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SIRACUSA RISORSE S.p.A.
MISURE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E PER LA
GARANZIA DELLA TRASPARENZA E DELL’INTEGRITA’
2017
Legge n. 190/2012 D.Lgs. n. 33/2013 P.N.A. 2016 – Delibera n. 831 del 3 Agosto 2016
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INDICE
Premessa all’aggiornamento p. 2
SEZIONE I
MISURE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
1. Profilo della Società p. 6 2. La Legge n. 190/2012 e il sistema di prevenzione della corruzione p. 6 3. La posizione delle società partecipate nel quadro normativo di riferimento p.7 4. Obiettivi delle misure di prevenzione della corruzione p. 9 5. La corruzione secondo lo spirito della L. n. 190/2012 p. 10 6. Il modello di organizzazione e gestione ex D.Lgs. n. 231/2001 e i reati di corruzione p. 11 7. I soggetti coinvolti nell’attività di prevenzione p. 12 8. Il percorso di adozione delle misure di prevenzione della corruzione p. 14 9. Il whistleblowing p. 15 10. Individuazione dei processi a più elevato rischio corruttivo (c.d. mappatura dei rischi) p. 15 11. Rapporto fra Piano Nazionale Anticorruzione e Modello di Organizzazione e gestione ex D.Lgs. n. 231/2001 p. 17 12. Rapporto fra misure di prevenzione della corruzione e Codice Etico p. 18 13. Misure preventive di carattere generale p. 19 Rischi, processi sensibili e misure preventive p. 20
SEZIONE II MISURE A GARANZIA DELLA TRASPARENZA E L’INTEGRITA’
1. Misure per la trasparenza e l’integrità p. 25 2. Finalità delle misure p. 26 3. Pubblicazione ed aggiornamento delle misure p. 27 4. Soggetti della trasparenza p.27 5. Oggetto e tipologia dei dati p.28 6. Usabilità e comprensibilità dei dati p. 28 7. Controllo e monitoraggio p. 29 8. Accesso civico p.30 ALLEGATO
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Premessa all’aggiornamento
La normativa in materia di prevenzione della corruzione e di tutela della
trasparenza e dell’integrità è stata recentemente riformata ad opera del Decreto
Legislativo n. 97/2016 «Recante revisione e semplificazione delle disposizioni in
materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della
legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, ai sensi
dell’articolo 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle
amministrazioni pubbliche».
La nuova normativa, in un’ottica di semplificazione dell’attività delle
Amministrazioni e degli Enti ad esse equiparati, ha anzitutto disposto la soppressione
del c.d. Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità, il quale scompare come
documento autonomo. Permane l’obbligo di adozione di misure orientate a garantire
trasparenza, pubblicità ed integrità, che tuttavia confluiscono all’interno dei Piani
Triennali di Prevenzione della Corruzione, per le Amministrazioni tenute ad adottarli,
ovvero comunque si integrano con le misure di prevenzione della corruzione per gli
Enti non tenuti all’adozione dei piani triennali.
Siracusa Risorse s.p.a. quale società in controllo pubblico, ai sensi del nuovo art. 2-bis
del D.Lgs. n. 33/2013 soggiace alla medesima disciplina prevista per le
amministrazione pubbliche in senso stretto per ciò che concerne gli obblighi in tema
di trasparenza, pubblicità ed integrità, nel mentre, in materia di prevenzione della
corruzione, rimane confermato che essa non è tenuta all’adozione di un Piano
Triennale per la Prevenzione della Corruzione, bensì di specifiche misure preventive,
destinate ad integrare il modello di organizzazione e gestione ex D.Lgs. n. 231/2001 e
rispetto alle quali il Piano Nazionale Anticorruzione A.N.A.C. rappresenta atto di
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indirizzo, come sancito dall’art. 1, comma 2-bis della L. n. 190/2012, come introdotto
dal D.Lgs. n. 97/2016.
Siracusa Risorse S.p.A., già da tempo in regola con l’adozione del proprio
modello di organizzazione e gestione ex D.Lgs. n. 231/2001, ha successivamente
adottato delle proprie misure di prevenzione della corruzione, modellate sulle
previsioni di cui al P.N.A. 2015, inserendole come in sua facoltà in un documento
autonomo rispetto al predetto modello organizzativo. In pari tempo ha altresì
formulato ed approvato il proprio Programma Triennale per la Trasparenza e
l’Integrità.
Entrambi i documenti, elaborati con il coinvolgimento attivo dell’Organo
direttivo dell’Ente e del neo-nominato Responsabile della Prevenzione della
Corruzione, dott. Salvatore Piccione, vengono oggi aggiornati ed adeguati alle
disposizioni della citata novella legislativa.
Si conferma la scelta originaria di inserire le misure di prevenzione della
corruzione in un documento autonomo costituente appendice, facilmente
identificabile, del modello di organizzazione e gestione già adottato ai sensi del
D.Lgs. n. 231/2001, all’interno del quale confluiscono anche le misure a garanzia
della trasparenza e dell’integrità aggiornate alla stregua delle citate novità normative.
In sede di prima elaborazione delle anzidette misure, si è proceduto ad una
puntuale mappature delle aree operative a rischio; sono state individuate procedure di
controllo e introdotte ripartizioni di competenze in misura che si è rivelata adeguata a
scongiurare l’insorgere di fenomeni corruttivi.
Va evidenziato che la struttura organizzativa della Società, l’oggetto della
propria attività ed i volumi di produzione che le sono riferibili sono tali da
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determinare, già in sé considerati, una soglia di rischio rispetto al verificarsi di
condotte corruttive essenzialmente marginale.
Il lavoro svolto dal RPC di concerto con il CdA ha consentito di ridurre
ulteriormente il coefficiente di rischio, conseguendone che l’aggiornamento tende
unicamente ad un adeguamento al mutato quadro normativo.
