LE SPECIE ITTICHE RIPRODOTTE IN INCUBATOIO ittiche per incubatoi... · risalgono gli affluenti...
Transcript of LE SPECIE ITTICHE RIPRODOTTE IN INCUBATOIO ittiche per incubatoi... · risalgono gli affluenti...
LE SPECIE ITTICHE RIPRODOTTE IN INCUBATOIO
ANDREA ROMANÒ,IDROBIOLOGO
BERGAMO, 10 MAGGIO 2013
SULL’OPERCOLO SOLO MACCHIE NERE
NUMEROSE MACCHIE TONDEGGIANTI SU TUTTO IL CORPO, TRANNE CHE NELLA REGIONE VENTRALE, NERE NELLA PARTE SUPERIORE ROSSE NELLA PARTE INFERIORE, SPESSO CIRCONDATE DA UN ALONE BIANCO
PINNA ADIPOSA, SPESSO BORDATA DIROSSO
PINNE GRIGIE; SPESSO TENDONO AL GIALLASTRO
MACCHIE ANCHE SULLA PINNA DORSALE
MACCHIE “PARR” LUNGO I FIANCHI, BEN VISIBILI NEI GIOVANI
CAUDALE CONCAVA
CORPO FUSIFORME E ALLUNGATO
CAPO GROSSO
BOCCA IN POSIZIONE MEDIANA, CON ROBUSTA DENTATURA
TROTA FARIO (Salmo trutta trutta)
FAMIGLIA: Salmonidi
ORIGINE: è tuttora materia di discussione.
DISTRIBUZIONE: è una specie ad ampia distribuzione euro-asiatica, che va dalla Penisola Iberica fino al bacino del Volga e al Lago d’Aral; il limite meridionale dell’areale è rappresentato dalla parte occidentale del Nord-Africa. In Italia è rinvenibile nelle acque fredde di tutte le regioni
TROTA FARIO (Salmo trutta trutta)
HABITAT: vive nel tratto più alto dei corsi d’acqua e rappresenta la specie più diffusa nella zona montana; è in grado di spingersi a valle fino alla fascia pedemontana. Ama le acque limpide, fresche e ben ossigenate.LUNGHEZZA MAX: 50 cm in torrente, anche 70 cm in fiumePESO: Fino a 2 Kg in torrente, anche 7-8 kg cm in fiumeALIMENTAZIONE: si nutre di macroinvertebrati durante gli stadi giovanili, diventando ittiofaga da adulta.RIPRODUZIONE: tra novembre e febbraio le femmine risalgono gli affluenti minori alla ricerca di tratti ciottolosi dove scavare delle buche nelle quali deporre le uova, che una volta fecondate vengono ricoperte.
CEPPO «MEDITERRANEO» : punti rossi numerosi, piccoli, senza bordo bianco; macchie «parr» anche sugli adulti, macchia nera preopercolare . Sarebbe la trota fario autoctona a Sud delle Alpi.
LA TROTA FARIO: MEDITERRANEA O ATLANTICA?
CEPPO «ATLANTICO» : punti rossi radi, grossi, bordati di bianco; assenti le macchie «parr» sugli adulti, assente la macchia nera preopercolare. E’ la trota fario autoctona a Nord delle Alpi, da cui proviene gran parte del materiale in allevamento oggi disponibile e tutto quello utilizzato in passato.
E’ autoctona per le isole e piccoli nuclei sugli Appennini, oltre che su alcuni corsi d’acqua dell’AlgeriaHa una maculazione formata da sole macchie nere (poche e grandi), i punti rossi sono assenti o solo accennati nell'estremità caudale dei fianchi.
