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CORSO SICUREZZA e PREVENZIONE
RISCHIO BIOLOGICO
CORSO SICUREZZA e PREVENZIONE
RISCHIO BIOLOGICO
Corso di Laurea Magistrale in Medicina e ChirurgiaStudenti III anno
28 Settembre 2009
Corso di Laurea Magistrale in Medicina e ChirurgiaStudenti III anno
28 Settembre 2009
D.Lgs 81/08TITOLO I: PRINCIPI COMUNI
D.LgsD.Lgs 81/0881/08TITOLO I: PRINCIPI COMUNI
1. Ai fini ed agli effetti delle disposizioni di cui al presente decreto legislativo siintende per:
[…]
s) rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nellecondizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure allaloro combinazione;
1. Ai fini ed agli effetti delle disposizioni di cui al presente decreto legislativo siintende per:
[…]
s) rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nellecondizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure allaloro combinazione;
ART. 2 – DEFINIZIONIART.ART. 2 2 –– DEFINIZIONIDEFINIZIONI
D.Lgs 81/08TITOLO X: ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
D.LgsD.Lgs 81/0881/08TITOLO X: ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
1. Ai sensi del presente titolo s'intende per:
a) agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato,coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie ointossicazioni;
b) microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado diriprodursi o trasferire materiale genetico;
c) coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismipluricellulari.
1. Ai sensi del presente titolo s'intende per:
a) agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato,coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie ointossicazioni;
b) microrganismo: qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado diriprodursi o trasferire materiale genetico;
c) coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismipluricellulari.
ART. 267 – DEFINIZIONIART.ART. 267 267 –– DEFINIZIONIDEFINIZIONI
RISCHIO RESIDUO
Il RISCHIO BIOLOGICO ha un elevato rischio residuoper almeno 2 motivi:
1. Essendo un rischio infortunistico è impossibile eliminarlo completamente
2. L’abitudine porta alla sottovalutazione del risch io stesso
(SIROH – EPINET: Studio Italiano Rischio Occupazionale da HIV - ExposurePrevention Information Network)
0
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inferm
ieri
med
ici
tecnici
ausiliari
stud
enti
Frequenza relativa %
RISCHIO BIOLOGICO IN OSPEDALE
SIROH-EPINet: distribuzione di 28.157 infortuni biologici per categorie professionali (1994 al 2000)
Daglio M, Sacchi M, Feletti T,et al. G Ital Med Lav Erg 2006; 28:4, 457-465
RISCHIO BIOLOGICO IN HSG
Ospedale S. Gerardo di Monza : distribuzione di 863 casi di infortunio biologico per categorie professionali (2000-2004)
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40
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infermieri medici medici
specializzandi
studenti personale di
supporto
tecnici ostetriche altri
frequenza relativa%
MODALITA’ ESPOSIZIONE
SIROH-EPINet: distribuzione di 28.157 esposizioni per modalità di esposizione (1994 al 2000)
77%
23%
Percutanee Mucocutanee
MODALITA’ ESPOSIZIONE IN HSG
Ospedale S. Gerardo di Monza: distribuzione di 863 esposizioni per modalità di esposizione (2000-2004)
19%
81%
Percutanee Mucocutanee
LUOGO DI ESPOSIZIONE
40%
12%20%
28%
All'interno della camera del degente
All'esterno della camera del degente
Nelle sale operatorie
Altri luoghi
SIROH-EPINet: distribuzione di 27.000 esposizioni per luogo di esposizione (1994 al 2000)
INDICE DI FREQUENZA DEGLI INFORTUNI PER MANSIONE
0
20
40
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80
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1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Medici Infermieri Ausiliari
Indice di frequenza
Assunzioni e Corsi Box OSS
De Vito G, Riva MA, Latocca R et al. G Ital Med Lav Erg 2008;30(3 Suppl 2):189-190.
E GLI STUDENTI?
TASSO INCIDENZA INFORTUNI STUDENTI (INF)
3,22,3
1,2
0
1
2
3
4
5
Indi
ce a
ccad
imen
to %
/m
ese
studenti IIanno
studenti IIIanno
infermieri
studenti II anno
studenti III anno
infermieri
De Vito G, Riva MA, Latocca R et al. G Ital Med Lav Erg 2008;30(3 Suppl 2):189-190.
Stima dell’indice di frequenza per mese per 100 inf ermieri o studenti infermieri tenendo conto del tasso di omessa segnalazione riferito
OMESSA SEGNALAZIONE STUDENTI (INF)
Prevalenza % di “omesse segnalazioni”
Studenti infermieri II anno 50%Studenti infermieri III anno 58%
Infermieri 43%
De Vito G, Riva MA, Latocca R et al. G Ital Med Lav Erg 2008;30(3 Suppl 2):189-190.
CLASSIFICAZIONE AGENTI BIOLOGICI
Il D.Lgs. 81/08 ha classificato gli agenti biologic i in 4 gruppi in base alla pericolosità, valutata sia nei confronti d ella salute dei lavoratori, che della popolazione generale.
Le caratteristiche di PERICOLOSITA’ sono definite in base a:
1. INFETTIVITA’ : capacità di un microrganismo di penetrare e moltiplicarsi (misurabile - > DL50, MDI)
2. PATOGENICITA’ : capacità di procurare malattia a seguito di infezione
3. TRASMISSIBILITA’ : capacità di un microrganismo di essere trasmesso da un soggetto infetto ad uno suscettibil e
4. NEUTRALIZZABILITA’ : disponibilità di effettuare misure profilattiche per prevenire la malattia o terapeutiche per la sua cura
5. ALTRE CARATTERISTICHE : capacità allergeniche, tossicogeniche
D.Lgs 81/08TITOLO X: ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
D.LgsD.Lgs 81/0881/08TITOLO X: ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
1. Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a seconda del rischiodi infezione:a) agente biologico del gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità dicausare malattie in soggetti umani;b) agente biologico del gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggettiumani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaga nellacomunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;c) agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi insoggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l'agente biologico puòpropagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche oterapeutiche;d) agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattiegravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentareun elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma,efficaci misure profilattiche o terapeutiche.
1. Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a seconda del rischiodi infezione:a) agente biologico del gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità dicausare malattie in soggetti umani;b) agente biologico del gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggettiumani e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaga nellacomunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche;c) agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi insoggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l'agente biologico puòpropagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche oterapeutiche;d) agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattiegravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentareun elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma,efficaci misure profilattiche o terapeutiche.
ART. 268 – CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICIART.ART. 268 268 –– CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICICLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI
RISCHIO POTENZIALE
Il livello di rischio dipende da:
• TIPOLOGIA DI MANOVRE INVASIVE (Classificazione di Fleming)
• TIPOLOGIA DI PAZIENTI ASSISTITI
• MODALITA’ DI TRASMISSIONE
Medio rischio
Incannulazione/prelievo
endovenoso
Somministrazione terapia
Medicazioni
Lavaggio strumenti.
Basso rischio
(Se non presente sangue visibile)
Igiene della persona
Clistere
Cateterismo vescicale
Alto rischio
Intubazione
Incanulazione arteriosa
Interventi chirurgici
Manovre endoscopiche ed
endotracheali
CLASSIFICAZIONE DI FLEMINGCLASSIFICAZIONE DI FLEMING
VIE DI TRASMISSIONE
PARENTERALE
CONTATTO
DIRETTO
CONTATTO
INDIRETTO
DROPLETS
AEREA
ORO-FECALE
TRASMISSIONE DA PAZIENTE AD OPERATORE
1. VIA EMATICA:• Epatite B (HBV)• Epatite C (HCV)• A.I.D.S. (HIV)
2. VIA AEREA:• Tubercolosi • Meningite meningococcica
3. VIA OROFECALE:• Salmonellosi • Epatite A
4. CONTATTO CUTANEO• Scabbia• Pediculosi
1. VIA EMATICA:• Epatite B (HBV)• Epatite C (HCV)• A.I.D.S. (HIV)
2. VIA AEREA:• Tubercolosi • Meningite meningococcica
3. VIA OROFECALE:• Salmonellosi • Epatite A
4. CONTATTO CUTANEO• Scabbia• Pediculosi
CORSO SICUREZZA e PREVENZIONE
LE PRECAUZIONI STANDARD
CORSO SICUREZZA e PREVENZIONE
LE PRECAUZIONI STANDARD
Corso di Laurea in Medicina e ChirurgiaStudenti III anno
23 Settembre 2008
Corso di Laurea in Medicina e ChirurgiaStudenti III anno
23 Settembre 2008
Corso di Laurea Magistrale in Medicina e ChirurgiaStudenti III anno
28 Settembre 2009
Corso di Laurea Magistrale in Medicina e ChirurgiaStudenti III anno
28 Settembre 2009
INTRODUZIONE:TERMINOLOGIAINTRODUZIONE:TERMINOLOGIA
D.Lgs 81/08TITOLO X: ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
D.LgsD.Lgs 81/0881/08TITOLO X: ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
2. Il datore di lavoro per evitare ogni esposizione dei lavoratori ad agenti biologici:
[…]d) adotta misure collettive di protezione ovvero misure di protezione individualiqualora non sia possibile evitare altrimenti l'esposizione;
e) adotta misure igieniche per prevenire e ridurre al minimo la propagazioneaccidentale di un agente biologico fuori dal luogo di lavoro;[…]l) predispone i mezzi necessari per la raccolta, l'immagazzinamento e lo smaltimentodei rifiuti in condizioni di sicurezza, mediante l'impiego di contenitori adeguati edidentificabili eventualmente dopo idoneo trattamento dei rifiuti stessi;
m) concorda procedure per la manipolazione ed il trasporto in condizioni di sicurezzadi agenti biologici all'interno del luogo di lavoro.
