SINTOMI - copernico.prato.it · 3 EDITORIALE Le venti e quarantasette, e la pagina è bianca. Tra...

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INTOMI S FEBBRAIO/MARZO 2016 Agorà: un modo per imparare senza dover studiare! COMUNICATO STAMPA PISTOIA TIMELESS. LO STILE ESENZA TEMPOPistoia Timeless, un progetto per la cultura Pistoia Timeless. Lo stile è senza tempo, in scena a La Cattedrale – via Sandro Pertini snc Pistoia Venerdì 1 ore 17 - 24, Sabato 2 ore 11 – 24 e Domenica 3 Aprile segue a pag.6 ALLINTERNO DI UN NUOVO MONDO La realtà dei carceri in Italia, quello che non sappiamo Sono luoghi di tortura quel- li dove i detenuti delle car- ceri italiane vengono rin- chiusi per la rieducazione e la futura reintegrazione nella società. segue a pag. 4 BINGO GOLIARDICO Le tube del Kope colpiscono ancora (Tullio impiccato e tanto altro a pag. 8) UNA VITA PER LA MEDICINA Greys Anatomy, una serie infinita di emozione (vedi pag. 17) LA COMPLESSITADEL SUO- NO DELLA CAMPANELLA Ma quando suona?! Il suono della campanella è, probabilmente, quanto di più ambiguo le orecchie degli studenti abbiano mai conosciuto, e il fatto che il trillare di un semplicissi- mo apparecchio metallico possa suscitare una così complessa risposta emoti- va mi sembra un fatto de- gno di nota. segue a pag.18 Speciale Agorà pag. 10-15

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INTOMI S

FEBBRAIO/MARZO 2016

Agorà: un modo per imparare senza

dover studiare!

COMUNICATO STAMPA “PISTOIA TIMELESS. LO STILE E’ SENZA TEMPO”

Pistoia Timeless, un progetto per la cultura

“Pistoia Timeless. Lo stile è senza tempo”, in scena a La Cattedrale – via Sandro Pertini snc Pistoia Venerdì 1 ore 17 - 24, Sabato 2 ore 11 – 24 e Domenica 3 Aprile

segue a pag.6

ALL’INTERNO DI UN NUOVO MONDO

La realtà dei carceri in Italia, quello che

non sappiamo

Sono luoghi di tortura quel-li dove i detenuti delle car-ceri italiane vengono rin-

chiusi per la rieducazione e la futura reintegrazione

nella società. segue a pag. 4

BINGO GOLIARDICO

Le tube del Kope colpiscono ancora (Tullio impiccato e tanto altro a pag. 8)

UNA VITA PER LA MEDICINA

Grey’s Anatomy, una serie infinita di emozione (vedi pag. 17)

LA COMPLESSITA’ DEL SUO-NO DELLA CAMPANELLA

Ma quando suona?! Il suono della campanella è, probabilmente, quanto

di più ambiguo le orecchie degli studenti abbiano mai conosciuto, e il fatto che il trillare di un semplicissi-mo apparecchio metallico possa suscitare una così

complessa risposta emoti-va mi sembra un fatto de-

gno di nota.

segue a pag.18

Speciale Agorà pag. 10-15

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Indice

EDITORIALE di Sara Bichicchi ............................................................................................................................................................... 3

ATTUALITA’ - All’interno di un nuovo mondo di Ginevra Parrini …………………………………………………………………………………………..4

- Statue… censurate! di Sara Bichicchi ………………………………………………………………………………………………………………

- Apartheid nelle strade della Gran Bretagna di Ginevra Parrini ………………………………………………………………………..5 PRATO E DINTORNI - "La Gazza Ladra": un nome, una leggenda (si spera) di Marta Logli ………………………………………………………………….. - Comunicato stampa “Pistoia Timeless, Lo stile è senza tempo” a cura di Virginia Gelli ……………………………………..6

COSE DA COPERNICANI - Il banchetto dell’artista (con intervento di Bernardo Bitossi) di Agnese Macchioni Montini ……………………………...7 - Pregiudizi… matematici di Kevin Maggi ………………………………………………………………………………………………………….8

PARENTESI GOLIARDICA - Bingo goliardico del g.c.K.t. …………………………………………………………………………………………………………………..………..9

SPECIALE AGORA’ - Agorà 2016: un bilancio positivo di Sara Bichicchi ………………………………………………………………………………………..11 - “C’era una volta… un gatto!” di Sara Sorrenti…………………………………………………………………………………………………12 - “Il giornalista, genesi e futuro di una professione” di Bianca Francescato e Sofia Lombardi…………………………….. - Rappresentazione teatrale “La nuova Odissea” di Marta Massenzi ………………………………………………………………... - Meditazione di Imane Seradouni…………………………………………………………………………………………………………………...13 - Sport a livello agonistico di Gaia Vaniglia Tomassoli ……………………………………………………………………………………... - Contest di Carnevale a cura di Valentina Saccomando…………………………………………………………………………………...14 - Trova l’intruso ……………………………………………………………………………………………………………………………………………15 - Tutti a dipingere! ………………………………………………………………………………………………………………………………………..

RUBRICHE BLOG - Voices of youth, un nuovo modo per comunicare di Imane Seradouni (con intervista ad Andrea Bardelli)……….16 SERIE TV - Grey's Anatomy: una vita per la medicina di Camilla Scaravaglione………………………………………………………………..17

- L’angolo della fan girl: Merlin di Ginevra Parrini …………………………………………………………………………………………..

QUOTIDIANITA’ DELLO STUDENTE - La complessità del suono della campanella di Gaia De Stefani ………………………………………………………………………. 18 RICETTE - Cheese cake consigliata da Chiara Tognocchi ………………………………………………………………………………………………..19

LE STORIE DI SINTOMI - La rivincita di Paride di Chiara Torracchi………………………………………………………………………………………………………20 - Be the one: capitolo 5 di Alessandra Santoni…………………………………………………………………………………………………..

ENIGMISTICA - IL CRUCIPUZZLE della prof.ssa Sabatini e la classe 4EL.................................................................................................................21

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EDITORIALE

Le venti e quarantasette, e la pagina è bianca.

Tra meno di ventiquattr’ore devo stampare il nuovo numero e la pagina si ostina a rimanere bianca.

Che sia la stanchezza che blocca pure l’ispirazione? Quella stanchezza strana, che penetra nelle osa, di quando

dopo cena realizzi che il giorno dopo hai interrogazioni a raffica e non si senti pronto, di quando non sai più cosa

fare: studiare o lasciar perdere? Tutto sta nel capire quale gioco vale la candela. E nei mie calcoli finora Sintomi l’è

sempre valsa. Anche se questo numero non è stato semplice. Forse ero più stanca io, forse erano di più le cose a

cui stare dietro, e allora la solita routine di persone da contattare mi è sembrata più dura del solito. Scrivere, chia-

mare, raccomandarsi, improvvisare arringhe di convincimento per tenere in piedi una rete di contatti che, se sei

fortunato, si rifanno vivi dopo una settimana. Se non sei fortunato, spariscono nel nulla, come se il Copernico fos-

se in realtà Cariddi che risucchia tutto, e devi improvvisarti agente dell’FBI per rintracciarli, e da capo scrivere,

chiamare, raccomandarti per ottenere un qualche risultato. Ecco, questo mese nel destreggiarmi nella suddetta

trafila, a cui ormai sono piuttosto abituata, mi è parso di camminare sopra una distesa di chiodi. Chiodi chiamati

verifiche, impegni, momenti no. Però posso dire che, nonostante tutto, il risultato mi soddisfa. Se soddisferà anche

i lettori, è un altro conto e forse neppure lo saprò, perché quando le cose vanno bene quasi nessuno si compli-

menta, ma appena qualcosa non va c’è la fila fuori dalla porta.

Detto questo, nel mio affannarmi (e stressare le mie amiche, però so che mi vorranno bene lo stesso) per compor-

re al meglio questo numero, qualche contatto con il mondo esterno l’ho mantenuto, quel che basta per sapere del

famigerato servizio delle Iene a Prato e della festa della donna.

A proposito del primo, ha in fondo rivelato qualcosa di nuovo? No, noi tutti, andando la sera in centro, sapevamo

benissimo che avremmo potuto imbatterci in qualche spacciatore e trovarci in determinate situazioni. Lo sapeva-

mo, e semplicemente cambiavamo strada o fingevamo di non vedere nulla. Ma allora perché essere ipocriti e

scandalizzarsi? Non è tanto il servizio che avrebbe dovuto scandalizzarci, quanto proprio il fatto che in verità non

ci ha stupito perché quella realtà è praticamente quotidianità ormai. E’ accettata, purtroppo.

Per quanto riguarda la festa della donna, invece, quest’anno le mimose erano in gran parte sfiorite, ma personal-

mente non mi è dispiaciuto granché. Dopotutto, che me ne faccio di una mimosa? Datemi pari stipendi per uomini

e donne, la possibilità concreta (teorica e piena di ostacoli c’è già) per quest’ultime di non dover per forza sceglie-

re tra famiglia e carriera, una società che non si lasci abbagliare da stereotipi privi di fondamento. Datemi la pos-

sibilità di guardarmi intorno senza vedere ovunque qualcuno pronto a dirmi come devo essere, in che modo mi

devo vestire, che cosa devo pensare. La mimosa tanto dopo una settimana sfiorisce e probabilmente, per quanto

possa essere buono il suo profumo e significativa la storia che c’è alle spalle, non sarebbe altro che un contentino

per addolcire il fatto che, in conclusione, gli altri giorni dell’anno è ancora la festa dell’uomo.