TROTA MACROSTIGMA (Salmo trutta macrostigma)
IN PERIODO RIPRODUTTIVO COLORAZIONE NERASTRA SUL VENTRE DEI MASCHI
PINNE PETTORALI, VENTRALI E ANALE GRIGIO CHIARO CON SFUMATURE GIALLASTRE
LA LIVREA DEGLI AVANNOTTI PRESENTA, SIMILMENTE ALLA FARIO, PICCOLE MACCHIE ROSSE SUL CORPO
CORPO GRIGIO-GIALLINO CON MARMOREGGIATURA GRIGIA, BRUNA O VERDASTRA, ANCHE SULL’OPERCOLO
PINNA ADIPOSA PINNE DORSALE E CAUDALE GRIGIO SCURO
CAUDALE CONCAVA
CAPO GROSSO
BOCCA IN POSIZIONE MEDIANA, CON ROBUSTA DENTATURA
CORPO FUSIFORME E ALLUNGATO
TROTA MARMORATA (Salmo trutta marmoratus)
ORIGINE: endemica degli affluenti di sinistra del Po e dei fiumi che sfociano nell'AltoAdriaticoDISTRIBUZIONE: È presente in tutta l’Italia settentrionale con popolazioni indigene anche nel versante adriatico della Slovenia, in Dalmazia, in Montenegro e in Albania.
FAMIGLIA: SALMONIDI
HABITAT: vive nel tratto medio e medio-superiore dei corsi d’acqua di maggiore portata,con acque limpide, fresche (temperatura normalmente inferiore a 16 C) e ossigenate.Vive anche negli ambienti di risorgiva e nei fontanili della zona padana. Territoriale, vivenascosta in buche e rifugi.
TROTA MARMORATA (Salmo trutta marmoratus)
RIPRODUZIONE: generalmente raggiunge la maturità sessuale al terzo anno di vita (alcuni maschi anche al secondo). Si riproduce tra novembre e dicembre; le femmine risalgono gli affluenti minori alla ricerca di tratti ciottolosi dove scavare delle buche in cui deporre le uova, che una volta fecondate vengono ricoperte. La fecondità relativa varia nelle diverse popolazioni, con medie comprese fra 1300 e 2500 uova per ogni chilogrammo di peso corporeo. Le uova hanno un diametro di 5-6 mm; la schiusa avviene in circa 400-420 gradi giorno.
FRAGILITÀ E STATO DI CONSERVAZIONE: la sua selettività ambientale la rende particolarmente vulnerabile. Inserita anchenella Lista Rossa dell’IUCN tra le specie “per le quali esiste una carenza di informazioni. È in Allegato II Dir. Habitat
TROTA MARMORATA (Salmo trutta marmoratus)
TROTA LACUSTRE (Salmo trutta - morpha lacustre)
LIVREA ARGENTEA, MACCHIE NERE «STELLATE»
TROTA LACUSTRE (Salmo trutta - morpha lacustre)ORIGINE: ecotipo della trota fario o della trota marmorata adattatosi a vivere in lago.FAMIGLIA: SALMONIDIHABITAT: zona pelagica dei laghi profondiLUNGHEZZA: oltre 100 cm.PESO: Fino a 20 kg
ALIMENTAZIONE: ittiofago. RIPRODUZIONE: frega su substrato ghiaioso-ciottoloso dei tributari, che risale – quando non trova ostacoli – anche per numerosi km
TROTA LACUSTRE
TROTA MARMORATA
LIVREE E ACCRESCIMENTI DI SALMO TRUTTA
TROTA FARIO
L’ULTIMA CLASSIFICAZIONE PROPOSTA PER LE TROTE ITALIANE(GRUPPO DI LAVORO SUI SALMONIDI AIIAD, 2012)
• Trota fario (Salmo trutta). Allocotona, distribuzione atlantica e danubiana.
• Trota marmorata (Salmo marmoratus). Autoctona: pianura Padana, Croazia e Slovenia.
• Trota insulare o trota sarda (Salmo cettii - ex macrostigma). Autoctona: Sardegna e Sicilia, laghi di Posta Fibreno e Ninfa e in alcuni corsi d’acqua tirrenici.
• Trota appenninica o adriatica (Salmo ghigii). Autoctona: bacini appenninici adriatici e tirrenici.
• Trota di lago (morpha lacustris). Viene considerata un morfotipo (eco-fenotipo) della Salmo trutta e della Salmo marmoratus. Autoctona: laghi prealpini.
• Carpione del Garda (Salmo carpio). Autoctona: endemismo del Lago di Garda.
• Trota del Fibreno (Salmo fibreni). Autoctona: endemismo del Lago di Posta Fibreno.
