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Sistemi di HRM, engagement delle persone
e performance
Progetto di ricerca a cura della Divisione Ricerche di SDA Bocconi
e
Towers Perrin Italia
In collaborazione con:
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Introduzione
Numerosi sono gli studi che indagano la relazione tra le politiche e i sistemi di gestione delle risorse
umane (Human Resources Management o HRM) e la performance d’azienda. Tali studi guardano ai
sistemi di HR in una prospettiva strategica, enfatizzandone la rilevanza nel supportare
l’implementazione della strategia dell’azienda attraverso la valorizzazione del capitale umano e
sociale e la crescita nell’impegno e identificazione con l’azienda delle persone. Ciò che ne emerge è
la criticità delle pratiche di HRM nel garantire livelli elevati di performance aziendale (Huselid,
1995; Lepak et al, 2007).
L’impatto sul livello di impegno e di identificazione con l’azienda si genera infatti grazie all’elevata
coerenza persona-organizzazione che le pratiche di HRM concorrono a determinare sviluppando le
competenze di ruolo, promuovendo la crescita interna, rafforzando una logica meritocratica
secondo cui si premia la prestazione intesa non solo come realizzazione dei risultati di breve
termine ma anche come allineamento ai valori dell’azienda.
Inoltre, l’impatto sulla performance d’impresa rappresentata non solo da incrementi di produttività
ma anche da livelli superiori di orientamento al cliente e di innovazione di prodotto e di processo, si
genera attivando nelle persone comportamenti improntati all’autonomia, all’assunzione di
responsabilità, alla condivisione di informazioni, all’apprendimento non solo individuale e di team
ma anche organizzativo. Per ottenere tali comportamenti diventa fondamentale anche l’applicazione
di stili manageriali e di leadership improntati all’empowerment e allo sviluppo delle persone.
Se la relazione tra pratiche di HRM e prestazione d’azienda è ormai dimostrata, è ancora poco
chiara la dinamica in base a cui questo avviene. Ed è proprio questo il gap che il progetto di ricerca
qui presentato si propone di ridurre, sia andando a identificare e spiegando la variabile che media la
relazione tra pratiche di HRM e risultati d’impresa, sia evidenziandone le implicazioni manageriali
(Becker and Huselid, 2006) (Huselid, Becker and Beatty, 2006).
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L’ipotesi è che la relazione tra le pratiche di HRM e la performance d’impresa sia mediata
dall’organizational engagement (Kahn, 1990). Il concetto di engagement è stato definito e
operazionalizzato in vari modi trovando un’applicazione dapprima in ambito consulenziale e solo
più di recente, in ambito accademico.
Per Engagement qui si intende uno stato cognitivo ed emotivo positivo che si sostanzia in energia,
concentrazione, impegno e percezione della propria capacità di svolgere efficacemente le attività
richieste da ciò che è richiesto nell’ottica della soddisfazione delle aspettative di ruolo (Schaufeli and
Bakker, 2004). Per engagement si intende altresì lo stato di profonda e totale identificazione della
persona con il ruolo che ricopre (Kahn, 1990). Negli ultimi anni si è messo a fuoco il concetto
verificando il suo essere “altro” da, per esempio, il “commitment”(l’impegno personale) e la “work
satisfaction” (la soddisfazione relativa al proprio lavoro). Gli sviluppi attuali della ricerca si
orientano nella direzione della messa a fuoco delle implicazioni manageriali, identificando le
modalità in base a cui l’engagement può essere attivato, sostenuto e rafforzato ed evidenziandone
gli effetti sulla qualità e il livello della prestazione. (Schaufeli and Bakker, 2004; Jones and Karter,
2005; May, Gilson, Lymn and Harter, 2004; Sacks, 2006). Ad oggi, non esistono in letteratura
contributi significativi in materia. Con questo progetto di ricerca si intende dare un contributo alla
definizione del concetto, alla messa a fuoco delle relazioni tra i sistemi di HR, l’engagement e la
performance d’impresa, evidenziando se e come gli stili di leadership vi concorrono.
Il progetto di ricerca
L’ipotesi è che i sistemi di HRM commitment-based producano l’engagement delle persone
impattando sulla loro esperienza soggettiva del lavoro e che l’engagement stesso e le ricadute
positive che questo ha sulla performance d’impresa possa essere incrementato da stili di leadership
con un forte orientamento all’empowerment delle persone (Shapiro, Kessler, 2000).
La ricerca che viene qui descritta è stata condotta su un campione rappresentativo di aziende di
diversi settori focalizzandosi su un segmento particolare della workforce, i core employees.
