SMG Info Marzo/Aprile 2010

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Quanto l’opinione dei clienti possa essere importante anche per i media, lo dimostra il recente Premio del pubblico assegnato dal portale di valutazioni alberghiere HolidayCheck. Si tratta della classifica degli alberghi più apprezzati, elaborata dal più grande portale di valu- tazione di lingua tedesca. La diffusione degli alberghi più apprezzati dai clienti, tra i quali figurano 11 hotel altoatesini, ha destato una grande attenzione media- tica nell’intera area di lingua tedesca. Noi abbiamo colto l’occasione per discutere la tematica in un contesto più ampio: i giudizi sugli alberghi in gene- rale e la vendita del prodotto o delle stanze. È certo infatti che i portali di prenotazione e di valutazione alberghie- ra diventeranno dei canali di distribu- zione strategici. Il fatto poi che, tra i migliori 99 alberghi, l’Alto Adige sia presente con 8 strutture premiate e altre tre abbiano ricevuto un riconoscimento speciale, ci stupisce positivamente, tanto più che gli hotel altoatesini sono stati gli unici in Italia ad entrare nella classifica mondiale degli alberghi più apprezzati. « Il giudizio del cliente è decisivo di CHRISTOPH ENGL I Direttore www.smg.bz.it SOMMARIO 2 | Gli ospiti dell’Alto Adige amano giudicare 9 | C’è vita sulle montagne 10 | “Alto Adige da vivere” Rubriche 5 | Ricerca SMG: La qualità non basta 12 | Sui mercati SMG Info ANNO 6 | NUMERO 2 Marzo | Aprile 2010

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Page 1: SMG Info Marzo/Aprile 2010

Quanto l’opinione dei clienti possa

essere importante anche per i media, lo

dimostra il recente Premio del pubblico

assegnato dal portale di valutazioni

alberghiere HolidayCheck. Si tratta della

classifica degli alberghi più apprezzati,

elaborata dal più grande portale di valu-

tazione di lingua tedesca. La diffusione

degli alberghi più apprezzati dai clienti,

tra i quali figurano 11 hotel altoatesini,

ha destato una grande attenzione media-

tica nell’intera area di lingua tedesca.

Noi abbiamo colto l’occasione per

discutere la tematica in un contesto più

ampio: i giudizi sugli alberghi in gene-

rale e la vendita del prodotto o delle

stanze. È certo infatti che i portali di

prenotazione e di valutazione alberghie-

ra diventeranno dei canali di distribu-

zione strategici.

Il fatto poi che, tra i migliori 99 alberghi,

l’Alto Adige sia presente con 8 strutture

premiate e altre tre abbiano ricevuto

un riconoscimento speciale, ci stupisce

positivamente, tanto più che gli hotel

altoatesini sono stati gli unici in Italia

ad entrare nella classifica mondiale

degli alberghi più apprezzati. «

Il giudizio del cliente è decisivodi CHRISTOPH ENGL I Direttore

www.smg.bz.it

SOMMARIO

2 | Gli ospiti dell’Alto Adige

amano giudicare

9 | C’è vita sulle montagne

10 | “Alto Adige da vivere”

Rubriche

5 | Ricerca SMG:

La qualità non basta

12 | Sui mercati

SMG Info ANNO 6 | NUMERO 2

Marzo | Aprile 2010

Page 2: SMG Info Marzo/Aprile 2010

SMG Info

Pagina 2

Gli ospiti dell’Alto Adige amano giudicareI portali di valutazioni alberghiere sono diventati il moderno passaparola

Adige, come gli altri consumatori, tende

sempre più a mettere in rete le proprie

esperienze ed a informarsi presso fonti

indipendenti. E questo fenomeno ha

profondamente inciso sulle abitudini di

prenotazione.

L’organizzazione di un viaggio richiede

una grande quantità di informazioni, e

questo spiega l’uso sempre maggiore di

Internet nel settore turistico. Secondo

l’istituto di ricerca svizzero Gottlieb

Duttweiler (GDI), le informazioni

turistiche più attendibili si ricevono per

il 60% da turisti su Internet, per il 52%

nelle agenzie di viaggio e per il 46%

nelle guide turistiche. E se le opinioni

dei clienti vengono ospitate dai portali

di valutazione alberghiera, anche i siti

di prenotazione consentono sempre

più spesso ai propri utenti di esprimere

giudizi. Tra queste due realtà ci sono

delle differenze sostanziali: nei portali di

valutazioni alberghiere (come ad esem-

pio tripadvisor.com, trivago.de) ognuno

può raccontare le proprie esperienze;

l’utente deve solo possedere un indirizzo

e-mail e registrarsi. Sui portali di preno-

tazione invece (come hrs.de, expedia.de)

solitamente si possono esprimere giudizi

solo sugli alberghi prenotati tramite il

sito stesso. Gli esperti affermano che, in

futuro, il successo andrà a quei portali

che consentiranno sia la prenotazione

che la successiva valutazione.

L’importanza del giudizio del cliente

Il Vitalpina Hotel Tratterhof di Maranza

è uno degli otto alberghi altoatesini che

hanno ricevuto l’HolidaCheck Award

2010, con logica soddisfazione della

l’hotellerie altoatesina e spiega quali

sono, a suo parere, i motivi di questo

successo: “Gli albergatori altoatesini

possono compiacersi a ragione per il

nostro riconoscimento, che testimonia

l’esistenza di tanti clienti soddisfatti.

Secondo me sono soprattutto due i mo-

tivi principali di questo risultato: da una

parte gli albergatori altoatesini prendono

molto sul serio le opinioni dei loro ospiti

migliorandosi ulteriormente, dall’altra

possono vantare un eccellente rapporto

qualità-prezzo”.

Le modalità di prenotazione dei nostri ospiti sono cambiate

Cosa spinge un turista a esprimere un

giudizio su un hotel ed a raccomandar-

lo? Negli ultimi anni l’offerta di servizi

e prodotti è aumentata, la clientela

è sempre più indecisa ed ha bisogno

di suggerimenti e consigli da parte di

persone di fi ducia. E se la fi ducia nei

confronti di commercianti, produttori e

mezzi di comunicazione è in calo, cresce

invece quella verso le opinioni degli

utenti. Anche chi viene in vacanza in Alto

(jm) Il premio HolidayCheck Award

2010 ha assegnato voti alti agli alber-

ghi altoatesini: 307.000 turisti hanno

giudicato, tramite il più grande portale

tedesco di valutazioni alberghiere,

80.000 strutture ricettive del pianeta,

eleggendo le 99 più apprezzate. E

nell’élite mondiale fi gurano 11 alberghi

altoatesini. Diamo uno sguardo al

mondo delle valutazioni online.

“Da ospite a ospite, dai turisti per i turi-

sti”: HolidayCheck assicura trasparenza

al mercato turistico con oltre 1.000 valu-

tazioni alberghiere al giorno. Gli utenti

condividono le esperienze di viaggi con

altri vacanzieri, mettendo in rete dati

e foto del soggiorno. Recentemente

HolidayCheck ha analizzato i dati forniti

dagli utenti e comunicato i risultati,

che hanno assegnato a ben 11 alberghi

altoatesini l’HolidayCheck Award 2010.

Otto di essi sono entrati nella classifi ca

dei 99 alberghi più amati, gli altri tre

hanno ricevuto lo Special Award 2010,

un riconoscimento particolare nelle

singole categorie. Il direttore marketing

di HolidayCheck, Axel Jochwer, elogia

Se l’ospite non conosce la struttura, le opinioni possono essere decisive per una prenotazione

Page 3: SMG Info Marzo/Aprile 2010

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Da ospite a ospite, dai turisti per i turisti: I portali di valutazioni alberghiere sono diventati il moderno passaparola

HolidayCheck Award 2010 (Alto Adige)» Nature SPA Resort Hotel Quelle

in Val Casies

» Hotel Dolce Vita Jagdhof a Laces

» Hotel Tratterhof a Maranza

» Hotel Feldhof a Naturno

» Hotel Lindenhof a Naturno

» Berghotel Zirm a Valdaora

» Hotel Ritterhof a Siusi

» Panorama Hotel Wildschütz

a S. Leonardo

Special Award 2010 » Hotel Mühlbacherhof a Lagundo

(categoria Gastronomia)

» Andreus Golf&Spa Resort a

S. Leonardo (categoria Newcomer)

» Berghotel Sexten a Sesto Pusteria

(categoria Sport & Tempo libero)

titolare Verena Gruber. “Le valutazioni

dei clienti sono al contempo un’op-

portunità ed un rischio, ma comunque

sono indispensabili per il settore alber-

ghiero. Noi seguiamo le opinioni dei

nostri clienti e accettiamo volentieri i

loro suggerimenti. È capitato che alcuni

ospiti abbiamo trovato il mio albergo

tramite un altro canale di vendita e solo

dopo abbiano cercato la conferma sul

portale di valutazione”. Ancora oggi

molti albergatori evitano di guardare

i siti di valutazione, ma il timore del

giudizio della clientela appare infon-

dato: per il cliente le opinioni sono

una referenza in grado di promuovere

l’albergo.

Quando l’ospite non conosce personal-

mente la struttura, le opinioni possono

essere decisive per una prenotazione,

in quanto rivelano se le aspettative del

cliente sono state soddisfatte dall’alber-

gatore. L’importante è che l’albergatore

abbia un rapporto attivo con i giudizi,

con vantaggi per sé e per i futuri clienti.

“I portali di valutazione sono il moderno

passaparola, i consulenti turistici della

nostra epoca, e pertanto non devono

essere sottovalutati”, conferma Marco

Pappalardo, direttore di Sinfonet. “Le

opinioni positive portano nuovi clienti,

quelle negative giovano alla credibilità

di un’azienda e comunque un giudizio

sfavorevole può essere annullato da

tanti pareri positivi. E anche se fosse

stato inserito ingiustamente, ci si può

sempre fi dare del sistema di control-

lo qualità dei portali di valutazione”.

Anche Axel Jochwer di HolidayCheck

fa riferimento al controllo qualità, che

evita le manipolazioni. “Noi lavoriamo

con un sistema tecnico molto intelligen-

te, che ci segnala valutazioni sospette

come ad esempio le auto-promozioni

oppure gli insulti. Il nostro team di

controllo analizza attentamente gli

interventi strani, e se è il caso chiarisce

la questione direttamente con chi ha

inserito la valutazione”. La qualità del

sito di valutazione è insomma ampia-

mente garantita.

Siate visibili su www.suedtirol.info

Anche il sito www.suedtirol.info si

occupa di valutazioni. Se un cliente

cerca sul portale uffi ciale dell’Alto

Adige un albergo giudicato da altri

ospiti, può fi ltrare le informazioni che

gli interessano. Tramite un’interfaccia

infatti vengono visualizzate le valuta-

zioni inserite sul sito HolidayCheck, a

condizione che l’albergo abbia aderito

a questo servizio. Le strutture ricettive

che intendono farsi valutare possono

registrarsi in qualunque momento sul

portale holidaycheck.de. Se poi vogliono

far apparire i giudizi che le riguardano

anche sul sito suedtirol.info, basta invia-

re una mail a [email protected]. «

Page 4: SMG Info Marzo/Aprile 2010

SMG Info

Pagina 4

Recentemente HolidayCheck ha

assegnato i Premi del Pubblico 2010,

e 11 alberghi altoatesini hanno rice-

vuto il riconoscimento. Come spiega

le ottime valutazioni ricevute dalla

destinazione turistica Alto Adige?

