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co che non tiene in alcuna considerazione le proteste e lo scontento popolare, ove non vengano espres- se in precise indicazioni di voto. La recente vittoria Sinistra Periodico cremasco per l’ambiente, il lavoro, la pace, la solidarietà N on dovremo aspetta- re chissà quanti anni ancora per vedere sele- zioni e provini di aspiranti sindaci e di assessori al tempo libero, allo sport e all’uncinetto; anzi, c’è da stupirsi di come mai non sia ancora in circolazione qualche bel format tv del tipo “Giunte da incubo”, un reality show che, tra fighetti cuochi e cornuti allo stremo, ci proponga una gara a suon di deli- bere e interpellanze. Non sarà perché è una questio- ne troppo seria, vero? Se diamo un’occhiata allo stato delle cose ci do- vremmo subito accorgere della grossa contraddi- zione che permea il nostro attuale quotidiano. È tut- to uno sbocciare di liste, a destra come a sinistra, so- pra, sotto, dentro la pove- ra città, una variegata fio- ritura di canddati sindaci e battaglioni di aspiranti consiglieri (nel nostro piccolo sfioriamo quota 500), pronti a immolarsi per il cosiddetto bene co- mune. Poi, invece, dai un’occhiata al recente passato e ai sondaggi (a proposito: quanti sondaggisti, quasi più dei meteorologi...) e verifichi che (USA docet!) coloro che non si reche- ranno alle urne sono un esercito, a tal punto da meritare percentuali da governo. Se a queste con- siderazioni aggiungiamo l’estrema difficoltà in cui versano le casse pubbli- che, risulta difficile com- prendere un tale ossimoro sociale: potere della poe- sia!, o dell’esibizionismo? Ma questa è la realtà, che assomiglia a tante altre realtà simili, e con essa ci dobbiamo confrontare. Mentre la città invecchia, impoverisce e mostra un volto pubblico fatiscente, il nostro dovere è quello di recarci tutti a votare, perché il vincitore sia davvero espressione della cittadinanza intera e moti- vata al cambiamento; per- ché la “cosa pubblica” sia davvero di tutti, perché “Cambiare si può!”. editoriale di Fausto Lazzari Maggio 2017 - N. 5 Elezioni comunali, andare a votare è un diritto, partecipare è un dovere D a parecchi anni ormai i vari appuntamenti elet- torali hanno evidenziato la crescente disaffezione da parte degli elettori, com- prensibilmente disorientati dalla generale confusio- ne del discorso politico e dalle difficoltà del vivere quotidiano nelle alienan- ti condizioni prodotte dal sistema capitalistico e dal pensiero neoliberista che tuttavia non trovano una ra- dicale soluzione nell’attua- le sistema politico sociale. La tendenza ad omologare le proposte elettorali su tematiche ispirate ad una facile demagogia populista produce il costante amplia- mento dell’area dell’asten- sione che, secondo recenti rilevamenti statistici, si ag- gira intorno ad una percen- tuale che rasenta il 34%. Un comportamento che non approda a risultati con- creti perché così, ricordan- do l’aforisma del cane che si morde la coda, non si va oltre la situazione di crisi e di sfidu- cia che genera l’astensione. Anzi viene da pensare che proprio la forte asten- sione faciliti la vittoria di coloro che so- stengono que- sto clima politico, funzionale ai fini del biopotere capitalisti- referendaria del NO è una prova del fatto che, quando si vuole, si raggiungono im- mediati risultati di interesse collettivo, oltre le sigle e le icone di partiti e istituzioni. Per questo è necessario, prima ancora che importan- te andare a votare alle pros- sime elezioni comunali, per esprimere il proprio pensie- ro perché solo partecipan- do si possono conseguire risultati di pratica e con- creta utilità. Perché solo cosi “Cambiare si può!”. Gilberto Polloni antropologo 11 giugno

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co che non tiene in alcuna considerazione le proteste e lo scontento popolare, ove non vengano espres-se in precise indicazioni di voto. La recente vittoria

SinistraPeriodico cremasco per l’ambiente, il lavoro, la pace, la solidarietà

Non dovremo aspetta-re chissà quanti anni

ancora per vedere sele-zioni e provini di aspiranti sindaci e di assessori al tempo libero, allo sport e all’uncinetto; anzi, c’è da stupirsi di come mai non sia ancora in circolazione qualche bel format tv del tipo “Giunte da incubo”, un reality show che, tra fighetti cuochi e cornuti allo stremo, ci proponga una gara a suon di deli-bere e interpellanze. Non sarà perché è una questio-ne troppo seria, vero? Se diamo un’occhiata allo stato delle cose ci do-

vremmo subito accorgere della grossa contraddi-zione che permea il nostro attuale quotidiano. È tut-to uno sbocciare di liste, a destra come a sinistra, so-pra, sotto, dentro la pove-ra città, una variegata fio-ritura di canddati sindaci e battaglioni di aspiranti consiglieri (nel nostro piccolo sfioriamo quota 500), pronti a immolarsi per il cosiddetto bene co-

mune. Poi, invece, dai un’occhiata al recente passato e ai sondaggi (a proposito: quanti sondaggisti, quasi

più dei meteorologi...) e verifichi che (USA docet!) coloro che non si reche-ranno alle urne sono un esercito, a tal punto da meritare percentuali da governo. Se a queste con-siderazioni aggiungiamo l’estrema difficoltà in cui versano le casse pubbli-

che, risulta difficile com-prendere un tale ossimoro sociale: potere della poe-sia!, o dell’esibizionismo? Ma questa è la realtà, che assomiglia a tante altre realtà simili, e con essa ci dobbiamo confrontare. Mentre la città invecchia, impoverisce e mostra un volto pubblico fatiscente, il nostro dovere è quello di recarci tutti a votare, perché il vincitore sia davvero espressione della cittadinanza intera e moti-vata al cambiamento; per-ché la “cosa pubblica” sia davvero di tutti, perché “Cambiare si può!”.

editorialedi Fausto Lazzari

Maggio 2017 - N. 5

Elezioni comunali, andare a votare è un diritto, partecipare è un dovereDa parecchi anni ormai i

vari appuntamenti elet-torali hanno evidenziato la crescente disaffezione da parte degli elettori, com-prensibilmente disorientati dalla generale confusio-ne del discorso politico e dalle difficoltà del vivere quotidiano nelle alienan-ti condizioni prodotte dal sistema capitalistico e dal pensiero neoliberista che tuttavia non trovano una ra-dicale soluzione nell’attua-le sistema politico sociale. La tendenza ad omologare le proposte elettorali su tematiche ispirate ad una facile demagogia populista produce il costante amplia-mento dell’area dell’asten-sione che, secondo recenti

rilevamenti statistici, si ag-gira intorno ad una percen-tuale che rasenta il 34%.Un comportamento che non approda a risultati con-creti perché così, ricordan-do l’aforisma del cane che si morde la coda, non si va oltre la situazione di crisi e di sfidu-cia che genera l ’astensione. Anzi viene da pensare che proprio la forte asten-sione faciliti la vittoria di coloro che so-stengono que-sto clima politico, funzionale ai fini del biopotere capitalisti-

referendaria del NO è una prova del fatto che, quando si vuole, si raggiungono im-mediati risultati di interesse collettivo, oltre le sigle e le icone di partiti e istituzioni. Per questo è necessario, prima ancora che importan-te andare a votare alle pros-sime elezioni comunali, per esprimere il proprio pensie-ro perché solo partecipan-do si possono conseguire risultati di pratica e con-creta utilità. Perché solo cosi “Cambiare si può!”.

