Slide x esame Tecnico qualificato in tatuaggio
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Debora CrudeliTecnico Qualificato in TatuaggioMATR. 2013MS0212
Ho intrapreso questo percorso per ottenere la qualifica necessaria a rendere una
professione quella che è sempre stata
una passione.
La passione è iniziata così…
Giocando con le bambole ho iniziato a decorarne i corpi…
Ho 37 anni, sono da sempre affascinata dal mondo del tatuaggio e dai suoi “abitanti”, da bambina decoravo le bambole tatuandole con i pennarelli, osservavo con stupore e meraviglia i pochi tatuaggi che decoravano i corpi delle persone . Ho sempre saputo che mi sarei fatta tatuare, volevo avere a tutti i costi quella magia sul corpo! Ho frequentato il Liceo Artistico e poi l’Accademia di Belle Arti, finalmente 18enne ho provato sulla mia pelle il primo tatuaggio e da allora ho iniziato a cercare la strada per imparare a tatuare. Nel ’98 grazie ad un amico che stava tatuando da qualche anno ho potuto sperimentare per la prima volta la sensazione di tatuare. L’emozione è stata fortissima, non dimenticherò mai l’emozione nel sentire la vibrazione della macchinetta, il suono, la magia dell’inchiostro che restava “per sempre” sulla pelle.
E’ stato amore
Ho intrapreso altre strade,Relegando il tatuaggio al solo ruolo di hobby, come passione personale,per entrare nel mondo del lavoro, senza tuttavia tralasciare il sogno di vedere prima o poi coesistere passione e professione
Lavoro eseguito su ecopelle durante il corso.
Percorso FormativoDurante lo svolgimento delle attività previste per la formazione ho approfondito sia gli aspetti tecnici che quelli igienico sanitari.Ho provato e sperimentato su ecopelle, con la supervisione dei professionisti del settore.
Lavori eseguiti su eco-pelle
Ho effettuato il periodo di stage previsto presso l’azienda Hard Color di Patrizio Marchini Pegollo.
Esperienza fondamentale per vivere concretamente il lavoro in studio acquisendo competenze di accoglienza cliente,allestimento e riassetto banco di lavoro
Oltre agli aspetti igienico-sanitari e tecnici del tatuaggio è fondamentale l’ascoltodel cliente, al fine di accompagnarlo lungo il percorso che si concluderà con il trasferire su pelle il disegno che è l’espressione (impressione, nel senso di imprimere)del desiderio che l’ha spinto ad entrare nello studio.
Hard Color Tattoo
Partendo da una foto…
Disegno…
Ed elaboro un’idea per tatuaggio
La figura della donna nella storia del tatuaggio
Nella società moderna, in un passato recente, si è visto il tatuaggio come fenomeno maschile, simbolo per eccellenza (per difetto sia ben inteso!) di carcerati e marinai.
Approfondendo gli aspetti storici, sono rimasta ha stupita nell’apprendere quanto sia antico, e assai più positivo il significato del tatuaggio, e di quanto la donna abbia partecipato in parte attiva, in veste di tatuata e di tatuatrice.
Nella Cina Imperiale alle ragazze in età da marito venivano tatuati sul viso disegni di fiori o animali
finemente eseguiti
Le spose vengono tatuate in occasione delle nozze a Formosa e in Nuova Zelanda dove le donne che non hanno un particolare tatuaggio
praticato dalla sacerdotessa non possono sperare nella pace eterna
Curiosando qua e là …
Il ritrovamento della principessa di Ukok, databile intorno al 500 A.C., ci mostra il Tatuaggio di un animale immaginario, cervo-grifone, di un alto livello artistico.
I contadini Egiziani ed i nomadi
Musulmani tatuano sia le donne che i
bimbi molto belli con piccoli
cerchietti o sottili linee verticali sul mento e al centro
della fronte
In BIRMANIA, abbiamo una leggenda ripresa in due epoche diverse, la prima
datata 1455 e la seconda ripresa nel 1936, dove venne imposto il tatuaggio sulle
natiche come cura contro l’omosessualità maschile.
(Entrambe ritenute poi improbabili dagli studiosi birmani)
In GIAPPONE gli Ainu praticavano tatuaggi sacri alle donne.
Ne abbiamo notizia fin dal 1550.Venne poi proibito nel 1920.
Erano tatuate dagli 11 anni fino ai 21.Si tatuavano intorno alla bocca
e sulle labbra delle linee bluastre molto simili a baffi.
Ritenevano che i tatuaggi le avrebbero protette
dagli spiriti malvagi.
Per le donne del Borneo era simbolo di appartenenza alla tribù e garantiva l’accesso
al mondo dei morti.Secondo i Kayan i tatuaggi fungevano da
"torce" nel mondo dei morti, e in loro assenza gli
spiriti avrebbero vagato nel buio totale.
Il tatuaggio era un privilegio per le donnedelle classi superiori.Questa operazione, che iniziava quando la ragazzina aveva dagli otto ai dieci anni, veniva compiuta nell'arco di circa quattro anni.Le donne erano sempre tatuate da altre donne.
Ad una giovane schiava era concessa solo una linea
sottile lungo le gambe.
Una ragazza libera, di classesociale inferiore, potevaottenere un tatuaggio
più elaborato.
