Siderweb smo luglio_2013

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n°23 Luglio 2013 STEEL MARKET OUTLOOK Luglio 2013 Roame: il futuro del comparto tra mercato, strategia e Ilva Convegno organizzato da Siderweb con la collaborazione di Made in Steel RottaMe MeRCato aCCIaIo RIva FoRnI elettRICI lIquIdItà SIneRgIe FutuRo dazI PRezzI InteRnazIonalIzzazIone PRoduzIone

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Un breve outlook sul mondo italiano dell'acciaio

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n°23

Lug

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013

STEEL MARKET

OUTLOOKLuglio 2013

Rottame: il futuro del comparto tra mercato,

strategia e Ilva Convegno organizzato da Siderweb con la collaborazione di Made in Steel

RottaMeMeRCato

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Mentre ascoltavo gli interventi che si succedevano durante lo “Scrap Market Outlook” due questioni si rincorrevano nel-la mia mente, due domande solo apparentemente slegate: come risolvere il problema della sovraccapacità produttiva? E: chi è l’imprenditore?Il settore siderurgico è un settore maturo caratterizzato da eccesso di capacità produttiva installata (secondo un recen-te studio della Morgan Stanley Bank la sovraccapacità am-monterebbe a 334 milioni di tonnellate su circa 1,5 miliardi prodotte nel 2012), da un eccesso di concorrenzialità e da margini ristretti ed in contrazione. È ormai chiaro che i volumi saranno sempre più appannag-gio di attori provenienti in gran parte da paesi emergenti (ormai emersi) e in grado di far leva su economie di scala. Il nuovo che avanza (pensiamo alla globalizzazione e alla ri-voluzione imposta e guidata dall’economia digitale) e la crisi richiedono un radicale salto di mentalità, un colpo di reni, uno scatto. E qui entra in gioco l’imprenditore, colui che, secondo la de-finizione di Schumpeter, favorisce l’introduzione di una inno-vazione nel sistema economico. Non sto pensando a “invenzioni” eclatanti, né a sconvolgenti innovazioni di prodotto o di processo (difficili da ottenere in settori maturi) ma a cambiamenti (prima di tutto culturali) alla portata della nostra piccola e media impresa “italiana” che deve re-inventarsi. Viviamo in un’epoca di sconvolgimenti rapidissimi che pos-sono essere interpretati ed affrontati solo grazie ad un insie-me di competenze diverse. Un punto secondo me fondamentale è che le idee e le infor-mazioni devono circolare in modo veloce e trasparente tra i diversi stadi delle filiere, anche tra imprese concorrenti. L’immaginazione va liberata perché è alla base di ogni cam-biamento originale e quindi di ogni innovazione. Non basta investire in conoscenza perché, come diceva Al-bert Einstein, «L’immaginazione è più importante della co-noscenza».Siamo stanchi di vedere spendere energie in sterili conflitti o in piccole beghe che non ci hanno portato da nessuna parte (basta vedere i risultati di bilancio degli ultimi esercizi per averne la riprova). Abbiamo bisogno di alzare gli sguardi, di guardare lontano ma anche di riscoprire dentro di noi quelle doti di originalità, di creatività e di immaginazione che sono alla base di ogni cambiamento, di ogni innovazione e quindi di ogni imprenditore che voglia davvero “fare la sua parte”, per il futuro della propria azienda e del Sistema Paese. Buone vacanze!

DUE DOMANDE CRUCIALIEmanuele Morandi

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editore: Siderweb spavia don Milani, 5 - 25020 Flero (Bs)tel. 030 2540006 - Fax 030 2540041e-mail: [email protected] tribunale n. 11/2004direttore responsabile: Stefano FerrariIn redazione: davide lorenzini, gianfranco tosini, Paolo Morandi e Fiorenza BonettiProgetto grafico ed impaginazione:Siderweb spanumero chiuso in redazione il:23- 7 - 2013

(Presidente Siderweb)

