Sicurezza e stressok

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La sicurezza del lavoro e lo stress da lavoro correlato nello studio professionale: novità e adempimenti dal primo gennaio 2011 Stress da lavoro correlato e disagio psico-fisico: fonti, rilevazione, gestione e prevenzione Relatore: dott. Adriano Bilardi Roma, 28 gennaio 2011 Commissione Diritto del Lavoro

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La sicurezza del lavoro e lo stress da lavoro correlato nello studio professionale:

novità e adempimenti dal primo gennaio 2011

Stress da lavoro correlato e disagio psico-fisico: fonti, rilevazione, gestione e prevenzione

Relatore: dott. Adriano Bilardi

Roma, 28 gennaio 2011

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Lo stress come rischio emergente nella societàdella conoscenza

Secondo la European Agency for Safety and Health at Work:

•Un lavoratore su quattro è colpito da stress durante la vita lavorativa.

•Più del 50% delle giornate lavorative perse è dovuto allo stress.

•Nel 2002 nell’Unione Europea i costi dello stress sono stati quantificati in 20 miliardi di euro.

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Lo stress come rischio emergente nella societàdella conoscenza

La European Agency for Safety and Health at Work ha identificato 5 aree critiche di variabili di rischio:

1.Scarsità di lavoro

2.Invecchiamento medio della forza lavoro

3.Crescenti carichi di lavoro

4.Violenze e molestie sul lavoro

5.Interferenze tra lavoro e vita privata

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DEFINIZIONE

Lo stress lavorativo è il prodotto dell’interazione dinamica fra la persona e il contesto organizzativo e sociale in cui questa lavora.

È la risultante di un rapporto distorto tra le sollecitazioni imposte dal compito/ruolo e le capacità dell’operatore a farvi fronte.

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DEFINIZIONE

Lo stress lavorativo è un insieme di manifestazioni fisiche ed emotive dannose, che si manifesta quando le richieste poste dal lavoro non sono commisurate alle capacità, risorse o esigenze del lavoratore.

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Principali figure aziendali preposte alla prevenzione, rilevazione e trattamento dello stress da lavoro correlati e del disagio psico-fisico:

� Datore di lavoro

� Responsabile del Servizio di prevenzione e protezione (Rspp)

� Medico competente (Mc)

� Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls)

� Rappresentanti sindacali

� Colleghi di lavoro

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FATTORI DI RISCHIO – CONTENUTO DEL LAVORO

�Ambiente e strumenti/attrezzature di lavoro

�condizioni di disconfort in ambiente di lavoro

�carenza/assenza di disponibilità e adeguatezza di strumenti/attrezzature e di ausili tecnici

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FATTORI DI RISCHIO – CONTENUTO DEL LAVORO�Progettazione dei compiti

� basso valore del lavoro con marginalizzazione e svuotamento di questo

� uso limitato delle attitudini e capacità del soggetto con dequalificazione dei compiti e del profilo professionale

� monotonia e ripetitività del lavoro

� incertezza e procedure inadeguate

� sistematica/strutturale e ridotta/assente possibilità di apprendimento e di accesso a notizie e informazioni su ordinaria attività di lavoro/formazione/riqualificazione/aggiornamento professionale

� domanda elevata di attenzione, richieste conflittuali, risorse insufficienti, condizioni di rischio

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FATTORI DI RISCHIO – CONTENUTO DEL LAVORO�Carichi e ritmi di lavoro

�eccesso o difetto del carico psico-fisico anche in relazione a possibili menomazioni e/o inattivitàforzata

�mancanza di controllo sui ritmi

�mancanza di tempo per eseguire il lavoro

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FATTORI DI RISCHIO – CONTENUTO DEL LAVORO�Orario di lavoro

� lavoro a turni e/o notturno

�orario protratto e/o non prevedibile

�distribuzione discriminatoria dei turni

� spostamenti eccessivi e trasferimenti ingiustificati

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FATTORI DI RISCHIO – CONTENUTO DEL LAVORO�Funzioni e cultura organizzativa (1)

� stile molto gerarchico e con eccessive forme di controllo

� cultura fondata su: paura, eccessiva competitività, intolleranza, discriminazione, regole etiche e di comportamento non ben definite, assenza di verifiche su codici di condotta