Ma rallegriamoci, ragazzi, sta per iniziare la primavera! Meno pioggia (si spera) e più bel tempo, più fattori che

spingono a uscire di casa, prediligere ai libri gli amici, i nuovi incontri. Secondo la tradizione, la primavera è la

stagione dell’amore, quella in cui può accadere un po’di tutto, una sorda di preambolo all’estiva resurrezione del-

la vita sociale persa di vista tra un’equazione goniometrica e un passo di Orazio. Eppure dev’essere anche que-

stione di condizionamento, mica occorre che sia primavera, mica serve incontrare una nuova fiamma per imbat-

tersi in avvenimenti “anomali” tra di noi. Basta molto di meno, ad esempio che, per qualsiasi motivo, ti resta in

mente il compleanno di una persona, quando solitamente li dimentichi tutti se Facebook non te li segnala, o che

paradossalmente capisci al volo, da un messaggio o poco più, che una persona sta male, nonostante in verità ap-

pena la conosci né sai se te ne importa granché. Se queste “stranezze” poi accadessero in primavera, magari qual-

che cantautore ci scriverebbe una canzone. Ma così non è, l’inverno non ha ancora abdicato ed è possibile che

avremo la neve insieme all’uovo di Pasqua.

Le ventuno e cinquantasei. L’editoriale può dirsi concluso, Sintomi è pronto, il mio lavoro per adesso è finito.

Sara Bichicchi

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ATTUALITA’

All’interno di un nuovo mondo

“ Le pene non possono consistere in trattamenti contra-ri al senso di umanità e devono tendere alla rieducazio-

ne del condannato ” Art. 27 della Costituzione

Sono luoghi di tortura quelli dove i detenuti delle carceri italiane vengono rinchiusi per la rieducazione e la futura reintegrazione nella società. Dormono ammassati in celle anguste e stret-te, con un water ‘a cielo aperto’ e condizioni igieniche pessime. Vivono come bestie, am-massate in gabbie di ferro e abbandonate a loro stesse; nient’altro che numeri. Privati della loro dignità e della loro persona, sono costretti in condizioni pietose e disumane, che violano i diritti e la dignità dei detenuti. Un esempio lo è il carcere di Poggioreale, dove i carce-

rati, per la mancanza di personale e il sovraffollamento, sono costretti a passare ventidue ore chiusi nelle celle a

non fare nulla, quindi solo due ore sulle ventiquattro che costituiscono l’arco di una giornata sono adibite all’uscita. Non vi è nessuna riabilitazione, nessuna rieducazione, oziano all’in-terno delle celle mentre le ore sci-volano via nella quotidianità com-posta da autolesionismo, suicidi e maltrattamenti sia psicologici sia fisici. E così la prigione diventa un nuovo

mondo, un nuovo stato, con le proprie regole e i propri sovrani, dove spesso chi entra una volta vi farà ritorno.

di Ginevra Parrini

Statue… censurate!

Il 25 gennaio il presidente Rohani è venuto in Italia e qualcuno ha ordinato di circondare con dei pannelli al-cune statue dei Musei Capitolini (la Venere Esquilina e altre), perché, con le loro nudità, « urtavano la sensibili-tà del leader iraniano ». Sul caso è, chiaramente, monta-ta la polemica, ma le autorità hanno declinato ogni re-sponsabilità con incredibile sol-lecitudine: il premier Renzi, co-me pure il ministro Franceschini, si è subito detto assolutamente estraneo ai fatti e, travolto dal caos mediatico del caso, ha av-viato un’indagine interna a Pa-lazzo Chigi. Lo scopo dell’inchie-sta era quello di trovare i respon-sabili « entro ventiquattr’ore », peccato però che, a quasi due mesi di distanza, la faccenda non sia stata ancora chiarita, anzi sia in parte finita nel di-menticatoio e in parte scivolata in un confuso intreccio di verità provvisorie. In un primo momento, con i riflettori puntati su questo scandalo all’italiana, la colpevole pareva essere sempli-cemente l’addetta al cerimoniale, ma nelle ultime setti-mane, dopo che degli sviluppi della vicenda non si era saputo più niente, nuove notizie hanno iniziato a circo-lare a riguardo. Le news rimbalzano soprattutto in rete, dove tra varie ipotesi spicca quella, riportata dal sito de la Repubblica, di un presunto diktat dell’Iran, arrivato dopo una serie di sopralluoghi segreti a Roma. Distin-guere le informazioni attendibili dalle bufale non è faci-le, ma ciò che è certo è che l’Italia non ha mostrato al

mondo il lato migliore di sé. La discutibile trovata di coprire le statue, infatti, ha attirato l’attenzione delle testate estere, che, senza risparmiare nulla al bel paese, forse hanno centrato il nocciolo della questione meglio dei media nostrani. Il Time (giornale statunitense), ad esempio, ha usato, commendando il patatrak, due sem-

plici parole – cultural submission – che riassumono tutto. Si è nascosta l’arte quando, invece, si è tranquil-lamente trasmesso Cinquanta Sfu-mature di grigio in prima serata, e solo per mettere a suo agio il pre-sidente di un paese retrogrado ma, purtroppo, utile. Molto utile, poi-ché l’Italia ha stipulato con l’Iran, proprio in occasione del famigera-to incontro Renzi – Rouhani, un « 12 bilion trade deal » (dati del ta-

bloid Daily Mail), ovvero un accordo economico miliar-dario. Questo retroscena, tuttavia, è stato ignorato (o quasi) dagli italiani, dal momento che il gran polverone sollevato intorno all’aspetto culturale dell’accaduto (sicuramente importante, ma non l’unica faccia della medaglia), ha “casualmente” lasciato in ombra il risvol-to più veniale In tutto questo pasticcio, tra colpe che nessuno vuole assumersi e cultura tristemente asservita al profitto, l’unico ad essere rimasto pienamente soddisfatto e a non aver nulla da ridire è Rohani: per lui, non si è tratta-to altro che di « ospitalità italiana ».

di Sara Bichicchi

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Apartheid nelle strade della Gran Bretagna

Così titola in prima pagina uno dei più importanti gior-nali londinesi, The Times, rivelando una notizia im-pressionante che fa tornare indietro nel tempo, mo-strandoci come, in fondo, la società odierna non sia poi cambiata più di tanto. Questa volta a marchiare le vittime del razzismo non vi sono numeri o triangoli colo-rati, bensì porte rosse. Infatti, i migranti che hanno richiesto asilo nella terra del-la Magna Charta e della rivo-luzione industriale sono stati accolti in case dalla porta scarlatta: delle 168 abitazio-ni controllate a Middlesbrough, ben 155 hanno questa particolare caratteristica. Che sia solamente una bizzarra coincidenza è altamen-te improbabile, se non impossibile. “La denuncia delle condizioni degli immigrati in attesa di asilo, riportata all’attenzione pubblica in questi gior-ni, risale in realtà a qualche anno fa. Ian Swales ha sot-tolineato di aver sollevato la questione dei richiedenti asilo a Middlesbrough nel 2014, constatando amara-

mente che da allora nulla era stato fatto. Dello stesso avviso Suzanne Fletcher, a capo dell’associazione “Seekers of Sanctuary”, che ha ribadito di aver portato il caso all’attenzione del Parlamento già due anni fa. I rifugiati, secondo la Fletcher, non avevano manifestato

le loro preoccu-pazioni per pau-ra di mettere a repentaglio la loro permanenza in Gran Breta-gna.” Scrive così Elena

Angiargiu sul sito di Mediapolitika riguardo fatti tanto sconvolgenti quanto ingiustificabili. Probabilmente a marzo si terrà in Commissione una nuova discussione sulle regole di asilo da applicare e intanto si spera che questo stato di natura Hobbesiano della “Bellum omnium contra omnes” termini il prima possibile.

di Ginevra Parrini

PRATO E DINTORNI

"La Gazza Ladra": un nome, una leggenda (si spera)

Un gruppo di studenti pratesi si è riunito con il sogno di creare un giornalino scolastico che, anziché limitarsi ad un solo Istituto Superiore -come ad esempio il famoso "Sintomi", vanto della nostra scuola da ormai molto tempo- , comprenda tutti i Licei e Istituti del territorio che siano inte-ressati. Il progetto nasce dalla con-sapevolezza che è certamente più intrigante e formativo avere a che fare con tanti ragazzi protagonisti di percorsi formativi vari e provenienti da contesti scolastici diversi, se non opposti. Potrebbe essere un modo nuovo e divertente di confrontarsi sulle principali tematiche relative alla scuola e non solo, ampliando il panorama: spesso, infatti, si tratta di problematiche condivise a livello pratese; potrebbe essere il mezzo attraverso il quale conoscere più punti di vista, interagi-re a livello giornalistico, letterario e culturale con gli altri studenti, rendere le scuole più aperte e collaborati-ve e, diciamocela tutta, anche per curiosare un po' sulle vicende delle altre scuole pratesi. Come e da chi è nata questa geniale idea? Il noto Ex-Rappresentante del Cico-gnini-Rodari Gabriele Nunziati, per alterare la già preca-

ria tranquillità dell'attuale Rappresentante del Cicogni-ni Andrea Angeletti (si suppone che in realtà un po' di bene se lo vogliano), ha voluto proporgli, all' inizio di questo anno scolastico, di lasciare da parte il giornalino

di tale illustre scuola, al quale l'odierno rappresentante è molto affezionato in quanto se ne occupa con dedizione da tempo, per concentrarsi maggiormente e per dare più spazio alla "Gazza La-dra". In seguito a questa proposta si è scatenata un'immensa discussione, proprio perché il rappresentante in entrata non aveva la più remota inten-zione di abbandonare il giornalino di cui era redattore. Dopo vari litigi, caz-zotti e offese, i due abili rappresentan-ti, l'ex e l'attuale, hanno trovato una via di mezzo proposta dall'inconsapevole Nunziati, che l'aveva formulata senza

lontanamente immaginare la possibilità di quanto affer-mava: creare la Gazza senza dover sotterrare i giornali-ni già presenti negli Istituti Superiori. La sorte ha voluto che il grande scherzo che si rivelasse un'idea straordi-naria che, infatti, ha condotto noi della redazione della Gazza Ladra a ritrovarci con moltissimi studenti inte-ressati al giornalismo e felici di poter esprimere la pro-