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SEZIONE I
MISURE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
1. Profilo della Società
Siracusa Risorse S.p.A. è società di capitali di diritto privato a totale
partecipazione della Provincia Regionale di Siracusa, oggi Libero Consorzio
Comunale, che ne costituisce pertanto socio unico e di cui costituisce ente
strumentale. Oggetto sociale dell’Ente è la gestione di servizi pubblici locali come la
piccola manutenzione ed il diserbo delle strade provinciali; piccola manutenzione agli
edifici ed ai mezzi dell’Ente controllante; assistenza informatica e di supporto al
personale dell’Ente ed altri. La gestione di detti servizi le è affidata direttamente (in
house) dall’Amministrazione controllante, in forza del contratto di servizio stipulato
in data 18/02/2007, col precipuo scopo di perseguire efficienza ed economicità in
detta gestione di servizi istituzionalmente propri dell’Amministrazione controllante.
2. La Legge n. 190/2012 e il sistema di prevenzione della corruzione
Il riferimento normativo di base in materia di prevenzione della corruzione è
rappresentato dalla L. n. 190/2012, come da ultimo modificato dal D.Lgs. n. 97/2016,
con cui sono state introdotte “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della
corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”. Detto testo normativo
delinea un sistema in cui la predisposizione e l’attuazione delle strategie volte alla
prevenzione e alla repressione della corruzione si dipanano su due livelli: uno centrale
e l’altro periferico. Sul primo di essi è prevista l’adozione da parte dell’A.N.A.C.
(Autorità Nazionale Anticorruzione) di un Piano Nazionale Anticorruzione (P.N.A.).
Al livello decentrato è invece prevista l’adozione da parte di ogni amministrazione
pubblica di un Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (P.T.P.C.) che, sulla
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base delle indicazioni contenute nel P.N.A., effettua una valutazione ed un’analisi dei
rischi specifici di corruzione, individuando le misure organizzative ritenute idonee a
prevenirli. Un sistema così articolato risponde allo scopo di assicurare coerenza ed
organicità di fondo alla strategia nazionale di lotta alla corruzione, senza intaccare
l’autonomia delle amministrazioni periferiche nella ricerca.
3. La posizione delle società partecipate nel quadro normativo di riferimento
Le società e gli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche
amministrazioni e dagli enti pubblici economici, al pari di Siracusa Risorse S.p.A.,
erano oggetto di richiami non sempre chiari e ben coordinati sia in seno alla L. n.
190/2012, sia nel contesto del D.Lgs. n. 33/2013 recante il riordino della disciplina
riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da
parte della pubbliche amministrazioni. La complessità del quadro normativo di
riferimento e la richiamata disorganicità delle previsioni riguardanti in particolare le
società e gli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche
amministrazioni hanno così indotto l’ANAC ad intervenire elaborando indirizzi più
chiari in merito all’applicabilità a detti soggetti delle misure di prevenzione della
corruzione e di quelle in materia di trasparenza e pubblicità.
Con Determinazione ANAC n. 8 del 17/6/2015 sono state pertanto approvate
le “Linee guida per l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della
corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati
e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici”, rivolte
non solo alle dette società ed enti di diritto privato, ma anche alle amministrazioni
controllanti, a cui in funzione dei poteri che esercitano nei confronti dei primi e del
particolare legame organizzativo, funzionale o finanziario che ad essi li lega, è
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demandato il compito di promuovere al loro interno l’attività di prevenzione della
corruzione.
In dette Linee guida sono state chiarite e ulteriormente sviluppate le previsioni
già contenute nel P.N.A. 2013 – 2016 al § 3.1.1.. In particolare il documento in
parola, sul presupposto che spirito della normativa di cui alla L. n. 190/2012 è quello
di prevenire l’insorgenza di fenomeni corruttivi nei settori maggiormente a rischio
ove sono coinvolte pubbliche amministrazioni, risorse pubbliche o comunque la cura
di pubblici interessi e che le società controllate, in virtù dell’influenza che su di esse
esercita la P.A., sono esposte a rischi analoghi a quelli cui sono esposte anche le
amministrazioni controllanti, prevede che le società medesime debbano rafforzare i
presidi anticorruzione già adottati ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001, ovvero introdurli
ex novo ove sia assente il modello di organizzazione e gestione adottato ai sensi del
testo normativo adesso richiamato.
I sistemi normativi delineati rispettivamente dal D.Lgs. n. 231/2001 e dalla L.
n. 190/2012 sono differenti tra loro anzitutto in relazione alla tipologia dei reati il
rischio della cui commissione sono volti rispettivamente a prevenire. Il primo
riguarda infatti le sole fattispecie tipiche di concussione, induzione indebita a dare o
promettere utilità e corruzione ove commesse nell’interesse o anche a vantaggio della
società, laddove il secondo, invece si estende all’intera gamma dei reati contro la P.A.
e a tutte le situazioni di “cattiva amministrazione” anche ove commesse a danno della
società. Le società in mano pubblica, tra cui Siracusa Risorse S.p.A., in una
prospettiva di coordinamento delle misure e di semplificazione degli adempimenti,
sono pertanto tenute ad integrare il modello di organizzazione e gestione di cui al
D.Lgs. n. 231/2001 con l’adozione di misure idonee a prevenire l’insorgenza al
proprio interno di fenomeni corruttivi in coerenza con quanto previsto dalla L. n.
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190/2012. Siracusa Risorse S.p.A. ha optato per inserire dette misure in un documento
costituente appendice, facilmente identificabile, del modello di organizzazione e
gestione già adottato ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001.
Le indicazioni di cui s’è detto sono rimaste confermate e con maggior
chiarezza sancite a seguito dell’emanazione del D.Lgs. n. 97/2016, del T.U. in materia
di società a partecipazione pubblica (D.Lgs. n 175/2016) e del nuovo Piano Nazionale
Anticorruzione approvato dall’A.N.A.C. con Delibera n. 831 del 3 agosto 2016.
