Slegare la mobilità sociale -...

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Franco Miano' Slegare la mobilità sociale Dai lavori dell'assemblea tematica, di cui va segnalato il clima di attenzione e di ascolto reciproco, la partecipazione attenta da parte di circa 150 persone, laici (molti giovani), sacerdoti, religiosi, vescovi, con 74 interventi puntuali e rispettosi dei tempi stabiliti, è emerso con chiarezza che i cattolici oggi nel nostro paese sono particolar- mente attenti alle dinamiche nuove della vita sociale, aperti verso forme nuove di mobilità che sappiano tuttavia salvaguardare l'atten- zione ai poveri e a coloro che hanno meno risorse, nella prospettiva di un nuovo modello di sviluppo in cui siano coniugate crescita e soli- darietà. In questo senso l'assemblea tematica, dedicata all'approfon- dimento delle due questioni specifiche relative ad aspetti della vita universitaria e del mondo delle professioni, ha inevitabilmente e naturalmente riflettuto in senso più ampio sulle caratteristiche della mobilità sociale nel nostro paese, nella pluralità dei suoi aspetti pro- blematici e insieme positivi, specie con il riferimento particolarmen- te sentito alla vita delle famiglie, delle donne e dei giovani, alla deli- catissima questione del lavoro, al rapporto Nord-Sud e all'unità del- l'Italia. In questo sensrl una prima utile e feconda prospettiva di sintesi dei lavori dell'assemblea tema tic a è stata offerta dal prof. Mauro Magatti, relatore dell'area, anche alla luce dell'interazione con le riflessioni proposte dai partecipanti, attraverso il binoÌnio slegare- rilegare, laddove lo slegare ha richiamato la necessità di sciogliere i nodi problematici, a vario titolo rappresentati, che rallentano lo svi- • Presidente dell' Azione cattolica italiana. 313- -

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Franco Miano'

Slegare la mobilità sociale

Dai lavori dell'assemblea tematica, di cui va segnalato il clima di attenzione e di ascolto reciproco, la partecipazione attenta da parte di circa 150 persone, laici (molti giovani), sacerdoti, religiosi, vescovi, con 74 interventi puntuali e rispettosi dei tempi stabiliti, è emerso con chiarezza che i cattolici oggi nel nostro paese sono particolar­mente attenti alle dinamiche nuove della vita sociale, aperti verso forme nuove di mobilità che sappiano tuttavia salvaguardare l'atten­zione ai poveri e a coloro che hanno meno risorse, nella prospettiva di un nuovo modello di sviluppo in cui siano coniugate crescita e soli­darietà. In questo senso l'assemblea tematica, dedicata all'approfon­dimento delle due questioni specifiche relative ad aspetti della vita universitaria e del mondo delle professioni, ha inevitabilmente e naturalmente riflettuto in senso più ampio sulle caratteristiche della mobilità sociale nel nostro paese, nella pluralità dei suoi aspetti pro­blematici e insieme positivi, specie con il riferimento particolarmen­te sentito alla vita delle famiglie, delle donne e dei giovani, alla deli­catissima questione del lavoro, al rapporto Nord-Sud e all'unità del­l'Italia.

In questo sensrl una prima utile e feconda prospettiva di sintesi dei lavori dell'assemblea tema tic a è stata offerta dal prof. Mauro Magatti, relatore dell'area, anche alla luce dell'interazione con le riflessioni proposte dai partecipanti, attraverso il binoÌnio slegare­rilegare, laddove lo slegare ha richiamato la necessità di sciogliere i nodi problematici, a vario titolo rappresentati, che rallentano lo svi­

• Presidente dell' Azione cattolica italiana.

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luppo stesso della vita sociale.e il rilegare ha unificato tutti quel, rimenti positivi tesi a rigenerare legami buoni e a costituirne di II I e significativi.

