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ARIA, FUOCO, VETRO:OMAGGIO ALLE VALVOLE

Visita alla Kron - Prova Unison P40

Brividi caldi

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64 aprile 2008 • SUONO

L’AMATEUR PROFESSIONNEL

di Paolo Corciulo e Paolo Perilli

Un dato interessante che riguarda UnisonResearch, marchio ormai ben conosciutodagli appassionati di tutto il mondo, è co-

stituito dalle profonde radici che il costruttoreha mantenuto nella realizzazione dei suoi ampli-ficatori, durante gli oltre 20 anni di attività, conla tipologia circuitale a valvole che ne ha carat-terizzato le origini ma anche i prodotti di mag-gior pregio e conoscenza sul mercato; radici so-lide ma abbinate ad una certa duttilità con cuifar fronte alle problematiche che via via si mani-festano sul mercato. Così, mentre nelle apparec-chiature top di gamma si è fondamentalmentepuntato sui circuiti single ended, per la gammaUnico si è approdati allo stato solido, sebbeneibrido (“per ragioni sonore” ci tengono a preci-sare alla casa trevigiana) utilizzando MOSFETin quella che è stata definita “Classe A dinami-ca”, che assicura, entro determinate potenze, ilfunzionamento in classe A. Insomma comunquesia valvole; sembra essere la filosofia della casae più volte, sotto chiara sollecitazione di chiscrive, abbiamo notato gli sguardi perplessi deiresponsabili tecnici della casa quando si accen-nava, ad esempio, alle opportunità offerte dallaclasse D: “Il digitale andrà molto bene… tra 50anni!” è la risposta. Non che questo significhiperò un approccio dietrologico alla materia, an-zi! L’evoluzione apportata da Unison ai suoi ap-parecchi è scevra da preconcetti: basti dire chel’ultimo e più significativo sviluppo della casa,il circuito di regolazione automatica del bias(che in Unison stanno meditando di brevettare),si basa su di un circuito… a stato solido! Nientepaura: il circuito lavora solo su una tensionecontinua che viene fornita alle griglie delle val-vole finali e non va ad interferire con il suono.“Non può essere definito un ibrido” dicono allaUnison, che per gli apparecchi alto di gamma citengono alla definizione “completamente valvo-lare”, una caratteristica di questo segmento dellaproduzione dagli inizi ad oggi e che comprendeanche l’ultimo nato...Ecco dunque che abbiamo già conosciuto qual-

che cosa della nuova linea P, attualmente com-posta dal P70, dal P40 oggetto di questa prova eda un futuribile P100, dove le cifre indicano an-che la potenza fornita per canale. Proprio questapotenza, elevata per un apparecchio a valvole, cifornisce un’altra indicazione sugli apparecchi diquesta linea che necessariamente devono essererealizzati con la topologia push pull.Un amplificatore in push pull si colloca prati-camente all’opposto di un single ended inClasse A. Tuttavia, abbiamo potuto apprezzaresempre un approccio decisamente inusuale diprogettazione delle amplificazioni, che ha sem-pre privilegiato il raggiungimento delle miglio-ri condizioni di lavoro dei componenti in fun-zione degli schemi di funzionamento. Adesempio, gli amplificatori in single ended (so-prattutto quelli sviluppati con il parallelo di piùvalvole finali) implementano sofisticati sistemidi regolazione indipendente della tensione dipolarizzazione per ogni valvola, realizzati inmodo da autoregolarsi in funzione delle carat-teristiche di lavoro e in funzione delle caratte-ristiche di ogni singola valvola. Nel Perfor-mance, che abbina tre tubi KT88 in parallelo,abbiamo potuto apprezzare la realizzazione diun vero e proprio “servomeccanismo elettrico”che reagisce alle variazioni di lavoro di ognitubo in modo che le tre KT88 non solo sarannoallineate all’accensione dell’apparecchio ma ri-