4. Obiettivi delle misure di prevenzione della corruzione
La finalità delle presenti misure di prevenzione della corruzione è quella di
prevenire e contrastare il verificarsi dei fenomeni corruttivi astrattamente
configurabili nel contesto di Siracusa Risorse S.p.A., realizzando le attività di analisi
e valutazione dei rischi specifici di esposizione alla corruzione nell’ambito dell’Ente e
individuando così peculiari misure organizzative finalizzate a prevenire i rischi
medesimi. Esse mirano a promuovere il rispetto da parte dell’intero personale dei
principi di legalità, trasparenza e correttezza e non si propongono come un sistema
dato una volta per tutte, atteso che gli strumenti e le strategie ivi previsti sono
destinati ad essere ciclicamente modificati e migliorati in funzione dell’osservazione
dei risultati ottenuti nella loro esperienza applicativa.
Alle misure è necessario che conseguano, in fase di prevenzione dei fenomeni
corruttivi a livello di Ente:
a) la riduzione delle opportunità che si manifestino casi di corruzione;
b) l’aumento delle capacità di scoprire casi di corruzione;
c) la creazione di un contesto sfavorevole alla corruzione.
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5. La corruzione secondo lo spirito della L. n. 190/2012
L’istituto giuridico della corruzione, così come profilato dalla L. 6 novembre
2012, n. 190, che significa ogni forma di comportamento che di per sé, anche senza
sfociare in responsabilità penali, può esporre meramente al rischio che si creino
situazioni di probabile illiceità, appare oggettivamente più ampio di quanto non
previsto in sede penale, e ciò a ragione del fatto che viene fortemente esteso il campo
di applicazione dell’istituto, peraltro secondo dinamiche che non sono soltanto
giuridiche, ma allo stesso tempo e prevalentemente sono dinamiche culturali. La
corruzione sistemica, infatti, oltre al prestigio, all’imparzialità e al buon andamento
della Pubblica Amministrazione, pregiudica da un lato la legittimazione stessa delle
Pubbliche Amministrazioni e, dall’altro, l’Economia della Nazione.
Ne consegue che l’Istituto della Corruzione, così come rinnovato, rileva come
quella fattispecie normativa che implica tutte le molteplici situazioni in cui, nel corso
dell’attività amministrativa, emergano abusi da parte di un soggetto del potere a lui
affidato al fine di ottenere vantaggi privati, come, del resto, le molteplici situazioni in
cui, pur senza rilevanza penale, emergano disfunzioni e/o malfunzionamenti
amministrativi conseguenti all’uso irregolare delle funzioni attribuite, come anche
quelle molteplici situazioni implicanti l’inquinamento dell’azione amministrativa, sia
a livello interno che esterno, contemplano anche le ipotesi di solo tentativo di
inquinamento amministrativo.
Da qui la necessità di una risposta preventiva rispetto ai fenomeni corruttivi,
utile a limitare la corruzione percepita che, rispetto a quella reale, viene diffusamente
condivisa apparendo con maggiore evidenza.
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Siracusa Risorse S.p.A. non è una Pubblica Amministrazione, tuttavia si
pongono esigenze preventive anche rispetto ad essa in quanto chiamata alla gestione
di servizi di interesse pubblico, mediante l’impiego di risorse parimenti pubbliche.
6. Il modello di organizzazione e gestione ex D.Lgs. n. 231/2001 e i reati di
corruzione
Com’è noto il D.Lgs. n. 231/2001 ha introdotto la responsabilità delle persone
giuridiche per reati commessi al proprio interno ed a loro vantaggio o nel loro
interesse. Il richiamato testo normativo prevede inoltre che possano andare esenti da
responsabilità le persone giuridiche che dimostrino di aver adottato ed efficacemente
attuato dei modelli di organizzazione e gestione orientati a prevenire la commissione
di reati del tipo di quello in concreto verificatosi.
Siracusa Risorse S.p.A. si è a suo tempo dotata di un simile modello
finalizzato alla prevenzione della commissione al proprio interno, tra gli altri, dei reati
contro la Pubblica Amministrazione di cui al Titolo II, Capo I del Codice Penale ed in
particolare dei reati di cui agli artt. 317, 318, 319 bis, 320, 321, 322 e 640 c.p. in
quanto ritenuti maggiormente a rischio di commissione.
Tenuto conto del fatto che il fenomeno corruttivo come delineato in seno alla
L. n. 190/2012 ha, come segnalato più sopra, una portata molto ampia e tale da
ricomprendere non solo le fattispecie di reato previste e punite dal Codice Penale, ma
anche tutte le situazioni in cui, a prescindere dalla rilevanza penalistica della condotta
si abbia a che fare con un malfunzionamento dell’amministrazione, Siracusa Risorse
S.p.A. ha ritenuto di dover corrispondentemente potenziare la propria azione
preventiva estendendola al rischio di commissione dei resti contro la P.A. non
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considerati nel contesto del Modello 231 e di condotte integranti cattivo
funzionamento dell’amministrazione.
7. I soggetti coinvolti nell’attività di prevenzione
A) Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione
A norma dell’art. 1, comma 7 della L. n. 190/2012 tutte le pubbliche
amministrazioni devono nominare al proprio interno un Responsabile della
Prevenzione della Corruzione. Il P.N.A. adottato con Delibera ANAC n. 72/2013, le
Linee Guida di cui alla Determinazione ANAC n. 8/2015 e all’Aggiornamento 2015
del predetto P.N.A., hanno esteso detta previsione alle società e agli enti di diritto
privato in controllo pubblico.
Il RPC, individuato dall’AD della Società, viene nominato dal CdA. Vista la
particolare struttura della Società che non annovera profili dirigenziali nel proprio
organigramma, il responsabile può essere individuato in un profilo non dirigenziale
che garantisca comunque il possesso di competenze adeguate, ovvero anche ad un
amministratore purchè privo di deleghe gestionali. Al RPC non può essere
riconosciuto alcun compenso aggiuntivo e le sue funzioni vanno svolte in stretto
coordinamento con quelle dell’organismo di vigilanza ex D.Lgs. n. 231/2001. Per tale
ragione è possibile, viste le piccole dimensioni della Società, che le funzioni di
Organismo di Vigilanza e quelle di RPC si assommino in un unico soggetto
monocratico rappresentato da un dipendente.
Il soggetto designato non deve essere stato destinatario di provvedimenti
giudiziali di condanna o disciplinari e deve aver dato prova nel tempo di condotta
integerrima. L’esistenza di situazioni di conflitto di interesse è inoltre causa di
esclusione.
