Shoah… Breve itinerario bibliografico...

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Biblioteca Comunale G. Lombardi Colorno 27 Gennaio 27 Gennaio Il Giorno della Memoria

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Biblioteca ComunaleG. Lombardi

Colorno

27 Gennaio27 Gennaio Il Giorno della Memoria

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2014

Legge 20 luglio 2000, n. 211

"Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici

italiani nei campi nazisti"pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000

Art. 1.

1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Art. 2.

1. In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.

La rassegna bibliografica che segue rappresenta il tentativo di raccogliere, in un unico documento, tutti i libri - attualmente disponibili presso la Biblioteca Comunale di Colorno – che trattino della Shoah.Per i lettori più piccoli si è scelto d'introdurre libri che riguardino anche la violenza e il razzismo.

La scelta più delicata è stata quella delle opere di narrativa: non essendo possibile per esse una ricerca per soggetti, le lacune ed omissioni sono imputabili solo all’obbiettiva ignoranza dei compilatori.

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Gli abstract presenti sono stati tratti per lo più da banche dati disponibili su Internet.

Colorno, 27 gennaio 2014

Mai più… Breve itinerario bibliografico sull’olocausto

Sezione Bambini/Ragazzi

N.Inv.: CN 14110 BAMBINI LETTURE 2La *bella addormentata / Tahar Ben Jelloun ; traduzione di Anna Maria Lorusso ; illustrazioni di Giovanni Manna. - Milano : Fabbri, 2003. - 106 p. : ill. ; 24 cm.www.internetbookshop.it Dopo una lunghissima attesa, il re e la regina hanno finalmente una figlia, Jawhara, bella come una perla rara. Ma alla festa del nome ci si dimentica di invitare Kandisha, la fata cattiva. Le sette fate buone riescono solo ad attutire la violenza della maledizione che la fata getta sulla principessina. A sedici anni Jawhara si punge con un fuso e si addormenta. Quando è risvegliata dal bacio del principe, si ritrova con la pelle nera: è il prezzo che ha pagato per mantenere intatta la propria giovinezza lungo cent'anni di sonno. La regina madre non apprezza l'idea di avere una nuora nera e cerca l'alleanza di una fata cattiva per eliminarla... La celebre fiaba di Perrault riscritta da Tahar Ben Jelloun per parlare di razzismo ai bambini.

N.Inv.: CN 8579 RAGAZZI 891.84 BITTJL MODERNA*Ho vissuto mille anni : crescere durante l'olocausto / Livia Bitton-Jackson ; postfazione di Antonio Faeti. - Milano : Fabbri, 2001. - 283 p. ; 23 cm.(I *Delfini)www.internetbookshop.itIl libro è il diario di Elli Friedman, ragazzina tredicenne ai tempi dell'invasione tedesca dell'Ungheria nel 1944. Deportata ad Auschwitz, la piccola Elli si trova di fronte all'orrore di un campo di sterminio. Riesce però a salvarsi e nelle pagine del suo diario racconta la vita quotidiana nel campo di concentramento, mettendo l'accento sui piccoli giochi del destino che le hanno permesso di uscirne viva. Età di lettura: da 12 anni.

N.Inv. CN 18528 RAGAZZI 828.9915 BOYNJ MODERNAIl *bambino con il pigiama a righe / una favola di John Boyne ; traduzione di Patrizia Rossi. - [Milano] : Fabbri, 2006. - 224 p. ; 23 cm.www.internetbookshop.itLa storia del bambino con il pigiama a righe è difficile da descrivere in poche parole. Di solito in copertina diamo alcuni indizi, ma in questo caso siamo convinti che farlo sciuperebbe la lettura. E importante invece che cominciate a leggere questo libro senza sapere di che cosa parla. Farete un viaggio con un bambino di nove anni che si chiama Bruno. (Ma questo non è un libro per bambini di nove anni.) E presto o tardi arriverete con Bruno davanti a un recinto. Recinti come questi esistono in tutto il il mondo. Speriamo che voi non dobbiate mai varcare un recinto del genere. John Boyne è nato in Irlanda nel 1971 e vive a Dublino. Ha precedentemente scritto romanzi per adulti, questo è il suo primo romanzo per ragazzi.recensione di Rotondo, F., L'IndiceAnche nella letteratura per l'infanzia sono presenti molti libri sulla Shoah per lo più con protagonisti

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bambini secondo un'ottica particolare quella appunto delle piccole vittime (ma nel più bel racconto Rosa Bianca di Roberto Innocenti il punto di vista è quello di un'osservatrice esterna una bambina che guarda attonita l'incomprensibile e indicibile). Anche il romanzo di Boyne adotta questa estetica dello sguardo infantile però qui l'occhio che vede e stenta a mettere a fuoco il senso delle immagini è quello di un bambino biondo tedesco e ariano il figlio del comandante di Auscit. Bruno nove anni sbalzato dalla sua bella casa di Berlino in un brutto posto senza amici con cui giocare vede dalla sua finestra un recinto di filo spinato dietro al quale sono delle baracche un paio di costruzioni con camino tanti uomini donne vecchi e bambini tutti con un pigiama a righe e un berretto grigio. Durante un giro di "esplorazione" incontra un bambino dietro il reticolato Shmuel anche lui di nove anni smunto sporco grigio come il suo pigiama righe. La ripetitività degli incontri rischia di gettare un'ombra sulla ripetitività dell'intera vicenda finché nella parte finale del racconto a partire dal momento in cui Bruno viene rapato a zero perché ha preso i pidocchi e il padre decide di rimandarlo a Berlino con la madre e la sorella il racconto subisce un'improvvisa accelerazione narrativa ed emozionale fino a precipitare nel tragico finale. Durante l'ultimo incontro Shmuel porta un pigiama a righe all'amico che striscia sotto la rete ed entra nel lager dove improvvisamente i soldati avviano i prigionieri nelle camere a gas. Bruno prende le mani dell'ebreo quando le porte vengono chiuse: "Tu sei il mio miglior amico. Il mio amico per la pelle". Tra favola e storia i bambini i più deboli sono le prime vittime.

N.Inv.: CN 21529 RAGAZZI 818.5403 DEFOM MODERNA*Sopravvivere con i lupi : attraverso l'Europa nazista una lunga fuga verso la liberta / Misha Defonseca ; a cura di Pino Assandri. - \Milano! : Archimede, \2000!. - 271 p. : ill. ; 22 cm. ((Trad. di: Alessandra De Vizzi e Maria Grazia Gini.(I *libri verdi junior ; 34)www.internetbookshop.itDieci anni fa Misha ha conquistato la fama con un libro autobiografico in cui raccontava di come dal 1941 al 1945 aveva attraversato l'Europa a piedi, dal Belgio all'Ucraina, da sola, alla ricerca dei suoi genitori deportati nei lager nazisti. In questo viaggio aveva affrontato mille difficoltà, pericoli umani e naturali, aveva più volte camminato al fianco della morte, e a un certo punto era anche stata adottata da una famiglia di lupi, gli unici esseri viventi che si erano occupati di lei, l'avevano scaldata, nutrita, protetta. Il libro è diventato immediatamente n bestseller internazionale, tradotto in diciotto paesi: milioni di lettori si sono commossi leggendo la storia sconvolgente di questa bamabina alla disperata ricerca della sua mamma. Oggi che il successo è stato coronato anche da un film, l'autrice ammette di aver inventato questa favola drammatica per salvarsi da una realtà dolorosa, quella della guerra, e dalle accuse fatte a suo padre - nella Resistenza belga - di aver parlato sotto tortra. Con il tempo questa favola si è impadronita di lei, fino a confondersi con i suoi ricordi, con la verità storica: raccontare storie cura le ferite dell'anima, tiene lontani gl'incubi, aiuta a soravvivere.

N.Inv.: CN 13067 RAGAZZI 839.31364 DIDEG MODERNALo *stregone di Hitler : romanzo / Guy Didelez e Patrick Bernauw. - Milano : Salani, [2003]. - 131 p. ; 21 cm. ((In cop.: Chi gli insegnò a plagiare le folle?www.internetbookshop.itÈ ancora misteriosa la vera natura del rapporto tra Hitler e Herrschel Steinschneider, detto Erik Jan Hanussen, colui che fu considerato il "Rasputin" tedesco, prestigiatore, illusionista e astrologo. Hanussen fu sempre un personaggio contraddittorio e il romanzo di Didelez e Bernauw segue una linea di ricostruzione libera, fantastico-storica, ponendo al centro della narrazione romanzesca l'ipotetica figura di una figlia di Hanussen, coinvolta indirettamente ma drammaticamente nel destino del padre, giustiziato alla fine dai nazisti, perché divenuto pericoloso per le sue capacità di predizione.

N.Inv.: CN 17606 INLINGUA 823.914 DOLMJThe *story of Anne Frank / Jane Dolman. - Milan : La spiga languages, c1998. - 31 p. ; 19 cm.(*Easy readers. Activity books)In lingua inglese.

N.Inv.: CN 12074 BAMBINI SAPERE SOCIETA'*No all'intolleranza e al razzismo / Florence Dutheil, Henry Fellner ; [Traduzione di Francesca Novajra]. - Trieste : Emme, [1999]. - 35 p. : ill. ;19 cm.(*Per cominciare ; 30)www.internetbookshop.it Le persone sono diverse fisicamente e hanno diverse personalità e religioni. Non c'è da sorprendersi, ci sono sei miliardi di persone sulla terra! Alcune differenze possono provocare sentimenti quali invidia o sorpresa o possono dare fastidio. Occorre quindi imparare e soprattutto insegnare ad accettare gli altri

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così come sono. Usando un vocabolario molto semplice e un linguaggio lieve, questo libro suggerisce soluzioni ai piccoli problemi quotidiani, ma anche a situazioni spinose e delicate. Eta di lettura: da 7 anni.

N.Inv.: CN 29042 BAMBINI LETTURE 1 Novità!Il *volo di Sara / Lorenza Farina ; illustrazioni di Sonia M. L. Possentini. - Casalecchio di Reno : Fatatrac, 2011. - [28] p. : in gran parte ill. ; 33 cm.www.internetbookshop.it L'incontro tra una bambina e un pettirosso è il tema di questo testo di Lorenza Farina. Se aggiungiamo il contesto storico in cui si inquadra, un campo di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale, e le immagini di una delle illustratrici più intense del panorama italiano, Sonia Possentini, ne esce un insieme di potenza e lirismo unici. Il piccolo pettirosso deciderà di portare con sé questa nuova amica dal nastro azzurro tra i capelli, perché la Shoah e i campi di concentramento sono cosa troppo crudele per una bambina. Età di lettura: da 6 anni.

N.Inv.: CN 21848 RAGAZZI 940.53 FIORFLa *seconda guerra mondiale / [progetto editoriale e testi Flavio Fiorani!. - Firenze : Giunti, [2006!. - 383 p. : ill. ; 20 cm.La seconda guerra mondiale è stata il conflitto dei valori democratici opposti al totalitarismo nazifascista, delle diplomazie e dello spionaggio, della propaganda bellica, e ha portato in primo piano le donne, ha registrato un'impressionante mobilitazione delle economie e lo straordinario sviluppo delle capacità tecnologiche dei paesi belligeranti. Lo sterminio degli ebrei, il ruolo delle Resistenze, la bomba atomica, la nascita delle superpotenze e l'insorgere della “guerra fredda” sono tra i nodi più complessi che questa conflagrazione ha lasciato in eredità alle generazioni successive.

N.Inv.: CN 765 MAG “B” 3755N.Inv.: CN 9067 RAGAZZI 839.318620 FRANA MODERNA*Diario / Anna Frank ; prefazione di Natalia Ginzburg ; traduzione di Arrigo Vita. - Torino : Einaudi, c1990 (stampa 1993). - XI, 273 p. ; 20 cm.(*Einaudi tascabili ; 23)www.ita-bol.comQuando Anne inizia il suo diario, nel giugno 1942, ha appena compiuto tredici anni. Poche pagine, e all'immagine della scuola, dei compagni e di amori più o meno immaginari, si sostituisce la storia della lunga clandestinità: giornate passate a pelare patate, recitare poesie, leggere, scrivere, litigare, ad aspettare, a temere il peggio. "Vedo noi otto nell'Alloggio segreto come se fossimo un pezzetto di cielo azzurro circondati da nubi nere di pioggia", ha il coraggio di scrivere Anne.Obbedendo a una sicura vocazione di scrittrice, Anne ha voluto e saputo lasciare testimonianza di sé e dell'esperienza degli altri clandestini.

N.Inv.: CN 10519 RAGAZZI 839.318620 FRANA MODERNA*Storia di Anna Frank / Alessandra Jesi Soligoni. - Milano : Tascabili La spiga, c2000. - 77 p. : ill. ; 19 cm.(*Libreria dei ragazzi ; 58)

N.Inv.: CN 23392 RAGAZZI 813.54 GREEB ADOLESCENTIL'*estate del soldato tedesco / Bette Greene ; traduzione di Chiara Arnone. - Milano : Mondadori, 1997. - 215 p. ; 18 cm.(I *miti. Junior ; 34)

N.Inv.: CN 8221 RAGAZZI 843.914 GUTMC MODERNAL'*albergo del ritorno / Claude Gutman ; traduzione di Oreste Del Buono ; illustrazioni di Yan Nascimbene. - Trieste : E. Elle, [1994]. - 116 p. : ill. ; 19 cm.(*Einaudi ragazzi. Narrativa ; 41)www.unilibro.itSullo sfondo di una Parigi su cui grava ancora l'odore della morte, David, già protagonista de La casa vuota, si affaccia sulla soglia dell'Hotel Lutetia, "l'albergo del ritorno", il luogo dove vengono alloggiati coloro che tornano da posti di cui solo adesso si comincia a parlare: i campi di concentramento.

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N.Inv.: CN 13207 RAGAZZI 843.914 GUTMC ADOLESCENTILa *casa vuota / Claude Gutman ; traduzione di Oreste del Buono. - Trieste : E. Elle, c1991. - 102 p. ; 20 cm.(*Ex libris ; 10)www.sbiroz.itDavid ,un ragazzo ebreo di 15 anni, vive in una grande casa dove vengono accolti i ragazzi rimasti senza genitori. Dopo una notte passata nei boschi, David trova la casa vuota: le SS hanno portato via tutti i suoi compagni. Allora David fra rabbia e disperazione, comincia a scrivere per non dimenticare.

N.Inv.: CN 8222 RAGAZZI 843.914 GUTMC MODERNA*Parigi ritrovata / Claude Gutman ; traduzione di Oreste del Buono ; illustrazioni di Cecco Mariniello. - Torino : Einaudi Ragazzi, c1998. - 165 p. ; 18 cm.(*Einaudi ragazzi. Narrativa ; 63)www.unilibro.itDavid, dopo aver appreso la notizia della morte dei genitori deportati, non fa che sognare la vendetta. Ma la guerra finisce e, pur in preda alla collera e alla disperazione, David rompe gli ultimi legami con il passato. La Francia - pensa - non ha più nulla da offrirgli. Unica via d'uscita: la prospettiva di costruire un mondo migliore. David si imbarca su una nave clandestina alla volta della Palestina, dove scoprirà i campi di internamento inglese prima di lavorare in un kibbutz. E lì ha inizio una nuova vita... Età di lettura: da 12 anni.

N.Inv.: CN 22612 RAGAZZI 843.914 JOFFJ MODERNAN.Inv.: CN 25109 RAGAZZI 843.914 JOFFJ MODERNAUn *sacchetto di biglie / Joseph Joffo. - Firenze : Sansoni per la scuola, 1989. - VIII, 278 p. ; 21 cm. ((Trad. di Marina Valente.(*Fette di melone ; 1)www.internetbookshop.itJoffo racconta la storia di Joseph e di suo fratello Maurice, bambini ebrei in viaggio per la Francia per sfuggire alla persecuzione razziale. Un racconto toccante, in cui affiora tutta la forza dell'infanzia nell'affrontare le situazioni più difficili con il disperato desiderio di restare a galla. Età di lettura: da 10 anni.

N.Inv.: CN 17376 RAGAZZI 823.914 KERRJ MODERNAN.Inv.: CN 21373 RAGAZZI 823.914 KERRJ MODERNA*Quando Hitler rubò il coniglio rosa / Judith Kerr ; postfazione di Antonio Faeti. - 11. ed. - [Milano] : Fabbri, 2004. - 270 p. : ill. ; 20 cm.(I *Delfini ; 21)www.internetbookshop.itDov'è il coniglio rosa? Se l'è preso Hitler e se lo tiene ben stretto. Hitler: è tutta colpa sua se Anna, Max, mamma e papà devono lasciare la Germania. E lasciare nelle sue grinfie il coniglio rosa, i giochi, i libri, la casa, il passato così caldo e confortevole. Davanti a loro c'è un futuro che non si sa, ci sono facce nuove, posti nuovi. Ma anche cambiare vita può essere una bella avventura: l'importante è stare insieme. Età di lettura: da 10 anni.

N.Inv.: CN 15724 RAGAZZI 813.6 LEVIK MODERNALa *valigia di Hana : una storia vera / Karen Levine ; traduzione di Roberta Garbarini. – [Milano] : Fabbri, 2003. - 126 p. : ill. ; 20 cm.(*Narrativa Fabbri)www.internetbookshop.itNel marzo del 2000 una vecchia valigia arriva nel piccolo museo dell'Olocausto di Tokyo, in Giappone. Sopra qualcuno ha scritto con della vernice bianca: Hana Brady, 16 maggio 1931, orfana. Chi era Hana? E che cosa le è successo? Fumiko Ishioka, la curatrice del museo, parte per l'Europa, destinazione Praga, sulle tracce di una bambina di tanti anni fa, che possedeva una valigia che è finita ad Auschwitz.

N.Inv.: CN 18201 RAGAZZI 305.8924 LEVIL

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*Che cos'e l'antisemitismo? / Lia Levi ; prefazione di Elio Toaff ; nota storica di Luciano Tas. - Casale Monferrato : Piemme junior, 2006. - 129 p. ; 20 cm.(Il *battello a vapore)www.internetbookshop.itDurante i suoi incontri con i ragazzi, Lia Levi si è sentita rivolgere tante domande sugli ebrei, l'ebraismo e l'antisemitismo. In questo libro ne ha scelte venti tra le più significative, alle quali risponde con chiarezza e semplicità. Completano il volume la prefazione di Elio Toaff, rabbino-capo emerito della Comunità Ebraica di Roma, e una dettagliata cronologia di Luciano Tas sulla storia degli ebrei. Età di lettura: da 9 anni.

N.Inv.: CN 18594 RAGAZZI 853.914 LEVIL MODERNAIl *segreto della casa sul cortile : Roma 1943-1944 / Lia Levi ; scheda storica di Luciano Tas. - Milano : A. Mondadori, 2001. - 125 p. ; 19 cm.(*Storie d'Italia ; 6)La vita di Piera, già scossa dalle leggi razziali, adesso è sconvolta dalla necessità di nascondersi: nella città occupata dai tedeschi è cominciata la caccia all’ebreo, e i Segre decidono di prendere un altro nome e di confondersi con gli abitanti di un immenso palazzone. E così, tra i bombardamenti alleati e la speranza che la guerra finisca presto, Piera dovrà fingersi un’altra. Ma è possibile mentire sempre, anche col proprio migliore amico? Età di lettura: da 10 anni.

N.Inv.: CN 16378 BAMBINI LETTURE 1La *portinaia Apollonia / Lia Levi ; disegni di Emanuela Orciari. - Roma : Orecchio acerbo, [2005]. - [12] c. : ill. ; 25 cm.www.internetbookshop.it"Questa è la storia di un bambino che si chiamava Daniel e di una portinaia di nome Apollonia. La portinaia Apollonia portava occhiali con i vetri grossi. I suoi occhi sembravano pesci grigi in un acquario". Autunno 1943. Un bambino ebreo e una città dove comandano i soldati cattivi. Papà non c'è. Mamma lavora a casa e Daniel deve correre a fare la fila per comprare da mangiare. Ma è la portinaia Apollonia, di sicuro una strega, a spaventarlo più di tutto. Finchè un giorno... Età di lettura: da 6 anni.

N.Inv.: CN 23904 RAGAZZI 853.914 LEVIL MODERNA*Maddalena resta a casa / Lia Levi ; illustrazioni di Desideria Guicciardini ; scheda storica di Luciano Tas. - Milano : Piemme junior, 2009. - 216 p. : ill. ; 20 cm.(Il *battello a vapore)www.internetbookshop.itRoma, 1938. Dopo la morte della mamma, Maddalena e suo padre Marco, giornalista, si trasferiscono in una nuova casa. Sono gli anni che precedono la seconda guerra mondiale e in tutta Italia cresce la tensione tra fascisti e antifascisti. Accusato di complottare contro il regime, Marco viene arrestato e Maddalena si trova improvvisamente sola. Chi si prenderà cura di lei? Un'amica del padre si offre di aiutarla, ma la ragazzina, all'insaputa di tutti e con l'aiuto del suo nuovo amico Nino, decide di cavarsela da sola... Età di lettura: da 9 anni.

N.Inv.: CN 9624 RAGAZZI 808.80358 MAGIML MODERNA*Mai più : la lista di Schindler e altre storie / a cura di Maria Letizia Magini. - [S. l.] : Archimede, c1997. - 285 p. : ill. ; 22 cm.(I *libri verdi Junior ; 26)www.archimedeedizioni.comIl volume offre racconti e brani di romanzi che narrano, con approcci e stili diversi, le vicende ispirate a fatti realmente accaduti poco più di cinquanta anni fa, durante la persecuzione e lo sterminio degli ebrei. I testi sono tratti da opere di autori noti, come Un sacchetto di biglie di Joseph Joffo, o Quando Hitler rubò il coniglio rosa di Judith Kerr, o La lista di Schindler di Thomas Keneally. Ma anche da opere meno conosciute, come i diari di adolescenti durante la seconda guerra mondiale, Il fumo di Birkenau di Liana Millu, o Una bambina e basta di Lia Levi, un romanzo ambientato a Roma al tempo delle leggi razziali.Il volume offre una guida alla visione e alla discussione del film Schindler’s List di Steven Spielberg.Attraverso i racconti e i brani di romanzo, e la visione guidata del film, viene offerta l’opportunità di approfondire argomenti storici, di riflettere e discutere sulle radici dell’intolleranza e di ogni forma di razzismo, per serbare la memoria di ciò che è accaduto e per impedire che ciò possa accadere di nuovo.

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N.Inv.: CN 2679 RAGAZZI 843.914 MALLL MODERNA*Arrivederci ragazzi / Louis Malle ; a cura di Ave Gagliardi per la versione italiana e di Paola Bertolino per le note e l'apparato didattico. - [S. l.] : Archimede, 1993. - 173 p. ; 22 cm.(I *libri verdi Junior ; 7)www.archimedeedizioni.com“Hai paura?” “Sempre”, risponde Jean, il ragazzo ebreo che vive sotto falso nome nello stesso collegio di Julien.Siamo nel gennaio del 1944, l’anno più duro del secondo conflitto mondiale, e Julien, cresciuto in una ricca famiglia borghese, è ospite di un collegio religioso, non lontano da Parigi, nella Francia occupata dai nazisti. Attraverso le tappe della sua delicata amicizia con Jean, egli scopre a poco a poco il dramma della persecuzione razziale, gli orrori della guerra e l’ambiguità del mondo degli adulti.

N.Inv.: CN RAGAZZI 813.54 MARTY MODERNA Novità!*Beatrice e Virgilio / Yann Martel ; traduzione di Anna Rusconi. - Milano: Piemme Open, 2013. - 205 p. ; 21 cm.(*Piemme open)www.internetbookshop.itUna manciata di personaggi: Beatrice e Virgilio: un asino e una scimmia urlatrice. Henry: ex scrittore, famoso suo malgrado. Henry (2): tassidermista, sta scrivendo una commedia. La loro storia: Henry riceve una pesante busta, in apparenza una delle tante che gli arrivano da lettori nostalgici. Sul biglietto che la accompagna, una richiesta di aiuto e un indirizzo, che lo conduce alla Tassidermia Okapi, il negozio di Henry (2), strabiliante regno di animali impagliati. Due di questi, Beatrice e Virgilio, sono i protagonisti della commedia che il tassidermista sta scrivendo, e che vuole lasciare nelle mani esperte di Henry perché non riesce a terminarne la stesura. Ma dietro la semplicità della favola la storia dei due animali è una metafora della più grande tragedia dell'umanità: "Gli animali sono stati sterminati, cancellati per sempre. La mia commedia parla di questo irreparabile abominio". E la follia che, fuori e dentro la finzione, si impossessa dei personaggi condurrà a un epilogo inatteso e drammatico.

N.Inv.: CN 18535 BAMBINI SAPERE STORIAIl *bambino nascosto / Isaac Millman. - San Dorligo della Valle : Emme, [2006]. - 79 p. : ill. ; 31 cm. ((Trad. di Paola Mazzarelli.www.internetbookshop.itDi fronte alla spietata macchina nazista predisposta all'annientamento, nascondersi era vitale per sfuggire all'orrore dei campi di sterminio. L'Europa, in quei tragici anni, si riempì di bambini nascosti, costretti a rinunciare alla propria identità e a rispondere a un nome diverso per rimanere vivi. In quest'album un bambino nascosto, Isaac, autore del libro, racconta con semplicità la propria odissea nella Francia occupata, fatta di pericoli e nascondigli, di incontri con persone egoiste o generose, di momenti tragici e di piccole inattese felicità.

N.Inv.: CN 15141 RAGAZZI 853.914 MOLEA MODERNAN.Inv.: CN 16867 RAGAZZI 853.914 MOLEA MODERNA*All'ombra del lungo camino / Andrea Molesini. - 2. ed. - Milano : Mondadori, 1997. - 113 p. ; 21 cm.(*Junior super ; 4)www.ita-bol-comIn un lager nazista uno zingaro e un ragazzo ebreo stringono amicizia e si confortano a vicenda, nonostante la fame e la crudeltà cui i loro aguzzini li sottopongono. Ma quando ai prigionieri viene ordinato di costruire un forno dall'imponente camino, diventa chiaro che non c'è più speranza, e che l'eliminazione di massa è vicina. Ed ecco che, quando gli abitanti del campo sono ormai alla disperazione, lo zingaro e il ragazzo vengono soccorsi da alcuni singolari 'aiutanti magici': due fantasmi un pò bisbetici e una puzzola parlante, apparizioni misteriose che forse sono soltanto l'ombra di un sogno, o forse no... Una storia toccante e avvincente, una parabola sul potere della fantasia, che aiuta a sopravvivere e a resistere a tutte le oppressioni.

N. Inv.: CN 20867 BAMBINI LETTURE 2

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La *domanda su Mozart / Michael Morpurgo ; illustrazioni di Michael Foreman ; traduzione di Beatrice Masini. - [Milano] : Rizzoli, 2008. - 68 p. : ill. ; 20 cm.www.internetbookshop.itCon grande entusiasmo e parecchia apprensione, la giovane giornalista Lesley arriva a Venezia per intervistare Paolo Levi, violinista di fama mondiale. Una sola indicazione le è stata data: non porgli la domanda su Mozart. Ma di che cosa si tratta? E perché bisogna evitare l'argomento? Età di lettura: da 12 anni.

N.Inv.: CN 22084 RAGAZZI 892.436 ORLEU MODERNAUn'*isola in via delle rondini / Uri Orlev ; a cura di Paola Bertolino. - \S. l.! : Archimede, ©1994. - 207 p. : ill. ; 22 cm. ((Trad. di Paola Bertolino. www.internetbookshop.itLa seconda guerra mondiale infuria per l'Europa e in Polonia la vita, già difficile per tutti, è per gli ebrei pressoché insopportabile. E Alex è, appunto, ebreo. Sua madre è scomparsa nel nulla e suo padre è stato prelevato dalle SS e fatto partire per una destinazione ignota. Rimasto solo Alex si è rifugiato in un edificio abbandonato, al numero 78 di Via degli Uccelli, e dalla sua isola segreta esce solo di notte, per procurarsi il cibo. Finché, un giorno, Alex ode delle voci: degli sconosciuti si sono introdotti nel palazzo. Il coraggio, l'eroismo perfino, non sono insoliti in tempo di guerra, ma Alex ha appena undici anni, e la sua è la storia di come la nuda forza di volontà riesca talvolta ad avere la meglio sulla crudeltà e l'ingiustizia.

N.Inv.: CN 5820 RAGAZZI 892.436 ORLEU MODERNAL'*isola in via degli uccelli / Uri Orlev. - Firenze : Salani, [1998]. - 155 p. ; 21 cm. ((Tit. Orig.: The island on bird street.www.internetbookshop.itLa seconda guerra mondiale infuria per l'Europa e in Polonia la vita, già difficile per tutti, è per gli ebrei pressoché insopportabile. E Alex è, appunto, ebreo. Sua madre è scomparsa nel nulla e suo padre è stato prelevato dalle SS e fatto partire per una destinazione ignota. Rimasto solo Alex si è rifugiato in un edificio abbandonato, al numero 78 di Via degli Uccelli, e dalla sua isola segreta esce solo di notte, per procurarsi il cibo. Finché, un giorno, Alex ode delle voci: degli sconosciuti si sono introdotti nel palazzo. Il coraggio, l'eroismo perfino, non sono insoliti in tempo di guerra, ma Alex ha appena undici anni, e la sua è la storia di come la nuda forza di volontà riesca talvolta ad avere la meglio sulla crudeltà e l'ingiustizia. scheda di Rotondo, F., L'Indice 1993, n. 9(scheda pubblicata per l'edizione del 1993)La pubblicazione di questo romanzo in Italia, a distanza di una dozzina d'anni dalla prima edizione in Israele, si inserisce in una tendenza, oggi molto forte anche nella nostra letteratura per l'infanzia, al recupero della memoria storica attraverso la narrativa come elemento fondamentale di formazione civile. L'autore, Uri Orlev, ebreo polacco, ha vissuto tre anni nascosto con la madre e un fratellino nel ghetto di Varsavia, dal '39 al '41, prima di essere deportato a Bergen-Belsen. Tale esperienza è stata raccontata, ma reinventata e filtrata attraverso una classica narrazione d'avventure che prende a suo modello dichiarato il "Robinson Crusoe". La separazione dai genitori equivale al naufragio, la casa in rovina in via degli Uccelli è l'isola su cui il naufrago costruisce e fortifica il suo rifugio, il muro che separa dal quartiere polacco è l'oceano che divide dalle terre abitate, al posto di Venerdì c'è un topolino bianco, nazisti, traditori e delatori ebrei, spie e poliziotti polacchi, sciacalli di tutte le risme sono le bestie feroci. Il protagonista undicenne, Alex, vive l'avventura nascondendosi tra le macerie, prendendo dalle case abbandonate ciò che gli serve, come Robinson dai relitti di navi sospinte sulla spiaggia, difendendo il suo rifugio, partecipando alla rivolta del ghetto, aiutando i ribelli uccidendo un soldato tedesco, sognando pure lui Erez Yisra'el, la patria in Palestina. Ma è anche un bambino che gioca a pallone con i coetanei polacchi al di là del muro, ha un idillio con una ragazzina, parla con il topolino Nevex legge libri e quando trova una cesta di giocattoli per un po' si dimentica completamente dov'è e si mette a giocare. Alla fine la lunga attesa, la resistenza durata cinque mesi, nei quali Orlev ha condensato i tre anni trascorsi realmente nascosto nel ghetto, è premiata con il ritorno del padre, lieto fine e finzione felice indispensabili per rendere sopportabile a un lettore di 11-14 anni l'angoscia di una narrazione che non fa mai dimenticare l'orrenda verità che c'è dietro lo scintillio dell'avventura.

N.Inv.: CN 18195 BAMBINI LETTURE 2*Anne Frank / Josephine Poole ; illustrazioni di Angela Barrett ; traduzione di Frediano Sessi. - San Dorligo della Valle : Emme, [2005]. - 1 v. : ill. ; 25x27 cm.www.internetbookshop.itIl diario di Anne Frank ha appassionato e fatto commuovere milioni di persone. Anne era una bambina come molte altre, allegra, vivace, curiosa, con tanti amici e mille impegni. Ma un giorno fu costretta, per sfuggire alle persecuzioni dei nazisti, a nascondersi, con la propria famiglia, in un alloggio segreto.

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Fu cosi che, giorno dopo giorno, le pagine del suo diario cominciarono a custodire i pensieri e i segreti, le speranze e le paure di una giovinezza destinata a finire tragicamente. Età di lettura: da 8 anni.

N.Inv.: CN 13723 RAGAZZI 833.914 RICHHP MODERNA*Si chiamava Friedrich / Hans Peter Richter ; a cura di Gabriella Prina. - Milano : C. Signorelli, 2002. - 188 p. ; 21 cm.(*Narrativa per la scuola)www.sbiroz.itA raccontare la storia di Friederich, ragazzo ebreo che vive nella Germania nazista, è un suo amico e vicino di casa iscritto alla Gioventù Hitleriana da un padre conformista, membro del partito non tanto per convizione, quanto perché lo fanno tutti. Di mese in mese, la famiglia ebrea subisce mille piccole angherie quotidiane e poi diventa vittima di un insensata discriminazione che apre la strada agli orrori dell "soluzione finale". E non è facile assolvere la brava gente che pur disapprovando è rimasta a guardare...

N.Inv.: CN 14805 RAGAZZI 853.914 SCHNH MODERNAL'*albero di Goethe : romanzo / Helga Schneider. - Milano : Salani, [2004]. - 155 p. ; 21 cm.www.internetbookshop.itWilli non sa cosa sia scritto sui volantini che il fratello tiene nascosti in cantina. Sa solo che suo fratello è malato e che deve aiutarlo, così distribuisce i volantini al suo posto. Arrestato dalla Gestapo e deportato a Buchenwald, Willi perde la memoria e riesce a sopravvivere solo grazie all'amicizia dei suoi compagni di prigionia. Passano i mesi e per Willi si prepara la prova più difficile: la sopravvivenza nel campo era garantita solo dal sacrificio di un ragazzo che offriva il proprio corpo a un kapo in cambio di cibo e piccoli "favori", ma ora quel sacrificio viene chiesto a lui...

N.Inv.: CN 9756 RAGAZZI 853.914 SCHNH MODERNA*Stelle di cannella : romanzo / Helga Schneider. - Milano : Salani, [2002]. - 117 p. ; 21 cm.www.internetbookshop.itE' l'inverno del 1932. A Wilmersdorf, un tranquillo e benestante quartiere di una città tedesca, il periodo natalizio è annunciato dalle grida gioiose dei bambini che giocano a palle di neve. Fra le famiglie che abitano tre case, i rapporti superano quelli del buon vicinato: David, figlio del giornalista ebreo Jakoob Korsakov, e Fritz, figlio del poliziotto Rauch, sono amici per la pelle e compagni di banco alla scuola elementare; la sorellastra di David è fidanzata con il figlio del noto architetto Winterloh; persino la gatta di Fritz e il gatto di David sono amici.

N.Inv.: CN 8313 RAGAZZI 813.54 SCHNS MODERNAIl *segreto di Mont Brulant / Steven Schnur ; traduzione di Angela Ragusa. - Milano : A. Mondadori, 1997. - 80 p. ; 21 cm. ((Tit. orig.: The Shadow Children, c1994.(*Shorts ; 3)www.sbiroz.itPer Etienne, undici anni, quelle trascorse nella fattoria del nonno sono sempre state vacanze meravigliose, ma adesso qualcosa è cambiato. Chi sono, per esempio, i bambini laceri e scalzi che si nascondono sotto il ponte di pietra, nel bosco? Perché il nonno va in collera ogni volta che se ne parla? E come mai la montagna risuona del fischio di un treno che non esiste? "Fantasie" gli dice il nonno, brusco."Ombre" gli sussurra angosciata la vecchia domestica. Etienne, però, ha visto i bambini, ha parlato con loro, ed è certo di avere ragione: non si tratta di sogni né di spettri, quelle sono creature vive e sofferenti.Ma è davvero così? Oppure le memorie del passato sono talmente forti e dolorose che né il tempo né la morte possono cancellarle? Finché, una notte, Etienne si incammina verso il bosco, deciso a scoprire la verità...

N.Inv.: CN 21737 RAGAZZI 853.914 SESSF MODERNA*Prigioniera della storia : Margarete Buber Neumann, testimone assoluta / Frediano Sessi ; illustrazioni di Pierluigi Longo. - San Dorligo della Valle : EL, ©2005. - 125 p. : ill. ; 23 cm.(*Sirene ; 13)www.internetbookshop.itStanze d'albergo, città straniere, fughe improvvise, arresti nel cuore della notte. Poi il gulag sovietico e il lager nazista. La vita di Margarete Buber Neumann è il sogno impossibile di un futuro normale. Perché a lei, militante comunista nella Germania di Hitler, compagna di un dissidente nella Russia di Stalin, la Storia ha assegnato un ruolo atroce: sarà la testimone assoluta dei crimini del suo tempo. Età di lettura: da 12 anni.

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N.Inv.: CN 10679 RAGAZZI 853.914 SESSF MODERNAL'*isola di Rab : 1941-1943 : La vita quotidiana in un campo di concentramento fascista nel diario di un ragazzo / Frediano Sessi ; scheda storica di Luciano Tas. - Milano : A. Mondadori, 2001. - 116 p. ; 19 cm.(*Storie d'Italia ; 7)www.ebook.mondadori.comBenni è un giovane balilla. Un giorno parte per l'isola di Rab, dove suo padre è addetto a un campo di internamento. Il ragazzo è convinto di andare incontro a una grande avventura. Pensa di servire gli ideali del fascismo. Davanti agli occhi avrà presto una realtà sconvolgente che lo costringerà ad aprire gli occhi e a decidere da che parte stare. Un romanzo rigoroso che racconta una pagina di storia oscura e dimenticata.

N.Inv.: CN 8220 RAGAZZI 940.5317 SESSF *Sotto il cielo d'Europa : ragazze e ragazzi prigionieri dei lager e dei ghetti / Frediano Sessi ; illustrazioni di Cecco Mariniello. - Trieste : Einaudi Ragazzi, c1998. - 141 p. : ill. ; 19 cm.(*Einaudi ragazzi ; 6)www.internetbookshop.itDal 1933 al 1945, oppositori del nazismo o del fascismo di ogni nazionalità, zingari o ebrei, i giovani che furono prigionieri dei lager e dei ghetti seppero, a volte più degli adulti, combattere e resistere fino all'ultimo. Molti di loro sono scomparsi senza lasciare traccia di sé, nemmeno il nome; di altri ci resta un frammento di storia o di fotografia sbiadita. Inseguendo la loro storia e la breve vita di alcuni di loro, questo libro vuole ricostruire la vita quotidiana di alcuni dei maggiori luoghi di internamento e di annientamento che le dittature nazista e fascista istituirono nell'Europa civile, a tutela di una razza pura padrona che si proponeva di eliminare tutti i diversi da sé. Età di lettura: da 11 anni.

