SIMEUP Instructor Bulletin n · semplificazione delle sequenze operative con l’obiettivo di...

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Modalità di richiesta del bollettino: è sufficiente indirizzare una mail con richiesta del Notiziario a: [email protected] L’invio è gratuito. Vol 2, No 1, marzo 2014 SIMEUP Instructor Bulletin Prosegue il nostro viaggio tra le manifestazioni targate SIMEUP e dirette alla popolazione. Le immagini del notiziario questa volta riguardano il progetto “Asili sicuri”, una iniziativa promossa dal Comune di Roma, da SIP, SIMEUP e dall’Ordine dei Medici di Roma con la finalità di fornire le conoscenze necessarie per intervenire in caso di arresto cardio- respiratorio di un bambino. Il progetto, primo in Europa, è già stato presentato sul nostro sito ww.simeup.it e prevedeva la formazione di 6mila educatrici di asili nido e scuole dell’infanzia di Roma. Solo addestrando almeno il 30% del personale delle nostre scuole alle manovre del supporto pediatrico vitale di base (PBLS), si possono garantire ai genitori ed ai nostri bambini aree scolastiche più sicure, come prospettato dalle principali società mondiali di RCP (ILCOR, AHA). Il programma, che si è tenuto nelle scuole che hanno aderito all’iniziativa, prevedeva una serie di corsi tenuti dagli istruttori SIMEUP, che con un addestramento pratico su manichini di bambini e di lattanti rendevano il personale della scuola idoneo ad intervenire in situazioni critiche, in attesa di un soccorso avanzato. Al termine ai partecipanti che avevano superato i tests di valutazione è stato conferito il certificato di esecutore PBLS SIMEUP non sanitario. L’iniziativa è stata presentata in Campidoglio dal vicesindaco di Roma Capitale, Sveva Belviso, alla presenza di Gianluigi De Palo, assessore alla Famiglia all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale, di Enrico Cavallari, assessore al Personale di Roma Capitale, di Riccardo Lubrano, vicepresidente SIMEUP Italia, di Massimo Palumbo presidente SIP Lazio, di Patrizio Veronelli, vice-presidente SIMEUP Lazio e di Giuseppe Melpignano, pediatra e neonatologo. Sommario Pag. 2 Pag. 4 Pag. 6 Pag. 7 Novità: Nasce il BLS SIMEUP PEDIATRIC ALARM Nuovo corso di formazione L’Istruttore SIMEUP dipendente pubblico con rapporto esclusivo Otto domande al Prof. Berg SIMEUP Instructor Bulletin Pag 9 PBLSD e Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia

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Modalità di richiesta del bollettino: è sufficiente indirizzare una mail con

richiesta del Notiziario a: [email protected]

L’invio è gratuito.

Vol 2, No 1, marzo 2014 SIMEUP Instructor Bulletin

Prosegue il nostro viaggio tra le manifestazioni targate SIMEUP e dirette

alla popolazione. Le immagini del notiziario questa volta riguardano il

progetto “Asili sicuri”, una iniziativa promossa dal Comune di Roma, da

SIP, SIMEUP e dall’Ordine dei Medici di Roma con la finalità di fornire

le conoscenze necessarie per intervenire in caso di arresto cardio-

respiratorio di un bambino. Il progetto, primo in Europa, è già stato

presentato sul nostro sito ww.simeup.it e prevedeva la formazione di

6mila educatrici di asili nido e scuole dell’infanzia di Roma. Solo

addestrando almeno il 30% del personale delle nostre scuole alle manovre

del supporto pediatrico vitale di base (PBLS), si possono garantire ai

genitori ed ai nostri bambini aree scolastiche più sicure, come prospettato

dalle principali società mondiali di RCP (ILCOR, AHA). Il programma,

che si è tenuto nelle scuole che hanno aderito all’iniziativa, prevedeva una

serie di corsi tenuti dagli istruttori SIMEUP, che con un addestramento

pratico su manichini di bambini e di lattanti rendevano il personale della

scuola idoneo ad intervenire in situazioni critiche, in attesa di un soccorso

avanzato. Al termine ai partecipanti che avevano superato i tests di

valutazione è stato conferito il certificato di esecutore PBLS SIMEUP non

sanitario. L’iniziativa è stata presentata in Campidoglio dal vicesindaco di

Roma Capitale, Sveva Belviso, alla presenza di Gianluigi De Palo,

assessore alla Famiglia all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale, di

Enrico Cavallari, assessore al Personale di Roma Capitale, di Riccardo

Lubrano, vicepresidente SIMEUP Italia, di Massimo Palumbo presidente

SIP Lazio, di Patrizio Veronelli, vice-presidente SIMEUP Lazio e di

Giuseppe Melpignano, pediatra e neonatologo.