Gli albergatori altoatesini possono

compiacersi a ragione per il nostro

riconoscimento, che testimonia

l’esistenza di tanti clienti soddisfatti.

A mio parere sono due i motivi principa-

li: da una parte gli albergatori altoatesini

prendono molto sul serio le opinioni

dei loro ospiti migliorando ulterior-

mente, dall’altra possono vantare un

eccellente rapporto qualità-prezzo.

Per tanti turisti i portali di valutazioni

alberghiere sono ormai diventati uno

strumento importante. Secondo lei,

quali aspetti influenzano maggiormen-

te il cliente nella scelta della vacanza?

Io associo la vacanza ad un momento

positivo, in cui posso finalmente

staccare la spina dal quotidiano.

Questo significa che un hotel può

essere bello quanto si vuole, ma se

non ha la giusta atmosfera la vacanza

rimarrà un cattivo ricordo. Insomma

un albergo deve convincermi con i

cosiddetti “fattori motivazionali”:

la pulizia, la cordialità, il servizio.

E ovviamente anche il rapporto qualità-

prezzo gioca un ruolo importante.

La forza di HolidayCheck consiste pro-

prio nel ricevere queste informazioni.

Il nostro portale associa le esperienze

autentiche dei turisti con i cataloghi e

le offerte dei nostri uffici turistici onli-

ne. Sul nostro sito mettiamo a confron-

to in tempo reale le offerte di oltre 80

tour operator, che giornalmente vengo-

no consultate più di 500.000 volte.

Parliamo di controllo qualità.

I portali di valutazione offrono ai

visitatori l’opportunità di scambiare

esperienze con altri turisti.

Come fate ad evitare manipolazioni

o danni d’immagine?

Noi lavoriamo con un sistema tecni-

co molto intelligente, che ci segnala

valutazioni sospette come ad esempio

le auto-promozioni oppure gli insulti.

Il nostro team di controllo analizza

attentamente gli interventi strani, e se

è il caso chiarisce la questione diret-

tamente con chi ha inserito la valuta-

zione. Giusto in febbraio la “Stiftung

Warentest” (un’autorevole associazione

di consumatori tedesca ndr) ci ha aper-

tamente elogiato per il fatto di contatta-

re l’autore di una valutazione dubbiosa

invece di cestinarla. Il nostro è stato

l’unico portale di valutazione alberghie-

ra a ricevere il giudizio “buono” (1,8),

risultando così il vincitore del test.

Intervista al direttore marketing di HolidayCheck, dr. Alex Jochwer

Alex Jochwer: “Gli albergatori altoatesini possono compiacersi a ragione per il nostro riconoscimento, che testimonia l’esistenza di tanti clienti soddisfatti”

“Proprio questo rapporto costruttivo con le critiche sta alla base del

successo dell’hotellerie altoatesina”

Uno sguardo dietro le quinte

È risaputo che la “raccomandazione”

personale può essere decisiva

per il successo di un’azienda.

Come può invece reagire un alberga-

tore ad una critica negativa?

Assieme alle associazioni europee

degli albergatori abbiamo sviluppato

“HotelManager”, un programma

gratuito che solo in Alto Adige è già

usato da oltre 850 alberghi.

Tra le varie cose, l’albergatore può

ricevere e commentare direttamente a

domicilio le valutazioni, dimostrando

agli utenti che intende risolvere in

fretta eventuali disservizi ed influen-

zando così positivamente i futuri

clienti.

Ciò funge da sprone anche per i

dipendenti dell’albergo, che vengono

a conoscenza di possibili disfunzioni

e possono eliminarle. In fin dei conti

proprio questo rapporto costruttivo

con le critiche è alla base del successo

dell’hotellerie altoatesina, che ha

compreso l’importanza di utilizzare

le valutazioni per il proprio manage-

ment della qualità.

Come fa un albergo ad apparire

su HolidayCheck, se non è stato

mai valutato dai propri clienti?

In questo caso sarà lui ad avvicinarsi

a HolidayCheck: grazie a “HotelMana-

ger”, l’albergatore potrà inserire

i propri dati e mantenerli aggiornati,

mettere in rete foto e testi riguar-

danti il suo hotel. In caso di problemi

i nostri esperti danno volentieri

una mano, in quanto anche per noi

è importante che gli utenti del sito

abbiano a disposizione delle informa-

zioni attuali. «

Page 5: SMG Info Marzo/Aprile 2010

Ricerche SMG | Pagina 5

(mdp) Il 17 per cento delle strutture

ricettive altoatesine lavora con gli

operatori turistici. “Troppo poco”,

ammoniscono gli esperti.

Il modificato contesto turistico

costringerà sempre più il settore

sulla difensiva, anche nella

vendita. “Chi oggi non sa mettersi

in vetrina, lascia il mercato alla

concorrenza”, afferma senza mezzi

termini Christoph Engl, direttore

di SMG.

I soggiorni tendono ad essere sempre

più brevi, la pressione dei costi

aumenta, gli ospiti abituali calano:

ma non è solo la crisi economica globa-

le a turbare l’attuale mercato turistico.

I consumatori si comportano in manie-

ra diversa dal passato, e le moderne

tecnologie mettono loro a disposizione

gli strumenti per soddisfare le nuove

esigenze. Sempre più clienti prenota-

no su Internet, e lo fanno sempre più

spesso all’ultimo minuto. “Gli incre-

menti degli ultimi anni dicono che il

prodotto altoatesino è, al momento,

migliore della concorrenza”, dice Engl.

E positiva è anche l’immagine della

destinazione Alto Adige. “Questi

due fattori sono requisiti importanti

per il successo futuro, ma attenzione

perché ciò non basta per vendere

il prodotto: io ho bisogno di qualcuno

che lo metta in vendita sullo scaffale.

E questo compito spetta alla distribu-

zione”. »

La qualità non bastaChi non sa mettersi in vetrina, lascia il mercato alla concorrenza

www.smg.bz.it

Novità in casa SMG

Centro di competenza

Le aziende ricettive dell’Alto Adige

hanno bisogno di essere supportate

nella creazione di un’adeguata rete

di distribuzione: ecco allora che

SMG, in collaborazione con l’HGV

(Unione Albergatori e Pubblici

Esercenti) ha allestito un Centro di

competenza con sede presso la stes-

sa SMG. L’ufficio diretto da Cornelia

Kupa si pone come intermediario

tra le organizzazioni turistiche, i

consulenti d’impresa e le aziende

dell’Alto Adige e gli operatori

turistici stranieri.

La nuova struttura si occuperà tra

l’altro della realizzazione di un set-

tore B2B sul sito www.suedtirol.info,

della creazione e gestione di una

banca dati di aziende e intermediari

turistici, della mediazione diretta

con gli operatori turistici nonché

dell’organizzazione di workshop.

La qualità dell’offerta e una buona immagine oggi non bastano più per riempire le stanze: c’é bisogno di qualcuno che si incarichi di venderle

Page 6: SMG Info Marzo/Aprile 2010

Pagina 6 | Ricerche SMG

SMG Info

30%

20%

10%

0

Collaborano attualmente

lo rifarebberocontinueranno a farlo

non lo rifarebbero

lo farebbero non lo farebbero

non sanno

Hanno collaborato in passato

Non hanno mai collaborato

Fonte: Apollis

Collaborazione tra le strutture alberghiere altoatesine e gli operatori turistici internazionali

17%

33%

27%

9% 4%11%

Affidarsi a più pilastri

“Certo, il passaparola è sempre il mezzo

più economico ed efficace di farsi pub-

blicità”, afferma l’albergatore della Val

Senales Paul Grüner, ma gli imprenditori

oggigiorno non possono più permettersi

di vivere solo delle raccomandazioni dei

propri clienti. “La distribuzione deve

poggiare su più pilastri, ed è pertanto

necessaria la collaborazione con gli

operatori turistici internazionali e le

agenzie di incoming”, consiglia Grüner

per esperienza personale. Malgrado

l’enorme quantità di piccoli e grandi

operatori, la maggior parte degli alber-

gatori altoatesini ancora non se la sente

di intraprendere questa collaborazione.

“Guardi, le racconto una storiella che

circola nel nostro settore”, dice un col-

laboratore di un tour operator: “Se vuoi

licenziare un venditore, allora mandalo

in Alto Adige a chiudere contratti: dopo

due anni sarà lui a dimettersi”. Certo,

è solo una storiella, e magari esagera-

ta. Ma l’immagine che gli analisti del

Centro di ricerca sociale e demoscopia

Apollis tracciano nel loro recente studio

non se ne discosta molto. Appena il

17% delle strutture alberghiere della

nostra provincia lavora con un operatore

turistico. La tendenza è leggermente in

salita, grazie ad alcune grandi strutture

e qualche giovane imprenditore che

cercano il contatto con gli intermediari

turistici. E ancora: il 38% afferma di

avere l’intenzione di instaurare una

collaborazione ma non ha ancora i re-

quisiti, mentre il rimanente 45% esclude

a priori un contratto con i tour operator.

Gli esperti affermano quindi che le

imprese altoatesine potenzialmente in

grado di collaborare con gli intermediari

turistici sono in tutto appena il 20 per

cento.

Diffidenza e ignoranza

Secondo Apollis, il rapporto stori-

camente difficile degli albergatori

altoatesini con gli operatori turistici e le

agenzie di incoming – che al massimo

vengono considerati dei tappabuchi nei

momenti di fiacca stagionale – deriva da

più cause. Gli albergatori sono coscienti

dei grossi cambiamenti che riguardano

il loro settore. “Essi sanno che in futuro

i costi aumenteranno così come le

grandi oscillazioni stagionali, mentre

diminuiranno la durata dei soggiorni

e il numero di ospiti abituali”, si può

leggere nello studio. Tuttavia gli intervi-

stati continuano a sottovalutare alcuni

aspetti come la difficile raggiungibilità

del territorio, la crescente importanza

di Internet come canale di prenotazio-

ne o ancora le barriere linguistiche e

sociali con i clienti dei nuovi mercati.

Gli analisti di Apollis sono stati anche

colpiti dall’ignoranza e dalla diffiden-

za che regnano tra gli albergatori nei

confronti degli operatori turistici. Solo

pochi sono a conoscenza di condizioni

e contingenti, e quanto più piccola è

la struttura, maggiore è la carenza di

informazioni. “Continuano a ripetere:

le provvigioni ci consumano – afferma

Christoph Engl – quando invece l’alber-

gatore può decidere da solo quanti letti

vuole dare al partner in conto vendi-

ta. Non deve essere affidata tutta la

struttura: ci sono agenzie di nicchia che

si accontentano di vendere solo due o

tre stanze”.

Ritorno pubblicitario aggiuntivo

Le opportunità sono pressoché infinite,

basta solo utilizzare i canali più adatti.

“Bisogna comunque dire che le aziende

Il grafico indica l’attuale collaborazione e la predisposizione ad instaurare una cooperazione con i tour operator

Page 7: SMG Info Marzo/Aprile 2010

Seite 7

www.smg.bz.it

Südtirol-Kommunikation eignen, hat die

SMG im Vorfeld anhand von Zielgrup-

penanalysen und Aufl agen bestimmt:

Magazine für Familien, Genießer und

Aktive brachten Südtirol millionenfach

in die Märkte. „Die Glaubwürdigkeit

und die Attraktivität Südtirols steigt

ungemein, wenn wir nicht über uns

selber schreiben, sondern andere im Stil

der Zeitschrift über uns berichten“, sagt

SMG-Direktor Christoph Engl.