Sommarion°23 Luglio 2013

2  Emanuele Morandidue domande cruciali

4  Achille Fornasinile vicissitudini della siderurgia narrate attraverso le dinamiche dei prezzi del rottame

8  Gianfranco TosiniProspettive di export per il rottame

14  Romano Pezzottile sfide future per il settore italiano del rottame

17  Carlo MapelliRiva Forni elettrici: pochi mesi per il ritorno della liquidità

20  I servizi video di Siderweb

22 Photogallery

Sommario analitico Commercio di rottame 12

dati comparto rottame 8, 10, 12, 16

Imprenditore/imprenditoria 2

Prezzi dell’acciaio 7

Prezzi del rottame 4, 5, 14

Produzione siderurgica 8

Riva Forni elettrici 14, 16, 17, 19

Sovraccapacità 2, 12

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L ’andamento dei prezzi del rottame racconta con efficacia le vicende

della siderurgia a partire dai livelli minimi raggiunti nel primo trimestre 2009. Si os-servi la figura 1, che illustra le dinamiche dei prezzi delle quattro principali catego-rie di rottame rilevate setti-manalmente da Siderweb. dopo essersi rapidamente ri-prese, le quotazioni del ma-teriale basilare fissano i loro massimi nel primo trimestre 2011, quando si cominciano ad avvertire i sintomi della crisi che affliggerà la siderur-

gia europea e nazionale negli anni successivi. da

quell’epoca, infatti, le curve dei prezzi disegnano una chiara deriva ribassista per effetto di un’ine-sorabile contrazione della domanda: nessun tra-collo, ma una lenta erosione delle quotazioni. Si arriva così al 2013: i primi due mesi dell’anno sono segnati dall’ennesimo contenuto calo, a cui segue uno stallo che insiste fino al mese di mag-gio, quando i prezzi accelerano al ribasso, con cali compresi tra -19% (lamierino) e -27,6% (tornitu-re), tornando in poche settimane sui livelli del pri-mo semestre 2010. Che l’ampiezza di quest’ultima flessione sia ano-mala è confermato dagli indicatori tecnici posti a piè di grafico, che sprofondano a livelli di “iperven-duto” mai visti negli anni recenti. Si tratta dunque di un’esasperazione ribassista che lascia presagire una reazione destinata quantomeno a riequilibra-re il mercato. ed è proprio ciò a cui stiamo assisten-do in questi giorni: toccati i nuovi minimi, i prezzi

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LE vICISSITUDINI DELLA SIDERURgIA NARRATE ATTRAvERSO LE DINAMIChE DEI pREzzI DEL ROTTAME

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Achille Fornasini (Chief analyst Siderweb)

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del rottame si volgono al rialzo con spunti compresi tra il +2,1% (demolizioni) e il +2,9% (torniture).Prezzi nazionali ed europei del rottameIl movimento reattivo nazionale in corso di svolgimento era stato anticipato a livello eu-ropeo. Si osservi la figura 2, che raffronta la media delle quattro rilevazioni settimana-li effettuate da Siderweb (curva nera) con i prezzi dei rottami Fob Black Sea e Fob Rot-terdam rilevati da Platts. Si noti come l’avvio degli ultimi cicli formatisi a livello naziona-

le sia sempre stato precorso dai movimen-ti europei. anche questi, infatti, dopo aver ceduto da inizio anno il 16,4% (Black Sea) e il 15,8% (Rotterdam), reagiscono nella prima settimana di giugno con uno strappo rialzista che a metà luglio si attesta rispettivamente al +12,3% e al +11,2%. Probabilmente non si tratta di una definitiva inversione di tenden-za, ma si tratta certamente di un movimento destinato a restituire un temporaneo equi-librio sia ai mercati europei, sia a quelli na-zionali.

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Rottame e siderurgial’andamento dei prezzi del rottame costitu-isce peraltro solo un riflesso della crisi che ormai da due anni e mezzo colpisce la nostra siderurgia. Si osservi la figura 3, comprenden-te due grafici: quello sottostante ripropone la media dei prezzi del rottame già analizzata nella figura 2, il diagramma sovrastante com-prende invece le dinamiche dei prezzi di tre prodotti lunghi rilevati da Siderweb - travi, laminati mercantili e tondo per cemento ar-mato - per la produzione dei quali il rottame rappresenta la commodity basilare. Mentre rispetto ai massimi toccati nel primo trime-stre 2011 il calo del rottame si aggira oggi

intorno al 31%, la diminuzione dei prezzi dei prodotti lunghi nello stesso arco tempora-le è ben più drastica: -36% il tondo, -50% le travi, -60,5% i laminati mercantili. dati che illuminano sulla difficilissima congiuntura si-derurgica nazionale ed europea, per la qua-le sta diventando sempre meno sostenibile il rapporto tra l’eccesso d’offerta generato dalla conclamata sovraccapacità produttiva e i quantitativi limitati di una domanda resa asfittica da una ripresa europea che ancora stenta a decollare.