Gilberto Polloniantropologo

11 giugno

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Un’emozionante esperienza di tirocinante presso l’AnffasCondivisione e spirito di partecipazione sono la base per una costruttiva integrazione: un nuovo modo di pensare il futuro dei più deboli anche grazie alla legge sul “Dopo di noi”

Lo scorso 28 gennaio ho cominciato la mia terza

esperienza di tirocinio for-mativo. L’ANFFAS Onlus è un’associazione fondata il 28 marzo 1958 da un gruppo di genitori di persone affet-te da disabilità con l’obietti-vo di tutelare queste ultime in un’epoca in cui erano sostenute quasi esclusiva-mente da iniziative benefi-che e si tendeva ad isolarle in istituti come i manicomi, dove non erano curate ade-guatamente. La Comunità Alloggio è una struttura in cui vivono 10 persone di tutte le età con disabilità (lievi e gravi) le cui famiglie non possono occuparsene da sole; ci sono altri tre po-sti letto per qualcuno che vive con la famiglia e tra-scorre lì solo la giornata o ci vive periodicamente.Ho scelto questo ente per approfondire diversi aspet-ti: le modalità di condivi-sioni della struttura, il rap-porto con il personale, fino a che punto si possa spin-gere l’autonomia dell’indi-viduo. Sia il personale che i ragazzi mi hanno accolto subito calorosamente. Gli utenti sono sempre con-tenti e me lo dimostrano in diversi modi. Insieme a loro svolgo numerose atti-vità, soprattutto di accom-pagnamento, a vedere uno spettacolo, ma anche cuci-nare insieme, andare a fare la spesa, fare passeggiate con soste al bar, visitare una mostra; siamo pure andati all’ospedale a trova-re uno di loro ricoverato. Trascorrere del tempo con i ragazzi dell’ANFFAS è un grande arricchimento e fon-te di riflessione intelligente

sulla fortuna: la fortuna di chi non deve ogni giorno affrontare difficoltà anche

nelle cose più semplici, ma anche quella di capire il bene fino in fondo; sono

persone che non hanno il male nel DNA e basta poco per goderne gli sguardi e i sorrisi, per non parlare del grande affetto regalato. Penso di aver fatto la scelta giusta decidendo di studia-re scienze dell’educazione per diventare educatore nei servizi sociali e di comuni-tà. Non so ancora cosa mi riserverà la vita terminati gli studi; spero che si realiz-zi il mio sogno: essere utile alla società, aiutare chi ha bisogno: sarebbe un appa-gamento più prezioso di qualunque stipendio.

Simone Antoniolistudente universitario

Intervista alla presidenteS ignora Daniela Marti-

nenghi, qual è in sinte-si la storia dell’ANFFAS a Crema?L’Anffas è un’associazio-ne di famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale, nata a Crema nel 1971. I servizi principa-li sono: il Tubero, con sede alle Villette, che è un polo di neuro psichiatria infanti-le con una specializzazione sull’autismo; ha quasi 200 bambini in carico, la mag-gior parte con il disturbo dello spettro autistico; 2 centri diurni socio-educati-vi, con circa una cinquanti-na di persone con diverse disabilità di età tra i 30 e i 55 anni; la comunità allog-gio, in viale di Santa Maria che ospita 11 persone.La nostra principale attività è quella di tutela delle per-sone, abbiamo uno sportel-

lo di Servizio Assistenza In-formazione. Collegata alla comunità alloggio vi è una piscina idroterapica, aperta anche agli esterni.Quali sono i progetti che siete riusciti a realizzare?Sono state fatte molte cose. L’ex presidente, la signora Alba Marchesi, ha inziato a lavorare in un’epoca in cui era tutto molto più difficile. Negli ultimi 20 anni abbia-mo consolidato alcuni ser-vizi concentrandoci sulla costruzione della comunità alloggio e la piscina idrote-rapica, il Tubero in conven-zione con l’azienda ospeda-liera; abbiamo messo a nor-ma i Centri Socio Educativi, ristrutturato l’ex scuola ma-terna di Santo Stefano e l’ex scuola materna delle Villet-te, trasformando questi luo-ghi d’infanzia in luoghi per altre persone.

E i progetti per il futuro?Pensiamo alla richiesta di numerose famiglie preoc-cupate del “dopo”, di poter avere un posto dove met-tere i loro figli. Quest’anno abbiamo fatto il prelimina-re per l’acquisto della casa confinante con la comunità alloggio. Un grosso sforzo da parte dell’associazione perchè è un impegno gran-de. L’anno scorso il gover-no italiano ha emanato una legge sul dopo di noi (legge 112/2016), che prevede un nuovo modo di pensare il futuro delle persone con disabilità; ristruttureremo questa casa, che diventerà un gruppo appartamento, una specie di palestra di vita indipendente dove ciascuno potrà trovare il proprio con-testo di vita: una scommes-sa importante, noi ci credia-mo profondamente.

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Insomma certa politica ha garantito lauti profitti a po-chi a scapito degli utenti, costretti a perdere il con-trollo pubblico dei servizi e probabilmente a pagare in bolletta le multe per certe malefatte.Ma quale politica è moral-mente responsabile? Cer-tamente non Rifondazione Comunista che insieme al M5S e vari comitati, con in cima quello per l’acqua pubblica, si sono opposti e battuti per impedire questa operazione che il centro-destra e il centrosinistra, hanno intrapreso e avval-lato, favorendo la lobby delle “grandi multiutility del Nord”. Ricordiamo come a suo tempo diversi consi-glieri del PRC presentarono delibere nei consigli comu-

nali, per chiedere appunto che Lgh tornasse sotto il controllo diretto dei comu-ni. Quanto avvenuto è un chiarissimo progetto voluto in primis dal Pd finalizzato a creare grandi multiutility; con la scusa di essere più concorrenziali, aprendosi ai privati e alla grande finanza. Questa operazione poteva essere valutata scorretta già in partenza, invece le so-cietà e certa politica hanno taciuto l’evidenza per favo-rire l’unico percorso che fa-vorisse il confluire certo di Lgh in A2A, la loro prescelta per divenire il protagonista del Nord, pieno di dirigen-ti di emanazione politica di centrosinistra come di centrodestra. Pure Rovato, unica non vicina al Pd ma in orbita Lega, alla fine ha ce-

duto a queste logiche.Non si tratta di semplici er-rori procedurali, ma della degenerazione di un modo di fare politica in cui le grandi decisioni seguono solo gli interessi di grandi gruppi di potere e partiti compiacenti.