Der Redakteur des jeweiligen Mediums

wählte die Themen für seine Leser-

schaft aus: dies wecke Vertrauen und

werde durch das Erscheinungsbild der

Beilagehefte, im Stil des jeweiligen

Magazins, verstärkt. „Die buchbaren

Angebote in Form von Anzeigen ver-

kürzen den Weg vom Urlaubstraum zur

Buchung und sind wichtiger Bestandteil

der Beilagen,“ so Engl.

Eine wichtige Rolle spielt die Nach-

haltigkeit der Beilagehefte und der

redaktionellen Beiträge. Mögliche

Südtirol-Urlauber begrüßen diese Son-

derausgaben, denn aufgrund des prak-

tischen Formates – klein und handlich

– und der übersichtlichen Aufmachung

werden sie oft über Jahre aufbewahrt.

Ein weiterer Vorteil der Printkooperati-

onen: „Die Recherchen für die Beilagen

bringen Journalisten in die Destination.

Die Wahrscheinlichkeit, dass künftig

Folgereportagen entstehen, ist groß,

wie unsere Erfahrung bisher bestätigt

hat,“ sagt der SMG-Direktor.

Derzeit laufen bereits die Vorberei-

tungen der Printkooperationen für den

Sommer 2007. Buchungsinformationen

dazu werden rechtzeitig hier kommu

hat,“ sagt der SMG-Direktor. hat,“ sagt

der SMG-Direktor. niziert. «

der Beilagen,“ so Engl.

Eine wichtige Rolle spielt die Nach-

haltigkeit der Beilagehefte und der

redaktionellen Beiträge. Mögliche

Südtirol-Urlauber begrüßen diese Son-

derausgaben, denn aufgrund des prak-

tischen Formates – klein und handlich

– und der übersichtlichen Aufmachung

werden sie oft über Jahre aufbewahrt.

Ein weiterer Vorteil der Printkooperati-

onen: „Die Recherchen für die Beilagen

bringen Journalisten in die Destination.

Die Wahrscheinlichkeit, dass künftig

Folgereportagen entstehen, ist groß,

wie unsere Erfahrung bisher bestätigt

hat,“ sagt der SMG-Direktor.

Derzeit laufen bereits die Vorberei-

tungen der Printkooperationen für den

Sommer 2007. Buchungsinformationen

dazu werden rechtzeitig hier kommu-

niziert. 5,6 Millionen Leser in Deutsch-

land, 8,7 Millionen in Italien, 2,6 Milli-

onen in der Schweiz und 70.000 in den

Niederlanden konnten mit Beilgagen

in aufl agenstarken Zeitschriften im

Jahr 2006 erreicht werden.

Die Südtirol Marketing Gesellschaft

(SMG) setzte auch in diesem Jahr die

Kooperationsstrategie mit großen Zeit-

schriftenverlagen in den Zielmärkten

fort: Im Rahmen dieser Zusammenar-

beit gestalteten Redaktionen Beilage-

hefte und redaktionelle Beiträge über

Südtirol.

163 Partner der Destination, darunter

Beherbergungsbetriebe, Tourismus-

organisationen und Produktpartner,

nutzten die Möglichkeit, Anzeigen in

deutschen, italienischen, schweize-

rischen und niederländischen Maga-

zinen im Südtirol-Umfeld zu schalten.

Welche Printmedien sich für die

5,6 Millionen Leser in Deutschland,

8,7 Millionen in Italien, 2,6 Millionen

in der Schweiz und 70.000 in den Nie-

derlanden konnten mit Beilgagen in

aufl agenstarken Zeitschriften im Jahr

2006 erreicht werden.

Die Südtirol Marketing Gesellschaft

(SMG) setzte auch in diesem Jahr die

Kooperationsstrategie mit großen Zeit-

schriftenverlagen in den Zielmärkten

fort: Im Rahmen dieser Zusammenar-

beit gestalteten Redaktionen Beilage-

hefte und redaktionelle Beiträge über

Südtirol.

163 Partner der Destination, darunter

Beherbergungsbetriebe, Tourismus-

organisationen und Produktpartner,

nutzten die Möglichkeit, Anzeigen in

deutschen, italienischen, schweize-

rischen und niederländischen Maga-

zinen im Südtirol-Umfeld zu schalten.

Welche Printmedien sich für die

Südtirol-Kommunikation eignen, hat die

SMG im Vorfeld anhand von Zielgrup-

penanalysen und Aufl agen bestimmt:

Magazine für Familien, Genießer und

Aktive brachten Südtirol millionenfach

in die Märkte. „Die Glaubwürdigkeit

und die Attraktivität Südtirols steigt

ungemein, wenn wir nicht über uns

selber schreiben, sondern andere im Stil

der Zeitschrift über uns berichten“, sagt

SMG-Direktor Christoph Engl.

Der Redakteur des jeweiligen Mediums

wählte die Themen für seine Leser-

schaft aus: dies wecke Vertrauen und

werde durch das Erscheinungsbild der

Beilagehefte, im Stil des jeweiligen

Magazins, verstärkt. „Die buchbaren

Angebote in Form von Anzeigen ver-

kürzen den Weg vom Urlaubstraum zur

Buchung und sind wichtiger Bestandteil

Ich bin ein Text und ein schöner TitelIch bin ein Vorspann nur ein ganz normaler Vorspann

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Ricerche SMG | Pagina 7

» Ufficio viaggi L’ufficio viaggi vende prevalente-

mente viaggi organizzati di tour

operator nonché servizi singoli

(come ad esempio biglietti aerei)

ai consumatori finali.

» Agenzie di incoming Le agenzie di incoming risiedono

nella località di destinazione e

fanno da mediatori di servizi per

operatori turistici di fuori regione,

ai quali procurano prestazioni

come alberghi e transfer, ma

anche pacchetti vacanze. Alcune

agenzie di incoming vengono

anche incaricate dagli operatori

turistici di assistere gli ospiti sul

posto.

Chi fa cosa?

» Operatore turistico Gli operatori turistici o tour

operator assemblano i propri e gli

altrui servizi turistici in un nuovo

prodotto a sé stante, proponen-

dolo in nome e per conto proprio

ed a proprio rischio. A seconda

della tipologia vengono suddi-

visi in portali di prenotazione

alberghiera, operatori turistici

tradizionali, online e cosiddetti

di nicchia. Alcuni offrono solo il

soggiorno, altri il soggiorno ed il

viaggio oppure soggiorno e ser-

vizi complementari, altri ancora

propongono l’intero pacchetto

comprendente viaggio, soggiorno

e servizi aggiuntivi.

più piccole hanno sicuramente

maggiori difficoltà a trovare il giusto

canale di distribuzione rispetto

alle grandi strutture”, afferma

Paul Grüner. Ciò non dovrebbe

però impedire a chiunque di

cercare il partner adatto alla

propria situazione, poiché “chi

oggigiorno non sa mettersi bene

in vetrina, lascia il mercato alla

concorrenza”, afferma Engl, il quale

poi aggiunge: “Proprio nei nuovi

mercati è indispensabile una collabora-

zione con gli operatori turistici”.

Il direttore di SMG richiama l’attenzio-

ne anche sul ritorno pubblicitario ag-

giuntivo derivante dalla cooperazione

con un tour operator, il quale inserisce

il nome dell’albergo nel catalogo, nella

mailing e sul proprio sito, diffondendo-

lo in tutto il mondo.

“Il cliente prende il catalogo in un uffi-

cio viaggi, cerca ciò che gli interessa e

poi va su Internet. Ecco perché io voglio

esserci dentro”, spiega la titolare di

una struttura agrituristica. Un atteggia-

mento così positivo è però un’eccezio-

ne in Alto Adige, come ha dimostrato

lo studio. Altrettanto rari sono quegli

albergatori che considerano le provvi-

gioni come un investimento pubblici-

tario; la più parte di loro ritiene queste

uscite una semplice perdita.

Secondo lo studio di Apollis, inoltre,

gli altoatesini avrebbero anche proble-

mi con il calcolo dei costi. La struttura

dei prezzi è infatti basata sul consuma-

tore finale, e pertanto c’è pochissimo

margine per una collaborazione con un

intermediario turistico.

E ancora: in Alto Adige sono proprio le

piccole strutture a non avere la neces-

saria autostima. “Sono convinte di non

essere interessanti per un operatore

turistico”, si legge nello studio. In futu-

ro anche questo atteggiamento dovrà

essere modificato. «

o

o

z

g

n

s

el

o

ora-

zio-

g-

ne

sce

lla

La collaborazione con gli operatori turistici ha delle ricadute positive: la presenza nei cataloghi, nelle mailing e sui loro siti garantisce una diffusione a livello mondiale

Page 8: SMG Info Marzo/Aprile 2010

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SMG Info

Già da anni il tour operator inglese

Ramblers Holidays ha inserito l’Alto

Adige nel proprio catalogo. L’opera-

tore turistico di nicchia, presente sul

mercato dal 1946 e specializzato nel

settore “Walking & Trekking”, lancerà

proprio in Alto Adige, nella stagione

invernale 2010/2011, una nuova offer-

ta dedicata alle escursioni con

le racchette da neve.

Mister Kay, come mai avete pensato

all’Alto Adige per il vostro nuovo

programma?

Al momento stiamo lanciando contem-

poraneamente tre nuovi programmi

di escursioni con racchette da neve, in

Francia, Austria e appunto – per l’Italia

– in Alto Adige, dove già da anni lavoria-

mo con alcune aziende. L’Italia rimane

una delle mete più amate dagli inglesi,

che in Alto Adige ritrovano la cultura

mediterranea e l’eccellente gastrono-

mia che si aspettano arrivando nel Bel

Paese. Se poi aggiungiamo il paesaggio

unico e la qualità delle strutture, ecco

che non possono desiderare di più.

A quale clientela vi rivolgete?

La nuova offerta è rivolta a

single e coppie tra i 42 ed i 60 anni,

che dispongono di un reddito

elevato in quanto le nostre

vacanze non sono propriamente a

buon mercato. Intenzionalmente

non ci rivolgiamo alle famiglie,

comunque nel nostro programma

ci sono anche vacanze attive per

genitori e bambini.

Quale tipologia di azienda partner

cercate in Alto Adige?

Proprio recentemente, tramite l’SMG,

abbiamo trovato un albergo che

si adatta alla perfezione al nostro

programma per escursionisti con le

ciaspole. Si tratta di un hotel 4 stelle

a conduzione familiare nella zona

del Catinaccio. I nostri clienti che

vanno a sciare in Val Gardena o quelli

che praticano il fondo a Dobbiaco,

alloggiano invece in strutture a

tre stelle.

Come giudica l’esperienza come

tour operator straniero in

Alto Adige?

Finora abbiamo avuto solo esperienze

positive: qualità elevata, cucina d’alta

gamma e tanta cultura. E anche

la collaborazione con gli albergatori

è sempre filata liscia.

Che contingenti richiedete?

