Smart working: 5 buone ragioni

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Smart Working5 buone ragioni

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Lo so, quando hai letto il titolo devi aver pensato:“Ancora? Ormai lo Smart Working è realtà, basta parlarne!”.

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In parte non posso darti torto, anche a livello legislativo ormai sono state varate norme che regolamento un approccio più flessibile a modalità e luoghi di lavoro; in più vi sono diverse aziende innovative e di certa fama che attuano pratiche (lavoro da casa, orario flessibile…) eccellenti in tal senso.

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Ma questo non significa che lo smart working abbia permeato nel profondo il tessuto imprenditoriale italiano: esistono ancora molte realtà legate alla presenza fisica in sede (ovviamente non parliamo di quelle aziende in cui questo è imprescindibile) od inflessibili per quanto riguarda l’orario di lavoro.

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In molte organizzazioni è ancora radicata l’idea che maggiore libertà significhi minor rendimento, che chi lavora da casa passi in realtà la giornata a guardare la televisione in pigiama, fingendo di lavorare.

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Anche laddove pratiche di flessibilità vengono attivate, si tratta più spesso di taciti accordi tra un manager ed il suo team e nulla viene regolamentato da policy aziendali a livello corporate.

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Cambiamenti nel mondo del lavoro, dovuti a fattori tecnologici, geografici e demografici, rendono ogni giorno più anacronistico un approccio tradizionale: se le organizzazioni vogliono mantenere il loro successo, devono uscire dal guscio senza paura ed abbracciare la novità apertamente.

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Non sei ancora convinto?Ecco 5 buone ragioni.

(Dopo averle lette non potrai che condividere il nostro punto di vista).

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Fa crescere il businessUn approccio più flessibile all’organizzazione del lavoro ha effetti diretti su aspetti che sembrerebbero scollegati: aiuta le aziende ad attrarre i talenti migliori per esempio, ma soprattutto consente di fornire ai propri clienti un servizio di supporto più presente: ha davvero senso lavorare dalle 9 alle 18 se la tua attività prevede la fornitura di un servizio h24 in parti del mondo con diversi fusi orari?

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Attrae il talento

Molti annunci di lavoro sono piatti e banali, poche aziende si impegnano per raccontarsi e mostrare i benefit ed i vantaggi che ha un loro dipendente. Le altre si tagliano fuori dal mercato dei migliori candidati per mancanza di chiarezza sul ruolo ed i benefici annessi, disincentivando le candidature.

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Diverse ricerche mostrano invece quanta importanza venga data, ogni giorno di più, dalle persone talentuose ad una posizione che assicuri equilibrio tra lavoro e vita privata. Ecco perché attivare pratiche di flessibilità può agevolarti nell’attrarre le persone più competenti e motivate.

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Accresce il coinvolgimento dei dipendenti

Se ad un collaboratore viene offerta flessibilità di luogo ed orario di lavoro, ti ripagherà con lealtà, entusiasmo ed impegno. Questo perché equivale a mandare un messaggio al proprio team dicendogli che li vediamo come persone e che vengono comprese le loro esigenze extra-lavorative.

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Incontra le esigenze dei millenials

La generazione Y è sempre più presente nel mondo del lavoro, mostrando una forte attenzione per l’equilibrio tra vita professionale e privata; per questo la flessibilità è per loro un elemento chiave. Si aspettano di poter utilizzare la tecnologia come la utilizzano nel privato, con la possibilità di lavorare ovunque ed in qualunque momento.

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Trattiene le figure senior

Dall’altro lato della scala aziendale siedono i baby boomers, e l’azienda non può ignorarne le esigenze. Figure fondamentali per il business, più il tempo passa, più faticano a conciliare il lavoro con le responsabilità della vita famigliare (figli, nipoti, genitori anziani…). È necessario impostare una cultura aziendale aperta in cui ciascuno si senta supportato e che incentivi pratiche per semplificare la conciliazione lavoro-vita privata.

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