marrano in tale stato e con la corrente quasisempre vicino al valore nominale fino alla finedei loro giorni.Un approccio molto simile ma per ragioni deltutto differenti lo vediamo implementato nelP40, dove il circuito di servocontrollo “delbias” esalta le prestazioni dei dispositivi infunzione del progetto push pull. In questo caso,i due dispositivi che lavorano in opposizione difase devono avere le stesse caratteristiche di la-voro, altrimenti tutti i benefici di una soluzioneefficiente come il push pull si possono perdere.Anche qui Unison ha sviluppato e messo apunto un sistema di servocontrollo che riduceal minimo ogni effetto negativo dovuto all’a-simmetria di funzionamento degli stadi di po-tenza. Per altro già in passato Unison aveva pro-dotto amplificatori in push pull come il Triode20, il Power 35 e il Nimbly nelle prime versioni.Un’altra caratteristica non rituale ormai intro-dotta sugli apparecchi della casa è la gestionetramite microprocessore delle funzionalità, in-cluso il volume, degli apparecchi: se le innova-zioni tecnologiche sono buone, mica si buttano!Più tradizionale, ma non per questo meno im-portante, l’abitudine e la capacità della casa direalizzarsi da soli i trasformatori d’uscita: fattonon banale, non solo per le difficoltà pratiche direalizzazione (vedi box), ma soprattutto per unfatto che è stato fatto notare a chi scrive:

Un piccolino con grinta e fascino da vendere: ecco l’ultima creatura della casa

trevigiana che, ad un prezzo ancoraaccettabile, offre qualcosa di molto simile

alla quadratura del cerchio.Musica allo stato dell’arte, un piacevole

aspetto e l’unicità del prodotto artigianale.

Unison Research P40AMPLIFICATORE INTEGRATO

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SUONO • aprile 2008 65

Amplificatore integrato Unison Research P40

Prezzo: € 3.480,00Dimensioni: 42 x 21 x 40 cm (lxaxp)Peso: 25 kgDistributore: U.K. DistributionVia Roma, 22 - 31022 Preganziol (TV)Tel. 0422.63.35.47 - Fax 0422.63.35.50www.operaloudspeakers.com

Tipo: stereo a valvole Potenza: 2 x 40 W su 6 Ohm inclasse AB push pull ultralineare Risposta in frequen-za (Hz): 20-30.000 THD (%): 0.2 Note: valvole impie-gate: 2xECC82, 1xECC83, 4xEL34.

CARATTERISTICHE DICHIARATE

L’ASCOLTO

� RIPROPOSIZIONE DELLA GAMMA DI FREQUENZEC’è veramente poco da dire in merito; tutte le gam-me di frequenze sono riprodotte con una cura diffici-le da riscontrare in apparecchi similari. In basso siscende senza problemi, si apprezza una pulizia note-vole e un’ottima amalgama con le frequenze imme-diatamente adiacenti, e la gamma più bassa scandi-sce in maniera eccellente ogni passaggio. Medi tra-sparentissimi e dettagliati e anch’essi eccellente-mente congiunti alle alte e altissime, che non risulta-no mai penetranti: non serve una particolare dolcez-za quando si ha una trasparenza simile!

� CAPACITÀ DINAMICASembra veramente che ce ne sia in sovrabbondanza.Indipendentemente dalla posizione della manopoladel volume, l’amplificatore continua a riproporre deipicchi dinamici dettagliati. Niente paura quindi, si puòalzare il volume senza fenomeni prematuri di clipping(ovviamente entro i limiti del buon senso). Eccellentela microdinamica; i fraseggi di pianoforte sono realisti-ci come non mai. Sempre sotto controllo gli estremigamma che non debordano mai garantendo la massi-ma articolazione del messaggio sonoro.

� RICOSTRUZIONE DELLO STAGE SONORODi altissimo livello. La ricostruzione dello stage sono-ro è estesa in tutti gli assi. L’ologramma sonoro è pia-cevolissimo e per nulla faticoso da seguire nella rap-presentazione. Si ha la sensazione che la musica siaveramente svincolata dai diffusori e che tutti gli stru-menti abbiano una loro posizione fissata e indipen-dente dalle dimensioni fisiche della stanza con otti-ma scansione dei piani sonori anche in profondità.

� RICOSTRUZIONE DELLE ARMONICHE ED EQUILIBRIO TONALE

L’Unison suona bene e non soffre di alcun problemadi coerenza timbrica. I vari strumenti si alternano sul-la scena sonora con un altissimo grado di veridicità ela sensazione è che basta accoppiare questo amplicon dei diffusori all’altezza e l’unico limite sarà laqualità dei CD che gli farete riprodurre. Forse, e sisottolinea il “forse”, durante ascolti a volume sostenu-to si nota un lieve alleggerimento della gamma me-dia, ma si tratta di bazzecole.

