Le prospettive organizzative della mobilità nella regione Emilia-Romagna
Situazione e prospettive della Caritas della Diocesi di ... e prospettive della... ·...
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Situazione e prospettive
della Caritas
della Diocesi di Mantova
Formazione del clero
Fontanafredda (VR) – 05/06/18
Introduzione
Momento ‘storico’
• A seguito della visita pastorale del vescovo Marco alla Caritas e alle opere di carità della Diocesi (ottobre 2017)
• In vista del rinnovo della direzione (fine giugno 2018)
• A 36 anni dalla istituzione della Caritas a Mantova (47 in Italia)
• Attraverso il magistero di Paolo VI sino a quello di Francesco
• Dal vescovo Carlo al vescovo Marco
• Percorso (sommariamente) diacronico sino alla situazione attuale.
«La novità che portiamo dal Regno alla terra è la carità»
(Generati in Cristo nostra Vita)
• Competenza della Caritas ad introdurre il tema
• In quanto «organismo pastorale istituito dal vescovo al fine di promuovere la testimonianza della carità della comunità ecclesiale diocesana e delle comunità minori, specie parrocchiali… con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (statuto, art. 1 -1982)
• direttore recentemente investito (1 settembre 2017) del ruolo di coordinatore dell’ambito pastorale (carità, sociale, salute, migrazioni… missioni)
• oltre che «referente» per i «volontari» nei luoghi di detenzione (carcere e REMS ex OPG).
Compiti statutari
• «promuovere la costituzione delle Caritas parrocchiali»
• «in stretta unione con uffici liturgico e catechistico»
• «curare il coordinamento delle iniziative e delle opere caritative e assistenziali di ispirazione cristiana»
• «realizzare studi e ricerche sui bisogni»
• «in forme consone ai tempi»
• «in vista dello sviluppo integrale dell’uomo»
• «della giustizia sociale e della pace»
Ancora dallo statuto
• «stimolare l’azione delle istituzioni civili ed una adeguata legislazione» (giustizia)
• «contribuire allo sviluppo umano e sociale dei paesi del Terzo Mondo» (mondialità e rapporti tra le Chiese).
• «La Caritas diocesana è espressione della Diocesi. Subordinatamente agli indirizzi e ai programmi pastorali della Diocesi, opera in armonia con gli indirizzi di CaritasItaliana e in spirito di comunione e collaborazione con le altre Caritas diocesane» (Delegazione regionale)
• «La Caritas diocesana di Mantova ha una sua amministrazione distinta presso la Curia diocesana».
Ancora dallo statuto
«La Caritas diocesana non gestisce,
normalmente, opere permanenti, ma può
promuoverne l’istituzione, lasciandone appena
possibile la gestione ad apposite strutture
ecclesiali, che abbiano propria responsabilità
amministrativa e siano collegate con la Caritas
diocesana; la Caritas controlla queste opere e dà
ad esse sostegno affinché siano significative ed
esemplari» (art. 12)
Profilo e figure
• La Caritas (a Mantova) è ufficio della Diocesi: coincide, come Ente, con la Diocesi (stesso ‘legale rappresentante’, presidente, il vescovo).
• Altre figure previste: direttore, vice-direttore, contabile, segretario (ovviamente anche al femminile).
• Altri organi: Giunta esecutiva (per settori) e Consiglio di indirizzo (con rappresentanza territoriale). Tutte le figure sono nominate dal vescovo (su proposta del direttore).
• Durata in carica: triennale
Origini:la ricezione del Concilio
nella pastorale della Carità
La carità: tra passato e novità conciliari
• Prospettiva individualistica
• Tema morale (competenza della teologia morale)
• Adempimento, perfezionamento, precetto, elemosina, legalismo
• Nascondimento, isolamento (Mt. 6,3)
• Prospettiva comunitaria
• Tema pastorale (competenza della ecclesiologia)
• segno, espressione della divina agape
• visibilità evangelica (Mt 5,13-16)
Fermenti conciliari (anche nella nostra Chiesa):
Chiesa dei poveri/Chiesa povera
• Una Chiesa povera («patto delle catacombe, 1965)
• Testi locali: “la nostra comunità diocesana testimone del Cristo povero” XVI settimana pastorale - 1984
• Fermenti/iniziative: ricordo di figure«profetiche» scomparse: don Chittolina, don Barlottini, don Bazzotti…
Pastorale della carità e Caritas
Da tali presupposti l’istituzione di un
organismo nazionale, diocesano, quindi
parrocchiale, dedicato sia alla formazione
dei battezzati, sia alla organizzazione delle
opere comunitarie della carità (con
l’obiettivo di affidarne la gestione).
