SIAMO COSTRUTTORI DI PACE · no auto nel 2010 in Friuli do Àe in una sola settimana hanno...
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EDITORIALE
Cari amici siamo giunti ad un momento importante del percorso di Giornalismo Partecipativo, iniziato nei primi giorni di Ottobre. Dopo esserci conosciuti un po’ meglio, abbiamo iniziato a parlare dei temi vicini a noi e cari ad Art Village. Una serie di piccoli e grandi eventi ci hanno condotto al tema della pace ed a condividere le varie esperienze di grandi persone che hanno contribuito alla costruzione della pace. Abbiamo quindi deciso di dedicare questa pubblicazione a quelli che defi-niamo “Costruttori di Pace”: da Don To-nino Bello a Nelson Mandela attraverso Marco Cavallo senza dimenticare la bel-lissima esperienza del Coro delle Manos Blancas. Il gruppo che ha dato vita a questo gior-nalino è formato da: Ange Dieynaba, Angelo Gaggiano, Antonio d’Anzeo, An-tonio Moscatelli, Claudia De Frias, Clau-dio Pennacchia, Donato Colangelo, Fran-cesco D’Andrea , Giosiana la Pietra, Ilaria Pinto, Luigi Minischetti, Matteo Pacicco, Papa Latyr Herve, Rossano Mucedola, Serafino Petrilli, Soccorsa Chiarappa. Il martedì di ogni settimana, all’interno del Percorso di Giornalismo partecipativo, ci confrontiamo sui vari temi che si svilup-pano nella “comunidad” di Art Village, come ad esempio la promozione della salute, i diritti umani e l’immigrazione, le attività artistiche, musicali e sociali, la cittadinanza attiva e consapevole. L’Art Village Magazine è una pubblicazione a-Periodica che realizziamo in occasioni particolari. Questo è il primo del 2014. Buona lettura a tutti,
La redazione.
SOMMARIO
Pagine “CANTIERE DELLE ARTI”
I maestri del Coro Manos Blancas...pagg. 3– 5
Il nostro saluto al maestro Claudio Abbado...pag 6
Ciak si gira: La Costituzione!....pag 7
Pagine “DIRITTI MIGRANTI”
“Ghetto Out”: diamo voce ai protagonisti ...pag.12
Progetto Batik Ghetto Out...pag. 13
Speciale “COSTRUTTORI DI PACE”
Art Village con Marco Cavallo...pagg. 8-9
Don Tonino Bello…pag. 10
Nelson Mandela...pag. 11
Pagine “EMOZIONI A PENNA” Pag. 16
“La Dipendenza”
Sogno
Pagine della “SALUTE”
Hai una sigaretta?... Pagg. 14-15
LA REDAZIONE NOMADE DI ART VILLAGE:
Articolisti: Ange Dieynaba, Angelo Gaggiano, Antonio d’An-
zeo, Antonio Moscatelli, Claudia De Frias, Francesco D’Andrea , Giosiana
la Pietra, Ilaria Pinto (Fotografia), Luigi Minischetti, Matteo Pacicco, Papa
Latyr Herve, Serafino Petrilli, Rossano Mucedola, Soccorsa Chiarappa.
Fotografia e grafica: Donato Colangelo (Fotografia), Emanuele Lombardi
(Fotografia), Ilaria Pinto (Fotografia), Rossano Mucedola (disegni e coperti-
na)
Coordinamento della redazione: Giosiana la Pietra, Francesco D’Andrea,
Matteo Pacicco.
Segreteria di redazione: Matteo Pacicco
Hanno Collaborato: le Donne della Sartoria Sankarà, Claudio Pennac-
chia, Vincenzo Cactus, Maria Checchia, Prof.ssa Angela Sacco, Marco De
Pasquale, Mihaela Georgieva Vasileva, Mimmo Di Gioia, Michele Iuso.
