SHC-I News 2007-2 Estate

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Rivista trimestrale per appassionati della razza siberian husky

Transcript of SHC-I News 2007-2 Estate

Cari Soci, questa volta voglio attirare la vostra attenzione e sollecitare i vostri commenti su “Siberian Husky e lavoro” proponendovi alcune mie riflessioni. La stagione invernale (!?!) appena trascorsa ha visto un fiorire di iniziative e proposte di lavoro per i nostri amati Siberian Husky. Chiunque ne possieda uno sa quanto è difficile soddisfare la sua necessità dì correre, di essere sempre in movimento. Solo un cane che riesce a consumare le sue energie si mantiene sano sia fisicamente che psichicamente. Sappiamo che si stanno esaminando diverse proposte per introdurre una classe lavoro, temo obbligatoria, nelle esposizioni di bellezza e mi auguro che i responsabili non si diano tempi troppo stretti… la fretta, si sa, non è mai una buona consigliera. Il nostro Club è stato il primo in Italia ad istituire una prova di “attitudine al traino”, ad avere nei nostri raduni informali la classe lavoro, ma non ha mai pensato di renderla obbligatoria per la partecipazione. Il suggerimento che mi sento di dare è prendere in considerazione quello che fanno negli Stati Uniti, la nazione cui anche la FCI ci obbliga a far riferimento essendo la patria di origine dei nostri cani. Non hanno una prova di lavoro obbligatoria, ma nelle Esposizioni Speciali e solo in queste, hanno la possibilità (non l’obbligo) di avere delle classi alle quali partecipano i cani con esperienza di lavoro, fatta obbligatoriamente in gare ufficiali su neve. Tra i cani vincitori delle diverse classi previste per i cani da slitta viene scelto il migliore, che partecipa alla competizione per il Best In Show, ma non riceve punti validi per il campionato, a meno che non sia stato iscritto in un’altra classe tra quelle definite “regular”, l’abbia vinta e sia risultato anche “winner dog” (miglior maschio) o “winner bitch” (miglior femmina). Negli USA i cani possono essere iscritti in più classi, ma per ottenere i punti per il campionato deve vincerle tutte, quantomeno quelle “regolari” nelle quali era iscritto. Ad esempio se il mio cane è iscritto sia in classe libera che in classe cani da slitta e fa secondo nella classe libera, ma vince la classe cani da slitta non va avanti nella competizione per ottenere punti, mentre se è previsto un premio per il miglior cane da slitta potrà parteciparvi. Tra le diverse classi “lavoro” possono essere previste: una classe Cani da slitta (cani da slitta non titolati) e una o più classi Cani da slitta “titolati”. La prima classe, quella che io ritengo molto interessante per noi ed è riconosciuta dall’AKC (sempre e solo per le Speciali e senza valore per eventuali punti), prevede i seguenti requisiti: durante la precedente stagione di corse ogni cane iscritto deve aver completato 12 manche con un minimo di quattro ( 4 ) miglia per manche, o 48 miglia totali durante la stagione. Tutte le

