sinossi sintetica di grammatica araba
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7/27/2019 sinossi sintetica di grammatica araba
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SINOSSI GRAMMATICALE
SINTETICA
DI ARABO
IN ALFABETO DI TIPO LATINO
INTRODUZIONE
Per ALFABETO DI TIPO LATINO, si intende semplicemente il riferirsi al tipo di alfabeto oggi pi
diffuso e cio a quello latino, anche se poi qui, in pratica, lo si considera nell'attuale sua
versione pi nota, ossia quella applicata all'inglese, che, rispetto all'alfabeto latino, annovera,
in pi, le lettere "j" (presa dall'alfabeto francese) e "w" piu' tipica dell'inglese: tuttavia,
essendo le altre 24 lettere dell'alfabeto inglese, gi proprie dell'alfabeto latino, penso che sia,
in una dizione di tipo generico, in un certo senso, pi esatto parlare di "alfabeto latino", tenendo
conto che anche l'inglese, di fatto, per scrivere, usa di fatto 24 lettere dell'alfabeto latino e
solo due "extra". E' chiaro che, in un diverso contesto, un alfabeto che usi, accanto alle 24
lettere latine, le due lettere supplementari "j" e "w", dovr giustamente dirsi "alfabeto di tipo
inglese" o, pi semplicemente, "alfabeto inglese".
Precisato questo, per ARABO IN ALFABETO DI TIPO LATINO, non si vuole qui intendere solamente una
forma di trascrizione dell'arabo in lettere latine, ma, in un certo senso, un vero e proprio nuovo
modo di codificare la lingua araba, come si potrebbe fare se si codificasse oggi una lingua mai
scritta.
Qual il vantaggio?
Direi che sia non da poco, in quanto ci si ritroverebbe di fronte ad una lingua scritta, appunto, in
alfabeto latino (che, come ho gi detto, poi, in pratica, quello inglese, derivato dall'alfabeto
latino), che il modo entro cui sono ormai codificate la maggior parte delle lingue pi parlate nel
mondo.
Tuttavia, nel proporre un sistema alfabetico, diciamo, in breve, "latino", anche per l'arabo, ho
cercato di fare in modo che, dalla parola scritta in alfabeto latino, si possa facilmente passare
alla parola scritta in caratteri alfabetici tipicamente arabi: infatti questa riproposizione della
lingua araba scritta in alfabeto di tipo latino non mira certo a sostituire la pi che millenaria
codificazione di questa lingua, ma solo a facilitarne l'accesso per i lettori di cultura occidentale
(che io finisco per chiamare in breve "lettori europei"): un tale "lettore europeo", molto
facilemente, sar stato educato, fin da piccolo, all'uso di un alfabeto di tipo latino: mi chiedo
perch la semplice difficolt di decodificazione delle parole dall'alfabeto arabo debba creare molta
difficolt ad accedere a testi della lingua araba medesima, facendo, probabilmente, dell'arabo
-lingua, in s per s, n pi facile, n pi difficile di altre- un idioma proverbialmente (assieme
al sanscrito, al cinese etc.) definito, per fama, come molto difficile da apprendere per un
individuo di media cultura europea.
L'alfabeto di tipo latino, da me dunque qui proposto per l'arabo, potrebbe forse assumere anche una
forma pi semplice, ma, questo alfabeto che io qui, appunto, propongo, ha un'altra importantepropriet e cio quella di far parte di un alfabeto pi ampio in grado di codificare, con caratteri
sempre dell'alfabeto latino, in pratica, le pi importanti lingue semitiche (nonch anche camitiche,
come l'antico egizio), facilitando, penso, non poco le comparazioni, anche se, tuttavia, questo
alfabeto adeguato alle lingue semitiche che chiamo "ALFABETO PANSEMITCO(c)" non direttamente un
alfabeto di tipo storico-comparativo.
In origine, questo che io ho chiamato "ALFABETO PANSEMITICO(c)", comprendeva dei CARATTERI SPECIALI
atti a trascrivere ogni suono semitico con una sola lettera di tipo latino: in seguito, tuttavia, in
sede di una produzione per una "stampa pi agile", ho abbandonato questo criterio e taluni suoni
sono stati riprodotti con digrammi e trigrammi, in modo da usare esclusivamente solo le lettere
comunemente usate nell'alfabeto inglese (ossia, come ho sopra precisato, che poi da considerarsi
di "tipo latino").
Potrebbe rimanere, come unico carattere "speciale", l'accento tonico, ma, per non complicare la
grafia, lo si pu ritenere utile (ma non strettamente necessario) solo in dizionari.
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In ogni caso, volendo, l'uso dell' "ALFABETO PANSEMITCO(c)" con caratteri speciali, ove lo si
voglia, pure possibile: sarebbe pi chiaro per descrivere la struttura delle parole semitiche:
tuttavia la versione dell'ALFABETO PANSEMITICO SENZA CARATTERI SPECIALI , come ho gi detto, pi
comoda e pratica per la stampa.
Nel caso dell'ARABO, ma questo vale anche per la maggior parte delle lingue semitiche, la presente
versione dell'ARABO IN ALFABETO DI TIPO LATINO risolve anche il problema del fatto che molti testi
arabi, specie di uso corrente, mancano di vocalizzazione e, quindi, ne diventa pi difficoltosa la
lettura. Non del tutto impensabile che, se la versione ALFABETICO-LATINA dell'ARABO, risulter di
utilit pratica, possa esistere un'editoria che usi un tale criterio pi pratico per la diffusione
di testi in lingua araba, specie in campo letterario e naturalmente ad uso prevalente di quello che
ho sopra definito "lettore europeo".
Esistono, comunque, anche altri possibili vantaggi inerenti l'uso di un alfabeto di tipo latino per
codificare la lingua araba su cui ora non sto qui a insistere, per non entrare in dettagli troppo
tecnici.
Scusandomi con il lettore per il carattere un po' ripetitivo di questa introduzione, che spero,
tuttavia, sia stata breve e chiara, passo ora a fornire una visione schematica e sintetica della
grammatica araba, che dia comunque i principali elementi al lettore per poter cominciare a leggere e
a capire l'ARABO.
Preciso, infine, che questa sinossi grammaticale si presenta in versione molto ridotta e presentasolo le linee pi essenziali della grammatica araba, lasciando spiegazioni relative a fatti pi
complessi ai lessici morfologici che vengano ad accompagnare i testi seguiti da traduzione.
l'autore della presente sinossi
che
anche autore della traduzione
e commento
Dott. Renato Turra
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**** F O N E T I C A ****
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ALFABETO
Anche nel caso dell'arabo, per trascrivere, ricorro all'"alfabeto pansemitico(c)". L'arabo, anzi,
per un suo particolare sistema vocalico e consonantico, si prenseta come uno degli idiomi semitici
meglio trascrivibile in lettere latine e questo spero si rifletta anche in questa "trascrizione
pansemitica(c)".
Ecco qui di seguito l'alfabeto arabo con le trascrizioni pansemitiche(c), cui seguono osservazioni
varie su casi particolari.
TR. PS.(c) N. ITAL. N. ARABO PRONUCIA APPROS.
ch(j) alif chalif.un deb. asp. laringea
b ba bachchj.un b
t ta tachchj.un t
th tha thachchj.un t aspirato
g gim giym.un g
kh ha khachchj.un k aspirato
khv kha khvachchj.un k aspirato forte
d dal dachl.un d
dh dhal dhachl.un d aspirato
r ra rachchj.un r
z za zachy.un z dolce
s sin siyn.un s aspro
sh (scj) shin shiyn.un s palatale
tj sad tjachd.un ts palatale enf.
dj dad djachd.un ds palatale enf.
tv ta tvachchj.un t enfatico
dv za dvachchj.un d enfatico
gh hain ghayn.un asp. forte lar.
ghv ghain ghvayn.un asp. molto forte lar.
f fa fachchj.un f
q qaf qachf.un k enfatico
k kaf kachf.un k
l lam lachm.un l
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m mim miym.un m
n nun nuwn.un n
h(j) ha hachchj.un debole aspirazione
w waw wachw.un w inglese o v it.
y ya yachchj.un i cons. (i-eri)
N.B. "scj" per "sh" da usarsi in trascrizioni prive di vocali, per evitare equivoci nella
codifica: infatti uno dei criteri dell'alfabeto pansemitico quello di evitare il pi possibile
ambiguit di codifica, pur non usando caratteri speciali.
a, i, u indicano le tre vocali "brevi" usate in arabo
ach, iy, uw indicano le tre vocali "lunghe" usate in arabo
an, in, un indicano, in finale, le vacali "nunnate"
anch = an la ch finale serve semplicemente ad indicare
la presenza dell'alif di appoggio
ht "ta marbuta" si trascrive h(j)t e si pronuncia come h deb. asp.
Altre particolarit circa problemi di trascrizione verranno trattate in seguito (come ad es. l'uso
di "ch" e "chj").
Per ora, vorrei fare qui alcune precisazioni circa la pronuncia: non facile per i "lettori o
dicitori europei" adattare le proprie abitudini fonatorie alla pronucia delle lettere arabe: direi
che non valga la pena di insistere e di accontentarsi, in un primo momento, di una buona pronuncia
scolastica che chiamerei, appunto, di tipo "europeo": l'essenziale che si differenzino, in qualche
modo, i suoni. Anche circa i nomi delle lettere, sono pi favorevole all'uso dei nomi di "tradizione
europea" tralasciando i, per noi, pi difficili nomi arabi delle lettere.
REDUPLICAZIONE E RADDOPPIAMENTO
Occorre, per chiarezza, in arabo, come nelle lingue semitiche in genere, distinguere tra
reduplicazione e raddoppiamento.
Nel grafia araba dell'arabo, ci, facilmente distinguibile, perch la reduplicazione comporta la
scrittura di due consonanti uguali, mentre il raddoppiamento (o rafforzamento) viene indicato da un
segno posto sopra la consonante.
In questa grafia alfabetico-latina della lingua araba, i due fenomeni saranno, in genere, facilmente
distinguibili solo tuttavia a livello della struttura della parola, in quanto la REDUPLICAZIONE, in
genere, mostra due consonanti uguali separate da vocali, mentre il RADDOPPIAMENTO mostra sempre
consonanti scritte in stretta vicinanza.
E' importante notare, inoltre, che il raddoppiamento nasconde spesso forme di assimilazione, ad
esempio:
nt > tt etc.
Ora, in questo caso, spesso, per vari motivi, in questo tipo di trascrizione alfabetico-latina
dell'arabo, ho optato (ma - bene precisare- questa opzione facoltativa) per il ripristino delle
"forme etimologiche", rispetto alle "forme assimilate" e si lascia al lettore, nel caso di
"scrittura etimologica", la facolt di pronunciare le forme come preferisce, cio in "pronuncia con
assimilazione" o in "pronuncia senza assimilazione", segnalando, volendo, la possibile assimilazione
con un apostrofo:
esempi:
chillach = se non
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ormai cosiderato, in pratica, quasi come una nuova parola,
ma, in realt, deriva dall'incontro di chin = se + la negazione lach = non: ebbene volendo questa
particella si pu trascrivere anche come segue:
chin-lach o chin'-lach o chin' lach
e, in pratica, la trascrizione pi semplice sembra essere
chin' lach,
la quale ha il pregio di segnalare (rispetto ad una possibile "chin lach" ancora pi semplice),
oltre la possibilit di assimilare "n" ad "l" anche un'unione pi stretta delle due particelle.