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COMUNICATO STAMPA “PISTOIA TIMELESS. LO STILE E’ SENZA TEMPO”

LA CATTEDRALE 1|2|3 APRILE 2016

Un luogo storico nel cuore di Pistoia, designata dal Mibact a capitale della cultura italiana per il 2017, una cultura assunta a stile di vita, informazione, intratteni-mento, eccellenze locali, toscane, nazionali e quaranta operatori di rilievo nazionale ed internazionale in mo-stra per tre giorni. Tutto questo nella manifestazione “Pistoia Timeless. Lo stile è senza tempo”, in scena a La Cattedrale – via Sandro Pertini snc Pistoia Venerdì 1 ore 17 - 24, Sabato 2 ore 11 – 24 e Domenica 3 Aprile 2016 ore 11 – 20 promossa da Deuda Vintage & events (www.deuda.it) e Passepartout events (www.passepartoutevents.net) in collaborazione con Mia’s communication (www.miascommunication.com) e ArtFuturecraft onlus-Centro studi sull’artigianato arti-stico e l’industria creativa (www.art-future-craft.blogspot.it), con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura - Comune di Pistoia e Regione Toscana. Tra i soggetti coinvolti fino ad oggi Vespa club Pistoia, Avis Pistoia, Fondazione “Luigi Tronci”, Ufip, Veteran Car Club, Swing Mood, Gruppo Fotoamatori Pistoiesi, Poieinlab, Associazione Nonna Luisa, We Love Anasta-sia, Gruppo Fermodellistico Pistoiese, Gustar, Voronoi e Movida soloeventi. L’evento declina la cultura vintage quale stile e non moda, con l’esposizione di prodotti di alta qualità dal commercio, design, arte al food, bevera-ge e poi automotive, motocicli, velocipedi. Non solo una

mostra mercato però, anche esposizioni, installazioni, laboratori, workshop, area giochi per bambini, esibizio-ni artistiche e musicali, proiezioni, arti visive, incontri, uno spettacolo teatrale ed altre iniziative collaterali. Un’esperienza accompagnata in tempo reale da una co-municazione dotata di un innovativo linguaggio con-temporaneo e coinvolgente per avvicinare attivamente il pubblico alla cultura vintage, ricostruendo così un “ponte” tra passato e presente. La Cattedrale di Pistoia, ex capannone di produzione ferroviaria Breda situato nel nuovo quartiere San Giorgio, è oggi una moderna e grande piazza coperta di 130 m. di lunghezza per 25 m. di larghezza utilizzata per iniziative ed esposizioni di creatività ed eccellenza, un esempio di architettura in-dustriale dei primi del ‘900 dotato tuttora di un sovra-stante carro ponte per movimentare materiali testimo-niante l’originaria destinazione. L’iniziativa, che vedrà la partecipazione di commercianti, artigiani, designer, collezionisti, musicisti, stilisti, artisti ed è rivolto a tutte le categorie di visitatori da studenti ed aziende a stam-pa specializzata, famiglie e singoli cittadini senza limiti d’età, in un’ottica di collaborazione tra istituzioni pub-bliche ed operatori privati, si propone di valorizzare il patrimonio culturale locale e contribuire alla vivibilità del territorio valorizzando le iniziative di riqualificazio-ne urbana e di recupero del patrimonio edilizio privato

pria opinione non ad una singola scuola, ma a "la scuo-la", quella che accumuna tutti noi ma che finora non ha potuto creare un senso d'appartenenza comune a tutti gli studenti. La nostra redazione comprende attualmen-te 25 studenti, e il Giornalino sarà formato da molte ru-briche, dalle più svariate sfaccettature: articoli su di-scussioni, polemiche e conflitti Internazionali e Nazio-nali, recensioni di mostre, gallerie, ristoranti e kebabba-

ri pratesi, interviste ad alcuni personaggi improbabili e molto altro ancora. I giornalisti sono già molti, ma la Redazione della Gazza è intenzionata a dar voce al mag-gior numero di studenti pratesi: per cui, nel caso fossi interessato, aspettiamo te!

Marta Logli (3488456098, classe 3CL)

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che ne preservano la memoria storica. Si inizia Venerdì 01 Aprile dalle ore 17 dopo la presentazione ufficiale nel Salotto Vintage spazio alla Musica in versione un-plugged con Francesco Biadene, Manuel Bellone e Fran-cesco Guasti e a seguire il live concert del gruppo pi-stoiese Betterplace. Sabato 02 Aprile dalle ore 11 sarà una giornata ricca di appuntamenti con il Vintage Tour Blogger che coinvolgerà blogger provenienti da tutta Italia di diversi settori (moda, design, food e travel), workshop musicali, laboratori per bambini nella kids area e dalle 18 fino alle 24 lo Swing diventa protagoni-sta, grazie alla collaborazione con Swing Mood, con le esibizioni di ballerini di fama internazionale e la musica delle Apple Party&The First Ladies. Domenica 03 Aprile sempre dalle ore 11 una giornata dedicata ai bambini e alle famiglie con laboratori, musica, danza e suggestioni magiche sempre in chiave retrò. Pistoia Timeless duran-te i tre giorni ospiterà anche diverse mostre, da quella che farà calare i visitatori in un viaggio tra gli strumenti musicali a percussione a cura della Fondazione Luigi Tronci e Ufip al plastico del Gruppo Fermodellistico Pistoiese, alla mostra fotografica del Pistoia Timeless Photography Contest (la premiazione prevista per Do-menica 03 Aprile). Da non perdere anche le opere in divenire di arte relazionale che coinvolgerà i visitatori

più curiosi e le esposizioni di auto d’epoca (Veteran Car Club), vespe (Vespa Club Pistoia) e biciclette (il Meta-to). Da non dimenticare la possibilità di fare shopping tra i 30 espositori di Vintage, Modernariato, Collezioni-smo, Remake e l’area Food&Beverage con 10 espositori di Food Truck provenienti da tutta Italia. Questo (e non solo…) è Pistoia Timeless dove lo stile è senza tempo. Ingresso giornaliero a Pistoia Timeless 5 euro, con la possibilità di acquistare un abbonamento valido per i tre giorni a 10 euro attraverso la prevendita on-line e/o i punti prevendita con consegna di un gadget all’ingres-so. Per informazioni e contatti: www.pistoiatimeless.com - [email protected]

1|2|3 APRILE 2016 LA CATTEDRALE – AREA EX BREDA

PISTOIA www.pistoiatimeless.com [email protected]

a cura di Virginia Gelli

Il banchetto dell’artista

COSE DA COPERNICANI

Mancano i soldi per le assemblee e gli studenti cosa fan-no? Organizzano uno spettacolo per raccogliere fondi! Sembra la trama di un film, ma è quello che è successo nella nostra scuola. "Il banchetto dell'artista" si è tenuto venerdì 4 marzo: alcuni ragazzi del Copernico si sono esibiti in aula ma-gna cantando,suonando, ballando e recitando; a questo spettacolo, aperto an-che agli esterni, è se-guito un buffet orga-nizzato dal bar. Con le prevendite so-no stati raccolti 700€ (al netto delle spese del bar per l'aperice-na) che andranno a costituire un fondo per future assemblee e Agorà. Aspettando una pros-sima edizione, ringra-ziamo tutti quelli che hanno collaborato alla realizzazione della serata! Se non ci siete stati, ecco che cosa vi siete persi: 1.I Dirty Paws (Agnese Macchioni, Niccolò Bindi, Mattia Maglia) in “Wake Me Up” di Avicii 2.Francesca Rizzo in “Pensiero D’Amore” di Mal 3.Laura Paci che balla “La Borsa Di Una Donna” 4.Bernardo Bitossi in “Tutto Quello Che Un Uomo” di Sergio Cammariere 5.Domiziana Sernesi in “At Least” di Etta James 6.Agostino Diddi che suona “Horizons” dei Genesis

