STEEL MARKET OUTLOOK - Siderweb › filter › other › upload › doc...no ben 28 gruppi...

35
n°29 Dicembre 2014 STEEL MARKET OUTLOOK Dicembre 2014 SPECIALE 2014

Transcript of STEEL MARKET OUTLOOK - Siderweb › filter › other › upload › doc...no ben 28 gruppi...

  • n°29

    Dic

    embr

    e 20

    14STEEL

    MARKET OUTLOOK

    Dicembre 2014

    Speciale 2014

  • pag.2

    Il 2014 non è stato l’anno che a fine del 2013 ci era stato prospettato. «La crisi è alle spalle», «inizia una tenue ripresa»: queste ed altre simi-li «promesse» erano state sbandierate con un cauto ottimismo dalla quasi totalità degli anali-sti. Invece, mandiamo agli archivi un anno an-cora con un Pil negativo ed una produzione e consumo di acciaio sugli stessi livelli del 2013. Cosa aspettarsi, ora, dal 2015? Al netto dei nu-meri e delle previsioni, l’anno prossimo si presen-ta come un altro periodo di sfide per il settore dell’acciaio. A livello globale, il rallentamento della Cina preoccupa: un incremento del con-sumo apparente di acciaio dello 0,8% (previsto dalla WSA), dopo anni a doppia cifra metterà pressione all’export alle aziende cinesi? Ma non è solo la situazione cinese a caratterizzare la si-derurgia: altre questioni sono ancora aperte. Quali saranno gli impatti sull’acciaio europeo ed italiano? Le materie prime continueranno a flettere? Produrre da minerale ferroso sarà più economico, a parità di condizioni, di produr-re da rottame? In Italia saranno risolte le crisi di Lucchini, ILVA e Terni? Inizierà ad entrare in circolo maggiore liquidità? Ci sarà il tanto ago-gnato rimbalzo della domanda?La risposta a queste domande, come al solito, arriverà con il tempo. Quello che si può fare, intanto, è studiare, prepararsi, investire, cono-scere ed agire. Solo chi saprà reinventarsi, mi-gliorarsi e rendersi più efficiente potrà continua-re a vivere e prosperare nella siderurgia. Noi di Siderweb offriamo, con questa pubblicazione, un modesto contributo per cercare di chiarire quali sono le prospettive per il 2015 e per ricor-dare com’è andato il 2014. Per iniziare l’anno, insomma, con un quadro più chiaro sul merca-to, che possa fungere da appoggio per le futu-re strategie che ognuno di noi dovrà mettere in pratica l’anno prossimo. Buona lettura. E buon 2015.

    Un anno di sfidedi Stefano Ferrari

    FeRR

    aRi

    editore: Siderweb spavia Don Milani, 5 - 25020 Flero (Bs)Tel. 030 2540006 - Fax 030 2540041e-mail: [email protected] tribunale n. 11/2004Direttore responsabile: Stefano Ferrariin redazione: Stefano Ferrari, Davide lorenzini,Fiorenza BonettiProgetto grafico ed impaginazione:Siderweb spaNumero chiuso in redazione il:10 - 12 - 2014

    (Direttore responsabile Siderweb)

    Sommarion°29 Dicembre 2014

    2 UN aNNO Di SFiDe

    4 pRODUZiONe: il MONDO cReSce Del 2%. l’iTalia aD UN paSSO piÙ leNTO 5 aRcelORMiTTal aRGiNa la MaRea ciNe-Se

    6 cOMMeRciO eSTeRO iTaliaNO: l’eXpORT Sale piÙ Dell’iMpORT

    7 pReZZi: RiBaSSi cOSTaNTi

    8 il 2014 Se Ne Va: RipeRcORRiaMO cOSa È accaDUTO

    14 ilVa, lUccHiNi e aST: TRa TeNSiONi e SO-lUZiONi

    25 la SiDeRURGia cReSceRÀ Del 2% Nel 2015 26 TRaMONTa l’eTÀ Dell’ORO Del MiNeRale FeRROSO (e Del cOKe)

    29 We STeel BelieVe: cONTO alla ROVe-Scia peR MaDe iN STeel

    31 SiDeRWeB: le 10 NeWS piÙ leTTe Dalla cOMMUNiTY Dell’acciaiO

    32 SiDeRWeB: i 10 ViDeO piÙ ViSTi Nel 2014

    33 le pUBBlicaZiONi SiDeRWeB Nel 2014

  • pag.4

    Nei primi dieci mesi del 2014 la produzio-ne siderurgica mondiale è aumentata del 2,0% rispetto allo stesso periodo del 2013. il tasso di crescita è il secondo più basso dell’ultimo quinquennio: solo nel 2012 (+1,2%) si è registrato un incremento inferiore, mentre nel 2010 (+15%), nel 2011 (+6,8%) e nel 2013 (+3,5%) l’output è salito a ritmi nettamente superiori. Delle nove macroaree nelle quali la World Steel association suddivide il globo, cinque hanno un tasso di crescita superiore alla media, mentre quattro viaggiano a mar-ce ridotte. l’aumento percentuale maggiore lo mette a segno il Medio Oriente, con una produzione di 23,190 milioni di tonnellate nei primi 10 mesi dell’anno ed un +7,7% rispet-to allo stesso periodo del 2013. la seconda area per crescita e l’Unione europea (+2,8% a 142,639 milioni di tonnellate), al terzo posto l’asia (+2,3% a 925,695 milioni di tonnellate), poi l’africa (+2,2% a 13,287 milioni di tonnella-te) ed il Nord america (+2,1% a 101,504 milioni di tonnellate). Tra le quattro macroaree più in difficoltà si segnalano il Sud America (-2,3% a 37,792 milioni di tonnellate), la cSi (-2,1% a 88,521 milioni di tonnellate), l’Oceania (-1,2% a 4,628 milioni di tonnellate) ed i paesi europei non facenti parte dell’Ue (+0,1% a 30,247 mi-lioni di tonnellate). Tra i paesi, la cina rimane il leader indiscusso nella produzione di acciaio con 685,346 milioni di tonnellate (+2,1%), da-vanti al Giappone (92,491 milioni di tonnellate, +0,6%), agli USa (73,667 milioni di tonnellate, +1,4%), all’india (69,492 milioni di tonnellate, +2,5%), alla corea del Sud (59,458 milioni di tonnellate, +8,9%) ed alla Russia (58,995 milioni di tonnellate, +2,5%). l’italia, nei primi 10 mesi

    del 2014, ha prodotto 20,444 milioni di tonnel-late, con un incremento di 301.000 tonnellate rispetto al 2013 (+1,5%). Nei primi nove mesi del 2014 (ultimi dati disponibili), l’output italia-no di piani è stato di 9,179 milioni di tonnella-te, con un miglioramento del 5,3% rispetto ai primi tre trimestri del 2013. più contenuto l’au-mento della produzione di lunghi, che salgo-no dell’1,9% a 8,629 milioni di tonnellate.

    pag.4

    produzione: il mondo cresce del 2%. l’italia ad un passo più lento

    pRO

    DUZ

    iON

    e

    di Stefano Ferrari

  • pag.5

    In testa c’è ancora arcelorMittal, ma la pre-senza cinese è sempre più forte. Nella clas-sifica dei maggiori 56 produttori mondiali di acciaio diffusa dalla World Steel association e riferita al 2013 (ultimi dati disponibili), al primo posto c’è, ormai da 8 anni, il colosso guidato da lakshmi Mittal e con sede in lussemburgo, ma al di sotto del gruppo franco-indiano sale la presenza cinese. Nel ranking, infatti, si conta-no ben 28 gruppi siderurgici cinesi che, insieme, assommano una produzione di 478,4 milioni di tonnellate, pari al 69,8% del totale dell’output del paese del Dragone. il leader cinese in termi-ni di produzione è Hebei, che conferma il terzo posto globale del 2012, superando di 1,9 milioni di tonnellate Baosteel (4° al mondo) e di 6,5 mi-lioni di tonnellate Wuhan Steel (5°). Tornando alla classifica mondiale, dopo ArcelorMittal si posiziona Nippon Steel & Sumitomo Metal corp. con 50,1 milioni di tonnellate. Segue il trio cinese appena menzionato, che precede, al sesto po-sto, pOScO (38,4 milioni di tonnellate), poi Sha-gang (35,1 milioni di tonnellate), ansteel (33,7 milioni di tonnellate), Shougang (31,5 milioni di tonnellate) e JFe (31,2 milioni di tonnellate). Nella top ten dei produttori, quindi, si contano 9 presenze asiatiche, presenze che salgono a quota 39 tra i primi 56 gruppi (69,4%). l’europa è relegata ad un ruolo secondario, con cinque acciaierie in classifica: oltre ad ArcelorMittal, si segnalano ThyssenKrupp (21° con un output di 15,9 milioni di tonnellate), voestalpine (43° con 7,0 milioni di tonnellate), Riva Forni elettrici (46° con 7,6 milioni di tonnellate) e celSa (48° con 7,0 milioni di tonnellate). proprio Riva Forni Elettrici è l’unica presenza italiana in classifica, mentre Techint (37° con 9,0 milioni di tonnella-te) ha sede in Argentina ma è di proprietà della famiglia italo-argentina dei Rocca.