Le nostre comitive vanno da 15 a 20

persone e quindi abbiamo bisogno di

7 camere doppie e 7 singole, peraltro

non per l’intera stagione ma solo per

il periodo previsto. «

Intervista a David Kay di Ramblers Holidays

David Kay è il contract manager di Ramblers Holidays per i mercati dell’America Latina, di Nepal, Italia ed Europa dell’Est

High quality & good food CHI LO SA Quiz sul tema “Il mercato dei viaggi organizzati”

1 ] Operatore turisticoa È sinonimo di ufficio viaggib Viene chiamato anche tour operator

2] Agenzia altoatesina di incominga Ha gli uffici in Alto Adige e lavora

per operatori turistici forestierib Ha gli uffici fuori provincia e lavora

per operatori turistici altoatesini

3] Un tour operator di nicchiaa Si è specializzato in determinati

settorib È un punto vendita del classico

operatore turistico

4] Un contingente èa La quantità di stanze che un

operatore turistico riceve in

conto venditab Il numero dei viaggi che

l’operatore turistico vende

5] Il periodo entro il quale l’operatore

turistico deve riconsegnare

le stanze invendute si chiamaa Randomb Release

6] Le provvigioni vengono riscosse

in basea Alle spese di viaggio complessiveb Al trattamento prenotato senza

supplementi

7] Le provvigioni si attestano

solitamente a Tra il 10 ed il 30 per centob Tra il 30 ed il 50 per cento

8] La durata minima di un contratto

con un operatore turistico è dia 3 annib 1 anno

Soluzioni: 1. b · 2. a · 3. a · 4 a · 5. b · 6. b · 7. a · 8. b

gg g

Page 9: SMG Info Marzo/Aprile 2010

Seite 9

| Juli | August | September

• Schlern International Music Festival :

www.schloss-proesels.it

• ValgardenaMUSIKA : www.valgardenamusika.com

• Gröden in Tracht: www.valgardena.it

• Gustav Mahler Musikwochen:

www.gustav-mahler.it• Skulpturenmesse Unika in Gröden:

www.unika.org

| Januar | Februar | März• Swing on Snow Seiser Alm : www.swingonsnow.com

• Schneeskulpturenfestival in Innichen und St. Vigil: www.snow-festival.com

• Dolomiti Balloonfestival : www.balloonfestival.it

• Kastelruther Bauernhochzeit (alle 2 Jahre) : www.seiseralm.it/de/themen/kultur/land-leute

• Gsieser Knödelmarathon: www.gsieser-tal.com

• Val Gardena Sprint: www.valgardena.it

• Südtirol Gardenissima: www.gardenissima.eu

• Sellaronda Skimarathon : www.sellaronda.it

• Pustertaler Ski-Marathon: www.ski-marathon.com

• Skikjöring und Pferdeschlittenrennen in La Villa - Alta Badia; www.altabadia.org

• Bauernschlittenfahrt in La Villa - Alta Badia: www.altabadia.org | April | Mai | Juni• Alta Pusteria International Choir Festival: www.festivalpusteria.org

• Südtirol Jazzfestival: www.suedtiroljazzfestival.com

• Summer Classics in Seis : www.seiseralm.it/de/themen/kultur/musikfestivals

• Sommer auf Schloss Prösels : www.schloss-proesels.it

• Oswald von Wolkenstein Ritt: www.ovw-ritt.com

Januar

März

April

Mai

Juni

Juli

Februar

• Ladin Badia-A• Tradition• Hochalm• Hexentan www.kron• Schupfenfe• König Lauri www.schupf• Geführte Nat www.provinz.

Pubblicata la guida culturale Culturonda© Dolomythos

C’è vita sulle montagne

(gc) Chi vuole conoscere le Dolomiti,

deve innanzitutto procurarsi una carti-

na. Le montagne hanno reso famosa la

regione dolomitica, che dal 2009 è stata

dichiarata patrimonio dell’umanità

dall’Unesco.

Le Dolomiti sono le montagne più belle;

ma non solo. È appena uscita la guida

culturale Culturonda© Dolomythos,

che mostra le Dolomiti da una nuova

prospettiva. Le montagne, gli uomini che

ci vivono, la loro storia e le loro storie:

Culturonda© Dolomythos consente di

vivere tutto questo da vicino. Il progetto

analizza il territorio dolomitico altoatesi-

no sia dal punto di vista geografico che

tematico e raggruppa 12 grandi temi: la

geologia, il fenomeno delle Alpi rosseg-

gianti al tramonto, il cantore Oswald

von Wolkenstein, saghe e miti, le vie del

commercio, l’alpinismo, gli albori del tu-

rismo, le Dolomiti come teatro di guerra,

la lingua ladina, l’acqua, i monumenti

naturali, i quattro parchi naturali delle

Dolomiti.

Per ognuno di questi 12 temi Culturon-

da© Dolomythos ha scelto tre storie

particolari: ecco allora che sul “Sentiero

dei geologi” sull’Alpe di Siusi si scoprirà

la struttura della roccia dolomitica,

mentre nel capitolo sulle saghe ladine

viene svelato che cos’è il “Parlamento

delle marmotte”.

Culturonda© Dolomythos fa parte –

come l’altra pubblicazione tra poco

disponibile, Culturonda© Vino – del pro-

getto culturale dell’SMG Culturonda©.

Culturonda© raggruppa le 12 principali

tematiche culturali dell’Alto Adige, tra

cui le Dolomiti, Ötzi, la cucina ed il vino.

Culturonda© propone viaggi alla scoper-

ta della cultura, attraverso itinerari pia-

nificabili e componibili a propria scelta.

Chi si lascia coinvolgere da Culturonda©,

capirà che in Alto Adige la cultura non è

solo la visita di chiese e musei, bensì uno

stile di vita che si respira ogni momento

ad ogni angolo di strada.

Culturonda© Dolomythos è anche il

simbolo di una riuscita collaborazione

nello sviluppo del prodotto turistico, in

quanto il progetto è stato concepito e

realizzato da sei consorzi turistici - Alta

Pusteria, Plan de Corones, Gardena, Alpe

di Siusi, Alta Badia e Catinaccio-Latemar

– assieme all’Ufficio per i parchi naturali

ed all’SMG. “Volendo inserire nel proget-

to l’intera regione dolomitica, abbiamo

scelto quei temi e quelle storie che aves-

sero un’importanza generale, cosicché

le varie regioni turistiche hanno dovuto

rinunciare a qualche pur importante

aspetto locale”, spiega Silvia Wisthaler,

direttrice del TVB Alta Pusteria e respon-

sabile del progetto.

Alla pubblicazione Culturonda© Dolomy-

thos è allegata una cartina con 40 punti

d’interesse culturale delle Dolomiti, af-

finché sulle montagne niente e nessuno

vada perduto. «

Culturonda© Dolomythos: 12 modi per avvicinarsi alla cultura ed allo stile di vita delle Dolomiti

a Villa - Alta Badia; www.altabadia.org

Alta Badia: www.altabadia.org | April | M| April | M| Mai | Juni

ai | JuniJuni• Alta Pusteria International Choir Festival: www.festivalpusteria.org

• Südtirol Jazzfestival: www.suedtiroljazzfestival.com

• Summer Classics in Seis: www.seiseralm.it/de/themen/kultur/musikfes

• Sommer auf Schloss Prösels: www.schloss-proesels.it

• Oswald von Wolkenstein Ritt: www.ovw-ritt.com

CD1acssD

Dolomiti. nello s

Info

Culturonda© Dolomythos è stata pub-

blicata in italiano, tedesco e inglese

e può essere ordinata – come tutte

le cartine tematiche – sul sito www.

smg.bz.it. Per informazioni sulle

ordinazioni e sulla vendita ci si può

rivolgere al reparto Distribuzione,

[email protected],

Tel. 0471 999 888.

Page 10: SMG Info Marzo/Aprile 2010

Pagina 10

1

(jm) Il nuovo libro sull’Alto Adige

sorprenderà sia i nuovi ospiti che i

conoscitori della nostra provincia.

Nelle 120 pagine del volume il lettore

troverà tante storie interessanti, che

caratterizzano il panorama culturale

e paesaggistico dell’Alto Adige e ne

forniscono un’immagine moderna.

Gabriele Crepaz, addetta culturale

dell’SMG e autrice del libro, ha redatto

i testi per questo nuovo biglietto da

visita dell’Alto Adige analizzando

prospettive, riferimenti e punti di

vista del territorio altoatesino. Ecco

un’intervista all’autrice.

Il primo dei sei capitoli si intitola

“Montagna”: come mai ha scelto di

aprire il libro con questo tema?

Tutto inizia dalla montagna. Le montagne

sono la prima cosa che si nota quando si

arriva in Alto Adige. Sono là, sembrano

solo una grandiosa scenografia e invece

hanno inciso profondamente sugli uomi-

ni, sulle loro menti e le loro azioni.

Il secondo capitolo si chiama “Stile di

vita”. Cosa intende trasmettere?

In Alto Adige vivono tre gruppi linguisti-

ci, e quindi ci sono differenti abitudini,

costumi, ricordi. Qualcosa si è uniformato,

qualcos’altro è stato mantenuto dalle

tre culture. E tutto questo forma lo stile

di vita altoatesino, che si può respirare

dappertutto.

Nel terzo capitolo, “Paesaggio”, si parla

di vino, canali di irrigazione, malghe,

mele e “Törggelen”. Qual è, nel com-

plesso, la particolarità del paesaggio

altoatesino?

La sua frammentarietà. Basta spostarsi

di un paio di centinaia di metri a est o

ovest, a monte o a valle, ed ecco che

cambiano la geologia ed il clima. In Alto

Adige c’è tutto, dalle palme ai ghiacciai.

Di fatto ci manca solo il mare.

Perché nel quarto capitolo personaggi

e temi vengono definiti “Unicità”?

In alto, si sa, c’è posto solo per pochi.

Per le eccellenze. Cos’ha l’Alto Adige

che gli altri non hanno? Reinhold Mes-

sner e Ötzi naturalmente, gli aveligne-

si, castelli e fortezze, la prima funivia,

il trendsetter Matteo Thun, insomma

tutto ciò in cui l’Alto Adige primeg-

gia e che lo rende unico.

Il quinto capitolo “Tradizione”

descrive in maniera appassio-

nante l’arte della conservazio-

ne. Perché viene considerata un

punto di forza degli altoatesini?

In passato l’Alto Adige veniva sempli-

cemente considerato “vecchio”. Oggi

invece è una regione moderna, come

tante altre, con la differenza però che

le radici sono ancora vive e la terra

trasuda storia. Chi si apre al nuovo

può anche permettersi di mettere in

discussione la propria tradizione e vi-

verla comunque positivamente, senza

sconfinare nel folclore.

L’ultimo capitolo “Innovazione” getta

uno sguardo sul futuro. In che direzio-

ne guarda l’Alto Adige?