Pubblicazione non periodica - Distribuzione gratuita
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Nei giorni 5 e 6 dicembre 2013 abbiamo avuto la gioia di ospitare, qui ad Art Villa-ge, i maestri Naybeth Garcia e Johnny Gomez (nella fo-to), fondatori e docenti del Coro Manos Blancas, che hanno tenuto un corso di formazione per farci cono-scere il metodo da loro utiliz-zato. I maestri, in visita in Italia per conoscere l’esperienza del Sistema, hanno fatto un’unica tappa nel sud Italia e precisamente a San Seve-ro, presso Art Village (che insieme all’associazione Mu-
sicaingioco di Bari, rappresenta i due nuclei del Sistema in Puglia). ll coro Manos Blancas, fondato dai maestri nel 1999 in Venezuela, è formato da bambini e ra-gazzi con deficit cognitivi e sensoriali ma anche ragazzi senza nessun tipo di difficoltà ed è finaliz-zato alla piena integrazione e dell’armonia di cui la musica stessa è veicolo. Lo scopo di questo coro è dunque il riscatto sociale e intellettuale dei partecipanti attraverso la musica considerata “un agente dello sviluppo sociale” nel senso più elevato. Al loro arrivo tutti noi siamo rimasti sorpresi! Essendo due personalità importantissime ci aspettavamo due persone a cui dovere un certo rispetto e riverenza, e invece… siamo rimasti col-piti dalla loro disponibilità e naturalezza con cui si relazionavano con tutti noi: Giosiana, ad esempio, ci racconta che è stata salutata con un amichevole “Come stai?” al quale sorpresa ha risposto “Bene grazie!”. Sono stati due giorni molto interessanti durante i quali abbiamo avuto modo di farci rilasciare un’intervista, che vi proponiamo in sintesi.
CONTINUA >>>>
Tra armonia ed integrazione:
i maestri Naybeth Garcia e Johnny Gomez
e la meravigliosa avventura del Coro delle Manos Blancas
COSTRUTTORI DI PACE
VUOI VEDERE IL VIDEO DELL’ INTERVISTA A NAYBETH E JOHNNY?
Accedi al nostro sito sito web : www.art-village.it oppure al nostro canale
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Le due giornate di formazione all’ Art Village Durante il primo giorno Naybeth e Johnny ci hanno illustrato ampiamente la loro esperienza in Venezuela, che nasce agli inizi degli anni settanta quando Johnny Gomez, già inserito nelle or-chestre de El Sistema, si appassiona così tanto al lavoro con i bambini con disabilità che nel 1999 fonda con Naybeth Garcia il coro delle Manos Blancas. Questo coro coinvolge bambi-ni, adolescenti e giovani con deficit di apprendimento, che attraverso il linguaggio dei se-gni e indossando dei guanti, interpretano un brano che un altro gruppo di coetanei ese-gue con la propria voce. Oggi sono mille e trecento i parteci-panti che fanno parte del coro. Attraverso il racconto ci hanno fatto rivivere i dubbi, i desideri, i momenti difficili e quelli indi-menticabili come quando a Sa-lisburgo al termine dell’esibi-zione il coro fu lodato e lungamente applaudito dal pubblico. Particolarmente significativo è sta-to il racconto di come tutto è cominciato: mentre vedevano un video didattico di un concerto no-tarono che il protagonista era un musicista su sedia a rotelle: era il famoso violinista M° Itzhak Perlman… e di lì nacque l’idea di creare un percorso d’integrazione come quello del coro delle Manos Blancas. Il secondo giorno è stato completamente sperimentale e ci hanno mostrato in pratica come svol-gono le lezioni del coro (ci hanno anche insegnato alcuni rudimenti del linguaggio dei segni-LIS) : i partecipanti del corso sono stati distribuiti in due gruppi, uno che ha costituito la parte gestuale e l’altro la parte vocale; hanno quindi istruito il gruppo vocale a cantare alcuni brani, tra i quali “Va pensiero” di Verdi e “l’Inno d’Italia” di Mameli ; allo stesso tempo hanno insegnato al gruppo gestuale come “esprimere” la musica con i gesti: il risultato è stato bello ed emozionante ed ab-biamo capito perché il coro delle Manos Blancas ha tanto successo nel mondo. E’ un’esperienza totale e coinvolgente in cui la musica è armonia ed integrazione.