Sommario

Pag. 2

Pag. 4

Pag. 6

Pag. 7

Novità: Nasce il BLS

SIMEUP

PEDIATRIC ALARM

Nuovo corso di formazione

L’Istruttore SIMEUP

dipendente pubblico con

rapporto esclusivo

Otto domande al Prof. Berg

SIMEUP Instructor Bulletin

SIMEUP Instructor Bulletin n

Pag 9 PBLSD e Corso di Laurea

in Medicina e Chirurgia

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Vol 2, No 1, marzo 2014

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SIMEUP Instructor Bulletin

Torino, 27 Marzo 2014: Nasce il BLS-SIMEUP,

Basic Life Support dell’Età Evolutiva

Era inevitabile, era opportuno, era

necessario.

La nostra Società Scientifica

Pediatrica non poteva continuare

ad ignorare l’esigenza di inserire nel

BLS, corso considerato la pietra

angolare o il mattone alla base di

tutta la Formazione SIMEUP,

l’estensione delle Linee Guida

anche a quell’età posta all’estremità

finale dell’Età Evolutiva,

l’Adolescenza.

Come dichiarato dal Presidente

della Società Italiana di Pediatria,

Prof. Giovanni Corsello (1)

“…Diritto all’ as-sistenza del

pediatra sino all’adolescenza: Il

bambino e l’adolescente hanno

diritto ad essere curati da un

medico specialista in possesso delle

competenze e delle conoscenze

necessarie per i loro bisogni di

salute, che è il pediatra”.

In base alla Convenzione

Internazionale sui Diritti

dell’Infanzia, recepita dal

Parlamento con la legge 176 del 27

maggio 1975, lo Stato riconosce

l’infanzia come un bene sociale da

salvaguardare e sul quale investire,

e definisce la tutela sanitaria

dell’infanzia e dell’adolescenza un

diritto fondamentale, nonché uno

degli obiettivi specifici proposti

dall’Organizzazione Mondiale della

Sanità. Con legge del 11 Luglio

2011 n. 112, viene istituita

l’Autorità Garante per l’Infanzia e

l’Adolescenza, e all’Art. 3 di tale

documento si legge: “verifica che

alle persone di minore età siano

garantite pari opportunità

nell’accesso alle cure e

Pasquale Ferrante, Responsabile Commissione Nazionale BLS-SIMEUP

nell’esercizio del loro diritto alla

salute…”. Anche il decreto di

Riassetto delle Scuole di

Specializzazione di Area Sanitaria

(G.U. n. 258, 5 Novembre 2005) ha

confermato l’adolescenza come

specifico ambito di competenza

dello specialista in Pediatria

(Medicina dell’Età Evolutiva). Da

un punto di vista cronologico

l’adolescente non ha limiti

rigidamente definibili ma di solito si

tende a far coincidere il suo inizio

con la comparsa dei segni di

sviluppo puberale, intorno ai 10-11

anni, e la sua fine con il

raggiungimento dell’età adulta,

limite però meno definito.

Anche per gli estensori delle Linee

Guida Internazionali sulla

rianimazione cardio-polmonare

(rcp) è stato necessario stabilire

artificiosamente dei limiti di età a

seconda delle tecniche migliori da

utilizzare nell’ambito della

sequenza proposta.

Negli anni, nell’ottica di una

semplificazione delle sequenze

operative con l’obiettivo di ottenere

una più fedele aderenza alle

manovre da eseguire, soprattutto

dai soccorritori non professionisti,

le differenze fra le manovre sono

diminuite, ma non ancora

annullate, date le evidenze degli

studi in vivo (pochi) e di

simulazione.

Alla base delle differenze proposte

vi è sempre la diversa eziologia

dell’arresto cardiaco nei bambini

rispetto agli adulti. Poiché non

esistono singole differenze

anatomiche o fisiologiche che

distinguono una vittima bambino

da quella adulta e non ci sono

evidenze scientifiche che

identifichino con esattezza l’età per

passare da quelle del bambino a

quelle dell’adulto, le Società

scientifiche, ove possibile, hanno raggiunto nell’ambito di “Consensus

Conferences” la decisione di stabilire

i limiti di età sulla base di criteri

pratici e di semplicità di

addestramento.

Per esempio L’Agenzia

dell’Emergenza Sanitaria della

Contea di San Matteo (San Matteo

County EMS-USA) ha stabilito che

l’età pediatrica termina ai 15 anni o

36 Kg di peso sulla scala codice-

colore del Broselow tape, ma

l’applicazione delle tecniche di rcp

pediatriche si applicano da 1 a 8

anni.