� inadeguato controllo dei rischi lavorativi

� obiettivi organizzativi poco chiari

� scarso coinvolgimento in scelte aziendali

� scarsa promozione del senso di appartenenza

� incoerenza tra enunciati e prassi operativa aziendale

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FATTORI DI RISCHIO – CONTENUTO DEL LAVORO�Funzioni e cultura organizzativa (2)

� gerarchie poco chiare

� scarso e/o poco positivo confronto da parte dei dirigenti

� insufficiente scorrevolezza organizzativa

� inadeguato supporto ai lavoratori

� inadeguato stile di supervisione e meccanismi di controllo

� scarsa valorizzazione delle risorse umane

� scarsa trasparenza ed equità nel sistema di retribuzione

� incertezza del sistema premiale/punitivo e mancanza di apprezzamento/ricompense

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FATTORI DI RISCHIO – CONTESTO DEL LAVORO�Ruolo dell'organizzazione

� ambiguità di ruolo

� conflitto di ruolo

� sovraccarico o insufficienza di ruolo - responsabilità per altre persone

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FATTORI DI RISCHIO – CONTESTO DEL LAVORO�Progressione in carriera

� Sicurezza del lavoro

� obsolescenza

� incongruenza di posizione

� scarso valore sociale del lavoro

� retribuzione bassa

� riduzione delle mansioni assegnate

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FATTORI DI RISCHIO – CONTESTO DEL LAVORO�Autonomia decisionale e controllo

� partecipazione ridotta ai processi decisionali specie con discrete/elevate responsabilità

� mancanza di controllo sul lavoro

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FATTORI DI RISCHIO – CONTESTO DEL LAVORO�Rapporti interpersonali sul lavoro

� isolamento fisico e sociale

� rapporti limitati con i superiori

� conflitti interpersonali

� mancanza di supporto sociale

� violenza sul lavoro

� discriminazione apparentemente immotivata oppure per razza/religione/sesso

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FATTORI DI RISCHIO – CONTESTO DEL LAVORO�Interfaccia casa-lavoro

� richieste contrastanti tra casa e lavoro

� scarso appoggio in ambiente domestico

� sindrome del tempo libero sprecato

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ELEMENTI DEL CAMPO D’INDAGINE�Patologie psichiatriche e neurologiche in atto e/o pregresse e

relativi farmaci

� patologie psichiatriche in atto

� patologie psichiatriche pregresse

� presenza di eventuali altri casi in famiglia

� uso di farmaci neuropsichiatrici (ansiolitici, antidepressivi, ecc.)

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ELEMENTI DEL CAMPO D’INDAGINE�Consumo di sostanze e fenomeni di dipendenza

� tipo di sostanze

� quantità consumate

� modalità di consumo

� durata del consumo

� dipendenza

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ELEMENTI DEL CAMPO D’INDAGINE�Sintomi particolari e tempo della loro insorgenza

� Astenia (già al risveglio e non giustificata da fatica/lavoro)

� Disturbi del sonno (disturbato: sogni/pensieri sgradevoli/incubi, insonnia, risvegli: improvvisi notturni e precoci)

� Disturbi dell'umore (irritabilità, insofferenza, umore depresso e/o variabile-instabile, rabbia e irascibilità verso familiari/estranei/lavoro, sensazioni di impotenza e frustrazione, ansia e agitazione, atteggiamenti di chiusura, crisi di panico e di pianto, sensazione di fragilità, difficoltà a esprimersi verbalmente, claustrofobia/agorafobia, vissuti di abbandono e incapacità a prendere decisioni, vissuti persecutori e/o autolesivi, perdita di interessi e abulia, scarso livello di autostima, incapacità a svolgere compiti noti)

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ELEMENTI DEL CAMPO D’INDAGINE�Sintomi particolari e tempo della loro insorgenza

� Disturbi psico-somatici (cefalea, tachicardia e cardiopalmo, ipertensione, ipersudorazione, nausea, conati di vomito, sincopi, sindromi vertiginose e disturbi dell'equilibrio, lentezza nei movimenti, sensazione di avere le gambe pesanti/molli, oppressione toracica, dispnea con crisi di fame d'aria, epigastralgie acute, bruxismo, disturbi degli organi di senso - ad esempio strano sapore in bocca, strani odori, strani rumori o loro ridotta percezione o ancora allucinazioni visive -disturbi sessuali, calo del desiderio sessuale, cambiamento del modo di reagire agli avvenimenti, difficoltà nella memoria a breve/lungo termine, difficoltà a mantenere l'attenzione, scarsa lucidità e disorientamento spazio-temporale, perdita della capacità critica e del giudizio della realtà, ecc.)