CONTINUA >>>>
Tra armonia ed integrazione: i maestri Naybeth Garcia e Johnny Gomez
e la meravigliosa avventura del Coro delle Manos Blancas
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L’intervista a Naybeth e Johnny Ora vi proponiamo alcuni stralci dell’intervista realizzata dalla redazione e che sarà a breve disponibile sul canale “you tube” di Art Village: quando chiediamo quali sono i loro sogni, ci rispondono che sperano non solo di conti-nuare questa meravigliosa esperienza con il coro,ma che El Sistema si possa allargare a tutto il mondo, non impor-ta la distanza, alla fine ci dicono, gli uomini sono tutti uguali. Ci spiegano che vorrebbero che le persone capis-sero che non serve necessariamente vedere o sentire nel
modo più classico del termine per comprendere la musica. La musica “vibra” dentro ognuno di noi e quindi tutti possiamo comprenderla. Infine ci confessano un sogno: che anche le persone con disabilità possano un giorno diventare compositori all’interno de El Sistema. Un'altra doman-da riguarda i Cori in Italia e i maestri ci rispondono raccontandoci della bella esperienza che han-no avuto nel 2010 in Friuli dove in una sola settimana hanno dimostrato l’efficacia del metodo coinvolgendo un gruppo di bambini Friulani nell’interpretazione di brani musicali. Alla fine dell’intervista chiediamo loro se è piaciuta la Puglia e quali impressioni ha suscitato in loro Art Village e con molto entusiasmo rispondono affermativamente, spiegando che sono stati colpiti dall’unione tra l’uomo, la natura e la musica, un’armo-nia che ormai molte società hanno perso, ma che qui sem-brano ancora molto forti. L’uo-mo, ci dicono, ormai è lontano dalla terra, sente meno questo legame che deve essere invece recuperato assolutamente e al più presto. Ci salutiamo con l’augurio e la speranza di po-terci reicontrare … magari in Venezuela! A cura del gruppo redazionale: Elvira Masi, Giosiana la Pietra, Serafino Petrilli, Claudia De Frias, Ilaria Pinto, Francesco D’Andrea, Luigi Minischetti, Angelo Gaggiano – foto Emanuele Lombardi, Donato Colangelo.
Tra armonia ed integrazione: i maestri Naybeth Garcia e Johnny Gomez
e la meravigliosa avventura del Coro delle Manos Blancas
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Claudia intervista Naybeth e Johnny nella sala
registrazione di Art Village
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I DIRITTI delle persone sono stati sempre cari ad Art Village, perciò è impegnato su più fronti per difenderli e farli conoscere, dal 21 marzo 2013 Art Village è di-ventato anche Presidio dell’Associazione Libera, Nomi e numeri contro le mafie, intitolato a Francesco MAR-CONE, per la difesa delle persone e i loro diritti da or-ganizzazioni criminali organizzati.
Il gruppo cinema in sinergia con altri percorsi, è impe-gnato a far conoscere ai cittadini i loro diritti sanciti dalla Costituzione Italiana, con una serie di cortome-traggi sugli Articoli della Costituzione Italiana.
E' stato già realizzato un corto metraggio sull'Art 4 del-la Costituzione Italiana, sui diritti dei cittadini al Lavo-ro, a presto Un cortometraggio sull'Art 3 della costitu-zione Italiana sull'uguaglianza di tutti i cittadini, segui-ranno altri.
Siate coscienti e fate rispettare i diritti di ciascuno.
di Antonio d’Anzeo
Ciak si gira: La Costituzione italiana!
PRENDI NOTA ! Due giornate per la LEGALITA’!
