SI ESCE! Potenza n.25 (Periodo 13 - 19 Gennaio 2011)

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Potenza N.25 Periodo 13 - 19 Gennaio 2011 Inviato a 12.000 lettori! Il primo Settimanale di informazione sugli eventi culturali e di svago a Potenza e Provincia www.siesce.it

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"SI ESCE! Potenza" il primo settimanale di informazione sugli eventi culturali e di svago a Potenza e Provincia.

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Potenza

N.25 Periodo 13 - 19 Gennaio 2011

Inviato a12.000lettori!

Il primo Settimanale di informazione sugli eventi culturali e di svago a Potenza e Provincia

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03 Eventi

SOMMARIO

La redazione non è responsabile delle eventuali vari-azioni degli eventi inseriti nel calendario, che sono stati comunicati direttamente dai diretti interessati o reperiti da fonti di dominio pubblico. La redazione non è respon-sabile del contenuto delle inserzioni pubblicitarie.Nessuna parte di questo magazine, comprese le in-serzioni pubblicitarie, può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.

06 Tecnologia

In collaborazione con

Potenza

www.siesce.it

Aut. Tribunale di Potenza n.400/10

Direttore EditorialeLeonardo Pace

Direttore ResponsabileMario Latronico

RedazioneAlbina SodoGaetana LauriaMaria SabiaMaria Teresa SantangeloPaola PetrizziPatrizia Loguercio

CollaboratoriCarmen Pace

InfoCell. 349 24 29 [email protected]@siesce.it

Segnala un [email protected]

08 Cinema

12 Sport

10 Autori Lucani

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Gio 13 Gen

MUOVERSI MEGLIO PER VIVERE MEGLIOPotenza - Via della Fisi-ca – ARPA BASILICATA - Ore 10:30Incontro tra liberi cittadi-ni: automobilisti, pedoni, ciclisti, autisti di bus, tas-sisti, ma anche rappre-sentanti, commercianti, tutti quelli che vivono la

mobilità di Potenza. Vogliamo discutere su qua-li soluzioni possano rendere più intelligente la mobilità urbana, così da ridurre il suo impatto ambientale e migliorare la qualità della vita. Per farlo useremo una metodologia innovativa chiamata Open Space Technology, ovvero OST, un metodo di lavoro che lascia liberi i parteci-panti di discutere delle cose che più li appassio-nano in un clima informale tra cibo e bevande.

AICS RIONERO vs TIMBERWOLVES POTENZAPALAZZETTO DELL SPORT “RIONERO” - Rionero in Vulture (PZ) - Ore 19:00CAMPIONATO DI BA-SKET SERIE “D” MA-SCHILE

CINEFORUM all’U-NIVERSITA’Potenza - Campus Universitario di Macchia Romana - Ore 18:00Prima proiezione: THE DREAMERS

Ven 14 Gen

Oltre Il Pensiero - le poesie di Meri-sabell CalitriSala convegni Bi-blioteca comunale Palazzo San Gerva-zio (PZ) - Ore 10:30

Sab 15 Gen

LA NOTTE DEI FALO’ E DEI DESI-DERITrivigno (PZ)Dalle ore 18.00: accensione dei falòapertura degli stands con degustazioni dei prodotti tipicipasseggiata tra gli stands per le vie del borgo in compagnia della ROYAL STREET BAND e delle MA-SCHERE DI TRICARI-CO;a seguire in vari punti del percorso la musi-ca di:- NIKY FOK- CARMINE FERRARA- I MITICI- GIUSEPPE POTENZA & ANTONIO VIGGIA-NOOre: 24:00 lancio del-le lanterne.

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Sab 15 Gen

“SALUTE E AM-BIENTE: QUALE RAPPORTO?”Potenza, Sabato 15 Gennaio 2011, Ore 9.00-20.00Aula Magna dell’U-niversità della Basi-licata,Campus Universita-rio di Macchia Ro-mana, PotenzaL’EHPA, Associazione per la Tutela dell’Am-biente e della Salute di BasilicataConvegno e Tavola Rotonda presenta:“SALUTE E AMBIEN-TE: QUALE RAPPOR-TO?”