A partire dalla considerazione condivisa di un'idea di crescit .. non può coincidere esclusivamente con l'aumento del PIL. ma I che fare con il desiderio di vila di ciascuno, ed è bene collettivo qUI do apre la possibilità a tutti di realizzare le proprie aspirazioni, SOlITI emersi Ire ambiti in cui si può declinare il binomio slegare-rilegaI'

l. Slegare le capacità, cioè favorire tutto ciò che valorizza illlHll to e la qualità del contributo di ciascuno nella stretta connessioll ti III bene di tutti, naturalmente senza avallare forme di legittimazion dell'esclusione sociale. «Rilegare» invece, legare nuovamentè in~l me le condizioni di base della vita comune e della vita democratlQ una cultura della legalità e delIe regole, un senso vivo della giuslì~ì sociale, una chiara opposizione a ogni forma di corruzione e cri ",) nalità . In breve, nell'un caso come nell'altro: mettere le persone nell condizione di provarci.

2. Slegare il mercato, in quanto aiuta a moltiplicare le opportunith (ad es. pensando a forme di accesso privilegiato al credito in da situazioni), ma «rilegare un nuovo patto sociale» quale condizion perché il rischio del cambiamento sia condiviso dalla collettivilh, valorizzando la creatività e la partecipazione e la responsabilità dcII", comunità,

3. Slegare la vi/a, creare le condizioni perché ciascuno possa sco­gliere come orientare la propria vita. «Rilegare»: rivitalizzare i luo­ghi dell'abitare, dell'accogliere e dell'accompagnare.

A partire di qui emergono un secondo gruppo di consideraziOlii . ti quadro delle q uestioni legate alla mobilità sociale interpella diret­tamente la nostra coscienza ecclesiale, provoca la comunità ecclesia­le a mettere in discussione se stessa e ritrovare quelle risorse più pre­ziose che può attingere a piene mani al suo prezioso patrimonio di fcde e di umanità. E la prima risorsa sono le persone di cui prender­si cura a lutti i livelli, mantenendo viva l'attenzione. affinché proprio nei processi di mobilità sociale non vengano a essere stritolate, bensì ii essere adeguatamente valorizzate.

Parlare di persone vuoI dire prima di lutto, per la comunità eccle­siale. avere attenzione ai poveri, a coloro che possono facilmente essere oggetto di discriminazioni, ai momenti di fragilità in cui cia­scuno di noi può trovarsi, a coloro che rischiano di pagare più cari i

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1IIIil i di una società caratterizzata dalla mobilità. Nello stesso tempo Illh ln n: di persone vuoi dire impegnarsi in esperienze di vita comu­Illl IIl'in che sappiano offrire luoghi e momenti di discernimento alla IlWo ddla parola di Dio, impegnarsi in ordine all'accompagnamento I/lpl'nlc c spirituale.

Non siamo fuori tema, ma al cuore del nostro impegno. Se è vero lo IIlldiamo incontro a una società caratterizzala da una mobilità lSl:cntc, ci siamo domandati, le comunità cristiane sono in grado di

11( II\!cggiarne le sfide superando un approccio difensivo? La consa­volczza di avere un ruolo profetico da giocare in questo ambito si

\11I:ocia alla necessità di sottoporre a verifica l'impostazione cultura-c gli strumenti operativi di cui ci serviamo, valorizzando LUtte le

Ws'rc potenzialità di impegno per le persone. Consideriamo ad esempio la dimensione di apertura insita nella

1)loiczione universale della Chiesa caltolica: quanti percorsi la crea­/lvi,:' delle Chiese particolari può sperimentare per aumentare le OPPllrtunità che i nostri giovani hanno di conoscere il mondo e di ;/"csccre in consapevolc7..za delle differenze e imparare a non aver p/lllra degli altri?

I percorsi di accompagnamento spirituale e di discernimento che le nostre comunità oCfrono sono limita li all'esperienza dei giovani "cfltro il mondo aggregativo e finiscono sulla soglia del loro ingres­~() ileI mondo degli adulti? Siamo in grado di proporre un approccio vocazionale alle scelte di studio e di lavoro? Riusciamo a rimanere 1111 punto di riferimento per i giovani che si spostano per motivi di studio c di lavoro? Siamo in grado di alimentare un senso alto della professionalità. rivolto al bene comune, segnato da una dedizione piena? Chiediamo a ciascuno di saper andare conlrocorrente nelle ...celte di vita, ma siamo presenti e disponibili a sostenere chi le Ca? Se 1I0n saremo in grado di spendere in questo ambito le stesse risorse che investiamo nella liturgia e nella catechesi, ciascuno nel nostro ambito feriale, siamo sicuri di poter essere credibili nella nostra aspi­razione di incidere pubblicamente?