    arcelorMittal argina la marea cinese

    aZi

    eND

    e

    di Stefano Ferrari

  • pag.6

    entrambi in crescita. con valori vicini. Ma con l’export che corre più dell’import. Questo, in estrema sintesi, l’andamento del com-mercio estero italiano di acciaio nei primi 8 mesi del 2014. Secondo i dati diffusi da Federacciai, infatti, tra gennaio e la fine di agosto le importa-zioni di prodotti siderurgici dai paesi esteri sono aumentate del 5,0% rispetto allo stesso periodo del 2013 (+528.000 tonnellate), mentre le esporta-zioni si sono incrementate di 623.000 tonnellate, pari al +5,7%. entrando maggiormente nel detta-glio sull’import, si nota una generalizzata crescita di tutte le categorie che compongono il paniere di Federacciai, con la sola eccezione dei lingotti e semilavorati, che lasciano sul terreno il 4,5% ri-spetto all’anno scorso, scendendo a 2,127 milio-ni di tonnellate dai 2,227 milioni di tonnellate del 2013. Tra le altre categorie, i prodotti di seconda trasformazione mostrano un aumento marginale (+0,8%, pari a +1.000 tonnellate), mentre i prodot-ti piani passano da 6,282 milioni di tonnellate a 6,673 milioni di tonnellate (+6,2%), i prodotti lunghi da 1,163 milioni di tonnellate a 1,288 milioni di ton-nellate (+10,7 %) ed i prodotti di prima trasforma-zione da 756.000 tonnellate a 867.000 tonnellate (+14,7%). Nel complesso l’import è ammontato a 11,078 milioni di tonnellate. Sul versante delle esportazioni, il totale è stato pari a 11,593 milioni

    di tonnellate, con un incremento, come detto, del 5,7%. come per le importazioni, i lingotti e se-milavorati riducono i propri volumi di 7.000 tonnel-late, scendendo a 441.000 tonnellate (-1,6%). in calo anche i prodotti di seconda trasformazione, che diminuiscono del 6,0% a 265.000 tonnellate, mentre i lunghi passano da 2,752 milioni di tonnel-late a 2,809 milioni di tonnellate (+2,1%), i piani da 4,476 milioni di tonnellate a 4,783 milioni di tonnel-late (+6,9%) ed i prodotti di prima trasformazio-ne da 3,012 milioni di tonnellate a 3,295 milioni di tonnellate (+9,4%). il saldo commerciale italiano è positivo per 515.000 tonnellate, grazie ai +2,428 milioni di tonnellate del comparto della prima trasformazione, ai +1,521 milioni di tonnellate dei lunghi ed alle +142.000 tonnellate per i prodotti di seconda trasformazione. In deficit, invece, i pro-dotti piani (-1,890 milioni di tonnellate) ed i lingotti e semilavorati (-1,686 milioni di tonnellate).Dal punto di vista geografico, il commercio con i paesi comunitari ha visto le esportazioni salire del 9,0% a 8,093 milioni di tonnellate e le importazioni del 5,7% a 6,008 milioni di tonnellate, mentre con i paesi extracomunitari si segnala un migliora-mento delle importazioni (+4,1% a 5,067 milioni di tonnellate) ed una contrazione delle esportazioni (-1,6% a 3,493 milioni di tonnellate).

    iMpO

    RT-e

    XpO

    RT

    di Stefano Ferrari

    commercio estero italiano: l’export sale più dell’import

  • pag.7

    prezzi: ribassi costanti

    il peggior anno dell’ultimo quinquennio. così si può descrivere l’andamento del 2014 della siderurgia italiana in termini di prezzi. Lo si evince dalla lettura del grafico del superindice di Siderweb, il valore che sin-tetizza l’andamento dell’acciaio al carbonio sul mercato nazionale (vedi disclamier a piè di pagina per la descrizione delle modalità di calcolo).la media di acquisto di una tonnellata di acciaio nel 2014 in italia, infatti, si è attestata a 345,6 euro la tonnellata, con una riduzio-ne dell’8,7% (pari a 33,1 euro la tonnellata) rispetto al 2013. Se si amplia il confronto con le annate precedenti, si scopre che le quo-tazioni nel 2014 sono state del 17,8% inferiori a quelle del 2012, del 25,2% a quelle del 2011 e del 18,7% a quelle del 2010. l’unico anno contro il quale in 2014 risulta «vincitore» è il 2009, quando i prezzi furono più bassi del

    25,2% (278,5 euro la tonnellata).entrando nel dettaglio dell’andamento del 2014, il livello più alto raggiunto dalle quota-zioni è stato toccato in apertura dell’anno, precisamente il 15 gennaio, con un valore medio di 373,0 euro la tonnellata. Successi-vamente si è registrato un calo ininterrotto fino ad aprile, quando si sono toccati i 341,9 euro la tonnellata e quando si è innescato un rimbalzo durato circa due mesi e che ha portato a recuperare 6 euro la tonnellata. È seguito un secondo periodo di riduzione (fino a fine luglio e a quota 336,9 euro la tonnella-ta) ed un secondo rimbalzo sino a metà set-tembre (346,2 euro la tonnellata). Da metà settembre ad oggi si è assistito solo ad un continuo deterioramento delle quotazioni, spinto anche dal calo delle materie prime, che ha portato a fine novembre ad un livello che non si vedeva dal gennaio 2010.

    SUpe

    RiN

    Dic

    e

    di Stefano Ferrari

    DiSclaiMeRil superindice di Siderweb è calcolato facendo la media ponderata dei prezzi base di travi, laminati mercantili, tondo, vergella (da trafila e per rete), coils a caldo, lamiere zincate e la-miere a caldo. le quotazioni sono rilevate da Siderweb a cadenza quindicinale a partire da febbraio 2009. il superindice è espresso in euro alla tonnellata.

  • pag.8

    il 2014 se ne va: ripercorriamo cosa è accaduto

    Un anno denso di novità e in continua evoluzione quello che si sta chiuden-do. la geografia dell’acciaio italiano, ma anche la sua fisionomia, le sue persone hanno subito profondi cambiamenti. Non sono mancate, infatti, acquisizioni impor-tanti «made in italy». Ma anche l’inizio di nuove avventure professionali per im-portanti operatori del settore siderurgico. Aziende in difficoltà che sembrano aver intravisto la luce in fondo al tunnel. e uno dei patriarchi dell’acciaio italiano che si è spento, lasciando però ancora viva la propria eredità.

    Ferriera di Servola: Arvedi, missione com-piuta

    Un’operazione di vendita non certo sem-plice – vista l’importanza del polo produt-tivo – ma che, sin dall’inizio, ha visto un solo protagonista. Un soggetto interessato che, dall’interesse iniziale, ha saputo se-guire con attenzione ogni mutamento di scenario sino all’acquisizione definitiva. il

    Gruppo arvedi, infatti, lo scorso 6 ottobre ha ufficialmente ultimato il proprio pro-cesso di acquisto della Ferriera di Servola (nella foto), lo storico polo produttivo trie-stino dell’orbita lucchini. l’inizio del 2014 si era aperto con un primo mutamento di scenario: venne, infatti, scelta l’istituzio-ne di un bando, a fronte di una proposta di affitto, presentata solo tre mesi prima sempre dal gruppo siderurgico cremone-se. all’origine di tale cambio di strategia, la risoluzione del contratto cip6 ufficia-lizzata dal Gestore dei Servizi energetici lo scorso 28 dicembre. contratto che le-gava la lucchini di Trieste ad elettra – la centrale che utilizza i gas di risulta della Ferriera -. Unica strada percorribile per la riapertura di tale benefit, il subentro di un acquirente. Già il 31 gennaio, quindi, al MiSe è stato sottoscritto l’accordo di programma. Due mesi dopo – il 28 mar-zo – è stato presentato il bando pubbli-co con scadenza fissata al 21 aprile, poi procrastinata al 27 aprile per l’incomple-tezza delle documentazioni depositate. a quella data, le manifestazioni di inte-

    UN a

    NN

    O D

    ’ac

    cia

    iO

    di Fiorenza Bonetti

  • … partire da fondazioni e pilastri per un costruire sostenibile …

    un marchio come garanzia di qualità

    partners Acciaierie di Sicilia Catania

    Alfa Acciai Brescia

    Feralpi Siderurgica Lonato (BS)

    Ferriera Valsabbia Odolo (BS)

    Industrie Riunite Odolesi I.R.O. Odolo (BS) via A. Volta 27/a 25010 San Zeno Naviglio (Bs)

    Tel. +39 030.3539354 fax. +39 030.3546766 [email protected]

    www.assosismic.it

  • pag.10

    resse sono risultate essere due: quella di arvedi e un’altra frutto di una cordata del Far east. i concorrenti, però, si sono ben presto dimezzati, vista l’esclusione dalla corsa della seconda. a quel punto i ritmi si sono mostrati ancora più incal-zanti: il 28 luglio, arvedi ha formalizzato la propria offerta, confermata dal MiSe a metà agosto. L’epilogo, come anticipa-to, è stato il più positivo, vista la strate-gia di rilancio programmata dal gruppo cremonese. Secondo quanto dichiarato dalla Regione Friuli Venezia giulia, arvedi, per Servola, ha programmato il ripristino della produzione di ghisa con l’altofor-no – con la prima colata già al termine di ottobre - la valorizzazione del polo lo-gistico, destinato a diventare terminal per l’arrivo della materia prima e per la spedizione dei prodotti finiti al servizio di tutto il Gruppo e l’avvio di un impianto di laminazione a freddo per i coils da un milione di tonnellate, utilizzando l’acciaio prodotto dal Gruppo a cremona.

    Evraz Palini & Bertoli: il cielo volge al sereno

    Un 2014 iniziato in salita per la evraz palini e Bertoli di San Giorgio di Nogaro (Ud). Criticità che, ad onor del vero, trovava-no radici già nell’anno precedente e, per la precisione, nel luglio 2013. le diffi-cili condizioni di mercato, infatti, aveva-no portato i vertici russi dell’azienda ad una fermata di tre mesi. Novanta giorni entro i quali si attendeva, e ci si augu-rava, un miglioramento, un segnale dal quale ripartire. Un’evoluzione delle con-dizioni che, per la proprietà, non è arri-vata. Gli impianti – tuttora fermi – sono rimasti inattivi e la proprietà è rimasta in

    sostanziale silenzio per la quasi totalità del 2014. il primo, significativo, passo in avanti è avvenuto solo un paio di mesi fa. il 24 ottobre, infatti, i vertici di evraz, le istituzioni friulane e i sindacati si sono in-contrati per la presentazione di un piano industriale che, sebbene ancora oggetto di valutazioni ed aggiustamenti anche a seguito della successiva riunione dell’ini-zio di novembre, metteva comunque il punto su un aspetto critico, molto spesso messo in discussione nel lungo anno fat-to di silenzi, indiscrezioni e smentite. pali-ni & Bertoli tornerà in attività e non verrà chiusa definitivamente per essere messa sul mercato. le indicazioni temporali for-nite prevedono per il mese di novembre 2015 una ripresa dell’attività produttiva, oltre ad un piano di investimenti sul sito industriale che prevede 650 mila euro per impianti e formazione, 520 mila euro per manutenzione propedeutica al riavvio e 240 mila euro extra budget per una ma-nutenzione di 12 mesi, oltre ai costi fissi.