Già nelle Linee Guida

dell’American Heart Association

(AHA) edite nel 2005 si

proponevano per i soccorritori

occasionali le manovre di rcp

dell’adulto oltre gli 8 anni di età,

mentre per i soccorritori

professionali tali differenze si

applicavano dall’inizio

dell’adolescenza o pubertà (circa

12-14 anni) definita meglio dalla

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Vol 2, No 1, marzo 2014

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SIMEUP Instructor Bulletin

comparsa di caratteri sessuali secondari, mentre per le cure avanzate si lasciava la possibilità di continuare ad utilizzare

le Linee Guida pediatriche (PALS) per tutta l’età evolutiva (anche fino a 16-18 anni) piuttosto che usare quelle

dell’adulto (ACLS) (2).

Anche nelle Linee Guida 2010 dell’European Resuscitation Council (ERC) viene stabilito che in merito all’rcp dalla

pubertà bisogna parlare di pazienti adolescenti per i quali si applicano le Linee Guida dell’adulto (3).

Le Linee Guida 2010 AHA in un’ottica di sempre maggiore semplificazione delle tecniche, suggeriscono di applicare per

tutti i tipi di soccorritori le Linee Guida del BLS dell’adulto a partire dall’adolescenza, caratterizzata dalla presenza di

peli ascellari nel maschio e bottone mammario nelle femmine (4-5).

Risulta quindi particolarmente utile la seguente tabella sinottica riepilogativa modificata delle Linee Guida AHA 2010

che ci sintetizza le poche differenze da applicare nell’eseguire la sequenza di manovre di rcp rispettivamente nel lattante,

bambino e adolescente (6).

Tali differenze nelle manovre nelle differenti età, già presenti nella versione italiana del Manuale BLS AHA per operatori

sanitari (6), saranno al più presto riportate nel Manuale di BLS dell’Età Evolutiva SIMEUP.

Bibliografia

1. I diritti dei bambini: il decalogo e il pediatra “come avvocato”-parte 2, Medicina & Salute 8-11-2013.

2. Circulation. 2005; 112: IV-12-IV-18.

3. Resuscitation 81 (2010) 1364-1388.

4. Circulation. 2010;122:S862-S875.

5. Pediatrics Volume 126, Number 5, November 2010.

6. High lights of the 2010 AHA Guidelines for CPR and ECC http://www.heart.org/idc/groups/heart-

public/@wcm/@ecc/documents

/downloada

ble/uc

m_317350.

pdf

7. Bellia F, Lubrano R, Ferrante P,

e

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Vol 2, No 1, marzo 2014

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SIMEUP Instructor Bulletin

L’arresto cardiaco è un evento raro

in età pediatrica, ma se

consideriamo i bambini degenti in

ospedale, la prevalenza arriva, a

seconda delle casistiche, allo 0,3 – 7

%. Questo dato, fortunatamente, si

accompagna al riscontro di una

sopravvivenza maggiore all’arresto

cardiaco nei pazienti ricoverati

rispetto ai casi trattati in ambiente

extraospedaliero, imputabile alla

possibilità di effettuare cure efficaci

in un tempo più rapido.

Proprio la consapevolezza che

l’ospedale rappresenta quindi un

luogo “a rischio”, ha fatto emergere

negli anni l’esigenza di fornire una

risposta rapida ed efficace

all’emergenza intraospedaliera. A

partire dal mondo anglosassone

sono stati elaborati sistemi

organizzativi che permettono ai

sanitari di allertare

tempestivamente un’equipe di

soccorso avanzato (MET Medical

Emergency Team) sulla base del

riscontro di parametri vitali critici

nei pazienti ricoverati in reparti di

degenza non intensiva. Se questo è

stato relativamente semplice per il

paziente adulto, nel mondo

pediatrico ci si è a lungo interrogati

su quali potessero essere i parametri

vitali per definire un bambino

“critico”. Basandoci sull’esperienza

inglese del PEWS (Pediatric Early

Warning Score) abbiamo elaborato

un sistema di valutazione che

permette di identificare in meno di

30 secondi il bambino “a rischio” di

arresto cardiaco: questo strumento

si chiama Pediatric Alarm

(p.Alarm).

Attraverso la registrazione nel

tempo dei parametri vitali del

bambino, interpretati come

scostamento dalla normalità in

relazione all’età, il p.Alarm fornisce

uno strumento di monitoraggio

semplice ed efficace del bambino

ricoverato. Tramite il p.Alarm non

solo possiamo allertare il MET in

modo appropriato e tempestivo, ma

anche identificare precocemente il

peggioramento clinico del bambino,

con l’obbiettivo di prevenire

l’evoluzione verso l’arresto cardiaco.

Il corso di formazione “Pediatric

Alarm” si rivolge pertanto a medici e

infermieri che lavorano in ambiente

ospedaliero e ha l’obbiettivo di

insegnare e diffondere l’utilizzo di

questo strumento di monitoraggio.

Parallelamente il corso fornisce

nozioni pratiche e schemi di

comportamento adeguati per gestire

il peggioramento clinico del bambino

ricoverato e saper collaborare con il

soccorso avanzato nel caso si

verifichi un’emergenza

intraospedaliera.

