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Il Mendrisiotto verso una nuova identità Chiasso e Mendrisio I punti forti del Mendrisiotto il comune Anno III - N. 4 - Maggio 2004 Gli scenari dell’aggregazione 5 A cura di LUCA BERNASCONI 6 Una regione di confine 20 Foto: ti-press

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Il Mendrisiottoverso una nuovaidentità

Chiasso e MendrisioI punti fortidel Mendrisiotto

il comuneAnno III - N. 4 - Maggio 2004

Gli scenaridell’aggregazione5

A cura di LUCA BERNASCONI

6Una regionedi confine20

Foto: ti-press

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1Comune Ticino

Sommario

Pedrazzini: “Il futurodei rapporti fra Ticinoe Lombardia deve passaredal Mendrisiotto”

Delorenzi: “È la prima regioneche deve cominciare a correre”

Gli scenari dell’aggregazione

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Così rinascela valle di MuggioCosì rinascela valle di Muggio

Perché e come aggregarsirivista a cura del Dipartimento cantonale delle istituzioni

Chi desiderasse ulteriori copie di questa rivista è pregato di rivolgersi alla Sezione Enti Locali (tel. 091 814 30 19)

il comune

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I punti fortidella regione

Chiasso e Mendrisioverso una

nuova identitàLa parola ai due sindaciI COMMENTIdi Dario Robbiani

e Alberto Nessi

GLI STUDIChiasso 2000Area Ticino

GLI INTERVENTIdi Remigio Ratti,

Mario Botta,Marco Borradori,Giorgio Giudici,Aldo Fumagallie Stefano Bruni

■ la costruzione e la gestione del territorio■ il luogo d’incontro della cultura e del multietnico■ la logistica■ i sistemi alternativi di mobilità■ la valorizzazione dei parchi geologici■ gli scenari futuri■ il settore vitivinicolo e agroalimentare

Una regione

di confine

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Il Mendrisiotto è in effetti la porta princi-pale del Ticino e della Svizzera verso l’Ita-lia. Nella misura in cui i Comuni di questaregione, e in modo particolare il Comunedi Chiasso, diventeranno più forti e auto-revoli, potranno essere meglio partecipi,di un legame che andrà sempre piùrafforzandosi fra il Ticino e la Lombardia.Ancora una volta si pone l’alternativa: oreagire, o subire. Il futuro dei rapporti fraTicino e Lombardia (economici, ma an-che sociali e culturali) deve passare dalMendrisiotto. Importante è che non pas-si lasciando a questa regione unicamente

i problemi, i sacrifici territoriali e ambien-tali. Perché ciò non accada, occorre peròanche una visione cantonale per il Men-drisiotto, la capacità per la società ticine-se nel suo insieme di riconoscere chequesta regione, al pari delle altre, devevivere in armonia con il suo territorio,con la sua cultura.Anche la nuova Lugano sta puntan-do il suo futuro sui rapporti con laLombardia. In quale misura, a que-sto riguardo, il suo ruolo può entra-re in conflitto con quello del Men-drisiotto?

Il rischio del conflitto in effetti esiste, eproprio nei termini che dicevo sopra: ecioè che Lugano, legittimamente ambi-ziosa di guardare direttamente alle po-tenzialità di un rapporto con la Lombar-dia, finisca per condizionare in misura ri-levante il futuro del Mendrisiotto.Per contenere questa prospettiva, si im-pone ancora una volta la ricerca di unapresenza politica più forte degli enti loca-li del Mendrisiotto. La situazione attualeporta qualche preoccupazione, soprat-tutto per il basso Mendrisiotto (Mendri-sio, infatti, sta già trovando una sua stra-da, una sua strategia di confronto attivocon il Luganese).Ma il Mendrisiotto fa da cuscinettotra la nuova Lugano e Como e Vare-se. Quale ruolo deve svolgere? Deveguardare più verso Lugano o più ver-so la Lombardia?Deve guardare al… Mendrisiotto con laconsapevolezza della sua funzione di col-legamento naturale fra Lugano, Como eVarese. Non si tratta di creare una con-trapposizione fra il Mendrisiotto e i suoiComuni, da una parte, e le regioni limi-trofe dall’altra, bensì di fare del Mendri-siotto, rafforzando i suoi enti locali, unanello dinamico della catena insubrica,che non subisce le scelte ma partecipa al-la costruzione del futuro, promuovendoadeguatamente la sua identità e difen-dendo la qualità di vita dei suoi abitanti(che in ogni regione di collegamento ètendenzialmente più minacciata che al-trove). Ciò è però secondo me possibilesoltanto se gli enti locali del Mendrisiottoacquistano forza e autorevolezza.

L’Istituto ricerche economi-che in uno studio com-missionato dal Diparti-mento delle Istituzioniimmagina tre possibili

scenari per il futuro del Mendrisiot-to. Il primo prevede un modello disviluppo per Mendrisio e Chiasso eduno diverso per la Valle di Muggio. Ilsecondo indica un modello di svilup-po per Mendrisio (come appendice diLugano) ed uno comune per Chiassoe la Valle di Muggio. Il terzo scenariopresuppone invece un modello di svi-luppo regionale, che integri i com-prensori di Mendrisio, di Chiasso edella Valle di Muggio. Quale dei tre èpiù auspicabile che si realizzi da unprofilo politico? Lo abbiamo chiestoal consigliere di stato Luigi Pedrazzi-ni, che attraverso la politica delle ag-gregazioni sta costruendo una nuovageografia del Canton Ticino.La risposta non compete al sottoscritto,ma alle popolazioni direttamente interes-sate. Il nostro compito è quello di mette-re a disposizione possibili scenari di svi-luppo perché ci si renda maggiormenteconsapevoli della necessità di una visioned’assieme sull’arco di una regione e per-ché si possano superare gli ostacoli det-tati dall’eccessivo frazionamento istitu-zionale. Posta in modo semplice la do-manda è: si vuole scegliere o si preferiscesubire le scelte dettate dalle dinamicheeconomiche, dagli interessi delle regioniconfinanti che hanno una dimensione

demografica e una forza economica su-periore? il rischio del Mendrisiotto, percome lo posso valutare dalla mia pro-spettiva, è proprio quello di subire, di do-ver accettare che siano altri (la grandeMilano, la piccola Lugano) a determinar-ne lo sviluppo in funzione delle loropreoccupazioni e esigenze. Diventa allo-ra importante reagire sul piano politico ecreare degli enti pubblici che abbiano laforza di posizionarsi correttamente neirapporti di forza transfrontalieri per di-fendere le peculiarità del proprio territo-rio. Un Mendrisiotto più unito e forte, at-torno ai poli di Mendrisio e di Chiasso,non necessariamente aggregato in dueComuni, potrà sicuramente meglio co-gliere consapevolmente le opportunitàlegate al dinamismo del Luganese e dellavicina regione Lombarda.Chiasso sta vivendo una profondacrisi di trasformazione, mentre Men-drisio ha vissuto in questi ultimi anniun notevole rilancio. In quale misura,questa situazione, può comportareproblemi politici per un rilancio dellaregione?Mendrisio sta costruendo il futuro;Chiasso sta ancora facendo i conti con ilpassato, ma credo abbia le risorse pertrovare un rilancio. Determinante sarà lapossibilità, per il basso Mendrisiotto, ditrovare unità di intenti (non necessaria-mente aggregazione, anche se a miomodo di vedere sarebbe la visione ideale)fra i Comuni principali (quindi Chiasso,Balerna, Morbio Inferiore, Stabio Novaz-

zano e Vacallo). Sarà pure importantefare in modo che la competitività fraMendrisio e Chiasso si ponga in terminipositivi e non di freno reciproco alle pos-sibili iniziative che sapranno avviare gliamministratori dei due principali Comunidel Mendrisiotto.Il Mendrisiotto rappresenta la nostraprincipale porta sull’Italia. Quali pen-sa che debbano e possano essere infuturo i rapporti tra Mendrisiotto eLombardia, tra Chiasso e Mendrisioda una parte e Como e Varese dall’al-tra?

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Attualità

Comune Ticino 3Comune Ticino

Attualità

“Il rischioè quello disubire, di doveraccettareche siano altria determinarnelo sviluppoin funzionedelle loropreoccupazionied esigenze”

Il futuro dei rapportifra il Ticino e la Lombardia

“Necessarioun agglomerato

unito e forte”

deve passaredal Mendrisiotto “Necessario

un agglomeratounito e forte”

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Valle di Muggio■ Bassa densità abitativa■ Crescita popolazione media■ Invecchiamento popolazione pronunciato■ Contribuenti di ceto basso o medio/basso■ Bassa quota di stranieri■ Economia in crisi (PL)■ Comuni finanziariamente deboli

Comuni della montagna(Monte S. Giorgio)■ Bassa densità abitativa■ Crescita popolazione media■ Invecchiamento popolazione medio■ Popolazione contribuente medio/alta■ Bassa quota di stranieri■ Economia in crisi (Posti di lavoro - PL)

Asse Mendrisio-Stabio■ Densità abitativa media■ Crescita popolazione medio/bassa■ Popolazione contribuente equilibrata■ Quota di stranieri nella media■ Economia in crescita (PL)

Basso Mendrisiotto■ Alta densità abitativa■ Crescita popolazione medio/bassa■ Invecchiamento popolazione pronunciato■ Popolazione contribuente medio/basso (in degrado)■ Quota di stranieri elevata■ Economia stagnante■ Moltiplicatore > media cantonale

Riva S. Vitale

Stabio

Mendrisio

Muggio

Chiasso

“Il Mendrisiottoè la prima regioneche deve cominciarea correre”

5Comune Ticino

Attualità

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Attualità

Comune Ticino

Per diminuireil distaccocon Luganoe contribuirea incrementareil livellodi risorsefinanziarie

Le zone “tendenzialmente

omogenee”

Gli scenari per ragionare sulle aggregazioni

Lo so che le proposte di cam-biamento alle nostre latitudi-ni sono sempre accolte condiffidenza, però vi sono cam-biamenti che avvengono sen-

za che neanche ce ne accorgiamo.Forse che la Campagna Adorna foto-grafata da Gino Pedroli non è radical-mente mutata? Forse che i fiorenti ne-gozi di Chiasso che vivevano grazie al“turismo di frontiera” non hannochiuso i battenti? Forse che la sempli-ce vendita di benzina permette anco-ra fiorenti guadagni? Che dire poi del-l’importanza della piazza finanziaria diChiasso, ma soprattutto che dire deilivelli di inquinamento ambientale chesopporta il Mendrisiotto con innega-bile pregiudizio per la qualità di vitadei suoi abitanti…ecc., ecc..