7.Iman Seradouni in “”Hallelujah” 8.Chiara Bonafede, Gabriele Macchioni e Marialessandra Cecchi in “I Want To Be Someone” di Chiara Bonafede 9.Chiara Perri in “People Help The People” di Birdy 10Vanessa Haxhiraj e Agostino Diddi in “Blackbird” dei Beatles 11.Francesca Rizzo in “Scende la Pioggia” di Gianni Mo-

randi 12.Maddalena Ion e Agostino Diddi in “If i Ain’t Got You” di Alicia Keys 13.Bernardo Bitossi e Edorardo Ibba in “Benigno in banca”, tratto dal film “Tu mi turbi” di Roberto Beni-gni Infine sentiamo, a pro-posito dell’evento, Ber-nardo Bitossi (rappresentante d’isti-tuto e tra gli organizza-tori del Banchetto): « Il Banchetto Dell'Arti-

sta nasce dalla constatazione che i fondi di istituto a di-sposizione dei progetti degli studenti sono limitati. Se parliamo dell'Agorà, avere più soldi ci permetterebbe una più ampia gamma di scelta degli ospiti; e sappiamo quanto questo incida nell'interesse degli studenti. In generale, un maggiore finanziamento ci aiuterebbe a migliorare l'Agorà e le assemblee di istituto, e a realiz-zare nuovi progetti che coinvolgano i ragazzi. Il Ban-chetto Dell'Artista si presenta come la soluzione più ef-

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Ormai sono passati già due anni dalla mia prima parte-cipazione alle olimpiadi della matematica a squadre in rappresentanza del Copernico ed è incredibile la quanti-tà di emozioni, contrastanti tra loro, che quest’esperien-za mi ha regalato. La mia concezione di “squadra di ma-tematica” è passata da “ristretto club per persone devia-te mentalmente” (senza cattiveria, i soggetti in questio-ne sanno perfettamente cosa pensavo di loro) a “piccola palestra di vita aperta a tutti”. Quella volta fui reclutato dalla professoressa referente perché ero tra i primi nella classifica delle olimpiadi in-dividuali interne alla scuo-la. I miei compagni di squa-dra li conobbi il giorno stesso della gara. Ai miei occhi erano persone estre-mamente ambigue: dal ra-gazzo con l’accento russo che raccontava di come il suo colore preferito fosse il trasparente, a quello che approfittava anche della breve tratta in treno per affrontare problemi mate-matici, per finire con quello che disquisiva sulle equa-zioni… diofantee. Io, che ancora non credevo di essere arrivato tra i primi nelle olimpiadi scolastiche, non mi capacitavo di come potessi essere, secondo la classifica, al pari di quei tizi. In ogni caso per quell’anno l’avventu-ra finì quel giorno stesso perché non ci qualificammo per le finali nazionali. I primi giorni di scuola dell’anno scorso, una mattina, entrando in classe mi vidi di fronte il ragazzo dall’accen-to russo. Mi disse che quella volta la squadra l’avrebbe formata lui e che ero tra i suoi prescelti. Io, un po’ per-ché preso alla sprovvista, un po’ perché, ancora non abi-tuato all’accento, mi perdevo qualche parola, accettai di farne parte. Stavolta volevamo perlomeno qualificarci per le finali, per cui decidemmo di incontrarci una volta a settimana per prepararci da autodidatti. Dopo le pri-me volte ero ancora molto diffidente, ma, per alcuni mo-tivi, ho comunque deciso di andare avanti. Adesso posso dire che, seppur dettata da altri motivi, la scelta fu la migliore che potessi fare. Non solo ho impa-rato a convivere con le stranezze di ognuno di loro, ma anche ad apprezzarle; ho conosciuto il loro lato umano

e ci ho stretto un bel rapporto. In fondo ognuno ha i suoi interessi. Se io non riesco a gettare nel cestino una cartaccia senza “tre, due, uno, *tiro, buttandomi all’in-dietro, sul suono immaginario della sirena*” o a prende-re oggetti lontani senza tenere ben ancorato a terra il piede perno (tutti i cestisti si riconosceranno in que-sto), perché dovrei considerare strano qualcuno che vede sistematicamente la matematica in diversi aspetti della vita quotidiana? Ed è pur vero che, qualificati alle finali, a Cesenatico, a Maggio, con la spiaggia, il sole, il mare…… mi sono ritro-

vato chiuso in camera d’al-bergo a giocare a Monopo-li; ma di quei quattro gior-ni, passati con persone che in fondo nulla avevano a che fare con l’idea che mi ero fatto prematuramente di loro, porto con me dei ricordi estremamente po-sitivi. Non ho solo imparato ad apprezzare le stranezze di ognuno, ma anche tanti

aspetti del lavoro di squadra e l’importanza di puntare tutti insieme verso un obiettivo comune. Ma allora come posso permettere che altri ragazzi ri-schino di non sfruttare quest’esperienza mossi dagli stessi pregiudizi che ebbi io? Così quest’anno mi sono voluto occupare in prima per-sona di formare, non una squadra, ma un gruppo di la-voro, aperto, dove tutti vengono sì per allenarsi, sì a far lezione col prof, ma in un clima amichevole, dove pensa-re ad un problema non è una fatica, ma un momento di svago. E se, vedendo che siamo un team unito e che i ragazzi si soffermano quei 10 minuti in più per parlare del più e del meno, sono molto contento di aver realiz-zato il mio obiettivo di trasmettere ciò che ho imparato negli anni precedenti, questo lo devo a quei ragazzi che… “eppure sembravano persone ambigue”. Adesso scusate, ma per l’ennesima volta devo ricontrol-lare su Wikipedia cosa siano le equazioni diofantee.

di Kevin Maggi

Pregiudizi… matematici

soluzione più efficiente, poiché la scuola riceve donazio-ni da parte dei partecipanti in cambio di una serata scandita da uno spettacolo, organizzato dagli studenti del Liceo Copernico, e da un buffet, organizzato dal bar della scuola. Sogno che quella del 4 Marzo sia solo la prima di una serie infinita di edizioni de' Il Banchetto Dell'Artista, ovvero un progetto a lungo termine che renda possibile nel futuro ciò che consideriamo impossibile nel presen-te; necessaria è quindi la ripetizione dell'evento almeno due volte l'anno. In questa prima edizione abbiamo presentato uno spet-

tacolo in cui ha dominato la musica: alcuni studenti si sono esibiti individualmente, altri in gruppo. Inoltre ci sono stati un balletto, contro la violenza sulle donne, e una comica scenetta teatrale. Il risultato è stato molto soddisfacente: lo spettacolo non è risultato pesante, bensì interessante e anche divertente, grazie alla sua giusta durata e alla varietà delle esibizioni. Se ci fosse ancora più partecipazione da parte degli stu-denti, allora avrei tutti motivi di essere ottimista per questa scuola. »

Agnese Macchioni Montini

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PARENTESI GOLIARDICA

Bingo goliardico

Il periodo di Agorà, che, come sappiamo tutti, rende gli studenti protagonisti assoluti della creatività, non è cer-tamente periodo di riposo per il “g.c.K.T.”, che puntual-mente, dopo aver realizzato e appeso lo striscione dell’Agorà per il nostro gloriosissimo liceo, passa all’at-tacco contro i rivali del Buzzi, le Pagliette. La mattina del 24 febbraio, prima di entrare a scuola, tutto il club copernicano si è riunito davanti all’istituto tecnico a distribuire agli alunni e ai professori dei vo-lantini, nei quali si mostrava una foto che ritraeva il bu-sto del Tullio, impiccato al ponte Petrino, esanime (stancatosi anche lui di quella scuola generatrice di di-sgraziati), incorniciato dalla scritta “in loving memory”. Come se non bastasse, è stato affisso anche uno striscio-

ne sulla cancellata, che recitava le seguenti parole: “O CHE E’ SUCCESSO? MA CHE PECCATO! / A QUANTO PA-RE IL TULLIO SI E’ IMPICCATO/ ORMAI SI SA, ERA DI-

SPERATO/ PER LE PAGLIETTE ETER-NE SECONDE A PRATO”. Nella stessa notte alcuni nostalgici (sicuramente anzia-ni delle Tube), han-no beffeggiato il li-ceo Livi con un scherzo alla “vecchia maniera”, concernente uno striscione dove era disegnato un drago che agguanta una minuscola leongaz-zella (simbolo del club goliardico di quel liceo), e la frase “DEL TUO LIVI/ LA VERGOGNA/ DELLA GOLIARDIA/ LA FO-

GNA/DEL LEONE/ NEANCHE L’OMBRA/ GAZZELLAC-CIA/ GUARDA E SOGNA”. Nello stesso giorno, durante il forum in Aula Magna di Lorenzo Baglioni, comico e youtuber fiorentino, il Presi-dente delle Tube, con tutto il club presente, ha battezza-to l’ospite membro onorario del “g. c. K. T.”, per omag-giarlo per la sua simpatia. Per concludere, il motto: DRAGO IMPERAT.

g. c. K. t.

Striscione al Livi

Striscione al Buzzi

Il Tullio impiccato

Il battesimo di Baglioni (sopra) e il g.c.K.T. con l’ospite (sotto)

SPECIALE AGORA’ 2016

E’ sempre bello andare oltre la banalità, staccarsi dal

nostro mondo e affrontare a testa alta i problemi di una

realtà concreta

Agorà: da qui si può ripartire

Agorà 2016:

sicurezza arro-

gante, forum a

volte vuoti ma

alcuni interes-

santi

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Agorà 2016: un bilancio positivo

Dal 23 al 25 febbraio si è svolta nel nostro liceo l’Agorà,

giunta quest’an-

no alla decima

edizione.

Come di con-

sueto, gli stu-

denti, in alcuni

casi coadiuvati

dagli insegnan-

ti, hanno chia-

mato ospiti e

preparato fo-

rum per orga-

nizzare tre gior-

ni di autogestione e di scuola alternativa.