Presentazione li-bro: “Echi e Ricor-di”- I Racconti di Enrico BuonoMelfi (PZ) - Palaz-zo Donadoni - Ore 17:00Interventi:Vincenzo Fundone - Archeoclub MelfiVincenza Spano - Cu-ratrice LibroRaffaello Marsilio - Sindaco Tricarico

Il Campanaccio 2011San Mauro ForteFesta di antichissima tra-dizione, si svolge, gene-ralmente, a partire dal 16 gennaio ed ha origine sia nei riti pagani propizia-tori legati al culto della terra ed alla transumanza e sia nelle celebrazioni sacre in onore di Sant’An-tonio Abate. Gruppi numerosi di uo-mini girano rumorosa-mente per le strade del

paese con grossi campanacci, che suonano te-nendoli tra le gambe. I campanacci sono di ses-so maschile e femminile, i primi più lunghi, i se-condi più larghi; hanno funzioni propiziatorie, di fecondità dei campi e di sollievo dai malanni. I campanari iniziano il loro peregrinare con tre giri intorno alla chiesa di San Rocco, dove è cu-stodita l’immagine di Sant’Antonio Abate; i ru-morosi cortei si fermano di tanto in tanto quan-do i campanari sostano nei pressi delle cantine o di punti di ristoro dove vengono loro offerti bicchieri di vino o salsiccia ed altri prodotti de-rivati dall’uccisione del maiale, e poi ripartono con il loro fragoroso trambusto fino a notte fon-da.

PM AVIS PZ vs. Ast Volley Latina (Lt)PalaPergolaC.da RossellinoPotenza - ORe 19:0011^ Giornata - Soste-niamo le nostre leo-nesse nelle zone alte della classifica e al primo incontro casa-lingo del 2011!

Aperitivo in Bi-bliotecaBiblioteca Comuna-le di Latronico - Ore 19:00Lettura dei racconti del laboratorio estivo di scrittura creativa..

Dom 16 Gen

19° Giornata Po-tenzaSC - PicernoPotenza - Stadio Vi-viani - ORe 14:30

Incontri di Filoso-fiaCarpe Diem Poten-za - Ore 18:00Riprende il consueto appuntamento do-menicaledel Laboratorio so-ciale Reset e della Rete degli Studenti con lelezioni di filosofia te-nute dal Prof. Tonino Califano.Appuntamento a Do-menica 16 dicembre con la sesta lezionedel percorso di filo-sofia politica “Walter Benjamin : Per un’er-meneutica della mo-dernità”

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Mar 18 Gen

Proiezione del film: Knowledge Is The Beginning-The Ramallah Concert Potenza - Università della Basilicata - Ri-one Francioso - ore 17 AULA OCCELLO LUCANOFilm pluripremiato di Paul Smaczny nella versione rivisitata di 114 minuti del do-cumentario “The Ra-mallah Concert” della West-Eastern Divan Orchestra diretta da Daniel Barenboim

Mer 19 Gen

Presentazione li-bro “Le vie nasco-ste” di Antonio MocciolaPotenza - Teatro Francesco Stabile - Ore 18:30Arriva la prima guida dei paesi abbandona-ti d’Italia. Un viaggio insolito, tra borghi cancellati e immobili da decenni, spesso da secoli.Archeologia moderna mai esplo-rata, mai descritta e mai studiata abba-stanza. Questo libro, edito da Giammari-no editore, colma un vuoto e regala inedi-te emozioni. Antonio Mocciola, giornalista e appassionato del Belpaese, ci porta per mano attraverso luoghi sconosciuti e disabitati, dai nomi arcaici (Craco, Buona-notte, Romagnano al Monte, San Pietro In-fine, Argentiera, Stra-mentizzo, Nardodi-pace) e abbandonati dall’uomo.

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Info:349 24 29 [email protected]

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SI ESCE! Potenza Tecnologia www.siesce.it

Cinema fotovoltaico

Tutti coloro i quali pensano che il termine tecnologia è il contrario di ambiente devono cambiare idea alla vista di Sol Cinema, il più piccolo cinema del mondo che è anche ecologico o , per meglio dire, fotovol-taico.

Sol Cinema è stato commissionato dal britannico ente no-profit “Undercurrents” ed è stato, poi, idea-to e costruito da Jo Furlong, giovane di Birmingham, nel 2009.