N.Inv.: CN 8225 RAGAZZI 853.914 SESSF MODERNA*Ultima fermata: Auschwitz : storia di un ragazzo ebreo durante il fascismo / Frediano Sessi ; illustrazioni di Cecco Mariniello. - Trieste : Einaudi ragazzi, 1996!. - 146 p. : ill. ; 19 cm.(*Einaudi ragazzi. Storia ; 5)www.internetbookshop.itArturo Finzi scopre di essere ebreo quando nel 1938 il regime fascista vara le leggi razziali. Da quel momento comincia a scrivere un diario in cui racconta le tappe della sua progressiva segregazione. La sua storia ricorda il dramma di tanti ragazzi ebrei italiani che hanno visto morire le loro speranze di vita e d'amore assai prima di ritrovarsi in un campo di sterminio. Fascia d'età: da 11 anni.

N.Inv.: CN 11756 RAGAZZI 813.54 SIEGA ADOLESCENTI*Capro espiatorio / Aranka Siegal ; traduzione di Frediano Sessi. - Trieste : E. Elle, [1993]. - 277 p. ; 20 cm. ((Tit. orig.: Head of the Goat, c1981.(*Ex libris ; 23)www.ita-bol.comPiri è una ragazza ungherese di dieci anni, come Anne Frank, travolta dall'orrore della guerra e dalla barbarie nazista. Prima del 1939 non aveva mai pensato essere diversa dai suoi amici ungheresi o ucraini, perché ebrea. Con stupore e ribellione prende atto delle misure sempre più restrittive e violente contro la comunità ebraica, che ben presto si uniscono alle umiliazioni, alla fame e alla paura per il futuro minaccioso. Piri non si lascia travolgere dagli eventi, e mentre la morsa dei nazisti si chiude sulla sua famiglia, impara a "resistere" e a lottare. Rinchiusa nel ghetto, s'innamora del giovane Henri, con il quale vive attimi di felicità e di gioia, mentre su tutti incombe il dramma della deportazione verso Auschwitz. La sua miracolosa energia vitale, di fronte a quel che ancora oggi resta incomprensibile (lo sterminio di sei milioni di ebrei a opera dei nazisti), è insieme monito a non dimenticare, e invito a resistere contro ogni forma anche piccola di ingiustizia sociale e di intolleranza.

N. Inv.: 19731 RAGAZZI 853.92 SILVE MODERNAIl *commerciante di bottoni : memoria e speranza : l'amicizia tra un sopravvissuto ad Auschwitz e una ragazza / Erika Silvestri ; prefazione di Walter Veltroni. - [Milano] : Fabbri, 2007. - 157 p., [4] c. di tav. : ill. ; 19 cm.www.internetbookshop.it Cioccolata contro dolore. Marmellata contro ricordi. È un metodo che funziona, lo uso anch'io quando sono triste, con i bottoni. Apro la scatola e li spargo tutti sul pavimento. Li metto in fila per forma, per

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colore, ogni volta mi stupisco di quanto sono diversi. Ti ricordi quando te l'ho raccontato? Dallo sguardo ho capito che sapevi di cosa parlavo. "Bottoni. Ma guarda il destino! Anche a me piacciono tanto. Ora che ci penso non te l'ho mai detto, ma ho diretto un'azienda di bottoni per anni." In questo libro, l'amicizia tra un sopravvissuto di Auschwitz e una ragazza.

N.Inv.: CN 10026 RAGAZZI 853.914 SOLIDB MODERNAIl *fantasma del villino / Beatrice Solinas Donghi ; illustrazioni di Emanuela Bussolati. - 2. ed. - Trieste : EL : Einaudi Ragazzi, 1999. - 154 p. : ill. ; 19 cm.(*Einaudi ragazzi. Storie e rime ; 119)www.internetbookshop.it 'Una figura. Non quella della signorina Rebaudi: lei era molto più alta. Questa pareva una ragazza più piccola, vestita di chiaro, se non addirittura una ragazzetta della mia età, ma la signorina tra noi non aveva conoscenze, che si sapesse. La figuretta spiccava nell'ombra, ma non la riconobbi.' La storia di un'inattesa e bellissima amicizia, tra apparizioni, contrabbandieri e un cane di nome Negus... Età di lettura: da 10 anni.recensione di Verdino, S., L'Indice 1992, n. 8[…] Si tratta di un romanzo in una campagna di sfollati nei tempi bui della guerra (1944), raccontato in prima persona dalla protagonista, Lisetta, una ragazzina curiosa e paurosa; il libretto vale come una piccola prova di formazione, di integrazione tra immaginario fantastico della ragazza e aspetti della realtà, così da un lato ci sono il bosco che fa paura a percorrerlo da soli di sera, gli "orchi" ovvero i rustici abitanti delle cascine isolate, la villa antiquata e il relativo fantasma di una adolescente; dall'altro, sullo sfondo, i nazifascisti, i partigiani, i contrabbandieri e in primo piano Regina, la ragazza ebrea, nascosta nel villino, la ragione storica di quello che sembrava la presenza misteriosa (tra apparizioni e tracce discontinue) del fantasma. […] l'innesto di una verosimile storia privata e umana con una grande tragedia è condotto in modo molto sorvegliato: Lisetta non diventa un'eroina, non ha mai una irrevocabile presa di coscienza della cupa realtà con cui si imbatte: il piacere di una nuova amicizia, la curiosità, il gusto di avventura, le fantasie, i capricci trapuntano l'amicizia con Regina e il suo salvataggio oltre confine, complice il rustico zio Gustavo. […]

N.Inv.: CN 13774 GEN 940.5318 SPRIEL'*eco del silenzio : la Shoah raccontata ai giovani / Elisa Springer ; a cura di Mario Bernardi. - Venezia : Marsilio, 2003. - 139 p. ; 21 cm.(Gli *specchi della memoria)www.internetbookshop.it "Ricordare e commemorare le vittime del nazismo e del fascismo è un'azione oggi socialmente condivisa e spesso gratificante; fare in modo che questa memoria ci stimoli a occuparci delle ingiustizie quotidiane perpetrate intorno a noi è invece assai difficile. Elisa Springer, dal giorno in cui ha deciso di uscire con il suo racconto di ebrea vittima della persecuzione razziale, non ha mai smesso di parlare a folle di giovani, di uomini e donne per instillare in loro il coraggio di essere i "fiori" nuovi nel terribile deserto della violenza e della sopraffazione, la "voce" che chiede giustizia per quei tanti innocenti che ancora nascono solo per morire." (Frediano Sessi)[…] La militanza di testimone integrale di Elisa Springer ci consegna oggi un nuovo frammento di vita vissuta, un libro che ripercorre le tappe di un peregrinare "all’ombra di Auschwitz", non per vendetta ma per trasformare il dolore in forza, l’odio in compassione e amore e ribadire con decisione come, anche in condizioni estreme, l’uomo meriti sempre di rimanere lo scopo dell’uomo.

N.Inv.: CN 8241 RAGAZZI 823.914 UHLMF MODERNA L'*amico ritrovato : romanzo / Fred Uhlman ; introduzione di Arthur Koestler ; traduzione di Mariagiulia Castagnone. - Milano : Feltrinelli, 1988. - 92 p. ; 20 cm.(*Universale economica ; 1054)www.internetbookshop.itNella Germania degli anni Trenta, due ragazzi sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva. L'uno è figlio di un medico ebreo, l'altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un'amicizia del cuore, un'intesa perfetta e magica. Un anno dopo, il loro legame è spezzato. "L'amico ritrovato" è apparso nel 1971 negli Stati Uniti ed è poi stato pubblicato in Inghilterra, Francia, Olanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Spagna, Germania, Israele, Portogallo.recensione pubblicata per l'edizione del 1986) recensione di Marenco, F., L'Indice 1986, n. 4 "Un capolavoro", scrive 'Arthur Koestler di questo romanzo breve, che raccoglie altri giudizi entusiastici di eminenti critici ed è il tascabile più venduto in Francia nel 1985. Misteri del gusto e dell'editoria contemporanei: perché il libretto è proprio brutto. Il tema è quello dolentissimo del diffondersi della mentalità razzista nella Germania tra Weimar e il Reich, patita in prima persona dall'io narrante, un ragazzo ebreo che è legato da una profonda amicizia a un rampollo dell'alta aristocrazia, suo compagno di scuola. L'amicizia è bella e felice finché non intervengono a comprometterla i pregiudizi

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della Germania ariana, e l'immancabile conversione del giovane aristocratico al nazismo. La tragedia universale coinvolgerà diversamente i due amici di un tempo: all'ebreo porta un esilio e un vuoto che anche il successo mondano non riuscirà a colmare; all'ariano una tomba, per essersi alla fine ribellato a quel leader e padrone un tempo tanto ammirato. L'amico viene dunque "ritrovato", ma come vuole questa tragica storia di separazione, non più in carne ed ossa, ma come un nome e un cognome, su un elenco di scomparsi in guerra. La narrazione è fatta con l'economia di chi vorrebbe lasciar parlare i fatti, gli incidenti inattesi e crudeli, le piccole-grandi crisi che contribuiscono a spingere un adolescente ai margini degli affetti delle sicurezze, delle gioie dei suoi simili. L'intento è certo lodevole, purché quel mondo così ricco e profondo che viene intuito e subito inghiottito dalla storia riesca poi in qualche modo a riemergere, a farsi vivere davvero come una perdita, un'occasione di nostalgia (come accadeva con "Il giardino dei Finzi Contini"). Ma niente di tutto questo: qui ci sono fatti troppo meschini per raggiungere un pathos reale; c'è un senso dell'adolescenza che vorrebbe essere magico e invece rimane del tutto convenzionale - ci sono felicità e incanti malamente traditi dal semplicismo e dalla prevedibilità delle espressioni. E c'è un necessario senso della giustizia - ma di una giustizia acerba e quasi cieca, che fa dire di un compagno di scuola, un ragazzo di 16 anni, nazista in erba: "Se c'era qualcuno (e sottolineo se) che meritava di morire, questo era lui" (p. 91). Com'è vero che con il senso di giustizia non si fanno dei bei romanzi. Se questi sono i grandi successi di oggi speriamo almeno che sia per le giuste ragioni civili, e non per le sbagliate ragioni letterarie.

N.Inv.: CN 24119 BAMBINI SAPERE STORIAIl *libro della Shoah : ogni bambino ha un nome / Sarah Kaminski, Maria Teresa Milano ; illustrazioni di Valeria De Caterini. - Casale Monferrato : Sonda, 2009. - 192 p. : ill. ; 30 cm. www.internetbookshop.it Un'originale raccolta di materiale narrativo, storico, artistico, musicale e didattico finora inedito in Italia, rielaborato con sensibilità e competenza dalle autrici, sul tema specifico della Shoah vissuta dai bambini. Oltre al racconto inedito di Lia Levi Sulla luna nera un grido e a quello di Uri Orlev Il sottomarino, il volume vede la collaborazione di autorevoli studiosi come Marco Brunazzi, Alberto Cavaglion, rav Roberto Della Rocca, Anna Foa e Brunetto Salvarani, ed è arricchito dalle illustrazioni e opere d'arte di Marc Chagall, Emanuele Luzzati, Nerone (Sergio Terzi) e Valeria De Caterini. La ricostruzione, attraverso testi e immagini, del vissuto dei «bambini nella Shoah» e la presentazione e analisi di materiale finora inedito in Italia (sui ghetti di tódz e Terezin), nonché la rievocazione di fatti, ricordi, testimonianze, canzoni e frammenti di vita quotidiana, offrono al lettore la concretezza del vissuto di allora, l'occasione per interpretare l'oggi e lo spunto per costruire il domani. Con l'affermazione dei valori universali dell'educazione del futuro cittadino, della convivenza tra i «diversi», della conoscenza e l'accettazione dell'«altro». Questo libro bussa al cuore dei bambini e dei ragazzi, ma vuole farsi aprire anche dagli adulti, genitori, educatori e bibliotecari, ovvero da chi frequenta i più giovani e dialoga con loro attraverso i linguaggi della conoscenza e dell'affetto. Età di lettura: da 10 anni.

N.Inv.: CN 16696 BAMBINI LETTURE 1La *storia di Erika / di Ruth Vander Zee ; illustrazioni di Roberto Innocenti.- Trezzano sul Naviglio : La margherita, [2005?]. - 1 v. : ill. ; 25x26 cm. ((Trad. di Alessandra Valtieri.http://socialdesignzine.aiap.it/

La 'storia di Erica' è quella che la protagonista racconta a due giovani incontrati per caso. è la storia di una madre che si separa dalla figlioletta appena nata gettandola fuori dal treno che la sta portando, insieme a centinaia di altri ebrei, al campo di concentramento. Un gesto estremo che salva la bambina da un destino atroce. La storia di Erica ha i colori cupi delle illustrazioni di Roberto Innocenti. Stazioni grigie di ferraglia, divise verdastre, binari che corrono all'infinito verso il niente, cielo plumbeo. Un debole raggio di sole arriva solo su quella carrozzina abbandonata. Un po' di colore c'è solo nella copertina rosa che avvolge la bambina. Il racconto di Erica è fatto tutto di domande a cui la protagonista non sa nè può dare risposta. Quando sono nata? Qual è il nome che mi aveva dato mia madre? avrà sofferto e pianto prima di lanciarmi fuori dal treno? Mi avrà baciato per l'ultima volta? Sono domande cui si d? risposta ipotetica ma certa. E sono risposte su cui si costruisce una memoria reale non dei ricordi del vissuto, ma dei ricordi dell'immaginato.Il finale è pacatamente tragico: " Si diceva una volta che il mio popolo sarebbe stato numeroso come le stelle del cielo. Sei milioni di quelle stelle si spensero tra il 1933 e il 1945... La mia stella brilla ancora!"

N.Inv.: CN 23972 BAMBINI LETTURE 1

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*Aurelio mio nonno / Francesca Zoppei, Marco Paci. - Milano : Jaca book, 2009. - 1 v. : in gran parte ill. ; 21 cm.www.internetbookshop.it La guerra, lo sbarco degli alleati in Sicilia, la caduta di Mussolini, l'armistizio di Badoglio rivivono attraverso le parole di Nonno Aurelio, che con la sua cadenza veneta e il racconto breve ma incisivo, incanta il nipotino che lo ascolta e tutti i bambini che lo leggono. Età di lettura: da 5 anni.

Sezione Narrativa Moderna

N.Inv.: CN 2170 MAG "B" 877L'*oro e la cenere / Eliette Abecassis ; traduzione di Massimo Caviglione. - Milano : Tropea, c1998. - 398 p. ; 23 cm. ((Tit. orig.: L'or et la cendre.(I *marlin)www.internetbookshop.it 27 gennaio 1995: il corpo di Carl Rudolph Schiller, illustre teologo e uomo politico tedesco viene ritrovato nel suo appartamento di Berlino. E' stato tagliato in due e la seconda metà del cadavere risulta introvabile. Raphael Simmer, giovane storico esperto della seconda guerra mondiale, viene coinvolto nell'inchiesta dal suo amico Felix Werner. Da Parigi a Washington, da Roma a Berlino, ogni testimonianza che incontrano li metterà a confronto con un passato doloroso. La morte di Schiller è il messaggio di una realtà agghiacciante: il Male, dopo l'orrore degli anni Quaranta, minaccia di tornare ad espandersi. E' l'inizio di una battaglia tra chi cerca di mantenere vivo il ricordo dell'Olocausto e coloro che si murano nel silenzio.

N.Inv.: CN 25280 MODERNA 833.914 ADLEHGUn *viaggio / H.G. Adler ; con una lettera di Elias Canetti all'autore ; traduzione di Marina Pugliano e Julia Rader. - Roma : Fazi, 2010. - 383 p. ; 22 cm.(Le *strade ; 164)www.internetbookshop.it C'è stato un tempo in cui nelle case si recapitavano notizie di morte. C'è stato un tempo in cui la gente veniva schedata in base alle proprie origini: ad alcuni era consentito vivere, ad altri no. A coloro cui, per il momento, era concesso sopravvivere, era proibito tutto. Non potevano praticare una professione, frequentare una scuola pubblica, impiegarsi in un ruolo al servizio dello Stato, esercitare alcuna influenza in politica, nella scuola o nell'industria. Un cerchio si stringeva loro intorno, opaco e ferreo. Poi, per tutti, un lungo viaggio. H.G. Adler era fra questi. Il viaggio lo portò da Theresienstadt ad Auschwitz, dove la moglie e la madre furono uccise. Poi verso i lager di Niederorschel e di Langenstein-Zwieberge, dal quale, il 13 aprile 1945, fu liberato. Anni dopo, quando già viveva a Londra, Adler decise di attribuire a quegli anni grigi una lingua che potesse corrispondere alla quotidianità del terrore. Una lingua in cui ogni segno e accento è un'immagine, prosciugata dall'indicazione esplicita degli aguzzini e delle vittime così come dei luoghi, e le modalità dell'orrore; nella quale la vicenda della famiglia Lustig è calata in uno spazio e in un tempo mai direttamente riferiti alla Shoah e in cui, dietro il nome simbolico di Ruhenthal, si cela il ghetto di Theresienstadt. Accostato alle opere di James Joyce e di Virginia Woolf, "Un viaggio", definito dall'autore una ballata, è una vera e propria rivelazione letteraria.

N.Inv.: CN 22702 MODERNA 863.64 ANGLMAIl *violino di Auschwitz / Maria Angels Anglada ; traduzione di MargheritaD'Amico. - Milano : Rizzoli, 2009. - 147 p. ; 21 cm.(La *scala) www.internetbookshop.it Un violino costruito nell'inferno del lager, "assurdo come una pianta di rose in un porcile". Un violino per ritrovare la dignità violata e. forse, per sopravvivere. Quando Daniel, liutaio a Cracovia, viene deportato ad Auschwitz, dei gesti e delle sensazioni di quel mestiere così amato gli resta solo il ricordo. Finché un giorno viene convocato dal comandante del campo, il maggiore Sauckel: dovrà riparare il violino del suo amico Bronistaw, celebre musicista ridotto ora a esibirsi davanti ai suoi carnefici. Di fronte all'abilità del liutaio, il sadico e raffinato maggiore decide di commissionargli uno strumento nuovo. Un violino che dovrà essere "perfetto come uno Stradivari": altrimenti sia Daniel che l'amico andranno incontro a una fine peggiore della morte. Solo cinquant'anni dopo, in una Cracovia invernale

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che celebra il secondo centenario della morte di Mozart, la storia segreta e miracolosa di quel violino verrà finalmente svelata.

N.Inv.: CN 27690 MODERNA 833.914 APITB Novità!*Nudo tra i lupi : romanzo / di Bruno Apitz. - Milano : Longanesi, 2013. - 461 p. ; 22 cm. ((Segue: Appendice. - Traduzione di Agnese Silvestri Giorgi (La *gaja scienza ; 1084)www.internetbookshop.it Campo di concentramento di Buchenwald, marzo 1945. Mentre gli americani sono arrivati a Remagen, un nuovo treno di deportati è giunto al lager. Tra essi Zacharias Jankowski, un ebreo polacco che porta con sé furtivamente una valigia. Alcuni detenuti lo aiutano a nasconderla, ma restano esterrefatti quando scoprono che al suo interno si trova un bambino di circa tre anni. Che fare: denunciarne la presenza o proteggerlo? Di certo la presenza del bimbo, l'unico in quel luogo di desolazione, mette a rischio l'organizzazione internazionale di resistenza attiva clandestinamente nel lager, dove l'obiettivo comune è cercare di sopravvivere tra la disperazione e la speranza, restare uomini nonostante tutto: l'orrore dei forni crematori, le torture, le marce della morte, i delatori, la solitudine, il lento annientamento. Fino all'11 aprile, quando i 21.000 prigionieri superstiti, con le ultime SS ormai in fuga, varcano i cancelli della libertà. La nuova edizione italiana di questo romanzo autobiografico, che vide l'autore testimone e protagonista degli eventi narrati, ripristina - sulla scorta della recentissima edizione apparsa in Germania - i brani che poco prima della pubblicazione Apitz decise di eliminare o modificare, restituendo il testo così come fu scritto di getto, all'indomani della liberazione del lager.

N.Inv.: CN 13043 MAG “B” 2362*Storia di una vita / Aharon Appelfeld ; traduzione di Ofra Bannet e Raffaella Scardi. - Firenze, La Giuntina, [2001]. - 185 p. ; 20 cm.(*Collana Schulim Vogelmann ; 94)www.giuntina.it"La memoria custodisce ciò che sceglie di custodire. Come il sogno, anche la memoria cerca di attribuire agli eventi un qualche significato". Aharon Appelfeld in questo libro autobiografico accetta infine il confronto con la propria memoria. Impresa dolorosa che scortica l'anima perché la sua memoria nasconde l'esperienza di un'infanzia spezzata dall'orrore della storia, nasconde la solitudine di un bambino costretto a vagare da solo per mesi nei boschi con l'incubo di essere riconosciuto, nasconde il suo peregrinare per mezza Europa fino all'arrivo in Israele e il suo difficile inserimento in una nuova realtà. Appelfeld sfida il dolore e disseppelisce quei ricordi che per poter continuare a vivere aveva spinto nelle zone buie e cieche della propria memoria, ci racconta la lotta di un ragazzo che ricostruisce la propria identità a partire dallo sradicamento degli affetti, della cultura, della lingua.

N.Inv.: CN 24121 MODERNA 892.436 APPEAUn'*intera vita / Aharon Appelfeld ; traduzione di Elena Loewenthal. - Parma : U. Guanda, [2010!. - 252 p. ; 22 cm. (*Narratori della fenice)www.internetbookshop.it Un giorno, al ritorno da scuola, Helga, dodici anni e mezzo, trova la madre intenta a preparare una valigia. Quel viaggio improvviso le appare sospetto fin da subito: dove va? Perché parte da sola? Quando tornerà? La sua straordinaria avventura comincia così, dal dolore per una separazione e dal coraggio smisurato con cui rifiuta di accettarla. La madre è ebrea, se pure convertita, e la consapevolezza che sia questo il problema, e che non possa non riguardare anche lei, si fa a poco a poco più chiara: per via degli insulti grossolani dei compagni, dei silenzi imbarazzati del padre, sempre più distante, e dell'isolamento crescente in cui li confina la comunità del piccolo paese dove vivono. Gli ebrei e i non ebrei, impara Helga, sono diversi: nell'aspetto, nel modo di parlare, nelle abitudini, diversi come la gente di città e la gente di campagna, come la madre - fragile, dolce, ironica, a proprio agio con le parole e capace qualche volta di dimenticarsi allegramente dei doveri - e il padre e zia Brunilda, per i quali i fatti, l'ordine e il dovere vengono prima di tutto. Per Helga abbandonare la casa paterna e il rifugio-prigione della zia, mettersi in viaggio verso i campi di prigionia alla ricerca della madre, vuol dire anche esplorare questa diversità.

N.Inv.: CN 22837 MODERNA 892.436 APPEA*Paesaggio con bambina / Aharon Appelfeld ; traduzione di Elena Loewenthal. - Parma : Guanda, 2009. - 148 p. ; 22 cm.(*Narratori della Fenice)www.internetbookshop.it

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Tsili Kraus vive in un paesino dell'Europa orientale, ultimogenita di una famiglia di bottegai ebrei. Al contrario dei fratelli, a scuola non brilla, e gli eventi quotidiani la lasciano sempre un po' stranita. Ma questa è la sua fortuna: il candore diventa un'ancora di salvezza quando l'odio per la sua gente allunga i tentacoli fino agli angoli più sperduti del Vecchio continente. La sua famiglia, in fuga dalle persecuzioni, la lascia a guardia della casa, e lei, fragile nel corpo e nella mente, passa inosservata agli aguzzini. Da quel momento Tsili comincia a errare senza meta, da una capanna a una fattoria, ovunque qualcuno sia disposto, in cambio di due braccia in grado di lavorare, a offrirle un tetto. Nessuno, però, è molto generoso con lei: c'è chi la batte e chi cerca di possederla, chi la caccia e chi la sbeffeggia. Un giorno incontra Marek, che è scappato da un campo di concentramento e ha negli occhi la disperazione di chi ha visto l'inferno. Le loro due esistenze diventano una sola: insieme trovano conforto e forse una nuova ragione di vita.

N.Inv.: CN 29010 MODERNA 892.436 APPEA Novità!*Fiori nelle tenebre / Aharon Appelfeld ; traduzione di Elena Loewenthal. - Parma : Guanda, 2013. - 302 p. ; 22 cm. (*Narratori della Fenice)www.internetbookshop.itLa guerra è in corso quando Hugo compie undici anni e il ghetto della città ucraina in cui vive insieme alla madre è diventato un luogo ancora più insicuro. Dalla finestra dell'appartamento dove è rimasto solo con lei - il padre è stato spedito in un campo di lavoro - assiste alle deportazioni di uomini, donne, ragazzini come lui. Osserva quello che gli accade intorno, senza trovare un senso, e impara a non chiedere, ma ad ascoltare il silenzio tra le parole. E sarà proprio questa durissima educazione a permettergli di sopravvivere nell'unico rifugio che la madre, per disperazione, è riuscita a procurargli: lo sgabuzzino di un bordello, dove a occuparsi di lui è una prostituta, Mariana. Nascosto dietro la porta, in perenne attesa che si apra e arrivino un po' di cibo e di calore umano, Hugo sente quello che un ragazzino non dovrebbe sentire. Ma nelle tenebre giorno dopo giorno si fa largo la luce di Mariana, radiosa pur nelle sue intemperanze e nelle sue improvvise tristezze, focosa, seduttiva, profumata, irresistibilmente bella. Una magnifica, tragica creatura che gli insegna non soltanto i segreti del corpo e i turbamenti dell'amore, ma che cosa significa essere, fino in fondo e nel modo più importante, un uomo.

N.Inv.: CN 88 MAG “B” 3870Il *giardino dei Finzi-Contini / Giorgio Bassani. - Milano : A. Mondadori, 1991. - XIII, 241 p. ; 20 cm.(*Oscar classici moderni ; 17)www.internetbookshop.it Gli orrori della persecuzione fascista e razzista, la crudeltà della storia, l'incantesimo dell'infanzia e la felicità del sogno: sono gli elementi intrecciati con grazia e eleganza, di questo romanzo triste e dolcissimo. La prima edizione del romanzo è del 1962.

N.Inv.: CN 2745 MAG "A" 1650N.Inv.: CN 8720 RAGAZZI 791.4372 BENIR MODERNALa *vita è bella / Roberto Benigni e Vincenzo Cerami. - Torino : Einaudi, c1998. - xi, 189 p., [16] p. di tav. : ill. ; 20 cm.(*Einaudi tascabili ; 490)www.internetbookshop.itQuesto libro è la sceneggiatura, ricca come un racconto, del film scritto da Roberto Benigni e Vincenzo Cerami, "La vita è bella". Una storia che, come afferma lo stesso Benigni, "fin dal primo momento mi ha fatto battere molto forte il cuore... Perché la vita è bella, e anche nell'orrore c'è il germe della speranza, c'è qualcosa che resiste a tutto, a ogni distruzione... Il film è un inno al fatto che siamo condannati poeticamente ad amare la vita per forza: perché la vita è bella."

N.Inv.: CN 13591 GIALLO 823.914 BRODWLa *sesta lamentazione : romanzo / di William Brodrick ; traduzione di Isabella C. Blum. - Milano : Longanesi, [2003]. - 442 p. ; 21 cm.(La *gaja scienza ; 699)www.internetbookshop.it È l'aprile del 1995 quando un uomo giunge chiedendo asilo al priorato di Larkwood. Su di lui pende un'accusa per crimini di guerra che lo condurrà davanti a un tribunale: si chiama Eduard Schwermann.

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In quei giorni, a Londra, Agnes Aubret rivela alla nipote Lucy il segreto che è all'origine della storia di famiglia: nella Parigi occupata dai nazisti Agnes apparteneva a un'organizzione che faceva espatriare i bambini ebrei, ma venne annientata da un ufficiale delle SS, Eduard Schwermann. A mano a mano che Lucy apprende i dettagli del passato della nonna e che il processo Schwermann si avvicina, però, l'episodio storico attorno a cui tutto ruota si fa sempre più misterioso.Storia all’insegna del mistero ma anche di intensi sentimenti e legami familiari, questo romanzo d’esordio di William Brodrick condensa in un perfetto equilibrio il fascino dell’introspezione psicologica, i brividi della suspense e le suggestioni di un passato costellato di ombre e segreti. L’ambientazione della vicenda è contemporanea ma strettamente legata al racconto di fatti dell’ultimo conflitto mondiale. A questo periodo risalgono gli avvenimenti che hanno determinato il destino della principale protagonista, Agnes Aubret, e del misterioso Eduard Schwermann, ex ufficiale delle SS, rifugiatosi in un convento per sfuggire a un processo per crimini di guerra. La riapparizione dell’uomo dopo anni di oblio, riporta a galla traumi e questioni ancora irrisolte che spingono Agnes, affetta da una malattia incurabile, a fare i conti con il suo tragico passato. La aiuta la giovane nipote Lucy, che raccoglie le confidenze della nonna e, mano a mano che si avvicina il giorno del processo a Schwermann, ricostruisce i contorni del segreto che è alle origini della storia di famiglia. Contribuisce a svelarlo anche l’abile ricerca di padre Anselm, il monaco di Larkwood che segue la vicenda per conto del priorato a cui l’ex gerarca ha chiesto asilo. Il religioso, ex avvocato ed abile indagatore, scopre che anche nel 1944 Schwermann aveva trovato rifugio presso un convento. Nel tentativo di fare chiarezza sulla vicenda, raccoglie testimonianze, confidenze, confessioni delle persone coinvolte, ma, da perplesso detective più incline a fare domande che a dare risposte, può solo inseguire con sempre maggiore inquietudine le sconvolgenti rivelazioni con cui ognuno dà il proprio contributo alla ricostruzione degli eventi. Ben presto indagini di padre Anselm sulla vita di Eduard Schwermann e le ricerche di Lucy sul passato della nonna si intrecciano, aprendo prospettive sempre nuove, grazie a cui le situazioni, le ragioni dei comportamenti e i personaggi assumono mille sfaccettature e possibilità di interpretazione diverse. Fino a giungere all’imprevedibile finale… Intenso e toccante ma anche realistico, a tratti crudo e appassionante, La sesta lamentazione offre una lettura piacevole, che tocca temi impegnativi come colpevolezza, responsabilità morale e apre uno squarcio sugli anni oscuri della Francia occupata.

N.Inv.: CN 954 MAG “B” 1444La *casa delle bambole / Ka-tzetnik 135633 [i.e. Karol Cetynski] ; traduzione di Alessandro Gallone. - Milano : A. Mondadori, 1998. - 307 p. ; 20 cm.(*Bestsellers ; 643)Lavorare fino allo sfinimento per non morire, cercare di compiacere con il proprio corpo i suoi carnefici per non venire torturata e uccisa. Daniella ha solo quattordici anni eppure già da tempo la sua vita è un inferno. Racchiusa dai Nazisti dapprima nel ghetto ebraico di una piccola città polacca, poi deportata in un campo di lavoro e infine approdata al “campo della gioia”, la ragazza, per sopravvivere, non ha altra scelta che diventare lo strumento di piacere delle SS in licenza premio. Ma anche nelle situazioni più tremende si può trovare la forza di lottare per conservare la dignità e la speranza.

N.Inv.: CN 8722 MAG "B" 1871La *banalità del bene : storia di Giorgio Perlasca / Enrico Deaglio. - Milano : Feltrinelli, 1997. - 135 p. : [1] ill. ; 18 cm.(*Universale economica ; 1233)www.internetbookshop.itBudapest, inverno 1944. Sono mesi in cui i nazisti ungheresi deportano e sterminano centinaia di migliaia di ebrei. In questa città il commerciante padovano Giorgio Perlasca si ritrova ricercato dai tedeschi per frode commerciale. Vaga per Budapest e trova rifugio e un passaporto presso la legazione della Spagna. Improvvisamente il console abbandona il paese e Perlasca riesce a farsi accreditare come nuovo console di Spagna. Per cento giorni questo sconosciuto italiano si dimostrerà un organizzatore eccezionale e riuscirà a salvare dalla morte cinquemila ebrei di Budapest.

N.Inv.: CN 354 MAG “B” 3714N.Inv.: CN 17061 MAG “B” 1379*Sopravvivere coi lupi : dal Belgio all'Ucraina una bambina ebrea attraverso l'Europa nazista / Misha Defonseca. - Milano : Ponte alle Grazie, 1998. – 266 p. ; 21 cm.www.internetbookshop.it Maggio 1940. I tedeschi invadono il Belgio. Misha ha sei anni ed è ebrea. Un anno dopo, i suoi genitori vengono arrestati e deportati, ma riescono a salvare la bambina nascondendola presso una famiglia di cattolici.Pur evitandole la deportazione, la famiglia adottiva fa patire a Misha ogni sorta di privazioni e di

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umiliazioni. Così la piccola decide di fuggire, nella folle speranza di ritrovare la madre, di cui ha sentito dire che era stata "portata verso Est". Germania, Polonia, Ucraina: da un villaggio all'altro, rubando e nascondendosi, Misha riesce incredibilmente a sopravvivere e a percorrere più di tremila chilometri a piedi.Nella foresta tedesca, viene adottata da una coppia di lupi, al cui comportamento si adatta immediatamente, fino a diventare la baby sitter dei lupacchiotti. Per la prima volta in molti anni non deve più patire la fame ed è circondata dall'affetto.Scrive cinquant'anni dopo: "Molta gente usa il termine 'bestiale' per descrivere ciò che i nazisti facevano alle loro vittime, e ritiene che si comportassero 'come animali'. Quando sento queste affermazioni, io rispondo sempre: 'No, i nazisti si comportavano come esseri umani'. Solo gli uomini hanno la capacità di uccidere per piacere, assaporando la sofferenza degli altri. Nessun animale ha mai fatto ciò che io ho visto fare dai nazisti ai loro simili".

N.Inv.: CN 25172 MODERNA 823.914 DEIGL La *grande spia : 1941: i nazisti occupano la Gran Bretagna / Len Deighton ; traduzione di Maria Giulia Castagnone. - Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1990. - 304 p. ; 20 cm.(*Superbur; 83)www.libridaleggere.itLa storia è una sorta di alternativa ai fatti realmente accaduti nella Seconda Guerra Mondiale. Hitler non ha perso, ma vinto la guerra e l’Inghilterra è ora sotto l’occupazione tedesca. Douglas Archer, ottimo ispettore di Scotland Yard, si muove come una pedina fra le dita delle SS e degli altri gerarchi tedeschi. Il romanzo scorre, ben strutturato, facendo trasparire un vivido realismo nell’intera storia. Non fa fatica, il lettore, ad accettare questa realtà alternativa proposta da Deighton. E’ come se ogni personaggio fosse reale, come se la vicenda non fosse una finzione. Deighton non si limita ad essere semplice scrittore, ma si fa anche storico: ogni dettaglio è accuratamente studiato, documentato. Gli scenari sembrano provenire da un reporter inviato a raccontare gli orrori della guerra e quelli conseguenti alla sua fine. Descrive alla perfezione la povertà e le restrizioni a cui gli sconfitti, gli inglesi, sono soggetti, creando un doppio scenario all’interno della storia: da una parte la guerra in sé, coi coprifuoco, i rastrellamenti, gli interrogatori, i soldati e i loro comandanti; dall’altra le indagini di Archer e dei suoi collaboratori, il sapore del giallo e dello spionaggio, le verità nascoste che sembrano svelarsi appena, per poi ripiombare nel loro limbo. Archer è un uomo solo, ce ne accorgiamo da subito. Da pedina si va lentamente trasformando, fino ad assumere una sua precisa connotazione, fino a compiere un passo difficile. Ma solo resterà, fino alla fine, quando il suo “fiuto” gli farà dissipare le nebbie del dubbio.

N.Inv.: CN 4280 MAG "B" 2102*Notte e nebbia a Bombay / Anita Desai ; traduzione di Cinzia Pieruccini. - Torino : Einaudi, [1999]. - viii, 262 p. ; 20 cm.(*Einaudi tascabili ; 592)www.internetbookshop.itHugo Baumgartner, ebreo tedesco, ormai da cinquant'anni vive in India, paese in cui era stato mandato dai genitori per sottrarlo alle persecuzioni naziste. In nessun altro luogo del mondo potrebbe sentirsi più a casa, eppure, nonostante il tempo trascorso, continua a essere straniero al luogo in cui vive. Nella solitudine affollata di Bombay, il protagonista si è ritagliato un angolo tranquillo, rinunciando a una patria, a una lingua, e con la sola compagnia dei ricordi che periodicamente irrompono nella sua mente. A Bombay Hugo ha accettato solo quelle poche parole che gli consentono di sopravvivere, ma la nostalgia della lingua materna lo travolge. Sarà infatti la lingua di un ragazzo tedesco, incontrato per caso, a segnarne il destino.recensione di Monti, A., L'Indice 1993, n. 4[…] L'impossibilità di superare la memoria del passato costituisce il nucleo dell'ultimo romanzo di Anita Desai, "Notte e nebbia a Bombay". L'autrice (di origini tedesche e bengalesi) traccia sullo sfondo di una piccola odissea indiana la cronaca tragica e dolente di un esilio che ha nell'Olocausto il suo cuore innominabile, e non nominato, di tenebra. Più che riguardare l'India, la vicenda tratta forse dell'orrore che assorbe la cultura tedesca, costringendo il protagonista a lacerarsi da sé, dal suo piccolo mondo tradizionale.[…] l'amicizia sia l'unica forza che per la scrittrice riesca ad attenuare, se non a cancellare, squallore e delusioni, sconfitte e mediocrità. È di certo questa l'unica tenue luce che brilla in un romanzo altrimenti disperato e tremendo, nel quale l'olocausto diventa simbolo celato e distruttore di ogni percorso di emigrazione. Brevemente introdotto da Paola Splendore (che definisce le possibili motivazioni biografiche della Desai) il romanzo è presentato in un'edizione italiana piacevole e corretta anche se la cura del testo sembra tradire un minimo di fretta: la traduzione avrebbe potuto essere resa più scorrevole in qualche punto, tutte le cantilene in lingua tedesca avrebbero potuto essere tradotte, e 'dhoti' (l'indumento maschile tradizionale indiano) non avrebbe dovuto avere metamorfosi al femminile.