La fìglia di un capo veniva tatuata in modo molto elaborato sugli
avambracci, il dorso delle mani, dalla parte alta delle
cosce fino a sotto le ginocchia e sul dorso
dei piedi.
I tatuaggi erano diversi uno dall'altro, ma i simboli erano
collocati quasi sempre nella stessa
posizione.
Sempre legato alla donna è l’origine del tatuaggio delle Isole Marchesi, dove una leggenda narra del giovane Hamatakee che per riconquistare la moglie segue il consiglio del Dio Tu e si fa tatuare l’intero corpo per apparire più affascinante
Le donne portavano solo piccoli segni intorno alle labbra, alle orecchie e soltanto le più ricche ed eleganti sulle gambe e gli
avambracci. Era un ornamento molto apprezzato, tanto che chi non ne aveva veniva disprezzato, e chi ne era coperto veniva considerato molto
affascinante ed elegante.
Nella società Maori venivano tatuate le ragazze di famiglia nobile. Quelle che non avevano tatuaggi intorno alle labbra erano considerate Poco attraenti
Gli schiavie gli appartenentialle caste piùbasse non avevano ildiritto di farsitatuaggi.
Le donne della
Papua-Nuova Guinea sono tra le poche a praticare ancora il tatuaggio facciale.
Nell’antichità era un rito il cui scopo era comunicare
il passaggio dall’infanziaalla pubertà.
Oggi le donne Maisin si tatuano per “orgoglio
etnico", ossia per sottolineare
l'appartenenza alla loro tribù e per mantenere viva
la loro origine culturale.
Ogni anno le ragazze che hanno
raggiunto la pubertà vengono portate dai
genitori a casa della tatuatrice poiché il
tatuaggio Maisin è praticato solo da
donne su altre donne, dove rimangono
finché il lavoro non è finito.
L'India ha un'antica tradizione per i
tatuaggi tribali femminili, fa
tti dalle donne
sulle donne: sono tatuaggi molto
semplici, piccoli disegni tribali di figure
composte da tanti piccoli puntini che
rappresentano divinità, fiori o simboli
legati alla vita domestica. Questi tatuaggi
facevano parte dei riti di iniziazione in cui
le donne fin da bambine venivano
preparate al matritmonio.
Sempre in India i tatuatori professionisti e ambulanti, sia uomini che donne, fanno propri gli strumenti ed i soggetti del tatuaggio occidentale riproponendoli in modo personalizzato, creando così una fusione tra le due culture, quella più diffusa occidentale e quella indiana.
Presso i Nuba possiamo osservare la pratica della scarificazione; diversamente il solo inchiostro nero sulla loro pelle scura non darebbe l’effettovoluto..
I tatuaggi venivano eseguiti da donne sulle donne,facevano parte di un rituale iniziatico che segnale tappe fondamentali dell’esistenza.Solo il primo veniva eseguito in pubblico, intornoai 10/11 anni della ragazza. Gli altri venivano praticati in luoghi appartati e potevano assistervisolo le altre donne della famiglia.
I tatuaggi nel Nord Africa oltre al valoreestetico hanno lo scopo di preveniree guarire le malattie
Presso il Santuario di Loreto, alle spose venivatatuato, come segno di augurio e di promessa, il simbolo dello Spirito Santo, alle vedove un teschio con le tibie incrociateoppure la scritta “memento mori“ e, sotto, ilnome del defunto.
Credo che l'evoluzione abbia portato al tatuaggio moderno, contemporaneo, la libertà di scelta di riceverlo o meno, un tempo era imposto dai riti di passaggio previsti dalla tribù-società di appartenenza; era un privilegio delle classi alte, dei ricchi, in un passato recente è stato, all'opposto, simbolo di disagio, di appartenenza ai margini della società.Abbiamo creduto il tatuaggio espressione di libertà, di appropriazione del proprio corpo, legato profondamente all'individualità conquistata e (di)mostrata.
E'lo specchio della nostra società.Individualista.
Oggi ci si tatua per rafforzare un concetto, un proprio credo, un'idea.Quindi, come nel passato, racconta chi siamo.Oggi ci si tatua liberamente, non c'è un rito di passaggio imposto dalla tribù. Concluderei quindi dicendo che la vera differenza è che oggisi può NON tatuarsi!
Bibliografia AA.VV., TATUAGGIO in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, 1937. Pironti Matteo Francesca Frigerio , Il
tatuaggio,soggetti,stili,modelli. De Vecchi editore milano 1995 Betti Marenko, Segni indelebili - Materia e desiderio del corpo
tatuato, Milano, Feltrinelli Editore, 2002. ISBN 9788807103339. Caterina Pigorini Beri, I tatuaggi sacri e profani della Santa Casa
di Loreto, rist. anast., Livi [1889 S. Lapi tipografo – editore], 1994. ISBN 9788879690478.
Gippi Rondinella, Il Segno di Caino - Ricognizione sulla controversa arte del tatuaggio, 1ª ed., Terni, Alterocca Editore, 1985.
Luisa Fercioni Gnecchi, Tatuaggi - La scrittura del corpo, Venezia, Mursia, 1994. ISBN 9788842517672.
Andrea Palmeri, Tatuaggio. Dalle origini ai giorni nostri, Massa, Eclettica, 2011. ISBN 9788890416880.
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