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IL RPC procede, anche sulla scorta delle osservazioni dei quadri e di tutto il
personale dipendente, alla formulazione del PPC da sottoporre all’approvazione del
CdA; procede alla formulazione delle proposte di modifica del piano entro il 30/12 di
ogni anno, da sottoporre ad approvazione del CdA entro il 31/01; vigila sull’effettiva
attuazione delle misure di prevenzione della corruzione, e ne verifica l’efficacia;
approva e pubblica sul sito della società la relazione sui risultati raggiunti.
Alla stregua delle innovazioni introdotte sul piano legislativo il Responsabile
della Prevenzione della Corruzione assume su di sé anche la funzione di Responsabile
della Trasparenza, divenendo cosi Responsabile della Prevenzione e della
Trasparenza RPCT.
B) Il Consiglio di Amministrazione della Società
Il CdA è l’organo cui sono demandate: la formale nomina del Responsabile della
Prevenzione della Corruzione, come individuato dall’Amministratore Delegato;
l’attività di vigilanza sull’operato dello stesso; l’approvazione del Piano di
Prevenzione della Corruzione e le correlative proposte di aggiornamento; l’adozione
di atti di indirizzo a carattere generale finalizzati alla prevenzione della corruzione; la
presa d’atto della relazione annualmente predisposta dal RPC.
C) I Quadri
Quadri che operano a rischio corruttivo, come individuati in seno al presente Piano:
partecipano al processo di analisi, valutazione e gestione del rischio; hanno obblighi
di informazione mei confronti del RPC; propongono l’adozione di misure preventive;
compiono attività divulgativa e formativa nei confronti del personale loro assegnato;
adottano misure gestionali quali l’avvio di procedimenti disciplinari, sospensioni e
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rotazioni del personale; sono tenuti all’osservanza delle misure di cui al Piano di
Prevenzione della Corruzione.
D) Il personale dipendente, i collaboratori ed i titolari di incarichi e i consulenti
Il personale dipendente tutto ed anche i collaboratori, i titolari di incarichi ed i
consulenti sono tenuti all’osservanza delle misure contemplate nel Piano di
Prevenzione della Corruzione e sono gravati dell’obbligo di segnalare le situazioni di
illecito.
8. Il percorso di adozione delle misure di prevenzione della corruzione
L’adozione delle misure avviene attraverso la partecipazione attiva di tutti i
soggetti interessati, entro il termine temporale del 31 gennaio: tale termine vale anche
per l’aggiornamento delle misure in vigore.
I soggetti interessati possono partecipare al processo di adozione e sono quindi
invitati a formulare osservazioni, di cui sarà tenuto conto se compatibili con la
normativa vigente e se utili a migliorare la definizione del Piano. Sono in particolare
coinvolti i Quadri ed i Responsabili dei settori maggiormente esposti al rischio del
verificarsi di fenomeni corruttivi nell’attività di analisi e valutazione del rischio e di
definizione delle misure atta ad implementare il piano.
Devono inoltre essere rilevate le misure già adottate in passato con cui occorre
coordinare le strategie preventive elaborate nel Piano.
Sono inoltre previste specifiche attività formative e di sensibilizzazione ai
temi della legalità e dell’integrità dei comportamenti per tutto il personale dipendente
e per i quadri ed i responsabili in particolare.
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9. Il whistleblowing
Siracusa Risorse S.p.A. intende avvalersi del whistleblowing quale meccanismo
finalizzato all’individuazione di situazioni di illiceità anche a rilevanza penalistica,
mediante la tutela della posizione del dipendente che, venutone a conoscenza, ne
faccia segnalazione al RPCT.
Secondo quanto stabilito dall’art. 1, comma 51 della L. n. 190/2012 “fuori dei casi di
responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi
dell’art. 2043 c.c., il pubblico dipendente che denuncia all’autorità giudiziaria o alla
Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui
sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato,
licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti
sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla
denuncia”. Segnalazioni e comunicazioni di situazioni di illiceità anche potenziali
potranno pertanto esser fatte pervenire al RPCT il quale garantirà l’anonimato del
segnalante e la conservazione delle informazioni ricevute. Il RPCT, sia ne caso in cui
l’evento corruttivo si verifichi, sia nel caso inverso adotta ogni misura necessaria a
mantenere la segretezza dell’identità del segnalante, che è garantita in ogni contesto
successivo alla segnalazione e può essere rivelata nei soli casi previsti da norme di
legge.
10. Individuazione dei processi a più elevato rischio corruttivo (c.d. mappatura
dei rischi)
Punto di partenza fondamentale per l’elaborazione di misure e strategie per la
prevenzione della corruzione è rappresentato dall’individuazione dei potenziali rischi
corruttivi che si annidano nelle attività e nei processi attraverso cui si dipana l’azione
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di Siracusa Risorse S.p.A. quale soggetto cui è demandata la cura di interessi pubblici
in quanto gestore di servizi pubblici locali.
L’analisi del rischio, presupposta alla gestione dello stesso, si articola in più
fasi: a partire dall’individuazione delle aree più esposte al rischio del verificarsi di
eventi corruttivi, si passa all’identificazione di detti rischi. L’analisi e la valutazione
degli stessi esita poi nell’elaborazione di misure e strategie preventive. Segue
l’attività di monitoraggio sui rischi e sulle misure approntate al fine di verificarne
efficacia ed efficienza ai fini dell’aggiornamento sia della mappatura sia delle misure
di prevenzione adottate.
Il P.N.A. prevede che l’analisi del rischio sia condotta tenendo conto di due
dimensioni: la probabilità di accadimento di fenomeni corruttivi all’interno di un dato
processo in funzione, ad esempio, della presenza di attività decisionali discrezionali o
che comportano contatti con l’esterno, da un parte; l’impatto dell’eventuale verificarsi
dell’evento e dunque la stima del conseguente pregiudizio materiale o di immagine.
L’indice di rischio risulta dal prodotto degli anzidetti due fattori.