Classe 1952, dopo la laurea in Economia e Commercio lavora in ambito assicurativo e finanziario fino al 1989, quando entra in ISFOR 2000 ricoprendo la carica di ammini-stratore delegato. Dal 1999 è consigliere de-legato del consorzio Università & Impresa di Brescia. Ha insegnato nelle università Bocco-

ni, Ca’ Foscari, La Sapienza e nell’Università degli Studi di Brescia. Dal 2003 collabora in via continuativa ed esclusiva con Siderweb, con cui ha impostato l’osservatorio periodico Steel Market Outlook dedicato all’analisi dei prezzi dell’intera filiera siderurgica.

Who’s who: Achille Fornasini

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dal 1950…al futuro. questo il (lungo) viaggio intrapreso da gianfranco tosini (responsa-bile dell’ufficio Studi di Siderweb) durante

il convegno «Rottame: il futuro del comparto tra mercato, strategia e Ilva». attraverso dati, analisi e simulazioni, tosini ha ripercorso la storia della siderurgia dal secondo dopoguerra ad oggi, deline-ando i possibili scenari sia per la produzione sia so-prattutto per l’attività di commercio e lavorazione del rottame.«dopo la seconda guerra mondiale – ha esordito tosini -, la produzione di acciaio è stata caratteriz-zata da due grandi cicli. Il primo è durato dal 1950 al 1974, ed ha interessato soprattutto i paesi euro-pei, il nord america ed il giappone, mentre il se-condo è iniziato nel 2000 e dura sino ad oggi, con

i paesi emergenti, in particolare gli asiatici, grandi protagonisti». tra i due periodi di boom, ci sono stati 26 anni di ristrutturazione per l’acciaio globa-le. I due cicli, oltre alla diversa durata temporale, sono stati caratterizzati anche da una diversa in-tensità. «nel primo si è registrato un incremento complessivo della produzione mondiale di acciaio di 509 milioni di tonnellate, per un aumento an-nuo di 21 milioni di tonnellate. nel secondo, in-vece, l’output è salito di 698 milioni di tonnellate, per uno sviluppo annuo di 58 milioni di tonnella-te». Ciò ha influito direttamente sulla domanda di rottame, che da 30 milioni di tonnellate nel 1950 è passata a 570 milioni di tonnellate. l’incidenza del forno elettrico sulla produzione globale di ac-ciaio, inoltre, si è attestata al 30% nel 2012 contro il 12% del 1950. anche il consumo della materia prima, così come la produzione siderurgica, si sta spostando verso est: «mentre nel 1974 l’unione europea produceva il 31% dell’acciaio globale ed il 34% di quello realizzato con forni elettrici, nel 2012 questa percentuale è scesa rispettivamente all’11% e al 16%. l’asia, viceversa, è passata dal

20% della produzione globale da forno elettrico al 45% e, tra questi paesi, la Cina è salita al 17% dallo 0% e la turchia al 6% dallo 0,1%».Ma se questo è il quadro attuale, quali sono le pre-visioni per il prossimo futuro? Per capire le tenden-ze dei prossimi anni «bisogna guardare dove va la produzione di acciaio e dove si localizzeranno gli utilizzatori del metallo». Mentre il 35% del rottame utilizzato a livello globale proviene direttamente dalle acciaierie, infatti, ben il 65% (pari a 370,1 mi-lioni di tonnellate) proviene da acquisti esterni agli impianti siderurgici. di questa percentuale «il 21% è composto da sfridi delle lavorazioni dell’acciaio ed il 44% da rottame di riciclo di “vecchi” prodotti in acciaio». data questa situazione «se, quindi,

pROSpETTIvE DI ExpORT pER IL ROTTAME

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Gianfranco Tosini (Responsabile Ufficio Studi Siderweb)

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WWW.LOCMAN.ITL O C M A N S . P . A . - M A R I N A D I C A M P O - I S O L A D ’ E L B A