2. Il datore di lavoro per evitare ogni esposizione dei lavoratori ad agenti biologici:
[…]d) adotta misure collettive di protezione ovvero misure di protezione individualiqualora non sia possibile evitare altrimenti l'esposizione;
e) adotta misure igieniche per prevenire e ridurre al minimo la propagazioneaccidentale di un agente biologico fuori dal luogo di lavoro;[…]l) predispone i mezzi necessari per la raccolta, l'immagazzinamento e lo smaltimentodei rifiuti in condizioni di sicurezza, mediante l'impiego di contenitori adeguati edidentificabili eventualmente dopo idoneo trattamento dei rifiuti stessi;
m) concorda procedure per la manipolazione ed il trasporto in condizioni di sicurezzadi agenti biologici all'interno del luogo di lavoro.
ART. 272 – MISURE TECNICHE ORGANIZZATIVE PROCEDURALIART.ART. 272 272 –– MISURE TECNICHE ORGANIZZATIVE PROCEDURALIMISURE TECNICHE ORGANIZZATIVE PROCEDURALI
1. Il datore di lavoro assicura:[…]b) i lavoratori abbiano in dotazione indumenti protettivi od altri indumenti idonei, dariporre in posti separati dagli abiti civili;
c) i dispositivi di protezione individuale siano controllati, disinfettati e puliti dopo ogniutilizzazione, provvedendo altresì a far riparare o sostituire quelli difettosi primadell'utilizzazione successiva;
1. Il datore di lavoro assicura:[…]b) i lavoratori abbiano in dotazione indumenti protettivi od altri indumenti idonei, dariporre in posti separati dagli abiti civili;
c) i dispositivi di protezione individuale siano controllati, disinfettati e puliti dopo ogniutilizzazione, provvedendo altresì a far riparare o sostituire quelli difettosi primadell'utilizzazione successiva;
ART. 273 – MISURE IGIENICHEART.ART. 273 273 –– MISURE IGIENICHEMISURE IGIENICHE
1. il datore di lavoro fornisce ai lavoratori, sulla base delle conoscenze disponibili, informazioni ed istruzioni, in particolare per quanto riguarda:
a) i rischi per la salute dovuti agli agenti biologici utilizzati;
b) le precauzioni da prendere per evitare l'esposizione;
c) le misure igieniche da osservare;
d) la funzione degli indumenti di lavoro e protettivi e dei dispositivi di protezioneindividuale ed il loro corretto impiego;
1. il datore di lavoro fornisce ai lavoratori, sulla base delle conoscenze disponibili, informazioni ed istruzioni, in particolare per quanto riguarda:
a) i rischi per la salute dovuti agli agenti biologici utilizzati;
b) le precauzioni da prendere per evitare l'esposizione;
c) le misure igieniche da osservare;
d) la funzione degli indumenti di lavoro e protettivi e dei dispositivi di protezioneindividuale ed il loro corretto impiego;
ART. 278 – INFORMAZIONI E FORMAZIONEART.ART. 278 278 –– INFORMAZIONI E FORMAZIONEINFORMAZIONI E FORMAZIONE
D.Lgs 81/08Titolo III: USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E
DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALECapo II - Uso dei dispositivi di protezione individu ale
D.LgsD.Lgs 81/0881/08Titolo III: USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E
DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALECapo II - Uso dei dispositivi di protezione individu ale
1. Si intende per dispositivo di protezione individuale, di seguito denominato «DPI»,qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore alloscopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza ola salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a talescopo.
1. Si intende per dispositivo di protezione individuale, di seguito denominato «DPI»,qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore alloscopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza ola salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a talescopo.
ART. 74 – DEFINIZIONIART.ART. 74 74 –– DEFINIZIONIDEFINIZIONI
ART. 75 – OBBLIGO D’USOART.ART. 75 75 –– OBBLIGO OBBLIGO DD’’USOUSO
1. I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati osufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezionecollettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro.
1. I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati osufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezionecollettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro.
LE PRECAUZIONI STANDARDLE PRECAUZIONI STANDARD
hanno la finalità di PREVENIRE e RIDURRE il rischio di infortuni caratterizzati dall’ESPOSIZIONEPARENTERALE o MUCOSA o della CUTE NON INTATTA degli operatori sanitari al sangue o ad altri liquidi biologici
hanno la finalità di PREVENIRE e RIDURRE il rischio di infortuni caratterizzati dall’ ESPOSIZIONEPARENTERALE o MUCOSA o della CUTE NON INTATTA degli operatori sanitari al sangue o ad altri liquidi biologici
Elenco LIQUIDI ORGANICI verso i quali applicare
le PRECAUZIONI STANDARD
Elenco LIQUIDI ORGANICI verso i quali applicare
le PRECAUZIONI STANDARD
SANGUE e LIQUIDI BIOLOGICI che contengono sangue in quantità tale da renderlo VISIBILE
LIQUIDI: - PLEURICO
- PERITONEALE- PERICARDICO- AMNIOTICO- SINOVIALE- CEREBROSPINALE
SECREZIONI VAGINALI, LIQUIDO SEMINALE
SANGUE e LIQUIDI BIOLOGICI che contengono sangue in quantità tale da renderlo VISIBILE
LIQUIDI: - PLEURICO
- PERITONEALE- PERICARDICO- AMNIOTICO- SINOVIALE- CEREBROSPINALE
SECREZIONI VAGINALI, LIQUIDO SEMINALE
Quali sono le PRECAUZIONI STANDARD?
Quali sono le PRECAUZIONI STANDARD?
LE PRECAUZIONI STANDARDLE PRECAUZIONI STANDARD
1- LAVAGGIO delle MANI + CURA dell’integritàdella CUTE
2- USO dei DPI:• guanti•camici•maschere ed occhiali
3- Corretto SMALTIMENTO dei RIFIUTI POTENZIALMENTE INFETTI
11-- LAVAGGIO delle MANI + CURA dellLAVAGGIO delle MANI + CURA dell ’’ integritintegrit ààdella CUTEdella CUTE
22-- USO dei DPI:USO dei DPI:•• guantiguanti••camicicamici••maschere ed occhialimaschere ed occhiali
33-- Corretto SMALTIMENTO dei RIFIUTI Corretto SMALTIMENTO dei RIFIUTI POTENZIALMENTE INFETTIPOTENZIALMENTE INFETTI
Precauzioni Standard
PRECAUZIONI STANDARD
Lavaggio mani
Guanti
Camice
Mascherina
OcchialiSmaltimento rifiuti
Precauzioni Standard
LAVAGGIO MANI
LAVAGGIO DELLE MANI CURA DELL’INTEGRITA’ DELLA CUTE
LAVAGGIO DELLE MANI LAVAGGIO DELLE MANI CURA DELLCURA DELL ’’ INTEGRITAINTEGRITA’’ DELLA CUTEDELLA CUTE
QUANDO? • dopo essere entrati IN CONTATTO CON SANGUE E FLUIDI CORPOREI, secrezioni, escrezioni e quando èpossibile la contaminazione;•immediatamente dopo la RIMOZIONE dei GUANTI ;•tra un PAZIENTE e l’altro;•quando è possibile il passaggio di microrganismi dalla persona alle apparecchiature;•tra compiti e procedure di una stessa persona per prevenire le contaminazioni crociate di altre parti del corpo.
QUANDO? QUANDO? •• dopo essere entrati dopo essere entrati IN CONTATTO CON SANGUE E IN CONTATTO CON SANGUE E FLUIDI CORPOREIFLUIDI CORPOREI, secrezioni, escrezioni e quando , secrezioni, escrezioni e quando èèpossibile la contaminazione;possibile la contaminazione;••immediatamente dopo la immediatamente dopo la RIMOZIONE dei GUANTIRIMOZIONE dei GUANTI ;;••tra un PAZIENTE e ltra un PAZIENTE e l ’’altro;altro;••quando quando èè possibile il passaggio di microrganismi possibile il passaggio di microrganismi dalla persona alle apparecchiature;dalla persona alle apparecchiature;••tra compiti e procedure di una stessa persona per tra compiti e procedure di una stessa persona per prevenire le contaminazioni crociate di altre parti del prevenire le contaminazioni crociate di altre parti del corpo. corpo.
TIPI DI LAVAGGIOTIPI DI LAVAGGIOTIPI DI LAVAGGIO
1. LAVAGGIO SOCIALE• con detergente per almeno 15-30 secondi con sfregam ento• per ridurre la carica degli agenti infettivi evitan do l’insorgenza di
infezioni.
