dalla scarsità di risorse destinate agli ammortizzatori sociali, ed evitare di privarsi degli strumenti necessari ad affrontare le future emergenze.

sociale. La composizione tra tagli: e investimenti è inadeguata. C'è un peso enorme del carico fiscale; centrale e territoriale. Bisogna ridurre le tasse su imprese e lavoro: per raggiungere questo risultato serve una decisione politica forte, se fosse possibile una legge, che destini automaticamente al calo della pressione fiscale per imprese e lavoratori i risparmi ottenuti con i tagli alla spesa pubblica e i risultati della lottà all'evasione. Cogliendo anche gli obiettivi europei. Quando le risorse sono poche bisogna concentrarsi su poche priorità, la riduzione delle tasse per imprese e lavoro lo è. Per quanto riguarda in particolare il nostro settore andrebbe alzata la no tax area dell'Irap, portando la a 15-18mila euro, si potrebbe fare con la copertura che deriva dall'avanzo della gestione Inail, che ammonta ad 1,5 miliardi. Occorre agire anche sul cuneo fiscale. Bisogna ridare una spinta agli investimenti delle aziende e contemporaneamente dare uno slancio ai consumi. È ciò che serve per rimettere in atto un circolo virtuoso e reagire alla crisi.

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Le vie della ripresa Previdenza Con il taglio dei maxi-assegni si rafforza

ll «CUneo lnaih> Via libera alla rimodulazione delle tariffe

LA LEGGE DI STABILITÀ il meccanismo di solidarietà previdenziale l Adeguati gli indennizzi per danno biologico

Un contributo sulle pensioni d'oro Cuneo: benefici concentrati sui redditi fino a 35mila euro -Rivalutazione di terreni e quote

Davide Colombo Marco Mobili ROMA

Arriva nel tardo pomerig­gio diieri il via libera della Com­missione Bilancio del Senato al­la riscrittura del taglio cuneo per i lavoratori. Proprio mentre i relatori Giorgio San tini (P d) e Antonio D'Alì (Ncd) stavano presentando ufficialmente il nuovo prelievo di solidarietà sulle pensioni d'oro e d'argento; un contributo che ora scatta su­gli assegni oltre la soglia delle 14 volte il minimo e che si accom­pagna a un riconoscimento dell'indicizzazione piena delle pensioni fmo a quattro volte il minimo Inps (1.924 euro lo~di mensili).

Il via libera alla rimodulazio­ne del cuneo fiscale è arrivato per la proposta da Rita Ghedini (Pd) che per certi versi ha sor­preso anche i diretti interessati; ed è arrivato anche il via libera

alle correzioni sul taglio ai pre­mi Inail nonchè alla creazione di un fondo per incentivare la partecipazione dei lavoratori agli utili e al capitale delle impre­se. La revisione del taglio al cu­neo fmo a poche ore prima era sul piatto della bilancia in con-

L'IPOTESI SUI TEMPI Oggi si cerca l'accordo sulla casa per l'approdo in Aula domani pomeriggio. Il governo punta alla fiducia sul testo della commissione

trapposizione alla riscrittura della tassazione sulla casa nel confronto politico e tutto inter­no alla maggioranza. Almeno fi­no a quando Forza Italia ha deci­so di astenersi dal voto, che al Se­nato equivale a voto contrario, almeno fmo a quando, ha spiega­toAnnaBonfrisco (Fi),non ver­ranno presi in considerazione anche gli emendamenti pre­sentati da Forza Italia sull'ele­vazione della "no tax area" per il lavoro autonomo, l'innalza­mento dei limiti per l'uso del contante da 1.000 euro a s.ooo euro, le concessioni demaniali e l'incremento delle risorse per le scuole paritarie. Senza considerare, poi, la richiesta degli azzurri di voler vedere su­bito le nuove misure sulla tas­sazione della casa senza atten­dere i lavori della Commissio­ne in programma per oggi. Sen­za l'emendamento sulla T rise, ha sottolineato ancora la Bon­frisco, Forza Italia è già pronta ad azioni di protesta più forti.

I lavori sulla legge di stabilità sono proseguiti per tutta la gior­nata di ieri, con tecnici, relatori e rappresentanti del Governo impegnati per tutta la mattinata a fare i conti delle risorse da re-

fORZA ITALIA I senatori si astengono dalle votazioni e chiedono attenzione su no tax area, limiti al contante, paritarie e prelievo sugli immobili

cuperare per sostenere tutti gli interventi richiesti.

L'asticella si sarebbe fermata più vicina a 1.3 miliardi che all'1,1 miliardi, anche se la differenza la farebbe ancora la casa su cui si sta cercando l'accordo fmale per reintrodurre le detrazioni sull'abitazione principale, l'esenzione per i beni agricoli ed un aumento della percentua­le di deducibilitàlres elrpef del­la T asi pagata sui capannoni del­le imprese (si veda il servizio qui sotto). Sciolto il nodo sulla casa, come ha spiegato il sotto­segretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini, il disegno di legge potrebbe ap­prodare, come previsto, all'esa­me dell'Aula di Palazzo Mada­ma lunedì pomeriggio. E con un voto di fiducia sul testo licenzia­to dalla Commissione Bilancio­sempre avvenuto negli ultimi anni ha sottolineato ancora Le­gnini - la legge di stabilità po­trebbe lasciare il palcoscenico del Senato, mercoledì prossi­mo, al voto sulla cadenza di Sil­vio Ber lusconi.

Tra le novità approvate quel­la più rilevante, dunque, è lari­scrittura della curva Irpef con l'aumento delle detrazioni fmo

a35milaeurodireddito.Laridu­zione della platea, inizialmen­te fissata dal Governo a 55mila euro di reddito, come ha spiega­to la senatrice Ghedini, premia con aumenti fino a 225 euro all'anno le fasce di reddito tra 15mila e 18mila euro. Un mini­taglio al cuneo anche nel com­mercio: si prevede la riduzione dal 2.44 al 2,40% dell'aliquota sui contributi dovuti dai datori di lavoro per le indennità di ma­lattia. C'è poi il ritocco sulle in­dicizzazioni delle pensioni e il contributo di solidarietà, men­tre per far cassa ritorna un vec­chio cavallo di battaglia, che se­condo le stime potrebbe assicu­rare fino a4oo milioni: la possi­bilità di rivalutare i terreni e le quote delle società non quota­te detenuti ali o gennaio 2014. L'affrancamento dei valori e la perizia giurata dovranno esse­re effettuati entro il prossimo 30 giugno 2014.

Si riaffaccia, infine, la porta­bilità dei conti correnti a costo zero per il cliente e, sempre un emendamento dei relatori, vie­ne istituita l'anagrafe naziona­le degli assistiti. La misura pun­ta a a rafforzare gli interventi sul monitoraggio della spesa sanitaria.

J:RJPRODUZ!ONERISERVATA

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le correzioni in arrivo

Si riduce la platea dei destinatari, ma sale il bonus. Il massimo delle detrazioni si otterrà sui redditi tra i 15mila e i 20m ila euro, per poi scalare e azzerarsi a 35mila euro.la detrazione massima arriva a 22Seuro

Aumento dell'aliquota dell'accisa sui carburanti nel

· biennio2017·2018.Con un gettito aggiuntivo non inferiore a 220 miloni il primo anno e a199 perii secondo. Slitta invece al 2015 il rincaro per sigarette, prodotti da fumo ed e-cig

Sal'efino a 4 volte il minimo Inps la rivalutazione piena degli assegni all'inflazione, mentre il prelievo di solidarietà sulle pensioni d'oro scatta già a quota 90mila euro l'anno (con ilS%), chesaleftnoal15%perimporti oltre i 190mila euro annui

l veicoli sequestrati da oltre due anni per violazioni al Codice délla strada saranno messi i n vendita o rottamati. Resta il diritto di "tiscatto" del proprietario.l':em.!'llldamento punta a fare cassa e liberare i depositi giudiziari

Si può trasferire il conto corrente senza spese aggiuntive a patto che le banche coinvolte aderiscano ai comuni protocolli interbancari. n trasferimento del conto si fa entro 14 giorni. Previste sanzioni per la banca d'origine in caso di ritardi

Election day solo la domenica dalle? alle23a partire dal2014 per tagliare le spese. L'emendamento depositato dal governo prevede una giornata unica per le operazioni di voto '·Q! occasione delle consultazioni elettorali o referendarie

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Proroga di un anno (al l gennaio2014) per la rivalutazione di beni d'impresa e terreni edificabili. Le imposte sostitutive si possono rateizzare fino a tre rate annuali di pari importo a decorrere dal30 giugno 2014

Contributi più leggeri per le imprese del commercio. Cala, dal2,44 al2,40%, l'aliquot~ a carico dei datori di lavoro del settore per le indennità economiche di malattia. A prevederlo un emendamento dei relatori

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Il confronto ligure

I CONTRIBUTI PUBBLICI ALLE SOCIETÀ LIGURI DI TPL Milioni di euro

• Amt Genova • Atp prov. Genova • Tpl Savona illl Ate La Spezia • Rt Imperia

I POSSIBILI INTERVENTI PER L'OTTIMIZZAZIONE DEI COSTI DI AMT Risparmi attesi nel medio termine· Milioni di euro

·~t~~~~;S••:e~·~::;:~t~~~~~~~~;~;ic~~~.op~;~;s~f~~······

Guida

Tutti

lO minuti di guida in più per tutti gli autisti

-17 riposi per i l.OOO•agenti di movimento con oggi 82 riposi (da 82 a 65)

-15 riposi per i 250 agenti di movimento con oggi 96 riposi (da 96 a 82)

Flessibilità turni, nuovi posti di cambio, ottimizzazione ore riserva

2% riduzione assenteismo (oggi 7/8%)

Fonte: Bilanci aziendali e Programma dei servizi pubblici locali per il triennio 2009-2011; Oltremare,2012; Istituto Bruno Leoni

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LA RICERCA

Trasporti locali, italiani insoddisfatti Carlo Andrea Finotto ~ 18

Verso la riforma. I dati Istat sul giudizio degli utenti- Per la Fondazione Caracciolo la domanda nazionale è scesa dellS%

Soddisfatto soltanto un italiano su tre Carlo Andrea Fin otto MILANO

Il trasporto pubblico locale va riformato. Tutt, o quasi, ne sono consapevoli, ma mettere in pratica quest'assunto non è facile. Come l'emergenza di Genova ha dimo­strato in questi giorni. A rendere ur­gente un intervento basterebbe la frase del sottosegretario ai Traspor­tiErasmo D' Angelis, che ha ricorda­to come «oltre il 40%» delle 1.150 aziende locali sarebbe «tecnica­mentefallito».Manonc'èsoloque­sta considerazione, che peraltro ar­rivada una fonte autorevole. Secon­do lo studio sul settore in Italia rea­lizzato dalla Fondazione Filippo Ca­racciolo con la collaborazione del Dipartimento di Ingegneria dei

Trasporti dell'Università Federico

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140% l

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Chi confida nella puntualità Lo studio dell'Istat rivela che il giudizio dei cittadini boccia il trasporto pubblico: solo il30% è soddisfatto del servizio e della pulizia delle vetture e appenail35%confida nella possibilità di trovare posto a sedere

-12% Il taglio delle risorse Il dato della Liguria tra 2010 e 2011 della Fondazione ' Caracciolo. In Molise -41%

II di Napoli, la domanda nazionale di trasporto pubblico si è ridotta del15% tra il2011 e il2010 e di quasi 19 punti percentali tra ii2on e il pic­co registrato nel2oo8.

In questa fase di crisi, quando muoversi con l'automobile priva­ta rischia di essere per molte fami­glie quasi un lusso, i servizi pubbli­ci di trasporto potrebbero svolge­re un ruolo cruciale. Ma, da un lato le aziende del trasporto pubblico locale sono in forte difficoltà, e dall'altro si riducono le risorse a di­sposizione. È ancora lo studio del­la Fondazione Caracciolo a forni­re un quadro, con il prospetto del taglio delle risorse al trasporto su gomma per regione tra il2o10 e il 2011 (ultimi dati disponibili presi in esame, fonte Asstra): la riduzio-

ne maggiore riguarda il Molise, con il41% in meno, seguita dalla Campania ( -2301o) e poi dalla Ligu­ria, dove è esplosa la protesta (-12%). Untagliodeho%hanno su­bito i trasporti su gomma dell'Abruzzo, e dell'8% quelli della Lombardia. N el Veneto la riduzio­ne è stata del6,4%, mentre in Pie­monte, Emilia Romagna, Toscana, Sardegna la decurtazione è stata tra il3 e il5. In Calabria ci si è ferma­ti entro i12,8% di taglio. Le restanti aree (Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Puglia, Sicilia, Trenti­no Alto Adige, Umbria e Valle d'Aosta non hanno subito tagli.

A fronte di questo scenario, e in vista del tavolo nazionale di giove­dì 28 novembre, l' Istat evidenzia (dati relativi al2on) che appena il

30% degli italiani che si sposta con i mezzi nelle aree metropolitane è soddisfatto della pulizia delle vettu­re; il35% confida nella possib.ilità di trovare posto a sedere e meno del 40 è fiducioso della puntualità. Di­minuisce anche l'offerta del tra­sporto pubblico: -3,9% i posti-km per abitante erogati totali e -5.4% i soli autobus. Sono tuttavia in cresci­ta i servizi dalla metropolitana: la densità della rete cresce del7,3%; la disponibilità di vetture che com­pongono i convogli aumenta del 5,1% e i posti-km per abitante offerti all'utenzadell'L «La mancanza di ri­sorse certe - ha detto Alessandro Cattaneo, vicepresidente dell'Allei - compromette servizi fondamen­tali nel T p!. Chiediamo certezze sul­la disponibilità per il2013».

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Lavoro. Intervento complessivo di 115 milioni

Anche ai lavoratori una quota del <<cuneo Inail>>

ROMA ll!lllliii Dall'intervento sul cu­neo fiscale da 3,3 miliardi nel prossimo triennio, garantito con un taglio dei premi e con­tributi obbligatoriinail, spun­ta una dote anche per ilavora­tori. Lo prevede un emenda­mento al comma 2 dell'artico­lo 6 che consente una rivalu­tazione Istat degli indennizzi per danno biologico, quote ferme da circa 13 anni dopo il parziale ritocco del 2009. L'intervento vale 50 milioni l'anno e verrà affiancato da una seconda misura sempre a beneficio dei lavoratori: l'aumento dei massimali di calcolo delle rendite ai super­stiti che vengono corrisposte nei casi in cui la morte del la­voratore sia avvenuta per cause inerenti l'infortunio o la malattia professionale (al­tri 65 milioni l'anno). L'acco-

INFORTUNI E SUPERSTITI Aggiornamento degli indennizzi per danno biologico e aumento

glimento delle due correzio­ni è dato per certo dai relato­ri, visto che verrebbe in que­sto modo riconosciuto con il giusto equilibrio la destina­zione di risorse che riguarda­no un ente che per statuto de­ve rispondere agli interessi di due stakeholder: le impre­se e i lavoratori.