BOUT IQUES LOCMAN: B R E S C I A C O R S O Z A N A R D E L L I , 3 0 - T E L 0 3 0 2 8 0 0 5 5 M I L A N O V I A G O N Z A G A , 5 - T E L 0 2 3 6 5 1 2 8 9 3

F I R E N Z E V I A T O R N A B U O N I , 7 6 / R - T E L 0 5 5 2 1 1 6 0 5 M A R I N A D I C A M P O P I A Z Z A G . D A V E R R A Z Z A N O , 7 - T E L 0 5 6 5 9 7 7 7 3 4

P O RT O F E R R A I O C A L ATA M A Z Z I N I , 1 7 - T E L 0 5 6 5 9 1 5 8 9 6 P O RT O A Z Z U R R O V I A V I TA L I A N I , 2 0 - T E L 0 5 6 5 9 2 0 3 1 2

P O RT O C E RV O V I C O L O D E L C E RV O - T E L 0 7 8 9 9 2 4 2 5 C E RV I N I A V I A C A R R E L - T E L 0 1 6 6 9 4 0 1 9 5

E I N T U T T E L E M I G L I O R I G I O I E L L E R I E

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STEALTH TECNOLOGIA PURATITANIO CARBONIO ACCIAIO SUBACQUEO VETRO ANTIGRAFFIO

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la siderurgia si sposta, con essa si delocalizza anche il 35% della “miniera” di acciaio. Se, invece, cambia locazione l’industria meccanica o l’industria che uti-lizza i prodotti siderurgici, si muove anche il settore del riciclo». anche se quest’ultimo segmento «sarà più lento, in quanto il riciclo dell’acciaio ha un pro-cesso più lungo, probabilmente nei prossimi anni la miniera del rottame è destinata a prosciugarsi. Chi vorrà proseguire la propria attività nel commercio e riciclo di rottame, quindi, dovrà iniziare ad aprirsi all’idea dell’internazionalizzazione».Ma dove sarà utilizzato il rottame? «È importan-te verificare il rapporto tra consumo di rottame e disponibilità dello stesso. analizzando i dati relati-vi alla materia prima, si nota che, a livello globa-le, solo i paesi europei non facenti parte dell’ue e l’asia sono deficitari, importando più rottame di quello che esportano, mentre l’europa vanta un ex-port netto di 15,4 milioni di tonnellate. la turchia è il paese al mondo con la maggior “fame” di rotta-me, con un import netto di 20,9 milioni di tonnel-late, contro i 25,7 milioni di import netto di tutto il continente asiatico (turchia esclusa). Proseguendo la classifica dei paesi più dipendenti dall’estero per l’approvvigionamento del rottame, dopo i turchi si trova la Corea del Sud, con un fabbisogno di 9,9 mi-

lioni di tonnellate, l’India (8,2 milioni di tonnella-te) e l’Italia (5 milioni di tonnellate)». entrando nel dettaglio dei flussi che caratterizzano i movimenti commerciali dei principali acquisitori di rottame a livello mondiale, si vede che la turchia «ha una politica di approvvigionamento particolare, molto variegata. Il paese anatolico, infatti, acquista dagli Stati uniti (6,3 milioni di tonnellate), dalla Russia (2,3 milioni di tonnellate) e dall’unione europea (6,2 milioni di tonnellate), comportandosi come un vero e proprio player globale. la Corea del Sud, invece, è un operatore che si muove a livello regio-nale, acquistando soprattutto dal giappone, così come l’Italia, i cui fornitori sono operatori situati appena dopo il confine nazionale (germania, Fran-cia, austria, ungheria, Rep. Ceca e Slovacchia). Sia all’import di rottame, sia all’export di tondo, l’Italia è molto concentrata su uno o pochi paesi, men-tre la turchia ha una grande capacità di diversifi-care le fonti: sono comportamenti che dovremmo prendere in considerazione ed imitare». questo, soprattutto, in quanto il nostro paese è fortemente dipendente dal rottame. «ne importiamo il 24%-25% del nostro fabbisogno annuo – ha proseguito tosini -. negli anni abbiamo abbandonato i paesi dell’est come partner commerciali alla fornitura.