Verso il futuro, ed è già una buona dire-

zione. C’è tanta voglia di osare il nuovo

senza comunque rinnegare le origini;

e ce ne vorrebbe ancora di più. Anche

perché noi altoatesini puntiamo alle

“unicità”: e a cos’altro, sennò? «

Pubblicato il nuovo "biglietto da visita” dell’Alto Adige. Sei domande all’autrice Gabriele Crepaz

-

i-

gi

12

Acque temperate tra le vigne dell’Alto Adige: il Lago di Caldaro, a sud di Bolzano

12

Acque temperate tra le vigne dell’Alto Adige: il Lago di Caldaro, a sud di Bolzano

90

l

a

Dati e fa» In Alto A

anche gli

» Le case dedell’Itinera» Scultori, donell’associaznato artistico» La più grandeLadin iastel periodo dal 175

90

l

a

Dati e fa» In Alto A

anche gli

» Le case dedell’Itinera» Scultori, donell’associaznato artistico» La più grandeLadin iastel periodo dal 175

“Alto Adige da vivere”, ecco la nuova edizione

Gabriele Crepaz, addetta culturale dell’SMG

Il libro “Alto Adige da vivere” è disponibile nelle lingue italiano, tedesco, inglese, olandese, ceco e polacco

SMG Info

Page 11: SMG Info Marzo/Aprile 2010

Pagina 11

52

Paesaggio | 53

Stile storicista al Kurhaus di Merano: l’opulenza della natura con palme e ghiacciai innevati

La natura ha scatenato tutta la sua violenza nel creare questa regione.

Contadini, viticoltori e giardinieri l’hanno trasformata in uno straordinario paesaggio agrario.

Sospeso tra palme e nevi eterne dei ghiacciai, l’Alto Adige somiglia molto al paradiso. Ci fu un tempo in cui questa terra era terribilmente bella. Ter-

ribile, poiché dal Brennero in giù le rocce si avvicinavano sem-

pre di più alla strada, ad ogni piè sospinto si staccavano frane

e i viaggiatori “incontravano quasi ogni quarto d’ora un Cristo

sanguinante”, come descrisse nel 1788 Luise von Göchhausen

nei racconti del suo viaggio verso sud. Bella, perché allo stesso

tempo le rocce trasmettevano un senso grandioso. La paura

per molto tempo era il sentimento dominante. Chi poteva abi-

tare questi luoghi? Il principe dei Medici Cosimo III soprav-

visse a stento ad una frana. Göthe, nel suo “Viaggio in Italia”,

oltrepassò velocemente le montagne di notte. E via dritto, in

direzione Italia! Solo a sud di Bolzano notò come “tutto ciò che

qui cerca di crescere in alta montagna ha più forza e più vita, il

sole splende forte e si riesce di nuovo a credere in un Dio”. La

natura è sotto controllo, la terra torna a essere calpestabile.

Quasi ovunque il panorama protende verso l’alto. Il paesaggio

attraversa tutti gli stadi, dalla vegetazione sub mediterranea

alla tundra artica. In pochissimo spazio si ritrovano insieme

palme e ghiacciai. Rudezza alpina smorzata da dolci contorni.

Le Alpi proteggono l’Alto Adige dai venti del nord e il clima è

più mite, la luce più splendente, cosa facile, considerati i 300

giorni di sole l’anno, il tepore mediterraneo è ormai a porta-

ta di mano. Lungo l’Adige e l’Isarco i vigneti s’inerpicano sul-

le pendici delle montagne, interrotti da alberi di albicocche,

mele, pere e qua e là mandorli, cipressi e fichi. In primavera si

raccolgono gli asparagi, in autunno le castagne.

Il paesaggio dell’Alto Adige è un mosaico ricco di contrasti.

Ogni angolino di terra è stato strappato alla natura, in brevis-

sime distanze cambiano geologia e clima, spesso da una tenu-

ta vinicola all’altra, da un maso all’altro. Fino a 1000 metri di

altitudine si coltivano vigneti e frutteti, in Val d’Isarco e in Val

Venosta, troviamo i vigneti più nordici d’Italia, le viti crescono

in mezzo ad un panorama alpino spettacolare e sono esposte

a forti sbalzi di temperatura tra la notte e il giorno; per questo

i loro vini bianchi sono tra i più premiati d’Italia. Oltre i 1000

metri dominano i campi coltivati e l’allevamento di bestiame.

In estate, persone e animali si spingono verso l’alto, fino qua-

si in cielo. E una lunga tradizione cittadina quella di cercare

la frescura estiva nelle località di mezza montagna, e anche

i contadini, d’estate, si spostano a lavorare più in su, fino agli

alpeggi. L’erba in quota è migliore, la vita essenziale. Bello o

terribile?Intorno al 1800, un nuovo ideale di bellezza si diffonde nel-

le società borghesi europee. Le montagne sono considerate

meravigliose, l’area fresca è salutare per il corpo, la rigogliosa

vegetazione un tonico per l’anima. Anche le strade del paese

sono divenute più sicure. E’ arrivato il grande momento di Me-

rano. La città, con il suo mite clima invernale, come descritto

nel 1821 negli “Annuari delle fonti termali della Germania”, di-

venta un luogo dove “la moda impone di stare in buona salute”.

Dalla città spariscono letamai e pollai, d’ora in poi devono odo-

rare solo le passeggiate in fiore. L’occupazione primaria degli

ospiti termali è quella di passeggiare e di mangiare uva che un

tempo potevano addirittura raccogliere da sé nei vigneti. Mol-

ti si rilassano ammirando il paesaggio, solo pochi scalano le

montagne. Improvvisamente arrivano nel paese molti turisti,

non più solo di passaggio verso sud.

Capitolo 3 Paesaggio

Stile storicista al Kurhaus di Merano: l’opulenza della natura con palme e ghiacciai innevati

Paesaggi

La natura ha scatenato tutta la sua violenza nel creare questa regione.

Contadini, viticoltori e giardinieri l’hanno trasformata in uno straordinario paesaggio agrario.

Sospeso tra palme e nevi eterne dei ghiacciai, l’Alto Adige somiglia molto al paradiso. Ci fu un tempo in cui questa terra era terribilmente bella. Ter-

ribile, poiché dal Brennero in giù le rocce si avvicinavano sem-

pre di più alla strada, ad ogni piè sospinto si staccavano frane

e i viaggiatori “incontravano quasi ogni quarto d’ora un Cristo

sanguinante”, come descrisse nel 1788 Luise von Göchhausen

nei racconti del suo viaggio verso sud. Bella, perché allo stesso

tempo le rocce trasmettevano un senso grandioso. La paura

per molto tempo era il sentimento dominante. Chi poteva abi-

tare questi luoghi? Il principe dei Medici Cosimo III soprav-

visse a stento ad una frana. Göthe, nel suo “Viaggio in Italia”,

oltrepassò velocemente le montagne di notte. E via dritto, in

direzione Italia! Solo a sud di Bolzano notò come “tutto ciò che

qui cerca di crescere in alta montagna ha più forza e più vita, il

sole splende forte e si riesce di nuovo a credere in un Dio”. La

natura è sotto controllo, la terra torna a essere calpestabile.

Quasi ovunque il panorama protende verso l’alto. Il paesaggio

attraversa tutti gli stadi, dalla vegetazione sub mediterranea

alla tundra artica. In pochissimo spazio si ritrovano insieme

palme e ghiacciai. Rudezza alpina smorzata da dolci contorni.

Le Alpi proteggono l’Alto Adige dai venti del nord e il clima è

più mite, la luce più splendente, cosa facile, considerati i 300

giorni di sole l’anno, il tepore mediterraneo è ormai a porta-

ta di mano. Lungo l’Adige e l’Isarco i vigneti s’inerpicano sul-

le pendici delle montagne, interrotti da alberi di albicocche,

mele, pere e qua e là mandorli, cipressi e fichi. In primavera si

raccolgono gli asparagi, in autunno le castagne.

Il paesaggio dell’Alto Adige è un mosaico ricco di contrasti.

Ogni angolino di terra è stato strappato alla natura, in brevis-

sime distanze cambiano geologia e clima, spesso da una tenu-

ta vinicola all’altra, da un maso all’altro. Fino a 1000 metri di

altitudine si coltivano vigneti e frutteti, in Val d’Isarco e in Val

Venosta, troviamo i vigneti più nordici d’Italia, le viti crescono

in mezzo ad un panorama alpino spettacolare e sono esposte

a forti sbalzi di temperatura tra la notte e il giorno; per questo

i loro vini bianchi sono tra i più premiati d’Italia. Oltre i 1000

metri dominano i campi coltivati e l’allevamento di bestiame.

In estate, persone e animali si spingono verso l’alto, fino qua-

si in cielo. E una lunga tradizione cittadina quella di cercare

la frescura estiva nelle località di mezza montagna, e anche

i contadini, d’estate, si spostano a lavorare più in su, fino agli

alpeggi. L’erba in quota è migliore, la vita essenziale. Bello o

terribile?Intorno al 1800, un nuovo ideale di bellezza si diffonde nel-

le società borghesi europee. Le montagne sono considerate

meravigliose, l’area fresca è salutare per il corpo, la rigogliosa

vegetazione un tonico per l’anima. Anche le strade del paese

sono divenute più sicure. E’ arrivato il grande momento di Me-

rano. La città, con il suo mite clima invernale, come descritto

nel 1821 negli “Annuari delle fonti termali della Germania”, di-

venta un luogo dove “la moda impone di stare in buona salute”.

Dalla città spariscono letamai e pollai, d’ora in poi devono odo-

rare solo le passeggiate in fiore. L’occupazione primaria degli

ospiti termali è quella di passeggiare e di mangiare uva che un

tempo potevano addirittura raccogliere da sé nei vigneti. Mol-

ti si rilassano ammirando il paesaggio, solo pochi scalano le

montagne. Improvvisamente arrivano nel paese molti turisti,

non più solo di passaggio verso sud.

Capitolo 3 Paesaggio

52 sta al Kurhaus di Merano: l’opulenza della natura con

| 13

sud di Bolzano sud di Bolzano

| 13

84

Tradizione | 85

In Alto Adige il tempo lo batte la musica dei fiati. 211 bande

musicali partecipano a feste religiose e popolari. 10.000 uomi-

ni e donne fanno parte di una banda musicale, ogni secondo

musicista ha meno di 30 anni, nel piccolo comune di Appiano,

in Bassa Atesina, 13.000 anime in tutto, sono attive ben quat-

tro bande. La banda musicale di Monguelfo, in Val Pusteria,

ha addirittura rotto una roccaforte maschile, infatti più della

metà dei membri è costituita da donne. Si suona in uniforme.

La varietà di costumi folkloristici dell’Alto Adige è famosa in

tutto l’arco alpino, ogni località è riconoscibile dai suoi costumi

tradizionali, per lo più realizzati a mano. Conservare i costumi

locali è uno dei compiti tradizionalmente affidati ai gruppi di

danza folkloristica, agli “Schützen”, i tradizionali tiratori scelti

sudtirolesi, e alle bande musicali. Un tempo, appena uno arri-

vava si capiva subito se era un giorno feriale o un festivo, se era

un momento di gioia o di dolore, se l’uomo era sposato o celi-

be. Ancora oggi, in Val Sarentino, un nastro rosso sul cappello

significa che l’uomo è ancora da sposare, il nastro verde indica

invece che la moglie non è molto lontana… ma chi può dirlo,

oggi, con esattezza? Più chiaro è il linguaggio della musica: il

repertorio delle bande va dalle classiche marce, ai valzer, alle

composizioni contemporanee. Ci si incontra tutte le settimane

per le prove. In primavera, in paese si tiene il primo concerto

della stagione, dopodiché, praticamente ogni domenica, c’è un

concerto di piazza, sempre con entrata libera.

Nastro rosso, nastro verde

Fiati in costume: 10.000 uomini e donne suonano nelle bande altoatesine

Dati e fatti» L’associazione delle bande musicali altoatesine comprende le 211 bande

musicale del paese. Informazioni sulle singole bande e concerti su

(sito solo in tedesco)

22

Montagna | 23

Ogni prospettiva, in Alto Adige, parte dall’alto. Sopra e sotto sono praticamente una cosa sola.

