Sistema Nazionale Protezione Ambiente: ci siamodal XII Rapporto sulla qualità dell’am-biente...

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Siamo vicini a un appunta- mento storico per le agenzie ambientali in Italia: il pros- simo 14 gennaio, come molti sanno, entrerà in vigore la legge 132 del 2016, che istitui- sce il Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente (comunemente indicato con l’acronimo Snpa). A partire da questa data, dunque, verrà uf- ficializzato quella che è già di fatto una realtà operante, visto che negli ultimi anni l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e le agenzie ambientali delle Regioni e delle Province autonome hanno la- vorato in stretta sinergia su molte questioni di interesse co- mune. A partire da quest’anno, nel nostro ordinamento è rico- nosciuta l’esistenza di un si- stema unico a livello nazionale, seppure “a rete”, che racchiude in sé tutti i compiti istituzio- nali in materia di controlli am- bientali, monitoraggio dello stato degli ecosistemi, diffu- sione e promozione della cono- scenza dell’ambiente... M Mosca a pag.7 SCIENZA & TECNOLOGIA AMBIENTE & SALUTE L’annuario dei dati ambientali 2016 Martelli a pag.2 Femiano a pag.8 La birra Made in Italy è green Paparo a pag.10 Tra poche settimane entrerà in vigore la legge 132/2016 che istituisce il Snpa Nuova vita per la “Casa Canadese” di Centola Sistema Nazionale Protezione Ambiente: ci siamo 2016: è esplosa la polveriera dell’utopia La solita nenia! Anche quest’anno ci è stato continuamente ripetuto che le ri- sorse del pianeta sono limitate, quindi destinate irreparabilmente ad esaurirsi, se non si abbraccia uno stile di vita im- prontato al risparmio. La stessa cosa vi è stata detta a proposito di come condu- cete le vostre esistenze nel quotidiano dove, essendo palese che vi trovate in una società competitiva, il messaggio è di agire in modo economico... Tafuro a pag.19 XII Rapporto Qualità dell’Ambiente urbano Il 2015 è stato un anno nero per il pm10 e l’aria continua a rappresentare un pro- blema per la salute, sono balneabili quasi tutti i tratti costieri ma l’uso di pesticidi è ancora oltre i limiti, due milioni di per- sone vivono in situazioni di rischio allu- vioni: questi i dati allarmanti evidenziati dal XII Rapporto sulla qualità dell’am- biente urbano pubblicato dall’Ispra. Il rapporto è frutto del lavoro dell’intero Si- stema nazionale di protezione ambientale. Funaro a pag.12 Nel 2017 l’ambiente si studierà a scuola Sono anni che l’Arpac porta avanti un progetto itinerante in tutte le scuole di or- dine e grado per diffondere la cultura ambientale. L’intenzione è quella di infon- dere nei giovani quel senso di responsabilità, indispensabile affinché si viva godendo di ciò che la natura ci ha donato senza abusarne, perché è anche nostro dovere lasciare ai nostri figli e ai posteri un ambiente sano per garantire la con- tinuità a chi viene dopo di noi. Ma spesso ci sentiamo dire: perché l’educazione ambientale nelle scuole? La risposta è immediata: bisogna partire proprio dalle scuole, per far maturare generazioni in grado di avviare un cambio culturale. Gaudioso a pag.6 PRIMO PIANO ARPAC A Palinuro, nella struttura ri- salente agli anni '50 denomi- nata “Casa Canadese" perché costruita da una fondazione canadese con una ben deter- minata destinazione d’uso ov- vero asilo ed acquistata... NATURA & BIODIVERSITÀ Il 6 dicembre scorso a Roma, presso la sede dell’Ispra, è stato presentato l’Annuario dei dati ambientali giunto alla quattordicesima edizione. Bio-architettura: i green graffiti L’arte, secondo l’estetica moderna, in- carna, prevedendole, le trasformazioni sociali per divenire, nelle sue forme manifeste, lo strumento attraverso il quale è possibile orientare ed educare le coscienze nella transizione. Se è una “rivoluzione verde” quella che ci at- tende, dunque, allora le opere di Edina Tokodi, Anne Garforth ed Eleanor Ste- vens, inaugurando il fenomeno dei Green graffiti, se ne fanno originali portavoce. Palumbo a pag.15

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Page 1: Sistema Nazionale Protezione Ambiente: ci siamodal XII Rapporto sulla qualità dell’am-biente urbano pubblicato dall’Ispra. Il rapporto è frutto del lavoro dell’intero Si-stema

Siamo vicini a un appunta-mento storico per le agenzieambientali in Italia: il pros-simo 14 gennaio, come moltisanno, entrerà in vigore lalegge 132 del 2016, che istitui-sce il Sistema nazionale a reteper la protezione dell’ambiente(comunemente indicato conl’acronimo Snpa). A partire daquesta data, dunque, verrà uf-ficializzato quella che è già difatto una realtà operante, vistoche negli ultimi anni l’Istitutosuperiore per la protezione e laricerca ambientale e le agenzie

ambientali delle Regioni e delleProvince autonome hanno la-vorato in stretta sinergia sumolte questioni di interesse co-mune. A partire da quest’anno,nel nostro ordinamento è rico-nosciuta l’esistenza di un si-stema unico a livello nazionale,seppure “a rete”, che racchiudein sé tutti i compiti istituzio-nali in materia di controlli am-bientali, monitoraggio dellostato degli ecosistemi, diffu-sione e promozione della cono-scenza dell’ambiente...

MMosca a pag.7

SCIENZA & TECNOLOGIAAMBIENTE & SALUTE

L’annuario dei datiambientali 2016

Martelli a pag.2

Femiano a pag.8

La birra Made inItaly è green

Paparo a pag.10

Tra poche settimane entrerà in vigore la legge 132/2016 che istituisce il Snpa

Nuova vita per la “CasaCanadese” di Centola

Sistema Nazionale Protezione Ambiente: ci siamo

2016: è esplosa lapolveriera dell’utopia

La solita nenia! Anche quest’anno ci èstato continuamente ripetuto che le ri-sorse del pianeta sono limitate, quindidestinate irreparabilmente ad esaurirsi,se non si abbraccia uno stile di vita im-prontato al risparmio. La stessa cosa viè stata detta a proposito di come condu-cete le vostre esistenze nel quotidianodove, essendo palese che vi trovate inuna società competitiva, il messaggio èdi agire in modo economico...

Tafuro a pag.19

XII Rapporto Qualità dell’Ambiente urbano

Il 2015 è stato un anno nero per il pm10 el’aria continua a rappresentare un pro-blema per la salute, sono balneabili quasitutti i tratti costieri ma l’uso di pesticidi èancora oltre i limiti, due milioni di per-sone vivono in situazioni di rischio allu-vioni: questi i dati allarmanti evidenziatidal XII Rapporto sulla qualità dell’am-biente urbano pubblicato dall’Ispra. Ilrapporto è frutto del lavoro dell’intero Si-stema nazionale di protezione ambientale.

Funaro a pag.12

Nel 2017 l’ambiente si studierà a scuola

Sono anni che l’Arpac porta avanti un progetto itinerante in tutte le scuole di or-dine e grado per diffondere la cultura ambientale. L’intenzione è quella di infon-dere nei giovani quel senso di responsabilità, indispensabile affinché si vivagodendo di ciò che la natura ci ha donato senza abusarne, perché è anche nostrodovere lasciare ai nostri figli e ai posteri un ambiente sano per garantire la con-tinuità a chi viene dopo di noi. Ma spesso ci sentiamo dire: perché l’educazioneambientale nelle scuole? La risposta è immediata: bisogna partire proprio dallescuole, per far maturare generazioni in grado di avviare un cambio culturale.

Gaudioso a pag.6

PRIMO PIANO ARPAC

A Palinuro, nella struttura ri-salente agli anni '50 denomi-nata “Casa Canadese" perchécostruita da una fondazionecanadese con una ben deter-minata destinazione d’uso ov-vero asilo ed acquistata...

NATURA & BIODIVERSITÀ

Il 6 dicembre scorso a Roma,presso la sede dell’Ispra, èstato presentato l’Annuariodei dati ambientali giuntoalla quattordicesima edizione. Bio-architettura:

i green graffiti

L’arte, secondo l’estetica moderna, in-carna, prevedendole, le trasformazionisociali per divenire, nelle sue formemanifeste, lo strumento attraverso ilquale è possibile orientare ed educarele coscienze nella transizione. Se è una“rivoluzione verde” quella che ci at-tende, dunque, allora le opere di EdinaTokodi, Anne Garforth ed Eleanor Ste-vens, inaugurando il fenomeno deiGreen graffiti, se ne fanno originaliportavoce.

Palumbo a pag.15

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Linee guida delle sostanze prioritarie nelle acque

Angelo Morlando

Il manuale n. 143/2016 è recentissimo(ottobre 2016) ed è molto utile per laclassificazione delle acque superficialie il relativo monitoraggio chimico, siaper l’acqua, sia per il biota. In verità,doveva essere pubblicato entro il 22marzo 2016, ma sono stati necessari deirinvii. Da una prima lettura appareuna guida completa ed è strutturata indue parti: nella prima sono riportati icriteri per il monitoraggio delle so-stanze prioritarie nel biota, mentre,nella seconda, sono riportati i criteri fi-sico-chimici per valutare la concentra-zione di piombo e nichel in base allabiodisponibilità sito-specifica nelleacque interne. La prima parte, si basasu un principio fondamentale, peraltrodettato dalla norma che si cita: “…Lanaturale variabilità nell’ambito deicampioni di organismi acquatici deveessere ridotta attraverso un’appro-priata progettazione del campiona-mento tenendo conto di differenzenell’età, sesso, taglia, stato di maturitàsessuale e periodo riproduttivo, poichétutti questi fattori possono influenzarei livelli di concentrazione dei contami-nanti. Il campionamento del biota do-vrebbe avvenire quando, ad esempiospecie ittiche o molluschi, sono in unafase fisiologicamente stabile e fuori dalloro periodo di deposizione.…”. Non sembra opportuno riportare lalista delle sostanze prioritarie, ma que-sto incipit rende chiaro un principiofondamentale: la determinazione di un

inquinante e la sua concentrazione neipesci, crostacei o molluschi, dipende damolteplici fattori naturali; e non si staparlando ancora delle procedure dicampionamento. Tutto ciò per affer-mare che per comprendere lo stato disalute di un corpo ricettore e la sua va-lutazione nel tempo, è necessario ini-ziare “oggi” un percorso lungo e difficileper poter avere dati sufficienti e atten-dibili “domani” e poter adottare tutti iprovvedimenti per la salvaguardia. Èpalese che tali attività devono esseresvolte esclusivamente da persone estre-mamente competenti e continuamenteaggiornate, altrimenti si rischia che taliattività le svolga chi non sa distinguereuna spigola da una trota. La seconda parte è molto interessanteed è inerente ai cosiddetti metalli pe-santi come Cadmio, Piombo, Nichel eMercurio. Premesso che l’accumulo dimetalli pesanti è estremamente dan-noso, ma se ne dovrebbe sapere e stu-diare di più, perché, si dovrebbeconoscere la effettiva biodisponibilità ditali elementi. Un passaggio del ma-nuale può lasciare perplessi: “…Poichéindagini sperimentali di tipo biologicoper lo studio della biodisponibilità deglielementi sono lunghe, costose e com-plesse…”. Se le indagini servono per ca-pirne di più e conoscere e studiareeventuali correlazioni, non ci sonotempi e costi che tengano. Si risparmi su campagne di screeninginutili, ma si investa sulla conoscenzadi dati base scientifici, affidabili e con-divisi.

Un utile riferimento di studio e approfondimento

Giulia Martelli

Il 6 dicembre scorso a Roma, pressola sede dell’Ispra, è stato presentatol’Annuario dei dati ambientali: unaraccolta intertematica di dati ufficialisull’ambiente giunto alla quattordice-sima edizione e frutto della strettacooperazione nel campo del reportingambientale tra l’ISPRA e le AgenzieRegionali e delle Provincie autonomeper la protezione dell’ambiente. La pubblicazione si presenta ampia-mente rinnovata rispetto alle prece-denti, riferendosi con maggiorerilevanza a un contesto europeo e na-zionale in evoluzione per quanto ri-guarda le politiche di sostenibilitàambientale. Essa è suddivisa in quat-tro sezioni, con gli indicatori articolatisecondo il modello DPSIR (Sezione A

– Elementi generali; Sezione B – De-terminanti: Settori produttivi; Se-zione C – Condizioni ambientali;Sezione D – Tutela e prevenzione).Nelle sezioni B, C, D sono presenti 21Aree Tematiche. Ognuna prevedeuna breve introduzione che presentaun quadro generale e descrive gli ele-menti caratterizzanti sia dal punto divista fisico sia da quello delle proble-matiche di interesse ambientale. Adogni Area Tematica sono associati deiTemi SINAnet (ad esempio, per At-mosfera: Emissioni, Qualità dell’aria,Clima). Le informazioni (dati e meta-dati), relative a ciascuno degli indica-tori selezionati per il Tema, sonoorganizzate in schede, composte dauna parte descrittiva e da un numerovariabile di rappresentazioni (gra-fici/carte tematiche) dei dati disponi-

bili. L’edizione 2016 presenta in to-tale 306 indicatori di cui 36 nuovi,complessivamente sono stati aggior-nati 250 indicatori, per un totale dicirca 140.000 dati. Questi ultimi sonostati organizzati in circa 450 tabelle e400 figure. L’Annuario dei dati am-bientali - versione integrale, è dispo-nibile in formato elettronico (PDF)sul sito web www.isprambiente.gov.itcosì come le altre pubblicazioni adesso correlate: Dati sull’ambiente2016, Ricapitolando... l’ambiente,Piattaforma Multimediale e un Gior-nalino che rappresenta la versione afumetti dell’annuario, tutto al fine diestendere ad una platea sempre piùvasta di fruitori dal decisore pubblicoal ricercatore fino al privato cittadinole notizie ambientali ritenute di inte-resse primario.