Trota fario (Salmo trutta)Trota marmorata (Salmo marmoratus)
Trota insulare o trota sarda (Salmo cettii)Trota appenninica o adriatica (Salmo ghigii)
Trota di lago (morpha lacustris) Carpione (Salmo carpio)
Barriere riproduttive naturali (spazio e tempo) eliminate dalle immissioni di fario atlantiche Ibridi fecondi diffusione del corredo genomico impuro e livree con caratteristiche intermedie
INQUINAMENTO GENETICO: IBRIDO MARMORATA x FARIO
Nessuna barriera riproduttiva, esemplari con caratteri intermedi
INQUINAMENTO GENETICO: IBRIDO FARIO «MEDITERRANEA» / «ATLANTICA»
SU TUTTO IL CORPO, SULLE PINNE DORSALI E CAUDALE SONO PRESENTI NUMEROSE MACCHIE TONDEGGIANTI NERE
TROTA IRIDEA (Oncorhynchus mykiss)
FASCIA ROSA LUNGO I FIANCHIPIÙ VIVACE NEI MASCHI DURANTE LA RIPRODUZIONE
NEI MASCHI DURANTE IL PERIODO RIPRODUTTIVO LA MASCELLA INF. ASSUME UNA CARATTERISTICA FORMA UNCINATA
BOCCA GRANDE MEDIANA CON NUMEROSI DENTI ROBUSTI
COLORAZIONE VARIABILE A SECONDA DELL’AMBIENTE: IN GENERE IL FONDO È VERDASTRO CON FIANCHI E VENTRE PIÙ CHIARI
CORPO FUSIFORME
ORIGINE: AmericaFAMIGLIA: SalmonidiHABITAT: nelle aree d’origine presenta sia popolazioni anadrome che stanziali in acque dolci. Ha discreta valenza ecologica evive sia in acque correnti che lacustri purché fresche (<21 C) e ben ossigenate.DIMENSIONI MAX: 70 cm, 7 kgALIMENTAZIONE: soprattutto invertebrati acquaticiRIPRODUZIONE: si riproduce da ottobre a marzo nelle aree d’origine. Nelle nostre acque la riproduzione naturale è unevento abbastanza raro, sebbene più diffuso di quanto si ritenesse in passato.
TROTA IRIDEA (Oncorhynchus mykiss)
SALMERINO ALPINO (Salvelinus alpinus)
PINNE DORSALE E CAUDALE GRIGIE
COLORE DI FONDO GRIGIO-VERDE O BRUNO SUL DORSO
VENTRE BIANCO, CHE DURANTE LA RIPRODUZIONE DIVIENE ROSSO-ARANCIO NEI MASCHI
LE PINNE PETTORALI, VENTRALI E ANALE SONO GIALLASTRE, BORDATE DI BIANCO
CORPO FUSIFORME
CAPO RELATIVAMENTE GRANDE
BOCCA GRANDE IN POSIZIONE MEDIANA, CON NUMEROSI PICCOLI DENTI ROBUSTI E ACUTI
SU DORSO E FIANCHI NUMEROSE PICCOLE MACCHIE TONDEGGIANTI BIANCASTRE O GIALLASTRE
LA MASCELLA INFERIORE SI INCURVA IN ALTO, ASSUMENDO UNA FORMA UNCINATA DEI MASCHI ADULTI DURANTE IL PERIODO RIPRODUTTIVO
ORIGINE: autoctono per alcuni laghi del TrentinoFAMIGLIA: SALMONIDIHABITAT: vive nei laghi alpini e nei grandi laghi prealpini, in acque profonde, fredde e ben ossigenate.LUNGHEZZA MAX: 50-60 cmPESO: Fino a 1,5-3 KgALIMENTAZIONE: si nutre di plancton negli stadi giovanili e di invertebrati bentonici allo stadio adulto.RIPRODUZIONE: il periodo riproduttivo si estende tra novembre e gennaio, su fondali ghiaiosi o pietrosi in acque profonde. Le uova hanno un diametro di circa 4 mm e la schiusa richiede circa 400 C/giorno.
