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9 CRONACA SIENA MERCOLEDÌ 6 GIUGNO 2018 DOPO Firenze e Arezzo, sarà Sie- na ad ospitare il terzo Toscana Pri- de: la manifestazione dell’«orgo- glio e della visibilità» che il 16 giu- gno porterà in città migliaia di per- sone, lesbiche, gay, bisessuali, tran- sessuali e transgender, eterosessua- li. E per la prima volta ci sarà an- che il trenino delle famiglie ‘arco- baleno’, con una sessantina di bambini (sono 89 in tutta la Tosca- na, circa 800 in Italia) che ad oggi nel nostro Paese si vedono ricono- sciuto solo uno dei due genitori dello stesso sesso, che li hanno cre- sciuti. Il giorno dell’orgoglio, la nuova «primavera dei diritti» – è la rivendicazione del Comitato promotore toscano, del quale fan- no parte 13 associazioni di genere – invaderà Siena con un corteo co- lorato e carri, al ritmo scandito dai gruppi di percussionisti Bandao e Bandidas: il dato dichiarato è di 5mila partecipanti, ma le attese del Comitato vanno oltre (furono 22mila a Firenze, 10mila ad Arez- zo), con bus prenotati da Firenze, Arezzo, Pisa, Perugia e Roma. PERCHÉ proprio a Siena? Per- ché Siena è la città che fa dell’acco- glienza il suo vanto e «perché Sie- na ha una magia particolare», dice Marialuisa Favitta, portavoce del Comitato promotore, «una città dalla caratterizzazione identitaria unica, che sente forte l’orgoglio dell’appartenenza e l’amore per le sua grande storia e le sue tradizio- ni. Come noi siamo attaccati alla nostra identità, alla famiglia». UNA CITTÀ in cui però di osta- coli visibili e invisibili ce ne sono. La parata partirà da piazza del Campo con ritrovo alle 14.30 e da qui il corteo si snoderà per le stra- de del centro, evitando Banchi di Sopra e il naturale traguardo della Lizza. Sabato 16 giugno infatti ca- de a metà fra il primo turno del vo- to comunale e ballottaggio, per cui il Corso è riservato ai banchi dei comizi elettorali. Poi c’è l’altra priorità cittadina: il corteo coinci- de con la festa titolare della Civet- ta. E così il percorso ridisegnato vedrà il corteo partire dal Campo e dirigersi per Banchi di Sotto, via di Città, via del Capitano, piazza Duomo, via Fusari, via dei Pelle- grini, via di Città, piazza Indipen- denza, via delle Terme, via della Sapienza, viale Curtatone, viale Tozzi e viale Maccari per conclu- dersi all’interno della Fortezza, cornice del momento finale della manifestazione. Sono 85 gli enti che hanno dato il patrocinio al Pride: Regione To- scana, 7 Province, Comuni. C’è il Comune di Siena, ma non ci sono Firenze ed Arezzo; c’è Università Stranieri, mentre Università di Siena e di Firenze hanno dato il patrocinio al cartellone ‘Aspettan- do il Toscana Pride’ (70 eventi, di cui 40 su Siena), ma non la manife- stazione. E sono più di 50 le attivi- tà commerciali senesi che hanno scelto di supportare (economica- mente) il Toscana Pride; a questi si aggiugono gli albergatori, con convenzioni per il pernottamento. Paola Tomassoni Si alza il sipario sul A Siena sfilerà il co l comitato spera in 10mila partecipanti GLI EVENTI IN CITTÀ ALLA FINE LA battaglia per la presidenza del Consor- zio Agrario di Siena e Arezzo ha conosciuto il suo epilogo. Dopo una prima tornata di votazioni conclusasi in pareg- gio, con un inatteso cambio di fronte di uno dei delegati eletti, la seconda tornata ha sancito la vittoria della lista n.1, quella rappresentativa delle tre associazioni di cate- goria (Cia, Coldiretti e Confa- gricoltura), nei confronti del- la lista n.2, quella del presi- dente uscente Fausto Ligas. Uscente perché il risultato di 15 delegati a 12 a vantaggio della lista avversaria, ha di fatto ufficializzato la fine del- la sua presidenza, dopo sei an- ni al vertice del Consorzio Agrario e dopo due mandati. IERI l’assemblea dei delegati delle due liste, che si è riuni- ta nella sede del Consorzio in via Pianigiani a Siena, ha rati- ficato il nuovo consiglio d’amministrazione della so- cietà cooperativa, che gesti- sce la vendita di prodotti e se- menti agli agricoltori, oltre a immagazzinare i prodotti ce- realicoli, nei silos dislocati nel territorio di Siena e Arez- zo. Un fatturato che supera i 90 milioni di euro, con un nu- mero di dipendenti che sfio- ra quota 100. Lo statuto del Consorzio Agrario, varato du- rante la presidenza Ligas, non prevede spazio per le mi- noranze. Il vincitore prende tutto, come cantavano gli Ab- ba. Ed è per questo che l’as- semblea ha designato i 15 membri del consiglio d’am- ministrazione, indicando tut- ti esponenti della lista n. 1. Ecco i nuovi consiglieri: Mauro Ciampi, Alfio Barba- gallo, Gian Paolo Brini, Gia- como Ganozzi, Leonardo Belperio, Alessandro Cinu- ghi De’ Pazzi, Lido Garzi, Baldassare Daidone, Cino Ci- nughi De’ Pazzi, Luca Mar- cucci, Stefano Faraone, Giu- liana Galeotti Ottieri della Cjaia, Franco Trapassi, Dui- lio Rappuoli e Simonetta Meoni. Il collegio sindacale è composto dal presidente Francesco Cianciulli e dai sindaci effettivi Raffaele Susi- ni e Roberto Vivarelli. ORA bisognerà convocare l’assemblea per designare il nuovo presidente del Consor- zio Agrario di Siena e Arez- zo. Ovvio che sarà scelto tra i 15 consiglieri d’amministra- zione LE FAMIGLIE Ci sarà anche un trenino con circa 60 bambini con genitori dello stesso sesso ELEZIONE TORMENTATA LASSEMBLEA HA DESIGNATO I 15 AMMINISTRATORI, TRA I QUAL Consorzio Agrario, la lista d IL P ERCORSO Da Piazza del Campo fino alla Fortezza evitando la Festa della Civetta Le famiglie arcobale esistono e vivono in che non le tutela co M onica Barni Chiediamo la laicit la tutela delle fami e il rispetto delle M arialuisa Favit Nel 204 abbiamo appro legge contro le dis sessuali. Ora andiam E nrico Rossi Hanno detto SFILA LA DIVERSITÀ Uno scatto su una passata edizione del Toscana Pride CAMBIO AL VERTICE Una delle sedi del Consorzio Agrario di Siena e Arezzo FINISCE UNERA Lex vertice Fausto Ligas lascia dopo 6 anni. Uno statuto fatto per chi vince

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9CRONACASIENAMERCOLEDÌ 6 GIUGNO 2018

DOPOFirenze e Arezzo, sarà Sie-na ad ospitare il terzoToscanaPri-de: la manifestazione dell’«orgo-glio e della visibilità» che il 16 giu-gnoporterà in cittàmigliaia di per-sone, lesbiche, gay, bisessuali, tran-sessuali e transgender, eterosessua-li. E per la prima volta ci sarà an-che il trenino delle famiglie ‘arco-baleno’, con una sessantina dibambini (sono 89 in tutta laTosca-na, circa 800 in Italia) che ad ogginel nostro Paese si vedono ricono-sciuto solo uno dei due genitoridello stesso sesso, che li hanno cre-sciuti. Il giorno dell’orgoglio, lanuova «primavera dei diritti» – èla rivendicazione del Comitatopromotore toscano, del quale fan-

no parte 13 associazioni di genere– invaderà Siena con un corteo co-lorato e carri, al ritmo scandito daigruppi di percussionisti Bandao eBandidas: il dato dichiarato è di5mila partecipanti, ma le attesedel Comitato vanno oltre (furono22mila a Firenze, 10mila ad Arez-zo), con bus prenotati da Firenze,Arezzo, Pisa, Perugia e Roma.

PERCHÉ proprio a Siena? Per-ché Siena è la città che fa dell’acco-glienza il suo vanto e «perché Sie-na ha una magia particolare», diceMarialuisa Favitta, portavoce delComitato promotore, «una cittàdalla caratterizzazione identitariaunica, che sente forte l’orgoglio

dell’appartenenza e l’amore per lesua grande storia e le sue tradizio-ni. Come noi siamo attaccati allanostra identità, alla famiglia».

UNACITTÀ in cui però di osta-coli visibili e invisibili ce ne sono.La parata partirà da piazza delCampo con ritrovo alle 14.30 e daqui il corteo si snoderà per le stra-de del centro, evitando Banchi diSopra e il naturale traguardo dellaLizza. Sabato 16 giugno infatti ca-de ametà fra il primo turnodel vo-to comunale e ballottaggio, per cuiil Corso è riservato ai banchi deicomizi elettorali. Poi c’è l’altrapriorità cittadina: il corteo coinci-

de con la festa titolare della Civet-ta. E così il percorso ridisegnatovedrà il corteo partire dal Campo edirigersi per Banchi di Sotto, viadi Città, via del Capitano, piazzaDuomo, via Fusari, via dei Pelle-grini, via di Città, piazza Indipen-denza, via delle Terme, via dellaSapienza, viale Curtatone, vialeTozzi e viale Maccari per conclu-dersi all’interno della Fortezza,

cornice del momento finale dellamanifestazione.Sono 85 gli enti che hanno dato ilpatrocinio al Pride: Regione To-scana, 7 Province, Comuni. C’è ilComune di Siena, ma non ci sonoFirenze ed Arezzo; c’è UniversitàStranieri, mentre Università diSiena e di Firenze hanno dato ilpatrocinio al cartellone ‘Aspettan-do il Toscana Pride’ (70 eventi, dicui 40 su Siena),manon lamanife-stazione. E sono più di 50 le attivi-tà commerciali senesi che hannoscelto di supportare (economica-mente) il Toscana Pride; a questisi aggiugono gli albergatori, conconvenzioni per il pernottamento.

Paola Tomassoni

Si alza il sipario sul ToscanaPrideASiena sfilerà il ‘corteo arcobaleno’Il comitato spera in 10mila partecipanti. «Qui unamagia particolare»

GLIEVENTI INCITTÀ

ALLA FINE LA battagliaper la presidenza del Consor-zioAgrario di Siena e Arezzoha conosciuto il suo epilogo.Dopo una prima tornata divotazioni conclusasi in pareg-gio, con un inatteso cambiodi fronte di uno dei delegatieletti, la seconda tornata hasancito la vittoria della listan.1, quella rappresentativadelle tre associazioni di cate-goria (Cia, Coldiretti e Confa-gricoltura), nei confronti del-la lista n.2, quella del presi-dente uscente Fausto Ligas.Uscente perché il risultato di15 delegati a 12 a vantaggiodella lista avversaria, ha difatto ufficializzato la fine del-

la sua presidenza, dopo sei an-ni al vertice del ConsorzioAgrario e dopo due mandati.