L’ANNUARIO DEI DATI AMBIENTALI 2016

Nuova prospettiva del reporting ambientale

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Rossella Femiano

Il Protocollo di intesa fra i co-muni cilentani (Alfano, Came-rota, Celle di Bulgheria,Centola, Cuccaro Vetere, Fu-tani, Montano Antilia, Pi-sciotta, Roccagloriosa, RofranoSan Mauro la Bruca) rappre-sentanti un ambito omogeneodal punto di vista socio-econo-mico e produttivo e gli Enti(Parco Nazionale del Cilento,Vallo di Diano e Alburni, GALCasacastra, Patto Territoriale“Sistema Cilento”) nasce dal-l’esigenza di rispondere allaprogrammazione regionale2014-2020 la quale prevedecriteri premianti per le proget-tualità proposte in forma ag-gregata. In particolare, si vuole potercandidare il progetto di “com-pletamento dell’area PIP sitaalla località Massicelle” re-datto dall’Ufficio Tecnico Co-munale di Montano Antilia aibandi che usciranno in attua-zione della delibera dellagiunta regionale campana n.434 del 27/07/2016 adottata incoerenza con il “Piano Strate-gico della Regione Campania”elaborato per la predisposi-zione del “Patto del Sud” non-ché con il ProgrammaOperativo Complementare(POC) che si pone quale obiet-

tivo la “risoluzione dei nodistrutturali” attraverso "inter-venti infrastrutturali per il re-cupero, la valorizzazione, larazionalizzazione e/o il comple-tamento delle aree di insedia-mento produttivo, perl’attrazione di investimentiproduttivi e la reindustrializ-zazione".La Regione Campania con lasuddetta delibera ha, pertanto,programmato la risorsa di 20milioni di euro al fine di recu-perare il patrimonio proget-tuale degli Enti localidefinendo specifici criteri di se-

lezione consistenti nella valu-tazione dei seguenti fattori:- grado di saturazione dell'areaPIP (nella logica di concen-trare gli investimenti in areePIP strategiche ed attrattiveevitando consumo di suolo);- logistica (favorendo aree me-glio collegate);- modalità sostenibile di realiz-zazione delle azioni;- indicatori socio-economici (in-dici ISTAT) ovvero, in rice-zione delle disposizioni delRegolamento UE n. 1301/2013concernenti l'obiettivo "Inve-stimenti a favore della crescita

e dell'occupazione", privile-giando le aree più svantag-giate che presentano valoricritici pure seguendo gli indi-rizzi per l'individuazione deiterritori delle aree di crisi ap-provati nella Conferenza StatoRegione;- vocazione produttiva ( appog-giando le aree PIP coerenti coni settori produttivi del territo-rio regionale identificati comeprioritari nella nuova pro-grammazione 2014/2020 (lec.d. “4 A”, Aerospazio, Agroali-mentare, Automotive e Abbi-gliamento);

- avanzamento procedurale, fi-nanziario e fisico degli inter-venti relativi alle aree PIP. Il Protocollo di intesa, costi-tuito da dieci articoli e di du-rata al 31/12/2020, nomina ilComune di Montano Antiliaquale Ente Capofila per l'atti-vità di coordinamento tecnico -amministrativo e di StazioneAppaltante per l'affidamentodel contratto di esecuzione deilavori ed istituisce il Collegiodi vigilanza per la corretta ap-plicazione e l’osservanza degliimpegni assunti dalle parti fir-matarie del Protocollo.

Rosemary Fanelli

“Sterminata Bellezza”. Questoil premio istituito per valoriz-zare esperienze, idee e per-sone in grado di individuare,tutelare e creare bellezza, ca-ratteristica fondamentale delnostro Paese. Giunto allaterza edizione, il premio Ster-minata Bellezza è ideato epromosso da Legambiente, incollaborazione con Comieco,Symbola e il Consiglio Nazio-nale degli Architetti. Temacentrale di questa edizione leperiferie di piccoli e grandicentri urbani, che contraddi-stinguono l’Italia nel mondo,grazie ad un patrimonio diarte e cultura, spesso incasto-nato in paesaggi mozzafiato.Rivolto a Pubbliche Ammini-strazioni, imprese no profit,

ma anche associazioni, comi-tati e cittadini italiani e stra-nieri, in forma singola oassociata, il bando mira a rac-cogliere e premiare le miglioriesperienze messe in atto sulterritorio, capaci di tutelare edi ricreare bellezza. La bel-lezza non deve però essere in-

tesa in senso letterale, ma in-terpretata anche come agirenell’interesse del bene co-mune. È necessario indivi-duarla, tutelarla, ma anchecrearne di nuova, sfruttandoquesta dote straordinariacome arma vincente contro lacrisi, per promuovere il turi-

smo, ma anche le best practi-ces. In attesa che la politicarealizzi le riforme necessariee stanzi fondi idonei a contra-stare il degrado e l’abbandonoin cui versa il nostro territo-rio, Legambiente ha presen-tato il Premio a tutela di unadote, che in Italia si sprigionadal territorio, ma anche dallasocietà civile e dalle imprese,accomunate da un cambia-mento dettato da una espe-rienza di “Bellezza”. Ecco perché il bando di con-corso si articola in tre diversesezioni: bellezza dei gesti, bel-lezza dei luoghi e bellezzadegli oggetti. La prima se-zione mira a valorizzare espe-rienze ed idee di solidarietàsociale, di impegno civico e dipromozione culturale, finaliz-zate al miglioramento della

qualità della convivenza,della coesione territoriale e distili di vita rispettosi dell’am-biente; la seconda sezione èdedicata ad esperienze edidee di riqualificazione deiterritori degradati, di miglio-ramento estetico ed ambien-tale degli spazi urbani edextraurbani e degli spazi pub-blici, che hanno particolari fi-nalità sociali; la terza, infine,valorizza le produzioni e leidee legate a servizi innova-tivi, oltre che alla capacità diutilizzare saperi tradizionaliper rispondere a bisogni dif-fusi. L’iniziativa, che pre-mierà le idee e le esperienzeche meglio valorizzano ilPaese, si concluderà a feb-braio, quando verrà premiatoun vincitore per ciascuna se-zione.

Protocollo di intesa per il completamento dell’area PIP del Comune di Montano Antilia

Premio “Sterminata Bellezza”, terza edizione

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Fabiana Liguori

In Italia lo scorso primo gen-naio si festeggiava non soloper l’inizio dell’anno nuovo maanche per i “soli” 190 feriti acausa dei botti di Capodanno.E si festeggiava perché si trat-tava di un numero in nettocalo rispetto ai 253 dell’annoprecedente. Gli intrapren-denti divieti applicati da al-cuni Comuni in tutta lapenisola, aveva inciso, difatto, in maniera significativasul fenomeno. Oggi, quantoaccaduto, però, non può e nondeve essere celebrato comeuna vittoria, ma solo come un

forte stimolo ad andare avantie a distruggere, in manieradefinitiva, questa triste re-altà. Ricordiamo altri “insigni-ficanti” dati relativi aifesteggiamenti dello scorsoanno: 38 minorenni coinvolti(la metà dei quali sotto i 12anni), la zona più colpita: Na-poli con le sue 31 emergenze.In netta diminuzione gli inter-venti dei vigili del fuoco: 660contro i 1750 dell’anno prima.Anche in questo caso la re-gione più interessata è statala Campania con 120 inter-venti. Seguono la Lombardiacon 108, Lazio con 101, Puglia82 e Veneto 46. Bene l’ope-

rato della polizia che ha effet-tuato ingenti sequestri di pro-dotti pirotecnici illegalmentedetenuti: 1.168 strumenti lan-ciarazzi; 46 armi comuni dasparo; 1.823 munizioni;23.292 kg di polvere da sparo;7.123 kg di prodotti comunqueillegali, 70.142 pezzi di articolipirotecnici di varia natura.Un arsenale, senza essere inguerra. Sono state denunciate317 persone a piede libero, conun dato in leggero incrementorispetto a quello dello scorsoanno, quando ne vennero se-gnalate 256, mentre sonostate arrestate 26 persone afronte delle 45 per l’arrivo del2015. Le corse in ospedale di fineanno da parte di persone affe-zionate a tali passatempi o di-vertite dall’uso di petardi, maanche di uomini, donne, bam-bini estranei al “gioco”, chehanno la sola sventura di tro-varsi “nel posto sbagliato almomento sbagliato”, si conclu-dono quasi sempre in bruttomodo: lesioni, ustioni, perditadi un dito, un arto, a volte diun occhio o della vista. Moltiperdono l’uso delle gambe,altri non tornano a casa. Pertutte queste brutte cose, il no-stro auguro è che tutti ab-biano fatto e continuino a fare

la propria parte (famiglie,scuole, istituzioni, scuole forzedell’ordine) per evitare altritristi racconti, altri “sprechi”di vite. Ci auguriamo che lafesta di domani sia solo una

festa fatta di abbracci, tene-rezza, di calici in alto, di sor-risi, di musica. Di cose buonee non solo a tavola! Il tutto,ovviamente nel rispetto del-l’ambiente e del territorio.

"Abbandonare l'uso di petardie fuochi artificiali a Capo-danno sarebbe un bel segno diciviltà e di rispetto per gli ani-mali, l'ambiente e la nostra in-columità visto che itradizionali botti sono spessocausa di morte, ferimenti etraumi per animali domesticie selvatici". Così il Wwf Italiain vista dei festeggiamenti difine anno. "Molti non sannoche la quantità di veleni dif-fusi nell'aria dall'esplosione difuochi è particolarmente no-civa, con valori non trascura-bili di potassio, stronzio, bario,magnesio, alluminio, zolfo, ti-tanio, manganese, rame,cromo e piombo. Alcuni studiprovano come la notte di Ca-podanno si registri un inqui-namento dell'aria, con

particolare riferimento allepolveri sottili, superiore aquello dell'attività di un annodi numerosi inceneritori. Ildanno è amplificato propriodalla simultaneità dell'evento,quando l'intero territorio è'bersagliato' da esplosioni piro-tecniche" spiegano gli ambien-talisti. Pesanti anche gli effetti

sulla fauna. "Si stima che ognianno in Italia almeno 5.000animali muoiano a causa deibotti di fine anno - avverte ilWwf - Di questi circa l'80%sono animali selvatici, soprat-tutto uccelli, tra i quali nonmancano casi di rapaci, chespaventati perdono il sensodell'orientamento ed effet-

tuano una fuga istintiva ri-schiando di colpire un ostacoloa causa della scarsa visibilità.Altri abbandonano il loro dor-mitorio invernale (alberi, siepie tetti delle case), vagano albuio anche per chilometri enon trovando altro rifugiomuoiono per il freddo a causadell'improvviso dispendioenergetico a cui sono costrettiin una stagione caratterizzatadalla scarsità di cibo che ne ri-duce l'autonomia. A ciò va ag-giunto anche lo stress indottodai botti, anch'esso causa dimorte frequente". Situazionedifficile anche per gli animalidomestici: "Nei gatti, e soprat-tutto nei cani, un botto creastress e spavento da indurli afuggire dai propri giardini erecinti, per scappare dal ru-

more a loro insopportabile, fi-nendo spesso vittime del traf-fico o di ostacoli non visibili albuio. L'effetto nefasto suglianimali è dovuto in particolarealla soglia uditiva infinita-mente più sviluppata e sensi-bile negli animali rispetto aquella umana. Negli animalidegli allevamenti come muc-che, cavalli e conigli, invece, leconseguenze delle esplosionipossono provocare nelle fem-mine gravide addirittural'aborto da trauma da spa-vento". Così il Wwf suggerisceuna versione 'light' dei festeg-giamenti di fine anno con dellelanterne, al posto dei botti, cuiaffidare desideri e auspici peril nuovo anno devolvendo isoldi risparmiati in benefi-cenza. (dal web)

Il Capodanno ideale? Senza corse in ospedale

L’appello del Wwf per un Capodanno senza botti

Tanti i divieti e le iniziative per ostacolare l’uso dei petardi. La vita non va sprecata

''Ogni anno in Italia almeno cinquemila animali muoiono durante i festeggiamneti”

