PON «Tutti Matti x la Mat» A.S 2013/2014 Dott.ssa Sibillano Giusy.
«Siamo tutti lupi solitali che si perdono nei loro fallimenti»...«un lupo solitario» che...
Transcript of «Siamo tutti lupi solitali che si perdono nei loro fallimenti»...«un lupo solitario» che...
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ALBUM Mercoledì 30 gennaio 2019 il Giornale
l'Intervista Roland SchimmelpfennigDavide Brullo
imprevisto ha il vi-so inevitabile di«un lupo solitario»che «veniva da
est» e In un chiaro, gelido matti-no di gennaio all'inizio del ven-tunesimo secolo - questo il titolodel romanzo edito da Fazi,pagg. 230, euro 18 - attraversa ilconfine polacco e punta versoBerlino. L'apparizione è media-nica, mediatica, ha la valuta diuna apocalisse - l'ultimo lupos'era visto oltre un secolo emezzo prima - e porta ilcaos, ineccepibile come 0tormento, selvaggio comeuna grazia, nell'esistenzafittizia di diverse perso-ne.
Il primo romanzo diRoland Schimmelp-fennig, tra i grandidrammaturghi tede-schi contemporanei, è levi-gato e potente: il lupo, che tuttiintuiscono ma che nessuno af-ferra, s'inoltra come un morsonella vita di Tomasz, che lo scor-ge in autostrada, e che poco do-po scoprirà il tradimento dellasua donna; poi ci sono due ra-gazzi che scappano da casa, unpadre artista nel vortice del be-re che «cercava di disegnare ilviso di sua figlia, ma non ci riu-sciva», una madre depressa etutto un libro d'ore di perduti inqualche modo redenti dallacomparsa angelica della bestia.Verrebbe da sigillare il roman-zo - costruito per sketch cristalli-ni, già pronto per un film - con 'un distico di Giorgio Caproni,che all'improvvisa apparizionedi «una feroce Bestia» in un cal-lido villaggio ha dedicato l'ope-ra poetica più bella, // Conte diKevenhuller. «La Bestia che cer-cate voi,/ voi ci siete dentro», èl'illumuiazione di Caproni.Schimmelpfennig, che in Win-tersonnenwende, andato in sce-na con successo in mezza Euro-pa, ha esumato, nel mondo dioggi, un nazista spettrale, giurache nel suo libro non c'è metafi-sica. Eppure, quel lupo che siaggira in una Berlino livida dilivore e di caduta, ha la tensio-ne dell'agnello sacrificale.
Ho letto una intervista cheha rilasciate al Guardian incui diceva, riferendosi allasua attività drammaturgica,che «il tempo è il nostro mae-stro». I tempi teatrali sonodiversi dai tempi narrativi:
INSIDIAUn lupo solitario
che si dirigeverso Berlino
è la figurache domina
di RclandSchimmelpfennig
«Siamo tutti lupi solitaliche si perdononei loro fallimenti»// drammaturgo tedesco parla del suo primoromanzo. Che sembra scritto per il cinema
come è nata l'idea del suo ro-manzo, attraverso quali stra-tegie l'ha condotta?«Questo è il mio primo ro-
manzo, nel frattempo ne è natoun secondo, piuttosto diversodal primo. Non penso ci sia una"strategia", ma solo la necessitàe il desiderio profondo di lascia-re spazio al lettore: apro unoschermo vuoto che il lettorepuò riempire con la propria im-maginazione. Non mi piace da-re troppe informazioni. Non mipiace riempire uno spazio bian-co. In un certo modo, cerco undialogo tra il lettore e il testo. Iltempo è una questione compli-cata: ma quando leggiamo - osiamo a teatro - il tempo puòtrasformarsi in qualcosa di ma-gico».
Cosa legge? Le interessa laletteratura contemporanea?
Il teatro ha influenzato lascrittura del romanzo?«Leggo tutto ciò che riesco.
Ho sempre letto almeno una de-cina di libri insieme. Letteratu-ra contemporanea come classi-ci. Il teatro mi ha influenzato, ècerto, ma stavo cercando unaprosa diversa dalla scrittura sce-nica. Il cinema ha avuto una in-fluenza possente. Più di tutti An-tonioni e Fellini. In altro modo,Coppola e Kaurismàki»
La figura del lupo baluginain una Berlino cupa e metal-lica. Che cosa rappresenta illupo, forse un simbolo, qual-cosa di elusivo e di irrimedia-bile che i personaggi del ro-manzo inseguono senza riu-scire ad afferrare?«Il lupo, per me, non è un sim-
bolo. Non è una metafora. Diper sé, porta a qualcosa di miti-
co, ma, sinceramente, non eraquesto il mio intendimento pri-mario. Non c'è un "meta-livel-lo" nella storia. La storia raccon-ta di persone perdute. E di unlupo - che si è perso».
In ogni scena del libro ci so-no uomini perduti o perden-ti che sono predati dalle om-bre: perché? Anche il lupo,in fondo, cerca una via di fu-ga-«Tutti i personaggi del libro
stanno inseguendo qualcosa.Oppure sono inseguiti da qual-cuno. Anche 0 lupo, certo. Il lu-po rinchiude una intera cittànei suoi limiti».
Lo sfondo del libro è una Ger-mania piena di contraddizio-ni esistenziali. In una intervi-sta relativa al suo Solstìziod'inverno ha detto di esserepreoccupato per l'insorgere
II teatro :mi hainfluenzato
ifome FellinièAntonionr
Nazionalismo?Un concettoorrendofrutto di paurae testosterone
di movimenti neonazisti.Qual è la sua idea di Germa-nia e di Europa?«Sono nato nel 1967 e, come
tedesco, sono profondamentelegato all'idea di Europa. L'iceadi Europa rappre senta pace, va-lori, diversità, cultura. Èun'idea per cui dobbiamo lotta-re. L'idea di Europa ha apertola strada alla Germania post-na-zista. L'Europa è la miglior cosache abbiamo. Non c'è modo ditornare ai nazion alismi. Il nazio-nali mo è un concetto orrendo,superficiale, che prolifera gra-zie a un impasto di paura e te-stosterone, e non funzioneràmai, mai».