Andrea Serena

L’Anac di Cantone boccia la fusione Lgh con A2AStiamo assistendo alla degenerazione di un certo modo di fare politica, legato solo agli interessi di grandi gruppi di potere e partiti compiacenti

Il numero 0 di @Sinistra vedeva in prima pagina

proprio una nostra inchie-sta contro questa fusione; oggi siamo a raccontare un parere dell’Anac che ci dava ragione. L’Autorità An-ticorruzione guidata da Raf-faele Cantone si è espressa in modo durissimo e netto contro l’avvenuta fusione tra Lgh e A2A dicendo che non si poteva evitare la gara per la scelta dell’acqui-rente, dato che un’azienda privata e quotata in borsa, come A2A, non può acquisi-re senza gara il controllo di una società totalmente pub-blica come Lgh; la fusione resta però valida, stando ad ANAC, lasciando ai privati le società pubbliche che ge-stivano i loro servizi essen-ziali, rifiuti, luce, gas, ecc.

cati di proclamare lo stato di agitazione, bloccando ogni trattativa con l’azienda. Insomma, i lavoratori si trovano a non conoscere il proprio futuro, incastrati tra l’incudine di una partner-ship criticata dall’autorità anticorruzione ed il martello delle gare di appalto con le quali si deciderà gran parte del futuro e con la spada di Damocle di una dirigenza arrogante verso le legittime rivendicazioni dei lavoratori che vogliono solo avere cer-tezze, chiedono sicurezza sul lavoro e rispetto da parte dei responsabili.

Un gruppo di lavoratori di Linea Gestioni

Dipendenti Linea Gestioni penalizzatisemblea sindacale. Il contrat-to tra le altre cose prevede che l’orario lavorativo passi da 36 a 38 ore settimanali, a parità di stipendio. L’attua-zione delle due ore aggiunti-ve è al centro dello stato di agitazione proclamato dai dipendenti e scientemente si-lenziato dalla maggior parte dei mezzi di informazione ai quali il comunicato era stato inviato. In sostanza l’azien-da ha scelto unilateralmente le modalità di fruizione del-le due ore, facendole fare tutte in un giorno, in modo che - salvo tipologie di orario differenti – la settimana lavo-rativa consti di 5 giorni di sei ore e uno di otto. L’assemblea

Sono mesi ormai che sulla stampa locale si rincor-

rono le notizie inerenti a Li-nea Gestioni, dapprima per la partnership che il gruppo LGH ha intrapreso con la A2A ed ora per la gara di ap-palto che riguarda la gestione dell’igiene urbana di Crema e di gran parte del Cremasco. In tutto questo chiacchieric-cio è stata completamente dimenticata la posizione del-le lavoratrici e dei lavoratori del comparto. Con il nuovo anno è entrato in vigore un nuovo contratto nazionale che poco soddisfa i lavorato-ri, tant’è che nella sede cre-masca è stato respinto con ampia maggioranza in as-

dei lavoratori aveva avanzato delle proposte, prima fra tut-te quella di frazionare l’ora-rio di lavoro in più giorni, in modo da non gravare troppo sui carichi di lavoro, anche a fronte dell’inserimento della mansione di raccoglitore di rifiuti tra le tipologie di lavo-ro usurante. Altre proposte sono state la possibilità di fare il giro di otto ore in due operatori, l’eliminazione del turno pomeridiano (l’orario 12-18 in estate è devastante e pericoloso) e l’erogazione del ticket giornaliero o della possibilità di avere conven-zioni con una mensa. Tutte proposte bocciate, da qui la decisione avocata dai sinda-

Raffaele Cantone

Foto

: Sky

Tg24

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polizia apre il fuoco sulla folla, risultato otto morti e numerosi feriti. Una ondata repressiva si scatenò contro le organizzazioni dei lavora-tori, devastate le sedi sinda-cali, i dirigenti arrestati.Per i fatti di Chicago furono impiccati in carcere l’11 no-vembre del 1887 4 esponen-ti anarco-sindacalisti.Il ricordo dei martiri di Chi-cago, della lotta per le otto ore di lavoro, indusse, nel 1889, la Seconda Interna-zionale a rendere perma-nente il Primo Maggio come festa dei lavoratori di tutti i paesi. In Italia la scelta fu ratificata nel 1901.La festività del primo mag-gio fu soppressa dal fasci-smo, che la sostitui con la data del 21 aprile, il cosid-detto Natale di Roma. Socia-listi e comunisti continuaro-no a manifestare in modo silenzioso, magari solo met-tendo un garofano rosso all’occhiello della giacca, il primo maggio. Festa che fu ripristinata nel 1945 con la caduta del fascismo.Nel 1947 a Portella della Ginestra, in Sicilia, un cor-teo di duemila lavoratori

fu attaccato dalla banda di Salvatore Giuliano, legato alla mafia, ai latifondisti e ai servizi segreti americani, undici lavoratori furono uc-cisi e una cinquantina rima-sero feriti.

Dopo quella strage i mafio-si, i latifondisti e i settori più retrivi della Democrazia Cristiana, iniziarono a fare attaccare le sedi sindaca-li e dei partiti di sinistra, a picchiare, terrorizzare, uc-cidere, i militanti sindacali e politici, per impedire le lotte per la distribuzione delle terre ai contadini e per scongiurare un governo delle sinistre alla regione Sicilia.Come si può comprendere da questa breve ricostruzio-ne storica, il Primo Maggio nasce come momento di lotta, di sciopero, per con-quistare condizioni di vita e di lavoro migliori, solo successivamente diventa una giornata di festa, di ri-

poso. Non dimentichiamo mai che questa giornata è “benedetta” con il sangue di migliaia di lavoratori che, in tutto il mondo, hanno dato la vita per il lavoro e per la democrazia.Il Primo Maggio oggi deve diventare una giornata di lotta contro la precarietà, contro il caporalato legaliz-zato, contro le svariate ti-pologie contrattuali preca-rie e a tempo determinato, fino al Jobs Act, invenzione renziana che ha eliminato il reintegro in caso di ingiusto licenziamento, introducen-do il “contratto a tutele cre-scenti”.Costruiamo un Primo Mag-gio contro le guerre tra i poveri, contro affermazioni come “prima gli italiani”, contro i ricatti politici ai lavoratori migranti, per l’u-nità dei lavoratori, italiani e migranti, un Primo Maggio di coloro che scappano dal-le guerre e dalla fame, per la Pace, contro le tentazio-ni guerrafondaie di Trump, contro ogni forma di sfrut-tameno dell’uomo sull’uo-mo.

Beppe Bettenzoli

Storie di scioperi dagli USA alla Sicilia

Per moltissimi il Primo Maggio è associato alla

festa, in particolare al gran-de concerto che si tiene a Roma, a Piazza San Giovan-ni.In realtà il Primo Maggio na-sce come un giorno di lotta, come lotta per la riduzione dell’orario di lavoro, per la conquista delle otto ore.“Otto ore di lavoro, otto ore di svago, otto ore per dor-mire”, fu la parola d’ordine partita nel 1855 in Australia.Nei primi giorni di maggio del 1886 era stata repres-sa nel sangue una grande manifestazione operaia a Chicago, conosciuta come rivolta di Haymarket e cul-minata il 4 maggio, quando la polizia sparò sui manife-stanti, con numerose vitti-me tra i lavoratori.Paradossalmente, a svilup-pare un grande movimen-to di lotta per le otto ore, furono in primo luogo le organizzazioni dei lavora-tori americani. Quel primo maggio del 1886 cadeva di sabato, che era una giorna-ta lavorativa, oltre 400 mila lavoratori americani scese-ro in sciopero in dodicimila fabbriche degli Stati Uniti. A Chicago parteciparono al corteo in ottantamila, tutto si era svolto pacifi-camente, ma gli scioperi e i cortei proseguirono nei giorni successivi e la polizia sparò contro i manifestanti che protestavano contro i licenziamenti, provocando 4 morti.Nuova manifestazione di protesta il giorno dopo, con la polizia che tenta di assal-tare il palco degli oratori, durante il comizio; qual-cuno lancia una bomba, la

Sempre contro ogni forma di sfruttamento degli uominiRecuperiamo i valori storici e universali di giornate di festa come quella dei lavoratori, ottenuta con dure lotte e con il sangue di operai e contadini

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L’11 giugno, VotaCambiare si può̀!