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Alessia Esposito

Produzione, distribuzione econsumo del cibo. Sono questii macrocriteri su cui sonostate stilate le classifichemondiali di sostenibilità delcibo su un campione di venti-cinque Paesi analizzati, cherappresentano oltre i 2/3 dellapopolazione mondiale e l’87%del Pil globale.La Francia è quella che ot-tiene i risultati migliori, se-guita da Giappone, al secondoposto, e dal Canada, al terzo.Non si tratta solo di una fi-liera che garantisce buoni ri-sultati, ma anche di equilibrionel mangiare, senza eccessi ocarenze nelle sostanze nutri-tive. I dati sono quelli del FoodSu-stainability Index (Fsi), volutodalla Fondazione Barilla Cen-ter for Food and Nutrition(Bcfn) e realizzato da The Eco-nomist Intelligence Unit (Eiu)- il centro di ricerca delGruppo The Economist - conBcfn. Cinquantotto i parametri uti-

lizzati per l’indagine in treambiti di ricerca: agricolturasostenibile, sfide nutrizionalie spreco di cibo."Lo slogan che abbiamo sceltoper questo Forum Bcfn è'Mangiare Meglio. MangiareMeno. Mangiare Tutti' perchéracchiude il nostro pensiero inpoche parole: se mangiamomeglio, a goderne non saràsolo la nostra salute, maanche il nostro Pianeta", af-fermail presidente diBcf-nGuido Barilla.La Francia vince soprattuttograzie alle sue politiche controlo spreco e per l’equilibrionella sua educazione alimen-tare. Giappone e Canadahanno invece ottimi risultatiper le loro politiche di agricol-tura sostenibile e per le cam-pagne di informazione suglistili di vita alimentari cor-retti.Il nostro Bel Paese è il sestodella classifica. Registra i mi-gliori risultati in termini diemissioni di gas serra nel-l’agricoltura ed è tra i primidieci per agricoltura sosteni-

bile (con ottime performanceper la diversificazione nel set-tore agricolo e la gestione deiconsumi idrici). Premiateanche le politiche contro lospreco di cibo che sono stateinserite nella legislazionenegli ultimi tempi. Parados-salmente l’Italia risulta, se-condo quest’indice, piùindietro sugli aspetti nutrizio-nali facendo registrare un

terzo posto per l’ipernutri-zione e il secondo posto per so-vrappeso e obesità nella fasciadi età tra i 2 e i 18 anni. Simangia bene? Forse troppo.Insomma bene, ma non benis-simo. Vanno male invece lecose in India (ultima), ArabiaSaudita (penultima) ed Egitto(terzultima), che si trovano adaffrontare “la doppia sfida del-l’obesità e della malnutri-

zione”. E non solo. Paganoanche lo scotto di un sistemaarretrato nell’utilizzo delle ri-sorse (soprattutto acqua) enella riduzione degli sprechinel comparto di produzioneagricola. L’india ha inoltre unaltro triste primato: è il Paesecon la più alta percentuale didenutrizione nei bambinisotto i 5 anni.L’Economist IntelligenceUnit, insieme con la Fonda-zione Bcfn, ha ad oggi avviatoanche un nuovo progetto pi-lota dedicato al sistema ali-mentare urbano che sichiamerà City Monitor, peranalizzare la variazione delleabitudini di consumo e dun-que la sostenibilità del cibo.Sedici quelle coinvolte nellaprima fase scelte sulla basedella loro posizione geogra-fica, della disponibilità deidati e del loro impegno: Lon-dra, Milano, Parigi, Toronto,Belo Horizonte, Johanne-sburg, Shanghai, Kyoto, Mes-sico City, Berlino, Mosca, TelAviv, Dubai, San Francisco,Lagos e Mumbai.

Francia, regina dell’alimentazione sostenibileSul podio anche Canada e Giappone, a chiudere la classifica India, Arabia Saudita ed Egitto. L’Italia è sesta

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Anna Gaudioso

Sono anni che l’Arpac portaavanti un progetto itinerantein tutte le scuole di ordine egrado per diffondere la cul-tura ambientale. L’intenzioneè quella di infondere nei gio-vani quel senso di responsabi-lità, indispensabile affinché siviva godendo di ciò che la na-tura ci ha donato senza abu-sarne, perché è anche nostrodovere lasciare ai nostri figli eai posteri un ambiente sanoper garantire la continuità achi viene dopo di noi. Maspesso ci sentiamo dire: per-ché l’educazione ambientalenelle scuole? La risposta è im-mediata: bisogna partire pro-prio dalle scuole, per farmaturare generazioni ingrado di avviare un cambioculturale. La scuola (insiemealla famiglia) è la prima cel-lula sociale in cui l’individuosi forma: quindi, quale puntodi partenza migliore? L’annoche si sta chiudendo è iniziatocon una nota positiva: loscorso 14 gennaio il governoannunciò di voler inserire ob-bligatoriamente l’insegna-

mento dell’educazione am-bientale nelle scuole, da quelledell’infanzia a quelle della se-conda superiore. Il sottose-gretario all’Ambiente BarbaraDegani presentò un progettoscritto in collaborazione con ilministero dell’Istruzione. Undocumento di 150 pagine checontiene linee guida mirate afar diventare l’educazione am-bientale materia scolastica.Portare l’educazione ambien-tale a scuola significa studiarenon solo la natura e l’am-biente che ci circonda, ma,anche e soprattutto, quei prin-cipi di educazione civica cherendono migliore la società, adesempio: sviluppo sostenibile,economia, conservazione dellerisorse, ma anche educazionecivica e culturale. L’educa-zione ambientale nella scuolaaffronta tematiche e problemiattuali, con i quali le nuovegenerazioni dovranno con-frontarsi. È insomma unostrumento, un modo per sen-sibilizzare i cittadini e le co-munità a una maggioreresponsabilità e attenzionealle questioni ambientali e albuon governo del territorio. In

tutte le scuole dove abbiamoportato la nostra esperienzain materia ambientale, il ri-scontro con gli alunni è statosempre positivo. Soprattuttonelle scuole primarie, laddovesiamo ritornati più volte l’ac-coglienza è stata sempre fan-tastica. Se si lavora siraccoglie: ci sono insegnantipiù motivati di altri ma allafine tutti partecipano perchéarriva il messaggio «soli siamoniente insieme una forza». Inconclusione, per cambiare lanostra visione nei confrontidell’ambiente non si può nonpartire dai giovani, i nostricittadini di domani.

Nel 2017 l’ambiente si studierà a scuolaArpac entra da anni nelle aule con percorsi di educazione ambientale

Le “Linee guida educazione ambientale” emanate dal mini-stero dell’Ambiente comprendono schede di approfondi-mento per i vari percorsi didattici in modo che l'ambiente,in tutte le sue accezioni - dalle nozioni scientifiche all'usonell'arte, sino al rispetto nell'uso delle tecnologie - possa en-trare nella vita dei giovani che sono la speranza per un fu-turo migliore. L’intenzione è che passi soprattutto ilconcetto di rispetto dell'ambiente. L'obiettivo, quindi, è in-segnare ai bambini come porsi in modo corretto nei con-fronti dell'ambiente che li circonda. A partire dal prossimoanno scolastico, l'educazione ambientale sarà materia ob-bligatoria. Dal riciclo dei rifiuti alla tutela del mare e delterritorio, dalla biodiversità all'alimentazione sostenibile, itemi ambientali entreranno in aula, per ora, durante l'in-segnamento di altre materie, come geografia, scienza, arte,in attesa di imporsi con un'ora strutturale. Nel progetto delministero dell'Ambiente, l'educazione ambientale non dovràessere più discrezionale come avviene oggi nell'ambito dellematerie di educazione civica, ma dovrà entrare a pieno ti-tolo come materia con una ora tutta sua, perché – come haribadito di recente la Degani - «è necessario intervenire conuna politica di grande respiro, a lungo termine, altrimentiil patrimonio che abbiamo a disposizione oggi non ci saràpiù domani». L'Educazione ambientale può, anzi è, unostrumento imprescindibile da cui partire per far capire l’im-portanza di alcune scelte. Non deve essere qualcosa di ag-giunto ad un’altra materia ma l'introduzione di nuove formedi apprendimento, per educare alla convivenza civile e alfuturo. A.G.

MMateria obbligatoria dal prossimo anno scolastico

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Luigi Mosca

Siamo vicini a un appuntamento sto-rico per le agenzie ambientali in Ita-lia: il prossimo 14 gennaio, come moltisanno, entrerà in vigore la legge 132del 2016, che istituisce il Sistema na-zionale a rete per la protezione del-l’ambiente (comunemente indicatocon l’acronimo Snpa). A partire daquesta data, dunque, verrà ufficializ-zato quella che è già di fatto una re-altà operante, visto che negli ultimianni l’Istituto superiore per la prote-zione e la ricerca ambientale e leagenzie ambientali delle Regioni edelle Province autonome hanno lavo-rato in stretta sinergia su molte que-stioni di interesse comune. A partireda quest’anno, nel nostro ordina-mento è riconosciuta l’esistenza di unsistema unico a livello nazionale, sep-pure “a rete”, che racchiude in sé tuttii compiti istituzionali in materia dicontrolli ambientali, monitoraggiodello stato degli ecosistemi, diffusionee promozione della conoscenza del-l’ambiente (per l’elenco completo dellefunzioni attribuite al Snpa, è utileconsultare il testo della legge). Uno degli obiettivi di questa riforma

è rendere più omogeneo il funziona-mento dei controlli ambientali sututto il territorio italiano, in modo checittadini e imprese possano contare suun quadro di procedure e di cono-scenze più semplice e uniforme, dalleAlpi fino alla Sicilia. Si attende l’intro-duzione, con un provvedimento delGoverno, dei Lepta, i livelli essenzialidelle prestazioni tecniche ambientali,un riferimento operativo che dovrebbeessere in grado di standardizzare iservizi offerti dalle Arpa/Appa sututto il territorio nazionale. Altre novità introdotte dalla legge132: la possibilità di innescare un in-tervento delle Agenzie su segnala-zione diretta dei cittadini, e inoltre lapossibilità di individuare, nel perso-nale delle Agenzie, dipendenti conqualifica di Ufficiale di polizia giudi-ziaria. In concreto, bisognerà atten-dere una serie di decreti attuativi perpoter conoscere le modalità operativecon cui queste novità verranno at-tuate. Molti certamente ricordano il lungo

iter di approvazione di questa ri-forma, che scaturisce dall’unificazionedi tre diverse proposte, i cui primi fir-matari sono, rispettivamente, ErmeteRealacci, attuale presidente dellaCommissione Ambiente della Ca-mera, Alessandro Bratti, ex dg del-l’Arpa Emilia Romagna e attualepresidente della Commissione bica-merale “ecomafie”, e il deputato Mas-simo De Rosa, che a Montecitorio èvicepresidente della CommissioneAmbiente. Nonostante il travagliatopercorso per giungere all’approva-zione della riforma, la legge 132 èstata in pratica votata all’unanimitànei due rami del Parlamento: segno diun clima di consenso molto diffuso in-torno alla necessità di rilanciare il si-stema di protezione ambientale inItalia. Alla sua nascita (o meglio, almomento dell’ufficializzazione) ilSnpa potrà contare su oltre duecentosedi operative in tutto il Paese, più di11mila dipendenti, e un’attività con-solidata che prevede mediamente,ogni anno, l’analisi di circa 600milacampioni di varie matrici ambientalie quasi 100mila operazioni all’annosul territorio. Rafforzare il sistema dei controlli am-bientali, d’altronde, non implica intro-durre barriere allo sviluppoeconomico: come ha chiarito, tra glialtri, proprio Alessandro Bratti, inter-vistato di recente da Ecoscienza, il pe-riodico dell’agenzia ambientale

dell’Emilia-Romagna, «le imprese vir-tuose in Italia sono oggi la stragrandemaggioranza , ma si ritrovano spessoa dover competere con altre che si in-sinuano nelle carenze normative e lu-crano risparmiando su investimentiindispensabili per non impattaresull’ambiente». «La legge 132», ha ag-giunto il parlamentare, «contribuiscea costituire un quadro normativo mo-derno e più tutelante per le impresedi qualità». Intervistato da AmbienteInforma, ilnotiziario del Sistema nazionale diprotezione ambientale, il ministro del-l’Ambiente Gian Luca Galletti hadetto che con la riforma «i controlli di-venteranno uniformi per tutte le re-gioni, superando una frammentazioneche nei fatti oggi complica la tutela efrena lo sviluppo». Entusiasmo per lanuova normativa è stato espresso, inlinea generale, da tutti i vertici delleagenzie ambientali: Edmondo Ianni-celli, direttore generale di Arpa Basi-licata, ha affermato che «finalmente,per quanto riguarda la nostra regione,non si potrà più dubitare della tipolo-gia e della qualità delle prestazionirese dell’Arpab, perché avranno ununico comune denominatore rappre-sentato dai Lepta». Michele Camisa-sca, dg di Arpa Lombardia, hariconosciuto «l’esigenza che le attivitàdi protezione ambientale assumano,sul piano nazionale, una fisionomia disistema».