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© Copyright Siderweb Spa - Tutti i diritti sono riservati

Principali importatori di rottame 2012

Paese Origine Turchia Corea India Italia Spagna

Germania 0,6 - 0,3 1,9 0,2

Francia - - 0,1 0,8 1,5

Austria - - - 0,6 -

Rep. Ceca - - - 0,4 -

Slovacchia - - - 0,2 -

Ungheria - - - 0,7 -

USA 6,3 2,8 1,1 - -

Regno Unito 2,4 - 1,3 - 1,1

Russia 2,3 0,9 0,1 - 0,3

Olanda 1,9 0,1 0,3 - 0,2

Romania 1,8 - - - -

Belgio 1,3 - 0,2 - 0,1

Bulgaria 0,6 - - - -

Giappone - 4,9 - - -

Messico - 0,3 - - -

Sud Africa - - 1,0 - -

Emirati Arabi - - 0,9 - -

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In questa strutturale debolezza, è conveniente ab-bandonare il minerale?».nella parte conclusiva della sua analisi, tosini ha approfondito l’offerta del rottame nel nostro pae-se. «gli operatori attivi nel commercio e nella la-vorazione del rottame sono circa 1.700, dei quali 1.285 con 1-9 dipendenti, 385 con 10-49 addetti e 30 con un numero di lavoratori compresi tra 50 e 249. In germania, pur con un gettito quasi doppio al nostro paese, gli operatori sono meno (1.455) ad anche in Spagna sono circa un migliaio. l’offerta nel nostro paese è estremamente polverizzata: ma con un’industria siderurgica che punta sempre più alla globalizzazione, i nostri operatori del rottame saranno capaci di internazionalizzarsi? Credo che, se le cose rimarranno così, ci potrebbe essere qual-che problema». Problemi acuiti anche dalla situazione dei clienti dei commercianti di rottame, ovvero le acciaie-rie. Se si analizzano le performance di bilancio del 2011 (ultimi dati disponibili), si vede che rispetto al 2008 gli indici di redditività dei produttori siderur-gici sono nettamente calati, così come gli indici di indebitamento, gli oneri finanziari e la liquidità. «I commercianti di rottame hanno di fronte dei clien-ti con dei cali strutturali dei risultati di bilancio – ha spiegato tosini -, una situazione che potrebbe cre-are qualche problema».le criticità per la siderurgia, infatti, non mancano. negli ultimi anni si nota un «aumento della rischio-sità conseguente al calo di redditività dovuta alla compressione del margine, un eccesso di capacità

produttiva e quindi una necessità di adeguamen-to dell’offerta di acciaio alla domanda, con conse-guente diminuzione degli impianti meno efficienti (80 milioni di tonnellate di capacità nell’ue, 542 nel mondo)». Indipendentemente dalla produzione di acciaio, «la domanda di rottame è destinata ad au-mentare nei prossimi anni perché produrre acciaio da rottami, invece che da minerali di ferro, è più economico, data la difficoltà della maggioranza dei Paesi produttori ad avere accesso a materie prime ed energia a basso costo. oltre al fattore economi-co (riduzione dell’import energetico di circa il 75% e risparmio del 90% dell’import di materie prime) ci sono anche motivazioni ambientali a favore dell’uso dei rottami riciclati». Con queste tenden-ze in atto a livello globale, è facile immaginare che «mentre in europa, con il tempo, avverrà un rialli-neamento tra domanda ed offerta di rottame, con una riduzione sia della produzione siderurgica che di quella di rottame, in futuro i paesi asiatici e la turchia chiederanno sempre più rottame. In attesa che si creino una propria “miniera” di questa mate-ria prima, questi paesi rastrelleranno il rottame in giro per il mondo, diventando ancor di più decisivi nella determinazione dei prezzi. «Per gli europei, quindi, le quotazioni della materia prima saliran-no, mentre la redditività delle acciaierie rimarrà strutturalmente bassa. gli operatori del rottame, quindi, se vorranno continuare ad operare in mer-cati in crescita, saranno costretti ad attrezzarsi per l’export».

TOSI

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Classe 1949, si è laureato in Economia e Com-mercio all’Università di Parma ed ha con-seguito la specializzazione in Economia del Territorio all’Università di Ginevra (Svizze-ra). É stato capo ripartizione dell’area studi e pianificazione della Provincia di Brescia e

responsabile dell’area studi, pianificazione e controllo di gestione di Banca San Paolo. Nel 1999 è passato all’Associazione Industriale Bresciana con l’incarico di responsabile del settore Economia e Centro Studi. Dal 2010 è responsabile dell’ufficio studi di Siderweb.