Nella migliore tradizione SIMEUP il

corso, che dura un giorno, è

organizzato alternando lezioni

teoriche, filmati di simulazione e

prove di addestramento pratico con

manichini. Requisito indispensabile

per l’iscrizione è il superamento del

PBLSD.

Il corso viene tenuto da istruttori

PBLSD che abbiano svolto il

percorso di affiancamento; il

direttore deve essere un medico.

All’inizio della giornata viene

fornito agli allievi un manuale

completo e un pratico regolo per

poter tenere il p.Alarm sempre a

portata di mano durante il corso e

in futuro nel luogo di lavoro. Si

parte con cinque lezioni teoriche,

tenute dagli istruttori a turno

mediante supporto di un carrello di

diapositive, che spiegano il

razionale dei sistemi di risposta

rapida all’emergenza

intraospedaliera e illustrano come

funziona lo strumento p.Alarm. Al

termine di ogni lezione sono

proposti agli allievi due quiz a

scelta multipla sul contenuto della

PEDIATRIC ALARM

Intercettare il peggioramento

clinico del bambino ricoverato Un nuovo corso di formazione

proposto da SIMEUP

C. Bondone1, E. Castagno1, C. Rossi2, A. F. Urbino1

1 A. O. Città della Salute e della Scienza di Torino, Ospedale Infantile Regina Margherita, S.C. Pediatria d’Urgenza, Torino. 2 A.O. Città della Salute e della Scienza di Torino, Ospedale Infantile Regina Margherita, S.C. Qualità della Comunicazione e URP .

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Vol 2, No 1, marzo 2014

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SIMEUP Instructor Bulletin

lezione stessa per verificare la

comprensione dei contenuti e

stimolare la discussione collegiale

in aula. Dopo questa prima parte

viene proiettato in aula un filmato

nel quale viene simulata

l’applicazione del p.Alarm nella

valutazione di un bambino

ricoverato e la corretta modalità di

chiamata del MET. Gli allievi

vengono quindi suddivisi in gruppi

di massimo sei persone e condotti

nelle stazioni pratiche di

addestramento dove si allenano ad

attribuire il corretto punteggio

p.Alarm in diversi scenari clinici

simulati, a prendere le decisioni

opportune in base al punteggio

attribuito e a chiamare ove

necessario il MET. La mattinata si

conclude con una stazione pratica

di PBLSD retraining. Il pomeriggio

si apre con una lezione teorica,

condotta in plenaria, che illustra le

modalità di gestione dell’emergenza

intraospedaliera e di interazione

con la squadra MET da parte del

personale del reparto da cui giunge

la chiamata. Vengono inoltre

fornite le indicazioni per la corretta

gestione del trasporto

intraospedaliero di un paziente

critico. Al termine della lezione

viene proiettato un filmato dove

viene simulata la gestione di un

caso di emergenza intraospedaliera

secondo quanto illustrato. Gli

allievi vengono quindi nuovamente

suddivisi in gruppi e condotti nelle

stazione pratiche di addestramento.

Qui si esercitano nel riconoscere

situazioni di emergenza

intraospedaliera, allertare

prontamente il MET, fornire un

primo soccorso di base, collaborare

con la squadra MET al suo arrivo

nella stabilizzazione clinica del

paziente e infine provvedere al

trasporto intraospedaliero del

paziente in sicurezza.

Continua

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Vol 2, No 1, marzo 2014

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SIMEUP Instructor Bulletin

L’attività didattica-formativa dei corsi

organizzati da SIMEUP è svolta

massimamente da professionisti

dipendenti del SSN, in rapporto di

esclusività di lavoro. Per il personale

dipendente della Pubblica

Amministrazione (PA) - nella fattispecie

l’Ospedale - il principio di esclusività

produce l’obbligo di non svolgere alcuna

attività che contrasti con il corretto

adempimento dei compiti d’ufficio e che

risponda a specifiche esigenze

amministrative. Tuttavia la PA

autorizza alcune tipologie di attività

extraistituzionali occasionali,

temporanee, che non contrastino con il

corretto adempimento dei compiti

d’ufficio e non portino nocumento agli

interessi o all’immagine della PA. La

normativa di riferimento è il DL 165/01

all’art. 53, modificato dalla L 190/12 - la

cd legge anticorruzione – cui ora

dobbiamo assolutamente fare

riferimento. Sono da considerarsi

attività extraistituzionali quegli incarichi

svolti al di fuori del rapporto di lavoro

con la PA (extraorario istituzionale), su

richiesta e per conto di Amministrazioni

sia pubbliche che private. A titolo

esemplificativo indico: attività di

docenza o di relatore ad eventi formativi

o convegni o seminari, attività di

componente commissioni di concorso o

di valutazione o di gara o di esami,

collaborazioni occasionali o simili,

attività di consulenza tecnica (CTU,

CTP), attività artistica, incarichi in

società sportive o cooperative, attività di

verifica o collaudo, etc.. Nel nostro

specifico sono da considerare quegli

incarichi che il professionista è chiamato a svolgere in considerazione della

professionalità che lo caratterizza all’interno

dell’Ospedale.