Cammini: dagli anni ‘90
Tentativi di sviluppo/integrazione delle due nature della Caritas, di animazione pastorale e pro-operativa:
• Corsi di formazione per animatori Caritas a livellodiocesano e parrocchiale (anni ’90: ETC)
• Opere organizzate cercando il coinvolgimento dellecomunità: Centro di ascolto delle povertà, Comunità eluoghi di accoglienza.
• Più pedagogia delle opere che «pura» pedagogia.
• Collegamento (cura e sostegno) delle opere indivenire.
Metodo
• ASCOLTARE: l’esperienza dei Centri di ascolto delle povertà, per ascoltare davvero i poveri, per mettere i poveri al ‘centro’, perché i poveri ‘evangelizzano’ e attendono di essere ‘evangelizzati’. Per cogliere i bisogni.
• OSSERVARE: l’esperienza dell’Osservatorio diocesano delle povertà per offrire letture in grado di stimolare sia la pastorale sia la società civile e le Istituzioni.
• DISCERNERE: l’esperienza che in questi anni ha portato alla realizzazione di diverse opere (con diversi progetti).
Magistero di
Benedetto XVI(punti ‘fermi’ della carità)
La Deus caritas est (2005)e l’organizzazione comunitaria
La Chiesa non può trascurare il servizio
della Carità così come non può tralasciare
i Sacramenti e la Parola.
(D.C.E. n.22)
Il Magistero della Deus caritas est
• L’amore del prossimo, radicato nell’amore diDio, è anzitutto un compito per ogni singolofedele, ma è anche un compito per l’interacomunità ecclesiale a tutti i suoi livelli (apartire dalla comunità locale). Anche la Chiesain quanto comunità deve praticare l’amore.D.C.E. n. 20
• Conseguenza di ciò è che l’amore ha bisognoanche di organizzazione quale presupposto perun servizio comunitario ordinato. D.C.E. n. 20
• La costruzione di un giusto ordinamento sociale estatale, mediante il quale a ciascuno venga dato ciòche gli spetta, è un compito fondamentale che ognigenerazione deve nuovamente affrontare.
• Trattandosi di un compito politico, questo non puòessere incarico immediato della Chiesa. Ma siccome èallo stesso tempo un compito umano primario laChiesa ha il dovere di offrire la purificazione dellaragione e il suo contributo specifico affinché leesigenze della giustizia diventino comprensibili epoliticamente realizzabili. D.C.E. n. 28
La DCE sulla giustizia
Le opere organizzate- Criteri guida -
Da una lettura della parabola
del samaritano
Il buon samaritano; placchetta a smalto Limoges, sec. XVIII.
Mantova, Museo diocesano Francesco Gonzaga
La parabola del samaritano(Lc. 10,30 ss.)
• “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e caddenelle mani dei briganti.. Che gli portarono via tutto, lopercossero a sangue lasciandolo mezzo morto” (Lc.10,30).
• “un sacerdote scendeva per quella strada… e quando lovide passò oltre” (10,31)
• “un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre”
• “invece un samaritano, passandogli accanto, vide e neebbe compassione. Gli si fece vicino gli fasciò le ferite..versò olio e vino.. lo caricò, lo portò in un albergo…”.
Due moti: il primo
• Il samaritano ha compassione (a differenza degli altri) dell’uomo nella difficoltà;
• Compassione/commozione/sentimento profondo e insopprimibile (effetto di grazia)
• Il samaritano è figura di Gesù
• I sentimenti di Gesù sono: compassione, commozione, apertura, accoglienza, coraggio…
• Essere cristiani significa vivere, per grazia, gli stessi sentimenti di Gesù (Fil. 2,5) e riconoscerli nel Nome stesso di Gesù.
Due moti: il secondo
Al primo movimento (effetto di grazia - dono) di avvicinamento alla persona “ferita” segue l’affidamento ad una cura; possiamo dire una cura organizzata quella rappresentata dalla locanda, che possiamo interpretare anche come una cura più competente (in qualche modo “professionale”); oppure una cura giusta, ossia dovuta a titolo di giustizia (cioè posta a garanzia di un diritto sociale e sanitario della persona ferita, come diciamo noi oggi).