Sono nata a Crema il 16 settembre 1970, dove vivo e la-

voro. Nel solco della tadizione familiare, mio padre Ermete

Aiello è stato tra l’altro presidente dell’Ordine degli avvo-

cati di Crema, svolgo la professione di avvocato con stu-

dio in via Civerchi. Nel 1988 ho conseguito

il diploma al Liceo Classico Alessandro

Racchetti e ho poi concluso gli studi uni-

versitari di Giurisprudenza presso l’Uni-

versità degli Studi di Milano laurean-domi nel 1994. Sono una persona

allegra, disponibile, mi piace il mio lavoro, amo il contatto con le persone. Sono una sognatrice, amo le lingue straniere, principalmente l’inglese. Mi piace viaggia-re e recentemente sono riuscita a realizzare un sogno: vedere New york a Natale. Tra le mie gran-di passioni ci sono i cavalli e la scherma. Nel 2016 mi sono impegnata a fondo per la vittoria del NO al referen-dum per mantenere inalterata la carta costituzionale italiana.

AM

BIE

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SOLIDA

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I candidati consig lieri si presentano

LUCIA PILONIMi piace sognare e cercare di realizzare i miei sogni. Un mondo migliore per tutti è il sogno. Amo la poesia, la musica, la pittura e tutte le arti che raccontano con naturalezza gli stati d’animo dell’uomo. Amo la pace. Mi piace la politica espres-sione elevata dell’uomo. Amo cucinare. Ho 55 anni, infermiera, sposata e madre di 2 figli che arricchiscono la mia vita insegnandomi tantissime cose. Fin dagli anno ’70 mi sono occupata del sociale. Oggi faccio parte del Gruppo Operativo del Cremasco dell’AISM come responsa-bile. Le parole d’ordine sono: abbattimen-to delle barriere culturali e strutturali per una maggiore integrazione e accettazio-ne delle diversità. Ho fatto parte del Con-siglio di Amministrazione dell’istituto IDR/RSA Benefattori Cremaschi per 10 anni. Sono stata per più di 25 anni rappresen-tante sindacale nella RSU dell’Azienda Ospedaliera di Crema per il sindacato USB. Da un anno sono consigliere comu-nale a Crema. Esperienza complessa che non so dire se positiva o negativa, ma che mi fa dire CAMBIARE SI PUÒ!

ROSOLO ASSANDRISono nato il 2 giugno 1955, operaio edi-le, ho viaggiato molto conoscendo popoli lontani. Sempre attento alle evoluzioni politiche restando fedele ai miei valori di sinistra e antifascisti.

ELIA RUSSOHo 36 anni, divorziato, con una figlia. Sono nato e risiedo a Crema. Lavoro presso il Comune di Madignano, con

mansioni di autista scuolabus e collabo-ratore operativo dell’ufficio tecnico. Sono diplomato: Tecnico della gestione azien-dale. Ho deciso di candidarmi perché non basta criticare ma, quando si ritiene di poter contribuire a migliorare la situazio-ne, occorre mettersi a disposizione.

ANGELO VALENZANO Sono nato a Milano il 16 ottobre 1964. Ho vissuto a Pianengo per circa 20 anni, sono separato e ho due figli di 16 e 18 anni; da un paio d’anni risiedo a Crema. Durante l’amministrazione di Pianengo guidata da Ivan Cernuschi (2011-2016) ho ricoperto la carica di assessore all’am-biente. Faccio parte del tartassato popolo delle partite iva svolgendo la professione di grafico, attività che mi ha sempre ap-passionato e divertito. Durante tutta la campagna sul referendum costituzionale mi sono battuto perché vincesse il NO. Sono iscritto all’ANPI di Crema e membro del direttivo provinciale perché ritengo che bisogna mantenere vivo il valore e il sacrificio delle tante persone che ci hanno consegnato un paese libero e un ideale di società, purtroppo non ancora raggiunto. Mi adopererò perché, anche partendo da un Comune come Crema, si possa costru-ire una società più equa, più inclusiva, più accogliente, in poche parole più giusta. Sono convinto che... Cambiare si può!

ROCCO ALBANOSono nato a Milano l’11 dicembre 1979. I miei primi 25 anni li trascorro tra Milano e la Brianza frequentando attivamente i centri sociali milanesi, in seguito mi trasferisco sul territorio cremasco dove, dopo la positiva avventura delle elezioni Europee 2014 con l’Altra Europa, inco-mincia la mia attività politica al fianco delle associazioni territoriali e del popolo. Una passione innata per la pallacanestro, prima come giocatore ora come allena-tore; ma la mia vittoria più grande sono i miei tre figli. È soprattutto per loro che lotterò affinchè non vengano mai calpe-stati valori quali la solidarietà, la pace, la

libertà e contro ogni forma di razzismo e fascismo.

DOMENICO PANARIELLOHo 62 anni e sono sposato da 42 con Ma-ria, con la quale ho avuto 2 figli: Gennaro e Ilaria. Sono di origini napoletane e abito a Casaletto Vaprio dal 1977. Sono stato professionalmente un quadro ammini-strativo presso una azienda del gruppo Poste Italiane. Per diversi anni ho ricoper-to la carica di assessore e vicesindaco del Comune in cui risiedo. Attualmente sono in pensione.

MARIA CAVALLINIHo 54 anni diplomata in ragioneria, ex commerciante ora casalinga, sono ve-dova con due figlie, mi presento con la lista Cambiare si può!, perché dopo aver seguito la presentazione di Mimma Aiello ho capito che potrei avere la possibilità di aiutare i cittadini di Crema nel sociale. Mi ritengo una persona umile, che sa ascol-tare, non volendo promettere nulla che a suo tempo non si possa mantenere.

LUCIANO GENNARIHo 56 anni, abito a Montodine. Svolgo la professione di docente di discipline giu-ridiche ed economiche presso l’istituto Marazzi di Crema. Sono stato assessore alle politiche sociali di Montodine fra il 1995 ed il 2004. Attualmente sono vi-cepresidente sezionale dell’unione dei ciechi e degli ipovedenti della provincia di Cremona. Mi interesso di geopolitica ed amo leggere thriller di fantapolitica. Mi piace cantare, nuotare e camminare in mezzo alla natura.

DANIELE MARCELLO CANNISTRA’Sono nato a Crema 54 anni fa, sposato, 2 figli, nonno di un nipotino. Lavoro come consulente in aziende alimentari nel set-tore bio e vegano. Credo fermamente che la politica sia ‘fare’ con gli altri e per gli altri e quindi mettersi in gioco in prima persona è uno dei fondamenti della mia vita. Le tre parole che mi contraddistin-guono: solidarietà, impegno e rispetto.