Jo ha riciclato una vecchia roulotte anni ’60 e l’ha fatta diventare un cinema itinerante. Il cine-caravan è potenziato interamente dal sole, come indica la targa posta all’ingresso, grazie a pannelli solari che ricaricano quattro grandi pile al litio di quelle soli-tamente usate nelle macchine elettriche. L’interno è arredato con stile e, per i film, viene usato un pro-iettore a LED che manda commedie, musical e cor-ti ambientati per lo più nella cittadina di Thanet e aventi un unico grande tema: l’ambiente.

Una graziosissima ragazza, Beth, con la sua impecca-bile divisa da maschera in stile retrò, accoglie i visita-tori nel mini-cinema. L’ingresso è gratuito (e lo sono anche i pop corn!) per gli otto possibili ospiti del ca-ravan o, al massimo, per i dodici bambini! Questo pittoresco cinema può essere noleggiato ovunque e per ogni evento.

Sol Cinema sta riscuotendo molto successo, tanto da vincere il Net-work Wales Awards 2010 per la sezione Migliore Comunicazione, la giuria ha premiato i due giova-ni per aver utilizzato il più efficace e innovativo modo di trasmettere il loro messaggio sul rispetto am-bientale.

Insomma, essere innovativi e ri-spettare l’ambiente si può basta solo volerlo! Parola di Beth e Jo!

// Gaetana Lauria

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“Un occhio” per il cinema!

Lontani i tempi in cui impazzivamo all’idea di poter ascoltare della musica in viaggio o semplicemente per strada usando gli ormai giurassici walkman. Il progresso ha portato alle nostre orecchie lettori cd portatili passando all’ mp3 per approdare agli ultimi iPod con capacità elevatissime. Ma come sappiamo, il progresso è un continuo “ work in progress” che non può arrestarsi all’audio “portatile” ma si è spinto anche al video.

Ecco che la eMagin, società leader nei sistemi di vi-sualizzazione personali e tecnologie micro display, ha lanciato l’EyeBud 800, primo schermo per iPod video indossabile.

Detto così non sembra un gran che innovativo. Inve-ce lo è eccome! Basti pensare che l’ EyeBud 800 si indossa come un cerchietto per i capelli calato sulla fronte e che il dispaly copre un solo occhio. La vici-nanza allo schermo e, soprattutto, la qualità dell’im-magine vi danno l’impressione di vedere un film su megaschermo con effetto home theater.

L’eMagin integra i suoi micro display HD con un’otti-ca di ingrandimento che crea l’effetto descritto dan-do all’immagine una risoluzione (SVGA 800x600) maggiore rispetto a quella dello schermo iPod.

Questo cinema-portatile è leggerissimo e funziona con delle semplici batterie ricaricabili. Il prezzo si ag-gira intorno ai 600 dollari ma si è pronti a scommet-te che la grande richiesta dell’oggetto porterà a un conseguente calo del prezzo.

Unico inconveniente è che per vedere un film biso-gna tenere chiuso l’occhio privo di schermo quindi è da evitare se si deve contemporaneamente cammi-nare per strada!

L’era della vista alla Robocop si avvicina, presto tutti andremo in giro con aggeggi calati sugli occhi che ci mostrano realtà altre e pensare che fino a qualche anno fa ci imbarazzava indossare il meno appari-scente auricolare bluetooth!

// Gaetana Lauria

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SI ESCE! Potenza Cinema www.siesce.it

Che bella giornataGenere: comico Anno: 2011

Il 5 gennaio scorso a Potenza e provincia un vero e proprio evento ha trascinato comitive ai botteghini, bambini con patatine e coca-cola, persone deluse perché senza biglietto: tutti in fila per il secondo film di Checco Zalone “Che bella giornata”.

Il comico di Zelig, Luca Medici è il suo vero nome, ri-torna sul grande schermo dopo il successo di “Cado dalle nubi” sempre con il regista Gennaro Nunzian-te. Tolti i panni del cantante neomelodico e imper-tinente, l’attore pugliese sorprende i suoi spettatori con risate gradevoli e amare sui malcostumi italiani.