Who’s who: Gianfranco Tosini

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LE SfIDE fUTURE pER IL SETTORE ITALIANO DEL ROTTAME

I nternazionalizzazione, impoverimento della raccolta, quotazioni e situazione-Riva Forni elettrici. questi i temi trat-

tati da Romano Pezzotti, presidente di as-sofermet Rottami, durante l’ intervento al convegno organizzato da Siderweb. «Il mercato nazionale del rottame - ha spie-gato Pezzotti - ha vissuto un primo trime-stre dell’anno con prezzi sostanzialmente stabili e con fermi produttivi consolidati di circa una settimana al mese. quando le produzioni sono leggermente aumentate, nel corso del secondo trimestre, si è cre-ata una situazione anomala e il compar-to ha visto in 50 giorni un crollo verticale dei prezzi, stimabile in un -20%». questi ribassi così repentini sono stati, secondo il presidente di assofermet Rottami, uno shock per il settore della materia prima da forno elettrico. «Il 20% di calo delle quotazioni in un arco di tempo così ristretto ha causato uno sconvolgimento all’approvvigionamento

del rottame, creando dei blocchi sui flussi di vendita. Inoltre, i nostri contratti sono mensili o addirittura trimestrali e per gi-rare all’approvvigionamento questi ribassi così sostanziosi abbiamo bisogno di circa un mese. una situazione insostenibile che inoltre ha generato e rinvigorito una vola-til ità deleteria per tutto il comparto». Mentre il mercato nazionale del rottame viveva questa fase anomala, i l comparto internazionale è sembrato maggiormente coerente, seguendo una logica congiuntu-rale e adattandosi all’andamento del dol-laro.Pezzotti ha dunque chiesto a tutte le parti coinvolte una più stretta collaborazione: «Serve maggiore sinergia tra commercio di rottame e produzione d’acciaio, siamo in una fase molto critica e questo è il mo-mento più opportuno per trovare un’inte-sa, per definire un percorso evolutivo che coinvolga la nostra categoria e quella dei produttori nazionali di acciaio».

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Romano Pezzotti (Presidente Assofermet Rottami)

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un’altra dinamica critica è la carenza di gettito di rottame. Rispetto a questo fat-tore Pezzotti ha spiegato che sul mercato nazionale mancano, dal 2008 ad oggi, circa 2 milioni di tonnellate di rottame. «di queste, 700.000 sono venute a manca-re per le minori rottamazioni di autoveico-li, un milione di tonnellate deriva da una contrazione del gettito del manifatturiero (delle quali 700.000 per cause congiun-turali e 300.000 per innovazioni tecnolo-giche che hanno consentito di ridurre gli scarti di lavorazione) e le restanti 300.000 per la crisi dell’edilizia» .Rispetto alla natura sempre più mondiale del mercato, Pezzotti considera il settore pronto per accogliere questa sfida, a pat-to che arrivino anche dei supporti a l ivello internazionale: «Il commerciante si deve globalizzare, dovremo esportare sempre più rottame. ad una prima analisi del pia-no europeo per la siderurgia, esso sembra andare nella direzione opposta, soprattut-to rispetto ai vincoli per le esportazioni. I l rottame deve essere libero di muoversi come tutto il resto dei materiali e le nor-mative devono necessariamente andare in questa direzione». Il presidente di assofermet Rottami ha commentato poi la situazione legata alle vicende Riva Forni elettrici, sottolineando come il commercio di rottame abbia speso le forze in un’ottica sinergica: «Ci siamo comportati come se fossimo dei partner, non l’abbiamo visto come un’incidente solo di un cliente. abbiamo fatto di tut-to e stiamo facendo di tutto e questo è un modo migliore, a mio giudizio, di lavo-rare e di collaborare. Riva Forni elettrici rappresenta il più importante produttore italiano e dalla nostra categoria sono ar-rivati dei segnali importanti in aiuto e a supporto degli impianti del gruppo. anche qui in sala sono presenti dei commercianti