GIANEMILIO ARDIGO’Ho 58 anni, vivo a Crema e lavoro presso un centro di ricerca sul sistema energetico (RSE). Il settore ambiente mi vede impe-gnato da anni, sia come iscritto e fonda-tore di Greenpeace a Crema, che come consigliere comunale nelle varie ammi-nistrazioni precedenti nelle fila dei Verdi Europei, di cui faccio parte. Il risparmio energetico e la mobilità sostenibile sono tematiche a cui ho dedicato numerose proposte. Ho deciso di partecipare al pro-getto di questa lista civica perché, a partire dal candidato sindaco, ho visto la voglia e la determinazione di lasciare alle spalle i personalismi politici, facendo spazio alle persone e alle loro professionalità, per portare un valore aggiunto alla nostra città.

SERAFINA ARNOLDISono nata il 13 marzo 1962, sposata con 2 figli, faccio la casalinga. Mi piace la montagna, leggere e cucinare. Sono stata volontaria alla Croce Rossa Italiana per 7 anni. Disoccupata dal 2009, mi occupo prevalentemente dei miei figli (soprattut-to come autista). Ho militato per un paio d’anni nell’associazione ELO (Epilessia

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I candidati consig lieri si presentanoLombardia Onlus). Se eletta vorrei im-pegnarmi nel sociale, soprattutto per le donne in difficoltà.

LAURA CAPPELLETTIHo 42 anni, attualmente lavoro presso uno studio dentistico del cremasco e sono laureanda in scienze della comuni-cazione. L’idea di candidarmi è nata dalla volontà di portare un contributo all’am-biente. Sono impegnata nell’adozione di animali abbandonati (io stessa ho adot-tato 3 cani). Vorrei che a Crema venisse creato un centro culturale dove tutti, an-che bambini e anziani possano svolgere attività ricreative.

IRENE RENZIHo 31 anni e fin da piccola ho sviluppato una forte sensibilità per tutto ciò che ri-guarda la natura, dalla salvaguardia per l’ambiente all’ecologia: da anni svolgo tinture botaniche su tessuti naturali e formulo cosmetici ecobiologici. Il mio in-teresse è per l’energia rinnovabile, per le aree urbane da dedicare ad orti cittadini pubblici e a zone di sgambatura cani. Ho particolarmente a cuore la salvaguardia di alberi e la cura del verde cittadino.

PIER GIUSEPPE BETTENZOLIDetto Beppe, coniugato, ha due figlie, è un funzionario amministrativo del Comu-ne di Milano, militante dell’Unione Sin-dacale di Base (30 anni di impegno nel sindacalismo di base), è stato fondatore e redattore del mensile cremasco Punto a Capo; per 20 anni consigliere comunale a Crema e per 5 anni consigliere provin-

ciale; iscritto all’ARCI e all’ANPI (membro del direttivo provinciale), attualmente segretario della federazione cremasca di Rifondazione Comunista e redattore del periodico @Sinistra.

MAURIZIO BARCELLESIHo 62 anni, sposato, con un figlio. Sono nato e risiedo a Crema. Lavoro presso il Comune di Agnadello in qualità di Agente di Polizia locale. Diplomato Geometra. Ho deciso di candidarmi per riaffermare che il Socialismo non è solo un partito ma, so-prattutto, un ideale che per me è sempre stato ragione e comportamento di vita.

CELESTINO DE RUVOSono nato a Napoli il 18 novembre 1962, risiedo a Ripalta Cremasca, sono coniu-gato e ho una figlia. Lavoro presso i Co-muni di Cremosano e Campagnola Cre-masca come agente di polizia locale. Ho lavorato per 10 anni nelle ferrovie dello stato come meccanico e per 3 anni come guardia giurata. Da anni sono impegnato nell’Unione Sindacale di Base e sono un dirigente locale di Rifondazione Comuni-sta. I miei hobby sono giocare a tennis e la bicicletta. Per 6 anni sono stato volon-tario presso la Croce Verde.

SIMONE ANTONIOLISono nato a Crema il 18 dicembre 1994 e vivo a Ricengo. Amo il cinema, gli anima-li, la lettura, la politica e la storia, studio scienze dell’educazione presso l’univer-sità di Bergamo. La mia forte volontà di combattere le ingiustizie sociali mi ha spinto a militare nel Partito della Rifon-dazione Comunista e sono redattore del

periodico @Sinistra. Mi candido a fianco di Mimma Aiello per impegnarmi per i giovani, l’istruzione, lo sport e la cultura, temi che mi stanno molto a cuore.

SERSE MOSTOSIPensionato, già consigliere comunale del PCI e di Rifondazione Comunista. Appas-sionato di sport e attualmente volontario in una società sportiva di pallavolo.

GIOVANNA UBERTI59 anni, pensionata. Ex commessa, im-pegnata sindacalmente nelle RSU. Ho sempre avuto molta attenzione al so-ciale; vorrei una città senza barriere e più accessibilità ad abitazioni di edilizia popolare.

ARMANDO RICCETTINato il 6 aprile 1977, disoccupato, ho lavorato per 20 anni presso la piscina di Crema prima della privatizzazione ora sono in attesa della sentenza del giudice del lavoro.

GIADA ALLIERI Sono una ragazza di 23 anni diplomata tecnico socio-sanitario, lavoro presso una

rosticceria di Crema. Mi sono candidata nella lista Cambiare si può, perché mi piace moltissimo aiutare la mia città e credo che si possa fare se si vuole! Il mio ruolo, se si può definire così, riguarda lo sport, la cultura, i giovani e l’istruzione. Sono pronta ad ascoltare tutti i vostri consigli, visto che per me è un’esperien-za nuova; sono una persona solare e sono in grado di ascoltare la gente: è questo quello che conta!

ELISABETTA DELLA TORREHo 54 anni, diplomata segretaria d’a-zienda, stenodattilografa e operatore addetto all’assistenza. Essendo mam-ma di una ragazza diversamente abile e lavorando in una struttura, mi sono resa conto quanto sia importante il ruo-lo politico nella società e per questo ho deciso di mettermi in gioco. Non tutta la politica è malata, esiste anche la politica del fare e dell’agire in silenzio con spirito di servizio. Non aspettiamo che siano gli altri a fare politica al posto nostro. Non chiediamo cosa fa la società per noi, ma chiediamoci cosa facciamo noi per la società. Sento il bisogno di donare incondizionatamente le mie capacità, il mio tempo, le mie idee, le mie passioni, soprattutto ai giovani. Vi chiedo di non credere a chi vi promet-te il cielo e le stelle; resistete e votate per chi ama davvero il proprio paese e lo dimostra quotidianamente lavorando in silenzio. 

GIANCARLO REGAZZETTI Nato a Crema il 3 maggio 1964, abito nel quartiere di Ombriano, sono coniugato e padre di Melissa. Lavoro come cantonie-re al comune di Offanengo, sono delegato eletto nella RSU nella lista dell’Unione Sindacale di Base. In casa nostra convive con noi Prisky, un simpatico cagnolino che mi costringe a passeggiate che mi mantengono in forma. Amo il calcio e vi-vere nella natura.