Il senso della locanda
Qualche padre della Chiesa dice che questa locanda può essere intesa come la Chiesa stessa (ovvero una “organizzazione” della Chiesa: gruppo ecclesiale; associazione di ispirazione cristiana, associazione di Enti ecclesiastici… una locanda evidentemente «gestita» da persone pronte e preparate).
Il passaggio da un movimento all’altro
• E’ sempre un po’ rischioso: si rischia di perderequalcosa in spontaneità e grazia; è in qualche misurainevitabile perché il passaggio porta un po’ più lontanodall’evento (e dalla fonte)
• E’ tuttavia un passaggio di volontà (forse di maturità) aduna dimensione successiva: comunitaria e organizzata
• Restare nei sentimenti (nella grazia) di Cristo Gesù(Fil.2,5) acquisendo organizzazione.
Le Opere sono dunque Segno
• Segno della carità (amore) di Dio (trasparenza):
sempre sorretto dalla grazia
• Segno della Chiesa: espressione comunitaria, non
singolare, e organizzata
• Segno nel verso della giustizia sociale (politica,
istituzioni)
• Segno parziale (indizio non esaustivo)
Caratteristiche (auspicate) delle Opere
• Esemplarità
• Carattere pedagogico educativo
• Per i (più) poveri (specie per coloro per i quali non esiste altro)
• Nel quadro di una programmazione (priva di sovrapposizioni e concorrenze intra e extra-ecclesiali)
• In continuo divenire (temporaneità) secondo i bisogni e il mutare dei tempi.
Caritas diocesana di Mantova
Ha promosso Opere organizzate di natura ecclesiale
(non sostitutive di quelle pubbliche):
• Centri di ascolto delle povertà
• Comunità di accoglienza residenziale
• Ospitalità diffusa nelle Parrocchie e con le Parrocchie
(più recentemente)
Prime opere di misericordia corporali: dar da mangiare, da
bere, vestire, ospitare…
La ‘specificità’ mantovana
• La Caritas in quanto tale è ufficio della Diocesi
• La gestione delle opere è affidata a Associazioni di Enti ecclesiastici (Ente Diocesi, Istituti religiosi e Parrocchie delle zone interessate) costituite ai sensi del Codice Civile. Dotate di propri organi.
• Chiaro intento: coinvolgimento dei Parroci, Parrocchie e «credenti». Caritas, ruolo di «regia».
• Si è inteso realizzare una pedagogia delle opere.
• Nuclei di operatori, pastorali e professionali (dipendenti delle associazioni), e molta «diaconia» delle Parrocchie aggregate.
La rete ecclesiale diocesana
Opere di natura ecclesiale (diocesana)
Centri di ascolto delle povertà gestiti da Associazioni di Enti Ecclesiastici (Ente Diocesi = Caritas + Enti Parrocchie):
• C.A.S.A. San Simone - ass. Agape (Mantova)
- 21 parrocchie associate -
• C.A.S.A. Mons. L. Sbravati - ass. San Lorenzo (Suzzara)
- 15 parrocchie associate -
• C.A.S.A. Marta Tana - ass. Marta Tana (Castiglione)
- 3 parrocchie associate -
• CdA di Quistello e Poggio Rusco - ass. San Benedetto
- 9 parrocchie associate -
I Centri di ascolto delle povertà
I Centri di ascolto delle povertà (natura ecclesiale/utilità sociale)
• Ascolto effettivo della persona
• Informazione, orientamento, accompagnamento, advocacy
• Punti di Osservazione delle povertà
Profili del primo livello essenziale di assistenza definito dall’art. 22 comma 4 della legge 328/00: Segretariato sociale
Servizi connessi (bassa soglia)
• Mensa (pasti caldi)
• Docce e igiene personale
• Cambio biancheria e indumenti
• Recapito, deposito, ecc.
Profili del secondo livello essenziale
di assistenza definito dall’art. 22
comma 4 della legge 328/00:
Pronto intervento sociale
I Centri di ascolto diocesani delle povertà
(natura ecclesiale/utilità sociale)
Altre opere attraverso i CdA
• PROXIMIS :
Il servizio proximis è un’opera integrata di ascolto e di accompagnamento attraverso misure di microcredito sociale e di aiuto economico. Intende facilitare percorsi di inclusione sociale attraverso il potenziamento delle capacità e delle possibilità di accesso al lavoro, alla casa, alla cura della salute e alla formazione di persone e famiglie a rischio di marginalità sociale.