Ciò detto, veniamo agli obblighi. La

principale modifica introdotta dalla

legge in parola obbliga la propria PA

(Ospedale) a dare comunicazione - entro

15 giorni e per via telematica - al

Dipartimento della Funzione Pubblica,

dell’avvenuta autorizzazione che ha

riconosciuto al proprio dipendente. Ne

deriva che il pubblico dipendente deve

necessariamente farsi autorizzare dalla

propria PA, per svolgere una

determinata attività extraistituzionale e

lo deve fare con almeno 15 giorni di

anticipo sulla data prevista, inviando

una specifica richiesta al proprio

Ospedale. Quindi il difetto temporale

di comunicazione del dipendente

ricadrà sul suo proprio Ospedale, che

dovrà necessariamente negare

l’autorizzazione richiesta e farà

scattare le sanzioni previste al citato

art. 53. Al danno potrebbe

aggiungersi pure la beffa, se il

dipendente pubblico non informasse

la PA di voler svolgere incarichi extraistituzionali retribuiti (ex art. 53

comma 7 e 7bis DL 165/01). Il

motivo è presto detto, infatti il

dipendente pubblico non può svolgere

incarichi retribuiti che non siano stati

conferiti o previamente autorizzati

dall’Amministrazione di

appartenenza. In caso di inosservanza

del divieto, fatte salve le più gravi

sanzioni e ferma restando la

responsabilità disciplinare, il

compenso dovuto per le prestazioni

eventualmente svolte deve essere

versato, a cura dell’erogante o del

percettore, all’Amministrazione di

appartenenza, per incrementare il

fondo di produttività o altro fondo

equivalente. Il mancato versamento,

da parte dell’indebito percettore-

dipendente pubblico, costituisce

ipotesi di responsabilità erariale

soggetta alla giurisdizione della Corte

dei Conti.

In sintesi: il consiglio per l’istruttore

SIMEUP, pubblico dipendente, che

svolge attività extra istituzionale,

retribuita e non, è di richiedere al

proprio Ospedale (Direzione Sanita-

ria, Direzione del Personale) una

specifica autorizzazione, con almeno

15 giorni di preavviso e di assicurarsi

di godere del conseguente nullaosta,

preventiva-mente all’evento formativo

cui intende prendere parte. Verifichi

infine presso i propri uffici

Amministrativo-Giuridici della

eventuale necessità di produrre a

consuntivo i dettagli delle attività

effettivamente svolte. Potenza di un

rapporto esclusivo.

L’istruttore SIMEUP dipendente pubblico in rapporto esclusivo Fabio Savron - Anestesia e Rianimazione – IRCCS Burlo Garofolo Trieste

[email protected]

Direttore Responsabile

Antonio URBINO (TO)

Coordinamento Editoriale

Simone RUGOLOTTO (VR)

Redazione

Pasquale FERRANTE (BA)

Gian Battista GUIDI (MO)

Corrado CECCHETTI (ROMA)

Stefania NORBEDO (TS)

Comitato di indirizzo

SIMEUP

Consiglio Direttivo Nazionale

Presidente

Antonio URBINO (TO)

Tesoriere

Stefania ZAMPOGNA (CZ)

Segretario

Antonio URBINO (TO)

Consiglieri

Alberto ARRIGHINI (BS)

Francesco BELLIA (CT)

Antonio CUALBU (SS)

Luciano PINTO (NA)

Simone RUGOLOTTO /(VR)

Giuseppe RUSCETTA (LT)

Francesco PASTORE (BR)

Past Preseident

Gianni MESSI

Revisori dei Conti

Giovanni CAPOCASALE

Agostino NOCERINO (UD)

Pietro SCOPPI (ROMA)

SEGRETERIA E REDAZIONE

Commenti, articoli, lettere sono benvenuti e vanno indirizzati a:

Dr. Simone Rugolotto, TIN , Ospedale Policlinico, AOUI di Verona, P.le Scuro,

37134 VERONA

FAX: 045 812 4790 TEL 045 812 4390

EMAIL: simone.rugolotto @ospedaleuniverona.it

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Vol 2, No 1, marzo 2014

SIMEUP Instructor Bulletin

Otto domande al Prof. Mark Berg

Pellentesque venenatis.

Prof. Berg, while teaching CPR programs a vexata

quaestio quite often pops up: when neonatal guidelines

end and pediatric guidelines start? When pediatric

guidelines end and adult guidelines start? This is a

great question and one that has no definitive answer.