Certo è uno dei prezzi da pagare perstare al passo con i tempi, con un flus-so di traffico motorizzato internazio-nale che è obbligato ad utilizzare ilcorridoio Ticino. Se anche si è convin-ti “no global” non per questo si è ingrado di cambiare il mondo, occorreinvece a mio avviso convincersi ad ap-plicare il motto “think global, act lo-cal”. Le regioni del Ticino, tutte nonsolo il luganese, devono dunque or-ganizzarsi per meglio assorbire questigrandi impatti esterni legati all’econo-mia europea, ma non solo assorbirlibensì anche cercare di trarne vantag-gio. I poteri locali devono inserire que-sto obiettivo nell’azione politica deiComuni valutando in primo luogo sela loro dimensione permette di agire omeno con efficacia.Ogni regione, ma specialmente quelledi confine, deve dunque rendersi visi-bile, curare il proprio posizionamentorispetto ai potenti vicini valorizzando ipropri potenziali legati perlopiù aduna sempre più valida offerta di capi-tale territoriale e di servizi di grandequalità. Il grande afflusso generatodalla Fox Town deve renderci attentisul grande potenziale di “clienti” pre-sente nell’intera Provincia di Milano,clienti interessati non solo al vestirema anche al relax, al wellness, al turi-smo in generale…l’euro sembra favo-rirci in tal senso. Le strutture nostre, a livello delle varieregioni non hanno ancora sufficiente-mente intrapreso iniziative in tal sen-so, anche il settore turistico si sta an-

Lo studio MONITOREG eseguitodall'Istituto Ricerche Economi-che (IRE) per incarico della Se-zione enti locali del Diparti-mento delle Istituzioni ha defi-

nito alcune zone del Mendrisiotto "ten-denzialmente omogenee". In ognuno

di questi subcomprensori, indicati sullacartina, sono state identificate dinami-che molto simili fra i comuni limitrofi.Si tratta naturalmente di una suddivisio-ne territoriale puramente indicativa.A seconda dei parametri utilizzati alcu-

ni comuni limitrofi potrebbero apparte-

nere a una subregione piuttosto che aun'altra.Si tratta comunque di un punto di par-tenza, che ha condotto alla definizionedi scenari più precisi, che saranno pre-sentati nell’ambito della presentazionedello studio sull’agglomerato.

cora riorganizzando mentre abbiamopochi impianti capaci di attirare un tu-rismo redditizio. Senza troppo antici-pare quelli che saranno i risultati deglistudi Monitoreg realizzati con l’IREnelle Regioni del Mendrisiotto, Locar-nese e Tre Valli, posso tranquillamenteanticipare che il tema dell’organizza-zione dei Comuni è in questo conte-sto molto importante. Fine delle ag-gregazioni, l’ho detto più volte, non èquello di mettere assieme delle can-cellerie, bensì quello di creare enti lo-cali che possano e sappiano fare poli-tica in relazione a tutto quanto succe-de sul territorio che devono gestire,valorizzare e salvaguardare. Gli inte-ressi del cittadino di oggi sono infattiben superiori al semplice fruire deinormali servizi amministrativi del Co-mune, ma toccano il numero dei postidi lavoro presenti e futuri reperibili nelnostro Cantone, come pure la salva-guardia del territorio per le future ge-nerazioni. Il conseguimento di questiobiettivi esige strategie che pochissimiComuni sono oggi in grado di conce-pire in quanto sarebbe necessario cheil Governo comunale si estendesse suterritori ben superiori a quelli dei Co-muni di oggi.Peraltro qualcosa si muove nella re-gione. Mendrisio si muove bene e lesue proposte vanno ascoltate e valu-tate con attenzione, Chiasso cerca dimuoversi e non riesce ancora a farsiascoltare ma è senz’altro doveroso ac-cettare di aprire seriamente il dibatti-to. Perché? Perché il Mendrisiotto è laseconda più importante regione eco-nomica del Cantone, è dunque la pri-ma regione che deve cominciare a“correre” per diminuire il distacco conLugano e contribuire ad incrementareil livello di risorse finanziarie a disposi-zione del Ticino e dei ticinesi.

di MAURO DELORENZI

È la secondazonaeconomicamentepiù importantedel Cantone

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7Comune Ticino

Attualità

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Attualità

Comune Ticino

L’economia della nostra regione è auna svolta. Il futuro non potrà es-sere disegnato rivendicando “vec-chi privilegi” legati alla frontiera,ma occorrerà cercare nuove vie, fa-

cendo leva sulle proprie competenze o proce-dendo ad una loro reinterpretazione. Gli studiosi dell’Istituto ricerche economiche(IRE) hanno così cercato di tracciare alcuni sce-nari per uno sviluppo concreto. Senza voleressere esaustivi hanno individuato strade daseguire, “futuri possibili”, pur coscienti delfatto che occorra un dibattito con gli attori re-gionali. “Senza appropriazione e consenso idisegni non potrebbero mai trasformarsi instrategie e progetti concreti di sviluppo” af-fermano nello studio Monitoregg. Sono stati individuati sei “temi catalizzatori” suiquali far convergere anche i progetti e le iniziativegià in corso nella regione, conferendo loro coeren-za, integrandoli in una logica di sviluppo a medio-lungo termine e sui quali investire ulteriormente. Tre i comprensori in cui è stata suddivisa la regione.Mendrisio, Chiasso, Valle di Muggio. Si trat-ta di tre aree funzionali con dinamiche, vo-cazioni, specializzazioni, risorse, capacità, eprogetti propri sui quali far leva per alimen-tare processi di crescita endogeni competiti-vi. È forse difficile definire un unico modelloper i tre territori: potrebbe risultare poco ef-ficace e condurre ad un ulteriore inasprimento de-gli squilibri. Occorrono quindi scelte strategicheprecise. Tenendo però conto del fatto che se sivuole evitare uno sviluppo a due o tre velocità bi-sognerà porre la giusta attenzione sugli elementi dicomplementarità che possono permettere sinergiee collaborazioni tra comprensori, che possonorafforzarne le specificità e allo stesso tempo garan-tire la crescita e lo sviluppo dell’intera regione. Ciòsignifica propendere per un modello “sviluppo”per il comprensorio di Mendrisio, uno di “riconver-sione” per quello di Chiasso e un modello più“montano” per la Valle di Muggio. A seconda delle caratteristiche, uno di questi com-prensori, nell’analisi, viene indicato come “moto-re” del “tema catalizzatore”, fermo restando il fat-to – importante – che anche gli altri devono contri-buire alla riuscita del progetto globale.

della regione

I puntiforti

Scenari futuri di svilupposecondo l’analisi

dell’Istituto ricercheeconomiche (IRE)

È il comprensorio di Chiasso a funge-re da “motore” per lo sviluppo, an-che se Mendrisio negli ultimi tempiha posto le basi per una crescita inquesto settore. Gli elementi su cui fa-re leva sono la specializzazione nelleattività ausiliarie ai trasporti e in quel-le di spedizione, come pure la posi-zione geografica strategica. Il Parcotecnologico del Pian Faloppia, il so-stegno della SPEL (Forum sulla logisti-ca), il progetto di terminale Hupak eil centro per la logistica ABX/Saimasono elementi concreti da cui partireper un piano di sviluppo.

la logistica

In questo ambito l’intera regione hauna carta importante da giocare conancora una volta Chiasso che po-trebbe fungere da “motore”. Nonmancano infatti vaste superfici colti-vate a vigna, come pure i produttoridi vino locali che si distinguono oltrei confini del distretto. Senza contare iprodotti tipici della valle di Muggio(formaggini e miele) che molti ci invi-diano. Per essere più competitivi inquesto settore occorre sviluppare illavoro già intrapreso dall’Associazio-ne prodotti valle di Muggio e sfrutta-re il potenziale delle industrie ali-mentari della zona, delle rassegnegastronomiche e di quelle promozio-nali tipo “Saperi e Sapori” propostaormai da due anni a Mendrisio.

il settore vitivinicolo e agroalimentare

di LUCA BERNASCONI

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9Comune Ticino

Attualità

la costruzionee la gestionedel territorio

la valorizzazionedei parchigeologici

È dal comparto “motore” valle diMuggio che dovrebbero partire imaggiori stimoli di sviluppo. Gliaspetti di maggior potenziale sononaturalmente il Parco geologico dellaBreggia ed il Progetto Monte SanGiorgio. Le ricchezze geologiche del-la regione sono uniche a livello mon-diale e come tali vanno valorizzate.Queste ricchezze devono però esserepreservate in un’ottica di svilupposostenibile. Ecco quindi entrare in li-nea di conto uno sfruttamento delpotenziale turistico, con la creazione

e la diffusione di un’immagine “ver-de” della regione. In questo discorsonon può essere dimenticato il MonteGeneroso, per anni luogo di giteestive “fuori porta” e oggi un po’ inperdita di velocità nonostante glisforzi della Ferrovia Monte Genero-so. La regione però non ha una verae propria vocazione turistica, che èsolitamente l’attività che più stimolail mantenimento e la valorizzazionedel patrimonio naturale: in questa di-rezione si possono intravedere ampimargini di miglioramento.

della regione

I puntiforti

i sistemi alternatividi mobilità

È innegabile che il problema viario sia unodei principali problemi che affliggono la re-gione, con conseguenze anche per la qualitàdi vita degli abitanti. Perché non sfruttare al-lora il potenziale di conoscenze acquisito dalcomprensorio di Mendrisio grazie al Proget-to VEL (Veicoli efficienti leggeri)? Tanto piùche recentemente al Magnifico Borgo, pri-mo Comune della Svizzera italiana, è statoassegnato il “Label. Città dell’energia” per irisultati conseguiti in questo specifico setto-re. Non va dimenticato il Piano dei trasportidel Mendrisiotto e Basso Ceresio: pur se nonancora adottato per la nota questione della“bretella” della Montagna, il progetto appa-re foriero di benefici per l’intera regione egetta le basi per una più efficace pianifica-zione viaria.

La presenza di un’Accademia d’architettura aMendrisio (“motore”) e una situazioneterritoriale molto particolare, fanno del distrettouna regione-laboratorio unica nel suo genere. Si trova infatti in un’area di frontiera, sull’asse ditransito Nord-Sud, con aree verdi da valorizzare:sono questi gli elementi su cui fare leva. Progetti ferroviari ad alta velocità, stazione unica Chiasso-Como, progetti del Piano deitrasporti del Mendrisiotto e Basso Ceresio e iPiani d’utilizzazione cantonale per il parco Valle della Motta e per il Monte Generoso sonostrutture di cui è iniziata la discussione o incorso di realizzazione.

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11Comune Ticino

La nostra regione si trova al centro del-l’Europa e segna la frontiera tra la culturanordica e quella mediterranea. È ancheun luogo di transito e di breve soggiornoper persone di etnie e culture diverse. So-prattutto a Chiasso (“motore”) ci sono lepremesse per uno sviluppo di questo te-ma catalizzatore. Rassegne teatrali, mani-festazioni popolari a carattere multietnico(“Festate”) e fra un anno uno spazio mu-seale (il m.a.x. Museo) di livello interna-zionale. Occorrerebbe accrescere le atti-vità commerciali, gastronomiche e turisti-che attorno a questi elementi di punta,cercando di superare gli ostacoli postidall’incomprensione e dalla presenza nel-le stesso territorio di etnie diverse.

gli scenari futuriDopo questa analisi, anche se sommaria,che cosa si può dire sulla fattibilità, sullepossibili chances di sviluppare questi “te-mi catalizzatori”? Gli esperti dell’IRE ri-tengono che “la fattibilità dei futuribili ègeneralmente bassa”. Quella più elevataviene attribuita alla “Valorizzazione deiparchi geologici”, poiché molte iniziativesono già in corso e poiché si è di fronte abeni ambientali unici.Gli altri “temi catalizzatori” richiedonoinvece uno sforzo realizzativo maggiore,poiché il pur notevole potenziale globaleattualmente appare ben poco sfruttato. Sarà quindi fondamentale la scelta degliscenari d’azione. Vale la pena già esclu-dere quella che può essere definita “op-zione difensiva” che poggia essenzial-mente sul proseguimento della situazioneattuale. Alla luce dell’andamento delletendenze, questa opzione porterebbe al-l’accentuazione delle disparità compren-soriali già presenti nella regione. Avrem-mo così una regione che si sviluppa a trevelocità e che perde costantemente com-petitività rispetto alla regione ticinese piùcompetitiva: Lugano.