Sistema Nazionale Protezione Ambiente: ci siamoTra poche settimane entrerà in vigore la legge 132/2016 che istituisce il Snpa

ARPA CAMPANIA AMBIENTE del 30 dicembre 2016 - Anno XII, N.24Edizione chiusa dalla redazione il 30 dicembre 2016

DIRETTORE EDITORIALEPPietro VasaturoDIRETTORE RESPONSABILEPietro FunaroCAPOREDATTORISalvatore Lanza, Fabiana Liguori, GiuliaMartelliIN REDAZIONECristina Abbrunzo, Anna Gaudioso, LuigiMosca, Andrea TafuroGRAFICA E IMPAGINAZIONESavino CuomoHANNO COLLABORATOI. Buonfanti, F. Clemente, F. De Capua, G. DeCrescenzo, A. Esposito, R. Fanelli, R. Femiano,R. Funaro, R. Maisto, D. Matania, A. Mor-lando, A. Palumbo, A. Paparo, T. PolliceSEGRETARIA AMMINISTRATIVACarla GaviniDIRETTORE AMMINISTRATIVOPietro VasaturoEDITOREArpa Campania Via Vicinale Santa Maria delPianto Centro Polifunzionale Torre 1 80143 NapoliREDAZIONEVia Vicinale Santa Maria del Pianto Centro Polifunzionale Torre 1- 80143 NapoliPhone: 081.23.26.405/427/451 Fax: 081. 23.26.481 e-mail: [email protected]

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Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Na-poli n.07 del 2 febbraio 2005 distribuzione gra-tuita. L’editore garantisce la massima riservatezzadei dati forniti e la possibilità di richiederne la ret-tifica o la cancellazione scrivendo a: ArpaCampa-nia Ambiente,Via Vicinale Santa Maria del Pianto,Centro Polifunzionale, Torre 1-80143 Napoli. In-formativa Legge 675/96 tutela dei dati personali.

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Ilaria Buonfanti

Che il mare e i fiumi del nostropianeta non siano più puliticome un tempo è cosa nota, maforse non tutti sanno quale, trai vari tipi di inquinamentoidrico, è il più dannoso: quelloderivante dai metalli. Dopo con-tinui scarichi di sostanze tossi-che inorganiche, il fondo delmare si è trasformato in unaminiera: metalli pesanti e ve-leni riversati nelle acque hannodepositato sul fondo marinocromo, piombo e mercurio. Que-ste sostanze sono talmente tos-siche da divenire letali, primadi tutto per la flora e la faunaacquatica, un ecosistema per-fetto ma delicato e quindi facil-mente compromettibile, e poiper l’uomo. Il mercurio agisce

alterando il sistema nervosocentrale, il piombo induce avve-lenamento, noto col nome di”saturnismo”, che può generarecrisi epilettiche nonché compro-mette fegato e reni, il cromocausa anemie, anche moltoserie. Oggi però, grazie agliscarti del caffè sarà possibile

pulire le acque.Gli esperti del-l’Istituto Italiano di Tecnologia(Iit), situato a Morego, sulle al-ture di Genova, sono stati ingrado di realizzare una vera epropria spugna anti-inquina-mento utilizzando i comuniscarti del caffè. La spugna anti-inquinamento è in grado di as-

sorbire i metalli pesanti, come ilpiombo ed il mercurio ed i primitest appena effettuati indicanoche riesce ad assorbire il 99%degli inquinanti quando vienelasciata in acqua per più di 30ore. Se l’acqua fluisce, invece,riesce a catturare ben il 65% deimetalli pesanti. È chiaro che,sebbene la maggior parte delmateriale utilizzato sia proprioil caffè, la spugna, natural-mente, è composta anche danuovi materiali. Si parla in par-ticolare di una specie dischiuma polimerica compostaper il 60% da polvere di scartidel caffè (e si tratta, inoltre, diun materiale facilmente reperi-bile perché è presente in tutto ilmondo in milioni di tonnellate)e per il restante 40% di un ma-teriale elastico a base di sili-

cone. Il risultato è stato otte-nuto dopo che i ricercatori, a la-voro, hanno realizzato questaspecie di nuovo composto: dauna parte hanno unito tutti ivecchi fondi di caffè essiccati inuna miscela di silicone e zuc-chero. Una volta che la miscelasi è solidificata hanno scopertoche, messa in acqua, è stato loscioglimento dello zucchero acreare un nuovo composto gene-rando anche dei fori nella strut-tura e creando così la nuovaspugna-filtro. Il risultato è statoincredibile e ha dato subito i ri-sultati attesi. La spugna è com-posta da materiale del tuttoriciclabile, è molto resistente edè in grado di non essere alteratada altri elementi presenti nelleacque e, dunque, anche di nondecomporsi facilmente.

NUOVA VITA PER LA “CASA CANADESE” DI CENTOLA

A Palinuro, nella struttura ri-salente agli anni '50 denomi-nata “Casa Canadese" perchécostruita da una fondazione ca-nadese con una ben determi-nata destinazione d’uso ovveroasilo ed acquistata dal Comunedi Centola nel 2006, è inten-zione dell’amministrazione co-munale far nascere un centro diricerca, studi, tutela, valorizza-zione e promozione degli ecosi-stemi marini, fluviali e costieri.Questa proposta del Comune diCentola, soggetto attuatore inpartenariato con Regione Cam-pania, Provincia di Salerno,Ente Parco Nazionale del Ci-lento Vallo di Diano e Alburnied Università di Salerno, de-riva dalla vocazione intrinsecadel territorio che eredita unostraordinario equilibrio tra eco-sistemi naturali unici ed un pa-trimonio storico-culturale mille-nario: una caratteristica chenon può non essere valorizzata!L’inaugurazione di un centro diricerca (e di una piattaformainformatica di supporto) sa-rebbe un modo per farlo oltreche rappresentare una realepossibilità di interazione (sia ditipo verticale che di tipo oriz-zontale) su materie tecnico-scientifiche tra enti ed orga-nismi di gestione, controllo evalutazione territoriale dandoimmediatamente una maggiorevisibilità all’intera zona. Altro

vantaggio, direttamente quan-tificabile, consisterebbe nell’in-cremento di persone occupate.Nello specifico, verranno appro-fonditi i seguenti aspetti:- studio dell'ambiente marinoattraverso specifiche campa-gne; - valutazione del dissesto idro-geologico-erosione costiera; - individuazione di eventualifonti di inquinamento e dei po-tenziali impatti sull’ambiente;- idraulica fluviale applicata aLambro e Mingardo.

Tra i risultati attesi vengonocontemplati:- produzione di carte tematichee modelli di GIS sullo statodell’ecosistema;- catalogazione su: presenza, di-stribuzione e valutazione dellostato di conservazione degli ha-bitat di interesse comunitario;- mappatura e caratterizza-zione di grotte sommerse esemi-sommerse.Questi risultati forniranno in-nanzitutto una fotografia dello“stato di salute” dell’ambiente

che potrà essere utilizzata permolteplici e diversificati scopi:- implementare strategie per ilmonitoraggio, valorizzazione etutela di Aree Marine Protette;- utilizzare più efficacementestrumenti di conservazionedella biodiversità;- limitare gli impatti antropicivalorizzando il turismo marinoesistente (migliorando la frui-zione delle grotte di Capo Pali-nuro) sia con la creazione dipercorsi subacquei a partiredagli strumenti tecnologici più

avanzati sia con l’individua-zione di aree archeologichesommerse;- analizzare la possibilità di uti-lizzo di acque sulfuree a finimedicali, turistici e termali.Oltre a questa fase di “exploita-tion” dei risultati, il centro di ri-cerca si avvarrà di unapiattaforma tecnologico - mul-timediale utile alla “dissemina-tion” delle attività/risultati afini didattici, di ricerca dell'eco-sistema marino e non.

R.F.

Presto un’arma contro l’inquinamento delle acqueUna spugna innovativa, creata utilizzando gli scarti del caffè, potrebbe purificare l’acqua

Ospiterà un centro di ricerca sugli ecosistemi marini e fluviali

(foto da giornaledelcilento.it)

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Tina Pollice

È l’economia circolare che tra-sforma in risorsa ciò che adessoè considerato un rifiuto. Essa mira a creare sviluppo ericchezza eliminando gli effettiindesiderati del progresso. Sull’onda delle nuove direttiveeuropee in materia di economiacircolare sono nate in Italia unaserie di start up che ne attuanoil ciclo e che sono state presen-tate al pubblico da I3P incuba-tore del Politecnico di Torino. Ècosì che la SHL ha brevettatoun processo di raffinazione diolii di origine animale e vege-tale che permette di ricavarebiocombustibile per generatoridi calore industriali e civili.Anche la Sintol produrrà carbu-rante, ma riciclando la plasticacon un processo di idrolisi cata-litica a basso consumo energe-tico. L’idea parte dai 25 mln ditonnellate di plastica che l’Eu-ropa produce ogni anno. Afronte di un 25% riciclato e diun 36% avviato al recuperoenergetico nei termovalorizza-tori, un buon 38% finisce in di-scarica. È a quel 38% che Sintolpunta, per arrivare a chiudere

il ciclo della plastica con un ef-fettivo riutilizzo di tutti gliscarti. Ed alla plastica pensanoanche gli ingegneri di Polìpoche per la produzione della pro-pria bioplastica utilizzerannoscarti alimentari come vinacce,bucce, fondi di caffè, residuioleosi, inserendosi così nella fi-liera del riciclo agroalimentare.La Stonebrick considera risorsa

i fanghi di segagione, ovvero gliscarti derivanti dall’estrazionee taglio della pietra. Attraversoun processo brevettato di atti-vazione alcalina che avviene abasse temperature, i fanghivengono trasformati in un ma-teriale poroso, il CCA, che puòsostituire il calcestruzzo, reim-mettendo così gli scarti nella fi-liera del settore edilizio. In

Germania già l’80% dei murisono costruiti con CCA, in Italiasolo il 6%. Alla filiera edilizia fariferimento anche Microwaste,che si propone di risolvere laspinosa questione dello smalti-mento dell’Eternit. In Italia cisono circa 30 mln di tonnellatedi amianto, che l’Europa ci im-pone di rimuovere entro il 2028.Microwaste si concentra in par-ticolare sull’amianto friabile, 1milione e mezzo di tonnellate,per cui la discarica non è cheuna soluzione temporanea;l’unica via più sicura è l’inertiz-zazione, un processo ad altetemperature che, modificandola struttura chimica del mate-riale, ne elimina la cancerogeni-cità. La società torinese hasviluppato una tecnica di iner-tizzazione a microonde con unimpianto mobile da portareovunque sia richiesto senza bi-sogno di spostare il materiale.L’amianto, trasformato in ma-teriale inerte e non più perico-loso, può essere riciclato comemateriale da costruzione. LaRemete, si indirizza su un mer-cato già esistente, quello del re-cupero di metalli preziosi eterre rare dai Rifiuti di Appa-

rati Elettrici ed Elettronici(RAEE). La start up ha dallasua il brevetto per un processoefficiente che avviene a freddo econ emissioni inquinanti mini-mizzate. La Greenwoolf, vuoletrasformare la lana di scartodegli allevamenti di pecore inottimo fertilizzante biologico.La cheratina, che ne è il costi-tuente principale, contiene ele-menti come azoto, carbonio ezolfo, ottimi per il terreno.L’idea di Greenwoolf è di con-vertire, con piccoli impianti diidrolisi locali, la lana di scartoin fertilizzanti liquidi o solidi,completamente organici idealiper il settore dell’agricolturabiologica. In ultimo Replantproduce un’alternativa italianaal pellet. Un cippato fatto con illegname ricavato dalla pulizia egestione dei boschi pubblici oprivati. Il progetto di Replantva oltre il prodotto e mira, inperfetto approccio da economiacircolare, alla creazione di un si-stema di rete partecipato, in cuienti locali, imprese, artigiani,proprietari privati di terreni epopolazione sono coinvolti atti-vamente nella gestione di unbene comune come i boschi.

Le start up che attuano le direttive europeein materia di economia circolare

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LA BIRRA MADE IN ITALY È GREENAnna Paparo

Il birrificio più green del mondo si trovain Puglia. Il Made in Italy batte tutti.Infatti, grazie a investimenti specificisull'impiego delle energie rinnovabili eal piano globale di sostenibilità, ilGruppo Heineken oggi è in grado diprodurre in diversi Paesi del mondo,referenze di birra interamente "fattecon il sole", compreso lo stabilimento diMassafra, situata a Taranto, diventatoprimo produttore al mondo, tra i birri-fici, di energia fotovoltaica grazie aisuoi tredici mila pannelli solari instal-lati sui tetti. Lo hanno spiegato il dot-tor Alfredo Pratolongo, direttorecomunicazione e affari istituzionaliHeineken Italia, e la dottoressa AlinaTaru, direttore del bir-rificio di Massafra,presentando il nuovoimpianto di quasi novemila pannelli, che si èaggiunto al primo di4.152 pannelli, realiz-zato nel2012. A livellodi Gruppo sono benquattroi brand pro-dotti con energia rin-novabile equivalentederivante da pannellisolari. L'impegno nelfotovoltaico permettead Heineken Italia diprodurre oggi tre di-

verse tipologie di birre, appartenentialla famiglia Birra Moretti, con energiafotovoltaica equivalente sia prodottadai pannelli solari di Comun Nuovo eMassafra che è acquistata dal nostrofornitore attraverso Garanzie di Ori-gine. Stiamo parlando di Moretti Baffod'Oro, Moretti La Rossa e Moretti Dop-pio Malto. Possiamo proprio dirlo: “C’èil sole nella birra prodotta a Taranto”.Lo stabilimento di Massafra è riuscitaa tenere testa a tutto il mondo con isuoi pannelli, 13mila in tutto, riu-scendo a rendere circa il 20% del suofabbisogno energetico. Un progetto, un traguardo che hannopermesso all’azienda di scalare la vettadella classifica globale delle “Top 50Solar Beer Breweries”, posizionandosi

in pole position e gua-dagnando, così, la me-daglia d’oro. Qui vienetrasformata in energiapulita la sua stessafonte di alimenta-zione, facendone unvero e proprio marchiodi qualità. Posizionataai piedi della Murgia,nella suggestiva Terradelle Gravine, a pochichilometri da Taranto,lo stabilimento siestende su di una su-perficie di cento no-vanta cinque mila

metri quadrati, produce più di 1,8mi-lioni di ettolitri di birra all’anno, conuna capacità operativa fino a2.400.000ettolitri. Parlando in terminidi bottiglie, tale produzione equivale acirca cinquecento quaranta milioni dipezzi da trenta tre centilitri. Come ab-biamo accennato precedentemente, iprincipali marchi prodotti sono Dreher,Heineken, Moretti. Insomma, la be-vanda dorata ha tutto un altro sapore,il sapore del rispetto dell’ambiente e

della natura. Basti pensare che il no-vantasei per cento delle birre delgruppo Heineken prodotte e vendutenel Tacco d’Italia nascono nel birrificio“solare”. Inoltre, nel 2015 l’azienda hainvestito 4,2milioni di euro per il mi-glioramento degli impianti e la ridu-zione dell’impatto sull’ambiente delbirrificio pugliese. Il 2016, che sta vol-gendo al termine, è stato l’anno dellasvolta con l’evoluzione a World ClassBrewery Oraganization.