• SERVIZIO DISTRIBUZIONE FARMACI:
La Caritas diocesana, in stretta collaborazione con l’Unione Cattolica Farmacisti Italiani (UCFI) ha promosso la creazione di un punto di distribuzione di farmaci, a servizio delle persone seguite dai centri di ascolto diocesani oppure ospitate dai servizi di accoglienza. L’opera è gestita da farmacisti volontari, aderenti alla sezione mantovana dell’UCFI, e ospitata presso gli spazi della Caritas diocesana.
Altre opere attraverso i CdA
• MAGAZZINO ALIMENTARI:
Opera attiva dal 2012, finalizzata alla raccolta, conservazione e distribuzione di generi alimentari donati a sostegno della accoglienza, dei Centri di ascolto e delle parrocchie collegate.
• OSSERVATORIO DELLE POVERTA’:
Tra le attività svolte dall'Osservatorio delle povertà: la raccolta sistematica dei dati rilevati dai Centri di ascolto collegati e la redazione di rapporti annuali.
• ANNO DI VOLONTARIATO SOCIALE:
Le Caritas della Lombardia propongono ai giovani dai 18 ai 28 anni, italiani e stranieri, un’esperienza significativa di servizio continuativo, comprensivo di momenti di formazione, per un periodo di sei mesi/un anno, con la possibilità di un rimborso-spese mensile.
Particolarità Associazione ABRAMO
Associazione di Enti Ecclesiastici:
• Ente Diocesi (Caritas diocesana)
• Enti Parrocchie: 6 Parrocchie
• Altri Enti: Seminario
• Ospitalità diffusa in 20 Parrocchie della Diocesi
• Evoluzione del «braccio operativo» della Caritasdiocesana
Sedi Associazione ABRAMO
Altre Opere di natura ecclesiale
Comunità di accoglienza residenziale gestite da unaAssociazione di Enti ecclesiastici (Ente Diocesi/Caritas +Enti Parrocchie):
• Comunità Mamrè - ass. “Abramo ONLUS”
• Casa della rosa - ass. “Abramo ONLUS”
Ospitalità diffusa (housing)
• Casa San Vincenzo de’ Paoli - Conte Gaetano Bonoris(Ass. Abramo onlus - Guidizzolo): 6 appartamenti autonomi per donne con eventuali figli minori + spazio custodia bimbi 0-3 anni
• Case canoniche e appartamenti dislocati su gran parte del territorio diocesano: per ospitalità di donne, donne con bimbi, uomini soli, intere famiglie… richiedenti asilo, corridoi umanitari…
Motu proprio‘Intima ecclesiae natura’
Benedetto XVI • «il vescovo diocesano favorisce e sostiene iniziative ed opere
di servizio al prossimo nella propria Chiesa particolare…»
• «è compito del vescovo coordinare nella propria circoscrizione le diverse opere di servizio di carità, sia quelle promosse dalla Gerarchia stessa, sia quelle rispondenti all’iniziativa dei fedeli, fatta salva l’autonomia che loro compete secondo gli statuti di ciascuna»
• «il vescovo stabilisca nella Chiesa a lui affidata un ufficio che a nome suo orienti e coordini il servizio della carità».
• «il vescovo favorisca la creazione, in ogni parrocchia, d’un servizio Caritas che promuova anche un’azione pedagogica dell’intera comunità. Tale servizio potrà essere in comune per varie parrocchie dello stesso territorio».