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Misure generali di tutela (Art. 15 Dlgs 81/08)

�Valutazione dei fattori di rischio da stress lavoro-correlato

�Programmazione integrata delle misure di prevenzione

�Eliminazione/riduzione dei rischi

�Rispetto dei principi ergonomici

�Controllo sanitario dei lavoratori

�Allontanamento del lavoratore dall’esposizione al rischio per motivi sanitari inerenti la sua persona e adibizione, ove possibile, ad altra mansione

�Informazione e formazione adeguate per i lavoratori

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Misure generali di tutela (Art. 15 Dlgs 81/08)

�Informazione e formazione adeguate per i dirigenti e i preposti

�Informazione e formazione adeguate per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza

�Partecipazione e consultazione dei lavoratori

�Partecipazione e consultazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza

�Programmazione delle misure ritenute opportune per garantire nel tempo il miglioramento dei livelli di sicurezza

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Oggetto della valutazione (Art. 28 Dlgs 81/08)

�I rischi da valutare sono solo quelli collegati allo stress lavoro-

correlato e non lo stress in relazione a tutte le sue possibili cause

�La valutazione va fatta sulla base:a) dei principi contenuti negli artt. 15, 17, 28 e 29 Dlgs n. 81/2008

b) degli indirizzi contenuti nell’Accordo Europeo sullo stress sul lavoro dell’8.10.2004

c) delle Indicazioni della Commissione consultiva permanente per lasalute e la sicurezza sul lavoro del 17.11.2010 (Circolare del Ministero del lavoro 18.11.2010 n. 15/SEGR/023692)

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Oggetto della valutazione (Art. 28 Dlgs 81/08)

�Non sono oggetto di valutazione:a) I rischi psicosociali in generale

b) Il mobbing (azioni vessatorie continuative)

c) Lo straining (azione vessatoria singola)

d) La violenza sul lavoro

e) La sopraffazione sul lavoro

f) Il disturbo post-traumatico da stress (PTSD)

g) Tutte quelle situazioni in cui vi è una volontà soggettiva individuale di provocare danno al lavoratore

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Principi generali della valutazione(Accordo Europeo 8 ottobre 2004)

1.La valutazione è circoscritta ai soli elementi causali interni al contesto organizzativo aziendale

2.Il datore di lavoro è tenuto a valutare i rischi da stress lavoro-correlato con l’assistenza del medico competente (Mc) e del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (Rspp) e il coinvolgimento del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls)

3.La valutazione interessa tutti i settori e tutte le aziende di qualsiasi dimensione; deve essere globalizzata, partecipata, sistematica, efficace, documentata, aggiornata e non può essere delegata dal datore di lavoro

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Gruppi di fattori soggettivi di rischio(Accordo Europeo 8 ottobre 2004)

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Definizioni(Art. 2 Dlgs n. 81/2008)

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Requisiti generali della valutazione (1)(Art. 2 Dlgs n. 81/2008)

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Requisiti generali della valutazione (2)(Art. 2 Dlgs n. 81/2008)

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Indirizzi metodologici generali per la valutazione dei rischi da stress L-C (1)

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Indirizzi metodologici generali per la valutazione dei rischi da stress L-C (2)

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Indirizzi metodologici generali per la valutazione dei rischi da stress L-C (3)

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La valutazione dei rischi da stress L-C in rapporto con la valutazione degli altri rischi

�La valutazione dei rischi da stress L-C va inserita nell’unitario processo di valutazione prevenzione e riduzione di tutti i rischi

�Bisogna tener conto dei gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari:

� Lavoratrici in stato di gravidanza

� Lavoratori giovani

� Lavoratori stranieri

� Lavoratori con contratti atipici:

� Somministrazione di manodopera

� Distacco

� Lavoro a progetto

� Ecc.