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N.Inv.: CN 21084 MODERNA 818.5403 EISEB*Sono figlia dell'Olocausto / Bernice Eisenstein ; traduzione di Alba Bariffi. - Parma : U. Guanda, [2007]. - 191 p. : ill. ; 23 cm.(Guanda Graphic)www.internetbookshop.itUn "graphic memorir", una storia di formazione vera e originale, quella di Bernice, che, figlia di due ebrei immigrati, fin da bambina vive portandosi dietro l'ombra dei campi di sterminio nazisti come una macchia indelebile. I suoi genitori si sono conosciuti proprio ad Auschwitz, pochi giorni prima della liberazione, e Bernice continua a rivolgere loro domande, interrogativi, richieste. Vuole sapere la verità, conoscere il dolore e la sofferenza. Ma i genitori non riescono o non vogliono raccontarle, e quello di Bernice diventa così un percorso nella fallibilità della memoria e nella perdita del passato, brillantemente inseguito tra parole e disegni, con uno humour tutto ebraico, una quieta malinconia e un'ironia dolceamara che caratterizza questo graphic novel.recensione di Donatella Sasso, L'Indice Già dall'immagine di copertina, Sono figlia dell'Olocausto trapela un'intensità non comune e una relazione armonica fra parola e disegno, tipica del graphic novel. Vi si vede una bambina che ha in braccio una bambola, uno sguardo triste e due ombre alle spalle: sono quelle dei suoi genitori.La voce narrante, quella dell'autrice, ha molti silenzi, non detti o detti a metà che l'hanno sempre tenuta a distanza proprio dai suoi genitori. E questo perché loro hanno un pesantissimo conto aperto con un passato che non passa, con il passato per eccellenza del XX secolo. Un passato che ha una collocazione geografica e simbolica molto precisa: Auschwitz, dove entrambi i genitori, ebrei originari delle cittadine di Miechow e Bedzin in Polonia, furono deportati e si conobbero.Ma Auschwitz è il terribile passato che non passa anche per la piccola narratrice, che fin dai primi anni di vita impara a leggere tra le righe il dolore dei genitori, dei nonni, degli zii, degli amici di famiglia. Non fa domande e inizia a dar forma a quei silenzi prima attraverso i suoi disegni, poi attraverso la letteratura dei testimoni e degli storici: da Primo Levi ad Hanna Arendt, da Paul Celan a Elie Wisiel.Perché parlare con i parenti di quello che è successo laggiù è ancora presto, forse non sarà mai il tempo giusto. E poi da anni ormai vivono tutti in Canada, dove la quotidianità è spesso così normale da lasciar spazio a debolezze e vizi del tutto ordinari: le liti fra i genitori, il gioco d'azzardo che tiene lontano il padre dalla famiglia, l'irrispettosa vivacità dei bambini di fronte ai nonni stanchi e assenti. Il Canada è il mondo nuovo e la terra delle possibilità, ma porta anche il nome (Kanada) del reparto del campo di Birkenau dove la mamma fu costretta a lavorare. Era stato chiamato così per via dell'abbondanza che vi regnava, infatti, lì venivano radunati tutti gli oggetti, quelli di valore come quelli di nessuna importanza, confiscati ai deportati, prossimi alla morte.La ragazzina, e poi l'adolescente, non si accontenta della superficie delle informazioni raccolte. Si butta allora in tutto ciò che parla dell'Olocausto al posto della sua famiglia: siano i libri, i film, le testimonianze, i trattati di psicologia. Un'immersione totale e irrinunciabile, che diventa la sua ossessione, il suo pensiero fisso. E se questo, da una parte, le fa scorgere la bellezza dei rimandi di parole, espressioni, concetti che sembrano rincorrersi da un autore a un altro fino a formare una mappa lessicale e ideale della memoria, la avvicina anche al fascino ambiguo del vittimismo. La pone all'interno di quel meccanismo che ti fa pensare di essere migliore degli altri, di avere diritto a più attenzione, più amicizia, più amore e, in contesti diversi, a più potere e a qualche privilegio, perché hai subito una perdita irreparabile. L'autrice scava dentro queste contraddizioni, le affronta senza ritrarsi davanti alla loro sgradevolezza, ma si fa sorreggere anche dall'ironia e dalla levità nel raccontare le immense riunioni di familiari e amici per le ricorrenze ebraiche, dai bar mitzvà ai matrimoni. Non risparmia allusioni irriverenti alle improbabili acconciature delle signore, agli abiti impeccabili degli uomini, alle quantità incalcolabili di cibo e portate, anche se sa che dietro a questo tripudio formale si cela il bisogno di sostenersi a vicenda, di allontanare i terribili ricordi delle tremende privazioni, a volte a costo di sorprendenti ostilità verso chi non è parte del gruppo.Un gruppo che si caratterizza anche per l'uso di espressioni importate dall'Europa orientale, espressioni in yiddish, l'idioma degli ebrei askenaziti. Una lingua che si mostra morente e insieme sopravvissuta a se stessa, ancora vivissima nella sua capacità di adattarsi e infiltrarsi nella lingua inglese, dandole un sapore dolce e amaro insieme. Così in frasi quotidiane entrano parole lontane come epel, mela, eppes, qualcosa, veltete, un mondo dentro un mondo, e si fanno strada espressioni curiose come il nulla, che non riguarda la religione o la metafisica, ma è il nome di un dolce di pasta gonfia, zuccherato in superficie. Parole e frasi brevi spesso racchiudono significati complessi, difficilmente enunciabili in altre lingue, ben più sintetiche. Come oyf simchas, solo due suoni, che si possono tradurre con un giro di parole: che ci si possa incontrare in occasioni felici. Un modo di dire consueto nelle feste o negli incontri informali, ma quale effetto produce se detto dal padre dell'autrice, disegnato con sguardo mesto davanti ai cancelli di Auschwitz, mentre pronuncia un discorso ufficiale.Nel corso degli anni qualcosa trapela della storia dei familiari, il padre che va a commemorare le vittime poco dopo la liberazione, la madre che vive le ristrettezze del ghetto, mentre i nonni materni mantengono un riserbo ostinato e inviolabile, che li allontana dalla nipote e da qualunque sentimento di tenerezza. Certo, a loro sfavore gioca l'esigente intransigenza tipica dei bambini e degli adolescenti,

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ma la situazione rivela anche come la memoria possa rimanere inchiodata in sé se non trova una corrispondenza adeguata tra ascolto e racconto. E, infatti, la rivelazione completa della storia della madre non avviene spontaneamente, ma attraverso un'intervista registrata nel 1995 per l'archivio dell'Holocaust Project, promosso dalla Shoah Foundation di Stieven Spielberg. La figlia la ascolta e la riporta integralmente con parole sue, come si direbbe in una scuola. Registrazione rigorosa dei fatti e condivisione empatica camminano di pari passo, restituendo una testimonianza lucida e insieme terribilmente partecipe.È oggi vivo più che mai il dibattito, avviato da alcuni anni, sull'esigenza di tramandare la memoria della Shoah. Il libro di Bernice Eisenstein si inserisce perfettamente all'interno di questa discussione parimenti condivisa dagli storici e dai diretti interessati, fornendo un punto di vista del tutto inedito. I figli e i nipoti delle vittime e dei sopravvissuti, sempre che intendano assumersene l'onere, sono gli interlocutori privilegiati per tramandare la pesantezza di un dolore che non solo ha accompagnato le vite di chi quel dolore ha subito in prima persona, ma anche di chi è venuto dopo. Attraverso svariate e differenti modalità narrative possono evitare l'incrinatura, costantemente in agguato, fra significato e significanti, che rischiano di riempirsi di volta in volta di fredda distanza storica o di non senso, di retorica o di opportunismi, non meno che di morbosa e insana attenzione.E poi i figli e i nipoti hanno dalla loro parte la vita che continua, letteralmente, in loro. Il libro, non a caso, si conclude con la festa per il bris, la circoncisione rituale, del figlio dell'autrice, cui viene dato il nome del nonno, morto pochi mesi prima della nascita. Nell'ultima pagina il gruppo degli ospiti è raccolto intorno a una citazione di Paul Celan: "Tu scavi e io scavo: e al dito si ridesta in noi l'anello". L'anello rimanda alla fede nuziale che la mamma dell'autrice trovò in uno dei cappotti che doveva accatastare a Birkenau. Fu il suo dono di nozze al marito, che la portò fino alla morte. Ma, senza tradire le intenzioni di Bernice Eisenstein, forse, si potrebbe chiosare il libro anche con altre parole: "Oyf simchas, che ci possa incontrare in occasioni felici, nonostante tutte le indicibili occasioni passate".

N.Inv.: CN 463 MAG “B” 1611*Lettere della giovinezza : dal carcere, 1935-1943 / Vittorio Foa ; a cura di Federica Montevecchi. - Torino : Einaudi, [1998]. - XXXVII, 1134 p. ; 20 cm.(Gli *struzzi ; 500)recensione di Guidetti Serra, B., L'Indice 1998, n. 9Coprono 1113 pagine a stampa le 498 lettere (qualche altra andò perduta) che Vittorio Foa ha inviato dal carcere ai famigliari. A soppesare il volume si potrebbe pensare: "un mattone!". Meno brutalmente chiedersi: che cosa mai aveva da scrivere un giovane chiuso tra quattro mura, talvolta solo o con un paio di compagni: intelligenti, simpatici, affini per idee, ma sempre gli stessi, per anni! Che cosa mai aveva da scrivere privo di strumenti d'informazione, con letture faticosamente conquistate attraverso le burocratiche "domandine", con gli argomenti condizionati alla situazione familiare pena la "censura" che inesorabile cancellava il non consentito. Censura cui si aggiungeva l'"autocensura", cioè tutto ciò che volutamente lo scrivente taceva per ragioni di principio.Pur condizionate da queste varie barriere e malgrado l'inevitabile uniformità di alcuni argomenti, queste lettere sono tutte da leggere: dalla prima, del 17 maggio 1935, all'ultima, del 18 agosto 1943. È da quell'"insieme", infatti, che ci viene un messaggio di etica politica, valido al tempo, ma che può raggiungere oggi le nuove generazioni.Sono numerosi, peraltro, gli aspetti d'interesse. A me, in queste poche righe, piace privilegiare quello che mi sembra il più significativo. Si tratta del modo con cui il carcere-pena viene vissuto. Intanto mai un lamento (anche se la salute non sempre soccorre, ad esempio, e le deprivazioni sono tante).Il linguaggio è sempre sereno, consapevole, pervaso di ironia.Scrive il 29 febbraio 1936 subito dopo la condanna: "La mia mentalità giuridica non riesce in alcun modo a giustificare la sentenza che sotto ogni aspetto di diritto e di fatto è errata; per quel che mi riguarda modestia impone che io riconosca di non avere meritato in alcun modo la particolare qualifica di cui hanno voluto gratificarmi" .Si riferisce alla pena aggravata perché considerato un dirigente torinese di Giustizia e libertà. E incoraggiando i genitori: "Saranno molto meno di quindici gli anni che passerò in carcere: ne ho l'incrollabile certezza.Perciò state tranquilli come io sono". E, ancora: "Ho fatto un ottimo viaggio, in uno scompartimento piccolo piccolo per me solo, ché in due non ci si sarebbe stati", scrive il 7 giugno 1935 a seguito del trasferimento a Roma.L'accenno rievoca i particolari scompartimenti per detenuti "in traduzione", vere e proprie bare, oggi scomparsi.Fra gli aspetti del modo di vivere il carcere colpisce, tra gli altri, la determinazione allo studio, tenacemente perseguita, non senza ragione. "Studiavamo per capire il mondo, essere all'altezza dei compiti futuri", scrive Foa nella presentazione. Ma anche questa attività trovava ostacoli. Non era consentito avere carta per appunti. Per questo, spesso, la lettera ai famigliari si interrompeva: "E adesso tollerate qualche appunto". E seguivano, nel pur già limitato spazio disponibile (tutto in un solo foglio!), le annotazioni sugli argomenti più vari e complessi studiati. Una riprova della volontà di vivere quell'esperienza non casuale di privazione della libertà con la volontà di essere comunque presente e partecipe alla realtà sociale. Partendo magari dall'esame di problemi del passato. Ai genitori il 28 maggio 1937: "Vi esorto a leggere un bel libro 'L'affare Dreyfus' [di] Bruno Revel (...) L'impressione

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dominante che resta, a libro finito, è quella della bellezza di una lotta in cui gli ideali sonanti di verità e di giustizia (...) presero corpo e forma in una concreta battaglia politica".Le citazioni possibili sul modo di vivere il carcere potrebbero continuare. Forse alcune battute delle ultime lettere le concludono esemplarmente: "5 agosto '43 (...) Sono convinto che presto usciremo (anche se finora nemmeno uno è uscito); ma potete stare tranquilli che piuttosto che fare qualche minimo atto che incrini il mio passato, starò qui" .E l'8 agosto: "Preferisco restare piuttosto che fruire di benefici personali". Si ricordi, sono passati più di 8 anni e 3 mesi dall'arresto...Ho insistito sul modo di vivere il carcere. Quale il messaggio che ne deriva specie alle nuove generazioni? Penso si possa cogliere in un pensiero di Vico che, scrive Foa nella presentazione al volume, lo ha accompagnato per un lungo pezzo della sua giovinezza: "Paiono traversie e sono opportunità".

N.Inv.: CN 18411 MODERNA 813.54 FOERJS*Ogni cosa è illuminata / Jonathan Safran Foer ; traduzione di Massimo Bocchiola. - Parma : Guanda, [2002!. - 327 p. ; 22 cm. www.internetbookshop.itCon una vecchia fotografia in mano, un giovane studente, che si chiama Jonathan Safran Foer, visita l'Ucraina per trovare Augustine, la donna che può aver salvato suo nonno dai nazisti. Jonathan è accompagnato nella sua ricerca da un coetaneo ucraino, Alexander Perchov, detto Alex. Alex lavora per l'agenzia di viaggi di famiglia, insieme a suo nonno che, a dispetto di una cecità psicosomatica fa l'autista, e in compagnia di una cagnetta maleodorante, chiamata Sammy Davis Jr Jr, in onore del cantante preferito dal nonno.

N.Inv.: CN 516 MAG "B" 3456N.Inv.: CN 517 MAG "B" 323N.Inv.: CN 518 MAG "B" 255*In fuga dai lager : la vera storia di una donna partigiana / Rita Franchini Ponti. - Torino : Paoline, 1998. - 207 p., [8] p. di tav. ; 21 cm.(*Libroteca Paoline ; 10)www.internetbookshop.it Chi può credere alle esperienze dei lager? Chi può immaginare l'annientamento di esseri umani per opera dei propri simili? Solo chi ha vissuto queste atrocità può credervi. Tutti coloro che sono passati attraverso l'esperienza del lager si interrogano allo stesso modo, per tutti nasce lo stesso sgomento e lo stesso pudore: chi crederà? Augusta, partigiana, arrestata dai fascisti e scambiata per ebrea, è inviata al campo di sterminio di Auschwitz dove subisce ogni sorta di violenza, compreso lo stupro. Nel marzo del 1945 dà alla luce una bambina con la quale arriva fortunosamente in Italia, dove trova il marito in fin di vita e i figli dispersi. La sua fibra forte e il suo coraggio non basteranno: morirà in un ospedale psichiatrico. A scrivere è una delle figlie.

N.Inv.: CN 4056 MODERNA 839.31362 FRANA*Diario : l'alloggio segreto, 12 giugno 1942-1 agosto 1944 / Anne Frank ; a cura di Otto Frank e Mirjam Pressler ; con la prefazione all'edizione del 1964 di Natalia Ginzburg ; traduzione di Laura Pignatti ; edizione italiana e appendice a cura di Frediano Sessi. - 3. ed. - Torino : Einaudi, [1999]. - XX, 337 p. ; 20 cm.(*Einaudi tascabili ; 552)www.internetbookshop.itIl "Diario" della ragazzina ebrea che a tredici anni racconta gli orrori del Nazismo torna in una nuova edizione integrale, curata da Otto Frank e Mirjam Pressler, e nella versione italiana da Frediano Sessi, con la traduzione di Laura Pignatti e la prefazione dell'edizione del 1964 di Natalia Ginzburg. Frediano Sessi ricostruisce in appendice gli ultimi mesi della vita di Anna e della sorella Margot, sulla base delle testimonianze e documenti raccolti in questi anni.

N.Inv.: CN 22947 MODERNA 839.31362 FRANA*Racconti / Anna Frank ; prefazione di Francesco Flora. - Bologna : Cappelli, stampa 1966. - 126 p. ; 20 cm. ((Trad. di E. D. Nissim.(*Universale Cappelli; 80)

N.Inv.: CN 10950 MAG “B” 515*Olocausto / Gerald Green. - [S.l.] : Club degli editori, stampa 1979. - 511 p. ; 21 cm.

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www.internetbookshop.it Una storia di odio, amore e sopravvivenza, che ha per protagonisti due giovani, uno tedesco e l'altro ebreo. Il diario parallelo delle loro esistenze, di chi si crede vincitore ed è sconfitto irrimediabilmente dalla storia, e di una vittima che invece riscatta con eroismo un popolo per il quale non è mai esistita pace. Il sacrificio di milioni di persone offerte al dio nazista e orgoglioso atto di fede nella vita e nella libertà rivolto alle coscienze di tutti gli uomini.

N.Inv.: CN 16721 MODERNA 843.914 GRIMPUn *segreto / Philippe Grimbert ; traduzione di Fabrizio Ascari. – Milano: Bompiani, 2005. - 156 p ; 21 cm.(*Narratori stranieri Bompiani)www.internetbookshop.itUn ragazzino esile e solitario, che ha passato l'infanzia con un fratello immaginario forte e spigliato, assiste a quattordici anni alla proiezione di un documentario sull'Olocausto. Turbato dalle immagini e disgustato dall'ironia antisemita del compagno di banco, finisce per picchiarlo. Tornato a casa, racconta l'accaduto all'anziana tata che, commossa dall'episodio, decide di raccontargli il segreto della sua famiglia: la madre, ebrea come il padre, dopo aver scoperto l'amore tra questi e la sorella, decise di sacrificarsi per la loro felicità e, durante le retate naziste contro gli ebrei, si lasciò catturare insieme al figlio. Il romanzo, autobiografico, è stato selezionato per il Prix Goncourt e il Prix Médicis 2004.

N.Inv.: CN 12380 MAG “B” 3138Il *tempo delle parole sottovoce / Anne-Lise Grobéty ; traduzione di Sergio Claudio Perroni. - Milano : Bompiani, 2002. - 78 p. ; 18 cm.(*AsSaggi di narrativa)www.internetbookshop.it Due bambini, figli di due amici inseparabili di vecchia data, si promettono a loro volta eterna amicizia, e giurano che niente potrà mai separarli. Ma arriva il tempo in cui non è possibile parlare a voce alta, si può solo sussurrare: i nazisti conquistano il potere, e uno dei due uomini, ebreo, è costretto a fuggire con la sua famiglia. Nella tragedia della storia si consuma così il dramma di una violenta separazione, incomprensibile per i due bambini. La famiglia ebrea viene deportata, ma riesce a lasciare agli amici la figlia più piccola, strappandola al suo atroce destino.

N.Inv.: CN 23071 MODERNA 813.54 HAASBLa *casa di Christina / Ben Haas. - Milano : Bompiani, 1979. - 457 p. ; 21 cm. ((Trad. dall'inglese di Adriana Dell'Orto.Europa, anni Trenta: si addensano all'orizzonte le nere nubi della guerra, mentre il nazismo dilaga. Nel mitico Bosco Viennese, dove indugia l'eco delle musiche di Mozart e di Strauss, sorge lo splendido Christina Hof, la villa che il generale Helmer ha dedicato alla giovane moglie scomparsa. La figlia Christa, che ha preso il suo posto, ne fa rivivere la bellezza e la grazia: la sua vita sembra destinata a svolgersi come nel “sogno di un valzer”, tra ricchi corteggiatori e amici fedeli. Ma premono tragiche imminenze, Hitler è alle porte, il Bosco Viennese rimbomba del cupo fragore della macchina di guerra e delle grida di vittime innocenti. Anche gli uomini non sembrano più gli stessi: Robert, l'affettuoso compagno d'infanzia di Christa, ha aderito al nazismo ed è pronto a uccidere per la maggior gloria del Reich; Josef, il brillante e frivolo banchiere ebreo, nasconde un pericoloso segreto; Lan, l'americano, è improvvisamente diventato il nemico. Batte, nella storia, l'ora di Hitler, e niente sarà più lo stesso, per nessuno.

N.Inv.: CN 6893 MAG “B” 2168La *moglie dell'ufficiale nazista : come una donna ebrea sopravvisse alla shoah / Edith Hahn Beer, Susan Dworkin. - Milano : Garzanti, 2001. - 267 p., [16] p. di tav. ; 21 cm.(*Memorie, documenti, biografie)www.internetbookshop.it "La moglie dell'ufficiale nazista" è una storia vera, il racconto in prima persona di una giovane donna ebrea che per sopravvivere alla Shoah decide di sposare un membro del partito nazista, che la protegga dalle persecuzioni. Edith Hahn è ebrea. Vive a Vienna, studia legge, ha un fidanzato, Pepi, che non è ebreo. All'arrivo della Gestapo lei e sua madre vengono trasferite nel ghetto. Ben presto si trova sola: la madre e un'amica deportate, Pepi troppo terrorizzato per aiutarla. Così strappa la stella gialla e fugge in Germania con documenti falsi. Nel 1942 incontra a Monaco Werner Vetter, devoto al Führer fiducioso nella vittoria totale, che si innamora di lei, la sposa e mantiene il segreto sulla sua identità.

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N.Inv.: CN MODERNA 813.6 HARMK *Finché le stelle saranno in cielo / Kristin Harmel. - Milano : Garzanti, 2012. - 363 p. ; 22 cm (*Narratori moderni)www.internetbookshop.it Dopo anni di matrimonio ora Hope si trova ad affrontare un divorzio, con una figlia adolescente che non ne vuole sapere della separazione dei genitori e riversa su di lei tutta la sua rabbia. Come se non bastasse, Matt, l’ex fidanzatino delle superiori, sembra tornato alla ribalta nell’intento di ricostruire il vecchio rapporto. La pasticceria ereditata dalla sua famiglia, il negozio che sua nonna Rose aveva aperto a Cape Cod quando si era trasferita lì da Parigi all’inizio degli anni Quaranta, è l’unica cosa che davvero le appartiene. Era stata proprio Rose a trasmetterle l’amore per i dolci e a insegnarle, sin da bambina, come realizzare soffici capecakes alla vaniglia, glasse al cioccolato, torte alla cannella, pains au chocolat e tutti gli altri manicaretti. Hope non avrebbe mai immaginato di dover lavorare in pasticceria, ma la morte improvvisa di sua madre e la malattia della nonna, l’avevano costretta a occuparsi del negozio. Al lavoro in pasticceria dedica tutte le sue energie, dalle prime ore del mattino fino a sera tardi, ma ora l’attività di famiglia rischia di andare in frantumi: il pagamento ritardato di alcune rate, i debiti e le difficoltà economiche degli ultimi anni, avevano spinto la banca a chiedere il rimborso del prestito concessole anni prima. L’unica prospettiva era vendere la pasticceria. Così, nel momento in cui la tempesta sembra abbattersi senza tregua su di lei, Hope decide di fare visita all’unica persona in grado di trovare sempre il giusto rimedio ai problemi: sua nonna. Nella casa di riposo in cui è ricoverata, Rose combatte ogni giorno la sua personale battaglia contro l’Alzheimer che le sta portando via la memoria, e quella è forse l’ultima occasione per rivelare a sua nipote il segreto che ha gelosamente serbato per anni. Con lo sguardo rivolto al cielo stellato, Rose svela alla nipote le sue origini ebraiche e le racconta di quando, a diciassette anni, impiegata in una pasticceria lungo la Senna, era stata costretta a fuggire e abbandonare la sua famiglia. Una volta giunta in America si era ricostruita una nuova vita e aveva perso completamente le tracce della sua famiglia. A quel passato remoto e sconosciuto appartiene però una promessa che Rose non ha dimenticato, sebbene non avesse mai più avuto modo di mantenerla. Turbata e sconvolta, ma determinata a realizzare l’ultimo desiderio di sua nonna, Hope decide di partire per Parigi. È lì, tra Place des Voges e le piccole viuzze del Marais, tra la vecchia Sinagoga e Rue des Rosiers, che Hope incontra Alain, l’unico dei fratelli di Rose sopravvissuto all’Olocausto, e l’unica persona in grado di darle delle risposte e mettere ordine nel passato della sua famiglia. Un passato cui appartiene anche Jacob, il grande amore di cui Rose non ha mai parlato a nessuno. Trovarlo prima che sua nonna se ne vada, sarà l’obiettivo principale di Hope. Un romanzo in cui il ricordo delicato e commovente di un evento tragico (quale la deportazione degli ebrei) si interseca con la storia di una giovane donna e della sua famiglia,una storia che insegna ai personaggi e ai lettori una lezione per la vita: l’amore – quello vero - resta, non si spegne, nonostante il destino avverso, le distanze e il tempo.

N.Inv.: CN 20452 MAG “B” 3269*Stella di pace / Jan De Hartog. - Milano : Sperling & Kupfer, [1987]. - 470 p. ; 20 cm.(*Pandora ; 350)

N.Inv.: CN 23456 MODERNA 839.81374 HASSS*Gestapo / Sven Hassel. - Milano : Club degli Editori, stampa 1984. - 415 p. ; 22 cm. ((Trad. di Maria Vasta Dazzi e Ottavio Di Renzo.

N.Inv.: CN 768 MAG “B” 2348*Diario 1941-1943 / Etty Hillesum ; a cura di J. G. Gaarlandt. - 2. ed. – Milano : Adelphi, 1997. - 260 p. ; 20 cm.(Gli *Adelphi ; 93)(scheda pubblicata per l'edizione del 1985) scheda di Rastello, L., L'Indice 1986, n. 1 Una giovane donna olandese affida, nel 1941, ad un diario la cronaca della sua complessa vicenda interiore. Mentre tutta l'Europa vive il dramma della persecuzione e delle deportazioni di massa, Etty Hillesum, ebrea e destinata a trovare la morte ad Auschwitz, narra con lucidità la sua avventura di liberazione spirituale e la conquista, attraverso le strettoie dell'occupazione nazista di una felicità che, ben lungi dal costituire una fuga dall'epoca, si traduce in arricchimento e forza vitale. Ai divieti imposti alla sua gente Etty risponde con una crescita incontenibile, in grado di dar forza e fiducia a chi le vive accanto; nelle sue pagine capaci di allegria, che nulla nascondono o addolciscono dell'orrore di quei giorni, la guerra e la storia esteriore affiorano gradualmente in funzione della tensione introspettiva, fino ad assumere un ruolo centrale come testimoni di riflesso della battaglia vittoriosa condotta da Etty

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Hillesum contro le loro forze. Nel diario è anche la storia della creazione di un'opera d'arte - che non nascerà - di cui l'autrice, conscia del suo talento, si sa capace ed a cui si prepara rigorosamente ponendo attenzione ad ogni brano della vita sua ed altrui e indagando la sostanza e le possibilità della scrittura. Il libro tradotto con enorme successo in tutto il mondo, sta diventando per molti un oggetto di culto a scapito, forse, della sua peculiarità e del suo vigore letterario.(recensione pubblicata per l'edizione del 1985) recensione di Gentiloni, F., L'Indice 1986, n. 6 "A volte vorrei rifugiarmi con tutto quello che ho dentro in un paio di parole. Ma non esistono ancora parole che mi vogliano ospitare. È proprio così. Io sto cercando un tetto che mi ripari ma dovrò costruirmi una casa, pietra su pietra. E così ognuno crea una casa, un rifugio per sé. E io mi cerco sempre un paio di parole" (pag. 67). Le ha trovate, Etty Hillesum, le parole che cercava, e per nostra fortuna ce le ha lasciate in un "Diario" che resta uno dei documenti più elevati di questo nostro secolo, stupendo e disgraziato. Donna. Amante. Ebrea. Intellettuale. Condannata a morte. Mistica. Altruista. È’ difficile, fra tutti questi attributi stabilire una graduatoria: sono tutti specificamente e originalissimamente suoi.Olandese di Amsterdam. Nata nel 1914, famiglia di media borghesia intellettuale. Comincia a scrivere il diario a 27 anni, nel marzo del 1941, quando i tedeschi già occupano l'Olanda. Nell'agosto del 1942 viene deportata nel campo di Westerbork (di smistamento, non di sterminio) dove rimane, lavorando all'ospedale e quindi con una certa libertà di movimento, fino al settembre 1943. Poi Auschwitz, dove viene ammazzata, sembra il 30 novembre 1943. Dal vagone piombato era riuscita a gettare una cartolina, raccolta e spedita da un contadino: "Abbiamo lasciato il campo cantando".Il diario Etty l'aveva lasciato ad un amico scrittore che, anche se sembra impossibile, per 38 anni non era riuscito a trovare un editore. Finalmente, nell'81, la prima edizione olandese, accompagnata da alcune lettere di Etty da Westerbork: subito 150.000 copie e ora le traduzioni in tutto il mondo. […][…] in una delle ultime lettere, Etty scrive ad un amico: "La miseria che c'è qui è veramente terribile - eppure alla sera tardi quando il giorno si è inabissato dietro di noi, mi capita spesso di camminare di buon passo lungo il filo spinato, e allora dal mio cuore s'innalza sempre una voce - non ci posso far niente, è così, è di una forza elementare - , e questa voce dice: la vita è una cosa splendida e grande, più tardi dovremo costruire un mondo completamente nuovo. A ogni nuovo crimine o orrore dovremo opporre un nuovo pezzetto di amore e di bontà che avremo conquistato in noi stessi. Possiamo soffrire ma non dobbiamo soccombere. E se sopravvivremo intatti a questo tempo, corpo e anima ma soprattutto anima, senza amarezza, senza odio, allora avremo anche il diritto di dire la nostra parola a guerra finita. Forse io sono una donna ambiziosa: vorrei dire anch'io una piccola parolina".

N. Inv.: CN 24959 MODERNA 813.6 HOUGS Il *mercante dei quadri perduti / Sara Houghteling ; traduzione di Massimo Ortelio. - Vicenza : Neri Pozza, [2008]. - 285 p. ; 22 cm.(I *narratori delle tavole)www.internetbookshop.it Il cielo di Parigi ha il colore grigio e slavato della cenere in questo primo mattino dell'agosto del 1944. Daniel e Max Berenzon, padre e figlio, sono tornati in Rue de La Boétie dopo un'assenza durata più di quattro anni. Erano scappati, insieme con migliaia di altri ebrei, quando i primi aerei della Luftwaffe erano comparsi nel cielo francese. Daniel Berenzon è tornato con un solo scopo: riprendere possesso della sua straordinaria collezione di quadri, esposta per anni nella sua rinomata galleria di Rue de La Boétie. Opere di rara maestria e di incalcolabile valore, soprattutto "Les amandes" il quadro che Manet dipinse al termine della sua vita, con il fisico ormai devastato dalla sifilide. Berenzon stranamente non ha mai osato vendere quest'opera, comprata nel lontano 1918 per trentamila franchi. Max, il giovane figlio ed erede del mercante, si ritrova invece a Parigi con una sola speranza nel cuore: rivedere Rose Clément, l'assistente di suo padre. Padre e figlio, tuttavia, si imbattono nella più crudele delle scoperte: l'intera collezione di quadri è stata trafugata e di Rose Clément non vi è nemmeno l'ombra. Per Max il ritrovamento dei quadri perduti diventa una vera e propria ragione di vita. Il giovane inizia a perlustrare ogni angolo della città alla ricerca dei quadri e di Rose Clément, e sulle tracce di un devastante segreto di famiglia.

N. Inv.: CN 20832 MODERNA 848.992 HUSTNUn *difetto impercettibile / Nancy Huston ; traduzione di Federica Aceto. - [Milano! : Rizzoli, 2007. - 309 p. ; 23 cm. www.internetbookshop.it Sol, Randall, Sadie ed Erra hanno sei anni. Vivono in luoghi e momenti lontani, ma le loro storie tornano tutte a Kristina, bambina nella Germania nazista poi divenuta famosa e geniale cantante. A unirli, più ancora del vincolo del sangue, è la violenza di una bugia che ha scavato un solco bruciante attraverso le generazioni. Solo squarciando il mistero delle vere origini di Kristina il filo spezzato della memoria potrà essere riannodato, e il presente acquisterà un senso che il passato si ostina a negargli. In un romanzo coraggioso e trascinante, vincitore del prestigioso Prix Femina, Nancy Huston intreccia i

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fili di quattro vite solo apparentemente distanti, per affrontare con i temi incandescenti dell'identità e della colpa.

N.Inv.: CN 4336 MAG “B” 2274La *pelle e le ossa / Georges Hyvernaud. - Casale Monferrato : Piemme, 2000. - 140 p. ; 20 cm.www.unilibro.it Una testimonianza vibrante e cruda di deportazione e di campo prigionieri durante la seconda guerra mondiale. Dall'esperienza autobiografica dell'autore, mobilitato nel 1939, deportato in Germania nel 1940, nasce questo romanzo che mette a nudo la sofferenza e l'orrore in un campo prigionieri nella Germania nazista.

N.Inv.: CN 5201 MAG "B" 4011 La *creatura di cenere di Buchenwald / Ivan Ivanji ; traduzione di Paola Buscaglione Candela. - Firenze : Giuntina, [2001]. - 123 p. ; 20 cm.(*Collana Schulim Vogelmann ; 87)www.giuntina.it1997: Weimar si prepara a diventare (nel 1999) capitale europea della cultura. A pochi chilometri di distanza, nell'ex campo di concentramento di Buchenwald, durante i lavori di restauro del crematorio, si scoprono settecento urne anonime, con ancora resti di cenere e frammenti di ossa. Su questo ritrovamento, l'Autore, lui stesso deportato giovanissimo a Buchenwald, imposta una singolare costruzione fantastica: dalle ceneri di quei morti ignoti si sviluppa una creatura misteriosa e inquietante, che degli individui che hanno contribuito a formarla conserva sentimenti, passioni, memorie. Dalla massa indistinta emergono voci singole che narrano come si compì il loro destino: ebrei, ma non solo; anche testimoni di Geova, comunisti, zingari, e una principessa italiana, Mafalda di Savoia, morta durante un bombardamento su Buchenwald. Alla narrazione di queste vite l'Autore intreccia sapientemente le realtà problematiche di oggi, sia della Germania riunificata, sia della sua tormentata patria, la ex Jugoslavia.

N.Inv.: CN 921 MODERNA 853.914 JANEH*Lezioni di tenebra : romanzo / Helena Janeczek. - Milano : A. Mondadori, 1997. - 202 p. ; 22 cm.(*Scrittori italiani)www.internetbookshop.it Helena Janeczek affronta il materiale autobiografico del difficile rapporto di una figlia con la propria madre amata e temuta. Ma dietro quella figura tanto ingombrante quanto imprendibile c'è l'ombra ancora più pesante di una catastrofe storica: quella madre, ebrea polacca, è sopravvissuta a Auschwitz, unica superstite, insieme al padre di chi racconta, di due famiglie.recensione di Bacigalupo, M., L'Indice 1998, n. 8Nata nel 1964 a Monaco di Baviera da genitori ebrei di origine polacca, Helena Janeczek si è trasferita in Italia nel 1983. […] Il tema dell'Olocausto, ripercorso da chi appartiene alla generazione venuta dopo, si intreccia e si complica con il problema del nevrotico rapporto tra una madre e una figlia. Il racconto nasce da un enigma da sciogliere. "Io, già da un pezzo, vorrei sapere un'altra cosa. Vorrei sapere se è possibile trasmettere conoscenze e esperienze non con il latte materno, ma ancora prima, attraverso le acque della placenta o non so come, perché il latte di mia madre non l'ho avuto e ho invece una fame atavica, una fame da morti di fame, che lei non ha più (...) Me lo chiedo per non dover pensare che l'esperienza dei campi di concentramento non solo non sia altissima, ma non sia affatto un'esperienza, che non si impari niente, che non si diventi né più buoni né più cattivi, e una volta che è passata è passata, ritratta nei più remoti recessi dell'anima dove logora, opprime, persiste".Il romanzo coinvolge la sensibilità contemporanea sul piano di altri drammi, come quelli della bulimia e dell'anoressia. Il cuore del libro è il viaggio compiuto insieme da madre e figlia: non conta qui certamente come viaggio in una Polonia trattata in maniera sbrigativa, e inappellabilmente bollata di antisemitismo. Conta invece la discesa agli inferi nell'ex campo di sterminio Auschwitz-Birkenau, che permette di incontrare la madre al centro del suo dramma.Elementi narrativi oculatamente scelti e distribuiti sostengono la coesione del testo e la sua coerenza, risolvono i passaggi tra presente e passato, tra nevrosi e storia: la fame, per esempio, veicola il rapporto tra madre e figlia, introduce il tema del campo di concentramento, funziona contemporaneamente come indice di colpa e come strategia della memoria; il motivo del passaporto si ripete nel passato e nel presente, si fa commento ironico, spia della paura trasmessa per via ereditaria, simbolo di un'irrimediabile non-appartenenza.

N.Inv.: CN 6043 MODERNA 843.914 JOFFJ

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Un *sacchetto di biglie / Joseph Joffo ; traduzione di Marina Valente. – Milano : Biblioteca Universale Rizzoli, 2000. - 285 p. ; 20 cm.(*Superbur narrativa ; 64)www.internetbookshop.it L'autobiografia di un ebreo che racconta la propria infanzia e le persecuzioni subite nella Francia occupata dai tedeschi duante la seconda guerra mondiale. Dalla fuga da Parigi alla ricerca di un rifugio fino alla salvezza definitiva avvenuta grazie all'intervento di un sacerdote cattolico, il coraggio di due fratelli disposti ad affrontare le situazioni più pericolose per salvarsi e le esperienze che li fanno maturare nonostante la giovane età.

N.Inv.: CN 2887 MAG “B” 3333La *lista di Schindler / Thomas Keneally ; traduzione di Marisa Castino. - 2. ed. - [Milano] : Frassinelli, 1996. - 391 p. ; 20 cm.www.internetbookshop.it Che cosa significava finire nella "lista di Schindler"? Chi era in realtà Oskar Schindler, giovane industriale tedesco cattolico e corteggiatore di belle donne? Basandosi anche sulle testimonianze di quanti lo conobbero, Keneally ricostruisce la vita straordinaria di questo personaggio ambiguo e contraddittorio. Ritenuto da molti un collaborazionista, Schindler sottrasse uomini, donne e bambini ebrei allo sterminio nazista, trasferendoli dai lager ai suoi campi di lavoro in Polonia e in Cecoslovacchia, dove si produceva materiale bellico. Così, fornendo armi al governo tedesco e versando enormi somme di denaro, Schindler salvò migliaia di persone. Resta però un mistero il motivo che lo spinse a intrprendere quella sua personale lotta al nazismo.