Per core employee si intende “dipendenti con competenze specifiche e uniche con un impatto diretto
sui processi attraverso cui l’azienda crea valore per il cliente”. (Lepak et al., 2007: 233). I core
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employees oltre ad avere un impatto diretto sulla creazione di valore per il cliente grazie a competenze
specifiche e uniche, ovvero non disponibili sul mercato, si caratterizzano per il fatto di avere un
elevato e duraturo potenziale di miglioramento della propria performance (Huselid, Beatty and
Becker, 2005). I core employees hanno pertanto un impatto notevole sulla possibilità dell’azienda di
costruire un vantaggio competitivo sostenibile.
Mettere in evidenza un collegamento diretto tra pratiche di HRM commitment-based e
performance attraverso l’impatto che queste hanno sull’engagement delle persone significa
sottolineare il ruolo strategico dell’HR nel creare i presupposti del vantaggio competitivo puntando
alla valorizzazione del capitale umano e sociale e allo sviluppo delle competenze e degli stili di
leadership che sostengono la strategia dell’azienda.
(Huselid and Becker, 2006)
Le pratiche HRM commitment-based
Il progetto di ricerca ha l’obiettivo di esplorare la relazione tra le pratiche di HRM commitment
based e la performance d’impresa, ipotizzando che tale relazione sia mediata dall’engagement e che
quest’ultimo sia il prodotto da un lato di sistemi di HRM che promuovono l’apprendimento, la
responsabilizzazione rispetto agli obiettivi, l’autonomia e una logica meritocratica, e dall’altro di stili
di leadership orientati all’ empowerment delle persone .
L’impatto che le pratiche di HRM commitment-based hanno sugli atteggiamenti, i comportamenti e
le motivazioni delle persone è stata esplorato ed è ampiamente descritto in letteratura (Huselid,
1995; Wright, Dunford, & Snell, 2001). Le pratiche di HRM commitment based vengono infatti
distinte dalle pratiche di HRM costruite sulla base di un approccio che viene definito transazionale
Le pratiche dell’approccio transazionale sono pratiche che lavorano su un orizzonte temporale di
breve periodo orientando i comportamenti e gli atteggiamenti individuali sulla base di un
meccanismo di rinforzo che si sostanzia nello scambio di risorse (come ad esempio le politiche di
incentivazione legate al raggiungimento di risultati di breve termine).
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L’approccio alle pratiche di HRM commitment-based lavora invece su un orizzonte temporale di
lungo termine e punta a creare le pre-condizioni organizzative e individuali per l’apprendimento e lo
sviluppo dinamico di nuove competenze a supporto della strategia; a diffondere una cultura della
responsabilizzazione sugli obiettivi, della meritocrazia e della partecipazione.
L’evidenza che emerge dalla ricerca è che a fronte di un contesto organizzativo che stimola la
conoscenza e l’innovazione le pratiche di HRM commitment based abbiano un impatto sulla
performance d’impresa di gran lunga superiore all’impatto prodotto dalle pratiche transazionali,
poiché basano la motivazione non su dimensioni estrinseche (ad esempio la retribuzione) ma
prevalentemente su componenti intrinseche e più nello specifico sull’esperienza che si fa del lavoro.
(Arthur, 1992, 1994; MacDuffie, 1995; Youndt, Snell, Dean, & Lepak, 1996, Batt, 2002).
Le pratiche di HRM commitment-based sono caratterizzate da un elevato grado di coerenza interna
al punto da essere rappresentate più che come singole pratiche, come insieme – o bundle -di
pratiche.
Tale bundle risulta essere efficace e sinergico nel sostenere l’apprendimento, la responsabilizzazione,
l’eccellenza di ruolo giocata non solo su aspetti di competenza tecnica ma anche e soprattutto su
competenze comportamentali e atteggiamenti attraverso cui si realizzaun potente supporto alla
strategia, al modello organizzativo e ai valori dell’azienda. Attraverso il bundle è possibile realizzare
appieno il potenziale strategico delle pratiche di HRM commitment-based. Esso supporta, infatti, la
costruzione di capacità organizzativa fonte indiscussa di vantaggio competitivo perché non
trasferibile e non imitabile.