Scopriamo la Costituzione : ecco un dipinto murale
realizzato in Art Village da Maria Checchia, animatrice del
percorso di di Fumetto e Writing
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La redazione dell’AV Magazine si unisce al cordo-glio di tutta l’Italia per la scomparsa del M° Clau-dio Abbado e lo ringrazia oggi per aver contribui-to alla nascita e la crescita del Sistema delle Or-chestre e dei Cori infantili e giovanili d’Italia. Ricordiamolo imparando la sua lezione come arti-sta, per aver dedicato la sua esistenza alla diffu-sione della musica e della bellezza, e come prota-gonista nel campo sociale, cioè come costruttore della società secondo il progetto della Costituzio-ne. «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura»: recita l’articolo 9 della Costituzione italiana. Abbado infatti non pensava che il futuro della musica fosse quello di innocuo passatempo: egli ha sempre pensato alla sua arte (a tutta l’arte) come ad un mezzo di liberazione, di educazione, di dignità. Per ritrovare questa ispirazione, Abbado era andato all’altro capo del mondo, innamorandosi per-dutamente della creatura di José Antonio Abreu, anch’egli direttore d’orchestra ma pure (cosa da noi impensabile) ministro per la cultura. «Il sistema messo in piedi in Venezuela da Josè Antonio Abreu – ha detto Abbado – è la più grande, rivoluzionaria idea musicale degli ultimi decenni. Vor-rei che in ogni regione italiana ci fosse una città dove sviluppare questo sistema». E proprio gra-zie al fortissimo sostegno di Abbado quel modello si è diffuso anche da noi. Grazie Claudio. Il Nucleo di Art Village San Severo (Fg) – Puglia
Claudio Abbado continuerà a vivere nel nostro impegno.
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Vittorio Basaglia, nato a Venezia il 19 agosto
1936 e morto a Pinzano al Tagliamento il 25
febbraio 2005 è stato un artista italiano, cu-
gino del noto Franco Basaglia che fu uno
psichiatra e neurologo italiano, professore,
fondatore della concezione moderna della
salute mentale, riformatore della disciplina
psichiatrica in Italia e ispiratore della cosid-
detta legge 180 anche nota infatti come
“Legge Basaglia”, che introdusse un’impor-
tante revisione ordinamentale degli ospe-
dali psichiatrici in Italia e promosse notevoli
trasformazioni nei trattamenti sul territorio.
Nel 1973 Vittorio Basaglia creò insieme a tutti gli ospiti del manicomio di Trieste la statua di
“Marco Cavallo”, il cavallo azzurro in cartapesta, che diventò il simbolo della fine dell’isolamento
dei malati mentali. Inoltre fondò un movimento culturale d’appoggio alla chiusura dei manicomi.
Così come a Trieste nel 1973 “Marco Cavallo” segnò la rottura delle barriere che separavano ed
emarginavano dal mondo “normale” i malati mentali, così oggi per l’Art Village vuol essere un ri-
chiamo per l’inserimento e l’integrazione sociale reale ed autentica all’insegna dell’accoglienza e
dello stare insieme. Questo simbolo e tutto ciò che esso rappresenta, è stato accolto con molto
interesse e coinvolgimento dall’ Art Village. Infatti l’equipe del percorso di cartapesta del Cantiere
delle Arti si è attivato per realizzare un cavallo azzurro simile a quello creato da Vittorio Basaglia.
Non una copia del I° Marco Cavallo, ma ciò che conta è prendere in esame il messaggio che han-
no dato gli ospiti dell’ospedale psichiatrico di Trieste con questo simbolo, cioè richiamare l’atten-
zione verso coloro che soffrono di solitudine, che sono emarginati perché considerati “diversi”.
Escludere i disabili psichici dalla realtà che ci circonda non ha una motivazione comprensibile ed
accettabile per coloro che si sentono degni di essere chiamati “Uomini”. Noi di Art Village come
servizio ASL territoriale e nazionale, accogliamo tutti coloro che bussano alla nostra porta e con
umanità li coinvolgiamo nei nostri percorsi e nelle attività quotidiane.
Fonti e collaborazioni: wikipedia.org, Vincenzo Caktus Mastroiorio.
Pacicco Matteo
Art Village con Marco Cavallo
per riconquistare i diritti degli in/visibili
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28- 29 gennaio 2014 , CONVEGNO Guarire si può - Foggia.
Un piccolo reportage
Eccoci in posa con Marco Cavallo… nella
foto a destra ce ne sono due perché oltre
a quello proveniente da Trieste c’è anche il
fratello minore che abbiamo realizzato ad
Art Village!
Qui sotto i nostri inviati intenti ad intervistare i
protagonisti delle giornate!
in basso a sinistra potete apprezzare Matteo
che prende appunti mentre Beppe Dell’Acqua ri-
sponde, mentre sotto Soccorsa intervista Filome-
na Minelli .