    L’acquisizione europea del 2014 viene dal Nord Una vera e propria “bomba” quella che ha aperto il mercato degli acciai altore-sistenziali europei nel 2014. il 22 genna-io, infatti, la comunicazione ufficiale che Siderweb definì «la risposta nordica alla globalizzazione». in quella data, le due aziende – SSaB e Rautaruukki – hanno an-nunciato un’offerta da parte del produt-tore svedese per acquisire il concorrente finlandese. la nuova azienda frutto dalla fusione tra SSaB e Rautaruukki è uno dei le-ader globali nella produzione di acciai al-toresistenziali, di coils, di lamiere da treno

    UN a

    NN

    O D

    ’ac

    cia

    iO

  • pag.11

    e tubolari. il fatturato delle due imprese, nel 2012, è stato di 7,3 miliardi di euro, mentre nei primi nove mesi dell’anno i due gruppi hanno avuto un fatturato di

    4 , 7 3 9 miliardi di euro ( 2 , 9 6 8

    miliardi di euro per SSaB e 1,771 mi-liardi di euro per Rautaruukki), un eBiT-Da di 245 milioni di euro (119 milioni di euro per SSaB e 126 milioni di euro per Rautaruukki), ed una perdita netta di 94 milioni di euro (91 milioni di euro per SSaB e 3 milioni di euro per Rautaruuk-ki). La capacità produttiva combinata è di 8,8 milioni di tonnellate annue con 5 altiforni, 6 laminatoi e la presenza di impianti produttivi in Svezia, Finlandia e negli Stati Uniti, con 17.500 dipendenti (dei quali la metà attualmente in capo a SSAB e la metà a Rautaruukki). Dal 14 al 12 maggio: questo l’arco temporale entro il quale si è concretizzata l’inte-grazione azionaria tra i due colossi del nord. l’interscambio si è realizzato con la trasformazione di ogni azione di Rau-taruukki in 0,4752 nuove azioni di classe a e 1,2131 nuove azioni di classe B di SSaB. Solidium Oy, il maggior azionista di Rautaruukki, ha deciso di accetta-re l’offerta e convertire il suo 39,7% di Rautaruukki in quote della nuova real-tà industriale. Il processo si è conclu-so il 20 novembre scorso e, secondo la legislazione finlandese, lo stesso giorno in cui SSaB ha acquisito il controllo di tutte le azioni di Rautaruukki, quest’ulti-ma è stata tolta dalla borsa di Helsinki.

    La scomparsa di Emilio Riva

    Martedì 29 aprile, in serata, si è spento

    emilio Riva. Tra i patriarchi della side-rurgia nazionale, il patron dell’ilva e a capo del colosso Riva, tra i più schivi magnati della storia dell’acciaio ita-liano, ma sulle prime pagine della cro-naca a causa dei ben noti problemi legati all’ilva di Taranto scoppiati nel 2012. Nato nel 1926 a Milano, dopo il diploma di ragioniere inizia la propria attività lavorativa prima come dipen-dente dell’imprenditore Umberto co-lombo, poi come suo socio. Nel 1954, con il fratello adriano, fonda la Riva & c., azienda attiva nel commercio di rottami ferrosi, destinati soprattutto alle acciaierie bresciane. Nel 1956 c’è il se-condo «salto» di Riva, con il passaggio all’attività industriale e l’apertura del-lo stabilimento produttivo di caronno pertusella (Va), oggi ancora attivo, con un forno elettrico che inizia a co-lare il 7 marzo del 1957. Da un output di 30.000 tonnellate annue, il sito passa in poco tempo a 190.000 tonnellate di semilavorati. Ma la crescita non è solo per volumi, ma anche impiantistica. ad innescare l’innovazione è l’incontro nel 1961 con l’ingegnere enzo colom-bo, con il quale nasce il «progetto co-lombo», ovvero la realizzazione della prima colata continua curva a livello mondiale, che si concretizza nel 1964. il balzo tecnologico consente a Riva di passare indenne la crisi del 1964 e permette al proprio gruppo di arrivare a 300.000 tonnellate annue di produ-zione nel 1970. il percorso che lo por-terà a diventare il maggior produttore nazionale di acciaio è ancora lungo, ma parte della strada è già percorsa. Oltre alla crescita per linee interne, in-fatti, Riva nel corso degli anni effettua un numero crescente di acquisizioni,

    UN a

    NN

    O D

    ’ac

    cia

    iO

  • pag.12

    generalmente di aziende in crisi: nel 1966 è rilevato l’impianto di lesegno (cN), nel 1970 la S.e.e.i., nel 1971 entra in Siderurgica Sevillana, nel 1976 nella iton Seine (Francia) e nel 1981 acquista Officine Galtarossa (Verona). Durante gli anni ’70 gestisce anche un’acciaie-ria ad Addis Abeba (Etipia), che sarà poi abbandonata con la caduta del governo di Haile Selassie. Nel 1980 il Gruppo Riva sfonda la quota di 1 milio-ne di tonnellate di acciaio e di 670.000 tonnellate di laminati. Ma l’aumento dimensionale dell’impresa non si ferma. Dopo aver rilevato Galtarossa, nel 1986 compra l’impianto di cerveno (BS) e nel 1988 diventa azionista di maggioranza delle acciaierie di cornigliano, dove il socio di minoranza è la Nuova italsider. la produzione del gruppo, intanto sali-ta a 3,2 milioni di tonnellate di acciaio e 2,2 milioni di tonnellate di laminati, si arricchisce anche dei prodotti piani. Dopo l’espansione in europa del 1988-1992, con l’acquisto della maggioranza di alpa (Francia), degli stabilimenti di charleroi (Belgio) e di due acciaierie tedesche, nel 1994 Riva produce 5,8 milioni di tonnellate di acciaio e 5 mi-lioni di tonnellate di laminati. Nel 1994 arriva l’acquisto dell’ilva, che spinge il gruppo ad una dimensione globale, con una produzione di oltre 14 milioni di tonnellate di acciaio, poi nel 2000 ci

    sono ulteriori due acquisizioni, in Fran-cia (Sam di Neuves Maisons e Montre-au), che portano il Gruppo alla massi-ma espansione, con 38 stabilimenti nel mondo, un fatturato di oltre 10 miliar-di di euro ed oltre 27.000 dipendenti. Dopo gli anni del boom siderurgico, nei quali il Gruppo ha raggiunto tutti i re-cord di produzione e redditività, sono seguiti quelli della crisi del mercato e delle vicende giudiziarie. anni, per Riva, di buio, di lontananza dalle sue ama-te fabbriche e di isolamento, a causa della decisione dei giudici di sottopor-lo ad una lunga detenzione domicilia-re. a 88 anni, e a seguito di una lunga malattia, emilio Riva si è spento. Ma non hanno fatto lo stesso le vicende giudiziarie che coinvolgono altri mem-bri della sua famiglia, così come le sor-ti del gigante tarantino dell’acciaio.

    I cambi «di maglia»

    anno di nuove nomine, di operatori del comparto dell’acciaio che hanno in-trapreso nuove esperienze professionali all’interno di altre realtà siderurgiche. partiamo da ilva che, a cavallo della scorsa estate, ha approntato, quasi per la propria totalità, un nuovo assetto di-rigenziale. Oltre a Giancarlo Quaranta, chief plant & operation, loris Spaltini, chief global procurement ed enrico Martino, chief HR, iT, general affair & security, ad agosto sono stati, infatti, ufficializzati due nuovi «acquisti». Da un’indiscrezione di Siderweb, poi con-fermata dall’azienda, Marco pucci – precedentemente amministratore de-legato di aST -, ha assunto in ilva il ruolo

    UN a

    NN

    O D

    ’ac

    cia

    iO

  • pag.13

    di chief sales marketing and business development. Dal primo settembre si è aggiunto Roberto Renon, con la carica di managing director del Gruppo. Ben prima, e per la precisione all’inizio di febbraio, è stata invece ufficializzata un’«uscita» da ilva: luca Ferrari – che precedentemente si occupava delle vendite dei piani pugliesi – è entrato a far parte del Gruppo arvedi. il maggio successivo, Sideralba ha annunciato a sua volta un acquisto in ilva: si è tratta-to di Roberto cardinale il quale, dopo vent’anni trascorsi nel polo siderurgico tarantino, ha assunto la direzione com-merciale per nord italia e estero della società guidata da Luigi Rapullino. Da Schmolz+Bickenbach ad aso Side-rurgica. Vicenzo Mazzola, ex ceo del-la divisione italiana del gruppo sviz-zero, dallo scorso aprile ha intrapreso la nuova esperienza professionale nel ruolo di direttore commerciale di aSO Siderurgica e aSO Forge. Nuova nomi-na in questo 2014 anche per Beltrame: lo scorso settembre, infatti, il gruppo presieduto da antonio Beltrame ha annunciato l’arrivo nel ruolo di ammi-nistratore delegato di Riccardo Garrè.

    2014: non solo crisi nell’acciaio italia-no

    Un anno, quello che ci stiamo lascian-do alle spalle, che non è stato segna-to solo da crisi, concordati e chiusure. Tutt’altro. l’acciaio made in italy ha fatto sentire il proprio peso nell’impor-tante acquisizione avvenuta a maggio e che ha visto l’acquisto da parte del Gruppo amenduni Tubi acciaio della

    torinese – ma di proprietà spagnola – alessio Tubi. Un passaggio di mano ma-turato in poco tempo quello messo a segno dalla società di Michele Amen-duni e che ha scalzato l’interesse pre-cedentemente maturato dal gruppo per Sider Vasto. Si sono, però, concretizzate acquisizio-ni sul territorio nazionale da player stra-nieri, come nel caso della inox Tech di Lendinara (Ro). La società di proprietà di Ronda spa, infatti, dopo un lungo corteggiamento, ha ceduto alle lusin-ghe della coreana SeaH Steel corpora-tion – la medesima realtà che sta con-cretizzando l’acquisizione di pOScO Speciality Steel per la cifra di oltre 980 milioni di dollari -, acquisendola lo scor-so 28 febbraio. costo dell’operazione? 87 milioni di euro, considerando, però, esclusi, gli immobili strumentali, acqui-stati a loro volta dal colosso coreano. Un’azienda, inox Tech, che, oltre al gruppo coreano, era riuscita a muove-re manifestazioni di interesse da parte di una ventina di player, grazie all’ec-cellenza produttiva consolidata in po-lesine. con un 10% delle quote, infine, il Fondo italiano di investimento è entrato nel-la compagine azionaria di Forgital, società che conta mille collabora-tori in tutto il mondo, con 16 aziende diverse e un fatturato di circa 250 milioni di euro.