2. LAVAGGIO ANTISETTICO• con clorexidina al 4% o con iodopovidone 7,5% per alm eno 1-2
minuti e non meno di 30 secondi• per ridurre la carica microbica e inibire la prolif erazione dei
microrganismi delle mani al fine di garantire un el evato livello di sicurezza microbiologica.
3. LAVAGGIO CHIRURGICO• Come lavaggio antisettico + uso spazzolini monouso sterili, neutri
per almeno 3-4 minuti• prima degli interventi chirurgici e prima delle pro cedure altamente
invasive
1. LAVAGGIO SOCIALE• con detergente per almeno 15-30 secondi con sfregam ento• per ridurre la carica degli agenti infettivi evitan do l’insorgenza di
infezioni.
2. LAVAGGIO ANTISETTICO• con clorexidina al 4% o con iodopovidone 7,5% per alm eno 1-2
minuti e non meno di 30 secondi• per ridurre la carica microbica e inibire la prolif erazione dei
microrganismi delle mani al fine di garantire un el evato livello di sicurezza microbiologica.
3. LAVAGGIO CHIRURGICO• Come lavaggio antisettico + uso spazzolini monouso sterili, neutri
per almeno 3-4 minuti• prima degli interventi chirurgici e prima delle pro cedure altamente
invasive
CORRETTA PROCEDURA DI LAVAGGIOCORRETTA PROCEDURA DI LAVAGGIOCORRETTA PROCEDURA DI LAVAGGIO
• TOGLIERE bracciali, anelli, orologio• INSAPONARE la mani accuratamente (dita, palme,
dorso, polsi, unghie) per ALMENO 10 SECONDI • sciacquare con acqua corrente in modo completo • solo in casi particolari (dopo imbrattamento con
liquidi organici, in caso di lesione dei guanti in manovre a rischio o altro), dopo essersi lavati con il sapone e risciacquati, bagnare le mani con LIQUIDO ANTISETTICO in modo completo (dita, palme, dorso, polsi, unghie) per ALMENO 30 SECONDI
• sciacquare con acqua corrente in modo completo • asciugarsi con CARTA A PERDERE
• TOGLIERE bracciali, anelli, orologio• INSAPONARE la mani accuratamente (dita, palme,
dorso, polsi, unghie) per ALMENO 10 SECONDI • sciacquare con acqua corrente in modo completo • solo in casi particolari (dopo imbrattamento con
liquidi organici, in caso di lesione dei guanti in manovre a rischio o altro), dopo essersi lavati con il sapone e risciacquati, bagnare le mani con LIQUIDO ANTISETTICO in modo completo (dita, palme, dorso, polsi, unghie) per ALMENO 30 SECONDI
• sciacquare con acqua corrente in modo completo • asciugarsi con CARTA A PERDERE
Precauzioni Standard
GUANTI
I GUANTII GUANTI
QUANDO?• Nell’eseguire tutte le procedure di ACCESSO VASCOLARE
• Nel venire A CONTATTO CON SANGUE O ALTRI LIQUIDI BIOLOGICI
• Quando la CUTE dell’operatore NON E’INTEGRA
• Per effettuare un DESTROSTIK• Nelle situazioni in cui l’operatore giudica che può verificarsi la contaminazione delle mani con il sangue (Es. PZ NON COLLABORANTE )
QUANDO?• Nell’eseguire tutte le procedure di ACCESSO VASCOLARE
• Nel venire A CONTATTO CON SANGUE O ALTRI LIQUIDI BIOLOGICI
• Quando la CUTE dell’operatore NON E’INTEGRA
• Per effettuare un DESTROSTIK• Nelle situazioni in cui l’operatore giudica che può verificarsi la contaminazione delle mani con il sangue (Es. PZ NON COLLABORANTE )
TIPI DI GUANTITIPI DI GUANTI
1. IN BASE ALL’USO:• da esaminazione• chirurgici / sterili • da pulizia
2. IN BASE AL MATERIALE (biocompatibilita’del guanto):• in LATTICE con polvere o powder-free• in VINILE con polvere o powder-free• In NITRILE
1.1. IN BASE ALLIN BASE ALL ’’USO:USO:•• da da esaminazioneesaminazione•• chirurgici / sterili chirurgici / sterili •• da puliziada pulizia
2. IN BASE AL MATERIALE (2. IN BASE AL MATERIALE ( biocompatibilitabiocompatibilita ’’del guanto):del guanto):•• in LATTICE con polvere o in LATTICE con polvere o powderpowder --freefree•• in VINILE con polvere o in VINILE con polvere o powderpowder --freefree•• In NITRILE In NITRILE
CARATTERISTICHECARATTERISTICHE
I GUANTI DEVONO ESSERE:- MONOUSO- DELLA GIUSTA MISURA PER CIASCUN
OPERATOREDURANTE LE MANOVRE NON PORTARSI MAI LE
MANI CON I GUANTI ALLA BOCCA, AL NASO O AGLI OCCHI
I GUANTI DEVONO ESSERE:I GUANTI DEVONO ESSERE:-- MONOUSOMONOUSO-- DELLA GIUSTA MISURA PER CIASCUN DELLA GIUSTA MISURA PER CIASCUN
OPERATOREOPERATOREDURANTE LE MANOVRE NON PORTARSI MAI LE DURANTE LE MANOVRE NON PORTARSI MAI LE
MANI CON I GUANTI ALLA BOCCA, AL NASO O MANI CON I GUANTI ALLA BOCCA, AL NASO O AGLI OCCHIAGLI OCCHI
SEQUENZA CORRETTA RIMOZIONE DI GUANTISEQUENZA CORRETTA RIMOZIONE DI GUANTI
Sfilare il primo guanto rovesciandolo,
partendo dal polso fino alla punta
delle dita
Raccoglierlo nell’altra mano ancora
protetta dal guanto
1
2
Sfilare il secondo guanto allo stesso
modo, introducendo la mano
scoperta tra pelle ed interno del
guanto
Racchiudere il primo guanto dentro il
secondo, smaltirli nel contenitore per
rifiuti infetti.
4
3
SEQUENZA CORRETTA RIMOZIONE DI GUANTISEQUENZA CORRETTA RIMOZIONE DI GUANTI
Precauzioni Standard
CAMICI
CAMICICAMICI
QUANDO?• Indossare un camice (con le MANICHE LUNGHE)
per proteggere la cute e per prevenire l’imbrattamento di indumenti durante le procedure e le attività di assistenza al paziente che possono generare SCHIZZI o SPRUZZI di sangue, liquidi corporei, secreti o escreti
• Scegliere un camice che sia APPROPRIATO per le attività e la quantità di liquidi corporei che si possono produrre accidentalmente
• RIMUOVERE il camice sporco il più presto possibile e lavarsi le mani
QUANDO?• Indossare un camice (con le MANICHE LUNGHE)
per proteggere la cute e per prevenire l’imbrattamento di indumenti durante le procedure e le attività di assistenza al paziente che possono generare SCHIZZI o SPRUZZI di sangue, liquidi corporei, secreti o escreti
• Scegliere un camice che sia APPROPRIATO per le attività e la quantità di liquidi corporei che si possono produrre accidentalmente
• RIMUOVERE il camice sporco il più presto possibile e lavarsi le mani
Precauzioni Standard
MASCHERINAE OCCHIALI
MASCHERE ED OCCHIALIMASCHERE ED OCCHIALI
QUANDO?• Durante tutte le procedure assistenziali che possono determinare l’esposizione delle mucose BOCCA-NASO-OCCHI a:
• EMISSIONE DI SPRUZZI O GOCCIOLINE DI SANGUE• EMISSIONE DI SPRUZZI O GOCCIOLINE DI ALTRI LIQUIDI BIOLOGICI• PRODUZIONE DI FRAMMENTI OSSEI
• I COMUNI OCCHIALI DA VISTA NON SONO PROTETTIVI VERSO IL RISCHIO BIOLOGICO
QUANDO?• Durante tutte le procedure assistenziali che possono determinare l’esposizione delle mucose BOCCA-NASO-OCCHI a:
• EMISSIONE DI SPRUZZI O GOCCIOLINE DI SANGUE• EMISSIONE DI SPRUZZI O GOCCIOLINE DI ALTRI LIQUIDI BIOLOGICI• PRODUZIONE DI FRAMMENTI OSSEI
• I COMUNI OCCHIALI DA VISTA NON SONO PROTETTIVI VERSO IL RISCHIO BIOLOGICO
• Serve per proteggere le mucose di naso e bocca durante le procedure e le attivitàdi assistenza a persone che possono generare secrezioni o escreti provenienti da liquidi corporei
MASCHERINA CHIRURGICAMASCHERINA CHIRURGICA
• viene utilizzata nei casi di in cui si prevede contatto tra la mucosa oculare e gli spruzzi provenienti da pazientipotenzialmente infetti
MASCHERINA CON VISIERAMASCHERINA CON VISIERA
• In caso di esposizione potenziale o certa ad un caso di TBC aperta occorre utilizzare maschera facciale FFP2
• Maschera facciale filtrante per la polvere di classe 2
• Per protezione materiale particellare con granulometria >= 0,02 micron
• Potere filtrante 99%
MASCHERA FACCIALE FFP2MASCHERA FACCIALE FFP2
ASSISTENZA TBC APERTA
ASSISTENZA TBC APERTA
MASCHERA FACCIALE FFP3MASCHERA FACCIALE FFP3
ASSISTENZA TBC APERTA
ASSISTENZA TBC APERTA
• rischio di contaminazione ambientale aumentato da manovre che generano aerosol:– intubazione/estubazione endotracheale– applicazione di sondini naso-gastrici– somministrazioni di aerosolterapia)
• potere filtrante 99,9%
IN PRESENZA DI MANOVRE AD ALTO RISHIO
IN PRESENZA DI MANOVRE AD ALTO RISHIO
Medio rischio
Incannulazione/prelievo
endovenoso
Somministrazione terapia
Medicazioni
Lavaggio strumenti.