Fotografie realizzate da Ilaria Pinto e Vincenzo
Mastroiorio
VUOI VEDERE TUTTE LE INTERVISTE E LE FOTO del convegno?
Accedi al nostro sito sito web : www.art-village.it
Oppure al nostro profilo ArtVillage San Severo O al nostro canale
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Don Tonino, è stato un Sacerdote e poi Vescovo della Diocesi di Molfetta, figlio di un carabiniere e
di una casalinga, nato il 18 Marzo 1935 ad Alessano (Lecce) e morto il 20 Aprile 1993 a Molfetta. I
funerali, celebrati sulla piazza antistante l’antico Duomo, furono seguiti da una folla innumerevole
di persone giunte da tutta Italia.
Don Tonino, si presenta come “Un figlio del Sud” che fin dalla
giovinezza si schiera decisamente dalla parte dei poveri, dei
bisognosi e degli ultimi. Dedicò la sua vita al prossimo, aiu-
tando con umanità tutti coloro che bussavano alla sua porta.
Nel 1985 fondò la Comunità di Accoglienza e Solidarietà
“Apulia” per il recupero dei tossicodipendenti, sostenendo
“che il recupero per i tossicodipendenti non passa solo per
una cura disintossicante, ma attraverso il recupero di tutta la
persona”. In seguito istituì a Ruvo di Puglia una casa di acco-
glienza per extracomunitari. A Molfetta, per sua iniziativa
nacque la “Casa per la pace”. Nel 1985 fu nominato Presi-
dente Nazionale di Pax Christi, facendosi profeta di giustizia
sulle vie della pace fino all’ultimo suo respiro. Divenuto Ve-
scovo ospitò presso la propria residenza vescovile alcune fa-
miglie sfrattate. Rilanciò la Caritas diocesana con le sue opere. Sempre attento ai fenomeni cultu-
rali e sociali dialogò con tutte le persone e annunciò sempre con franchezza e senza sconti il Van-
gelo. Nel 1992 organizzò la “Marcia dei 500”, per la pace contro la guerra civile in Jugoslavia, par-
tendo da Ancona fino a Sarajevo. Qui Don Tonino aveva con sé la bandiera dell’arcobaleno con la
scritta pace che da quel momento è diventata il simbolo della pace per molti. Noi tutti di Art Villa-
ge nel nostro vivere quotidiano, prendiamo come esempio di vita il pensiero di Don Tonino. Infatti
le nostre idee, i nostri spazi materiali e i nostri pensieri vengono condivisi tra tutti nel rispetto
delle regole di un villaggio in cui convivono storie e persone che si ispirano al modello di pensiero
e di vita di Don Tonino Bello e della sua opera. Noi siamo artefici della capacità di far convivere
realtà differenti e scoprire la bellezza in ciò che facciamo e in cui crediamo.
A cura del gruppo redazionale: Matteo Pacicco, Luigi Minischetti, Antonio D’Anzeo, Vincenzo Ma-
stroiorio, Rossano Mucedola, Maria Checchia.
“Don Tonino Bello”: Bello di nome e di fatto.
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“La pace non è un sogno: può diventare realtà;
ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare”.