In genere, nella trascrizione pansemitica si opta per la separazione delle particelle: tuttavia, per
dare un'idea pi chiara di questi fenomeni in arabo, basta predere, come esempio, la parola italiana
affinch:
si tratta, nel suo attuale uso, di una vera e propria congiunzione finale che, nell'uso moderno,
cos si scrive: in realt, non difficile riconoscere, al suo interno, tre "parolette" (gli arabiparlano di "particelle")
a fin che
e, volendo, la congiunzione potrebbe essere anche scritta cos: stesso discorso potrebbe valere, ad
esempio, per
senonch
che in pratica scrittura "unita" per
se non che.
A volte, anche in italiano, le grafie oscillano potendosi scrivere
finora come fin ora,
ma, invece, sar difficile trovare un
all'ora per allora.
Pertanto, anche in arabo si potrebbe lasciare, in genere, molta libert nel trascrivere queste
situazioni, solo che nell'edizione di tipo "europeo" in caratteri latini si mirerebbe a fornire
piuttosto al lettore trascrizioni etimologicamente chiare per maggior comodit e chiarezza.
Caso particolare, in questo senso, quello dell'articolo cui, nella trascrizione, si d,
senz'altro, autonomia di parola, appunto, autonoma, omettendo, per maggior semplicit, di segnarel'apostrofo ove avvengano assimilazioni: il "lettore europeo" (come proponiamo di chiamare d'ora in
poi, convenzionalmente, chi legga l'arabo trascritto in lettere latine) potr, volendo, addirittura
omettere in assoluto di operare assimilazioni: tuttavia, se vuole, potr applicare la classica
regola delle lettere "solari" e "lunari":
le "solari" assimilano
le "lunari" non assimilano
esempio:
chal Shams.u "il Sole",
volendo, si potr leggere
chash Shams.u
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mentre
chal Qamar.u "la Luna"
si legger sempre chal Qamar.u:
ora le lettere "solari" sono:
t, th, d, dh, r, z, s, sh, tj, dj, tv, dv, l, m,
mentre "lunari" sono le rimanenti.
Volendo formulare una regola semplice, si potr dire che "solari" sono le lettere "vicino ai denti"
+ r, l, m.
Il lettore "europeo", volendo, potrebbe avere "vita ancora pi semplice" optando, appunto, di non
operare mai le assimilazioni, anche se chiaro che sarebbe molto pi elegante formularle secondo le
sopra dette regole.
Notare, come ad esempio, l'italiano moderno preferisca ormai scrivere e leggere
con la gente
piuttosto che
colla gente,
come forse sarebbe pi corretto (oltre che pi tradizionale) scrivere e leggere.
VOCALI
A rigore, le vocali, nelle scrittura araba, non sono segnate, tuttavia, spesso, in edizioni di opereletterarie, ove si voglia, esiste un ricco sistema di "puntazioni" che segnala le vocali che vanno
lette vicino alle consonanti.
Esiste, nella pratica dell'arabo moderno, anche l'uso di segnalare solo la presenza di alcune vocali
in caso di ambiguit, omettendo le altre, ma, penso che sia, pi che altro, uso scolastico e
pratico.
Tralasciando, cumunque, quivi, la trattazione di questo argomento che sarebbe piuttosto complicato,
dico subito che, nel presente sistema alfabetico proposto, le vocali sono sempre segnalate (e questo
pu essere uno degli indubbi vantaggi di questo sistema alfabetico, specie per il lettore "europeo":
non di fatto fuori dal normale che uno studioso, anche abbastanza preparato -ovviamente non nato e
istruito in paesi dove la lingua araba sia comunemente insegnata-, che sappia di fatto leggere e
facilmente tradurre i pi facili -o magari anche i pi difficili...- passi di opere letterarie
arabe, si trovi, poi, di fatto, in difficolt a leggere un moderno quotidiano arabo, dove, a rigore,
la lingua dovrebbe essere pi facile, e, questo, proprio per la mancanza di punti vocalici nei testidi uso corrente).
Secondo uno dei pi usuali schemi usati dai grammatici si potr distinguere le vocali in
BREVI, LUNGHE E NASALIZZATE
da cui il seguente specchietto
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BREVI
a i u
LUNGHE
ach iy uw
NASALIZZATE (solo finali)
an in un
ALCUNI PROBLEMI ORTOGRAFICI
Gi la "an" con cui si trascrive la "vocale nasale (finale)" offre qualche problema: lo si trover
di solito trascritto con
anch
o, sarebbe meglio, anche se grafia sconsigliata perch troppo "complicata" (e da riservarsi
prevalentemente in "commenti grammaticali"),
an(ch),
in quanto nell'ortografia araba la vocale nasalizzata "an" viene scritta vicino (sopra) ad un
"chalif" di appoggio.
Esiste inoltre un potenziale problema di ambiguit insito alla trascrizione latina quando in sede
finale esista un vero e proprio "nuwn": ad esempio un
chin
va interpretato come
ch + i + n
o
ch + in
in pratica c' una teorica ambiguit, che tuttavia risolta
facilmente dalla funzione morfologica di tali vocali: tuttavia volendo curare un testo privo diambiguit sar bene trascrivere le tre vocali nasali con
anj inj unj.
Altro caso di ambiguit ortografica, si verifica quando "chalif" assume valore di "hamzaht" (hamzah)
cio il suo vero e proprio valore autonomo, non valendo come lettera di prolungamento della vocale:
in tal caso, la presenza di "hamzaht" sar segnalato trascrivendo
chj e non ch.
Tuttavia, per semplit, in tutti quei casi dove non sussista ambiguit "hamzaht" pu essere
benissimo trascritto con
ch,
anche se si pu mantenere la scrittura "chj" per "facilitare" il lettore.
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Bisogna inoltre tener conto che "chamzaht" in arabo non sempre si appoggia a "chalif" ma anche a
"yachchj" e a "wachw": in tal caso si potr trascrivere
chj[(ch)] chj[(y)] chj[(w)]
oppure
ch[(ch)] ch[(y)] ch[(w)]
oppure
chjch chjy chjw
oppure, volendo
chj chj chj
oppure anche
chch chy chw
o ch ch ch
ove non sussistano ambiguit: ad es.
ich
non occorre che sia trascritto necessariamente come
ichj
in quanto facile riconoscere che, in questa posizione, ch non prolunga la "i" ("prolungabile" solo
da "y") e quindi valga come "hamzaht".
Altro problema ortografico inerente la trascrizione pu essere inerente le doppie: tuttavia occorre
fare una premessa:
in genere una consonante raddoppiata viene resa con il raddoppiamento:
bb, kk, nn:
tuttavia, nel caso dei digrammi e trigrammi, per semplicit, si raddoppier solo il primo elemento
del digramma, pertanto, operando un'elencazione teorica in quanto possibile che taluni casi di
raddoppiamento di fatto non si verifichino, si ha il seguente specchietto
cch(j) raddoppia ch(j)
tth raddoppia th
kkh raddoppia kh
kkhv raddoppia khv
ddh raddoppia dh
ssh raddoppia sh
ttj raddoppia tj
ddj raddoppia dj
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ttv raddoppia tv
ddv raddoppia dv
ggh raddoppia gh
gghv raddoppia ghv
hh(j) raddoppia h(j)
tutto bene, tuttavia potrebbe darsi, ad esempio, che un gruppo consonantico del tipo
kkh
possa non essere non un raddoppiamento di kh ma rappresenti di fatto due lettere ossia
k + kh
cio "kachf" + "khachchj".
In questo caso, ove si ritenga opportuno "eliminare" l'ambiguit, si scriver questo secondo gruppo
come
kjkh.
Ci si comporter similmente in altri casi simili.
N.B.: cos pure, nel caso si propongano forme divise in sillabe con trattino o linietta, laddove si
presenti ambiguit, sar meglio usare la divisione in sillabe pi conforme alla struttura grafica
della parola araba esempi:
sabbakha si divider meglio sab-ba-kha
sattara " " " sat-ta-ra
sakkhafa " " " sa-kkha-fa
sakkvana " " " sa-kkva-na
etc.
Problemi di questo tipo comporta anche la trascrizione di h: esempio: una possibile teorica
successione del tipo
akha
potrebbe essere intesa come
ak + ha o diversamente a + kha:
ebbene, per evitare ambiguit, sar bene in questa posizione, trascrivere
akhja;
inoltre sar sempre opportuno trascrivere "h" sempre con il digramma "hj" (e non con il monogramma
"h") in trascrizioni che omettano di riportare le vocali, sempre per evitare ambiguit.
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Altra particolarit ortografica inerente la trascrizione latina l'uso delle MAIUSCOLE: le
maiuscole sono assenti nella grafia araba: nella grafia latina le si fa presenti secondo le regole
prevalenti nelle lingue europee.
Ugualmente dicasi della punteggiatura, che tuttavia presente nei testi arabi moderni.
Altri problemi ortografici si possono venire a porre man mano nella pratica della trascrizione:
insomma l'uso, e gli accordi d'uso, dopo opportune discussioni, dovrebbero contribuire alla fine adettare le norme per una "migliore" ortografia della lingua araba, anche in trascrizione alfabetica
latina (qui consigliata in alfabeto "pansemitico(c)"). Penso sia, tuttavia, qui inutile pretendere
di esaurire (ove lo siano) tutti i problemi ortografici: saranno meglio discussi, di volta in volta,
nei commenti.
Spero che il lettore non si sia gi qui stancato per queste precisazioni, che tuttavia penso non
siano affatto inutili.
PROPOSTA DI UNO SCHEMA DI SISTEMA FONOLOGICO PER LE CONSONANTI
Il presente schema non pretende di avere valore scientifico: esso tenta una classificazione dei
FONEMI, cio di suoni ideali considerati a livello FONOLOGICO (o, anche, "FONEMATICO"), aprescindere dalle loro possibili realizzazioni fonetiche (livello "FONETICO").
Si pu distinguere in questo sistema fonologico:
a) il luogo di articolazione (L.A.):
(laringale, faringale, velare, palatale, dentale,
interdentale, bilabiale)
b) il modo di articolazione (M.A.):
(esplosivo, fricativo, continuo, laterale, vibrante,
nasale)
c) la qualit dell'articolazione (Q.A.):
(muto, sonoro, enfatico-muto, enfatico-sonoro)
specchietto
(M.A.) espl. fric. con. lat. vib. nas.
(Q.A.) m. s. em. es. m. s. em. es.
(L.A.)
lar. ch h
far. kh gh
vel. k g q khv ghv
pal. sh y
dent. t d tv dv s z l r n
interd. th dh tj dj
bilab. b f w m
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NOTA: per maggior semplicit, si tralasciato di classificare i suoni vocalici.