Nello specifico, le pratiche di HRM commitment-based possono essere così definite:
- recruitment e selezione con l’obiettivo di ricercare la coerenza persona-organizzazione non
solo in relazione alle competenze tecnico-specialistiche necessarie per la copertura di un
ruolo specifico, ma anche in base ai comportamenti e allo stile di gestione;
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- valutazione della prestazione con enfasi sia su risultati di breve periodo sia su dimensioni
qualitative coerenti con i valori e a supporto della costruzione e del mantenimento delle
core competencies aziendali;
- azioni di sviluppo ad ampio spettro: feedback continuo, affiancamenti, job rotation,
incarichi speciali particolarmente sfidanti, progetti internazionali, coaching e mentoring;
- politica retributiva basata sul merito e sull’aderenza ai valori;
- opportunità di crescita interna anche interfunzionale (persona come risorsa dell’azienda)
con forte responsabilizzazione oltre che dei capi e dell’HR anche delle persone stesse;
- team-based organization, ossia valore attribuito al lavoro in team oltre che individuale per
raggiungere i risultati aziendali.
L’impatto sull’engagement
L’impatto che le pratiche di HRM commitment-based hanno sull’engagement si basa sullo
spostamento della dimensione del controllo da esterno (la posizione, la gerarchia, le regole e le
procedure) a interno (autonomia, discrezionalità, ruolo attivo nel diffondere e nel cercare
informazioni, orientamento a un risultato ad alto valore aggiunto per l’organizzazione ma anche per
la persona). Tale spostamento dà luogo ad un’esperienza di lavoro diversa, meno passiva e orientata
alla compliance. , con enfasi sui processi di apprendimento individuali, di team e organizzativi a
supporto della promozione dello sviluppo di competenze e della responsabilizzazione delle persone
sui risultati d’impresa.
Le pratiche di HRM commitment-based producono un coinvolgimento reciproco persona-azienda
molto più forte di quelle transazionali, poiché nascono da un interesse altrettanto reciproco:
l’azienda ha bisogno del contributo di intelligenza ed energia delle persone; le persone a loro volta
hanno la possibilità di mettersi in gioco e realizzare risultati ad alto valore aggiunto facendo leva sul
proprio impegno e le proprie competenze. Inoltre hanno l’opportunità di sviluppare la propria
professionalità attraverso processi di apprendimento individuali e di team in un contesto in cui tale
professionalità viene riconosciuta e valorizzata (Arthur, 1992; Tsui et al., 1997).
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La definizione di Engagement
L’engagement in letteratura viene definito in diversi modi. Alcune definizioni nascono dalla pratica
consulenziale, mentre altre si sono sviluppate in ambito accademico e di ricerca.
Uno dei primi contributi sull’engagement in ambitio organizzativo lo definisce come “l’utilizzo e
simultaneamente l’espressione del sè preferito da parte di una persona nello svolgimento delle
attività di ruolo che consente a quest’ultima di ottenere elevate livelli di concentrazione e di
coinvolgimento oltre che cognitivo anche emotivo e fisico in ciò che si sta facendo” (Kahn, 1990)
Facendo sempre riferimento a questa definizione si può evincere che alla base dell’engagement
troviamo:
- un significato psicologico, che si realizza grazie alla varietà delle attività del ruolo, alla creatività
che è possible esprimere, alle interazioni non mediate da filtri gerarchici, al libero scambio
di informazioni orientate alla realizzazione degli obiettivi;
- la sicurezza psicologica, ovvero la certezza del poter agire discrezionalmente senza dovere poi
subire conseguenze negative a livello di status e carriera;
- la disponibilità psicologica, ovvero la percezione di poter contare sulle risorse materiali,
organizzative (chiarezza di ruolo, procedurale), relazionali (soprattutto qualità della
relazione capo-collaboratore con elevate livelli di fiducia) e personali (percezione di auto-
efficacia) (DaSaks, 2006).
L’Engagement viene anche definito come concetto multi-dimensionale che risulta dalla
combinazione dei seguenti stati: energia, concentrazione e impegno (vigor, absorption, dedication).
Per energia/vigor si intende l’energia sia fisica sia psicologica che si investe in ciò che si sta facendo e
che diventa resilienza di fronte alle difficoltà. Per concentrazione/absorption si intende l’essere
completamente presi da ciò che si fa al punto da non rendersi più conto del tempo che passa e
dall’essere impermeabile alle distrazioni. Per impegno/dedication si intende il trovare un senso in ciò
che si fa, l’essere entusiasti, ispirati, orgogliosi e il sentirsi sfidati ma in grado di cogliere la sfida e di
apprendere da essa. (Schaufeli and Bakker, 2004: 143).