N.Inv.: CN 23192 GIALLO 823.914 KERRP*A fuoco lento / Philip Kerr. - Bagno a Ripoli : Passigli, c2008. - 405 p. ; 22 cm. ((Trad. di Luca Merlini.(*Passigli narrativa)www.internetbookshop.it Buenos Aires, 1950. Costretto a fuggire sotto falso nome perché erroneamente ricercato dagli Alleati come criminale di guerra, Bernie Gunther - il popolare detective protagonista della serie 'Berlin Noir', convinto antinazista arruolato forzatamente nelle SS e vittima di uno scambio di persona - sbarca sotto falso nome con Adolf Eichmann nella capitale argentina. Ricevuto dallo stesso Perón e dalla moglie Evita, Gunther svela la sua vera identità e viene riconosciuto dal capo della polizia locale come il famoso investigatore berlinese e costretto a mettersi al lavoro sul brutale omicidio di una giovane e sulla scomparsa di una ragazza appartenente a un'importante famiglia tedesco-argentina. Le modalità del feroce delitto a sfondo sessuale, identiche a due casi irrisolti sui quali Gunther ha indagato negli anni Trenta a Berlino, e l'appartenenza della ragazza scomparsa all'alta borghesia tedesco-argentina filonazista, paiono indicare che le indagini vadano condotte all'interno della numerosissima colonia dei rifugiati nazisti, e quindi Bernie Gunther sembra l'uomo perfetto per infiltrarsi in quel mondo spietato di criminali avventurieri che nascondono il proprio passato.

N.Inv.: CN 12595 MAG "B" 3982*Essere senza destino / Imre Kertesz ; Traduzione di Barbara Griffini. – Milano : Feltrinelli, 1999. - 223 p. ; 23 cm.(I *narratori)www.internetbookshop.it Gyurka non ha ancora compiuto quindici anni, quando una sera deve salutare il padre costretto a partire per l'Arbeitsdienst. Alla domanda perché agli ebrei venga riservato un simile trattamento, il ragazzo rifiuta di condividere la risposta religiosa, "questo è il volere di Dio". Perché dovrebbe esserci un senso in tutto questo? Poco dopo Gyurka viene arruolato al lavoro forzato presso la Shell, e da lì, un giorno, senza spiegazione, viene costretto a partire per la Germania. La voglia di crescere, di vedere e imparare, l'impulso vitale di questo ragazzo sono così marcati e prorompenti, che la sua "ratio" trova sempre una buona ragione perché le cose avvengano proprio in quel modo e non in un altro.Essere senza destino ripercorre l'esperienza dell'autore ed è uno dei libri più intensi sul mondo concentrazionario. Il suo fascino e la sua forza nascono dal presentare l'uomo nella sua più cruda e drammatica essenzialità, con l'ironia che può avere solo chi è scampato, il disincanto di chi non si appoggia a risposte precostituite e la saggezza che nasce da un profondo amore per la vita.

N.Inv.: CN 991 MAG “B” 1442*Yossl Rakover si rivolge a Dio / Zvi Kolitz ; Traduzioni di Anna Linda Callow e Rossella Carpinella Guarneri ; [a cura di Paul Badde e con un saggio di Emmanuel Levinas]. - 3. ed. -

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Milano : Adelphi, 1997. - 91 p. ; 18 cm. ((In appendice: Zvi Kolitz / di Paul Badde ; Amare la Torah piu di Dio / di Emmanuel Levinas.(*Piccola biblioteca Adelphi ; 393)www.internetbookshop.it Nel settembre 1946 una rivista di Buenos Aires in lingua yiddish pubblicava questo libro presentandolo come l'ultimo messaggio scritto da un combattente del ghetto di Varsavia mentre il cerchio della morte si stringeva intorno a lui. Pochi conoscevano allora con precisione la storia della rivolta ebraica a Varsavia e della atroce tragedia che con essa si consumò, ma subito il testo dell'ignoto combattente, che, simile a un nuovo Giobbe, chiama in causa il Signore e il suo silenzio di fronte al trionfo dell'orrore, cominciò una lunga e singolare peregrinazione per il mondo, giungendo in Israele e in Germania. Quando il vero autore si fece vivo presentandosi come ebreo lituano emigrato in Palestina allo scoppio della guerra, iniziarono grandi dispute.recensione di Cases, C., L'Indice 1998, n. 1[…] Yossi, "figlio di Dovid Rakover di Tarnopol, discepolo del rebbe di Ger e discendente dei giusti, dotti e santi delle famiglie Rakover e Meisls" non è mai esistito, è un prodotto della fantasia di Zwi Kolitz, ebreo lituano che per sua fortuna era partito dalla cittadina di Alytus per Israele insieme a quasi tutta la sua famiglia poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Gli ebrei lituani, i "litvak", hanno avuto uno strano destino: vissuti per settecento anni accanto agli autoctoni senza la minima frizione, preservati dall'irrigidimento teologico dal grande rabbino illuminista, il "gaon* di Vilna, furono massacrati da un improvviso risveglio di antisemitismo prima ancora che arrivassero i carnefici delle SS (un processo che non è stato ancora ben spiegato nel suo meccanismo psicologico). Ma quando questo accadde Kolitz era al sicuro in Palestina (come allora si diceva) a Gerusalemme, apparteneva al movimento sionista di destra di Jabotinskij (che ebbe rapporti anche con Mussolini), poi appartenne al gruppo terroristico Irgun come agente segreto e a un certo momento fu spedito a Buenos Aires. Qui ebbe le prime notizie sicure sullo sterminio degli ebrei e scrisse il falso testamento di Yossi Rakover, supposto resistente del ghetto di Varsavia.In che lingua lo scrisse? Probabilmente in yiddish (lingua in cui è riportato il titolo originario) perché apparve la prima volta nella "Jiddische Zeitung" di Buenos Aires. Ma poi fu tradotto in varie lingue, anche senza il nome dell'autore, fino all'edizione tedesca su cui sembra esemplata questa italiana a cura di Paul Badde. Costui, innamoratosi del testo, non ha avuto pace finché non ne ha ricostruito tutta la storia e non si è trovato di fronte all'autore, Zwi Kolitz, in carne e ossa. Il quale non aveva mai rinnegato la paternità dell'operetta, lasciando che raggiungesse da sola la gloria dell'anonimato. In tale veste l'aveva conosciuta un filosofo famoso, Emmanuel Lévinas, che ci ha scritto sopra un saggio riportato in appendice in versione italiana. Lévinas era troppo intelligente per non capire che si trattava di una "finzione letteraria", ma proprio questa finzione gli serviva per fare di Yossi Rakover il rappresentante di tutte le vittime ebraiche. Poiché, dice Lévinas, che cosa significa questa sofferenza degli innocenti? "Non testimonia forse di un mondo senza Dio...? La reazione più semplice, la più comune sarebbe una scelta di ateismo. E sarebbe anche la più giusta per tutti coloro ai quali un dio un po' elementare ha finora distribuito premi, inflitto sanzioni o perdonato errori". Il dio che affanna e suscita, che atterra e che consola, sarebbe dunque un dio "un po' elementare", da lasciare ai cristiani o agli ebrei cristianeggianti come Simone Weil, per cui Lévinas sembra nutrire una particolare avversione. Il vero Iddio è quello che torce il volto dall'uomo e lo lascia alla sua follia omicida. E il vero popolo eletto è quello che si compiace di essere massacrato, poiché i giusti sono sempre vittime.Si coglie qui la vera ragione del successo di Yossi Rakover. Egli è l'incarnazione di quel masochismo ebraico che accetta la persecuzione come un destino naturale o addirittura voluto da Dio. All'orizzonte si profila la figura di Giobbe, sennonché Giobbe è un uomo singolo, non è una parte del genocidio. È questo che va rifiutato in blocco, così come lo rifiutava il sionista ateo Simhah Guterman o anche il terrorista religioso Zwi Kolitz. O come Primo Levi dichiarava che se fosse stato Dio avrebbe sputato a terra la preghiera di quell'ebreo che lo ringraziava perché non era stato selezionato per la morte. Ci vuole l'improntitudine di un filosofo come Lévinas o come Hans Jonas, autore della teoria per cui Dio sta evolvendo e presto sarà maturato abbastanza per essere buono, o ci vuole la parabola raccontata a Yossi Rakover dal suo "rebbe" dell'ebreo che fuggendo dalla Santa Inquisizione capita su un'isola deserta dove perde la moglie e il figlio e leva i pugni contro il Signore spiegandogli che può continuare a perseguitarlo finché vuole perché tanto lui non l'abbandonerà mai: ci vuole un atteggiamento di questo genere per confondere le piaghe di Giobbe con l'acido prussico e immaginare che Dio si diverta ogni tanto a far fuori il suo popolo con la tecnologia e la burocrazia. Eppure l'abitudine alla persecuzione è talmente inveterata che queste assurdità sono possibili e corrodono le migliori teste filosofiche. Se le cose stanno così, non si capisce perché i cristiani si diano tanto da fare per farsi perdonare i loro misfatti contro gli ebrei. Se la sono voluta loro, e non perché abbiano ammazzato Gesù, ma perché sono sempre pronti a espiare i delitti altrui.Quanto a Zwi Kolitz, dopo aver lanciato nel mondo il messaggio del masochismo ebraico, sembra che stia benissimo a Long Island con la seconda moglie Mathilde. Ha vissuto molte vite "nei ruoli più diversi: come giornalista, scrittore, propagandista, oratore, regista cinematografico, uomo d'affari, agente segreto, produttore, insegnante, docente universitario e come geniale "fundraisender" per la causa d'Israele". Ha girato non so quanti film e scritto non so quanti libri, "tutti esauriti". A casa sua, su un cassettone c'è una foto "in una cornice d'argento che lo ritrae in Messico nei primi anni Cinquanta,

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vestito con un completo di lino bianco alla maniera di Carlos Gardel, il re del tango dalla leggendaria eleganza: un giovanotto sfacciatamente bello, l'aria da uomo di mondo, o da avventuriero". Così il Badde nella sua postfazione, lunga cinquanta pagine contro le neanche quindici del testo che introduce (e che stava tutto in una pagina di giornale), sia perché bisogna raggiungere un numero di pagine sufficienti per fare un libro, sia perché Kolitz è già tanto leggendario quanto il re del tango mentre Badde senza la lunga storia di come l'ha scoperto sarebbe un Carneade qualsiasi. Non a torto egli conclude, parlando di Kolitz e di sua moglie: "Considero la loro amicizia un dono del cielo". La casa editrice Adelphi è stata accusata di antisemitismo per aver pubblicato un famoso libretto di Léon Bloy. Come la mettiamo con questo che apparentemente non è antisemita, ma in realtà è peggio di Bloy? L'unico modo di redimersi è di pubblicare tutte le altre opere di Zwi Kolitz, sceneggiature comprese. Il "tutto esaurito" è assicurato.

N.Inv.: CN 22680 MODERNA 823.92 KURZM Il *bambino senza nome / Mark Kurzem. - Casale Monferrato : Piemme, 2009. - 446p. ; 21 cm.www.internetbookshop.it Mark ha da poco iniziato la sua vita da ricercatore a Oxford quando suo padre Alex bussa alla sua porta con un angoscioso segreto da confessare. I brandelli di quel segreto sono rinchiusi in una logora valigia che custodisce i ricordi evanescenti e ossessionanti che per quasi settant'anni suo padre ha cercato di seppellire nell'oblio. Tocca a Mark ora aiutare suo padre a ricostruire la sua storia, l'epopea di un bambino bielorusso ebreo di cinque anni che è scampato avventurosamente allo sterminio della sua famiglia e del suo villaggio, ha vagato per nove mesi da solo nei boschi, tra la neve e i lupi, è stato catturato da un'unità lettone filonazista, è stato portato davanti al plotone di esecuzione e lì, le spalle contro il muro della scuola, ha rivolto al sottoufficiale che stava per premere il grilletto una strana, perfetta domanda da bambino: "Puoi darmi un pezzo di pane, prima di spararmi?". È stata quella strana domanda a salvargli la vita. Le SS che decidono di prendere quel bambino dai capelli biondissimi e dagli occhi cerulei come loro mascotte, per farne un modello di soldato bambino da utilizzare per la propaganda. Le giornate trascorse a lustrare scarpe. Ora vuole ricordare Alex, ritrovare le sue radici, la sua famiglia, il suo passato, vuole sapere tutto, anche il suo nome, perché quello con cui è cresciuto, si è sposato, ha generato tre figli, Alex Kurzem, non è che il nome falso che gli diedero su un foglio di via.

N.Inv.: CN 19732 MODERNA 813.54 LAVIMLa *prima vita di Heshel Rosenheim / Michael Lavigne ; traduzione di Isabella Vaj. - Casale Monferrato : Piemme, 2007. - 334 p. ; 21 cm. www.internetbookshop.it Quando suo padre Heshel, anziano e malato di Alzheimer, gli affida un vecchio scatolone con i suoi diari, Michael si rende conto che rivangare il passato del suo vecchio è davvero l'ultima cosa che desidera. Ma quando vince la riluttanza e sfoglia le pagine del primo diario, la sorpresa è assoluta. Le memorie di suo padre, emigrato sopravvissuto ai campi di concentramento in Polonia, membro benemerito della comunità ebraica del New Jersey e ortodosso praticante, sono scritte in tedesco. La lingua del nemico. Una lingua che Michael ha studiato all'università, quasi per scrollarsi di dosso con dispetto tutto quel retaggio ebraico e che ora, ordinata nella calligrafia antica a lui così ben nota, gli racconta una storia inverosimile e assolutamente sconvolgente. Il vero nome di suo padre non è Heshel Rosenheim. È Heinrich Mueller. Suo padre è stato a Bergen Belsen, ma non era un deportato. Era un SS. Quello che si spalanca di fronte a Michael è un abisso di incertezza. È possibile per un uomo nascondere per una vita intera la propria identità? Può un complice del genocidio più atroce della storia avere gli stessi lineamenti di un mite ebreo virtuoso? E mentre Michael cerca di ricostruire l'elusivo passato del padre, si ritrova a fare i conti anche con il proprio, camminando come un funambolo su un filo teso fra realtà e finzione, paura e amore, colpa e perdono.

N.Inv.: CN 22679 MODERNA 853.914 LEVILUna *bambina e basta / Lia Levi. - Roma : E/O, 1997. - 121 p. ; 18 cm.(*Tascabili E/O ; 92)www.internetbookshop.it Questo racconto è un gioiello. Ha vinto nel 1994 il Premio Elsa Morante-Opera Prima ed è molto diffuso anche nelle scuole, dove viene letto con passione. È la storia di una bambina ebrea e del suo rapporto con la madre. La piccola viene nascosta in un convento cattolico alle porte di Roma per sfuggire alla deportazione. È attratta dal dio «buono dei cristiani e non da quello sempre arrabbiato degli ebrei», dalla sicurezza di quel mondo cattolico non minacciato, da una lieve vertigine mistica ambiguamente incoraggiata da qualche monaca, dalla speranza d’interpretare la Madonna alla recita di Natale. Ma quando è a un passo dall’abbracciare la nuova fede, interviene la madre, «tigre, leonessa, che ha poco

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tempo per libri e sinagoghe perché deve difendere le figlie», la loro vita ma anche la loro identità minacciata. Solo a guerra terminata potrà dire alla figlia: tu non sei una bambina ebrea, sei una bambina e basta.

N.Inv.: CN 24283 MODERNA 853.914 LEVIL La *sposa gentile / Lia Levi. - Roma : E/O, 2010. - 212 p. ; 21 cm.(*Dal mondo. Italia)www.internetbookshop.it Mentre fra mille luminarie si festeggia l'arrivo del '900, Amos, giovane banchiere ebreo di una cittadina piemontese, fa a se stesso una promessa per il nuovo secolo: diventare qualcuno e mettere su una solida famiglia patriarcale. Il destino però lo costringerà a giocare con altre carte. L'irrefrenabile passione per Teresa, una contadina cristiana del luogo, lo metterà di fronte all'ostracismo della comunità ebraica. Ma Teresa non vuole che il suo uomo debba soffrire per causa sua. Nell'amore fideistico e assoluto che prova per lui ingloba anche la sua religione: vuole a tutti i costi diventare ebrea. La storia di questa donna originale e commovente si snoda fino al terribile 1938 delle leggi razziali fasciste, attraverso la ricostruzione avvincente delle vicende familiari, dei cambiamenti politici e di costume dell'Italia.

N.Inv.: CN 2818 MAG “B” 3517*Se non ora, quando? / Primo Levi. - Torino : Einaudi, c1992. - 271 p. ; 20 cm.(*Einaudi tascabili ; 96)www.einaudi.itGli ebrei che combatterono contro il nazifascismo in tutta Europa furono centinaia di migliaia. In questo romanzo Primo Levi racconta le avventure drammatiche e vere di quei partigiani ebrei polacchi e russi che resero colpo su colpo a chi tentò di sterminarli. Dalle foreste della Russia Bianca attraverso incontri, separazioni, battaglie, stretti da vincoli fraterni e da passioni contrastate, i protagonisti di questa interminabile epopea percorrono la Polonia e la Germania, e raggiungono tra molte peripezie le vie della vecchia Milano. Venato di comicità sottile e mai incline a compiaciute descrizioni, Se non ora, quando?, il primo, vero romanzo dell'autore di Se questo è un uomo, si è imposto al grande pubblico, vincendo, quando uscì nel 1982, il Premio Campiello e il Premio Viareggio.

N.Inv.: CN 23974 MODERNA 853.914 LEVIP*Se questo è un uomo / Primo Levi ; postfazione di Cesare Segre. - Torino : Einaudi, 2005. - 209 p. ; 21 cm.(*SuperET)it.wikipedia.org Romanzo autobiografico di Primo Levi scritto tra il dicembre 1945 ed il gennaio 1947. Rappresenta la coinvolgente ma riflettuta testimonianza di quanto fu vissuto in prima persona dall'autore nel campo di concentramento di Auschwitz. Levi ebbe infatti la fortuna di sopravvivere alla deportazione nel campo di Monowitz - lager satellite del complesso di Auschwitz e sede dell'impianto Buna-Werke proprietà della I.G. Farben.Il testo venne scritto non per vendetta, ma come testimonianza di un avvenimento storico e tragico. Lo stesso Levi diceva testualmente che il libro era nato fin dai giorni di lager per il bisogno irrinunciabile di raccontare agli altri, di fare gli altri partecipi ed è scritto per soddisfare questo bisogno. Il romanzo, durante la sua genesi, fu comunque oggetto di rielaborazione. Al primo impulso da parte di Levi, quello di testimoniare l'accaduto, seguì un secondo, mirato ad elaborare l'esperienza vissuta, il che avvenne grazie ai tentativi, da parte dell'autore, di spiegare in qualche modo l'incredibile verità dei lager nazisti.Le riflessioni dell'autore permettono al lettore di immedesimarsi con il protagonista ed affiancarlo idealmente nella sua esperienza. Per questo, la lettura del libro è un'esperienza intensa per il lettore, il quale rivive insieme all'autore tutta la sofferenza di quei giorni. Si tratta inoltre di una esperienza che porta alla riflessione e che non di rado fa sorgere delle domande. Per esempio, il lettore sarà spesso stupito dal fatto che nel libro si stenta a trovare un giudizio morale negativo nei confronti di chicchessia. Si cercherà quindi invano una qualche espressione di rancore nei confronti del nazismo. La mancanza di sentimenti del genere fece parlare di un modo di scrivere classico, che poneva Levi tra i grandi della letteratura. Primo Levi spiegò in seguito ai lettori che era sua intenzione quella di mantenere un approccio razionale, assumendo il ruolo del testimone e lasciando al lettore il compito di formarsi un'opinione sull'accaduto. Nondimeno, come riportato nell'appendice al romanzo, a Levi venne chiesta una spiegazione sull'origine dell'antisemitismo nazista. Questa, secondo l'autore, andava inquadrata in un fenomeno più ampio, quello dell'ostilità sviluppata nei confronti dei diversi.Il lettore intuisce che l'esperienza del lager può simboleggiare, in qualche modo, un qualcosa di più ampio che può arrivare ad abbracciare l'intero mondo della condizione umana, tematica del resto indicata dal titolo del romanzo.

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N.Inv.: CN 8242 MAG "B" 3978 *Se questo è un uomo ; La tregua / Primo Levi. - Torino : Einaudi, c1989. – 362 p. ; 20 cm.(*Einaudi tascabili ; 2)www.internetbookshop.it Testimonianza sconvolgente sull'inferno dei Lager, libro della dignità e dell'abiezione dell'uomo di fronte allo sterminio di massa, "Se questo è un uomo" è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza già classiche. Levi, ne "La tregua", ha voluto raccontare anche il lungo viaggio di ritorno attraverso l'Europa dai campi di sterminio: una narrazione che contempera il senso di una libertà ritrovata con i segni lasciati dagli orrori sofferti.

N.Inv.: CN 17398 MAG "B" 3869I *sommersi e i salvati / Primo Levi. - Torino : Einaudi, 1986. - 167 p. ; 20 cm.(Gli *struzzi ; 305)www.internetbookshop.it Quali sono le strutture gerarchiche di un sistema autoritario e quali le tecniche per annientare la personalità di un individuo? Quali rapporti si creano tra oppressori e oppressi? Chi sono gli esseri che abitano la "zona grigia" della collaborazione? Come si costruisce un mostro? Era possibile capire dall'interno la logica della macchina dello sterminio? Era possibile ribellarsi? E ancora: come funziona la memoria di una esperienza estrema? Le risposte dell'autore di Se questo è un uomo nel suo ultimo e per certi versi più importante libro sui Lager nazisti. Un saggio per capire il Novecento e ricostruire un'antropologia dell'uomo contemporaneo.

N.Inv.: CN 4932 MAG “B” 2759L'*ultimo Natale di guerra / Primo Levi ; a cura di Marco Belpoliti. - Torino : Einaudi, [2000] (stampa 1999). - 141 p. ; 22 cm. ((Scelta di racconti.www.internetbookshop.it Il volume raccoglie i racconti "dispersi" scritti dall'autore di "Se questo è un uomo" tra il 1977 e il 1987. A testi che rimandano a opere precedenti (dal "Sistema periodico" alle "Storie naturali") se ne intrecciano altri che segnano due direzioni di scrittura nuove, quella "fantastica" e quella umoristico-naturalistica. La raccolta era stata pubblicata per la prima volta nel 2000, nei "Supercoralli".Raccogliere in un solo libro i racconti che Primo Levi scrisse nell'ultimo decennio della sua esistenza significa compiere una scelta importante, quella di dar forma unitaria agli scritti che, pur rappresentando l'ultima, fondamentale produzione di Levi, finora si potevano trovare soltanto in opere separate. La scelta di riunire le storie pubblicate in tali opere non solo dà compattezza agli scritti cui Primo Levi si dedicò per un intero decennio, stabilendo per la prima volta un'edizione completa, ma permette al lettore di seguire, lungo un percorso coerente, lo sviluppo narrativo e stilistico dell'ultimo Primo Levi.

N.Inv.: CN 1215 MODERNA 853.914 LEVIPLa *tregua / Primo Levi. - Torino : Einaudi, stampa 1997. - 259 p. ; 20 cm.(*Einaudi tascabili ; 425)www.unilibro.itLevi ha voluto raccontare anche il lungo viaggio di ritorno attraverso l'Europa dai campi di sterminio: una narrazione che contempera il senso di una libertà ritrovata con i segni lasciati dagli orrori sofferti.

N.Inv.: CN 22313 MODERNA 843.92 LITTJLe *benevole / Jonathan Littell ; traduzione di Margherita Botto. - Torino : Einaudi, [2008]. - 953 p. ; 21 cm.www.internetbookshop.it Nato in Alsazia da padre tedesco e madre francese, Maximilien Aue dirige sotto falso nome una fabbrica di merletti nel nord della Francia. Svolge bene il suo lavoro, è un uomo preciso ed efficiente. Preciso ed efficiente, del resto, lo era stato anche negli anni del nazismo, quando fra il 1937 e il 1945, aveva fatto carriera nelle SS in Germania. Pur essendo un nazionalsocialista convinto, il giovane e brillante giurista era entrato per caso nel corpo, punta di diamante del Reich hitleriano: fermato dalla polizia dopo un incontro omosessuale, aveva accettato di arruolarsi per evitare la denuncia. Nel 1941 Max è sul fronte orientale, dove dà il suo contributo al genocidiodi ebrei, zingari e comunisti. Al crepuscolo del nazismo, viene in aiuto a Max il suo bilinguismo: assumendo l'identità di un francese deportato in Germania, riesce a fuggire. Trascinato dalla corrente della storia e inseguito da fantasmi che, come furie benevole dei greci, le eumenidi, cercano vendetta, Max Aue è parte di noi, la parte più nera.

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N.Inv.: CN 1570 MAG “B” 2375*Cioccolata da Hanselmann / Rosetta Loy. - Milano : Biblioteca Universale Rizzoli, 1997. - 217 p. ; 20 cm.(*BUR. La scala)www.internetbookshop.it Anni Trenta: un uomo, un giovane scienziato ebreo di cui due sorellastre, Isabella e Margot, sono entrambe innamorate. La serenità di un tranquillo rifugio in Svizzera non riesce a cancellare gli orrori della guerra e delle persecuzioni razziali, né a evitare una violenta ribellione contro il ricatto, una scomparsa misteriosa e un epilogo che è un sorprendente antefatto.recensione di Roat, F., L'Indice 1995, n. 8 recensione pubblicata per l'edizione del 1995 Ritengo che siano le categorie interiori del tempo e dello spazio le autentiche benché astratte protagoniste dell'ultimo romanzo della Loy, non già questa o quella tra le figure di donne che grazie a tali parametri tracciano lungo il romanzo il grafico della loro vita affettiva. In altri termini, che in primo piano stiano le modalità in cui la dimensione del tempo è esperita da parte dei personaggi femminili […] Grazie alla miniatura della sua prosa lieve, sempre sobria e misurata ma attenta al dettaglio allusivo come alla precisione dei particolari, la Loy percorre le metamorfosi e i dolori delle sue donne ricomponendo frammenti di storie quasi li riesumasse attraverso un rammentare autentico, sfumandone i ritratti e sospendendone qua e là le vicende, vuoi per lasciare a noi lettori il gusto di immaginarne i destini, vuoi nella consapevolezza di come sia illusorio credere di poter ritrovare davvero il tempo perduto, in quanto "niente nei luoghi come nei ricordi resta indenne da quel tarlo che si chiama memoria". E saranno proprio le pagine conclusive a ribadire la dimensione aperta, circolare e metamorfica di questa storia al femminile che nel cuore del libro si tinge anche di giallo, con l'escamotage di un omicidio per dubbia legittima difesa - contraltare al genocidio nazista - perpetrato dalla vittima Arturo, sulle cui vicissitudini nella Francia di Vichy peraltro la trama si sfilaccia e allenta sin troppo in una parentesi eccessiva che nuocerebbe persino a un romanzo storico.Se infatti solitamente un epilogo chiude una vicenda o la sospende ineluttabilmente, la scelta d'intreccio della Loy è originale, in quanto il capitolo finale proietta all'indietro il lettore in un tempo e un luogo che hanno e non hanno a che fare con la vicenda narrata: un momento anteriore, riferito all'infanzia delle due sorelle, dove si respira un'atmosfera quasi idillica di momentanea sospensione di ogni inquietudine (ma è un'assenza di drammaticità che suona tuttavia sottilmente ambigua proprio in quanto già sappiamo dei dolori a venire). Così nelle ultime righe una rivelazione allusiva e trasversale ci induce a ripercorrere tutto quanto il romanzo per coglierne la dimensione intimistica - direi quasi contemplativa, intessuta com'è di empatia e insieme di distacco - di racconto-itinerario attraverso le metamorfosi dell'esistenza: dalla vita di relazione a quella solitaria, infine all'accettazione come testimonianza di un comprendere che non ardisce a porsi come risolutivo, ma piuttosto quale consapevolezza della transitorietà e finitudine di ogni esperienza.

N.Inv.: CN 1569 MAG “B” 2377La *parola ebreo / Rosetta Loy. - Torino : Einaudi, 1997. - 156 p. ; 19 cm.(Gli *struzzi ; 487)www.internetbookshop.it "La parola ebreo" di Rosetta Loy ci riporta al clima degli anni in cui la sua famiglia, cattolica, e una certa borghesia italiana, accettarono le leggi razziali senza avere coscienza della tragedia che si stava compiendo. L'autrice ritrova i segni misteriosi e ambigui di quella quotidianità vissuta al riparo della storia e si insinua nelle pieghe dei fatti raccontando, con l'aiuto di lettere, dichiarazioni, discorsi, i passaggi cruciali di un periodo in cui nessuno è stato capace di opporsi alla follia nazista."Brucia dirlo, ma un orlo nero segna i nostri giorni incolpevoli, senza memoria e senza storia". Attraverso i suoi ricordi personali di bambina, Rosetta Loy fa rivivere il clima di tranquilla indifferenza in cui la sua famiglia e una certa borghesia, pur non schierata con il fascismo e anzi culturalmente lontano da esso, ha permesso che la persecuzione antisemita continuasse il suo tragico percorso. Sullo sfondo, la bella casa romana, i giochi e le merende, le vacanze in montagna a Cortina, la villa di campagna in Monferrato, l'allegria di un'infanzia in cui la storia irrompe per caso.recensione di Sarfatti, M., L'Indice 1997, n. 7Rosetta Loy racconta la persecuzione degli ebrei, avvenuta quando lei era una bambina italiana come tante. E racconta quei suoi giorni "incolpevoli, senza memoria e senza storia", mentre la persecuzione colpiva gli ebrei italiani, con alcuni dei quali lei condivideva le scale o il pianerottolo. Il risultato è un libro che attiene sia al comparto letterario (al quale Loy senz'altro appartiene) sia a quello saggistico (come tale, ad esempio, è stato repertoriato nella classifica delle vendite di "Repubblica").Ma, nelle incertezze delle pertinenze, sembra preferibile constatare che l'autrice ha scritto (oggi) il diario che le sarebbe piaciuto avere scritto (ieri) se solo qualcuno dei suoi adulti l'avesse informata di ciò che (oggi) ha scoperto essere accaduto: l'antiebraismo e la sua concretizzazione. Questo complesso intreccio di ricordo, narrazione, apprendimento e divulgazione (a se stessa e agli altri) rende "La parola ebreo" assai originale.Nel suo precedente "Cioccolata da Hanselmann" (Rizzoli, 1995; cfr. "L'Indice", 1995, n. 8), Loy aveva

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aperto una prima rilevante finestra sulla vicenda persecutoria, integrandola nella trama del romanzo, e derivando da essa il contrasto tra giustizia (personificata dal protagonista ebreo) e amore pietoso (personificato da una delle protagoniste cattoliche).In quella sede esso era rimasto irrisolto, per lo meno sul piano dell'esplicitazione. Nella nuova opera manca ancora una chiara affermazione al riguardo, ma è l'intero progetto del libro a esprimere la necessità esistenziale della giustizia, ebraica o non ebraica che sia.Scorrono così, lungo le pagine, una vita scolastica e familiare "normale", che non ha modo di comprendere cosa accade realmente ai "portatori" (innocenti e innocui) della "parola ebreo", e una vita di crescente differenziazione e crescente persecuzione, che spinge più volte Loy (la diarista di oggi) a parlare di "loro" (i perseguitati), e quindi anche di "noi" (i non perseguitati). A capo dei quali "noi" l'autrice colloca non il duce e non il re, ma il terzo adulto dominante del paese (e per lei principale): il papa, più precisamente quel Pio XII che il 18 ottobre 1943 "non è comparso bianco e ieratico alla stazione di Trastevere per mettersi davanti al convoglio fermo sul binario e impedirne la partenza, così come era apparso tra la folla il giorno del bombardamento di San Lorenzo".La distinzione tra "loro" e "noi" risulta al lettore odierno spiacevole e talora irritante, ma non costituisce una forzatura relativamente agli anni narrati in questo diario ricostruito. Nota Loy che, varata la persecuzione dei diritti degli ebrei, "nelle mie giornate nulla è cambiato". Così, allora, i "loro" e i "noi" furono separati e si separarono, andando incontro a prospettive distinte.Queste furono riunificate dalla vittoria congiunta degli Alleati e della Resistenza; ma la conseguente riunificazione dei diritti e delle speranze non è poi stata affiancata e arricchita dalla riunificazione delle memorie, rimaste prevalentemente divise. I "loro" conservano la memoria indelebile di un fascismo divenuto antisemita, di un Pio XII "silente" e "assente", di una Repubblica sociale italiana programmaticamente antisemita; i "noi" ritengono troppo spesso di poter proporre una "pacificazione" tra persecutori e perseguitati senza chiedere ai primi di ammettere esplicitamente e rinnegare totalitariamente tale loro esperienza, o invece riconducono gli eventi di quegli anni a un contrasto e a una guerra di carattere civile aventi come attori o spettatori solo i "noi". Rosetta Loy si riappropria, con ardore e con giustizia, della vita e del destino dei perseguitati, li ricompone con quelli del proprio gruppo, e quindi indica qual è la vera memoria unitaria nazionale da ricostruire.E tutto questo in un piccolo libro che va raccomandato anche quale primo approccio, agile ed efficace, alla conoscenza della persecuzione antiebraica fascista e nazista in Italia.

N.Inv.: CN 21175 MAG "B" 3864N.Inv.: CN 24268 MODERNA 853.914 MARADIl *treno dell'ultima notte / Dacia Maraini. - Milano : Rizzoli, 2008. - 429 p. ; 22 cm.(La *scala)www.internetbookshop.it Amara è una giovane aspirante giornalista. Nonostante il divieto espresso da parte del Duce di utilizzare nomi non riconducibili ai santi, suo padre era riuscito a far registrare all’anagrafe quel “Maria Amara Sironi”, un nome, ma anche un aggettivo, che rivela il senso di questa appassionante vicenda.Amara come la realtà, amara come la vita. Il nuovo romanzo di Dacia Maraini corre sul doppio binario della storia, attraverso le campagne sconfinate e gelide dell’Europa dell’Est, attraverso la cortina di ferro. Una giovane donna varca da sola il confine con l’altro lato del mondo, nel 1956, alla ricerca di Emanuele, il suo amico d’infanzia disperso ad Auschwitz. Tra vecchi registri impolverati e anguste biblioteche di regime in cui gli archivi dell’epoca vengono letteralmente seppelliti, incastrata tra le maglie di una burocrazia macchinosa e avvilente, Amara si troverà nel bel mezzo della rivolta ungherese.Alla ricerca di un affetto privato, Amara si addentrerà nel labirinto di una grande tragedia storica, l’olocausto, per giungere alla fine al cospetto di una guerra simbolo dell’abisso in cui è piombato il Novecento. Dacia Maraini in queste pagine rende il suo omaggio, di donna libera e impegnata, al secolo appena trascorso, toccando i nodi centrali, i nervi ancora scoperti di una società che ha sperimentato l’orrore della civiltà e che lentamente prova a risollevarsi. Lo fa regalandoci un personaggio femminile ricco di umanità e verità, una donna capace di superare le paure e le convenzioni per vivere in prima persona, toccare con mano, la tragedia che si consuma in Europa e di cui nessuno è ancora consapevole. Una donna carica di un coraggio che solo il desiderio di conoscenza può ispirare, che diventa simbolo di una passione tutta umana per la ricerca. A queste donne Dacia Maraini ci ha abituati in questi anni, ispirando valori che trovano nell’espressione completa della femminilità tutta la loro carica dirompente. Lo fa, anche in questo romanzo, con la classe e la precisione di una prosa perfetta, armoniosa che ricorda i grandi classici della letteratura mondiale.

N.Inv.: CN 1801 MAG “C” 638La *variante di Luneburg / Paolo Maurensig. - Milano : Adelphi, c1993. - 158 p. ; 22 cm.(*Fabula ; 70)www.internetbookshop.it

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Un colpo di pistola chiude la vita di un ricco imprenditore tedesco. È un incidente? Un suicidio? Un omicidio? L'esecuzione di una sentenza? E per quale colpa? La risposta vera è un'altra: è una mossa di scacchi. Dietro quel gesto si spalanca un inferno che ha la forma di una scacchiera. Risalendo indietro, mossa per mossa, troveremo due maestri del gioco, opposti in tutto e animati da un odio inesauribile che attraversano gli anni e i cataclismi politici pensando soprattutto ad affilare le proprie armi per sopraffarsi. Che uno dei due sia l'ebreo e l'altro sia stato un ufficiale nazista è solo uno dei vari corollari del teorema.

N.Inv.: CN 3895 MAG “B” 2089*In fuga / Anne Michaels ; traduzione Roberto Serrai ; postfazione Roberta Romana Paci. - Firenze : Giunti, 1998. - 271 p. ; 20 cm.(*Astrea ; 62)www.internetbookshop.itIl duplice racconto della rinascita fisica e spirituale di Jakob Beer, bimbo ebreo polacco sfuggito ai nazisti e salvato dallo scienziato greco Athos, poi fattosi poeta, traduttore e amoroso salvatore della memoria e delle parole dei perseguitati e degli scomparsi, e di Ben, giovane canadese figlio di sopravvissuti alla Shoah che si incammina sulle tracce poetiche e sentimentali di Jakob per ritrovare il senso della propria esistenza.Il romanzo racconta le vicende individuali di due uomini e delle loro famiglie, profondamente segnate dall'orrore della Seconda Guerra Mondiale e dell'Olocausto. La prima parte traccia la rinascita spirituale e fisica di Jakob Beer, un piccolo ebreo sottratto alle stragi da Athos Roussos, che lo alleva prima in Grecia poi in Canada, insegnandogli a recuperare il passato senza restare prigioniero del dolore. Nella seconda parte il giovane canadese Ben, figlio di ebrei sopravvissuti allo sterminio, ripercorrerà le tracce sentimentali e artistiche del più maturo amico Jakob e della sua adorata seconda moglie, da poco scomparsi.recensione di Nadotti, A., L'Indice 1998, n. 6"Ero così affamato. Urlai nel silenzio l'unica frase che sapevo in più di una lingua, l'urlai in polacco e in tedesco e in yiddish, battendomi i pugni sul petto: sporco ebreo, sporco ebreo, sporco ebreo". Così emerge dal fango in cui è rimasto nascosto per settimane, nella foresta di Biskupin, Polonia 1941, il piccolo Jacob Beer, protagonista del romanzo di Anne Michaels. E sporco e terrorizzato come è si aggrappa all'archeologo Athanasios Roussos che, stringendoselo al petto sotto la pesante palandrana, lo porta con sé in Grecia, sull'isola di Zante, dove aiutandolo a non dimenticare né la sua lingua né l'orrore cui ha assistito, gli offre la possibilità di "una seconda storia", in cui il passato, per doloroso che sia, non venga rimosso, bensì ostinatamente ricordato, perché possa fargli compagnia e assicurargli un futuro intero, "perché se uno non ha più la terra ma ha il ricordo della terra, allora uno può sempre disegnare una mappa".Così inizia il primo romanzo di Anne Michaels, affermata poetessa, nonché pianista e compositrice canadese. Un romanzo bellissimo, se mi è concesso anticipare un giudizio, di cui il titolo originale, "Fugitive Pieces", meglio di quello italiano suggerisce le implicazioni storiche e la struttura narrativa. Come rileva anche Francesca Romana Paci nella postfazione, il titolo originale "si riferisce tanto agli esseri umani in fuga, quanto a "pezzi" narrativi (biografie e frammenti di biografie), assimilati a pezzi musicali, che si succedono come le parti di una struttura musicale fugata". N.Inv.: CN 4234 MAG “B” 2876Il *fumo di Birkenau / Liana Millu. - Firenze : Giuntina, 1986. - 163 p. ; 20 cm.(*Collana Schulim Vogelmann ; 14)(scheda pubblicata per l'edizione del 1986) scheda di Fenoglio, M.T., L'Indice 1987, n. 1 Il libro di Liana Millu (uscito in prima edizione nel '47) è una delle più toccanti testimonianze del lager femminile di Auschwitz-Birkenau. La narrazione si sviluppa attorno a sei storie di donne: Lily, la sartina, mandata ai gas per un capriccio di gelosia della sua Kapò. Maria, che tenacemente nasconde la sua gravidanza. Bruna, suicida insieme al figlio adolescente Pinin. Zina, che muore per aiutare un uomo che le ricorda il marito. Le due sorelle olandesi, divise al momento di scegliere la via del bordello. Infine Lise, incerta tra la fedeltà al marito e la possibilità (forse) di salvarsi. L'autrice dà vita in queste pagine ad una "marginalità" della esperienza femminile che si dimostra il tessuto stesso della sopravvivenza; accanto alla forza degli affetti e alla preghiera balzano in primo piano elementi "futili", quali un frammento di specchio, un'aiuola fiorita, un ago, un pezzo di sapone, un ricciolo. La saggezza che vi trapela e si impone è qui sapienza del vivere; essa non si appoggia a "grandi" idee (vedi il "Canto di Ulisse" in P. Levi), ma si àncora a semplici abitudini quotidiane, e a una ragionevolezza che attinge tanto alla forza d'animo quanto alla gratuità e ad una (solo apparente) frivolezza

N.Inv.: CN 1847 MAG “B” 1984

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La *storia : romanzo / Elsa Morante. - 2. ed. - Torino : Einaudi, [1974]. – 665 p. ; 20 cm.(Gli *struzzi ; 58)www.internetbookshop.it A questo romanzo (pensato e scritto in tre anni, dal 1971 al 1974) Elsa Morante consegna la massima esperienza della sua vita "dentro la Storia" quasi a spiegamento totale di tutte le sue precedenti esperienze narrative: da "L'isola di Arturo" a "Menzogna e sortilegio". La Storia, che si svolge a Roma durante e dopo la seconda guerra mondiale, vorrebbe parlare in un linguaggio comune e accessibile a tutti.