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Le figure della prevenzione aziendale coinvolte nella valutazione dei rischi da stress L-C

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Il percorso metodologico per la valutazione dei rischi da stress L-C

Indicazioni della Commissione Consultiva del 17.11.2010

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Il percorso metodologico per la valutazione dei rischi da stress L-C

Indicazioni della Commissione Consultiva del 17.11.2010

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Valutazione preliminare e check list degli indicatori oggettivi di

rischio (IO) - Indicazioni metodologiche generali

�La valutazione dei rischi da stress lavoro-correlato (Slc) deve essere effettuata attraverso una fase preliminare in cui, con l’ausilio di liste

di controllo, devono essere rilevati gli indicatori oggettivi e verificabili, ove possibile, numericamente apprezzabili, appartenenti quanto meno a tre distinte famiglie:

� Eventi sentinella (ES) – Indicatori aziendali

� Fattori di contenuto del lavoro (CL)

� Fattori di contesto del lavoro (CDL)

�L’obiettivo è di effettuare una valutazione oggettiva, complessiva e, ove possibile, parametrica, per accertare la sussistenza di elementi di

rischio tali da richiedere azioni correttive

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Valutazione preliminare e check list degli indicatori oggettivi di

rischio (IO) - Indicazioni metodologiche generali

FASE 1 – Indicatori verificabili

1.Eventi sentinella (ES) – Indicatori aziendali:a) Indici infortunistici

b) Assenze per malattia

c) Turnover

d) Procedimenti e sanzioni

e) Segnalazioni del medico competente

f) Specifiche e frequenti lamentele formalizzate da parte dei lavoratori

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Valutazione preliminare e check list degli indicatori oggettivi di

rischio (IO) - Indicazioni metodologiche generali

FASE 1 – Indicatori verificabili

2.Fattori di contenuto del lavoro (CL):a) Ambienti di lavoro e attrezzature

b) Carichi e ritmi di lavoro

c) Orario di lavoro e turni

d) Corrispondenza tra le competenze dei lavoratori e i requisiti professionali richiesti

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Valutazione preliminare e check list degli indicatori oggettivi di

rischio (IO) - Indicazioni metodologiche generali

FASE 1 – Indicatori verificabili

3.Fattori di contesto del lavoro (CDL)a) Ruolo nell’ambito dell’organizzazione

b) Autonomia decisionale e controllo

c) Conflitti interpersonali al lavoro

d) Evoluzione e sviluppo di carriera

e) Comunicazione (ad es. incertezza in ordine alle prestazioni richieste)

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Valutazione preliminare e check list degli indicatori oggettivi di

rischio (IO) - Indicazioni metodologiche generali

FASE 2 - Identificazione dei livelli di rischio

RISCHIO BASSO

�Nel caso che la valutazione del rischio di stress da lavoro correlato, in esito alla fase preliminare, abbia rilevato un rischio basso, non ènecessario procedere ulteriormente

�Si dovrà monitorare il rischio e ripetere la valutazione ogni due anni

�Si dovrà riportare il risultato della valutazione nel Documento di valutazione dei rischi (DVR) o nell’autocertificazione

�La documentazione dovrà essere allegata al documento di valutazione dei rischi (DVR) o conservata

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Valutazione preliminare e check list degli indicatori oggettivi di

rischio (IO) - Indicazioni metodologiche generali

FASE 2 - Identificazione dei livelli di rischio

RISCHIO MEDIO

�Per ogni condizione identificata con punteggio medio, si devono adottare tutte le azioni di miglioramento che saranno riferite in modo specifico agli indicatori aziendali con i valori di rischio stress più elevati

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Valutazione preliminare e check list degli indicatori oggettivi di

rischio (IO) - Indicazioni metodologiche generali

FASE 2 - Identificazione dei livelli di rischio

RISCHIO ALTO

�Per ogni condizione identificata con punteggio alto, si devono adottare tutte le azioni di miglioramento che saranno riferite in modo specifico agli indicatori aziendali con i valori di rischio stress più elevati

�In questo caso, la valutazione del rischio Slc per l’intera azienda o per una sua parte, deve necessariamente proseguire con il secondo

livello di approfondimento, ossia con la valutazione della percezione di

stress da parte dei lavoratori

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Valutazione approfondita - Indicazioni metodologiche generali

FASE 3 – Coinvolgimento dei lavoratori

�Completare l’indagine oggettiva con la valutazione soggettiva dello stress LC permette una lettura più completa e affidabile laddove il numero dei lavoratori consenta di ottenere risultati statisticamente significativi

�Nel caso in cui l’indagine oggettiva abbia evidenziato un livello ALTO di rischio, la valutazione soggettiva è da ritenersi obbligatoria

Dott. Adriano Bilardi 47

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Valutazione approfondita - Indicazioni metodologiche generali

FASE 3 – Coinvolgimento dei lavoratori

�La valutazione soggettiva del Rlc richiede competenze psicologiche adeguate per:

� Pianificazione dell’intervento

� Definizione della popolazione e dell’eventuale campione

� Scelta dello strumento da utilizzare: questionari, focus group, interviste semistrutturate, ecc.