PAOLO CORCIULOTutti i valvolari sono belli, tutti i val-volari sono molto rétro. Qui, pur sen-za rinunciare a qualche eco del pas-sato, ci troviamo di fronte a materialie design moderni e molto azzeccati

oltre ad un effetto di status symbol: l’unicità di ogni ap-parecchio è assicurata al suo acquirente grazie al pan-nello copri valvole realizzato a mano.Questi valori sono corroborati da prestazioni sonoredavvero sorprendenti dove, anche qui, senza rinunciarea quelle caratteristiche tipiche dell’amplificazione valvo-

lare, se ne minimizzano i difetti con un suono potente evigoroso che davvero sorprende perché non rinuncia apulizia e dolcezza allo stesso tempo. Personalmente so-no andato via via amando sempre di più le realizzazionidella casa in tal senso, avvicinandomi alla possibilità diutilizzare un valvolare nel mio impianto e vincendo lepersonali ritrosie, abbattute definitivamente dal P40 cheper suono, semplicità, prezzo, e dunque prestazioni inassoluto, mi sento di consigliare a chiunque ami la musi-ca a prescindere dalle convinzioni in materia di riprodu-zione sonora.Davvero un prodotto che tocca il cuore!

PAOLO PERILLIA differenza di altri, l’Unison ResearchP40 è facilmente inquadrabile graziealle sue prestazioni notevoli sotto tut-ti gli aspetti, ma in special modo perquel che concerne la relativa insensi-

bilità al carico che lo rende quasi “universale” negli accop-piamenti con i diffusori: una dote che lo pone ai verticidella sua categoria e che farà dormire sonni tranquilli alsuo possessore, nel caso decidesse di cambiarli! In accop-piata con gli Opera Quinta durante l’ascolto del nostro CDLittle Dream, mi ha sorpreso per pulizia, rigore timbrico e

capacità dinamica: siamo lontani anni luce dai valvolariche “suonano da valvolari”; in questo caso si tratta diun’amplificazione che sfiora l’eccellenza sotto tutti i puntidi vista, indipendentemente dalla tipologia del circuito. Lariserva di potenza a disposizione è notevole e sembraproprio che questi 40 W non finiscano mai; grazie a que-sta caratteristica e al suo rigore timbrico, l’Unison non haun suo genere musicale preferito, quindi mi sento di con-sigliarlo anche ai rockettari. Non è la migliore amplifica-zione in assoluto che abbia mai ascoltato, ma certamenteè un campione e va considerato tra le possibili scelte dichi voglia indirizzarsi su un integrato a tubi.

IN SINTESI Se si esamina la gamma di pro-dotti della casa nel segmento dieccellenza (molti sono passatiper questa redazione, gli altri so-no comune conosciuti) non sipuò non notare, soprattutto negliultimi nati, un’escalation qualita-tiva invidiabile, sia dal punto divista del design che delle presta-zioni, e anche del rapporto quali-tà/costo, che male non fa! Sem-bra davvero che alla Unison (eper contrappeso alla Opera chela compartecipa) abbiano trovatola quadratura del cerchio che noi,

azzardiamo, riteniamo vadaidentificata da un lato nelle con-dizioni operative, dall’altro nelconfronto con le problematiche“dall’altra parte del cavo” scatu-rite dalla convivenza e dal con-fronto tra una realtà votata all’e-lettronica e una all’elettoacusti-ca. Ora, sebbene l’equazionebuoni uomini = buon esercitonon sia automatica, è vero ancheche l’azienda italiana – con l’in-serimento di alcuni personaggichiave – ha guadagnato da ognipunto di vista, consentendo almarchio di allinearsi alle miglio-

ri realtà mondiali al momento sulmercato.Da questo punto di vista il P40 ciappare come una vera quadraturadel cerchio: si tratta, infatti, di unamplificatore che somma la deli-catezza delle valvole ad una ca-pacità espressiva ricca di quellagrinta in genere ad appannaggiosolo dei modelli a stato solido.La scelta di utilizzare una valvo-la che potrebbe fornire assai piùcorrente, ma a cui non viene tira-to il collo, appare vincente econferma quell’equilibrio che siriscontra esaminando tutte le so-

luzioni utilizzate nel progetto,non ultimo l’originale sistema dibias automatico che garantiscetra l’altro una costanza di presta-zioni e un’ottimizzazione dellestesse fino all’esaurimento dellevalvole (vincendo i timori in me-rito, non fuori luogo, di moltiamanti del tubo termoionico).Sebbene come sempre l’esteticasia un fatto di gusti, e dunque perognuno opinabile, a noi il P40piace molto (ci sbilanceremmoanche in un “moltissimo”) e so-prattutto piace di più ogni giornoche trascorre in redazione.