    UN a

    NN

    O D

    ’ac

    cia

    iO

  • pag.14

    ilva, lucchini e aST: tra tensioni e soluzioni

    Sono stati 365 giorni intensi per quelle che, nel corso dell’anno, sono state più volte definite le tre grandi crisi della siderurgia ita-liana. che hanno visto momenti di forte tensione, ma anche l’arrivo di soluzioni a volte insperate, per lucchini e aST. Resta però aperto il nodo più gande e cruciale. Quello dell’ilva, da cui inizia-mo a ripercorrere questo lungo anno d’acciaio.

    ILVA: 365 giorni sulle montagne russe

    Doveva essere «l’anno cruciale per il rilancio dell’ilva», queste le premesse del 2014, come ribadito anche nell’articolo conclusivo dello scorso Steel Market Outlook di fine anno per Siderweb. i dodici mesi che stanno per con-cludersi potrebbero invece rivelarsi quelli fa-tali per il colosso siderurgico tarantino. Riper-corriamo questo 2014 con la consapevolezza che in questi giorni proseguono gli incontri per stabilire la miglior strategia di salvataggio dell’azienda, nonostante le opzioni continu-ino a ridursi man mano che il tempo passa. i numeri 2014 dell’ilva non sono certo quelli di bilancio, ma sono i 3 miliardi di investimenti che il 13 gennaio l’allora commissario ernico Bondi prospettava per il rilancio di ambien-te ed impianti, i due governi letta e Renzi, che si sono alternati, i due commissari, Bondi e Gnudi, che dovevano amministrare e rilan-ciare l’azienda e i 250 milioni di euro, invece dei 650 chiesti, che le banche hanno eroga-to nella seconda parte dell’anno al gigante tarantino. all’interno potremmo forse indicare anche gli 1,2 miliardi di euro sequestrati alla famiglia Riva, sul cui utilizzo vigono ancora dubbi.

    Un anno di tribunali ma nessuna sentenza

    procediamo con ordine dato che rispetto al passato la vicenda ilva nel 2014 si è sviluppa-ta su binari paralleli. partiamo da quello più sintetico ovvero le questioni giudiziarie. il 14 gennaio un nuovo blitz a sorpresa dei carabinieri del Noe e dei custodi giudiziari aveva fatto temere per un nuovo blocco della produzione per il ripristino dell’interdizione all’uso degli impianti, men-tre solo due giorni dopo a londra si teneva in secondo atto dell’udienza sulla richiesta di estradizione di Fabio Riva, accusato di asso-ciazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale. a cui il 22 gennaio si aggiunse un nuovo mandato d’arresto, emesso questa volta dalla procura di Milano, che ha aper-to un filone di indagine per evasione fiscale da 52 milioni di euro. indagine in cui saranno coinvolti anche agostino alberti, Mario Turco liveri e angelo Mormina. iniziano a sciogliersi nel frattempo anche altri nodi giudiziari lega-ti a vari ricorsi, come quello del WWF, che il 23 gennaio vede rigettato il proprio esposto sia dal presidente della Repubblica che dal consiglio di Stato. Solo un giorno dopo toc-ca alla cassazione bacchettare il Gip Todi-sco, spiegando che il Gip non può in alcun modo adottare misure cautelari che non sia-no state richieste dal pm, all’interno delle mo-tivazioni della sentenza di annullamento del maxi sequestro di qualche mese prima. Dopo qualche settimana di silenzio, attorno a metà di febbraio, si annuncia che il processo per maxi evasione da 52 milioni di euro inizierà a maggio. il mese successivo, e in particolare il

    ilV

    a, l

    Ucc

    HiN

    i, a

    ST

    di Davide Lorenzini

  • pag.15

    6 marzo, è invece il giorno in cui si conobbe-ro i nomi dei 50 rinviati a giudizio nell’ambito del processo madre dell’ilva, tra cui oltre ad emilio, Fabio e Nicola Riva, spiccarono i nomi dei politici Nichi Vendola, governatore della puglia, ippazio Stefano, sindaco di Taranto e l’ex presidente della provincia di Taranto Gio-vanni Florido. il 25 dello stesso mese venne anche fissata l’udienza preliminare per il 19 giugno. Udienza in cui però verrà notificato lo stralcio da ogni accusa di emilio Riva, spento-si il 29 aprile dopo una lunga malattia. il mi-nistero dello Sviluppo economico, al timone del quale dopo il cambio di Governo da letta a Renzi è salita Federica Guidi, si è costituito parte civile proprio nel processo milanese per evasione fiscale, il cui aggiornamento vie-ne però anch’esso rimandato a giugno. Nei primi giorni del sesto mese dell’anno a poco più di una settimana dall’udienza preliminare viene depositata la richiesta di trasferimento del processo da Taranto a potenza per legit-timo sospetto su una mancanza di serenità di giudizio nella città pugliese. Domanda in virtù della quale l’udienza preliminare viene fatta slittare a settembre in attesa che il Gup va-luti nel merito la richiesta di cambio di sede. a luglio invece prosegue abbastanza spedito il processo milanese con il pm che chiede 5 anni e 4 mesi per Fabio Riva ed agostino lo Monaco. Di due anni la richiesta per agostino alberti, mentre il Mise chiede un risarcimen-to da 120 milioni di euro. il 23 luglio vengono revocati i provvedimenti cautelari per Nicola Riva e luigi capogrosso, in attesa dell’udien-za di settembre, stesso provvedimento ap-plicato l’otto agosto anche a agostino pa-storino, Giovanni Rebaioli e alfredo ceriani, considerati il «governo ombra» dell’ilva. a settembre invece un nuovo rinvio per il pro-

    cesso ambiente Svenduto, in attesa del pro-nunciamento della corte di cassazione sul trasferimento del processo atteso per il 7 ot-tobre. Sentenza però che decreterà il man-tenimento del processo nella città pugliese. la prima udienza del processo è però servita ai magistrati pugliesi per raccogliere le oltre 600 richieste di risarcimento arrivate, per un importo complessivo che supera i 31 miliardi di euro, e al momento non è ancora stata diffusa la data del nuovo aggiornamento, data la mole di materiale da valutare. l’im-pressione a questo punto è che si andrà ne-cessariamente al 2015.

    Produzione o vendita: il dilemma industriale

    Se l’anno giudiziario dell’ilva è stato in sostan-za un unicum, quello industriale deve neces-sariamente essere diviso in due parti. Vale a dire dal primo gennaio al 6 giugno e dal 7 giu-gno al 31 dicembre. periodi nei quali hanno rispettivamente operato il primo commissario straordinario, enrico Bondi, e il suo succes-sore, piero Gnudi. Due parti che in un certo senso coincidono anche con le priorità politi-che date dai due governi che si sono succe-duti, vale a dire occupazione, risanamento e produttività per l’esecutivo guidato da Enri-co letta e vendita in tempi brevi dell’azien-da per la squadra di Matteo Renzi, almeno per quanto reso noto finora. anche in questo caso la situazione è molto liquida e mentre si sta scrivendo si stanno alternando una serie di incontri che potrebbero far sembrare supe-rate le conclusioni di questo articolo. Ripartiamo comunque da gennaio. come già ricordato, con Bondi al timone, sembrava che tutto fosse orientato all’investimento per il rilancio ambientale ed industriale dell’ilva,

    ilV

    a, l

    Ucc

    HiN

    i, a

    ST

  • pag.17

    al centro di una serie di progetti, quantificati il 3 miliardi di euro il 13 gennaio dal commis-sario, con la postilla di restare competitivi sul mercato. Un progetto che già allora preve-deva un aumento di capitale dal 1,5 miliardi di euro per il suo avvio. aumento di capitale che però, per poter essere fatto, avrebbe avu-to bisogno di una legittimazione legislativa, e per questo venne inserito un emendamento alla conversione del decreto legge sull’ilva varato nel 2013 e convertito dalla camera il 3 febbraio. Mentre l’iter autorizzativo è in corso, però, qualcosa sembra iniziare ad agi-tarsi nell’ambiente bancario, dopo l’incontro di metà gennaio con il Commissario Straordi-nario, e dopo che il piano che prevedrebbe almeno sulla carta investimenti importanti an-che dagli istituti di credito è stato reso noto. il 4 di febbraio infatti arrivano rumor di pres-sioni delle banche per l’ampliamento della compagine societaria a dei partner industriali liquidi sul fronte finanziario, come ad esem-pio Tenaris. il 6 febbraio il decreto ilva viene approvato anche dal Senato, ma la vera no-tizia arriva due giorni dopo, quando iniziano a crescere i rumor di un interessamento di arce-lorMittal all’ilva. Mentre i vertici della compa-

    gnia franco-indiana iniziano l’avvicinamento al polo siderurgico tarantino, l’Ufficio Studi di Siderweb pubblica una mini analisi sui flussi commerciali intitolata «chi si prende il merca-to di ilva?» (clicca qui per aprire il contenuto) evidenziando come l’andatura zoppicante del colosso siderurgico italiano abbia avvan-taggiato soprattutto i competitor turchi, oltre a quelli francesi e tedeschi. Mentre il piano di investimenti ambientali si arricchisce di nuove commesse, Bondi pubblica la sua relazione commissariale sul 2013 del polo siderurgico, evidenziando ricavi a 3,8 miliardi per il 2013, in pratica il 30% in meno del 2012, e volumi di vendita fermi a 6,1 milioni di tonnellate. con l’approvazione del decreto ilva però vengono inseriti anche due importanti docu-menti e passaggi, cruciali per la prosecuzione dell’attività industriale a Taranto, vale a dire il piano ambientale e il piano industriale. Docu-menti per la stesura dei quali vennero aperte anche consultazioni on-line. e che vide il pri-mo approdare in consiglio dei Ministri per la prima volta il 10 marzo, per poi essere appro-vato quattro giorni dopo.Quando sembrava che le cose stessero per volgere al meglio però è il sub-commissario