N.Inv.: CN 18027 MAG “B” 3706*Suite francese / Irène Némirovsky ; a cura di Denise Epstein e Olivier Rubinstein ; postfazione di Myriam Anissimov ; traduzione di Laura Frausin Guarino. - Milano : Adelphi, [2005!. - 415 p. ; 22 cm.(*Biblioteca Adelphi ; 482)www.internetbookshop.itNei mesi che precedettero il suo arresto e la deportazione ad Auschwitz, Irène Némirovsky compose febbrilmente i primi due romanzi di una grande "sinfonia in cinque movimenti" che doveva narrare, quasi in presa diretta, il destino di una nazione, la Francia, sotto l'occupazione nazista: Tempesta in giugno (che racconta la fuga in massa dei parigini alla vigilia dell'arrivo dei tedeschi) e Dolce (il cui nucleo centrale è la passione, tanto più bruciante quanto più soffocata, che lega una "sposa di guerra" a un ufficiale tedesco). Pubblicato a sessant'anni di distanza, Suite francese è il volume che li riunisce.

N.Inv.: CN 4402 MAG "B" 1877*Anni d'infanzia : un bambino nei lager / Jona Oberski ; traduzione di Amina Pandolfi. - 2. ed. - Firenze : Giuntina, 1993. - 119 p. ; 20 cm.(*Collana Schulim Vogelmann ; 22)www.sbiroz.it"La sera la mamma mi domandò che cosa avevo fatto durante il giorno. Le raccontai che ero stato insieme ai ragazzi più grandi. Mi domandò se mi prendevano con loro. Io le spiegai che ora sì, mi prendevano con loro, perché avevo superato la prova. Ero stato all'osservatorio. Lei mi domandò che cos'era, un osservatorio. Risposi che lo sapeva benissimo, che li c'erano i cadaveri….."

N.Inv.: CN 22765 MODERNA 813.54 OBRIMIl *libraio : romanzo / Michael O'Brien. - Cinisello Balsamo : San Paolo, [2008]. - 490 p. ; 22 cm. ((Trad. di Edoardo Rialti.(*Narratori)www.internetbookshop.it Varsavia, 1942. Un giovane ebreo fugge dal ghetto, inseguito dai tedeschi. A salvarlo da morte sicura è un anonimo libraio, solitario ed ombroso, che gli offre riparo nella sua casa e bottega. Entrambi gli uomini sono destinati ad alti incarichi nel piano salvifico di Dio: il fanciullo diverrà il monaco sapiente e fedele che sfiderà il Nemico; l'anziano sarà chiamato al sacrificio per proteggere la vita del giovane eletto. Prologo de "Il Nemico", il romanzo racconta come è possibile opporre all'attacco del Male un unico ma inesorabile gesto di amore, tale da riscattare una vita di dolore e ignavia e da far fiorire la speranza nel mondo.

N.Inv.: CN 13093 MODERNA 892.436 ORLEU*Corri ragazzo, corri : romanzo / Uri Orlev. - Milano : Salani, ©2003 (stampa 2002). - 201 p. ; 21 cm. ((Trad. di Daria Merlo.www.internetbookshop.it Srulik, otto anni, è ebreo e vive con la famiglia nel ghetto di Varsavia, durante la seconda guerra mondiale. Rimasto improvvisamente solo, si unisce a una banda di orfani che sopravvivono di piccoli furti, dormendo nelle case abbandonate. Costretto dai rastrellamenti a fuggire nelle foreste intorno a Varsavia, dovrà affrontare un lungo anno e mezzo di vagabondaggio, nel corso del quale incontrerà persone di tutti i tipi: padroni violenti, spietati soldati tedeschi, ragazzini prepotenti, contadini falsi e bugiardi, ma anche veri amici e famiglie gentili e affettuose. Età di lettura: da 10 anni

N.Inv.: CN 2005 MAG "B" 266*Amore senza vocabolario : racconti del lager (1943-1945) e altri scritti / Luigi (Gino) Pagliarani. - 2. ed. - Milano : Guerini e Associati, 1996. - 121 p. ; 17 cm.

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N.Inv.: CN 20973 MODERNA 891.8436 PAHOB*Necropoli / Boris Pahor ; introduzione di Claudio Magris ; traduzione di Ezio Martin ; revisione del testo di Valerio Aiolli. - Roma : Fazi, 2008. - 280 p. ; 22 cm.(Le *strade ; 134)www.internetbookshop.it Campo di concentramento di Natzweiler-Struhof sui Vosgi. L'uomo che vi arriva, una domenica pomeriggio insieme a un gruppo di turisti, non è un visitatore qualsiasi: è un ex deportato che a distanza di anni è voluto tornare nei luoghi dove era stato internato. Subito, di fronte alle baracche e al filo spinato trasformati in museo, il flusso della memoria comincia a scorrere e i ricordi riaffiorano con il loro carico di dolore e di rabbia. Ritornano la sofferenza per la fame e il freddo, l'umiliazione per le percosse e gli insulti, la pena profondissima per quanti, i più, non ce l'hanno fatta. E come fotogrammi di una pellicola, impressa nel corpo e nell'anima, si snodano le infinite vicende che parlano di un orrore che in nessun modo si riesce a spiegare, ma insieme i tanti episodi di solidarietà tra prigionieri, di una umanità mai del tutto sconfitta, di un desiderio di vivere che neanche in circostanze così drammatiche si è mai perso completamente.Recensione di Alberto Cavaglion.Osservare questo libro nelle classifiche dei libri più venduti è una gradevole sorpresa, ma si potrebbe subito discutere se sia stato corretto inserirlo, come hanno fatto i quotidiani, nella narrativa straniera. Vero è che viene tradotto dallo sloveno, ma l'autore vive e insegna da molti anni a Trieste, città che adora, come del resto i suoi abitanti: "Nei lineamenti dei triestini esistono infatti certe particolarità, difficilmente definibili, che riescono a richiamarci alla mente, quando siamo lontani dalla nostra città, il profilo di un angolo di strada, una piazza o una vecchia insegna sopra una latteria. È come se l'ambiente in cui si è nati avesse impresso la propria immagine su un volto, e quell'immagine, simile alla calura estiva sull'asfalto, ondeggiasse lievemente attorno alla pelle delle guance, nei solchi sotto il naso, agli angoli della bocca". Pahor parla un italiano eccellente, una prima traduzione di Necropoli era già uscita nel 2005 senza che nessuno se ne accorgesse. Potenza della televisione che si è occupata di questo grande vecchio triestino? Può darsi.Pahor è uno scrittore fecondo, diciamo pure un poligrafo, con un numero impressionante di volumi al suo attivo, anche se in Italia, a parlare di lui, e a scriverne, sono stati pochissimi (che io sappia il solo Fery Fölkel, che acutamente – e provocatoriamente – lo accostava a Kosovel). Il problema degli slavi a Trieste è antico quanto il mondo. Un Giorno del ricordo fissato per legge non aiuta a comprendere perché sia così profonda la cicatrice del confine orientale (qui, fra l'altro, ci troviamo di fronte al riproporsi di una questione linguistica, ben conosciuta a chi ricordi le difficoltà di scrivere, e di pubblicare, che sempre hanno avuto i triestini).La novità consiste nel fatto che Necropoli offre una diversa angolatura per studiare la deportazione politica dall'Italia, oggi in condizione di evidente subalternità rispetto a quella razziale, su cui si pubblica moltissimo, forse troppo. Della Shoah slava nulla conosce il grande pubblico.Nella costruzione del nemico, da parte del fascismo, sappiamo molto sull'odio antibritannico e sull'antiamericanismo; sull'antisemitismo le nostre conoscenze sono a tal punto aumentate da rendere chiarissimo il quadro generale che precede e segue il 1938. Minore attenzione è stata dedicata alla slavofobia. Al pari dell'antisemitismo, la slavofobia ha radici profonde. Fra nazionalisti e irredentisti un'accesa ostilità era diffusa, se ne trova eco nelle opere maggiori di Saba e di Svevo. Avevano denunciato il pericolo di un odio razziale contro gli slavi Salvemini e un altro intellettuale che conosceva assai bene le due emergenze, quella antiebraica e quella antislava: Angelo Vivante, nel suo Irredentismo adriatico (1912).Durante il secondo conflitto, sia nell'avanzata in territorio slavo sia, soprattutto, durante la ritirata, l'atteggiamento non sarà affatto il medesimo, come ci ostiniamo a ripetere, automaticamente sovrapponendo antisemitismo e slavofobia. Travolti dal desiderio di avvolgere il fascismo in un indistinto alone di malvagità, spesso dimentichiamo di fare le opportune distinzioni. L'Italia nel 1938 si era data una legislazione razziale, ma nelle zone finite sotto la sua occupazione, in Grecia, in Francia e Croazia, userà contro gli ebrei metodi meno repressivi di quelli adoperati nel litorale Adriatico contro gli slavi. Rispetto a questi ultimi, si osserverà il perpetuarsi di quelle azioni brutali, avviate con gli incendi e i saccheggi descritti con crudo realismo in questo libro (Pahor è un autore che afferra il lettore e non lo abbandona: per esempio, detesta l'andare a capo). Nelle stesse isole dell'Adriatico, negli stessi campi di internamento fascisti mentre gli slavi troveranno orribile morte, diplomatici e anche militari italiani sottrarranno a Necropolis ebrei di mezza Europa. Non è quindi del tutto esatto associare Pahor aLevi o a Kértesz.Una seconda, più prosaica ragione rende indispensabile la lettura di questo libro. La testimonianza di Pahor sgorga per contrasto: l'indifferenza di quelle sempre più numerose comitive di studenti in viaggio di istruzione a Dachau è la scintilla che origina la scrittura. Il libro è fra le altre cose un atto di accusa contro il dilagante turismo scolastico. Necropoli andrebbe suggerito a insegnanti che pensano sia sufficiente salire su un aereo per portare ragazzi disinformati e distratti nei campi di sterminio. Pahor con severità ci mette in guardia contro i turisti per caso. I migliori viaggiatori di solito sono persone sedentarie, la riuscita di un viaggio dipende dalla intensità con cui si accarezza il sogno di

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visitare un luogo mai visto. Il viaggiatore sedentario non è mai solo. La migliore compagnia può venire dalla lettura di un libro come questo. Senza bisogno di mettersi in viaggio.

N.Inv.: CN 26951 MODERNA 852.914 PAOLM *Ausmerzen : [vite indegne di essere vissute] / Marco Paolini ; con uno scritto di Mario Paolini. - Torino : Einaudi, 2012. - 176 p. : ill. ; 20 cm. ((Compl. del tit. sulla cop. (*Einaudi stile libero. Big)www.internetbookshop.it Questa è la storia di uno sterminio di massa conosciuto come Aktion T4. T4 sta per Tiergartenstrafte numero 4, un indirizzo di Berlino. Durante Aktion T4 sono stati uccisi e passati per il camino circa trecentomila esseri umani classificati come "vite indegne di essere vissute"... Cominciarono a morire prima dei campi di concentramento, prima degli zingari, prima degli ebrei, prima degli omosessuali e degli antinazisti e continuarono a morire dopo, dopo la liberazione, dopo che il resto era finito".

N.Inv.: CN 27545 MODERNA 833.92 PASZS Un *favoloso bugiardo / Susann Pásztor ; traduzione di Fabio Cremonesi. - Rovereto (Tn) : Keller, 2012. - 217 p. ; 18 cm.www.internetbookshop.it Joschi Molnár ha avuto cinque bambini da altrettante donne diverse, ha perso due figli e una moglie ad Auschwitz ed è stato imprigionato a Buchenwald. Ha voluto farla finita in un albergo, a settant'anni, pagando solo per due ore. Troppo poco per riuscire nell'intento. Per cui morirà in un ospedale lasciando dietro di sé uno strascico di storie incredibili e menzogne spudorate. Sì, perché quel favoloso bugiardo ha regalato ai propri figli molte versioni diverse della propria vita. Trent'anni dopo la sua morte tre di loro e la nipote Lily di sedici anni, che deve scrivere una relazione sul campo di concentramento di Buchenwald, si ritrovano assieme per la prima volta a Weimar. Ognuno ricorda un padre diverso: traditore, assente, inventore di storie. Ne scaturisce un weekend pieno di sorprese, incomprensioni, litigi, confessioni, risate e persino una cerimonia notturna clandestina in onore di Joschi, con finale alla Stazione di Polizia di Weimar. Con un romanzo intelligente e insolito, pieno di compassione e umorismo, Susann Pásztor ci conduce nella notte del Novecento e allo stesso tempo ci racconta una storia famigliare in cui tragedia e comicità vanno a braccetto.

N.Inv.: CN 2045 MAG "B" 2422N.Inv.: CN 2044 MAG "B" 314L'*amica italiana : romanzo / Giuseppe Pederiali. - Milano : Mondadori, 1998. - 282 p. ; 23 cm(*Scrittori italiani)www.internetbookshop.it Una giornalista, Corinna, e uno scrittore, Vittorio, con l’ausilio del Centro Wiesenthal, sono alla ricerca di Fiorella, ragazzina ebrea deportata ad Auschwitz nell’ottobre del ’43 da Roma e, sembra, ancora miracolosamente viva in qualche parte del mondo, ma anche misteriosamente ricercata dall’Ufficiale SS che l’aveva presa dal lager per farle fare da serva a casa sua. La storia si svolge su due piani e in due momenti storici: quello della ricerca nei nostri giorni da parte di Vittorio e Corinna, inseguendo indizi nei vari paesi del mondo e quello della vicenda di Fiorella, dalla retata di Roma, al lager, alla vita in casa del nazista. Due piani che a poco a poco si congiungono, svelandoci finalmente il “mistero”.

N.Inv.: CN 10965 MAG “B” 3389I *ragazzi di villa Emma / Giuseppe Pederiali. - Milano : Bruno Mondadori, c1989. - 190 p. : ill. ; 22 cm.(*Narratori di oggi)www.brunomondadoriscuola.comUn centinaio di ragazzi ebrei vengono fatti espatriare con ogni mezzo dalla Germania nazista. Soggiornano in un castello della Slovenia, poi fuggono ancora verso l’Italia, dove trovano asilo a Villa Emma, a Nonantola, vicino a Modena. Nella campagna emiliana si sviluppa una storia densa di affetti ed emozioni. Un punto di vista intrecciato con i ricordi d’infanzia dell’autore per raccontare una storia vera nella tragica Europa della guerra e dell’odio razzista. Un invito a discutere il tema di chi è condannato perché diverso.

N. Inv. CN 19730 MODERNA 823.914 PYE M*Oggetti da Berlino / Michael Pye ; traduzione di Hilia Brinis. - [Milano] : Tropea, [2007]. - 284 p. ; 23 cm.

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www.internetbookshop.it Lucia Müller-Rossi possiede il più importante negozio d'antiquariato di Zurigo. Ormai novantenne, conduce una vita agiata e gode del rispetto della comunità cittadina. Nessuno conosce il suo passato, o forse preferisce ignorarlo. Ma un giorno Sarah Freeman, un'ebrea tedesca sopravvissuta all'Olocausto, vede in vetrina un delicato tavolo intarsiato che, prima della guerra, apparteneva a lei e al marito. Come molti altri, prima della deportazione nei campi di sterminio, aveva affidato i propri beni a Lucia perché li custodisse. Ora la famiglia Müller sarà costretta ad affrontare la verità, dopo decenni di menzogne e di silenzi. Il figlio di Lucia, Nicholas, insegna storia all'università ma paradossalmente non ha mai avuto il coraggio di indagare sull'oscuro passato della madre; e la nipote Helen, venuta a sapere che la nonna era già stata processata e assolta da un tribunale del dopoguerra, sente l'impulso irresistibile di denunciarla perché sia fatta giustizia.

N.Inv.: 22678 MODERNA 813.6 REICTIl *mio olocausto : romanzo / Tova Reich ; traduzione di Costanza Prinetti. - Torino : Einaudi, 2008. - 281 p. ; 21 cm.(*Einaudi stile libero. Big)www.internetbookshop.it Maurice e Norman Messer riconoscono un buon prodotto quando ne vedono uno. Questa volta il prodotto in questione è l'Olocausto: Maurice, un sedicente sopravvissuto alla Shoah con una storia personale confezionata ad hoc, e Norman, una vittima "per delega" in qualità di membro della cosiddetta seconda generazione, decidono di imporlo sul mercato. Intravisto il profitto dello Shoah business i Messer usano l'eredità di 6 milioni di morti per indurre il senso di colpa e spillare denaro: il donatore generoso meriterà di vedere il suo nome inciso sul muro del museo, oppure potrà acquistare un'urna d'argento contenente autentiche ceneri umane. Una satira cinica, allegra e scandalosa contro lo sfruttamento dell'Olocausto e il gran circo del vittimismo autoconsolatorio attorno alla memoria di una grande tragedia.

N.Inv.: 2238 MAG "B" 153L'*ultima scintilla / Erich Maria Remarque ; traduzione di Ervino Pocar ; introduzione di Arrigo Bongiorno. - Milano : A. Mondadori, 1976. - 325 p. ; 18 cm.(*Oscar ; 648)Si descrive la vita di un gruppo di prigionieri detenuti in un campo di concentramento.

N. Inv.: CN 19733 MODERNA 823.92 ROSNTLa *chiave di Sarah / Tatiana de Rosnay ; traduzione di Adriana Colombo e Paola Frezza Pavese. - Milano : Mondadori, [2007]. - 319 p. ; 23 cm. www.internetbookshop.it È una notte d'estate come tante altre, a Parigi. La piccola Sarah è a casa con la sua famiglia, quando viene svegliata dall'irruzione della polizia francese e prelevata insieme ai genitori. Ha solo dieci anni, non capisce cosa sta succedendo, ma è atterrita e, prima di essere portata via, nasconde il fratello più piccolo in un armadio a muro che chiude a chiave. È il 16 luglio del 1942. Sarah, insieme a migliaia di altri ebrei, viene rinchiusa nel Vélodrome d'Hiver, in attesa di essere deportata nei campi di concentramento in Germania. Ma il suo unico pensiero è tornare a liberare il fratellino. Sessant'anni dopo, Julia, una giornalista americana che vive a Parigi, deve fare un'inchiesta su quei drammatici fatti. Mette mano agli archivi, interroga i testimoni, va alla ricerca dei sopravvissuti, e le indagini la portano molto più lontano del previsto. Il destino di Julia si incrocia fatalmente con quello della piccola Sarah, la cui vita è legata alla sua più di quanto lei possa immaginare. Che fine ha fatto quella bambina? Cosa è davvero successo in quei giorni? Quello che Julia scopre cambierà per sempre la sua esistenza.

N.Inv.: CN 8913 MAG “B” 2427Lo *scrittore fantasma / Philip Roth ; traduzione di Vincenzo Mantovani. - Torino : Einaudi, [2002]. - 146 p. : 1 ritr. ; 22 cm.www.internetbookshop.it All'età di ventitré anni, con quattro racconti pubblicati e una piccola recensione sulla "Saturday Review", Nathan Zuckerman va a bussare alla porta del suo padre spirituale, lo scrittore Lonoff. L'uomo vive in quasi totale reclusione sulle colline del New England con la moglie Hope e una misteriosa ragazza, Amy Bellette, una sopravvissuta all'Olocausto. Zuckerman vuole da lui un'approvazione, anzi qualcosa che somiglia ad una assoluzione. Vuole sedersi ai suoi piedi e bere la

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sapienza di un vero letterato. Di chi ha votato all'arte ogni frammento della vita. Lonoff è un grande scrittore o, come egli stesso sostiene, è famoso per puro caso?A oltre vent'anni dalla prima pubblicazione, torna, con una nuova traduzione, il romanzo di Philip Roth che segna il battesimo di Nathan Zuckerman, alter ego storico del grande autore americano. La futura voce narrante del ciclo di Pastorale americana e La macchia umana, è un giovane scrittore di belle speranze che fa visita a Emanuel Isidore Lonoff, suo modello e maestro. Ospite per una notte nel buen retiro del famoso scrittore, il ventitreenne Zuckerman diviene testimone di strani e imprevedibili avvenimenti che hanno per protagonisti Lonoff, la moglie Hope e Amy Bellette, un'affascinante ragazza che vive con la coppia. Tra discussioni e riflessioni sulla scrittura, l'ebraismo e i problemi familiari, il giovane indagherà nella vita apparentemente monacale del maestro scoprendo una sorprendete verità: dietro la misteriosa giovane donna si nasconde in realtà Anna Frank, l'autrice del Diario più famoso del mondo, scampata all'Olocausto e innamorata di Lonoff. Incentrato sul tema della letteratura e sulla figura dello scrittore, perennemente diviso tra le esigenze dell'arte e le pretese della vita, Lo scrittore fantasma si rivela un romanzo fondamentale dell'intera produzione di Philip Roth. Una vicenda emblematica in cui l'autore ci regala anche i ritratti sotto mentite spoglie di due grandi scrittori ebreo-americani del Novecento. Lonoff è infatti l'alter ego di Bernard Malamud mentre il più volte citato Felix Abravanel è Saul Bellow.

N.Inv.: CN 6120 MAG “B” 3667Il *diario di Dawid Rubinowicz / traduzione di Franco Lucentini e Ibio Paolucci ; prefazione di Michele Ranchetti. - Torino : Einaudi, [2000]. - VIII, 80 p., [2] c. ; 20 cm.(*Einaudi tascabili ; 701)www.unilibro.itPoco dopo la conclusione della seconda guerra mondiale, i giornali diedero notizia del ritrovamento, tra le macerie di una casa in Polonia, di un nuovo "diario di Anna Frank": cinque quaderni scolastici scritti da un ragazzo ebreo, David Rubinowicz, che aveva dodici anni quando cominciò a narrare le vicende del suo villaggio occupato dai tedeschi, tra il 1940 e il 1942. Il diario che ha lasciato David è molto diverso da quello di Anna Frank: il figlio del lattaio di Krajno non ha la precoce sensibilità psicologica e poetica della ragazzina olandese e la sua è una storia di delicati rapporti umani nel chiuso di un "interno" borghese assediato dalla tragedia. A un certo punto il diario si interrompe: forse avvenne qualcosa di tragico.

N.Inv.: CN 14540 MODERNA 853.914 RUTTBUUn *bambino piange ancora / Ursula Rutter Barzaghi. - 2. ed. - Milano : TEA, 2004. - 169 p. ; 20 cm.(*Esperienze ; 43)www.internetbookshop.it Cresciuta nella Germania hitleriana, Ursula Rütter Barzaghi ha trascorso i primissimi anni di vita al sicuro, tra le mura della caserma di Lubln, in Lorena, protetta dagli eventi esterni ma non dalla cintura del padre, ex poliziotto violento e dedito al bere, rapidamente inseritosi nelle file dei nazisti. Il precipitare della situazione, e la fine del conflitto, l'hanno gettata poi, insieme alla madre, alle sorelle e al fratello e a milioni di altri tedeschi, nella realtà di un Paese devastato, ridotto alla miseria e che si svegliava dall'incubo peggiore della sua storia. Il padre, nel frattempo, era scomparso "al fronte russo...", lasciando un ricordo doloroso tanto da cancellare persino l'immagine della sua uniforme, quella delle SS.

N.Inv.: CN 25284 MODERNA 863.64 SANCCIl *profumo delle foglie di limone / Clara Sánchez. - Milano : Garzanti, 2011. - 360 p. ; 22 cm. ((Traduzione di Enrica Budetta.(*Narratori moderni)A cura di Wuz.it Lo que esconde tu nombre, quello che il tuo nome nasconde: il titolo originale del libro di Clara Sánchez suona oscuramente minaccioso, a differenza di quello in italiano, “Il profumo delle foglie di limone”. Molto più adeguato alla trama del libro: la caccia a due criminali nazisti che si nascondono dietro l’innocuo aspetto di anziani turisti che si scaldano le ossa al sole delle spiagge spagnole.Ci sono due voci narranti nel romanzo, le voci di due personaggi lontani l’uno dall’altro per età, sesso, esperienze di vita. Julián è un uomo anziano scampato ai campi di concentramento nazisti, dove era stato internato come prigioniero politico. Ora vive a Buenos Aires. Arriva nel paesino spagnolo perché ha ricevuto una lettera dall’amico Salva, suo compagno a Mauthausen, adesso in una casa di riposo sulla costa spagnola. Dentro la lettera c’era un ritaglio di giornale con una foto di due membri della comunità norvegese in Costa Blanca. L’uomo e la donna della foto sono invecchiati rispetto a come li

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ricorda Julián, ma perfettamente riconoscibili: sono Fredrik e Karin Christensen che continuano a riapparire negli incubi di Julián e di Salva.Sandra è poco più che trentenne, un anellino al naso, ciocche rosse nei capelli. È incinta, ma non è certa di voler sposare il padre del bambino. È venuta a stare per un po’ di tempo nel villino estivo della sorella. Un giorno accusa un malore sulla spiaggia, e viene soccorsa da Fredrik e Karin. Inizia così un’amicizia improbabile tra la giovane Sandra e quelli che fanno di tutto per presentarsi come “nonni sostituti”. I vantaggi per Sandra sono evidenti: la villa dei norvegesi è splendida; lei viene pagata per fare la dama di compagnia della vecchia Karin; inizia a fantasticare di poter diventare l’erede dei due vecchi. Gli scopi dei Christensen nel coltivare l’amicizia della spagnola sono molto più ambigui; ad un certo punto nella mente di Sandra affiora il ricordo del film Rosemary’s baby… È chiaro, a questo punto, che Sandra, nella sua ingenuità (diciamo pure nella sua ignoranza), può diventare un aiuto inconsapevole per Julián, che sente di avere il dovere di proseguire da solo nella caccia ai nazisti, seguendo la traccia dell’amico Salva che è morto prima che lui arrivasse. Pur sentendosi in colpa, Julián sfrutta l’intimità che Sandra ha con gli ex aguzzini (un criminale può mai diventare un ex criminale?), fa di lei la sua infiltrata, la mette più di una volta in situazioni pericolose per ottenere prove certe che i Christensen siano veramente le persone che lui pensa; per verificare che non siano i soli nazisti che si sono rifatti una vita al sole godendo scopertamente delle ricchezze rubate alle loro vittime.Il profumo delle foglie di limone ha un ritmo velocissimo, è impossibile interromperne la lettura, presi dalla curiosità di sapere cosa stiano tramando i vecchi nazisti e quale sia la composizione delle fiale che si iniettano, con il fiato sospeso per i rischi che corre Sandra nella sua incoscienza, seguendo le orme di Julián che ormai non si accontenta più di aver trovato “solo” due vecchie conoscenze e che diventa un altro “nonno sostituto” per l’amabile Sandra (la quale pare conoscere molto poco la storia d’Europa nel ‘900). Il lettore più sensibile, tuttavia, può finire per risentirsi un poco nell’essere letteralmente irretito dalla narrazione. Perché una parte lucida della sua mente avverte che la vicenda dei cacciatori di nazisti sfrutta la fascinazione del Male che si è attuato nel modo scientificamente programmato che sappiamo, e fa sembrare una eccitante avventura la ricerca dei colpevoli.

N.Inv.: CN 16130 MODERNA 843.914 SCHMEEIl *bambino di Noè / Eric-Emmanuel Schmitt ; traduzione di Alberto Bracci Testasecca. - Milano : Rizzoli, 2004. - 124 p. ; 19 cm.(La *scala)www.internetbookshop.it1942: nel Belgio occupato dai nazisti, il piccolo ebreo Joseph, sette anni, viene affidato dai genitori a un sacerdote cattolico, padre Pons, che in una sorta di collegio accoglie sotto falso nome molti ragazzi ebrei. Joseph è sedotto dai riti cristiani come la messa a cui assiste per non destare sospetti, ma padre Pons non vuole che abbandoni la fede degli antenati. E gli svela un segreto: nella cripta della chiesa ha allestito di nascosto una sinagoga in cui ha raccolto oggetti di culto, libri, dischi con canti e preghiere yiddish. Come Noè, padre Pons si è costruito un'arca con la quale salvare il futuro del mondo. Dall'autore di "Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano", un tributo all'amicizia, alla solidarietà e al coraggio.

N.Inv.: CN 18228 MAG “B” 2414N.Inv.: CN 18229 MODERNA 853.914 SCHNH*Io, piccola ospite del Führer / Helga Schneider. - Torino : Einaudi, [2006]. - 131 p. ; 18 cm.(L'*arcipelago Einaudi ; 86)www.internetbookshop.itÈ il Natale 1944: la piccola Helga, suo fratello e alcuni "perfetti bambini ariani" sono ospiti per tre giorni nel bunker di Hitler. In una Berlino ormai distrutta e in fiamme, emerge lo smarrimento e l'inconsapevole leggerezza dei bambini in gita nell'epicentro del terremoto. Un racconto bruciante, dove al valore della testimonianza si aggiunge l'intensità del ricordo d'infanzia. Helga Schneider è nata in Polonia e cresciuta in Germania e in Austria, paese d'origine dei genitori. Vive a Bologna dal 1963 dove ha svolto attività di giornalista. Scrive in italiano ed è autrice di romanzi.

N.Inv.: CN 5535 MODERNA 853.914 SCHNHN.Inv.: CN 5879 MAG "B" 534*Lasciami andare, madre / Helga Schneider. - Milano : Adelphi, 2001. - 130 p. ; 22 cm.(La *collana dei casi ; 47)www.unilibro.it"Dopo ventisette anni oggi ti rivedo, madre, e mi domando se nel frattempo tu abbia capito quanto male hai fatto ai tuoi figli". In una stanza d'albergo di Vienna, alle sei di un piovoso mattino dell'ottobre

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del 1998, Helga Schneider ricorda quella madre che nel 1941 ha abbandonato due bambini per seguire la sua vocazione e adempiere quella che considera la sua missione: lavorare come guardiana nei campi - di concentramento, prima, e di sterminio, poi - del Fuhrer. Che cosa la spinge, oggi, a incontrare quell'estranea? La curiosità? La speranza che si sia pentita? O qualcosa di più oscuro e inquietante?

N.Inv.: CN 2505 MAG "B" 4162N.Inv.: CN 2504 MAG "B" 533Il *piccolo Adolf non aveva le ciglia / Helga Schneider. - Milano : Rizzoli, 1998. - 231 p. ; 23 cm.(La *scala)www.internetbookshop.it Racconta una storia vera che mette in luce un'altra strage, ancora poco nota, dell'epoca nazista, compiuta sempre nel nome della razza: un programma di eutanasia, in codice "T4", ordinato nel 1939 da Adolf Hitler per eliminare i "pesi morti" e "le vite non degne" del Reich. Morirono così nelle camere a gas circa 70.000 cittadini tedeschi rei solo di essere vecchi, inabili, malati. Romanzo che narra il passaggio dall'apprendimento alla consapevolezza della tragedia nazista attraverso una drammatica esperienza personale.recensioni di Chiarloni, A. L'Indice del 1999, n. 03Ricordi di vecchi amici, sul lago di Wann, in un tramonto di primavera. Si festeggiano gli ottant’anni di Grete. È lei che racconta, ma solo la data iniziale – Berlino, maggio 1997 – àncora il lettore a un placido presente. L’affondo della memoria nella violenza del passato tedesco è repentino. Calci e sangue, l’arresto nel 1944, l’aborto in un carcere nazista. Procede così, per bruschi blocchi anamnestici, questo libro – il terzo di Helga Schneider – arretrando progressivamente fino agli anni venti. È la Germania del Rogo a Berlino (Adelphi, 1995; cfr. "L’Indice", 1995, n. 10) ma rivisitata da una prospettiva diversa, quella della generazione precedente.Un’infanzia monacense allegra e generosa, dall’album di famiglia affiorano interni piccolo-borghesi, i nonni, le fiabe, l’orologio della Foresta Nera. Poi, con l’avvento del nazismo, le prime crepe domestiche, mentre il padre – "forte di tessera" – si trasferisce a Berlino. È la fine dell’innocenza. Impiegata della Gestapo e munita di un "certificato d’idoneità razziale e biologica alla procreazione", Grete entra, grazie alle nozze con Gregor von Wittig, nelle alte sfere dell’aristocrazia hitleriana, assaporandone lusso e privilegi. Helga Schneider introduce qui un diario che raccoglie in presa diretta i palpiti della giovane sposa. Adolf si chiamerà il piccolo erede, in onore del Führer. Ma il bambino è mongoloide e, sottratto alla madre, viene trasferito "in luogo idoneo". Siamo nel 1940, il programma di eutanasia ha già collaudato in Polonia la sua macelleria fisica e psichica. Mezzi di trasporto con i vetri oscurati avviano allo sterminio esseri che una circolare ministeriale definisce "i pesi morti della nazione tedesca". Inizia qui la rivolta di Grete, e la sua redenzione.Schneider predilige le tinte cariche e talora la scrittura scade nello stereotipo. Troppo spesso gli stilemi sono quelli del romanzo d’appendice. Un esempio: braccata in casa dal marito, ecco, immancabili, sesso e violenza per ridurre Grete alla ragione nazista. L’alcova si sporca di "grandi macchie rosse" e l’azione si conclude col maschio sonno "sotto il ritratto di Hitler", mentre le ferite di Grete "restano aperte, soprattutto quelle dell’anima". Immagini di maniera che un buon editing avrebbe forse potuto sfoltire.E tuttavia l’odissea alla ricerca del figlio, la descrizione dei reparti pediatrici destinati all’eutanasia infantile, e ancora l’efferatezza del manicomio in cui la stessa Grete verrà rinchiusa, costituiscono il nucleo forte del romanzo. Se la ricerca storica sul Terzo Reich ha nel frattempo scandagliato i meccanismi ideologici che hanno condotto alla soppressione di oltre settantamila "soggetti con problemi psichici", la letteratura aveva finora esitato a farne tema di narrazione. Nella Fine di Horn (e/o, 1989) Christoph Hein aveva rievocato l’eutanasia praticata dai nazisti, ma nel contesto di un’analisi del rimosso tedesco, filtrando la sciagura attraverso le garze dell’oblio. Perché la messa in scena dell’orrore è un’arma a doppio taglio che distilla altri veleni: il rischio è quello dell’indiscrezione morbosa, del voyeurismo a buon mercato. Non che questo romanzo ne sia del tutto esente, ma a Helga Schneider va il merito di aver affrontato il problema.

N.Inv.: CN 2507 MAG "B" 3894 N.Inv.: CN 2506 MAG "B" 287*Porta di Brandeburgo : storie berlinesi 1945-1947 / Helga Schneider. - Milano : Rizzoli, 1997. - 167 p. ; 23 cm.scheda di Gargano, A., L'Indice 1997, n. 7Le storie di Helga Schneider sono ritagliate entro un arco di tempo preciso - i tre anni successivi alla resa incondizionata della Germania -, ma il quadro si allarga all'indietro, alla memoria raccapricciante di ciò che era stato prima, alle "azioni nelle fabbriche" del 1943, ai deportati di Bergen-Belsen, fino ai giorni in cui era stato costituito l'Ufficio centrale per la sicurezza del Reich nel 1939, mentre gli

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"appunti per un romanzo", quasi pagine di diario - datate: Berlino, primavera 1946 e Berlino, primavera 1947 - si chiudono con un salto in avanti di cinquant'anni verso una Porta di Brandeburgo che ha già vissuto il crollo del muro. Protagonista diventa allora, come in Böll, la pace senza pace calata entro scenari lunari e scheletrici, dove Berlino è simile a "una spiaggia confusa e bruciata". Nelle microstorie che compongono questo libro, in cui si riflette una Storia più grande e più tragica da una prospettiva prevalentemente adolescenziale, torna a essere dominante, ma distribuita tra diversi personaggi, quella materia autobiografica che la Schneider nel "Rogo di Berlino" (Adelphi, 1995; cfr. "L'Indice", 1995, n. 8) aveva affidato a un'unica voce. Dal reduce al disertore, dalla donna delle macerie al giovane soldato dell'Armata rossa, molte figure-simbolo trovano posto in questo sintetico regesto del dopoguerra, ma anche motivi e realtà come il mercato nero e l'indistinguibilità tra amico e nemico, tra bene e male. Ciò che risalta è il silenzio dei sopravvissuti, per parafrasare il titolo del recente libro di Elisa Springer, la cui negazione di un'identità, quella ebraica, è in qualche modo singolarmente speculare alla negazione della Schneider di una lingua, quella tedesca. Tra le storie più riuscite c'è senz'altro la vicenda di Erich, rifugiato in uno scantinato, la cui solitudine tra i topi e il cadavere della madre - di una crudezza non dissimile dalle storie dei personaggi di Ian McEwan in "Il giardino di cemento" (Einaudi, 1980) - è lo sconcertante preludio alla pace, quando già il soldato sovietico annuncia "vojnà kaputt", la guerra è finita.