La riduzione dei premi sa­rà determinata con un decre­to del ministro del Lavoro, da varare di concerto con l'Eco­nomia e su proposta dell'Inail, dice 11 testo della Stabilità. In prima applicazio­ne la norma dovrebbe deter­minare un taglio per le azien­de pari al14% il primo anilo, del15,5%nelz015edel17%nel 2016. Ma anche su questo fronte è in arrivo una corre­zione (sulla quale, pure, c'è l'ok dei relatori) che apre la strada a una revisione più complessiva delle tariffe, fer-

dei massimali di calcolo delle rendite per i superstiti

me da anni, sulla base dei pa­rametri· infortunistici regi­strati dall'Inail. Si tratta di una misura caldeggiata da an­ni da interi settori dell' econo­mia manifatturiera, a partire

dall'artigianato. Inail, va ri­cordato, dovrà anche verifica­re la sostenibilità economica, fmanziaria e attuariale delta­glio ai premi obbligatori do­poil2016.

Per quanto riguarda l'altro intervento sul cuneo, quello che riguarda la curva Irpef dei lavoratori dipendenti, il confronto resta ancorato sul­la proposta base di Rita Ghe­dini (P d), che concentra i be­nefici per il 2014 sui redditi medio-bassi (ovvero intorno ai 30.ooo euro). L'obiettivo, in particolare, sarebbe quello di concentrare il massimo del beneficio, che può arriva­re anche oltre i 200 euro an­nui netti, per le fasce compre-

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se tra i 15 e i 18mila euro. Sul punto il confronto politico dovrebbe dare una risposta definitiva in giornata. Ieri il relatore del P d, Giorgio San ti­ni, ha infatti affermato che gli emendamenti alla legge di stabilità sia del Governo che degli stessi relatori, compre­si tutti quelli sull'Imu e il cu­neo fiscale, saranno presenta­ti in commissione entro le 13, mentre la Commissione V del Senato riprenderà ila v ori alle 15. Bisogna tenere anche conto del fatto che resta sem­pre in campo la proposta, avanzata per primo dal presi­dente della commissione La­voro, Maurizio Sacconi (N cd), di utilizzare parte del­le risorse per la detassazione dei salari di produttività, defi­niti da accordi aziendali o in­teraziendali

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Verso la proroga dei contratti a termine ROMA

C'è anche una proroga dei contratti a termine dei di­pendenti dei Centri provin­ciali per l'impiego nella short list delle proposte emendati­ve che i tecnici del Lavoro hanno messo a punto il vista della votazione in Aula al Se­nato sulla legge di Stabilità. Si tratta di oltre un migliaio di addetti sui circa smila in for­za. una risorsa· giudicata stra­tegica in vista dell'avvio del piano Garanzia giovani che l'Italia sta per presentare a Bruxelles. La misura non pre­vede una deroga al Dl101 sul pubblico impiego ma una so­luzione «a costo zero» per queste strutture il cui destino è legato, tra l'altro, alla cancel­lazione delle Province.

Tra le proposte del Lavo­ro, spicca poi l'estensione del­le tutele previdenziali ai para­subordinati in caso di manca­ti versamenti contributivi da parte dei datori di lavoro (an­che a questa platea verrebbe in pratica riconosciuto l'arti­colo 2n6 del Codice civile). Una norma il cui costo è sti­mato in 180-200 milioni nei prossimi dieci anni. Per dare continuità agli incentivi per l'assunzione di giovani svan­taggiati (previsti dal Dl 76/z013) si punta poi a una ri­programmazione mirata dei fondi di rotazione con un anti­cipo delle risorse previste per il settennio 2014-2020. In pratica si stabilisce ora un vin­colo di destinazione su una parte di risorse già stanziate senza introdurre nuovi oneri.

Un'altra misura che do~ vrebbe passare riguarda la contribuzione obbligatoria destinata al fondo bilaterale Forma.Temp, per la forma­zione dei lavoratori in sommi­nistrazione. L'obiettivo è evi­tare che a gennaio scattila de­curtazione prevista sull'ali­quota del4% per portarla al

2,6%. Si tratta di una misura che era stata introdotta con la riformaFornero (legge 92) in­sieme con l'aumento dell'1.4 o/o dei contributi sui contratti a termine per finan­ziare l'Aspi. Lo stop al taglio serve per garantire risorse certe a Forma.Temp. Infine l'allargamento della dote per il Fondo per le non autosuffi­cienze (si passa da 250 a 275 milioni per il 2014) mentre viene portato a so milioni l'an­no (dai 20 iniziali) il Fondo per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.

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lavoro. Cautela dell'Istituto di previdenza che rimane in attesa dei chiarimenti del ministero

Piccola mobilità in sospeso Per il momento l'Inps non chiederà il rimborso delle agevolazioni

Antonino Cannloto Giuseppe Maccarone

Pausa di riflessione per le riduzioni contributive collega­te alle assunzioni di lavoratori iscritti alla cosiddetta piccola mobilità.

Con molta prudenza l'lnps comunica (messaggio 18639/2013) che per il momen­to non procederà ad alcun re­cupero a carico delle aziende. Una battuta d'arresto, spiega­no i tecnici dell'istituto previ­denziale, dovuta al fatto che lo stesso ha richiesto al ministe­ro del Lavoro dei chiarimenti che, al momento, non sono an­cora stati forniti. Si congela­no, così, gli effetti - peraltro poco graditi agli operatori del settore - contenuti nelle pie­ghe della circolare 150/2013 e del successivo messaggio I794J/20l3.

' L'intera vicenda ha avuto origine dalle disposizioni con­tenute nella legge di stabilità

In sintesi

01 {J.A ~~~ISIONl ,,, ~alegge,distJpitiìà,peril

IP13,(ta ~1$/~11a1} Ylon ha previsto il rifinanziamento a vantaggio dei datori di lavoro che assumono persone Iscritte atte liste Clelia piccola mobnità e da quest'anno ha anche , negato l'fsértzione in tali liste per i dipendenti , Htenziatlcla aZiende con meho dJ 15 a4detti

02 1 a~te•••nt , Tra le aUre cose non, si può' beneficiare degli sgravi contri))utivi per di pendenti assunti da liste della piccola mobilità nel2012 con àgevolazione di 18 mesi e il cui contratto si prolunga nel 2013

per il2013 (legge 228/ 2012). In­terrompendo bruscamente una prassi consolidata, la nor­ma non ha prorogato la possi­bilità di iscrizione nella liste di mobilità per i lavoratori licen­ziati per giustificato motivo da aziende di piccole dimen­sioni (meno di 15 dipendenti) e, soprattutto, non ha rifman­ziato gli incentivi in favor~ dei nuovirappo!ti di lavoro riferi­ti a questi lavoratori.

Non aver previsto, a livello legislativo, il necessario stan­ziamento di fondi, comporta una penalizzazione per le aziende che hanno assunto, nel2012, lavoratori che 'risulta­vano regolarmente iscritti nel­le liste di mobilità, quando illo­ro rapporto dilavoro (e le rela­tive facilitazioni) si protrae nell'anno successivo (per esempio: assunzione ili o mar­zo 2012 a tempo indetermina­to con 18 mesi di agevolazio­ne).Lamancanza di risorse, in pratica, rende impossibile

continuare ad applicare l'age­volazione contributiva nel corso dell'anno corrente.

L'Inps aveva già lanciato l'al­larme,- preannunciando l'im­possibilità di riconoscere le agevolazioni per il2013 (circ;o­lare 13/2013; messaggio 4679/13). La successiva levata ò.i scudi dei datori di lavoro e dei loro rappresentanti ha messo in luce il fatto che alcu­ne aziende hanno continuato ad applicare le facilitazioni contributive facendo emerge­re la necessità della restituzio­ne anche se l'Inps, su questo punto, non si era mai aperta­mente pronunciato.

La mancanza dei fondi rile­va anche nei riguardi ò.ei sog­getti legittimamente iscritti nelle liste di mobilità, quando l'iscrizione era ancora possibi­le (entro il31 dicembre 2012); per costoro l'assunzione non offre più alcuna agevolazione.

Veniamo, ora, all'abrogazio­ne, dal 1 o gennaio 2013, della

possibilità di iscrizione nelle liste di mobilità dei lavoratori licenziati per giustificato moti­vo oggettivo, per i quali non ri­corrono le condizioni per l'at­tivazione delle procedure di mobilità. Questi soggetti han­no, di fatto, perso quella carta in più che gli avrebbe consenti-. t o di essere ricollocati sul mer­cato più facilmente (in quanto per la loro assunzione il dato­re di lavoro avrebbe pagato meno contributi).

Da tenere presente che questo ulteriore intervento dell'Inps non risolve il pro­blema ma lo rinvia alle deci­sioni del ministero del Lavo­ro a cui spetta l'ultima paro­la. Ricordiamo, infine, che i tecnici ministeriali dovran­no anche esprimersi in meri­to alle assunzioni in appren­distato dei lavoratori iscritti nelle liste di piccola mobilità che ora risente, in senso ne­gativo, della mancata proro­ga di cui si è detto.

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COBBIEBE DELLA SEBA

La protesta Il deficit e l'ipotesi dei privati L' Amt, azienda dei trasporti di Genova, ha una situazione finanziaria critica Di rronte alla decisione del Comune di rifiutare la ricapitalizzazione e di aprire alla cessione d1. quote ai privati, i lavoratori martedì hanno iniziato uno sciopero a oltranza: per cinque giorni la città è rimasta senza mezzi pubblici

Le riunioni L'aggressione al sindaco e la mediazione La Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando l'interruzione di pubblico servizio. n sindaco Marco Doria martedì era stato aggredito da un gruppo di lavoratori. Poi è iniziata una riunione in Prefettura tra i rappresentanti dei lavoratori, il Comune e la Regione per trovare un accordo

La soluzione Salvati stipendi e orario di lavoro Ieri, accordo raggiungo. Con l'impegno di Amt e il suo azionista, il Comune di Genova, a colmare il disavanzo previsto dal conto economico previsionale 2014, 8,3 milioni di euro, se~a intervenire sulle retribuzioni e sull'orario di lavoro dei dipendenti. E parte il piano di riorganizzazione del trasporto pubblico regionale

Di nuovo In strada Sopra e a sinistra, l'assemblea dei lavoratori deii'Atm di Genova per discutere e approvare la mediazione raggiunta tra sindacati e istituzioni. Ieri i mezzi hanno iniziato a circolare (Zennaro/ Ansa)

Data 24-11-2013 Pagina 1 8/1 9 Foglio 2/3

Il numero di nuovi mezzi che verranno acquistati daii'Amt, di cui duecento solo per Genova. Inoltre l'accordo prevede un fi­nanziamento di 85 milioni da parte della Regione Liguria e che verranno lasciati invariati i salari e gli orari dei lavoratori

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COBBIEBE DELLA SEBA

La protesta Privatizzazione I lavoratori contrari L'Amt, l'azienda dei trasporti di Genova, ha una situazione finanziaria critica Di fronte alla decisione del Comune di rifiutare la ricapitalizzazione senza un piano aziendale e di aprire alla cessione di quote ai privati, i lavoratori martedì hanno iniziato uno sciopero a oltranza. A guidare la protesta la sigla sindacale Faisa/Cisal. L'astensione dal lavoro è proseguita nonostante la precettazione decisa dal prefetto. La Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando l'interruzione di pubblico servizio

la tensione L'aggressione al sindaco in Consiglio Martedì scorso il Consiglio comunale di Genova era convocato per discutere delle aziende partecipate. Al suo arrivo il sindaco Marco Doria è stato accolto dagli insulti dei lavoratori dell'azienda dei trasporti presente. La protesta è cresciuta, i lavoratori hanno deciso di occupare la sala e la seduta consiliare è stata interrotta Un gruppo ha attorniato il sindaco, che dopo qualche momento di tensione e spintoni, è uscito protetto dai vigili urbani

Gli svilu Ancora nessun accordo

tra le parti Ieri una lunga riunione in Prefettura tra i rappresentati dei lavoratori, il Comune e la Regione ha provato a favorire un accordo. Dalla trattativa dipende la ripresa del servizio (per oggi i dipendenti dell' Amt hanno indetto il quinto giorno consecutivo di sciopero). La bozza a cui le parti stanno lavorando prevede che la Regione renda operativa la nuova legge sul Trasporto pubblico locale entro 13 mesi, il Comune a metta nelle casse di Amt 4,3 milioni di euro nel2014 e l'azienda ne recuperi altri 4

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Fumo e rabbia La protesta dei dipen­denti deii'Amt,l'azien­da dei trasporti di Ge­nova: a decine si sono riversati per le vie del

capoluogo ligure, alcu­ni anche con fumogeni (foto Davide Gentile/ Agf)

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I centri per l'impiego e i nuovi lavori trovati a caro prezzo di SERGIO RIZZO

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I lavori (a caro prezzo) trovati dallo Stato Nei centri per l'impiego quasi 10 mila dipendenti per una spesa di 464 milioni Og11i anno gli occupati sono appena 35 mila: un posto costa 13 mila euro

ROMA - Ad accorgersi della loro esistenza non sono i 642 mila italiani con meno di 25 anni che stanno dispe­ratamente cercando un lavo­ro. Né quel milione e 706 mi­la disoccupati di lungo perio­do, cioè a spasso da almeno un anno, censiti dall'Istat.

Che i centri per l'impiego pubblici siano vivi e vegeti ne hanno contezza soprattutto i loro 9.865 dipendenti non­ché il Tesoro, che secondo un rapporto dell'ufficio studi Confartigianato ogni anno ti­ra fuori in media per mante­nere quelle strutture la bel­lezza di 464 milioni di euro: somma per tre quarti desti­nata agli stipendi. Ovvero una cifra, per capirci, netta­mente superiore al gettito dell'Imu sui terreni agricoli che sta facendo ammattire il

governo Letta, alla disperata ricerca delle coperture per eliminare quella tassa. Qual­cuno potrà sbandierare i dati Eurostat, per i quali la nostra spesa pubblica per i servizi sul mercato del lavoro tocca appena lo o,o3 per cento del Prodotto interno lordo, me­no di un decimo rispetto a Germania e Regno Unito, un ottavo della Francia e un ter­zo della Spagna. Il problema, però, sono i risultati.

E i numeri, come quasi sempre, rappresentano una sentenza inappellabile. Negli ultimi sette anni hanno tro­vato occupazione attraverso i centri per l'impiego media­mente non più di 35.183 per­sone ogni dodici mesi. Que­sto significa che ciascun po­sto di lavoro è costato oltre 13 mila euro. L'equivalente di un'annualità del reddito di

cittadinanza proposto dal Movimento 5 Stelle. Con tan­to di tredicesima.