Spazio dunque all’”opzione offensiva”.Forse uno scenario ambizioso, che non silimita a tamponare le tendenze negativeattraverso misure di breve periodo, mapresuppone azioni innovative (per esem-pio il lancio di un nuovo prodotto chepossa diventare il simbolo di un territo-rio). Se la scelta va in questa direzione -ammoniscono i ricercatori dell’IRE - oc-corre però una profonda riflessione. Biso-gna infatti essere consapevoli del fattoche il primo elemento di questa fattibilitàconsiste nella convinta volontà di cambia-re, rimettendo in discussione logichecomportamentali acquisite nel tempo,pronti a ridefinire i propri destini secon-do l’evoluzione dei nuovi contesti de-mografico, economico, sociale, am-bientale, istituzionale e del posiziona-mento strategico interregionale. Possiamo quindi immaginare tre scenarispecifici.Il primo propone un modello di sviluppoper Mendrisio e Chiasso ed uno diverso

per la Valle di Muggio. Questo scenariocomporta grossi rischi d’insuccesso per laValle di Muggio, rimandando quindi neltempo la decisione sul ruolo che la valledeve svolgere nella regione (motore disviluppo o regione da mantenere?).Il secondo indica un modello di sviluppoper Mendrisio (come appendice di Luga-no) ed uno comune per Chiasso e la Valledi Muggio. Si andrebbe quindi verso unosviluppo a due velocità, se non addiritturaa tre velocità nel caso fallisse il connubioChiasso-valle di Muggio.Il terzo scenario presuppone un modellodi sviluppo “regionale” che integri i com-prensori di Mendrisio, di Chiasso e dellavalle di Muggio. È la soluzione che porte-rebbe al livello di competitività complessi-vamente più elevato. Sarà quindi la scelta dello scenariodell’”opzione offensiva” a determinaregli investimenti ed i progetti sui qualipuntare ed a influenzare così la fattibilitàdei vari futuribili. Identificare e poi disegnare scenari di svi-luppo a medio-lungo termine è opportu-no non solo per anticipare gli assetti so-ciali, economici, politici e istituzionali fu-turi della regione, ma anche per influen-zarne l’evoluzione. È un atteggiamentoutile anche per non subire passivamente imutamenti esterni - siano essi fenomenicantonali, nazionali o internazionali - fon-ti di innumerevoli incertezze e preoccupa-zioni che, nel 2001, hanno conosciutoaccelerazioni importanti e risvolti che la-sciano presagire radicali ripensamenti de-gli equilibri sociali, economici e politico-istituzionali.

il luogo d’incontrodella culturae del multietnico

della regione

I puntiforti

Nelle fotoPagine 6-7: l’ingressodell’Università,il vigneto al “Colle degliulivi”, il Pian Faloppia,grappoli di uva Merlot

Pagina 9: codesull’autostrada,un nuovo edificiodell’Università, fossilidel San Giorgio(foto Markus Felber)

In questa paginail mulino di Bruzella

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Attualità

Comune Ticino 13Comune Ticino

Attualità

Una volta Chiasso eraChiasso e Mendris ioera Mendrisio. Non èun gioco di parole, macon questa espressione

si vuol dire che nei decenni scorsiera la cittadina di confine il poloprincipale del distretto. Era la loca-lità dove si sviluppavano le princi-pali aziende, senza contare i nume-rosi impieghi delle regie federalicome PTT e FFS.Attorno a Chiasso ruotavano le eco-nomie dei comuni della regione, an-che di Mendrisio.Poi la situazione è pian piano mutata.Tutti se ne sono resi conto. In due paro-le, Mendrisio è in grande crescita, men-tre Chiasso appare in chiara perdita divelocità.Basta ricordare, in modo sintetico, quelloche è successo per due fra i maggiori da-tori di lavoro della cittadina di confine:sia per quanto riguarda la Posta sia perquanto concerne la Ferrovia, Chiasso haindubbiamente perso il ruolo importanteche aveva a livello non solo cantonale,ma anche nazionale. Mendrisio, invece, ha inanellato “succes-si” che hanno portato ad un invidiabilesviluppo economico e culturale. La men-te va certamente all’istituzione dell’Ac-cademia di architettura dell’Universitàdella Svizzera italiana, all’ampliamentodella zona industriale e commerciale conla realizzazione del complesso FoxTown

ed all’ottenimento della concessione fe-derale per l’apertura del casinò (mentreChiasso su quest’ultimo fronte ha regi-strato una sonora sconfitta). Tutto questoha avuto conseguenze sia sul numero diaziende attive nei rispettivi comprensori,sia sull’entità di personale impiegato. Le stesse statistiche lo dimostrano, comesi può vedere nell’analisi Monitoregg del-l’Istituto per le ricerche economiche (IRE).Dal 1985 al 1998 la Regione Mendrisiot-to e Valle di Muggio (RMVM) ha cono-sciuto un ridimensionamento degli ad-detti molto consistente, sia in termini as-soluti (-2.332) sia in termini relativi (-7,6per cento): solo la Regione Tre Valli ha

fatto peggio nel nostro cantone. La crisiha colpito, come detto, soprattutto ilcomprensorio di Chiasso, dove sono an-dati persi 3.329 posti di lavoro, mentre inquello di Mendrisio si è verificato un au-mento (+1.152).Nella nostra regione è intanto aumentatoil numero di aziende, pur se con un tassodi crescita (+5,9 per cento) inferiore aquello del Cantone (+6,2 per cento). Eb-bene, il comprensorio di Chiasso è l’uni-co che ha conosciuto una contrazionedelle quote d’aziende presenti (-3 percento).Attraverso una serie di parametri, i ricer-catori dell’IRE hanno cercato di esamina-

re queste eventuali divaricazioni di svilup-po fra una regione e l’altra, dividendo ildistretto in tre comprensori, Mendrisio,Chiasso e Valle di Muggio.Emerge la realtà di una regione con uncomprensorio molto dinamico (Mendri-sio) affiancato da due meno propulsivi ein perdita di velocità (Chiasso e Valle diMuggio). Nella RMVM è quindi in atto un“processo di divergenza” fra Mendrisio egli altri due comprensori, i quali conver-gono verso valori simili, generalmentebassi. Dall’analisi si evince che nel com-prensorio di Chiasso sono soprattutto levariabili relative alla popolazione (econo-mica e attiva), all’economia ed alle finan-

ze pubbliche ad essere negative. Buonainvece la presenza di laureati e lavoratoriappartenenti alle categorie socioprofes-sionali più elevate. “C’è quindi un poten-ziale che attualmente non sembra esserestato attivato” secondo gli analisti dell’I-RE. A questo proposito va rilevato che giànel 1990 nelle conclusioni dello studio“Chiasso 2001” (una visione della citta-dina di confine nei primi anni del nuovosecolo) si parlava di un’economia comu-nale in perdita di velocità, soggetta aduna deconcentrazione delle attività eco-nomiche, dei posti di lavoro e della popo-lazione.L’evoluzione del comprensorio di Mendri-sio può invece essere descritta come sim-metricamente opposta, in particolare perquanto concerne la diversità dell’evolu-zione dei posti di lavoro e della popola-zione residente. Va inoltre tenuto presen-te che con l’insediamento dell’Accade-mia di architettura è certamente cresciu-to il numero di laureati presenti sulterritorio.Se si guarda anche alla Valle di Muggio,in termini relativi il comprensorio non po-teva che conoscere un grado di margina-lità tipico delle zone montane. Però gra-zie ad alcuni dinamici comuni situati al-l’imbocco della valle e ad un buon gradod’accessibilità, i risultati sono general-mente migliori di quelli rilevati nei com-prensori montani di altre regioni del can-ton Ticino, come nel Locarnese e in Valle-maggia.

Chiasso e Mendrisioverso una nuova identità

Chiassoe MendrisioIl primo(a sinistra) neglianni ha persoil ruolo cheaveva a livellonon solocantonale,ma anchenazionale.Il secondo,Mendrisio,ha inanellato“successi” chehanno portatoa un invidiabilesviluppoeconomicoe culturale

Come sono cambiatinel corso degli annii rapporti tra i due polidella regione

di Luca Bernasconi

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15Comune Ticino

Attualità

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Attualità

Comune Ticino

Non soloChiasso haperso velocitànei confrontidel Luganese

“ Mendrisiodeve promuoverenuovecollaborazionifra i comuni

“Gli analisti, soprattutto eco-

nomici, ritengono cheChiasso abbia perso parte

della sua importanza strategicanella regione; condivide questaopinione?Non è Chiasso ad aver perso impor-tanza strategica nel contesto regiona-le; è l’intero Mendrisiotto che ha persoe perde tuttora velocità nei confrontidel Luganese. Lo studio Monitoreggconferma questa situazione.Per rilanciare l’economia della regionedobbiamo intensificare le relazioni conla Lombardia.Pensa che un’aggregazione delBasso Mendrisiotto possa portarebenefici?Sì. I Comuni del Basso Mendrisiottodevono diventare protagonisti e pro-motori dello sviluppo economico e so-ciale del territorio. Ciò è possibile gra-zie a un impiego razionale delle risorsepersonali, tecniche e finanziarie di entilocali forti e solidi.I compiti e le sfide che attendono ilBasso Mendrisiotto non ammettonoulteriori rinvii. Nel recente passatotroppe volte i nostri Comuni hannomanifestato una insufficiente capacitàd’azione a sostegno di progetti econo-mici di varia natura, dimostrando in talmodo di avere una visione di sviluppodel territorio assai limitata e ormai su-perata. Situazione che impedisce allaregione di impostare grandi e necessa-rie trasformazioni. L’ultimo decennioha confermato che restando fermi nonsi riesce nemmeno a difendere ciò chesi ha. In un mondo che evolve, rimane-re immobili significa perdere terreno ecompetitività nei confronti delle regio-ni a noi vicine. Non affrontare i rischisignifica sbagliare.