SALMERINO ALPINO (Salvelinus alpinus)
VERMICOLATURA SUL DORSO, SULLA PINNA DORSALE E SULLA CAUDALECOLORE DI FONDO GRIGIO-BLUASTRO
CON NUMEROSE MACCHIE TONDE GIALLASTRE E AZZURRO-VIOLACEE
VENTRE BIANCO, CHE DURANTE LA RIPRODUZIONE DIVIENE ROSSO-ARANCIO, SOPRATTUTTO NEI MASCHI
LE PINNE PETTORALI, VENTRALI E ANALE SONO GIALLASTRE, BORDATE DI BIANCO E NERO
CORPO FUSIFORME E ALLUNGATO
CAPO GRANDE BOCCA GRANDE IN POSIZIONE MEDIANA, CON NUMEROSI PICCOLI DENTI ROBUSTI E ACUTI
SALMERINO DI FONTE (Salvelinus fontinalis)
SALMERINO DI FONTE (Salvelinus fontinalis)
ORIGINE: originaria del Nord AmericaFAMIGLIA: SALMONIDIHABITAT: vive in acque limpide, fresche e ossigenate di corsi d’acqua e laghi, anche in alta quota.LUNGHEZZA MAX: 80 cmPESO: Fino a 5 KgALIMENTAZIONE: si nutre di invertebrati negli stadi giovanili e di pesci allo stadio adulto.RIPRODUZIONE: il periodo riproduttivo si estende tra ottobre e dicembre, su fondali ghiaiosi in acque poco profonde.
REALIZZAZIONE DI UN CICLO CHIUSO DI ALLEVAMENTO
recupero nucleo riproduttori autoctoni in
naturariproduzione artificiale
incubazione uova e svezzamento larve
allevamento riproduttori in ambiente controllato
semina di materiale autoctono in ambienti
dove occorre il ripopolamento
selezione esemplari puri!
LE ZONE DI BANDITA O NO-KILL GARANTISCONO LA DISPONIBILITÀ DI PESCI DI ADULTI
PROBLEMI NELLA CATTURA DI RIPRODUTTORI SELVATICI
0
5
10
15
31-4
0
41-5
0
51-6
0
61-7
0
71-8
0
81-9
0
91-1
00
101-
110
111-
120
121-
130
131-
140
141-
150
151-
160
161-
170
171-
180
181-
190
191-
200
201-
210
211-
220
221-
230
231-
240
241-
250
251-
260
261-
270
271-
280
281-
290
291-
300
301-
310
311-
320
321-
330
331-
340
341-
350
351-
360
361-
370
371-
380
381-
390
391-
400
Classi di lunghezza (mm)
Fre
qu
enza
di c
om
par
sa (
nu
mer
o d
i in
div
idu
i)
ago-08
set-08
0
5
10
15
31-4
0
41-5
0
51-6
0
61-7
0
71-8
0
81-9
0
91-1
00
101-
110
111-
120
121-
130
131-
140
141-
150
151-
160
161-
170
171-
180
181-
190
191-
200
201-
210
211-
220
221-
230
231-
240
241-
250
251-
260
261-
270
271-
280
281-
290
291-
300
301-
310
311-
320
321-
330
331-
340
341-
350
351-
360
361-
370
371-
380
381-
390
391-
400
Classi di lunghezza (mm)
Fre
qu
enza
di c
om
par
sa (
nu
mer
o d
i in
div
idu
i)
ago-08
set-08
Classi di lunghezza di trota fario
T. Roasco, zona di bandita
Classi di lunghezza di trota fario
T. Roasco, zona di pesca
Misura minima 24 cm
Misura minima 24 cm
DISPONIBILITA’ DI UN ADEGUATO NUMERO DI ESEMPLARI ADULTI
GLI ESEMPLATI MATURI VANNO CERCATI NELLE ZONE DI FREGA, IN ZONE DI ACQUE CORRENTI POCO PROFONDE; LE FEMMINE NELLE BUCHE E NEI RIFUGI IN GENERE NON SONO ANCORA MATURE O HANNO GIA’ DEPOSTO
PROBLEMI NELLA CATTURA DI RIPRODUTTORI SELVATICI
RIDOTTA FINESTRA TEMPORALE DELLA MATURAZIONE SESSUALE