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Ricominciamo dal socialismoDa qualche mese, a Crema è stato aperto un nuovo can-tiere politico: quello costituente la Comunità Socialista Cremonese. Per evitare di ripetere i fallimentari tentativi del passato, dicia-mo subito che non si tratta della sede ove procedere alle appiccicature di soggetti autonomi, di partiti e partitini con associazioni sociali e/o sindacali, bensì un ambito di confronto tra tutte le forze che si battono per la causa della libertà e del lavoro, per un socialismo dalle idee chiare, finalizzato con impegno e passione alla soluzione dei problemi di quanti maggiormente si trovano in stato di bisogno. Dopo un quarto di secolo dalla nascita della Se-conda Repubblica sentiamo sempre più forte il dovere di contribuire a fornire una risposta alternativa all’anomalia italiana caratterizzata, a sinistra, non solo dalla cancellazione dei socialisti dalla scena politica, ma soprattutto da un PD, oggi membro del Pse, che disconosce il socialismo non solo nel nome, ma anche nella “sostanza”, con l’approvazione di una serie di riforme liberi-ste. Il progetto che abbiamo in itinere, richiederà certamente un lungo cam-mino, perché intende partire dal basso, insieme a gruppi, circoli, movimenti, associazioni e singoli cittadini, socialisti nella pratica della vita quotidiana e nelle aspirazioni di una società più giusta. Progetto ambizioso? Certamente sì e non può essere diversamente perché il socialismo è grandi obiettivi, grandi sfide, speranza di cambiamento. Ove non sia così, muore. In questa ottica, dopo anni di assenza dal dibattito politico locale, di ossequiose alleanze, in cambio di qualche briciola di gratificazione ad personam, l’ampia e disorien-tata Comunità Socialista Cremonese, ha deciso di cambiare la situazione in atto, rilanciando e rinnovando le idee e le soluzioni distintive della tradizione socialista, peraltro in fermento crescente in tutta Europa e non solo. Coeren-temente con quanto appena riassunto ed a seguito dell’apprezzamento riser-vato alle nostre proposte in vista delle prossime elezioni amministrative di Crema, con convinzione annunciamo il nostro convinto sostegno al candidato sindaco Mimma Aiello, al suo programma ed alla Lista collegata “Cambiare si può!”

Virginio Venturelli

Disaccordo e antagonismo per sostenere la democraziaSull’eco delle voci molteplici espresse dai numerosi movimenti euro-pei di critica e antagonismo radicali nei confronti dell’attuale gestio-ne politica della società, della cultura e della vita quotidiana dei cittadini europei, torna utile e necessario esprimere un disaccordo radicale in relazione all’abusato ritornello, comune al riformismo socialdemocratico, che da decenni ripete: “non c’è alternativa”, comodo rifugio ideologico per proseguire indisturbati nella linea del finanzcapitalismo globale, incuranti delle ricorrenti crisi finanziarie e attenti a completare la privatizza-zione della società in barba alle esigenze dei giovani, dei disoccupati, degli anziani bisognosi di assistenza, della scuola e dell’istruzione in generale, dei reali diritti delle donne, degli immigrati, della libertà delle diverse credenze religiose, dell’ambiente e di ogni presupposto di economia sostenibile. Per questo moti-vo ritengo che in Europa come nei piccoli centri sia necessario operare scelte radicali, che ro-vescino il processo di sviluppo capitalistico basato sul consu-mo ad ogni costo e sul profitto volto alla sterile speculazione finanziaria. Perché il rinnova-mento è possibile uscendo dal luogo comune, ma diviene pos-sibile solo se c’è un progetto che va cercato ovunque, tran-ne che nelle stanze del potere costituito, va cercato, come diceva Althusser “al mercato” fra la gente, impegnata a fare la spesa, scontando la fatica quotidiana del vivere. Il pro-getto sorge dalla società civile e può vincere in forza del pro-prio disperato convincimento e, com’è stato recentemente affermato da più parti, deve nascere proprio dalla ricchezza socio culturale dei piccoli cen-tri nei quali “l’Italia delle liber-tà torna ad emergere”, e dove ricostruire l’alleanza tra vera sinistra e cittadino (T. Monta-nari). Lecita dunque la speran-za che anche Crema partecipi di questo rinnovamento delle cento, mille città italiane.

Gilberto Polloni

Perché sostengo Cambiare si può̀!

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Libertà e indipendenza di pensieroPur non rinnegando nulla dei cinque anni spesi (bene) a fianco di Stefania Bonaldi da membro della Giunta di cui faccio a tutt’oggi parte, l’11 giugno il mio voto andrà alla lista “Cambiare si può!” e sosterrò dunque la candidatura a sindaco di Mimma Aiello. Questo perché il mio cuore ha sempre “battuto” a sinistra, certamente più a sinistra del PD, e pur non avendo mai avuto in tasca alcuna tessera di partito, quello della Rifondazione Comunista è il gruppo in cui sento di identificarmi maggiormente. Di Mimma ho condiviso la posizione referendaria, ho apprezzato la scelta di indipendenza e a Mimma, così come ai suoi elettori, posso garantire che la Federazione della Sinistra non farà mai pressioni per farle assumere decisio-ni o posizioni definite aprioristicamente. Questo lo affermo con cognizione di causa, dal momento che anche per me l’esperienza amministrativa è stata sgombra da posizioni preconcette o imposte. La proposta culturale realizzata a Crema dal mio Assessorato è stata condivisa pienamente da Ri-fondazione e sono certa che “Cambiare si può!” procederà nel solco tracciato durante gli anni del mio operato.Nella fattispecie, verrebbe ripreso il discorso del potenziamento dei servizi culturali e la biblioteca potrebbe essere aperta tutte le domeniche pome-riggio, come già avviene in molte cittadine della grandezza di Crema; si tornerebbe anche ad inve-stire sull’emeroteca, pur non dimenticando le nuo-ve tecnologie e il modo in cui hanno inciso sulla lettura e anche le altre strutture democratiche del sapere verrebbero potenziate.Con “Cambiare si può!”, lo dice il simbolo stesso della lista, la solidarietà sarebbe il leitmotiv di ogni azione, la solidarietà come stile, come condotta. Questo mi piace parecchio, così come il rimarca-re che l’io è immerso nel suo ambiente, sia esso e prima di tutto quello naturale, così come quello delle relazioni, tra amministratori e città, tra parte politica e parte tecnica nel Comune, tra schiera-menti politici.Quanto sopra sono solo alcune delle motivazio-ni che mi portano a votare “Cambiare si può!”, il cui programma è interessante e innovativo negli aspetti inerenti le tematiche di inclusione e pari opportunità, così come per quel che concerne il bi-lancio partecipativo e le dinamiche di nuove forme di commercio legate ai GAP e ad esempi virtuo-si da riprodurre, pur nel rispetto della peculiarità di Crema: città da sempre viva e dinamica, per la quale tutto è possibile, anche remare controcor-rente.