Lo chiamavano tutti così, Madiba, il grande eroe della lotta al razzismo, soprannome che deriva dal suo clan di appartenenza, morto proprio in questi giorni il 5 dicembre 2013. La sua vita è du-rata 95 anni, 27 dei quali Nelson Mandela li ha trascorsi in prigione, sotto il regime sudafricano. Nel 1993 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace. Quando era in prigione, era un uomo in catene che rappresentava tutta la nazione in catene, quando venne scarcerato, tutta la nazione venne
scarcerata. Diventato presidente del Sudafrica Nelson Man-dela si e’ trovato a gestire un’ eredita’ politica pesantissima, ha dovuto garantire il passaggio dal regime di Apartheid (leggi nota sotto) alla democrazia. La scelta coraggiosa e’ stata quella di porre un’alternativa molto secca tra verità e perdono. I criminali, i massacratori, insieme a coloro che avevano subito torture e violenze, sono stati chiamati in Sudafrica, a raccontare cosa era successo in forma pubblica. La pena per chi aveva fatto grandi massacri è stata il perdo-no delle vittime; il lavoro della commissione e’ stato anche una specie di psicodramma, c'è stato il perdono da parte
delle vittime, ma al tempo stesso si e’ riusciti a conoscere la verità su quegli anni drammatici. ma alla fine il Sudafrica ne e’ uscito in maniera conciliata. La conciliazione è stata una delle opere più grandi di questo costruttore di pace, un vero promo-tore dell'integrazione tra popoli bianchi e neri del Sudafrica. Alcuni aforismi di Nelson Mandela: “ Nessuno è nato schiavo, né signore, nè per vivere in miseria, ma tutti siamo nati per essere fratelli”. “ L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo”. Suggerimenti: James Gregory è stato uno scrittore sudafricano e per molti anni l'ufficiale re-sponsabile della censura nel carcere di Robben Island e la guardia carceraria di Nelson Mandela nella sua lunga prigionia. Scrisse il libro Goodbye Bafana: Nelson Mandela, My Prisoner, My Friend, sul quale è stato basato il film del 2007 Il colore della libertà - Goodbye Bafana. NOTA— L'apartheid era la politica di segregazione razziale istituita nel dopoguerra dal governo di etnia bianca del Sudafrica, e rimasta in vigore fino al 1993. (fonte: wikipedia) A cura del gruppo redazionale: Claudio Pennacchia, Papa latyr Faye Herve, Moscatelli Antonio, Ilaria Pinto.
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Ilaria Pinto e Antonio Moscatelli, della reda-zione nomade di Art Village hanno intervi-stato: Ange Dieynaba Traore Presidente dell’associazione “Ghetto Out-la voce dei migranti” e Papa Latyr Faye (Herve) referen-te di Casa Sankara per Art Village Magazine. Che cos’è il ghetto? Il Ghetto è una piccola città fatta di barac-che si trova tra San Severo e Rignano, in provincia di Foggia. Il Ghetto è abitato da centinaia di fratelli migranti che vivono nella povertà assoluta in alloggi costruiti con materiali trovati nella spazzatura, come legno, plastica, lamiere ecc. Tra le varie forme di sfruttamento c’è quello del caporalato, della prostituzione, della droga e dei falsi permessi di soggiorno e tutto ciò è gestito dalla criminalità organizzata locale. Per annientare ed annulla-re lo sfruttamento dei fratelli migranti è stato creato un percorso costituito da un’associazione di africani “Ghetto Out-la voce dei migranti” dove Ange ne è la Presidente, con la collaborazione di Art Village San Severo, la cooperativa “l'Albero del Pane”, l’associazione Libera, La Caritas e Cgil FLAI. Tutti insieme han-no dato l'idea del progetto ghetto-out. Infatti si tratta di trovare soluzioni per dare dignità ai fratelli afri-cani che vivono in questo Ghetto. Quale è stata l'alternativa? L'alternativa è stata di chiedere alle autorità competenti una struttura dove alloggiare e far nascere un eco-villaggio eco-sostenibile. Infatti la Prefettura di Foggia e il comune di San Severo, hanno concesso agli amici africani l’uso dell’Albergo diffuso che è stato chiamato Casa Sankarà ed è stata inaugurata il 25 luglio 2013 in presenza di tutte le autorità. Questo giorno segna la nascita e l'avvio del progetto “Ghetto-Out”. Questo progetto offre ai migranti la possibilità di un inserimento sociale e lavorativo, sottraendoli al caporalato e allo sfruttamento. Casa Sankarà offre anche alle famiglie uno spazio di convivialità e soli-darietà partecipativa dove possono crescere serenamente i bambini. Quale possibilità offre Casa Sankarà? Casa Sankarà ha attivato con Art Village, uno sportello immigrazione, che segue tutti gli immigrati che vivono nella capitanata e che hanno problemi per la richiesta o rinnovo di permesso di soggiorno. Ogni persona viene seguita, consigliata e aiutata passo per passo nel trovare soluzioni circa le difficoltà relati-ve ai documenti. Casa Sankarà, dopo aver realizzato un prototipo di casa con l’autocostruzione, all'Art Village, intende mettere in pratica nei 20 ettari promessi dalla regione Puglia, l’eco-villaggio. Per per-mettere agli amici africani non solamente di inserirsi nell'ambito lavorativo visto che hanno fatto loro stessi queste case, ma anche di essere indipendenti, così facendo loro risolverebbero i problemi nel tro-vare alloggio. C'è anche il progetto di autosufficienza alimentare che prevede di realizzare un’agricoltura eco- solidale a chilometro zero, con prodotti sia africani che italiani. Quali altri progetti porterete avanti? C'è un progetto intitolato Batik Ghetto-Out “Ricucire i Diritti”. Promosso dalla Regione Puglia con un fi-nanziamento di 25 mila euro. Ne parliamo in un articolo a pagina 13.