Tanto basterebbe per de­cretare un'immediata e radi­cale riforma. Vedremo ora quella cui sta lavorando il mi­nistro Enrico Giovannini, già sapendo che è destinata a rincorrere il mostro galop­pante della disoccupazione. L'Ocse ha appena diffuso dati raccapriccianti sullo stato del nostro mercato del lavoro. A settembre i giovani italiani di età compresa fra 15 e 24 anni in cerca di occupazione han­no raggiunto la spaventosa quota del 40,4 per cento, con un aumento di oltre 5 punti e mezzo rispetto all'anno pre­cedente. E quel che è più gra­ve, il tasso dei giovani senza lavoro risulta superiore di ol­tre due terzi rispetto alla me­dia dei paesi sviluppati, pari nello stesso mese al 24,1 per cento. Tutto questo mentre la cancrena della disoccupazio­ne dilaga senza particolari ri­guardi nemmeno per l'età. Dice la Confartigianato nel suo studio basato su dati del­l'Unioncamere e del ministe­ro del Lavoro che il numero di quanti erano rimasti a casa da oltre un anno alla fine di giugno scorso risultava su­periore di 911 mila unità a quello del giugno 2oo8, quando la crisi è esplosa. L'aumento è del 114,6 per cento: complice anche una crescita da 400 mila a 810 mi­la dei disoccupati di lungo periodo under 35. Il che fa apparire ancora più avvilenti certe performance degli uffici incaricati di mettere una pez­za a una situazione così pe­sante. Tanto avvilenti che il

nuovo presidente dell'orga­nizzazione degli artigiani, Giorgio Merletti, scongiura il governo di astenersi anche soltanto dal pensare «di attri­buire altri soldi per uno stru­mento che esce bocciato dal­l'esame dei dati, perché erra­re è umano ma perseverare diabolico. Piuttosto, desti­niamo le risorse straordina­rie disponibili dal primo gen­naio 2014 ai giovani che van­no in azienda a fare tirocini o stage, anziché impiegarle per creare altri posti inutili in quegli uffici pubblici>>.

Basta dire che soltanto il 2,2 per cento delle imprese italiane gestisce le assunzioni passando attraverso i centri per l'impiego. Una quota infi­nitesima, di poco superiore rispetto a quella degli annun­ci sulla stampa specializzata (1,5 per cento), e decisamen­te inferiore a quella appan­naggio di società di lavoro interinale e internet (5,2), al­le banche dati aziendali (24,4) e soprattutto alle se­gnalazioni di conoscenti e fornitori che rappresentano il canale in assoluto più utiliz­zato con il 63,9 per cento del totale.

Per giunta, negli ultimi tre anni il peso di questi centri è drammaticamente crollato. Dal2o1o a oggi è passato in­fatti dal 6,3 a poco più del 2 per cento. Al Sud, poi, è lette­ralmente inesistente: appena 1'1,1 per cento delle imprese si rivolge alle strutture pub­bliche. In Calabria siamo all'l per cento. In Campania, Basi­licata e Sicilia addirittura allo o,8.

Calcolando il rapporto fra le 31.030 aziende che nel

Data 23-11-2013 Pagina 8 Foglio 1 /2

2013 hanno utilizzato i centri e gli 8.781 dipendenti di quelle strutture pubbliche materialmente destinati alle attività di inserimento lavo­rativo, la Confartigianato ar­riva alla conclusione che cia­scun addetto segue un'azien­da ogni tre mesi e dodici giorni. Gestendo allo stesso ritmo da lumaca l'accesso al lavoro dei disoccupati: uno a trimestre. E con una spesa che è andata crescendo in modo abnorme pure rispetto agli altri apparati pubblici. Negli anni compresi fra il 2005 e il 2011 il costo per il personale dei servizi per l'impiego è lievitato da 309 a 384,5 milioni di euro, con una progressione irresistibi­le: +24,4 per cento. Il triplo dell'incremento messo a se­gno dalle retribuzioni degli impiegati pubblici, salite in­vece complessivamente nello stesso periodo dell'8,3 per cento.

Per non parlare della diffe­renza enorme di produttività fra gli uffici del Sud e quelli del resto del Paese. Gli addet­ti nelle regioni meridionali sono ben 5.093, contro 2.099 del Centro, 1.503 del Nord Est e 1.336 del Nord Ovest, dove peraltro si riscontra il miglior livello di efficienza: se soltan­to tutte le strutture funzio­nassero così, argomenta il rapporto degli artigiani, «per gestire gli utenti di tutti i cen­tri italiani sarebbero necessa­rie 3.692 unità di meno». Con un risparmio quantificl).bile in 141 milioni di euro, cinque volte lo stanziamento al fon­do per l'infanzia previsto dal­la legge di stabilità.

Sergio Rizzo ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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COBBIEBE DELLA SEBA

Il sistema

rm uffid collocamento prima della ~~'1~"'1~'-~

/'l centri per l'impiego hanno V sostituito gli uffici di

collocamento, dove ci si iscriveva alle liste di disoccupazione. La legge Treu, approvata nel1997, ha liberalizzato le assunzioni

/'Con la riforma Bassanini del V 1997 sul decentramento, le

competenze per il mercato del lavoro passarono alle Regioni, che le trasferirono alle Province. Allo Stato il ruolo generale di indirizzo

Data 23-11-2013 Pagina 8 Foglio 2/2

Inserimento, formazione e riqualifita:done /'l centri per l'impiego hanno le

V competenze sullo stato di disoccupazione e promuovono l'incontro tra domanda e offerta, anche con iniziative di inserimento lavorativo e formazione

COBBIEBE DELLA SEBA­:fii~;,:,: ..• ;E;~:~i

l'istrizione agli elenchi dd certa un'attività

/'Iscrivendosi agli elenchi dei V centri per l'impiego si dichiara di

essere senza lavoro e immediatamente disponibili all'attività. Con un rifiuto non giustificato si perde lo stato di disoccupazione

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la Repubblica JfiMif!JIIf%1!1i'ffiliffJ$l

l ftUD."M''trri

n1ilioni IL BUCO Mancano circa 8 milioni di euro per mettere in sicurezza nel 2014 il bilancio di Amt

IL SACRIFICIO Il "contributo" richiesto ai lavoratori è di quattro milioni: è lo scoglio dell'accordo

l DIPENDENTI L'azienda partecipata del Comune di Genova che si occupa di trasporto locale ha 2.400 dipendenti

30,8 l SOLDI DEL COMUNE Nel2013 il Comune ha versato 30,8 milioni nelle casse di Amt. Nel2012 erano stati 28,9 milioni

n1ilioni LA PREVISIONE Il Comune confermerà anche per il2014 i30milioni di stanziamento: ma non basteranno più

36n1ilioni IDEBm Le perdite di Amt sono state di 36; 1 milioni di euro all'anno per un totale di 72 milioni

ll'ibel'B risc:lùaao Rlalte da 250etUO al gjoao.no..lcollegld iD ftltta Italia: pa'ODfi

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IN CORTEO Alla protesta si è unito Seppe Grillo, che in piazza De Ferrari ha attaccato il premier: "Sarà lotta all'ultimo sangue"

l messaggi di solid.aftetàagli autisti:"Siarno ccm. voinoDostante i disagi"

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ID anattiaa.tanucwa asseJ.'Dblea dei lavondori. "Qui niente SU'àphà C:OI.'I.'Ie prilna"

Battaglia epocale

Questo è un punto di non ritorno. Sarà

una battaglia epocale: voglio che acqua, scuola

e trasporto restino pubblici Seppe Grillo ai dipendenti deii'Amt in piazza

LA PROTESTA l lavoratori deii'Amt, azienda di trasporto pubblico di Genova, durante la protesta

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Data 23-11-2013

la Repubblica Pagina 15 Foglio 1

Il presidente dell' Anci difende la scelta di Doria a Genova: così si può garantire la qualità a tariffe prefissate

F assino: ''Noi primi cittadini non possiamo gestire tutto giusto privatizzare alcuni servizi"

VALENTINA CONTE ti, che possono assicurare inve-aliquote 2012>>. stimenti nuovi>>.

ROMA- Sindaco Passino, lei è Molti sindaci però sono co­anche presidente dell'An ci, l' as- stretti a privatizzare, spmti non sociazione dei Comuni italiani. tanto da ragionamenti di mer-Cosa ne pensa di quanto accade cato, quanto dai debiti alle stel-a Genova? le.

«Una vicenda delicata, da non «Abbiamo accettato per anni e banalizzare. Che però rivela una dato per scontato che i servizi cosa chiara. È velleitario che i pubblicipotesseroessereeroga­sindaci possano gestire tutto. ti anche andando in rosso. Que­Non abbiamo risorse per farlo. I stononèpiùsostenibile.Epoic'è Comuninonsonapiùingradodi ancheunprobiemadiinadegua­sostenere allo stesso tempo tezza della stragrande maggio­equilibri di bilancio e contiin or- ranza delle multiutily. A parte le dine e poi fornire pure servizi di quattro grandi (lren, A2A, H era, qualità ed efficienti. Di certo, Acea), le altre sono piccole e pie­non con la riduzione di risorse ne di debiti. Occorre riorganiz­degli ultimi tempi. Che ha colpi- zarleeaccorparleepoifareicon­to anche e soprattutto il traspor- ti coni grandi playerstranieriche to pubblico locale, come si vede già sono sul mercato italiano>>. a Genova. Ricordo che veniamo Solo di costi di funzionamen-da dodici anni di tagli>>. to, i Comuni spendono 2,5 mi-

Nonritienedunquesbagliata liardi l'anno per le 80 mila pol­lasceltadelsindacoDoriadipri- trone delle municipalizzate. È vatizzare? ipotizzabile risparmiare qual-

«Al contrario, ritengo un erro- cosa? re rigettare la sua proposta. Sono «Gli amministratori e i Cdaso­sincero: è sbagliato pensare che no previsti dal Codice civile. Ma l'imprenditore danneggi i citta- certo,occorremetteremanoan­dini solo perché è un privato. È chealnumerodeicomponentie una lettura ideologica. Già Fi- agli emolumenti. E prevedere renze e Perugia, e molte altre gettoni più bassi. Ma basta ripe­città, hanno privatizzato i tra- tere che siamo centri parassitari sporti. Mentre Torino ha in cor- di spesa. La spesa dei Comuni so il bando per il49o/o. Oltre a italianièappenail7,6o/odiquella quelloperillOOo/osuiparcheggi>>. pubblica totale, il debito solo il

I lavoratori temono però per 2,5%. Il problema dunque è lo il loro posto. E i cittadini il lievi- Stato non i Comuni, i ministeri tare delle tariffe. h 1. d . I .

l d. d t" · t t 1 . c e non tag 1ano aannt. sacn-

« tpen en 1 si u e ano eVI- fi · · · taòdo il fallimento delle aziende. CI non possono.e~sere ~cancati Un'az

1•· nd h 1 d b" sempre e solo SUI smdaci>> . . e aceaccumuaet- SII . I il ti tt · h" "Il E . u aquestione mu, gover-

me e a nsc 10 1 avaro. pm no sembra orientato a rimbor-basta mettere una clausola so- · c · l' "al · . d" . . sare w omum ammontare CI e nei COI_tfat

1f. 1 sefV!zi.o per dell'impostasullabasedelleali-

ml. anE tenere! IV~ Iolccupal~~oalnal- quote 2012. Ma 600 sindaci le 1. per garantire a qu 1ta e h "à t t ull .

·e& fi dal c anno gi aumen a es a pn-tanue ssate omune. La ma c I 50.0 n· . b

, d" · ffr . . asa. m 1om non co-onta 1quantos10 ea1tonne- rt" d" il d pe 1, Ice governo, avrete

si, ai genovesi, ai romani non di- recuperali voi. Facendo pagare pende dalla proprietà, pubblica di nuovo l'Imu. Cosa ne pensa? oprivata,madalcontrattodiser- <<Non siamo d'accordo. Il go­vizio. Se vogliamo servizi effi-vemofailfurbo.Hapromessodi denti, a costi per i Comuni eta-rimborsare tutta l'Imu e ora non riffeperi cittadini sostenibili, oc- rimborsa. Inaccettabile. Anche corresuperareiltabùdelpubbli-Perché non ha mai detto che co e aprire questi settori ai priva-avrebbe coperto solo in base alle

©RIPRODUZIONE RISERVATA

·"-1 dipendenti si difendono evitando il fallimento delle aziende e mettendo una clausola per garantirli

·~

Piero Fassino

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Data 25-11-2013 Pagina 33 Foglio 1

La scure Inps sui professionisti senza albo DAUNAPARTEC'È L'INCUDINE DELLA CRISI, CHE STA FALCIANDO I FATTURATI. DALL'ALTRA C'È IL MARTELLO DEI SAlASSI PREVIDENZIALI DA VERSARE ALLA GESTIONE SEPARATA. OGGI SONO AL 27,7% MA CRESCERANNO FINO AL33%NEL2018 Andrea Rustichelli

D a una parte c'è l'incudine della crisi, che stafalcian­

do i fatturati. Dall'altra c'è il martello dei salassi previden­ziali da versare alla gestione se­paratadell'Jnps: oggi arrivano ai 27,7%, ma dai prossimo anno, secondo la legge 92/2012 (la fa­migerata "legge Fornero"), do­vrebbero aumentare in vista del progressivo traguardo finale del 33%, previsto per il2018.

La rivolta contro la crescente pressione previdenziale sta compattando l'eterogeneo po­polo delle partite I va senza albo: quell'universo bipolare, sempre più convergente, di professioni­sti e lavoratori parasubordinati iscritti alla gestione separata dell'Inps, che procedono in stretto regime contributivo. Tanto che una serie di associa-

zioni di categoria, tra cui Acta, sta promuovendo unafortunata petizione online per lo stop ai­l'incremento dell'aliquota.

A dare un quadro puntualissi­mo sullo stato critico in cui versa il lavoro autonomo in Italia, in particolare quello delle profes­sioni senza albo, sono i dati Inps 2012 in un rapporto, a cura del­l'Associazione 20 maggio, appe­na presentato alla Camera. Lo scenario, elaborato da Patrizio Di Nicola dell'università "Sa­pienza", mostra una vistosa ca­duta occupazionale in tutto il comparto dei profili "atipici": in particolare i contratti a progetto subiscono un taglio di 45 mila unità, in un anno. <<Ma il segno meno, per la prima volta, grava nel2012 anche sulle partite I va:-21.446 rispetto ai 2011. E queste riducono fortemente anche il loro reddito lordo rispetto ai­l'anno precedente, che passa dai quasi 19milaeurodel20ll ai 15.5_00 del20 12>>, spiegaDiNico­la.«Edanotarecome,perlepar­tite Iva, 1.000 euro lordi corri­spondano, ai netto di previden­za e fisco, a circa 540 euro che re­stano 'in tasca ai lavoratore>>.