NOTE E LEGENDAI voti sono espressi sulla base di un criterio qualita-tivo relativo al parametro qualità/prezzo determi-nato in relazione alla classe di appartenenza del-l’apparecchio. Il fattore di concretezza è un para-metro, frutto dalla nostra esperienza, che racchiudeil valore nel tempo e l’affidabilità del prodotto, delmarchio e del distributore.

COSTRUZIONE � � � � � � � � �

AL BANCO DI MISURA � � � � � � � � �

VERSATILITÀ � � � � � � � �

ASCOLTO � � � � � � � � �

FATT.DI CONCRETEZZA � � � � � � � � �

QUALITÀ/PREZZO � � � � � � � �

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Unison Research P40

Lo chassis descrive il lento ma continuo lavoro di Uni-son che tende a coniugare forma e funzionalità nellesoluzioni estetiche e costruttive: inserti in materiali ete-rogenei o massicci elementi in legno, ma anche parti invetro, abbinano una specifica funzionalità a una solu-zione squisitamente estetica. Il P40 sfrutta una strutturaportante in lamiera sagomata e piegata molto com-plessa che, sebbene si avvalga di lavorazioni decisa-mente dispendiose, evidenzia un’ingegnerizzazionefuori dal comune, molto pratica e razionale. Accessibili-tà dei componenti e idonea ventilazione dei circuiti so-no alla base del progetto che conferisce al prodotto unfattore di concretezza decisamente alto. I circuiti princi-pali sono realizzati su una grande PCB di eccellente fat-tura sulla quale sono fissati anche gli zoccoli in cerami-ca delle valvole. Gli ingressi fanno capo ad una piccolabasetta sulla quale sono disposti i relè blindati di com-mutazione gestiti dal selettore posto sul pannello fron-tale, che smistano il segnale e lo distribuiscono al po-tenziometro attenuatore di ingresso, un Alps motoriz-zato serie blu (vedi foto qui sotto). Lo schema di amplifi-cazione d’ingresso utilizza un triodo ECC83 ed un dop-pio triodo ECC82, seguito dallo stadio di potenza cheimpiega due EL34 con configurazione push pull con l’a-nello di retroazione riportato al secondo stadio, facen-do funzionare il primo triodo ad anello aperto. Questasoluzione ha consentito al progettista di utilizzare untasso complessivo di retroazione piuttosto basso utiliz-zando al meglio le peculiarità di due approcci apparen-temente agli opposti. La sezione pre, anche in seguito aqueste scelte progettuali, è affetta da una lieve sensibi-lità dell’estensione della risposta in funzione della posi-zione del volume che, nella peggiore delle condizioni,restituisce una banda passante oltre i 40 kHz e nella zo-na di utilizzo più comune, ovvero con la posizione delvolume fra “ore 9 e ore 11”, tramite l’ingresso CD conuscita a 2 Vrms non evidenzia particolari attenuazionisfruttando tutta l’estensione degli eccellenti tra-sformatori d’uscita. Invece lo stadio di potenzabeneficia in modo particolare di questo tipo discelta esibendo un progetto decisamente effi-ciente, stabile e piuttosto insensibile al carico,conseguenza anche delle caratteristiche dei tra-sformatori d’uscita che sono dotati di una solacoppia i morsetti general porpouse cheaccettano senza idiosincrasie impeden-ze anche inferiori ai 4 Ohm. Solo i Trian-gle Cello rendono la risposta elettricapittosto irregolare, soprattutto nelle zo-ne in cui l’impedenza scende a livelli