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gare devono essere gare corse su neve e tenute sotto la Direzione di un’Organizzazione di Gara riconosciuta con regolamento e risultati protocollati. La stagione di gara va dal 1 Aprile al 31 Marzo. I cani che abbiano completato cinque (5) anni di gare nelle quali sono state rispettate le regole sopra elencate sono automaticamente qualificati per la classe Cani da Slitta. I requisiti per partecipare alle classi “cani da slitta titolati” richiede che i cani iscritti abbiano ricevuto un attestato di Cane da Slitta (SD, SDX, SDO) da parte del SHCA (titoli che richiedono prestazioni che rientrino in tempi stabiliti, proporzionati ai tempi dei vincitori). In alcune Speciali vi è una classe per ogni tipo di titolo, in altre una sola che riunisce tutti i cani titolati. Questi cani una volta ottenuto il titolo non sono più obbligati a correre per poter essere iscritti in questa classe. Ovviamente sempre classi separate per maschi e femmine. Ricordo ancora una volta che questi titoli non sono riconosciuti dall’American Kennel Club. Alcuni miei amici allevatori americani ai quali mi sono rivolta per avere una conferma sulle regole per le classi “lavoro” (a parte un paio che non le conoscevano affatto!!) ed ho esposto quanto si fa in Francia mi hanno detto: “Ma non sanno che lo standard è stato redatto da persone che correvano con i cani e che, se un cane rispetta quanto previsto dallo standard, avrà certamente una struttura adatta a correre. Pretendere determinate prestazioni di lavoro potrà portare a decimare i cani nelle competizioni cosiddette di “bellezza” e ad avere sempre più cani “corsaioli” con un’involuzione della razza per la diminuzione del pool genetico in quanto molti cani, che potrebbero contribuire ad un miglioramento della razza non verranno esposti e molte persone non interessate al lavoro riterranno che non varrà più la pena importare nuove linee di sangue.” In quanto al “desire to run” chiunque abbia messo due Siberian Husky appaiati, anche al guinzaglio, sa che uno cercherà sempre di superare l’altro, costringendo il povero proprietario ad arrancare dietro loro. La mia vecchia Bi a tredici anni non tollerava che il giovane Anthony mettesse la testa davanti alla sua e per non stressare lei e me inutilmente dovevo tenere il guinzaglio del cucciolone più corto. Inoltre, io per prima, non potendo mettermi alla mia età e con un solo cane a correre con la slitta, non sono disposta a mandare il mio cane presso un musher per diversi mesi, se non per anni, per fargli ottenere il titolo di cane da lavoro, sia per questione di affetto che volgarmente di denaro! Ritengo molto meglio prevedere eventualmente due titoli: Campione di bellezza e Campione di lavoro, con un riconoscimento di Campione Assoluto per quel cane che riesce ad ottenerli entrambi. In quanto a mantenere svegli e occupati i nostri cani, vi sono diverse specialità interessanti, senza bisogno di ottenere un titolo. Se proprio vogliamo l’ufficialità, il SHCA ha istituito diversi titoli Obedience, Agility e Pack dog. Se lo ritenete interessante posso in un prossimo “News” parlarvi di che cosa sono e come si ottengono i titoli relativi. Ora aspetto i vostri commenti Adele Oldani Presidente SHC-I

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SHC-I Siberian Husky Club - Italia

CODICE ETICO DI COMPORTAMENTO

Ai fini di realizzare quanto affermato nell'articolo 1 dello Statuto del SIBERIAN HUSKY CLUB - ITALIA mi impegno a:

I. seguire le regole della massima lealtà e sportività in tutte le competizioni,

manifestazioni ed attività; II. fare sempre una sincera propaganda della razza e spiegare ad ogni possibile

acquirente sia i vantaggi che gli svantaggi di possedere un siberian husky; III. assistere ed aiutare tutti coloro che si avvicinano alla razza siberian husky siano

essi espositori, mushers o futuri allevatori; IV. tenermi informato nel campo veterinario e soprattutto genetico e lavorare

costantemente per eliminare i difetti genetici della razza; V. analizzare prima di ogni accoppiamento la struttura ed i pedigrees dei

riproduttori, tenendo presente lo standard in tutte le sue parti (carattere compreso) ed evitare accoppiamenti che non siano nell'interesse della razza;

VI. spiegare esaurientemente i motivi di un eventuale rifiuto di monta; VII. sottoporre regolarmente i soggetti destinati alla riproduzione a tutti gli esami e

controlli che aiutano ad evidenziare e quindi ad eliminare i difetti genetici; VIII. accertarmi della destinazione di ogni cane ceduto e seguirlo per quanto possibile; IX. fare solo pubblicità onesta, evitando volute ambiguità ed essere sempre pronto, se

richiesto, a dimostrare quanto affermato; X. divulgare a chi è interessato alla razza le notizie di sicuro interesse, non solo

veterinarie, ma soggetti interessanti, esposizioni, soprattutto all’estero, con giudici specialisti, simposi etc.