Basso rischio
(Se non presente sangue visibile)
Igiene della persona
Clistere
Cateterismo vescicale
Alto rischio
Intubazione
Incanulazione arteriosa
Interventi chirurgici
Manovre endoscopiche ed
endotracheali
CLASSIFICAZIONE DI FLEMINGCLASSIFICAZIONE DI FLEMING
Precauzioni Standard
SMALTIMENTORIFIUTI
I RIFIUTI SANITARII RIFIUTI SANITARI
•RIFIUTI SPECIALI
•RIFIUTI ASSIMILABILI AI SOLIDI URBANI
•RIFIUTI VETROSI
•FARMACI SCADUTI
•RIFIUTI URBANI PERICOLOSI
•RIFIUTI RADIOATTIVI
••RIFIUTI SPECIALIRIFIUTI SPECIALI
••RIFIUTI ASSIMILABILI AI SOLIDI URBANIRIFIUTI ASSIMILABILI AI SOLIDI URBANI
••RIFIUTI VETROSIRIFIUTI VETROSI
••FARMACI SCADUTIFARMACI SCADUTI
••RIFIUTI URBANI PERICOLOSIRIFIUTI URBANI PERICOLOSI
••RIFIUTI RADIOATTIVIRIFIUTI RADIOATTIVI
TAGLIENTITAGLIENTI
• maneggiare con estrema cautela aghi, bisturi ed altri strumenti o dispositivi taglienti
• non incappucciare gli aghi impiegati
• non rimuovere gli aghi dalle siringhe monouso dopo l’utilizzo
• i contenitori di sicurezza non vanno riempiti fino all’orlo, ma al massimo per ¾
• alla fine del riempimento i contenitori di sicurezza vanno chiusi ermeticamente
• maneggiare con estrema cautela aghi, bisturi ed altri strumenti o dispositivi taglienti
• non incappucciare gli aghi impiegati
• non rimuovere gli aghi dalle siringhe monouso dopo l’utilizzo
• i contenitori di sicurezza non vanno riempiti fino all’orlo, ma al massimo per ¾
• alla fine del riempimento i contenitori di sicurezza vanno chiusi ermeticamente
RIFIUTI INFETTIRIFIUTI INFETTI
• l’eliminazione dei rifiuti infetti deve avvenire mediante un contenitore rigido e resistente che riporta la dicitura prevista per la legge e la chiusura ermetica
• l’eliminazione dei rifiuti infetti deve avvenire mediante un contenitore rigido e resistente che riporta la dicitura prevista per la legge e la chiusura ermetica
PROCEDURE DI LAVORO IN SICUREZZA
PROCEDURE DI LAVORO IN SICUREZZA
1. NON PORTARE MAI STRUMENTI PRIVI DI PROTEZIONE IN TASCA O DIRETTAMENTE IN MANO: gli strumenti appuntiti, taglienti o in vetro devono essere trasportati in appositi contenitori.
2. NON TENTARE DI TRATTENERE GLI STRUMENTI CHE CADONO: durante tali manovre potrebbe verificarsi l’incidente.
3. EVITARE IL REINCAPPUCCIAMENTO DI AGHI E TAGLIENTI : la procedura più sicura risulta essere quella di eliminare immediatamente dopo l’uso aghi e altri oggetti taglienti nell’apposito contenitore a pareti rigide, non piegare ne rompere gli aghi.
1. NON PORTARE MAI STRUMENTI PRIVI DI PROTEZIONE IN TASCA O DIRETTAMENTE IN MANO: gli strumenti appuntiti, taglienti o in vetro devono essere trasportati in appositi contenitori.
2. NON TENTARE DI TRATTENERE GLI STRUMENTI CHE CADONO: durante tali manovre potrebbe verificarsi l’incidente.
3. EVITARE IL REINCAPPUCCIAMENTO DI AGHI E TAGLIENTI : la procedura più sicura risulta essere quella di eliminare immediatamente dopo l’uso aghi e altri oggetti taglienti nell’apposito contenitore a pareti rigide, non piegare ne rompere gli aghi.
IMPORTANTE!!IMPORTANTE!!
4. UTILIZZARE GLI APPOSITI CONTENITORI RIGIDI: per lo smaltimento di aghi, siringhe con ago e altri oggetti taglienti, utilizzare appositi contenitori rigidi in plastica; il contenitore deve essere imperforabile, a tenuta, dicolore riconoscibile, sistemato nelle vicinanze del punto in cui i presidi vengono smaltiti.
5. MANEGGIARE CON CURA LA BIANCHERIA SPORCA: prestare attenzione nel raccogliere la biancheria, è possibile la presenza di taglienti per errore.
6. NON PROCEDERE AFFRETTATAMENTE : anche nelle emergenze è necessario tenere sempre in debito conto la sicurezza.
4. UTILIZZARE GLI APPOSITI CONTENITORI RIGIDI: per lo smaltimento di aghi, siringhe con ago e altri oggetti taglienti, utilizzare appositi contenitori rigidi in plastica; il contenitore deve essere imperforabile, a tenuta, dicolore riconoscibile, sistemato nelle vicinanze del punto in cui i presidi vengono smaltiti.
5. MANEGGIARE CON CURA LA BIANCHERIA SPORCA: prestare attenzione nel raccogliere la biancheria, è possibile la presenza di taglienti per errore.
6. NON PROCEDERE AFFRETTATAMENTE : anche nelle emergenze è necessario tenere sempre in debito conto la sicurezza.
IMPORTANTE!!IMPORTANTE!!
CORSO SICUREZZA e PREVENZIONE
INFEZIONI PARENTERALI
CORSO SICUREZZA e PREVENZIONE
INFEZIONI PARENTERALI
Corso di Laurea Magistrale in Medicina e ChirurgiaStudenti III anno
28 Settembre 2009
Corso di Laurea Magistrale in Medicina e ChirurgiaStudenti III anno
28 Settembre 2009
INCIDENZA DI SIEROCONVERSIONE
• 0.43% percutanea• 0.36% mucocutanea SIROH-EPINET (1999)
• 0.43% percutanea• 0.36% mucocutanea SIROH-EPINET (1999)
• 5% - 30% tutte le modalita’ di esposizioneSIROH-EPINET (1999)
• 5% - 30% tutte le modalita’ di esposizioneSIROH-EPINET (1999)
• 0.14% percutanea• 0.43% mucocutanea• n.s. cute integra SIROH-EPINET (1999)
• 0.14% percutanea• 0.43% mucocutanea• n.s. cute integra SIROH-EPINET (1999)
HIV
HCV
HBV
EPATITE B (1/3)
• FONTE:– malato portatore (HBsAg POSITIVO)
• MODALITA’ DI TRASMISSIONE:– puntura, taglio, splash
• PREVENZIONE:– precauzioni standard– vaccinazione – immunoglobuline specifiche
Livello di adesione alla vaccinazione antiHBV per mansione ospedaliera e quota di “non responder” al ciclo vaccinale di base MANSIONI N° operatori N° vaccinati % N° “non responder” % Allievi Inf. Professionali 87 78 95,12 - - Infermieri Professionali 1376 1052 76,45 29 2,76 Tecnici Sanitari 201 145 72,14 12 8,27 Capo-Sala (AFD) 95 65 68,42 2 3,08 Ausiliari / O.T.A. 508 325 63,98 14 4,31 Medici Ospedalieri 442 239 54,07 14 5,86 Infermiere Generico 149 74 49,66 4 5,41 Medici freq./ Spec.ndi 175 77 44 2 2,60 Medici Universitari 34 10 29,41 - - Operatori tecnici servizi vari 178 51 28,65 2 3,92 Amministrativi 224 32 14,29 1 3,12 TOTALE MANSIONI 3469 2148 61,92 80 3,72
EPATITE B (2/3)
EPATITE B (3/3)
HBsAg --> antigeneAntiHBs --> anticorpo di superficie
AntiHBc --> anticorpo del core
HBsAg --> antigeneAntiHBs --> anticorpo di superficie
AntiHBc --> anticorpo del core
HBsAg POSITIVO = PORTATORE o MALATOHBsAg POSITIVO = PORTATORE o MALATO
HBsAg NEGAntiHBs POSAntiHBc POS
HBsAg NEGAntiHBs POSAntiHBc POS
HBsAg NEGAntiHBs NEGAntiHBc POS
HBsAg NEGAntiHBs NEGAntiHBc POS
HBsAg NEGAntiHBs POSAntiHBc NEG
HBsAg NEGAntiHBs POSAntiHBc NEG
NON INFETTO VACCINATO
EPATITE C
• FONTE: – malato portatore (antiHCV positivo)
• MODALITA’ DI TRASMISSIONE:– puntura, taglio, splash
• PREVENZIONE:– precauzioni standard
AIDS (1/2)
• FONTE: – malato (AIDS conclamato), soggetto sieropositivo
• MODALITA’ DI TRASMISSIONE:– puntura, taglio, splash
• PREVENZIONE:– precauzioni standard– Chemioprofilassi antiretrovirale (entro 4-24 ore)
Variabili associate all’infezione• Gravita’ della lesione• Presenza di sangue visibile sul presidio
• Puntura con ago utilizzato direttamente in vena / arteria
• Stato terminale della malattia del soggetto fonte• Fattore Protettivo: profilassi post-esposizione
AIDS (2/2)
IN CASO DI CONTATTO ACCIDENTALE
ESPOSIZIONE PARENTERALE :
– AUMENTARE IL SANGUINAMENTO;– DETERGERE CON ACQUA E SAPONE;– DISINFETTARE LA FERITA
CONTAMINAZIONE MUCOSA :
– PROCEDERE AD ABBONDANTE RISCIACQUO CON ACQUA CORRENTE
CONTAMINAZIONE DI CUTE LESA :
– DETERGERE ABBONDANTEMENTE CON ACQUA E SAPONE;– DISINFETTARE LA ZONA DI CUTE INTERESSATA
IN CASO DI FONTE NOTA
PAZIENTE ANTI HIV POSITIVO:– CHEMIOPROFILASSI ANTIRETROVIRALE ENTRO 4-24 ORE DAL
CONTATTO– FOLLOW-UP SIEROLOGICO A 6 SETTIMANE, 3 MESI, 6 MESI, 1
ANNO DAL CONTATTO
PAZIENTE ANTI HCV POSITIVO:– FOLLOW-UP SIEROLOGICO A 3 MESI E 6 MESI DAL CONTATTO
PAZIENTE HBsAg POSITIVO:– SE L’OPERATORE E’ VACCINATO:
• CONTROLLO DEL TITOLO ANTICORPALE
– SE L’OPERATORE NON E’ VACCINATO• IMMUNOGLOBULINE ENTRO 7 GIORNI• VACCINAZIONE ANTIHBV ENTRO 7 GIORNI
IN CASO DI FONTE IGNOTA
Si considerano tutti i rischi di infezione !!!!