Il P.N.A. individua quattro grandi aree di rischio tipiche:
A) acquisizione e progressione del personale;
B) affidamento di lavori, servizi e forniture;
C) provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto
economico diretto ed immediato per il destinatario;
D) provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto
economico diretto ed immediato per il destinatario.
Nella realtà di Siracusa Risorse S.p.A. si rinvengono processi astrattamente
esposti a rischio corruttivo nelle aree di rischio sub A) e B). Le aree contrassegnate
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con e lettere C) e D) esulano dalla mappatura dei rischi della Società poiché
concernono tipologie di attività estranee all’organizzazione aziendale.
Per ciascuna area di rischio sono di seguito specificati i processi
potenzialmente rischiosi e le correlative misure di prevenzione e controllo.
Sia la mappatura dei rischi sia l’individuazione dei processi a rischio e delle
azioni preventive soggiacciono a continuo monitoraggio in vista di futuri adattamenti
ed implementazioni.
11. Rapporto fra Piano Nazionale Anticorruzione e Modello di Organizzazione e
gestione ex D.Lgs. n. 231/2001
Siracusa Risorse S.p.A. si dota delle presenti misure di prevenzione della
corruzione in virtù non solo del correlativo obbligo su di essa gravante, come Società
in mano pubblica, in funzione del quadro normativo più sopra delineato, ma anche in
funzione della rilevata non sovrapponibilità degli ambiti applicativi del D.Lgs. n
231/2001, da una parte, e della L. n. 190/2012, dall’altra.
La Società ha dunque ritenuto di dover mediante esse integrare il Modello di
Organizzazione e Gestione ex D.Lgs. n. 231/2001, di cui dispone ormai da anni e con
cui sono coordinate giocando anch’esso un ruolo fondamentale in chiave preventiva.
Detto modello fu adottato allo scopo di approntare strategie e misure
preventive finalizzate ad evitare la commissione di reati contro la P.A.
(principalmente quelli di corruzione), reati societari, omicidio colposo, lesioni colpose
gravi e gravissime, ricettazione, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di
provenienza illecita, induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni
mendaci all’autorità giudiziaria. Si ritiene che esso, oltre ad integrare la condizione
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normativamente idonea ad esimere la Società da responsabilità per reati commessi al
proprio interno, svolga, anche in coerenza con la recente normativa in materia di
corruzione, un’importante funzione di sensibilizzazione di tutto il personale a
conformarsi a quanto da quest’ultima prescritto in tema di legalità, correttezza e
trasparenza che ben si integra con gli obiettivi del piano di prevenzione della
corruzione.
12. Rapporto fra misure di prevenzione della corruzione e Codice Etico
Contestualmente all’adozione del proprio modello di organizzazione, gestione
e controllo ex D.Lgs. n. 231/2001 Siracusa Risorse S.p.A., nel contesto della
medesima finalità di prevenzione della commissione di reati o comportamenti illeciti,
si dotò di un Codice Etico, di cui richiede l’osservanza a tutto il personale coinvolto
nel processo di produzione. Documento guida per amministratori, dipendenti e
collaboratori dell’azienda esso definisce i valori etici che stanno alla base della
cultura aziendale e detta i principi cui deve essere informata la condotta dei destinatari
come sopra individuati nei vari ambiti di riferimento. Il Codice Etico rappresenta
pertanto uno strumento efficace per prevenire comportamenti irresponsabili o illeciti
da parte di chi opera in nome e per conto dell’azienda, perché introduce una
definizione chiara ed esplicita delle responsabilità etiche e sociali verso tutti i soggetti
direttamente ed indirettamente nell’attività dell’azienda, vale a dire clienti, fornitori,
soci, cittadini, dipendenti, collaboratori, istituzioni pubbliche. Il documento di cui
trattasi oltre all’enunciazione di principi etici generali, contiene la specificazione dei
principi relativi all’ambito della Corporate Governance; di quelli da applicare alle
relazioni con il personale e con i dipendenti e dei principi cui devono informarsi le
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relazioni nei confronti di terze parti. Assistito al proprio interno da un sistema
sanzionatorio e disciplinare, esso va a pieno titolo considerato come una delle misure
di cui Siracusa Risorse S.p.A. si è dotata ai fini della prevenzione di fenomeni
corruttivi al proprio interno e le previsioni in esso contenute sono pertanto da
considerare parte integrante del presente Piano.
13. Misure preventive di carattere generale
In conformità con quanto in proposito prescritto dalla L. n. 190/2012 e
specificato nel contesto del P.N.A. in linea generale Siracusa Risorse S.p.A. si
garantisce anzitutto attuazione alla previsione di cui all’art. 1, comma 59 della L. n.
190/2012 in materia di segnalazione da parte del dipendente di condotte illecite di cui
sia venuto a conoscenza. In ottemperanza alle prescrizioni di cui al D.Lgs. n. 39/2013
si impegna altresì ad assicurare l’applicazione delle disposizioni in materia di
incompatibilità ed inconferibilità di incarichi.
La Società inoltre:
– introduce delle forme di presa d’atto delle presenti misure da parte sia del
personale neoassunto, sia di quello già in servizio e provvede altresì ad
integrare le misure medesime con ulteriori previsioni a garanzia della
trasparenza e l’integrità;
– predispone idonee iniziative per la formazione del personale addetto alle aree a
più alto rischio, dando così rilievo alla formazione quale essenziale momento
per lo sviluppo e l’implementazione delle misure preventive;
– adotta ove necessario sistemi di rotazione del personale addetto alle aree a
rischio.