La politica sembra ora scuo­tersi dai disinteresse che per an­ni è gravato sul lavoro autono­mo, non incardinato nei con­tratti collettivi e quindi meno controllabile. In queste settima­nesonoarrivatigliendorsement da parte di vari esponenti di go­verno (il primo è stato Fassina) e parlamento (in prima fila il pre­sidente della commissione La­voro della Camera, Cesare Da­miano). E c'è ottimismo quanto a un possibile blocco dell'incre­mento dell'aliquota, da inserire nella legge di stabilità.

Da notare come i professioni­sti iscritti ad albi versino alle lo­ro casse di categoria aliquote medie di circa il 14%, mentre i commercianti e gli artigiani stanno attorno ai 21-24%. Que­sto "spread" contributivo ai danni degli iscritti all'Inps è in­fiammato da un fondatissimo sospetto, che a dire il vero ri­guarda un po' tutti gli autonomi, anchequel!iconcassaalternati­va: oggi il danno dei salassi e do­mani la beffa realistica di pen­sionimiserrime o inesistenti per unaoduegenerazionidilavora­tori che smetteranno dilavo rare

nei prossimi aecenm. Secondo i dati Inps elaborati

da Di Nicola, gli aumenti dell'a­liquota Inps e la legislazione confusa sono oltretutto contro­producenti anche dai punto di vista del gettito contributivo: fra le partite I va, infatti, questo è di­minuito dioltreil20%, passando da 1.260.338.349 euro nel20 11 a 1.000.164.606 euro lo scorso an­no. «Aumentare le aliquote - af­ferma Di Nicola - non paga, in questo modo si spingono le per­sone verso l'economia grigia>>.

E se l'obbiettivo nell'imme­diato è ottenere il blocco del­l'impennata contributiva, da più parti si chiede comunque una rivisitazione complessiva dell'impianto fiscale e previ­denziale per gli autonomi. «Chiediamo equità contributiva e semplificazione burocratica>>, afferma il presidente di Confas­sociazioni, Angelo Deiana. «Obiettivi che potrebbero esse­re raggiunti con azioni di defi­scalizzazione degli investimenti immateriali, possibilità di scelta tra diverse opzioni di contribu­zione, applicazione di aliquote e acconti sulla base del reddito dell'ultimo triennio>>.

SEMPRE MENO POSTI DI LAVORO ----------------------------------------------------?:.~! _________ --~~------------~~-----------?:~~!! __________ .~!~------------~~-~~------

" GONTRAITt A PROGETIO

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726.886

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263.572 281.259 259..813

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LA RIVOLTA La protesta contro i rincari contributivi decisi dallo Stato ha ricompattato l'eterogeneo popolo delle partite lva e dei cosiddetti parasubordinati che non hanno di solito una visione comune

fun!P. Ouer~a!mKl !Il! l3VmJ·Oalwratiooe Prol Pat1i1w Di Nicnla Wnive1sftà la Sapienza) su dali teEtiooe Separ~ta INPS

IL CALO DEGLI OCCUPATI Variazione 2012 su 2011

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LA STAMPA Pagina 9 Foglio 1 /2

Anche il sindaco M5S vuole privatizzare

Grillo protesta, eppure Pizzarotti fa come Doria GIL:SEI'PE SALVAGGICLO

Genova, l'altro giorno, Beppe Grillo ha parte­cipato alla manifesta­zione contro il piano del Comune che apriva la

strada a una parziale privatizzazio­ne dell'azienda dei trasporti. Ha in­citato i tranvieri alla «lotta all'ulti­mo sangue» perché «qui si stanno svendendo tutto» ma si può lanciare «una battaglia comune, epocale da estendere a tutta l'Italia» perché «i trasporti sono un bene pubblico e nessuno deve arrogarsi il diritto di venderli ai privati». Ma Parma, uni­co capoluogo amministrato dal Mo­vimento 5 Stèlle, il sindaco Pizza­rotti, .d'accordo col Pd, vende una quota dell'azienda di trasporto pub­blico e affida la gestione ai privati..

L'azienda di Parma si chiama Tep (Tranvie elettriche parmensi) e gli azionisti, alla pari, sono Provincia (a guida Pd) e Comune (M5S). A diffe­renza della genovese Amt, la Tep non è un carrozzone indebitato, ma una società sana e ricca. Dal 2001 chiude i bilanci in equilibrio, nono­stante i tagli dei contributi pubblici, e sostiene il rinnovo ecologico del parco bus con l'autofinanziamento, caso raro nel panorama nazionale. Il bilancio 2012, il primo approvato co­me azionista dal Comune à guida M5S, si è chiuso con un utile record di 330 mila euro.

Nonostante questo, Pizzarotti

conferma la strategia di Pd e Pdl. Nomina un nuovo presidente, Mirko Rubini, che insediandosi prende l'impegno di «completare senza traumi il percorso di vendita e pri­vatizzaZ'ione». E fa approvare dal Consiglio comunale l'affidamento ai privati della gestione deL trasposto pubblico, con una gara (la seconda, visto che il primo tentativo nel 2011 era fallito) per vendere a un privato il49 per cento del capitale della Tep alla cifra di 8 milioni di euro, Per al­lettare gli investitori, al privato vie-ne garantita, sia pure da una posizio­ne societaria di minoranza, la nomina dell'amministratore delegato.

Nel programma elettorale di Piz­zarotti, a questa soluzione non si fa cenno. In Consiglio comunale, il Pd chiede di valutare l'altra opzione, quella classica della gestione «in hou­se», ovvero la conservazione di una società di gestione interamente pub­blica. Ma la giunta risponde che, per quanto prevista dalla legge, è di fatto impraticabile. «Ci sarebbe piaciuta -spiega l'assessore alla Mobilità Ga­briele Folli - ma una società pubblica entra nei vincoli del patto di stabilità, quindi crea più problemi di quanti ne risolva. In principio sono d'accordo con Grillo a non vendere, ma per farlo bisogna cambiare le leggi nazionali».

I sindacati parmensi contestano Pizzarotti con argomenti analoghi a quelli ascoltati negli ultimi giorni a Genova contro Doria: rischio svendi­ta, servizio peggiore, timori occupa-

zionali. E quando anche la seconda gara va deserta, parlano di «buco nel­l'acqua» per le centinaia di migliaia di euro sprecate per advisor «lauta­mente retribuiti». Nicola Dall'Olio, capogruppo in Consiglio comunale del Pd favorevole all'affidamento ai privati, ne fa una questione politica «per' il doppiopesismo del M5S: a Ge­nova fa barricate contro. l'ipotesi di privatizzare un'azienda fallimentare, a Parma privatizza un'azienda flori­da. Mi aspetto che Grillo venga a Par­ma a manifestare contro Pizzarotti».

Il contratto di servizio con la Tep, già prorogato tra una gara e l'altra, scade a dicembre. Provincia e Comu­ne hanno poco tempo per prorogare la proroga e cercare una nuova solu­zione. Una terza gara richiede un an­no e non è priva di incognite: ha senso spendere altri soldi per un bando che probabilmente andrà deserto?

I privati non investono in un qua­dro incerto di finanzà pubblica. Come spiega Marco Ponti, economista del Politecnico di Milano, «i biglietti co­prono il 30% del costo del trasporto pubblico, il resto si paga con sussidi pubblici. Le tariffe sono le più basse d'Europa, gli stipendi i più alti. Il tranviere di un'azienda pubblica gua­dagna il 50% più di un colleg;;~ in una privata. Gare di questo tipo sono una follia, non a caso gli anglosassoni nori fanno mai società miste, perché può finire in due modi: o il privato capisce che la gestione resta politico-cliente­lare e scappa, come accaduto a Geno­va; oppure corrompe il socio pubblico e s'impossessa dell'azienda».

È una battaglia epocale da estendere a tutta Italia, nessuno può arrogarsi il diritto di vendere ai privati

Ci sia m o mossi affinché un privato potesse affi a n ca rsi alla società per un determinato periodo

Fa utili per 3.30 mila euro ma Provincia e Comune

cercano un partner di gestione Beppe Grillo Leader MSS venerdì a Genova

Federico Pizzarotti Sindaco di Parma, MSS 25 settembre

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LA STAMPA Pagina 27 Foglio 1

IMMIGRATI E GIOVANI PRECARI LA SALVEZZA DEI CONTI INPS

WAI;nm PASSERINI

S ono i giovani precari e gli immigrati a salvare in corner i conti dell'lnps. La­sciando ai die~rologi. le ragioni c~e hanno spinto il presidente Antomo Mastrapasqua a dare l'allarme sui

conti del nostro maggior ente pensionistico da­vanti alla Commissione bicamerale per il Con­trollo degli enti previdenziali, quelle frasi, forse incaute e subito rimangiate nel giro di poche ore, hanno permesso di scoprire il ve!~ che av­volge il nostro istituto di previdenza. Diventato da poco Super-Inps, infatti, si scopre subito il bubbone dell'Inpdap (pubblici dipendenti), il cui assorbimento ha portato in dote all'istituto 7,1 miliardi di deficit e 17,4 miliardi di disavanzo, portando il patrimonio da 41,2' a 21,8 miliardi, contribuendo a far chiudere il bilancio Inps con un rosso di 10 miliardi, ma si svelano altre stortu­re del nostro sistema previdenziale. L'Inps è stato usato spesso come Croce Rossa e ambulanza per troppe patologie. Già il gioco si era fatto duro per i suoi conti, quando una decina di anni fa a conflui­re nell'istituto fu l'lnpdai, l'ente pensionistico dei dirigenti industriali che versava in profondo ros­so, regalandò allo Stato un debito di 3,6 miliardi e appesantendolo di 90 mila pensionati pagati da 83 mila dirigenti attivi. Ma oggi, nonostante la so­stenibilità patrimoniale sempre garantita dallo Stato, si aprono nuove voragini e insostenibili ini-

quità. n paradosso indecente è che sono proprio due tra le categorie più bistrattate e penalizzate a reggere il rosso dell'Inps: i giovani precari e gli im­migrati. Senza di loro la voragine sarebbe mo­struosa. Collaboratori a progetto, partite Iva e iscritti alla gestione separata dell'Inps versano ogni anno oltre sette miliardi di contributi e non ritirano quasi nulla in pensioni (vista anche la bassa età media dei contribuenti); gli immigrati, che sono 2,7 milioni di contribuenti regolari, ver­sano 7,5 miliardi in contributi e non ritirano spes­so alcunché, perché mancano gli accordi bilatera­li tra l'Italia e i loro paesi di origine. Pochissime sono le leggi di reciprocità, ha dichiarato qualche giorno fa il presidente dell'Inps, ricordando il caso emblematico ed eclatante, vista la drammaticità dei disastri che ha appena subito, delle Filippine, che è in attesa da quasi 20 anni. E' vero che a ren­dere pesante la situazione concorrono fattori eco­nomici di fondo é'non di gestione. n rapporto tra lavoratori attivi e pensionati sta avvicinandosi pe­ricolosamente all'uno a uno. Per questo solo la ri­presa e la crescita potrebbero fare entrare nuovi lavoratori e nuovi contribuenti. Ma anche a livello di gestione molte cose si possono fare. Per esem­pio, ed è un fattore di civiltà, dare avvio su tutta la platea di lavoratori attivi alla spedizione della or­mai famosa busta arancione, chiamata così per il suo colore usato da tempo nei Paesi scandinavi. Uno strumento che dovrebbe offrire a ogni perso­na l'estratto conto dei contributi versati e la simu­lazione sull'ammontare della futura pensione. Un diritto all'informazione tempestiva e trasparente, continuamente promesso e mai realizzato.

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DURA LEZIONE l giudizi dei cacciatori di teste

Prolissi, provinciali, fumosi Italiani bocciati in curriculum I ragazzi non sanno presentare all'estero in maniera q[icace i loro corsi di studio E così vanno subito in fumo i posti di lavoro. Ecco gli errori che li «condannano»

di Enza Cusmai iamo un popolo di poeti,

. creativi, amanti della fan­tasiamanonmettetecida-

ventura. In particolare, in Inghilterra,

Olanda e Germania, quando un selezionatore riceve un cv da parte di italiani, arriccia il naso.

vanti a un computer per scrive- Carlo Boldet-re un curriculum. Qui diventia- ti, meccanico mounverodisastro.Sicuramen- in Formula 1 te ci saranno delle eccezioni, ma è quello che pensano di noi alcuni «recrui-ter» (i selezio-natoridelper-sonale) stra-nieri che si so-no confidati sulsitoLinkie-sta.it. A loro piovono sulla scrivania fogli con descrizio-ni sterminate, incomprensi-bilieleuniver-sitàincuihan-no studiato i nostri conna-zionali, per quanto vali-de, risultano sconosciute o poco note. Le votazioni, inoltre, non corrispondono a quelleutilizzatenelPaese desti­natario. E anche il nostro ambi­totermine «doctor» è infelice: ol­tre confine il significato del ter­mine è molto diverso. Morale: chi esamina le candidature di italianispessononriesceacapi­re chi si trova davanti e se il profi­lo corrisponde alle necessità in­dicate dall'azienda. Così diven­tano diffidentieperevitarelun­gaggini, cestinano. Fine dell'a v-

ha visionato moltissime candidature di connazio­nali alla ricer­cadi un impie­go a Londra e critica i nostri giovani per­ché «sembra chenonfaccia­noalcunosfor­zo per metter­si nei panni di un inglese che non conosce il sistema del nostro Pae­se». Per es e m-pio,illlOside-ve tradurre con un «first» e nes­suno lo sa. Poi gli italiani inseri­scono dati come sesso, data di nascita, che per gli inglesi sono addirittura elementi da censu­rare, perché discriminatori. In Olanda, invece, i recruiter non conoscono molto le università italiane e il loro interesse viene suscitato solo da Bologna, ma più per ragioni di marketing -la più antica università europea, Bocconi per l'area finanziaria e il Politecnico di Milano e Torino per lo sviluppo. Mentre in Ger­mania, Lisa Kallenberg, la re­sponsabile delle risorse umane

di Trivago, motore di ricerca che compara i prezzi degli ho­tel, spiega che «arrivano cv se n­za lettera di presentazione o fo­to del candidato. E quelli che ci pensano, scattano istantanee privediognicontestoprofessio­nale».

C'è di peggio. Cison o cv scritti solo in italiano. «Non sempre si rivela una scelta utile perché, per usi interni, abbiamo biso­gno che siano in inglese», osser­vailcapo del dipartimento in to­no decisamente ironico.

Ma non bisogna scoraggiarsi e d'ora in poi è meglio seguire qualche dritta per suscitare at­tenzioneadistanzaeottenereal­meno un colloquio oltralpe. Su Internet i suggerimenti non mancano. L'Università di Pavia offre addirittura la tipologiagiu­sta per ogni paese europeo con tanto di esempio da seguire. A prova di deficiente.