Queste domande rappresentano questioni aperte che diventano prospellive di impegno. Occorre dunque lavorare assieme perché maturino le condizioni per un atteggiamento proatlivo e non reatti ­va al tema della mobilità sociale, per una mobilità che non sia impo­sta ma che moltiplichi le opportunità per tutti. Ecco allora, in terzo luogo, il riferimento ai due ambiti affidati alla nostra assemblea

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tcmatica ora più adeguatamente illuminati dal richiamo a sentire comune appena indicato,

Condivisa è apparsa la convinzione dcll'università conIO Uft luogo e un tempo decisivi . un 'csperienza centrale insomma per rll~n rire c o rie nl are positivamente la mobilit à socia le. E diffusa è Slitti. I,. conside razione della necessità di prendersi cu ra dell'univc rsit h lini liana per sostenere con forLa il suo co ntributo alla vita dc i l)llOW attraverso un'adeguata valorizzazionc della ricerca, della moblllIft della co noscenza stessa, una diversa interazionc contempor:illù!1 mente con il territorio e con il mondo intero, una più signific:tt ivii comunicazione fra docenti c studenti, In particolare va s0l1olincI1I11 la necessità di ripensare \"idea stessa di università a partire dalrilll (! ' ro sistema paese: ciò significa met tere in cvidenza l'importanza di tll! legame diverso e comunque più stretto fra scuola (c anche forni li zionc professionale) e unive rsità , e operare perché diminuisco. IiI distanza fra università e mondo dci la voro. Na turalmente tutto <iu~ sto implica un profondo ca mbiamento di mentalità sia da parte dcllh politica . che deve investire sull 'uni versità attraverso una rinessiono se non di lungo almeno di medio termin e. sia da parte delle VllrlQ compo nenti dci mondo universitario. chiamate ad avvenire con piO fa rLa il se nso vivo di un compito dell'università rivolt o al bene comu ne del paese. Sorge allora la necessità di int errogarsi in mexlhJ approfondito sul sign ificato che oggi riveste l'autonomia uni ve rsill\' ria, sulle ca ratteristiche de l finanziame nto agli atenei, sul reclOla· mento dci docenti. sulla strutturazione dell 'offerta formativa in rela· zione ai lerritori c a l mondo del la voro, su lla questione del valore legale del titolo di sludio, sulla govermlllce degli atenei. sul modo di intende re il meri to e la valutazione. Te mi questi che sono stati anron­tOlti da angolature diverse da i partecipanti intervenuti durant e l'as­semblea tematiea. non sempre concordi neJro rienta mento da assu­mere su queste ultime questioni indicate.

Un altro ambito fondamentale in cui vengono messe alla prova' le ca ratteristiche della mobilità sociale oggi è costituito dal mond~ delle professioni. che vede 1:1 fati ca dci giovani a inse rirsi al suo inter­no a ca usa di t:L1une di namiche corporative che ne rallentano l'ac­cesso, e la diffico ltà a che le nuove profession i trovino SpilZio erica­noscimcnto effett ivi, D'altro canto, nell 'asse mblea temat ica, è emer· so un richiamo alla responsabilità insieme al ruolo positivo degli ordi ni professionali nel ga rantire la qunlità c il profilo deontologico,

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Illh&!ior rugione in uno sçenario di mobilit à socia le. Anche q uesto. 1111\: l'un iversità. appare un decisivo ambito di rice rca per noi (ulli

~nco l';' aperto e da scandagliare ulte riormente nei suoi articolati pro­nll. 1111 ambi to 11 cui come per l'universit:) non far mancare una tesI i­nl("i ll ianza cristiana credibile e in cui esprime re la nostra passio ne d\'lIc c socia le e la nostra grande speranza.