66 aprile 2008 • SUONO

L’AMATEUR PROFESSIONNEL

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“Quando molti anni fa abbiamo cominciato afare amplificatori di potenza” dicono in Unison,“non avendo la possibilità di realizzare il tra-sformatore mi approvvigionavo da una dittaesterna inglese. Benché quella casa producesseoggetti di qualità e ci avesse realizzato i trasfor-matori sulla base delle nostre esigenze, quandosono arrivati i prodotti ci siamo accorti che ilnostro progetto non si interfacciava perfetta-mente. Abbiamo dovuto modificare il progetto infunzione dei trasformatori e questo è ciò che ac-cade a chi non ha la possibilità di fare i trasfor-matori al suo interno: i paletti li mette un altro!Non sono vincoli enormi ma in un prodotto im-portante, considerando che il trasformatore èproprio il cuore del sistema…”.Al di là dall’approdo (o del ritorno?) al pushpull, vi è nel P40 una vera cesura con il passatocostituita dall’abolizione del legno, precedente-mente sempre presente nei prodotti della linea dieccellenza, a favore dell’acciaio sagomato. Adonor del vero va detto che la prima versione del-l’apparecchio prevedeva il frontale in legno diciliegio e le manopole in ottone ricavate dal pie-no in puro stile Unison. Il prodotto finito, invece, privilegia un altro ef-fetto cromatico, abbinando il metallo della parteinferiore in acciaio alla novità costituita da pan-nello di protezione delle valvole, realizzato invetro lavorato a mano. Davvero piacevole, sia dal punto di vista tattileche alla vista, questo incontro tra materiali diffe-renti è stato fortemente ricercato dalla casa ita-liana che è andata a trovare un mastro vetraio ingrado di lavorare il vetro secondo la tradizionedi Murano per aumentare il valore aggiunto del-l’inconsueto pannello che in origine avrebbe do-vuto essere, su ordinazione, di differenti colori.La scelta dell’azzurro carta da zucchero è co-munque indovinata…Ancora una volta il cabinet è sagomato in ma-niera non tradizionale, caratterizzato da unamarcata curvatura ai bordi laterali, sia quelli in-feriori che quelli superiori, dell’apparecchio. Da notare la chicca estetica del pannello di pro-tezione delle valvole che ha un disegno delle fe-ritorie del tutto inconsueto: da un lato ricorda illogo Unison, dall’altro le vetuste linee paralleledelle feritoie di un dì. Funzionali e al tempostesso piacevoli all’occhio, ma soprattutto per-fettamente armoniche con il resto del design che

gioca sugli… opposti estremismi: superfici aspecchio che si alternano a superfici nere opa-che, un gioco al tempo stesso moderno e rétroche ricorda vagamente i Quad storici.Nella fase della iniziale installazione bisogneràporre attenzione al peso notevole dell’apparec-chio, che sfiora i 25 kg, ma soprattutto alla suadisposizione non equilibrata. Daltronde un am-plificatore a valvole, in genere, presenta unaserie di complicazioni strutturali non indiffe-renti, soprattutto se rapportata ad amplificatoridi analoga potenza ma a stato solido: la massanotevole dei trasformatori di alimentazione e diuscita e la complicazione della disposizionedelle valvole (che, per loro natura, non posso-no essere “annesse” a un dissipatore ausiliarioma hanno bisogno di uno spazio adatto per laventilazione) determinano una disposizione deipesi estremamente irregolare. Spesso il caloreha un impatto non trascurabile sugli altri com-ponenti dell’apparecchio piuttosto sensibili alcalore, tipo condensatori elettrolitici che hannouna vita operativa proporzionale alle forti sol-lecitazioni ed escursioni termiche.Unison Research ha evidenziato tramite i suoiprodotti (e anche qui lo fa) un atteggiamentosempre molto attento alla disposizione e allastruttura di sostegno, in modo che ogni ele-mento avesse ragione di esistere e al tempostesso una sua specifica funzionalità!Gli elementi in acciaio o rame vicino alle val-vole o quelli in vetro intorno ad esse hanno ilduplice scopo di schermo termico verso gli al-tri componenti e di favorire, in alcune situazio-ni, l’effetto camino di convezione naturale del-l’aria calda. Per il resto il P40 è estremamente semplice dainstallare anche per chi non ha esperienza diamplificatori valvolari; non ci sono particolariregolazioni da fare e l’apparecchio neanche of-fre la possibilità di scegliere l’uscita a secondadel carico. Tutto molto intuitivo quindi e, a partela presenza visiva delle valvole, il P40 si utiliz-zerà proprio come un cugino a stato solido!