Figlio, nipote, membro di una famiglia, i Capobian-co, con almeno un esponente nelle forze dell’ordine, Checco tenta per la terza volta il Concorso nei Ca-rabinieri. Salutata sfacciatamente la commissione e sottolineati i motivi per cui vuole far parte dell’Arma (entrare gratis allo stadio e sparare i mortaretti se-questrati), la sua impresa è ostacolata da un Colon-nello (Ivano Marescotti) incorruttibile.

Amante dell’azione, Checco ripiega le sue ambizioni e diventa il buttafuori di una discoteca. Grazie all’in-tervento e alle conoscenze della mamma accede al servizio di sicurezza del Duomo di Milano. Le sue gaffe, i suoi disastri sono però continui, come quan-do impedisce l’ingresso ai monaci buddisti perche “a braccia scoperte e con le zoccolette!”

Nel frattempo Checco è spiato e avvicinato da una misteriosa ragazza araba, Farah, appassionata di sto-ria dell’arte e terrorista insospettabile. I due trascor-rono molte giornate insieme, dal museo: “La tela di

S. Teresa del 1600? E tu mò vieni!”, al trullo in Brianza: “Era di nonno Checco, agli altri nipoti ha dato 50 mila euro a me sto coso!”

Da meridio-nale, Chec-co ospita Farah, e proprio in quella casa si confabula un’esplosione al Big Ben. Ma i temibili attentatori sono bloccati da un’aggressione culinaria preparata dal cuoco dell’Esercito Italiano, e nostro conterra-neo, Rocco Papaleo. La sceneggiatura introduce così uno spunto di riflessione sulle questioni internazio-nali degli ultimi anni: da un lato la motivazione reli-giosa all’origine dei violenti attacchi, dall’altro la pre-occupazione del mutuo giustifica la partecipazione alle missioni di pace.

Le sequenze girate ad Alberobello, per il Battesimo di un nuovo Capobianco, sono esilaranti. La chiusu-ra di una strada pubblica per l’intera giornata, i nu-merosi invitati; il cantante della festa, un imperdibile Michele Salvemini alias Caparezza in Sarà perché ti amo, Non amarmi, e la sua Vieni a ballare in Puglia, i fuochi di artificio, non manca nulla delle classiche e, a volte, eccessive cerimonie del Sud.

Si ritorna al Nord, un licenziamento prima e un’ina-spettata promozione poi aspettano il nostro Chec-co, il quale dovrà rinunciare a Farah. La pellicola, con una scrittura filmica brillante e un cast di attori indo-vinato, non annoia mai. E Zalone, con la sua appa-rente ingenuità, colpisce ancora.

Albina Sodo

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La PapessaGenere: drammatico Anno: 2009

Dal cinema alla televisione, dalla storia alla letteratu-ra, le donne sono raffigurate mediante stereotipi ri-petuti: la fanciulla ingenua e la strega cattiva, la ma-dre di famiglia e la principessa da sposare. In questo film si va oltre. La protagonista de “La Papessa”, di Sönke Wortman, è Giovanna, dotata di una fede incrollabile ma ribel-le. Ribelle nei riguardi del padre maschilista, pronto a considerare diabolica una donna istruita, violento con moglie e prole, giustifica le sue azioni ricorrendo ai testi sacri. Ultima di tre figli, in pieno Medio Evo, Giovanna sembra destinata a una vita già scritta. Ma la sua curiosità, la sua mente acuta sfidano le convenzioni del tempo. In un clima ostile, Matteo, destinato agli studi monastici, aiuta la sorella nella lettura e nella scrittura, ben presto però muore.

Giovanna, scappata di casa, accede alla prestigiosa Scuola Cattedrale. Dai primi istanti sono lampanti le sue abilità argomentative. Come con un monaco circa la forza di volontà delle donne: Eva mangiò la mela per spirito di conoscenza, Adamo perché fu Eva a chiederglielo.All’aumentare delle ingiustizie subite, aumenta la sua bravura notata dal Conte Gerold che decide di ospitarla. Col passare degli anni l’innamoramento tra i due è palese: la guerra e la moglie di lui li separano. Quest’ultima vuole far sposare la ragazza contro la sua volontà. Ma i normanni, entrati violentemente in chiesa, evitano le nozze.

Con gli abi-ti da frate, G i o v a n n a si rifugia nell ’abazia di Fulda. Se a l l ’interno cela la sua vera identità e affina gli studi medi-ci, all’ester-no insegna come far guarire po-veri e ammalati. Con la peste il suo camuffamento in monastero non è più garantito ed è costretta a fuggire.