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SIBERIAN HUSKY CLUB - ITALIA

CONSIGLIO DIRETTIVO Presidente Adele Oldani Vice Presidente Guido Barbieri e Luca Brioschi Consiglieri Reginella Mazzina, Laura Pedullà, Olivia Piacentini, Giuseppe Prampolini COLLEGIO SINDACALE

Gloria Di Petta, Cristina Pezzìca, Rosaria Rovito Supplente: Francesco Brusaferri

COLLEGIO dei PROBIVIRI Stefano Cavalletti, Silvia Mazzani, Sella Giovanni Supplente: Maurizio Stuppia

Presidente Adele Oldani

Responsabile

Commissione Bollettino e Coordinamento di Redazione

Guido Barbieri

progetto grafico copertina Gloria Di Petta

HANNO COLLABORATO

Ballotti Ilaria Giulio Benedetti

Luca Brioschi Mariuccia Bucco Elena Cavazza Gloria Di Petta Giorgia Fazia

Adriana Iucolano Antonio Macrì

Ketty Nardi Adele Oldani

Cristina Pezzìca Olivia Piacentini Barbara Stefanelli Patrizia Tognella

Viganò Sonia

Segreteria SHC-Italia via Gobetti 11

21013 Gallarate (VA) tel. e fax 0331 775983

E-mail: [email protected] http://www.shcitalia.it

Redazione SHC-I NEWS

via Montenevoso, 36 21013 Gallarate (VA)

Ringraziamenti a:

Flavio Rovelli

• Editoriale 1 • Codice Etico 3 • Snow Dogs Adventures 5 • Regole base educazione cucciolo 7 • Giudici All-Rounder e Specialista 11 • Il Presidente risponde 13 • Elquest – saga fantasy a fumetti 17 • L’uomo dei lupi 22 • Notizie sull’Iditarod 24 • Sleddog – considerazioni stagione 25 • Obbiettivo raggiunto 29 • Expo-Sleddog: domande-risposte 31 • I Soci raccontano 33 • Dalla segreteria 35 • Un buon libro da leggere 39 • Rainbow Bridge 42 • Enigmistica 44 Inserto Registrazioni al L.O.I. di n.8 pagine

Questo numero del “SHC-I News 2/2007 Estate” viene messo in distribuzione in data 20 giugno 2007

Le opinioni espresse negli articoli non impegnano la redazione della rivista né rispecchiano pareri ufficiali del Club.

SOMMARIO Estate 2007

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della socia Barbara Stefanelli da anni musher e

Guida Ambientale Escursionistica

Dalla presentazione dell’attività dell’Associazione – di cui parleremo più diffu-samente su un prossimo numero e con la quale organizzeremo una bella passeg-giata sull'Appennino Modenese a metà ottobre, in vista di un più impegnativo week-end sulla neve, questo inverno, in notturna con le "ciaspole", ESTRAPOLIAMO l’interessante “capitoletto” dedicato alla storia dello sleddog.

onostante qui in Italia lo sleddog sia ancora uno sport pressoché sconosciuto, in realtà esso ha origini antichissime ed è molto dif-