Follow-up sierologico (come HIV) a:• 6 settimane, • 3 mesi, • 6 mesi, • 1 anno dal contatto
PROCEDURA INFORTUNIO BIOLOGICO(splash, tagli, punture e materiale biologico che p resenta visibilmente SANGUE)
PAZIENTE NOTO PAZIENTE NON NOTO
PRELEVARE IL PAZIENTE per:
-HIV in urgenza previo consenso-HBsAg-HCV
DIPENDENTI DELL’AO S. GERARDO
E SPECIALIZZANDI:non appena possibile
rivolgersi alla medicina del lavoro
per certificato INAIL eper eseguire il prelievo del sangue al punto 0.
STUDENTI OPERATORI DIPENDENTI
DI SOCIETA’ ESTERNE E VOLONTARI:
1 recarsi in pronto soccorsoper certificato INAIL
2 recarsi in medicina del lavoro per eseguire
segnalazione e prelievo del sangue
al punto 0.
DIPENDENTI DELL’AO S. GERARDO
E SPECIALIZZANDI:non appena possibile
rivolgersi alla medicina del lavoro
per certificato INAIL eper eseguire il prelievo del sangue al punto 0
STUDENTI OPERATORI DIPENDENTI
DI SOCIETA’ ESTERNE E VOLONTARI:
1 recarsi in pronto soccorsoper certificato INAIL
2 recarsi in medicina del lavoro per eseguire
segnalazione e prelievo del sangue
al punto 0.
Se HIV+ recarsi in qualsiasi momento in malattie infettiveper cominciare la profilassi!
INFO: MEDICINA DEL LAVOROLUN-VEN dalle 8 alle 16 Tel: 3328 o 9473
CORSO SICUREZZA e PREVENZIONE
TUBERCOLOSI
CORSO SICUREZZA e PREVENZIONE
TUBERCOLOSI
Corso di Laurea Magistrale in Medicina e ChirurgiaStudenti III anno
28 Settembre 2009
Corso di Laurea Magistrale in Medicina e ChirurgiaStudenti III anno
28 Settembre 2009
CASI DI TBC IN LOMBARDIA
Anno 2002
0
50
100
150
200
250
00-04 05-14 15-24 25-34 35-44 45-54 55-64 65-74 75+
N° di casi
Italiani Stranieri IEC Totale
TASSO STIMATO DI INCIDENZA TBC, 2005
No estimate
0-24
50-99
100-299
300 or more
25-49
Estimated new TB cases (all forms) per 100 000 population
The boundaries and names shown and the designations used on this map do not imply the expression of any opinion whatsoever on the part of the World Health Organization concerning the legal status of any country, territory, city or area or of its authorities, or concerning the delimitation of its frontiers or boundaries.
Dotted lines on maps represent approximate border lines for which there may not yet be full agreement. WHO 2006. All rights reserved
Estimated new TB cases (all forms) per 100 000 population
No estimate
0-24
100-299
300 or more
25-49
1. Intradermoreazione secondo Mantoux
2. Rx Torace
3. Test immunologici in vitro
STRUMENTI PER SORVEGLIANZA SANITARIA TBC
INTRADERMOREAZIONE SECONDO MANTOUX
Pur non possedendo una sensibilità e specificitàdel 100%
E’ ATTUALMENTE IL MIGLIORE ESAME
a disposizione per diagnosticare l’infezione da Mycobacterium tuberculosis complex
La lettura viene eseguita con l’ausilio di un penna sferacon cui si tracciano, con lieve pressione, dei segmenti diretta che partono molto esternamente verso i quattro poli della reazione.
La punta si arresta quando incontra l’infiltrato.Le distanze tra i quattro punti centrali dei segmenti cosìtracciati rappresentano i due diametri dell’infiltrato.L’esito del TST è rappresentato dalla media dei due diametri.
L’incrocio dei due segmenti senza punti di arresto indica assenza di infiltrato.