Di nuovo come uomo, raggiunge Roma e in tre anni la sua fama di guaritore la precede. Giovanna sana persino il Santo Padre e diventa il suo consigliere più fidato. Tutto ciò scatena le ire delle gerarchie ec-clesiastiche più corrotte, le quali attentano al Papa proprio quando Giovanna si è ritrovata col Conte. Gerold la sogna al suo fianco. Lei non vuole sentirsi legata ai doveri di moglie. Lui la comprende e le of-fre la sua vicinanza.

Per acclamazione Giovanna viene eletta Vescovo di Roma e Capo della Chiesa Universale. Come Pon-tefice, invia medici, viveri, denaro tra gli ultimi. Ma i suoi oppositori sono pronti ad approfittare di un ogni passo falso. Durante la Processione di Pasqua dell’847 d.C., un gruppo di balordi accerchia e col-pisce Gerold. Negli stessi attimi, Giovanna sente le medesime ferite e muore sanguinante con lo sguar-do al Cielo.

Un film forse storico, sicuramente scomodo su di una donna che ha combattuto contro tutti per affer-mare il suo sapere. Una donna che ha amato gli altri più di se stessa.

Albina Sodo

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SI ESCE! Potenza Autori Lucani www.siesce.it

Internet, scrittura e Book FaceSono lontanissimi i tempi in cui per scrivere si aveva bisogno di carta, penna, scrivania, e tanta concentrazione; talmente lonta-ni che i vari passaggi che hanno portato la scrittura classica di libri al book face sembrano sfuggire alla memoria.Un luogo comune diventato for-se troppo scontato rimprovera ad internet e ai social network di aver causato gravi danni alla let-teratura e a tutte le passioni che le girano intorno, modificando irrimediabilmente il linguaggio scritto e parlato e rendendolo inadatto a qualsiasi genere let-terario esistente o da inventare. I ragazzi non leggono più per-ché stanno sempre su internet e non conoscono la lingua italia-na perché scrivono per slogan o per abbreviazioni. Chiunque può diventare poeta o romanziere purché riesca a mettere insieme delle frasi più o meno di senso compiuto che costruiscano un pensiero o una storia più o meno interessanti. Questo almeno è quello che si dice “in giro”.È pur vero, in effetti, che i social network, e, tanto per chiamare la “malattia” con il suo vero nome, facebook, richiedono la com-posizione di frasi brevi, battute folgoranti, slogan, insomma una sorta di <<scrittura spezzatino>> come la definiscono i critici. Però perché non definirle minusco-le forme di letteratura creativa? Giulietta Capacchione, nel suo <<psicocafè>>, riflettendo sui processi psicologici che i facebo-oker mettono in atto quando, per esempio, aggiornano il proprio status, sostiene che siano molto vicini a un metapensiero o ra-gionamento su se stessi. L’appli-

cazione, infatti, chiede all’utente “cosa stai facendo in questo mo-mento?” e rispondere significa per lui produrre delle minusco-le storie in cui, la maggior parte delle volte in terza persona sin-golare, racconta qualcosa di sé; dice la Capacchione <<qualcosa di talmente infinitesimale da non essere mai completamente espli-cativo che si apre a un ventaglio di interpretazioni, perché la com-prensione di ciò che è scritto è invocata ma non definitivamente consentita se non per chi ha una conoscenza più profonda dell’au-tore>>.Aggiornare il proprio status, dun-que, significa scegliere fra milioni di cose che si potrebbero scrive-re, stati d’animo, pensieri, com-portamenti importanti in quel preciso momento e che probabil-mente dopo qualche minuto non lo saranno più, tutto racchiuso in poche parole, in mini racconti. Si tratta di una visione interessante sul valore letterario e artistico dei miliardi di parole che viaggiano sulla rete e che si fanno carico di anime che pur di arrivare agli al-tri sopportano di essere costrette in slogan, frasi brevissime, parole chiave o chiavi di lettura.Al contrario di quanto pensano i tradizionalisti e gli anti worldwi-dewebiani, dunque, la rete può essere uno strumento pratico di creazione e distribuzione d’arte. Ne sono un esempio il forum de-

