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6‐05‐2011
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Sicurezza dell’operatore e sicurezza dell’utente Le norme sulla sicurezza sono
stabilite dalla Legge D.Lgs. 81/08 Legge che regolamenta anche la
movimentazione manuale dei carichi
Ora andiamo ad analizzare alcune caratteristiche della legge e le strategie da utilizzare per applicarla nella sede di lavoro dell’OSS.
Seguendo le direttive per salvaguardare la salute dell’operatore, nell’atto professionale di mobilizzare le persone, è stata definita una tecnica detta Buona Tecnica.
La Buona Tecnica è l’insieme delle strategie per poter svolgere il lavoro di mobilizzazione in ambito di sicurezza
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La mobilizzazione dei corpi viene chiamata movimentazione manuale di carichi (MMD) è una delle attività più diffuse nel mondo del lavoro ed è
una di quelle a maggior rischio d’infortunio
La mobilizzazione dei corpi viene chiamata movimentazione manuale di carichi (MMD), è una delle attività più diffuse nel
mondo del lavoro ed è una di quelle a maggior rischio d’infortunio
Movimentazione manuale carichi: Si intendono per movimentazione manuale di carichi quelle operazioni di
trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere,
tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche
sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari.
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I rischi d’infortunio nella movimentazione manuale di carichi sono elevati così come i danni che eventualmente ne derivano.
Gli infortuni dovuti a tale attività sono in molti casi banali, ciò non toglie che dopo tali infortuni i lavoratori possono accusare traumi/dolori e assentarsi dal lavoro per periodi anche lunghi con importanti ripercussioni sui conti economici dell’azienda.
Le patologie muscolo-scheletriche della colonna vertebrale rappresentano “le più importanti cause di inabilità e assenza dal lavoro per malattia nei Paesi industrializzati”.
Gli elementi da valutare nella movimentazione manuale carichi:
La movimentazione manuale di un carico può costituire un rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari per via di:
1. Caratteristiche e tipologia del carico
2. Caratteristiche del movimento effettuato
3. Caratteristiche dell’ambiente di lavoro
4. Fattori individuali di rischio
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1. Caratteristiche e tipologia del carico
non troppo pesante, ingombrante, difficile da afferrare, in equilibrio instabile,
collocato in una posizione tale per cui può essere tenuto o maneggiato vicino al tronco e non necessiti di torsioni
2 Caratteristiche del movimento corretto effettuato:
sforzo fisico non eccessivo, frequente o prolungato,
effettuato senza movimenti di torsione del tronco, o movimenti bruschi;
pause e periodi di recupero fisiologico sufficienti
distanze brevi di sollevamento, abbassamento o trasporto
Il ritmo del processo di lavoro modulato correttamente
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3. Caratteristiche dell’ambiente di lavoro:
spazio libero sufficiente per lo svolgimento dell'attività richiesta
pavimento eguale, quindi che non presenta rischi di inciampo o è scivoloso
posto o l'ambiente di lavoro che consentono al lavoratore la movimentazione manuale di carichi a un’ altezza di sicurezza o in buona posizione
4. Fattori individuali degli operatori per non correre rischi
Conoscenza delle proprie caratteristiche fisiche e capacità di movimento
indumenti, calzature o altri effetti personali adeguati
adeguatezza delle conoscenze, della formazione e dell’addestramento
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Per quanto riguarda Caratteristiche e tipologia del carico, quando esso è pesante, ingombrante, difficile da afferrare o in equilibrio instabile, le Istituzioni sono dotate di AUSILI perché gli operatori possano agire in sicurezza.
Ausili per il sollevamento:
sollevatori automatici a imbragatura (per paziente non collaborante), a fascia o verticalizzatore (per paziente parzialmente collaborante)
tavole e teli di scorrimento
cinture pelviche
piattaforme girevoli
giraffe o trapezi
Per la stabilità e la sicurezza negli spostamenti prolungati delle persone ci sono gli ausili per la deambulazione e la spinta:
carrozzine:
- per ambienti interni: con 4 piccole ruote
- per ambienti anche esterni: con 2 ruote posteriori più grandi
deambulatori o girelli
bastoni canadesi o a mano
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I requisiti per il miglior uso degli ausili, riguardano:
sicurezza,
comfort,
manovrabilità,
stabilità,
minimo ingombro,
resistenza e durata nel tempo.