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RISCHI, PROCESSI SENSIBILI E MISURE PREVENTIVE
Vengono qui di seguito indicate le aree di rischio mappate all’interno
dell’organizzazione aziendale ed i correlativi processi a rischio corruttivo
ELENCO SISTEMATICO DEI PROCESSI
AREE DI RISCHIO PROCESSI
Area: Acquisizione e gestione del Personale
Reclutamento Progressioni di carriera Conferimento di incarichi di collaborazione
Area: Affidamento di Lavori, Servizi e Forniture
Definizione dell’oggetto dell’affidamento Individuazione dello strumento/istituto per l’affidamento Requisiti di qualificazione Requisiti di aggiudicazione Valutazione delle offerte Verifica dell’eventuale anomalia delle offerte Procedure negoziate Affidamenti diretti Revoca del bando Redazione del cronoprogramma Varianti in corso di esecuzione del contratto Subappalto Utilizzo di rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali durante la fase di esecuzione del contratto
AREA 1
La tabella in basso individua i rischi specifici per ciascuno dei processi dell’area
acquisizione e gestione del personale
CATALOGO DEI RISCHI PER OGNI PROCESSO
AREE DI RISCHIO PROCESSI RISCHI
Acquisizione e gestione del personale
Reclutamento
Previsione di requisiti di accesso “personalizzati” ed insufficienza di meccanismi oggettivi e trasparenti idonei a verificare il possesso dei requisiti attitudinali e professionali richiesti in relazione alla posizione da ricoprire allo scopo di reclutare candidati particolari. Abuso nei processi di stabilizzazione finalizzato al reclutamento di candidati particolari.
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Inosservanza delle regole procedurali a garanzia della trasparenza e dell’imparzialità della selezione, allo scopo di reclutare candidati particolari.
Progressioni di carriera
Progressioni economiche o di carriera accordate illegittimamente allo scopo di agevolare alcuni dipendenti/candidati.
Conferimento di incarichi di collaborazione
Motivazione generica e tautologica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il conferimento di incarichi professionali allo scopo di agevolare soggetti particolari.
Misure di prevenzione
Le misure preventive per l’area in questione consistono in:
– garanzia di adeguata pubblicità, mediante il sito della Società, all’avviso di
selezione comparativa di nuovo personale da impiegare, con concessione di
un termine congruo per la presentazione delle candidature, non inferiore a
trenta giorni;
– nomina di una commissione giudicatrice che proceda alla valutazione
comparativa dei candidati secondo criteri predeterminati;
– pubblicità dell’esito della selezione;
– pubblicità sul sito dei curricula dei soggetti partecipanti alla selezione (nel
solo caso di conferimento di incarichi);
– rispetto delle previsioni contenute nel Codice Etico;
– standardizzazione e formalizzazione della procedura selettiva mediante la
presentazione di dichiarazioni per la partecipazione predisposte dalla Società
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AREA 2
La tabella in basso individua i rischi specifici per ciascuno dei processi dell’area
Affidamento di lavori servizi e forniture.
AREE RISCHIO PROCESSI RISCHI
Affidamento di lavori, servizi e
forniture
1) Definizione dell’oggetto dell’affidamento
Restrizione del mercato nella definizione delle specifiche tecniche, attraverso l’indicazione nel disciplinare di requisiti che favoriscano una determinata impresa.
2) Individuazione della procedura di affidamento
Elusione delle regole dell’evidenza pubblica, mediante l’utilizzo improprio del modello procedurale dell’affidamento diretto o della procedura negoziata, ove ricorrono invece i presupposti per l’epletamento di una gara d’appalto al fine di agevolare un particolare soggetto.
3)Requisiti di qualificazione
Definizione dei requisiti di accesso alla gara e, in particolare, dei requisiti tecnico-economici dei concorrenti al fine di favorire un’impresa.
4)Requisiti di aggiudicazione
Uso distorto del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, finalizzato a favorire un’impresa.
5) Valutazione delle offerte
Mancato rispetto dei criteri indicati nel disciplinare di gara cui la commissione giudicatrice deve attenersi per decidere i punteggi da assegnare all’offerta, con particolare riferimento alla valutazione degli elaborati progettuali.
6) Verifica dell’eventuale anomalia delle offerte
Controllo solo formale dei giustificativi offerti dal concorrente per giustificare il ribasso offerto. Mancato rispetto dei criteri di individuazione e di verifica delle offerte anormalmente basse, anche sotto il profilo procedurale.
7) Procedure negoziate Utilizzo della procedura negoziata al di fuori dei casi previsti dalla legge al fine di favorire un’impresa.
8) Affidamenti diretti Abuso dell’affidamento diretto al di fuori dei casi previsti dalla legge al fine di favorire un’impresa.
9) Revoca del bando
Abuso del provvedimento di revoca del bando al fine di bloccare una gara il cui risultato si sia rivelato diverso da quello atteso o di concedere un indennizzo all’aggiudicatario.
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10) Redazione del cronoprogramma
Mancanza di sufficiente precisione nella pianificazione delle tempistiche di esecuzione dei lavori, che consenta all’impresa di non essere eccessivamente vincolata ad un’organizzazione precisa dell’avanzamento dell’opera, creando in tal modo i presupposti per la richiesta di eventuali extraguadagni da parte dello stesso esecutore. Pressioni dell’appaltatore sulla direzione dei lavori, affinché possa essere rimodulato il cronoprogramma in funzione dell’andamento reale della realizzazione dell’opera.
11) Varianti in corso di esecuzione del contratto
Ammissione di varianti in corso di esecuzione del contratto per consentire all’appaltatore di recuperare lo sconto effettuato in sede di gara o di conseguire extra guadagni.
12) Subappalto
Accordi collusivi tra le imprese partecipanti a una gara volti a manipolarne gli esiti, utilizzando il meccanismo del subappalto come modalità per distribuire i vantaggi dell’accordo a tutti i partecipanti allo stesso.
13) Utilizzo di rimedi di risoluzione delle
controversie alternativi a quelli giurisdizionali durante
la fase di esecuzione del contratto
Condizionamenti nelle decisioni assunte all’esito delle procedure di accordo bonario, derivabili dalla presenza della parte privata all’interno della commissione.
Misure di prevenzione
Vengono di seguito indicate le misure preventive da porre in essere per ciascuno dei
processi compresi in tabella.
1) La definizione dell’oggetto dell’affidamento deve avvenire mediante l’indicazione
di requisiti tecnici non eccessivamente dettagliati.
2-7-8) Deve essere garantito il ricorso ad affidamenti diretti e procedure negoziate
nelle sole ipotesi in cui la legge lo consente ed assicurato il rispetto del divieto di
frazionamento del valore dell’appalto strumentale all’elusione delle soglie degli
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importi a base d’asta. E’ obbligatoria l’indagine di mercato mediante l’acquisizione di
più preventivi.