dicato alla poesia e alla scrittura, ai poeti e scrittori più famosi in Italia e nel mondo ma anche agli scrittori in erba che desiderano pubblicare i propri versi consci che tra i membri del forum fan-no parte anche importanti edi-tori italiani, favorendo dunque il collegamento fra autori ed edi-tori, la ricerca di nuovi talenti da valorizzare e l’organizzazione di eventi letterari in tutta italia; e il book face, il primo libro scritto a tante mani dagli utenti di facebo-ok. Il progetto è stato ideato da Roberto Secci, libero professioni-sta in comunicazione ambientale e responsabile ufficio stampa in collaborazione con Eleonora Gal-biati, web marketing specialist.Si tratta di una storia la cui conti-nuazione può scriverla chiunque; è un genere letterario in diveni-re che passa dal romanzo rosa, al fantascientifico al giallo, dalla trama quantomai imprevedibile in cui l’unica regola da seguire è quella di leggere la storia fin dove è stata scritta, continua-re il romanzo con poche righe e lasciare spazio ad un altro aspi-rante scrittore. Più che opera a più mani oserei definirla figlia di un’intelligenza collettiva che si serve di tante piccole menti che non diventano mai una ma con-servano la loro identità all’inter-no di una singola entità, che è appunto il romanzo.Non parlerei, dunque, di morte della letteratura e della scrittu-ra, ma di nascita di nuovi stili, di nuovi modi di intendere l’intera-zione fra lo scrittore e il lettore, che non sono mai soltanto uno o l’altro, di nuova letteratura che appassiona e coinvolge come quella classica.

// Maria Sabia

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SI ESCE! Potenza Autori Lucani www.siesce.it

“Anima e corpo”“Ogni riferimento a fatti cose e persone è puramente voluto... dovuto... vissuto... esclusivamente dedicato a me...”. Questa è la dedica con la quale Pasquale Dragonetti, poeta lucano, comincia la sua prima raccolta di versi, edita nel 2009 dalla Ermes. Ancora una volta ci troviamo di fronte un artista che scrive per il bisogno di farlo, e di fronte un’opera che è la conclusione quasi casuale di un percorso del tutto perso-nale, lungo e a volte anche faticoso che si manifesta sotto forma di poesia senza nessuna volontà o premedi-tazione.

L’autore stesso non avrebbe mai creduto di riuscire a met-tere nero su bianco tutte le sue emozioni semplicemen-te per evitare l’imbarazzo di far conoscere ad altri il sé che lui stesso stava e sta ancora cercando di scoprire, e che avrebbe potuto scatenare, come un boomerang, battu-te ironiche e sorrisi stupidi e fuori posto da parte del let-tore. Eppure alla fine c’è qual-cosa che spinge a pubblicare quelle che una volta rimane-vano nascoste in un diario, chiuso accuratamente con un lucchetto la cui chiave era nascosta tanto bene da dimenticarsene. Potrebbe trattarsi di voglia di protagonismo o di esi-bizionismo o semplicemente il bisogno di esistere per qualcuno, di essere, visto ha senso esserci solo se ci siamo per qualcuno. E così, sebbene la mag-gior parte dei poeti e degli artisti in genere dicono che quello che conta è emozionare gli altri, in realtà quello che conta veramente per l’artista stesso è sa-pere che è stato lui a provocare l’emozione, e solo in quanto provocatore di emozioni esiste ed ha un senso.

Per questo è inevitabile mettere la poesia nella po-esia, come dicevo di altri poeti in un altro articolo, e Dragonetti lo fa chiaramente quando dice <<ag-

grappato alla poesia / che dei sensi è padrona / ai gesti, ai versi, alle ansie / sinfonie senza tempo o spartito / aggrappato a quello in cui difficilmente credo / solo / ma allo stesso tempo con te...>>. Solo ma allo stesso tempo con te, dove il te è proprio l’al-tro del quale consenso e riconoscimento si ha biso-gno e al quale l’autore sa di poter arrivare soltanto

attraverso la poesia.

