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Slow journalismIl tempo e lo spazio nel giornalismo digitale #IJF13

Di Andrea Iannuzzi @aiannuzzi

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Introduzione

Il passaggio da analogico a digitale ha cambiato i concetti di spazio e tempo e con essi il modo di fare giornalismo

SPAZIO: da limitato a illimitato per capienza e dimensioni

TEMPO: informazioni e relazioni da sincroniche a diacroniche

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Fast journalism vs slow journalism? BIT volant, molecole manent (o viceversa?) Ieri, oggi, domani (stampa) vs “eterno presente” (web) Breaking news vs contenuti permanenti Social news: l’arte della manutenzione della notizia Esiste l’archivio digitale? Criticità: diritto all’oblio, testamento digitale, filter

bubble Accessibilità e accesso Conclusioni

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Bit volant, molecole manent “Newsosaurs”: conta solo stampa, web come

narrazione orale

Ma i bit sopravvivono all’usura del tempo, la carta no

Le notizie in rete “volano” ovunque, quelle stampate restano ferme

Esempio: il Guardian ottiene ottimi risultati da edizione Usa e ha aperto in Australia

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Ieri, oggi, domani vs eterno presente

Per i quotidiani vale regola “ieri per chi legge”: ciò che accade oggi sarà letto domani quindi diventa ieri

On line: articolo pubblicato e indicizzato può essere letto fuori contesto a distanza di giorni, mesi, anni

Fast: notizia “vecchia” riesumata come “nuova” Slow: notizia contestualizzata e aggiornata

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Breaking news vs persistenza

lanci agenzia, tweet, ultim’ora: fast journalism vs contenuti creati restano di default per sempre

strillo homepage (fast / refresh): non persistente vs dettaglio articolo (slow / permanent link): persistente

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Sincronia vs diacronia La carta (analogico) fissa e correla notizie nello stesso

istante, come una fotografia Il web (digitale) tratta le informazioni in un arco di

tempo, come un film

Anche relazioni sociali in rete sono diacroniche, ad esempio una conversazione su facebook

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Social news: l’arte della manutenzione della notizia Quando si mette ultimo punto ad articolo scritto, lì

comincia nuova vita della notizia e nuovo lavoro del giornalista (marco pratellesi)

Condivisioni su s/n, Ugc, correzioni, modifiche, integrazioni, trasformano la notizia originale e ne aumentano il valore, anche in clic

Seguire sviluppi e fare manutenzione notizia significa passare da sincronico a diacronico

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Esiste l’archivio digitale? Archivio analogico: luogo di conservazione del

passato (biblioteca, museo) sincronico

Archivio digitale: contenuti sempre presenti correlati da link, categorie, tassonomia (diacronico)

Quando si chiude sito Internet tutti i contenuti spariscono: non c’è archivio del passato in rete

Immaginare luoghi della memoria digitale

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Criticità / 1: il diritto all’oblio Il passato persiste e ritorna come eterno presente

scomodo, parziale o non veritiero con un clic

Garante privacy obbliga aziende editoriali ad aggiornare archivi on line con sviluppi notizia

Giornalismo fast: non verifica aggiornamenti Giornalismo slow: distingue info utili e tralascia il

resto

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Criticità / 2: dopo di noi contenuti digitali ci sopravvivono: che ne sarà di

loro? Parole, musica, foto, contatti su facebook: a chi appartengono quando non ci siamo più? Chi può gestire profili al posto nostro?

Testamento digitale? Google consente di dare disposizioni per gestire account post mortem

Giornalismo fast: saccheggia profili post mortemGiornalismo slow: rispetta privacy e deontologia

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Criticità / 3: la filter bubble

“Su internet siamo prigionieri di bolle invisibili” (Eli Pariser). Filtri creati da motori di ricerca e s/n sulla base del tracking e dei nostri dati

Rischio omofilia: siamo circondati solo da contenuti e persone più simili e omologati al nostro grafo sociale

Giornalismo fast: si limita a ricerca omologata Giornalismo slow: cerca di sgonfiare bolla

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Accessibilità e accesso

I processi di digitalizzazione hanno reso accessibili sul web quantità enormi di informazioni

Solo una minima parte del materiale on line viene effettivamente raggiunto dall’utente

Il senso del giornalismo (slow) sta nel colmare il gap tra accessibilità e accesso

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Conclusione

Fast o slow journalism? Gli aggettivi nel giornalismo spesso sono superflui. Le modalità possono essere diverse, ma….

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Le parole per dirlo

“I’m there, you’re not: let me tell you about it” (Jay Rosen)

“If something interests me and it’s both timeless and timely, I write about it” (Maria Popova)

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Ringraziamenti

Federico Badaloni @fedebadaloni - per le sue tips, la fratellanza e la pazienza

Mario Tedeschini Lalli @tedeschini - per i suoi insegnamenti e la visione non mainstream

Dino Amenduni @doonie – per le sue provocazioni stimolanti e per questo powerpoint

Gli amici di AZO – ma non chiedetemi perché e chi siano