Qualora un operatore valuti inadatte alcune caratteristiche dell’ausilio è tenuto a riferire al referente o a parlarne con il fisioterapista.
Per caratteristiche ed ambiente di lavoro si intendono spazi ed arredi che permettano l’utilizzo delle tecniche e degli ausili.
Gli spazi devono rispettare alcune misure di minima:
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DISTANZE MINIME DA GARANTIRE NELLE STANZE DI DEGENZA E NEI SERVIZI IGIENICI
cm. 90 cm. 90 cm. 90
cm. 120
VASCA
WC
cm.. 90 cm. 90 cm 90 cm 90
Per le CARATTERISTICHE DEL MOVIMENTO CORRETTO EFFETTUATO, si rispettano delle regole di ergonomia, e cioè di economia delle forze.
Un corpo è in equilibrio stabile quando:
1.Il centro di gravità o baricentro, cade all’interno ed è vicina alla base d’appoggio
2.La base d’appoggio è ampia
Più il corpo umano è in uno stato di equilibrio, meno deve attivare i muscoli.
Più sono attivi i muscoli più si irrigidiscono e più si creano tensioni nel corpo. Le tensioni e le rigidità muscolari sono diretta causa di dolori e patologie articolari.
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Il movimento è corretto se è eseguito col minimo di attività muscolare possibile.
Per realizzare tale condizione oltre alle caratteristiche del baricentro e della base d’appoggio già nominate, si utilizzano anche i seguenti accorgimenti:
Il corpo dell’operatore sia il più vicino possibile al corpo da spostare,
Il movimento realizzato sia nella stessa direzione dell’operatore,
Il peso da spostare venga portato verso l’operatore,
Il peso non sia sollevato perpendicolarmente al suolo se non in casi eccezionali,
Il peso sia spostato utilizzando più appoggi possibili e i movimenti in rotazione, per essere sostenuto solo in minima parte dalle braccia dell’operatore.
Sia utilizzata della forza degli arti inferiori spostando il peso da uno all’altro per evitare di sforzare schiena e braccia,
Venga mantenuta la flessione delle gambe per adattarsi velocemente alle variazioni di postura
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Tali caratteristiche riguardano il tipo di movimento effettuato ed il modo in cui l’operatore mantiene la postura da fermo.
Più l’operatore utilizza correttamente il proprio corpo e la propria forza, più è sicuro e stabile e più garantisce all’ospite sicurezza e stabilità.
In base a quanto detto è possibile stabilire se il movimento effettuato segue i principi di ergonomia anche considerando le caratteristiche dei MOVIMENTI SCORRETTI: Torsione del corpo Presa distante Presa con una sola mano Movimenti bruschi Contrazione eccessiva delle braccia e della schiena Sollevamento di un peso instabile Sollevamento di pesi per lunghi tratti Postura in flessione del tronco in presenza di carico
Ulteriore segnale di scorrettezza della postura e del movimento effettuato sono le percezioni soggettive dell’operatore:
Disagio o dolore immediati o a breve termine percepiti dall’operatore indicano che lo sforzo realizzato è eccessivo rispetto alle caratteristiche funzionali dell’operatore.
Ne consegue un rischio sia per l’operatore stesso che per l’ospite.
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Considerando le caratteristiche dell’ambiente di lavoro, oltre agli elementi già detti che riguardano la presenza di ausili, le dimensioni dell’ambiente, le caratteristiche quali scivolosità del pavimento, è necessario che tutto l’occorrente per l’attività che si va ad eseguire, sia a portata di mano.