IERI l’assemblea dei delegatidelle due liste, che si è riuni-ta nella sede del Consorzio inviaPianigiani a Siena, ha rati-ficato il nuovo consigliod’amministrazione della so-cietà cooperativa, che gesti-sce la vendita di prodotti e se-menti agli agricoltori, oltre aimmagazzinare i prodotti ce-realicoli, nei silos dislocatinel territorio di Siena eArez-zo. Un fatturato che supera i90milioni di euro, conunnu-mero di dipendenti che sfio-ra quota 100. Lo statuto del

ConsorzioAgrario, varato du-rante la presidenza Ligas,nonprevede spazio per lemi-noranze. Il vincitore prendetutto, come cantavano gli Ab-ba. Ed è per questo che l’as-semblea ha designato i 15membri del consiglio d’am-ministrazione, indicando tut-ti esponenti della lista n. 1.Ecco i nuovi consiglieri:Mauro Ciampi, Alfio Barba-gallo, Gian Paolo Brini, Gia-

como Ganozzi, LeonardoBelperio, Alessandro Cinu-ghi De’ Pazzi, Lido Garzi,BaldassareDaidone, CinoCi-nughi De’ Pazzi, Luca Mar-cucci, Stefano Faraone, Giu-liana Galeotti Ottieri dellaCjaia, Franco Trapassi, Dui-lio Rappuoli e SimonettaMeoni. Il collegio sindacale ècomposto dal presidenteFrancesco Cianciulli e daisindaci effettiviRaffaele Susi-ni e Roberto Vivarelli.

ORA bisognerà convocarel’assemblea per designare ilnuovopresidente delConsor-zio Agrario di Siena e Arez-zo. Ovvio che sarà scelto tra i15 consiglieri d’amministra-zione

LE FAMIGLIECi sarà anche un treninocon circa 60 bambini congenitori dello stesso sesso

ELEZIONETORMENTATA L’ASSEMBLEAHADESIGNATO I 15AMMINISTRATORI, TRA IQUALI SCEGLIERE ILNUOVOPRESIDENTE

ConsorzioAgrario, la lista della ‘triplice’ fa il pieno in consiglio

IL PERCORSODaPiazza del Campo finoalla Fortezza evitandola Festa della Civetta

Le famiglie arcobalenoesistono e vivono in uno Statoche non le tutela come le altre

MonicaBarni

Chiediamo la laicità degli enti,la tutela delle famigliee il rispetto delle diversità

MarialuisaFavitta

Nel 2004 abbiamo approvato lalegge contro le discriminazionisessuali. Ora andiamo avanti

EnricoRossi

Hannodetto

SFILA LADIVERSITÀUno scatto su una passata edizione del Toscana Pride

CAMBIOALVERTICEUna delle sedidel Consorzio Agrario di Siena e Arezzo

FINISCE UN’ERAL’ex vertice Fausto Ligaslascia dopo 6 anni. Unostatuto fatto per chi vince

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21Mercoledì 6 Giugno 2018

In Uk c’è Bellavita Expo, rassegna del cibo made in Italy sostenuta dai poli di Verona e Parma

Fiere del cibo al banco di provaIan D’Agata lascia il Vinitaly. Al suo posto Attilio Scienza

DI LUIGI CHIARELLO

Giorni cruciali per la nuova società Verona Parma Exibitions (VPE), la newco crea-

ta da Veronafi ere, organizza-trice del Vinitaly, e da Fiere di Parma, nei cui padiglioni si tiene il Cibus. Le due spa sono, rispettivamente, il secondo e il terzo polo fi eristico nazionale, per fatturato consolidato nel 2016 con 127 mln di euro (88 Verona, 39 Parma), e per super-fi cie lorda coperta con 283 mila metri quadrati complessivi (153 Verona, 130 Parma). Bene: il 17 gennaio scorso VPE ha annunciato l’acquisizione del 50% di Bella-vita Expo, una società ingle-se, costituita cinque anni or sono, ope-rante nel trade show per l’agro-alimentare made

in Italy, in mercati strategici, consolidati e emergenti. Come Olanda, Polonia, Canada, Usa, Messico e Thailandia. In più, Bellavita Expo organiz-za anche un grosso evento B2B a Londra. Il prossimo - il primo targato VPE - aprirà i battenti dal 17 al 19 giugno, presso il Business design centre della capi-tale Uk. Parteciperanno ol-tre 200 aziende espositrici dell’agroalimentare made in Italy, attratte da un’ele-vata domanda di vini italia-ni e da un mercato che, com-plessivamente, rappresenta la quarta destinazione dell’export italiano, con 3,3 mld di euro di

fatturato, nonostante i timori per la Brexit. Attesi 8.000

operatori.

ORA, MENTRE SI APRE QUESTA NUOVA SFIDA, VERONAFIERE si trova a dover affrontare un

cambio non da poco nel-la direzione scientifi ca del Vinitaly. In particolare, di Vinitaly Internatio-

nal Academy (VIA), il

braccio opera-tivo che si occu-pa di

internazionalizzare il brand Vinitaly nel mondo, facilitan-do l’incontro tra gli imprendi-

tori del vino italiano, i buyer e gli attori chiave dei principali mercati di sbocco. Il cambio, si diceva, è da urlo per il settore: Ian D’Agata si è dimesso dal proprio incarico «storico» di di-rettore scientifi co di Vinitaly International Academy. D’Aga-ta è un personaggio chiave nel settore vinicolo. Nel 2016 è sta-to incluso tra gli otto migliori scrittori di vino al mondo. Ha scritto per il mensile inglese Decanter e attualmente scrive per Vinous, importante testa-ta internazionale di settore, e Cinese TasteSpirit, uno dei periodici di vino più letti in Oriente. Al suo posto, arriva Attilio Scienza, noto docente italiano del comparto, conside-rato uno dei maggiori esperti

mondiali di viticoltura. Scienza è responsabile di molti progetti di ricerca nazionali nel campo

dell’agronomia, della fi -siologia e della genetica della vite. E’ anche acca-demico ordinario dell’Ac-cademia Italiana della Vite e del Vino e socio dell’Accademia dei Ge-orgofi li.

TUTTO QUESTO, MEN-TRE ALL’ORIZZONTE VPE dovrebbe prepararsi ad affrontare una sfi da an-cor più elevata: la pri-

ma vera edizione di WI BEV, l’evento dedicato alle tecnologie del vino e del beverage, che, in base a quanto annun-ciato in passato da VPE, dovrebbe far confl uire in una sola iniziativa, nel polo fieri-stico veronese, sia Enolitech di Veronafiere, sia Cibus Tec di Fiere di Par-ma. Per dar vita a un evento

espositivo, che dovrebbe fare concorrenza spietata al Simei, la storica esposizione mondiale delle macchine per l’enologia e l’imbottigliamento, organizza-ta dall’Unione italiana vini, in calendario dal 19 al 22 no-vembre 2019, a Fiera Milano-Rho.

WI BEV, si diceva, in base a quanto annunciato alla sua presentazione, doveva essere in contemporanea al Wine2Wi-ne, la rassegna del vino B2B, che il polo veronese organizza ogni anno il 4 e 5 dicembre. Ma il condizionale è d’obbligo perchè quest’anno, diversa-mente da quanto annunciato, Wine2Wine è stata anticipata

al 26 e 27 novembre, sen-za alcun riferimento a WI BEV, che ancora non compare in ca-lendario sul sito di Veronafi ere.

Ma, allora, Ci-bus Tec ed Enoli-tech continueran-no a vivere di vita propria?

SI PERFEZIONERÀ DOMANI, dopo aver ricevuto il via libera da tutte le autorità antitrust competenti, la fi nalizzazio-ne dell’acquisizione dell’americana Monsanto da parte della multina-zionale tedesca della chimica Bayer, per 63 mld di dollari (pari a 53,373 mld euro). L’operazione consentirà a Bayer di raddoppiare la taglia delle sue attività nel ramo dell’agrochimica, che congiuntamente hanno generato ricavi per circa 20 mld euro nel 2017.

VERONAFIERE HA RINNOVATO e am-pliato la partnership con l’Hong Kong Trade Development Council, in vigore dal 2009, per la partecipazione alla prossima edizione dell’Inter-national Wine & Spirits Fair (Hong Kong, 8-10 novembre 2018) di una collettiva tricolore sotto i brand Vinitaly e Sol. Per la prima volta al più importante evento dedicato al vino e agli spirits che si svolge nel Sud-est asiatico, l’olio affi ancherà il vino come simbolo del made in Italy agroalimentare.

ALLO SCADERE DEL CONTRATTO D’AF-FITTO d’azienda, la cooperativa sarda latte Arborea (166 mln euro) ha defi -nitivamente acquisito Caplac, azienda di Capannori-Lu che opera col marchio San Ginese.

BONIFICHE FERRARESI (6.500 ha colti-vati per un valore della produzione di 14,256 mln euro) delibererà a luglio prossimo un aumento di capitale per un ammontare massimo di 150 mln euro che dovrebbe consentire al cda del gruppo di cogliere con maggiore tem-pestività e fl essibilità le opportunità di crescita, anche per linee esterne, che si dovessero presentare.

L’ACCADEMIA DEI GEORGOFILI ha sigla-to due nuovi accordi di collaborazione. Uno col polo universitario città di Prato per l’organizzazione congiunta di semi-nari, convegni e gruppi di studio su tematiche relative all’agricoltu-ra, all’agroindustria, alla selvicoltura, alla

tutela ambientale e allo sviluppo del mondo rurale. L’altro, con Federbio, mirato al rilancio della ricerca in agri-coltura biologica.

BRUNO ZAGO E ANNA MARIA GASPA-RINI, titolari dell’azienda vitivinicola 2Castelli, hanno costituito una nuova società a Marrakech, in Marocco. È la Amg Packaging, che immagazzinerà e assemblerà packaging per l’ortofrut-ta. L’obiettivo dell’azienda è integrare la produzione, entro 12 mesi, con una linea dedicata al cartone ondulato, con un investimento complessivo, in prospettiva, di 30 mln euro su un’area di 30 mila mq.

CARLYLE GROUP, società statunitense di gestione di patrimoni (201 mld dollari gestiti), ha acquisito Accolade Wines, il maggiore produttore australiano di

vini e il quinto a livello mondiale con 35 mln casse vendute l’anno in 140 paesi. I dettagli dell’operazione non

sono stati resi noti.