� Modalità di rilevazione che garantisca l’informazione, la partecipazione, l’anonimato

� Modalità di analisi statistica dei risultati

� Restituzione dei risultati ai lavoratori

Dott. Adriano Bilardi 48

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Gli strumenti per la valutazione soggettiva

Aspetti generali

�La fase di valutazione approfondita prevede la valutazione della percezione soggettiva dei lavoratori

�Tale fase è obbligatoria qualora dalla valutazione preliminare siano emersi elementi di rischio tali da richiedere il ricorso alla pianificazione di azioni correttive di vario tipo: organizzative, tecniche, procedurali, comunicative, formative

Dott. Adriano Bilardi 49

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Gli strumenti per la valutazione soggettiva

Aspetti generali

�L’applicazione degli strumenti per la valutazione approfondita (questionari, focus group, interviste semi-strutturate) riguarda gruppi

omogenei di lavoratori rispetto ai quali sono state rilevate le problematiche

�Nelle micro imprese con non più di 5 lavoratori (studi professionali compresi) il datore di lavoro può scegliere di utilizzare lo strumento delle riunioni, che garantiscano il coinvolgimento diretto dei lavoratori nella ricerca delle soluzioni e nella verifica della loro efficacia

Dott. Adriano Bilardi 50

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Gli strumenti per la valutazione soggettiva

I questionari

�I questionari sono strumenti di rilevazione dei vissuti e della percezione soggettiva del gruppo di lavoratori

�Sono da escludere i test-questionari di matrice clinica, che sono volti ad esplorare i profili di personalità e non ad investigare gli aspetti organizzativi dell’azienda

�I questionari devono essere stati validati su campioni di lavoratori italiani

�Deve essere garantito l’anonimato alle persone cui viene somministrato il questionario

Dott. Adriano Bilardi 51

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Gli strumenti per la valutazione soggettiva

I focus group

�Il focus group è una tecnica che serve a raccogliere, in un gruppo ristretto, informazioni su temi multidimensionali e complessi

�È diretto da un conduttore che guida e anima la discussione

�È presente anche un assistente che prepara il setting e rileva le dinamiche interne a quel gruppo

�La dimensione del gruppo va da 6 a 13 unità

Dott. Adriano Bilardi 52

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Gli strumenti per la valutazione soggettiva

Le interviste semi-strutturate

�L’intervista semi-strutturata ha un grado variabile di direttività

�Di solito, l’intervistatore stabilisce una lista base di domande e poi, su quella traccia, favorisce una partecipazione attiva dell’intervistato

�Si utilizzano prevalentemente domande aperte, semi-aperte, indirette, metafore, eccetera

�Questa modalità facilita l’espressione di tematiche che altrimenti potrebbero rimanere nascoste

Dott. Adriano Bilardi 53

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Il Modello Management Standard di Ispesl -Hse

�La metodologia messa a punto dall’Ispesl (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro), si basa sul Modello Management Standard di Hse (Health and Safety Executive), e su principi solidamente supportati dalla letteratura scientifica ed in linea con quanto previsto dall’Accordo europeo dell’8 ottobre 2004.

�Il modello consiste in un approccio per fasi al processo di valutazione, basato sulle sei dimensioni organizzative chiave, riconosciute in letteratura scientifica come potenziali fattori di rischio stress lavoro-correlato.

�Il modello è concepito per apportare regolari miglioramenti alla gestione dello stress lavoro-correlato

Dott. Adriano Bilardi 54

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Il Modello Management Standard di Ispesl -Hse

�Le sei dimensioni organizzative chiave sono:1. Domanda

2. Controllo

3. Supporto

4. Relazioni

5. Ruolo

6. Cambiamento

�Per ciascuna delle sei dimensioni organizzative chiave vengono forniti alcuni parametri di riferimento (Condizioni ideali / Stati da conseguire)

Dott. Adriano Bilardi 55

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Il Modello Management Standard di Ispesl -Hse

Prima dimensione organizzativa chiave: Domanda

�Comprende aspetti quali il carico lavorativo, l'organizzazione del lavoro e l'ambiente di lavoro.