Notare come in questo "sistema fonologico" siano facili degli "scambi fonologici" nel senso che "h"
pu passare da laringale a faringale e kh e gh possono passare da faringali a laringali: altri
scambi possono esserci: ma non qui il caso di insistere su una materia molto complicata: come si
detto questo solo un "tentativo pratico".
Va solo notato che circa la "g" si preferisce il suono duro come d'uso nella pronuncia egiziana
dell'arabo (e perci si classificata la "g" come gutturale sonora), mentre tj e dj, che -a livello
"grafemico"- rappresenterebbero un suono del tipo "c" di cielo e "g" di gelo -e quindi delle espl.
pal. m./s.-, in arabo vanno pronunciati in modo molto affricato (e perci nello specchietto sono
state poste -sempre in un ambito di scelta comunque piuttosto ipotetico- tra le "interdentali
fricative enfatiche"): a guida pratica del lettore italiano, si consiglia di pronunciare ci e gi
come si usa in alcuni dialetti meridionali, appunto in modo molto affricato.
NOTA: LETTERE QUIESCENTI
Anche in questo sistema alfabetico di scrittura delle lettere, risultano essere "lettere
quiescenti". Ossia, ht finale di parola e ch, w, y finali di sillaba possono perdere il loro suono
lasciando sentire soltanto il suono allungato della vocale.
Caso particolare quello di -ay- e -aw- che si possono considerare, quando non segua vocale,
equivalenti a dei "dittonghi" del tipo "i" e "u", tenendo conto comunque che "ay" in posizione
finale (ove non segua comunque pronome-suffisso) si legge come un "a" lungo e in questa posizione la
"y" ha lo stesso valore di "ch" dopo "a", quando "ch" lettera di "prolungamento".
USO DELLE PARENTESI NELLA TRASCRIZIONE
E INOLTRE
TRASCRIZIONI "PER USO TESTO DI LETTURA" E
TRASCRIZIONI "PER USO TESTO DI COMMENTO"
NONCHE' CRITERI D'USO DELLE LINIETTE PUNTI E APOSTROFI
ALL'INTERNO E TRA LE PAROLE.
Accenno quivi ad argomenti che, in parte, saranno ripetutamente trattati nel corso di questa
esposizione di grammatica araba (trascritta).
Nel parte di questo libro dove si riporta il testo trascritto, la traduzione e il commento, pi
volte si accenner ad una differenza tra "grafia di trascrizione per il testo di lettura" e "grafia
di trascrizione per il testo di commento". Per favorire maggior chiarezza, su questo argomento,
desisererei riportare qui alcune precisazioni.
Ora "per grafia di trascrizione per il testo di lettura" deve intendersi una grafia atta a fornire
precise e, in genere, il pi possibili semplici elementi per pronunciare la parola araba nell'ambito
di un contesto di lettura: questo criterio seguito per redere pi uniforme il testo all'occhio e
facilitare la lettura. Nel testo di lettura, in genere, gli unici caratteri che possono intercalarsi
al "flusso" dei segni alfabetici sono, la linietta, alcuni apostrofi e, infine, i punti per separare
(parzialmente) dalla parola i pronomi personali suffisso (a rigore, tuttavia, volendo, anche questi
ultimi segni sono facoltativi).
Voledo, anche la maggior parte degli apostrofi potrebbero essere omessi, ma ne , tuttavia,
consigliabile l'uso.
Diverso invece il criterio con cui redatta la "grafia di trascrizione per il testo di commento":
essa mira, da un lato, (prevalentemente) a chiarire anche quale sia l'esatta grafia della parola,
anche in alfabeto arabo, e, dall'altro, a chiarire, per quanto possibile, in genere, quale sia
l'esatta grafia della parola araba in alfabeto arabo.
Per tale scopo, oltre all'uso del punto e dell'apostrofo, si far in genere diffuso uso della
linietta, del punto e delle parentesi (tonde, quadre e, talora, anche "graffe").
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La linietta, in breve, nella "grafia di commento" molto usata anche per dividere le parole in
sillabe: tuttavia, spesso, nella parte finale delle parole, laddove la linietta per dividere in
sillaba, potrebbe venire a trovarsi vicino ai punti che chiariscono possibili presenze di desinenze
nei nomi, in genere, per chiarezza, verranno omesse.
I punti, nella grafia di commento, servono a separare, oltre che i pronomi personali "suffisso",
anche le desinenze, tenendo conto tuttavia, che, per i verbi, si optato per il criterio (per altro
pratico) di non produrre, in genere, forme con punti, che volendo, comunque, sarebbero sempre
"producibili".
In ogni caso, vedendo come si , in pratica, operato, nella parte dove il testo commentato, nel
distinguere (nella trascrizione) le "grafie di lettura", dalle "grafie di commento", non dovrebbero
esserci grandi difficolt a comprendere i crititeri generali secondo cui si cercato di regolarsi,
di volta in volta. Qui mi limiter a fornire, per dare al lettore una prima idea, qualche esempio di
"grafie di lettura" ("g.l.") e "grafie di commento" ("g.c.") di alcune parole che si possono trovare
anche nel testo considerato in questo libro:
g.l.: qachla
g.c.: qach-la la linietta denota la divisione
in sillabe
g.l.: qachluwch
g.c.: qach-luw(ch) la linietta denota la divisione
in sillabe
la parentesi tonda qui segnala
un particolare fenomeno fonetico
(per cui in questa desinenza
verbale la "ch" non ha valore
fonetico)
qach-l.uw(ch) altra "grafia di commento"
possibile che evidenzia come
.uw(ch) sia una desinenza verbale:
tuttavia in questo commento si
optato in genere per non separare
con punti le desinenza verbali.
g.l. : muchjminin
g.c. : much[j][(w)]-mi-n.in[j] : grafia di commento,
diciamo, "integrale" in quanto,
in genere, anche in commento se ne
producono di pi "pratiche e
semplificate": in genere, vale il
criterio che la parentesi tonda
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indichi fatti fonetici presenti
nella grafia araba che
non hanno poi molta
rilevanza nella trascrizione,
mentre la parentesi quadra indica
fatti fonetici aggiugibili nella
trascizione, ma non strettamente
necessari, mentre la parentesi
"graffa" indica proposte
di integrazione al testo.
Pertanto, la prima parentesi quadra
indica la possibilit, qui non
obbligatoria, di precisare con "j"
la natura consonantica di
"ch" in questa posizione; la "w"
dentro "tonda" e poi "quadra"
indica che la consonante presente
nella grafia araba, ma che poi
ha presenza facoltativa in
trascrizione, in quanto si tratta
di "consonante di sostegno" e
quindi ha solo di fatto valore
"grafemico": in pratica nella
trascrizione fonetica pu essere
omessa. Il punto indica che .in[j]
una desinenza, mentre la
parentesi quadra su [j] indica
che la presenza di [j] in questa
posizione facoltativa, in quanto
facile qui capire che la "n"
finale non lettera radicale ma
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facente parte di un "tanwiyn".
Le liniette separano qui
le sillabe (a volte invece le
liniette possono denotare parole
"composte").
Non insisto qui ulteriormente con altri esempi su un argomento che solo apparentemente pu apparire
complicato e che sar ampiamente trattato all'interno del commento del testo e anche in altri punti
di questa medesima sinossi: in ogni caso, penso che sia di per s chiaro il perch in sede di
"grafia di lettura" si sia cercato di semplificare per quanto possibile la grafia, nell'ambito
comunque di un testo di lettura il pi possibile non o poco ambiguo.
Concludo con questa nota il discorso sulla fonetica che ho cercato di limitare all'essenziale, non
mancando di accennare anche a "problemi ortografici" di una certa complessit.
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********************
*** MORFOLOGIA ***
********************
=== ARTICOLO ===
================
Non esiste in arabo articolo indeterminativo: l'indeterminazione indicata con altri mezzi o
semplicemente omettendo l'articolo.
Esiste un articolo determinativo in forma invariabile ossia
chal.
Di fatto, cumunque, la l, nella pronuncia, preferibile che, nel caso di presenza di consonanti
"solari", sia assimilata: tuttavia, in questa trascrizione, ci non segnalato, inoltre l'articolo,
contrarialemte all'uso della grafia araba, viene scritto sempre come parola autonoma: es.:
malik.un un re
chal malik.u il re piuttosto che chalmalik.u
suwq.un un mercato
chal suwq.u il mercato piuttosto che chassuwq.u o
chas suwq.u
L'articolo in arabo pu perdere la propria vocale in favore della vocale che lo precede: in tal casoparleremo, con un termine italiano molto "pratico", di forma "svuotata" (laddove la grammatica araba
parla della presenza di un "chalif waslaht') che per l'articolo
chl
esempio:
chab.u' chl waziyr.i
il padre del wizir,
notare che la presenza di "chalif waslaht" segnalata, in questo metodo di trascrizione, anche
dall'apostrofo che segue la vocale che precede: tale apostrofo, nei casi di chiarezza del fenomeno,come in questo dell'articolo, volendo, potrebbe essere omesso scrivendo pi semplicemente
chabu chl waziyri
anche se meglio mantenere, in questa posizione, questo apostrofo comunque facoltativo.
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NOTA: DI ALTRI SEGNI A VOLTE "FACOLTATIVI" PROPRI DELLA PAROLA
Sono essenzialmente quattro:
a) l'accento tonico --> sempre facoltativo
(a, i, u, --> , , )
b) la linietta (-)
c) il punto (.)
d) le parentesi (), [] e {}
L'accento tonico servirebbe in arabo (trascritto) ad indicare dove cade l'accento nella parola:
tuttavia, dato che le regole dell'accento in arabo (classico) sono molto chiare, di fatto l'uso di
tale accento superfluo:
regola: l'accento in arabo va sulla terzultima sillaba se la penultima breve; se la penultima
lunga l'accento va su di essa.
N.B.: da considerarsi lunga "per posizione" la vocale breve seguita da due consonanti o da
consonante raddoppiata.
La linietta pu avere nella trascrizione due essenziali funzioni:
a) separare le sillabe
b) separare gli elementi di una parola composta
Il punto (di uso facoltativo) serve a separare nella parola elementi di natura morfologica: si
consiglia un uso quasi obbligatorio del punto nel caso della presenza di pronomi suffissi: in altricasi, l'uso del punto pu essere utile nei commenti per chiarire la natura, soprattutto morfologica,
delle forme, anche se, a giudizio personale, tuttavia, lo troverei superfluo nel caso delle forme
verbali: in ogni caso, l'uso del punto (come anche della linietta che, in genere, serve a
individuare le sillabe), nei commenti, lasciato alle esigenze di chiarezza che appunto il
commentatore venga a sentire di volta in volta: esempi
maliku = re si pu scrivere malik.u
malikun(j) = un re si pu scrivere malik.un
malikiy = mio re preferibile
scriverlo sempre malik.iy
Le parentesi tonde indicano in genere lettere che nella grafia araba hanno funzione di sostegno e di
fatto non servono alla pronuncia:
malik.an(ch) o malik.anch = un re (accusativo s.)