Uniamo per crescere, quindi: il futu-ro del Basso Mendrisiotto è la città-regione!Chiasso vede Mendrisio (Comuneche sembra avere il vento in poppae guardare maggiormente allaNuova Lugano) come una rivale ocome una possibile alleata per losviluppo del distretto?Chiasso e Mendrisio hanno una storiae una cultura politica diversa. Hannoanche avuto occasioni di sviluppo dif-ferenti. Oggi però dobbiamo saperguardare avanti, riconoscendo al livel-lo politico istituzionale una sua impor-tanza nel gestire condizioni quadro fa-vorevoli allo sviluppo di una regione. Eil potenziale del Mendrisiotto è tutt’al-tro che trascurabile se pensiamo alla

invidiabile posizione geografica (sullavia del San Gottardo e a ridosso dellaLombardia), ai servizi finanziari e logi-stici di prim’ordine offerti, a qualcheimportante insediamento industriale,alle zone di alto valore naturalistico(San Giorgio e Valle di Muggio) e aicentri culturali in attività (Accademia diarchitettura e Cinema Teatro).Per il bene futuro della regione, i duepoli devono allora superare una reci-proca diffidenza, che ha radici lontanenel tempo. Perché non pensare adesempio a un solo Comune nel Men-drisiotto? È un’ipotesi da valutare conattenzione. Se realizzata, permette-rebbe alla regione di allacciare relazio-ni ben più importanti con il resto delCantone e con l’oltrefrontiera.

Gli analisti, soprattutto eco-nomici, ritengono che Men-drisio abbia aumentato la

sua importanza strategica nella re-gione; condivide questa opinione?Potrei anche condividere questaopinione, tuttavia non ritengoche questo sia di per se stesso un“risultato” cioè qualcosa da guar-dare a posteriori. Mendrisio è unterritorio collocato al centro diuna regione e le dinamiche chesviluppa sono più complesse. Miinteressa molto di più sapere chel’azione promossa a Mendrisio siacompatibile con la regione e chela stessa sia sostenibile per i citta-dini. Questo è un tema abbastan-za variegato, ritengo fondamen-

tale che l’azione politica sia misu-rata all’esigenza di chi oggi risie-de nel territorio, rispettivamenteche sia in grado di favorire un’at-tività lavorativa compatibile conle esigenze residenziali.Fra poco, con la fusione con Ca-polago, Mendrisio potrebbe ave-re uno sbocco sul lago. Al di làdella bella immagine, quanto èimportante per Mendrisio il pro-cesso di aggregazione in atto?(peraltro già iniziato con la fusio-ne con Salorino) Il processo di aggregazione conSalorino è stato ampiamente so-stenuto dalle popolazioni inquanto conseguenza naturale didue territori che si identificano in

una comunità. Il progetto di fu-sione con Capolago è invece daintendere come ponte per unostudio più allargato ad un Comu-ne dell’Alto Mendrisiotto chepossa estendersi dal Monte Ge-neroso al Monte San Giorgio.Senza con questo voler né antici-pare i tempi né mancare di ri-spetto a chi si identifica nellapropria appartenenza comunale.Nella forma dell’aggregazioneo nella forma della collabora-zione intercomunale l’Alto Men-drisiotto ha l’opportunità oltreche di gestire soluzioni infra-strutturali comuni anche proget-ti di valenza turistica. Ritengoche Mendrisio debba essere pro-motrice di questa nuova stagionedelle collaborazioni comunali.Mendrisio vede Chiasso (Comuneche sembra in perdita di velocità)come una rivale o come una pos-sibile alleata per lo sviluppo deldistretto?Ritengo che la domanda sia volu-tamente provocatoria in quantopur avendo avuto anche in passa-to delle opinioni divergenti i dueComuni si sono sempre trovati al-lineati sui temi importanti. Non è

CARLO CROCIMendrisio

CLAUDIO MOROChiasso

SEGUE A PAGINA 17 ▼ SEGUE A PAGINA 17 ▼

I sindaciUnitiper crescere.Il futuroè lacittà-regione

La parola ai due sindaciChiasso e Mendrisio verso una nuova identità

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17Comune Ticino

Attualità

Chiasso e Mendrisioverso una nuova identità

quindi una questione di guardare piùa sinistra che a destra o più in alto chein basso ma piuttosto quella di sapertrovare delle dimensioni ideali delproprio Comune affinché assiemepossiamo essere efficienti.Mendrisio sembra guardare di piùverso la Nuova Lugano che versoSud; fa parte di una strategia?In parte valgono le considerazioni giàespresse in precedenza; per vocazioneterritoriale siamo più orientati versola montagna e al lago e questo non èin relazione con nessun tipo di strate-gia né tanto meno quella di volerguardare più a Lugano che a Chiasso.Con Lugano abbiamo potuto tesseredelle collaborazioni importanti chesono state a beneficio di tutti quanti,penso alla realizzazione dell’Univer-sità della Svizzera Italiana, penso alprogetto VEL, penso alla cultura conEstival Jazz e da ultimo al coinvolgi-mento nella pianificazione della fer-rovia che da Lugano porta alla Mal-pensa passando da Mendrisio.Ha un sogno o un progetto che vor-rebbe veder realizzato a Mendrisio?Ne ho molti e tutti di uguale inten-sità. Ma per restare nella norma po-sta dall’interlocutore diciamo che mipiacerebbe vedere una nuova entratanel Borgo.Tre aggettivi per definire Mendrisio?Viva, dinamica, protagonista.

Negli ultimi anni i rapporti con Como ela vicina regione di confine sono cam-biati; sbagliamo o si sono un po’ raf-freddati?Con il sindaco Stafano Bruni e la sua Giun-ta non abbiamo ancora trovato la necessa-ria intesa, soprattutto in materia di trafficoe ambiente. È un peccato perché Chiasso eComo hanno spesso problemi comuni euguali interessi da difendere.In futuro spero comunque in un rinnovatosostegno di Como ai progetti che mirano atrasformare la stazione internazionale diChiasso in un moderno polo logistico fer-roviario transfrontaliero.Nuove collaborazioni potrebbero poi svi-lupparsi nel campo delle iniziative culturali.Ha un sogno o un progetto che vor-rebbe veder realizzato a Chiasso?A Chiasso, e ovunque in Svizzera, sarebbebello se si ricreassero le condizioni per il ri-stabilimento di una situazione di pieno im-piego. È un sogno e tale rischia purtroppodi rimanere per lungo tempo.Per quanto riguarda i progetti, quelli piùimportanti, in grado di dare nuove specifi-cità al Comune e alla regione sono il com-pletamento dei lavori di riqualifica di corsoSan Gottardo, l’edificazione della cittadelladella cultura (Teatro, M.A.X. Museo, ca-pannone ex Martinelli e stabile ex Calida) ela fusione politica tra i Comuni del BassoMendrsiotto.Tre aggettivi per definire Chiasso?Generosa, tollerante, ottimista.

Commercioe affariDa sinistra,in senso orario,il centrocommerciale FoxTown, il Piazzalealla Valle,il Casinò Admiral,il centrocommercialeSerfontana

“Chiasso?Generosa,tollerantee ottimista!”

“Mendrisio?Viva, dinamica

e protagonista!””

CLAUDIO MOROsindaco di Chiasso

CARLO CROCIsindaco di Mendrisio

SEGUE DA PAGINA 14 ▲ SEGUE DA PAGINA 15 ▲

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Chiasso e Mendrisio verso una nuova identità

19Comune Ticino

Attualità

I momò non sono musoni, introversi e “baüscia”…d i D A R I O R O B B I A N I

Momò non è solo un avverbio, la versione dialettaledi “adesso”. Non si limita a qualificare gli abitantidel Mendrisiotto. Indica uno stile di vita. Il momò èestroverso, saluta il forestiero, intavola la discussionea prima vista, ha la battuta pronta, è affabile e buon-tempone, racconta storielle di vita vissuta non solobarzellette stantie, ha la risata facile ecoinvolgente, non si prende troppo sulserio, non si reputa l’ombelico del mon-do con sulle spalle tutte le disgrazie del-l’umanità.Naturalmente in un mondo di musoni edi paturnie può essere considerato ecces-sivamente espansivo e perfino salivario(traduzione di “baüscia”). No, il momò èun simpaticone. Purtroppo è in via d’e-stinzione. Il Mendrisiotto è una regione aperta, acco-gliente e ospitale. I patrizi e gli attinenti sono in mi-noranza. Però ce ne sono ancora e contaminano glioriundi, che nel giro di una generazione assumono ilcarattere e i comportamenti degli autoctoni.Durante le serate di presentazione del mio libro,“Caffelatte, storie familiari e paesane di quandonon c’era la televisione”, bozzetti che si svolgononel Mendrisiotto, ho incontrato i momò veraci, quel-li d’origine controllata e quelli “naturalizzati”.Adesso, prendete un momò, sezionatelo ed esami-natelo pezzo per pezzo: gli occhi, le gambe, i capel-li (eventualmente la pelata), registrate la voce senzavederlo in faccia, inquadratelo togliendo l’audio,bloccategli la mimica e la gestualità avrete un’altra

persona. Solo nella veduta d’assieme è originale eattraente. Spezzettato è insignificante.La stessa cosa succede al Mendrisiotto. Vista nellasua totalità, è una regione meravigliosa, come di-rebbe Patrizia Pesenti, momò d’adozione. Il paesag-gio è unico, con un pezzo di lago, i torrenti che gio-

cano a nascondino tra le fratte e la pie-tra calcare, le morbide colline, l’anticipa-zione della pianura padana, certitramonti mozzafiato, le ville liberty, lemasserie (ciò che è rimasto), i vigneti equella certa impressione da piccola To-scana.Se invece il Mendrisiotto è scomposto, inmodo disarmonico direbbe il chiasseseMarco Borradori, responsabile dell’orga-

nizzazione del territorio, lo spettacolo cambia. I fascidi binari trasformano in solaio due balconi naturalicome il Penz e Sagno. La Campagna Adorna non èper niente abbellita bensì un’aerea industriale, concapannoni e cisterne. Perfino la valle di Muggio, sesi stacca dagli agglomerati del piano, appare selvag-gia e inospitale. Il Generoso scade a piedestallo del-le istallazioni televisive e telefoniche.Ecco perché i comuni del Mendrisiotto devono ag-gregarsi. Per un fatto estetico e culturale, non soloamministrativo o politico. Piccolo è bello, ma grandeè più comodo, meno costoso, razionale ed efficien-te. Inoltre, nel suo assieme si manifesta l’anima del-la regione dei momò. Un comune non sono soloconfini, un gonfalone, una casa comunale, la filar-

monica o la filodrammatica, una chiesa e un cimite-ro. Il comune è una comunità, con carattere e com-portamenti propri. Dunque, l’aggregazione comeoperazione culturale. Immaginiamo un comprenso-rio, con una zona residenziale in collina, Vacallo, Ca-stel S. Pietro, Morbio Superiore e Inferiore (è maipossibile avere due Morbio?), la Montagna fino alSan Giorgio (non è Jurasik Park ma zona di ricrea-zione e museo all’aperto). Il lago a Riva, Melano, eBissone. Ci si può spingere fino ad Arogno e a Rovio.Stabio (le terme e il merlot), Novazzano (la “mia”Nova Azzano”), Coldrerio, Genestrerio, Rancate eLigornetto.Il Mendrisiotto delle aeree industriali ecommerciali a Balerna (che di stonato aveva solo lecampane), Chiasso (la porta sud in fase di rilancio) ea Mendrisio (vero magnifico borgo). L’offerta dishopping (Fox Town), gastronomia ed attrazioni tu-ristiche un po’ dappertutto, specialmente sul Gene-roso e in valle di Muggio. Con tre scrigni, il MuseoVela, la Pinacoteca Züst e il futuro museo dell’archi-tettura. Infine i collegamenti con l’Insubria, Como,Varese e i laghi. Altro che la bella Lugano, ineguagliabile Locarno,Bellinzona antica e moderna nello stesso tempo!Basterebbero la conoscenza del territorio e la fierez-za d’essere un momò, d’attinenza o di domicilio, perguardare oltre il moltiplicatore d’imposta, la nostal-gia paralizzante, i giochi partitocratrici, il cadreghi-no, il gonfalone, la squadra di calcio o il velo club, ecostruire assieme il grande, nuovo e meravigliosoMendrisiotto.