For neonatal versus pediatric resuscitation we say that

neonatal applies to the delivery room and the NICU.

We do understand that a baby may go home from

hospital on day 2 of life and return on day 3 to PICU to

get PEDS resuscitation approach.....and also a baby

may stay 3 MONTHS in the NICU and get neonatal

resuscitation support. If you look at the approach, the

physiology of asphyxia is more present in the approach

in the NICU (ie relatively more ventilation.) We have

not determined an absolute age for a transition from one

approach to another. When to change from Peds to

Adult? For ease of identification we say when signs of

puberty are present then you may consider the child to

be an adult (page S863 of the PBLS guidelines 2010 in

Circulation) This is for prehospital and lay rescuers. In

hospital it may be very different depending on the

location which is OK. In other words, since the staff is

trained in PALS in a PICU, a 17 year old patient in

PICU can get "Peds" resuscitation, not adult, even

though they are through puberty.

Pediatric trauma is always a leading death cause in

children and you have been member of the PALS

group scientists who wrote the last PALS guidelines:

is pediatric trauma training practiced enough? Do we

have enough and adequate pediatric trauma training

programs? Another great question. The PALS

committee has been very careful to stay within their area

of expertise. The relative lack of trauma education has

been a real criticism of our course. There is a great

course from the American College of Surgeons (ATLS)

to address trauma resuscitation. Every time we revise

PALS, we struggle with this notion. How much to

"expand" PALS? Should we talk about sepsis (also a

very significant cause of death in kids?) How about

toxicology? Etc. We have tried to stay narrow but

relevant. If you are going to be treating trauma as the

first provider, you may consider additional training in

ATLS or the American Academy of Pediatrics APLS

course.

Is there enough evidence that supports the

implementation of advanced simulation programs in

CPR trainings (e.g. PALS)? In other words does

simulation really help improvement in CPR skill and

management of advanced pediatric scenarios or is the

debriefing tool the key factor? Most of us realize that

simulation is an important component to training. It's

hard to argue AGAINST it. However, the body of

literature that PROVES that simulation improves PALS

training is still lacking. One issue may be that simulation

in pediatric resuscitation education is still in many ways

just beginning. Also, "simulation" is a very broad term.

For some it means simply using a manikin in training.

For others, it means a complex environment where

several providers work together to resuscitate a high-

fidelity model in a realistic environment. Both models

have benefits and drawbacks. For example, even the

simplest model can be very effective in training providers

to perform effective chest compressions. Critical thinking

skills may require a more realistic simulation. In the end,

the debriefing (in my opinion) is really the key. Each time

I lead a simulation I try to improve my skill at debriefing.

I think we need to get past the "basic" understanding that

debriefing should not be a lecture to the students and

really explore how best our students learn in a debriefing.

This is where I may be a bit "radical". For example, It is

thought that you should not single out individual students

in the group setting for improvement since they can feel

ashamed or embarrassed. I, however, think that the skilled

teacher CAN do this and can create a wonderful and safe

learning environment for everyone without

embarrassment. This is a difficult debrief skill however.

What about video? Recently I've been thinking about an

online "assisted" debriefing (where the student can

consider their actions post-simulation in private with an

adaptive learning software). In other words, the debrief is

probably the MOST important part of simulation, but the

future is open to many new ideas in this area.

Prof. Berg, will the "CoSTR format" be changed for the

upcoming CPR Guidelines? Or is it still the

international path to be followed? Everything is

changing with respect to evidence review, consensus on

science statements and guideline preparations. Basically,

there has been a realization that the current approach

takes too many resources (money and people and time)

and that there is a better "smarter" way to do this. Some

topics should be reviewed more frequently than every 5

Professor of Pediatrics

Division Director - Pediatric Critical Care Medicine

Regional Medical Director - Pediatrics, AirMethods, Inc. (LifeNet Arizona)

University of Arizona, College of Medicine, USA

Intervista raccolta da Simone Rugolotto, CdR Verona

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Vol 2, No 1, marzo 2014

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SIMEUP Instructor Bulletin

years, others are very static. This balance is hard to

achieve and the AHA along with all of the international

resuscitation councils are working on how best to do this

process. I do believe that the next guidelines and science

reviews will be done differently. Stay tuned!

In the near future, which innovation in CPR training

will be the most valuable? On the other hand, which is

the key factor good survival for pediatric cardiac

arrest? Lay people training or prompt advanced

healthcare intervention? This is my personal opinion,

but I still believe that high quality CPR (compressions)

saves lives. This needs to start EARLY (which means

more training and bystander CPR is necessary.) Many of

us have taken care of patients who had a survivable

cardiac arrest, but one link in the "chain of survival" has

failed and the patient had a poor outcome. Maybe it was

a delay to defibrillation, maybe it was poor or delayed

chest compressions, maybe is was bad care after arrest.