InStudenti.italtreraccoman­dazioni sensate come scrivere il cvnellalinguadeglieventualifu­turi datori di lavoro e tradurre anche tutti i titoli di studio elevo­tazioni. Bisogna evitare errori, sviste e refusi e una rilettura di madrelingua non guasta. Fon­damentale inoltre è la lettera motivazionale scritta in manie­ra concisa. Bastano tre frasi ma efficaci e questo aumenta l'at­tenzione del selezionatore del lO%. In tutto curriculum vitae non deve superare due pagine, bandita anche una riga di più. Diversamente si rischia di esse­re cestinati all'istante. Se non è richiesto, va pure evitato il for-

mato europeo. Megliolatipologiacronologi­

ca . Attenzione quando ci si rivol­

geadunamul-tinazionale: uncvvienese-lezionato in 30 secondi, per cui è im-portante fare colpo, e subi-to. Occhio an-che ai perico-losi refusi: un cv su due vie-ne scartato al primo colpo per questo, quindi convie-ne controllare duevoltespel-lingegramma-tica. Ovvia-mente la can-didatura deve essere coeren-te con la posi-zione propo-sta. E quelle poco differen-ziate sono au­tolesionisteperchéilcandidato non avrà dimostrato attenzione all'azienda e a cosa essa cerca­va. In generale, comunque, bi­sogna sempre essere positivi ed esaltare le capacità migliori. So­no bandite le menzogne e peg­gioancorailuoghicomuni.Fra­si tipo: «Sono versatile e socializ­zo in fretta», sono il modo mi­gliore per trasformare un'idea­le brillante carriera in una palla di carta nel cestino della diffe­renziata.

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il Giornale

Sul sito Linkiesta.it le lamentele di chi seleziona il personale

CESTINATI Chi esamina

le candidature di italiani

spesso non riesce a capire

chi si trova davanti e se il

profilo corrisponda dawero alle

necessità indicate

dall'azienda. Così i

selezionatori diventano

diffide n ti e per evitare perdite di

tempo, cestinano

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runità Data 25-11-2013 Pagina 7 Foglio 1

Pensioni, salgono prelievo di solidarietà e rivalutazione

LAURA MATTEUCCI MILANO

U n prelievo di solidarietà sulle pensioni d'oro più esteso, che dovrà servire ad ampliare la

possibilità di rivalutare quelle più bas­se. L'emendamento alla legge di Stabi­lità, depositato l'altra sera dai due rela­tori Antonio D'Alì (N dc) e Giorgio San­tini (Pd), dovrebbe gettare acqua sul fuoco della polemica innescata alla pre­sentazione della manovra, per l'esclu­sione dalla piena indicizzazione degli assegni previdenziale a partire da quel­li pari a quattro volte il minimo Inps (o w ero assegni da 1924 euro lordi men­sili). Che ora, invece, verranno ricom­presi nella rivalutazione allOO% per i prossimi tre anni.

LA PLATEA L'emendamento tende infatti ad awici­nare le due platee: il prelievo del 5% scatterà a partire dagli assegni pari a 14 volte il minimo (6.740 euro lordi mensili, circa 90mila euro lordi all'an­no), e non più dai 150mila euro, il che significa che saranno coinvolte circa 37mila pensioni (su 23,4 milioni), dalle circa 3.600 previste in origine. n prelie­vo, che rimarrà a!S% fino alle pensioni

pari a 20 volte il minimo (9.620 euro al mese) poi aumenterà in proporzione all'assegno: salirà allO% per quelli tra le venti e le trenta volte il minimo (fino a 13.949 euro), per arrivare al15% nel caso di assegni che superano questa so­glia. Lo schema originario prevedeva un contributo del 5% per i trattamenti previdenziali sopra la soglia dei 150mi­la euro lordi l'anno, come si è detto, del lO% per quelli che oltrepassano la so­glia dei 200mila e del15% per gli asse­gni dai 250mila euro in su. Adesso, sa­ranno oltre 34mila in più rispetto apri­ma gli assegni sui quali si dovrebbe ope­rare il prelievo. La platea delle pensio­ni d'oro toccate dall'operazione, insom­ma, sale di parecchio rispetto allo sche­ma iniziale. E le somme prelevate ver­ranno acquisite dalle competenti ge­stioni previdenziali obbligatorie, an­che con l'obiettivo di concorrere al fi­nanziamento degli interventi a favore degli esodati.

Ma non solo. L'altra faccia della me­daglia di questo modesto prelievo sarà un miglioramento della situazione de­gli assegni più bassi. La stesura iniziale del di prevedeva che la rivalutazione piena dei trattamenti pensionistici (al 100% dell'inflazione calcolata sul'indi­ce Ipca) insistesse solo sugli assegni fi­no a tre volte il minimo (1.443 euro), poi venisse limitata al 90% per quelli fino a quatto volte il minimo (1.924 eu­ro), scendesse al 75% per quelli fino a cinque volte il minimo e al 50% - ulti­mo step -per quelli di importo superio­re ai 2.405 euro. Con l'emendamento depositato, in sostanza, si sale di un gra­dino già dal2014. E, a conti fatti, saran­no circa 20 milioni i pensionati che be­neficeranno della rivalutazione al

100%. Il parlamentare Pd Cesare Damia­

no, che della questione pensioni ha fat­to uno dei suoi cavalli di battaglia, con­sidera l'emendamento <<un passo avan­ti, anche se non ancora sufficiente». Per chiarire, la parte che riguarda l'estensione del contributo di solidarie­tà de!S% lo trova d'accordo: <<È impor­tante fissare l'asticella a 90mila euro­dice - Almeno rifuggiamo dai tentativi di chi pensa che il contributo lo debba­no dare non solo le pensioni d'oro, ma anche quelle d'argento, e magari pure quelle di bronzo». Tra le varie propo­ste, infatti, c'era anche quella di esten­dere ulteriormente il prelievo, fino agli assegni di circa 77mila euro. Quanto al­la questione indicizzazione, <<io ritengo - prosegue Damiano - che si dovrebbe ripristinare il meccanismo per fasce de­finito dalla Finanziaria 2012, che garan­tiva la rivalutazione fino a 6 volte il mi­nimo e a tutti perlomeno l'indicizzazio­ne di base». Poi aggiunge: <<Comunque, rimane aperto e tutto da chiarire il pro­blema dei problemi, quello degli esoda­ti>>.

I trattamenti d'oro interessati saranno 37tnila, su un totale di 23,4 milioni

Damiano: «Un passo avanti, ma il problema degliesodatiresta ancora aperto»

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STABILITÀ

Sconti fiscali ai redditi bassi Sì a proposta Pd Passa in commissione Bilancio del Senato l'emendamento presentato dalla pd Rita Ghedini che riscrive le norme sul cuneo fiscale. I benefici sono concentrati sui redditi più bas­si e arrivano a 225 euro l'anno. Ancora da scrivere invece la norma­tiva sulla service tax che dal prossi­mo anno sostituirà l'Imu e la Tares.

APAG.

Stabilità: sconti Irpef fino a 225 euro l'anno sui redditi più bassi

La commissione Bilancio approva la proposta P d sul cuneo fiscale Ma FI inizia la guerriglia parlamentare in vista del voto su Berlusconi e si astiene • Letta: «La legge sarà equilibrata»

B. DI G. ROMA

La commissione Bilancio del Senato, dove si esamina la legge di Stabilità, di­venta un Vietnam per il governo. In vi­sta del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi, fissato per mercoledì, i se­natori di FI hanno deciso di astenersi, che in Senato equivale a voto contra­rio. La battaglia sulla politica economi­ca si concentra sulla casa, materia su cui il governo si è riservato di apporta­re modifiche e riformulazioni a emen­damenti già depositati, con l'intenzio­ne di trovare l'intesa più larga possibile all'interno della maggioranza. Che a questo punto vuoi dire Pd, Se e N cd: FI comincia già a chiamarsi fuori.

Ma Enrico Letta si sente forte, dopo il voto del due ottobre e soprattutto do­po lo strappo di Alfano. <<Berlusconi non è un pericolo - ha ripetuto parlan­do a Berlino- oggi, dopo le divisioni del centrodestra sono più forte». Il pre­mier sa che sulla Stabilità si giocherà gran parte della sua credibilità. Per questo non si fa prendere dal fuoco di fila dei berlusconiani do c contro gli au­menti fiscali. <<l conti si faranno alla fi-

ne e ci si accorgerà che la legge sarà equilibrata», replica. Il fronte delle tas­se resta comunque molto caldo. Letta sa che a cavalcare lo scontento dei citta­dini colpiti dai nuovi rincari ci si è mes­so anche Beppe Grillo, con tutto il suo carico di antieuropeismo. Ecco perché ha cercato di spiegare in Europa, e in Germania in particolare, che troppo ri­gore senza crescita farà crescere gli eu­roscettici, e sarà un problema per tutti. E lo sarà anche in Italia. Dunque biso­gna continuare <<Con i conti in ordine per essere credibili» e spending review e dismissioni sono state ben accette a Bruxelles perché <<dimostrano che noi il debito lo vogliamo far scendere».

Tornando alla Stabilità, bisognerà aspettare ancora la giornata di oggi, per conoscere la formulazione finale della seroice tax. Il calendario dei lavori non è cambiato: il prowedimento è at­teso in aula domani, e molto probabil­mente dopodomani si chiederà il voto di fiducia sul testo che sarà varato dalla commissione. In questo modo si rispet­terà anche la scadenza del27, fissata in quel giorno proprio perché doveva se­guire l'approvazione della legge di bi­lancio.

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24-11-2013 6/7 1 /2

Verso tuta nuova fonnulazione del testo sugli stadi che esclude nuove costruzioni

La nuova Service tax attesa per oggi: manca ancora l'intesa nella maggioranza

Se sulla casa bisogna aspettare, c'è il via libera sulla nuova norma sul cuneo fiscale. La commissione ha approvato la proposta della senatrice del Pd Rita Ghedini, che favorisce i redditi più bas­si con vantaggi in busta paga fino a 225 euro annui. Il taglio del cuneo viene ri­modulato restringendo la platea tra gli Smila e i 35mila euro di reddito annuo, con la concentrazione dei benefici sui redditi più bassi. In particolare la misu­ra favorirà quelli tra i l5mila e i l8mila euro. <<Siamo molto soddisfatti perché siamo riusciti a fare un primo passo per concentrare degli sconti fiscali per le fasce più deboli - ha commentato Ghedini dopo il voto -Per il momento non è stato possibile trovare il modo per darli in un'unica rata, quindi la de­tassazione sarà mensile».

Si va verso un'intesa anche sulla que­stione stadi, che negli ultimi giorni ha provocato parecchie polemiche. <<Sta maturando un'intesa sugli stadi senza l'edilizia abitativa, né vicina né lonta­na. Ci saranno solo servizi commerciali in un unico intervento. La priorità è di recuperare quelli esistenti», spiega il sottosegretario alla presidenza del con­siglio Giovanni Legnini.

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runità Tralenovitàintrodottedall'emenda- dal 2017. La norma si sommerebbe a

mento del governo, c'è una misura se- quella prevista nel decreto Imu che au­condo cui se i manager di società parte- menta l'accise dal 2015, nel caso in cui cip ate dai Comuni avranno due bilanci non dovesse arrivare il maggior gettito in perdita consecutivi potranno essere dalla rivalutazione delle quote Bankita­licenziati. Sempre il governo propone lia nel capitale delle banche. Legnini di far slittare di un anno (da inizio 2014 ha sottolineato che l'aumento presente a inizio 2015) l'aumento del prelievo fi- nella bozza di decreto costituisce solo scale sulle sigarette. Lo slittamento di una clausola di salvaguardia <<peraltro un anno comporterà oneri pari a 50 mi- differita di due anni- ha detto- C'è tut­lioni di euro per il 2014. Nello stesso to il tempo per evitarne l'applicazio­pacchetto di proposte anche quella ne». Sta di fatto che finora tutte le clau­dell'aumento delle accise sulla benzina sole di salvaguardia sono scattate auto-. . . ~ .

Data 24-11-2013 Pagina 6/7 Foglio 2/2

matJcamente: SI pensi solo m npetuti aumenti dell'Iva. Tra le altre proposte dell'esecutivo, anche la possibilità di ac­cedere alla mediazione tributaria an­che per le somme dovute al fisco per i contributi previdenziali e assistenziali non pagati senza pagare sanzioni o in­teressi sui contributi stessi. I relatori invece hanno depositato la proposta che riduce l'aliquota contributiva dovu­ta dai datori di lavoro del commercio e assimilati per le indennità economiche di malattia, che scende dal 2,44% al 2,40%.

Stabilità: sconti Irpef fino a 225 euro l'anno sui redditi più bassi

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runità Data 24-11-2013 Pagina 7 Foglio 1

Il 90% delle tredicesime finirà in tasse, rate e mutui LUIGINA VENTURELLI MILANO

Nell'ennesimo Natale di crisi che gli ita­liani si preparano a trascorrere, si può ben dire che le tredicesime che arrive­ranno tra poche settimane sono in real­tà già state spese. Altro che attesa ed emozione per le festività di dicembre da onorare con tanto di regali sotto l'al­bero: solo un decimo della mensilità ag­giuntiva sarà destinato agli acquisti. <<Una miseria», hanno commentato le associazioni dei consumatori, che non sarà sufficiente a rawivare i consumi né a risollevare la magra stagione dei commercianti.

Secondo Federconsumatori e Adu­sbef, infatti, il 90,9% delle tredicesime che tra poche settimane saranno reca­pitate a lavoratori e pensionati sarà usato per coprire spese fisse come tas­se, bollette, mutui e tariffe varie. Proba­bilmente da mesi, causa necessaria pia­nificazione di ogni spesa extra, molti italiani si sono messi l'animo in pace sullo shopping natalizio per far torna­re i conti di casa. Tanto più che quest'anno, per la seconda volta di fila, l'ammontare complessivo delle tredice­sime sarà più basso dell'anno preceden­te con una contrazione che per il 2013 sarà dello 0,9% per un totale di 34,2

miliardi di euro. Vale a dire, 300 milio­ni in meno del 2012.