Il bisogno di esistere e di ave-re un senso emerge nella let-tura di molti suoi passi, anche se sotto chiavi diverse. Nella poesia “dietro l’elimina code”, per esempio, si serve dell’im-magine della fila che rende le persone un numero da eliminare mentre loro com-battono per non farsi rubare il posto in una massa di nien-te e di diventare protagonisti in un istante insignificante, inevitabilmente soggetto al furto del tempo, rimanendo comunque derubati. Nella poesia “cerco Dio”, invece, si serve dell’immagine del-la ricerca di Dio, che sembra l’unico che possa giustificare la nostra esistenza sebbene l’autore ponga l’accento sul-la difficoltà nel vederlo, nel

trovarlo nei gesti convenzionali della preghiera o in una croce appesa al collo.

La ricerca non ha mai fine se non nel mistero del-la fede, che l’autore non sembra avere, definendosi <<un uomo che vive nell’ombra>> nella poesia “gli occhi tristi del clown”, costretto a indossare delle maschere per <<essere come ti vogliono di gior-no, di notte, sempre, come e quando qualcuno ne ha voglia>> e limitandosi a <<cercare nel buio quel poco di luce che serve>> per essere anima e corpo, eternamente sdoppiati e inevitabilmente legati, le uniche due entità che ci appartengono e si appar-tengono per definirci esistenti e viventi dotati di senso.

// Maria Sabia

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SI ESCE! Potenza Sport www.siesce.it

I leoni del volleyQuesta settimana vogliamo fare un plauso alla Me-dical Center Potenza, la squadra potentina maschi-le di pallavolo impegnata nel campionato di B1. I ri-sultati fin qui sono stati soddisfacenti, considerando che dopo due iniziali sconfitte ha avuto la volontà e la capacità di invertire la rotta portando a casa 7 vittorie e accumulando 21 punti che le consentono di occupare i piani alti della classifica.

Il successo di questa squadra è dovuto a una società, la Virtus, che è nata dalla passione per questo sport e dalla volontà di portarlo ad alti livelli nella città lu-cana grazie alla sua solidità, professionalità e ambi-zione.

L’impegno societario del presidente Mancino, in-fatti, è stato sempre notevole visti gli acquisti sul mercato di giocatori validi sul piano tecnico, alcuni con esperienze in campionati superiori. Tra questi citiamo il napoletano Diego Figliola, schiacciatore che con il CamCaviNapoli ha giocato in A1 e A2 e che oggi, insieme a Nuzzo, è il punto di forza e di equilibrio della squadra, la cui rosa è la massima espressione della condivisione di idee e di volontà indispensabili per portare l’ambiente del volley loca-le a livelli ancora più importanti e prestigiosi.

La Medical Center ha cominciato il nuovo anno lo scorso 9 gennaio con un’importante vittoria per 3-0 sui campani della Msc Crociere Sorrento, con-tro i quali ha mostrato di essere un buon gruppo, perfetto in ogni reparto, in grado di far divertire e appassionare il proprio pubblico (anche se non con-sistente) grazie ad azioni lunghe e ben giocate. Il prossimo impegno fuori casa contro la Sidigas An-tripalda, attualmente squadra capolista del girone, è vissuto con batticuore sia da parte dei giocatori che dei dirigenti. «Si tratta di una partita importante per il prosieguo del campionato – spiega il presidente Mancino - conquistare punti adesso significherebbe dare una svolta ed avvicinarsi alla vetta giocandosi la prima posizione, in caso contrario ci si dovrà ac-contentare dei play off. E’ necessaria, pertanto, la massima attenzione e concentrazione».

E’ chiaro che le ambizioni della società sono quelle di arrivare alla serie A, nonostante sia un campionato costoso avendo un girone unico in tutta Italia, ma

la Medical Center ci crede e sa che è un sogno che potrà realizzarsi con l’impegno e la costanza. L’uni-ca cosa che le manca, come si anticipava prima, è il calore del pubblico. Il presidente è costretto ad am-mettere, infatti, che «la pallavolo è poco seguita dai potentini e riceve poca attenzione anche da parte di ex giocatori ed allenatori, probabilmente perché si tratta di uno sport difficile da seguire e che richiede un impegno di tempo che a volte supera anche le due ore visto che tale è la durata delle partite. Sicu-ramente i giocatori avrebbero bisogno di più calore per dare il meglio, ma riescono ad esprimersi ugual-mente bene perché motivati e sostenuti da una so-cietà molto forte».

// Maria Sabia

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