N.Inv.: CN 3272 MAG "B" 4161 Il *rogo di Berlino / Helga Schneider. - 2. ed. - Milano : Adelphi, 1998. – 229 p. ; 20 cm.(Gli *Adelphi ; 123)recensione di Chiarloni, A., L'Indice 1995, n. 8A lungo rimosso, il tema delle sofferenze dei civili tedeschi nell'ultima guerra è emerso sul finire degli anni settanta nell'alveo di una rivisitazione soggettiva - e dunque meno ideologica - delle memorie familiari. Nell'immediato dopoguerra il giudizio morale sui bombardamenti di Dresda e Berlino si risolveva - anche da parte tedesca, come ricorda Stig Dagermann nel suo reportage "Autunno tedesco" (1946, trad. italiana Il Quadrante, 1987) - con una risposta che era al tempo stesso una definizione di responsabilità della Germania: "Tutto è cominciato a Coventry". Ma nel 1983, con "Bruder Eichmann", Reinhardt Kipphardt riproponeva il problema mettendo provocatoriamente sullo stesso piano la Shoah con i bombardamenti sui civili tedeschi e giapponesi: "atrocità simili", in quanto "prodotto di un'ubbidienza acritica del singolo al sistema". E la discussione non è certo chiusa, anche perché non può prescindere da una questione di fondo, relativa al "consenso": se sia cioè possibile separare il "popolo" dall'organismo statale, e quindi dalla macchina bellica di un certo regime. Ora l'intensa testimonianza di Helga Schneider mette dolorosamente a fuoco l'intersezione tra individuo, storia nazionale e linguaggio offrendo nuovi elementi di riflessione.Abbandonata dalla madre - nazista fanatica - nella prima infanzia, Helga conosce la rigida disciplina dei collegi hitleriani ma anche - grazie alle relazioni della famiglia - il privilegio di un soggiorno riservato alla gioventù ariana nel grande bunker della Cancelleria del Reich. Sono, queste, pagine assai interessanti perché da un'inconsueta prospettiva infantile il lettore viene immesso in quella sequenza di uffici, refettori, camerate e lavanderie che costituivano una sorta di città sotterranea in cui vivevano centinaia di persone al seguito del Führer. Ma Berlino è ormai in fiamme e gli ultimi anni della guerra Helga li vive sepolta in una cantina, con la matrigna e il fratello minore. Ora non c'è tregua all'angoscia e all'orrore. Non si tratta solo di fame e sete, di cimici e ratti. I bambini sopravvivono sottoterra tra gli escrementi e i cadaveri dei suicidi, o dei vecchi morti di stenti. Ricordate "Giochi proibiti"? Qui il fratellino di Helga dichiara tronfio: "Quando sarò grande voglio fare il bandito e uccidere tutti gli uomini".Poi arriva la primavera del 1945 e con lei i russi, spesso ubriachi, in cerca di orologi e di corpi di donne. Agguantata anch'essa, Helga viene risparmiata ma in quella cantina assiste alla violenza. Tra le ultime immagini: l'esile salma di un'amica più grande stuprata, rinchiusa in un armadietto da bagno e trasportata fuori dalla cantina, per poterle dare una sepoltura decente.La rievocazione della Schneider, che dal 1963 vive in Italia, è recente. Che cosa l'ha spinta a ripercorrere quella tragica esperienza infantile? L'indagine sulla propria identità è alla base di molta letteratura autobiografica degli ultimi anni, ma nel lento emergere di queste memorie c'è il segno di una lacerazione ulteriore, successiva all'infanzia. Dopo la guerra, nel 1971, Helga Schneider riesce a rintracciare la madre a Vienna. Sopraffatta dalla gioia essa accorre, vuol capire, perdonare. Ma si trova di fronte una donna fiera del suo passato di SS, nostalgica del nazismo. Schiantata dalla delusione, Helga sfugge rifiutando ogni contatto.La riflessione sul passato la scava dentro ma ci vorranno ancora vent'anni prima che la scrittura prenda corpo. Poi, in un'estrema negazione della lingua materna, Helga Schneider redige in italiano il memoriale della sua infanzia. La condanna del nazismo è ferma, severa. Il messaggio e limpido. Ma per il lettore resta inscritto nel cono d'ombra delle immagini di quei bombardamenti sulla popolazione di Berlino: "Bombe e fuoco. Fuoco e annientamento. Annientamento di cose, corpi, leggi, tradizioni e conquiste civili".

N.Inv.: CN 24067 MODERNA 853.914 SCHNH

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La *baracca dei tristi piaceri : romanzo / Helga Schneider. - Milano : Salani, [2009]. - 205 p. ; 21 cm.www.internetbookshop.it "Stava lì, l'aguzzina delle SS, capelli biondi e curati, il rossetto sulla bocca dura, l'uniforme impeccabile... Stava lì e pronunciò con sordida cattiveria: "Ho letto sulla tua scheda che eri la puttana di un ebreo. È meglio che ti rassegni: d'ora in poi farai la puttana per cani e porci". Così racconta l'anziana Frau Kiesel all'ambiziosa scrittrice Sveva, dando voce a un dramma lungamente taciuto: quello delle prigioniere dei lager nazisti selezionate per i bordelli costruiti all'interno stesso dei campi di concentramento, con l'ipocrita e falsa giustificazione di voler limitare l'omosessualità tra i deportati. Donne i cui corpi venivano esposti ai sadici abusi delle SS e dei prigionieri maschi - spesso veri e propri relitti umani che malgrado tutto preferivano rinunciare a un pezzo di pane per scambiarlo con pochi minuti di sesso. Donne che alla fine della guerra, schiacciate dall'umiliazione e dalla solitudine, invece di denunciare quella tragedia fecero di tutto per nasconderla e seppellirla dentro di sé. In questo capitolo della memoria storica personale e collettiva, Helga Schneider continua, con lucidità e compassione, ma anche con implacabile giudizio, a dare testimonianza di ciò che è accaduto perché non si ripeta mai più.

N.Inv.: CN 2528 MAG “B” 2932N.Inv.: CN 2529 MAG "B" 297L'*ultimo giorno / Frediano Sessi. - Venezia : Marsilio, 1995. - 178 p. ; 21 cm.(*Farfalle)

N.Inv.: CN 4008 MAG "B" 793I *giovani leoni : romanzo / di Irwin Shaw. - 7. ed. - Milano : Bompiani, 1964. - 647 p. ; 21 cm.(I *delfini ; 124-125)www.unilibro.it Ancora oggi, a cinquant'anni dalla sua uscita, le vicende di Christian, che crederà nel riscatto nazionale della Germania annunciato dal nazismo fino alla scoperta dell'orrore dei Lager, dei Noah, il giovane ebreo americano straniero in patria a causa dell'antisemitismo, e di Roger, cinico e indifferente, destinato a diventare eroe suo malgrado, non cessano di interessare i lettori. Una vicenda di destini incrociati e di fedi diverse bruciate nel rogo del secondo conflitto mondiale.

N.Inv.: CN 17133 MODERNA 839.0933 SINGIBLa *famiglia Moskat : romanzo / di Isaac B. Singer ; traduzione di Bruno Fonzi. - Milano : Corbaccio, 1995. - 583 p. ; 22 cm.(*Scrittori di tutto il mondo)www.internetbookshop.it Le vicende di una famiglia patriarcale attraverso gli anni che vanno dall'inizio del secolo alle soglie della dissoluzione finale nel massacro nazista. La vera protagonista di questo romanzo, però, è la società ebraico-orientale, e in particolare quella di Varsavia, con la sua complessa cultura. Le storie della decadenza parallela di una grande famiglia borghese e del suo mondo si tingono e si complicano delle particolarissime caratteristiche che una simile vicenda assume all'interno di una società "diversa", che assiste al crollo della propria tradizione e della propria identità storica.

N.Inv.: CN 4720 MAG “B” 2597*Ombre sull'Hudson : romanzo / di Isaac Bashevis Singer ; traduzione di Mario Biondi. - Milano : Longanesi, [2000]. - 608 p. ; 21 cm. (La *gaja scienza ; 598)www.internetbookshop.itNella New York degli anni '40 s'intrecciano le vite di ricchi ebrei sopravvissuti all'Olocausto e rifugiatisi in America. Il pio Boris Makaver disereda la figlia Anna non appena scopre che ha lasciato il secondo marito per fuggire in Florida con il suo ex precettore, Hertz Grein. La fuga non va a buon fine: i due tornano a New York e si separano. Nel frattempo una dentista, fanatica di sedute spiritiche, organizza una messinscena con un'attrice, facendo credere al secondo marito di Anna che la sua ex moglie, defunta, è tornata in vita. Per l'uomo lo shock è tale che presto ne muore. Anna decide di tornare con il primo marito, un attore di teatro yiddish divenuto famoso a Broadway. Intanto Grein, sempre lacerato tra lussuria e vita religiosa…

N.Inv.: CN 3069 MAG “B” 2289

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Un *altro mondo / Paul Steinberg ; traduzione di Dolores Musso. - Parma : Guanda, 1997. - 148 p. ; 21 cm.(*Quaderni della Fenice)www.internetbookshop.itE' il 1943, quando Paul Steinberg, giovane ebreo parigino, viene internato nel campo di concentramento di Drancy e poi deportato a Auschwitz. Ma egli non vuole arrendersi, vuole sopravvivvere a qualunque costo. Grazie ai suoi studi riesce ad avere accesso ai laboratori della I.G. Farben, la grande industria chimica che ha aperto una "succursale" nel campo. Qui incontrerà una persona che lo farà crescere come uomo e che sarà decisiva per la sua vocazione di scrittore: Primo Levi. "Un altro mondo" è il documento amaro di una vittoria (la sopravvivenza) che è anche una terribile sconfitta (la costrizione ad un elementare egoismo), un doloroso viaggio nel ricordo di qualcosa che non può essere dimenticato, ma a stento può essere detto.

N.Inv.: CN 2896 MAG "D" 262La *scelta di Sophie / William Styron. - [Milano] : Club degli Editori, stampa 1981. - 620 p. ; 22 cm.www.frescodistampa.netUn ex marine aspirante scrittore, un simpatico intellettuale ebreo dal carattere estroso, una bellissima donna, segnata dalla drammatica esperienza del lager.www.unilibro.it New York 1947, in una modesta pensione il giovane Stingo, aspirante scrittore, si imbatte in Nathan e Sophie, una burrascosa coppia di amanti sconvolta dagli spaventosi ricordi della guerra e della deportazione.

N.Inv.: CN 14618 MODERNA 891.858703 SZPIWIl *pianista : Varsavia 1939-1945 : la straordinaria storia di un sopravvissuto / Wladyslaw Szpilman ; traduzione di Lidia Lax. - Milano : Baldini & Castoldi, [1999]. - 239 p. ; 21 cm.(*Romanzi e racconti ; 155) www.internetbookshop.itIl 23 settembre 1939 Wladyslaw Szpilman suonò il Notturno in C diesis minore di Chopin per la radio di Varsavia, mentre le bombe tedesche cadevano sulla città e il rumore era così forte da impedirgli di udire il suono del suo stesso piano. Fu l'ultima trasmissione dal vivo in onda a Varsavia: più tardi, quello stesso giorno, un ordigno tedesco distrusse la centrale elettrica e la stazione radio polacca fu ridotta al silenzio. La vita del pianista fu salvata da un ufficiale tedesco che lo sentì suonare quello stesso Notturno su un piano trovato fra le macerie.

N. Inv.: CN 18182 MODERNA 853.914 TANICL'*insonne / Cinzia Tani. - Milano : Mondadori, 2005. - 429 p. ; 23 cm.(*Omnibus)www.internetbookshop.itBerlino, 1945: l'SS Doktor Martin Krieger è un criminale che fa esperimenti su bambini e adolescenti. Nella sua casa-clinica cerca di tenere svegli giorno e notte i suoi giovanissimi "topi di laboratorio" per trovare la ricetta che permetta ai soldati tedeschi di resistere alle fatiche della guerra. Suo figlio Max incontra due vittime degli esperimenti: Sophie, una bellissima e fragile mezza ebrea, Thomas uno zingaro dal temperamento artistico e ribelle. Max finirà per amare Sophie e per disprezzare, ricambiato, Thomas. La catastrofe finale del Reich e di Berlino divide i tre protagonisti, per sempre prigionieri dei loro ricordi e delle loro ferite. Fino al 1960, quando si rincontreranno in una Parigi sconvolta da una serie di brutali delitti.

N.Inv.: CN 4933 MAG "B" 4023 *Destinatario sconosciuto / Kressmann Taylor ; traduzione di Ada Arduini. - Milano : Rizzoli, 2000. - 77 p. ; 19 cm.(La *scala)www.internetbookshop.itNovembre 1932. L'ebreo Max Eisenstein e il tedesco Martin Schulse, soci in affari a San Francisco e amici fraterni, si separano. Martin torna in Germania con moglie e figli e tra i due comincia uno scambio di lettere su cui si stende ben presto l'ombra nera della storia: nel 1933 Hitler prende il potere e Martin si lascia sedurre dall'ideologia nazista. Martin non cambia atteggiamento nemmeno quando Max, disperato, gli raccomanda di vegliare sulla sorella Griselle, un'attrice austriaca che è stata amante di Martin e che, nonostante gli avvertimenti ricevuti, ha voluto ugualmente recitare a Berlino.

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E proprio questo comportamento porterà a un simbolico rovesciamento dei ruoli e ad una raffinata vendetta.

N.Inv.: CN 13232 MODERNA 813.52 TAYLKK*Senza ritorno / Kressmann Taylor ; traduzione di Fabrizio Ascari. - Milano : Rizzoli, 2003. - 438 p. ; 19 cm.(La *scala)www.internetbookshop.itIl romanzo e la storia, narrata in prima persona, di Karl Hoffmann, figlio di un eroico pastore luterano che pagherà con la vita la sua resistenza contro le mire di Hitler. Karl assiste, all'università, all'ascesa dei nazisti; entra in un gruppo clandestino, il Fronte di lotta cristiana guidato dal pastore Niemöller (poi deportato a Dachau); si innamora di Erika e riesce a fuggire con lei prima a Parigi e poi in America.

N.Inv.: CN 4145 MAG “B” 2163Il *libro di Blam / Aleksandar Tisma ; traduzione di Ines Olivari Venier. - Milano : Feltrinelli, 2000. - 221 p. ; 22 cm.(I *narratori)www.internetbookshop.itE' la storia di Miroslav Blam, ebreo della cittadina jugoslava di Novi Sad, convertitosi al cristianesimo durante l'occupazione nazista e perciò scampato, unico dei suoi, all'Olocausto. "Marrano" senza più origini e radici, oppresso dal senso di colpa per essere sopravvissuto, Miroslav si mette sulle tracce dell'uomo che ha denunciato la sua famiglia. Tra le macerie di un mondo distrutto, l'inutile caccia a un colpevole si trasforma in un viaggio nella memoria alla ricerca del senso di ciò che è accaduto. Ricordi d'infanzia, piccoli drammi quotidiani, indimenticabili figure femminili, lo scorrere della vita a Novi Sad fino all'irrompere della brutalità nazista e, su tutto Blam, il superstite "senza qualità", colui che non dovrebbe esserci.

N.Inv.: CN 2864 MAG "B" 4204 N.Inv.: CN 21933 MAG “B” 2990L'*amico ritrovato : romanzo / Fred Uhlman ; introduzione di Arthur Koestler ; traduzione di Mariagiulia Castagnone. - Milano : Feltrinelli, 1988. - 92 p. ; 20 cm.(*Universale economica ; 1054)www.internetbookshop.itNella Germania degli anni Trenta, due ragazzi sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva. L'uno è figlio di un medico ebreo, l'altro è di ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un'amicizia del cuore, un'intesa perfetta e magica. Un anno dopo, il loro legame è spezzato. "L'amico ritrovato" è apparso nel 1971 negli Stati Uniti ed è poi stato pubblicato in Inghilterra, Francia, Olanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Spagna, Germania, Israele, Portogallo.recensione pubblicata per l'edizione del 1986) recensione di Marenco, F., L'Indice 1986, n. 4 "Un capolavoro", scrive 'Arthur Koestler di questo romanzo breve, che raccoglie altri giudizi entusiastici di eminenti critici ed è il tascabile più venduto in Francia nel 1985. Misteri del gusto e dell'editoria contemporanei: perché il libretto è proprio brutto. Il tema è quello dolentissimo del diffondersi della mentalità razzista nella Germania tra Weimar e il Reich, patita in prima persona dall'io narrante, un ragazzo ebreo che è legato da una profonda amicizia a un rampollo dell'alta aristocrazia, suo compagno di scuola. L'amicizia è bella e felice finché non intervengono a comprometterla i pregiudizi della Germania ariana, e l'immancabile conversione del giovane aristocratico al nazismo. La tragedia universale coinvolgerà diversamente i due amici di un tempo: all'ebreo porta un esilio e un vuoto che anche il successo mondano non riuscirà a colmare; all'ariano una tomba, per essersi alla fine ribellato a quel leader e padrone un tempo tanto ammirato. L'amico viene dunque "ritrovato", ma come vuole questa tragica storia di separazione, non più in carne ed ossa, ma come un nome e un cognome, su un elenco di scomparsi in guerra. La narrazione è fatta con l'economia di chi vorrebbe lasciar parlare i fatti, gli incidenti inattesi e crudeli, le piccole-grandi crisi che contribuiscono a spingere un adolescente ai margini degli affetti delle sicurezze, delle gioie dei suoi simili. L'intento è certo lodevole, purché quel mondo così ricco e profondo che viene intuito e subito inghiottito dalla storia riesca poi in qualche modo a riemergere, a farsi vivere davvero come una perdita, un'occasione di nostalgia (come accadeva con "Il giardino dei Finzi Contini"). Ma niente di tutto questo: qui ci sono fatti troppo meschini per raggiungere un pathos reale; c'è un senso dell'adolescenza che vorrebbe essere magico e invece rimane del tutto convenzionale - ci sono felicità e incanti malamente traditi dal semplicismo e dalla prevedibilità delle espressioni. E c'è un necessario senso della giustizia - ma di una giustizia acerba e quasi cieca, che fa dire di un compagno di scuola, un ragazzo di 16 anni, nazista in erba: "Se c'era qualcuno (e sottolineo se) che meritava di morire, questo era lui" (p. 91). Com'è vero che con il senso di giustizia non si fanno

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dei bei romanzi. Se questi sono i grandi successi di oggi speriamo almeno che sia per le giuste ragioni civili, e non per le sbagliate ragioni letterarie.

N.Inv.: CN 4299 MAG "B" 4257 *Trilogia del ritorno / Fred Uhlman ; traduzioni di Bruno Armando ed Elena Bona. - Milano : TEA, 1999. - 222 p. ; 20 cm. ((Contiene: L'amico ritrovato; Un'anima non vile; Niente resurrezioni, per favore.(*TEAdue ; 770)www.internetbookshop.itRaccontando la vicenda dei compagni di liceo Hans Schwarz e Konradin von Hohenfels, e suggellando la storia di questa amicizia eccezionale con la dolorosa esperienza del "sopravvissuto" Simon Elsas, Hhlman ha saputo rappresentare con grande asciuttezza e incisività la devastante lacerazione che l'affermazione del regime hitleriano produsse nelle coscienze di molti tedeschi, nonché la profondità delle ferite che una tale tragedia ha potuto infliggere nella memoria di un popolo intero.

N.Inv.: CN 3059 MAG “B” 3051N.Inv.: CN 16537 MODERNA 843.914 WIESELa *notte / Elie Wiesel ; prefazione di Francois Mauriac ; traduzione di Daniel Vogelmann. - Firenze : Giuntina, 1980. - 112 p. ; 19 cm.(*Collana Schulim Vogelmann ; 1)www.internetbookshop.itLa Notte,una notte destinata a fare da sfondo alla vita di un giovane ragazzo ebreo che visse la terribile vicenda della deportazione del suo popolo durante la seconda guerra mondiale. È questa l’ambientazione del libro “La Notte” di Elie Wiesel, nato in Transilvania e deportato prima ad Auschwitz e poi a Buchenwald.Il libro è introdotto da François Mauriac che ci fa comprendere fin dalle prime righe l’unicità di un libro che, per molti versi, si può definire differente da tutte le altre testimonianze della deportazione ebrea. Questa non è la storia di un ragazzo qualunque, è la storia di un prescelto da Dio che fin dalla sua prima giovinezza decide di dedicare la propria vita allo studio della Cabala, di studiare giorno e notte per seguire e servire il proprio Dio. Il suo sogno si infrange nel 1944 quando i tedeschi occupano anche il suo villaggio, poi sarà la volta del ghetto e infine l’internamento nel lager. Ciò che più stupisce nel leggere il libro non è solo l’insieme delle crudeltà alle quali gli ebrei furono sottoposti, ma soprattutto il clima di iniziale inconsapevolezza da parte degli ebrei rispetto a ciò che stava accadendo attorno a loro. Infatti gli ebrei di Sighet, il paese di Wiesel, erano già stati avvisati della ferocia nazista da un uomo che era scampato per miracolo alla morte e che aveva deciso di salvare i suoi concittadini fornendo loro la testimonianza della sua terribile vicenda personale. Moshé lo Shammàsh, così era chiamato quell’uomo, non fu creduto e fu considerato un pazzo. Non essere creduti fu una delle paure maggiori che i sopravvissuti dovettero affrontare; lo stesso Primo Levi ne parlò nelle sue opere. Per Moshé non esser creduto fu il motivo per cui decise che vivere fosse superfluo per lui:- Vivere? Non ci tengo più alla vita. Sono solo. Ma sono voluto tornare, e avvertirvi. Ed ecco che nessuno mi ascolta. - Un libro che ci fa comprendere quindi anche la storia di un popolo che non smise mai di sentirsi pienamente integrato nei luoghi in cui viveva, nonostante le sue differenze religiose. Un “ottimismo” che accompagna gli ebrei anche dopo l’occupazione tedesca, quando alcuni dissero:- E allora?… eccoli i vostri tedeschi…dove è la loro famosa crudeltà?-. Tuttavia queste speranze sono destinate a svanire così come i corpi della madre e della sorellina del giovane Wiesel, che lui stesso vede salire in cielo come nubi nere dal forno crematorio. È nel lager che egli impara l’indifferenza, l’egoismo che spesso spinge i figli ad uccidere i propri genitori semplicemente per sottrarre loro un tozzo di pane. È qui che si rende conto di aver perso la sua fede verso un Dio ancora più indifferente, e perciò ancora più colpevole, degli stessi uomini. Altri ebrei trovano ancora la forza di pregare nel lager, quando invocano il nome di Dio; al contrario Elie Wiesel sente di non dover alcun ringraziamento a quel Dio che non faceva nulla per salvare i suoi figli, che riusciva a non intervenire nemmeno quando alla forca fu mandato un bambino innocente. In quel momento si sentì dire:- Dove è Dio?- e lui sentì dentro sé che quel Dio non c’era più, che li aveva abbandonati. Elie riuscì a sopravvivere al lager ma non come uomo fatto di anima e corpo,soltanto come corpo. Da quella esperienza aveva imparato a pensare solo a se stesso, a sognare cibo e non ideali, a sentirsi addirittura sollevato dalla morte del padre. Elie aveva perso la sua anima, quella che un tempo lo aveva spinto a seguire la Cabala e ad amare i suoi simili, tanto che guardandosi allo specchio non riuscì a vedere altro che un “cadavere” il cui sguardo non l’avrebbe più lasciato per il resto dei suoi giorni. “La Notte” è un libro che ognuno di noi dovrebbe leggere per capire quanto un uomo possa morire moralmente senza per questo morire corporalmente, per capire quanto sia importante frenare i propri egoismi affinché non si arrivi a ripetere quanto di più terribile fu commesso nella storia. Affinché la lunga notte che vissero migliaia di uomini non rimanga vana, ma serva ai giovani per costruire un futuro di luce. Patrizia Pezzenda.

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N.Inv.: CN 19116 MAG "B" 1939 La *notte / Elie Wiesel. - Novara : Istituto Geografico De Agostini, stampa 1999. - 200 p. ; 22 cm. ((Schede operative a cura di Riccardo Mazzarol.www.internetbookshop.it"Ciò che affermo è che questa testimonianza, che viene dopo tante altre e che descrive un abominio del quale potremmo credere che nulla ci è ormai sconosciuto, è tuttavia differente, singolare, unica. (...) Il ragazzo che ci racconta qui la sua storia era un eletto di Dio. Non viveva dal risveglio della sua coscienza che per Dio, nutrito di Talmud, desideroso di essere iniziato alla Cabala, consacrato all'Eterno. Abbiamo mai pensato a questa conseguenza di un orrore meno visibile, meno impressionante di altri abomini, ma tuttavia la peggiore di tutte per noi che possediamo la fede: la morte di Dio in quell'anima di bambino che scopre tutto a un tratto il male assoluto?" (dalla Prefazione di F. Mauriac)

N.Inv.: CN 27753 MODERNA 843.914 WIESE Le *due facce dell'innocente / Elie Wiesel. - Milano : Garzanti, 2012. - 135 p. ; 22 cm. ((Traduzione dal francese di Giulio Lupieri (*Narratori moderni)www.internetbookshop.itYedidyah è un giovane giornalista che lavora a New York nella redazione di un quotidiano. La sua specialità è la critica teatrale, è sposato con un'attrice ed è molto ben introdotto nel mondo del teatro newyorkese. Nessuno è più bravo di Yedidyah nel raccontare i successi effimeri, le glorie dimenticate, il fascino racchiuso nella nascita di una nuova stella e la malinconia che colora il suo crepuscolo. Ecco perché rimane estremamente sorpreso quando il suo capo gli affida un compito molto diverso dal solito: occuparsi della cronaca del processo di Werner Sonderberg, un giovane tedesco residente negli Stati Uniti. È stato accusato dell'omicidio di Hans Dunkelman, un suo lontano zio, trovato morto in fondo a un crepaccio nei monti Adirondack. Di fronte al giudice Sonderberg si è dichiarato colpevole e insieme non colpevole, scatenando l'attenzione morbosa di tutti i media. Perché Hans Dunkelman, che pareva solo un distinto anziano gentiluomo europeo, nascondeva molti segreti, riguardanti la sua vera identità e il suo coinvolgimento nella tragedia dell'Olocausto. Segreti che lui e il nipote hanno dovuto affrontare sull'orlo di quel crepaccio. Segreti che lo stesso Yedidyah ha paura di affrontare nel suo articolo, perché lo riportano indietro nel tempo, alla storia della sua famiglia, a una cicatrice che il tempo non ha ancora sanato. E che forse mai potrà sanare.

N.Inv.: CN 13092 MODERNA 858.91403 ZIMER*Al di là del ponte : le peripezie a lieto fine di una bambina ebrea sfuggita alla Shoà / Regina Zimet-Levy ; a cura di Fausta Messa e Paola Rovagnati ; prefazione di Liliana Picciotto. - Milano : Garzanti, 2003. - 243 p., [4] c. di tav. ; 21 cm.www.internetbookshop.itIl libro è il racconto di un'esperienza fuori dal comune: insieme con i genitori, la lunga fuga dagli orrori della Shoà così come l'ha vissuta una bambina ebrea che vaga per sette anni dalla Germania all'Italia, dalla Libia alle montagne della Valtellina. Sessant'anni dopo quegli eventi Regina Zimet-Levi ha deciso di ricostruire la sua odissea, in un volume che mantiene la freschezza e l'ingenuità, le paure e le speranze della sua infanzia. Quello che colpisce di più nel suo racconto è il ritratto indiretto della società italiana tra il 1939 e il 1945, composta da gente a volte timorosa più spesso incerta ma solidale, e poi i profittatori e i partigiani, i preti e i carabinieri, la milizia e le spie, e i semplici e coraggiosi montanari.

N.Inv.: CN 28210 MODERNA 828.9934 ZUSAM Novità!La *bambina che salvava i libri / Markus Zusak ; illustrazioni di Trudy White. - [Milano] : Sperling paperback, 2013. - 563 p. : ill. ; 20 cm.(*Superbestseller)www.internetbookshop.itFu a nove anni che Liesel iniziò la sua brillante carriera di ladra. Certo, aveva fame e rubava mele, ma quello a cui teneva veramente erano i libri, e più che rubarli li salvava. Il primo fu quello caduto nella neve accanto alla tomba dove era stato appena seppellito il suo fratellino. Stavano andando a Molching, vicino a Monaco, dove li aspettavano i loro genitori adottivi. Il secondo, invece, lo sottrasse al fuoco di uno dei tanti roghi accesi dai nazisti. A loro piaceva bruciare tutto: case, negozi, sinagoghe, persone... Piano piano, con il tempo ne raccolse una quindicina, e quando affidò la propria storia alla carta si domandò quando esattamente la parola scritta avesse incominciato a significare non solamente qualcosa, ma tutto. Accadde forse quando vide per la prima volta la libreria della moglie del sindaco, un'intera stanza ricolma di volumi? Quando arrivò nella sua via Max Vandenburg, ex pugile

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ma ancora lottatore, portandosi dietro il "Mein Kampf" e infinite sofferenze? Quando iniziò a leggere per gli altri nei rifugi antiaerei? Quando s'infilò in una colonna di ebrei in marcia verso Dachau? Ma forse queste erano domande oziose, e ciò che realmente importava era la catena di pagine che univa tante persone etichettate come ebree, sovversive o ariane, e invece erano solo poveri esseri legati da spettri, silenzi e segreti.

Sezione generale

N.Inv.: CN 5519 MAG “A” 1483*Degli ebrei e delle loro menzogne / Martin Lutero ; Introduzione di Adriano Prosperi ; Edizione a cura di Adelisa Malena. - Torino : Einaudi, [2000]. - LXXII, 241 p. ; 20 cm. ((Tit. orig.: Von den Juden und ihren Lugen.(*Einaudi tascabili ; 789)www.internetbookshop.itMartin Lutero scrisse questo aspro e violento documento antisemita negli ultimi anni della sua vita. Si tratta di un saggio così duro da richiedere un commento che ne tenti una contestualizzazione, addentrandosi nell'intrico di violenza che ispirò quest'opera. Risulta allora fondamentale la ricostruzione che Adriano Prosperi fa dei rapporti del fondatore della Riforma con gli ebrei e più in generale dei rapporti fra il mondo cristiano e il mondo ebraico. Prosperi analizza poi l'enorme eco che il saggio ha suscitato nel mondo protestante dove l'antisemitismo si è rivelato ancora più tenace e devastante che nel mondo cattolico.

N.Inv.: CN 782 GEN 305.8 BEN JTIl *razzismo spiegato a mia figlia / Tahar Ben Jelloun ; traduzione di Egi Volterrani. - Milano : Bompiani, 1998. - 62 p. ; 17 cm.(*PasSaggi)www.skuola.netLa tematica di questo libro è il razzismo, che l'autore descrive passando attraverso molti argomenti che sono causa e conseguenza l'uno dell'altro. Il libro si svolge come un dialogo tra l'autore e sua figlia che ha partecipato con lui ad una manifestazione contro il razzismo e che le ha fatto sorgere molte domande sul razzismo. Così pone al padre numerose domande concatenate le une alle altre per riuscire a chiarirsi il concetto di razzismo. Dalle sue domande emerge che il razzismo nasce da vari aspetti: dalla paura dello straniero, dall'ignoranza e dalla bestialità. Quest'ultima non è da intendersi in senso letterale, perché nessuno può permettersi di definire un essere umano una bestia, anche se ha commesso i peccati peggiori del mondo, ma nel senso che il razzista a volte non usa la ragione propria dell'uomo, ma si lascia portare dall'istinto verso sentimenti d'odio per ciò che non conosce e di cui ha paura.

N.Inv.: CN 4527 GEN 305.8924 EBRGli *ebrei / a cura di Angela Cerinotti. - Colognola ai Colli : Demetra, 1997. - 90 p. : ill. ; 21 cm.

N.Inv.: CN 9753 GEN 305.8924 LOEWEL'*ebraismo spiegato ai miei figli / Elena Loewenthal. - [Milano] : Bompiani, 2002. - 93 p. ; 17 cm.(*PasSaggi)www.internetbookshop.itQueste pagine vogliono essere una piccola ma intensa introduzione ai concetti fondamentali dell'Ebraismo. Elena Loewenthal, in tono semplice e lieve, racconta ai suoi bambini tutta la pazienza millenaria di un popolo indomito che come pochi altri, nonostante la disperazione cui è andato soggetto nella storia degli uomini, ha saputo mantenersi fedele alla propria identità. Illuminante, grazie a una memoria indistruttibile, dalla "luna che una notte di millenni fa accompagnò la fuga degli ebrei schiavi dall'Egitto", queste pagine vogliono essere una piccola ma intensa introduzione ai concetti fondamentali dell'Ebraismo. Le parole di Dio dal roveto ardente, le Tavole della Legge, la Terra Promessa, "una terra che stilla latte e miele", l'incrollabile fede di Abramo, i secolari precetti del Talmud, le regole alimentari, la grande tragedia dello sterminio, la Shoah: Elena Loewenthal, in tono semplice e lieve, come immersa nel cuore segreto di una fiaba ora dolce ora terribile, racconta ai suoi bambini tutto questo, tutta la pazienza millenaria di un popolo indomito che

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come pochi altri, nonostante la dispersione (la Diaspora) cui è andato soggetto nella storia degli uomini, ha saputo mantenersi fedele alla propria identità. Perché gli ebrei, i figli e nipoti di Sara e Abramo, membri di un unico popolo, sono gli anelli di una lunga, interminabile catena.

N.Inv.: CN 24021 MAG "A" 2458La *questione ebraica ; Per la critica della filosofia del diritto di Hegel. Introduzione / Karl Marx. - 6. ed. - Roma : Editori riuniti, 1996. - XV, 69 p. ; 20 cm. (Le *idee ; 7)www.internetbookshop.itIl pensiero di Marx gode di un'attualità inesauribile in ambiti impensati: in questo scritto del 1843 il filosofo cerca di rispondere a uno dei quesiti politici più sentiti al suo tempo: come comportarsi nei confronti degli ebrei in Europa? La sua risposta è che gli ebrei si possono emancipare solo se rinunciano all'ebraismo, giacché bisogna emancipare l'uomo in quanto uomo: nella società capitalistica nessuno (e non solo l'ebreo) è veramente libero. Il testo, che fu impropriamente utilizzato anche in chiave antisemita dai nazisti, ha pertanto la duplice valenza di ferire la nostra coscienza affinché non dimentichi e non ripeta le tragedie del Novecento e di esaminare una delle vie alternative della cultura occidentale.

N.Inv.: CN 23117 MAG "A" 2667*Elogio della disobbedienza : a proposito di uno specialista: Adolf Eichmann / Rony Brauman e Eyal Sivan ; traduzione di Camilla Testi. - Torino : Einaudi, °2003!. - XXXIV, 150 p. ; 20 cm.(Gli *Struzzi ; 558)www.dittatori.itHitler scrisse Mein Kampf (La mia battaglia) durante la prigionia, nel 1924. Lo scritto, pubblicato l'anno dopo, nel luglio del '25, costituisce il manifesto del suo pensiero. I temi affrontati sono: il nazionalismo tedesco, la presunta superiorità della razza ariana, odio contro ebrei, marxisti e liberali.

N.Inv.: CN 3826 MAG "A" 2311La *banalità del male : Eichmann a Gerusalemme / Hannah Arendt ; traduzione di Piero Bernardini. - Milano : Feltrinelli, 1999. - 316 p. ; 22 cm.(*Campi del sapere)www.internetbookshop.itOtto Adolf Eichmann, figlio di Karl Adolf e di Maria Schefferling, catturato in un sobborgo di Buenos Aires la sera dell' 11 maggio 1960, trasportato in Israele nove giorni dopo e tradotto dinanzi al Tribunale distrettuale di Gerusalemme l'11 aprile 1961, doveva rispondere di 15 imputazioni. Aveva commesso, in concorso con altri, crimini contro il popolo ebraico e numerosi crimini di guerra sotto il regime nazista. L'autrice assiste al dibattimento in aula e negli articoli scritti per il "New Yorker", sviscera i problemi morali, politici e giuridici che stanno dietro il caso Eichmann. Il Male che Eichmann incarna appare nella Arendt "banale", e perciò tanto più terribile, perchè i suoi servitori sono grigi burocrati.

N.Inv.: CN 13094 MAG "A" 2028*Elogio della disobbedienza : a proposito di uno specialista: Adolf Eichmann / Rony Brauman e Eyal Sivan ; traduzione di Camilla Testi. - Torino : Einaudi, [2003]. - XXXIV, 150 p. ; 20 cm.(Gli *struzzi ; 558)in cofanetto con:Uno *specialista : ritratto di un criminale moderno / un film realizzato e prodotto da Eyal Sivan. - [Roma] : Elle U Multimedia, [2001?]. – 1 videocassetta (VHS) (ca. 128 min.) : b/n, son. ((Film integralmente realizzato con le immagini registrate nel 1961 a Gerusalemme da Leo Hurwitz. - In lingua originale con sottotitoli in italiano.(*D.O.C. cinema)www.internetbookshop.itIn questo cofanetto sono raccolti un libro e una videocassetta che ricostruiscono la storia di Adolf Eichmann, il gerarca nazista che organizzò lo sterminio degli ebrei. Il volume, intitolato "Elogio della disobbedienza", è scritto da Rony Brauman (docente universitario, a lungo presidente di Medici senza frontiere, autore di numerosi saggi sulle questioni etiche e politiche sollevate dalle azioni umanitarie) e dal cineasta Eyal Sivan. Partendo dal lungometraggio "Uno specialista", scritto dagli stessi autori sulla base degli archivi-video del processo ad Eichmann e proposto nella videocassetta allegata, Brauman e Sivan offrono una riflessione agghiacciante sull'obbedienza cieca all'autorità e sulla responsabilità individuale.