“Ghetto out”: diamo voce ai protagonisti
Una foto del “Ghetto” di Rignano Garganico
Diritti migranti
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“Batik Ghetto Out” è un progetto nato nella volontà di dare ri-sposte concrete alle condizioni disumane in cui vivono i fratelli migranti al gran ghetto di Rignano. “Batik Ghetto Out” fa parte di un gruppo di altri progetti presentati alla Regione Puglia volti a sostenere la fattibilità di questo grande sogno e cioè portare fuori dal ghetto di Rignano i braccianti e creare un eco-villaggio. Infatti questo eco-villaggio darà l’opportunità agli amici migran-ti di vivere in condizioni dignitose e partecipare allo stesso tem-po allo sviluppo della Capitanata. Ritrovando la sua attività agri-cola in nome della legalità restituendo all’uomo la sua piena di-gnità di lavorAttore sociale e civile. Questo cammino per l’inclu-sione sociale dei migranti non è possibile da realizzare senza una rete di persone che collaborino tra loro.
Attualmente questa rete è composta da: Art Village, la cooperativa “L’Albero del Pane”, l’Associa-zione Libera Nomi e Numeri contro le mafie, la CGIL FLAI e l’Associazione “Ghetto Out” insieme coinvolgono le autorità politiche ed amministrative per porre fine allo sfruttamento dei migranti e chiudere il ghetto.
L’avvio di tale progetto in Art Village ha permesso a due gruppi di amici migranti di vivere una esperienza partecipativa insieme ad alcune realtà del nostro territorio. Infatti la sartoria sociale Thomas Sankara di Art Village fa parte di un percorso in cui i migranti, assieme alle donne fonda-trici della Sartoria, realizzano i prodotti legati al progetto ed anche approfittano dell’opportunità di poter acquisire conoscenze e praticare l’italiano.
Questa fusione con la sartoria Sankara nella realizzazione del progetto Batik Ghetto Out ha già co-struito le basi per un vero cammino verso l’integrazione sociale e lavorativa dei migranti fuori dal ghetto.
Herve
Progetto “Batik Ghetto out”
La Sartoria dell’Art Village è nata circa un anno fa nell’ottica del Cantiere delle Arti di Art Village, come integrazione delle attività già presenti. Com-prende un nutrito gruppo di donne di tutte le età, provenienti da diverse parti del mondo, di ogni tipo cultura o religione che hanno in comune la passione per il cucito, il ricamo, il decoupage e tante altre cose e desidera-no dare un supporto a tutte le altre espressioni artistiche di Art Village. La
Sartoria è stata intitolata a Thomas Sankarà, presidente del Burkina Faso, ucciso per aver lottato affinché il suo popolo fosse libero ed indipendente; nella sua azione coinvolse prima di tutto le donne, riconoscendo la loro importanza nel percorso di cambiamento della società.
Le Donne della Sartoria Sankarà
Focus sulla “Sartoria Sankarà”
Diritti migranti
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Vi racconto come ho smesso di fumare
Il mio nome è Angelo e sono stato un acceso fumatore, infatti fumavo
25-30 sigarette al giorno, e non potevo farne a meno, il desiderio di fu-
mare era più forte del pensiero. Però mi sono accorto che erano troppe e
tante volte mi ero promesso di smettere, ma invano. Un giorno, per ac-
certamenti clinici mi ricoverai in ospedale, e lì fumavo regolarmente, dove era consentito fumare.