All of these areas have room for improvement. Adult

medicine may be different with the need for coronary

artery revascularization being something that we don't

deal with in pediatrics. Finally, cooling after arrest!

What a wide-open area. We are participating in the

THAPCA (Therapeutic Hypothermia After Cardiac

Arrest) trial at the University of Arizona. I can say that

preliminary studies before this trial have convinced most

of use in Pediatrics that we do NOT know what is the

right strategy in kids. Cool or not? We need to wait to

see. Recent data presented in Dallas at AHA in

November 2013 suggests that even the use of cooling in

adults may be questioned. The original studies in this

area (HACA and Bernard trials) may have actually not

proven that cooling is beneficial but may have shown

that fever is harmful since the control group was not held

at 37 degrees celsius. Stay tuned for more exciting

information in this area.

Today some CPR training programs are running in

poor countries. Are you optimistic about the future of

these programs in Africa and other poor countries? I

have to say honestly that I am pessimistic about the

future of programs in the developing world. We spend so

much time in developed nations studying and arguing

about fine points of resuscitation (defib doses,

compression to ventilation ratios, the use of epinephrine,

etc) Then I look at other countries and realize that for

them even basic medical care is still missing. I do think

that resuscitation programs CAN be helpful in these

other places, but they NEED to be tailored to local

conditions. My friend and colleague Dr. Peter Meaney is

doing very good work adapting American Heart

Association programs to countries that do not enjoy all

the riches that Italy and the US have. See some of it

here.

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22561463

Maybe we can make a larger difference by improving

sanitation or the early recognition of shock. The

"Helping Babies Breath" initiative is one such program

that I am very fond of.

http://www.goinginternational.com/american-

academy-of-pediatrics-helping-babies-breathe/

There is MUCH more to study and learn in this area to

bring the best care to ALL of the world's children. First

we crawl, then we walk then we run. One thing I know

for sure is we need to get started and bring the smartest

and hardest working people to this task.

Is chest compression only CPR the next big change in

the coming soon guidelines or should we wait for

something else? My personal opinion, but I don't see

compression only CPR on the horizon for pediatrics

since the literature still supports the role of ventilation

(see Kitamura's work in Japan) In fact, there is some

early work that suggest that CAB versus ABC may be

very effective in getting early compressions. And it is

from friends in Italy! (See Dr. Lubrano and colleagues in

Resuscitation 2013.) This IS one of the areas that will

be reviewed in the ILCOR process I believe.

Defibrillation dosing remains an active area. Some early

evidence suggests that weaning oxygen after arrest may

not make a difference (Bennett CCM 2013) What about

sepsis? Basically, everything that we recommend in

Guidelines needs to be examined closely and

reconsidered for future guidelines. That's what makes

this area of science so interesting!

Prof. Berg, you have been the Chairman of PALS

AHA subcommittee: do you have any unfinished work

to be done? There is ALWAYS unfinished work, that's

what pushes us all to do more each day! For me

personally, I will continue to question everything we do

in critical care to really understand what is best for our

patients. Also, as I get older (now 46!) I recognize that

teaching the next generation of researchers and care-

givers is even more important. I love this part of

medicine and have no difficulty getting excited to do this

work every day.

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Vol 2, No 1, marzo 2014

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SIMEUP Instructor Bulletin

PBLSD e Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia

Tiziana Zangardi, Federica Visentin

Pronto Soccorso Pediatrico

Dipartimento A.I.S. per la Salute della Donna e del Bambino Azienda Ospedaliera – Università di Padova

I corsi teorici-pratici di Pediatric Basic Life Support

(PBLS) e Pediatric Advanced Life Support (PALS)

forniscono al personale sanitario le conoscenze e le abilità

manuali necessarie per riconoscere tempestivamente ed

assistere il bambino critico dai primi minuti

dell'emergenza, fino alla sua stabilizzazione.

Generalmente tali corsi vengono riservati alla formazione

post-laurea, nonostante la letteratura più recente enfatizzi

come un'opportuna e precoce preparazione universitaria

nella gestione delle condizioni di emergenza ed urgenza,

sia percepita come un'esigenza diffusa tra gli stessi

studenti di medicina. Il corso di laurea in Medicina e

Chirurgia dell'Università di Padova, analogamente a

quanto attuato da altri centri universitari nordamericani,

da circa 15 anni prevede per gli studenti iscritti al 6°

anno la partecipazione al corso “Pediatric Basic Life

Support Defibrillation” (PBLS-D), tenuto da personale

medico-infermieristico del Pronto Soccorso e/o della

Terapia Intensiva della Clinica Pediatrica, certificato

istruttore PBLSD full o in affiancamento ed afferenti al

centro di riferimento PBLSD SIMEUP di PADOVA.