Anche molte di queste parentesi tonde sono di uso pi opportuno nei commenti, sempre per non
complicare la "grafia di lettura".
Nella grafia, diciamo, "testuale", potrebbero anche venire omesse, per maggior semplicit, talune
lettere che nella grafia araba hanno solo funzione di sostegno: mentre, tali lettere, opportuno
che siano segnalate nelle forme presenti in commento o in testi che vogliano segnalare l'ortografia
orIginaria delle parole scritte in arabo in maniera pi rigorosa.
Le parentesi quadre possono servire per vari usi particolari che possono presentarsi di volta involta e in genere per segnalare che la presenza di una certa lettera , in trascrizione,
facoltativa.
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La parentesi graffa {} pu servire ad indicare, per lo pi, integrazione al testo.
ALTRA NOTA: TERMINOLOGIA GRAMMATICALE ARABA
Non affatto inutile sapere un po' di questa terminologia, in quanto molti termini ricorrono nelle
spiegazioni, ma anche perch si possono trovare abbreviati sui dizionari.
Ecco quindi un elenco di termini qui, per quelli arabi, in trascrizione "rigorosa", mentre, nei
commenti, ci si pu benissimo accontentare delle trascrizioni, diciamo, "di tradizione", come nel
gi visto caso delle lettere alfabetiche.
fathaht vocale a
kasraht vocale i
dammaht vocale u
sukuwn quiete segno di vocale "zero"
gazm troncamento segno di vocale "zero"
tashdiyd rafforzamento segno di doppia
tashdiyd necessario
tashdiyd eufonico
shaddah " segno di doppia
lam-alif monogramma di l + ch
hamzaht compressione segno di ch(j)
maddaht prolungamento segno agg. ad ch
alif maddaht
watjlaht congiunzione segno agg ad ch
alif watjlaht alif con waslah
alif maqtjuwrah
tanwiyn segno di nunnazione
ta marbutvat ht
lettere forti
lettere deboli
lettere servili quelle in "chanta Muwsay"
lettere radicali le altre tranne le 7
servili
stato costrutto in arabo chal chidjachfatu
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fachtjilaht virgola
chal gamgh.u' chl sachlim.u il plurale sano
gamgh.u' chl taksiyri plurale fratto
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=== PRONOMI ===
===============
PRONOMI PERSONALI "ISOLATI"
sing. plur.
I cha-nach io nakh-nu noi
II chan-ta tu m. chan-tum voi m.
chanti tu f. chan-tunna voi f.
III hu-wa esso, egli hum essi
hi-ya essa, ella hunna esse
duale
II chan-tumach voi due m./f.
III hu-mach essi/e due m./f.
PRONOMI PERSONALI SUFFISSI
sing. pl. du.
.iy/.niy io .na noi
.ka tu m. .kum voi m. .kumach voi due m./f.
.ki tu f. .kunna voi f.
.hu egli .hum essi .humach essi/esse due
.hach essa .hunna esse
Questi pronomi possono avere vari valori come possessivi, pronomi personali oggetto.
La forma .niy per la I s. tipica dopo verbo
N.B.: la presenza dei suffissi pu indurre mutazioni vocaliche sulle parole che li precedono.
Queste, come altre osservazioni si riportano in commento.
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PRONOMI DIMOSTRATIVI
n.b.: rivelano una natura composita, in cui i linguisti ravvisano la presenza di elementi
dimostrativi del tipo "hach", "dhach", "li", "ka", di cui quello che ha pi chiaro e indiscutibile
significato l'elemento "dhach" che in molte lingue semitiche appare come pronome dimostrativo
autonomo (vedi ebraico zaeh m., zocht f., con z- equivalente ad arabo dh.): tuttavia non c'
facilit interpretativa: in ogni caso, giova molto, a capirne la struttura, mostrare la loro
divisione in sillabe (che qui, come gi detto, si opera con il trattino (-), il quale, per altro,
pu servire anche per evidenziare eventuali parole composte: in genere il diverso uso di questo
segno dovrebbe essere da s evidente. Si riportano per facilitare ulteriomente la pronuncia gli
accenti che, per altro, come si detto, sono segni facoltativi. Le forme qui riportate sono in
"grafia per lettura" (seguiranno tuttavia le "grafie di commento" di alcune forme piuttosto
"complesse"):
a) per oggetti vicini
-sing. m. f.
N./O./A. hch-dhach hch-dhi-hi
-plur. m./f.
N./O./A. hach-chju-lch-chji
-du. m. f.
N. hach-dhch-ni hach-tch-ni
O./A. hach-dhy-ni hach-ty-ni
b) per oggetti intermedi e lontani
-sing. m. f.
N./O./A. dhch-ka o tl-ka
dhch-li-ka
-plur. m./f.
N./O./A. chuw-lch-chji-ka
-du. m. f.
N. dhch-ni-ka tch-ni-ka
O./A. dhy-ni-ka ty-ni-ka
N.B.:
g. c. di hach-chju-lch-chji: hach-chj[(w)]u-lach-chji
g. c. di chuw-lch-chji-ka: chuw-lach-chj[(y)]i-ka
N.B.: nella grafia araba questi pronomi presentano a volte delle "ortografie" semplificate con l'usodell'"alif maddah verticale" che un piccolo segno di alif che lo sostituisce; a volte, tuttavia,
tale segno pu anche scomparire: di solito le grammatiche considerano tale fenomeno come puramente
ortografico e, in pratica, le forme, comunque siano scritte, sono trascritte come sopra. Tuttavia
volendo rispecchiare, nella trascrizione, in qualche modo l'andamento dell'ortografia araba, si pu
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usare per designare l'"alif maddah verticale" l'apostrofo: pertanto si possono, in pratica produrre
ad esempio della forma
hach-dhah tre scritture:
a) hach-dhach b) cha'-dhach c) cha-dhach
che tralasciando il trattino diventano:
a) hachdhach b) cha'dhach c) chadhach.
Ma comunque, in teoria, si tratta (la "b" e la "c") di forme solo ortagraficamente abbreviate per la
scrittura piena che hachdach.
Forme dunque "abbreviate" sono dunque:
ha'dhach, hadhach per hachdhach
ha'dhihi, hadhihi per hachdhihi
ha'chjulachchji, hachjulachchji per hachchjulachchji
ha'dhachni, hatachni per hachtachni
ha'dhayni, hadhayni per hachdhayni
ha'tayni, hatayni per hachtayni
dachka non avrebbe forma abbreviata
dha'lika, dhalika per dhachlika
chuwla'chjika, chuwlachjika per chuwlachchjika
dhachnika non avrebbe forma abbreviata
Ora le grafie ortograficamente abbreviate potrebbero "nascondere" qualche fatto anche fonetico la
cui spiegazione sarebbe la seguente:
a) l'originaria forma del pronome dhach o della particella dimostrativa hach era rispettivamente
dh.a e h.a
con probabile desienza .a di acc. "apodittico" (mia ipotesi).
b) tuttavia quando questo pronome era isolato "godeva" di una forma "pausale", cio terminante per
consonante: perci:
dh.a > dh.ach e h.a > h.ach
c) quando tuttavia il pronome ritornava in posizione non pausale in interno di frase, si aveva il
movimento inverso, ossia la forma "non-pausale"
dh.ach > dh.a e h.ach > h.a
d) ci ha creato qualche difficolt ai grammatici arabi nella codificazione del fenomeno, in quanto
tale movimento poteva non essere ben percepito. Tuttavia vedi osservazione "c".
c) tale incertezza ortografica potrebbe riflettere anche, in qualche modo, un'incertezza fonetica,
in quanto probabilmente la pronuncia
dhach o da hach o ha
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del monosillabo poteva dipendere anche dalla soggettivit del parlante, un po' come in italiano pu
essere differente dire
vedo questo uomo e questo uomo vedo:
cambia il modo di accentare.
d) col tempo si sono avute delle forme "stereotipate" di tipo breve -cio non pausali- che hanno
favorito l'affermarsi delle forme ortograficamente abbreviate.
PRONOME RELATIVO
La lingua araba ha quattro pronomi relativi:
challadhiy, man, mach e chayy.un
a) pronome realtivo challadhiy
-sing. m. f.
N./O./A. chl-la-dhiy chal-la-tiy
-plur. m. f.
N./O./A. chal-la-dhy-na chal-lach-tiy
chal-la-wach-tiy
-du. m. f.
N. chal-la-dhch-ni chal-la-tch-ni
O./A. chal-la-dhy-ni chal-la-ty-ni
b) man = colui che, chi
c) mach = ci che
d) chayy.un = chiunque
PRONOME INTERROGATIVO
man? chi?
mach? che cosa?
chayy.un quale?
kam quanto (kam < ka + mach)
notare:
ayyu.kum? = chi di voi?
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ALTRI PRONOMI O AGGETTIVI PRONOMINALI
kull.un = totalit
ex. : kull.u madinaht.in = ogni citt
(lett. la totalit di una citt)
chakhad.un = qualcuno
shaychj.un = cosa, qualcosa
baghd.u' chl mughallim.iy.na = parte dei maestri = alcuni m.
ghvayr.un = la diversit (di) ex. ghvayr.u.hu altro che lui
chach-kha-r.u = altro (diptoto)
chukhray = altra (indeclinabile)
=== NOME ===
=============
Nell'arabo classico si hanno declinazioni: distinguiamo
a) declinazione triptota
forma indeterminata forma determinata
N. ragul.un un uomo chal ragul.u l'uomo
O. ragul.in di un uomo chal ragul.i dell'uomo
A. ragul.an(ch) un uomo chal ragul.a l'uomo
notare all'accusativo l'alif ortografica: al limite, nella trascrizione si pu omettere.
Vale qui la pena di ricordare che, ove sussistano ambiguit, si possono scrivere i "tanwiyn" .un,
.in, .an, come .unj, .inj, .anj: ovvio che se si trascrive .an con .anch (come, in pratica, forseper un certo senso "di tradizione" consigliabile) sar inutile una possibile scrittura del tipo
anjch, in quanto "sovrabbondante", allo scopo di risolvere l'"ambiguit ortografica".
b) declianzione diptota
(forma indet./det.)
N. chakhmar.u un rosso
O./A. chakhmar.a di un rosso, un rosso
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NOMI FEMMINILI
non sepre hanno la tipica desinenza del femminile:
tipica desinenza del femminile .aht.un
malik.un = re malik.aht.un = regina
quando non si usano i casi finali .aht finale viene letto omettendo la t: tuttavia consiglierei il
"lettore europeo" di far sentire in modo sfumato sia la "h" che la "t" del gruppo finale "ht" per
una specie di "ripristino etimologico": il tutto cominque, ovviamente, facoltativo.