Nel dettaglio: bollette, utenze, ratei e prestiti vari bruceranno un valore di 12,4 miliardi, pari al 36,3% del totale, la Re auto assorbirà altri 5,9 miliardi, owero il17,3%, mentre 4,9 miliardi ser­viranno per pagare le rate dei mutui. Ancora: 4,1 miliardi di euro (il12%) se ne andranno per pagare le tasse di au­to e moto, mentre due miliardi (il 6,4 %) spariranno per il canone Rai e 4,3 miliardi (il12,6%) serviranno per paga­re le rate dei prestiti vari contratti in passato. Così, alla fine, rimarranno nel­le tasche degli italiani solo 3,1 miliardi di euro, il9,1% del monte tredicesime, da poter spendere per fare i regali e allestire la tavola per il cenone oppure, per i più previdenti, da risparmiare per fu tre ed eventuali esigenze. <<Una mise­ria>>, appunto, <<che non servirà a rilan­ciare i consumi, nè ad alleviare le preoc­cupazioni di famiglie sempre più impo­verite>>. LA CRISI DEL COMMERCIO Non stupiscono, dunque, l'ultima ricer­ca di Confcommercio, secondo cui ol­tre il 69% degli intervistati pensa che il Natale sarà festeggiato in maniera di­messa (erano il 66,4% l'anno scorso), n è i dati diffusi da Coldiretti e Deloitte, per i quali il budget per i regali scende-

• L'ammontare complessivo diminuirà dello 0,9% rispetto al 2012 Le famiglie potranno spenderne il 9,1% pari a 3 miliardi • Allarme esercenti: oltre 60mila chiusure da inizio annc

Vetrine natalizie FOTO I''FOP-!OTO

rà a 171 euro per famiglia, in calo del 5% sul2012.

Numeri preoccupanti, che non pos­sono che tradursi negativamente sul settore del commercio e del turismo, nei quali, secondo le rilevazioni di Con­fesercenti, nei primi dieci mesi del 2013 si sono registrate oltre 60mila chiusure, per un saldo negativo tra ser­rate e nuove aperture superiore alle 22mila unità. Continua, in particolare, il tracollo della moda (abbigliamento, tessile, calzature e accessori), fino a po­chi anni fa uno dei settori trainanti del­la domanda interna nazionale, che ha fatto registrare fino a mille chiusure al mese, con 9.083 cessazioni di attività registrate dall'inizio dell'anno. Nel frat­tempo, le nuove aperture sono state so­lo 4.473, per un saldo negativo di 5.330 unità. <<L'emorragia di imprese non si ferma, anche se si evidenzia qual­che piccolo segnale di speranza>> ha commentato Confesercenti. <<Commer­cio e turismo sono schiacciati dalla cri­si dei consumi interni, che è il segno distintivo della recessione italiana che, insieme a una deregulation degli orari e dei giorni di apertura delle attività commerciali che non ha eguali in Euro­pa e che favorisce solo le grandi struttu­re, sta continuando a distruggere il no­stro capitale imprenditoriale>>.

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runità Data 23-11-2013 Pagina 2 Foglio 1

Rischio contagio, tutte le città sono in crisi

MASSIMO FRANCHI ROMA

E ra solo questione di tempo. Il <<bubbone>> trasporto pubblico lo­cale è scoppiato. E dopo Genova

è facile prevedere altre proteste lungo tutta la penisola. La situazione dramma­tica del Tpl è lo specchio fedele del ta­glio dei fondi pubblici e della desertifica­zione industriale.

Nessun altro settore industriale ha su­bito un taglio così profondo dei finanzia­menti pubblici. In tre anni si è ridotto di ben 1,4 miliardi in tre anni: dai 7, 7 del 2010 (a quel tempo era un semplice tra­sferimento) a 5,3 miliardi del2012, ripar­tito dai quasi 5 miliardi statali e dagli 1,33 miliardi delle Regioni, competenti in materia. Se le Regioni hanno tagliato i servizi ferroviari, sono i Comuni a gesti­re il servizio su strada. Secondo i dati presentati proprio giovedì al convegno

l CONTI IN ROSSO DI ATAC

Le perdite dal 2003 al 2013

dati in milioni di euro

-150 ·128 ~127

-200

-250

-300

-350

della Filt Cgil le aziende del settore in rosso a fine 2013 saranno il 50 per cen­to. E l'escalation è impressionante: era­no il 30 per cento nel 2011 e il 43 per cento nel 2012. Ci sono i buchi masto­dontici dell'Atac (ben 319 milioni nel 2010) dovuti in buona parte alla Parento­poli di Alemanno, ci sono i tantissimi ma­nager incapaci spesso provenienti dalla politica con stipendi milionari a pesare sui conti, ci sono i contratti di solidarietà o le cassa integrazioni fatte per far torna­re un minimo i conti. <<Il sistema è crolla­to e ogni sindaco se la gestisce come rie­sce>>. Ecco dunque i biglietti orari a due euro, il taglio delle corse, il mancato rim­piazzo degli bus.

C'è poi un record di cui andare poco fieri. Quello del trasporto locale è il con­tratto nazionale scaduto da più tempo: sei lunghissimi anni. Tanto che proprio giovedì il governo è finalmente corso ai ripari convocando i sindacati sia per il contratto (giovedì con il sottosegretario al Lavoro Carlo Dell'Aringa) e per af­frontare i problemi del settore al mini­stero dei Trasporti. <<Ma quello delle aziende municipali è un piccolo proble­ma rispetto all'altro bubbone che sta per scoppiare>>, spiega Sergio Vetrella, assessore ai Trasporti in Campania e

*stime

~319

Fonte: A tac

coordinatore del settore per la Conferen­za delle Regioni. <<Se le aziende munici­pali si possono privatizzare, noi Regioni abbiamo il vincolo europeo a indire le gare per i servizi su gomma e ferro. E con i tagli che stiamo subendo dovremo per forza ridurre fortemente il servizio con il rischio reale di tagliare anche la forza lavoro almeno dellO per cento: sui 120mila addetti del settore significano almeno 12mila posti di lavoro. Ed è una stima ottimistica. E in più per questi la­voratori non è previsto alcun ammortiz­zatore sociale>>, conclude amaro.

A monte di tutto c'è però la chiusura sostanziale di tutte le fabbriche che pro­ducevano autobus in Italia. Se l'Irisbus Fiatdi Valle Ufita (Avellino) è stata chiu­sa da Marchionne nell'estate del20ll e non vede ancora alcun spiraglio per ria­prire, la BredaMenarini di Bologna (pro­prietà Finmeccanica) produce con il con­tagocce. E quei pochi autobus che si rie­scono a sostituire, siamo costretti a com­prarli all'estero. Quelle dei treni non stanno messe meglio. Ansaldo Breda è l'anello debole del settore civile di Fe­dermeccanica. Proprio giovedì i sindaca­ti denunciavano il rischio di 600 esuberi nello stabilimento di Pistoia. Insomma, il burrone dei conti e il deserto della pro­duzione. E la certezza della protesta.

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Data 25-11-2013

IL SECOLO XIX Pagina 5 Foglio 1 /2

MOBILITÀ LOCALE NEL CAOS

l, SEG NAZI Sl

<<Il trasporto pubblico si salva solo I'USCI'D!O DEMAGOGII\

«A Genova sono spuntati i soliti professionisti del populisrno.

se diventa regionale» Ma hanno perso>>

Stop ai «politici trombati che diventano manager»

ILARIO LOMBARDO

ROMA. Una protesta si giudica dari,­sultati, secondo Raffaele Bonanni. E quella che ha tenuto in scacco Genova per cinque giorni si può dire riuscita perché ha raggiunto il suo obiettivo. Il segretario della Cisl riflette su cosa è successo nel capoluogo ligure ma parla dell'I taliaintera, di cosa non va piùnel­lemunicipalizzate, di quali possano es­sere le soluzioni per il trasporto pub­blico locale, e risponde al ministro Maurizio Lupi che al Secolo XIXha de­finito le privatizzazioni <<Un'opportu­nità» cui guardare «senza pregiudizi ideologici».

Le casse delle aziende del Tpl so­no vuote, e se giudichiamo dai defi­ci t di bilancio la gestione pubblica è stata fallimentare. Perché non aprire ai privati?

«La questione che si pone, dopo Ge­nova, non è questa. Ma piuttosto come non permettere più che la politica sia allo stesso tempo controllore e con­trollata. Che le municipalizzate resti­no sotto la potestà degli enti locali mi pare un fatto scontato. Inaccettabile è invece che queste aziende si governino fuori da ogni schema industriale. La politica deve fare controllo e indirizzo, mano n può anche gestire. Ecco perché serve un ripensamento della gover-

nance». Di che tipo? «lnnanzitutto trovando manager

competenti e non raffazzonati o trom­bati dalla politica. La governance può restare in mano pubblica se tiene la po­litica fuori dalla gestione diretta, e si apre anche alla partecipazione dei la­voratori chiamati a esprimere mana­ger di fiducia. Dirigenti capaci che pos­sanodaregaranziesullavoro,suiservi­zi e sui costi».

Non è anche il sistema del Tpl a essere troppo gravoso così com'è? In tempo di crisi, lo Stato taglia e le amministrazioni dicono che non ci sono più soldi.

«<nfatti ben prima di introdurre un sano modello di governance, la cosa più importante da fare è dimensionare le m unici palizzate almeno su scala re­gionale. Gioverebbe agli enti locali, alla solidità delle aziende e ai cittadini che ne trarrebbero il vantaggio di prezzi più ragionevoli. Non può esistere che ognuno si fa la sua municipalizzata al­l'interno delle proprie mura».

Un'operazione del genere non comporterebbe tagli?

«Al contrario, ci sarebbero più cer­tezze per l'occupazione. I servizi sa­rebbero estesi anche a popolazioni che ora ne sono escluse. Ci vogliono azien­de che assumano una dimensione per competere su larga scala, garantendo efficacia, equilibrio nei conti e mana­gerialità. Questo modello non per for­za ha bisogno dei privati. M unici paliz­zate a carattere regionale dove gli

stakeholder sono da una parte i rap­presentanti de gli e n ti locali, e dall'al tra i lavoratori, responsabilizzati dal co in­volgimento nel processo decisionale».

Torniamo a quello che è successo aGenova.Arrivareabloccarelacit­tà per cinque giorni e minacciare le istituzioni: non le pare una prote­sta sproporzionata rispetto alla vertenza in ballo?

«Se si arriva a un accordo che prima era stato promesso ma è sempre stato rinviato, vuol dire che è un risultato che dà ragione a chi ha fatto la lotta. Poi è chiaro che la vertenza è stata adoc­chiata dai professionisti del populismo che volevano sfruttar la per loro inte­ressi. L'esito finale li ha sbugiardati».

Sta parlando di Beppe Grillo? «Parlo di tanti. Che sia un ammoni­

mento anche per la politica e le ammi­nistrazioni: le questioni aperte non possono essere lasciate a marcire. So­no anni che noi sosteniamo che gli ap­palti nel Tpl sono troppi. Eppure fino­ra è stato così perché era una mangia­toia per molte vacche».

E il sindacato confederale, come ne esce? Le sigle autonome si sono messe alla testa delle proteste sin dall'inizio e nell'ultima assemblea c'è stata unadrammaticaspaccatu-ra nel fronte dei lavoratori.

«A me pare che il sindacato confede­rale nel suo complesso abbia, ancora una volta, dato uno sbocco alla verten­za, garantendone la soluzione, e sia stato in grado di gestire una situazione molto complessa. Questa è la nostra ri­sposta a chi tenta ogni volta di incen­diare le pulsioni an ti -sindacali».

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:IL GJ:ORNO nRastodeiCartino LA NAZIONE

Roma Nella Capitale, Atac ha chiuso il bilancio 2012 con una perdita di 157 milioni. L'azienda ha oltre 12mila dipendenti. Il biglietto per una singola corsa di autobus costa 1,50 euro

Milano L'azienda milanese Atm ha chiuso l'esercizio 2012 in attivo di 4,1 milioni !saranno 3 quest'anno). Ha poco meno di 9.300 dipendenti. Un biglietto urbano costa 1 euro e 50

Bologna Il bilancio di T per 12.450 dipendenti) nel2012 si è chiuso con un rosso di 8,9 milioni. Con l'aumento del biglietto a 1,30 euro, il Comune punta all'utile nel2014

Firenze Ataf è una delle poche aziende 'virtuose': nel 2012 ha chiuso il bilancio in attivo di 4,8 milioni. Ha 1.1 00 dipendenti. Il biglietto dell'autobus costa 1 euro e venti

-8J MILIONI DI EURO

Il disavanzo previsto nel 2014 per Amt.ll Comune si impegna a trovarne 4,3

EURO Stipendio annuo lordo del dg l contro i 22.650

di un neoassunto)

Data 24-11-2013 Pagina 5 Foglio 2/2

PER CENTO Secondo il sottosegretario ai Trasporti, D'Angelis, è la percentuale di aziende 'tecnicamente fallite' lsu un totale di 1.140)

MILIARDI DI EURO L'ammontare del Fondo unico nazionale per i trasporti locali, dopo i tagli lnel201 O era 6,4 miliardi)

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Data 24-11-2013

IL~MA.TTINO Pagina 41 Foglio 1

-La polemica

Graduatorie, il sindaco attacca Lettieri

Il sindaco Luigi de Magistris attacca Gianni Lettieri che con un esposto ha bloccatolo scorrimento delle graduatorie e l'assunzione di 230 giovani oltre a quella delle maestre e di 60 l su. «Letti eri -dice -non si è accorto che la campagna elettorale è finita. Lui non fa cose contro il sindaco ma contro la città, è contro Napoli». Un de Magistris tosto: «L'opposizione non si fa insultando, Lettieri ultimamente insulta, lo ha fatto in consiglio comunale e continua a farlo io non replico a gli insulti». Una risposta, questa all'accusa di clientelismo, giova ricordare che le graduatorie risalgono al concorso indetto alla giunta lervolino: «lo owiamente non rispondo con gli insulti perché sono un signore. Ma Lettieri ha fatto una cosa più grave in questi giorni, ha presentato un esposto infondato. Ho parlato con molti esponenti dell'opposizione che non sono d'accordo con lui». Ad ogni modo martedì il ministero dell'Interno dovrebbe decidere sull'esposto. Pronta la replica di Lettieri: «Ancora una volta de Magistris prova a cambiare la realtà: in 30 mesi non è stato capace di creare un posto di lavoro che fosseunoepurdi

non assumersi questa responsabilità, sposta l'attenzione su una mia nota che si riferisce esclusivamente alla famosa delibera del 14 di agosto, annullata, con la quale si assumevano illegittimamente e senza criteri meritocratici 27 dipendenti tra i quali il cognato dell'assessore al personale. Basta bugie»

li{);;;;; subito rimborso Imo o tasse più alte Bucodtn5nul!omdanpwnarcLasscssorcl'al!na:coslr<:lllmlchcamlurrc!sctvl21

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Fisco GARANZIE DEBOLI

Il caos acconti L'attuale incertezza su importi e tempi rilancia il tema della tutela del contribuente

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24-11-2013 6 1 /2

Niente penalità

l Tra i principi disattesi, quello dì non irrogare sanzioni in caso di incertezza legislativa

Ecco le norme che disarmano lo Statuto Dalla retroattività delle disposizioni alla scarsa chiarezza, cinque i principali blocchi di violazioni

Antonio I orio I dubbie e le perplessità di

questi ultimigiorni circa il paga­mento degli acconti (e anche dell'Imu), fanno tornare di at­tualità il concreto valore dei principi sanciti dallo Statuto del contribuente (legge 212/2ooo) che da 13 anni, con la sua emanazione, avrebbe dovu­to evitare proprio vicende co­me quella sugli acconti che, in questi giorni, si sta verificando.