Paola Vailati(Assessore alla cultura del comune di Crema)

Un popolo di sinistraHo conosciuto Mimma Aiello nel corso della campagna referendaria, è

grazie a persone come lei, che hanno sentito “l’obbligo” di un impegno civile

straordinario, se i tentativi di alterare i contenuti della Costituzione non hanno ottenuto gli esiti sperati ed è merito dello straordinario risultato referendario del 4 dicembre se il disegno del “partito unico” non ha conseguito gli obiettivi politici sperati. Ricordo le ironie ed i “propositi di vendetta” degli ambienti scolastici, di fronte alla “buona scuola” ed alle “mancette” governative. Le prossime elezioni amministrative a Crema, così come altrove, rappresentano un’importante occasione per ribadire l’esistenza, l’importanza, la cultura di un popolo di sinistra e progressista che non si riconosce nel disegno politico dell’attuale compagine governativa. Lo abbiamo sperimentato nelle elezioni amministrative del 2014, quando un pd renziano al culmine del suo delirio di onnipotenza, preferì eludere ogni confronto con le forze democratiche presenti sul territorio, col risultato di consegnare parecchi Comuni a maggioranze di destra. Ed è un atteggiamento che sembra persistere. La presenza alle prossime Amministrative Cremasche di “Cambiare si può!” risulta particolarmente significativa: donne e uomini portatori di storie personali e professionali di eccellenza, che lavorano per una gestione collegiale della città, secondo principi di pace, solidarietà, una città attenta ai giovani, all’ambiente, alla scuola, al volontariato, all’incontro fra culture, capace di ascoltare. Un programma attento allo sviluppo, ma anche ai settori deboli della società. È una scelta di politica e di cultura che caratterizza numerose città italiane, in attesa di riscossa. Mimma Aiello, per la sua storia, le sue battaglie, la sua coerenza, appartiene alla migliore tradizione democratica; nel suo percorso personale e professionale ha mantenuto una coerente fedeltà alla cultura del diritto e del rispetto delle regole e saprà interpretare al meglio i bisogni di una città e di un territorio.

Alessandro Samarani

Perché sostengo Cambiare si può̀!

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X Congresso PRC a Spoleto, ripartiamo più uniti e col cuoreEletto Maurizio Acerbo nuovo segretario nazionale, subentra a Paolo Ferrero dopo 9 anni svolti con passione, onestà e impegno esemplari; confermato Marco Gelmini tesoriere

Il congresso conclusosi domenica 2 aprile, a Spo-

leto, ha eletto Maurizio Acerbo come nuovo segre-tario nazionale del PRC; Pe-scarese, classe 1965 è stato deputato, consigliere regio-nale in Abruzzo e comuna-le a Pescara, componente della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista, da sempre attivo nei movi-menti e nelle lotte sociali e ambientaliste.Sicuramente siamo una anomalia resistente e radi-cale, sempre controcorren-te, dei poeti eretici da oltre 25 anni, quanti partiti sono durati tanto? Si mi sono emozionato e commosso molto, veramen-te alto il livello degli inter-venti internazionali e nazio-nali, col nostro Ferrero che chiude la prima giornata con un discorso sancito da un applauso intermina-bile, non scontato dato il precedente congresso che lo aveva visto come capro espiatorio di tutte le nostre sconfitte elettorali.Importante la presenza, il secondo giorno, di Pippo Civati per “Possibile” e Ni-

cola Fratoianni di “S.I.” che aprono a promettenti convergenze per un percor-so unitario delle forze della sinistra radicale e d’alterna-tiva nel nostro paese.L’ultimo giorno tutta la ris-sosità dei giorni preceden-ti pare oramai un ricordo, sotterrata l’ascia di guerra, la Forenza del documento di minoranza, nel suo di-scorso finale si commuove ricordando in modo scan-zonato il primo Ferrero che conobbe a Chianciano “Che mangiava e vestiva alla ca..o come me”. Anche Ferreo, fino a lì apparso inspiega-bilmente algido, arrivato al suo ultimo ringraziamento rivolto alla donna che per 10 anni lo ha accompagna-to standogli vicino, inter-rompe di colpo il discorso strozzato da un groppo in gola... lacrime e la Forenza che lo abbraccia, anche io lì mi sono commosso.Un risultato politico im-portante è stato l’aver reso centrale il tema del fem-minismo, guardando alla manifestazione dell’8 mar-zo connessa allo sciopero, come uno dei fatti sociali

più rilevanti e di prospetti-va dell’ultimo periodo, un bel segnale l’aver anche eletto un C.P.N. composto al 50% da donne.Eletti il nuovo segretario nazionale Maurizio Acerbo e il riconfermato tesoriere Marco Gelmini, secon-do la Forenza in vena di battute “Due fricchetto-ni”; Acerbo fa un discorso molto spontaneo in cui si comprende come lui sia molto diverso da Ferrero, un movimentista poco av-vezzo alle lunghe riunioni e discussioni e più pro-penso alle manifestazioni e alle lotte, non casuale l’invito a organizzarsi da

subito contro l’imminente G7 di Bari.Conclude con una battuta, a mio parere molto evo-cativa; essendo uno che predilige muoversi in bici e mezzi pubblici, dice alla platea di non aspettarsi che giunga ovunque chiamato come invece fa Ferrero; ma se ognuno di noi proverà a muoversi sapremo arrivare comunque e ovunque; que-sto a mio avviso il simbolo di un vero movimentismo e di un partito che diventa ve-ramente un collettivo.

Andrea Serenapresente al congresso come

delegato nazionale per la Federazione di Crema

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Crema ricorda le 950 vittime innocenti di tutte le mafieIl presidio di Libera, formato soprattutto da giovani, in piazza con associazioni e istituzioni: recitati tutti i nomi di chi ha perso la vita per mano di organizzazioni criminali

Organizzato dai ragazzi del presidio di Libera

cremasco anche a Crema si è celebrata la Giornata del-la Memoria e dell’Impegno delle vittime innocenti delle mafie.Associazioni e istituzioni si sono radunate in piazza Duomo e insieme hanno scandito, in un clima di as-sordante silenzio, i nomi delle vittime in modo che il loro ricordo rimanga inde-lebile in ognuno di noi. Oltre al ricordo, non dob-biamo dimenticare che an-che il territorio cremasco è stato teatro di diverse vi-cende giudiziarie che han-no messo in luce la quali-tà del radicamento della ‘Ndrangheta e della mafia in diverse forme di controllo

del territorio e di infiltrazio-ne nei più disparati ambiti della società.Queste azioni ci ricordano che il territorio è solo appa-rentemente un’isola felice, immune da qualsiasi conta-minazione, in realtà recenti

vicende giudiziarie, la pre-senza di beni confiscati e di insediamenti di famiglie legate alla malavita dovreb-bero farci aprire gli occhi e mantenere alta la guardia.Come cittadini dobbiamo essere orgogliosi e ritenerci

alquanto fortunati che i gio-vani, ragazzi e ragazze del presidio di Libera, lavorano giorno dopo giorno contro la propensione alla passivi-tà, all’ illegalità e al favoreg-giamento di organizzazioni criminali che tentano di radicarsi nel nostro tessuto sociale.