fuso nelle regioni che per conformazione geografi-ca ben si prestano alla sua pratica: alcune pitture rupestri ci indicano infatti che i primi cani da slitta furono utilizzati 4.000 anni fa nella Siberia centrale, a nord del lago Baikal. Questa importante iniziativa è da attribuire alle tribù Samoiedo, ai Koikals e ad altre tribù nomadi che vivevano invece nel territorio più orientale della Siberia, i Ciukci. L’aspetto dei cani di quell’epoca è straordinariamente simile a quello che essi hanno ancora oggi e la somiglianza con i lupi è del tutto evidente. Ciukci e Koikals svi-lupparono un alto livello di tecnicità nel traino delle loro slitte, utilizzando i più svariati materiali per la loro costruzione, dal legno alle ossa di balena ai blocchi di ghiaccio e riuscirono così ad arrivare ad attaccare fino a venti cani per ogni slitta. Nel “Nuovo Mondo” dobbiamo attendere il succe-dersi di diverse culture, discendenti dalle tribù pro-venienti dalla Siberia orientale, per ritrovare con il popolo dei Thulè, antenati degli eschimesi e pre-senti nell’Alaska Nord Orientale, la tecnica delle slitte trainate dai cani. Cacciatori di balene, foche e trichechi, i Thulè utilizzavano le slitte come mezzi di locomozione per coprire immense distese e per il trasporto delle prede cacciate. Questa tecnica fu ripresa dagli Esquimesi groenlandesi e dal popolo dei Caribù che popolava la baia di Hudson: furono queste le tribù che gli esploratori europei incontra-rono nel XVI e nel XVII secolo. Richiamati dalla caccia alla balena e dalle ricchezze che ne deriva-vano, gli esploratori europei si spinsero sempre più a nord: i primi osservatori, che descrissero gli e-squimesi come popolazioni ancora primitive, furono particolarmente impressionati dai mezzi di traspor-to utilizzati da questi “selvaggi”. H. Egede, missionario in Groenlandia, nel 1763 scriveva: “Gli abitanti del Nord si servono dei cani al posto dei cavalli per tirare sul ghiaccio le loro slit-te cariche di leoni marini e condurle alle loro abita-zioni. Si contano quattro, sei, fino a dieci cani per

ogni slitta che può essere caricata con cinque - sei carcasse e il groenlandese stesso...”. La civiltà occidentale aveva utilizzato i cani per i pascoli, per la guerra e per i combattimenti, ma tut-te le conoscenze accumulate sui più vecchi e fedeli compagni delle nostre regioni temperate non ave-vano valore se confrontate con quelle delle popola-zioni artiche: le mucche e i cavalli erano considerati fino ad allora gli unici mammiferi atti al traino. Era giunto il momento di aggiornarsi e soprattutto di adattarsi, ma prima di riuscire a comprendere l’indole di questi cani, scoprire le loro capacità ed i loro limiti passeranno ancora un centinaio di anni. Arriviamo così all’ultimo decennio del diciannove-simo secolo, anni in cui scoppia la febbre dell’oro, siamo nella “terra promessa” che si chiama Klon-dike, migliaia di uomini si mettono in viaggio per ostili territori del nord di quella che fu la più grande migrazione umana dall’epoca delle crociate. Freddo, valanghe, rapide, malattie, fame e stan-chezza spazzarono via quarantamila uomini che non raggiunsero mai la meta tanto ambita. Fu pro-prio la febbre dell’oro a fornire lo spunto ai romanzi di Jack London, neanche ventenne, quando nel 1897 approdò in Alaska e per la precisione a Da-wson City, sperduta cittadina al confine tra il Klon-dike e lo Yukon. Nel suo capolavoro “Il richiamo della foresta” London evoca come si svolgesse la vita in quei territori sperduti e come i cani avessero un ruolo così importante per i cercatori d’oro, cor-rieri postali ed avventurieri. A quel tempo discussioni e scommesse sulla su-premazia di uno o dell’altro cane erano all’ordine del giorno, ma lo sleddog divenne una disciplina vera e propria solo nel primo decennio del Nove-cento, per l’esattezza nel 1908, quando fu organiz-zata a Nome una corsa di 408 miglia (656.6 km), la “All Alaska Sweepstakes”. E’ interessante notare come, durante la prima edi-zione di quella gara, tra i cani iscritti e partecipanti non vi fossero cani nordici, ma semplicemente me-ticci di qualunque tipo: a quell’epoca infatti veniva impiegato al traino qualsiasi soggetto purché fosse