Paradossalmente, furono dei cittadini i primi a spingersi fin sulle cime dei monti e ad aprire ai montanari prospettive inaspettate.

Fino al 1804 nessuno ancora sapeva come fosse in cima all’Ort-

les. Finché, nel 1804, un cacciatore di camosci della Val Passi-

ria, di nome Josef Pichler, osò per primo spingersi fino sulla

vetta. Ma riuscì a rimanere a quell’altezza solo per quattro mi-

nuti, l’aria, infatti, era freddissima. Nel 1805 vi salì di nuovo,

questa volta sventolando in mano una bandiera. A quel punto

tutti dovettero credergli: l’Ortles, un quasi quattromila metri,

la cima più alta di tutto l’Alto Adige, era stato conquistato.

In segno di trionfo, però, non fu piantata una croce, ma doveva

essere eretta una piramide di sassi, cosa che però non convin-

ceva la gente di montagna. Fino al 18° secolo, scalare le cime

era considerato da molti un’inutile irriverenza. A cosa doveva

servire? E poi, c’era abbastanza aria per respirare, lassù? Fino al

1786 nessun contadino aveva mai osato scalare una cima. Già

sugli alpeggi e sui passi di montagna gli sembrava di essersi

avvicinato troppo al cielo e, per penitenza, vi piantava una cro-

ce. Dentro le montagne, certo, si poteva scavare per estrarre i

tesori dalle loro viscere, in Alto Adige argento, rame e marmo,

ma lassù, sulla nuda roccia, dove non si poteva né seminare,

né raccogliere nulla, ci andavano solo i perditempo. E poi, in

cima alle montagne abitava Dio, oppure il diavolo, nessuno lo

sapeva con esattezza...Da questo punto di vista, l’Alto Adige è un paradiso per i per-

ditempo. Gran parte del territorio si trova al di sopra dei 1000

metri. Solo il 3 per cento della superficie è abitato. Il resto è

costituito da campi, boschi, pascoli e rocce. L’Alto Adige vanta

più di 300 cime di oltre tremila metri. Ogni prospettiva par-

te dall’alto, le viste panoramiche come i punti di vista. Sopra

e sotto sono vicinissimi, quasi si toccano, così come largo e

stretto sono aspetti complementari dello stesso territorio.

Reinhold Messner frequentava ancora la scuola del suo pae-

se, Funes, ai piedi delle cime Odle, quando amava osservare il

passaggio delle nuvole cheidendosi dove andassero a nascon-

dersi. Anche lo scalatore estremo Hans Kammerlander era un

tipo curioso. Conquistò la sua prima cima, quando un giorno

decise di nascosto di seguire due turisti sul Picco Palù, in Valle

Aurina.Furono i cittadini a scoprire duecento anni fa la passione per

la montagna. Per raggiungere le vette si facevano scortare dai

giovanotti dei masi. La cordata in parete era motivata da in-

tenti molto diversi: il turista mirava al punto panoramico sulla

cima, la guida invece aveva in mente cristalli e camosci. L’uno

rendeva la vetta famosa, l’altro vi trovava il suo guadagno.

La montagna smise così di fare paura. Oggi, tutte le cime sono

state conquistate, battezzate e segnate sulle cartine geografi-

che con altezza, vie e rifugi. Da molto tempo, ormai, si sa che

le montagne non sono cresciute dal sottosuolo verso l’alto, a

mo’ di denti spuntati dalla gengiva. Le Dolomiti, le più famo-

se montagne dell’Alto Adige e dal 2009 Patrimonio Naturale

dell’Umanità, si sono formate da sedimenti di barriere coral-

line emersi in seguito all’abbassamento del mare ancestrale.

Grazie a sentieri e impianti di risalita le Dolomiti sono oggi

accessibili a tutti in sicurezza e fruibili in ogni loro aspetto. La

montagna che una volta faceva paura, oggi piace molto. E’ di-

ventata un luogo di svago, un ambiente in cui rigenerarsi, e

come tale deve essere preservata. Negli otto parchi naturali e

nel Parco Nazionale dello Stelvio, la natura e il paesaggio cul-

turale dell’Alto Adige sono protetti per grandi aree.

Nel 1954 sull’Ortles è stata piantata l’attesa croce. La piramide

di sassi che in origine doveva essere eretta sulla cima, rima-

se per anni chiusa in una cassa, a fondovalle, ai margini della

strada. Nel 1899 è stata eretta a passo dello Stelvio, quel valico

che collega l’Alto Adige con la Lombardia: non più in segno di

trionfo sulla montagna, ma come monumento dedicato all’im-

peratore di Vienna.

Capitolo 1 Montagna

Il re incontrastato delle montagne dell'Alto Adige: l'Ortles in Val Venosta

tato delle montagne dell'Alto Adige: l'Ortles in Val Venosta

Montagna | 23

Adige, parte dall’alto. Sopra e sotto sono praticamente una cosa sola.

ssalmente, furono dei cittadini i primi a spingersi fin sulle cime dei monti e ad aprire ai montanari prospettive inaspettate.

Fino al 1804 nessuno ancora sapeva come fosse in cima all’Ort-

les. Finché, nel 1804, un cacciatore di camosci della Val Passi-

ria, di nome Josef Pichler, osò per primo spingersi fino sulla

vetta. Ma riuscì a rimanere a quell’altezza solo per quattro mi-

nuti, l’aria, infatti, era freddissima. Nel 1805 vi salì di nuovo,

questa volta sventolando in mano una bandiera. A quel punto

tutti dovettero credergli: l’Ortles, un quasi quattromila metri,

la cima più alta di tutto l’Alto Adige, era stato conquistato.

In segno di trionfo, però, non fu piantata una croce, ma doveva

essere eretta una piramide di sassi, cosa che però non convin-

ceva la gente di montagna. Fino al 18° secolo, scalare le cime

era considerato da molti un’inutile irriverenza. A cosa doveva

servire? E poi, c’era abbastanza aria per respirare, lassù? Fino al

1786 nessun contadino aveva mai osato scalare una cima. Già

sugli alpeggi e sui passi di montagna gli sembrava di essersi

avvicinato troppo al cielo e, per penitenza, vi piantava una cro-

ce. Dentro le montagne, certo, si poteva scavare per estrarre i

tesori dalle loro viscere, in Alto Adige argento, rame e marmo,

ma lassù, sulla nuda roccia, dove non si poteva né seminare,

né raccogliere nulla, ci andavano solo i perditempo. E poi, in

cima alle montagne abitava Dio, oppure il diavolo, nessuno lo

sapeva con esattezza...Da questo punto di vista, l’Alto Adige è un paradiso per i per-

ditempo. Gran parte del territorio si trova al di sopra dei 1000

metri. Solo il 3 per cento della superficie è abitato. Il resto è

costituito da campi, boschi, pascoli e rocce. L’Alto Adige vanta

più di 300 cime di oltre tremila metri. Ogni prospettiva par-

tte dall’alto, le viste panoramiche come i punti di vista. Sopra

e sotto sono e

vicinissimi, quasi si toccano, così come largo e

ststretto sono aspetti complementari dello stesso territorio.

ReReinhold Messner frequentava ancora la scuola del suo pae-

se,e, Funes, ai piedi delle cime Odle, quando amava osservare il

passaggio delle nuvole cheidendosi dove andassero a nascon-

dersi. Anche lo scalatore estremo Hans Kammerlander era un

tipo curioso. Conquistò la sua prima cima, quando un giorno

decise di nascosto di seguire due turisti sul Picco Palù, in Valle

Aurina.Furono i cittadini a scoprire duecento anni fa la passione per

la montagna. Per raggiungere le vette si facevano scortare dai

giovanotti dei masi. La cordata in parete era motivata da in-

tenti molto diversi: il turista mirava al punto panoramico sulla

cima, la guida invece aveva in mente cristalli e camosci. L’uno

rendeva la vetta famosa, l’altro vi trovava il suo guadagno.

La montagna smise così di fare paura. Oggi, tutte le cime sono

state conquistate, battezzate e segnate sulle cartine geografi-

che con altezza, vie e rifugi. Da molto tempo, ormai, si sa che

le montagne non sono cresciute dal sottosuolo verso l’alto, a

mo’ di denti spuntati dalla gengiva. Le Dolomiti, le più famo-

se montagne dell’Alto Adige e dal 2009 Patrimonio Naturale

dell’Umanità, si sono formate da sedimenti di barriere coral-

line emersi in seguito all’abbassamento del mare ancestrale.

Grazie a sentieri e impianti di risalita le Dolomiti sono oggi

accessibili a tutti in sicurezza e fruibili in ogni loro aspetto. La

montagna che una volta faceva paura, oggi piace molto. E’ di-

ventata un luogo di svago, un ambiente in cui rigenerarsi, e

come tale deve essere preservata. Negli otto parchi naturali e

nel Parco Nazionale dello Stelvio, la natura e il paesaggio cul-

turale dell’Alto Adige sono protetti per grandi aree.

Nel 1954 sull’Ortles è stata piantata l’attesa croce. La piramide

di sassi che in origine doveva essere eretta sulla cima, rima-

se per anni chiusa in una cassa, a fondovalle, ai margini della

strada. Nel 1899 è stata eretta a passo dello Stelvio, quel valico

che collega l’Alto Adige con la Lombardia: non più in segno di

trionfo sulla montagna, ma come monumento dedicato all’im-

peratore di Vienna.

Ogni prospettiva, in Alto Adige pParadossalment

Capitolo 1 Montagna

58

E’ autunno, l’uva è stata già raccolta, pigiata e, secondo la leg-

genda, i “Weinnöerggelen”, gli gnomi del vino, sbucano dal-

le montagne e s’intrufolano nei masi per farsi servire il vino

nuovo, quando non lo rubano. La sete di novello è grande e,

mentre i nani arraffano vino, i contadini vanno a “törggelen”. Il

nome di quest’usanza altoatesina deriva dal latino “torculum”,

torchio, in altoatesino “Torggl”. L’usanza del “Törggelen” è pro-

babilmente originaria della Valle Isarco. I viticoltori mandava-

no il loro bestiame sui pascoli dei contadini di montagna e in

autunno ricambiavano con un “Bauernschmaus” (piatto tipico

a base di carré di maiale, diverse salsicce, crauti) e del vino

nuovo. Forse, invece, i contadini volevano semplicemente fe-

steggiare insieme la fine del raccolto, oppure confrontare i loro

vini. Quel che è chiaro, è che il “Törggelen” inizia con una pas-

seggiata nella natura e finisce in compagnia, in una trattoria,

con mosto dolce e castagne arrostite, qui chiamate “Keschtn”.

Come portata principale una volta c’erano Speck e Kaminwurz,

i saporiti salamini affumicati locali, oggi si serve quello che è

disponibile in cucina: zuppa d’orzo, carne affumicata, salsiccia

fatta in casa, crauti e canederli. E, nei momenti di punta, sicu-

ramente la contadina avrà pronti anche dolci Krapfen.