SUONO • aprile 2008 67

Amplificatore integrato Unison Research P40

piuttosto bassi, mentre con gli altri diffusori si apprez-zano lievi oscillazioni che, per le soluzioni impiegate, so-no decisamente contenute e tenute “sotto controllo”. Lastabilità dell’apparecchio si può apprezzare anche in fun-zione delle alimentazioni che sono realizzate con un pri-mo filtraggio a cella pi-greco di tipo LC, con celle di ele-vata capacità per l’alimentazione a 500 V dello stadio diuscita. Segue una seconda cella pi-greco di tipo RC perl’alimentazione, a 450 V, dello stadio di amplificazione. I fi-lamenti delle valvole di amplificazione sono alimentaticon una tensione continua stabilizzata. Un’ulteriore ten-sione negativa viene adottata per l’alimentazione del si-stema di polarizzazione delle EL34 e dalla particolare so-luzione per la regolazione del bias “servo controllata”.Questo tipo di soluzione ottimizza il funzionamento del-la sezione di potenza a partire dai primi istanti dopo l’ac-censione per arrivare nelle condizioni di massima eroga-zione di energia. Colpisce in modo particolare il consenti-mento del rumore e delle spurie presenti in banda e fuo-ri banda, con uno spettro “pulito” soprattutto se riferitoalla tipologia di apparecchio. Anche l’andamento delladistorsione in funzione della potenza erogata oltrepassaabbondantemente quanto dichiarato: la componente diseconda armonica è praticamente annullata dalla solu-zione push-pull, ma balza agli occhi la quasi totale assen-za della terza armonica che, generalmente, è alta e piut-tosto visibile. (Fabio Masia)

10 Hz 100 1.000 10.000 90.000

-2

-6-6

-8

0

-4

+2

16R8R4RCaricoReale Simulato

4

8

12

16

20

0

0.2

0.4

0.6

0. 8

150 200 25050 100

Graf. 1

Graf. 2

Graf. 3

Per quanto riguarda il retro, non abbiamo nulla da se-gnalare (4 ingressi e un’uscita sub) se non il constatare l’ot-tima fattura dei componenti che accetteranno le termi-nazioni e l’indovinata disposizione degli stessi; fattospesso sottovalutato ma che in un apparecchio di questaclasse è ragionevole aspettarsi.

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di Paolo Corciulo

La sinergia e il confronto tra le problematiche relati-ve alle elettroacustiche e quelle delle elettronicheha fornito stimoli e nuovi spunti ai progettisti cheaccanto ai modelli storici hanno via via sviluppatoprogetti innovativi tanto nella gamma alta quantonella più economica denominata Unico. Entrambele aziende hanno beneficiato dell’insediamento nel-la nuova fabbrica dove ampi e razionalizzati spazihanno consentito di svolgere al meglio il lavoro diricerca e sviluppo. Abbiamo curiosato dietro lequinte della casa e abbiamo evidenziato alcuni deipunti salienti nella progettazione e produzione del-la casa italiana che pur meno evidenti delle caratte-ristiche palesi dei prodotti determinano in egualmisura la qualità complessiva.

Trasformatori d’uscita realizzati in casa: alla Unisoni trasformatori d’uscita vengono realizzati interna-mente: sono ben tre le macchine a disposizione perrealizzare gli avvolgimenti (1 e 2): due servono specifi-catamente per i trasformatori d’uscita; una utilizza filodi grosso diametro l’altro filo più fino. Le induttanze difiltro vengono realizzate con la terza macchina (2) cheha più tendi filo e può essere caricata con più rocchet-ti contemporaneamente. Le due macchine, specificheper i trasformatori d’uscita, sono state modificate inmodo che la velocità venisse abbassata notevolmen-te (circa un giro/sec): molto importante in un trasfor-matore d’uscita è la trazione del filo e che tutte le spi-re che vengono fatte siano una accanto all’altra; il filonon deve mai sormontare. Mentre l’avvolgimento vie-ne effettuato dalla macchina, l’operatrice controllacon un dito se il filo viene avvolto senza accavalla-mento. L’occhio non sarebbe in grado di percepire ildifetto mentre, sentendo il filo con il dito, non appenaquesto si accavalla, ci si ferma e si torna indietro…Questo controllo avviene per tutte le spire di avvolgi-mento: un trasformatore ha 1500 spire di primario eoltre 120 di secondario ripetute 4 volte; dunque unaquantità complessiva di spire notevole! Sebbene laqualità del rame sia importante, determinanti risulta-no i valori della banda passante e della distorsioneche sono legati a parametri diversi come la saturazio-ne del nucleo dalle capacità parassite e dalle indut-tanze disperse. Per questa ragione il trasformatoreviene avvolto ma non completato e poi viene testatouno per uno (3), si selezionano le coppie (tutti i tra-sformatori, magari di poco, ma sono differenti!) poi ri-tornano alla stazione precedente per essere terminati.Ovviamente ogni amplificatore ha un trasformatoredifferente: in un giorno, lavorando in serie, se ne pos-sono realizzare 6/7 ed il tasso di scarto si aggira nel-l’ordine del 6/7%.

I controlli: nel laboratorio della casa viene utilizza-to un Audio Precision di ultima generazione (4)mentre ogni postazione ha tutta la strumentazionenecessaria per fare l’analisi dell’apparecchio in lavo-razione. La strumentazione minima prevede unoscilloscopio Tektronix (5) di ultima serie a 60 Megache consente l’analisi armonica.