Sono stati allestiti in totale quarantotto forum, distri-

buiti su otto spazi, concernenti l’attualità e le tematiche

più disparate. Tra gli argomenti af-

frontati, l’integrazione, la sessualità consapevole, e il

metodo d’inse-

gnamento. Gli

alunni hanno

avuto l’opportu-

nità di ballare

con la professo-

ressa Sabatini, di

sperimentare la

meditazione con

il professor Ro-

gai, di imparare i

segreti della fo-

tografia sportiva

con Marta Colombo, di discutere di economia e progres-

so con Giancarlo Orsini e di sport a livello agonistico

con Vezio Trifoni. Hanno potuto incontrare per-

sonaggi noti sul territorio di Prato e non solo,

come Giacomo Carolei (comico pratese e youtu-

ber), Lorenzo Baglioni (youtuber e attore fioren-

tino) e Giancarlo Gisonni (giornalista di TV Pra-

to). Gli alunni stessi, inoltre, sono stati protago-

nisti con forum autogestiti sul giornalismo, sul

cinema, sulla musica elettronica.

Ai tre giorni di Agorà è seguita, il 26 febbraio, la

Giornata della Creatività, con karaoke, workshop

della fiera “Pistoia timeless”, pittura e tanta mu-

sica e danza.

Sara Bichicchi

N.B.: Il “mosaico” di frasi che avete

trovato come apertura dello Spe-

ciale Agorà è il risultato di un mix

di alcune delle frasi sull’Agorà che

gli studenti hanno scritto durante

il laboratorio autogestito di gior-

nalismo del 25 febbraio.

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“C’era una volta... un gatto!”

Quanta femminilità, energia, dolcezza, fascino, generosi-tà, amore e passione abbiamo potuto toccare con mano nel forum “C’era una volta... un gatto!”, realizzato e con-dotto dalla nostra professoressa Eva Sabatini durante l’ul-tima Agorà, al punto tale da coinvolgere noi ragazzi in quella che è una sua grande passione per la vita, vissuta attraverso la danza. Associare il gatto al movimento di danza è cosa immediata perché è innegabile che il corpo del felino porta in sé flessuosi-tà e slancio acrobati-co, utili per seguire le regole del ritmo e della danza. Basti pensare alla schiena flessuosa e ondulante dei gat-ti, “Dos elastique” la definì lo stesso Baudelaire e basti pensare al “pas de chat” che è solito apparire in ogni coreografia di tipo classico e accademico. Ed è proprio al famoso musical “Cats” di Andrew Lloyd Webber che la nostra professoressa si è ispirata durante la sua per-formance, incantandoci con la sua gioia e solarità, sino a

farci appassionare e sedurre da questa arte che insieme alla musica racchiude in sé forza, passione e amore per la vita. Ed è alla musica che è stata riservata la parte

finale del forum, con-clusosi sulle note del brano musicale “Memory”, il più famo-so del musical, che tutti noi abbiamo cantato insieme, come una sor-ta di terapia di fiducia e speranza nel futuro, proprio come ci sugge-riva lo stesso Aristote-le, “la musica non va praticata per un unico tipo di beneficio, ma per usi molteplici, poi-ché può servire per l’educazione, per pro-

curare la catarsi e in terzo luogo per ricreazione, sollie-vo e riposo dallo sforzo”. Un ringraziamento particolare alla nostra professoressa per averci insegnato ad essere positivi e ad amare la vita, a credere nei nostri sogni e ad impegnarci affinché possano diventare realtà.

di Sara Sorrenti

– Forum all’interno dell’Agorà 2016 - Liceo scientifico Niccolò Copernico

“Il giornalista, genesi e futuro di una professione”

Il giorno 24 febbraio si è svolto, in biblioteca, il forum “Il giornalista, genesi e futuro di una professione” a cura del giorna-lista di TV Prato Giancarlo Gisonni, invitato dalla professoressa Saba-tini. Durante il forum si è parlato della professione di giornalista e di come questa sia cambiata nel tem-po, illustrando anche le differenze tra gli oggetti elettronici di una volta e quelli di oggi. Gli studenti hanno partecipato con interesse al

dibattito, intervenendo con domande e racconti di espe-rienze personali riguardanti soprat-tutto il tema della droga a Prato. Secondo i presenti il forum è stato in-formativo ed interessante. Inoltre, per tutti gli studenti il cui sogno è diventa-re giornalisti, è stato un punto di rife-rimento per capire in modo dettaglia-to e chiaro questa professione.

di Bianca Francescato e Sofia Lombar-

di

Rappresentazione teatrale "Una nuova odissea"

L'aula magna è buia, davanti a noi ci sono oggetti di sce-na sparsi su tavoli e pavimento. Adesso un rumore, un suono, una musica da una terra lontana. Uomini entrano in scena, barcollando, simulando esasperazione e stan-chezza. Poi un movimento, si alzano, festeggiano il loro arrivo, forse un po' troppo. Poi di nuovo tutti a ter-ra. Entra Odisseo, fumante di rabbia, scuotendo la testa per il comportamento dei suoi compagni. Lui è il loro capo, e li deve portare alla loro destinazione, ma lui può poco se non collaborano. Da qui in poi, un'avventu-

ra. Sirene, lotofagi, dei dell'Olimpo, ninfe, e alla fine, una moglie e un figlio. Suona familiare? Probabilmente sì. L'unico problema è che questa è una storia (quasi) vera, rappresentata da ragazzi della nostra età, che hanno viaggiato attraverso il Mediterraneo, scappando da paesi tartassati dalla guerra e arrivati nel nostro paese senza lavoro, senza lingua e senza fami-glia, in cerca di qualcosa, qualunque cosa, pur di vivere una vita migliore.

di Marta Massenzi

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Il forum riguardo la meditazione é stato tenuto dal pro-fessore Mario Rogai durante l'agorà nella palestra pic-cola. Il professore ci ha insegnato e illustrato diverse posi-zioni per poter meditare e sentirsi liberi e sciolti come ad esempio: -La posizione delle mani: La mano destra accoglie la ma-no sinistra o viceversa. I pollici si toccano leggermen-te senza premere. Unire prima i medi per la loro lun-ghezza e poi tutte le altre dita -La posizione per stare a sedere sulla sedia: È la posizio-ne del “Loto Occidentale” o “Loto Facile” perché è a gambe incrociate seduta su una sedia. Le caviglie incro-ciate permettono di tenere le ginocchia più basse del bacino e di conseguenza avere la colonna vertebrale dritta -La posizione del faraone: è adatta a chi soffre di vene o problemi alle caviglie -Seduto sul panchetto: è una facilitazione della yoga o dello zen -Seduto sul cuscino: è la posizione birmana o del Budd-

ha che permette di avere molta stabilità -posizione a sella: è una variante della posizione zen -Posizione del mezzo loto: È la posizione ideale perché entrambi i piedi poggiano sulle cosce opposte creando un blocco a livello osseo e muscolare, ciò forma una sta-bile base di appoggio triangolare (ginocchia e glutei) permettendo così alla schiena di avere un forte soste-gno. -Posizione del loto: È la posizione ideale perché entram-bi i piedi poggiano sulle cosce opposte creando un bloc-co a livello osseo e muscolare e forma una stabile base di appoggio triangolare. Oltre a questo il professore ci ha anche fatto vedere di-versi oggetti meditativi di diverse religioni, dal buddi-smo all'islamismo fino ad arrivare al cristianesimo e le differenze e le similarità fra loro. E alla fine tutti insieme abbiamo avuto un momento di meditazione che è stato per mia esperienza molto inte-ressante e rilassante.

di Iman Seradouni

Meditazione

Sport a livello agonistico: pallanuoto

Giovedì 25 dello scorso mese, durante l'Agorà della no-stra scuola, abbiamo avuto una visita speciale da parte di tre ragazze le quali praticano uno sport non troppo conosciuto ed evidenziato nel nostro paese: La palla-nuoto. All'inizio, entrando nella classe dove si è svolto il forum, 5DS, si dava molto a vedere la timidezza sia da parte delle ragazze, che da parte dei ragazzi presen-ti. È iniziato tutto con la do-vuta presentazione da parte del manager che ha dato im-portanza sia alla propria fi-gura che alle ragazze che, già alle 8 di mattina ,avevano appena finito l'allenamento in pisci-na di due ore con la propria squadra. Ci siamo subito concentrati su quanto que-ste ragazze si dedichino a questo sport che da parec-chio tempo sembra essersi dimostrata e una vera e pro-pria passione che è ormai diventata far parte della loro vita quotidiana, finendo per passare più tempo dentro il costume e con la cuffia in testa anziché in un paio di pantaloni e una felpa. Hanno sinceramente ammesso che questo tenore di vita non è adatto a tutte le persone e se si sceglie questa strada si devono attuare anche va-rie modifiche alla vita quotidiana a cui ,molti di noi sono abituati. "Spesso non abbiamo tempo nemmeno per uscire con le amiche perché, o siamo dentro la piscina o a studiare; però abbiamo scelto questa vita, facciamo dei sacrifici, ma siamo sicuramente ragazze felici e questo ci rende fiere di noi." Dice una delle tre facendo annuire anche le altre ragaz-ze per darci conferma. Le nuotatrici vengono attaccate da domande soprattutto da parte dei prof di educazione fisica, molto curiosi e interessati al tenore di vita di que-ste campionesse, tra cui una addirittura olimpica, non presente però con loro. "Lei ha iniziato questo sport per errore. -Ci confessa la