NOMI PLURALI
-plurale sano maschile
mughallim.u = maestro mughallim.uw.na = maestri
declinazione del plurale
mughallim.uw.na = maestri
mughallim.iy.na = maestri
mughallim.uw.na = maestri
il .na finale cade nel caso di stato costrutto
mughallimuw' chl madras.aht.i
maestri della scuola
-plurale sano femminile
mughallim.aht.un = maestra mughallim.acht.un maestre
declinazione: N. mughallim.acht.un
O./A. mughallim.acht.in
con articolo: chal mughallim.acht.u = le maestre
-plurali fratti
sono uguali per maschili e femminili e, in pratica, hanno significato collettivo e forma singolare:
malik.un = un re muluwk.un = dei re
non esistono regole fisse di formazione e vanno studiati volta per volta. Ovviamente il modo usuale
di fare il plurale quello del plurale "sano".
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"STATO COSTRUTTO"
Nelle lingue semitiche basta accostare due nomi per avere una relazione di genitivo: questa
situazione viene chiamata "stato costrutto": esempio:
bayt.u' chl tachgir.i
la casa del mercante
notare che il secondo sostantivo va in caso obliquo, mentre il primo sostantito non vuole articolo.
DUALE
walad.un un ragazzo walad.ach.ni (N.)
walad.ay.ni (O./A.)
la .ni finale sparisce in caso di stato costrutto:
walad.ach Zayd.i
i due figli di Zeid
-duale femminile
madras.aht.un madras.atach.ni
NOTA DI SINTASSI: TIPI DI PROPOSIZIONE
a) proposizione verbale:
quella che contiene un verbo.
b) proposizione nominale:
quella che non contiene verbo:
noi vi immettiamo la copula
(verbo essere)
=== AGGETTIVO ===
=================
tralascio regole particolari circa l'accordo col nome lasciandole al commento: ecco l'esempio di un
accordo normale:
chal bayt.u' chl kabiyr.u
la casa grande
notare l'articolo ripetuto che in italiano si omette.
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-esistono aggettivi di particolare forma morfologica che hanno vari tipi di significato, di cui qui
ometto elenco: solo un esempio:
chardj.iyy.un = terrestre
gli aggettivi con il suff. .iyy(.un) indicano relazione.
-comparativo:
a) di maggioranza ottenuto con la forma chaf-gha-l.u diptota: es.
kabiyr.un = grande chakbar.u = pi grande
=== NUMERALI E NUMERAZIONI VARIE ===
====================================
cardinali
femminili per nomi maschili
assol.
1 chakhad.un
2 chithnachni
3 thalachth.aht.un
4 charbagh.aht.un
5 khams.aht.un
6 sitt.aht.un
7 sabgh.aht.un
8 thamachniy.aht.un
9 tisgh.aht.un
10 ghashar.aht.un
11 chakhad.a ghashar.a
12 itnnach ghashar.a
13 thalachth.aht.a ghashar.a
etc.
maschili per nomi femminili
1 chikhaday
2 chithnachni
3 thalachth.un
4 charbagh.un
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5 khams.un
6 sitt.un
7 sabgh.un
8 thamachniy.un
9 tisgh.un
10 ghashar.un
11 chikhday ghashar.aht.a
12 ithnatach ghashar.aht.a
13 thalachth.a ghashar.aht.a
etc.
dal 20 in poi
20 ishr.uw.na
30 thalachth.uw.an
40 charbagh.uw.na
50 khams.uw.na
60 sitt.uw.na
70 sabgh.uw.na
80 thamachn.uwna
90 tisgh.uw.na
100 michj.aht.un
200 michjatachni
300 thalath.u migh.aht.in
1000 chalf.un
2000 chalf.ach.ni
3000 thalachthat.a chachlachf.in
4000 charbagh.aht.u chachlachf.in
10.000 ghasharat.u chachlachf.in
20.000 chishr.uw.na chalf.an
100.000 michjat chalf.in
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etc.
non riporto tutte le forme numeriche in quanto questa sinossi ovviamente "orientata" al testo
presentato: le forme riportate servono pi che altro a dare una prima idea della numerazione araba.
=== AVVERBI ===
===============
consultare dizionari: ometto elenco.
=== PREPOSIZIONI ===
====================
consultare dizionari: ometto elenco.
=== CONGIUNZIONI ===
====================
consultare dizionari: ometto elenco.
=== INTERIEZIONI ===
====================
consultare dizionari: ometto elenco.
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=== VERBO ===
=============
SPECCHIETTO SINOTTICO CONIUGAZIONE
ARABA
Giova, a questo punto, chiarire (forse sarebbe stato opportuno farlo anche prima) il concetto di
RADICE in arabo, concetto che vale anche per le lingue semitiche in genere.
Sia per i nomi, che per i verbi, la RADICE che porta significato in genere TRILITTERE. Non da
escludersi il fatto che molte radici trilittere possono essere di fatto derivate da radici
bilitteri, ma qui badiamo al dato di fatto storico.
In arabo, in genere, tranne casi particolari, la radice trilittere ben individuabile. Questa
caratteristica, tra l'altro, renderebbe pi conveniente scrivere le parole arabe, anche in
trascrizione latina, con caratteri speciali, in modo che, ad ogni suono, corrisponda una sola
lettera, perch, in tal caso, il trilitterismo, risulterebbe meglio evidente. Nella trascrizione qui
usata, ove, per evitare caratteri speciali, si usano "digrammi" e anche "trigrammi", tale situazione
pu non risultare, dal punto di vista grafico, a volte, molto evidente. Per questo motivo, si user
riportare la radice (segnalata, in genere, con un asterisco) divisa con liniette, onde iltrilitterismo risulti sempre meglio evidente: esempi:
*k-b-r radice indicante idea di crescere
*f-gh-l radice indicante idea di fare.
In genere la radice collegabile con un verbo e, in tal caso, si cita di fatto, come significato
fondamentale della radice, il significato della III p. s. m. del perfetto (di I -ossia prima- forma:
per il concetto di "forme vebali" vedi qui di seguito).
Vediamo un esempio di analisi: sia il verbo che si ritrova sul dizionario citato alla III s. m. del
perfetto
f-gha-la = fare
le cui lettere radicali sono
f gh l:
la sua radice sar:
*f-gh-l.
Ora, come si vede, in questo tipo particolare di grafia pansemitica(c) senza uso di caratteri
speciali, il verbo potrebbe apparire come quadrilittero: tuttavia, si tratta, diciamo, di "farci
l'abitudine".: in ogni caso, usando i trattini, le "ambiguit" dovrebbero risultare facilmente
"risolte".
In particolare (prendendo sempre come esempio questa radice *f-gh-l), importante notare la
seguente nomenclatura grammaticale:
f detta "prima radicale",
gh detta "seconda radicale",
l detta "terza radicale";
notare inoltre che, rispetto alle lettere, un verbo con radice
*f-gh-l
pu essere detto di
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1.ae-f leggendo di "primae fa",
2.ae-gh leggendo di "secundae ghain",
3.ae-l leggendo di "tertiae lam",
dove "primae", "secundae", "tertiae" non sono altro che gentivi di parole latine (attenzione a
leggere "ae" come "e" e "tertiae" come "terzie"). Volendo, il "lettore europeo", ove volesse
semplificare, invece che dire "fa" per "f", pu anche dire "effe" e cos "elle", invece che "lam",
mentre, invece, questa semplificazione "molto pratica" meglio non valga per nomi di lettere
tipicamente arabe come "ghain", dove, senz'altro, meglio non leggere "gh" come "g" e "acca" (anche
se, al limite, non affatto "proibito"); infine altro modo di scrivere
1.ae-f I-f,
2.ae-gh II-gh,
3.ae-l III-l.
"FORME" DEL VERBO
In arabo (come in genere nelle lingue semitiche), in pratica, i verbi non presentano forme compostecon preposizioni (come di largo uso, ad es., nelle lingue indeuropee): tuttavia, attraverso le
"forme", si riescono a moltiplicare di un qualche po' i significati delle radici verbali: inoltre,
le "forme" possono avere signicati passivi, riflessivi, causativi etc.: in breve, nell'arabo le
"forme" del verbo sono dieci secondo il seguente paradigma, individuabili, innnanzi tutto, dalla III
m. s. del perf. att.:
FORME SIGNIFICATI APPR.
I forma fa-gha-la normale
II forma fa-ggha-la intensivo-attivativa
III forma fach-gha-la transitivizzante
IV forma chaf-gha-la causativa
V forma ta-fa-ggha-la riflessiva della II
VI forma ta-fach-gha-la riflessiva della III
VII forma chin-fa-gha-la passiva
VIII forma chif-ta-gha-la riflessiva della I
IX forma chif-gha-lla qualificativo
X forma chis-taf-gha-la riflessivo della IV
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N.B.: i significati assegnati sono per lo pi approssimativi: per gli esatti significati si deve
consultare attentamente il dizionario, anche se, con la pratica, ci si verr a capacitare
maggiormente circa la funzione di queste forme.
N.B.: le liniette apposte nelle sopraccitate forme verbali, come nelle successive, sono inserite per
chiarire meglio la struttura sillabica delle forme stesse e non fanno parte ovviamente
dell'ortografia usuale delle forme stesse.
N.B.: la grammatica tradizionale usa come verbo-paradigma
faghala (*f-gh-l)
e le dieci forme prendono nome solitamente dalle forma di questo verbo.
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CONIUGAZIONE NORMALE DEL VERBO FORTE
In arabo e in genere nelle lingue semitiche, si dicono verbi "FORTI" quelli che, per cos dire,
godono nella loro radice della presenza di CONSONANTI FORTI, cio di consonanti che durante la
coniugazione n scompaiono, n si modificano: sono forti tutte le consonanti tranne "ch", "y" e "w"
che sono, appunto, "DEBOLI" (in realt "ch" non sarebbe "debole", ma, sostituendo spesso "y" e "w",
risulta tale).
ELENCO DEI MODI, TEMPI E VOCI
a) -vi sono 2 "voci o diatesi": attiva e passiva.
b) -vi sono 2 modi finiti: indicativo
congiuntivo
condizionale-iussivo
imperativo
energico I
energico II
c) -vi sono 2 modi indefiniti: participio
infinito
d) -vi sono 2 tempi semplici: perfetto
imperfetto (vedi nota)
e) -vi soni 3 tempi composti: imperfetto
trapassato prossimo
futuro anteriore
f) -vi sono 13 persone: 5 singolari
(I m.;II m./f.;III m./f.)
3 duali
(II m.;III m./f.)
5 plurali
(I m.;II m./f.;III m./f.)
N.B.: l'"imperfetto" arabo ha anche significato di futuro: alcuni grammatici propongono di chiamare
questo tempo "infectum", che sarebbe dizione pi precisa e spiegherebbe lo "strano" fatto per cui,
ad es., chaf-gha-lu possa voler dire, nello stesso tempo, "io facevo", come "io far": in ogni caso,
anche il concetto di "infectum" non facile da spiegare: si lasciano, in questa sede, per brevit,
le spiegazioni sull'uso concreto dei verbi al commento.