    ilV

    a, l

    Ucc

    HiN

    i, a

    ST

    http://www.siderweb.com/notizie/30416/piani.html

  • pag.18

    ilva edo Ronchi a pronunciare per la prima volta la frase «problema di liquidità all’Ilva» il 21 marzo, dopo che con l’approvazione del piano ambientale avrebbero dovuto essere avviati gli ordini per la realizzazione degli in-terventi di compatibilità. Tre giorni dopo inol-tre arriverà il primo di una serie di guasti tec-nici che funesteranno la resa produttiva del siderurgico, incrementando le perdite mensili dell’impianto. Si arriva quindi ad aprile e gli scenari restano ancora un po’ nebulosi, an-che se dalla commissione europea arriva la minaccia di apertura di una procedura di infrazione a causa della prosecuzione delle emissioni inquinanti. il 29 aprile l’azienda ri-sulta molto segnata dalla scomparsa emilio Riva (clicca qui per vedere lo speciale di Si-derweb). Una scomparsa avvenuta lontano dai riflettori, così come lo saranno i funerali, avvenuti nel massimo riserbo. il 5 maggio an-che la Corte dei Conti dà il nulla osta la piano ambientale dell’ilva, che diventa legge a tut-ti gli effetti. il 14 maggio la tensione sui vertici commissariali inizia a salire dopo un incontro tra gli istituti di credito e i rappresentati del-la proprietà dell’azienda, in relazione ad un prestito ponte da 500 milioni richiesto da Bon-di per garantire l’operatività dell’azienda. Si incrinano, intanto, i rapporti Riva-Bondi, che sembravano orientati sulla strada del dialo-go, e a fine maggio si intuisce che il Gover-no stia valutando la decisione di sostituire il commissario. Non serve la difesa sull’operato del commissario del presidente della commis-sione industria Massimo Mucchetti, mentre in attesa di conoscere se il mandato all’ex risa-natore Parmalat verrà rinnovato o meno, ini-ziano a circolare nomi di sostituti come Mas-simo Tononi (Borsa italiana) o Fulvio conti. il nuovo commissario è invece piero Gnudi, molto vicino al Ministro Guidi, ma con una vo-

    cazione più finanziaria che industriale, ed ap-pare immediatamente chiaro che l’obiettivo dell’esecutivo è la ricerca di un nuovo partner industriale e l’eventuale vendita dell’azienda. il 17 giugno arcelorMittal esce ufficialmente allo scoperto, e avvia una serie di visite agli impianti per poter fare la propria valutazione. il 19 giugno edo Ronchi, ex commissario am-bientale, traccia un bilancio della compati-bilizzazione dell’ilva durante il suo mandato ma detta alcune condizioni per restare, che però non vengono accettate. Gnudi, nel frat-tempo, scrive ai collaboratori ma avvia an-che una sorta di riassetto manageriale inter-no che vede Giancarlo Quaranta assumere la carica chief Operation Officer. Seconda operazione del commissario è l’attivazione di un pool legale per valutare la possibilità di utilizzo degli 1,2 miliardi di euro sequestra-ti alla famiglia Riva nell’ambito dell’inchiesta per l’evasione fiscale milanese, operazione che però richiede un’ulteriore modifica nor-mativa che arriva l’11 luglio, a cui si aggiunge anche la prededucibilità per i crediti bancari, una condizione necessaria per avviare una nuova trattativa con gli istituti di credito per la concessione dell’agognato prestito ponte. il 15 luglio un nuovo guasto elettrico mina la produzione del gigante d’acciaio per oltre 20 giorni. prosegue il piano di riassetto del mana-gement di Gnudi e il 21 luglio crescono i primi rumor sul possibile arrivo di Marco pucci da Terni. La crisi di liquidità porta ad imprimere un’accelerazione alle procedure di vendita e Gnudi lo stesso giorno annuncia che sarebbe-ro cinque i gruppi interessati all’azienda. il 24 giugno inizia a delinearsi invece l’entità del prestito ponte, che passa dagli 850 milioni di euro chiesti ad un massimo di 250 milioni di euro di disponibilità bancaria. Il 30 luglio le centrali elettriche si guastano ancora, men-

    ilV

    a, l

    Ucc

    HiN

    i, a

    ST

    http://www.siderweb.com/notizie/31040/lutto.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/31040/lutto.html

  • www.sideralba.it [email protected]

  • pag.20

    tre il primo agosto viene ufficializzato l’arrivo di Marco pucci come direttore commerciale del colosso siderurgico (clicca qui per legge-re l’intervista esclusiva a Siderweb). Dal pri-mo settembre Roberto Renon è Managing Director e cFO dell’ilva. Settembre si rivela anche il mese in cui i vari pretendenti per l’ilva escono effettivamente allo scoperto: dopo arcelorMittal un altro gruppo indiano approda in puglia, si tratta di Jsw. il 4 settem-bre arriva finalmente il via libera al prestito ponte, che verrà però erogato in due tran-che da 125 milioni di euro l’una, prestito che avrebbe permesso, oltre al pagamento degli operai, anche quello di 34 milioni di euro ai fornitori il 19 settembre. Sempre indiscrezioni quantificano in 300/400 milioni di euro la pos-sibile offerta di Mittal, un’indiscrezione su cui l’Ufficio Studi di Siderweb avrebbe realizza-to una mini analisi (clicca qui per accedere al video), per capire quando varrebbe l’ilva oggi. il Gip milanese ha accolto il 28 ottobre la richiesta del commissario Gnudi di utilizzare le risorse sequestrate per l’ambientalizzazione dell’azienda. il mese di ottobre però si chiu-de con una grande novità: l’ad della Cassa Depositi e prestiti ha dichiarato che l’istituzio-ne è disposta ad investire nell’acciaio. Diffi-cile capire al fianco di chi. Dopo otto mesi di colloqui l’assetto dei pretendenti al momen-to è così composto: arcelorMittal insieme a Marcegaglia e arvedi, al momento da solo, mentre le restanti opzioni si sono sgonfiate. Dopo l’annuncio dell’arrivo ad un momento cruciale per la vicenda ilva di antonio Gozzi in audizione al Senato il 12 novembre, il 21 no-vembre le banche creditrici concessero la se-conda trance del prestito ponte, mentre nella settimana successiva sarebbe arrivata sul ta-volo di Gnudi un’offerta non vincolante di ar-

    celorMittal, il cui contenuto è top secret. Nei primi giorni di dicembre, però, il premier Mat-teo Renzi ha indicato una possibile nuova via d’uscita dall’impasse: la gestione per tre anni dell’ilva come azienda statale per poi riven-derla risanata, al fine di evitare una svendita. Su questa ipotesi i lettori di Siderweb nel son-daggio lanciato alla community dell’acciaio si sono detti per il 59% contrari. al momento di andare in stampa non vi sono altre novità. Lucchini: inferno e paradiso

    anno difficile ma con un probabile lieto fine per il polo siderurgico toscano della lucchini. Quel che si era aperto come un anno incerto potrebbe infatti chiudersi in bellezza con una firma della cessione del polo produttivo, ces-sione in grado di rilanciare l’azienda. Nel ripercorrere le tappe fondamentali del 2014 di lucchini, si vede che sin dalle prime battute gli appelli erano all’emergenza, con i sindacati in apprensione per la volontà da parte del commissario straordinario piero Nar-di di chiudere l’area a caldo dell’azienda, a causa del consumo eccessivo di liquidità. ipotesi alla quale i lavoratori di opponeva-no. Verso le metà del mese di gennaio però il cuore dei piombinesi si riempì di speranza dopo l’arrivo nella cittadina toscana di quel-lo che venne definito sulle prime battute «un ricchissimo mister X tunisino», che voleva ri-lanciare a piombino il progetto Utopia, inve-stendo ben 3 miliardi di euro. ci vollero solo due settimane perché il nome del presunto magnate fosse svelato: si trattava del giorda-no Khaled al Habahbeh, che insieme al socio ali Gammagui aveva avviato contatti con i vertici aziendali, ipotizzando il mantenimento in funzione dell’area a caldo, il cui stop fui

    ilV

    a, l

    Ucc

    HiN

    i, a

    ST

    http://www.siderweb.com/notizie/31859/ilva.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/31859/ilva.htmlhttp://www.siderweb.com/multimedia/709/http://www.siderweb.com/multimedia/709/

  • pag.21

    prorogato al 10 marzo. il tour di incontri isti-tuzionali per la delegazione tunisina si aprì il 30 gennaio con un primo vertice con il go-vernatore della Regione Toscana enrico Rossi. il progetto tunisino convinse immediatamen-te il popolo dei lavoratori che, di fronte alla proposta di nessun ridimensionamento del polo siderurgico, si schierarono apertamente a favore di Smc, questo il nome dell’azienda di Habahbeh, il cui progetto venne preferito a quelli di ridimensionamento proposti dalle altre cordate in corsa. il 12 febbraio partì uf-ficialmente l’iter burocratico per l’individua-zione di un potenziale acquirente, con una fase preliminare di dichiarazioni di interesse al quale si presentarono, oltre ad Smc, il gruppo Klesch, la cordata Feralpi, Duferco e acciaie-rie Venete e altre 21 realtà suddivise sui vari asset in cui il bando fu diviso. alla luce degli appelli al mantenimento dell’altoforno in fun-zione, Nardi avrebbe dovuto acquistare una nave di materie prime da 20 milioni di euro, chiedendone però copertura finanziaria ad Smc, l’unica a manifestare la volontà di man-tenere in funzione l’area a caldo. Su questa vicenda però la solidità dell’offerta Smc iniziò a scricchiolare. per aggirare le procedure di gara Smc, in una conferenza stampa del 22 febbraio, annunciò la presentazione da lì a pochi giorni di un memorandum d’intesa per una trattativa privata. Nel frattempo, però, i 24 concorrenti persero immediatamente 4 unità per la mancanza di invio del materiale integrativo richiesto dalla gestione commissa-riale. il 28 febbraio Nardi respinse al mitten-te le proposte del memorandum Smc, tra le quali spiccava la pretesa da parte della re-altà tunisina di 200 milioni di euro. Richiesta che a questo punto fece drizzare le antenne rispetto all’effettiva bontà d’intenti del player