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Fino a che punto può spingersi la cieca obbedienza all’autorità? Quali sono i limiti della responsabilità individuale? Sono due delle domande suscitate dal libro e dal video riuniti in questo cofanetto, che ricostruiscono la storia e il processo a carico di Adolf Eichmann, gerarca nazista responsabile dello sterminio di milioni di ebrei. Eichmann, ufficiale delle SS, fu il braccio operativo che organizzò la macchina dell’Olocausto. Fuggito al termine della guerra, nel maggio del 1960 fu catturato in Argentina da una squadra dei servizi segreti israeliani e trasferito a Gerusalemme dove fu sottoposto a un processo conclusosi con la sua condanna alla pena capitale. Il volume Elogio della disobbedienza e il lungometraggio Lo specialista, opera degli stessi autori, Rony Brauman e Eyal Sivan, ripercorrono attraverso le fasi del processo i misfatti del gerarca nazista ma soprattutto raccontano un dibattimento di grande valore simbolico per la denuncia delle disastrose conseguenze della mera ottemperanza e dell’indiscusso asservimento al potere. Il comportamento e la personalità dell’imputato, le sue affermazioni e gli atteggiamenti tenuti in aula, stimolano nei lettori un’inevitabile riflessione sui temi dell’obbedienza e della responsabilità. Al di là della sua comprovata colpevolezza, ciò che colpisce di più in Eichmann sono la tranquillità e la mitezza con cui si pone davanti alla corte. La sua figura non ricorda per nulla quella di un criminale; è piuttosto quella di un uomo mite e ligio, che di fronte alle accuse che gli sono rivolte afferma di avere obbedito agli ordini compiendo solo il suo dovere di burocrate. Fino al termine del processo le sue parole non fanno che confermare questa convinzione: “Dichiaro che già da allora io stesso pensavo che questa soluzione violenta non fosse giustificata. La consideravo un atto mostruoso. Ma ero legato al mio giuramento di obbedienza e dovevo occuparmi nel mio settore dell’organizzazione dei trasporti. Quindi non mi sento responsabile, nel profondo di me stesso, e mi sento liberato da ogni colpa.” Questa negazione di ogni responsabilità personale è forse ancora più agghiacciante del racconto degli orrori della Shoah e fa di Eichmann un vero e proprio specialista del delitto legalizzato dal potere; l’esemplare incarnazione della banalità del male denunciata da Hannah Arendt nel suo noto ed omonimo libro, a cui volutamente si ispirano gli autori del cofanetto.

N.Inv.: CN 23347 GEN 364.1380943 GONIU*Operazione Odessa : la fuga dei gerarchi nazisti verso l'Argentina di Peron / Uki Goni. - Milano : Garzanti, 2007. - 478 p., [4! c. di tav. : ill. ; 21 cm. ((Trad. dall'inglese di Sergio Minucci.(Gli *elefanti. Storia)www.internetbookshop.itDopo la sconfitta di Hitler, numerosi gerarchi nazisti trovarono rifugio in Argentina: criminali di guerra come Eichmann, Barbie e Mengele, passati per Genova tra il 1949 e il 1951. Lungo la "rotta dei topi" fuggirono anche ustascia croati, collaborazionisti belgi e filo-nazisti francesi. A organizzare la fuga era la misteriosa ed efficiente "Organisation der ehemaligen SS-Angehorigen", nome in codice Odessa. In molti hanno cercato i segreti di Odessa, ma mancavano ancora diversi tasselli importanti. Per la prima volta, dopo una serie di indagini in Sud America e utilizzando materiali inediti dei servizi segreti americani ed europei, ma anche attraverso una serie di interviste, Uki Goni ricostruisce l'intera filiera, con una serie di rivelazioni che riguardano gli accordi tra il governo del presidente argentino Juan Domingo Perón e la chiesa cattolica argentina, le complicità delle autorità elvetiche, le basi italiane, le azioni degli agenti segreti di Himmler a Buenos Aires e in Europa, il trasferimento del tesoro di stato della Croazia (frutto della spoliazione di 600.000 ebrei e serbi) in Argentina. Con il piglio del grande giornalista e l'attenzione dello storico, Uki Goni porta alla luce molti segreti inconfessati e inconfessabili: il suo libro ha rotto il muro del silenzio costruito intorno a una delle pagine più oscure e controverse della storia recente.

N.Inv.: CN 16313 MAG “A“ 1768I *"problemi" del fascismo : può la matematica essere veicolo di ideologie? : Immagini e documenti sull'aritmetica nelle scuole elementari fasciste / [a cura di Gianluca Gabrielli e Maria Guerrini] - Bologna : [s. n., 1999?] - [10] p. : ill. ; 30 cm.

N.Inv.: CN 18494 GEN 741.5 CARIG*Oltre la notte : una storia d'amore nella tragedia della deportazione fra Fossoli, Gries e Moringen / Gianni Carino ; presentazione di Roberto Olla. - Piacenza : Vicolo del Pavone, stampa 2005. - IV, 120 p. : ill. ; 24 cm.

N.Inv.: CN 17900 GEN 741.5 EISNWIl *complotto : la *storia segreta dei protocolli dei Savi di Sion / Will Eisner ; con un'introduzione di Umberto Eco. - Torino : Einaudi, [2005!. - IX, 135 p. : ill. ; 24 cm.(*Einaudi Stile libero. Extra)www.internetbookshop.it

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Nei Protocolli dei Savi di Sion si racconta di un fantastico piano ebraico per arrivare con l'astuzia al dominio del mondo. In realtà I Protocolli sono un clamoroso falso, un documento fabbricato dalla polizia zarista per giustificare l'odio contro gli Ebrei. Un documento tuttora spacciato per verità indiscussa dalla peggiore propaganda antisemita. Will Eisner, il padre del "graphic novel", racconta la storia documentata dei Protocolli in questo romanzo per immagini, un capolavoro finito di scrivere e disegnare a un mese dalla morte. Introduzione di Umberto Eco.

N.Inv.: CN 3111 GEN 741.5 SPIEA*Maus : racconto di un sopravvissuto / Art Spiegelman. - 3. ed. - Milano : Rizzoli, 1998. - 293 p. : ill. ; 23 cm.(*BUR)www.internetbookshop.itLa storia di una famiglia ebraica tra gli anni del dopoguerra e il presente, fra la Germania nazista e gli Stati Uniti. Un padre, scampato all'Olocausto, una madre che non c'è più da troppo tempo e un figlio che fa il cartoonist e cerca di trovare un ponte che lo leghi alla vicenda indicibile del padre e gli permetta di ristabilire un rapporto con il genitore anziano. Una storia familiare sullo sfondo della più immane tragedia del Novecento. Raccontato nella forma del fumetto dove gli ebrei sono topi e i nazisti gatti.

N. Inv.: CN 18056 GEN 796.33409492 KUPES*Ajax la squadra del ghetto : il calcio e la Shoah / Simon Kuper ; traduzione Michela Canepari ; revisione Massimiliano Galli ; segnalato da Alberto Piccinini. - Milano : Isbn, [2005]. - 254 p., [8] p. di tav. : ill. ; 22 cm.www.internetbookshop.itL'Ajax era la squadra del ghetto di Amsterdam. Ogni domenica, le bancarelle del mercato ebraico chiudevano in tempo per andare a vedere la partita. Poi è arrivato Hitler. Kuper, giornalista e scrittore olandese, racconta la tragedia della Shoah da un'angolazione inedita: quella delle pagine sportive dei vecchi giornali, delle storie dei tifosi e atleti sopravvissuti, degli archivi delle squadre olandesi. L'utilizzo del calcio da parte di Hitler e Mussolini viene calato da Kuper nella cronaca della partita, nella memoria del singolo atto di discriminazione. Il libro contiene un prezioso apparato fotografico: la nazionale inglese che fa il saluto nazista, la faccia di un'ala destra ebrea dell'Ajax, di cui Kuper ricostruisce gli ultimi giorni ad Auschwitz.

N.Inv.: CN 14520 MAG “A” 865*Milena, l'amica di Kafka / Margarete Buber-Neumann. - Milano : Adelphi, [1986]. - 304 p. ; 22 cm. (La *collana dei casi ; 17)www.internetbookshop.it"E' un fuoco vivo, quale non ho visto mai" dice Franz Kafka su Milena. Questa è la vita di Milena Jesenska raccontata dall'amica che la conobbe nel campo di concentramento di Ravensbruck.

N.Inv.: CN 4132 GEN 920.994053 MULLM*Anne Frank : una biografia / Melissa Müller. - Torino : Einaudi, \2000!. - XII, 376 p. : ill. ; 20 cm.(Gli *struzzi ; 517) www.internetbookshop.itAll'indomani della sua pubblicazione, la biografia scritta da Melissa Müller ha fatto scalpore. Il motivo: il ricorso a un documento scottante, ovvero a cinque pagine dello stesso "Diario" di Anne Frank, rimaste a lungo inedite per la volontà di Otto Frank, il padre di Anne. Sono pagine in cui la giovane parla del matrimonio dei suoi genitori, rivelandone anche gli aspetti oscuri: pagine che, gettando nuova luce sui rapporti interni alla famiglia Frank, contribuiscono a umanizzarla, a toglierle quella patina mitica di cui il successo del "Diario" di Anne l'aveva ricoperta. Ed è in questa chiave che va letta la biografia: non come un libro-scandalo, ma come la più approfondita testimonianza sull'autrice del principale documento sulla Shoah.

N.Inv.: CN 2287 GEN 923.1 ROSERIl *mistero Hitler / Ron Rosenbaum. - Milano : A. Mondadori, 1999. - 556 p. ; 23 cm. ((Tit. orig.: Explaining Hitler / Trad. di Aldo Serafini e Tania Gargiulo.(Le *scie)www.internetbookshop.it

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La figura di Adolf Hitler esercita ancora oggi un fascino tenebroso e l'artefice dell'olocausto ebraico resta nel Novecento il simbolo universale del male, un male in cui non si è ancora trovata una spiegazione. Rosenbaum prende in esame tutte le principali interpretazioni che di Hitler sono state date, dalla sua psiche complessa, alle origini familiari, dalle presunte perversioni sessuali alle idee religiose, senza sottrarsi alle teorie più scabrose ed "eretiche". Schonberg, Webern, Berg e Hindemith. inizio...

N.Inv.: CN 1142 MAG “A” 896*Evita Peron e l'oro dei nazisti / Giorgio Cavalleri. - Casale Monferrato : Piemme, 1998. - 195 p. ; 22 cm.www.internetbookshop.itSullo sfondo dell'incontro (e del matrimonio) di due personalità forti e spregiudicate come Juan Domingo Peron ed Eva Maria Durante, vengono analizzati alcuni eventi significativi della storia del dopoguerra: la fuga dall'Europa di decine di migliaia di nazisti diretti in Sud America con l'intento anche di costruire un nuovo e potente Reich economico e finanziario; l'aiuto ricevuto dal Vaticano; il viaggio compiuto da Evita nel vecchio continente tra il 6 giugno e il 10 agosto 1947, durante il quale la giovane donna ebbe contatti particolari con ambienti finanziari elvetici.

N.Inv.: CN 1157 MAG “A” 1450L'*uomo che fermò Hitler : la storia di Dimitar Pesev che salvò gli ebrei di una nazione intera / Gabriele Nissim. - Milano : Mondadori, 1998. - 327 p., [4] c. di tav. : ill. ; 23 cm.(Le *scie)www.internetbookshop.itQuella che Nissim racconta in questo libro è una delle storie meno conosciute e più straordinarie del genocidio ebraico e della seconda guerra mondiale. Nel marzo 1943, allorché si diffonde la notizia che Hitler ha chiesto al regime bulgaro di cominciare il rastrellamento degli ebrei, Peshev è vicepresidente del Parlamento. Le operazioni sono già iniziate e molti ebrei si trovano nei campi di raccolta per essere avviati ai campi di sterminio, quando Peshev decide di intervenire e di fermare la deportazione.

N.Inv.: CN 5205 MAG “A” 1451Il *clown e la cavallerizza / Ingeborg Prior. - Milano : Mursia, c2000. – 200 p., [16] p. di tav. : ill. ; 22 cm.(*Testimonianze fra cronaca e storia)Una giovane ebrea sfugge allo sterminio rifugiandosi fra i carrozzoni di un circo. E ogni sera, dopo il suo numero di cavallerizza, cresce la paura che quell’applauso possa essere il preludio alla deportazione. Una storia vera, fra disincanto, incubi e tanta solidarietà umana.N.Inv.: CN 11198 MAG "A" 455I *Bibelforscher e il nazismo (1933-1945) : i dimenticati dalla Storia / Silvie Graffard, Leo Tristan. - Paris : Tiresias-Michel Reynaud, [1994]. - 238 p. ; 21 cm.

N.Inv.: CN 10850 MAG “A” 1328La *specie umana / Robert Antelme. - Torino : Einaudi, stampa 1976. - VII, 288 p. ; 22 cm. ((Trad. Ginetta Vittorini.(*Einaudi biblioteca giovani ; 44)www.internetbookshop.itIl libro non sembra tradire l'urgente bisogno di raccontare, di oggettivare la tremenda esperienza, che è tipico dei reduci. I fatti hanno già subito una decantazione, per cui l'esposizione di quello che è stato, di quello che è potuto succedere, si fa asciutta, distaccata, ma anche tanto più efficace di qualsiasi grido di denuncia. La miseria fisica, l'abbruttimento, la battaglia quotidiana per il cibo e per la vita non attutiscono l'attenzione quasi antropologica del prigioniero per quello che gli succede intorno. recensione di Scarpa, D., L'Indice 1997, n. 7Quando qualche mese fa ho letto "La specie umana", di Robert Antelme sapevo poco. Sapevo che era nato in Corsica ma aveva sempre vissuto a Parigi. Che era coetaneo di Primo Levi (1919). Che era stato deportato a Buchenwald come "politico" (non era ebreo). Che il suo libro era stato pubblicato nel 1947, stesso anno di "Se questo è un uomo", e con successo iniziale altrettanto scarso. Infine, che sua sorella Marie-Louise, deportata anche lei, era morta a Ravensbrück. Poco dopo imparavo che aveva sposato Marguerite Duras (è lui il Robert L. del "Dolore") e che Elio Vittorini aveva voluto il suo libro nei "Gettoni". (In che anno? Bastava consultare il catalogo storico Einaudi: 1954. Fu per questo che lo "accusarono" di aver ritardato fino al '58 la ripubblicazione einaudiana di Levi).

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Il libro era davvero un capolavoro e ce n'era abbastanza per incuriosirmi: Antelme era ancora vivo? Aveva scritto altri libri? Breve ricerca: no, era morto nel 1990 senza aver pubblicato altro. Ma poi c'era quella "rivalità" con Levi, la polemica oramai ventennale sulle scelte editoriali Einaudi, quei suoi compagni di Resistenza tra cui spiccava François Mitterrand, quel giro di amici (lui, Marguerite Duras, Dionys Mascolo, Elio Vittorini e sua moglie Ginetta) che si ritrovava ogni estate al mare, a Bocca di Magra... Ora "La specie umana" è stato ristampato nei "Tascabili Einaudi". Lo accompagnano stavolta un'intelligente e pugnace prefazione di Alberto Cavaglion e una testimonianza di Hermann Langbein (l'autore di "Menschen in Auschwitz"): Antelme è tornato visibile[…]recensione di Scarpa, D., L'Indice 1997, n. 7Dovrei dire qualcosa sul libro di Antelme, ma l'impulso è di parlare dell'uomo. Ho letto molte testimonianze su di lui e tutte lo descrivono, con accenti sinceri, come una persona meravigliosa, una guida spirituale senza alcuna aura esoterica. Antelme possedeva la saggezza terrestre, mitigata da una dolcezza che torniva i suoi ferrei principi morali. Gli amici lo definiscono un "oracolo-fratello", un "flâneur" baudelairiano, un - bellissima parola - "voluptuaire". È l'uomo coltissimo (lettore per l'"Encyclopédie de la Pléiade" di Queneau) ma insofferente di sovrastrutture intellettuali, buongustaio, bravo giocatore di pallone, innamorato delle donne, toccato dalla grazia. Ciò che si può dire è che il suo libro gli assomiglia, ed è già un buon motivo per leggerlo."La notte di Buchenwald era calma". È da questo, come chiamarlo?, ossimoro ontologico, che discende tutto il libro di Antelme. Buchenwald. La notte. La calma. Robert Antelme, detenuto politico, trascorre otto mesi in un Lager senza camere a gas né forni né esecuzioni di massa. L'angolo visuale è diverso da quello dei deportati ebrei, ma il dato di partenza del libro è lo stesso: il bisogno vitale di raccontare e la difficoltà a mettere per iscritto l'inconcepibile. "La specie umana" segue anche l'andamento lineare - dai primi scontri col Lager alla liberazione - di molti testi concentrazionari e vi si ritrovano diverse caratteristiche di quei libri: attenzione ossessiva ai dettagli, visione minuta ma mai compiaciuta dell'orrore e della degradazione umana, figure nobili o abiette di compagni e aguzzini campite su uno sfondo di desolazione.Ma allora che cosa fa di questo libro un oggetto unico? Questo: la furia con cui è scritto, la foga che lo trapassa, sempre padroneggiata da uno stile cristallino. Si è rimproverato ad Antelme questo ricorso alla naturale eloquenza della lingua materna, la rifinitura della sua frase e (soprattutto nella prima parte) lo squarcio meditativo in cui la coscienza politica, l'orgoglio, diciamo pure: la buona retorica della sopravvivenza morale, vengono fuori con piglio potente. Ma la voce di Antelme si solleva all'improvviso da quel buio di Buchenwald, dall'orrore delle cose raccontate, come un rintocco di grande campana. È questo a darle senso, e questo va capito: che ad Antelme l'eloquenza (l'affondo ragionativo, filosofico magari) servì prima di tutto a riprendersi il respiro: il respiro dei polmoni, non quello della sintassi. L'eloquenza surroga l'azione, lo slancio fisico, ma la sua ragione profonda è difensiva: aiuta a sostenere, a respirare, a scandire l'orrore.Antelme ha accesso a due tipi di sguardo: lo sguardo d'aquila di chi nei momenti di tregua riesce persino a vedere dall'alto la propria condizione avvilente e la geometria dei rapporti di forza, e poi lo sguardo del topo, ricacciato al fondo dello scoraggiamento e dell'annientamento fisico. È questa la cosa che impressiona, e per cui si dovrà leggere questo libro: il suo percorso in discesa, da una detenzione ancora sopportabile giù giù verso lo stillicidio di quella marcia finale per Dachau che non finisce mai, con la minaccia costante del colpo alla nuca e nell'esaustione fisica completa: "Quello che so, è che non posso più camminare e cammino". Questo libro che sembra non voler finire mai, con quelle terribili ultime due parti - "La strada"," La fine" - di angoscia senza traguardo, ci dicono questo: che l'indistruttibilità della specie umana si può affermare solo dopo aver attraversato tutta quanta la linea d'aria del male."

N.Inv.: CN 10489 GEN 940.5317 FOLKFLa *Risiera di San Sabba / Ferruccio Folkel ; postfazione di Frediano Sessi. - Milano : BUR, 2000. - 227 p., [16] p. di tav. : ill. ; 23 cm.(*SB saggi)www.internetbookshop.itUn testo storico che mette a nudo un episodio sul quale si è cercato di stendere un velo: l'attività del campo di sterminio nazista di San Sabba, a Trieste, dove migliaia di deportati "passarono per il camino" e il piano tedesco di staccare il litorale adriatico all'Italia per annetterlo al Reich.

N.Inv.: CN 1700 GEN 940.5317 FRIEO*Auschwitz : storia del lager 1940-1945 / Otto Friedrich ; traduzione di Paolo Canton. - Milano : Baldini & Castoldi, [1996]. - 168 p. ; 22 cm.(*Tascabili)www.internetbookshop.itIl resoconto della costruzione, dell'espansione e della vita del più tristemente celebre campo di sterminio. L'autore raccoglie e organizza le testimonianze dei sopravvissuti e dei carnefici, mettendo in

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luce la logica terrificante della Soluzione Finale, la vita quotidiana del campo, gli eroismi e le nefandezze di perseguitati e persecutori.

N.Inv.: CN 2980 MAG “A” 2502N.Inv.: CN 3007 MAG "A" 326*Auschwitz 1940-1945 : l'orrore quotidiano in un campo di sterminio / Frediano Sessi. - Milano : BUR, 1999. - 392 p., [16] p. di tav. : ill. ; 23 cm. ((Bibliogr.: p. 375-385.(*BUR)

N.Inv.: CN 21562 GEN 940.5317092 GUARGIl *grande diario : Giovannino cronista del lager : 1943-1945 / Guareschi. - Milano : Rizzoli, 2008. - IX, 567, [50] p. : ill. ; 23 cm. ((Nell'occhietto: Opere di Guareschi. - Contiene: Bibliografia essenziale. www.internetbookshop.itAll'indomani dell'8 settembre 1943 il tenente d'Artiglieria Giovannino Guareschi, di stanza ad Alessandria, era catturato dai tedeschi e, avendo rifiutato di continuare a combattere per il Grande Reich, veniva spedito, insieme a migliaia di altri militari italiani, in un campo di concentramento nazista. Ritornò a casa il 4 settembre del 1945, respingendo le frequenti e pressanti proposte di "collaborazione". Un autentico calvario, durante il quale "io avevo in mente di scrivere un vero diario e, per due anni, annotai diligentissimamente tutto quello che facevo e non facevo, tutto quello che vedevo e pensavo. Anzi, fui ancora più accorto: e annotai anche quello che avrei dovuto pensare...". Comincia così l'avventurosa storia di questo testo, poi proseguita e completata dai figli Alberto e Carlotta nelle "Istruzioni per l'uso" che precedono il volume. Contiene, innanzitutto, la cronaca della vita quotidiana nei vari Lager in cui Guareschi venne spostato, ma raccoglie anche informazioni sull'universo dei campi di prigionia, riunendo infine una serie di testimonianze sul martirio di quanti erano avviati ai campi di sterminio. Una scrittura pacata, in cui sempre affiora una nota di struggente umorismo, che racconta l'orrore della notte più buia d'Europa in pagine di altissimo valore umano e letterario.

N.Inv.: CN 2834 MAG "A" 2828*Ho sognato la cioccolata per anni / Trudi Birger ; scritto con Jeffrey M. Green. - Casale Monferrato : Piemme, 1999. - 223 p. ; 20 cm.www.internetbookshop.itLa storia di una bambina che, dai té danzanti di Francoforte, si ritrova rinchiusa nel ghetto di Kosvo prima di finire nel campo di concentramento di Stutthof. Una storia vera, di affetto e devozione. La prova d'amore di una figlia ragazzina, che nella grande tragedia dell'olocausto rifiuta di salvarsi per non abbandonare la madre, perché sa che solo da quel legame forte e profondo, indispensabile per entrambe, potrà attingere la forza per continuare a sperare anche quando, nuda e rasata, si vedrà spinta verso la bocca di un forno crematorio.

N.Inv.: CN 19823 MAG “A” 1734La *stella di David / Maria Czapska. - Reggio Emilia : Città Armoniosa, c1978 (stampa 1979). - 125 p. ; 21 cm. ((In cop.: traduzione di Luisa Dalla Fontana Raffo e Vera Passeri Pignoni con notizia di Sergio Quinzio, Una famiglia nel ghetto di Varsavia.(*Popoli e persone ; 1) N.Inv.: CN 1680 GEN 940.5318 FINZRL'*Antisemitismo : dal pregiudizio contro gli ebrei ai campi di sterminio / Roberto Finzi. - Firenze : Giunti, 1997. - 127 p. : ill. ; 20 cm.(*20. secolo)www.locarnonline.chE' una monografia che spazia dalle persecuzioni e discriminazioni di matrice cristiana, sfociate in stragi, esili e nei ghetti, all'emancipazione, ai pogrom nella Russia zarista, alla pubblicazione del falso "I protocolli de Savi di Sion", all'affare Dreifuss, alla nascita del Sionismo, fino alla persecuzione e allo sterminio nazista.

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N.Inv.: CN 5164 GEN 940.5318 FISCKP*Storia dell'Olocausto : dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista / Klaus P. Fischer. - Roma : Newton & Compton, 2000. - 527 p. ; 24 cm.(I *volti della storia ; 75)www.internetbookshop.itLo sterminio degli Ebrei in Europa rimane il peggior crimine commesso dai nazisti. Rifiutando il termine antisemitismo e adottando quello di giudeofobia, Fischer ricostruisce in queste pagine la storia lacerata dei rapporti ebraico-tedeschi per oltre un millennio, dall'emigrazione e dalla ghettizzazine nel Medioevo all'Illuminismo e all'emancipazione nel XVIII secolo, ai vari pregiudizi antiebraici nel Secondo Reich, fino alla nascita di una giudeofobia patologica tra il 1918 e il 1933.

N.Inv.: CN 10940 GEN 940.5318 GOZZGLa *strada per Auschwitz : documenti e interpretazioni sullo sterminio nazista / Giovanni Gozzini. - Milano : B. Mondadori, [1996]. - X, 198 p. ; 17 cm.(*Testi e pretesti)www.internetbookshop.itForse nessun altro tema è stato studiato dagli storici più dello sterminio nazista degli ebrei. Eppure nella coscienza collettiva questo lavoro non sembra lasciare traccia: Auschwitz rimane sinonimo di un male tanto assoluto quanto incomprensibile. Per questo è necessario indagare Auschwitz e comprendere come il progetto politico sotteso allo sterminio degli ebrei sia drammaticamente vicino a noi nel tempo e nello spazio. Il libro porta l'attenzione del lettore proprio sulla "modernità" di Auschwitz, mettendo in luce la metodologia tecnico-burocratica dello sterminio, così come la strumentalità politica implicita nella logica della pulizia etnica.

N.Inv.: CN 13077 GEN 940.5318 KNOPG*Olocausto / Guido Knopp ; con la collaborazione di Vanessa von Bassewitz ... [et al.! ; documentazione di Alexander Berkel, Silke Gampper, Christine Kisler ; traduzione di Umberto Gandini. - Milano : Corbaccio, [2003!. - 377 p. : ill.; 22 cm.(*Collana storica)www.internetbookshop.itGuido Knopp analizza tutte le fasi dell'Olocausto negli aspetti più noti e meno noti, come l'atteggiamento degli Alleati verso il massacro che si stava compiendo e di cui erano a conoscenza, i movimenti di resistenza interna e i tentativi di ribellione, gli episodi di vendetta post '45 degli ebrei internati nei confronti dei loro aguzzini. L'orrore è palpabile dalla descrizione del primo assassinio nell'Est occupato fino all'industria dell'omicidio rappresentata dai campi di sterminio.

N.Inv.: CN 20989 GEN 940.5318 LANZC*Shoah / Claude Lanzmann ; con un contenuto extra di Moni Ovadia, Mostrare l'indicibile. - Torino : Einaudi ; [Roma] : BIM [distributore], [2007]. - 1 kit (1 v., 4 DVD) ; in contenitore, 14x21x5 cm. ((Tit. del contenitore.(*Einaudi stile libero. DVD)www.internetbookshop.itUscito nella sale nel 1985, "Shoah" è un documentario di nove ore che raccoglie le parole di superstiti e testimoni: quelli che in genere rifiutano di parlare, le vittime sopravvissute, coloro che si sono resi complici dell'orrore. Sono le facce degli intervistati a esprimere l'indicibile, accostate alle immagini dei luoghi in cui è avvenuto il genocidio ebraico: non come erano allora, ma come sono adesso. L'orrore è in quello che viene detto, non nelle immagini. Conta ciò che è avvenuto: come, prima ancora che perché. Grazie a questo mosaico Lanzmann riesce a ricostruire un'immane tragedia. La prefazione è di Simone de Beauvoir, il film è presentato da un testo di Moni Ovadia "Mostrare l'indicibile".recensione di Alberto Cavaglion, L'IndiceIl racconto del testimone dovrebbe essere restituito così com'è, senza essere "artisticamente ritoccato", scriveva Primo Levi in una sua dimenticata pagina, scritta poco prima di morire. Le immagini "sono il migliore esperanto": un concetto nuovo, rimasto purtroppo incompiuto. Levi scriveva appoggiandosi, al solito, a un classico della tradizione italiana. Non a Dante, ma a una sorta di suo equivalente figurativo: "Non sono osservazioni nuove, le aveva già formulate Leonardo nel suo Trattato della pittura; ma, applicate all'universo ineffabile dei Lager, acquistano un significato più forte. Più e meglio della parola, le immagini riproducono l'impressione che i campi, bene o mal conservati, più o meno trasformati in alti luoghi o santuari, esercitano sul visitatore; e, stranamente, questa impressione è più profonda e sconvolgente su chi non c'era mai stato che non su noi pochi superstiti".Lo scrittore torinese non fece in tempo a parlare di Shoah di Claude Lanzmann, per quanto il film fosse

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uscito due anni prima della sua morte, né ebbe modo di sviluppare un concetto diventato per noi assillante, non solo in Italia. Il problema della conservazione dei ricordi o, come più comunemente si dice, la politica della memoria. Esposizioni, musei, memoriali, ma soprattutto testi di letteratura, pellicole cinematografiche. Levi si scagliò, molti lo ricorderanno, contro Portiere di notte di Liliana Cavani. Possiamo, purtroppo, soltanto fantasticare su ciò che avrebbe scritto di Schindler's List di Spielberg, di La vita è bella di Benigni-Cerami, di Ogni cosa è illuminata di Schreiber-Foer, del Pianista di Polansky. Soprattutto, sarebbe stato importante per noi conoscere il suo giudizio sulla impresa gigantesca di Lanzmann, sui criteri del suo lavoro preparatorio, qui efficacemente sintetizzati nella fondamentale intervista resa a Serge Kaganski e Frédéric Bonnaud, ora tradotta in italiano e inserita da Sessi nell'appendice. Il cofanetto riproduce il dvd con le oltre nove ore e mezza del film, ma contiene pure un libro con il testo (sottotitoli inclusi) di Shoah. Fa adesso notizia – una buona notizia – l'ingresso del cofanetto nelle classifiche dei libri più venduti, come credo non sia accaduto per nessuna iniziativa analoga. Fa invece questione – per chi si occupa di questo genere di problemi – l'accostamento diretto fra immagine e parola scritta. Si prova una sensazione analoga a quella che si prova tenendo in mano il libretto di un'opera musicale.L'arte della fotografia, dice sempre Levi, poiché possiede un valore aggiunto, potrebbe forse spiegare le singolarità della storia dei luoghi, di certi luoghi diventati non-luoghi: "la fantasia teatrale e maligna", ad esempio, in virtù della quale un impianto per il trattamento industriale del riso come la Risiera di San Sabba ha potuto essere convertito da città-emporio, in cui buona parte del cereale veniva importata dall'Estremo Oriente, in "una fabbrica di tortura". Il caso-Lanzmann dimostra come il cinema possa dare di più della fotografia.Se la fotografia riesca a rendere "buona" la ricezione di un messaggio per definizione "cattivo" – oppure, come altri sostengono, se non vi sia nulla da fare e la verità non possa esprimersi in altro modo che con il silenzio – è questione aperta, e certamente per poterla affrontare con cognizione di causa non si può prescindere dal capolavoro di Lanzmann.Come osserva Sessi nella prefazione, Shoah pone inoltre un secondo problema, non meno cruciale di quello della liceità dell'immagine filmica: la comprensione dall'interno dell'esperienza dell'annientamento. Anche per questo nodo complicato la comparazione con l'ultimo Levi, con il Levi dei Sommersi e i salvati è d'obbligo. Il Levi, s'intende, ultimo ed estremo, quello del periodo 1984-1987, che, a dispetto di tanti luoghi comuni, è ben altra cosa rispetto al Levi speranzoso dell'esordio di quarant'anni prima.Dal medesimo principio, secondo cui nel Lager sarebbero periti i migliori – e nella non meno pessimistica clausola accessoria, espressa nei Sommersi e i salvati, secondo cui gli unici capaci di dare testimonianza completa sarebbero coloro che sono stati inghiottiti nel nulla –, parte anche Lanzmann, che però non ha trovato, per sua fortuna, sulla sua strada un Agamben pronto a trarre da quella premessa rapide conclusioni di tipo nichilistico. Eppure i Sommersi e i salvati potrebbero ben dirsi, come scrive lo stesso Lanzmann della sua opera, un libro "sulla radicalità della morte e non sui sopravvissuti".Fatta questa premessa si può facilmente approvare la conclusione del curatore, che ci invita saggiamente a distinguere, nella storia della Shoah, come in qualsiasi altro campo del sapere, le opere che fanno un cattivo servizio alla memoria, o si propongono di sfruttare soltanto la contingenza commerciale favorevole, dalle opere come questa, che sono necessarie per capire.

N.Inv.: CN 9054 GEN 940.5318 MEMDCLa *memoria dei campi : fotografie dei campi di concentramento e di sterminio nazisti : (1933/1999) / sotto la direzione di Clement Cheroux ; testi di Ilsen About ... [et al.] ; interviste con Georges Angeli, George Rodger, Naomi Tereza Salmon. - Roma : Contrasto, [2001]. - 246 p. : in gran parte ill. ; 28 cm. ((Libro pubblicato in occasione della mostra, Parigi, 12 gennaio-25 marzo 2001.www.lafeltrinelli.itOltrei trecento immagini, in gran parte poco note, che costituiscono un'articolata e drammatica ricognizione iconografica delle memorie dei campi di concentramento: immagini di propaganda nazista, foto di fotoreporter professionisti e di ignoti amatori, scatti di membri degli eserciti francese, inglese, americano e sovietico nei momenti della liberazione, foto dei luoghi e dei sopravvissuti scattate dal 1945 a oggi.

N.Inv.: CN 9880 GEN 940.5318 NIREA*E successo solo 50 anni fa : lo sterminio di sei milioni di ebrei / Alberto Nirenstain. - 2. ed. - Scandicci : La Nuova Italia, 1993. - XI, 170 p., [8] p. di tav. : ill. ; 21 cm.

N.Inv.: CN 14432 GEN 940.5318 PADOD*Come una rana d'inverno : conversazioni con tre donne sopravvissute ad Auschwitz / Daniela Padoan ; presentazione di Furio Colombo. - Milano : Tascabili Bompiani, 2004. - 224 p. ; 19 cm.

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(*Tascabili Bompiani ; 889)www.internetbookshop.itSulla Shoah hanno ormai scritto in molti - forse in troppi - ma un aspetto fondamentale è finora rimasto stranamente in ombra: le donne, che nelle selezioni ad Auschwitz costituirono, insieme ai bambini, quasi il 70% dei prigionieri inviati alle camere al gas. Questo libro, articolato in tre conversazioni con Liliana Segre, Goti Bauer e Giuliana Tedeschi - italiane deportate ad Auschwitz e prigioniere nel campo femminile di Birkenau nel 1944 - mette in luce la diversa esperienza femminile della prigionia e della testimonianza.

N.Inv.: CN 17893 GEN 940.5318 SACCD*Fossoli : transito per Auschwitz : quella casa davanti al campo diconcentramento / Danilo Sacchi. - Firenze : Giuntina, 2002!. - 347 p. ; 20 cm.(*Collana Schulim Vogelmann ; 96)www.internetbookshop.it"Questa è una storia del Campo di Fossoli, costruito davanti a casa nostra nel '42. La storia di coloro, soldati e civili, uomini e donne, che hanno sostato tra queste baracche e questo filo spinato prima di proseguire verso Auschwitz e gli altri lager nazisti. Ma è anche la nostra storia, di gente contadina abituata ad un vivere antichissimo nella campagna silenziosa e solitaria, un vivere d'improvviso sconvolto dalla costruzione di un campo di concentramento. Che soprattutto stupiva e cambiava chi era bambino. Come me."

N.Inv.: CN 17864 GEN 940.5318 SESSFNon dimenticare l'olocausto / Frediano Sessi. - \Milano! : BUR, 2002. - XII, 427 p. ; 23 cm.(*SB saggi)www.internetbookshop.itUna sorta di alfabeto della memoria che ricostruisce in modo semplice ed essenziale le tappe del sorgere del fascismo e del nazismo, le ragioni e i modi con cui Hitler e i suoi alleati si propongono di realizzare un Nuovo ordine europeo, fondato sulla razza superiore, attraverso lo sterminio degli ebrei, degli zingari, degli slavi e di tutte quelle razze o quei nemici del popolo germanico che, per il solo fatto di esistere, si pongono come ostacolo alla realizzazione del disegno del Führer.

N.Inv.: CN 14377 GEN 940.5318 SONNP*Questo è stato : una famiglia italiana nei lager / Piera Sonnino ; a cura di Giacomo Papi ; prefazione di Enrico Deaglio. - Milano : Il saggiatore, [2004]. - 125 p., [8] p. di tav. : ill. ; 20 cm.(*Nuovi saggi)www.internetbookshop.itLa famiglia Sonnino fu costretta ad affrontare, incredula, i primi ostacoli e discriminazioni conseguenti alle leggi razziali: l'abbandono degli studi, la disoccupazione forzosa, l'indigenza economica affrontata con decoro e dignità. Fu l'inizio di cinque anni di "tempo senza futuro", nell'attesa impotente dell'incubo poi scatenatosi dopo l'8 settembre 1943. Protetta dalla solidarietà e dall'umanità della gente comune, la famiglia scelse di rimanere unita invece di smembrarsi in cerca di salvezza oltre il confine svizzero. Con l'arrivo ad Auschwitz i protagonisti di questo dramma sprofondarono in "un mare di fango. Una pazzia gelida, buia, fangosa". E lì si consumò la tragedia. Piera fu l'unica a tornare.

N.Inv.: CN 13774 GEN 940.5318 SPRIEL'*eco del silenzio : la Shoah raccontata ai giovani / Elisa Springer ; a cura di Mario Bernardi. - Venezia : Marsilio, 2003. - 139 p. ; 21 cm.(Gli *specchi della memoria)www.internetbookshop.it "Ricordare e commemorare le vittime del nazismo e del fascismo è un'azione oggi socialmente condivisa e spesso gratificante; fare in modo che questa memoria ci stimoli a occuparci delle ingiustizie quotidiane perpetrate intorno a noi è invece assai difficile. Elisa Springer, dal giorno in cui ha deciso di uscire con il suo racconto di ebrea vittima della persecuzione razziale, non ha mai smesso di parlare a folle di giovani, di uomini e donne per instillare in loro il coraggio di essere i "fiori" nuovi nel terribile deserto della violenza e della sopraffazione, la "voce" che chiede giustizia per quei tanti innocenti che ancora nascono solo per morire." (Frediano Sessi)[…] La militanza di testimone integrale di Elisa Springer ci consegna oggi un nuovo frammento di vita vissuta, un libro che ripercorre le tappe di un peregrinare "all’ombra di Auschwitz", non per vendetta ma per trasformare il dolore in forza, l’odio in compassione e amore e ribadire con decisione come, anche in condizioni estreme, l’uomo meriti sempre di rimanere lo scopo dell’uomo.

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N.Inv.: CN 3100 MAG "A" 2288Il *silenzio dei vivi : all'ombra di Auschwitz, un racconto di morte e di resurrezione / Elisa Springer. - Venezia : Marsilio, 1997. - 122 p. ; 20 cm.(Gli *specchi della memoria)www.internetbookshop.itElisa Springer aveva ventisei anni quando venne arrestata a Milano, dove era stata mandata dalla famiglia per cercare rifugio contro la persecuzione nazista, quindi fu deportata a Auschwitz il 2 agosto 1944. Salvata dalla camera a gas dal gesto generoso di un Kapò, Elisa sperimenta l'orrore del più grande campo di sterminio. Eppure conserva il desiderio di vivere e una serie di fortunate coincidenze le consentiranno di tornare prima nella sua Vienna natale e poi in Italia. Da questo momento la sua storia cade nel silenzio assoluto, la sua vita si normalizza nasce un figlio e proprio la maternità è il segno della riscossa. E' per lui che Elisa ritrova le parole che sembravano perdute per raccontare il suo dramma.