PRONTA RISPOSTA DEL MESSICO AI DAZI DELL’AMMINISTRAZIONE TRUMP del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio canadese, messicano e dell’Ue. Fin tanto che questi dazi resteranno in vigore, il Messico applicherà misure equivalenti alle importazioni di frutta dagli Stati Uniti. Fra i prodotti colpiti i principali sono mele, uva e mirtilli. Il solo stato di Washington esporta in Messico frutta per oltre 170 mln euro. E, da ieri, un dazio del 10% che salirà al 20% dal 5 luglio prossimo, su alcuni tagli di carni di maiale, come prosciutti interi e porzionati, cosce di maiale fresche e con-gelate, spalle intere e disossate. L’import di carni suine dagli Usa ammontava fi nora complessivamente a 800 mila tons per 1,51 mld dollari nel 2017. Il Canada per parte sua intende applicare dazi per complessivi 12,85 mld dollari americani sulle importazioni dagli Usa d’acciaio, alluminio e altri prodotti.

Luisa Contri

RISIKO AGRICOLO

Supplemento a cura di LUIGI CHIARELLO

[email protected]

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Veronafi ere e Fiere di Parma hanno fondato la newco VPE,

che partecipa a Bellavita Expo. La società è nata per dar vita a una grande rasse-gna sull’imbottigliamento,

chiamata WI BEV. Ma di WI BEV, ad oggi, non c’è traccia

nei calendari fi eristici

Attilio Scienza Ian

D’Agata

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OggiOggiIL PRIMO GIORNALE DEGLI IMPRENDITORI, DEGLI OPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELLA TERRA E DELL’AGROINDUSTRIA

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22 Mercoledì 6 Giugno 2018 AT T U A L I TÀLo rivela un sondaggio condotto dall’Osservatorio BS paesi terzi e Nomisma Wine Monitor

Metà Cina ignora i cibi italianiIl 50% della upper class non associa alimenti al Belpaese

DI LUIGI CHIARELLO

Quanto è conosciuto il made in Italy agroa-limentare, tra i cinesi con elevata capacità di

spesa? Secondo un estratto dell’indagine dell’Osserva-torio Paesi terzi di Busi-ness Strategies sul posizio-namento del made in Italy in Cina, metà dei consumatori della upper class con gli occhi a mandorla non sa associare al Belpaese un prodotto o un brand agroalimentare. E a domanda diretta risponde: «Non so». Il sondaggio è stato condotta da Nomisma Wine Monitor su un campione di 1.000 cittadini, dal reddito medio-alto, residenti a Pe-chino e Shanghai.

Silvana Ballotta, ceo di BS ne desume che «L’equa-zione Italia-buona tavola an-cora non può essere data per scontata in Cina». E questo, nonostante il mercato dell’ex Celeste impero sia in crescita per il vino made in Italy. Con un primo trimestre del 2018 record a + 41,4%.

Quindi, solo la metà dei consumatori cinesi facoltosi dimostra di saper associare al nostro Paese almeno un prodotto enogastronomico. «Questa mancanza, da un lato di conoscenza e dall’altro di promozione», spiega Ballot-ta, «si traduce in un defi cit di comprensione sul fronte con-sumer e in una conseguente diffi coltà di posizionamento per i nostri produttori, a van-taggio dei competitor».

Ma andiamo al report. Quasi 7 cinesi su 10 asso-ciano la categoria «vino» alla Francia, mentre sono solo due su 10 quelli che si orientano verso l’Italia. Il risultato mi-gliora leggermente quando si parla di cibo: lo Stivale viene

menzionato da un quarto del campione, dietro al Giappone (37%), ma prima di Francia (15%) e Usa (14%). In base alla survey, ricordiamo con-dotta nelle due metropoli asiatiche, l’alimento italiano più conosciuto dai cinesi è la pasta, nominata dal 31% di coloro che danno un’indica-zione di prodotto.

A seguire, i brand Ferrero (10%) e Illy (4%). Appena fuo-ri dal podio restano: la pizza (4%), l’olio d’oliva (3%) e, a sorpresa, il tiramisù, che batte gli spa-ghetti, il marchio Barilla, il formag-gio e i maccheroni.

La classifica del vino vede premia-ti Barolo (13%), Amarone (7%) e Chianti (6%), seguiti però da r ispo-ste come

«Piemonte», «Docg», «Italia», «vino italiano», «vino rosso» e «Toscana». Indicazioni, queste, che evidenziano una sostanziale confusione cultu-rale rispetto alla produzione enologica italiana.

Il risultato, comunque, è un estratto di una più ampia indagine, ancora in corso di svolgimento, relativa alla per-cezione del lifestyle italiano in Cina. Anche in rapporto ai competitor, ai gusti e alle abi-

tudini di consumo dell’upper class cinese di Pechi-no, Shanghai, Canton e Hong Kong. Il cam-pione com-plessivo è di duemila inter-

vistati.

FRANCESCO PIZZAGALLI confermato alla presidenza dell’Isti-tuto Valorizzazione Salumi Italiani (Ivsi). Lorenzo Spada è stato invece nominato vicepresidente. Fanno parte del con-siglio direttivo Ivsi, passato da 11 a 13 componenti, anche Lorenzo Beretta, Stefano Borchini, Barbara Bordoni, Giulio Gherri, Marella Levoni , Claudio Palladi, Umberto Raspini, Sara Roletto, Stefania Rota, Lorenzo Spada, Guido Veroni, Giorgia Vitali. Pizzagalli, a.d. della Fumagalli Industria Alimentari SpA, aveva già guidato l’Ivsi dal 2000 al 2005. È stato presidente di Assica dal 2005 al 2010, per poi tornare alla presidenza di Ivsi nel 2012. [email protected]

NUOVA GIUNTA PER DONNE IN CAMPO, l’associazione femmi-nile della Cia Toscana. Presidente è Monica Bettollini, agri-coltore della Cia Siena, mentre vicepresidenti sono Lorenza Albanese (Toscana Centro), Ilaria Marcucci (Livorno), Giada Papucci (Cia Toscana Nord) e Olivejra Stoinovic (Pisa). Quarantenne di Montepulciano (Si), Monica Bettollini è mamma di due fi gli, geometra, e conduce l’azienda agricola di famiglia, dove produce orticole, olio extravergine d’oliva e ultimamente coltiva aglione della Valdichiana. [email protected]

TRE IMPRENDITORI DELL’AGROALIMENTARE ITALIANO, Giovan-ni Fileni, Giovanni Licitra e Gloria Maria Rosaria Tenuta, insigniti Cavalieri del Lavoro. Giovanni Fileni è il presidente e fondatore dell’omonimo gruppo marchigiano, Giovanni Li-citra è amministratore unico della Lbg Sicilia Srl, azienda per la commercializzazione di farina di carrube ed esporta il 95% del fatturato, mentre Gloria Maria Rosaria Tenuta è presidente dell’azienda di famiglia calabrese specializzata nella produzione orticola e di alimenti surgelati.

FRANCESCO TABANO è stato confermato presidente della Federolio, Federazione Nazionale del Commercio Oleario. Classe ’64, salernitano, Tabano lavora da trent’anni nel set-tore agroalimentare, dove ha ricoperto diversi incarichi in realtà di rilievo, a partire da Ferrero e poi Monini, Salov e De Cecco, per approdare, a luglio del 2017, alla Pietro Coricelli Spa come direttore commerciale Sud-Europa. Tabano è al suo secondo mandato in Federolio. [email protected]

MIRKO SCARABELLO dell’azienda Segnana, è il nuovo pre-sidente dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino. Scara-bello, classe 1967, trentino doc, percorso di studi all’attuale Fondazione Mach di San Michele all’Adige, dopo qualche anno di lavoro nel Chianti Classico, dagli anni ’90 ha dedi-cato la sua carriera al mondo della grappa. Dal 1998 lavora alla distilleria Segnana, marchio della famiglia Lunelli. Consigliere dell’Istituto di Tutela dal 2017, prende il testi-mone da Beppe Bertagnolli presidente per otto mandati. Alla vicepresidenza la conferma di Bruno Pilzer, mentre gli altri consiglieri sono Luigi Cappelletti, Alessandro Marzadro, Carlo Pezzi, Giuliano Pisoni, Bernardino Poli, Rudy Zeni.

SARÀ L’ARETINO LUCA GINESTRINI il nuovo direttore dell’Area Organizzativa Nazionale di Confagricoltu-ra. Già vicedirettore della sede di Arezzo di Confagri-coltura, Ginestrini, 51 anni, diplomato all’Agrario di Arezzo, è sempre stato al fianco degli agricoltori. luca.ginestini @confagricoltura.it

GIORGIO GREPPI nuovo presidente dell’Anga Confagri-coltura di Vercelli e Biella. Greppi, 26 anni, è laureato in Scienze Agrarie, e conduce con il padre l’azienda agricola di famiglia ad indirizzo prettamente risicolo. Succede a Giovanni Coppo. Riccardo Deambrogio e Paolo Bollo, en-trambi risicoltori, sono i due vicepresidenti. Nel consiglio direttivo anche Luigi Saviolo, Giacomo Mezza, Giovanni Coppo, Mauro Roncarolo, Umberto Guglielmotti, Simone Lanzetti, Cristina Coppo, Daniela Calciati, Luca Domini-ci e Jacopo Ferraris. [email protected]

TOMMASO VISCA è il nuovo presidente di Confagricoltura Torino. Succede a Paolo Dentis. Visca, 38 anni, sposato e con una fi glia, insieme al fratello Valerio e ai genitori è titolare dell’azienda agricola Cervirola, a Carmagnola, specializzata nella produzione di latte biologico. Sarà affi ancato dal vicario Riccardo Ferrero, riconfermato nel ruolo, e dai vicepresidenti Guido Oitana, e Gian Luigi Orsolani [email protected].

POLTRONE IN ERBA

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Così i cinesi associano prodotti e paesi

Fonte: Survey Osservatorio Paesi terzi, Business Stategies - Nomisma Wine Monitor

Lo champagne punta sull’innovazione varietale per scongiu-rare i rischi dei mutamenti climatici. Il Comité interprofes-sionnel du vin de Champagne e il Bureau Interprofes-sionnel des Vins de Bourgogne, che riuniscono i viticultori e le case vinicole che producono vini di Champagne e di Borgogna, hanno da poco registrato nel catalogo francese delle varietà di vitigni nazionali lo Chardonnay Rose, una cultivar rosata rara, e hanno fatto richiesta all’agenzia governativa Inao, Institut national de l’origine et de la qualité, di coltivarla sperimen-talmente per valutarne la resilienza rispetto al riscaldamento globale, ai cambiamenti climatici e alle principali malattie della vite, nell’ottica d’inserire lo Cardonnay Rose fra i vitigni am-messi nella produzione dei rispettivi vini Aoc. In particolare, di qui a 25 anni, l’interprofessionale dei vini di Campagne punta a inserire nel suo disciplinare di produzione quatto o cinque nuove cultivar di viti resistenti ai cambiamenti climatici e alle malattie.