Particolari che non si notano: è stata effettuataun’accurata ricerca per identificare l’isolatore che vatra il MOSFET, il componente di potenza e il dissipa-tore termico (6). È stato identificato un tessuto sin-tetico costituito da una trama in fibra di vetro, su cuiè applicata una pasta di natura gommosa ad altopotere sia dal punto di vista conduttivo che termi-co. Quando viene applicata tra il MOSFET e la super-ficie su cui esso viene posizionato, la pasta impre-gna la superficie di contatto in modo che le porosi-tà del MOSFET e quelle del dissipatore siano riempi-te garantendo la massima area di aderenza. Si trattadi un componente il cui costo è quasi pari a quellodel MOSFET stesso!

Particolari che si notano: le varie manopole (7) so-no in acciaio inox tornite dal pieno, realizzate in ge-nere con fessura su cui viene fissato una listina di le-gno massello. Estremamente pesanti, sono realizzatecosì in modo che al momento della rotazione si ot-tenga un effetto volano. Una manopola così pesantenon può che essere sostenuta da un cuscinetto asfere (8) mentre nel caso dell’Absolute viene utilizza-to un cuscinetto a sfere con protezione anti polveree ghiera in gomma (9). I commutatori utilizzati sonodi due versioni: una sigillata con tutti i contatti dorati

interni per gli apparecchi della serie Unico, mentrenegli apparecchi top vengono utilizzati commutato-ri realizzati su supporto ceramico di pregio (10). Unavolta questo tipo di componenti veniva utlizzatonelle apparecchiature radio ad alta frequenza (tra-smettitori). I connettori sono realizzati appositamen-te per la casa italiana.

Valvole, una lunga frequentazione: ogni prodottoUnison utilizza le valvole termoioniche; nella lineaUnico si tratta di un’applicazione ibrida mentre la li-nea top è totalmente a valvole. Una delle valvolemolto utilizzate dalla casa italiana è la 845: questavalvola ha avuto un’evoluzione negli ultimi 2-3 annie viene ora realizzata in tre modelli: base, B e M. Ladifferenza tra B e M è costituita dal fatto che la primaha ancora l’anodo in graffite (tutta la struttura inter-na è modificata rispetto al modello base), mentre laM ha l’anodo metallico. Alla Unison viene utilizzato ilmodello B che viene realizzato con i collegamenti in-terni fatti meccanicamente: l’anodo in grafite non sipuò saldare e la corrente veniva inizialmente prele-vata dall’anodo attraverso un perno incastrato nellagrafite; questo collegamento meccanico però nonera dei migliori e poiché la valvola lavora attorno ai1000 Watt e anche più poteva determinare delle sca-riche ad alta tensione. Per ridurre la possibilità di sca-riche interne, su indicazione della Unison è stato rad-doppiato il numero di perni interni sui quali si estraela corrente e in particolare è stato realizzato un pon-te metallico nella parte superiore (11) che collega idue perni interni che inizialmente non c’era.

Esame ai raggi X: per controllare il funzionamentodei componenti più critici viene utilizzata una ter-mocamera (12) in grado di evidenziare la radiazionead infrarossi emessa da ogni componente, la cuilunghezza d’onda è in funzione della temperaturaraggiunta in fase di esercizio e dunque dello sforzosostenuto.

Impatto ecologico: tutte le serigrafie vengono rea-lizzate in casa (13) in modo da avere un controlloqualitativo immediato ma anche per assicurarsi chel’utilizzo dei materiali e degli inchiostri sia miratoverso sostanze non nocive. Vengono utilizzati in-chiostri solo irritanti invece di quelli nocivi.

68 aprile 2008 • SUONO

Dentro Unison La Unison Research fu fondata nel 1987 da un piccolo gruppo di appassionati audiofili e dagli inizi ad oggi il percorso della Unison, pur privo di traumatici cambiamenti,ha subito una evidente accelerazione nel momento in cui l’azienda, già ben conosciutanel mondo, è entrata nell’orbita della UKD, proprietaria del marchio di diffusori Opera.

L’AMATEUR PROFESSIONNEL

GIANNI SACCHETTIFondatore della Unison e pro-fondo conoscitore delle circuita-zioni a valvole è l’autore dei pro-getti top di gamma della casa.

LEOPOLDO ROSSETTOProfessore di elettronica all’U-niversità di Padova. Consulenteper il digitale principalmenteper i prodotti della linea Unico.