N.B.: i tre tempi "composti" sono ottenuti con il verbo ausiliare "kachna" che un verbo "debole"
in 2.ae-w (*k-w-n): come tale gode di una coniugazione un po' speciale: in ogni caso, lo specchietto
relativo il "trapassato prossimo" offre un ottimo esempio che illustra la differenza di coniugazione
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7/27/2019 sinossi sintetica di grammatica araba
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tra un verbo di 2.ae-w e un normale verbo forte. Il "futuro anteriore" presenta le forme di "kachna"
proprie dell'"imperfetto indicativo semplice".
SCHEMA "PRATICO" DI CONIUGAZIONE
Chiamo "pratico" questo schema di coniugazione in quanto tende, nella sua organizzazione, ai nostri
"abituali" modi di organizzare i modi e i tempi verbali. Senza altri discorsi ecco lo schema che qui
si seguir:
MODI (TEMPI)/"SISTEMI"
INDICATIVO: perfetto (semplice)
imperfetto (semplice)
imperfetto (composto)
trapassato prossimo (composto)
futuro anteriore (composto)
CONGIUNTIVO imperfetto
COND./IUSS. imperfetto
IMPERATIVO imperfetto
ENERGICO I imperfetto
imperativo
ENERGICO II imperfetto
imperativo
PARTICIPIO
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INFINITO
N.B.: nella parte di tabella dedicata ai "tempi" si trova usato il termine "sistema" in quanto nella
maggiro parte dei casi non si tratta di specificazione di "tempo" ma di "sistema". I "sistemi" di
coniugazione in arabo possono essere divisi in due principali categorie:
a) a suffissi
b) a prefissi
al sistema a) appartiene il "perfetto", al sistema b) corrispondono gli "imperfetti" e "in pratica"
l'"imperativo" (pur essendo, in teoria, forma a suffissi: nella pratica, quando appare la "vocale
prostetica" la forma pi simile ad una forma "a prefissi"). Di qui, in pratica si pu dire che
dire
"sistema del perfetto" come dire "sist. a suffissi"
e dire
"sistema dell'imperfetto" come dire "sist. a prefissi".
Non insisto qui sui significati di traduzione, in quanto lascio la problematica al commento.
Ricordo che questo schema di coniugazione solo teorico in quanto l'uso di molte forme di fatto
piuttosto ridotto: la pratica nell'uso del verbo arabo evidenzier subito quale sono le forme pi
importanti per capire l'"essenza" della coniugazione del verbo arabo.
TEMPI VERBALI "SINTETICI"
Non verranno considerati nello schema di coniugazione i "tempi verbali sintetici" cio forme verbali
che si ottengono premettendo particolari avverbi a determinati tempi: ecco comunque un'elenco di
questi tempi:
sawfa + imperfetto = futuro
sa + imperfetto = futuro
lan + imperf. cong. = futuro negativo
lam + imperf. con./iu. = passato negativo
lammach + imperf. con./iu. = pass. neg. con "ancora"
lach + imperf. con./iu. (II p.) = imperativo negativo
NEGAZIONE DEI TEMPI VERBALI
mach nega il perfetto
lach " l'imperfetto indicativo
challach " l'imperfetto congiuntivo
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TEMPI VERBALI CON PARTICELLE
In pratica, le particelle possono rivestire varie funzioni tra cui quello di congiunzione: per cui
la trattazione riguarda pi la sintassi del periodo: qui solo alcuni esempi:
li + impf. ind. = affinch
kay + impf. = affinch
khatthay + impf. = finch
chan + impf. = che in prop. ogg. dopo v. di volont
fal + c./i. = ors
li + c./i. = ors
etc.
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MODELLO DI CONIUGAZIONE DI VERBO FORTE ALLA I FORMA
CON ORDINAMETO DI TIPO "EUROPEO" E PERSONE ESPRESSE
N.B.
Nelle grammatiche arabe non si usa riportare le forme unite a i pronomi personali (di fatto, tra
l'altro, i pronomi personali autonomi hanno uso molto ristretto e particolare): inoltre le persone
vengono enunciate a partire dalla terza verso la prima: qui, per facilitare il "lettore o studente
europeo", per sola praticit di studio, si useranno gli schemi pi usuali e tipici nello studio
delle lingue europee e inoltre si metteranno le persone e si seguir l'elencazione dalla prima alla
terza persona.
Si pu dividere la conigazione del verbo "forte" in tre categorie:
A) con impf. in "a"
B) con impf. in "u"
C) con impf. in "i"
L'appartenenza del verbo ad una di queste tre categorie in genere segnalata sul dizionario.
Per brevit, si dar un modello di coniugazione completa per un verbo forte in "a" (che poi "fa-
gha-la" che serve nella lingua araba da "verbo paradigmatico" con cui si usa anche enunciare le
forme verbali).
Per l'esempio di coniugazione di verbo in "u" si riporteranno le forme pi significative e si
omettar esempio di coniugazione di verbo in "u" in quanto la coniugazione facilmente deducibile
da quella dei verbi in "u".
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A) esempio di coniugazione di verbo forte con impf. in "a": verbo "fa-gha-la" = fare.
-- DIATESI ATTIVA --
MODO INDICATIVO
a) tempi semplici
PERFETTO
chanach fa-gha-ltu io feci
chanta fa-gha-lta tu m. facesti
chanti fa-gha-lti tu f. facesti
huwa fa-gha-la egli fece
hiya fa-gha-lat ella fece
chantumach fa-ghal-tu-mach voi due faceste
humach fa-gha-lach essi due fecero
humach fa-gha-la-tach esse due fecero
nakhnu fa-ghal-nach noi facemmo
chantum fa-ghal-tum voi m. faceste
chantunna fa-ghal-tun-na voi f. faceste
hum fa-gha-luw(ch) essi fecero
hunna fa-ghal-na esse fecero
IMPERFETTO
chanach chaf-gha-lu io facevo
chanta taf-gha-lu tu m. facevi
chanti taf-gha-liy-na tu f. facevi
huwa yaf-gha-lu egli faceva
hiya taf-gha-lu ella faceva
chantumach taf-gha-lach-ni voi due facevate
humach yaf-gha-lach-ni essi due facevano
humach taf-gha-lach-ni esse due facevano
nakhnu naf-gha-lu noi facevamo
chantum taf-gha-luw-na voi m. facevate
chantunna taf-ghal-na voi f. facevate
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hum yaf-gha-luw-na essi facevano
hunna yaf-ghal-na esse facevano
N.B.: tuttavia l'"imperfetto" arabo ha anche significato di futuro: alcuni grammatici propongono di
chiamare questo tempo "infectum", che sarebbe dizione pi precisa e spiegherebbe lo "strano" fatto
per cui, ad es., chaf-gha-lu possa voler dire, nello stesso tempo, "io facevo", come "io far": in
ogni caso, anche il concetto di "infectum" non facile da spiegare: si lasciano, in questa sede,per brevit, le spiegazioni sull'uso concreto dei verbi al commento.
b) tempi composti (con "kach-na" = essere, stare)
IMPERFETTO
(perf. di kach-na + impf. di fa-gha-la)
chanach kun-tu chaf-gha-lu io facevo
chanta kun-ta taf-gha-lu tu m. facevi
chanti kun-ti taf-gha-liy-na tu f. facevi
huwa kach-na yaf-gha-lu egli feceva
hiya kach-nat taf-gha-lu ella feceva
chantumach kun-tu-mach taf-gha-lach-ni voi due facevate
humach kach-nach yaf-gha-lach-ni essi due fecevano
humach kach-na-tach taf-gha-lach-ni esse due fecevano
nakhnu kun-nach naf-gha-lu noi facevamo
chantum kun-tum taf-gha-luw-na voi m. facevate
chantunna kun-tun-na taf-ghal-na voi f. facevate
hum kach-nuw(ch) yaf-gha-luw-na essi fecevano
hunna kun-na yaf-ghal-na esse fecevano
TRAPASSATO PROSSIMO
(perf. di kach-na + -volendo- "qad" + perf. fa-gha-la)
(io avevo fatto etc.)
chanach kun-tu qad fa-gha-ltu io avevo f.
chanta kun-ta qad fa-gha-lta tu m. avevi f.
chanti kun-ti qad fa-gha-lti tu f. avevi f.
huwa kach-na qad fa-gha-la egli aveva f.
hiya kach-nat qad fa-gha-lat ella aveva f.
chantumach kun-tu-mach qad fa-ghal-tu-mach voi d. avev. f.
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humach kach-nach qad fa-gha-lach essi d. avev. f.
humach kach-na-tach qad fa-gha-la-tach esse d. avev. f.
nakhnu kun-nach qad fa-ghal-nach noi avev. f.
chantum kun-tum qad fa-ghal-tum voi m. avev. f.
chantunna kun-tun-na qad fa-ghal-tun-na voi f. avev. f.
hum kach-nuch qad fa-gha-luw(ch) essi avev. f.
hunna kun-na qad fa-ghal-na esse avev. f.
FUTURO ANTERIORE
(imperf. di kach-na + -volendo- "qad" + perf. fa-gha-la)
(io avr fatto etc.)
chanach cha-kuw-nu qad fa-gha-ltu io avr. f.
chanta ta-kuw-nu qad fa-gha-lta tu m. avr. f.
chanti ta-kuw-niy-na qad fa-gha-lti tu f. avr. f.
huwa ya-kuw-nu qad fa-gha-la egli avr. f.
hiya ta-kuw-nu qad fa-gha-lat ella avr. f.
chantumach ta-kuw-nach-ni qad fa-ghal-tu-mach voi d. av. f.
humach ya-kuw-nach-ni qad fa-gha-lach essi d. av. f.
humach ta-kuw-nach-ni qad fa-gha-la-tach esse d. av. f.
nakhnu na-kuw-nu qad fa-ghal-nach noi avr. f.
chantum ta-kuw-nuw-na qad fa-ghal-tum voi m. avr. f.
chantunna ta-kun-na qad fa-ghal-tun-na voi f. avr. f.
hum ya-kuw-nuw-na qad fa-gha-luw(ch) essi avr. f.
hunna ya-kun-na qad fa-ghal-na esse avr. f.
CONGIUNTIVO
IMPERFETTO
(prima del forma si pu far precedere "chan" = "che")
chanach chaf-gha-la che io faccia
chanta taf-gha-la che tu m. faccia
chanti taf-gha-liy che tu f. faccia
huwa yaf-gha-la che egli faccia
hiya taf-gha-la che ella faccia
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chantumach taf-gha-lach che voi due facciate
humach yaf-gha-lach che essi due facciano
humach taf-gha-lach che esse due facciano
nakhnu naf-gha-la che noi facciamo
chantum taf-gha-luw(ch) che voi m. facciate
chantunna taf-ghal-na che voi f. facciate
hum yaf-gha-luw(ch) che essi facciano
hunna yaf-ghal-na che esse facciano
CONDIZIONALE-IUSSIVO
(o "IMPERFETTO APOCOPATO)
IMPERFETTO
(prima del forma si pu far precedere "li" = "che")
chanach chaf-ghal faccia io
chanta taf-ghal faccia tu m.
chanti taf-gha-liy faccia tu f.
huwa yaf-ghal faccia egli
hiya taf-ghal faccia ella
chantumach taf-gha-lach facciate voi due
humach yaf-gha-lach facciano essi due
humach taf-gha-lach facciano esse due
nakhnu naf-ghal facciamo noi
chantum taf-gha-luw(ch) facciate voi m.
chantunna taf-ghal-na facciate voi f.
hum yaf-gha-luw(ch) facciano essi
hunna yaf-ghal-na facciano esse
IMPERATIVO
chif-ghal fai tu m.
chif-gha-liy fai tu f.
chif-gha-lach fate voi due
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7/27/2019 sinossi sintetica di grammatica araba
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chif-gha-luw(ch) facciate voi m.
chif-ghal-na facciate voi f.