Il test che non presenta una zona di indurimento viene registrato con esito 0 mm
IL RISULTATO DEL TST DEVE ESSERE REGISTRATO IN MILLIMETRI,
E NON DEVE ESSERE VALUTATO SOLO COME POSITIVO O NEGATIVO
MANTOUX: CONTROINDICAZIONI
Non si conoscono controindicazioni particolari, tuttavia bisogna evitare la somministrazione in soggetti altamente reattivi
La somministrazione in gravidanza non ècontroindicata tuttavia è raccomandata solo nel caso di esposizioni ad alto rischio
MANTOUX:FALSI POSITIVI
• Vaccinazione con BCG
• Infezioni con Micobatteri non tubercolari
MANTOUX: CARATTERISTICHE (1/2)
• VANTAGGIO : basso costo e possibilità di effettuazione dovunque
• LIMITI : falsi positivi per :– 5 – 60 % dei vaccinati con BCG ( fino a 10 anni dalla
vaccinazione )– Infezione da NTM– Effetto booster in caso di ripetute somministrazioni
Falsi negativi per : – soggetti immunodepressi ( non test controllo )– Sensibilità solo nel 80 % degli infetti– Tecnica di inoculo inadeguata
Altri Limiti sono:– Necessità di rivedere il paziente dopo 48-72 ore– Soggettività della lettura e difficoltà di
interpretazione per tipologia di cute– Necessità di standardizzazione della lettura che
deve essere quantitativa e basata sulla misurazione in mm. dell’infiltrato
MANTOUX: CARATTERISTICHE (2/2)
TEST IN VITRO: QUANTIFERON TB GOLD
• Misura la quantità di interferon gamma liberata dai linfociti messi in contatto in provetta con antigeni specifici del M.tuberculosis complex ESAT-6 e CFP-10 e assenti in tutti gli altri NTM tranne M.kansasi, M marinum e M.szulgai
• un test parallelo di stimolazione con mitogeni identifica i non responderimmunodepressi
SCREENING TBC
viene esteso a tutto il personale in assunzione inclusi i soggetti precedentemente vaccinati
vengono esclusi dall’effettuazione del test i soggetti con documentata cutipositività > 10 mm o pregressa tubercolosi
Lo screening tubercolare viene ripetuto periodicamente in ambito ospedaliero in funzione del livello di rischio
RISCHIO UNITA’OPERATIVE/SERVIZI
ALTRE U.O.SE NEI 12 MESIPRECEDENTI
ELEVATO malattie infettive,pneumologia,fiopatologia respiratoria,chirurgia toracica,microbiologia, anatomiapatologica (attivitàautoptica)
� diagnosticati 3 o più casi di TBpolmonare contagiosa
� presenza di un caso ditramissione nosocomiale;cluster di cutiversione traoperatori
INTERMEDIO medicina,pronto soccorso,radiologia,rianimazione
� diagnosticati 1-2 casi di TBpolmonare contagiosa
� non trasmissione nosocomiale;no cluster di cutiversione
BASSO � diagnosticato nessun caso di TB� no trasmissione nosocomiale;no cluster cutiversione
RISCHIO ELEVATO: effettuazione annualeRISCHIO INTERMEDIO: effettuazione biennaleRISCHIO BASSO: effettuazione triennale
SORVEGLIANZA POST-ESPOSIZIONE
In caso di esposizione professionale IN ASSENZA DI APPLICAZIONE DELLE NORME ED IMPIEGO CORRETTO DEI DPI, saranno effettuate:
1. inchiesta epidemiologica per l’individuazione deicontatti
2. sorveglianza sanitaria dei contatti stretti
I CONTATTI VENGONO INDIVIDUATI CONSIDERANDO LA DURATA E MODALITA’ DI CONTATTO (Assistenza al malato > 4 ore senza corretto utilizzo di DPI , con manovre ad alto rischio)
CUTIVERSIONE
Si definisce “cut off” o “soglia di positività” la misura in millimetri del diametro dell’infiltrato cutaneo al di sotto della quale il soggetto è considerato cutinegativo
La soglia di positività varia in base all’uso clinico e/o epidemiologico e secondo l’eventuale appartenenza del soggetto ad un gruppo a rischio
SOGLIA DI POSITIVITÀ
• 5 mm per i contatti
• 10 mm in assunzione o screening periodico
INFEZIONE TUBERCOLARE LATENTE (ITL)
L’ITL indica la condizione in cui il micobatterio tubercolare èpenetrato nell’organismo senza provocare però la malattia (tubercolosi) potendosi però risvegliare e causare la malattia negli anni successivi in seguito all’insorgenza di particolari condizioni favorenti
Rischio di sviluppare TBC da ITL in immunocompetente: 10 % nella vita 2-5% nei primi 2 anni
LE PERSONE AFFETTE DA ITL SONO PERTANTO DA CONSIDERARSI SANE E NON PRESENTANO RISCHI DI CONTAGIO
PER GLI ALTRI, NEMMENO PER I FAMILIARI PIU’ STRETTI
TRATTAMENTO ITL
• Chemioprofilassi con ISONIAZIDE 300 mg/dì per sei mesi
• Ha lo scopo di “sterilizzare” l’organismo di un soggetto “portatore sano” di germi tubercolari per prevenire la progressione da ITL alla malattia tubercolare
• Conferisce una protezione del 54-93 % dallo sviluppare la forma attiva
HA UNA FUNZIONE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE E SOCIALE
CONTROINDICAZIONI ISONIAZIDE
• Prima di iniziare il trattamento, e successivamente ogni 2 mesi circa, deve essere effettuato un controllo ematochimico per verificare la funzionalit àepatica
• Il trattamento va interrotto in caso di intolleranz a epatica grave che si manifesta con nausea, vomito e alterazioni della funzionalità epatica (enzimi epati ci > 5 volte i valori basali )
• Effetti avversi quali crampi, prurito, sonnolenza o insonnia, disturbi gastrointestinali senza alterazioniepatiche non richiedono, di norma, l’interruzione del trattamento
CORSO SICUREZZA e PREVENZIONE
MENINGITE E SCABBIA
CORSO SICUREZZA e PREVENZIONE
MENINGITE E SCABBIA
Corso di Laurea Magistrale in Medicina e ChirurgiaStudenti III anno
28 Settembre 2009
Corso di Laurea Magistrale in Medicina e ChirurgiaStudenti III anno
28 Settembre 2009
PRECAUZIONISTANDARD
PRECAUZIONI AGGIUNTIVE
+
Patologie infettive
TBC MENINGITE
SCABBIASALMONELLA
TBC
Le Precauzioni Aggiuntive
non sostituiscono le
Precauzioni Standard!
MENINGITEMENINGOCOCCICA
MENINGITEMENINGOCOCCICA
TRASMISSIONE MEDIANTE TRASMISSIONE MEDIANTE DROPLETDROPLET
I droplet, goccioline di dimensioni > di 5 µm,:
• sono generate da una persona infetta durante tosse, starnuti, linguaggio parlato e l’attuazione di procedure quali gastroscopie o broncoscopie
• vengono disseminati in un’area ristretta (di solito un metro o meno)
• non rimangono in sospensione nell'aria • possono depositarsi sulla congiuntiva, sulla mucosa nasale o sulla bocca dell’ospite.
LA TRASMISSIONE RICHIEDE UNO STRETTO CONTATTO
TRA LA PERSONA FONTE E LA PERSONA RICETTIVA
PRECAUZIONI PER LA TRASMISSIONE ATTRAVERSO AEROSOL (GOCCIOLINE)
PRECAUZIONI PER LA TRASMISSIONE ATTRAVERSO AEROSOL (GOCCIOLINE)
In aggiunta alle PRECAUZIONI STANDARD :- collocare il paziente in una STANZA SINGOLA (o assieme ad altri pazienti
affetti dalla stessa patologia se non vi sono altre infezioni e non vi sono controindicazioni)
- se non è possibile porre il paziente in una stanza singola mantenere unaseparazione spaziale di almeno un metro tra il paziente infetto e altri pazienti o visitatori
- il personale di assistenza quando deve lavorare a m eno di un metro di distanza dal paziente deve indossare mascherina di protezione (FFP2)
- limitare il movimento ed il trasporto del paziente ai soli motivi essenziali qualora il paziente dovesse essere spostato dalla stanza fargli indossare, se
possibile, una mascherina chirurgica
ALTRI ESEMPI DI TRASMISSIONE PER DROPLET:- Haemophilus influenza- Difterite faringea- Pertosse, influenza- Rosolia, etc.
In aggiunta alle PRECAUZIONI STANDARD :- collocare il paziente in una STANZA SINGOLA (o assieme ad altri pazienti
affetti dalla stessa patologia se non vi sono altre infezioni e non vi sono controindicazioni)
- se non è possibile porre il paziente in una stanza singola mantenere unaseparazione spaziale di almeno un metro tra il paziente infetto e altri pazienti o visitatori
- il personale di assistenza quando deve lavorare a m eno di un metro di distanza dal paziente deve indossare mascherina di protezione (FFP2)
- limitare il movimento ed il trasporto del paziente ai soli motivi essenziali qualora il paziente dovesse essere spostato dalla stanza fargli indossare, se
possibile, una mascherina chirurgica
ALTRI ESEMPI DI TRASMISSIONE PER DROPLET:- Haemophilus influenza- Difterite faringea- Pertosse, influenza- Rosolia, etc.
CHEMIOPROFILASSI DA EFFETTUARSI IN CASO DI MENINGIT E DA NEISSERIA MENINGITIDIS: QUANDO?
CHEMIOPROFILASSI DA EFFETTUARSI IN CASO DI MENINGIT E DA NEISSERIA MENINGITIDIS: QUANDO?
1. E’ raccomandata a coloro che hanno avuto dei CONTATTI STRETTI con il caso indice:- durante i 10 giorni prima della comparsa della malattia- nelle prime 24 ore di terapia antibiotica del paziente, in caso di contatto senza DPI (dopo 24 ore di terapia farmacologica il paziente non è più da considerarsi infetto)
1. E’ raccomandata a coloro che hanno avuto dei CONTATTI STRETTI con il caso indice:- durante i 10 giorni prima della comparsa della malattia- nelle prime 24 ore di terapia antibiotica del paziente, in caso di contatto senza DPI (dopo 24 ore di terapia farmacologica il paziente non è più da considerarsi infetto)
DURANTE INTUBAZIONE ENDOTRACHEALE o GASTROSCOPIE o RESPIRAZIONE BOCCA-BOCCA
DURANTE INTUBAZIONE ENDOTRACHEALE o GASTROSCOPIE o RESPIRAZIONE BOCCA-BOCCA
SOLO Personale sanitario che è stato direttamente esposto alle secrezioni orali del paziente ad una distanza inferiore a 50 cm
SOLO Personale sanitario che è stato direttamente esposto alle secrezioni orali del paziente ad una distanza inferiore a 50 cm
2. E’ da INIZIARSI ENTRO 24 ORE dalla diagnosi del caso (possibilmente attendere il responso del laboratorio!!)3. La chemioprofilassi NON E’ INDICATA nel personale sanitario che non è stato direttamente esposto alle secrezioni orali del paziente.
Da utilizzare in caso di gravidanza
250 mg ceftriaxonein dose singola per via i.m.
Non raccomandato per l’utilizzo in gravidanza e in soggetti di età inferiore a 18 anni
500 mg di ciprofloxacinain dose singola per os
E’ IL FARMACO DI PRIMA SCELTA: • può interferire con l’efficacia di contraccettivi orali, alcuni antiepilettici e anticoagulanti;
• non raccomandato per l’utilizzo in
gravidanza.