    straniero. Un fatto che però non fece dubitare i lavoratori che si schierarono a difesa dell’of-ferente. alla luce della situazione la cordata Duferco, Feralpi e acciaierie Venete decise il 5 marzo di ritirare la propria proposta. alla seconda tappa del tour de force del bando, il 12 marzo, le offerte scesero a nove, di cui però otto risultarono ancora incomplete. in-sospettita dai contenuti del memorandum d’intesa e da alcune segnalazione giunte in redazione, Siderweb per prima pubblicò il 15 marzo una mini inchiesta dal titolo «Smc e le sue controllate: tra dubbi e certezze» (clicca qui per accedere all’articolo), in cui si ipotiz-zava, alla luce della difficoltà di reperimento di informazioni anche in loco, che ci potes-sero essere dei dubbi sulla solidità industriale dell’azienda tunisina. Dubbi che insinuarono qualche tarlo anche nei colleghi della carta stampata, che scavando trovarono alcune ombre nel passato di al Habahbeh, minando-ne la credibilità. La valutazione delle offerte nel frattempo proseguì e il consiglio di sorve-glianza del MiSe escluse Klesch e Smc. Spun-tano intanto i nomi di Jsw e Jspl, dei fratelli Jindal, a cui si aggiunge l’ucraina Steel Mont. il 29 marzo Smc non mollò la presa e in una conferenza stampa annunciò in 4/5 giorni un’offerta compresa di coperture finanziarie, purtroppo però mai arrivata. il mese di aprile si dedicò soprattutto alla definizione dell’ac-cordo di programma, mentre il 23 aprile l’al-toforno, dopo essere stato di fatto «ibernato» per alcune settimane, venne spento del tut-to. l’appello disperato dei lavoratori arrivò anche in Vaticano e venne raccolto diretta-mente da papa Francesco, che esortò a tro-vare una soluzione in tempi brevi. Siderweb realizzò due approfondimenti sulle cause del-la crisi (clicca qui per leggere), e sulla storia

    ilV

    a, l

    Ucc

    HiN

    i, a

    ST

    http://www.siderweb.com/notizie/30598/lucchini.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/30598/lucchini.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/30995/lucchini-di-piombino.html

  • pag.22

    del polo siderurgico toscano (clicca qui per leggere). Maggio passò senza rilevanti novità ma pur-troppo, però, le stime del commissario Nardi sulla cessione entro l’estate dell’azienda, rila-sciate a Siderweb all’assemblea di Federac-ciai, vennero smentite. ed anche gli appelli delle parti sociali a chiudere i tempi di pre-sentazione delle offerte definitive entro l’11 luglio furono in parte disattesi dal valore eco-nomico delle offerte, ritenute insoddisfacen-ti, e che fecero avviare il meccanismo della trattativa privata, rinviando però il tutto a set-tembre. il 28 agosto il responsabile delle re-lazioni esterne lucchini Francesco Semino la-sciò l’azienda dopo 16 anni, per ricoprire dal 3 settembre un incarico in acciaierie Venete. l’allungamento dei tempi di cessione porta a proteste eclatanti e un operaio in sciope-ro della fame scrive direttamente al premier Matteo Renzi per chiedere il suo intervento. l’11 settembre arriva l’offerta migliorativa di Jsw, e sembra che il sito piombinese sia ormai avviato a parlare indiano, tanto che anche il prudente commissario Nardi individua in mas-simo cinque mesi la chiusura della cessione. a scombinare le carte arriva il 12 ottobre colos-so algerino cevital, che sin da subito sembra disposto a rilanciare con una proposta irrinun-ciabile e la promessa di dare lavoro a tutte le maestranze tramite la realizzazione anche di un impianto alimentare conserviero ed una piattaforma logistica. proposta annunciata e presentata, che però scatena l’apprensione degli elettrosiderurgici del nord italia, preoc-cupati per l’annuncio di installare due forni elettrici per un totale di altri due milioni di tonnellate di produzione. il tutto si traduce in un botta e risposta tra il presidente di Fede-racciai antonio Gozzi e le istituzioni locali. Nel frattempo alla scadenza delle offerte per il la-

    minatoio del caleotto a sorpresa si presenta-no le acciaierie Venete, in contrapposizione agli ex alleati della cordata Duferco-Feralpi. Offerte però anche in questo caso definite in-soddisfacenti, portando il comitato di sorve-glianza a chiedere la procedura di pubblica evidenza che scadrà il 12 ottobre. Si arriva così al 19 novembre, giorno in cui vien ufficia-lizzato l’arrivo delle offerte di Jsw e cevital, che portano al 25 novembre a far scegliere la proposta algerina dapprima al comitato di Sorveglianza ed infine dallo stesso Ministero dello Sviluppo economico, che il 2 dicembre dà il proprio avvallo. Nel frattempo Siderweb ha realizzato un’intervista esclusiva al rap-presentante italiano di cevital, Farid Tidjani, per spiegare nei dettagli il progetto piombi-no (clicca qui per leggere l’articolo). la firma definitiva dell’accordo è ora attesa entro l’11 di dicembre, da lì partirà la nuova storia della lucchini.

    Acciai Speciali Terni: dopo due anni di apnea si può tirare il fiato

    La Acciai Speciali di Terni avrà anche un 131 esimo anno di storia. Si è infatti chiusa con un lieto fine la lunga vertenza relativa al sito um-bro, che da due anni vive in bilico dopo l’in-tervento da parte dell’antitrust Ue in seguito alla fusione tra inoxum e Outokumpu. anche in questo caso ripercorriamo velocemente i punti salienti di quest’anno complicato. che fosse un anno in salita si capiva già il 9 gen-naio 2014, con alcuni lavoratori delle azien-de dell’indotto ternano incatenati davanti ai cancelli dell’aST, a causa delle lettere di licenziamento ricevute il 23 dicembre. pochi giorni dopo, il 13 gennaio, arrivava una noti-zia positiva: l’antitrust europea dava il proprio benestare all’operazione di «buy back»

    ilV

    a, l

    Ucc

    HiN

    i, a

    ST

    http://www.siderweb.com/notizie/30998/piombino.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/30998/piombino.html

  • pag.23

    da parte di ThyssenKrupp degli asset inossida-bili precedentemente ceduti ad Outokumpu. Operazione conclusasi definitivamente en-tro la fine di gennaio al termine del periodo necessario al ricevimento di eventuali osser-vazioni contrarie alle decisioni dell’antitrust. Nonostante le rassicurazioni del 27 di gennaio dei numeri uno di ThyssenKrupp e Outokumpu all’allora ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, meno di due settimane dopo la vicenda aST iniziò a presentarsi in tutta la sua gravità nelle bozze preliminari del piano industriale presentate il 12 febbraio. il surplus di personale fu identificato in 250 unità, il me-desimo giorno in cui l’Ue diede il via libera definitivo all’operazione buy back. a smor-zare le polemiche sul nascere però fu l’allora ad Marco pucci, che ribadì come il piano in-dustriale sul sito ternano dovesse essere con-certato con il management dell’azienda. Un mese dopo, l’11 marzo, fu la giornata celebra-tiva dei 130 anni dell’ast (clicca qui per leg-gere e guardare gli ampi servizi di Siderweb), a cui partecipò il presidente del Senato piero Grasso. al momento di euforia seguì però un periodo di stasi, sino al 22 maggio, quando il sottosegretario alla presidenza claudio Delrio

    chiese un incontro ai vertici di ThyssenKrupp, ancora una volta però interlocutorio. che la situazione si stesse aggravando lo si capì il 3 di luglio con le dimissioni dell’ad Marco puc-ci (oggi direttore commerciale di ilva, ndr), sostituito da lucia Morselli (nella foto). incas-sato il colpo, istituzioni e parti sociali chiesero immediatamente chiarimenti, che arrivano il 17 di luglio, con l’ufficializzazione degli obiet-tivi del piano di «efficientamento» tedesco, in pratica il taglio di 550 dipendenti e di oltre 100 milioni annui di costi. la reazione non tar-da e il 31 luglio arriva il primo di una serie di blocchi dell’a1 all’altezza del casello di Orte. passato il mese di agosto, il tavolo di confron-to si apre ufficialmente il 5 settembre, con il congelamento delle procedure di mobilità per un mese, accordo che però, nonostante il confronto, non arriverà in soli 30 giorni e il 9 ottobre partirono 537 lettere di licenziamen-to, tra i commenti preoccupati dello stesso premier Matteo Renzi. all’innalzamento delle barricate i lavoratori risposero con otto ore di sciopero, il 17 ottobre, e con denunce anche all’ad Morselli per condotta antisindacale dopo le visite notturne al presidio degli ope-rai. il culmine degli scontri si raggiunse il 29 di ottobre quando vi furono dei feriti in un cor-teo a Roma a seguito di alcune cariche delle forze dell’ordine. il 14 novembre la trattativa si riavviò all’interno di uno sciopero ad oltran-za sullo fondo. Un clima che però ha portato ad un’intesa di massima il 3 di dicembre, con l’annullamento dei licenziamenti e gli incen-tivi alla mobilità volontaria che avrebbero prodotto degli effetti ritenuti soddisfacenti da entrambe le parti.

    ilV

    a, l

    Ucc

    HiN

    i, a

    ST

  • pag.25

    La siderurgia crescerà del 2% nel 2015

    pReV

    iSiO

    Ni -

    VO

    lUM

    i

    Dopo il +2,0% del 2014, nel 2015 il tasso di crescita del consumo apparente mondia-le di acciaio si attesterà ancora al 2,0%. lo prevede la World Steel association (WSa) nel suo Short Range Outlook. Secondo l’associazio-ne globale dei produttori siderurgici la domanda apparente sarà pari a 1,562 miliardi di tonnellate quest’anno e di 1,594 miliardi di tonnellate l’anno prossimo. il dato del 2014 è inferiore a quello stima-to nello scorso aprile dalla stessa associazione, che ha spiegato, tramite il presidente del worldsteel economics committee, Hans Jürgen Kerkhoff, che «il rallentamento della richiesta cinese ha contri-buito significativamente ad abbassare le proiezio-ni globali». inoltre, si rileva una forte frenata «in sud america e negli stati del cSi a causa della caduta dei prezzi delle materie prime, a problematiche strutturali dell’economia ed a tensioni geopoliti-che. in contrasto, le performance delle economie sviluppate saranno positive, con recuperi in Ue, USa e Giappone». per il 2015 «ci attendiamo un moderato incremento della domanda di acciaio

    nelle economie sviluppate, mentre le economie emergenti mostreranno migliori tassi di crescita. il ribilanciamento dell’economia cinese continuerà a frenare la richiesta mondiale».entrando maggiormente nel dettaglio, la WSa si at-tende un aumento dell’1,0% del consumo apparente cinese nel 2014 e dello 0,8% nel 2015 (754,3 milioni di tonnellate). Sempre rimanendo in Asia, l’India vedrà un consumo apparente di 76,2 milioni di tonnellate nel 2014 (+3,4%) ed un +1,8% nel 2015 ed il Giappone farà registrare un +2,3% nel 2014 (66,8 milioni di tonnellate) ed un -1,5% nel 2015.in europa, nel 2014 verranno consumate 145,9 milioni di tonnellate di acciaio (+4,0%) e nel 2015 150 milioni di tonnellate (+2,9%). La Germania salirà a quota 39,1 milioni di tonnellate nel 2014 (+3,2%), mentre nel 2015 crescerà del 2,3%. per concludere il tour siderurgico mondiale si segnala un +6,4% ed un +2,2% del NaFTa rispettivamente nel 2014 e 2015, un -2,4% ed un +3,4% del centro e sud america, un +2,8% e +8,0% dell’africa, un -3,8% e +1,9% della cSi ed un +2,3% e +6,0% del Medio Oriente.

    di Stefano Ferrari

  • pag.26

    Tramonta l’età dell’oro del minerale ferroso (e del coke)

    Minerale ferroso, carbon coke, nickel e zinco. Quali sono le attese per il 2015 per i prezzi di queste quattro materie prime, fondamentali per il comparto siderurgico? Siderweb ha raccolto le previsioni di alcuni enti governativi, banche, broker e analisti per l’anno prossimo, dai quali si nota un andamento radical-mente diverso tra le materie prime da altoforno (minerale e coke) ed i metalli industriali (nickel e zinco).