ragazza parlando di una sua compagna di squadra- All'inizio si rifiutava di farlo e adesso è campionessa olimpica con medaglia d'oro della nostra categoria. È conosciuta in tutto il mondo e questo ci rende felici di aver insistito tanto con lei nel farle provare questo sport. Ci parlano anche del fatto che ormai la squadra è diven-

tata una vera e propria "Big Fa-mily" (come da loro rinomina-ta), e che ormai si conoscono tutte come sorelle. "Noi solitamente usciamo dallo spogliatoio e appena vediamo le altre ci rendiamo subito con-to del loro stato d'animo sem-plicemente per il fatto che, ve-dendo una persona due ore o più al giorno, impari a cono-scerla e di conseguenza sai sempre cosa prova anche a me-tri di distanza. È questo il bello di fare un gioco di squadra anzi-

ché individuale." Esce fuori una domanda riguardo le loro storie amoro-se e tre sane risate risuonanti si fanno sentire in tutta la stanza. "Non abbiamo sicuramente tempo per pensare a un ra-gazzo, poi non possiamo cercare qualcuno che segue una vita normale dobbiamo avere qualcuno che riesca a capire il nostro modo di vivere. Ma riguardo alla ricerca non siamo preoccupate; la vita è lunga, e possiamo farci tante cose." Sembrano davvero sicure di quello che dicono, e davve-ro soddisfatte di come stanno svolgendo la loro vita, quindi prima di finire questo forum ci danno il consiglio di seguire sempre i nostri sogni, fare quello che voglia-mo, ovviamente avendo rispetto per gli altri, e diventare quello che abbiamo sempre voluto senza avere paura di quello che avverrà in futuro vivendo ogni giorno come se fosse l'ultimo.

di Gaia Vaniglia Tomassoli

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CONTEST di CARNEVALE

Il primo giorno di Agorà è stato indetto dalla direzione di Sintomi un Contest di Carnevale, al quale hanno parteci-

pato 43 “maschere” (sempre poche rispetto al totale dei ragazzi che si sono mascherati, ma comunque sia un nu-

mero maggiore rispetto all’anno scorso). Si ringrazia il comitato foto per aver collaborato in questa iniziativa, tut-

ti gli studenti del Copernico per aver partecipato e votato le varie maschere, e i gestori del bar per aver messo in

palio il premio.

Vincitori: Francesco Pecini, Francesco Belli, Gianmarco Bartolini e Matteo Camozzi hanno vinto il Contest con ben 809 mi piace, e hanno ricevuto un buono di 15€ da

spendere al bar.

Luca Bertozzi e Pietro Falcini, con ben 712 mi piace, si piazzano in

seconda posizione.

Martina Abati, Giulia Bertazzini, Gianmarco Bianchini, Anna Coppini, Christian Corti, Sara di Carlo, Francesco Ghelardini, Elisa Marcelli, Silvia Scopelliti e Salvatore Turco sono in ter-

za posizione con 255 mi piace.

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Trova l’Intruso!

Nella seguente foto ci sono due “maschere” e un intruso… lo riconoscete??

(soluzione a fondo pagina)

Soluzione “Trova l’intruso”: tra il sub e il palestrato c’è lui, il mitico Puccio (per gli ignoranti: il professor Puccetti)!!

Tutti a dipingere!

Durante l’Agorà il Copernico non si è fatto mancare propri niente e, tramite il Gruppo Ambiente, sono state im-

biancate le classi

4Hs

1As

2Bl

Sempre durante l’Agora, inoltre, un contingente di studenti, sotto la guida dei docenti Matteucci, Frittelli e Bonsi-

gnore, ha dato un nuovo look all’Acquario, all’interno del quale è stato dipinto un nuovo murales.

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RUBRICHE

BLOG

Voices of youth, un nuovo modo per comunicare

Avete mai sentito parlare di un blog dove tutti i giovani del mondo possono condividere testi, poesie, pensieri, video e musica? Nel 1995 è stata fondata Voices of Youth (VOY) , le voci dei giovani, come piattaforma onli-ne dell'UNICEF per giovani dove ragazzi da ogni angolo del mondopossono scoprire nuove cose sulla realtà dei loro coetanei in altre parti del mondo. Oggi VOY è una vivace comunità composta maggiormente da blogger giovani provenienti da tutto il mondo, offrendo opinioni originali su una varietà di argomenti come "Diritti dell' uomo", "educazione", "salute", "cultura", "tecnologia", "Diritti del-le donne", "razzismo"… Questa opportunità è resa possibile dai com-puter e dai telefoni dato che in tutto il mondo, sempre più giovani sono impegnati con social me-dia e strumenti digitali. VOY é focalizzata sui gio-vani provenienti da di-versi paesi in tutto il mondo. La finalità di questo pro-getto è di dare una voce ai ragazzi tra i 14 e i 24 anni di tutto il mondo che, attraverso i loro blog, hanno l'op-portunità di esprimere la loro opinione su una vasta moltitudine di argomenti, generalmente legati ai pro-blemi sociali locali o globali. Navigando sul portale, ha avuto la possibilità di vedere e leggere in prima persona alcuni dei post pubblicati. Interessanti ed accattivanti, i blog spaziano dai diritti all'educazione a quelli delle donne, dalla lotta al razzismo all'importanza del rispet-to, passando per eventi della cronica come i fatti di Co-lonia o gli sbarchi di immigrati. Ciò che più mi ha colpito di tale progetto é la volontà dei giovani da tutto il mon-do di voler condividere la loro esperienza, i loro pensie-ri sull'attuale situazione dei loro paesi, ma anche la per-severanza nel seguire i propri ideali. Un nostro compagno di scuola, Bardelli Andrea, cono-sciuto per avere partecipato a diverse attività scolasti-che, é uno dei 20 su 3000 ragazzi da tutto il mondo ad essere stato scelto per diventare uno dei nuovi blogger. Ecco a voi l'intervista: -Come hai fatto a diventare un blogger di VOY? <<La professoressa Zampiga, per email, mi ha proposto il concorso per diventare blogger per Voices of Youth. Ho visitato il sito, letto e condiviso diversi e convincenti testi. Mi é sembrato molto interessante e allora ho deci-

so di provare questa nuova esperienza. Ho inviato le mie informazioni e in aggiunta dovevo anche scrivere un testo in inglese riguardante i problemi della gioven-tù del nostro paese.>> -Come ti sei sentito quando sei stato scelto? <<Contento, emozionato e molto sorpreso dato che sono stato uno dei 20 su 3000 partecipanti da tutto il mondo ad essere selezionato>> -Cosa devi fare per VOY? <<Ogni settimana, per 12 settimane, devo scrivere un

post in cui sono chiamato ad esprimere le mie opinio-ni su argomenti riguardanti la gioventù.>> -Come ti sembra questa esperienza? <<Molto impegnativa e richiede molto tempo ma aiuta molto ad esercitare e migliorare le propie com-petenze della scrittura e anche della lingua inglese stessa; la cosa più impor-tante è tuttavia la visione globale sulla gioventù che mi fornisce da diversi pun-

ti di vista, sui problemi del mondo. La possibilità di sen-tirmi vicino e partecipe delle problematiche di ragazzi di atri paesi è la vera risorsa di VOY>> -Cosa consiglieresti ai tuoi coetanei? <<Se qualcuno è interessato e ha a cuore i problemi del nostro tempo e ha una vocazione a scrivere su proble-matiche sociali, lo consiglierei vivamente. Come ho det-to prima, è un esperienza formativa sia per la lingua in cui scrivi il post (inglese, francese o spagnolo)sia per la possibilità di conoscere realtà variegate e distinti solo apparentemente dalla nostra.>> Allora tutti sono invitati a scrivere, condividere, com-mentare e partecipare a discussioni qualora fossero in-teressati e oltretutto i ragazzi che vogliono partecipare non devono per forza vincere il concorso, basta regi-strarsi, mandare il proprio post quando si vuole e aspet-tare che lo approvino per aspettare di vederlo pubblica-to. Buona fortuna a tutti quelli che vorranno iniziare que-sta nuova avventura e auguriamo ad Andrea un buon proseguimento del suo lavoro.

di Imane Seradouni

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Attenzione :questa recensione puó contenere anticipa-zioni della 12esima stagione!! Il 12 febbraio è uscito il nuovo episodio di Grey's Anato-my, una serie innovativa che ha fatto la storia. Iniziata addirittura nel 2005 ancora è seguita da tutto il mondo, e, nonostante la continua presenza di col-pi di scena drammatica e dolorosi, conta ben 12 stagioni. Tutto ha inizio nella 1x01 con Meredith Grey, una giovane specializzanda di chirurgia del Seattle Grey's Hospital che, la mattina del suo primo giorno di lavoro, si sveglia sul di-vano insieme ad un uomo. È al minuto 2.00 circa che fa la sua apparizione glo-riosa Patrick Dempsey nelle vesti di De-rek Sheperd, famoso neurochirurgo con capelli sempre perfetti e davvero molto bravo nel suo lavoro. Non si esagera quando si afferma che la serie ha semina-to successo per un 50% buono grazie al fascino accattivante dell'attore. La storia poi cambia scenario : l'ospedale diventa il luogo nel quale si svolge la storia e dove Meredith e i suoi colleghi, in pratica, vivo-no. Lì dentro c'è sempre un delirio assur-do : uomini armati, malattie 1/1000000, bombe inesplose, miracoli della medici-na, cure sperimentali e tecnologie sempre più nuove che, in Italia, possiamo sognarci. A tutto questo si ag-giungono le infinite storie d'amore tra pazienti, tra col-leghi, tra pazienti e medici, tra specializzandi e capi, e ancora i divorzi, i matrimoni, i matrimoni mancati. Co-me se gli intrecci non fossero ancora abbastanza, in ognuna delle 12 stagioni ci sono 2/3 episodi trauma : disastri ambientali, incidenti aerei, incidenti di ogni al-tro tipo, leoni liberi di camminare in mezzo alla strada,

che rovinano il normale equilibrio dei medici. Questi episodi sono i più crudeli : lasciano la suspence fino alla stagione successiva e si concludono, di solito, con la morte di uno dei personaggi al quale, magari poco pri-ma, ci si era affezionati. Il momento più terribile della serie è proprio uno di questi episodi, registrato nel