Selezione soggetti fenotipicamente puri per la riproduzione artificiale. Le indagini genetiche hanno però evidenziato che non sempre la livrea (fenotipo) corrisponde alle caratteristiche genetiche (genotipo) desiderate
TROTA MARMORATA (Salmo trutta marmoratus)
EFFETTO «COLLO DI BOTTIGLIA»
PERDITA DI DIVERSITA’ GENETICA RISPETTO ALLE POPOLAZIONI NATURALIL’impiego di un ridotto numero di genitori comporta una perdita di diversità genetica nella progenie; a lungo termine questo comporta una minor capacità di adattarsi alle variazioni ambientali e un allontanamento dalle caratteristiche genetiche complessive della popolazione originaria
EFFETTI COLLATERALI DELLA RIPRODUZIONE ARTIFICIALE
Popolazione naturale, diversità elevata
Cattura dei genitori per riproduzione
artificialeEsemplari allevati,
diversità ridotta
CORPO FUSIFORME E ALLUNGATO
PINNA DORSALE MOLTO SVILUPPATA SIA IN LUNGHEZZA CHE IN ALTEZZA, GRIGIA CON SFUMATURE ROSSASTRE E VIOLACEE, PIÙ INTENSE DURANTE LA RIPRODUZIONE
DORSO E FIANCHI DI COLORE SABBIA, CON RIFLESSI ARGENTEI E CON FILE DI SCAGLIE BEN EVIDENTI
NELLA PRIMA METÀ DEL CORPO PRESENTI 10-20 PICCOLE MACCHIE NERE TONDEGGIANTI
CAPO PICCOLO E APPUNTITO
BOCCA PICCOLA, INFERO-MEDIANA, MUNITA DI DENTI PICCOLI, MA ROBUSTI A ACUTI
MASCELLA SUP LEGGERMENTE PIÙ LUNGA DI QUELLA INF
PINNA CAUDALE BLU O ROSSA
PUPILLA ROMBOIDALE
TEMOLO (Thymallus thymallus)
ORIGINE: autoctonoFAMIGLIA: SALMONIDIHABITAT: vive nel tratto medio e medio-superiore dei corsi d’acqua di maggiore portata. Vive anche negli ambienti di risorgiva e nei fontanili della zona padana; ama le acque ossigenate e fredde.LUNGHEZZA MAX: 40-60 cmPESO MAX: 1-2 KgALIMENTAZIONE: invertebrati, piccoli crostacei, insettiRIPRODUZIONE: la maturità sessuale è raggiunta a 3 anni; si riproducono tra aprile e maggio, quando depongono in piccoli solchi scavati nella ghiaia dalla femmina le uova, che una volta fecondate vengono ricoperte.
TEMOLO (Thymallus thymallus)
Originariamente occupava i tratti medio-altidei fiumi delle regioni settentrionali (Alpi ePrealpi)
Tratti di fondovalle dei fiume del bacino del Po e del bacino Adriatico
Bacini VENETO -FRIULI
Bacino ADIGE
Bacino PO
Predilige i tratti pedemontani dei corsi d’acqua
TEMOLO (Thymallus thymallus)LA DISTRIBUZIONE IN ITALIA
CEPPO PADANO: CODA BLU, TAGLIA MAX 40 CM
Ceppo padano «coda blu» e ceppo danubiano «coda rossa»
CEPPO DANUBIANO: CODA ROSSASTRA, MACCHIA LATERALE COLOR «VINACCIA», TAGLIA MAX OLTRE 50 CM, PIU’ TOLLERANTE AL DEGRADO AMBIENTALE
REPERIMENTO DEI RIPRODUTTORI
STOCCAGGIO DEI RIPRODUTTORI SELVATICI PER CONSENTIRE DI COMPLETARE I PROCESSI DI MATURAZIONE
TEMOLO (Thymallus thymallus)
RECUPERO DIFFICILE CAUSA dimensioni del fiume, portate primaverili elevate
I RIPRODUTTORI DI TEMOLO NON MATURANO IN AMBIENTE ARTIFICIALE, NECESSARIO CATTURARE RIPRODUTTORI SELVATICI
Difficoltà di cattura in ambiente naturale: rapporto sessi sfavorevole