�Lo «standard» prevede che i lavoratori siano in grado di soddisfare le richieste provenienti dal lavoro e che vengano forniti, a livello locale, sistemi di risposta ai problemi individuali.

�Le «Condizioni ideali/Stati da conseguire» sono, ad esempio:� richieste, da parte dell'azienda al lavoratore, conseguibili e realizzabili

nell'orario di lavoro;

� attività lavorativa concepita sulla base delle competenze del lavoratore;

� adeguata attenzione alla gestione dei problemi legati all'ambiente in cui i lavoratori svolgono la loro attività.

Dott. Adriano Bilardi 56

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Il Modello Management Standard di Ispesl -Hse

Seconda dimensione organizzativa chiave: Controllo

�Riguarda l'autonomia dei lavoratori sulle modalità di svolgimento della propria attività lavorativa.

�Lo «standard» prevede che il lavoratore abbia potere decisionale sul modo di svolgere il proprio lavoro ed esistano sistemi, a livello locale, per rispondere ai problemi individuali.

�Le «Condizioni ideali/Stati da conseguire» sono, ad esempio:� ove possibile, controllo del lavoratore sui propri ritmi di lavoro;

� ove possibile, stimolo al lavoratore a sviluppare nuove competenze per eseguire lavori nuovi;

� gestione delle pause compatibili con le esigenze del lavoratore.

Dott. Adriano Bilardi 57

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Il Modello Management Standard di Ispesl -Hse

Terza dimensione organizzativa chiave: Supporto

�Include l'incoraggiamento, il supporto e le risorse fornite dall'azienda, dal DI e dai colleghi.

�Lo «standard» prevede che il lavoratore dichiari di avere informazioni e supporto adeguati dai propri colleghi e superiori e che vengano forniti, a livello locale, sistemi di risposta ai problemi individuali.

�Le «Condizioni ideali/Stati da conseguire» sono, ad esempio:� adozione, da parte dell'azienda, di procedure e politiche in grado di offrire

sostegno adeguato ai lavoratori;

� conoscenza, da parte dei lavoratori, delle modalità di accesso alle risorse necessarie per svolgere il proprio lavoro;

� feedback puntuale e costruttivo ai lavoratoriDott. Adriano Bilardi 58

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Il Modello Management Standard di Ispesl -Hse

Quarta dimensione organizzativa chiave: Relazioni

�Include la promozione di un lavoro positivo per evitare i conflitti ed affrontare comportamenti inaccettabili.

�Lo «standard» prevede che il lavoratore non si percepisca quale oggetto di comportamenti inaccettabili (mobbing) e che vengano forniti, a livello locale, sistemi di risposta ai problemi individuali.

�Le «Condizioni ideali/Stati da conseguire» sono, ad esempio:� promozione di comportamenti positivi sul lavoro, per evitare conflitti e

garantire correttezza nei comportamenti;

� possibilità di condivisione di informazioni relative al proprio lavoro;

� esistenza di sistemi per favorire la segnalazione, da parte dei lavoratori, di comportamenti inaccettabili.

Dott. Adriano Bilardi 59

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Il Modello Management Standard di Ispesl -Hse

Quinta dimensione organizzativa chiave: Ruolo

�Verifica la consapevolezza del lavoratore relativamente alla posizione che riveste nell'organizzazione e garantisce che non si verifichino conflitti.

�Lo «standard» prevede che il lavoratore comprenda il proprio ruolo e le proprie responsabilità e che vengano forniti, a livello locale, sistemi di risposta ai problemi individuali.

�Le «Condizioni ideali/Stati da conseguire» sono, ad esempio:� garanzia, da parte dell'azienda, che le richieste ai lavoratori siano compatibili

con il loro ruolo;

� informazioni adeguate per consentire ai lavoratori di comprendere il proprio ruolo e le proprie responsabilità.

Dott. Adriano Bilardi 60

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Il Modello Management Standard di Ispesl -Hse

Sesta dimensione organizzativa chiave: Cambiamento

�Valuta in che misura i cambiamenti organizzativi, di qualsiasi entità, vengono gestiti e comunicati nel contesto aziendale.

�Lo «standard» prevede che il lavoratore venga coinvolto in occasioni di cambiamenti organizzativi e che vengano forniti, a livello locale, sistemi di risposta ai problemi individuali.