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abbastanza forte e veloce, a dimostrazione del fat-to che ogni cane adora correre e trainare una slitta. Solamente a partire dalla seconda edizione un mercante di pellicce russo, tale William Goosak, iscrisse alla corsa una muta di nove cani importati dalla Siberia, che impressionarono per la loro velo-cità e per la straordinaria resistenza: quel team ar-rivò infatti terzo al traguardo, ma mentre tutti gli altri equipaggi giunsero alla fine allo stremo delle forze, quei nove cani apparivano freschi come rose e as-solutamente desiderosi di correre ancora. Erano i cani allevati dai Ciukci e riscossero fin da subito un ampio consenso al punto che diversi musher parti-rono alla volta della Siberia per importare un gran numero di esemplari: da questa massiccia importa-zione nacque la storia moderna del Siberian Husky, un cane molto conosciuto anche qui in Ita-lia, un cane che ha vissuto periodi di grande popo-larità seguiti da un brusco arresto delle vendite, un cane che forse non è stato perfettamente compre-so dal grande pubblico, ma che comunque rimane un perfetto esempio di cane da slitta. Contemporaneamente alle prime gare con i cani da slitta ebbero inizio anche le spedizioni e le compe-tizioni verso i poli: nel 1893 il norvegese Fridtjof Nansen si inoltrò nel Mar Glaciale Artico con il ve-liero Fram, che venne imprigionato dai ghiacci alla latitudine di 84° Nord. L’unico modo per poter pro-seguire dunque era utilizzare i cani e Nansen, in-sieme ad un compagno, stabilì con le slitte il prima-to nella corsa verso il Polo: il 7 aprile 1896 venne raggiunta la latitudine di 86°14’ Nord. Pochi anni dopo anche l’Italia prese parte alla sfida polare con una spedizione guidata dall’indimenticabile mari-naio alpinista ed esploratore Luigi Amedeo prin-cipe di Savoia Duca degli Abruzzi e dal suo ami-co Umberto Cagni, ufficiale della Regia Marina. I nostri esploratori, a bordo della baleniera Jason Stella Polare, rimasero bloccati nel pack artico e dovettero proseguire a bordo delle slitte trainate dai cani per poter finalmente raggiungere, nell’aprile del 1900, a poco più di un anno dalla partenza del-la nave, la latitudine di 86°34’ Nord. Sei anni più tardi lo statunitense B.E. Peary supe-rò, sempre con le slitte, la latitudine di 87° Nord e, nel 1909, con 19 slitte e 133 cani, ritentò l’impresa raggiungendo la latitudine di 87°47’ Nord. Peary, nel suo volume autobiografico “I segreti del-le spedizioni polari” ha scritto che il segreto del suo successo si poteva racchiudere in una sola parola di quattro lettere: “cani”. Questa affermazione ci fa capire come i cani, a quell’epoca, fossero davvero insostituibili per poter tentare simili imprese e come fossero considerati l’unico mezzo di trasporto ca-pace di inoltrarsi là dove nessun mezzo meccanico sarebbe stato in grado di portarsi. Forse ai giorni nostri, con l’avvento delle motoslitte, la cultura delle popolazioni nordiche sta lentamente