ENERGICO I
IMPERFETTO
(cond.-iuss. + .anna, ma con alcuni fenomeni fonetici)
chanach chaf-ghal.anna ors faccia io
chanta taf-ghal.anna ors faccia tu m.
chanti taf-gha-li.nna ors faccia tu f.
huwa yaf-ghal.anna ors faccia egli
hiya taf-ghal.anna ors faccia ella
chantumach taf-gha-lach.nni ors facciate voi due
humach yaf-gha-lach.nni ors facciano essi due
humach taf-gha-lach.nni ors facciano esse due
nakhnu naf-ghal.anna ors facciamo noi
chantum taf-gha-lu.nna ors facciate voi m.
chantunna taf-ghal-nach.nni ors facciate voi f.
hum yaf-gha-lu.nna ors facciano essi
hunna yaf-ghal-nach.nni ors facciano esse
IMPERATIVO
(imp. + .anna, ma con alcuni fenomeni fonetici)
chif-ghal.anna ors fai tu m.
chif-gha-li.nna ors fai tu f.
chif-gha-lach.nni ors fate voi due
chif-gha-lu.nna ors facciate voi m.
chif-ghal-nach.nni ors facciate voi f.
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7/27/2019 sinossi sintetica di grammatica araba
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ENERGICO II
IMPERFETTO
(cond.-iuss. + .an, ma con alcuni fenomeni fonetici)
chanach chaf-ghal.an ors faccia io
chanta taf-ghal.an ors faccia tu m.
chanti taf-gha-li.n ors faccia tu f.
huwa yaf-ghal.an ors faccia egli
hiya taf-ghal.an ors faccia ella
chantumach manca
humach manca
humach manca
nakhnu naf-ghal.an ors facciamo noi
chantum taf-gha-lu.n ors facciate voi m.
chantunna manca
hum yaf-gha-lu.n ors facciano essi
hunna manca
IMPERATIVO
(imp. + .anna, ma con alcuni fenomeni fonetici)
chif-ghal.an ors fai tu m.
chif-gha-li.n ors fai tu f.
manca duale
chif-gha-lu.n ors facciate voi m.
manca II f.
N.B.: davanti ad "alif waslah" la "n" dell'energico II cade.
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7/27/2019 sinossi sintetica di grammatica araba
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PARTICIPIO
fach-ghi-l.un = facente (agg.)
INFINITO
figh-l.un = fare (sost.)
N.B.:
l'INFINITO del verbo di I f. non ha un'unica forma: i dizionari registrano dopo la voce fondamentale
del III m. perf. I f. (se c') e dopo la voce relativa al futuro l'infinito o gli infiniti (di I f.)
in uso per una certa radice. L'infinito di fatto un nome e pu avere sia significato attivo che
passivo.
Si pu usare la radice *f-gh-l (in modo "astratto", "teorico", "schematico" o "paradigmatico", che
dir si voglia) per definire alcuni schemi di infinito:
fagh-l.un, figh-l.un, fugh-l.un,
fa-gha-l.un, fi-ghach-l.aht.un,
fu-ghuw-l.un, fu-ghuw-l.aht.un,
fa-ghiy-l.un, fu-ghach-l.un,
maf-ghi-l.aht.un.
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7/27/2019 sinossi sintetica di grammatica araba
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-- DIATESI PASSIVA --
N.B.: di uso limitato in arabo e viene usato quando non specificato l'agente dell'azione: se
l'agente specificato si trasforma la frase in attiva. Si producono qui in paradigma le forme di
uso pi ovvio. Si tralasciano le forme "energiche".
MODO INDICATIVO
PERFETTO
chanach fu-ghi-ltu io fui fatto
chanta fu-ghi-lta tu m. fosti f.
chanti fu-ghi-lti tu f. fosti f.
huwa fu-ghi-la egli fu f.
hiya fu-ghi-lat ella fu f.
chantumach fu-ghil-tu-mach voi due fostr f.
humach fu-ghi-lach essi due furono f.
humach fu-ghi-la-tach esse due furono f.
nakhnu fu-ghil-nach noi fummo f.
chantum fu-ghil-tum voi m. foste f.
chantunna fu-ghil-tun-na voi f. foste f.
hum fu-ghi-luw(ch) essi furono f.
hunna fu-ghil-na esse furono f.
IMPERFETTO
chanach chuf-gha-lu io ero fat.
chanta tuf-gha-lu tu m. eri fat.
chanti tuf-gha-liy-na tu f. eri fat.
huwa yuf-gha-lu egli era fat.
hiya tuf-gha-lu ella era fat.
chantumach tuf-gha-lach-ni voi due eravate fat.
humach yuf-gha-lach-ni essi due erano fat.
humach tuf-gha-lach-ni esse due erano fat.
nakhnu nuf-gha-lu noi eravamo fat.
chantum tuf-gha-luw-na voi m. eravate fat.
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chantunna tuf-ghal-na voi f. eravate fat.
hum yuf-gha-luw-na essi eraano fat.
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CONGIUNTIVO
IMPERFETTO
chanach chuf-gha-la che io faccia
chanta tuf-gha-la che tu m. faccia
chanti tuf-gha-liy che tu f. faccia
huwa yuf-gha-la che egli faccia
hiya tuf-gha-la che ella faccia
chantumach tuf-gha-lach che voi due facciate
humach yuf-gha-lach che essi due facciano
humach tuf-gha-lach che esse due facciano
nakhnu nuf-gha-la che noi facciamo
chantum tuf-gha-luw(ch) che voi m. facciate
chantunna tuf-ghal-na che voi f. facciate
hum yuf-gha-luw(ch) che essi facciano
hunna yuf-ghal-na che esse facciano
CONDIZIONALE-IUSSIVO
IMPERFETTO
chanach chuf-ghal faccia io
chanta tuf-ghal faccia tu m.
chanti tuf-gha-liy faccia tu f.
huwa yuf-ghal faccia egli
hiya tuf-ghal faccia ella
chantumach tuf-gha-lach facciate voi due
humach yuf-gha-lach facciano essi due
humach tuf-gha-lach facciano esse due
nakhnu nuf-ghal facciamo noi
chantum tuf-gha-luw(ch) facciate voi m.
chantunna tuf-ghal-na facciate voi f.
hum yuf-gha-luw(ch) facciano essi
hunna yuf-ghal-na facciano esse
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7/27/2019 sinossi sintetica di grammatica araba
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IMPERATIVO
manca: sostituito dal cond./iuss.
PARTICIPIO
maf-ghuw-l.un (agg.)
INFINITO
non si distingue dall'attivo
B) esempio di coniugazione di verbo forte con impf. in "u"
(solo voci pi importanti e significative)
INDICATIVO
PERFETTO
chanach ka-ta-btu io scrivei
chanta ka-ta-bta tu m. scrivesti
chanti ka-ta-bti tu f. scrivesti
huwa ka-ta-ba egli scrisse
hiya ka-ta-bat ella scrisse
chantumach ka-tab-tu-mach voi due scriveste
humach ka-ta-bach essi due scrissero
humach ka-ta-ba-tach esse due scriveste
nakhnu ka-tab-nach noi scrivemmo
chantum ka-tab-tum voi m. scriveste
chantunna ka-tab-tun-na voi f. scriveste
hum ka-ta-buw(ch) essi scrissero
hunna ka-tab-na esse scrissero
IMPERFETTO
chanach chak-tu-bu io scrivevo
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7/27/2019 sinossi sintetica di grammatica araba
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chanta tak-tu-bu tu m. scrivevi
chanti tak-tu-biy-na tu f. scrivevi
huwa yak-tu-bu egli scriveva
hiya tak-tu-bu ella scriveva
chantumach tak-tu-bach-ni voi due scrivevate
humach yak-tu-bach-ni essi due scrivevano
humach tak-tu-bach-ni esse due scrivevano
nakhnu nak-tu-bu noi scrivevamo
chantum tak-tu-buw-na voi m. scrivevate
chantunna tak-tub-na voi f. scrivevate
hum yak-tu-buw-na essi scrivevano
hunna yak-tub-na esse scrivevano
CONGIUNTIVO
IMPERFETTO
chanach chak-tu-ba che io scriva
chanta tak-tu-ba che tu m. scriva
chanti tak-tu-biy che tu f. scriva
huwa yak-tu-ba che egli scriva
hiya tak-tu-ba che ella scriva
chantumach tak-tu-bach che voi due scriviate
humach yak-tu-bach che essi due scrivano
humach tak-tu-bach che esse due scrivano
nakhnu nak-tu-ba che noi scriviamo
chantum tak-tu-buw(ch) che voi m. scriviate
chantunna tak-tub-na che voi f. scriviate
hum yak-tu-buw(ch) che essi scrivano
hunna yak-tub-na che esse scrivano
CONDIZIONALE-IUSSIVO
IMPERFETTO
chanach chak-tub scriva io
chanta tak-tub scrivi tu m.
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7/27/2019 sinossi sintetica di grammatica araba
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chanti tak-tu-biy scrivi tu f.
huwa yak-tub scriva egli
hiya tak-tub scriva ella
chantumach tak-tu-bach scriviate voi due
humach yak-tu-bach scrivano essi due
humach tak-tu-bach scrivano esse due
nakhnu nak-tub scriviamo noi
chantum tak-tu-buw(ch) scriviate voi m.
chantunna tak-tub-na scriviate voi f.
hum yak-tu-buw(ch) scrivano essi
hunna yak-tub-na scrivano esse
IMPERATIVO
chuk-tub scrivi tu m.
chuk-tu-biy scrivi tu f.
chuk-tu-bach scrivete voi due
chuk-tu-buw(ch) scrivete voi m.
chuk-tub-na scrivete voi f.
C) esempio di coniugazione di verbo forte con impf. in "i"
ometto esempio di coniugazione di verbo con impf. in "i": basta consultare precedente coniugazione
di verbo con impf. in "u" e sostituire opportunamente alla "u" la "i" per avere idea della
coniugazione dei verbi ad impf. in "i".
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CONIUGAZIONE DELLE "FORME DERIVATE"
Si gi visto, nelle osservazioni preliminari sul verbo, che il verbo arabo si pu presentare in 10
forme.
Ecco qui dei modelli di coniugazione limitati a modi e tempi (sistemi) essenziali. In particolare,
si riporter la coniugazione completa di forme in impf. in "i" che possono servire come esempio di
un tale tipo di coniugazione prima omesso.