Michela Achilli

Altre varietà in champagne

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23Mercoledì 6 Giugno 2018MTECNOLOGIA & INNOVAZIONELa piattaforma Agrosat di Barilla per produrre grano

Coltiva il telefoninoMappe e un tablet per concimare

DI ARTURO CENTOFANTI

Il futuro del grano passa attraverso l’high tech. Per rilanciare la fi liera cerea-licola, Barilla ha svilup-

pato la piattaforma Agrosat, un progetto realizzato da Ibi-met (Istituto di Biometeo-rologia) del Cnr di Firenze e di Foggia (Ibimet-Cnr, Dipartimento bioagroalimen-tare-Disba). Il sistema Agro-sat, online e gratuito, è uno strumento di supporto alle decisioni dell’agricoltore che consente di ottimizzare le tec-niche di coltura, in particolare la gestione della concimazione. Agrosat, corredato delle map-pe di quasi tutta la superfi cie agricola italiana, ha fornito ai produttori cerealicoli della Toscana, dell’Emilia-Romagna e della provincia di Foggia, un quadro della variabilità tem-porale di biomassa in campo e l’elaborazione di mappe di pre-scrizione per la fertilizzazione, mediante spandiconcime a rateo variabile. Gli agricoltori devono entrare nel sistema e inserire i dati relativi alle loro particelle tra cui proprietà, e coltura, in modo che possano utilizzare al meglio le informa-zioni fornite dalle mappe satel-litari aggiornate settimanal-mente. Della nuova tecnologia

se ne è parlato in occasione del con-

vegno «Quali scenari nel mercato del grano

duro?», organizzato da

Confagricoltura Taranto e dal Consorzio Global Fresh Fruit. Piero Toscano, ricer-catore Ibimet di Firenze, dopo aver sottolineato che «in Italia

solo l’1% della superfi cie agri-cola è destinata all’impiego delle tecniche di precisione in agricoltura mentre in Francia, Germania e Regno Unito la per-

centuale supera ampiamente il 20% e negli Stati Uniti persino l’80%», ha spiegato che «per chi non disponesse di mezzi di ul-tima generazione, Agrosat per-mette di navigare le mappe di prescrizione così da abilitare in tempo reale una razionalizza-zione delle concimazioni. Sarà sufficiente uno smartphone o un tablet per monitorare la propria posizione sulla mappa e dosare il rilascio di concime in base a quanto prescritto». La nuova tecnologia può rappre-sentare anche uno strumento a favore della tracciabilità cer-tifi cata dell’intera fi liera cere-alicola. Come ha sottolineato il presidente del Consorzio Global Fresh Fruit, Francesco De Filippis, «Agrosat può rappre-sentare anche uno strumento a favore della tracciabilità dalla semina del frumento al confe-rimento del grano duro al mu-lino, l’unico modo per garantire al consumatore fi nale la prove-nienza del grano». In Germa-nia l’agricoltura di precisione ha ridotto l’uso dei fertilizzanti del 15% senza intaccare la resa produttiva, mentre in Gran Bretagna le aziende hi-tech hanno un risparmio medio di 800 sterline/anno.

solo l’1% della superficie agri- centuale supera ampiamente il

Precision farming per ridurre i costi e tempi e migliorare la produzione di grano, foraggio e vino. «L’applicazione su scala reale dell’agricoltura di precisione combinata all’in-novazione tecnologica ha consentito di ridurre fi no a 70-90 euro per ettaro (€/ha) i costi per operazioni agromeccaniche, fi no a 30-40 €/ha i costi per mezzi tecnici e ha permesso di aumentare del 7-10% la resa per ettaro media (pari a circa 70-100 €/ha)». A raccontare la propria esperienza a ItaliaOg-gi è Eros Gualandi direttore della cooperativa bolognese Il Raccolto, 2 mila ettari di terreno, 1.300 in proprietà e 700 in locazione-cogestione, cui si aggiungono altri 2 mila ettari in gestione associata con la rete di imprese agricole Terre del Reno. La cooperativa impiega precision farming di primo, secondo e terzo livello. «Con il primo livello si correggono gli errori di collimazione nelle varie passate di lavorazione. Abbiamo riscontrato un risparmio nel consumo di mezzi tecnici, manodopera, uso macchine con cantieri innovativi fi no al 15% rispetto a tecnologie di vecchia generazione». È stata anche evidenziata «una riduzione dei tempi di lavoro nel combinato maggiore effi cienza più riduzione dei tempi improduttivi fi no a un 35% nelle lavorazioni per il grano tenero». Con la correzione della collimazione «si recuperano risorse, tempi, uso dei mezzi e carburante. Oltre a evitare la sovrapposizione dei trattamenti che portano da un danno ambientale». Il secondo livello serve a «rendere effi cienti e ottimizzare i mezzi di produzione attraverso l’automazione e variabilizzazione di certe procedure. Trebbiare o spargere il concime possono essere automatizzate, il trattore ha una sorta di navigatore e segue il tracciato del terreno sui cui effettuare la lavorazione. Calcola il percorso ottimale, la se-gue e non passa mai due volte dal solito punto. Se effettua un trattamento addirittura spegne l’ugello dove c’è già stato un passaggio». Insomma, con il secondo livello «trattamenti come fertilizzazione o riequilibrio della sostanza organica vengono variabilizzati in base alle esigenze nutrizionali della coltura rilevate in tempo reale da sensori ottici po-sti su macchine, droni e satellite». Procedure che possono essere «manuali, con l’operatore che guida il trattore con il display, semi automatiche o completamente automatiche con il volante che prende istruzioni dal Gps». Infi ne il ter-zo livello, «con la rilevazione e mappatura dei parametri quanti-qualitativi delle produzioni in campo per arrivare a maggiori riconoscimenti economici per l’agricoltore come nel caso del foraggio per bovine da parmigiano reggiano che viene pagato fi no a un +20% rispetto al prezzo di mercato. Il terzo livello assicura il controllo e la rintracciabilità dei processi e della produzione in campo a ottimizzazione delle successive fasi di utilizzo agricolo in fi liera e della trasfor-mazione agroalimentare». Minori costi, maggior reddito e anche rispetto dell’ambiente grazie alla precision farming. «Si riesce a coniugare elementi di sostenibilità con la neces-sità di produrre maggiore materia prima e al tempo stesso si garantisce una maggiore redditività».

Costi e tempi di produzione giù con i droni e i satelliti

Il rilancio del mais italiano passa attraverso la ricerca del Crea. «Prerequisito indispensabile per la valorizzazio-ne della fi liera maidicola è la sicurezza delle produzioni sotto il profi lo igienico-sanitario, con particolare attenzio-ne alla contaminazione da micotossine», spiega Carlotta Balconi, ricercatrice del Crea e coordinatore del progetto Rete Qualità Cereali plus - RQC+ - MAIS. Il progetto ha visto l’attivazione di una rete di monitoraggio coordinata da Sabrina Locatelli, ricercatrice Crea, che ha evidenzia-to come la granella di mais è frequentemente contaminata da fumonisine, in quantità variabile a seconda dell’an-damento climatico stagionale. In annate particolarmente calde e siccitose, come il 2015, si aggiungono le afl atos-sine, mentre nelle annate molto fresche e piovose, come il 2014, compaiono il DON e lo ZEA. Nel 2017, anno da dimenticare per il mais, si sono avute rese inferiori al 6,7% rispetto alla media degli ultimi 5 anni nei quali si sono avuti cali sia in termini di rese (-2,5 milioni di tonnellate) che di superfi ci coltivate (-300 mila ettari). Per il Crea la strategia migliore resta la prevenzione, attuata mediante l’utilizzo di buone pratiche agronomiche e di condizioni ottimali per lo stoccaggio. Fondamentale anche l’attività di monitoraggio delle produzioni per verifi care il livello di contaminazione.

Con lo stop alle micotossinesi rilancia il mais italiano

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Nel 2017 cresce l’utilizzazione di sfarinati di frumento duro, +1,1%, mentre si registra una lieve riduzione del comparto degli sfarinati di frumento tenero, -0,2%. La produzione alimentare, secondo i dati Federalimentare, ha segnato nel 2017 un au-mento dell’1,7% sull’anno precedente, per tornare ai livelli del 2007, ultimo anno pre-crisi. Il fatturato del settore ha registrato un incremento superiore alle aspettative, +3,8% rispetto al 2016 tanto da arrivare a quota 137 miliardi. Per Italmopa, l’asso-ciazione degli industriali mugnai, sono segnali importanti che fanno guardare a una risalita dell’economia italiana. E sotto-linea che con un incremento di circa 49 mila tonnellate rispetto allo scorso anno, nel 2017 il volume dei prodotti dell’industria molitoria si è attestato su circa 11 milioni di tonnellate, regi-strando un fatturato che risulta stimato in 3,467 miliardi di euro (1,674 miliardi di euro nel comparto della trasformazione del frumento duro e 1,793 miliardi in quello della trasforma-zione del frumento tenero). Italmopa mette anche in evidenza che gli italiani consumano meno pane, è stata registrata una contrazione del 2,4% della produzione, ma più pizza +2,9% circa, e continua l’ascesa di prodotti innovativi, salutistici o ottenuti con materie prime regionali e locali. Per il comparto del frumento duro l’incremento è dovuto all’andamento, +2,1%, dell’export di pasta che ha compensato la frenata (-0,5%) dei consumi interni.

Gli sfarinati di grano duro crescono, quelli di tenero no

se ne è parlato in Confagricoltura Taranto e

Barilla acquista localmente, per il mondo, circa il 90% del grano duro. Ma la quota del cereale acquisita in Italia è cresciuta del 26%. In più, il gruppo ha riformulato 26 referenze nel 2017, dai sughi ai prodotti da forno. E prevede di investire circa un mld di euro in cinque anni nel proprio assetto industriale. È quanto si legge nel rapporto di soste-nibilità di Barilla, presentato ieri, a Milano, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente. Il 60% circa del miliardo di euro che sarà investito sarà fi nalizzato ad au-mentare il livello di competitività e sostenibilità attraverso il miglioramento dei processi e delle tecnologie, mentre più del 40% sarà indirizzato a supportare la crescita geografi -ca e l’innovazione. In quest’ambito rientra l’ampliamento dello stabilimento in provincia di Parma (Rubbiano), che diventerà il più grande sughifi cio d’Europa: una fabbrica 4.0 dotata dei più alti standard tecnologici e di risparmio energetico.

Pasta. Lo scorso anno l’azienda ha acquistato (in media) – nei vari Paesi con sedi di produzione – più di un mln di tonnellate di grano duro (90% del totale), direttamente nel luogo dove viene prodotta la pasta. In Italia, invece, Barilla ha stipulato contratti di coltivazione per il 57% dei volumi acquistati (430 mila tonnellate) coinvolgendo oltre 5 mila aziende agricole. Mentre il progetto grano duro sostenibile – che prevede principalmente l’utilizzo di un sistema inte-rattivo di supporto alle decisioni, su granoduro.net, e del decalogo Barilla – è cresciuto del 26%, con volumi passati da 190 mila tonnellate a 240 mila tonnellate nel 2017.