In realtà, l'inosservanza dello Statuto da parte del legislatore e talvolta della stessa aniministra­zione fmanziaria, nonché lo scar­so valore attribuito a molti dei principi dalla giurisprudenza di legittimità, hanno, di fatto, svuo­tato di contenuti sostanziali la legge 212/zooo.

Così uno dei primi articoli del­lo Statuto (l'articolo 2) prevede che per assicurare l'accessibilità e la comprensibilità delle norme fiscali, le leggi e gli atti aventi for­za di legge, che non hanno un og­getto tributario, non possono con­tenere disposizioni di carattere tributario, fatte salve quelle stret­tamente inerenti all'oggetto della legge medesima. Nei fatti, invece, i casi in cui negli ultimi dieci anni sono state introdotte modifiche alla normativa fiscale- contenzio­so tributario, sanzioni, scadenze, proroghe - in atti più o meno ur­genti che trattavano tutt'altro, so­no innumerevoli

All'articolo 3 poi era stato in­trodotto il principio della effica­cia non retroattiva delle çlisposi­zioni tributarie, le quali divengo­no (dovrebbero divenire) effica­ci solo dopo la loro emanazione. Per gli adempimenti tributari le

norme diventano efficaci per i contribuenti addirittura dopo un termine minimo di 6o giorni dal­la loro entrata in vigore. L'irre­troattività delle norme tributarie avrebbe dovuto costituire princi­pio generale del nostro sistema tributario. A fronte di un dispo­sto normativo così chiaro, si veri­fica, al contrario, che ogni qual­volta vi sia una nuova norma, lo sforzo del legislatore prima, e dell'amministrazione dopo, è di affermare che si tratta di una nor­ma procedurale e non sostanzia­le cosìritenendola applicabile an­che per il passato. Dimenticando, in realtà, che anche le norme pro­cedurali in materia tributaria che impongono nuovi oneri probato­ri e nuovi obblighi di documenta­zione, di fatto, finiscono per assu­mere un carattere sostanziale (si pensi a tutte le presunzioni in te­ma di indagini bancarie, esterove­stizione, al raddoppio dei termini di decadenza).

Sulla chiarezza e motivazione degli atti, e quindi sulla loro moti­vazione, occorre invece segnala­re l'attenzione della giurispruden­za di legittimità che, in varie occa­sioni ha censurato atti impositivi poco chiari e privi di una minima motivazione. I principi che mag­giormente appaiono disapplicati e, in buona parte, svuotati di valo­re dalle interpretazioni fornite dalla giurisprudenza, attengono la tutela dell'affidamento e della buonafede (articolo 10) e le garan­zie dei contribuenti sottoposti a controllo (articolo 12). I rapporti tra contribuente e amministrazio­ne fmanziaria secondo la norma devono essere improntati al prin­cipio della collaborazione e della

buona fede. A fronte di ciò sono sempre maggiori i casi in cui gli uf­fici rendendosi conto di errori o di contestazioni del tutto infonda­te a seguito dei ricorsi dei contri­buenti, modificano gli atti imposi­tivi annullando i precedenti in au­totutela, utilizzando così tale isti­tuto, che doveva portare benefici ai contribuenti, in uno strumento per riproporre e correggere gli er­rori degli uffici.

Non dovrebbero poi essere ir­rogate sanzioni quando la viola­zione dipende da obiettive con­dizioni di incertezza sulla porta­ta e sull'ambito di applicazione della norma o quando si traduce in una mera violazione formale. Su questo punto la giurispruden­za di legittimità ha fornito inter­pretazioni molto rigorose rite­nendo raramente applicabile ta­le non sanzionabilità.

Infme le garanzie relative all'at­tività di controllo. L'ministra­zione continua in molti casi ad ignorarle: ci sono uffici che fanno accessi e non rilasciano verbali, al­tri che nel verbale indicano espressamente le garanzie dell'ar­ticolo 12 e poi, non rispettandole nel prosieguo del controllo, ripor­tano in atti che si è trattato di erro­ri ortografici nel primo verbale. La giurisprudenza di legittimità, poi, m ipotesi di violazione delle garanzie previste dalla norma (durata, motivo, oggetto del con­trollo, assistenza del difensore) ri­tiene che l'atto impositivo sia co­munque legittimo e quindi, di fa t­to, il contribuente non ha alcuno strumento difensivo da far valere pur assistendo a violazioni di nor­me di legge a proprio danno.

©RJPRODUZIONER!SERVATA

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H quadro

l' atuto sancisce l'irretroattività delle disposizioni tributarie., Per gli adempimenti tributari le norme diventano efficaci dopo un termine minimo di 60 giorni da !la loro entrata in vigore. I termini di prescrizione e di decadenza degli accertamenti tributari non

no essere de ti

Secondo l'articolo 6 gli uffici devono informare il contribuente di ogni circostanza da cui possa derivare il mancato riconoscimento di un credito o l'irrogazione di una sanzione e astenersi dal chiedere documenti o altre informazioni già in possesso del Fisco o di altri uffici

bblici.

~~

S l'artico 10 non possono essere irrogate sanzioni, né richiesti interessi se l'errore del contribuente sia stato causato dal rispetto delle indicazioni del Fisco dallo stesso modificate. H contrib.uente è anche scusato quando il comportamento che ha determinato la violazione sia stato causato da fatti conseguenti a ritardi, omissioni o errori degli uffici fiscali o da incertezza sulla portata e sull'ambito di applicazione della norma tributaria

l'articolo 12 elenca specifiche '""""7"" il contribuente sottoposto ad accessi, ispezioni e verifiche del Fisco e della Gdf. Tra tutte le regole, è imposto l'obbligo di emettere un verbale conclusivo alla chiusura delle operazioni, dalla notifica del quale devono decorrere almeno 60 giorni

obbligatoria a · de H

Data 24-11-2013 Pagina 6 Foglio 2/2

Cassazione ha rìbaditoche eme non causa la nullità deUa successiva cartella. Anche per gli aw~rtamenti è prassi che il contribuente scopra delta pretesa solo con la notmca dell'atto.

l<~mitH.,•itE> Tutte !e come spe~sq accade,

corte non 1nvatidano l'atto ufffd inoltre non applicano comunque tali

di verifica non "eseguita tramite. accesso tavolino"

primadell'avvi~o di accertame_n_tcc.o ____ l,.. ___ ~--------·---·---------~

Ecco le nonne che disanncmo lo Statuto lWL """" rndl ~"'~"'"""'~"' ""'''-''" '~"'l~ lx<~ ~2

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Il giudizio dell'Europa Il VERTICE DEI MINISTRI FINANZIARI

l Eurogruppo favorevole I partner accolgono «positivamente»

l gli impegni presi dal governo Letta

Data 23-11-2013 Pagina 2 Foglio 1 /2

Commissione prudente Per Bruxelles al netto delle privatizzazioni serve una correzione dello 0,4% del Pii

La Ue approva le misure italiane Ma Rehn resta cauto: aspettiamo i dettaglieli dismissioni e spending review BedaRomano BRUXELLES. Dal nostro corrispondente

L'Eurogruppo ha compiuto ieri una valutazione delle pagel­le della Commissione sulle fi­nanziarie del2014, «condividen­do in generale le opinioni e le analisi» dell'esecutivo comuni­tario. A proposito dell'Italia, il cui progetto di bilancio è stato criticato da Bruxelles, i ministri delle Finanze «hanno accolto positivamente» le misure pro­messe dal governo Letta per ri­durre il debito pubblico l'anno prossimo. La Commissione, pe­rò, ha messo l'accento sull'ur­genza di «risparmi strutturali permanenti».

In una conferenza stampa ie­ri dopo la riunione, il presiden­te dell'Eurogruppo J eroenDijs­selbloemha spiegato che i mini­stri delle Finanze dei cinque pa­esi - Finlandia, Lussemburgo, Malta, Spagna e Italia- ritenuti a rischio di violare gli impegni del Patto di Stabilità e di Cresci­tahanno espresso «il loro pieno impegno» a rispettare le norme europee. «Ci hanno spiegato co­me intendono far sì» perché l'andamento dei loro conti pub­blici sia <<in linea con gli obbli­ghi comunitari».

A proposito della situazione italiana, Dijsselbloem ha preci­sato che l'Eurogruppo ha rice­vuto «assicurazioni» sull' effica­cia delle misure di riduzione del debito «già nella pipeline», per usare l'espressione utilizza­ta dal ministro italiano dell'Eco­nomia Fabrizio Saccomanni, che così si è riferito alle privatiz­zazioni, alla spending review, al­larivalutazione delle quote del­le Banca d'Italia e all'operazio­ne di rientro dei capitali. Nei fa t­ti Roma ha ricevuto ieri il bene~ fido del dubbio dai suoi part­ner. Durante la stessa conferen­za stampa qui a Bruxelles, il commissario agli affari moneta­ri Olli Rehn è sembrato meno accomodante. Si è riferito all'an­nuncio del governo Letta di un piano di privatizzazioni da 10-12

miliardi di euro, sottolineando «di aspettarne con impazienza i dettagli». Lo stesso vale per la spending review. «Speriamo <;li avere risultati rapidi fin dalle prima settimane del2014 in mo­do da tenerne conto in febbraio quando prepareremo nuove previsioni economiche».

Rehn ha stimato che, al netto delle annunciate privatizzazio­ni, l'ulteriore correzione strut­turale necessaria nel 2014 per rispettare le regole sul debito sarebbe dello 0.401o del Pil. In questo senso, l'uomo politico ha messo l'accento sulla neces­sità di «risparmi strutturali per­manenti» nella spesa pubblica. Per la prima volta quest'anno la Commissione europea ha presentato giudizi ex ante sul­le finanziarie nazionali attual­mente in discussione nei vari parlamenti prima della loro ap­provazione.

Il governo italiano è stato pre­so di mira perché la Finanziaria per ilzo14 non prevede una suf­ficiente riduzione del debito pubblico, rispetto agli impegni europei. Alla Spagna invece si rimprovera di avere inserito in bilancio previsioni di crescita troppo ottimistiche, tali d'a non consentire un calo sufficiente del deficit. «La strategia» che il governo ha delineato per rag­giungere gli obiettivi di bilan­cio «complessivamente è passa­ta» fra i partner dell'Eurogrup­po, ha commentato Saccoman­ni. L'obiettivo dell'Italia è di convincere la Commissione a consentire una detrazione dal disavanzo degli investimenti pubblici. Il comu_nicato di ieri sera è stato oggetto di un acce­so negoziato questa settimana. Roma avrebbe voluto evitare di essere citata. In compenso, tutti i paesi sono stati menzionati, e nella dichiarazione fmale c'è la promessa dell'Eurogruppo di «concentrarsi su una politica di bilancio che sia rispettosa della crescita economica».

La discussione di ieri è stata un delicato esèrcizio di pressio-

ne dei pari (peer pressure ). Dijs­selbloem ha notafo che la riu­nione non era obbligatoria e che i giudizi della Commissio­ne non sono vincolanti. Eppure, ha detto il presidente dell'Euro­gruppo, la discussione tra i mini­stri è stata «Utile», «diretta e aperta». È ancora presto tutta­via per capire se i 17 si sono la­sciati alle spalle ilzoo3, quando la peer pressure non funzionò e il consesso permise a Berlino e Parigi di disattendere il Patto.

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Eurogruppo

• L'Eurogruppo è l'organo di coordinamento che riunisce i ministri dell'Economia e delle Finanze dei 17 Stati membri che hanno adottato l'euro. L'idea è di rafforzarne i poteri affinché l'unione monetaria si doti nel lungo termine di una governance economica. Il COMUNICATO Nella dichiarazione finale i governi promettono di concentrarsi su una politica di bilancio rispettosa della crescita economica

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ll Cavaliere cede allo sconforto "Mi faranno marcire in galera"

Si è convinto col tempo che il capo dello Stato abbia congiurato contro di lui "Se dichiarato incompatibile, dal giorno dopo mi salteranno addosso le Procure"

UGOMAGRI ROMA

erlusconi è nello stato d'animo disperato di chi pensa che ieri sia stata l'ultima sua domenica da uomo libero. Agli amici

rimasti fedeli (i «superstiti» come li chiama lui) confida con voce da ol­tretomba: «Mi faranno marcire in galera, e quando ciò avverrà, vi ri­corderete della mia previsione ... ». Non c'è baldanza né sfida in queste parole, semmai la sconfinata ango­scia di chi era balzato ai vertici mas­simi del potere e adesso si sente sprofondare sempre più giù. Stasera a cena riceverà Putin, in transito a Roma, e anziché dargli conforto la visita del presidente russo aggrave­rà il rimpianto del tempo che fu, la rabbia per quanto si addensa sul suo capo. Il Cavaliere (così lo raccontano quanti gli stanno vicino) non riesce a farsi una ragione della decadenza che sarà votata dopodomani al Se­nato. Più ancora della condanna per frode fiscale, considera l'espulsione dal Parlamento come uno sfregio in­sopportabile alla sua dignità. Spera ancora di rovesciare l'esito dei voto, si illude che sia possibile arrestare in extremis il conto alla rovescia grazie alle carte in parte arrivate e in parte no dagli States, di cui saremo messi a conoscenza nel pomeriggio trami­te conferenza stampa. Grazie a quei documenti Usa, che Capezzane avendoli annusati considera «clamo­rosi», Berlusconi arriva a immagina­re non solo di restare senatore, ma di essere scagionato dalla giustizia ita-

liana attraverso un ricorso che gli permetterebbe di tornare candido come un giglio e, udite udite, di ri­candidarsi lui personalmente contro Renzi alle prossime elezioni politi­che (ecco in che cosa realmente con­siste il misterioso «colpo segreto» con cui Silvio vorrebbe stendere al tappeto il sindaco di Firenze, altro che dossier o sgambetti del genere).