Cattura negli immissari di invasi
Cattura a valle di sbarramenti idroelettrici
SPREMITURA RIPRODUTTORI SELVATICI1 litro di uova corrisponde a circa 25.000 uova, terminato il processo di rigonfiamento
La fecondità relativa è pari a circa 15.000 uova per kg di peso della femmina
Per la schiusa servono circa 200 C/giorno
TEMOLO (Thymallus thymallus)
PEDUNCOLO CAUDALE ASSOTTIGLIATO
PARTE VENTRALE UN PO’ APPIATTITA
VENTRE BIANCO
COLORE DA BRUNO-GRIGIO A BRUNO-VERDASTRO CON MACCHIE Più SCURE
CAUDALE A VENTAGLIO
CORPO FUSIFORME E ALLUNGATO
CAPO LARGO E LIEVEMENTE DEPRESSO
SCAZZONE (Cottus gobio)
SCAZZONE (Cottus gobio)ORIGINE: autoctono del bacino padano-venetoFAMIGLIA: COTTIDIHABITAT: vive nei torrenti di montagna e nei fiumi di fondovalle. Ama le acque limpide, fresche e ben ossigenate.LUNGHEZZA MAX: 15cmPESO: Fino a 40 gALIMENTAZIONE: si nutre di macroinvertebrati.RIPRODUZIONE: la maturità sessuale è raggiunta al 2 anno di vita e la stagione riproduttiva si estende da febbraio e maggio. Il maschio prepara un nido tra i ciottoli, dove le femmine depongono le uova adesive, da 200 a 600, con diametro 2.2-3 mm. L’incubazione richiede 170 C/giorno
TESTA E OCCHIO PICCOLI
CORPO GRIGIO-BRONZEO, PIÙ SCURO DORSALMENTE
TUTTE LE PINNE SONO GRIGIE
OCCHI ARGENTEI O BRONZEI
INSERZIONE DELLA DORSALE CIRCA AL DI SOPRA DELL’ORIGINE DELLE VENTRALI
PRESENZA DI “TUBERCOLI NUZIALI” SU DORSO E FIANCHI DEI MASCHI
CORPO RELATIVAMENTE SVILUPPATO IN ALTEZZA
BOCCA SUB-TERMINALE (INFERO-MEDIANA)
NELLA REG. DORSALE E LATERALE EVIDENTE UN DISEGNO “A RETICOLO” PRODOTTO DALLA PIGMENTAZIONE NERA DEL BORDO DELLE SCAGLIE
PIGO (Rutilus pigus)
PIGO (Rutilus pigus)ORIGINE: endemico del bacino padanoFAMIGLIA: CIPRINIDIHABITAT: vive nelle acque lente e profonde, dove forma gruppi numerosi. Frequenta le zone litorali, con sponde rocciose e scoscese ricoperte di alghe.LUNGHEZZA: 25-50 cmPESO: fino a 2,5 KgALIMENTAZIONE: si alimenta soprattutto di alghe filamentose anche se non disdegna invertebrati bentonici, in particolare gasteropodi.RIPRODUZIONE: la maturità sessuale è raggiunta a 2-3 anni; si riproducono in aprile-maggio. Le uova vengono deposte sulla vegetazione acquatica e si schiudono in circa 260 C/giorno. Il dimorfismo sessuale si manifesta solo durante il periodo riproduttivo, per la presenza sui maschi di vistosi tubercoli nuziali.
PIGO (Rutilus pigus)
IBRIDO PIGO - GARDON
Pigo femmina Pigo maschio
NOME SCIENTIFICO: Coregonus lavaretusORIGINE: alloctono, introdotto da laghi svizzeriFAMIGLIA: SalmonidiHABITAT: laghi, zona pelagicaDIMENSIONI: max 60 cm, 4 kgALIMENTAZIONE: planctofagoRIPRODUZIONE: depone le uova adesive su substrato ghiaioso vicino a riva, a bassa profondità, a fine dicembre. Una femmina produce circa 40.000 uova/kg, del diametro di circa 2,5-2,8 mm; la schiusa richiede 260 C/giorno.