Fatturato. Nel 2017, Barilla ha ottenuto un fatturato di 3.468 mln di euro (+3% rispetto al 2016 al netto dell’effetto cambio). Ad oggi il gruppo è leader mondiale nel mercato della pasta, dei sughi in Europa continentale, dei prodotti da forno in Italia e dei pani croccanti in Scandinavia, con 28 sedi produttive.

Obiettivi. Per il futuro il gruppo emiliano punta a raddoppiare, da 5 mila a 10 mila il numero di agricoltori coinvolti nel programma di Agricoltura Sostenibile, rad-

doppiando i volumi di grano sostenibile da fi liera italiana; ad acquistare il 100% delle principali ma-terie prime (Grano duro, Semola, Farine di Grano Tenero, Segale, Pomodoro, Uova, Olio di Girasole, Olio di Colza); a ridurre le emissioni di CO2 e di acqua del 30% rispetto al 2010 e, sul fronte del riciclo, l’obiettivo zero rifi uti in discarica.

Barilla investirà un mld

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24 Mercoledì 6 Giugno 2018 TECNOLOGIA & INNOVAZIONELi produce Faris Farrag, ex banchiere della City londinese tornato in Egitto

Pesci e lattuga dal SaharaSuper impianto di acquaponica vicino al Cairo

DI ANGELO DI MAMBRO

T ilapie del Nilo che nuo-tano in grandi vasche e cespi di lattuga che crescono su bancali

grazie a un circuito di acqua continuamente riutilizzata. Così funziona Bustan Aqua-ponics, azienda nata nel 2011 per allevare pesci e produrre ortaggi nel mezzo del deserto, a Sheikh Zayed City, 20 km dal Cairo. E l’economia circolare è servita. In un paese che, tra l’altro, di soluzioni per econo-mizzare in terra e acqua ha un bisogno disperato. Bustan (frut-teto in arabo) Aquaponics è la creatura dell’imprenditore egi-ziano Faris Farrag, che oggi a Bruxelles la presenterà al Fo-rum Internazionale Barilla su alimentazione e nutrizione. Darà il suo contributo, insieme a quello di politici, esperti e ri-cercatori da tutto il mondo, su temi come sicurezza alimentare e migrazioni, innovazione e svi-luppo sostenibile. Ex banchiere nella City di Londra e studi negli Usa, Farrag è tornato in patria nel 2011 sull’onda della

«primavera araba» e ha fondato Bustan Aquaponics, impianto unico nel suo genere in un Pa-ese importatore netto di cibo, dalla popolazione in rapida crescita e dalla drammatica carenza di terreni agricoli e ac-qua. Il Nilo fornisce oltre l’80% del fabbisogno idrico del paese, l’85% di questo viene usato per l’agricoltura. Ma il pa-ese sta diventando più grande, il fi u-me no. In questo contesto, Farrag ha trovato la sua nicchia di mercato e vende i suoi prodotti, più costosi dei con-

venzionali, alla nuova classe media egiziana che, come in tut-to il mondo, predilige alimenti «locali, freschi e sani», come re-cita il motto dell’azienda.

Per fare un cespo di lat-tuga in campo aperto, stima Andrea Alberto Forchino, biologo specializzato in acqua-coltura che lavora all’Univer-sità Ca’ Foscari di Venezia,

«ci vogliono 40-50 litri d’ac-qua, con l’idroponica siamo a 2-3 litri e con l’acquapo-nica arriviamo a 4-5, ma con l’acquaponica si alle-vano anche i pesci, quin-

di i consumi idrici sono bassissimi». I costi di pro-duzione sono però più alti.

«Il prezzo di un prodotto in acquaponica non

sarà mai uguale al convenzio-nale», prose-gue Forchino, «pesa la spesa per l’energia, seconda solo a l l a m a -nodopera. Con un po’ di ingegne-

ria i costi si possono ridurre per le pompe, ma è più diffi cile per temperatura e condiziona-mento dell’acqua». Ma, come dimostra il successo del bio, il mercato è in genere pron-to a sostenere il «costo della sostenibilità». Negli Usa, dove dopo un acceso dibattito sul «vero» bio (su suolo o meno?) i prodotti da acquaponica pos-sono avere la certifi cazione, il settore è in crescita. «Aziende sono già nate in Europa, in particolare nei Paesi Bassi e Regno Unito, mentre in Italia esistono diversi progetti uni-versitari in corso, ma in pochi hanno scommesso sull’acqua-ponica». Tra questi c’è The Circle, vicino Roma. È vero che i costi sono più alti ma, racconta il direttore marke-ting dell’azienda Thomas Marino, «l’investimento è compensato perché va nella direzione della domanda di mercato e risponde a proble-mi che stanno diventando sempre più frequenti anche alle nostre latitudini, come mostra l’emergenza dell’acqua a Roma l’anno scorso».

Imballaggi di legno trat-tati, cresce l’export dell’Ita-lia per prevenire la con-taminazione dalle specie aliene. Nel primo trimestre del 2018 sono aumentati del 12%, 700 mila metri cubi di legname sottoposto a trattamenti fitosanita-ri, gli imballaggi di legno trattati in Italia e destina-ti ai mercati mondiali. I dati sono stati presentati dal Comitato Tecnico Fitok, Consorzio Ser-vizi Legno-Sughero, in occasione del workshop «Esportare in sicurezza: un vantaggio competitivo», che si è tenuto a Ipack-Ima. Complice l’invasione delle specie aliene, che negli ulti-mi anni tormenta l’Italia e causa ingenti danni econo-mici e ambientali, aumen-tano oltreoceano le richieste di far viaggiare le merci su imballaggi sicuri e trattati. Ecco allora che la confor-mità allo standard Ispm n. 15 diventa un vantaggio competitivo.

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Una nuova tecnologia rende possibile trasformare la sabbia del deserto in terreno coltivabile, consentendo di contrastare il fenomeno della desertifi cazione; conseguenza, fra le altre cause, dei cambiamenti climatici. L’innovativa soluzione si chiama Liquid nanoclay (Lcn, ossia nanoargilla liquida). A inventarla e brevettarla è stato lo scienziato norvegese Kristian Olesen per conto della società Desert Control di Stavenger (Norvegia). Lnc, che non contiene alcun agente chimico, va spruzzato direttamente sul suolo arido o sulla sabbia insieme all’acqua irrigua e, in 7 ore, li trasformerà in terreno fertile, pronto per la semina. Ciò grazie al fatto che Lcn fa sì che il suolo trattenga l’acqua, andando a formare uno strato di terreno fertile spesso dai 40 ai 60 cm. Il trattamento va ripetuto utilizzando un quantitativo pari al 15-20% di Lcn a distanza di 4-5 anni sui terreni arati e più di rado ove si pratichi un’agricoltura conservativa. Prove negli Emirati Arabi hanno dimostrato che con Lnc il fabbisogno irriguo si dimezza. L’alto costo del trattamento, pari a 1.540-8.130 euro/ha in funzione dell’estensione dell’appezzamento da trattare, Desert Control proporrà la soluzione a enti governativi e solo in seconda battuta a singoli agricoltori.

La sabbia ora è coltivabile

Le piante selvatiche possono dare un grosso contributo alla conservazione della biodiversità. Sono oltre 900 le varietà d’essenze spontanee, imparentate con 203 piante coltivate, portatrici di geni che, opportunamente inserite in queste ultime con tecniche di miglioramento genetico tradizionali e innovative consentiranno loro di superare la sfi da dei cambiamenti climatici. A individuarle è stata l’équipe di 50 scienziati al lavoro sul progetto europeo di ricerca Plant Genetic Resource Secure coordina-to dall’università di Birmingham e cui partecipano, per l’Italia: l’università di Perugia e la società Biodiversity International Italia, le università di Wageninhen, Rey Juan Carlos (Spagna) e di Nottigham, e i centri di ricerca Julius Kühn Institut (Germania), NordGen, Mtt Agrifood Research, ServiceXS ed Eucarpia. I ricercatori stanno ora individuando le migliori e più rapide tecniche di bree-ding, sviluppando strategie europee di conservazione dei geni d’interesse, promuovendo l’utilizzo di geni di piante selvatiche per il breeding e favorendo la condivisione via internet delle nuove conoscenze.

900 specie a prova di clima

Faris Farrag

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6/6/2018 Consorzio Agrario Siena: eletto il CdA per il triennio 2018 -2021 – Centritalia News

https://www.centritalianews.it/consorzio-agrario-siena-eletto-il-cda-per-il-triennio-2018-2021/ 1/4

← Toscana: microcredito imprese colpite da calamità, bando esteso a province diFirenze e Siena, in particolare a Sinalunga e a Torrita di Siena

Siena: elezioni comunali ; Massimo Mori (FdI) , “a Siena entro dieci giorni si vota. E’arrivato il momento, noi ci siamo, siamo pronti, motivati e impegnati, ci basta solo la�ducia degli elettori ai quali ci rivolgiamo con umiltà, se avremo i voti per farelavoreremo come mai è stato fatto” →

Agricoltura e caccia  

Consorzio Agrario Siena: eletto il CdA per iltriennio 2018 -2021 5 giugno 2018 52

Eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione del Consorzio Agrario di Siena. Nell’assemblea ordinariadei soci  sono state votate le 2 liste presentate, 15 preferenze sono andate alla prima mentre 12preferenze alla seconda. Entrano dunque nel Cda per il triennio 2018-2021: Mauro Ciampi, Al�oBarbagallo, Gian Paolo Brini, Giacomo Ganozzi, Leonardo Belpeiro, Alessandro Cinughi De’ Pazzi, LidoGarzi, Baldassare Daidone, Cino Cinughi De’ Pazzi, Luca Marcucci, Stefano Faraone, Giuliana GaleottiOttieri della Cjaia, Franco Trapassi, Duilio Rappuoli e Simonetta Meoni.Nella prima riunione del nuovoCda saranno eletti il presidente e il vicepresidente.Nell’assemblea dei soci eletto anche il collegiosindacale: Francesco Cianciulli (presidente), Ra�aele Susini (sindaco e�ettivo), Roberto Vivarelli (sindacoe�ettivo), Paolo Casucci (sindaco supplente), Mauro Maccari (sindaco supplente).

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Il personaggio del mese di giugno 2018 : aMontepulciano dirige un piccolo teatro conspettacoli improntati sempre a unmessaggio sociale; lei, EmanuelaCastiglionesi, è convinta che il teatro possarappresentare “uno stimolo a ritrovare unimpulso di vita. Sul palco va in scena la vitae guardarsi nello specchio aiuta ariconoscere i propri pregi e i propri difetti”

Chiusi: Catia Bagiana, la prima donnacapotreno di Chiusi ad andare inpensione.”Oggi i problemi arrivano datante persone, italiani e stranieri, cheviaggiano sui treni – ha detto - senzabiglietto e che spesso sono aggressivi. Hodovuto fronteggiarli più volte. Me la sonoquasi sempre cavata, grazie allapreparazione che l'azienda ci ha semprefornito".