Il “momò” passa per essere cordiale e aperto divedute. Però io credo che sia arbitrario racchiu-dere in una parola il carattere di una comunità,piccola o grande che sia. E il Mendrisiotto puòben dirsi una piccola comunità regionale.

Una comunità è fatta di persone tutte diversel’una dall’altra e una persona è un coacervo disentimenti che è impossibile ridurre a un’unicacomponente: ognuno di noi ha una propria sto-ria personale dalla quale il carattere viene pla-smato. Giulio Bollati, nel saggio L’Italiano, diceche non esiste “l’italiano” ma esistono “gli ita-liani”, diversificati, per cominciare, dall’apparte-nenza a classi sociali diverse. La stessa cosa po-tremmo dire di noi, nel nostro piccolo. Quindi misento un po’ in imbarazzo di fronte al cliché del“momò”.

Però qualcosa di vero c’è. Credo che esista unrapporto tra la conformazione geografica delterritorio e il modo di sentire dei suoi abitanti. Ilpaesaggio collinare dispone all’affabilità più dei

picchi rocciosi, il calcare è più tenero del granito.Ma, attenti, anche da noi c’è calcare e calcare:c’è quello malleabile e c’è quello tetragono.

Parecchi autori mettono in rilievo la nostra af-fabilità. Prendiamo Piero Bianconi, nei due fasci-coli dedicati al Mendrisiotto, nel1946 e nel 1947, dalla Società ticine-se per la conservazione delle bellezzenaturali e artistiche : “Così l’affabilitàloquace e volentieri scherzosa dellagente si rivela fondata su una sincerabenevolenza: qui c’è una facilità di vi-ta e di rapporti, una mancanza digiansenismo che riescono riposantissi-me a chi viene da più chiusi, compli-cati paesi”. In Francesco Chiesa, nati-vo di Sagno, sentiamo il carattere lombardo e l’a-pertura all’Italia più che in altri scrittori (aperturache poi è anche discutibile, se il nostro vate finìper farsi ricevere da Mussolini a Roma...). Ma misembra che quello dell’affabilità rimanga un tratto

distintivo legato alla civiltà rurale. Lo vedo benrappresentato da un artista come Gino Pedroli,che ha racchiuso nelle sue immagini la luce dellanostra regione. Oggi è più difficile riconoscerlo. Lecarte si sono mescolate, il particolarismo ha lascia-to il posto all’omogeneizzazione, ai “non luoghi”,alla mobilità. Le piazze dei paesi, dove un tempo sichiacchierava, si giocava, si litigava, magari si can-

tava, sono diventati posteggi. Il nuovoritrovo è il supermercato: ci troviamo alSerfontana, ci salutiamo velocementee prendiamo l’autostrada. Se passiamoda Mendrisio ci spaventiamo: la nostraaffabilità ci ha regalato capannoni de-turpanti, bighe romane in materia pla-stica, caos urbanistico. Se andiamo aChiasso attraverseremo una forestametallizzata che tenta di proteggereuna cittadina assediata dal traffico.

Quanto alla frontiera con l’Italia, è una presenzavivificante che favorisce gli scambi. Nel bene e nelmale: l’altro giorno a Chiasso ho visto su un mu-ro campeggiare la scritta poco affabile “Senatur:a mare gli albanesi!”.

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GLI STUDI

21Comune Ticino

Attualità

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Attualità

Comune Ticino

Il Mendrisiotto è la portaprincipale del Ticino, equindi della Svizzera, sul-l’Italia. Se fino a qualchedecennio fa la frontiera era

stata un elemento di sviluppoe di beneficio per l’intero di-stretto, oggi la situazione èmutata. Il fatto di trovarsi “in-cuneato” fra due province di-namiche come Como e Varese,di essere insomma alla frontie-ra di un’”Europa senza frontie-re” si è rivelato con gli annicontroproducente. Lo attesta-no i dati sul ridimensionamen-to economico della regione.È stata soprattutto Chiasso a subi-re le maggiori conseguenze conuna doppia svalutazione delle suepotenzialità: da una parte versoLugano (il polo svizzero generica-mente determinante a Sud delleAlpi, che si appresta a diventareancora più “potente”) e dall’altraverso Como-Milano (al centro diun polo metropolitano emergentesulla scala europea). Sono cambia-menti di cui Mendrisio ha soffertomolto meno. Anzi, il comprensoriosembra in parabola ascendente,con l’intenzione di strizzare l’oc-chio alla Grande Lugano. Dall’analisi effettuata dall’Istitutoricerche economiche (IRE) risultacomunque che la Regione Mendri-siotto e valle di Muggio (RMVM) sidimostra più “aperta” verso le zo-ne di confine delle altre regioni delcantone. E non poteva essere altri-menti. Questa maggiore propen-sione all’apertura si riscontra inparticolare nell’osservazione dellaresidenza del personale impiegato(il 46,5 per cento dei lavoratoriproviene delle zone di frontiera),dell’importanza delle esportazioni(ben il 33 per cento della cifrad’affari viene realizzata grazie al-l’esportazione) e delle fornitureestere (15 per cento); inoltre, ingran parte, le imprese che pensa-no di delocalizzare l’azienda medi-tano di andare all’estero.“Nonostante quest’apertura ai

mercati esteri - affermano i ricer-catori dell’IRE - l’economia regio-nale non riesce a sviluppare tassidi crescita equivalenti a quelli del-la zona di frontiera e sembra piùessere una valvola di sfogo dell’e-conomia lombarda che il risultatodi una crescita endogena pilotatada volontà locali”.La cooperazione transfrontaliera,insomma, non è ancora decollatapoiché la Svizzera non è entratanello Spazio economico europeo,poiché gli Accordi bilaterali sonoappena entrati in vigore e poichédetta cooperazione si limita spes-so a condivisione di principi politi-ci, progetti non del tutto condivisi(ad esempio la stazione unica Co-mo-Chiasso) o progetti Interregche incidono ancora poco sull’e-voluzione socio-economica dellaregione. Gli Accordi bilaterali genererannocomunque nuove opportunità dicollaborazione transfrontaliera.Tuttavia, nei rapporti con l’arealombarda occorrerà diminuire ladipendenza ed aumentare le colla-borazioni orizzontali (partendo peresempio dal settore della forma-zione, per passare a collaborazionitra aziende ed altre istituzioni). La Regione mostra quindi un buonlivello d’apertura verso i mercatiesteri, ma ha ancora poche rela-zioni strategiche con le istituzionifuori confine. Le opportunità disviluppo dipenderanno in granparte dalla capacità di instaurarecollaborazioni fuori mercato congli operatori lombardi. Rimanere“free riders” (per esempio usu-fruendo del capitale umano for-mato fuori confine senza contri-buire minimamente a formarlo)potrebbe rivelarsi una strategiache alla lunga provocherà reazionidi difesa da parte dei nostri vicini(vedi ciò che è capitato con il co-siddetto “scudo fiscale”). Una col-laborazione più schietta (magaricollaborando su progetti formativitransfrontalieri) potrebbe risultarepiù pagante per entrambe le parti.

Sopra: autotreni in coda alla dogana

al confine con la Lombardia.

Accanto:l’agglomerato

di Lugano visto dalMendrisiotto

Il Mendrisiottoè la portaprincipaledella Svizzeraverso l’Italia

Chiasso 2001Lo scenario descritto a fiancoera stato in gran parte già“visto” nel 1990 dagli espertiche hanno realizzato lo stu-dio “Chiasso 2001”, commis-sionato dal Comune per va-lutare rischi e opportunitàdella liberalizzazione deimercati internazionali. Si ècosì concretizzato a grandi li-nee il cosiddetto “scenariodella penalizzazione”, men-tre continua ad essere attua-le ed auspicabile lo “scenariodella riconversione”. Nel1990 si ipotizzò che Chiasso,anni dopo, si sarebbe trova-to in una posizione privile-giata sotto il profilo delle co-municazioni e ai margini,leggermente protetta dalconfine, della grande areametropolitana milaneseemergente. Avrebbe così do-vuto convertire le sue attività“operando in funzione spe-cializzata e complementarenel contesto di un’interes-santissima area transfronta-liera “ticinese-comasca-vare-sina””. In questo contestoChiasso avrebbe dovuto ab-bandonare le sue specificitàper operare in un ambitoche comprenderebbe tutto ilMendrisiotto una riconver-sione destinata a integraresempre più l’economia delTicino meridionale nell’eco-nomia comasco-varesina.

Area TicinoI ricercatori dell’IRE hannodeciso di analizzare le poten-zialità di quella che è statadefinita Area Ticino, com-prendente il Mendrisiotto ele province di Como e Vare-se. Fermo restando il fattoche il potenziale appare su-periore a quello dell’interocanton Ticino, sono emersialcuni elementi interessanti.Ad esempio che i rami dispecializzazione assoluta del-la Regione Mendrisiotto eValle di Muggio diminuisco-no considerevolmente nelcontesto transfrontaliero,che la scarsa terziarizzazionedell’economia delle due pro-vince lombarde di confinepermette alla Regione diconservare le sue specializza-zioni nel terziario anche a li-vello transfrontaliero e che lespecializzazioni della Regio-ne e delle due province ita-liane sono piuttosto similiche complementari.