Rocco Albano

Proprietà del Partito della Rifondazione Comunista - Federazione CremascaNumero 5 - Testata iscritta nel Pubblico Registro della Stampa pe-riodica presso il Tribunale di Cremona al N. 3/2016 del 1 aprile 2016Redazione: c/o Rifondazione ComunistaVia Cremona, 27 - Tel. 037383037 (segreteria telefonica)Mail: [email protected]: asinistracrema.wordpress.comDirettore responsabile: Fausto Mario LazzariRedazione: Rocco Albano, Simone Antonioli, Beppe Bettenzoli, Gilberto Polloni, Andrea SerenaStampa: Flyeralarm

SinistraPeriodico cremasco per l’ambiente, il lavoro, la pace, la solidarietà

Elenco vittime dal 1914

Camorra 34Criminalità 2Criminalità organizzata 5Mafia 858‘ndrangheta 31‘ndrangheta ‘i basilischi’ 2Sacra corona unita 18

Vitale ricorda Peppino ImpastatoNei giorni 7 e 8 Aprile la

provincia di Cremona è stata attraversata da una serie di incontri sulla figura di Peppino Impastato. Gli incontri hanno visto la par-tecipazione di Salvo Vitale, amico e compagno nella

lotta alla mafia intrapre-sa da Peppino. Gli incon-tri promossi da più realtà (Arci, Libera contro le Ma-fie, Rinascimenti, Consulta Provinciale degli Studenti e Comitato Promozione Legalità) hanno visto un’ot-

tima risposta del territorio.Gli studenti hanno mostra-to un interesse notevole.Peppino collegava la lotta alla criminalità organizzata a quella contro il sistema, univa la lotta alla mafia con le battaglie portate avanti dagli operai e dai braccian-ti; avanzava una battaglia collettiva aggregando i gio-vani intorno a RadioAut che presto diventò la radio di denuncia delle attività criminali sul territorio, de-nuncia fatta tramite la sati-ra. Fu questo suo impegno che nella notte del 9 maggio 1978, pochi giorni prima delle elezioni comunali a cui si era candidato, lo por-tò ad essere ammazzato. All’omicidio seguì una mas-

sica opera di depistaggio delle indagine che portaro-no soltanto nel 2002 a rico-noscere in tribunale il capo-mafia Gaetano Badalamenti colpevole dell’omicidio di Peppino Impastato.Lo slogan “Peppino è vivo e lotta insieme a noi” non è caduto nel vuoto.

Alessio Maganuco

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Abbiamo incontrato Mimma Aiello, figlia

di Ermete, candidata sin-daco per la lista “Cambia-re si può!”. Ci ha accolto nel suo studio di avvocato, di via Civerchi in Crema. Considerando che la tua è una lista civica in qual-che modo anomala, lega-ta a precise parti politi-che della Sinistra ma an-che a figure che non sono iscritte a nessun partito, a chi ritieni di rivolgerti?Mi accusano sempre di es-sere troppo vicina a certe posizioni e meno ad altre, continuano a dire che sono il candidato di Rifonda-zione Comunista. Io dico che la forza della nostra li-sta, invece, sta proprio nel pluralismo, una pluralità di persone e di idee che si ritrovano insieme, pur con provenienze diverse, nella lista “Cambiare si può!”.Abbiamo sicuramente for-ze e risorse importanti che provengono da Rifondazio-ne, quindi non ci nascondia-mo dietro a un dito, ma c’è anche chi rappresenta i Ver-di, c’è la Comunità Sociali-sta e poi ci sono (tra questi mi metto anch’io) presenze assolutamente libere da etichette. Non ho tessere di partito, pur gravitando certamente nell’ambito del-la Sinistra; perciò questo deve rigorosamente essere chiaro, come il fatto che ac-canto a me ci sono persone che, come me, non hanno mai avuto esperienze poli-tiche, o che sono state più vicine ad altre forze diverse rispetto a quelle che rap-presentiamo oggi a Sinistra, persone che si sono avvici-nate a noi perché si sono riconosciute in valori asso-lutamente universali, come

la solidarietà, l’ambiente, la voglia di aiutare il prossi-mo, la convivenza pacifica, in una città che vuole esse-re bella e vivibile per tutti.Quindi l’elettorato a cui ti rivolgi qual è?Noi siamo una lista civica bellissima, piena di idee e di risorse; l’elettorato a cui ci rivolgiamo è un elettora-to eterogeneo che si rico-nosce in valori importanti; individui che hanno a cuo-re la tutela delle persone e della propria città. I miei elettori sono bipartisan; ho ricevuto riconoscimenti da persone e ambienti molti diversi, che hanno apprez-zato il modo di porsi mio e della lista, manifestando la volontà di votarci.

A proposito di apprezza-menti, cosa ritieni venga più apprezzato della tua proposta?Credo, parlo anche a nome di tutta la lista, la trasparen-za e la chiarezza; perché le proposte che noi facciamo sono sempre molto chiare; trasparenza nel parlare alle persone non in politichese, idee chiare, concrete e fat-tibili.In prospettiva, se potes-si immaginarti già in gra-do di cambiare davvero qualcosa, come sostiene pure lo slogan della tua lista, quali sarebbero i

primi tuoi contributi alla città di Crema?Sicuramente l’eliminazione delle barriere architettoni-che è la prima cosa che vor-rei fare. Legalità e sicurezza, ambiente e animali; quello che a me piace pensare è di poter intervenire nell’ambi-to della legalità e nel nostro programma abbiamo pen-sato che possa esserci una sede anche in Municipio di una pluralità di associazio-ni che si occupano di lega-lità, che s’interfaccino con i cittadini, ma non solo; che il Comune diventi parte attiva di queste associazio-ni e si faccia, soprattutto, portavoce delle istanze dei giovani. È importante che il Comune ascolti le istanze dei giovani e, se possibile, li affianchi e li aiuti. Penso ad una Amministrazione at-tiva, molto partecipata da parte dei cittadini, perché rappresentiamo loro, non rappresentiamo noi stessi. Un’altra cosa che vorrei realizzare in tempi rapidi riguarda l’apertura di centri di aggregazione per i gio-vani. Poi, tema a me molto caro, è quello della solida-rietà.In cosa ti identifichi, quali sono i tuoi valori più caratteristici?Io, per inclinazione perso-nale, penso alla solidarietà, all’aiuto del prossimo, ma anche ad una città vivibile. Come prima cosa vorrei che Crema fosse più acces-sibile alle persone disabili e alle persone anziane.Cosa pensi di Crema in questi ultimi anni?Penso stia morendo e a me piange il cuore. Se devo dire la verità, io sono mol-to contraria a quegli eventi spot (notti bianche, street

food e così via) perché ap-portano ben poco se non nulla alla nostra città e in realtà non la valorizzano affatto. Crema sta morendo perché non ha una politica giovanile che sia veramente pregnante. Sta diventando una città vecchia che per-de servizi; non posso non ricordare che abbiamo per-so un servizio come quello del tribunale e siamo grave-mente a rischio sul servizio ospedaliero, come quello universitario.Questo è quello che vedi negativamente nel con-tingente, ma la tua pro-posta e il tuo entusiasmo sono proiettati verso un futuro positivo…Certo!, soprattutto per i giovani e i temi della soli-darietà. Per dare una svolta alla città, bisogna incidere sulla sua economia, che deve diventare un’econo-mia della città: l’idea di un ampliamento degli orti sociali, ad esempio, delle cooperative di giovani, of-frendo la possibilità di fare dei mercati sociali, in cui possano anche lavorare dei ragazzi disabili. Potrebbe essere una spinta all’inclu-sione e al rilancio.Anche l’università andreb-be potenziata, bisogne-rebbe avere il coraggio di osare, perché è una realtà che sta andando a morire. Insomma, bisogna ripen-sarla un po’ questa città e questo potrebbe essere un modo per rilanciare, a mio avviso, economia e solida-rietà insieme. Ce la mettia-mo tutta, perché “Cambiare si può”, noi ci speriamo con entusiasmo e amore!A cura di Fausto Lazzari, collaborazione tecnica di

Simone Antonioli

Votiamo Mimma Aiello perché Cambiare si puo!

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BIE

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SOLIDA

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