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CRONACHE DAI BORGHI ECONOMIA E AMBIENTE POLITICA E SANITÀ CULTURA EVENTI E ENOGASTRONOMIA PERS

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Paolo Barilla“Il made in Italynon basta piùper competerebisogna innovare”ETTORE LIVINI, MILANO

«Il marchio del “made in Italy” non basta più da solo a competere. Non vai da nessuna parte. Il settore alimentare è una grande opportunità per il paese. E al nuovo governo chiediamo di aiutarci a farlo crescere puntando sull’innovazione». Paolo Barilla, vicepresidente dell’omonimo gruppo parmigiano, ha le idee chiare. L’azienda di famiglia ha appena annunciato che investirà un miliardo in cinque anni (molti nella penisola), puntando il 60% di questo tesoretto sulle tecnologie per migliorare la sostenibilità. «Abbiamo 140 anni, abbiamo attraversato due guerre», ricorda, e davanti al nuovo esecutivo «non abbiamo pregiudizi, sperando di trovare interlocutori disponibili al dialogo per arricchirci a vicenda».Matteo Salvini dice che bisogna “bere italiano, mangiare italiano e comprare italiano”. Sarete contenti…«Quello ci sta, lo fanno in tutto il mondo. Penso che sia legittimo e un fatto identitario. Basta non avere chiusure ideologiche, come pensare che il made in Italy sia una barriera di protezione. Io la vedo al contrario. È l’innovazione che ti premia, crea opportunità, mette in sicurezza l’impresa e garantisce il futuro. Se non scommettiamo sulle tecnologie, rischiamo per finire di svilire quello che facciamo».Come sta l’Italia oggi, vista dagli scaffali dei supermercati?«Il mercato domestico non è ancora in salute. Ha perso molti punti in valore negli anni

passati, costringe tutti a fare esercizi di efficienza. La gente ha meno soldi da spendere, specie in alcune aree del paese. Noi continuiamo a investire anche perché qui abbiamo due terzi dei nostri asset produttivi».E Barilla come sta?«Abbiamo fatti importanti investimenti dall’inizio degli anni ‘90 per l’internazionalizzazione. E negli ultimi cinque anni hanno dato i loro frutti. C’è voluto tempo, ci sono stati alti e bassi. Ma oggi vendiamo all’estero il 55% del nostro giro d’affari contro il 7% di venti anni fa. Europa e Nord America sono il cuore della nostra azienda e sono in salute, la Russia sta crescendo bene. Ora la sfida per noi - come il paese - è quella dell’innovazione. Il cibo italiano è tradizione e di certo non dobbiamo tradirla. Ma i temi della nutrizione, della sicurezza alimentare, della sostenibilità – anche se intangibili – fanno parte del valore implicito di quello che produciamo. Se non ci investi non sarai tra i leader del futuro».Cosa significa nella pratica?«Che dal 2010 ad oggi abbiamo ridotto del 31% l’uso dell’acqua per fare la pasta e del 15% per i

sughi. Che acquistiamo il 90% del grano nei singoli mercati locali. Abbiamo accorciato la filiera stipulando contratti di coltivazione con 5mila aziende che ci garantiscono il 57% della materia prima, garantendo il controllo di qualità dal campo alla tavola. E grazie al supporto tecnologico che forniamo ai 2mila agricoltori con cui abbiamo stipulato l’accordo in Italia, abbiamo ridotto del 10% sia le emissioni di CO2 che i costi per chi lavora in campo. Dando loro la possibilità di irrigare e usare antiparassitari solo quando è davvero necessario, senza sprechi inutili e con beneficio per l’ambiente».Qual è lo stato di salute dell’agricoltura italiana?«Il sistema è molto frammentato. Tanti contadini con pochi ettari di terra. E la trasmissione dei valori dell’innovazione così non è mai molto semplice. Industria e agricoltura si sono spesso vissute come nemici, invece devono imparare a lavorare assieme. Se garantisci qualità il mercato te la riconosce. Noi paghiamo anche il 15% in più chi accetta di coltivare i campo seguendo il decalogo dei nostri contratti che impongono qualità

e quantità precise per la materia prima». Come giudica la fusione Bayer-Monsanto? «Un’operazione di questo tipo, per le due dimensioni ha un impatto planetario, E il pianeta ha bisogno di cura. Se chi gestirà la fusione seguirà un percorso virtuoso ben venga, può avere un effetto straordinario. Se il fine è solo economico si rischia il disastro. Io consiglierei di non andar contro il buon senso perché se devi affrontare opinione pubblica e un parte della scienza rischi poi di pagare un prezzo altissimo. Basta pensare al caso Dieselgate nel settore dell’auto, nascondere le cose oggi è controproducente...». Nel 2017 avete chiuso con utili in crescita del 19,9% e senza debiti, anzi con soldi in cassa. Come li utilizzerete? «Stiamo investendo molto in azienda per renderla più moderna. Acquisizioni? Se ci fosse qualcosa di compatibile con la nostra strategia – il valore nutrizionale e la tradizione mediterranea - ci potrebbe interessare. Possiamo scegliere. E nel caso sceglieremo cose che portano valore».

Il nostro cibo è tradizione ma i temi della nutrizione e della sicurezza alimentare hanno bisogno di investimenti. Così si può essere leader del futuro

CONTRASTO

Abbiamo contratti con 5 mila aziende agricole che ci garantiscono il 57% della materia prima Paghiamo il 15% in più a chi coltiva seguendo il nostro decalogo

Al verticePaolo Barilla è vice presidente del gruppo omonimo di cui è socio con i fratelli Guido e Luca. Ha un

passato da pilota automobilistico ed ha anche gareggiato in Formula Uno con il team Minardi e ha partecipato alla Parigi-Dakar ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Jacopo ricca, torino

Attorno alla fabbrica dei robot ci sono i bar della movida di Torino. Il suono del tornio si mischia al tra-mestio di piatti e bicchieri in prepa-razione per la notte dei locali. In un palazzo della centralissima piazza Vittorio ingegneri e infor-matici della Makr Shakr sono all’o-pera per assemblare Tipsy, il ro-bot-barista che ha contribuito a scatenare le proteste di 50 mila persone, baristi in carne e ossa, ma anche cuochi e camerieri, delle 34 case da gioco di Las Vegas.

Eccolo, il robot italiano che agi-ta i dipendenti dei casinò Usa: un braccio meccanico automatizzato

che pesta il ghiaccio, strappa la menta e shakera i cocktail con pre-cisione millimetrica, senza spreca-re una goccia e senza concedersi un attimo di riposo e nemmeno una battuta con il cliente. Il model-lo in costruzione sul bancone tori-nese appartiene alla nuova genera-zione di barman robot che arriverà sul mercato a fine 2018: l’obiettivo è produrne una settantina l’anno e farli pagare 99 mila euro più 99 cent per ogni cocktail che serviran-no. Un decimo del suo collega più anziano e più costoso che ha preso casa - tra l’altro - anche a Las Vegas.

«Di Tipsy in giro per il mondo ce ne sono meno di una decina, cia-scuno è costato circa un milione di euro, mentre il nuovo prototipo sa-rà immesso sul mercato a meno di 100 mila», racconta Emanuele Ros-setti, amministratore delegato dell’azienda. Il suo socio è Carlo Ratti, il geniale architetto che da anni è responsabile di uno dei di-partimenti del Mit. Proprio Ratti

ha progettato il primo barista ro-bot: «L’idea è nata da una richiesta di Google, che lo ha voluto per uno dei grandi eventi annuali che orga-nizza negli Stati Uniti». Due anni fa quando l’azienda è nata aveva 3 di-pendenti, mentre ora Makr Shakr dà lavoro a una ventina di persone. «Ma non ci occupiamo solo del ro-bot barista – dice l’ad – Abbiamo ap-

pena lanciato una stampante da muro che in un’ora ha avuto oltre 100 ordini. I nostri clienti sono qua-si tutti statunitensi, ma si può fare innovazione e produrre robot an-che in centro a Torino».

I primi a volere il barista dal braccio d’acciao sono stati i vertici della Royal Caribbean che ne han-no installati alcuni sulle navi da

crociera; poi è arrivato Rino Arme-ni che li ha portati nei suoi bar di Las Vegas. Qui però, durante la trattativa per il rinnovo del contrat-to di lavoro, è scoppiato il caos. I 50 mila lavoratori del settore chie-devano stipendi più alti e garanzie contro la sostituzione dei dipen-denti in carne e ossa con nuove macchine, Tipsy compresa. «La questione c’è e il problema dei ro-bot che cancelleranno delle figure professionali esiste – ammette l’ad di Makr Shakr – Oggi però su scala globale il nostro robot non esiste dal punto di vista dei numeri. In tutto il mondo ce ne sono 7 quindi la questione dello sciopero va oltre Tipsy. Serve un approccio sociale, che però non può essere gestito da noi».Rossetti apre così a una tassa sui robot: «La fase di transizione sa-rà il problema perché bisognerà star vicino a chi perde il lavoro. Fi-nanziare un reddito garantito con una tassa può essere una strada».

Il personaggio

La storia

Tipsy, il robot barista fatto a Torino che agita anche Las Vegas I dipendenti dei casinò in sciopero contro le macchine. L’ad italiano: è un problema vero,tassiamo l’automazione

Intervista

Nel laboratorio torinese di Makr Shakr

©RIPRODUZIONE RISERVATA

27Mercoledì6giugno2018

ECONOMIA

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Nel corso dell’assemblea dei soci che si è tenutamartedì 5 giugno

Eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione del Consorzio Agrariodi Siena. Nell’assemblea ordinaria dei soci che si è tenuta martedì 5giugno sono state votate le 2 liste presentate, 15 preferenze sonoandate alla prima mentre 12 preferenze alla seconda.

Entrano dunque nel Cda per il triennio 2018-2021: Mauro Ciampi,Al�o Barbagallo, Gian Paolo Brini, Giacomo Ganozzi, LeonardoBelpeiro, Alessandro Cinughi De’ Pazzi, Lido Garzi, BaldassareDaidone, Cino Cinughi De’ Pazzi, Luca Marcucci, Stefano Faraone,Giuliana Galeotti Ottieri della Cjaia, Franco Trapassi, Duilio Rappuolie Simonetta Meoni.

Nella prima riunione del nuovo Cda saranno eletti il presidente e ilvicepresidente.

Nell’assemblea dei soci eletto anche il collegio sindacale: FrancescoCianciulli (presidente), Ra�aele Susini (sindaco e�ettivo), RobertoVivarelli (sindaco e�ettivo), Paolo Casucci (sindaco supplente),Mauro Maccari (sindaco supplente).