Una regionedi confine

di Luca Bernasconi

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“Bisogna costruireinsieme il futuro”

REMIGIO RATTIDirettore regionale della Radio Televisione Svizzera di lingua italiana

Remigio Ratti direttore regionale del-la Radio Televisione Svizzera di lin-gua italiana, è nato a Balerna e pri-

ma di dirigere la RTSI è stato direttore del-l’istituto di ricerche economiche e professo-re di economia alle università di Friborgo edi Lugano. Il tema dei rapporti tra il Men-drisiotto e l’italia lo toccano da vicino, per-ché l’ha vissuto sin dall’infanzia. Ma l’e-sperto di politica regionale come giudicaoggi questi rapporti? Quale delle due re-gioni di confine potrebbe sfruttare al me-glio economicamente parlando, le poten-zialità dell’altro?Così com’è posta, la domanda lasciaimplicitamente supporre la medesima vecchialogica evolutiva dei decenni scorsi: il confinemarca - in negativo o in positivo - la differenzadi uno sviluppo che sembra contrapposto ebasato sullo sfruttamento delle differenze - neisalari, nei prezzi, nelle opportunità - chepossono sussistere tra una parte e l’altra dellafrontiera tra due Stati. Una situazione che nonpermette di avere una visione comune delproprio divenire e che evoca il fai da sé o l’artedi arrangiarsi tipica di una regione di frontiera.Anche se non è facile liberarsi dalla mentalità

della “ramina”, oggi e più che mai in futuro,bisognerà pensare meglio insieme il proprioavvenire. Per il momento le due regioni difrontiera sembrano perdere colpi: ilMendrisiotto in particolare ma anche, secondol’ultima indagine Censis (dicembre 2003)Como e Lecco.I rapporti Mendrisiotto-Italia sono indub-biamente mutati in questi ultimi anni:senza troppa retorica, era “meglio” primao adesso?Chi ha fatto fortuna tra la fine degli anni cin-quanta e gli anni ottanta sicuramente dirà cheera meglio prima; ma le medesime persone, ri-flettendo, diranno che quella traiettoria di svi-luppo era legata a situazioni che non si posso-no ripetere: uno sviluppo grazie al confine.Qualcun altro ricorderà pure come dalla primaguerra mondiale agli anni cinquanta la frontie-ra aveva al contrario avuto un effetto penaliz-zante.La situazione odierna è strutturalmente nuovae richiama una non evidente normalizzazionedei rapporti in un’entità veramente transfron-taliera e non semplicemente di giustapposteregioni che si voltano le spalle divise come so-no dal confine.

Una regionedi confine

È nata la Grande Lugano: è più un’occasio-ne per il Mendrisiotto o per le regioni difrontiera italiane (che “scavalcherebbero”il Mendrisiotto nei rapporti bilaterali)?Se la Grande Lugano fosse semplicementeun’aggregazione amministrativa non cambie-rebbe molto, ma sarebbe un peccato per il Ti-cino e per la nostra traiettoria di sviluppo; se, alcontrario, la Grande Lugano corrispondesseveramente a una nuova progettualità regiona-le nello scenario d’aggancio al motore lombar-do, allora ne guadagneremmo tutti, Mendri-siotto compreso. Non sono però sicuro che sia-mo già a questa svolta. La nuova Lugano devedotarsi dei mezzi e delle risorse all’altezza delnuovo compito; compresi i ruoli di politicaesterna e di marketing specifico che implicanoresponsabilità progettuali e spirito innovativo.Negli ultimi anni si è assistito nel Mendri-siotto ad una perdita di velocità e di po-tenza da parte di Chiasso, mentre Mendri-sio appare in netta ascesa: che cosa nepensa?È vero, anche se bisogna riconoscere cheChiasso ha saputo gestire una fase di transizio-ne ai nuovi significati economici della frontiera- specie nel campo dei traffici internazionali -che avrebbe potuto letteralmente travolgerla.Chiasso è, infatti, direttamente confrontatacon il superamento dell’effetto frontiera, ciòche richiede tempo. Lo dimostrano i casi dellapianificazione delle nuove infrastrutture logisti-che (Stazione coordinata Chiasso-Como; inter-porto; ecc.) o, ancora, le difficoltà di collabora-zione intercomunale e cantonale nel far decol-lare il progetto del Parco industriale del Pian Fa-loppa.La localizzazione di Mendrisio al bivio perChiasso-Como e Stabio-Varese ha dato invecebuoni e più veloci frutti, fra i quali spiccano duecasi molto diversi tra loro: l’Accademia d’Archi-tettura e il Casinò legato ai centri commerciali.Mendrisio sembra “appoggiarsi” a Luga-no per il suo sviluppo, tagliando fuoriChiasso: che cosa può fare quest’ultimaper ritrovare il suo posto? Quali errori hacommesso?Se la Grande Lugano sarà all’altezza delle suepotenzialità progettuali - un polo economico-culturale italico al di fuori dell’Italia e di matriceelvetico-lombarda - allora non sarà un difettoappoggiarsi a Lugano; come in Svizzera non èun difetto appoggiarsi a Zurigo quando questoci permette l’aggancio nella rete delle metro-poli europee e internazionali.L’importante è uscire dal localismo, trovare con

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23Comune Ticino

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Attualità

MARIO BOTTAArchitetto

“Siamo il giardino di Milano”

Una regionedi confine

grande spirito pragmatico l’inserimento innuove reti di relazioni; diffidare dell’arte dell’ar-rangiarsi. Chiasso ha avuto le sue colpe - quel-la di credere che tutti i suoi problemi e i suoi in-vestimenti fossero compito della Berna federa-le e delle sue aziende - ma ha anche reagito. Èuna questione di tempo.Le aggregazioni in atto e quelle ipotizzateper il futuro nel Mendrisiotto possono es-sere una soluzione per risolvere i problemidella regione?La risposta è per me analoga a quella per Lu-gano. Se fosse solo una questione politico-am-ministrativa i vantaggi non saranno evidenti.Per questo è importante agire affinché le ag-gregazioni possano corrispondere ed essereveramente lo specchio e il supporto di nuovispazi di vita e di progettualità; spazi che posso-no essere a geometria variabile, transfrontalierie cantonali quel tanto che basta per cogliere ifrutti di una regione “spazio attivo”, che ri-chiede a gran voce la forza di un nuovo marke-ting territoriale. È il compito di una nuova ge-nerazione alla quale chi ha avuto dagli anni delboom dello sviluppo “grazie alla frontiera” de-ve dare stimolo e fiducia.

“Guardi questa foto. IlMendrisiotto, fa partedell’agglomerato mila-

nese”. L’architetto Mario Botta cimostra una immagine, scattata daun satellite, dalla quale in effetti sivede come le appendici dell’agglo-merato milanese giungano fino alMendrisiotto gabbandosi della fron-tiera.“D’altra parte - continua - da casamia a Mendrisio in 35 minuti arrivoin corso Sempione a Milano. Una di-stanza normale tra un quartiere el’altro per una città come Los Ange-les. Recentemente sorvolavo Cittàdel Messico: appare simile a Milanoin questa immagine satellitare. IlMendrisiotto, insomma, ci piaccia ono, è un giardino della grande Mila-no. Se non se ne rende conto rischiadi rimanere tagliato fuori da questagrande realtà europea”.Questo discorso vale per tutto ilTicino?È difficile dire. Se il Mendrisiotto è ungiardino della grande Milano, il Lu-ganese è un giardino un po’ piùstaccato. Fisicamente, insomma, Lu-gano è un po’ più lontana, ma eco-nomicamente, finanziariamente, po-liticamente, anche Lugano appartie-ne a questa grande realtà. Unarealtà europea, perché Milano, ditutte le città italiane è certamente lapiù europea. Sono convinto che il Ti-cino avrà un futuro nella misura incui saprà interpretare questa suacondizione.E la frontiera, non è un ostacolo?Con gli accordi bilaterali la frontierafisica divide sempre meno, ma restauna barriera storica, culturale, politi-ca. Abbiamo passaporti diversi, mo-nete diverse. Viviamo, è vero, in duerealtà per certi aspetti differenti, manella prossimità. Milano sarà semprela nostra città. Se voglio andare ateatro, all’opera o in libreria, vado aMilano. D’altra parte oggi si sta deli-neando una nuova realtà: diversigiovani del Mendrisiotto - quadri in-

termedi - lavorano a Milano. Non cisono più insomma solo i frontalieriche vengono a lavorare dall’Italia inSvizzera, ma esiste anche un flussoanche in senso contrario. La nuova Lugano sarà molto pre-sto una realtà. Anche Luganoconsidera che l’apertura verso laLombardia costituisca una cartafondamentale per il suo futuro. Ilsuo ruolo non sarà quindi in con-flitto con il Mendrisiotto?Non si dovrà certo creare una con-flittualità tra gli agglomerati del Lu-ganese e del Mendrisiotto verso laLombardia. Lugano ha una vocazio-ne finanziaria, economica, culturalee artistica diversa dal Mendrisiotto.Si tratterà di collaborare. A Chiassosi respira un’aria di frontiera, a Men-drisio è già diverso. Lugano è ancoraun’altra cosa. Alle porte di tutta laregione ci sono però 7 milioni dilombardi, che sono attratti dallaSvizzera italiana: una realtà a loro si-mile, ma con la seduzione di essereoltre frontiera. Tocca a noi saper gio-care bene le nostre carte.Nel corso degli ultimi anni Chias-so è in crisi, mentre Mendrisio èin ripresa. Come spiega questofatto?Chiasso ha perso alcune delle suestrutture portanti. Gli istituti bancarisi sono spostati sempre più a Luga-no. D’altra parte anche la crisi dellecase di spedizione e del traffico fer-roviario hanno fatto perdere attratti-vità alla città di confine. Questa si-tuazione è stata certamente provo-cata in gran parte da mutamenti ine-luttabili, anche se non si può tacere ilfatto che i chiassesi, nel periodo delboom economico, non sono statimolto lungimiranti e hanno persol’occasione di investire sulla città perrenderla più attrattiva. E’ comunqueun fatto che oggi l’attrattività diMendrisio è maggiore, grazie so-prattutto alla presenza dell’univer-sità, ma anche del suo polo com-merciale e di divertimento. Vede, il

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SEGUE DA PAGINA 23 ▲

REMIGIO RATTIDirettore regionale della Radio TelevisioneSvizzera di lingua italiana

di Giò Rezzonico

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27Comune Ticino

Attualità

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Attualità

Comune Ticino

Mendrisiotto, ma il discorso valeper tutto il Ticino, non può piùsfruttare i benefici legati al cambiolira-franco. Quell’epoca è finita.Deve investire sull’intelligenza, sulplus valore dell’intelligenza. Devecreare le condizioni per far lavora-re questa intelligenza. Siamo at-trattivi non perché siamo miglioridegli altri, ma perché possiamo of-frire condizioni di stabilità, di lavo-ro e di ambiente considerati comemolto interessanti in Lombardia.Credo nell’università, perché riten-go che sia un buon investimentoin questa direzione.L’Istituto Ricerche Economichein un suo studio prevede trescenari possibili per il futurodella regione. Il primo prevedeun modello di sviluppo perMendrisio e Chiasso ed uno di-verso per la Valle di Muggio. Ilsecondo indica un modello disviluppo per Mendrisio (comeappendice di Lugano) ed uno co-mune per Chiasso e la Valle diMuggio. Il terzo scenario pre-suppone invece un modello disviluppo regionale, che integri icomprensori di Mendrisio, diChiasso e della Valle di Muggio.Come giudica l’architetto questetre proposte di carattere pretta-mente economico?La mia risposta è ovvia. Ritengo pra-ticabile il terzo scenario, perché laValle di Muggio è ormai diventata ediventerà sempre più - con i moder-ni sistemi di collegamento - una zo-na residenziale privilegiata per chilavora al piano. E sa, il discorso sul-l’identità non va sottovalutato, ma ilpassato non va studiato fine a sestesso, ma per meglio capire qualepotrà essere il nostro futuro.Lei vede un Ticino Luganocentri-co o a più poli?I quattro agglomerati - Locarnese,Luganese, Bellinzonese e Mendri-siotto - sono una realtà geograficache non possiamo misconoscere.Con le loro valli di riferimento sonocome le dita di una mano, che de-vono coordinarsi tra loro se non vo-gliono mancare la presa.