La quinta stagione

Arrostite sul fuoco: “Keschtn”, le saporite castagne altoatesine, si sposan

Dati e fatti:» Le castagne sono elemento essenziale del “Törggelen”, ne fanno

parte a pieno diritto. I castagni sono sempre stati alberi protetti, fin

dal Medioevo, e addirittura tramandati: spesso erano una sorta di

pensione d’anzianità. Sul Sentiero didattico del castagno a Lana (fra

Bolzano e Merano) e sul Sentiero del castagno in Valle Isarco s’impara

l’importanza della castagna. Per saperne di più sul “Törggelen”:

» Il Buschenschank è un’osteria contadina. In Alto Adige ne esistono

molti e sono aperti solo stagionalmente. Simbolo dei Buschenschänke

era una frasca verde (“Buschen” in tedesco) appesa all’ingresso del

maso per distinguerli dalle locande che erano aperte tutto l’anno.

Finita la stagione o terminato il vino di produzione propria nelle botti,

il Buschenschank chiude per riaprire l’anno successivo.

E’ autunno, l’uva è stata già raccolta, pigiata e, secondo la leg-

genda, i “Weinnöerggelen”, gli gnomi del vino, sbucano dal-

le montagne e s’intrufolano nei masi per farsi servire il vino

nuovo, quando non lo rubano. La sete di novello è grande e,

mentre i nani arraffano vino, i contadini vanno a “törggelen”. Il

nome di quest’usanza altoatesina deriva dal latino “torculum”,

torchio, in altoatesino “Torggl”. L’usanza del “Törggelen” è pro-

babilmente originaria della Valle Isarco. I viticoltori mandava-

no il loro bestiame sui pascoli dei contadini di montagna e in

autunno ricambiavano con un “Bauernschmaus” (piatto tipico

a base di carré di maiale, diverse salsicce, crauti) e del vino

nuovo. Forse, invece, i contadini volevano semplicemente fe-

steggiare insieme la fine del raccolto, oppure confrontare i loro

vini. Quel che è chiaro, è che il “Törggelen” inizia con una pas-

seggiata nella natura e finisce in compagnia, in una trattoria,

con mosto dolce e castagne arrostite, qui chiamate “Keschtn”.

Come portata principale una volta c’erano Speck e Kaminwurz,

i saporiti salamini affumicati locali, oggi si serve quello che è

disponibile in cucina: zuppa d’orzo, carne affumicata, salsiccia

fatta in casa, crauti e canederli. E, nei momenti di punta, sicu-

ramente la contadina avrà pronti anche dolci Krapfen.

La quinta stagione

ti e fatti:castagne sono elemento essenziale del “Törggelen”, ne fanno

rte a pieno diritto. I castagni sono sempre stati alberi protetti, fin

Medioevo, e addirittura tramandati: spesso erano una sorta di

sione d’anzianità. Sul Sentiero didattico del castagno a Lana (fra

ano e Merano) e sul Sentiero del castagno in Valle Isarco s’impara

ortanza della castagna. Per saperne di più sul “Törggelen”:

chenschank è un’osteria contadina. In Alto Adige ne esistono

e sono aperti solo stagionalmente. Simbolo dei Buschenschänke

a frasca verde (“Buschen” in tedesco) appesa all’ingresso del

er distinguerli dalle locande che erano aperte tutto l’anno.

stagione o terminato il vino di produzione propria nelle botti,

enschank chiude per riaprire l’anno successivo.

Arrostite sul fuoco: “Keschtn”, le saporite castagne altoatesine, si sposan

In Alto Adige il tempo lo batte la musica dei fiati. 211 bande

musicali partecipano a feste religiose e popolari. 10.000 uomi-

ni e donne fanno parte di una banda musicale, ogni secondo

musicista ha meno di 30 anni, nel piccolo comune di Appiano,

in Bassa Atesina, 13.000 anime in tutto, sono attive ben quat-

tro bande. La banda musicale di Monguelfo, in Val Pusteria,

ha addirittura rotto una roccaforte maschile, infatti più della

metà dei membri è costituita da donne. Si suona in uniforme.

La varietà di costumi folkloristici dell’Alto Adige è famosa in

tutto l’arco alpino, ogni località è riconoscibile dai suoi costumi

tradizionali, per lo più realizzati a mano. Conservare i costumi

locali è uno dei compiti tradizionalmente affidati ai gruppi di

danza folkloristica, agli “Schützen”, i tradizionali tiratori scelti

sudtirolesi, e alle bande musicali. Un tempo, appena uno arri-

vava si capiva subito se era un giorno feriale o un festivo, se era

un momento di gioia o di dolore, se l’uomo era sposato o celi-

be. Ancora oggi, in Val Sarentino, un nastro rosso sul cappello

significa che l’uomo è ancora da sposare, il nastro verde indica

invece che la moglie non è molto lontana… ma chi può dirlo,

oggi, con esattezza? Più chiaro è il linguaggio della musica: il

repertorio delle bande va dalle classiche marce, ai valzer, alle

composizioni contemporanee. Ci si incontra tutte le settimane

per le prove. In primavera, in paese si tiene il primo concerto

della stagione, dopodiché, praticamente ogni domenica, c’è un

concerto di piazza, sempre con entrata libera.

Nastro rosso, nastro verde

i e fattisociazione delle bande musicali altoatesine comprende le 211 bande

icale del paese. Informazioni sulle singole bande e concerti su

(sito solo in tedesco)

Tradizione | 85

Fiati in costume: 10.000 uomini e donne suonano nelle bande altoatesine

22

Il re incontrasta

54

Paes

Lagrein, Schiava e Gewürztraminer, tre vitigni autoctoni dell’Al-

to Adige. Sono gli ambasciatori del vino altoatesino. Ognuno

dà il suo meglio. Anche se non sono compatibili fra di loro. Il

Lagrein ama la calda, rossa terra di porfido, il Gewürztraminer

preferisce il terreno argilloso, la schiava vuole terreni di ripor-

to e ghiaiosi. I viticoltori prendono la cosa molto sul serio da

quando, negli anni ’80, hanno iniziato la loro offensiva sulla

qualità. Da allora la viticoltura in Alto Adige è come un puzzle:

il terreno e il clima variano sensibilmente un’infinità di volte

tra i 200 e i 1000 metri di altitudine, la costante è data dai 300

giorni di sole l’anno. Il risultato? 20 diversi tipi di vitigni e vini

alpini di carattere dallo charme mediterraneo. Circa due terzi

del vino altoatesino viene prodotto nelle cantine lungo la stra-

da del vino dell’Alto Adige, l’itinerario panoramico che si snoda

dolcemente da Bolzano, in direzione sud, attraverso l’Oltradi-

ge, verso la Bassa Atesina, costeggiando antichi paesi vinicoli

e tenute modernissime. L’Alto Adige è la zona vitivinicola più

antica di tutta l’area tedescofona. I Romani impararono qui a

conservare il vino nelle botti di legno, più tardi conventi te-

deschi insediarono nel sud del Tirolo le loro tenute vinicole.

La vite in Alto Adige dà i suoi frutti anche là, dove nessuno se

l’aspetterebbe: Bolzano, città capoluogo, è anche il terzo più

importante comune vitivinicolo della provincia.

Nel vigneto

Ambiente ideale: da 20 diversi vitigni nascono vini alpini dallo charme mediterraneo

Dati e fatti» Superficie coltivata a vite: 5.100 ettari, ovvero lo 0,7 % della superficie

coltivata in Italia; il 98 % dei vigneti è classificato D.O.C. 20 vitigni

(55 % rossi, 45 % bianchi). Produzione: circa 400.000 ettolitri. Sei canti-

ne producono spumante con il metodo classico della fermentazione in

bottiglia: 200.000 bottiglie l’anno. 26 vini altoatesini hanno ottenuto

i Tre Bicchieri della guida enologica “Gambero Rosso – I vini d’Italia”.

Maggiori informazioni sulla vitivinicoltura in Alto Adige su

» Tre cantine conventi, tre punti di forza: il convento Muri-Gries a

Bolzano [C4], con il suo vino rosso,

, la cantina

dell’Abbazia Novacella, presso Bressanone [D3], con i suoi vini bianchi,

, la distilleria Pircher, a Lana [B4], con i suoi distil-

lati pregiati, .

» La più importante manifestazione locale dedicata ai vini è la “Mostra

Vini Bolzano”,

. Una piattaforma esclusiva ed interna-

zionale è il Merano Wine Festival & Gourmet,

» Il Tresterbrand, la grappa altoatesina, deriva esclusivamente da uve

locali.

Letture consigliate» Tobias Hierl, Christoph Tscholl, Un sorso di Alto Adige, Edizioni Folio

2007» Vini & ristoranti dell'Alto Adige Südtirol 2009, nella collana “Le guide

de l’Espresso” 2008» Carlo Ravanello, Cucina e vini dell’Alto Adige, Franco Muzzio Editore

2008

Lagrein, Schiava e Gewürztraminer, tre vitigni autoctoni dell’AAl-

to Adige. Sono gli ambasciatori del vino altoatesino. Ognunno

dà il suo meglio. Anche se non sono compatibili fra di loro. s. Il Lagrein ama la calda, rossa terra di porfido, il Gewürztraminener

preferisce il terreno argilloso, la schiava vuole terreni di ripoor-

to e ghiaiosi. I viticoltori prendono la cosa molto sul serio dda

quando, negli anni ’80, hanno iniziato la loro offensiva sullla

qualità. Da allora la viticoltura in Alto Adige è come un puzzlzle:

il terreno e il clima variano sensibilmente un’infinità di voltlte

tra i 200 e i 1000 metri di altitudine, la costante è data dai 3000

giorni di sole l’anno. Il risultato? 20 diversi tipi di vitigni e viini

alpini di carattere dallo charme mediterraneo. Circa due terrzi

del vino altoatesino viene prodotto nelle cantine lungo la strara-

da del vino dell’Alto Adige, l’itinerario panoramico che si snodda

dolcemente da Bolzano, in direzione sud, attraverso l’Oltraddi-

ge, verso la Bassa Atesina, costeggiando antichi paesi vinicooli

e tenute modernissime. L’Alto Adige è la zona vitivinicola pipiù

antica di tutta l’area tedescofona. I Romani impararono qui i a

conservare il vino nelle botti di legno, più tardi conventi tete-

deschi insediarono nel sud del Tirolo le loro tenute vinicolole.

La vite in Alto Adige dà i suoi frutti anche là, dove nessuno sse

l’aspetterebbe: Bolzano, città capoluogo, è anche il terzo pipiù

importante comune vitivinicolo della provincia.

Nel vignetto

Ambiente ideale: da 2 d

Dati i e fatti» Supeperficie coltivata a vite: 5.100 ettari, ovvero lo 0,7 % della superficie

coltivivata in Italia; il 98 % dei vigneti è classificato D.O.C. 20 vitigni

(55 % % rossi, 45 % bianchi). Produzione: circa 400.000 ettolitri. Sei canti-

ne prooducono spumante con il metodo classico della fermentazione in

bottigglia: 200.000 bottiglie l’anno. 26 vini altoatesini hanno ottenuto

i Tre Biicchieri della guida enologica “Gambero Rosso – I vini d’Italia”.

Maggioori informazioni sulla vitivinicoltura in Alto Adige su

» Tre cantitine conventi, tre punti di forza: il convento Muri-Gries a

Bolzano [[C4], con il suo vino rosso,

, la cantina

dell’Abbazazia Novacella, presso Bressanone [D3], con i suoi vini bianchi,

, la distilleria Pircher, a Lana [B4], con i suoi distil-

lati pregiatti, .