Che rapporto ha, oggi, la Ger-mania con la sua storia?«Sono nato 22 anni dopo la
fine della Seconda guerra, 22 an-ni dopo la liberazione di Aush-witz. Niente, in termini di tem-po e di storia. L'ombra dell'orro-re è vasta. Che oggi un partitonazionalista come l'Afd in Ger-mania cresca, mostra che alcu-ne persone non hanno capitonulla».
Qual è il libro che le ha cam-biato la vita?«Domanda difficile. Non ce
n'è solo uno. Guerra e pace diTolstoj. Gente di Dublino di Joy-ce, che mi ha folgorato comeun lampo. Poi, certamente, //giovane Holden. E // tamburo dilatta. Le poesie di Anne Sex-ton».
Stefania Vitulli
n oltraggio, un insulto,un'offesa profonda» e
J anche «II simbolo ciun'industria culturale che sembraaver perduto ogni riferimento eticoed estetico, se mette in commercioun libro del genere come validocontributo alla memoria dellaShoah», secondo il SùddeutscheZei-tung. Secondo DieZeit: «Un abomi-nio scritto come un libro per bambi-ni, un romanzo zeppo di cliché nar-rativi». E mentre per la radio pubbli-ca Deutschlandjunk si tratta di «Ho-locaust kitsch», 0 Frankfurter Allge-meine Zeitung si chiede: «A che pròquesta storia nazi for dummies?».Insomma, dire dibattito è poco: inGermania il romanzo di TakisWiirger, Stella (Feltrinelli, pagg.192, euro 16, trad. Nicoletta Gia-con), uscito l'il gennaio per la pre-stigiosa Hanser Verlag, non ha avu-to certo la stessa fortuna che da noiebbe Le assaggiataci di Rosella Po-
LA POLEMICA SUL nomi lo DI WUÌGEÌ
«Stella» vuole oscurare la Stella di David?Così la Germania rivive l'incubo hitlerianoReazioni indignate al libro ispirato alle vicende della famiglia Goldschlagstorino. Anzi: si è trasformato inuna bomba nel milieu mediaticoimpegnato nella preparazione del-la Giornata della Memoria. Ma co-
. me è nata questa storia?«Due anni e mezzo fa, sono anda-
to con un amico a vedere il musicalCabaret, a Berlino», ci ha racconta-to D reporter di inchiesta TakisWiirger, oggi allo Spiegel, classe1985, al suo secondo romanzo.«Poi ci siamo fatti una birra riflet-tendo su come terrore e bellezza sistiano accanto in quella pièce. E ilmio amico disse: "Proprio comenella vita di Stella Goldschlag". Stel-la era una giovane ebrea che vivevaa Berlino durante la Shoah. Era in-
telligente, amava la letteratura, lamusica, le arti e gli uomini. Nel1943 la Gestapo la arrestò e inflissea lei e ai suoi genitori una scelta:lavorare per i nazisti e dare la cac-cia agli ebrei tedeschi o veder mori-re i suoi genitori ad Auschwitz. E leiscelse: è responsabile della mortedi centinaia di persone».
Nel romanzo di Wiirger, il perso-naggio di Kristin è ispirato a Stella:giovane, bella, coraggiosa, colta,spiritosa. E con un terribile segreto.Fritz, il deuteragonista, proverà acomprenderla: giovane, timido, diorigini svizzere e appena arrivato aBerlino, nel 1942. Lui e Stella si di-vertiranno, si esploreranno e poi lei
sparirà, per tornare con evidenti se-gni di torture. Wiirger sostiene diessersi documentato a fondo perscrivere il romanzo: «Ci ho lavoratoper due anni e mezzo. Ho letto tuttii libri che ho trovato su Berlino du-rante la Seconda Guerra Mondiale,ho studiato i file d'archivio origina-li dedicati alla Goldschlag e mi so-no avvalso della consulenza di trestorici. Ho fatto ricerche ad Ausch-witz, a Yad Vashem e ho passato -grande regalo per me - due mesi emezzo con il sopravvissuto ai cam-pi Noah Klieger a Tei Aviv».
Nonostante questo, le critiche egli attacchi sono stati durissimi, tan-to che l'editor di Hanser Verlag, Flo-
Per salvarei suoi, la miaprotagonistaaiuta i nazisti
Per i tedeschiricordarela Shoahè un dovere
ran Kessler, si è sentito in obbligodi difendere il romanzo sui socialin post dettagliati in cui ha sostenu-to che questo dibattito attraversa laletteratura dal 1945 e che persino Avoce alta di Bernhard Schlink neglianni '90 ricevette le stesse accuse epoi divenne un film di straordina-rio successo. «Credo che il nostrodovere come tedeschi sia ricordarecostantemente l'orrore dellaShoah», ci ha spiegato a sua difesaWiirger. «Per farlo, il dibattito è fon-damentale. Il mio romanzo parla diun periodo storico, il Nazismo, incui in Germania non c'era libertàdi parola: oggi invece i critici posso-no dire quel che vogliono e questoè un bene. Gli ultimi testimoni del-la Shoah stanno morendo e 4 adole-scenti tedeschi su 10 non sannoche Auschwitz-Birkenau era uncampo di concentramento dove siuccidevano persone innocenti: ho33 anni e uno dei modi che la miagenerazione ha per fare i conti contutto questo è la letteratura».