2015 e inserito nella 11esi-ma stagione con la morte dell'uomo più amato della serie : stiamo parlando proprio del bellissimo De-rek. Dalla sua morte la se-rie ha preso una piega di-versa : ogni episodio non fa che ricordarci quanto man-chi la sua presenza nell'o-spedale dove, fino a poco prima, era il Dio della neu-rochirurgia . Nonostante, quindi, la moltitudine di sofferenze, l'altalenan-te schema calma- caos, la serie è una delle più belle in ogni campo e la migliore del suo genere : le vicende prendono, appassionano, i personaggi sembrano dav-

vero reali, gli attori sono capaci e competenti. Grey's Anatomy racconta qualcosa, trasmette emozioni, narra delle storie, dà consigli e apre gli occhi. Il successo mondiale della serie, in con-clusione, è meritato : non resta quindi che rivivere gli episodi migliori in streaming (magari tra una materia e l'altra mentre studiamo) e vedere la nuova stagione per scoprire come andrà a finire.

di Camilla Scaravaglione

L’angolo della fangirl (O come un asino e un idiota s’innamorarono.)

Grey's Anatomy: una vita per la medicina

SERIE TV

Disegno di Gaia Frosini

« In una terra di miti e in un'epoca di magie, il destino di un grande regno poggia sulle spalle di un giovane ragazzo. Il suo nome: Merlino. » Ormai conosco questa parte a memoria, la recito come un mantra per quante volte l’ho sentita mentre sedevo sul divano sbraitando contro chiunque osasse entrare nel mio campo visivo. No, non si tratta di uno strano rito satanico e sì … forse

sono un pochino – giusto un tantino – pazza, ma capite-mi: sto parlando di Merlin, la serie britannica mandata in una sulla BBC one, ormai conclusasi – ahimè! – la vi-gilia di Natale del 2012, la quale riveste completamente di nuovi abiti le leggende arturiane. Mandato a Camelot dalla madre per sfuggire da un vil-laggio troppo piccolo per i suoi enormi poteri, Merlino, il giovane idiota mago della mitologia, scoprirà che il suo destino è legato saldamente a quello dell’arrogante e asino principe Arthur Pendragon. Così ha inizio l’antica leggenda del più potente dei ma-

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ghi e del grande Re d’Inghilterra, tra incredibili vicende e risate, combattimenti contro strane creature e congiu-re di ogni sorta e incantesimi e draghi e troll orripilanti che si fidanzano con il re. Un punto forte della serie televisiva è che nel corso della storia, composta da cinque stagioni, i personag-gi si muovono e si evolvono con essa, cambiando e ma-turando, assumendo via via una propria personalità, un proprio carattere che dà spessore alla trama e che la rende sempre più coinvol-gente e accattivante. Ma Merlin parla soprattut-to del rapporto tra Merlino e Artù, del profondo legame che li unisce e delle vicende che li vede inseparabilmen-te l’uno al fianco dell’altro, pronti a sacrificarsi per la sicurezza del proprio compagno. Certo, il loro primo incontro non è stato dei più floridi e l’astio tra i due protagonisti era notevolmente alto, ma nel corso della storia abbiamo potuto assistere come il loro rapporto si sia via via trasformato in una splendida e profonda amicizia e storia d’amore. Permettetemi adesso, cari lettori che probabilmente non esisterete, di togliermi questa maledettissima ma-schera da persona pseudo - normale così da liberare lei, la psicopatica fangirl che risiede in me.

Ciò che c’è tra Merlino e Artù è qualcosa di unico e me-raviglioso, inspiegabile con le parole. Tutto ciò che fan-no, tutto quello che dicono, racchiude quella meraviglio-

sa complicità e unione che si sono create non con poca fatica. Entrambi hanno condiviso tutto di se stessi con l’altra parte del-la medaglia, si sono mostrati in ogni loro sfaccettatura, dalle più forti e arroganti, alle più deboli e umane, che non avreb-bero mai permesso ad altri di vedere. E quando li vedi insie-me, non puoi far altro che senti-re quello che provano, perché tra loro è così, riescono a capir-si con un solo sguardo, senza

troppe parole. Merlin, alla fine, è un telefilm che nella prima serie ci ha accompagnato con gioia, pieno di risate e comicità, con scene che qualche volta si potevano ripetere, ma che ha saputo crescere col tempo, assumendo nuove sfumatu-re, nuovi aspetti più profondi che l’hanno reso stagione dopo stagione sempre più avvincente fino a lasciarci con un travolgente epilogo di straordinaria intensità, fino a regalarci un ultimo respiro, il cuore stretto in go-la, prima di un addio tremolante e pieno di dolore.

di Ginevra Parrini

QUOTIDIANITA’ DELLO STUDENTE

La complessità del suono della campanella

Il suono della campanella è, probabilmente, quanto di più ambiguo le orecchie degli studenti abbiano mai conosciuto, e il fatto che il trillare di un semplicissimo apparecchio metallico possa suscitare una così com-plessa risposta emotiva mi sembra un fatto degno di nota. Il fenomeno an-drebbe sicuramente approfondito e interpretato da un punto di vista psico-logico ma, dal momento che non ci tro-viamo in quel tipo di liceo il cui impro-nunciabile nome, simile a uno sciogli-lingua russo, non significa altro che "magistrali", lasceremo tale interpreta-zione a chi ne ha le competenze. Cosa possiamo fare noi, umili studenti, è ap-plicare l'osservazione, che sta alla base dello studio di qualsiasi fenomeno di rilievo, a questo singolare evento, rife-rendoci alla ripartizione in ore della giornata scolastica. 1 ORA: la maggior parte degli studenti sarà in classe da circa 10 minuti, probabilmente in uno stato a metà tra il comatoso e l'assonnato; le percezioni psico-motorie

in questa fase sono scarse, a tratti scarsissime, assimi-labili a quelle di Puffo Pigrone sotto l'effetto di massic-ce dosi di Prazene. Il suono della campanella desta in malo modo lo studente, il quale cervello è costretto a

fare, in un lasso di tempo molto bre-ve, il punto della situazione, che con-siste nel porsi una serie di domande volte a far luce sullo stato ontologico della propria persona (ossia: come mi chiamo/ dove sono/ che giorno è og-gi/ come ci sono arrivato qua); a que-sto punto, il malcapitato studente si rende conto che ha davanti a sé 5/6 ore di lezione, delle quali 7 di compiti e 8 di interrogazioni (perché al Co-pernico le normali leggi dello spazio-tempo non vigono). Ha quindi inizio la fase della disperazione. 2 ORA: la seconda ora è, sostanzial-mente, una protrazione della fase del-

la disperazione, che in questi sessanta minuti raggiun-ge il suo apice. Notiamo inoltre che lo studente, non ancora del tutto sveglio, combatte strenuamente con-

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tro il primordiale istinto di adagiare la testa sul banco e fare la nanna. 3 ORA: il sentimento di disperazione va smorzandosi, sopratutto perché a) l'ora dura solo (si fa per dire) 50 minuti e b) i cervelli degli studenti sono impegnati in ragionamenti più importanti, come pianificare tattiche di assalto al bar o trovare una vittima sacrificale a cui affidare il sacro compito di rifornire di cibarie la classe. La disperazione è quindi rimpiazzata dalla totale con-centrazione, finalizzata al raggiungimento del bene su-premo. 4 ORA: con il suono della campanella, che sancisce il termine dei venti (più che meritati) minuti di pausa, si ha una reminiscenza dello stato di disperazione, affian-cato da un sentimento di rassegnazione; lo studente, inoltre, è adesso (salvo eccezioni) del tutto sveglio e cosciente, e si rende conto del lento, atroce scorrere del tempo. L'unica cosa che gli impedisce di abbandonare la scuola, rifiutare la civilizzazione e vivere il resto della sua vita come un abitante delle caverne per evitare di dover sopportare di nuovo questo supplizio, è la consa-pevolezza che manca poco al termine delle lezioni. 5 ORA: lo stato d'animo che domina questa fase è l'eufo-ria, che cresce in maniera esponenziale via via che si avvicina il termine dell'ora. Il tanto atteso suono della campanella comporta il repentino passaggio dell'animo a un intenso sentimento di gioia, simile alla beatitudine

che (si presuppone) si prova nel raggiungere il Nirvana. Lo studente è libero, e va in pace. 6 ORA: le osservazioni empiriche riguardanti questa ora sono assenti, non avendo mai avuto il "piacere" di af-frontare sei ore consecutive di lezioni; tutto ciò che si può fare è, perciò, avanzare ipotesi: è probabile che le menti degli studenti abbiano raggiunto il limite della sopportazione, che il loro sistema nervoso sia alle prese con una defezione generale da parte dei neuroni, e che le sinapsi siano in tilt. Le capacità comprensive sono paragonabili a quelle di un paramecio; solo il suono del-la sesta e ultima campanella potrà riportare la situazio-ne alla normalità. NB: le varie risposte cerebrali connesse al suono della campanella possono essere soggette a modifiche; nel caso di compiti in classe, il suono della campanella spin-gerà lo studente, i cui neuroni si trovano in uno stato sovraeccitato, a scrivere qualsiasi cosa pur di non con-segnare il compito (parzialmente o totalmente) incom-pleto; la fantasia e le doti creative degli studenti domi-nano. L'ultima campanella del sabato avrà invece un suono simile alle porte di una prigione che si spalanca-no per fare uscire il detenuto, che ha ormai pagato il suo debito con la giustizia. Se invece la campanella segna l'inizio di un periodo di vacanze, il raggiungimento del Nirvana - inutile dirlo- è assicurato.