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6/6/2018 Eletto il consiglio d'amministrazione per il triennio 2018-2021 - gonews.it

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05 giugno 2018 18:06 Attualità Siena

Eletto il consiglio d'amministrazione per il triennio 2018-2021

Eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione del Consorzio Agrario di Siena. Nell’assemblea ordinaria dei soci che si è tenutamartedì 5 giugno sono state votate le 2 liste presentate, 15 preferenze sono andate alla prima mentre 12 preferenze allaseconda. Entrano dunque nel Cda per il triennio 2018-2021: Mauro Ciampi, Alfio Barbagallo, Gian Paolo Brini, GiacomoGanozzi, Leonardo Belpeiro, Alessandro Cinughi De’ Pazzi, Lido Garzi, Baldassare Daidone, Cino Cinughi De’ Pazzi, LucaMarcucci, Stefano Faraone, Giuliana Galeotti Ottieri della Cjaia, Franco Trapassi, Duilio Rappuoli e Simonetta Meoni.

Nella prima riunione del nuovo Cda saranno eletti il presidente e il vicepresidente.

Nell’assemblea dei soci eletto anche il collegio sindacale: Francesco Cianciulli (presidente), Raffaele Susini (sindacoeffettivo), Roberto Vivarelli (sindaco effettivo), Paolo Casucci (sindaco supplente), Mauro Maccari (sindaco supplente).

Fonte: Consorzio Agrario di Siena

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mercoledì 6 giugno 2018 - 10:11

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6/6/2018 Consorzio Agrario eletto il cda per il triennio 2018-21 - Il Cittadino Online

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Consorzio Agrario eletto il cda per iltriennio 2018-21Nella prossima riunione saranno eletti presidente evicepresidente

SIENA. Eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione del Consorzio Agrariodi Siena. Nell’assemblea ordinaria dei soci che si è tenuta martedì 5 giugnosono state votate le 2 liste presentate, 15 preferenze sono andate allaprima mentre 12 preferenze alla seconda. Entrano dunque nel Cda per iltriennio 2018-2021: Mauro Ciampi, Alfio Barbagallo, Gian Paolo Brini,Giacomo Ganozzi, Leonardo Belpeiro, Alessandro Cinughi De’ Pazzi, LidoGarzi, Baldassare Daidone, Cino Cinughi De’ Pazzi, Luca Marcucci,Stefano Faraone, Giuliana Galeotti Ottieri della Cjaia, Franco Trapassi,Duilio Rappuoli e Simonetta Meoni.

Nella prima riunione del nuovo Cda saranno eletti il presidente e ilvicepresidente.

Nell’assemblea dei soci eletto anche il collegio sindacale: FrancescoCianciulli (presidente), Raffaele Susini (sindaco effettivo), Roberto Vivarelli(sindaco effettivo), Paolo Casucci (sindaco supplente), Mauro Maccari(sindaco supplente).

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6/6/2018 Eletto il Consiglio d'amministrazione per il triennio 2018-2021 | agenziaimpress.it

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SIENA.

Eletto il Consiglio d’amministrazione per iltriennio 2018-2021By Redazione - 05/06/2018

Eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione del Consorzio Agrario di Siena. Nell’assemblea

ordinaria dei soci che si è tenuta martedì 5 giugno sono state votate le 2 liste presentate, 15

preferenze sono andate alla prima mentre 12 preferenze alla seconda. Entrano dunque nel Cda

per il triennio 2018-2021: Mauro Ciampi, Alfio Barbagallo, Gian Paolo Brini, Giacomo Ganozzi,

Leonardo Belpeiro, Alessandro Cinughi De’ Pazzi, Lido Garzi, Baldassare Daidone, Cino Cinughi De’

Pazzi, Luca Marcucci, Stefano Faraone, Giuliana Galeotti Ottieri della Cjaia, Franco Trapassi, Duilio

Rappuoli e Simonetta Meoni.

Nella prima riunione del nuovo Cda saranno eletti il presidente e il vicepresidente.

Nell’assemblea dei soci eletto anche il collegio sindacale: Francesco Cianciulli (presidente),

Raffaele Susini (sindaco effettivo), Roberto Vivarelli (sindaco effettivo), Paolo Casucci (sindaco

supplente), Mauro Maccari (sindaco supplente).

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MARTEDÌ 5 GIUGNO 2018Anno 160 - Numero 153

MARCO BROGI · A pagina 13

INFORTUNIOSULLAVORO

«Copertodi terraCosì l’ho salvato»

Ilmossierechiedepiùcollaborazioneai capitani·Apagina7

PALIO, CLIMA CALDOTANTESTRATEGIE

MONTERONISIDIFENDE

Fusioneokma il nome‘Cretesenesi’nonvautilizzatoPASCUCCI·Apagina12

IL PIANODELLA REGIONE SCATTA IN CINQUE ZONE DELLAPROVINCIA

I caprioli si possonoabbattereBastadannialle coltivazioni

L’INTERVISTA

Tajanie l’Europa«Decide lapolitica»

DI BLASIO · A pagina 3

VALDESI · A pagina 5

TENSIONEACOLLE

‘MercatoneUno’, è stopDadomanisonoacasacinquantadipendentiVANNETTI·Apagina11

La follia degli ultrà reggianiha provocato danni ingentiCinque poliziotti feritiCaccia aperta ai teppisti

Servizi a pagina 6 e nel Qs

L’ASSALTO

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di MARCO BROGI

DANNI enormi all’agricoltura,gravi incidenti stradali con possi-bilità di risarcimento pari a zero.La cosiddetta fauna selvatica stacreando seri problemi un po’ intutta la provincia: economici e disicurezza. Provincia e Regioneprovano a dire basta ai vigneti de-vastati dai caprioli e ai continui in-cidenti provocati dai cervidi in ge-nere con un piano di contenimen-to di questi animali: una popola-zione in costante aumento e or-mai incontrollabile. Il piano inquestione, sollecitato da più parti,finalmente scatterà nelle prossimesettimane in cinque zone: dintor-ni di Siena, CastelnuovoBerarden-ga, Poggibonsi, Monteroni d’Ar-bia, Ville diCorsano. In che consi-ste il piano? Semplice: si potran-no abbattere i caprioli anche nellearee di cattura e di ripopolamen-to, dove la caccia è chiusa. Doposei anni c’è l’ok della Regione perripartire con il contenimento nel-le aree dove era vietato sparare.«Soddisfazione per la delibera vo-tata dalla Giunta regionale in cuisi dà il via libera ad un Piano dicontrollo dei caprioli in 5 zone diripopolamento e cattura della pro-vincia di Siena gestite dall’Atc Sie-na nord. E’ un importante passoin avanti». Parole dei consiglieriregionali del Pd Simone Bezzini eStefano Scaramelli, che spendonoparole assai positive per questoprovvedimento. Da tempo i dueconsiglieri del territorio senese sistanno muovendo con mozioni einterrogazioni per cercare di pre-venire e contrastare un fenomenoin preoccupante crescita: quellodei danni che i caprioli arrecanoal mondo agricolo, in particolare

ai vigneti. «Ringraziamo l’assesso-reRemaschi per il Piano e il presi-dente di Atc Siena Nord RobertoVivarelli per aver ben focalizzatoil problema. Ora – aggiungonoBezzini e Scaramelli – auspichia-mo che il controllo dei caprioli edegli altri cervidi venga attuatocon l’articolo 37 in tutte le zone diripopolamento e cattura nella pro-vincia di Siena, andando così oltrele 5 zone previste dalla delibera».

I DUE consiglieri chiedono inol-tre che siano attuate, con l’articolo37, azioni di contenimentomiratenei territori dove si registrano imaggiori danni, con particolare ri-ferimento ai vigneti. Come dire,

insomma, che quanto prima scat-terà anche un’operazione a tuteladelle vigne chedanno vini partico-larmente pregiati. L’altro obietti-vo del piano di contenimento è ri-durre il numero di incidenti stra-dali dovuti alla fauna selvatica.Non c’è strada della nostra provin-cia dove da qualche anno a questaparte non ci sia stato un scontroauto-cinghiale, auto-daino, auto-capriolo. Può cambiare la dinami-ca, ma non il risultato: auto dan-neggiata, automobilista incavola-to nero. Anche perché sa bene (ese non lo sa lo scoprirà alla svelta)che il percorso per essere risarcitiè tutto in salita e il più delle voltesenza sfondo.

CASTELNUOVOBERARDENGA

Ora i caprioli si possono abbattereLaRegione vara le contromisureTroppi danni alle colture. Ecco il nuovo piano di contenimento

STOP al processo di ampliamentodella discarica intercomunale di‘Poggio alla Billa’ realizzata a valledel comune di Abbadia San Salva-tore. La Regione non ha concessol’autorizzazione a Siena Ambiente,gestore dell’impianto.

IL DINIEGO è legato alla manca-ta presentazione della integrazionealla documentazione presentataper la Via, la valutazione d’impattoambientale. In particolare non so-no stati prodotti i documenti ri-chiesti dai competenti uffici dellaSoprintendenza. Domanda archi-

viata. I contrari, movimenti e rap-presentanti delle opposizioni nelconsiglio comunale di AbbadiaSan Salvatore, esultano e tornanoad invocare una «diversa politicaper lo smaltimentodei rifiuti». Il si-to di Poggio alla Billa venne realiz-zato alla fine degli anniOttanta persmaltire 350mila metri cubi di ri-fiuti.

ORA metà della ‘conca’ destinataalla discarica è prossima alla satura-zione. Il gestore, appunto SienaAmbiente, aveva avviato le proce-dure per ottenere, colmando lame-

tà della conca rimasta vuota, le pre-viste autorizzazioni per scaricare,per i prossimi vent’anni, 400milametri cubi di rifiuti. «Ai forti dub-bi, e contrarietà, che noi comitatiambientalisti e lista civica aveva-mo espresso anche nella assembleapubblica dello scorso 11 aprile, sisono aggiunte, in questi giorni, ledichiarazioni fatte dal presidenteRossi al ConsiglioRegionale. Il Go-vernatore – si leggenella nota diffu-sa dai comitati – ha affermato cheoccorre fare un nuovo piano regio-nale dei rifiuti, che punti all’obietti-vo di una raccolta differenziata, en-tro il 2023, al 75%».

Massimo Cherubini

AMIATAMANCANOALCUNIDOCUMENTI

DiscaricadiPoggio allaBillaArriva lo stopall’ampliamento

MONTALCINO

Si accascia inmareDonnadi 74 annistroncatadamaloreL’HANNO trovata riversain mare, a due passi dallabattigia, ormai senza vita,forse stroncata da un malorefulminante. Una donna di74 anni, Volga Riccucci,originaria di Montalcino inprovincia di Siena, sitrovava in compagnia diamici sulla spiaggia diMarina di Alberese, propriodi fronte al parcheggio delleauto. Aveva deciso di farsiun bagno. Sono statiproprio i suoi amici adaccorgersi che c’era qualcosache non andava: la donnainfatti è stata vistagalleggiare in acqua qualcheminuto dopo il suo ingressoin acqua, con il volto riversoverso il basso. Immediati isoccorsi. Sulla spiaggiainfatti era presente anche unmedico cardiologo che haprovato con ogni mezzo adisposizione le manovresalvavita, ma la donna eragià morta. Sul posto, oltre il118 che è arrivato conl’ambulanza, anche icarabinieri della stazione diAlberese.