Le competenze del direttore della Caritas in ordine all’attribuzione
dei fondi 8 per mille per la carità e al sostegno delle opere
• 8 per mille diocesano
• 8 per mille Italia
• Fondazioni bancarie
• Fondazioni private
• Intese con gli Enti locali
Realtà beneficiarie dei fondi 8 x mille per la carità (2017)
Opere promosse dall’autorità ecclesiastica
Caritas diocesana e opere direttamente collegate
Ass. Agape onlus
Ass. S. Lorenzo onlus
Ass. Marta Tana onlus
Ass. S. Benedetto onlus
Ass. Abramo onlus
Opere ‘laiche’ collegate
Scuola senza frontiere
Comitato Mantova solidale
Ass. volontari carcere
Opere promosse da fedeli laici
Hortus coop. soc. onlus
Ass. Il granello di senape
Centro Aiuto alla Vita di Asola
Centro Aiuto alla Vita di Mantova
Centro Aiuto alla Vita di Castiglione d/S
Unione Cattolica Farmacisti Italiani - sez. Mantova
Parrocchie e Istituti religiosi
Parrocchia S. Antonio
Parrocchia Bancole
Sorelle di S. Francesco - Brede
Suore orsoline
Il magistero di Francesco
- Accentuazioni e prospettive -
Evangeli Gaudium e il primato della misericordia (nn. 20-24)
• La comunità evangelizzatrice si mette medianteopere e gesti nella vita quotidiana, si abbassa finoall’umiliazione, assume la vita, toccando la carnesofferente di Cristo.
• Uscire dalla propria comodità e avere il coraggio diraggiungere tutte le periferie che hanno bisognodella luce del vangelo.
• (La comunità) vive di un desiderio inesauribile dioffrire misericordia, frutto dell’aver sperimentatol’infinita misericordia del Padre.
EG: misericordia e (è) giustiziai poveri evangelizzano la Chiesa
• Confessare che Gesù ha dato il suo sangue per noi ciimpedisce di conservare il minimo dubbio circa l’amoresenza limiti che nobilita ogni essere umano (n.178)
• Nella misura in cui (il Signore) riuscirà a regnare tra noi,la vita sociale sarà uno spazio di fraternità, di giustiziadi pace e di dignità per tutti. Dunque, tanto l’annuncioquanto l’esperienza cristiana tendono a provocareconseguenze sociali (n. 180)
• (I poveri) hanno molto da insegnarci. Con le propriesofferenze conoscono il Cristo sofferente. Siamochiamati a scoprire Cristo in loro, a prestare ad essi lanostra voce, ma anche a essere loro amici (n. 198)
L’appello accorato di Papa Francesco in EG n. 49
• Usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di GesùCristo. Preferisco una Chiesa accidentata, ferita esporca per essere uscita per le strade, piuttostoche una Chiesa malata per la chiusura e lacomodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze.
• Più della paura di sbagliare spero che ci muova lapaura di rinchiuderci nelle strutture che ci dannouna falsa protezione, nelle norme che citrasformano in giudici implacabili, nelle abitudiniin cui ci sentiamo tranquilli.
Francesco proseguenella bolla del Giubileo
Apriamo i nostri occhi per guardarele miserie del mondo, le ferite ditanti fratelli e sorelle privati delladignità e sentiamoci provocati adascoltare il loro grido di aiuto.
Le nostre mani stringano le loromani e tiriamoli a noi perché sentanoil calore della nostra presenza,dell’amicizia e della fraternità.
(Misericordiae Vultus n. 15)
Una famiglia in ogni parrocchia
• Profughi, l’appello di Papa Francesco:
«Ogni parrocchia accolga una famiglia».
• Bergoglio durante l‘Angelus ha invitato «le comunità religiose, i monasteri, i santuari di tutta Europa e le diocesi, a partire da quella di Roma» a dare ai migranti «una speranza concreta» e a non creare «tante isole inaccessibili e inospitali».
(settembre 2015)
Magistero dei vescovi locali
• Vescovo Carlo Ferrari: istituzione della Caritas diocesana.
• Vescovo Egidio Caporello: istituzione delle prime associazioni di Enti ecclesiali per l’affidamento delle opere e prime forme di ospitalità nelle case canoniche (giubileo del 2000).
• Vescovo Roberto Busti: visita pastorale delle Parrocchie, ampliamento e diffusione delle opere negli anni della crisi e del post-terremoto.
La proposizione sinodale n. 3
La testimonianza della carità
nelle comunità cristiane
• Desideriamo rigenerare l’attenzione alle povertà, non solomateriali.
• Confermiamo l’importanza della Caritas diocesana e delleopere segno da essa scaturite.
• Riconosciamo il primato dei rapporti fraterni.
• I segni di carità siano espressione di tutta la comunitàparrocchiale e non solo di un gruppo.
• Sia ripensata l’esperienza delle Caritas parrocchiali.
• Sia prevista una formazione adeguata.