600 mg Rifampicinadue volte al dìx due gg
ADULTI
CHEMIOPROFILASSI DA EFFETTUARSI IN CASO DI MENINGIT E DA NEISSERIA MENINGITIDIS: COME?
CHEMIOPROFILASSI DA EFFETTUARSI IN CASO DI MENINGIT E DA NEISSERIA MENINGITIDIS: COME?
CHEMIOPROFILASSI DA EFFETTUARSI IN CASO DI MENINGIT E DA NEISSERIA MENINGITIDIS: SORVEGLIANZA DEI CONTATTI
CHEMIOPROFILASSI DA EFFETTUARSI IN CASO DI MENINGIT E DA NEISSERIA MENINGITIDIS: SORVEGLIANZA DEI CONTATTI
1. I contatti individuati dovranno essere sottoposti a SORVEGLIANZA SANITARIA PER 10 GIORNI SUCCESSIVI al contatto (periodo massimo di incubazione della malattia), così da cogliere precocemente i sintomi dell’infezione
2. Dovranno essere subito visitati i soggetti esposti che presentino anche solo alcuni dei seguenti SINTOMI: febbre, cefalea, fotofobia, vomito a getto
3. Al termine del periodo di sorveglianza vengono inviati all’ASL di competenza i nominativi dei contatti professionali che hanno assunto la profilassi (con l’indicazione del farmaco utilizzato ), i nominativi di coloro che non l’hanno assunta e l’esito della sorveglianza sanitaria effettuata.
1. I contatti individuati dovranno essere sottoposti a SORVEGLIANZA SANITARIA PER 10 GIORNI SUCCESSIVI al contatto (periodo massimo di incubazione della malattia), così da cogliere precocemente i sintomi dell’infezione
2. Dovranno essere subito visitati i soggetti esposti che presentino anche solo alcuni dei seguenti SINTOMI: febbre, cefalea, fotofobia, vomito a getto
3. Al termine del periodo di sorveglianza vengono inviati all’ASL di competenza i nominativi dei contatti professionali che hanno assunto la profilassi (con l’indicazione del farmaco utilizzato ), i nominativi di coloro che non l’hanno assunta e l’esito della sorveglianza sanitaria effettuata.
SCABBIASCABBIA
SCABBIASCABBIA
DERMATOSIPARASSITARIA provocata dall’acaroSarcoptes scabiei- Si manifesta con eruzioni
pruriginose- Non comporta rischi per la vita- Il prurito grave e persistente e la
infezioni secondarie possono essere invalidanti
DERMATOSIPARASSITARIA provocata dall’acaroSarcoptes scabiei- Si manifesta con eruzioni
pruriginose- Non comporta rischi per la vita- Il prurito grave e persistente e la
infezioni secondarie possono essere invalidanti
TRASMISSIONE PER CONTATTOTRASMISSIONE PER CONTATTO
La trasmissione avviene per CONTATTO CUTANEO : DIRETTO: il rischio è più elevato nelle situazioni in cui
c’è contatto frequente pelle-pelle (ambiti familiari, istituti/RSA)
INDIRETTO solo se gli effetti letterecci o i vestiti sono stati contaminati da poco tempo (entro 7-10 gg, tramite uova).
Periodo di incubazioneda 4 a 6 settimane prima dell’esordio del prurito
CONTAGIOSITA’: FINO A QUANDO ACARI E UOVA NON SONO DISTRUTTI DA ADEGUATO TRATTAMENTO
PRECAUZIONI PER LA TRASMISSIONE DA CONTATTOPRECAUZIONI PER LA TRASMISSIONE DA CONTATTO
In aggiunta alle PRECAUZIONI STANDARD :- collocare il paziente in una STANZA SINGOLA (o assieme ad altri pazienti
affetti dalla stessa patologia se non vi sono altre infezioni e non vi sono controindicazioni)
- il personale di assistenza deve INDOSSARE i GUANTI PROTETTIVI ed il CAMICE PROTETTIVO quando entra nella stanza
- CAMBIARSI I GUANTI dopo operazioni con materiale infetto che può contenere alte concentrazioni di microrganismi (materiale fecaleo essudato da ferite)
- TOGLIERSI I GUANTI E IL CAMICE prima di lasciare l’ambiente del paziente e LAVARSI LE MANI anche con un agente antimicrobico
- limitare il movimento ed il trasporto del paziente ai soli motivi essenziali
evitare l’uso di strumenti o attrezzature anche non critiche per l’assistenza per pazienti diversi.
ALTRI ESEMPI DI TRASMISSIONE DA CONTATTO:- affezioni gastrointestinali significativi- impetigine, ascessi di grandi dimensioni aperti- pediculosi
In aggiunta alle PRECAUZIONI STANDARD :- collocare il paziente in una STANZA SINGOLA (o assieme ad altri pazienti
affetti dalla stessa patologia se non vi sono altre infezioni e non vi sono controindicazioni)
- il personale di assistenza deve INDOSSARE i GUANTI PROTETTIVI ed il CAMICE PROTETTIVO quando entra nella stanza
- CAMBIARSI I GUANTI dopo operazioni con materiale infetto che può contenere alte concentrazioni di microrganismi (materiale fecaleo essudato da ferite)
- TOGLIERSI I GUANTI E IL CAMICE prima di lasciare l’ambiente del paziente e LAVARSI LE MANI anche con un agente antimicrobico
- limitare il movimento ed il trasporto del paziente ai soli motivi essenziali
evitare l’uso di strumenti o attrezzature anche non critiche per l’assistenza per pazienti diversi.
ALTRI ESEMPI DI TRASMISSIONE DA CONTATTO:- affezioni gastrointestinali significativi- impetigine, ascessi di grandi dimensioni aperti- pediculosi
PROFILASSI DA EFFETTUARSI IN CASO SCABBIA: QUANDO?PROFILASSI DA EFFETTUARSI IN CASO SCABBIA: QUANDO?
1. E’ raccomandata a coloro che hanno avuto dei CONTATTI CUTANEI con il caso indice:
1. E’ raccomandata a coloro che hanno avuto dei CONTATTI CUTANEI con il caso indice:
SOLO Personale sanitario che ha prestato assistenza ai malati di scabbia senza uso di idonei DPI
SOLO Personale sanitario che ha prestato assistenza ai malati di scabbia senza uso di idonei DPI
PROFILASSI DA EFFETTUARSI IN CASO SCABBIA: COME?PROFILASSI DA EFFETTUARSI IN CASO SCABBIA: COME?
1. Profilassi con PERMETRINA 5 % in crema base applicato la sera per DUE SERE consecutive su tutto il corpo (salvo viso e cuoio capelluto). Il trattamento con permetrina 5 % può essere effettuato anche su bambini e donne in gravidanza o in allattamento.
2. Sorveglianza sanitaria per 60 gg dal contatto
PROFILASSI DA EFFETTUARSI IN CASO SCABBIA: SORVEGLIANZA DEI CONTATTI
PROFILASSI DA EFFETTUARSI IN CASO SCABBIA: SORVEGLIANZA DEI CONTATTI
1. Osservazione per 60 giorni dei contatti, indipendentemente dall’effettuazione o meno della profilassi, allo scopo di individuare precocemente segni/sintomi di malattia.
2. Visita medica immediata (medico competente/dermatologo) in caso di comparsa di prurito o lesioni cutanee, che insorgano nei 2 mesi dopo l’esposizione
3. Al termine del periodo di sorveglianza l’Unità di Medicina Occupazionale invierà all’ASL di competenza le conclusioni della sorveglianza sanitaria e la comunicazione degli eventuali casi di contagio.
1. Osservazione per 60 giorni dei contatti, indipendentemente dall’effettuazione o meno della profilassi, allo scopo di individuare precocemente segni/sintomi di malattia.
2. Visita medica immediata (medico competente/dermatologo) in caso di comparsa di prurito o lesioni cutanee, che insorgano nei 2 mesi dopo l’esposizione
3. Al termine del periodo di sorveglianza l’Unità di Medicina Occupazionale invierà all’ASL di competenza le conclusioni della sorveglianza sanitaria e la comunicazione degli eventuali casi di contagio.
Corso di Laurea Magistrale in Medicina e ChirurgiaStudenti III anno
28 Settembre 2009
Corso di Laurea Magistrale in Medicina e ChirurgiaStudenti III anno
28 Settembre 2009
CORSO SICUREZZA e PREVENZIONE
INFLUENZA A H1/N1
CORSO SICUREZZA e PREVENZIONE
INFLUENZA A H1/N1
DEFINIZIONE DI UN CASO SOSPETTO
• Nell’attuale fase, la diagnosi di influenza da virus A/H1N1v è basata sul solo criterio clinico e viene definita come affezione respiratoria acuta ad esordio brusco ed improvviso con febbre >38°C, accompagnata da almeno un sintomo tra i seguenti:
1. Cefalea; 2. Malessere generalizzato;3. Sensazione di febbre (sudorazione, brividi);4. Astenia.
e da almeno uno dei seguenti sintomi respiratori:1. Tosse;2. Faringodinia;3. Congestione nasale.