MINI FRANTOI DOMESTICI PER AUTOPRODURRE L’OLIO

Produrre olio extravergine dioliva a casa, come se si stessepreparando il caffè, non èun’utopia: una giovane startup calabrese ha ideato il primorobot in grado di trasformarele olive in olio extravergine ap-pena premuto. Si chiama “Re-voilution” e, come suggerisce ilnome, propone una vera e pro-pria rivoluzione: il suo obiet-tivo è stato creare un minifrantoio domestico, portandocosì nuova linfa al mercato delsettore agroalimentare, ridu-cendo gli sprechi e salvaguar-dando la biodiversità. Il piccoloelettrodomestico è facile dausare: basta inserire le polpe ole olive intere, spingere untasto e in poco più di 40 minutiè possibile ottenere 250 ml diolio extravergine d’oliva. “Cosìlasciamo inalterate la suabontà e le sue proprietà uni-che”, ha spiegato Antonio Pa-

gliaro, specializzato in Fi-nance, Project Managementand Marketing e in Food Tech.Pagliaro ha vinto anche deiGrants, premi conferiti dal-l’Europa, per la sua idea, cheporta avanti grazie al suo teamdi esperti in campo alimen-tare, della meccanica elettro-nica e del design. Per chi vogliafarsi un “espresso di olio” cisono due alternative: “Revoilu-tion” e “Revoilution Pro”. Laprima funziona a cialde: lapolpa, ottenuta da olive sele-zionate, denocciolate e conge-late, viene ridotta in praticicubetti che poi vengono inseritinella macchina per ottenereun olio sempre fresco. “Revoi-lution Pro”, invece, è pensataper chi ha a disposizione delleolive: si tratta di un vero e pro-prio frantoio in miniatura chefrange le olive intere. Venduteal momento soltanto online,

hanno un costo che si aggirasui 500 euro per la prima e sui2000 per la seconda, ma, comeassicura Pagliaro, “l'olio extra-vergine che si ottiene ha uncosto di poco superiore a quelloche si compra al supermer-cato”. Come è nata l'idea?“Siamo partiti da un bisogno:quello di evitare l’adultera-zione dell’olio di oliva. Circa il70% dell’olio che compriamo alsupermercato infatti è adulte-rato. Inoltre quello che tro-viamo negli scaffali della

maggior parte dei negozi, di so-lito, ha dai sei mesi ai due annie mezzo di vita. E questo non èun bene perché con il passaredel tempo l’olio perde polifenolie intensità dell’aroma. Permantenere le caratteristicheorganolettiche inalterate do-vrebbe essere consumato su-bito. Da qui è nata la nostraidea, quella di creare un pro-dotto in grado di trasformare ilconsumatore in produttore”.

Questo elettrodomestico ga-rantisce la spremitura a freddodell’olio extravergine di oliva,con la possibilità di miscelarediverse varietà di olive e di ot-tenere un olio dal gusto perso-nalizzato. La realizzazione diquesto macchinario è pensataper salvaguardare le risorsedei nostri territori e per riabi-litare le piccole coltivazioni diolive che altrimenti rischiereb-bero di andare perse. I.B.

Le “bionde”dello stabilimento Heineken di Massafra sono fatte col sole

La rivoluzione parte dalla Calabria

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Fabiana Clemente

Ridurre l’inquinamento nelsettore dell’edilizia? Bandire lematerie plastiche derivate dalpetrolio? Investire su materialitotalmente organici e biode-gradabili ad impatto ambien-tale zero? Ridurre in manierasignificativa il ricorso ai com-bustibili fossili, responsabilidel cambiamento climatico?Non sono più semplici auspici,ma una realtà che si sta diffon-dendo a macchia d’olio. Numerose ricerche si stannomuovendo in questa direzioneper combattere l’inquinamentoambientale. L’Unione europea, con la Ger-mania in prima fila, sta rego-lamentando norme per incre-mentare l’isolamento di tetti epareti, col rischio di un ulte-riore aumento della produ-zione di schiume petrol-chimiche. Per contrastare tale scempio, aFrancoforte un team di scien-ziati del Fraunhofer Institutefor Wood Research, ha messo apunto un nuovo isolante natu-rale e non inquinante, a basedi legno. Ai metodi tradizionaliper isolare termicamente unacasa, quali polistirolo, perliteespansa, ergo sostanze plasti-che ad elevato impatto am-

bientale derivate dai compostipetrolchimici, la bioediliziacerca di promuovere un me-todo innovativo più efficiente esostenibile, finalizzato a ri-durre l’inquinamento grazieall’impiego di materiali natu-rali. I ricercatori di Franco-forte, in seguito a studi e variesperimentazioni sui materialirinnovabili, riciclabili e soste-nibili hanno realizzato unospray innovativo in legno, una

vera e propria schiuma iso-lante a base di legno, che miraa rimpiazzare nell’edilizia tuttiquei prodotti derivati dal pe-trolio. Le modalità di produzionesono molto semplici. Si partecon la macina dei trucioli inlegno, in modo da ridurli a par-ticelle macroscopiche. Dalcomposto ottenuto si ottieneun impasto viscoso a cui vieneaggiunto gas, per conferirgli

una consistenza aeroforma –in modo da poterlo spruzzare -mentre le sostanze naturalipresenti nello stesso legnosono deputate all’indurimento.Lo spray in legno si solidificain un composto completamentebiodegradabile. Questo nuovoisolante naturale può esser fa-cilmente trasformato in pan-nelli rigidi o in tappetiniflessibili in legno e riesce afronteggiare l’azione corrosiva

dell’umidità e l’erosione deltempo. Attualmente la schiuma iso-lante spray in legno brevettatadal Fraunhofer Istitute è infase di sperimentazioni in la-boratorio. Bisognerà aspettareancora per la produzione dimassa, in quanto è necessarioindividuare il miglior tipo dilegno, al fine di selezionare laspecie arborea che possa assi-curare le migliori prestazioni.

L’isolante naturale a base di legno

Verso l’infinito ed oltre con un aereo ad energia solareNuova, grande impresa perun rivoluzionario aereo aenergia solare. Dopo il girodel mondo di Solar Impulse 2,ora tocca a SolarStratos alanciare la nuova sfida: volarenella stratosfera a venticin-que mila metri di altezza. Costruito dal pilota quaran-taquattrenne svizzero Ra-phael Domjan (il primo nel2012 a circumnavigare ilglobo su di una nave a ener-gia solare, l’indimenticabilePlanetSolar), la nuova crea-tura ad impatto zero sull’am-biente è lunga circa novemetri, ha un'apertura alaredi circa venticinque metri epesa ben quattrocento cin-quanta chili. Sulla parte su-periore delle ali ha pannellisolari per ventidue metri qua-drati. Il motore elettricoaziona una sola elica sulla

parte anteriore. La cabina hadue posti e non è pressuriz-zata, per risparmiare peso. Ipiloti indosseranno una tutaspaziale. Insomma, ci tro-viamo di fronte a un bel ti-petto tutto sole ed ali. I primitest di volo cominceranno afebbraio 2017 e nel 2018, dopoi vari collaudi, l'aereo do-vrebbe tentare il volo “strato-sferico”, di nome e di fatto.Come ha, poi, ben spiegatoDomjan, il loro obiettivo èquello di dimostrare comel’attuale tecnologia ci dia lapossibilità di andare ben oltrequello che possono i combusti-bili fossili. I veicoli solari edelettrici sono fra le più grandisfide del 21/o secolo. Il nostrovelivolo vola a una altezza diventicinque mila metri e que-sto apre la strada alla possi-bilità di un'aviazione com-

merciale elettrica e solare, vi-cino allo spazio. Secondol'ideatore, SolarStratos puòarrivare nella stratosfera (fraquindici mila e sessanta milametri) con l'impronta am-bientale di un'auto elettrica.Finora il volo a quell'altezzaha richiesto enormi quantitàdi combustibili fossili per gliaerei o di elio per i palloni; macon SolarStratos tutto questopotrà essere superato, vali-cando e sorvolando i confinidell’infinito. Quindi, dal nuovoanno tutti pronti ad alzare losguardo e, col naso all’insù, adammirare quest’altra sfidatutto green, pronta a dimo-strare come lo sviluppo tecno-logico possa essere “salutare”per l’uomo ma soprattutto perla nostra Terra, che ha tantobisogno di cure e di attenzioneda parte di tutti noi. A.P.

Il nuovo spray ideato a Francoforte da un team di scienziati mira a rimpiazzare i prodotti derivanti dal petrolio

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Rosa Funaro

Il 2015 è stato un anno neroper il pm10 e l’aria continua arappresentare un problemaper la salute, sono balneabiliquasi tutti i tratti costieri mal’uso di pesticidi è ancora oltrei limiti, due milioni di personevivono in situazioni di rischioalluvioni: questi i dati allar-manti evidenziati dal XII Rap-porto sulla qualità dell’am-biente urbano pubblicato dal-l’Ispra. Il rapporto è frutto del lavorodell’intero Sistema nazionaledi protezione ambientale, conil contributo significativo, dun-que, anche dell’Arpa Campa-nia. Al 13 dicembre 2016almeno 18 capoluoghi di pro-vincia hanno già superato il li-mite giornaliero per il PM10(Frosinone, Venezia e le altrecittà della pianura padana lepeggiori. Ma anche Napoli eTerni). Nel 2015, 45 aree ur-bane su 95 non hanno rispet-tato il valore limite giornalierodel PM10. Sempre nel 2015, il90% della popolazione nei co-muni considerati risulta espo-sto a livelli medi annualisuperiori al valore guida OMSper il PM10 (20 g/m), l'82% aquello del PM2,5 (10 g/m), il

27% a quello dell'NO2 (bios-sido di azoto). Nel quadriennio2012/2015, nelle 116 città ana-lizzate si è registrata una ridu-zione dei consumi idricidell'8,4%. Il 2015 ha registratouna dispersione reale dell'ac-qua immessa nella rete di di-stribuzione pari al 35,4%. Perla stagione balneare 2016, imonitoraggi confermano che laquasi totalità dei tratti costieridei 9 capoluoghi costieri di Re-

gione è idonea alla balnea-zione. I dati sui pesticidi per il2014 riguardano 79 capoluo-ghi. Su 160 punti di monito-raggio nelle acque superficiali,26 (16,2%), relativi a 18 città,hanno livelli di concentrazionesuperiore ai limiti. Per leacque sotterranee sono 29 ipunti di monitoraggio con unacontaminazione superiore ai li-miti, su 300 punti monitorati(9,7%), relativi a 9 capoluoghi.

Incoraggianti, di contro, i datisul trasporto pubblico: lieve ri-presa dell'utilizzo dei mezzipubblici nel 2014 rispetto al2013: l'incremento si concentranei grandi comuni e in partico-lare a Napoli, Torino, Venezia,Bologna e Palermo, anche se sirimane su livelli distanti daivalori del periodo 2008-2011(circa 8% in meno).Il parco autovetture immatri-colate a soggetti privati nel

2015 è stabile rispetto al 2014.A Napoli si trova la quota piùalta di auto private Euro 0(28,9%). Si assiste ad una con-trazione delle auto elettrichenel 2016 rispetto al primo se-mestre 2015 (-34%). Le vetture ibride sono cre-sciute di oltre il 50%. Per ciòche riguarda le 5.564 autoibride iscritte nel I semestre2016, spicca Roma con 1.535auto.