N.Inv.: CN 4801 GEN 940.5318 VOCDSLa *voce dei sommersi : Manoscritti ritrovati di membri del Sonderkommando di Auschwitz / a cura di Carlo Saletti ; prefazione di Frediano Sessi ; postfazione di Franciszek Piper. - Venezia : Marsilio, 1999. - 254 p., [20] c. di tav. :ill. ; 22 cm.(Gli *specchi della memoria)www.internetbookshop.itQuesto libro sfata il mito tragico del silenzio degli innocenti e la convinzione ancora più radicata che i "corvi neri" dei crematori fossero ebrei che avevano deciso di collaborare con i nazisti per distruggere i loro fratelli, rende la parola ai "sommersi", fa sentire la loro voce di testimoni integrali. Essi hanno scritto con la precisa consapevolezza di essere i soli cronisti che avrebbero potuto rendere conto dell'orrore, là dove l'orrore era assoluto.

N.Inv.: CN 4817 GEN 940.5318 WIESSIl *girasole / Simon Wiesenthal. - Milano : Garzanti, 2000. - 228 p. ; 21 cm.(*Memorie, documenti, biografie)Nel 1942, a Leopoli, una SS morente chiede ad un ebreo il perdono per i crimini che ha commesso. A rifiutare questa grazia al giovane nazista è Simon Wiesenthal, che dopo la guerra diventerà l'implacabile "cacciatore dei nazisti" . A distanza di tempo quel rifiuto continua a turbare Wiesenthal: ne discute con gli amici, va a visitare l'anziana madre della SS, infine decide di raccontare quella vicenda per chiedere e sé stesso e ad altri testimoni e intellettuali se ha commesso un errore, negando il perdono.

N.Inv.: CN 4426 GEN 940.5318 WIEVA*Auschwitz spiegato a mia figlia / Annette Wieviorka ; traduzione di Eliana Vicari Fabris ; postfazione di Amos Luzzatto ; note dell'edizione italiana di Frediano Sessi. - Torino : Einaudi, 1999. - 77 p ; 20 cm.(*Einaudi tascabili ; 667)www.lafeltrinelli.itAnnette Wieviorka risponde alle domande di sua figlia Mathilde su Auschwitz e la distruzione degli ebrei d'Europa. Domande crude e dirette che esprimono l'incredulità di chi non può concepire l'assurda tragedia dei lager nazisti. Un dialogo serrato e puntuale, sollecitato dalle curiosità di una ragazzina, sull'enigma del male assoluto.

N.Inv: CN 24122 GEN 940.53180835 RAGIGE*Ragazzi in guerra e nell'olocausto : [i loro diari segreti] / a cura di Laurel Holliday ; traduzione di Paola Gherardelli. - Milano : Tropea, 2008 (stampa 2007). - 314 p., [8] p. di tav. : ill. ; 22 cm. ((In cop.: I loro diari segreti.(*Saggi)www.internetbookshop.it La prima raccolta di diari tenuti da bambini e ragazzi di ogni parte d'Europa durante la Seconda guerra mondiale. Dai ghetti della Lituania, della Polonia, della Lettonia e dell'Ungheria ai campi di concentramento di Terezin, Stutthof e Janowska, dalle strade bombardate di Londra e Rotterdam alla prigione nazista di Copenaghen, queste pagine, sconosciute al grande pubblico e conservate in poche

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copie superstiti, raccontano cosa significhi per un adolescente vivere ogni giorno con la consapevolezza che può essere l'ultimo. Ma è proprio in situazioni tanto drammatiche che la scrittura testimonia un'irriducibile voglia di vivere. Guidate dalla spontaneità dell'età infantile, le penne di questi giovani narrano l'incubo del quotidiano con una schiettezza sorprendente. I toni sono spesso amari, ma non mancano note umoristiche, espressioni di fiducia e, soprattutto, di grande coraggio. Il diario diviene l'unico sostegno, il miglior amico a cui confessare paure e con cui sfogare la rabbia per affrontare il domani. E, allo stesso tempo, una forma di resistenza alla follia dei tempi. Un modo per dare ordine al caos, per contrastare l'oppressione, per sopravvivere nella memoria. Per salvaguardare la propria umanità, e quella degli altri.

N.Inv: CN 26180 GEN 940.5318092 AVEYD*Auschwitz, ero il numero 220543 : [una storia vera] / Denis Avey ; con Rob Broomby. - Roma : Newton Compton, 2011. - 329 p. ; 23 cm.www.internetbookshop.it Nel 1944 Denis Avey, un soldato britannico che stava combattendo nel Nord Africa, viene catturato dai tedeschi e spedito in un campo di lavoro per prigionieri. Durante il giorno si trova a lavorare insieme ai detenuti del campo vicino chiamato Auschwitz. Inorridito dai racconti che ascolta, Denis è determinato a scoprire qualcosa in più. Così trova il modo di fare uno scambio di persone: consegna la sua uniforme inglese a un prigioniero di Auschwitz e si fa passare per lui. Uno scambio che significa nuova vita per il prigioniero mentre per Denis segna l'ingresso nell'orrore, ma gli concede anche la possibilità di raccogliere testimonianze su ciò che accade nel lager. Quando milioni di persone avrebbero dato qualsiasi cosa per uscirne, lui, coraggiosamente, vi fece ingresso, per testimoniare un giorno la verità. La storia è stata resa pubblica per la prima volta da un giornalista della BBC, Rob Broomby, nel novembre 2009. Grazie a lui Denis ha potuto incontrare la sorella del giovane ebreo che salvò dal campo. Nel marzo del 2010, con una cerimonia presso la residenza del Primo ministro del Regno Unito, è stato insignito della medaglia come "eroe dell'Olocausto".

N.Inv: CN 17098 GEN 940.5318092 DOERM*Lilli Jahn : il mio cuore ferito : lettere di una madre dall'Olocausto / Martin Doerry ; traduzione di Roberta Zuppet. - Milano : Rizzoli, 2003. – 335 p., [16] c. di tav. ; 23 cm.www.internetbookshop.it Lilli, nata nel 1900 a Colonia da una famiglia della borghesia liberale ebraica, si laurea in medicina e sposa il medico protestante Ernst Jahn, dal quale ha un figlio e quattro figlie. Con l'avvento del nazismo, la vita della famiglia Jahn si fa sempre più dura, ma per Lilli gli eventi precipitano nel 1939, quando il marito, innamoratosi di un'altra donna, divorzia e la lascia in balia della persecuzione. Nel 1943 viene internata nel campo di lavoro di Breitenau; nel 1944 arriva ad Auschwitz, dove ben presto muore di stenti. Ciò che rende straordinaria la sua storia è la sopravvivenza del carteggio con i figli dal campo di concentramento. Sono lettere toccanti dalle quali traspare la ricchezza dei sentimenti che uniscono la madre e i figli

N.Inv.: CN 5805 GEN 940.5318092 NERINUn'*estrema compassione : Etty Hillesum testimone e vittima del lager / Nadia Neri. - Milano : B. Mondadori, 1999!. - 169 p., [8] p. di tav. : ill. ; 17 cm.(*Testi e pretesti)www.internetbookshop.it Etty Hillesum (1914-1943) era un'intellettuale olandese, ebrea, che fu uccisa nel lager di Auschwitz. Negli ultimi due anni della sua vita tenne un diario che si è fortunatamente salvato. Questa opera, alla quale si affianca una raccolta di lettere, non è solo una lucida testimonianza sulla persecuzione ebraica, ma un testo di riflessione sulla condizione umana, sul dolore, sull'odio e l'amore che siano stati scritti in questo secolo. In questo volume Nadia Neri, psicoanalista, dopo un decennio di ricerche e studi, fornisce la biografia e l'interpretazione del pensiero di questa donna straordinaria.

N.Inv.: CN 13942 GEN 940.5318092 NISSGIl *tribunale del bene : la storia di Moshe Bejski, l'uomo che creò il Giardino dei giusti / Gabriele Nissim. - 2. ed. - Milano : A. Mondadori, 2003. - 336 p. : , [4] c. di tav. , ill. ; 23 cm.(Le *scie)www.internetbookshop.it Il gesto eroico di Oskar Schindler, che salvò centinaia di ebrei dalla Shoa, venne riconosciuto e commemorato con un albero nel Giardino dei giusti solo alcuni anni fa. Ma la storia dell'imprenditore tedesco e della sua famosa lista non è altro che una delle molte vicende di piccoli eroismi quotidiani che durante l'ultima guerra hanno salvato la vita a migliaia di persone. Un uomo, di nome Moshe

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Bejski, uno dei tanti che fece parte della "lista di Schindler", giunto in Israele alla fine della guerra, ha dedicato la sua vita per ritrovare e commemorare i "giusti" di ogni parte del mondo, perché di essi non fosse persa la memoria e perché per sempre il popolo ebraico potesse essere loro grato. Questo libro ricostruisce la sua vicenda.

N.Inv.: CN 21587 GEN 940.5345 ARTOE*Diari di un partigiano ebreo : gennaio 1940-febbraio 1944 / Emanuele Artom ; a cura di GuriSchwarz. - Torino : Bollati Boringhieri, 2008. - XVIII, 229 p. : 1 c. geogr. ; 19 cm.(*Nuova cultura ; 181)www.internetbookshop.it I diari di Emanuele Artom sono composti di due parti distinte. La prima concerne il periodo che va dal gennaio 1940 al settembre 1943, ed è fonte di notizie sulla vita culturale torinese di quegli anni, sullo sviluppo della persecuzione razziale, sugli effetti materiali e psicologici dei bombardamenti alleati sulla popolazione, sui processi sociali che prendono l'avvio tra la caduta di Mussolini e l'inizio dell'occupazione tedesca. La seconda parte, dal novembre 1943 al 23 febbraio 1944, riguarda invece l'esperienza partigiana di Artom e offre una rappresentazione immediata e priva di retorica della vita delle bande, delle dinamiche sociali interne, dei contrasti politici e personali, delle tensioni tra popolazioni locali e combattenti. La cronaca degli eventi che segnano la vita dei partigiani è in primo piano, ma compaiono anche dense riflessioni sull'etica dei resistenti, sulle implicazioni politiche e morali delle scelte che essi dovettero compiere per affrontare le sfide del momento. Dalle annotazioni del diario risulta evidente come per Artom il senso della lotta non stesse tanto nello scontro armato, quanto nella possibilità di delineare una socialità e una moralità diverse, di trovare una linea di demarcazione di tipo etico che distinguesse fascisti e antifascisti.

N.Inv.: CN 275 GEN 940.547243 CARPA*Diario di Gusen : Lettere a Maria / Aldo Carpi ; con 75 disegni dell'autore ; a cura di Pinin Carpi ; saggio introduttivo di Mario De Micheli. - Milano : Garzanti, 1974. - XIV, 253 p., [32] p. di tav. ; 18 cm.(I *Garzanti ; 524)www.lafeltrinelli.itGusen fu il più tragico reparto del campo di concentramento di Mauthausen. E' un diario tenuto durante la detenzione anche a costo della vita, è un documento di religiosità profonda, una lezione di pudore, di dignità e di coraggio.

N.Inv.: CN 17379 MAG “A” 1346*Diario di Bergen-Belsen : 1944-1945 / Hanna Lévi-Hass [i.e. Lévy-Hass]. - [Roma] : Fusi orari, 2005. - 68 p. ; 20 cm. ((Suppl. a: Internazionale.(I *libri di Internazionale)

N.Inv.: CN 19132 GEN 940.547243 MICHJ*Dora : nell'inferno del campo di concentramento dove gli scienziati nazisti preparavano la conquista dello spazio / Jean Michel ; con la collaborazione di Louis Nucera ; traduzione di Elena Tessadri. - Milano : Rusconi, 1976. - 340 p. ; 21cm .(La *storia da vicino)

N.Inv.: CN 20430 MAG "A" 1819*Tu passerai per il camino : vita e morte a Mauthausen / Vincenzo Pappalettera ; presentazione di Piero Caleffi. - Milano : Mursia, 1997. - VI, 351 p. ; 21 cm.(*GUM. Testimonianze)www.internetbookshop.it"Tu passerai per il camino" era la minaccia che gli aguzzini di Mauthausen lanciavano di continuo ai detenuti del lager maledetto; una minaccia che ogni giorno si concretava atrocemente. Oltre settemila furono i deportati italiani che qui trovarono la morte. L'autore, sopravvissuto, racconta in questo libro le atrocità di quello sterminio.

N.Inv.: CN 16315 GEN 940.547243 STEIS

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*Auschwitz : la città, il lager / Sybille Steinbacher ; traduzione di Umberto Gandini. - Torino : Einaudi, [2005]. - 166 p. : ill. ; 20 cm.(*Einaudi tascabili ; 1321)www.internetbookshop.itPerché il più grande campo di sterminio del Reich fu costruito proprio in quella cittadina a circa 60 chilometri a ovest della città di Cracovia? Perché venne a dirigerlo Rudolf Höss? Il libro di Sybille Steinbacher - integralmente dedicato al campo di concentramento dove morirono oltre un milione di persone - risponde a queste e ad altre domande, sessant'anni dopo la liberazione di Auschwitz. L'autrice racconta l'evoluzione del campo, da complesso di baracche per lavoratori stagionali di inizio XX secolo a impianto con forni crematori e docce letali allo Zyklon B. Viene offerto al lettore un resoconto di tutti gli elementi legati a questo luogo di morte: dalla macabra organizzazione dello sterminio fino alle vicende processuali dei responsabili.

N.Inv.: CN 1676 GEN 943.085 LAQUWLa *Repubblica di Weimar / Walter Laqueur ; traduzione di Lydia Magliano. - Milano : Rizzoli, 1977. - 388 p., [6] c. di tav. ; 23 cm.(*Collana storica Rizzoli)www.internetbookshop.itGli anni 1918-1933 furono in Germania gli anni della Repubblica di Weimar, di uno storico incontro fra il vecchio e il nuovo nella cultura e nella politica, nelle arti e nella letteratura, nel pensiero sociale e nella scienza, con i cabaret affollati, l'espressionismo, Lola-Lola e Heinrich Mann, la musica di Arnold Schönberg e il teatro di Bertold Brecht, l'espressionismo e la Bauhaus. Ma quegli anni conobbero anche la miseria, la rabbia politica, gli estremismi, la violenza, l'inflazione devastante, gli effetti del trattato di Versailles.

N. Inv.: CN 20866 GEN 943.086 ASCAPD*Ascesa al potere del Nazismo : l'informazione e la propaganda attraverso i cinegiornali dei primi anni del regime. - [Bresso] : Hobby & Work, c2007. – 1 kit (1 v., 1 DVD) ; in custodia, 20x14x3 cm. ((Tit. della custodia.

N.Inv.: CN 1682 GEN 943.086 COLLE*Hitler e il nazismo / Enzo Collotti. - Firenze : Giunti-Casterman, 1996. - 157 p. : ill. ; 20 cm.(*20. secolo)www.internetbookshop.itL'ascesa del nazismo era stata resa possibile dalla forza d'urto esercitata dal partito di Hitler sulle fragili istituzioni democratiche e dalla disgregazione del tessuto sociale tedesco. Iniziava così nella legalità il dominio di Hitler. Gli anni a venire avrebbero conosciuto la progressiva costruzione dello Stato totalitario, dapprima col cambiamento istituzionale del '33-'34, poi col consolidamento della dittatura fra il '34 e il '38, in una continua esasperazione degli strumenti dittatoriali e delle basi ideologiche del razzismo e dell'imperialismo, fino agli "anni del furore" della seconda guerra mondiale. Un passato ingombrante capace di condizionare la memoria del popolo tedesco fino ai giorni nostri.

N.Inv.: CN 10941 GEN 943.086 DAVIC*Hitler e il Nazismo / Claude David. - Roma : Tascabili economici Newton, [1994]. - 95 p. ; 20 cm.(Il *sapere ; 17)

N.Inv.: CN 1701 MAG "A" 2541I *volonterosi carnefici di Hitler : i tedeschi comuni e l'olocausto / Daniel Jonah Goldhagen. - 2. ed. - Milano : A. Mondadori, 1997. - xv, 618 p., [8] c. di tav. ; 23 cm.(Le *scie)recensione di Rusconi, M., L'Indice 1997, n. 2Il libro di Goldhagen è da alcuni mesi al centro di un vivace dibattito storiografico e di un intenso coinvolgimento emotivo, che stanno interessando Stati Uniti e Germania. Suo obiettivo è di rivoluzionare la percezione comune dell'Olocausto e della Germania nazista, attraverso l'analisi di alcuni gruppi di "perpetratori" del genocidio ebraico.In Germania il contrasto tra il successo di pubblico (e di vendite) e le critiche (almeno all'inizio) fortemente negative degli storici è quanto mai marcato. Mentre gli editori tedeschi sono ricorsi a "nuances" di traduzione, per smorzare alcuni eccessi espressivi, nel timore che la brutalità della tesi di

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Goldhagen potesse risultare sgradevole al palato tedesco (a cominciare dal titolo, in cui "carnefici" diventa "esecutori"), il grande pubblico sembra attirato proprio dall'intransigenza delle affermazioni.La tesi principale di Goldhagen che, ripetuta con ridondanza per centinaia di pagine, rintraccia nel secolare antisemitismo tedesco, trasformatosi in "antisemitismo eliminazionista", la spiegazione centrale delle origini e delle motivazioni del genocidio. Questo sentimento avrebbe saturato la società, la cultura e la politica tedesca per almeno duecento anni rendendo la "forma mentis" tedesca diversa da quella degli altri paesi (occidentali). L'autore si sofferma soprattutto sul particolare tratto antisemita, sviluppatosi in Germania alla fine del XVIII secolo: è da quel momento, cioè ben prima dell'avvento del nazismo, che, secondo Goldhagen, prese vigore l'idea dell'eliminazione prima politica, poi razziale, degli ebrei. A questo punto la questione non riguardava più il se, ma il come liberarsene: nel XX secolo la propensione eliminatoria (politica e sociale) si è trasformata in una inclinazione sterminatrice. Per questa epidemica diffusione dell'"antisemitismo eliminazionista" tra la popolazione, Goldhagen definisce l'Olocausto un "progetto nazionale" tedesco: la Germania (nazista) non si è opposta alla distruzione del popolo semita, poiché vigeva la convinzione che questo meritasse il proprio destino di morte.Goldhagen si contrappone così a quanti, evidenziando l'influenza esercitata sui carnefici dalla pressione all'adattamento e all'uniformazione sociale (Browning), dall'inaridimento e dall'indifferenza emotiva, dagli abusi alcolici, dalla perdita del senso della realtà, dalla routinizzazione della violenza, dalla disumanizzazione delle vittime (Kelman) e infine dal prevalere dell'idea fissa della necessità, in nome della vittoria finale, di un'omogeneizzazione razziale (Mommsen), non accettano l'"antisemitismo eliminazionista" come unica possibile spiegazione storica dell'Olocausto. Quest'ultima rimane invece per Goldhagen la sola ipotesi accettabile, in quanto altre teorie presupporrebbero un atteggiamento neutrale o di condanna da parte degli esecutori nei riguardi dell'azione. In questo modo Goldhagen attacca frontalmente lo stato delle ricerche tedesche sull'Olocausto, imputando loro una grave sottovalutazione e incomprensione della componente antisemita insita nella società tedesca.Goldhagen preferisce di fatto ignorare le testimonianze che provano la differenziazione nell'atteggiamento antisemita tra gli stessi carnefici e dimostrano come a spingere all'azione non fosse sistematicamente l'ideologia antisemita, per quanto influente. L'insistenza su una spiegazione monocausale è indispensabile a Goldhagen per mantenere l'equilibrio del libro: solo così l'autore può parlare degli eventi come compiuti non da "uomini comuni", ma da "tedeschi comuni", e di Hitler come di un uomo del suo popolo. In questo modo si ricade nello schema mentale tipico del nazionalsocialismo, sia pur con segno opposto: i tedeschi non sono più "popolo prescelto" ma "popolo abietto", incarnazione del Male (Hans-Ulrich Wehler). Goldhagen, a dispetto della pretesa di originalità, fa in questo modo retrocedere il dibattito allo stato degli anni cinquanta; allora era infatti comune rintracciare la causa prima del dilagare dell'assassinio di massa in un antisemitismo tedesco particolarmente accentuato, collegando l'intolleranza antiebraica di Lutero all'antisemitismo di Hitler, in un percorso quasi lineare verso Auschwitz. Goldhagen ignora (o ricorda solo selettivamente) i contributi di chi, prima di lui, ha adottato lo stesso approccio e di chi, a sua volta, lo ha smentito.[…] Ma se il libro, alla cui origine, conviene ricordare, è una tesi di dottorato in scienze politiche, premiata nel 1994 negli Stati Uniti, ha scatenato nonostante i limiti un dibattito internazionale, coinvolgendo sia gli accademici che il grande pubblico, allora deve possedere un suo valore specifico. […] Ancora una volta allora, pur partendo da un libro che non si può affermare rivoluzioni la storiografia contemporanea sull'Olocausto, si ricavano stimoli per una riflessione su un passato meno distante di quanto alcuni vorrebbero.

N.Inv.: CN 25108 GEN 943.086 PAPPV*Nazismo e olocausto : *dalla democrazia alla dittatura / Vincenzo Pappalettera. - Milano : Mursia, 1998. - 254 p. ; 21 cm. ((Segue: Appendice.(*GUM. Testimonianze)www.deportati.itLa domanda da cui parte Pappalettera è semplice: com'è potuto accadere il genocidio di 11 milioni di esseri umani nel cuore dell'Europa? e subito dopo: Che individui erano gli aguzzini che infierivano spietatamente su prigionieri inermi? In entrambi i casi Pappalettera insiste su un punto: ossia il nazismo, prima ancora che un'esperienza politica, è una macchina ideologica, fondata su un programma dichiarato ed esplicito. E dunque in prima istanza è l'apparato ideologico che occorre indagare in termini di formazione dell'opinione, di macchina della convinzione, di struttura di formazione della personalità.Ma se tutta la questione fosse riducibile ad un livello programmatico dichiarato noi dovremmo concludere che la diffusione del nazismo il suo successo consistette essenzialmente in un'opera di persuasione. Per Pappalettera questo è uno dei binari che permisero al nazismo di strutturare una tipologia e, conseguentemente dei comportamenti. Ma non solo. Accanto ed oltre agirono anche altri meccanismi. L'adesione al nazismo, la trasformazione di individui comuni in macchine programmate per la morte di massa non passò solo per un processo di convinzione ideologica. Esso si concretizzò anche, attraverso un processo di annichilimento degli avversari, trasformando prigionieri, nemici e vittime in operatori ed esecutori diretti dello sterminio.

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In sostanza il nazismo fu il risultato di un doppio processo: il primo direttamente connesso con la formazione di individui ideologicamente orientati; il secondo determinato dal totale dominio sugli individui non convinti ma lentamente deumanizzati e trasformati in macchine di morte.Questo secondo aspetto sembrerebbe costruire un' immagine ancor più diabolica del nazismo. In realtà Pappalettera ha la sensibilità di introdurre attraverso l' analisi di casi concreti una dimensione che rende altamente problematica e avvincente qualsiasi indagine sul nazismo. Centrando l' attenzione sui processi di spersonalizzazione Pappalettera, infatti, non risolve la questione attraverso un' analisi generica dei processi di coinvolgimento e di soggezione, ma individua storie tra loro molto diverse che rinviano non solo a livelli diversi della resistenza e della sottrazione al meccanismo di spersonalizzazione, ma anche a vicende e decisioni di individui che non si piegano, che si sottraggono, che comunque riaffermano la loro personalità.E allora ciò che si riapre non è più una partita in cui è in discussione la dimensione del terrificante sulla base del conteggio delle vittime, bensì la vicenda dei meccanismi di persuasione, di resistenza e di affermazione della personalità, all'interno della quale la rianalisi del sistema concentrazionario si delinea come un cosmo popolato di individui ciascuno caratterizzata da una propria storia personale, da scelte in cui entrano in gioco forza e debolezza, valori e stravolgimenti. Ma soprattutto dove al centro stanno ancora gli uomini, in carne ed ossa, con la responsabilità delle loro scelte.

N.Inv.: CN 6060 GEN 943.086 SHIRWL*Storia del Terzo Reich / William L. Shirer. - Torino : Einaudi, [1962]. - XVIII, 1260 p. ; 22 cm.(*Biblioteca di cultura storica ; 73)www.internetbookshop.itIl libro narra l'ascesa e il crollo del Terzo Reich da Norimberga a Norimberga, ovvero il lungo incubo che comincia da quella fatidica notte in cui si proclamò l'inizio del millennio nazista e termina nel settembre 1946 con il processo che avrebbe condannato a morte o alla carcerazione i superstiti criminali nazisti.

N.Inv.: CN 24124 GEN 943.086 STOIDN*Storia illustrata del nazismo. - Firenze : Giunti, 2002. - 185 p. : ill. ; 27 cm.

N.Inv.: CN 2623 MAG "A" 2572Le *signore della svastica : protagoniste e vittime del reich di Hitler /Silvio Bertoldi. - Milano : Rizzoli, 1999. - 277 p. ; 23 cm.www.internetbookshop.itSilvio Bertoldi racconta in questo libro le biografie tutt'altro che oscure e secondarie di molte donne del nazismo: da Geli Raubal, la nipote e amante di Hitler morta (ufficialmente suicida) nel 1931, a Eva Braun, la donna che la sostituì e rimase fino alla morte fedele al Fuhrer; da Winifried Wagner, nuora inglese del celebre compositore, a Paula Hitler, sorella dimenticata di Adolf; da Leni Riefenstahl, diva suprema del cinema tedesco, a Magda Goebbels, che finì per uccidersi nel bunker di Berlino con il marito e i sei figlioletti.

N.Inv.: CN 6118 MAG "A" 2571Una *donna al suo fianco / Gudrun Schwarz ; traduzione di Barnaba Maj. – Milano : Il saggiatore, [2000]. - 316 p. : ill. ; 23 cm.(*Nuovi saggi)www.internetbookshop.itLe SS sono conosciute ancora oggi come organizzazione maschile, sebbene Himmler dichiarò di volerne fare una comunità di uomini e donne. Nel 1931 Himmler decretò che i membri delle SS potessero sposarsi soltanto con donne che avessero "passato l'esame" in merito alle loro convinzioni politiche e razziali. La sociologa Gudrun Schwarz ha studiato la vita di queste "signore delle SS" facendoci conoscere il quotidiano delle famiglie nazionalsocialiste. Molte di queste donne non solo erano a conoscenza dell'attività dei mariti, ma furono vere e proprie consigliere e complici, vivendo ai margini del campo di concentramento, servite da un triste stuolo di schiavi scheletrici.

N.Inv.: CN 22319 GEN 943.086092 ENZEHM*Hammerstein, o dell'ostinazione : una storia tedesca / Hans Magnus Enzensberger ; traduzione di Valentina Tortelli. - Torino : Einaudi, [2008!. - 287 p. : ill. ; 23 cm.www.internetbookshop.itLa sera del 3 febbraio 1933, a Berlino ebbe luogo una cena a suo modo storica: Adolf Hitler incontrò per la prima volta nella sua veste di neo-cancelliere i maggiori esponenti della Reichswehr. Fra questi, discendente di un'antica famiglia aristocratica, il generale Kurt von Hammerstein-Equord, che durante

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la Repubblica di Weimar aveva fatto una brillante carriera sino a diventare nel 1930 - capo di stato maggiore dell'esercito tedesco. Un uomo di destra, che considerava Hitler un confusionario non particolarmente pericoloso. Nel corso della cena, tuttavia, il Führer espose senza mezzi termini quali erano i suoi veri obiettivi: instaurazione di una dittatura all'interno del paese, ricerca di "spazio vitale" a oriente. Il discorso di Hitler fece radicalmente cambiare opinione a Hammerstein che un anno dopo rassegnò le dimissioni: da quel momento in poi divenne - pur nella più assoluta segretezza - il punto di riferimento della resistenza anti-hitleriana che condusse al fallito attentato del 20 luglio 1944. La moglie e i sette figli sono gli altri protagonisti di questa straordinaria vicenda non solo tedesca: i maschi sono tutti coinvolti in forme di resistenza, vivono in clandestinità, le figlie si legano al Partito comunista. Nell'ultima parte del libro l'autore accosta narrazioni, "chiacchierate" postume con i protagonisti, commenti su fatti storici, documenti d'archivio in gran parte inediti.

N.Inv.: CN 14376 GEN 945.0915 COLLEIl *fascismo e gli ebrei : le leggi razziali in Italia / Enzo Collotti. – Roma [etc.! : GLF editori Laterza, 2003. - 219 p. ; 21 cm.(*Quadrante Laterza ; 124) www.internetbookshop.itSanzioni, obblighi, espulsioni, privazioni, fino all'internamento e alla deportazione: l'Italia non fu seconda a nessuno per la meticolosità e la severità delle misure imposte agli ebrei. Con una prosa netta e incisiva, Colletti ricostruisce la genesi e la natura della legislazione antiebraica dalla sua fase di avvio, alla confluenza tra razzismo coloniale e antisemita, fino ai tardivi risarcimenti da parte della Repubblica. Una persecuzione che non conobbe tregua fino all'armistizio del 1943 e che ebbe il suo culmine in una vera e propria dichiarazione di guerra da parte del fascismo della Repubblica sociale, durante l'occupazione dell'Italia da parte della Wehrmacht.

N.Inv.: CN 16314 GEN 945.0915 SARFMLa *Shoah in Italia : la persecuzione degli ebrei sotto il fascismo / Michele Sarfatti. - Torino : Einaudi, [2005]. - 165 p. ; 20 cm.(*Einaudi tascabili ; 1322)www.internetbookshop.itPartendo dal significato del termine Shoah, Michele Sarfatti ricostruisce quel tragico periodo che vide annientare le vite di milioni di ebrei, ripercorre le tappe ferali della persecuzione in Europa e nel nostro Paese, e mostra come il fascismo divenne corresponsabile della Shoah in Italia. Un volume destinato innanzitutto al mondo della scuola e a coloro che desiderano un'illustrazione sintetica, ma pur sempre seria e scientificamente adeguata, di uno dei momenti più bui della nostra storia.

N.Inv.: CN 10427 GEN 945.0915 TACCF*Storia illustrata del Fascismo / [autore dei testi Francesca Tacchi]. - Firenze : Giunti, [2000]. - 192 p. : ill. ; 27 cm.

Sezione locale

Emilia-Romagna

N.Inv.: CN 17531 EMILIA R. 940.53454 TOCI*Emilia Romagna : itinerari nei luoghi della memoria 1943-1945. - Milano : Touring Club Italiano, [2005]. - 176 p. : ill. ; 23 cm. ((In cop.: Regione Emilia-Romagna ; Assessorato turismo, commercio, servizio turismo e qualità aree turistiche ; in collaborazione con Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della regione Emilia-Romagna servizio Soprintendenza ai beni librari e documentari.

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N.Inv.: CN 12264 EMILIA R. 945.400492 EMIR*Emilia Romagna : itinerari ebraici : i luoghi, la storia, l'arte / a cura di Annie Sacerdoti e Annamarcella Tedeschi Falco ; con la collaborazione di Vincenza Maugeri. - Venezia : Marsilio, [1992]. - 154 p. : ill. ; 22 cm. ((Sul front.: Agertur Emilia Romagna, Agenzia Regionale di Promozione Turistica, Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna.(*Itinerari Ebraici)www.regione.emilia-romagna.it"Gran parte del patrimonio culturale del mondo è concentrata in Italia e il patrimonio ebraico in Italia ne rappresenta una parte significativa. Gli itinerari ebraici proposti dalla guida rappresentano una importante occasione per la conoscenza dei luoghi più significativi della storia, della cultura e delle tradizioni sedimentate nel corso dei secoli. L’itinerario attraverso molte località delle province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini descrive i vecchi quartieri in cui gli ebrei hanno vissuto per secoli; fa entrare il turista in sinagoghe antiche, come quelle di Ferrara e Parma e in quelle più recenti a Bologna o Reggio Emilia, lo conduce attraverso le sale dei musei ebraici da Soragna, a Ferarra e Bologna" (Assessore al Turismo, Guido Pasi).

N.Inv.: CN 16312 EMILIA R. 945.4004924 ARTECE*Arte e cultura ebraiche in Emilia-Romagna / [catalogo a cura di Annie Sacerdoti ... et al.]. - Milano : A. Mondadori, c1989. - 159 p. : ill. ; 27 cm. ((Mostra tenuta a San Francisco nel Jewish Community Museum dal 3 ottobre al 31 dicembre 1989. - In testa al front.: The Jewish Community Museum, San Francisco; Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia Romagna.

N.Inv.: CN 15521 EMILIA R. 945.4004924 GHEEGI*Ghetti e giudecche in Emilia-Romagna : immagini per un percorso storico di recupero e valorizzazione / a cura di Franco Bonilauri e Vincenza Maugeri. - Roma : De Luca, [2004]. - 62 p., [9] c. di tav. : ill. ; 24 cm. ((Catalogo della Mostra tenuta a Bologna nel 2004. - In testa al front.: Fondazione museo ebraico di Bologna in collaborazione con Regione Emilia-Romagna, Assessorato alla cultura, Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.(*Quaderni del Museo ebraico di Bologna ; 4)

N.Inv.: CN 14534 EMILIA R. 945.4004924 TOCI*Luoghi ebraici in Emilia Romagna / Touring Club italiano. - Milano : TCI ; Bologna : Regione Emilia-Romagna, [2003]. - 160 p. : ill. ; 23 cm.

Parma

N.Inv.: CN 18138 PARMA 305.89240454 CAVAC*Presenza ebraica nel Parmense: un percorso nella memoria / Carla Cavazzi, Brunella Manotti. - Parma : Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea, stampa 2004. - 40 p. : ill. ; 24x11 cm + 1 c. geogr. ripieg.(*Ricorda)

N.Inv.: CN 17928 PARMA 305.89240454 EBRAP*Ebrei a Parma : atti del convegno : Parma, Biblioteca Palatina, 3 marzo 2002 / a cura di Lucia Masotti. - Parma : Comune, Assessorato alle politiche culturali ; [s.l.] : Associazione italiana amici dell'Università di Gerusalemme, stampa 2005. - 152 p., [11] c. di tav. : ill. ; 25 cm.

N.Inv.: CN 22789 PARMA 305.89240454 MORIF

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*Due lettere e una recensione sulle vicende degli Ebrei parmensi : 1943-45 / Franco Morini. - [Parma] : Campo di Marte, stampa 2003. - 55 p. ; 21 cm.

N.Inv.: CN 25243 PARMA 940.53174544 MINAM*Invisibili : internati civili nella provincia di Parma : 1940-1945 / Marco Minardi. - Bologna : CLUEB, 2010. - 396 p., [10] p. di tav. : ill. ; 21 cm. ((In testa al front.: Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea di Parma.(*Parma contemporanea ; 1)Gli internati civili rappresentano l'invisibile sociale, la non appartenenza. Pochi sapevano di loro. Non appartenevano che a se stessi, alle loro famiglie, ai loro valori; estranei, ospiti, stranieri, in parte sovversivi, nessun fascista, lontani e anomali, testimoni di uno stato nemico o, semplicemente, di nazionalità “nemica”, non abbastanza italiani, fuori da appartenenze necessarie e, soprattutto, soli e ingombranti. Invisibili a tanti e per tanto tempo.

N.Inv.: CN 25306 PARMA 945.0915 STODI*Storia di ieri : Parma dal regime fascista alla Liberazione (1927-1945) / a cura di Fiorenzo Sicuri e Roberto Montali. - Reggio Emilia : Diabasis, 2011. - 217 p. : ill. ; 28 cm. ((Catalogo della mostra tenuta a Parma nel 2011. - In testa al front.: Istituzione Biblioteche del Comune di Parma. Pubblicato in occasione della mostra storico-bibliografica del 2011, il libro è illustrazione della storia di Parma dal 1926 al 1945 dal punto di vista politico, economico, religioso, culturale e artistico.

N.Inv.: CN 12472 PARMA 945.440049 CAVIM*Pagine di storia bussetana : gli ebrei / Manfredo Cavitelli. - [S.l. : s.n.], 1999 (Colorno : Tipografia La Colornese). - 87 p. : ill. ; 20 cm.

N.Inv.: CN 12472 PARMA 945.440049 BOCCC Novità!*Pellegrino Riccardi : un giusto tra le nazioni / Carlo Bocchialini. - Rimini : GuaraldiLAB ; Parma : Atelier 65, 2013. - 169 p. : ill. ; 17 cm. Carlo Bocchialini, pretore a Fornovo, salvò l'amico ebreo Rolando Vigevani dai nazisti. Improvvisatosi ladro e falsario, riesce a farla in barba al Comando tedesco e ottenere tutti i lasciapassare per la Svizzera. Tiene con se il primogenito dei Vigevani per alcuni mesi e una banconota da dieci lire, strappata a metà, come segno di riconoscimento per la consegna. Nel 1988 lo Stato di Israele conferisce a Riccardi la medaglia di "Giusto tra le Nazioni”.

N.Inv.: CN 24942 PARMA 945.440916 MINAM*Disertori alla macchia : militari dell'esercito tedesco nella Resistenza parmense / Marco Minardi ; prefazione di Brunello Mantelli. - Bologna : CLUEB, [2006]. - 111 p., [7] c. di tav. : ill. ; 21 cm. ((Segue: Elenco dei disertori stranieri che combatterono nella Resistenza parmense. - In testa al front.: Comune di Lesignano de' Bagni; Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea di Parma.(*Heuresis. 9, Sezione di scienze storiche)Merito di questa ricerca è l'aver tematizzato la questione dei “partigiani stranieri” nelle formazioni attive nella provincia di Parma, sottraendola all'oblio in cui rischiava di cadere e a certe esaltazioni parziali, tutte politiche, che in passato hanno avuto purtroppo corso. Ne è esempio la celebrazione dei soli “partigiani sovietici”, che ha lasciato in ombra il complesso percorso di questi ultimi e tutti quegli altri stranieri che sovietici non erano, ma che, da disertori, operarono per la Liberazione dell'Italia e con essa dell'Europa.

ColornoN.Inv.: CN 29076 COLORNO 940.5318087 RIC Novità!*Ricordiamo : perchè non accada mai più / a cura dell'Associazione Regionale ANFFAS onlus Emilia Romagna e dell'Associazione Amici dell'ANFFAS. - [S.l. : s.n.], 2013 (Faenza :

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Tipografia faentina). - 47 p. : ill. ; 24 cm. ((Pubbl. in occasione della mostra tenutasi a Colorno, 25 gennaio-9 febbraio 2013. Nel 1939 Hitler diede il via al programma di eutanasia delle persone disabili: in codice AKTION T4. In realtà fu lo sterminio di 300.000 bambini e adulti innocenti in nome della purezza della razza e del risparmio di risorse economiche. Fu una sorta di mostruosa prova generale della Shoah.