Nel corso degli ultimi anni do-po gli entusiasmi iniziali, siha l’impressione che il pro-

getto di Regio insubricaincontri molte difficoltà adecollare. A parole e sullacarta tutti riconosconoche si tratta di un’iniziati-va di grande interesse. Inpratica, però, si ha l’im-pressione che i risultatinon siano entusiasmanti.Cosa ne pensa il presi-dente del Governo MarcoBorradori, che ha presie-duto anche la Regio insu-brica?Non bisogna dimenticareche l’obiettivo principaledella Regio risiede nella pro-mozione della cooperazionetransfrontaliera, un lavoroche si declina su tempi lun-ghi e passi piccoli e che toc-ca in modo forse poco visibile, ma cer-tamente tangibile, diversi settori: dallacultura alla protezione dell’ambiente,dalle vie di comunicazione allo sport.Ogni attività tende a un avvicinamentofra le nostre regioni: da quando è statafondata la Regio - quasi un decenniofa - stiamo lavorando per recuperarel’antica parentela e farne un carburan-te nel modo di affrontare la realtà con-tingente del nostro territorio comune.Credo di poter dire che in questi anniabbiamo iniziato a capovolgere la logi-ca della frontiera-barriera, raggiun-gendo anche risultati concreti. Nei 18mesi della mia presidenza - terminata a

Una regionedi confine

Una regionedi confine

SEGUE DA PAGINA 25 ▲MARCO BORRADORIPresidente del Consiglio di Stato

“È una regione strategica”

la quasi totalità dei Comuni della re-gione (oltre alla Valle di Muggio) sonosoci della Regio. Il Mendrisiotto, quin-di, per vocazione territoriale ricopre unruolo di filtro culturale ed è orientato afavorire gli scambi - di ogni genere -fra sud e nord. In questi ultimi anni, ilMendrisiotto ha inoltre dato prova dipoter fornire spinte dinamiche e pro-pulsive, penso all’ambito accademico,a quello culturale e anche all’attenzio-ne con cui si seguono ad esempio i te-mi dei trasporti e quelli del turismo. Mipare che si stia lavorando con serietà.Ma per svolgere questo ruolo inmodo dinamico come vede il Men-drisiotto del futuro? Secondo l’Isti-tuto ricerche economiche, comeabbiamo visto nelle pagine prece-

denti, gli scenari possibili sono tre.Il primo prevede un modello di svi-luppo per Mendridio e Chiasso euno diverso per la valle di Muggio.Il secondo indica un modello di svi-luppo per Mendrisio (come appen-dice di Lugano) e uno comune perChiasso e la Valle di Muggio. Il ter-zo scenario presuppone invece unmodello di sviluppo regionale, cheintegri i comprensori di Mendrisio,di Chiasso e della Valle di Muggio.Personalmente, penso che lo scenarioauspicabile sia il terzo, anche se proba-bilmente non è realizzabile subito. Noncredo sia giusto innestare una dinami-ca di sviluppo a diverse velocità, la-sciando una fetta del Mendrisiotto alsuo destino e puntando solo sugli ag-

glomerati. Occorre trovare un equili-brio fra le caratteristiche ambientali epaesaggistiche e i settori più competi-tivi, in campo economico e culturale.Solo così si può sfruttare, e far fruttare,appieno il potenziale della regione.Evidentemente, per avere successo ènecessario che tutti gli attori sul terri-torio - privati, politici, enti, istituzioni -collaborino e concordino su progetti epriorità comuni. Il Mendrisiotto, in-somma, deve saper mettere a frutto lasua potenziale posizione di forza svi-luppando una maggiore unità d’inten-ti, con la propositività di cui già ha da-to prova.Ma non è la Nuova Lugano l’inter-locutore logico dei partner lombar-di della Regio insubrica? In che mi-sura la nuova realtà di Lugano to-glierà spazio di manovra al Men-drisiotto?A mia conoscenza, e lo ha confermatorecentemente il sindaco di Mendrisio,Carlo Croci, i rapporti fra il Borgo e Lu-gano sono buoni, tanto che sono giàstati realizzati progetti comuni: in am-bito universitario e culturale (l’Accade-mia, Estival Jazz) e a livello di pianifica-zione nel settore dei trasporti pubblici(la ferrovia Lugano-Mendrisio-Varese-Malpensa). Ma vedo sinergie possibilianche in altre direzioni, nel campo delturismo, ad esempio. Quanto ai nostripartner italiani membri della Regio, illoro interlocutore logico è in primoluogo il Canton Ticino, ma le geome-trie che si formano sono moltissime: inostri soci sono infatti città e comuni,regioni di montagna, enti e associazio-ni, che dialogano fra loro con grandelibertà e intessendo contatti e iniziativea diversi livelli. La contiguità con le Pro-vince resta comunque un fattore didialogo privilegiato, e le due entità -Lugano e Mendrisio - giocano senzaproblemi un ruolo complementare nelcontesto della Regio insubrica.

MARIO BOTTAArchitetto

dicembre - è stata particolarmente si-gnificativa l’operazione Lago Maggio-re, uno studio che ha affrontato in mo-do sistematico i problemi della regionedel Verbano, mettendone a fuoco i po-li di eccellenza ambientale e culturalesui quali si potrà lavorare nei prossimianni. Ma le attività che portano a esititangibili sono veramente tante.La regione del Mendrisiotto qualeruolo può svolgere all’interno del-la Regio insubrica?Un ruolo molto importante, in partico-lare per la sua situazione geograficastrategica, che la vede a diretto contat-to con le Province di Como e Varese. IlMendrisiotto è il cuore del territoriodella Regio: non per nulla a Mezzana sitrova la sede della nostra Comunità e

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della Malpensa. Nel commercio promuo-vendo sinergie con la fiera di Milano. Nellacultura e nella formazione universitaria pernon correre il rischio di provincializzarci. Il ruolo di portale verso la Lombardia el’Italia, finora, in Ticino l’ha svolto so-prattutto il Mendrisiotto. Non è che lanuova Lugano intende scippargli que-sta funzione?Assolutamente no. Dobbiamo finirla di guar-dare al vicino come a un nemico. Luganese eMendrisiotto devono proporsi alla Lombar-dia elaborando un progetto comune. Que-sto sarà decisivo nei prossimi anni. Natural-mente bisognerà però tener conto delle pe-culiarità del Mendrisiotto: la logistica e la pro-mozione della piccola industria. L’azione diLuganese e Mendrisiotto nei confronti dellaLombardia sarà tanto più efficace, quantopiù queste due regioni riusciranno a proporsiall’importante vicino con un progetto unita-

rio. Non possiamo più andare avanti colti-vando ognuno il proprio orticello.Ma questo vale per tutto? Anche per iCasinò, per esempio?Certo. La lotta tra le case da gioco ticinesi èun errore. Sarei favorevole ad elaborare unpiano di collaborazione nell’interesse di tut-to il Ticino.Affinché il Mendrisiotto possa svolgerequesta funzione, come lo vede?Secondo l’Istituto ricerche economiche,come abbiamo visto nelle pagine prece-denti, gli scenari possibili sono tre. Il pri-mo prevede un modello di sviluppo perMendrisio e Chiasso ed uno diverso perla Valle di Muggio. Il secondo indica unmodello di sviluppo per Mendrisio (co-me appendice di Lugano) ed uno comu-ne per Chiasso e la Valle di Muggio. Ilterzo scenario presuppone invece unmodello di sviluppo regionale, che inte-gri i comprensori di Mendrisio, di Chias-so e della Valle di Muggio.La mia risposta è ovvia: sono favorevole alterzo scenario, perché la situazione della Val-le di Muggio nei confronti degli agglomeratidi Chiasso e Mendrisio è simile a quella dellaValcolla nei confronti di Lugano. Le valli, nelnuovo Ticino, rappresentano un valore ag-giunto, che solo gli agglomerati urbani sonoin grado di prendersi a carico.

29Comune Ticino

Attualità

Dobbiamoelaborareun progettocomune

GIORGIO GIUDICISindaco di Lugano

Il sindaco della nuova Lugano GiorgioGiudici quando pensa al futuro dellasua città pensa a una apertura sempre

maggiore verso la Lombardia. E non soloa un’intesa con le città più vicine di Co-mo e di Varese, ma ipotizza addirittura ilfuturo di Lugano come giardino di Mila-no. Giudici ha una visione ad ampio rag-gio del futuro del Ticino: lo vede comeuna zona intermedia tra due poli econo-mici europei di primaria importanza, laLombardia e la regione di Zurigo. Il Tici-no si deve pertanto strutturare in modoadeguato per trovare un suo ruolo futu-ro all’interno di questo scenario. La poli-tica delle aggregazioni in che misurapuò contribuire a creare i presuppostinecessari?Nel Sottoceneri mi sembra si stia manife-stando una forte volontà di affrontare il fu-turo uniti. Dobbiamo però fare attenzione anon diventare dispersivi. Le nostre energie,affinché non vengano sprecate, devono es-sere messe in rete, devono essere coordina-te. Tra Mendrisiotto e Luganese esistono di-verse affinità. Penso al progetto VEL, all’In-subria, al collegamento con la Malpensa, al-l’Alptransit, all’università.Dobbiamo collaborare pensando al futuro.Le aggregazioni non devono essere promos-se per affrontare situazioni contingenti, maper creare nuovi presupposti di crescita, diprogresso. Luganese e Mendrisiotto devonoriuscire a creare ingranaggi che permettanoloro di lavorare a un progetto comune e innessun caso concorrenziale.La nuova Lugano sarà presto una realtà,che guarderà molto verso la Lombardia.Come?Dobbiamo riuscire ad essere complementarialla Lombardia, puntando sulle nostre pecu-liarità. Le piccole dimensioni del Ticino pertanti versi costituiscono un limite, ma per altrirappresentano un vantaggio. Siamo peresempio in grado di produrre una qualità im-pensabile per una società di dimensioni moltomaggiori alle nostre, come la Lombardia. Perraggiungere questi obbiettivi dobbiamo pun-tare sulle qualità del nostro territorio, dei ser-vizi, delle infrastrutture, sulla nostra imprendi-torialità, sulla conoscenza delle lingue e dellementalità sia al nord, sia al sud delle Alpi.In quali settori ritiene sia più possibile eauspicabile una collaborazione con laLombardia?Sui trasporti, collaborando con l’aeroporto

Luganese eMendrisiottodevono collaborare.Questo sarà decisivonei prossimi anni

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STEFANO BRUNISindaco di Como

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Comune Ticino

Quali sono i rapporti fra Vare-se ed il Mendrisiotto? Sonopiù rivolti verso il “polo” di