che stanno continuando, con impegno, ad aiutare Riva Forni elettrici. Mi auguro che questo possa essere un esempio di come si debba lavorare insieme». Rispetto alle questioni ambientali Pezzotti auspica che questo ideologismo ambienta-le e questa pressione giudiziaria non sia solo l’ inizio di una battaglia contro le im-prese siderurgiche in generale. altrimenti, spiega Pezzotti: «se questo accanimento dovesse arrivare anche tra le nostre realtà si creerebbe una situazione insostenibile, in un momento critico come quello che il settore dell’acciaio italiano sta attraver-sando». Per i mesi futuri, infine, Pezzotti si è detto preoccupato, poiché il mercato sarà in ogni caso trainato da queste incertezze legate alle produzioni delle acciaierie, e «poiché l’ inversione di tendenza delle quotazioni oggi dovrà andare a scontare quella pres-sione che è stata spinta nella fase discen-dente».

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Nato nel 1963, nel 1985 entra nell’azienda di famiglia, la Fersovere, di cui oggi rico-pre il ruolo di amministratore delegato. Dal 2000 al 2006 è vicepresidente di Assofermet

Rottami. Nel 2006 viene eletto presidente dell’associazione, carica che ricopre anche oggi dopo le rielezioni del giugno 2009 e del maggio 2012.

Who’s who: Romano Pezzotti

Romano Pezzotti

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RIvA fORNI ELETTRICI: pOChI MESI pER IL RITORNO DELLA LIQUIDITà

È stato Carlo Mapelli, docente del Politecnico di Milano e consulente del gruppo Riva, ad af-frontare l’argomento più spinoso ed atteso del

convegno sul rottame organizzato da Siderweb: vale a dire la questione Ilva-Riva Forni elettrici. dopo il maxi sequestro da 8,1 miliardi di euro ai danni della holding del gruppo Riva, la Riva Fire, tra i fornitori di rottame era cresciuta la tensione e la preoccupazio-ne che le commesse non potessero essere pagate, sentimenti però che non hanno fatto venir meno la correttezza dei fornitori, come testimoniato dallo stesso Mapelli. «C’è stata una grande collaborazione da pare dei distri-butori di rottame, sia nei confronti di Ilva che di Riva For-ni elettrici – ha ribadito il professore -, due società che da sorelle sono diventate adesso solo cugine, dopo il rias-setto. Il gruppo ha infatti scorporato in maniera comple-

ta la parte degli altiforni, che comprende i siti di taranto, Patrica (Fr), genova e novi ligure (al), e poi tutta la parte forni elettrici che oltre ai siti esteri ha tre acciaierie nel nord Italia: lesegno (Cn), Caronno (va) e galtarossa (vr). questa situazione che Ilva sta attraversando contribui-sce, inoltre, a mandare in tensione anche il mercato del rottame, dal momento che l’Ilva è essa stessa una pro-duttrice di rottame, oltre che una consumatrice. gran parte del lamierino utilizzato per la produzione degli acciai speciali da costruzione è prodotto all’interno degli stabilimenti del gruppo, quindi anche per le aziende che prima si approvvigionavano da genova e novi, ora è più difficile reperire la materia prima e per gli acquisti devo-no rivolgersi altrove, spesso all’estero».Mapelli ha poi risposto ad una domanda informale lan-ciata dagli altri relatori sugli eventuali esiti di una partita virtuale a braccio di ferro tra i produttori di acciaio ed i

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Carlo Mapelli (Politecnico di Milano)