COREGONE (Coregonus lavaretus)
RIPRODUZIONE DEL COREGONE
Distribuzione delle uova di lavarello in funzione della profondità
Stima della percentuale di uova andate in asciutta nel Lago d’Iseo
Cattura riproduttori con retri nel periodo
di frega
CARPIONE (Salmo carpio) La specie ittica più importante del Lago di Garda dal punto di vista faunistico
TINCA (Tinca tinca)ORIGINE: autoctonoFAMIGLIA: CIPRINIDIHABITAT: vive in stagni, paludi, laghi di fondovalle, collinari e di pianura, corsi d’acqua di pianura. Frequenta i fondali fangosi.LUNGHEZZA MAX: 40-50 cm PESO: Fino a 2 kgALIMENTAZIONE: onnivoro. Si ciba per lo più di animali e alghe incrostate sul fondo.RIPRODUZIONE: raggiunge la maturità sessuale tra il 2 e il 4 anno di età; si riproduce da maggio a luglio, quando depone le sue piccole uova sulle piante acquatiche. E’ molto prolifica, una femmina può produrre 400.000-600.000 uova/kg di peso, del diametro di mm. Per la schiusa occorrono 90 C/giorno.
LUCCIO (Esox lucius)ORIGINE: autoctono per Nord e centro Italia FAMIGLIA: ESOCIDI LUNGHEZZA: 180 cm PESO: Fino a 35 kgHABITAT: vive in corsi d’acqua collinari e di pianura, laghi di fondovalle. Frequenta le rive ricche di vegetazione acquatica.ALIMENTAZIONE: Si nutre di altri pesci, predando di giorno tra le piante acquatiche vicino alle rive.RIPRODUZIONE: depone le uova, di 2.5-3 mm, sulle macrofite acquatiche nel canneto, tra febbraio e maggio. La fecondità è pari a 20-35.000 uova/kg, con un tempo di schiusa di 120 C/giorno.
LUCCIO (Esox lucius … Esox cisalpinus)
ESOX LUCIUS - alloctono: macchie ovalari o tondeggianti distribuite più o meno uniformemente sia suifianchi che sugli opercoli; le pinne dorsale, anale e caudale presentano un evidente e marcata vermicolatura scura.
ESOX CISALPINUS – autoctono: fianchi sono ornati da bande trasversali oblique , molto ben marcate nei giovani, che tendono ad anastomizzarsi negli adulti dando un aspetto vermicolato o marmoreggiato negli adulti.
RIPRODUZIONE DEL LUCCIO
Cattura riproduttori in natura, difficoltà di accrescimento in allevamento per cannibalismo
CORPO SLANCIATO, LONGILINEO
PROFILO DORSALE QUASI RETTILINEO
FIANCHI E VENTRE BRILLANTEMENTE ARGENTATI
PICCOLE SCAGLIE ARGENTEE FACILMENTE STACCABILI
STRISCIA LONGITUDINALE LATERALE VARIAMENTE COLORATA
BOCCA IN POSIZIONE SUPERA, CON MASCELLA INFERIORE PROMINENTE
INSERZIONE DELLA DORSALE NETTAMENTE POSTERIORE RISPETTO ALL’ORIGINE DELLE VENTRALI E ANTERIORE DELL’ANALE
CODA FORCUTA, CON LOBI APPUNTITI
ALBORELLA (Alburnus alburnus alborella)
ALBORELLA (Alburnus alburnus alborella)ORIGINE: sottospecie di Alburnus alburnus, endemica dei bacini fluviali e dei laghi dell’Italia settentrionale; assente in Liguria.FAMIGLIA: CIPRINIDIHABITAT: fiumi di pianura e laghi. In diversi laghi, è in forte contrazione.LUNGHEZZA: 10 cm, max 16 cm. PESO: Fino a 15 gALIMENTAZIONE: planctofago; è l’anello di giunzione nella catena trofica lacustre tra zooplancton e predatori. RIPRODUZIONE: frega in gruppo, di notte, su substrato ghiaioso-ciottoloso; depone più volte nell’arco di un’unica stagione riproduttiva. La schiusa richiede 100 C/giorno
Luino - Fiume Tresa
ALBORELLA: RIPRODUZIONE ARTIFICIALELe alborelle attirate dal substrato pulito depongono sul letto di frega artificiale ; successivamente si può decidere se lasciare le uova sul posto, proteggendole dai predatori, o se trasferirle in incubatoio