cambiando, ma sicuramente per loro i cani da slitta rimangono importantissimi: basti pensare che an-cora oggi, in alcuni sperduti villaggi dell’Alaska, i bambini compiono ogni mattina, per potersi recare a scuola, il tragitto da casa alla fermata dell’ auto-bus a bordo di una slitta trainata da un cane. Una volta giunti a destinazione lasciano il cane ne-gli appositi ricoveri che si trovano vicino alle ferma-te, per poi compiere il tragitto inverso alla fine delle lezioni: per loro che non sono in grado di guidare una motoslitta i cani rimangono ancora l’unico mezzo di trasporto sicuro, veloce ed affidabile. Dal primo dopoguerra ad oggi le gare di sleddog si sono moltiplicate a vista d’occhio, rendendolo sen-za dubbio uno sport popolarissimo in tutte le regio-ni nordiche. La più popolare è senza dubbio l’Iditarod, la durissima gara che si svolge il primo sabato di marzo di ogni anno in Alaska, tra Ancho-rage e Nome, lungo un percorso di 1.049 miglia (1688 km). Organizzata per la prima volta nel 1973 ad opera del più grande musher di tutti i tempi, il grande Joe Redinghton, la competizione si pro-pone di commemorare un evento storico accaduto a Nome nel 1925: una mortale epidemia di difterite avrebbe sicuramente sterminato la popolazione di quella tranquilla cittadina se una staffetta di corrieri su slitte non avesse trasportato in tempo utile il vaccino, sfidando per cinque giorni tormente di ne-ve inimmaginabili. Al Central Park di New York è stata eretta una statua in onore di Balto, il capo muta che secondo la tradizione guidò la gloriosa spedizione, anche se in realtà il cane che condus-se il team per la maggior parte del lungo tragitto si chiamava Togo. Lo sleddog diventa sport riconosciuto della IFSS (International Federation of Sleddog Sport), la qua-le prevede la diffusione di una terminologia appro-priata e l’osservanza di un regolamento, nel rispet-to soprattutto dei cani. Musher - Il musher è il “conducente della slitta”; il termine deriva dall’esclamazione/incitamento in lin-gua franco/canadese “marchez”, che gli uomi-ni/esploratori davano ai loro cani per partire. Come in altri sport si deve avere una discreta preparazio-ne fisica generale. Ma le doti fondamentali di un buon musher sono: passione per quello che fa, sensibilità, rispetto e massima cura per i suoi cani. Team - Per team, in senso stretto, si intendono i cani che trainano la slitta. Ma fa piacere pensare che il team è formato dai cani e dal musher. Infatti uomo e cani vivono in simbiosi. Si condividono le gioie e le fatiche, nel rispetto reciproco.

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Dott.ssa Ballotti Ilaria

(inviato dal socio Antonio Macrì www.luckystrike.it) Forse non ci avevate pensato, ma da qualche me-se vi siete messi in casa un tenero discendente di...lupo! Il nostro Fido infatti, pur con la sua aria dolce e coccolona altro non è che il pronipote del fiero a-nimale dei boschi, e come tale dobbiamo imparare a trattarlo. Ma non spaventatevi, non è poi così dif-ficile, vediamo qualche regoletta che ci aiuterà a vivere con lui una lunga vita felice. Cominciamo a pensare che già in utero, esatta-mente come avviene per noi umani, il cucciolo ri-ceve stimolazioni dall'esterno, per cui già in questo periodo comincerà ad "apprendere” ma occupia-moci più dettagliatamente dei periodi successivi, detti “periodo neonatale” , “periodo di transizione” e “periodo di socializzazione”. Il periodo neonatale inizia ovviamente con la na-scita. E' un momento in cui il cucciolo sembra "iner-te", ma in realtà è già in grado di percepire due ben definiti tipi di stimoli, quello termico e quello tattile; proprio attraverso questi il neonato sa trovare la mammella, fonte primaria di nutrimento, e assicu-rarsi così la sopravvivenza. Quasi per niente svi-luppati invece gli altri sensi, infatti il piccolo Fido non ci vede e non ci sente (capta solo le vibrazioni che si propagano attraverso le ossa craniche), non dispone ancora dell'olfatto, e si muove strisciando. Non è nemmeno capace di defecare e urinare da solo, lo aiuta la mamma, girandolo sulla pancia e leccandolo vigorosamente. Questo periodo si fa terminare all'apertura degli occhi, cosa che può avvenire dal 10° al 15° giorno circa. Successivamente inizia il periodo di transizione che dura fino a circa 3 settimane. Gli occhi e il condotto uditivo si aprono (in momenti diversi) e Fido comincia a vedere e sentire. Il suo sistema nervoso si sta trasformando, con una grande proli-ferazione di cellule nervose fra le quali si formano numerosissimi collegamenti, che serviranno a ge-stire le informazioni in arrivo dal mondo esterno. In questo periodo inizia l'attaccamento alla madre, importantissimo in quanto solo imitando i compor-tamenti materni Fido saprà di essere un cane, e imparerà a comportarsi di conseguenza per tutto il resto della vita. Dalla terza alla dodicesima settimana, più o meno, inizia il periodo più importante nella vita del nostro piccolo Fido: il periodo di socializzazione. Questo viene detto anche sensibile perché mai come ora il sistema nervoso del nostro amico sarà sensibile a stimolazioni di ogni tipo.