II forma "fa-ggha-la"
a) attivo
IND. PERF. IND. IMPERF. IMPERAT. PARTIC.
fagghala yufagghilu fagghil mufagghil.un
b) passivo
IND. PERF. IND. IMPERF. PARTIC.
fugghila yufagghalu mufagghal.un
c) att./pass.
INF.
tafghil.un
esempio di coniugazione dell'ind. imperfetto attivo (il significato naturalemente del verbo viene
intensificato e, volte, anche muta: un significato intensivo di "fare" potrebbe essere quello di
"agire")
IMPERFETTO
chanach chufa-gghi-lu io agivo
chanta tufa-gghi-lu tu m. agivi
chanti tufa-gghi-liy-na tu f. agivi
huwa yufa-gghi-lu egli agiva
hiya tufa-gghi-lu ella agiva
chantumach tufa-gghi-lach-ni voi due agivate
humach yufa-gghi-lach-ni essi due agivano
humach tufa-gghi-lach-ni esse due agivano
nakhnu nufa-gghi-lu noi agivamo
chantum tufa-gghi-luw-na voi m. agivate
chantunna tufa-gghil-na voi f. agivate
hum yufa-gghi-luw-na essi agivano
hunna yufa-gghil-na esse agivano
-
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IMPERATIVO
fagghil agisci tu m.
fagghi-liy agisci tu f.
fagghi-lach agite voi due
fagghi-luw(ch) agite voi m.
fagghil-na agite voi f.
III forma "fach-gha-la"
a) attivo
IND. PERF. IND. IMPERF. IMPERAT. PARTIC.
fach-ghala yufach-ghilu fach-ghil mufach-ghil.un
b) passivo
IND. PERF. IND. IMPERF. PARTIC.
fuw-ghila yufach-ghalu mufach-ghal.un
c) att./pass.
INF.
mufach-ghal.un
IV forma "chaf-gha-la"
a) attivo
IND. PERF. IND. IMPERF. IMPERAT. PARTIC.
chaf-ghala yuf-ghilu chaf-ghil muf-ghil.un
b) passivo
IND. PERF. IND. IMPERF. PARTIC.
chuf-ghila yuf-ghalu muf-ghal.un
c) att./pass.
INF.
chif-ghachl.un
V forma "ta-fa-ggha-la"
a) attivo
IND. PERF. IND. IMPERF. IMPERAT. PARTIC.
ta-fagghala yutafagghalu ta-fagghal mutafagghil.un
b) passivo
-
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IND. PERF. IND. IMPERF. PARTIC.
tufugghila yutafagghalu mutafagghal.un
c) att./pass.
INF.
tafagghul.un
VI forma "ta-fach-gha-la"
a) attivo
IND. PERF. IND. IMPERF. IMPERAT. PARTIC.
ta-fach-ghala yutafach-ghalu tafachghal mutafach-ghil.un
b) passivo
IND. PERF. IND. IMPERF. PARTIC.
tufuw-ghila yutafach-ghalu mutafach-ghal.un
c) att./pass.
INF.
tafach-ghul.un
VII forma "chin-fa-gha-la"
a) attivo
IND. PERF. IND. IMPERF. IMPERAT. PARTIC.
chinfa-ghala yanfa-ghilu chinfaghil munfa-ghil.un
b) passivo
IND. PERF. IND. IMPERF. PARTIC.
chunfu-ghila yunfa-ghalu munfa-ghal.un
c) att./pass.
INF.
chinfi-ghachl.un
VIII forma "chif-ta-gha-la"
a) attivo
IND. PERF. IND. IMPERF. IMPERAT. PARTIC.
chifta-ghala yafta-ghilu chiftaghil mufta-ghil.un
b) passivo
IND. PERF. IND. IMPERF. PARTIC.
-
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chuftu-ghila yufta-ghalu mufta-ghal.un
c) att./pass.
INF.
chifti-ghachl.un
IX forma "chif-ghal-la"
a) attivo
IND. PERF. IND. IMPERF. IMPERAT. PARTIC.
chifghalla yuf-ghal-lu chifghalla mufghall.un
b) passivo
IND. PERF. IND. IMPERF. PARTIC.
- - -
c) att./pass.
INF.
chifghilachl.un
X forma "chis-taf-gha-la"
a) attivo
IND. PERF. IND. IMPERF. IMPERAT. PARTIC.
chistafghala yustafghilu chistafghil mustafghil.un
b) passivo
IND. PERF. IND. IMPERF. PARTIC.
chustufghila yustafghalu mustafghal.un
c) att./pass.
INF.
chistifghachl.un
VERBI "FORTI" E "DEBOLI"
(CLASSI VERBALI)
Nella pratica il verbo arabo pu essere diviso in cinque classi:
a) forti
b) contratti o "sordi", a 2.a reduplicata
c) forte hamzato o gutturale
di 1.a o 2.a o 3.a hamza
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7/27/2019 sinossi sintetica di grammatica araba
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d) deboli con "w" o "y"
di 1.a o 2.a o 3.a debole
c) con due o pi "irregolarit"
In particolare, bene prendere confidenza con le sigle che classificano questi verbi:
a) i verbi forti in gutturale o hamzati
si distinguono in:
verbi di 1.a-gutt. o di 1.a hamza
verbi di 2.a-gutt. o di 2.a hamza
verbi di 3.a-gutt. o di 3.a hamza
b) i verbi deboli, si dinguono :
verbi di 1.a deb. a 1.ae-w
1.ae-y
1.ae-n
verbi di 2.a o media deb. a 2.ae-w
(detti anche "concavi") a 2.ae-y
verbi di 3.a o ultima deb. a 3.ae-w
(detti anche difettosi) a 3.ae-y
verbi di 2.a reduplicata o contratti o sordi
A parte si possono considerare i verbi "quadrilitteri" cio con radice a quattro consonanti e i
verbi "difettosi" che sono verbi carenti di tempi.
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ALCUNE FORME DI VERBI "PARTICOLARI"
O MENO BENE "IRREGOLARI"
a) verbi "hamzati"
--> 1.ae "hamza" (verbo cha-ka-la = mangiare:*ch-k-l)
a) attivo
IND. PERF. IND. IMPERF. IMPERAT. PARTIC.
cha-ka-la yachj-ku-lu chu[(w)]kul chach-ki-l.un
(1)
b) passivo
IND. PERF. IND. IMPERF. PARTIC.
chu-ki-la yuchj[(w)]-ka-lu machj-kuwl.un
c) att./pass.
INF.
chakl.un
(1): notare che in questa forma, nella grafia araba, la consonante di sostegno rimane anche se di
fatto "hamza" scomparso: in contesto preceduto da vocale la forma tuttavia si "regolarizza"
diventando: chchj[(w)]kul: nel caso di wa e fa la "alif waslah cade" e "hamza" prende come sostegno
"alif":
wa' chj[(ch)]kul fa' chj[(ch)]kul
Ho voluto dare questo paradigma per dare un'idea dei problemi inerenti queste coniugazioni
"irregolari" o meglio "particolari", tuttavia si omette in questa sinossi la coniugazione di tutte
queste forme perch amplierebbe di troppo questa esposizione della grammatica che deve rimanere
essenziale: l'illustrazione di queste forme particolari, ove si incontrino, vengono perci lasciate
al commento man mano verranno incontrate.
Voglio solo qui riportare solo la coniugazione del verbo kach-na che, oltre ad essere una specie di
verbo ausiliare di fatto un verbo debole di 2.ae-w.
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coniugazione attiva di kach-na:
PERFETTO
chanach kun-tu io sono stato
chanta kun-ta tu m. sei stato
chanti kun-ti tu f. sei stata
huwa kach-na egli stato
hiya kach-nat essa stata
chantumach kun-tu-mach voi due siete stati
humach kach-nach essi due sono stati
humach kach-na-tach esse due sono state
nakhnu kun-nach noi siamo stati
chantum kun-tum voi m. siete stati
chantunna kun-tun-na voi f. siete state
hum kach-nuw(ch) essi sono stati
hunna kun-na esse sono state
IMPERFETTO
chanach cha-kuw-nu io ero
chanta ta-kuw-nu tu m. eri
chanti ta-kuw-niy-na tu f. eri
huwa ya-kuw-nu egli era
hiya ta-kuw-nu ella era
chantumach ta-kuw-nach-ni voi due eravate
humach ya-kuw-nach-ni essi due erano
humach ta-kuw-nach-ni esse due erano
nakhnu na-kuw-nu noi eravamo
chantum ta-kuw-nuw-na voi m. eravate
chantunna ta-kun-na voi f. eravate
hum ya-kuw-nuw-na essi erano
hunna ya-kun-na esse erano
CONGIUNTIVO (IMP.)
chanach chan cha-kuw-na che io sia
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chanta chan ta-kuw-na che tu m. sia
chanti chan ta-kuw-niy che tu f. sia
huwa chan ya-kuw-na che egli sia
hiya chan ta-kuw-na che ella sia
chantumach chan ta-kuw-nach che voi due siate
humach chan ya-kuw-nach che essi due siano
humach chan ta-kuw-nach che esse due siano
nakhnu chan na-kuw-na che noi siamo
chantum chan ta-kuw-nuw che voi m. siaate
chantunna chan ta-kun-na che voi f. siaate
hum chan ya-kuw-nuw che essi siano
hunna chan ya-kun-na che esse siano
COND./IUSS. (IMP.)
chanach li cha-kuwn io sia
chanta li ta-kuwn tu m. sia
chanti li ta-kuw-niy tu f. sia
huwa li ya-kuwn egli sia
hiya li ta-kuwn ella sia
chantumach li ta-kuw-nach voi due siate
humach li ya-kuw-nach essi due siano
humach li ta-kuw-nach esse due siano
nakhnu li na-kuwn noi siamo
chantum li ta-kuw-nuw voi m. siate
chantunna li ta-kun-na voi f. siate
hum li ya-kuw-nuw essi siano
hunna li ya-kun-na esse siano
IMPERATIVO
kun sii tu m.
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kuwniy sii tu f.
kuwnach siate voi due m./f.
kuwnuw siate voi m.
kuwnna siate voi f.
PARTICIPIO
kach-chj[(y)]i-n.un
INFINITO
ki-yachn.un
Si conclude pertanto quivi questa breve sinossi di grammatica araba il cui scopo di fornire
soprattutto al lettore un'idea della grammatica araba e nello stesso tempo un prontuario delle forme
morfologiche di uso pi comune.
Le forme "difficili" sono lasciate all'analisi nel corso del commento.
Un quadro sinottico ben articolato di queste forme si ritrova nella Grammatica Araba Essenziale
edita da A. Vallardi e gi altrove citata.
Nulla vieta, ovviamente, che in successive edizioni, ove i lettori ne intravedano l'esigenza, si
producano edizioni pi ampie di questa sinossi, che comunque opportuno segua sempre ogni
presentazione di testo arabo, onde non obbligare necessariamente il lettore ad attardarsi a
consultare altri libri durante la lettura del testo.
A questo medesimo scopo serve la presenza dei vari lessici, oltre naturalmente ad altri possibili
scopi (esame stilistico etc. del testo).