3) Deve essere garantita la tassativa indicazione dei requisiti di qualificazione nel
rispetto del principio di proporzionalità.
4-5) E’ assicurata la predeterminazione obbligatoria e puntuale dei criteri e sub criteri
di attribuzione dei punteggi e viene, altresì, eseguito un effettivo controllo sui
requisiti che hanno dato luogo all’attribuzione dei punteggi, mediante richiesta di
esibizione di documentazione comprovante quanto dichiarato.
6) Viene effettuata un’analisi inziale delle voci del prezzo a base di gara, che permetta
un controllo approfondito dei giustificativi del concorrente.
9-13) E’ necessaria la previa acquisizione di parere legale reso da professionista
qualificato.
10) Per tutti i contratti di lavori è obbligatoria la redazione il monitoraggio sul rispetto
di un dettagliato cronoprogramma.
11) E’ obbligatoria l’acquisizione della relazione del progettista, del direttore dei
lavori/direttore dell’esecuzione, esplicativa dei presupposti di legge.
12) Sono garantiti controlli assidui in fase esecutiva ed un costante flusso informativo
fra ufficio che autorizza il subappalto e tecnici.
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SEZIONE II
MISURE A GARANZIA DELLA TRASPARENZA E L’INTEGRITA’
1. Misure per la trasparenza e l’integrità
Siracusa Risorse S.p.A. come società di capitali a totalitaria partecipazione
pubblica è tenuta all’integrale rispetto, senza alcun adattamento riconducibile alla
propria formale veste societaria, della normativa di cui al D.Lgs. n. 33/2013 in
materia di pubblicità e trasparenza dell’attività amministrativa.
A seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs. n. 97/2016 non è più prevista
l’adozione di un programma triennale, ma l’adozione di misure da integrare con
quelle relative alla prevenzione della corruzione.
Dette misure sono finalizzate a rendere conoscibili, fruibili e partecipabili, ai
sensi dei principi di controllo sociale e di accesso civico, tutte le misure adottate da
Siracusa Risorse S.p.A., per conferire opportuna garanzia di un adeguato e corretto
livello di trasparenza quale elemento costitutivo delle richieste di sviluppo sociale e
collettivo, e di promozione della cultura della legalità e dell’integrità.
Siracusa Risorse S.p.A. già prima della redazione del presente Programma, ha
regolarmente provveduto all’assolvimento degli obblighi in materia di trasparenza
derivanti dalla delibera A.N.AC. n. 77/2013.
Le misure contemplate in seno al presente Programma sono volte
all’assolvimento degli adempimenti prescritti dal D.Lgs. 33/2013, così come
riformato dal D.Lgs. 97/2016.
In via sperimentale e con riserva di migliore articolazione Siracusa Risorse
S.p.A. ha proceduto all’elaborazione delle presenti misure, che unitamente a quelle
orientate alla prevenzione della corruzione, rappresentano documento essenziale per
26
la programmazione delle attività legate alla prevenzione della corruzione e allo
sviluppo della cultura della legalità.
Per tutto quanto non oggetto di espressa previsione rimane fermo l’obbligo di
rispetto ed adeguamento alle previsioni contenute nel D.Lgs. n. 33/2013 cui si rinvia.
2. Finalità delle misure
Le misure a garanzia della trasparenza perseguono l’obiettivo fondamentale di
garantire la massima pubblicità e trasparenza, attraverso la pubblicazione nella
sezione “Amministrazione trasparente” del sito web della società, ai dati previsti dal
D.Lgs. n. 33/2013.
Ulteriori finalità sono quelle di incrementare il flusso informativo interno della
società, il confronto e la consultazione dei soggetti interessati, garantendo il
monitoraggio del programma; eseguire una ricognizione delle banche dati e degli
applicativi già in uso, al fine di identificare eventuali, ulteriori possibilità di
produzione automatica del materiale richiesto; tendere ad una progressiva riduzione
dei costi relativi all’elaborazione del materiale soggetto agli obblighi di
pubblicazione, anche attraverso lo sviluppo di nuovi sistemi di produzione e
pubblicazione dei dati; Elaborare sistemi di rilevazione automatica del livello di
soddisfazione degli utenti per mettere meglio a fuoco i bisogni informativi degli
stakeholders interni ed esterni alla Società; organizzare le giornate della trasparenza
previste dalla norma; migliorare la qualità complessiva del sito internet aziendale, con
particolare riferimento ai requisiti di accessibilità e usabilità.
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3. Pubblicazione ed aggiornamento delle misure per la trasparenza
Le misure per la trasparenza sono pubblicate sul sito web istituzionale di
Siracusa Risorse S.p.A., www.siracusarisorse.it, e saranno aggiornate dal RPCT entro
il termine del 31 gennaio di ogni anno.
4. Soggetti della trasparenza
Ai fini del D.Lgs. n. 33/2013 in Siracusa Risorse S.p.A. il Responsabile della
Prevenzione della Corruzione assomma in se le funzioni del Responsabile della
Trasparenza e dunque:
a) formula, anche sulla base delle proposte avanzate dai Quadri e dai Responsabili,
alla formulazione delle misure da sottoporre all’approvazione del Consiglio di
Amministrazione;
b) formula le modifiche da apportare alle misure entro il 30/12 di ogni anno, da
sottoporre alla successiva approvazione del C.d.A. entro il 31/1 dell’anno successivo,
procedendo alla verifica dell’efficacia del Programma sulla base dei risultati raggiunti
e delle proposte avanzate dai Quadri/ e dai Responsabili;
c) verifica l’effettiva ed efficace attuazione delle misure, la sua efficienza e ne
proporne la modifica ex art.1, comma 10, legge 190/12;
d) approva e pubblica sul sito della società la relazione dei risultati raggiunti, i
monitoraggi e le azioni correttive poste in essere in attuazione delle prescrizioni
contenute nel Piano;
e) coordina gli interventi relativi alla trasparenza e svolge attività di controllo
sull’adempimento degli obblighi di pubblicazione, segnalando gli esiti di tale
controllo;
g) assicura la tempestività di pubblicazione dei dati per l’attuazione del Programma
28
della Trasparenza.