La proposizione sinodale n. 12
Sul Gruppo Ministeriale Parrocchiale
• Il GMP è un organismo di corresponsabilità per la curapastorale, collegato al parroco e composto dagli ambitiriconosciuti essenziali alla vita di comunità: annuncio,liturgia, carità, amministrazione dei beni, collegamentoe comunione.
• Nelle Parrocchie, specialmente quelle più piccole equelle senza parroco residente, si formi il GMP comestrumento al servizio e all’animazione della vitafraterna della comunità.
Lettera pastorale del Vescovo Marco
La novità che portiamo dal Regno alla terra è la carità.
La comunione è una grazia, viene appunto dall’alto, e attraverso
questo dono, siamo chiamati ad organizzare la vita delle
comunità e le sue opere concrete. Questa prospettiva ci
permette di comprendere la carità, come pure i gesti e le opere
di misericordia, non come uno sforzo dell’individuo, ma come la
manifestazione dell’amore che lo Spirito versa nei nostri cuori e
che muove le mani rendendole sensibili alla carne del mondo…
per diventare Chiesa in uscita , che porta nel mondo l’amore del
Padre, specie per i poveri, i soli, i falliti, che sono i più sensibili
a ricevere l’annuncio della vita in Cristo.
La visita pastorale alla Caritas e alle opere
9-13 ottobre 2017
Osservazioni e Considerazioni messe a disposizione del Consiglio presbiterale
‘Visitate’ 5 associazioni di enti ecclesiastici, 1 associazione di laici di ispirazione cristiana, 1 cooperativa di laici di ispirazione cristiana, ascoltate in colloquio 60 persone , 8 colloqui di gruppo con con-visitatori.
Incontrato un ambiente vivace, animato, popolato per lo più da laici, amministratori delle associazioni, operatori… numerosi volontari; parecchi giovani nei ruoli cardine.
Attraverso queste persone si può dire (il vescovo ha detto) sono stati incontrati ‘tanti’ poveri (delle migliaia) con cui l’ambiente della carità è in relazione quotidiana.
La vivacità riguarda anche le idee espresse, a volte diverse tra loro (circa la migliore organizzazione della carità e della pastorale della carità).
E’ ritornata la ‘doppia natura’ della Caritas o della pastorale della carità:• propriamente pastorale (educativa) - intra-ecclesiale;• pro-operativa ed operativa - versata nel mondo (per i poveri).
L’obiettivo della costituzione delle Caritas parrocchiali (in ogni Parrocchia), secondo l’auspicio di Evangelizzazione e testimonianza della carità (il documento della C.E.I. degli anni ’90), è stato sostanzialmente mancato (ma, pare, non diversamente che in altre Diocesi).
Il proposito resta, ma è stato, negli ultimi anni, rimandato e perseguito, con gli altri uffici tria munera , nella Segreteria pastorale, in vista di gruppi organici di animazione pastorale nelle Parrocchie e nelle U.P. (indicazione Sinodale).
La coniugazione pastorale-opere è stata cercata e realizzata per lo più attraverso la ‘pedagogia’ delle opere, con le parrocchie, piuttosto che attraverso una ‘pura’ animazione (Caritas parrocchiali, animatore della pastorale della carità e del sociale).
Il ‘modello’ mantovano di coniugazione pastorale-opere vede:
l’ufficio Caritas nel nuovo ambito della pastorale della carità, del sociale e della salute (il direttore Caritas in questo momento coincide con la figura di coordinamento di ambito)
più associazioni di enti (Parrocchie) nella gestione formale (e sostanziale) di opere localizzate, per i poveri, con carattere ‘pedagogico’ per le comunità cristiane: Agape(Mantova), San Lorenzo (Suzzara), Marta Tana (Castiglione), San Benedetto (Quistello e Poggio), con una copertura, ancora di per sé parziale, del territorio: la zona alto-ovest mantovano è un po’ scoperta; non tutte le parrocchie delle zone ‘aderiscono’ alla associazione di riferimento.
Nel quadro, un profilo più particolare assume l’associazione Abramo che, da cosiddetto ‘braccio operativo’ diretto da Caritas per la gestione di opere (comunità di accoglienza) ‘centralizzate’, ha conseguito, specie attraverso la cosiddetta ‘ospitalità diffusa’ dei nuclei nelle case canoniche recuperate e in altri beni di proprietà ecclesiastica, le stesse caratteristiche ‘pedagogiche’, ossia nel verso delle parrocchie, delle comunità, dei gruppi, su scala (geografica) diocesana; ciò pone qualche domanda di configurazione dell’associazione Abramo nel prossimo futuro: «assorbimento» ovvero trasformazione in Fondazione operante su tutto il territorio (come in altre Diocesi).