Ma gli slanci di ottimismo sono sempre più rari. E con il giorno del giudizio che si avvicina, prevale a pa­lazzo Graziali un senso cupo di pro­strazione. «Si sta consumando un col­po di Stato con una precisa spietata regia politica», è la sintesi del pensiero berlusconiano. La nota quirinalizia che gli ingiunge di non travalicare i li­miti della legalità è stata accolta dal Cavaliere come se la prova provata che Napolitano ha sempre congiurato contro di lui, l'ha indebolito mettendo­gli contro dapprima Fini e ora Alfano, ha permesso che i magistrati infieris­sero e adesso addirittura maramal­deggia trattandolo come un pericolo per la democrazia ... Se ieri sera avesse seguito il consiglio della Santanché, replicando personalmente al Colle, Berlusconi avrebbe forse evocato il25 aprile 2008, quando si recò a Onna per celebrare il25 aprile nei luoghi del ter­remoto. «La mia popolarità toccò vet­te mai raggiunte, e quel successo qual­cuno non me l'ha mai perdonato», è il sospetto che avvelena l'ex-premier. Pe­rò poi almeno stavolta si è cucito la bocca, lasciando che in sua difesa si scatenasse contro il Colle la solita sal­va di dichiarazioni in batteria dei pa­sdaran «falchi» e «lealisti», non tutti ineducati per la ve-rità, alcuni anzi portati contro il Presidente della Repubblica sul filo del galateo costituzionale, come se Na­politano si fosse permesso di zittire

~4COtPO SEGRETO•~

Se dovesse rimanere in sella sarebbe pronto a sfidare Renzi alle prossime elezioni politiche

PRtGIONUiRO POUTfCO

Poi confida ai suoi «Passerò alla storia

come il Mandela italiano»

una libera forza politica democratica (tesi di Gasparri) trascurando gli arti­coli 17 e 21 della Carta repubblicana (glielo rimprovera Fitto, ormai nume­ro due del partito). Oggi verrà consa­crata la scelta dell'opposizione, con il «falchissimo» Minzolini che già gongo­la: «Finite le larghe intese, il rottama­tore Renzi si troverà a braccetto con Formigoni, Giovanardi e tutti gli altri rottami della Prima Repubblica ... >>.

Ma di fare opposizione Berlusconi non muore dalla voglia. Teme di ritro­varsi ben presto in un cono d'ombra. Ciò che alla vigilia della decadenza più lo inquieta è pro-prio la distrazione collettiva, l'indiffe-renza dei più: lui che viene messo fuori gioco da un «golpe», e la vita che prose­gue come se niente fosse, senza sdegno dei media, senza furori di popolo. Ulta­lia dovrebbe insorgere in sua difesa, e invece nemmeno una convulsione poli­tica, uno scioglimento delle Camere, una crisi di governo, nulla di nulla. «Mi stanno buttando fuori della politica a tempo di record, in tre mesi fanno fuo­ri il leader del centrodestra, e tutto questo dovrebbe passare sotto silen­zio?». Nel tumulto dei sentimenti, con la rabbia che si alterna alla paura, in certi attimi il Cavaliere sembra prepa­rato ad affrontare il «plotone d'esecu­zione» con la camicia sbottonata sul petto e il grido «mirate qui». Ma subito dopo si coglie un uomo in preda alla prostrazione, se non addirittura atter­rito dal destino che lo attende: «Se mercoledì verrò dichiarato incompati­bile, dal giorno dopo mi salteranno ad­dosso le Procure in gara tra loro con l'obiettivo di chiudermi in carcere». In quel caso, è certissimo Berlusconi, «passerò alla storia come il Mandela italiano». Ma da come lo dice ben si ca­pisce che, potendo, rinuncerebbe vo­lentieri a questo onore.

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La legge di Stabilità lievita di un miliardo Pasticcio sulla seconda rata hnu: se il Comune ha aumentato l'aliquota nel2013 si pagherà la differenza

ROBERTO GIOVANNINI ROMA

In queste ore, in una sorta di «partita doppia», l'intreccio tra politica e assenza di risorse sta creando forti tensioni su due versanti:.la legge di Stabilità, e il decreto sulla seconpa rata dell'Imu. Nel primo caso i tem­pi stanno allungandosi, la ma­novra cresce come impatto di 1-1,5 miliardi, e il ricorso al voto di fiducia (con annessa uscita dalla maggioranza di Forza Ita­lia) si avvicina. Sul secondo te­ma, continuano a mancare al­l'appello le coperture finanzia­rie per soddisfare tutte le esi­genze. E si aprono due rischi: uno, che grazie all'ennesima· «clausola di salvaguardia» nei 2015 ci sia un rincaro delle acci­se sulla benzina. Due, che se il nostro Comune aveva aumen-· tato l'aliquota Imu tra 2012 e 2013, tocchi a noi versare co­munque la differenza.

Non c'era ragione pèr~hé la

legge di Stabilità di quest'anno sfuggisse alla sorte di tutte le Finanziarie. Sulle scelte econo­miche e sociali si cristallizzano prima e si inveleniscono poi i problemi politici. A maggior ra­gione quando tutti i partiti, vec­chi o nuovissimi, avrebbe tanto bisogno di fare mosse popolari.

Ma anche stavolta l'opzione del deficit e del debito (la tipica ita­lian way per prendere voti) è to­talmente preclusa dalle regole europee. Gli «ayatollah del rigo­re» contro cui ieri si è scagliato il premier Letta.

Il combinato disposto di que­sta situazione è che sulla legge di Stabilità stanno uscendo con fatica gli emendamenti dei rela­tori e del governo. La novità do­vrebbe essere un incremento di 1-1,3 miliardi che il governo met­terebbe in più sulla manovra, tagliando i contratti di leasing ma anche aumentandq qualche entrata. Con questi soldi si po­trebbe rimpolpare le risorse

Sulla seconda rata lmu rio n c'è ancora chiarezza

per alleggerire la service tax (l'idea è che si paghi meno, tra lmu e Tarsu, del 2012, con de­trazioni e un tetto per le aliquo­te che i Comuni potranno appli­care) e rendere più visibile il bo­nus fiscale (che potrebbe ri­guardare solo i redditi annui fi­no a 30.000 euro l'anno). Tra le modifiche, l'auménto del Fondo taglia tasse di 602 milioni nel bi­ennio 2014-2015. Tra i tagli, quelli imposti alle Authority, che dovranno risparmiare il 10%. Ma il cuore del provvedi­mento, vale a dire il cuneo fisca­le e le nuove imposte sulla casa non sono state ancora trattate in Commissione, benché siano state al centro di incontri tra il governo, i relatori (Giorgio San­tini del Pd e Antonio D'Alì di N cd) e la maggioranza. In notta­ta ulteriori incontri dovrebbero portare alla soluzione e a emen­damenti. Intanto Forza Italia ha polemizzato verbalmente con il governo per tutta la giornata,

mentre in commissione Bilan­cio i suoi quattro rappresentan­ti hanno qualche volta votato in maniera diversa dalla maggio­ranza, senza però giungere a

E per coprire la casa spunta l'ipotesi-benzina Aumento delle accise possibile nel2015

una rottura vera e propria. Sulla seconda rata Imu, tra le

coperture per la cancellazione, c'è l'aumento.al128% per il2013 (e all27o/~ nel2014) dell'acconto Ires per banche e assicurazioni, e dal100% al101% per le società, oltre all'aumento delle accise su carburanti a partire dal 2015. Ma dal braccio di ferro tra go­verno e Comuni potrebbero fi­nir male i contribuenti, chiama­ti a mettere di tasca lqro la diffe­renza se i sindaci hanno aumen­tato l'aliquota tra 2012 e 2013.

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Un giorno solo per votare mafmoalle23 Dal2014 arrival'election day (un giorno per tutte le

ora in più consultazioni) e il voto si svolgerà in una sola giornata,

Fino ad oggi dalle 7 alle 23. La manovra, si è votato nella sua stesura originaria,

fino alle 22, prevedeva già l'election day · m.a in 2 giorni ma la modifica allunga di

un'ora l'apertura dei seggi. L'emendamento del governo prevede anche che in caso di annullame]lto di elezioni comunali non si vada più alle urne entro tre mesi ma bisognerà aspettare la prima elezione utile.

Policlinici stanziati. 400milioni Cinquanta milioni di euro nel2014 e 350 milioni di euro

anni dal 2015 al 2024 ai policlinici degli atenei non statali. Lo

La cifra prevede un emendamento complessiva del governo alla legge di

copre gli anni stabilità che è stato finoal2024 depositato ieri sera in.

commissione al Senato. Il finanziamento, si legge nella misura, è «disposto a titolo di concorso statale per gli oneri connessi allo svolgimento della attività strumentali per i fini istituzionali».

iJ zone

Coperte: la Calabria,

Napoli e Palermo

per mnle La nuova aliquota. Prima era

all'1,5

PergliLsu

Data 23-11-2013 Pagina 3 Foglio 2/2

del Sud ci sono ilO milioni È in arrivo, anche per l'anno prossimo la conferma al sostegno per i lavoratori socialmente utili in alcune zone ad alto disagio del Mezzogiorno. La legge di stabilità dovrebbe stanziare 110 milioni di euro nel2014 per gli lsu calabresi, napoletani e palermitani. La misura è sempre tra quelle contenute nel pacchetto di emendamenti che il governo ha presentato in commissione bilancio del Senato.

4

Conti esteri sale l'imposta di bollo Il governo continua a lavorare per scoraggiare chi tiene i suoi risparmi . parcheggiati su conti all'estero, anche quelli depositati e regolarmente denunciati dai titolari. Uno degli emendamenti alla legge di Stabilità che il governo ha presentato in Commissione al Senato prevede infatti che l'imposta di bollo sui risparmi depositati all'estero passi dall'l,5 al2 per mille nel 2014.

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il Giornale l

Data

Pagina

Foglio

25-11-2013 8 1 /2

CRISI POLITICA La legge di Stabilità

Finanziaria senza risparmi Aumentano solo le spese A forza di emendamenti mirati si è injarcita la legge di Stabilità di strade da rifare, benejit da blindare o aziende in rosso da sanare. Per non parlare dei soldi ai precari

Antonio Signorini Roma Sarà la voglia di centro -fortissima nei palazzi, un po' meno tra gli elettori- ma quella del governo Letta più che una legge di Stabilità dinuovagene­razione sembra una finanzia­ria vintage. Già nata sotto auspi­ci poco buoni, tra rinvii e misu­re poco chiare (ad esempio sul­la casa), il disegno di legge del governo Letta sta attraversan­do una sessione di bilancio da modernariato. Infarcita di m an­ce e misure di ultradettaglio. Strade da costruire, benefici da confermare e associazioni dafi­nanziarie. Il tutto nascosto in matrioske di rinvii a leggi, testi unici e finanziarie. E passato con il placet del governo.

Spunta persi­no un sorta di condono. Un emendamento del Ncd confer­ma la sospensio­ne dei contributi previdenziali per le imprese so­cio sanitarie di Si­cilia,PugliaeMo­lise, con organici superiori alle

ILUNIKI A Dai s milioni per la viabilità a Verona ai fondi agli «enti bilaterali»

1.800 unità e che attraversino ri­s tru ttur a zio n i aziendali. Misu­ra partita nel 2004 come soste­gno alle zone col­pite da calamità naturali e, via via, confermata. La delimitazione delle aziende che ne benefice­ranno è ristrettis­sima, tanto che la copertura pre­vista è di 15milio­ni di euro in tre anni. La novità è che, a partire dal 2017, le aziende della sanità, in particolare si ci­liane, potranno restituirei contributi non paga­ti in comode 360 (30 anni) rate, senza interessi. Platea ultrari­stretta anche per un emenda­mento che proroga di due anni, il non obbligo di iscrizione al­l' albo degli intermediari fin an­ziari (con tutto quello che com­portain termini di adempimen­ti compreso l' antiriciclaggio) al­le cooperative. A quanto pare

sono quasi tutte già iscritte, tranne una, in Puglia.

Dettagli,machedannol'idea di dove siano diretti gli sforzi di governo e maggioranza in que­ste ore. Poco ai contribuenti nel complesso, molto a bacini elet­t orali piccoli e micro.

Ad esempio, il primo emen­damento governativo presenta­to in commissione riguarda, ol­tre alla T a v, che è senza dubbio untemagenerale, anche lastra­da statale 372 «Telesina», il cui raddoppio sarà importante, ma sicuramente non tanto da impegnare una sessione di bi-lancio già complicata.

C'è anche un «soccorso» agli enti bilaterali, quelli creati da sindacati e associazioni dato­riali, a spese dei lavoratori pre­cari. Un emendamento ultra­criptico del P d (primo firmata­rio Sangalli) sopprime la nor­ma voluta dal governo Monti che riduceva dal20 14la quota di stipendio che i lavoratori somministrati dovevano versa­re al fondo al2,6%. Con questo emendamento, approvato, tor­na al4%. Un 1,4 di tasse in più nelle bustepagadei precari, già ridotte all'osso.

Poi P ederconsorzi. La rinasci-

ta della vecchia cassaforte Dc di votienonsolo (si veda/l Giorna­ledel22novembre) è definitiva­mente diventata una bandiera del N uovo centrodestra. Il sena­tore siciliano Giuseppe Mari­nello haripresentato un eme n­damento simile a quello boccia­to diUgo Sposetti(Pd)chemira a fare tornare alla federazione, crollata all'inizio degli anni N o­vanta per scandali e contiinros­so, una dote di 400 milioni in crediti. Poi 285 milioni fino al 2020 per la Guardia di finanza. Pocomale,senonfossecheleal­tre forza dell'ordine hanno do­vuto stringere la cinghia. Poi cinque milioni, targa ti N cd, per il2015 «al fine di finanziare gli interventi per potenziare la re­teinfrastrutturaleperlamobili­tà» con la Fiera di Verona.

Senza contare i lO i milioni perilavoratorisocialmenteuti­li della Calabria che si aggiungo­no ai 99 milioni destinati agli LsudiNapoliePalermo. Un ul­teriore milione destinato ai co­muni con meno di 50.000 abi­tanti per la stabilizzazione de­gli Lsu. Cattiva spesa pubblica che viene confermata e rafforza­ta. Come prima del bipolari­smo, quando i voti si comprava­no al dettaglio.

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il Giornale

62° governo della Repubblica italiana

; La maggioranza ! alla Camera

Abolizione l APPROVATO del finanziamento · pubblico ai partiti Ma dal2016

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Eliminazione l NON APPROVATO aumento lva • dal21 al22"/, Dali" ottobre l'lva

è passata al 22°/o ~································································································································

Nuova legge elettorale

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Abolizione delle province e massiccia spending review statale

Abolizione IMU

l NON APPROVATA

Da mesi si discute senza trovare un accordo

l NON APPROVATA

Da anni si parla dell'abolizione delle province, ancora lettera morta

'IN BILICO

Da re perire i fondi per evitare il pagamento della seconda rata entro il16 dicembre

Cuneo fiscale 'IN BILICO

Ancora in bilico la sforbiciata delle tasse sul lavoro

LAPRESSE·L'EGO

Data 25-11-2013 Pagina 8 Foglio 2/2

AL LAVORO Alberto Giorgetti (a sinistra) e il presidente Antonio Azzollini durante i lavori

della commissione Bilancio del Senato che sta esaminando la legge di Stabilità [Ansa]

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