Mendrisio, verso Chiasso o magariverso Lugano?I rapporti tra Varese e Mendrisio sonobuoni. La creazione dell’area insubrica

ha contribuito a renderei legami più solidi, so-prattutto dal punto divista culturale e sociale.E questo vale anche perla collaborazione conLugano. Dal punto di vi-sta economico, il fron-talierato è un aspetto diprimo piano per il terri-torio varesino, non tan-to per Varese città,

quanto per i Comuni più a nord.Sono molto mutati i rapportii nelcorso di questi ultimi anni?Negli ultimi anni sono mutati in terminidi qualità. C’è più consapevolezza dicreare un’area omogenea, in modo dasfruttare insieme opportunità. Cammi-nare su questa strada è importante, so-prattutto in termini di miglioramento

della qualità della vita in un territorioche ha delle potenzialità enormi.Pensa ad interessanti sviluppi conla linea ferroviaria Lugano-Mal-pensa?Per Varese la direttrice ferroviaria Luga-no-Malpensa sarebbe un tassello fon-damentale nello sviluppo infrastruttura-le e di conseguenza un volano per l’e-conomia e per il turismo. Ricordo chead oggi la città capoluogo di provincianon è collegata direttamente a Malpen-sa su ferrovia. Chi deve recarsi in aero-porto si può affidare unicamente all’Au-tolaghi, spesso congestionata. La realiz-zazione della tratta risulta dunque stra-tegica per Varese, che uscirebbe unavolta per tutte dall’isolamento.Sono sempre molti i frontalieri chearrivano nel Mendrisiotto per lavo-rare. Spesso si tratta di manodope-ra medio o poco qualificata. Si pos-sono intravedere altre sinergie frale aziende delle due regioni o la

Irapporti fra Como e Chiasso sonosempre stati molto stretti. In que-sti anni, comunque, Chiasso ha

perso parte delle sua importanzastrategica (a livello demografico,economico e di posti lavoro). Sonomutati anche i rapporti fra le duecittà? Forse Como guarda altrove?I rapporti fra Como e Chiasso sonoconsolidati nel tempo, e non è una con-siderazione di circostanza. Appartienealla storia delle due comunità. C’è unrapporto diretto con il sindaco. Ma direiche a tutti i livelli Como e Chiasso, giu-stamente, cercano e trovano occasionidi confronto. E in nessun caso il dialogoviene disturbato da considerazioni digerarchia che tengono conto della fasecongiunturale di un territorio, semmai èl’occasione per intensificare i rapporti estudiare assieme possibili soluzioni chepossano giocare anche un ruolo di vo-lano per economia e commercio.A che punto è il progetto di stazio-ne unica Como-Chiasso? Come la sivede da Como?Sulla stazione unica le posizioni diComo e Chiasso hanno priorità diffe-renti. C’è una legittima preoccupa-zione di ciascuno rispetto al consoli-damento del proprio scalo ferrovia-rio. Noi non possiamo non tutelare lastazione San Giovanni delle Ferroviedello Stato, ma continuo a ritenereche questa nostra posizione non siaaffatto incompatibile con un puntua-le reinquadramento della mobilitàferroviaria e intermodale a ridossodel confine.E quali sono i rapporti con Mendri-sio, l’altro nostro “polo” regionale”che invece è in fase ascendente (Ac-cademia d’architettura, Casinò,FoxTown, eccetera)? Sono sempremolti i frontalieri che arrivano daComo nel Mendrisiotto per lavora-re. Spesso si tratta di manodoperamedio o poco qualificata. Si posso-no intravedere altre sinergie fra

aziende delle due regioni o la fron-tiera rimane un muro invalicabile?Como e i comaschi guardano al Can-ton Ticino da sempre. C’è uno scam-bio naturale. Chiasso è la porta imme-diata di interscambio, perché è pratica-mente conurbata con Como, ma ilrapporto, ad ogni livello, è sviluppatocon l’intero territorio. Posso citare epi-sodi specifici: la collaborazione conl’Accademia di architettura di Mendri-sio per uno studio culturale su Villa Ol-mo e la progettazione esecutiva delnuovo palazzetto dello sport cittadino,e quella con lo studio Passera-Pedrettiper la progettazione di un avveniristicoautosilo sublacuale.È nata la Grande Lugano (con le fu-sioni è una città di oltre 50.000 abi-tanti) che rappresenta una interes-sante potenza economica. Per Co-mo sarà una rivale o sarà un’occa-sione da sfruttare in vari ambiti?Con Lugano, proprio recentemente,abbiamo intensificato i rapporti in parti-colare sul piano dell’iniziativa culturale.Como, con la grande mostra di Mirò, èdecisa ad inserirsi nel circuito dellegrandi città d’arte. Siamo certi di posse-dere, e non solo grazie allo straordina-

rio contesto naturale, i requisiti neces-sari per recitare un ruolo di primo pia-no. Con i grandi eventi Lugano ha giàmaturato un’esperienza specifica, chepuò tornare preziosa nella nostra fasedi lancio. Abbiamo già convenuto disviluppare uno scambio reciproco, senon addirittura una programmazionecoordinata delle manifestazioni (valeanche per gli spettacoli tea-trali), per intercettare il massi-mo consenso e la massima vi-sibilità possibile.Pensiamo ad uno scena-rio ipotetico. Como, Va-rese ed il Mendrisiottoinsieme, che avrebberoun potenziale maggioredi tutto il Ticino. Che co-sa ne pensa? È solo unoscenario ipotetico?Sul piano della cultura, come dicevo,questo scenario transfrontaliero c’è già.La regione dei due laghi può senz’altrocostituire un marchio di grande forzaanche turistica. Il marketing territorialeè la chiave giusta per consolidare la vo-cazione all’ospitalità di Como e di Luga-no, cementata dal costante scambio diprofessionalità.

frontiera rimarrà un muro invalica-bile?Non vedo la frontiera come un muro in-valicabile. Negli ultimi anni, poi, la ma-nodopera che sceglie di lavorare in Sviz-zera è sempre più specializzata. Pensoagli infermieri, ad esempio: negli ospe-dali varesini si fa fatica nelle assunzioni,proprio per la “fuga” in Svizzera dei pro-fessionisti del settore. Fondamentale,secondo me, è creare sinergie a livellouniversitario tra l’Università di Varese,che non a caso si chiama Università del-l’Insubria, e gli atenei ticinesi. In questomodo si potrebbe realizzare un piano diinvestimenti non solo economici, ma an-che formativi, utili per il futuro dell’area. È nata la Grande Lugano (con le fu-sioni in atto è una città di oltre50.000 abitanti) che rappresentaun’interessante potenza economi-ca. Per Varese sarà una rivale oun’occasione da sfruttare in variambiti?Le rivalità “sane”non possono che farebene. Ma per Varese potrebbe esseresoprattutto un’occasione di maggioricollaborazioni. Innanzitutto dal punto divista turistico. In questo settore Luganopuò insegnarci molto, e a maggior ra-gione ora che crescerà ulteriormente Pensiamo ad uno scenario ipotetico.Varese, Como e Mendrisiotto insie-me, che avrebbero un potenzialemaggiore di tutto il Ticino. Che cosane pensa? È solo uno scenario ipo-tetico?Mi trova pienamente favorevole. Nonho mai nascosto le mie simpatie per unasimile ipotesi anche se allo stato attuale,purtroppo, solo utopistica. È il triangolomagico dell’economia del Sud Europa,paragonabile solo alla Baviera. Chissà sein un lontano futuro persone che pen-sano e parlano la stessa lingua (il dialet-to) e che hanno profonde radici comuninon possano dare vita ad un sistema direlazioni molto più stretto dell’attuale.Sarebbe bellissimo.

ALDO FUMAGALLISindaco di Varese

“La frontieranon è invalicabile”

Come giudicano la situazione dei rapportitra Mendrisiotto e la Lombardiai sindaci di Como e Varese,due città che confinano con questa ragione? “C’è uno scambio naturale”

Una regionedi confine

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Attualità

Comune Ticino

Così rinascela Valle di Muggio

Ottima qualità di vita. Buoni collegamenticon il piano… Ecco perché la valle è ritornata attrattiva

“Stretta” fra i com-prensori di Mendri-sio e Chiasso, qualipossono essere idestini della Valle di

Muggio? Come molte altre aree monta-ne ha conosciuto diversi gradi di margi-nalità, ma grazie ad alcuni comuni dina-mici situati all’imbocco della valle e adun buon grado di accessibilità, i risultatidell’evoluzione di questi ultimi anni so-no tutt’altro che disprezzabili, soprat-tutto se comparati con altre zone mon-tane.La Regione Valle di Muggio si è peraltroallargata, comprendendo ora anche laVal Mara (Arogno e Rovio) e Salorino. Inpiù c’è da considerare il ruolo di “osser-vatore” assunto dal comune di Mendri-sio. Da queste indicazioni sembra quindiche la Valle “guardi” oggi più verso ilcomprensorio di Mendrisio che versoquello di Chiasso. A livello demografico, negli ultimi duedecenni si è assistito ad un ritorno in

valle. Un ritorno legato quasi unicamen-te alla qualità di vita ed alla buona co-municazione con il piano e non alla pos-sibilità di occupazione visto che non si èverificato un aumento dei posti di lavo-ro in loco. In quest’ultima direzione nonsono in effetti stati compiuti sforzi parti-colari.Dunque la valle è diventata attrattivaper l’insediamento di nuove famiglie,grazie anche al dinamismo di diverseforme associative e alle numerose inizia-tive culturali. A livello residenziale, dettodell’aumento degli abitanti, resta diffici-

le trovare il consenso necessario per ri-strutturare le case dei nuclei storici perattirare ulteriore popolazione in valle. A livello di territorio, nel settore agricoloè da segnalare la costruzione di nuovestalle e la costituzione dell’Associazioneprodotti Valle di Muggio (APVM) chepromuove con successo prodotti tipici. Inambito forestale, invece, l’Azienda fore-stale regionale (AFOR) appare gestita inmodo professionale e riesce persino arealizzare utili che vengono impiegati peril finanziamento di piantagioni e di altreattività della Regione Valle di Muggio.Un buon potenziale sembra esserci a li-vello turistico. Si tratta per lo più di turi-smo di giornata: la valle attira soprattut-to coloro che vivono al piano e cercanomomenti di relax di qualità. L’offerta turi-stica è già a buon livello, costantementemigliorata con il ripristino di sentieri e larealizzazione di spazi museali, luoghi diristorazione, iniziative agrituristiche epunti di vendita di prodotti tipici (adesempio i famosi formaggini). Tutto que-sto non è però forse sufficiente per con-sentire agli operatori locali di ricavare uti-li sufficienti da investire nella valorizza-zione del territorio. Un atout assoluta-mente da tenere in considerazione oggi èrappresentato dal Parco delle gole dellaBreggia: si tratta di un patrimonio unicoche merita prima di tutto di essere salva-guardato ed in secondo luogo di esseresfruttato in tutte le sue potenzialità, prin-cipalmente turistiche. L’ente regionale è quindi generalmenteriuscito a raggiungere i suoi obiettivi, an-che se alcuni andranno rivisti in funzionedei bisogni di sviluppo della valle. L’e-stensione della Regione di montagna al-la Val Mara e a Salorino va quindi vistacome un importante tassello per miglio-rare l’efficacia dei progetti che si inten-de sviluppare.I formaggini della

valle, specialitàgastronomicaormai affermata

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