Per quanto riguarda i fattori individuali degli operatori per non creare danno a sé e/o ad altri, l’operatore effettua costantemente una valutazione che comprende:
A. Conoscenza delle proprie caratteristiche fisiche e capacità di movimento.
B. Attenzione ad indumenti, calzature o altri effetti personali adeguati.
C. Adeguatezza delle conoscenze, della formazione e dell’addestramento
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A. Conoscenza delle proprie caratteristiche fisiche e capacità di movimento:
• l’operatore conosce i suoi punti di fragilità e le strategie motorie migliori per se stesso,
• riconosce i segnali del suo proprio corpo che indicano eccesso di sforzo o l’esecuzione corretta,
• nell’arco della giornata e al di fuori della giornata lavorativa, predispone tempi di recupero specifici per il riposo e la decontrazione della muscolatura della schiena. La postura che più permette tale cura di sé è: posizione supina, braccia leggermente abdotte e palmi verso l’alto, senza cuscino o solo con un piccolo rialzo dietro il capo, arti inferiori posizionati a 90° a livello di anca e di ginocchio con appoggio ampio (essere stesi a terra con gambe sopra il divano) fig.1. Il calore aiuta la decontrazione quindi l’ideale per sé è effettuare bagni caldi curando di essere il più possibile immersi e col capo appoggiato.
B. Attenzione ad indumenti, calzature o altri effetti personali adeguati:
l’operatore indossa abiti che gli permettono di eseguire le azioni in sicurezza e senza limitazioni od ostacoli.
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C. Adeguatezza delle conoscenze, della formazione e dell’addestramento:
L’operatore, in base alla formazione, effettua una valutazione delle situazioni per poter eseguire al meglio le azioni professionali.
VALUTAZIONE PER STABILIRE IL PROCEDIMENTO PER LA CORRETTA MOBILIZZAZIONE
Per poter eseguire la mobilizzazione correttamente, l’operatore:
1. raccoglie informazioni indirette riguardo l’ospite: cartella clinica, consegne, scale di valutazione… ed informazioni dirette dialogando con la persona, considerando le capacità con l’osservazione e la richiesta di movimenti attivi.
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2. Valuta il grado di collaborazione che può offrire:
COLLABORANTE: persona abbastanza coerente, orientata e sufficientemente attiva da compiere atti in autonomia.
PARZIALMENTE COLLABORANTE: persona con capacità compromesse su ogni piano, ma che ha parziali possibilità di risposte corrette.
NON COLLABORANTE: persona che non ha la possibilità di partecipare alle attività proposte.
3. Decide il tipo di spostamento da eseguire
4. Predispone il materiale necessario o gli ausili adatti
5. Si posiziona correttamente controlla di avere sufficiente spazio per il movimento da effettuare
6. Si assicura di avere la collaborazione di un collega se è necessario e si accorda con lui riguardo le manovre da eseguire ed i tempi
7. Pone attenzione ai possibili movimenti scorretti e ricerca le strategie per la corretta esecuzione dell’azione per tutta la durata dell’azione
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8. Nel contatto con la persona utilizza le prensioni utilizzando le proprie braccia e non solo le dita,
9. Fa attenzione a non afferrare la persona sotto le ascelle.
La valutazione eseguita dall’operatore permette di stabilire il procedimento per mobilizzare l’ospite. L’operatore considera l’insieme delle regole per la corretta movimentazione dei carichi realizzando così Buona Tecnica.
LA VALUTAZIONE SERVE PER DEFINIRE IL PROCEDIMENTO PER LA MOBILIZZAZIONE. IL PROCEDIMENTO DI MOBILIZZAZIONE VIENE EFFETTUATO CON LA BUONA TECNICA
Tale tecnica consiste nell’insieme di accorgimenti da utilizzare al fine di mantenere la sicurezza dell’operatore e la conseguente sicurezza dell’ospite durante ogni tipo di mobilizzazione.
La Buona Tecnica è l’applicazione della legge 81/08 che permette di compiere azioni professionali nel rispetto di se stessi, della persona che necessita di cure e dell’impegno lavorativo assunto.
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PUO’ SUCCEDERE CHE IL PAZIENTE:
NON CAPISCA LE ISTRUZIONI; NON VOGLIA ESEGUIRLE; POSSA SCIVOLARE; POSSA PROVARE UN DOLORE IMPROVVISO; POSSA PROVARE PANICO; ABBIA UN MALORE; ABBIA PROBLEMI IGIENICI; SI AGGRAPPI ALL’OPERATORE PER LE RAGIONI DI CUI SOPRA.
Quindi effettuare le manovre in sicurezza comprende sempre un alto livello di attenzione.