MISURE DI IGIENE E PROFILASSI GENERALE
• Coprire naso e bocca in caso di starnuti o tosse, con fazzoletto o comunque mantenersi a distanza da altre persone;
• Lavare con attenzione le mani con acqua e sapone o con soluzioneidroalcolica, e farlo con regolarità (soprattutto se ci si è toccati il naso o la bocca o se si sono toccate superfici sporche)
• Evitare contatti ravvicinati soprattutto con persone che potrebbero essere malate
• Arieggiare bene l’ambiente in cui si vive aprendo le finestre o garantendo il corretto funzionamento degli impianti di condizionamento, curare la pulizia e sanificazione degli ambienti
• Praticare comportamenti igienici quali dormire un tempo adeguato, alimentarsi in modo corretto e svolgere attività fisica
• Se ci sono sintomi che ricordano l’influenza (disturbi delle prime vie aeree, tosse o dolori muscolari con o senza febbre) rimanere a casa e informare il proprio medico di medicina generale o pediatra di famiglia; se c’è febbre non uscire o frequentare collettività, ma per prudenza anche dopo che i sintomi sono passati, per almeno 24 ore.
• Quando è presente un malato in famiglia occorre evitare i contatti ravvicinati, utilizzare fazzoletti di carta ed eliminarli rapidamente, arieggiare i locali di frequente; non è necessario l’utilizzo di mascherine o di stanze/bagni singoli
MISURE PER GLI OPERATORI SANITARI
Gli operatori sanitari a stretto contatto con casi sospetti dovrebbero:
• indossare mezzi di protezione individuali (es. maschere chirurgiche, guanti, camici monouso) durante le procedure standard;
• In caso di procedure che possono generare aerosol indossare correttamente una maschera filtrante certificata come DPI (FFP2), camice monouso, guanti e occhiali protettivi per la protezione da agenti biologici di gruppo 2 e 3;
• In caso di non osservanza delle precedenti indicazioni deve essere valutata l’indicazione all’utilizzo di profilassi antivirale per il personale esposto.
I dispositivi di protezione individuale (DPI) usati devono essere smaltiti come rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo
CHEMIOPROFILASSI CONTATTI PROFESSSIONALI
• La chemioprofilassi non è raccomandata per gli operatori sanitari contatti professionali di casi sospetti, che abbiano seguito le misure preventive previste nel capitolo precedente.
• La profilassi può essere presa in considerazione sulla base dell’appropriata valutazione del rischio per gli operatori sanitari che abbiano riportato un’esposizione a materiale contenente virus A / H1N1 potenzialmente infettante e che non abbaino osservato le precauzioni standard e di igiene respiratoria, né utilizzato in modo adeguato i dispositivi di protezione individuale.
• Tale valutazione andrà effettuata dal personale medico dell’UO di Malattie Infettive; l’UO di Medicina Occupazionale ed Ambientale èa disposizione per informazione e supporto in merito a tale valutazione
VACCINOPROFILASSI OPERATORI OSPEDALIERI
• Con l’emanazione dell’Ordinanza Ministeriale dell’11 settembre u.s., all’interno dei gruppi a cui verràsomministrato prioritariamente il vaccino influenzale sono indicati il personale sanitario e di assistenza in particolare il personale a contatto con i pazienti anche negli ambulatori e nei laboratori; all’interno degli operatori ospedalieri sono compresi sia il personale strutturato che il personale che svolge per motivi didattico-formativi l’attività clinico-assistenziale all’interno delle aree sanitarie (medici specializzandi, studenti delle lauree afferenti alla Facoltà di Medicina ).
VACCINO: IL CONTESTO
• Il contesto nel quale si opera deve tenere in considerazioni le seguenti limitazioni e contingenze:
• saranno disponibili due vaccini - quello per l’influenza stagionale e quello dell’influenza pandemica, con caratteristiche e target non completamente sovrapponibili;
• i due vaccini non potranno essere somministrati nella medesima seduta dovendo essere distanziati di 4 settimane, sino quando non saranno disponibili le conclusioni delle sperimentazioni già avviate sulla co-somministrazione;
• la vaccinazione pandemica prevede 2 dosi a distanza di un mese;
• la disponibilità del vaccino pandemico è prevista non oltre la seconda metà del mese di novembre 2009.
MODALITA’ DI VACCINAZIONE
• Per il personale su indicato l’Unità di Medicina Occupazionale ed Ambientale provvederà ad effettuare la campagna vaccinale con il seguente calendario:
• prima dose vaccino influenza pandemica presumibilmente a novembre c.a. (sulla base della tempistica di fornitura vaccinale da parte dell’ASL 3);
• seconda dose vaccino influenza pandemica 4 settimane dopo (dicembre c.a.);
• la vaccinoprofilassi della influenza stagionale verrà effettuata dopo 4 settimane dalla seconda dose del vaccino dell’influenza pandemica a gennaio 2010, a meno di indicazioni di conclusioni positive delle sperimentazioni sulla co-somministrazione.
• La vaccinazione anti-influenzale non è obbligatoria ma facoltativa offerta gratuitamente
CORSO SICUREZZA e PREVENZIONE
TUTELA GRAVIDANZA
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TUTELA GRAVIDANZA
Corso di Laurea Magistrale in Medicina e ChirurgiaStudenti III anno
28 Settembre 2009
Corso di Laurea Magistrale in Medicina e ChirurgiaStudenti III anno
28 Settembre 2009
COMUNICAZIONE STATO DI GRAVIDANZA
• Informare l’Università (facoltativo) e il medico competente
• La comunicazione dello stato di gravidanza non appena accertato, è “obbligatoria per legge” per il personale addetto ad attività a rischio di esposizione a radiazioni ionizzanti classificate nelle categorie A o B.
• Lo studente sarà convocato a visita dal Medico Competente dell’A.O. San Gerardo. Il Medico Competente esprimerà giudizio all’Ente in merito alle misure preventive e protettive previste a tutela della maternità e del nascituro, tenuto anche conto della specifica mansione svolta dallo studente
RISCHI IN GRAVIDANZA
NON ESPORRE DURANTE GRAVIDANZA A :
• radiazioni ionizzanti• sostanze teratogene e cancerogene (compresi anestetici, antivirali e
antiblastici)• alto rischio biologico (interventi chirurgici, accessi arteriosi,
aspirazioni tracheobronchiali, aree di isolamento infettivi, ecc…)• esposizione a toxoplasma, rosolia, citomegalovirus, se non si è
immune• postura eretta per più di metà del turno lavorativo• turno notturno• permanenza su automezzi in movimento• movimentazione manuale di carichi• attività a rischio di aggressione o colpi afinalistici (aree psichiatriche,
neurologiche, tossicodipendenze)
CONGEDO DI MATERNITA’
• CONGEDO DI MATERNITA’ : Due mesi prima e tre mesi dopo la data presunta del parto, periodo di astensione obbligatoria dal lavoro salvo l’applicazione, nelle forme previste, dell’istituto della flessibilità del congedo di maternità(art. 20 del D.L.vo 151/01)
• FLESSIBILITA’ : ferma restando la durata complessiva del congedo di maternità, le lavoratrici hanno la facoltà di astenersi dal lavoro a partire dal mese precedente la data presunta del parto e nei quattro mesi successivi al parto, a condizione che il medico specialista del Servizio sanitario nazionale (Ginecologo curante) e il medico competente ai fini della prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro attestino che tale opzione non arrechi pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro. Domanda deve essere inoltrata entro settimo mese gravidanza.
RIENTRO AL LAVORO
• Qualora la lavoratrice rientri al lavoro subito dopo il periodo di astensione obbligatoria ed entro il settimo mese dalla data del parto, viene destinata dall’Azienda Ospedaliera ad una mansione compatibile con il suo stato, SOLO previo parere dell’U.O. di Medicina Occupazionale ed Ambientale dell’A.O. San Gerardo,.
• Infatti, fino al settimo mese post-partum valgono le stesse limitazioni previste durante la gravidanza: la lavoratrice deve essere adibita al lavoro già effettuato durante il periodo di gravidanza precedente all’astensione obbligatoria.
ALLATTAMENTO E LAVORO NOTTURNO
• Per quanto concerne l’allattamento , fino al settimo mese di età del figlio valgono, ai sensi di legge, le limitazioni e le prescrizioni in essere durante la gravidanza.
• Qualora la lavoratrice manifesti l’intenzione di allattare il bambino anche dopo i sette mesi di età del figlio, sarà facoltàdell’amministrazione, se possibile, inserirla in un lavoro senza rischi per l’allattamento.
• Deve essere escluso il lavoro notturno e le reperibilitànotturne fino a compimento di un anno del bambino; fino all’età di tre anni del bambino il lavoro notturno può essere svolto solo sotto consenso della lavoratrice.
SCADENZIARIO
• QUANTO PRIMA : comunicare gravidanza (facoltativo) con certificato ginecologo + visita medico competente
• ENTRO 7 MESE DI GESTAZIONE: comunicare intenzione avvalersi della flessibilità del congedo di maternità con certificato ginecologo + visita medico competente
• SOLO SE RIENTRO ENTRO 7 MESE DALLA NASCITA DEL FIGLIO : visita medico competente