    Minerale ferroso – L’età dell’oro delle indu-strie minerarie attive nel settore del minera-le ferroso sembra definitivamente tramon-tata. almeno secondo gli enti e gli istituti di ricerca che hanno analizzato il mercato della materia prima ed hanno effettuato le previsioni per il 2015 e gli anni successivi. la chiave del settore, nei prossimi anni, sembra essere l’eccesso di produzione. Una overca-pacity che è generata da un lato dai forti investimenti delle imprese minerarie in nuove capacità estrattive e dall’altro dal rallenta-mento inaspettato della crescita dei consu-mi di acciaio a livello globale. Ma se alcuni estrattori stanno cercando di gettare acqua sul fuoco, come Vale che parla di «tempora-neo squilibrio tra produzione e consumo» che sarà riassorbito entro il «2017/2018», di contro Goldman Sachs si aspetta che l’eccesso di produzione arrivi a 175 milioni di tonnellate nel 2015, contro i 72 milioni del 2014 ed i 14 milioni del 2013.Questo sbilanciamento avrà conseguenze decise sui prezzi del minerale, conseguenze che il mercato ha già toccato con mano nel-

    la seconda metà del 2014, quando si è verifi-cato un crollo di oltre il 30% dei prezzi a livello globale. per l’anno prossimo le attese, inoltre, sono per un’ulteriore riduzione delle quota-zioni. l’istituzione più ottimista, in quest’ambi-to, è la Banca Mondiale, che crede che nel 2015 il prezzo del minerale ferroso si atteste-rà attorno ai 105 dollari la tonnellata, contro i 100 dollari la tonnellata del 2014 ed i 135 dollari la tonnellata del 2013. Ma quella della massima banca globale è una voce fuori dal coro: per il Bureau of Resources and energy economics, ente australiano in seno al mini-stero dell’industria, le quotazioni del 2015 sa-ranno pari a 92,4 dollari la tonnellata (contro i 94,6 dollari la tonnellata della precedente previsione), per Morgan Stanley a 87 dolla-ri la tonnellata, per HBSc a 85 dollari la ton-nellata (105 dollari la tonnellata dell’outlook precedente), per Wood Mackenzie viagge-ranno tra 80 e 90 dollari la tonnellata, per Goldman Sachs saranno di 80 dollari la ton-nellata e per aNZ Bank di 78 dollari la tonnel-lata (101 dollari la tonnellata nella previsione precedente). la banca più pessimista per il 2015 è citigroup, che si aspetta quotazioni nel 2015 a 65 dollari la tonnellata, livello che sarà confermato anche nel 2016. Insomma, il 2015 sembra prospettarsi come un anno di saldi per il minerale ferroso.

    Carbon coke – anche se con numeri diversi rispetto al minerale ferroso, la parola d’ordi-ne per il mercato del carbon coke nel 2015 sarà «overcapacity». Un eccesso di produzio-ne che dovrebbe aggirarsi attorno ai 20-25

    pReV

    iSiO

    Ni -

    pRe

    ZZi

    di Stefano Ferrari

  • FerrieraValsabbia

    Colori:FerrieraValsabbia è pantone 416 CV font Caslon 540Il logo è pantone 5405 CV

    Ferriera Valsabbia S.p.A.

    Via Marconi 13I 25076 Odolo (BS)Casella Postale n. 30

    Tel. +39 0365 8270Fax +39 0365 826 150http://[email protected]

    Ferriera Valsabbia S.p.A.

    Stabilimento OdoloVia Marconi 13 I 25076 Odolo (BS) ItalyCasella Postale n. 30

    Stabilimento Sabbio ChieseLoc. Spazzati I 25070Sabbio Chiese (BS) Italy

    T +39 0365 8270F +39 0365 826 [email protected]

    FerrieraValsabbia

    Colori:FerrieraValsabbia è pantone 416 CV font Caslon 540Il logo è pantone 5405 CV

    Ferriera Valsabbia S.p.A.

    Via Marconi 13I 25076 Odolo (BS)Casella Postale n. 30

    Tel. +39 0365 8270Fax +39 0365 826 150http://[email protected]

    Ferriera Valsabbia

  • pag.28

    milioni di tonnellate e che ha portato ad una revisione al ribasso dei prezzi da parte dei principali enti globali che si sono cimentati nel «gioco» delle previsioni sull’anno prossi-mo. Morgan Stanley, per esempio, si attende per l’anno prossimo quotazioni di 125 dollari la tonnellata, contro i 133 dollari la tonnellata attesi solo qualche mese fa. il broker Jeffries ha tagliato le stime del 12% per il 2015 (115 dollari la tonnellata) e del 10% per il 2016 (117 dollari la tonnellata), così come il BRee, che si aspetta una riduzione del 2,6% a 123 dollari la tonnellata. Nel lungo periodo, Morningstar crede che le quotazioni si attesteranno a 130 dollari la tonnellata (ma in precedenza si aspettava un livello di 160 dollari la tonnella-ta). come si può vedere, le aspettative degli enti sono molto vicine tra di loro, e molto lon-tane dal picco storico dei prezzi del carbon coke, che ad inizio 2011 toccò i 300 dollari la tonnellata. Forse anche in questo settore il periodo d’oro è (definitivamente?) alle spal-le.

    Nickel – Se per il minerale e per il carbon coke si aggira lo spettro dell’oversupply, il mercato globale del nickel andrà in direzione oppo-sta. per il 2015, a causa del proseguimento del bando indonesiano all’export di minerale di nickel, è atteso infatti uno sbilanciamento tra domanda ed offerta, con la prima a so-pravanzare la seconda di circa 80.000 ton-nellate secondo le previsioni di Macquarie Research. Ciò provocherà un’immediata re-azione sui prezzi che, mentre nel 2014 si sono aggirati attorno ai 17.000 dollari la tonnellata, nel 2015 viaggeranno su valori molto più ele-vati. l’ente che si dimostra più conservativo

    è aBN aMRO: la banca olandese si aspetta quotazioni a 18.000 dollari la tonnellata nel 2015 e nel 2016. Haywood Securities piazza l’asticella più in alto (18.889 dollari la ton-nellata), così come Naxtixis (19.000 dollari la tonnellata), mentre capital Markets (20.000 dollari la tonnellata), Scotiabank (23.000 dol-lari la tonnellata) e citibank (24.000 dollari la tonnellata) si pongono al di sopra dei 20.000 dollari la tonnellata, con un incremento per-centuale rispetto al livello del 2013 che va dal 17,7% di capital Markets al 41,2% di citi-bank. per il 2016 le previsioni sono discordan-ti: per ABN AMRO, come detto, il prezzo sarà stabile, per Naxtixis scenderà a 17.375 dolla-ri la tonnellata, per Capital Markets salirà a 23.333 dollari la tonnellata e per Scotiabank si toccheranno addirittura i 26.500 dollari la tonnellata.

    Zinco – come per il nickel, anche per lo zin-co ci sarà un deficit di offerta, con ovvie ri-percussioni sui prezzi. le attese di tutti gli enti che hanno effettuato previsioni sul 2015 sono chiare: ci sarà un notevole aumento delle quotazioni. Mentre nel 2014 i prezzi medi sono stati leggermente sotto i 2.100 dollari la ton-nellata, l’anno prossimo, per la Banca Mon-diale, si salirà a 2.200 dollari la tonnellata, per aBN aMRO a 2.250, per Haywood Securities a 2.556 e per capital Markets a 2.667. Nel 2016 ci sarà un ulteriore incremento. Per ABN AMRO si arriverà a 2.400 dollari la tonnellata, per la Banca Mondiale a 2.228 dollari la ton-nellata e per capital Market si toccheranno addirittura i 4.000 dollari la tonnellata.

    pReV

    iSiO

    Ni -

    pRe

    ZZi

  • pag.29

    We steel believe: conto alla rovescia per Made in Steel

    i l 2015 sarà un anno importantissimo per il com-parto fieristico italiano. Dal primo maggio al 31 ottobre dell’anno prossimo, infatti, Milano ospi-terà l’Expo, l’esposizione universale che richiame-rà nel capoluogo lombardo 20 milioni di visitatori. Ma anche per l’acciaio sarà un’annata impor-tante: a pochi passi di distanza dall’area dove si svolgerà l’Expo, dal 20 al 22 maggio, si terrà la sesta edizione di Made in Steel, la principale con-ference and exhibition della filiera dell’acciaio in italia. Dopo il trasferimento a Milano del 2013, il 2015 vedrà molte novità. La prima è il cambio del-la location e l’approdo ai padiglioni di Rho di fie-ramilano, con il collegamento diretto, tramite la «Passerella Expo-Fiera», all’area dove si svolgerà, appunto, la manifestazione fieristica mondiale. La seconda novità di Made in Steel è il rinnovamen-to dell’anima convegnistica, la cui architrave l’anno prossimo sarà rappresentata dal progetto «industria & acciaio 2030». Nel primo giorno della manifestazione, il prossimo 20 maggio, sarà infatti consegnato alla comunità siderurgica un docu-mento, frutto del lavoro di Siderweb e delle più importanti figure imprenditoriali e accademiche del settore siderurgico, nel quale verranno rac-colte le proposte e gli approfondimenti necessari ad affrontare i cambiamenti a cui il comparto ac-ciaio sarà sottoposto da oggi al 2030. I temi su cui si concentrerà la ricerca, e che verranno appro-fonditi in un convegno dedicato, sono: la distribu-zione di acciaio, la sostenibilità ambientale e le innovazioni di prodotto e processo nella manifat-tura. La proposta convegnistica, però, non finisce qui. Il 21 maggio si svolgerà l’International Steel Trade Day di STSG, l’associazione europea dei tra-der siderurgici. Il giorno successivo, invece, si terrà l’assemblea annuale di assofond, la Federazione