Rosario Maisto

Nelle profondità di una grottaè stato identificato un micror-ganismo che a oltre 300 metrinegli abissi è risultato resi-stente alla maggioranza degliantibiotici che esistono oggi,compresi alcuni usati soloquando tutti gli altri si sono ri-velati inefficaci come la dapto-micina, considerata “ultimaancora di salvezza”. La sco-perta, da parte di un gruppo diricercatori della McMasterUniversity ad Hamilton in Ca-nada, è di grande rilievo per glistudi sulla resistenza agli anti-biotici proprio per il particolaresito in cui questo batterio (chia-mato Paenibacillus sp. LC231)si trova, parliamo delle profon-dità della Lechuguilla Cave inNew Mexico, in una delle

grotte più lunghe al mondo e lapiù profonda degli Stati Unitidove non esistono forme di vitasuperiore e in un punto che èrimasto isolato dal mondoesterno per circa quattro mi-lioni di anni. Paenibacillussp.LC231 è risultato resistentea ben 26 dei 40 antibiotici te-stati su di esso, ma non solo,l'analisi del suo genoma e unaserie di esperimenti hanno mo-strato che possiede 18 elementigenetici che codificano per lacapacità di resistenza agli anti-biotici, di questi, 12 sono similia quelli presenti in altri batterima gli altri sono coinvolti inben cinque meccanismi di resi-stenza che non erano mai statiosservati prima. Il fatto chequesti microrganismi non sianoentrati in contatto con animalisuperiori per milioni di anni,

tantomeno con gli esseri umanie gli antibiotici, indica che ibatteri sono stati sottoposti auna forte pressione evolutivaper la conservazione dei genidella resistenza, quindi, la sco-perta di questi nuovi meccani-smi è di particolare importanzaperché può contribuire allo svi-luppo di farmaci per combat-tere nuovi tipi di resistenzaprima che diventino di inte-resse clinico. Di fatto, la resi-stenza agli antibiotici è unproblema che ha una gravitàsempre crescente, l'OMS stima,per esempio, che ogni anno480.000 persone si ammalinodi una forma di tubercolosi re-sistente alle terapie farmacolo-giche, tanto che lo scorsoottobre le Nazioni Unite hannolanciato una mobilitazione in-ternazionale per combatterla.

LA QUALITÀ DELL’AMBIENTE URBANO

Scoperto un batterio "cavernicolo" resistentissimo agli antibiotici

Rapporto Ispra 2016

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Troppi zuccheri nella dieta deibambini italiani. A lanciarel’allarme è l’American HearthAssociation, che ha recente-mente pubblicato uno studioche riassume i rischi cui si in-corre per un consumo ecces-sivo di zuccheri. Per iricercatori, sostanze quali glu-cosio, galattosio, fruttosio,saccarosio, andrebbero messial bando fino ai due anni d’etàe successivamente limitati adun massimo di sei cucchiainial giorno. L’importanza di li-mitare gli zuccheri è legata al-l’aumentato rischio dellemalattie cardiovascolari. Unconsumo eccessivo di zuc-cheri, infatti, può comportareobesità e dislipidemia, alte-rando i livelli di grassi circo-lanti nel sangue, conconseguenze deleterie per lasalute di cuore e vasi sangui-gni. Senza dimenticare che lozucchero bianco è annoveratotra i fattori che incidono mag-giormente sull’insorgenzadella carie. Sebbene ai bam-bini piacciano le cose dolci,tali sostanze vanno limitate,anche per non plasmare nega-tivamente le loro abitudinialimentari. I primi anni divita sono un momento deli-cato nella vita del bambino,perché è la fase in cui comin-ciano a formarsi i gusti ali-mentari. Andrebbero quindimesse al bando caramelle,merendine e bevande zucche-rate, inclusi i succhi di frutta,

che apportano calorie senzafornire all’organismo nu-trienti significativi. Vi sonodati allarmanti relativi al con-sumo di bibite zuccherate,merendine, dolciumi, biscottie gelati confezionati tra bam-bini e teeegers. Sebbene nonci siano studi dettagliati rela-tivi all’effettivo apporto dizuccheri aggiunti nella dietadei nostri figli, è significativoche la Campania sia la re-gione italiana con il maggioretasso di obesità infantile,mentre l’ultimo studio con-dotto sulla popolazione ita-liana, risalente al 2006, giàdenunciava un consumo dizucchero pari ad almeno ildoppio della quantità mas-sima raccomandata dai nutri-zionisti. Il problema è chel’indagine, oltre ad essereormai datata, non effettuauno screening a tappeto dellapopolazione, mentre sarebbeinteressante valutare il con-sumo degli zuccheri anche incorrelazione alla residenzageografica ed all’estrazionesociale. Pur mancando anchedelle linee guida per i geni-tori, qualche semplice calcolopuò facilmente farci compren-dere come sia facile sforare i25 grammi al giorno, chel’American Health Associa-tion pone come limite mas-simo per il consumo dizuccheri aggiunti: una cara-mella alla frutta contiene 3,5grammi, una lattina di the al

limone arriva a 42 grammi,contro i 40 grammi di zuc-chero che derivano da una co-lazione composta da unatazza di latte arricchita dadue cucchiaini di preparatosolubile al cacao e 6 biscotti alcioccolato. Senza contare lecalorie e gli zuccheri che deri-vano da merendine e cremespalmabili: una fetta di paneintegrale in cassetta e un cuc-chiaio di crema al cacao e noc-ciole arriva, ad esempio, a12,4 grammi di zucchero con-tro i 40 grammi contenuti inuna lattina di una bibita gas-sata. Qualche accorgimento inpiù i genitori dovrebberoquindi averlo, limitando il piùpossibile l’acquisto di cara-melle, dolciumi o merendine,prestando attenzione allefonti nascoste di zuccheri ov-vero a quei prodotti, come adesempio composte e marmel-late, che contengono “zuccherinaturali della frutta”. An-drebbero inoltre banditi suc-chi di frutta e bevandedolcificate da zucchero emiele, comprese le bevandecalde e le tisane. A merenda ibambini dovrebbero abituarsia consumare frutta fresca, yo-gurt naturale o dolci fatti incasa, purché preparati condosi ridotte di zucchero. E poii genitori, per primi, dovreb-bero dare l’esempio, modifi-cando le proprie abitudinialimentari.

Ros.Fa.

Il consumo di zuccheri nell’alimentazione dei bimbi

L’Alzheimer, patologia presenile per antonomasia,si manifesta con disturbi della memoria, compro-mettendo le capacità dei malati di alimentarsi inmodo equilibrato, corretto e autonomo. I soggetti af-fetti non ricordano di dover mangiare o di aver giàmangiato, non riescono a compiere gesti comuniquali cucinare, mangiare, utilizzare le posate. Inol-tre ad aggravare la situazione concorrono i disturbicognitivi e affettivi in quanto i malati vivono in unostato confusionale passato, presente e futuro. Ladieta Mind (Mediterranean-Dash intervention forneurodegenerative delay) – derivata dalla dieta me-diterranea - ha mostrato risultati promettenti nellaprevenzione dell’Alzheimer, malattia caratterizzatada una degenerazione progressiva del tessuto cere-brale che compromette la sfera cognitiva, la vita so-ciale e affettiva di chi ne è colpito. Il nuovo regimealimentare Mind è un approccio dietetico struttu-rato contro l’ipertensione - realizzato dal Rush Me-dical Center di Chicago, pubblicato sulla rivista“Alzheimer’s & Dementia: The Journal of the Al-zheimer’s Association”. Regime basato prevalente-mente su cibi vegetali, prevede 15 tipi di alimenti,distinti tra i dieci considerati benefici per la salute -quali verdure a foglia verde e altri vegetali, fruttasecca, frutti di boschi, fagioli, cereali integrali, pesce,pollame, olio d’oliva e vino - e i cinque cosiddetti cat-tivi – ovvero carne rossa, burro e margarina, for-maggi, dolci e prodotti di pasticceria, fast food e cibifritti. Secondo le indicazioni della Dieta Mind, nonsi può tralasciare tre porzioni di cereali integrali,un’insalata e un altro piatto a base di verdure, daconsumare quotidianamente, accompagnati da unsano bicchiere di vino. E’ opportuno consumare re-golarmente fagioli e noci o altra frutta secca, il pesceconsigliato almeno una volta a settimana, mentrecarne bianca e frutti di bosco almeno due volte ognisette giorni. Di particolare importanza i frutti dibosco - elemento fondamentale di questa dieta cheha effetti benefici per il cervello - soprattutto i mir-tilli, considerati uno dei più validi alimenti nel pre-servare le facoltà cognitive. Alla stregua le fragole,che in molti studi hanno dimostrato di avere positivieffetti sulle funzioni della mente. Da limitare il con-sumo dei cosiddetti junk food. Tra questi sono anno-verati cinque cibi non salutari, quali il burro, iformaggi, i fast food e i cibi fritti. Diminuisce note-volmente il rischio di imbattersi in questa patologia,che aumenta di frequenza dopo i 65 anni di età epresenta dei sintomi iniziali – quali vuoti di memo-ria, perdita di interesse, modifica del carattere -spesso difficilmente riconoscibili perché riconducibilia invecchiamento, depressione o stress. Fa.Cl.

Alzheimer: la dieta mindcome misura preventiva

Un uso eccessivo aumenta il rischio di malattie cardiovascolari

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Gennaro De CrescenzoSalvatore Lanza

Molti sono i campani “acqui-siti”: alcuni sono, però, più le-gati di altri campani veri allanostra terra e sono diventatifamosi non solo in Campania.Tra questi annoveriamosenza dubbio una delle pa-trone di Napoli che a Napolivisse per qualche tempo, vimorì e vi è sepolta: Santa Pa-trizia. Le notizie sulla vita diSanta Patrizia sono poche e silegano a molte leggende. Se-condo alcune fonti era discen-dente del grande imperatoreCostantino e sarebbe nata aCostantinopoli fuggendo dallacapitale dell’Impero d’Orientee dalla corte (e dalle sue ric-chezze) intorno alla metà delVII secolo d. C. anche perl’imposizione di un matrimo-nio da parte dell’imperatoreCostante II (668-685). Arrivòa Roma con la sua nutriceAglaia ed altre ancelle rice-vendo il velo verginale daPapa Liberio. Tornata a casa,distribuì i suoi averi ai poverie ripartì per un pellegrinaggioin Terra Santa. Un naufragiola fece approdare a Napolisull’isolotto di Megaride(prima sede di una città grecacon i coloni provenienti dallapenisola euboica intorno all’-VIII sec. a. C.) dove era statocostruito un monastero dedi-cato al Salvatore probabil-mente sui resti della villa diLucullo. Qualcuno ricordavache qualche anno prima Pa-trizia aveva visitato in città ilmonastero dei Santi Nicandroe Marciano indicando se-gnando con una “P” greca unmuro. Dopo il naufragio eduna breve malattia, la gio-vane sarebbe morta ed uncarro di buoi che ne traspor-tava il corpo sarebbe andatonella parte alta della città edesattamente davanti al mona-stero visitato anni prima eche fu scelto (previo traslocodei monaci basiliani) comesede della sua tomba. Le com-pagne che l’avevano seguitada lei si chiamarono Patri-ziane o Suore di Santa Patri-zia. Solo nel 1864 (in seguitoalla soppressione post-unita-ria di molti monasteri), ilcorpo fu trasferito nella at-tuale chiesetta di San Grego-

rio Armeno o (per la famadella Santa) di Santa Patri-zia, nella cosiddetta “stradadei pastori” natalizi. I resti,ricoperti da una statua rive-stita in cera e collocata inquella chiesa simbolo del Ba-rocco in Italia, furono da su-bito meta di milioni dipellegrini provenienti datutto il mondo anche graziead una lunga serie di miracoliattribuiti a Santa Patrizia inparticolare riferibili alledonne con problemi di parto.Qualche secolo dopo la morte,un pellegrino avrebbe stac-cato un dente da quei resti e,miracolosamente, ne sarebbeuscito una grande quantità disangue: alcuni fedeli ne rac-colsero una piccola quantitàin una teca e da allora quelsangue, in un miracolo menoconosciuto di quello di SanGennaro e pur non essendoPatrizia una martire, si scio-glie in occasione della festadel 25 agosto ed in occasionieccezionali (in particolare dimartedì, giorno a lei dedi-cato). Famosi anche i miracolidella manna che trasudò dalsepolcro e dell’acqua cheavrebbe salvato dalla siccità

la città di Napoli con il famosoe inesauribile “pozzo di SantaPatrizia”. Dal 1625 è una dei51 compatroni di Napoli. Sonotante a Napoli o forse sarebbemeglio dire “erano” tante aNapoli le donne che portano il

nome della Santa “nobile”.Tante ancora le botteghe o lecase dove si conservano im-magini e preghiere dellasuora santa che seppe farsiammirare per la sua profondafede nel suo breve passaggio

nel Ducato partenopeo (di-verse cronache la descrivonocome una bellissima ragazza).Una Santa non napoletanama diventata napoletananella tradizione cristiana epopolare.