5. Oggetto e tipologia dei dati
Siracusa Risorse S.p.A., ai sensi dell’articolo 11, comma 2, D.Lgs. 33/2013,
pubblica obbligatoriamente nella sezione denominata “Amministrazione trasparente”
del sito web istituzionale, le informazioni, i dati e i documenti limitatamente alle
“attività di pubblico interesse”.
L’elenco del materiale soggetto a pubblicazione obbligatoria, con l’indicazione
del settore cui compete l’individuazione e produzione dei contenuti, in termini di
pubblicazione e nei tempi di aggiornamento, sono indicati nell’allegato n. 1, parte
integrante del presente Programma.
I dati sono inseriti ed aggiornati direttamente dalle strutture organizzative
indicate nell’allegato stesso, sotto la diretta responsabilità dei Responsabili del Settore
interessato, che provvedono a verificarne la completezza e la coerenza con le
disposizioni di legge.
I dati e tutto il materiale oggetto di pubblicazione deve essere prodotto e inserito
in formato aperto o in formati compatibili alla trasformazione in formato aperto.
Nella pubblicazione di dati e documenti e di tutto il materiale soggetto agli
obblighi di trasparenza, deve essere garantito il rispetto delle normative sulla privacy.
6. Usabilità e comprensibilità dei dati
Gli uffici devono curare la qualità della pubblicazione affinché si possa accedere in
modo agevole alle informazioni e si possano comprendere i contenuti.
In particolare, i dati e i documenti pubblicati devono essere:
– Completi ed accurati nel senso che devono corrispondere al fenomeno che si
29
intende descrivere e, nel caso di dati tratti da documenti, devono essere
pubblicati in modo esatto e senza omissioni;
– Comprensibili nel senso che il contenuto dei dati deve essere comprensibile ed
esplicitato in modo chiaro ed evidente. Pertanto occorre evitare la
frammentazione, cioè la pubblicazione di stesse tipologie di dati in punti diversi
del sito, che impedisca e complichi l’effettuazione di calcoli e comparazioni.
Occorre inoltre selezionare ed elaborare i dati di natura tecnica (ad es. dati
finanziari e bilanci) in modo che il significato sia chiaro ed accessibile anche
per chi è privo di conoscenze specialistiche;
– Aggiornati: ogni dato deve essere aggiornato tempestivamente.
– Tempestivi La pubblicazione deve avvenire in tempi tali da garantire l'utile
fruizione dall’utente.
– Le informazioni e i documenti devono infine essere pubblicati in formato aperto
e raggiungibili direttamente dalla pagina dove le informazioni sotto riportate.
7. Controllo e monitoraggio
Sono coinvolti nel corretto adempimento degli obblighi di trasparenza il RPCT,
i Quadri, i Responsabili e tutti gli Uffici della Società.
In particolare il RPCT svolge il controllo sull’attuazione delle misure e delle
iniziative connesse, riferendo al Consiglio di Amministrazione, eventuali
inadempimenti e ritardi. A tal fine il Responsabile evidenzia e informa i Quadri e i
Responsabili delle eventuali carenze riscontrate e gli stessi dovranno provvedere a
sanare le inadempienze entro e non oltre 30 giorni dalla segnalazione. Decorso
infruttuosamente tale termine, il Responsabile è tenuto a dare comunicazione al
Consiglio di Amministrazione della mancata attuazione degli obblighi di
30
pubblicazione. Il RPCT ha inoltre il compito di attestare l’assolvimento degli obblighi
relativi alla trasparenza e all’integrità. Eventuali ritardi negli aggiornamento previsti,
che potrebbero comportare sanzioni, potranno costituire oggetto di provvedimento
disciplinare da parte della Società nei confronti del RPCT, dei Quadri e dei
Responsabili.
8. Accesso civico
Chiunque ha il diritto di richiedere documenti, informazioni o dati detenuti da
Siracusa Risorse S.p.A. e di cui sia stata omessa la pubblicazione, servendosi dei
recapiti telefonici e pec, indicati sul sito aziendale www.siracusarisorse.it, Sezione
Contattaci. La richiesta di accesso civico è gratuita e va presentata al Responsabile
della Trasparenza.
Il rilascio di dati o documenti in formato elettronico o cartaceo è gratuito, salvo
il rimborso del costo effettivamente sostenuto e documentato dall'amministrazione per
la riproduzione su supporti materiali.
Il procedimento di accesso civico deve concludersi con provvedimento espresso
e motivato nel termine di trenta giorni dalla presentazione dell'istanza con la
comunicazione al richiedente e agli eventuali controinteressati. In caso di
accoglimento, l'amministrazione provvede a trasmettere tempestivamente al
richiedente i dati o i documenti richiesti, ovvero, nel caso in cui l'istanza riguardi dati,
informazioni o documenti oggetto di pubblicazione obbligatoria ai sensi del presente
decreto, a pubblicare sul sito i dati, le informazioni o i documenti richiesti e a
comunicare al richiedente l'avvenuta pubblicazione dello stesso, indicandogli il
relativo collegamento ipertestuale.
Il rifiuto, il differimento e la limitazione dell'accesso devono essere motivati con
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riferimento ai casi e ai limiti stabiliti dall'articolo 5-bis del D.Lgs. n. 33/2013.
Il responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza può
chiedere agli uffici della relativa amministrazione informazioni sull'esito delle istanze.
Per tutto quanto non espressamente disciplinato trovano applicazione le norme di cui
al novellato art. 5 del D.Lgs. n. 33/2013.
La richiesta di accesso civico comporta per il Responsabile della Trasparenza
l’obbligo di segnalazione alla struttura interna competente all’applicazione delle
sanzioni disciplinari, ai fini dell’eventuale attivazione del procedimento disciplinare e
la segnalazione degli inadempimenti al vertice della Società per la valutazione ai fini
delle assegnazioni di responsabilità.