    Nazionale delle Fonderie, che all’interno di Made in Steel troverà il luogo adatto per rappresentare l’intero comparto dei getti di fonderia nazionali. inoltre, altre prestigiose collaborazioni sono in via di definizione. La terza novità è rappresentata dal motto della manifestazione: we steel believe. la siderurgia italiana ed europea, ormai da anni, è alle prese con una crisi strutturale molto dolorosa. chiusure, ridimensionamenti, licenziamenti, riposi-zionamenti di aziende sono ormai all’ordine del giorno per il comparto. Ma non tutto è perduto. il know-how maturato in decenni di lavoro, la quali-tà delle produzioni, la vicinanza con i clienti sono, per il settore italiano ed europeo dell’acciaio, dei plus fortissimi che potranno durare anche in futu-ro. e che potranno portare ad ulteriore crescita. a patto, però, di continuare ad innovare ed a sviluppare rapporti di filiera. Made in steel ci cre-de, e lo ha dichiarato chiaramente, scegliendo, appunto, we steel believe come proprio motto. ed anche gli espositori sembrano crederci: la pre-notazione degli stand ha, infatti, raggiunto livelli-record in termini di superficie venduta, di velocità di prenotazione degli spazi espositivi e di imprese di primo piano sul panorama mondiale che han-no deciso di essere presenti da protagonisti all’in-terno della conference & exhibition della filiera dell’acciaio.Made in Steel 2015, quindi, si presenta come una vetrina globale, con una presenza cre-scente di espositori e visitatori internazionali. Non mancate: vi aspettiamo.

    per maggiori informazioni www.madeinsteel.it

    di Stefano Ferrari

    Ma

    De

    iN S

    Teel

    http://www.madeinsteel.it/http://www.madeinsteel.it/

  • pag.31

    Siderweble 10 news più lette dalla community dell’acciaio

    Oltre 2.700 news pubblicate: que-sta la produzione di Siderweb nel 2014. Ma quali sono le news più lette nel corso dell’anno? ecco a voi la top ten delle notizie che hanno calami-tato l’attenzione dei lettori della com-munity dell’acciaio.

    1) Acquisizioni alessio Tubi passa al Gruppo amenduni Tubi

    2) Lucchini inchiesta: SMc e le sue control-late, tra dubbi e certezze

    3) Alessio Tubi l’oggi e il domani, le politi-che commerciali e di acqui-sto nell’intervista al presidente amenduni

    4) Ilva i soldi per gli stipendi ci sono, ma i fornitori tagliano le spedizioni

    5) Lucchini le buste sono tre. Ma manca Smc

    6) Alessio Tubi cessione in vista?

    7) Lucchini Svelato il contatto italiano dell’affare e il probabile nome di «Mister X» 8) Lutto a 88 anni, si è spento martedì 29 apri-le emilio Riva. la sua storia, la scalata imprenditoriale, i guai giudiziari e il ricordo del presidente Gozzi 9) Ilva Mercoledì 30 luglio il «D-Day» sul prestito10) Lucchini RS & Mamé Group I profili delle due realtà: una fusione tra complementari

    NeW

    S

    http://www.siderweb.com/notizie/31236/acquisizioni.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/30598/lucchini.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/30598/lucchini.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/30598/lucchini.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/32323/alessio-tubi.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/31555/ilva.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/31555/ilva.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/31555/ilva.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/30559/lucchini.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/31135/alessio-tubi.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/30092/lucchini.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/31040/lutto.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/31805/ilva.htmlhttp://www.siderweb.com/notizie/32027/lucchini-rsmameacute-group.html

  • pag.32

    Siderwebi 10 video più visti nel 2014

    1) Lucchini Piombino il progetto di SMc

    2) Alessio Tubi Situazione attuale, pro-spettive, strategie com-merciali e di acquisto

    3) Orsi Service la presentazione tra tradizione e innovazione

    4) Garrécompletare il nuovo piano Bel-trame

    5) La nuova geografia dell’ac-ciaiola top 5, tra salite e discese

    6) LucchiniOperazioni di vendita chiuse entro l’estate

    7) JSW, Lucchini ed Ilvale questioni sul tavolo

    8) AssofermetNuove strategie per combattere la crisi9) Feralpi GroupRottame, le prospettive e la partner-ship con Duferco10) TrafilerieTra materie prime e prezzi

    ViD

    eO

    http://www.siderweb.com/multimedia/568/http://www.siderweb.com/multimedia/568/http://www.siderweb.com/multimedia/713/http://www.siderweb.com/multimedia/713/http://www.siderweb.com/multimedia/713/http://www.siderweb.com/multimedia/713/http://www.siderweb.com/multimedia/713/http://www.siderweb.com/multimedia/621/http://www.siderweb.com/multimedia/711/http://www.siderweb.com/multimedia/711/http://www.siderweb.com/multimedia/711/http://www.siderweb.com/multimedia/633/http://www.siderweb.com/multimedia/633/http://www.siderweb.com/multimedia/633/http://www.siderweb.com/multimedia/647/http://www.siderweb.com/multimedia/647/http://www.siderweb.com/multimedia/647/http://www.siderweb.com/multimedia/698/http://www.siderweb.com/multimedia/578/http://www.siderweb.com/multimedia/578/http://www.siderweb.com/multimedia/578/http://www.siderweb.com/multimedia/678/http://www.siderweb.com/multimedia/582/#http://www.siderweb.com/multimedia/568/ http://www.siderweb.com/multimedia/713/http://www.siderweb.com/multimedia/621/

  • pag.33

    Non solo news. il 2014 di Siderweb è stato molto altro: analisi di mercato, rileva-zioni di prezzi, incontri, community, convegni, studi e servizi. Ma anche le pub-blicazioni: nel corso dell’anno sono state realizzate e distribuite tre edizioni del periodico Steel Market Outlook, due speciali e la ricerca Bilanci d’acciaio. Di seguito l’elenco delle pubblicazioni di Siderweb ed i link per scaricare gratuitamente i pdf. Buona lettura!

    Speciali

    Tube & WireTutto ciò che avresti voluto sapere dei protagonisti di Düsseldorf

    Siderweb torna alla kermesse tedesca dedicata ai tubi ed al filo e confeziona una pubblicazione contenente 22 intervi-ste ad operatori italiani ed internazionali presenti a Düsseldorf e due approfondi-menti sui mercati di tubi e filo in acciaio.

    Scarica lo speciale in pdf

    Speciale Assofond«Esportare di più si può, si deve»

    il mondo delle fonderie sotto la lente d’ingrandimento. Nello speciale realiz-zato lo scorso novembre sono raccolti gli atti del XXXii congresso di Fonderia organizzato da assofond e dedicato all’andamento del settore delle fonde-rie ed alle prospettive future del com-parto.

    clicca qui per scaricare l’approfondi-mento

    pag.33

    le pubblicazioni Siderweb nel 2014

    SiD

    eRTa

    BlO

    iD

    http://www.siderweb.com/upload/doc_news/Speciale%20dusseldorf_def.pdfhttp://www.siderweb.com/upload/doc_news/Speciale_Assofond_DEF_24novembre.pdfhttp://www.siderweb.com/upload/doc_news/Speciale_Assofond_DEF_24novembre.pdf

  • pag.34

    26° Steel Market OutlookIl focus sulle trafilerie

    Le trafilerie sono le protagoniste della 26° edizione dello Steel Market Outlook, che ri-prende le conclusioni emerse dal convegno dedicato ai trasformatori di vergella che si è tenuto a lecco il 5 marzo scorso.

    Scarica il documento in pdf

    27° Steel Market Outlook Obiettivo forge

    il mercato, le prospettive, i nuovi prodotti e l’andamento dei prezzi. Questi i contenuti della pubblicazione di Siderweb dedicata al mondo delle forge, nata sulla scorta del convegno del 7 maggio «Siderweb Outlook: il comparto delle forge tra presente e futuro».

    clicca qui per scaricare la pubblicazione

    pag.34

    SiD

    eRTa

    BlO

    iD

    28° Steel Market OutlookIndustria & Acciaio 2030

    pubblicazione monotematica che racco-glie gli atti del convegno iniziale del pro-getto industria & acciaio 2030, con stimoli e scenari presentati da Domenico De Masi, Dipak pant, Giorgio Barba Navaretti, Stefa-no Scaglia e aldo Bonomi.

    clicca qui per scaricare il periodico

    Bilanci d’Acciaio la prima parte dello studio Bilanci d’acciaio, nel quale sono contenuti le tabelle con l’an-damento economico-finanziario del 2013 di produttori di acciaio, distributori, centri servi-zio, commercianti di rottame, un’analisi eco-nomica finanziaria di questi settori e degli uti-lizzatori di acciaio ed uno studio sul contesto operativo delle imprese del settore siderurgico. clicca qui per scaricare la pubblicazione

    Steel Market Outlook e Bilanci d’acciaio

    http://www.siderweb.com/upload/doc_news/smo_marzo_2014_def.pdfhttp://www.siderweb.com/upload/doc_news/Siderweb_Outlook_maggio_2014.pdfhttp://www.multimediasf.com/siderweb/ftp/Siderweb_Outlook_maggio_2014.pdfhttp://www.multimediasf.com/siderweb/ftp/BilanciAcciaio2014_Iparte.pdf

  • WE STEEL BELIEVE

    20 - 21 - 22 MAGGIO 2015MILANO

    IL

    EXPO 2015

    CO N F E R E N C E&EX H I B I T I O N

    70% 120

    pubblicità A4_MIS_bilanci.indd 1 13/10/2014 14:53:57