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Numerose sono le evidenze dell’impatto positivo che livelli elevati di engagement hanno sulla
performance economico-finanziaria di impresa, sulla soddisfazione e fidelizzazione dei clienti e sulla
capacità di innovare dell’azienda (Harter, Schmidt, and Hayes, 2002; Gelade and Young, 2005;
Patrick Kulesa, 2008). Inoltre, numerosi studi internazionali condotti da Towers Perrin sia a titolo
indipendente che per conto di aziende globali di settori diversi hanno evidenziato – attraverso la
“linkage analysis”- una correlazione positiva tra engagement delle persone e andamento degli
indicatori di performance aziendali più importanti, non solo di tipo economico finanziario ma
relativi a clienti, quote di mercato, innovazione di prodotto e di processo, sicurezza, retention delle
risorse chiave.
La metodologia di ricerca
Tre sono le variabili in gioco: le pratiche di HRM commitment-based, l’engagement e la
performance d’impresa.
Coerentemente con quanto emerso dall’analisi della letteratura, ai Direttori HR delle aziende del
campione è stato chiesto di identificare 10 core-employees a cui somministrare un questionario e di
compilarne uno relative alle pratiche di HRM in essere in azienda. (Collins and Smith, 2006). Come
già indicato poco sopra, per core employees si intendono persone con competenze uniche e specifiche
che per il tipo di ruolo ricoperto hanno la possibilità, con notevoli gradi di varietà in termini di
efficacia della prestazione, di dare un contributo alla generazione di valore per il cliente. (Lepak et
al. 2007; Lepak and Snell, 1999).
I dati relativi alla performance d’impresa sono stati raccolti da fonti secondarie all’inizio e alla fine
del 2008.
Le aziende del campione sono aziende italiane o filiali italiane di aziende multinazionali appartenenti
ai diversi settori. Si è deciso di prendere in considerazione solo le aziende con più di 100 dipendenti
perché si è ritenuto che in aziende di minori dimensioni le pratiche di HRM siano difficilmente
strutturate. Inoltre, c’era l’esigenza di poter contare sulla possibilità di reperire da fonti pubbliche i
dati relativi alle vendite e alla performance finanziaria.
I risultati
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I risultati dell’analisi di regressione supportano l’ipotesi di ricerca che le pratiche di HMR
commitment based abbiano un effetto positivo sulla performance di business, attraverso la loro
capacità di promuovere l’engagement dei dipendenti core. Infatti, il nostro modello di analisi
dimostra che:
a) l’engagement è un mediatore della relazione tra HRM e performance aziendale. In particolare
quello che si osserva è che l’aumento unitario della deviazione standard nelle prassi di HRM
commitment based può generare un aumento del 18% nel ROE e del 28% nell’engagement.
b) l’aumento unitario nella deviazione standard dell’engagement può generare un aumento del ROE
del 34%.
c) quando si considerano disgiuntamente gli effetti delle tre dimensioni di engagement (vigor,
dedication e absorption) si evince che l’absoprtion è il meccanismo principale attraverso cui le
pratiche di HRM influenzano la performance aziendale.
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Le implicazioni manageriali
Attraverso la nostra ricerca abbiamo verificato l’ipotesi della relazione tra pratiche di HRM
commitment-based e la performance aziendale, oltre alla ipotesi che tale relazione sia mediata
dall’engagement.
Un’implicazione importante è rappresentata dal fatto che gli operatori HR e i manager di linea
hanno una responsabilità congiunta in tal senso. I primi rispetto alla progettazione delle pratiche di
HRM commitment-based. I secondi rispetto alla traduzione di tali pratiche in azioni congruenti.
In altre parole, se i professional dell’HR progettano la value proposition e la “promessa”dell’azienda
come datore di lavoro, spetta ai line manager attualizzare questa promessa e tradurre il progetto in
azioni concrete che hanno un impatto sul livello di engagement delle persone e quindi sul risultato
complessivo d’impresa.
Le pratiche di HRM commitment based creano le premesse per la sostenibilità dell’engagement di
lungo periodo attraverso l’allineamento dinamico delle competenze e della motivazione alle
mutevoli esigenze del mercato.
I line manager fanno da “cinghia di trasmissione” di tali pratiche, producendo ricadute concrete in
termini di sugli atteggiamenti, i comportamenti e la motivazione delle persone
Il costo dell’ attivazione di un bundle di pratiche HR commitment-based è sicuramente elevato, non
solo in termini progettuali ma anche relazionali e di cambiamento culturale. Ma il ritorno
sull’investimento, seppure con un orizzonte temporale di lungo periodo, è molto elevato -
soprattutto se tale investimento viene fatto sulle competenze specifiche e uniche di persone (i core
employees) che per il ruolo ricoperto possono avere un impatto proporzionalmente superiore sulla
creazione di valore per il cliente.