Grandi Napoletani, grandi Campani

Patrizia, la Santa dei Napoletani

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Antonio Palumbo

L’arte, secondo l’estetica mo-derna, incarna, prevedendole,le trasformazioni sociali perdivenire, nelle sue forme ma-nifeste, lo strumento attra-verso il quale è possibileorientare ed educare le co-scienze nella transizione. Se èuna “rivoluzione verde” quellache ci attende, dunque, allorale opere di Edina Tokodi,Anne Garforth ed EleanorStevens, inaugurando il feno-meno dei Green graffiti, se nefanno originali portavoce.Un movimento urbano cheispira anche un nuovo lin-guaggio di marketing e comu-nicazione, con la nascita diagenzie specializzate nel rea-lizzare campagne pubblicita-rie - utilizzando vernici adacqua lavabili o al muschioapplicate ai muri - che, daqualche anno, operano anchein Italia, come, appunto,Green Graffiti: utilizzandoesclusivamente elementi na-turali per la diffusione delleproprie campagne, l’agenzia dicomunicazione (nata ad Am-sterdam solo qualche anno fa)si è ormai trasformata in unnetwork internazionale, chevede tra i propri avampostipiù vivaci proprio il nostro Sti-vale. All’inizio si trattava solodi un’idea originale: applicareuno stencil sul pavimento o unmarciapiede e spruzzarciacqua sopra fino a schiarirnegli spazi scoperti. Col tempo sisono aggiunte altre tecniche emateriali: vernici di latte egesso, muschio, sabbia, neve,

pioggia. Il risultato è un mes-saggio promozionale che cat-tura l’occhio senza intaccarel’ambiente (e che, anzi, spessolo migliora).Rispetto al murales, formad’arte metropolitana per eccel-lenza, il fenomeno dei Greengraffiti recupera il concetto difruizione sociale lontana dagliambienti museali e mira acambiarne la natura: lì smaltie vernici, qui muschio, yogurte zucchero. Giocando a ridefi-nire l’espressione “jungla ur-

bana” ecco che, sui muri diNew York, spuntano gli ani-maletti verdi di Edina Tokodi,mentre a Londra il progettoMossanger (da moss = mu-schio + messanger) di AnneGarforth e Eleanor Stevensdiventa un fenomeno di comu-nicazione.Oltre a condividere tecnica,materiali e supporti (ad esem-pio, muschio ed erba fissati almuro da una miscela di sem-plice yogurt e zucchero) questeartiste condividono l’inten-zione che sta alla base delleloro opere: «risvegliare le co-scienze metropolitane sopitedal troppo cemento» ricucendoquello strappo che si è venutoa creare tra ambiente urbanoed ambiente naturale attra-verso l’avvicinamento dei cit-tadini a forme d’arte vive.Una forma di “riflessione eco-sostenibile” e di “rivendica-zione green” del territorio che,nella Grande Mela, ad esem-pio, raccoglie l’eredità del mo-vimento newyorkese deiGuerrilla Gardening, di cui laGarforth è oltretutto attivista,il quale, a partire dagli anni‘70, continua a sorprendere lacittà con le sue meraviglioseincursioni situazioniste, ca-paci di trasformare sterili sce-nari di cemento in freschi e

rigogliosi giardini.C’era forse bisogno di questacrisi finanziaria globale per-ché il problema ambientalefosse da tutti avvertito nellasua contingenza, urgenza econcretezza. La partita sigioca su più livelli: da un latola Green Economy, che coin-volge governi e mercati affin-ché le strategie del “businessverde” possano esercitarsi fa-cilmente in una società giàsensibilizzata, dunque prontaad accogliere l’offerta (nuovi

consumi sicuramente “green”,ma che forse non muterannole regole di quella che pur ri-mane “economy”), dall’altraparte l’effetto di queste stessestrategie, che, condizionando(mai come oggi ed in manieracosì capillare) quelle che sonole scelte degli esseri umani,contribuiscono alla forma-zione di una coscienza ecolo-gica anche tra quegli stratisociali storicamente indiffe-renti agli appelli degli am-bientalisti.

Green graffiti: un nuovo modo di fare “cultura ecologica”

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Le festività sono iniziate, manon ancora finite. Pertantosono da ricordare ancora peruna decina di giorni le regoleche il WWF ci fornisce per unperiodo di regali, pranzi e fe-steggiamenti ecofriendly.La prima categoria di consigliriguarda l’illuminazione degliaddobbi:- Luci e lucine devono essere abasso impatto energetico.Quelle a led consumano finoall’80% di energia in menodelle vecchie luci a incande-scenza- Accenderle solo al momentodelle occasioni o quando c’ètutta la famiglia riunita (cosìsi risparmia anche in bol-letta).La seconda area di indirizzotratta invece della tavola:- Per pranzi e cene utilizzareprodotti di stagione, a kilome-tro 0, magari con qualche va-riazione sulla tradizione (checonsentirà anche un bel ri-sparmio);- Evitare la carne per scongiu-rare eccessiva produzione diCO2;- No a caviale, datteri di maree aragoste che sono in via diestinzione e che utilizzano me-todi di trattamento aggressivi;- Niente posate, piatti e bic-chieri di plastica;- Controllare su www.onepla-

netfood.info quanta anidridecarbonica e acqua consu-miamo con le nostre abitudinialimentari (e nelle feste anchequella di tutta la famiglia!);- Per scegliere il pesce sosteni-bile il WWF propone la con-sultazione del sitohttp://www.fishforward.eu conconsigli per un acquisto consa-pevole di pesce e altri prodottidel mare.Si passa poi ai suggerimenti

sui regali:- Evitare quelli che contribui-scono ad alimentare il com-mercio illegale sulle specieesotiche (articoli in tartarugae carapaci di testuggine, pellidi grandi felini, ossa di cetaceiintarsiate, prodotti ricavati dazanne e pelle di elefante, al-cuni coralli);- Acquistare prodotti tecnolo-gici ed elettrodomestici abasso consumo energetic o;

- Attenzione che il packagingsia sostenibile;- Fare regali che aiutino la na-tura: sostenere progetti eco,adottare un animale in via diestinzione, iscriversi ad unprogramma per il volontariatogreen.Un consiglio su tutti: no allefeste “sprecone”. È necessariofare attenzione agli sprechi dirisorse (come energia, acqua,materie prime) innanzitutto a

tavola: conservare bene quelloche abbiamo acquistato e nonbuttare quello che avanza è laprima regola da osservare. “Lospreco alimentare rappre-senta oggi non solo un’emer-genza etica ed economica, maanche ambientale”, avverte ilWWF.Non resta che brindare (conuno spumante o champagneamico dell’ambiente, ovvia-mente)! A.E.

Dall’associazione ambientalista una lista di suggerimenti affinché i nostri brindisi non siano “spreconi”

I consigli del WWf per festività green

Domenico Matania

Finalmente la Galleria Prin-cipe di Napoli riapre definiti-vamente i battenti. Impalcature definitivamentesmantellate e la prima atti-vità vede la luce. Si tratta di Bycicle House, lacasa della bicicletta, sul mo-dello degli omonimi progettidi Amsterdam o Copenha-gen. Sui due livelli della"house" si sviluppa il caffè, laciclofficina, lo show room e ilmeeting point in cui ver-ranno ospitati dibattiti e ini-ziative a sostegno dellaciclabilità. Bycicle House èun progetto vincitore delbando “Giovani per la valo-rizzazione dei beni pubblici”indetto e cofinanziato nel-

l’ambito del Piano AzioneCoesione “Giovani no profit”dalla Presidenza del Consi-glio dei Ministri. Con il sostengo inoltre dellaFondazione Mission Bam-bini, si avvieranno al lavoro

figure professionali dellabike economy quali ciclomec-canici, guide per bike tour ebike messangers. Dopo mesidi lente prassi burocratiche,lo scorso 16 dicembre la casadella bici napoletana ha

inaugurato in occasione delBike Festival Unplugged,alla presenza di numerosis-simi curiosi e, tra l’altro,dell’Assessore alle PoliticheGiovanili del Comune di Na-poli Alessandra Clemente, acui il progetto ‘Galleria’ stamolto a cuore. Il Comune diNapoli e l’Assessorato ai Gio-vani infatti nel 2015 hannomesso a bando altri 12 localidella Galleria (con un affittomensile) per dar vita ad atti-vità culturali e artigianali le-gate al Made in Naples. Nel2017 anche questi altri pro-getti dovrebbero vedere laluce. Dopo la serata di inau-gurazione di Bycicle House,grande successo anche pergli eventi legati al Bike Fe-stival con la pedalata dei

Babbi Natale, la presenta-zione dell'iniziativa “Bici So-spesa” e il Contest Show “Ioe la mia bicicletta”. Infine spazio al mercatinodell'usato con bici, accessorie abbigliamento.Spiega Luca Simeone dell'as-sociazione "Napoli Pedala":«Nostro alleato è il MuseoArcheologico nazionale concui condividiamo l'impegnodi riqualificare la Galleria,offriremo servizi soprattuttoai turisti che troveranno unavera casa della bicicletta adue passi da uno dei museipiù visitati della città. Il successo del Bike sharingNapoli, che speriamo possariprendere presto, ha dimo-strato che la città ha vogliadi bici».

Bycicle house alla Galleria Principe di Napoli

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Cristina Abbrunzo

Si chiama Transit ElevatedBus (TEB) e potrebbe essere larisoluzione quasi definitiva alproblema del traffico. L’inge-gnere cinese Song Youzhu cicrede davvero e non a caso ilprogetto del suo sorprendenteautobus sopraelevato e supe-recologico ha fatto bella mo-stra di sé alla China BeijingInternational High-Tech Expoattirando l’attenzione deimedia di tutto il mondo. Nonsorprende che sia stata pro-prio la Cina a suggerire unasoluzione tanto drastica per ri-durre il flusso di veicoli sullestrade affollate. Nel Paesedella Grande Muraglia, in-fatti, il problema del traffico èincredibilmente serio, cosìcome quello delle emissionidannose che provoca. E’ pro-prio nell’ottica di circoscrivere,tutti in una volta, i danni piùrilevanti provocati dall’eccessodi traffico nelle magalopoli ci-nesi che nasce l’idea di questonuovo mezzo di trasportodall’aspetto tanto modernoquanto curioso. Innanzitutto,infatti, sarà molto grande epotrà, dunque, trasportarefino a 1.200 passeggeri con-temporaneamente, elimi-nando dalle strade un buonnumero di veicoli. Le dimen-sioni del TEB, alimentato elet-

tronicamente, sono notevoli:22 metri di lunghezza, 7,6 mdi larghezza e quasi 5 m di al-tezza. Un vero e proprio gi-gante della strada sotto cuipossono passare auto e furgonifino a 2 metri di altezza. Sarà,poi, completamente ecologicoperchè alimentato ad energia

solare attraverso i pannelliche ricoprono completamenteil tetto. Circolerà su rotaie in-tegrate direttamente sul fondostradale e, soprattutto, nonostruirà, con la sua mole, legià affollate strade cinesi per-chè la sua struttura sopraele-vata gli consentirà di

sovrastare gli altri veicoli chepotranno passarci sotto comein un tunnel. A molti potrebbesembrare impossibile, ma, in-vece, secondo i suoi ideatori, sitratta di un progetto assoluta-mente realizzabile. E con unimpegno economico estrema-mente ridotto.

Secondo quanto stimato, in-fatti, la spesa per trasformarequesto modellino in un veroautobus sopraelevato ammon-terebbe a circa un quinto diquella necessaria per realiz-zare una metropolitana. Edanche il tempo sembra esseredalla parte del TEB, perchè lasua realizzazione richiede-rebbe meno di un anno di la-voro. Superate alcuneperplessità sotto l’aspettodella sicurezza sembrerebbedavvero la soluzione perfettaal flagello del traffico citta-dino. Ed è proprio per questoche sono già in produzione iprimi veicoli di prova i cui testdi circolazione, previsti nelnord della Cina, dovrebberoessere ormai imminenti.Parlando di numeri, ogniTEB, che ha la larghezza didue corsie, dovrebbe, dunque,accogliere circa 1.200 passeg-geri, che saliranno da appositebanchine rialzate, e potràviaggiare al di sopra di veicolialti fino a due metri ad una ve-locità di circa 65 chilometriorari, riducendo il traffico diuna percentuale stimata tra il20 e il 30%. Fabbricare il buspiù 40 chilometri di rotaie co-sterà 500 milioni di yuan,nemmeno 70 milioni di euro,sensibilmente meno, dunque,di quelli necessari alla costru-zione di una metropolitana.

Olli: l’autobus elettrico stampato in 3D

Sono anni che sentiamo par-lare di auto a guida autonomama può darsi che il primo adarrivare sul mercato sarà unbus driverless e smart. Sitratta di Olli, veicolo elettricoda dodici posti che la LocalMotors sta testando sullestrade di Washington Dc.Già nota per aver investito suStrati, il primo prototipo diautomobile stampata in 3D(come lo stesso Olli), l’aziendaamericana scala un altro gra-dino nella mobilità urbana in-tegrando all’interno dellamacchina Watson, l’intelli-genza artificiale di Ibm, cheper l’occasione ha sviluppatola versione Watson Internetof Things for Automotive.Dotato di più di 30 sensori, il

mini bus combina i dati otte-nuti con quelli raccolti daWatson per girare in sicu-rezza, con la stessa Ia che inaggiunta interagisce anchecon i passeggeri. Oltre a for-nire informazioni sulla tecno-logia a bordo, quelle sul

paesaggio circostante e quellesulle varie destinazioni, sfrut-tando la capacità automaticadi apprendimento, Olli riu-scirà a rispondere alle esi-genze di chi è a bordo,offrendo per esempio indica-zioni su palestre, ristoranti e

negozi più Local Motors sidice convinta di riuscire astampare un’unità in dieci oree assemblarla entro ulteriorisessanta minuti. Per riuscircil’obiettivo del Ceo John Ro-gers è creare centinaia di pic-cole fabbriche in vari luoghistrategici per agevolare itempi di produzione ed even-tuali interventi di ripara-zione. Per sei mesi Olli gireràper le strade della capitaleUsa, entro la fine dell’annodovrebbe arrivare a Miami eLas Vegas, con Canberra,Berlino e Copenaghen che sisono già mosse per testareper prime il prodotto fuoridagli States, con le relativespecifiche caso per caso.