In questo momento il sistema nervoso è ricco di connessioni (sinapsi) che permettono al cucciolo di captare e integrare ogni tipo di stimolo. Di queste però rimarranno funzionanti solo quelle che saran-no stimolate, le altre verranno distrutte. Proprio per questo motivo è molto importante che Fido durante il periodo di socializzazione abbia più contatti e più stimoli possibile, per lo meno a tutti quelli che poi troverà costantemente nella sua vita. Questo deve essere fatto con gradualità e tranquil-lità in modo da portare a quello che in gergo è chiamato il fenomeno della impregnazione. Se il piccolo Fido potrà ad esempio sentire tutti i rumori di casa (aspirapolvere, suonerie dei telefo-nini, elettrodomestici vari ecc.) ma potrà anche sot-trarsi ad essi, pian piano imparerà a conviverci, se invece le stesse cose gli saranno imposte senza una via di fuga risponderà con ansia e paura. Questo vale anche per i rumori della città, gli altri cani, altri animali con cui debba convivere, i vari mezzi di trasporto e via dicendo. Si abituerà a tutto, in questo periodo, a patto che gli venga proposto nel modo adeguato. Ricordiamoci che è in questo periodo che noi adot-tiamo il nostro amico, per cui giochiamo un ruolo molto fondamentale nella sua socializzazione.

Ecco ci siamo, finalmente ce lo siamo portato a casa!

E ora? Ora dobbiamo, almeno per un primo periodo,

sostituirci alla sua mamma vediamo come.

LA SOLITUDINE E' normale che un cucciolo abbia paura se viene lasciato solo soprattutto in un ambiente nuovo, e magari la notte. In natura infatti i piccoli non ven-gono mai lasciati soli a lungo,. perché con le loro grida attirerebbero i predatori nella tana e il nostro piccolo Fido piangendo, fa solo quello che il suo corredo genetico gli consente: chiede aiuto. Possono essere d'ausilio in questo momento i fe-romoni d'appagamento, che si trovano in commer-cio come diffusori elettrici, e che corrispondono all' “odore” della mamma quando lo allattava. E' poi bene che sia assegnato a Fido un posto do-ve dormire, ad esempio una cesta o una branda che sia facilmente spostabile. All'inizio sarà posi-zionata vicino a voi, poi col tempo potrete allonta-narla e portarla dove vorrete che dorma da grande.

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Durante il giorno cercate di non lasciarlo solo per ore, e soprattutto in modo brusco. Prendere le ferie per passare i primi giorni sempre insieme e poi rientrare al lavoro di punto in bianco non è una buona idea: ricordate che TUTTO va presentato in maniera GRADUALE. Coccolare ed accudire un cucciolo di meno di quat-tro mesi NON SIGNIFICA VIZIARLO, ma solamen-te STABILIRE CON LUI IL GIUSTO LEGAME AF-FETTIVO, che sarà l'unica base per la vostra futura relazione con l'adulto. Se manca questo legame sarà molto difficile che vi consideri il vostro leader e vi dia ascolto in ogni situazione!! Ubbidireste a qualcuno che non stimate o peggio di cui avete paura, solo perché ve lo ordina? Il DISTACCO è un processo NECESSARIO ma (mi ripeto) GRADUALE, che inizierà verso il quarto mese per protrarsi fino al sesto e oltre.