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La logica di fondo dei sistemi di HRM commitment-based è una logica relazionale più che
transazionale. Lo scambio lavoro per riconoscimento economico viene sostituito da uno scambio
che oltre alla variabile economica considera anche la dimensione motivazionale intrinseca del
lavoro, la responsabilizzazione reciproca nella relazione che produce performance eccellenti ed
employability sia interna che esterna.
L’azienda guarda alle competenze, alla disponibilità ad assumersi la responsabilità della realizzazione
degli obiettivi, ad agire in modo discrezionale e ad attivare dei processi di apprendimento
individuale, di team e organizzativi. La persona ricerca la possibilità di soddisfare i propri bisogni di
sicurezza, di affiliazione, di stima, riconoscimento ed autostima, di crescita e di equità nelle modalità
in cui tali bisogni si manifestano mostrando peraltro elevati livelli di variabilità nel ciclo di vita
professionale.
Conclusioni
Le implicazioni della ricerca appena descritta sono due. La prima è la criticità della funzione HR
nel supportare l’implementazione della strategia d’impresa attraverso la progettazione di sistemi
commitment-based in grado di stimolare e sostenere l’engagement delle persone nel lungo periodo.
La prospettiva a lungo termine è essenziale per assicurarsi un ritorno su tale investimento,
particolarmente importante nei momenti critici come questo dove le variabili esogene sfavorevoli
(congiuntura economica negativa, contrazione di ricavi e redditività) non sono controllabili, ma
diventa ancora più vitale per le aziende continuare ad innovare recuperando al tempo stesso
efficienza. E’ evidente che questo non è realizzabile solo con tagli e reingegnerizzazioni, ma è
fondamentale il sostegno continuo e l’energia delle risorse.
La seconda è la necessità di tradurre le pratiche HRM in azioni con un forte impatto sui
comportamenti, sugli atteggiamenti e sulla motivazione delle persone, attraverso la partnership con i
line manager e lo sviluppo di stili di leadership empowerment-oriented (ovvero con un forte
orientamento all’autonomia, all’apprendimento anche in situazioni di team, all’uso intensivo ed
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estensivo delle competenze che si sviluppano nell’azione). Le pratiche di HRM commitment-based
sono la promessa di valore che l’azienda fa alle persone. Lo stile di leadership è il modo che
l’azienda ha di mantenere la promessa. Questa evidenza è ampiamente sostenuta anche dagli studi
di Towers Perrin a livello globale, dove i comportamenti di leadership – sia del top management
che dei responsabili di linea nel loro complesso – emergono invariabilmente come fattori di
fortissimo impatto sui livelli di engagement delle persone.
Per realizzare pienamente la partnership HRM professional-manager di linea sono necessarie alcune
azioni fondamentali:
• partecipazione attiva nei processi di recruitment e selezione per assicurare il massimo livello di
person-organization fit non solo in base a esperienza e competenze di ruolo ma anche ad
atteggiamenti e valori;
• identificazione degli obiettivi di prestazione tenendo conto della discrezionalità che aggiunge
valore e combinando gli obiettivi rilevanti per l’organizzazione e quelli rilevanti per lo sviluppo
della persona;
• valutazione della prestazione secondo modalità e procedure che ne garantiscano l’oggettività e
la sostenibilità;
• riconoscimento del merito non solo in termini economici, ma anche con altre componenti del
“Total Reward” di particolare valore per la persona (ad esempio maggiore supporto alla
gestione del rapporto lavoro e vita privata, opportunità di apprendimento e sviluppo
professionale, incarichi stimolanti);
• supporto al recupero dei gap di prestazione utilizzando un insieme di strumenti per lo sviluppo
on e off the job (feedback, job assignments, job rotation and job enrichment, delega);
• promozione del lavoro in team e valorizzazione dello spirito di squadra;
• incoraggiamento di iniziativa e contributo ai processi di innovazione improtanti per l’azienda
• configurazione del ruolo in modo da attivare il più possibile autonomia, motivazione intrinseca
e competenze personali.
• supporto al management di linea nel comunicare frequentemente e onestamente con le persone
nei momenti di crisi dell’azienda, spiegando e motivando le azioni di cambiamento,
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ristrutturazione, o recupero di efficienza; aiutando le persone a dare un senso agli eventi,
ascoltando le loro istanze e preoccupazioni e offrendo quanto più possibile una visione di
medio periodo.
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rimenti bibliografici
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