C.A.

Dalla Cina: l’autobus solare che passa sopra le autoPer dire addio al traffico e rispettare l’ambiente

Intelligente e a guida autonoma

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RIFIUTI La classificazione di un ri-fiuto identificato da un "co-dice a specchio", e laconseguente attribuzione delcodice (pericoloso/non perico-loso) compete alproduttore/detentore del ri-fiuto; ne consegue che, di-nanzi ad un rifiuto con codice"a specchio", il detentore saràobbligato ad eseguire le ana-lisi (chimiche, microbiologi-che, ecc.) necessarie peraccertare l'eventuale pre-senza di sostanze pericolose,e l'eventuale superamentodelle soglie di concentrazione;solo allorquando venga accer-tato, in concreto, l'assenza, oil mancato superamento dellesoglie, di sostanze pericolose,il rifiuto con codice "a spec-chio" potrà essere classificatocome non pericoloso. Cassa-zione Penale, Sez. III n.46897 del 09/11/2016.

EMISSIONI IN ATMO-SFERA: MOLESTIE OL-FATTIVELe emissioni in atmosfera ri-levanti ai fini dell’applicabi-lità dell’art. 674 c.p.(chiunque getta o versa, in unluogo di pubblico transito o inun luogo privato ma di co-mune o di altrui uso, cose atte

a offendere o imbrattare omolestare persone, ovvero,nei casi non consentiti dallalegge, provoca emissioni digas, di vapori o di fumo, atti acagionare tali effetti, è punitocon l'arresto fino a un mese ocon l'ammenda fino a duecen-tosei euro) non devono esserenecessariamente di origine

industriale, ma possono es-sere riconducibili a qualun-que ordinaria attività umana:dalle immissioni causate dacaldaie a metano per il riscal-damento, alle esalazioni ma-leodoranti, provenienti dadeiezioni, sino all'odore dicaffè bruciato, purché partico-larmente intenso; in questicasi ciò che rileva è che l’emis-sione odorigena sia tale dapoter determinare una situa-zione di disturbo, disagio o fa-stidio nelle persone ed al finedi valutare l’idoneità offen-siva della condotta, non po-tendosi configurarel’operatività di criteri positi-vizzati, normativi o ammini-strativi, deve essere utilizzatoil parametro della “stretta tol-lerabilità”, sul presuppostoche il criterio della “normaletollerabilità” previsto dall’art.844 c.p. non è idoneo ad assi-curar una protezione ade-

guata all’ambiente e alla sa-lute umana. Cassazione Pe-nale, Sez. III n. 46149 del03/11/2016.REACHCon Reg. (UE) 2016/2235della Commissione, del 12 di-cembre 2016, è stato infattimodificato l’Allegato XVII delReg. (CE) n. 1907/2006(REACH), che contiene unaserie di restrizioni in materiadi fabbricazione, immissionesul mercato e uso di alcunesostanze, miscele e articolipericolosi. In particolare èstata aggiunta la voce n. 66relativa al bisfenolo A (BPA),prevedendo che “Non è am-messa l’immissione sul mer-cato nella carta termica inuna concentrazione uguale osuperiore allo 0,02 % in pesodopo il 2 gennaio 2020”. Gaz-zetta ufficiale dell'Unione eu-ropea n. L 337/3 del13/12/2016. A.T.

Felicia De Capua

La Corte di Cassazione ha san-cito che deve essere ricono-sciuta la qualifica di ufficiali dipolizia giudiziaria (UPG) alpersonale delle Agenzie Regio-nali di Protezione dell’Am-biente (sentenza 50352/16,terza sez. penale, depositata il28 novembre scorso). Da ciò di-scende che gli atti di accusa inun procedimento penale pos-sono consistere anche nella solaattività e nei rilievi dei dipen-denti delle ARPA, e la even-tuale condanna non può essereeccepita per violazione di unanorma procedurale e conse-guente inutilizzabilità degli attidi indagine. La terza sezione ri-tiene che “poiché la tutela del-l’ambiente è materia presidiatadalla legge penale, le funzionidi vigilanza e controllo che lanormativa statale riconosce aitecnici delle Agenzie Regionalinon possono non essere ricon-dotte nell’alveo delle funzionidisciplinate dal codice di proce-dura penale alla voce “ufficialidi polizia giudiziaria”. A sup-porto della sentenza in que-stione un ricco quadronormativo, valido a livello na-zionale, a partire dall’art. 55 delpredetto codice: “la polizia giu-diziaria deve, anche di propria

iniziativa, prendere notizia deireati, impedire che venganoportati a conseguenze ulteriori,ricercarne gli autori, compieregli atti necessari per assicurarefonti di prova e raccoglierequant’altro possa servire perl’applicazione della legge pe-nale”. Inoltre la Corte considerala legge quadro della disciplinasanitaria (D.Lvo. n. 502/1992) eil D.M. n. 58/1997 che, proprio

in materia di ambiente e di la-voro, riconosce compiti ispettivie di vigilanza a ufficiali di poli-zia giudiziaria. Si tratta quindidi una decisione in aderenza alquadro normativo nazionale diriferimento così come è statomodificato negli ultimi anni. Inprimis la legge 22 maggio 2015,n. 68 sui reati ambientali indicache le prescrizioni sulle viola-zioni ambientali siano impar-

tite da personale con funzioni dipolizia giudiziaria. Da ultimo la legge 28 giugno2016 n. 132, che istituisce il Si-stema Nazionale a rete per laprotezione dell’ambiente, la cuientrata in vigore è prevista peril 14 gennaio 2017, rafforza ilruolo di vigilanza e controllodelle ARPA, prevedendo final-mente in modo chiaro,i compiti ispettivi ed, espressa-

mente, le funzioni di poliziagiudiziaria per il personale.Alla luce di quanto innanzi èauspicabile che la citata leggen. 132/2016 sia attuata in ma-niera rapida e senza ambiguitàallo scopo di superare l’attualesituazione a “macchia di leo-pardo” che vede gli operatoridelle Agenzie Ambientali dotatidi qualifica di UPG solo in al-cune regioni.

Viaggio nelle leggi ambientali

I dipendenti delle ARPA con funzioni di UPG La recente decisione della Cassazione nell’attuale quadro normativo

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Andrea Tafuro

La solita nenia! Anche que-st’anno ci è stato continua-mente ripetuto che le risorsedel pianeta sono limitate,quindi destinate irreparabil-mente ad esaurirsi, se non siabbraccia uno stile di vita im-prontato al risparmio. Lastessa cosa vi è stata detta aproposito di come conducete levostre esistenze nel quoti-diano dove, essendo palese chevi trovate in una società com-petitiva, il messaggio è diagire in modo economico, cioèpuntare dritti alla meta,schiacciando tutto quello chesi interpone tra voi e l’obiet-tivo. Cinquecento anni fa, nel1516, Tommaso Moro pubblicòUtopìa, (titolo originale: Libel-lus vere aureus, nec minus sa-lutaris quam festivus deoptimo rei publicae statu,deque nova insula Utopia)…ti-tolo un po’ lunghetto, ma cheindica bene il contenuto datodal Moro a quest’opera. E’ unromanzo in cui è descritto ilviaggio immaginario di Raf-faele Itlodeo (Raphael Hythlo-daeus nell'originale) in unafittizia isola-regno, abitata dauna società ideale. Utopìaesprime il sogno rinascimen-tale di una società pacificadove è la cultura a dominare ea regolare la vita degli uomini.Credete sempre di essere voi a

risolvere tutto, pensate che siain vostro potere cambiare ognicosa, avete in testa un modelloche volete imporre, salvo poitrovarvi deboli e insicuri, in-certi e spiazzati. Ultimo giornodel 2016, là fuori c’è di tutto:divertimento gioia, sballo,stordimento…ma quello chebolle dentro di me è più feroce,bello, grande, intenso e impor-tante. L’ho sepolto sotto l’ indiffe-renza di questa realtà in cuivivo, che non mi conduce danessuna parte. Voglio sognareche le cose non sono essenziali,come questa economia ci facredere, ma sono solo utili.Non è un invito a demoniz-zarle, è urgente però impararead utilizzarle come un beneche ci aiuta a vivere meglio.Già!, a volte ciò che cercate efate è scemo, non lascia tracciama solo vuoto. Scemo, è quelloche mi ripeto quando perdotempo in cose che non mi mi-gliorano, quando non intuiscosul lavoro il mio momento difermo e pausa, il mio punto afine riga. Esiste un luogo oggi,dove è possibile raccontareuna nuova narrazione dellavita, della società e del mondo,dove è presente il cittadino, lacomunità, la partecipazionedemocratica, la solidarietà tragenerazioni, mentre è assentela predazione dell'ambiente edel vivente e il furto della vita?

Un luogo in cui la proprietàprivata è abolita ed è messa albando ogni forma di individua-lismo. Insomma, esiste, un la-boratorio di pratiche socialialternative, un esperimentoradicale di vita comunitaria,una Zona TemporaneamenteAutonoma (TAZ), comel’avrebbe definita il teoricoamericano Hakim Bey, dovegli abitanti come giapponesinella foresta non si sono finoraaccorti della crisi che sta scon-volgendo l’intero mondo o me-glio il suo modello economico?Il 15 ottobre scorso, l'Associa-zione Monastero del Bene Co-mune, nata nel 2009 pressol'antico monastero di Sezano(Verona) da un gruppo di per-sone che hanno a cuore la pro-mozione della convivenzaumana nella “città del vivereinsieme”, ha organizzato unincontro dal titolo: L’audaciamondiale - Ripensare l’utopia.Uno dei laboratori, dove sisvolgevano i lavori, ha avutol’obiettivo di produrre un listadelle distopie , utopie nega-tive, dei dominanti e di quelleche costoro considerano utopieirrealizzabili: i dominanti tra-sformano in distopia qualun-que tentativo di difendere idiritti umani, stravolgendo emistificando il significato diparole come solidarietà, demo-crazia, sviluppo. Altro che neo-liberismo! Nello stesso giornosono stati premiati, poi, i Dot-tori Honoris Causa in Utopia

2016. Quest’anno, tra gli altri,il riconoscimento è andato aNew Hope, una cooperativasociale di donne italiane edonne migranti ex-vittimedella tratta, che ha creato aCaserta un laboratorio di sar-toria etnica. La motivazione per l’assegna-zione è stata: “per il coraggio ela capacità di trasformare ilsogno di un’esperienza di la-voro e di economia sociale inun segno concreto di spe-ranza”. Caserta? Ma siamoimpazziti! Ci avete abituatoalle super Ong figlie delleCharityStars! Perché vi ho ci-tato questo riconoscimento?Perché risponde alla domandafondamentale dell’essereumano, spingendolo a non ri-nunciarvi neppure quandoquesto porta sofferenza. Il ri-chiamo è all’ unica cosa almondo che si moltiplicaquando viene divisa, lo dice-vano giustamente gli antichi:la speranza, il sogno, l’utopia.Essa è diffusiva, cioè siespande quando viene condi-visa, pensate è un’esperienzaparadossale, cresce quandoviene donata, diminuiscequando è trattenuta. Forse ledifficoltà a diffondersi, dipen-dono dall’avarizia indotta dalcontinuo richiamo a una vitadove il risparmio viene vissutoin modo improprio, cioè comeuna forma d’opportunismo chedeve essere compensata dalconsumo. Anche il consumo

può andare bene, quando,però, è presentato come l’agiredi un roditore che usa cose epersone per compensare le suefrustrazioni, allora quello cheavviene è che ci si consuma,cioè si corrode e si erode labase d’umanità su cui do-vrebbe edificarsi la libertàcome capacità di sognare #ag-gratis. L’io cerca il tu, nonl’esso, come ha ben sottoli-neato il filosofo Martin Buber.La nostra libertà non si spec-chia nell’uso, ma in ciò che, ol-trepassando l’uso, testimoniache la libertà sovrasta il biso-gno. Si tratta della capacitàoblativa, che supera la funzio-nalità. Oblativa vuol dire es-sere costruttore di sogni,senza aspettarsi nulla in cam-bio. Significa instaurare rela-zioni lavorative nelle quali cisentiamo sicuri e quindi nonproviamo in modo elevato sen-timenti di gelosia e prevarica-zioni. Riconsegnare le nostreutopie a chi le ha smarrite, aquesto punto, diventa la metaparadossale di chi desidera af-fermare se stesso. Per il nuovoanno voglio sentirmi come unapiccola vela contro un ura-gano, perché con quel poco cheho, voglio gustare l’infinito,l’inimmaginabile, l’incalcola-bile. Insomma voglio esserecome il mio san Francesco “…restituiamo al Signore Dio al-tissimo e sommo tutti i beni ericonosciamo che tutti i benisono suoi...”. Buon anno!

2016: È ESPLOSA LA POLVERIERA DELL’UTOPIA“L'umanità non è l'insieme degli esseri umani, ma sono gli esseri umani che vivono insieme” R. Petrella

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