La visita pastorale sembra tuttavia confermare la bontà del modello, specie se ancorato alla “visione” di Chiesa che sta esprimendo Papa Francesco: “no ONG” piuttosto “Ospedale da campo”, “Una famiglia (di poveri) in ogni Parrocchia”: pedagogia, localizzazione, piccole dimensioni, di “casa”, varietà di situazioni e povertà abitate. “Professionalità”, sì. Ma è più importante il “cuore”. La relazione.
Dalla visita sembra pure affiorare una più chiara consapevolezza del ruolo di animazione delle associazioni e delle figure di riferimento delle stesse, nella pastorale della carità delle parrocchie aggregate (in qualche modo sopperendo o anticipando i “vuoti” delle Caritas parrocchiali e/o di U.P.).
Ne può conseguire una differenziazione ed estensione delle opere affidate alle associazioni di Parrocchie (secondo la traccia delle sette opere di misericordia): non solo dar da mangiare, da bere, vestire; ma anche, ad esempio, appunto, ospitare; non solo ascoltare (in una sede fissa) ma anche visitare (e quindi ascoltare) nelle case o nei luoghi dove ci sono malati, detenuti… persone nel lutto.
La visita pastorale ha evidenziato qualche limite di visione comune e di collegamento tra le stesse opere, ormai varie e diffuse su tutto il territorio della Diocesi: compiti che restano in capo all’ufficio Caritas (in quanto tale) per mandato del Vescovo (secondo statuto).
Dagli stessi operatori (diversi di loro) è affiorata l’esigenza di una precisa cura della visione comune (spirituale) desiderata dal Vescovo; da cui l’individuazione di una figura presbiterale in ogni associazione precisamente dedicata alla cura di momenti formativi di spiritualità e soprattutto all’ascolto e all’accompagnamento personale di operatori e volontari (nelle loro fatiche) perché siano sempre affidati a Cristo risorto.
Per organizzare il collegamento, il direttore della Caritas prevede una rivisitazione dello statuto (statuto scritto ormai dell’82 ed integrato nel ’92) comprendendo un nuovo organismo di collegamento e di coordinamento (discernimento) tra Caritas e associazioni di enti ecclesiali.
Mentre verrebbe confermato il mandato statutario fondamentale della Caritas rispetto alle opere, in merito a formazione (specie del ‘cuore’), progettazione globale, grazie ai fondi 8 per mille, progettazione con fondazioni bancarie e private (Bonoris in primo luogo), rapporti con Enti locali e Istituzioni (a livello politico).
Nella visita, il direttore della Caritas ha ricordato la scadenza del proprio terzo mandato (9 anni a giugno 2018), dopo i precedenti anni trascorsi da vicedirettore (dal ’98), con l’esigenza di guardare avanti, individuando una o, meglio, due persone: direttore e vice-direttore (secondo i profili).
Prospettive e proposte(del direttore in scadenza di mandato)
• Confermare, estendere e rafforzare il ruolo delle associazioni di Parrocchie ampliando la gamma delle opere e le competenze pedagogiche e pastorali delle stesse nelle varie zone. Anche alla luce della ‘riforma del terzo settore’ e dei rapporti con le Istituzioni.
• Aggiornare, in tale chiave, lo statuto della Caritas che potrebbe prevedere figure di direzione (direttore, vice-direttore, contabile + segreteria) e una giunta/consiglio di esponenti rappresentanti delle associazioni.
• Aumentare la durata delle cariche (da 3 a 5 anni)
• Confermare il ruolo dell’ambito della pastorale della
carità nella pastorale organica della Diocesi.
Domande per il dibattito
• Qual è lo stato attuale dell’animazione della carità nella nostra diocesi?
• Quali punti di forza e quali nodi critici possiamo rilevare?
• In che modo possiamo passare da una gestione di opere-segno a una vera e propria pastorale della carità?
• Come promuovere e animare la carità nelle comunità parrocchiali e nelle unità pastorali?
• Quali sono le nuove frontiere della carità?