�Le «Condizioni ideali/Stati da conseguire» sono, ad esempio:� informazioni opportune da parte dell'azienda ai lavoratori per la

comprensione delle motivazioni all'origine dei cambiamenti proposti;

� consapevolezza dei lavoratori dell'impatto che un determinato cambiamento potrebbe avere sull'attività lavorativa;

� garanzia di un supporto adeguato durante la fase di cambiamento.

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�Le sei fasi del processo di valutazione sono:1. Preparazione dell’organizzazione

2. Identificazione dei fattori di rischio stress

3. Raccolta dati: valutazione oggettiva e soggettiva

4. Valutazione del rischio: esplorare problemi e sviluppare soluzioni

5. Formalizzazione dei risultati: sviluppare e implementare piani d’azione

6. Monitoraggio e controllo dei piani d’azione e valutazione della loro efficacia

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Fase 1 - Preparazione dell'organizzazione �In questa fase è necessario, prima di iniziare la valutazione del rischio stress lavoro-correlato, che il DI garantisca anche il coinvolgimento dei dirigenti, dei preposti, del Mc, ove previsto, del Rspp, degli Aspp, dei Rls e dei lavoratori, anche attraverso la costituzione di:

� gruppo di coordinamento (composto da: DI o dirigente ad hoc delegato in raccordo con preposti, RIs, Rspp, Aspp e Mc);

� sviluppo di un piano di progetto, con garanzia sia di risorse adeguate, sia della disponibilità temporale del personale;

� sviluppo di una strategia comunicativa e di coinvolgimento del personale.

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Fase 2 - Identificazione dei fattori di rischio�I Management Standards fanno riferimento alle sei dimensioni organizzative chiave: Domanda, Controllo, Supporto, Relazioni, Ruolo e Cambiamento.

�È importante che i membri del gruppo di coordinamento, unitamente a tutti i soggetti coinvolti nel processo di valutazione del rischio, siano a conoscenza, anche attraverso percorsi informativi/formativi ad hoc, delle modalità della procedura valutativa.

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Fase 3 – Raccolta dati: valutazione oggettiva e soggettiva

�Questa fase di raccolta dati avviene mediante:� tecniche di valutazione oggettiva (fonti di informazioni e dati già disponibili

all'interno dell'azienda, ad esemplo i dati su assenze, infortuni, turnover, indicatori emergenti dal contributo del Mc alla valutazione del rischio, ecc.);

� tecniche di valutazione soggettiva dello stress lavoro-correlato da parte dei lavoratori (somministrazione del questionario di valutazione della percezione soggettiva dello stress lavoro-correlato modelo Ispesl-Hse - questionario indicatore - per la valutazione soggettiva dello stress lavoro-correlato);

� autosufficienza delle figure della prevenzione presenti in azienda;

� capacità di fornire informazioni di confronto con gruppi omogenei nella stessa azienda, nel corso di valutazioni successive o in aziende analoghe per dimensione o settore produttivo.

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Fase 3 – Raccolta dati: valutazione oggettiva e soggettiva

�In alternativa o in approfondimento o in aggiunta al questionario indicatore, possono essere utilizzate altre tecniche per la raccolta di informazioni tra cui:

� focus group

� interviste (semi-strutturate)

� altri questionari

�Indipendentemente dal modello di valutazione scelto, è importante avvalersi di varie fonti di informazioni, al fine di avere un quadro piùpreciso e completo della propria azienda.

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Fase 4 – Valutazione del rischio: esplorare problemi e sviluppare soluzioni

�Una volta raccolte le informazioni iniziali, il DI deve confermare i risultati ottenuti dalle fasi precedenti, analizzandone il significato anche in relazione a gruppi omogenei di lavoratori/specifici settori produttivi/reparti e sviluppare possibili soluzioni tramite costituzione di un focus group ad hoc con il coinvolgimento di un gruppo di lavoratori.

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Fase 5 – Formalizzazione dei risultati: sviluppare ed implementare piani d’azione

�Giunti a questa fase del processo valutativo, i lavoratori sono stati già consultati, sono state esplorate le aree di intervento ed è stato individuato un percorso per l'adozione di eventuali misure preventive e correttive, utilizzando anche specifici piani d'azione in settori dell'azienda dove sono emerse criticità dall'analisi delle fasi precedenti.

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Fase 6 – Monitoraggio e controllo del piano d’azione e valutazione dell’efficacia

�È essenziale monitorare nel tempo ogni provvedimento adottato perverificarne l'efficacia, con particolare riguardo alle criticità emerse nelle fasi precedenti.

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