Durante la mia degenza in ospedale per solidarietà verso un ammalato, vicino di letto che non
sopportava l’odore sgradevole della sigaretta, ho iniziato a fumare di meno. Così facendo mi pre-
se l’idea di smettere di fumare, infatti accendevo la sigaretta e dopo due tiri la buttavo. Questa
tecnica andò avanti per un po’ di giorni, poi smisi di fumare per una settimana, però le sigarette
le portavo sempre con me perché mi facevano compagnia, infatti durante questo periodo erano
sempre presenti e ben in vista. Dopo una decina di giorni mi sono acceso una sigaretta, mi sem-
brava amara come il veleno, mi disgustava il suo sapore e l’ho buttata. Ho capito che dovevo es-
sere io a non fumare, continuai in questo modo per molto tempo e mi accorsi che non avevo più
tosse nè catarro. Da allora non ho più fumato e ormai sono venti anni che ho smesso e ne sono
felicissimo.
Angelo Gaggiano
N = non
O = ottieni
N = niente
F = fare
U = uso
M = massiccio
A = accorcia
R = rosee
E = età
Rossano Mucedola
Promuoviamo la salute
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LO SAPEVATE CHE……
Matteo, un ragazzo di 21 anni, ca-
sto di polmoni perché non aveva
mai fumato, non aveva mai usato
droghe e mai bevuto alcolici, nel
lontano 2 Agosto 1984 in questo
mese caldo, durante il servizio di
leva, ha intrapreso la sua carriera
nei confronti della dipendenza da
tabacco. Infatti la sera, al rientro
dalla libera uscita, rimaneva sem-
pre solo e isolato nella completa
solitudine, così per socializzare con gli altri commilitoni era costretto a fumare come loro. Inoltre
la caserma di appartenenza era sprovvista di acqua potabile e non c’era la possibilità di acquistar-
la. Quindi per dissetarsi era costretto a bere birra poiché era l’unica bibita che si poteva trovare
all’interno della caserma. Fortunatamente per le generazioni future il servizio di leva obbligatorio
è stato abolito.
Matteo Pacicco
Promuoviamo la salute
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Il Club dei Poeti : uno spazio dedicato alla poesia
Sogno
Questa notte ho fatto un bellissimo sogno.
Ho sognato un enorme girotondo,
c’erano ragazzi di tutto il mondo
ognuno vestiti con abiti tipici
ed erano tutti simpatici.
Parlavamo lingue diverse
Ma l’amore che ci legava
E che nei nostri cuori regnava
Ci lasciava capire
Ciò che volevamo dire.
Abbiamo fatto tanti balli diversi
Solo per la gioia di divertirsi.
Abbiamo scoperto nuovi giochi
Che a conoscerli ne erano pochi.
Che peccato!
La sveglia ha suonato!
Il sogno è terminato!
Avrei tanto voluto non svegliarmi più
E che venissi anche tu!
Perché non lo facciamo
Ed insieme viviamo
Come un grande girotondo
Gli abitanti di tutto il mondo?
Ilaria Grazia Pinto
Emozioni a penna...
“La Dipendenza”
Divorare dolci o esagerare col caffè,
mi porta a non avere più rispetto per me.
Spendere e spandere senza giudizio,
mi porta sull’orlo di un precipizio.
essere un fumatore incallito,
mi porta ad usare lo stesso rito.
Questa è la dipendenza,
ed io mi sento come un pesce legato ad una lenza
essere deboli ti porta alla dipendenza,
una schiavitù durata un’esistenza.
Ma ora dico basta e ricomincio a vivere,
non più padroni voglio avere,
Mi sento consumato dalla dipendenza,
per la quale non posso farne senza.
Lo so, non è facile, ho fallito tante volte,
le probabilità di avere successo non sono molte.
Mi impegnerò per essere forte
per lottare e vincere nella mia sorte
Questo è il mio proposito per il futuro,
vincere il vizio e tenere duro.
Matteo Pacicco
Contacts art village
Via castelnuovo km 1 , San severo (FG)
Tel/fax 0882.375497
Sito web : Www.art-village.it
E-mail: [email protected]
Facebook: artvillage san severo
Seguici su:
Pubblicazione realizzata dai partecipanti al perCorso
di Giornalismo Partecipativo a nome di tutta la
comunidad di Art Village.