di Gaia De Stefani

RICETTE

Cheese cake

Ingredienti:

200 grammi di fette biscottate dolci 40 grammi di zucchero Una presa di sale 80 grammi di burro/ margarina per ungere Per il ripieno: 125 grammi di burro, 75 grammi di zuc-chero, un pizzico di sale, 4 uova, zucchero vanigliato, 60 grammi di farina, 325 grammi di ricotta, 1 bicchiere di panna. Esecuzione:

Sbriciolare le fette biscottate e mescolarle con il burro, lo zucchero e il sale e foderare con l’impasto ottenuto uno stampo uno di burro/margarina. Per il ripieno: montare a crema il burro con lo zucchero, aggiungere i tuorli delle uova, lo zucchero vanigliato e la farina al setaccio così come la ricotta e poi la panna, infi-ne gli albumi montati a neve; distribuire il composto nello stampo foderato d’impasto e informare a 200 gra-di per un’ora.

consigliata da Chiara Tognocchi

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LE STORIE DI SINTOMI

La rivincita di Paride

Paride, appena tornato da una settimana di letizia tra-scorsa in un’isola deserta con la sua amata Elena, venne a conoscenza della straziante notizia. In lacrime per la morte del fratello Ettore, giunse nel luogo dove era avvenuto il duello decisivo; rimase esterrefatto e colpito da ciò che vide: il corpo del fra-tello, divorato dai cani e dagli uccelli. Riuscì a ricono-scerlo solo grazie ad una cicatrice impressa sulla fronte e rassomigliante ad una stella, segno distintivo nelle sue aristie, e provò una sensazione di tristezza e disperazio-ne mista all’ira. Trovò ingiusto che il corpo dell’eroe troiano più valoro-so, umiliato così profondamente davanti a tutti gli Achei, non fosse stato ritenuto ancora degno di una se-poltura. Il sentimento di vendetta nei confronti di Achille ac-crebbe in Paride giorno dopo giorno. Una notte, la dea Afrodite gli fece sognare una vicenda accaduta al Pelide nel momento della sua nascita: la ma-dre, la ninfa Teti, immergeva il figlio in fasce nel fiume Stige per renderlo invulnerabile in tutto il corpo, ad ec-

cezione del tallone, per il quale lo reggeva. Paride,quando si risvegliò, decise di uccidere Achille colpendolo nel suo punto debole. Uscì di casa e si diresse in città; intanto gli Achei, presso le Porte Scee, stavano celebrando il trionfo del Mirmi-done con urla e schiamazzi, udibili anche da lontano. Il dio Efesto, che già aveva fabbricato la nuova armatura di Achille, offrì all’eroe un nuovo paio di calzari lucenti legati da cinghie. Tutto stava procedendo magnificamente, ma ad un cer-to punto una cinghia si slegò scoprendo il tallone vulne-rabile. La dea Afrodite, artefice dell’inganno, infuse coraggio e audacia in Paride che, palleggiandola, scagliò una lancia in corrispondenza del tallone, colpendolo magicamente. Achille cadde a terra stremato dal dolore, si creò intor-no a lui un rivolo di sangue ed in pochi istanti morì. Il suo trionfo diventò così anche la sua morte.

di Chiara Torracchi

Be the one CAPITOLO 5 Quando il ragazzo di allontanò,April andò da Zack,visibilmente scosso e turbato. "Cosa è successo?" chiese sedendosi accanto a lui. Guardò gli occhi di Zack percependo ancora più indiffer-enza e vuoto di quanto ne avesse prima. "Niente" rispose seccamente. "Ti ho visto e sentito discutere con quel ragazzo quindi non mi sembra un 'niente' " insisté April. "Affari miei" sbottò guardandola negli occhi come per zittirla. "Se vuoi uscire con me,credo che dovresti avere un min-imo di fiducia" continuò April volendo andare in fondo a questa storia. Zack annunciò un sorriso,la guardò e disse "Cosa ti fa pensare che io voglia continuare ad uscire con te o che io provi qualcosa?" Le orecchie di April iniziarono a fischiare e tutto intor-no a sè apparve sfumato. Incapace di capire e trovare un senso logico a tutta quella situazione,si alzò dallo sga-bello,fissò Zack per un'ultima volta e disse"Non farti più vedere" Uscì dal locale, stordita dall'odore nauseante di quella discoteca e chiamò un taxi. ** Il mattino seguente si alzò un'ora prima,come tutte le mattine, a causa di quella vecchia maledetta sveglia. Iniziò a prepararsi sebbene fosse ancora stanca della serata precedente.

Uscì,infatti,con mezz'ora d'anticipo. Mentre camminava sul marciapiede per arrivare alla solita fermata dell'autobus,un'auto accostò e scese un ragazzo. Egli si avvicinò ad April,assorta completamente nei suoi pensieri. "Ehi" disse cercando di cogliere la sua attenzione. April si voltò e si ritrovò Zack davanti a sè. "Sono qui per parlarti" disse senza far trapelare nessu-na emozione. April rimase in silenzio,incapace di dire qualcosa. I flash della serata precedente continuavano a farsi spazio pre-potentemente nella sua mente. "Cosa vuoi veramente da me?" chiese April scocciata. "Avvisarti" Aggrottò la fronte non capendo cosa volesse dire e lo incitò a continuare. "Amarmi ti porterà solo a soffrire e conoscermi non ti piacerà" disse serio. "Questo sarò io a deciderlo,quando riuscirò a capire chi sei veramente" Zack sospirò rumorosamente e disse "Lo scoprirai e non ti piacerà" di Alessandra Santoni

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CRUCIPUZZLE

A cura della prof.ssa Sabatini e della classe 2AL

1. Agorà 12.Corse 23. Gioia 34. Risate

2. Allegria 13. Cultura 24. Gruppi 35. Saluti

3. Applausi 14. Danza 25. Idee 36. Sedie

4. Arte 15. Dibattiti 26. Interesse 37. Spazi

5. Attesa 16. Divertimento 27. Merenda 38. Studenti

6. Attualità 17. Domande 28. Musica 39. Tube

7. Aula Magna 18. Festa 29. Orari 40. Video

8. Aule 19. Film 30. Ospiti

9. Brio 20. Forum 31. Ozio

10. Cineforum 21. Fotografie 32. Palestre

11.Comitato 22. Gare 33. Professori

L’ Agorà del Copernico

D E E S R O C O M I T A T O L’

A I O I G O A U M E R E N D A

N F V A T T U A L I T A S I P

Z A A E R E L F I T I A R M P

A R R T R T E O B P U G U U R

T G O A S T E R P L E R E S O

T O G E T A I U A L O I A I F

E T A S U O R M L F D T F C E

S O P E D G A A E E S I O A S

A F P D E G R N S N L P R O S

L E L N N O I E T M T S A I O

U S A A T C S E R R P O R Z R

T T U M I R A D E B U T I O I

I A S O E I T I T T A B I D S

A V I D E O E S S E R E T N I

Soluzione:

Durante l’Agorà è molto atteso...

Come sempre l’appuntamento mensile con Sintomi non è mancato, grazie a

tutti coloro che hanno contribuito! Per suggerimenti, critiche, commenti o

quant’altro scrivete alla mail della direzione o su Facebook ai direttori o alla

pagina del giornale. A presto con il numero di aprile!

Referente: Prof. Claudio Puccetti

Direzione:

Sara Bichicchi 4As

Isabella Giusti 4Ds

Hanno contribuito: Agnese Macchioni Montini 4Fs

Alessandra Santoni 5Cl

Andrea Bardelli 3Es

Bianca Francescato 2Bl

Bernardo Bitossi 5Bs

Camilla Scaravaglione 3Bs

Chiara Tognocchi 4Gs

Chiara Torracchi 1Bl

Gaia De Stefani 4Ds

Gaia Frosini 4Ds

Gaia Vaniglia Tomassoli 1Dl

Ginevra Parrini 4Gs

Imane Seradouni 3Es

Kevin Maggi 5Is

Marta Logli 3Cl

Marta Massenzi 5As

Sara Sorrenti 5Gs

Sofia Lombardi 2Bl

Valentina Saccomando 5Ds

Virginia Gelli 4Is

Il g.c.K.T.

La professoressa Sabatini e la classe 4El

E’ disponibile anche una versione

digitale sul sito scolastico.

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