STEFANO SALVADORITalento emergente cresciuto al-la scuola della casa italiana. Stavia via prendendo in mano i pro-getti più innovativi della casa.

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di Paolo Corciulo

Quando gli addetti allontanano i due pesanti schermi diferro che proteggono il forno (o proteggono noi dal fornocome scoprirò a mie spese) la sensazione che provo, seb-bene si sia in pieno inverno, è indescrivibile: i 1200 gradi(per mantenere la temperatura vengono spesi 22.000 euroal mese in gas!) che mi investono li percepisce più il miocorpo, in maniera non razionale, che il mio cervello: ricordaun po’ la sensazione, il disturbo, causato da un’eccessiva di-namica, quasi che anche qui fossero ossa e stomaco a per-cepirlo! Eppure torno volentieri alla vetreria Morgana, la ve-treria di Murano che… non è a Murano (la tecnica è la stes-sa ma i proprietari si sono trasferiti nell’entroterra trevisanoed è lì che si sono incontrati con la Unison) e che realizza ifrontali in vetro degli integrati Unison P70 e P40. Perché ve-dere lavorare il vetro è una gioia di cui non ci si stanca mai,perché riporta bambini, con la lingua di fuori mentre siguarda, affascinati, la materia che duttile sotto la guida del-le mani abili degli artigiani assume le forme e le funzionipiù varie. Che sia il frontale dell’Unison, un bicchiere sotti-lissimo, un lampadario, un vaso…La particolarità del vetro di Murano è quella di essere uncomposto calcio-sodico ottenuto grazie alla fusione deidue elementi ad alta temperatura il che consente di ridurrela quantità di silicio che invece caratterizza i prodotti indu-

striali (boro silicio). Il vetro di Murano così realizzato è piùmalleabile e facile alla lavorazione, fatto che consente direalizzare oggetti con spessori anche sottilissimi, se pur fra-gili. La magia sta nel modo in cui questa specie di pongoviene lavorato: è una questione di esperienza e sensibilitàvisto che ogni oggetto richiede tecniche e tocco differenti:“Questo è un lavoro dove ci vuole mestiere e cuore e invece lepersone adesso non vogliono più fare fatica” mi dice il mioomonimo, l’artista in casa Morgana “L’altro giorno ho fattoun vaso… guardandolo una volta finito mi è venuta la pelled’oca. Dopo 48 anni di lavoro non è da poco!”

Il vetro arriva in grandi boglioli dal colore ambrato conuna consistenza quasi gommosa che fai fatica a non met-terci la mano dentro; Paolo lo plasma con strumenti arcaicicome la cuccuma in pero selvatico (l’unico legno che resi-ste a queste temperature di calore) e lo modella sotto lemani abili facendogli assumere forme rotonde, gentili. Inquesta fase il vetro può essere riscaldato più volte e l’arti-giano quando sente che il vetro tende a perdere le carat-teristiche di malleabilità lo scalda, attacca tra di loro i varipezzi di cui è formato l’oggetto, lo modella, prima che conuna procedura di lento raffreddamento all’interno di unapposito forno (durata dalla 4/5 ore fino a 24 a secondadello spessore dell’oggetto) la temperatura venga abbas-sata da 600 a zero gradi.Notando la mia ammirazione per il colore del vetro bollen-te, Paolo mi dedica una delle perle della sua saggezza:“Quando si raffredderà non sarà più di quel colore. Fino aqualche anno fa il colore ambra si otteneva mescolando resi-na e zolfo, ma questi due materiali erano eccessivamente sen-sibili all’ebollizione causando tante bollicine poco estetiche.Per evitarle si mischiava al tutto un paio di chili di farina gial-la… di polenta! Oggi la chimica ci è venuta incontro conl’Ambral ma non è la stessa cosa…”.Con fare esperto durante la conversazione realizza variesemplari del frontale del P40: il vetro caldo viene deposita-to nello stampo dove Paolo con abilità lo modella (inevita-bilmente nessun pezzo è esattamente uguale ad un altro) epoi con un punzone d’acciaio imprime il logo della Unisoncon certosina precisione e passa al prossimo pezzo…

Aria,fuoco,sodio...Il frontale dell’Unison P40 è realizzato in vetro secondo le tecniche dei vetrai di Murano:ogni pezzo è realizzato a mano, ogni pezzo è unico.

70 aprile 2008 • SUONO

L’AMATEUR PROFESSIONNEL