Il corso ha la finalità di addestrare gli studenti di

medicina alla gestione iniziale del lattante e del bambino

in condizioni di arresto cardio-respiratorio o in

condizioni “peri-arresto”, con particolare attenzione al

riconoscimento tempestivo dell’emergenza pediatrica,

alle modalità di allarme più efficace ed alle manovre

rianimatorie da compiere tramite l'eventuale ausilio di

mezzi aggiuntivi: cannula di Guedel, pallone

autoinsufflante, maschera facciale. L'obiettivo formativo

centrale del corso è di fare conseguire ai discenti le

competenze minime necessarie per l'iniziale

stabilizzazione delle funzioni respiratoria,

cardiocircolatoria e neurologica del bambino critico,

secondo le linee guida ILCOR 2010. Secondo quanto

previsto dalle linee guida formative SIMEUP, il corso

prevede per ciascuna edizione la partecipazione di un

numero massimo di 24 studenti, seguiti da 4 istruttori.

Nella nostra esperienza, la parte teorica introduttiva,

svolta frontalmente in 20 minuti, è affiancata dal

supporto video della sequenza rianimatoria ad uno e due

soccorritori, svolta secondo le raccomandazioni della

AHA; la dimostrazione delle manovre da compiere

avviene così in modo univoco e chiaro. Ne risulta una

maggiore immediatezza ed efficacia formativa dei

concetti e delle azioni pratiche che ciascun studente

andra' poi a praticare nella simulazione su manichino.

Nel biennio 2012-2013 il nostro Centro di Riferimento

PBLSD ha formato 217 studenti di medicina i quali, oltre

ad essere testati sulla performance pratica di RCP, sono

stati chiamati a loro volta a valutare l'efficacia formativa

del corso di PBLSD. Tale valutazione è stata effettuata

distribuendo ad ogni partecipante, al termine del corso, un

questionario anonimo. Gli aspetti indagati hanno

considerato:

i contenuti scientifici del corso

l'acquisizione delle abilità pratiche

il miglioramento della preparazione profes-sionale

A ciascuna valutazione, espressa con una scala numerica da

1 a 10, è stato assegnato un punteggio secondo il grado di

soddisfazione espresso dallo studente:

molto adeguato = 9-10,

poco adeguato = 7-8

non adeguato < o = 6

Il grado di soddisfazione globale degli studenti riguardo

l'efficacia formativa dell'evento è stata quindi valutata come

percentuale del punteggio ottenuto rispetto al punteggio

massimo attribuibile ad ogni singola domanda. I risultati

ottenuti, pur riflettendo l'esperienza di un singolo centro di

PBLSD, dimostrano che la formazione mediante la

simulazione è molto efficace, sia come tecnica di

apprendimento teorico che in termini di abilità pratiche

acquisite nella gestione dell'emergenza pediatrica. Pur

essendo dati preliminari, coincidono con quanto

ampiamente enfatizzato dalla letteratura: la simulazione è la

modalità didattica più efficace per acquisire le conoscenze e

le competenze nella gestione dell'emergenza. In particolare,

poiché le emergenze pediatriche sono eventi a bassa

frequenza

(< 1% di tutti gli accessi pediatrici di PS) e ad alto rischio,

richiedono una specifica formazione, che porti ad elevata

affidabilità dell'operatore, minimizzando le probabilità di

errore.

Tali obiettivi rappresentano una esigenza formativa diffusa

fra gli studenti di medicina e possono essere raggiunti solo

attraverso un adeguato training, comprensivo di corsi

teorico-pratici di PBLSD e PALS come parte integrante del

curriculum di studi universitari; l'acquisizione precoce ed il

consolidamento di queste competenze sono infatti la

premessa per migliorare la gestione dell'emergenza

pediatrica: ridurre il ritardo nella rianimazione e migliorare

la performance delle manovre rianimatorie dei soccorritori,

potrebbe in ultima analisi tradursi in un miglioramento

della prognosi del bambino in arresto cardiaco o

respiratorio, ancora largamente infausta quando l'evento

avviene in ambito extraospedaliero.

Bibliografia

1) Perception of basic, Advanced, and Pediatric Life

Support Training in a United States Medical School. Pillow

MT et al, J. Emerg Med, 2013

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Continua 2) Simulation training improves ability to manage medical emergencies. RuesslerM et al. Emerg Med J. 2010 oct.

3) Accreditation Council for Graduate Medical Education. Program and institutional guidelines: hospital-based

accreditation:emergency medicine.

http://www.acgme.org/acgmeweb/tabid/292/ProgramandInstitutionalGuidelines/Hospital-Based

Accreditation/EmergencyMedicine/EmergencyMedicineGuidelines. aspx. Accessed November 4, 2012.

4) Grzeskowiak M. The effects of teaching basic cardiopulmonary resuscitation—a comparison between first and

sixth year medical students. Resuscitation 2006;68:391–7.

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