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fornitori di materia prima. Chi cederebbe prima? «Posso assicurare che tra i produttori e i fornitori crolla-no prima i produttori. Basti pensare alle dimensioni dei costi operativi che sono in campo. È stato citato in pre-cedenza il caso Stefana (bloccata tre giorni per verifiche dell’asl a seguito di strascichi per un incidente del 2010, ndr). ecco, tre giorni di fermo compromettono il bilancio, pensate cosa può accadere su un impianto come Ilva. la cosa è ovviamente più pesante, e le quote di mercato che si perdono per la diffidenza hanno conseguenze a dir poco devastanti. Faccio immediatamente un esem-pio: un utilizzatore che non fidandosi di Ilva si rivolge a arcelorMittal o tata, è costretto a firmare un contratto di fornitura di almeno tre anni. a ciò si aggiunge un ag-gravio dei costi che fa venire meno l’effetto di calmiera-mento dei prezzi fornito dalla presenza di un produttore nazionale». Rassicurazioni sono invece arrivate per il futuro della di-visione forni elettrici del gruppo Riva, sia sulla solvibilità che sulle tempistiche necessarie alla ricostituzione della liquidità necessaria a garantire l’operatività dell’azienda. «Per quanto riguarda Riva Forni elettrici i fornitori non devono temere, soprattutto per coloro che forniscono le acciaierie che lavorano gli acciai speciali che, posso as-sicurare, hanno contratti che saturano per diversi mesi la capacità produttiva. la scelta gestionale attuale ha imposto un cambio chiaro e radicale: mantenere nelle controllate tutta la liquidità che veniva dirottata prima sulla holding. la ricostituzione della liquidità, quindi, è solo una questione di tempo. Io, che sono tra gli ottimi-sti, ritengo che in tre mesi si possa ricostituire la base di liquidità di Riva Forni elettrici. I più pessimisti, anche all’interno del gruppo, indicano invece i tempi necessari in cinque o sei mesi. Probabilmente la realtà sta nel mez-

zo, ed è legata al tipo di business e di settori serviti dalle varie realtà». Mapelli ha quindi concluso chiarendo un aspetto chia-ve sull’apertura del rottame ai mercati internazionali, e all’atteggiamento che potrebbe sembrare in parte pro-tezionista assunto dall’unione europea nel nuovo action plan sull’acciaio. «Mi trovo d’accordo con chi sostiene che la materia pri-ma debba essere libera di circolare, perché in caso con-trario si creano distorsioni gravissime, come testimoniato anche dalle parole di alessandro Manzoni nei Promessi Sposi, che ha descritto gli effetti dirompenti di alcune tecniche utilizzate per calmierare i prezzi della farina. la situazione corretta è quella di non porre dazi, ma si deve far attenzione su certi paesi. È giusto lasciare il rottame libero di circolare negli stati extra ue che rispettano i me-desimi parametri ambientali dell’unione, ma non negli altri. Bisogna tenere conto che non si commercia solo il rottame, ma qualcosa di più nascosto, che è l’energia utilizzata per produrre quel rottame e contenuta in esso. una cosa che non è banale: infatti, se voi confrontate le oscillazioni del prezzo del rottame e quelle dei prodotti energetici vedete a volte una correlazione. l’energia è la fatica fatta dai gestori degli altiforni per separare l’ossige-no dal ferro e produrre l’acciaio. Se io devo commerciare il rottame con un paese extra ue che rispetta i vincoli, nessun problema, se si commercia ad esempio con la turchia che non lo fa, io sto depauperando il mio siste-ma di tutta l’energia e il lavoro che ho fatto. Credo che la politica dell’ue debba puntare a non favorire dei concor-renti che si avvantaggiano da pratiche scorrette».

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Professore Ordinario di Metallurgia al Poli-tecnico di Milano. Nato a Inzago (MI) nel 1973 e laureato in In-gegneria dei Materiali presso il Politecnico di Milano. Autore di oltre 70 pubblicazioni su

lavori scientifici. Vanta una lunga esperienza consulenziale in ambito siderurgico. Dal 2013 è consulente dell’Ilva per l’applica-zione dell’Aia.

Who’s who: Carlo Mapelli

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un convegno interattivo tra i relatori e la folta platea di pubblico: questi gli obiettivi che Siderweb, con la collaborazione di Made in Steel, si era prefissata nell’organizzazione dell’evento «Rottame: il futuro del comparto tra mercato, strategia e Ilva». la redazione del quotidiano online della community dell’acciaio ha realizzato quattro video interviste ai relatori dell’incontro per approfondire le numerose tematiche prese in esame nel corso dell’evento. Clicca sulle immagini sottostanti per i contributi video di gianfran-co tosini – responsabile dell’ufficio Studi di Siderweb -, achille Fornasini – Chief analyst di Siderweb -, Romano Pezzotti – Presidente di assofermet Rottami – e Carlo Mapelli - docente di metallurgia al Politec-nico di Milano e consulente Ilva per l’attuazione dell’aia -.

I SERvIzI vIDEO DI SIDERwEb

Fornasini: l’analisi tecnica del prezzo del rottame

tosini: rottame mercato internazionale

Pezzotti: sinergie nella filiera Mapelli: situazione Riva Forni elettrici

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