FLAGELLO Sono state varate nuovemisure per il contenimento dei caprioli; nella foto sotto Simone Bezzini

Il piano scatterà in cinquezone: dintorni di Siena,Castelnuovo, Poggibonsi,Monteroni, Ville di Corsano

Le cinquearee

RIFIUTI La Regione non ha concesso l’autorizzazione perl’ampliamento al gestore della discarica (foto d’archivio)

••13CRONACHEMARTEDÌ 5 GIUGNO 2018

Page 16: SialzailsipariosulToscanaPride - Confagricoltura Siena · cademia Italiana della Vite e del Vino e socio dell’Accademia dei Ge-orgofi li. TUTTO QUESTO, MEN-TRE ALL’ORIZZONTE

ettore livini, milano

Le “nozze infernali” – come le chiamano gli ambientalisti – so-no arrivate (dopo interminabile fidanzamento) ai fiori d’arancio: giovedì prossimo – salvo improba-bili sorprese – Bayer andrà a noz-ze con Monsanto. Il fatidico “ sì”, più che i due promessi sposi, lo hanno detto ben 90 autorità anti-trust (ultimi gli Usa) chiamate a benedire l’operazione. I tedeschi pagheranno 63 miliardi di dollari per acquistare l’azienda Usa e chiuderanno così (per ora) il “risi-ko” che ha consegnato a un pu-gno di giganti il controllo dei se-mi e dell’agricoltura mondiale.

Nel 1981 in questo settore ope-ravano ben 7mila imprese. Lo tsu-nami della globalizzazione e una serie di mega-fusioni ha ridise-gnato oggi la mappa del settore

con quattro gruppi (oltre a Bayer-Monsanto ci sono Dow-Du-pont, ChemChina-Syngenta e Ba-sf) che controllano quasi il 90% del mercato. «Non possiamo an-dare avanti come abbiamo fatto finora – è il mantra di Werner Bau-mann, numero uno di Bayer- . La terra coltivata pro-capite è sem-pre meno, la popolazione mon-diale cresce di 80 milioni di per-sone l’anno. Se dobbiamo dar da mangiare a tutti è necessario vol-tar pagina e abbiamo bisogno dell’innovazione». Le associazio-ni, preoccupate di vedere tanto potere in così poche mani, sono invece sul piede di guerra: «Il cul-to della “specializzazione” predi-cato dall’industria – ha già brucia-to il 75% della biodiversità mon-diale con un altro terzo destinato a sparire entro il 2050».

Bayer, conscia della contrae-rea ambientalista, ha messo le mani avanti. La prima iniziativa (più di marketing che di sostan-za) è la decisione annunciata ieri di cancellare il nome Monsanto. Che per l’opinione pubblica mon-diale è sinonimo di Ogm, dei pe-sticidi a base di glifosato (accusa-ti di essere potenzialmente can-cerogeni) e del famigerato agen-

te arancio usato dagli americani in Vietnam. Baumann ha teso poi un ramoscello d’ulivo ai tanti de-trattori delle nozze: «Ascoltere-mo tutti e troveremo il modo di andare d’accordo – ha detto ieri-. L’agricoltura è troppo importan-te per consentire alle differenze

ideologiche di bloccare il pro-gresso. Ci parleremo. E’ l’unico modo per costruire ponti».

Il dialogo non sarà facile: «Bayer-Monsanto sarà la Face-book dell’agricoltura – ha detto Adrian Bebb di Friends of the ear-th Europe, uno dei capofila degli

oppositori al consolidamento nel settore – Intese come queste met-tono nell’angolo gli agricoltori, ri-ducono la competizione e finiran-no per portare ogm e pesticidi tossici dai campi fino alle nostre tavole». Una ricerca della Texas A&M, per dire, calcola che le noz-ze tra Monsanto e Bayer potreb-bero far salire del 2% il prezzo dei semi di soia e di granturco e del 20% quelli del cotone.

Le grandi fusioni – sostiene l’in-dustria – sono inevitabili. Le stati-stiche – dicono – sono implacabi-li: per garantire cibo a tutti entro il 2050 si dovrà aumentare del 70% la redditività dei campi. E vi-sto che per sviluppare un nuovo seme “efficiente” servono alme-no 140 milioni di dollari (e molti anni) mentre per un pesticida se ne possono spendere 350, au-mentare la massa critica è neces-

sario e per i piccoli non c’è spa-zio. A voler parlare di numeri, ri-battono gli ambientalisti, un ter-zo del cibo prodotto viene oggi sprecato. E forse per dare da man-giare a tutti si potrebbe partire da lì. Le aziende però – che punta-no al profitto – ragionano altri-menti. E oltre a studiare i su-per-semi del futuro (che saranno va da sé accompagnati dai su-per-pesticidi prodotti sempre da loro in grado di farli crescere be-ne) stanno puntando a lanciare i nuovi servizi di agricoltura digita-le per portare la rivoluzione tec-nologica nei campi: stazioni me-teo che dicono quando, dove la-vorare e irrigare il terreno in base al tempo. Sensori e droni per mi-surare carenze nutritive ed even-tuali malattie delle piante, inter-venendo solo dove serve e nelle quantità giuste, magari con trat-tori intelligenti senza guidatore in grado di muoversi e distribui-re le dosi adeguate di chimica grazie a un software. Un altro grande business che potrebbe portare in futuro a un ulteriore consolidamento del settore coin-volgendo i produttori di macchi-ne agricole e i big dell’hi-tech.

L’immagine

I padroni dei semi

I numeri

Bayer-Monsanto 30,8%

ChemChina-Syngenta 28,4%

Dow-Dupont 17,5%

Basf 13,4%

Sumitomo 4,7%

Altri 5,2%

(quota % del mercato dei semi e dell’agrochimica)

Fonte: Bloomberg intelligence

Il punto

PER ADESSONIENTE FRANCIAPER UNICREDITVittoria Puledda

I numeri

Magari prima o poi succederà davvero. Ma per il momento mercato, analisti e banchieri d’affari smentiscono l’ennesimo rumor su un matrimonio all’orizzonte tra Société Générale e Unicredit. Nemmeno la Borsa si infiamma al rinnovato giro di indiscrezioni — stavolta rilanciate dal Financial Times

con formula sfumata — sull’operazione. Smentita da Socgen in modo netto, mentre Unicredit si è limitata a ricordare che non commenta rumor di mercato. Qualche maligno pensa che in fondo a Unicredit queste voci non siano nemmeno sgradite. Comunque, per ora è solo una bolla di sapone? Per il momento forse sì. Discorso diverso è cosa accadrà dalla metà del 2019 in poi, quando si avvierà a conclusione il piano industriale triennale. Fino ad allora — e lo stesso capo azienda di Unicredit lo ha più volte sottolineato — la crescita è organica. Dopo, le danze potrebbero cambiare e di molto. A quel punto i giochi potrebbero tornare a favore di un’ipotesi Socgen-Unicredit, che Mustier conosce molto bene, ma anche di altre soluzioni. Il mercato scommette sullo schema — l’aggregazione — piuttosto che sul singolo nome. In uno scenario tutto da disegnare.

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Bio agricoltura

Bayer-Monsanto, ecco le nozzepiù forte il monopolio dei semiIl gruppo tedesco sborsa 63 miliardi e cancella il nome del colosso americano

UFFICIO STAMPA/ANSA

La nuova nave da crociera Seaview è stata consegnata ieri a Monfalcone da Fincantieri all’armatore Msc. È la più grande nave mai costruita in Italia. Costata 800 milioni, ha una stazza di 153mila tonnellate e può ospitare fino a 5mila passeggeri

Fincantieri consegna la Seaview a Msc

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Caporedattore

Economia

Francesco

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i mercati

il mercato

7 milaNel 1981 operavano nel settore dei semi 7 mila imprese, ora ci sono solo quattro grandi gruppi

la biodiversità

75%Il 75% delle biodiversità globale è stato già bruciato dalla presenza dei grandi gruppi

L’operazione supera l’esame di ben 90 autorità antitrust. Ma nel mondo ambientalista monta la protesta

Gli oppositori: “Sarà la Facebook dell’agricoltura: ogm e pesticidi arriveranno dai campi fino in tavola”

AVVISO DI GARA PER ESTRATTO

L’Organismo Pagatore AGEA – Agenzia per le erogazioni in Agricoltura – con sede in Via Pa-lestro 81, Roma – 00185 (tel. 06494991; fax 0649499740), ha indetto una gara europea aProcedura aperta per l’affidamento della “Fornitura di legumi reidratati in scatola in aiutoalimentare agli indigenti in Italia e distribuita per il tramite delle Organizzazioni par-tner accreditate presso l’AGEA”, suddivisa in tre lotti geografici regionali:Lotto 1 CIG 74959437D8- Lotto 2 CIG 749595950D - Lotto 3 CIG 7495963859.Tipo appalto: forniture – CPV 15.89.72.00 - 4 (oggetto principale).Criterio aggiudicazione: minor prezzo ai sensi dell’art. 95, comma 4, del Codice secondo leprevisioni di cui all’art. 17 del disciplinare di gara. Importo complessivo spendibile euro 3.818.180,00 (IVA 10% esclusa), non sono previstioneri della sicurezza specifica non soggetti a ribasso.Durata appalto: il prodotto dovrà essere confezionato e consegnato dal 17 settembre 2018al 28 febbraio 2019. Le offerte, redatte e documentate secondo quanto previsto nel bando di gara integrale, do-vranno pervenire entro le ore 11:00 del 28 giugno 2018. Gli elaborati di gara sono disponibilisul sito www.agea.gov.it, alla sezione “servizi di utilità/bandi di gara”.La prima seduta pubblica si svolgerà alle ore 14:00 del 28 giugno 2018.Il bando integrale di gara è stato trasmesso in data 22 maggio 2018 all’Ufficio PubblicazioniUfficiali della U.E. (ricevuto in pari data), sarà pubblicato nella G.U.R.I., parte V, ed è disponibilesul profilo del committente www.agea.gov.it e sul sito del Ministero delle infrastrutture e deitrasporti https://www.serviziocontrattipubblici.it.

Il Direttore dell’Ufficio Monocratico (Dr. Francesco Martinelli)

ORGANISMO PAGATOREDOMANDA UNICA e OCM

Via Palestro, 81 – 00185 RomaTel. 06.49499.1 – Fax 06.49499.740

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Martedì

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