»» La più impoortante manifestazione loc l

Vini Bolzanono”,

a-

zional

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Dati » L’ass

musi

ale: da 20 diversi vitigni nascono vini alpini dallo charme mediterraneo

uoi disione locale dedicata ai vini è la “Mostra

,

. Una piattaforma esclusiva ed interna

zionale è il MMerano Wine Festival & Gourmet,

» IIl Tresterbrannd, la grappa altoatesina, deriva esclusivamente da uve

loocali.

Lettture consigglliate» Tobbias Hierl, Chhristoph Tscholl, Un sorso di Alto Adige, Edizioni Folio

20007» Vini i & ristoranti i dell'Alto Adige Südtirol 2009, nella collana “Le guide

de l’E’Espresso” 20008»» Carloo Ravanello, CCucina e vini dell’Alto Adige, Franco Muzzio Editore

2008

90

Tradizione | 91

E’ stata la necessità a spingere gli altoatesini a sviluppare tan-

ta manualità. Nel 1893 chiuse la miniera di rame di Predoi, in

valle Aurina, e 60 uomini si ritrovarono sulla strada. Furono

le donne, allora, a dover mantenere le famiglie: con il ricamo.

L’idea venne al parroco, le donne sedevano fino a tarda notte al

tombolo. Spesso scambiavano merletti con generi alimentari.

Oggi, 39 donne e 2 uomini fanno parte dell’associazione “Scuo-

la di tombolo Predoi”. I bambini imparano quest’arte nei corsi

estivi. Si fissa un disegno guida sul cuscino e poi, incrociando e

girando i fuselli anche centinaia di volte, si intrecciano i fili.

In un certo senso, anche i gardenesi presero in mano i fili,

quando nel 17° secolo iniziarono a scolpire il legno. La valle era

isolata, la vita dura, gli inverni lunghi. Padre, madre e bambini

passavano il tempo a intagliare a mano figure di santi e giocat-

toli. Con il tempo, si arrivò ad esportare dalla valle milioni di

figure di legno l’anno, i gardenesi stessi si occuparono anche

della distribuzione. Dal 1994 molti artisti artigiani gardenesi

fanno parte dell’associazione Unika. Unika gestisce una gal-

leria a Ortisei e organizza una fiera annuale dell’artigianato

artistico.

Sulla punta delle dita

Dati e fatti» In Alto Adige si contano 13.000 aziende artigianali, di cui fanno parte

anche gli artisti artigiani. Informazioni sull’artigianato artistico su

» Le case delle ricamatrici al tombolo sono contrassegnate col simbolo

dell’Itinerario Culturale Valle Aurina [F/G 1-2]

» Scultori, doratori, policromatori e scultori di ornamenti sono riuniti

nell’associazione Unika in Val Gardena [E 4-6]. Informazioni sull’artigia-

nato artistico gardenese su » La più grande collezione di giocattoli gardenesi si trova nel Museum

Ladin iastel de Tor di S. Martino in Badia [F4]: 630 pezzi unici del

periodo dal 1750 al 1920.

Uno sguardo sull’arte gardenese della scultura nel legno: alla ricerca dell’originale

90

E’ stata la necessità a spingere gli altoatesini a sviluppare tan-

ta manualità. Nel 1893 chiuse la miniera di rame di Predoi, in

valle Aurina, e 60 uomini si ritrovarono sulla strada. Furono

le donne, allora, a dover mantenere le famiglie: con il ricamo.

L’idea venne al parroco, le donne sedevano fino a tarda notte al

tombolo. Spesso scambiavano merletti con generi alimentari.

Oggi, 39 donne e 2 uomini fanno parte dell’associazione “Scuo-

la di tombolo Predoi”. I bambini imparano quest’arte nei corsi

estivi. Si fissa un disegno guida sul cuscino e poi, incrociando e

girando i fuselli anche centinaia di volte, si intrecciano i fili.

In un certo senso, anche i gardenesi presero in mano i fili,

quando nel 17° secolo iniziarono a scolpire il legno. La valle era

isolata, la vita dura, gli inverni lunghi. Padre, madre e bambini

passavano il tempo a intagliare a mano figure di santi e giocat-

toli. Con il tempo, si arrivò ad esportare dalla valle milioni di

figure di legno l’anno, i gardenesi stessi si occuparono anche

della distribuzione. Dal 1994 molti artisti artigiani gardenesi

fanno parte dell’associazione Unika. Unika gestisce una gal-

leria a Ortisei e organizza una fiera annuale dell’artigianato

artistico.

Sulla punta delle dita

Dati e fatti» In Alto Adige si contano 13.000 aziende artigianali, di cui fanno parte

anche gli artisti artigiani. Informazioni sull’artigianato artistico su

» Le case delle ricamatrici al tombolo sono contrassegnate col simbolo

dell’Itinerario Culturale Valle Aurina [F/G 1-2]

» Scultori, doratori, policromatori e scultori di ornamenti sono riuniti

nell’associazione Unika in Val Gardena [E 4-6]. Informazioni sull’artigia-

nato artistico gardenese su » La più grande collezione di giocattoli gardenesi si trova nel Museum

Ladin iastel de Tor di S. Martino in Badia [F4]: 630 pezzi unici del

periodo dal 1750 al 1920.

Tradizione | 91

Uno sguardo sull’arte gardenese della scultura nel legno: alla ricerca dell’originale

Sul sito www.smg.bz.it è possibile sfogliare il libro sull’Alto Adige in formato E-Book

www.smg.bz.it

58

Dat» Le

pardal MpensBolzal’impo

» Il Buscmolti eera una maso peFinita la sil Buschen

28

Montagna | 29

C’era una volta un re…Anche questa storia comincia così, ma si tratta di un re spe-

ciale, re Laurino, che regnava su un popolo di nani ed era nano

anche lui, ma ha lasciato a questa terra un dono gigantesco.

Viveva in un castello fortificato sul Catinaccio, la splendida

montagna dolomitica che fa da scenario a Bolzano, dove la

conca di monti si apre verso est.Bene, il grande orgoglio di questo re era un bellissimo giardino

di rose rosse che curava con tanto amore. I fiori, protetti e le-

gati tra di loro con un filo di seta dorato, erano tutta la sua vita,

tanto che Laurino faceva tagliare mano destra e piede sinistro

a chiunque osasse reciderne uno.Oltre che dei suoi fiori, il piccolo grande re si innamorò, come

spesso accade, della bella principessa del castello vicino, Simil-

de, tanto che decise di rapirla e di portarla al suo castello, per

farla vivere tra gli agi, ma in prigionia. Sennonché il fratello di

Similde, disperato per la perdita dell’amata sorella, chiamò in

aiuto altri cavalieri e il re dei Goti con i quali si mosse alla volta

del castello di Laurino per liberare Similde. Fu così che si ar-

rivò alla memorabile lotta, senz’altro impari, tra il piccolo re e

i giganteschi invasori. Non ci furono speranze per Laurino che

dovette soccombere alla forza del nemico, ma, prima di morire

riuscì ancora ad esclamare le fatidiche parole: “Che né alla

luce del giorno, né nelle tenebre della notte, nessuno possa

mai più godere dello splendore del mio giardino!”. Aveva di-

menticato, il povero Laurino, di menzionare anche quel parti-

colare momento della giornata in cui il giorno lascia posto alla

notte. Una vera fortuna! Da allora, infatti, in certi tramonti, il

Catinaccio, che in tedesco si chiama Rosengarten (giardino di

rose), si incendia di stupende tonalità rosate che si riflettono

nell’azzurro del cielo. Uno spettacolo sempre emozionante,

come la storia del piccolo re.

raccontato da Martin Bertagnolli

C’era una volta un re…Anche questa storia comincia così, ma si tratta di un re spe-

ciale, re Laurino, che regnava su un popolo di nani ed era nano

anche lui, ma ha lasciato a questa terra un dono gigantesco.

Viveva in un castello fortificato sul Catinaccio, la splendida

montagna dolomitica che fa da scenario a Bolzano, dove la

conca di monti si apre verso est.Bene, il grande orgoglio di questo re era un bellissimo giardino

di rose rosse che curava con tanto amore. I fiori, protetti e le-

gati tra di loro con un filo di seta dorato, erano tutta la sua vita,

tanto che Laurino faceva tagliare mano destra e piede sinistro

a chiunque osasse reciderne uno.Oltre che dei suoi fiori, il piccolo grande re si innamorò, come

spesso accade, della bella principessa del castello vicino, Simil-

de, tanto che decise di rapirla e di portarla al suo castello, per

farla vivere tra gli agi, ma in prigionia. Sennonché il fratello di

Similde, disperato per la perdita dell’amata sorella, chiamò in

aiuto altri cavalieri e il re dei Goti con i quali si mosse alla volta

del castello di Laurino per liberare Similde. Fu così che si ar-

rivò alla memorabile lotta, senz’altro impari, tra il piccolo re e

i giganteschi invasori. Non ci furono speranze per Laurino che

dovette soccombere alla forza del nemico, ma, prima di morire

riuscì ancora ad esclamare le fatidiche parole: “Che né alla

luce del giorno, né nelle tenebre della notte, nessuno possa

mai più godere dello splendore del mio giardino!”. Aveva di-

menticato, il povero Laurino, di menzionare anche quel parti-

colare momento della giornata in cui il giorno lascia posto alla

notte. Una vera fortuna! Da allora, infatti, in certi tramonti, il

Catinaccio, che in tedesco si chiama Rosengarten (giardino di

rose), si incendia di stupende tonalità rosate che si riflettono

nell’azzurro del cielo. Uno spettacolo sempre emozionante,

come la storia del piccolo re.

raccontato da Martin Bertagnolli

Page 12: SMG Info Marzo/Aprile 2010

Pagina 12 | Sui mercati

In caso di mancato recapito restituire al CPO di Bolzano.Bei nicht erfolgter Zustellung wird die Zeitschrift an das OZP Bozen geliefert.

SMG Info

Alto Adige Marketing S.c.p.a.Piazza della Parrocchia, 11 - I-39100 Bolzano

Direttore responsabile: Reinhold MarsonerRedazione: Martin Bertagnolli, Maria C. De Paoli, Jasmin MathàLayout: Lukas NaglerTraduzioni: Paolo FlorioFoto: Shutterstock, Lukas Nagler, Getty imagesStampa: Karo Druck sas, Pillhof 25, 39057 FrangartoSe non desidera ricevere più questa rivista è suffi ciente inviare una disdetta contenente il proprio indirizzo a [email protected] presso il Tribunale di Bolzanon. 7/2005 del 9 maggio 2005

Post

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A proposito di larve, crisalidi e farfalle – Con il numero che state sfogliando, SMG Info si congeda dopo sei anni di vita.

A maggio arriverà M-il magazine per il Destination Marketing, edito da Alto Adige Marketing. Se si tratterà effettivamente di una boccata d’aria

nuova oppure saremo di fronte all’ennesima minestra riscaldata, sarete voi – cari lettori – a deciderlo. Cosa vi aspetta? Una grafi ca rinnovata

e accattivante, certo, ma anche un approfondimento redazionale su tematiche turistiche importanti, di rilievo sia globalmente che per l’Alto

Adige. Tendenze e dati saranno accompagnati da infografi che chiare. E daremo tanto spazio alle immagini, che spesso esprimono molto di più di

quanto possano fare le parole.

MeditazioniMailbox Metro

Monitor Menti Mosaico

Movimento Mercato