SE DOVETE PROPRIO LASCIARLO SOLO • Cominciate a farlo per periodi brevissimi, poi li

allungherete . • Riducete al minimo i riti di partenza e rientro. • Mettete i feromonì. • Lasciate al cucciolo qualcosa con cui passare il

tempo (osso di pelle, kong, magic cube ecc.). • All'inizio uscite dopo che ha mangiato, fatto i bi-

sogni e giocato: avrà sonno e si accorgerà me-no di essere solo.

• Non lasciatelo in giardino: in casa si sente più protetto e per un piccolino un territorio troppo esteso è fonte d'ansia.

I PASTI

Oltre che da un punto di vista nutrizionale il pasto è molto importante per il futuro inserimento sociale del cane nella famiglia. Infatti, secondo l'etologia canina, è il capo che gestisce il cibo: l'individuo a capo del branco mangia per primo, non osserva gli altri mentre mangiano e sceglie se e quando ritor-nare a finire ciò che ha lasciato. E' dunque necessario porre subito delle regole, che una volta apprese faciliteranno la vostra vita e an-che quella del cucciolo! Fino ai 4 mesi di età Fido dovrebbe fare 4 pasti al giorno, in orari il più possibile regolari. Una volta superati i 4 mesi si può passare alla somministra-zione di 3 e poi con gradualità di 2 pasti al di; sconsigliabile la mono somministrazione giornaliera del pasto, in quanto le energie non vengono dosate in maniera equilibrata e in alcune razze aumenta anche il rischio di torsione gastrica. Al di fuori dei pasti principali, il piccolo (ma anche quando sarà adulto) non deve ricevere cibo se non

come premio ad un esercizio o a un comportamen-to eseguito correttamente. • Il proprietario non deve assistere ai pasti del

cane. • La ciotola è del proprietario! Si lascia a disposi-

zione del cane per un limitato periodo di tempo, di solito 10-20 minuti, quindi deve essere tolta. Se il cibo non fosse terminato è lo stesso, si ri-presenterà al pasto successivo.

• Il cucciolo può, ed è anzi meglio se lo fa, assi-stere al nostro pasto. ma per nessun motivo (ri-chiesta, pretesa, elemosina) ricevere cibo dalla tavola. Per non cedere alle sue "strazianti" ri-chieste basterà ignorarlo, conversando con gli altri o concentrandosi su qualcosa che non sia lui; dopo qualche pasto il piccolo Fido imparerà, se NON ha MAI ottenuto né cibo né attenzione, che non serve a niente chiedere e si metterà buono ad aspettare la sua ciotola.

• Cedere saltuariamente alle richieste non fa altro che RINFORZARLE! In questo modo il compor-tamento sbagliato aumenterà.

• Se Fido mangia nello stesso luogo nostro, do-vrà mangiare dopo di noi: si mangia, si sparec-chia e POI si dà da mangiare a lui.

INSEGNARE A FARE I BISOGNI FUORI CASA

Contrariamente a quanto si crede, il nostro amico NON impara a fare i bisogni in modo corretto se viene punito quando elimina in casa. In questo mo-do impara solo che è vietato fare pipì o cacca e non potendo trattenersi dal farlo, imparerà solo a farla di nascosto. Punire Fido al ritorno a casa, quando il "fattaccio" è già avvenuto è ancora peggio: la PUNIZIONE (se necessaria ma in questo caso NON lo è) DEVE AVVENIRE DURANTE L'AZIONE SGRADITA, O AL MASSIMO ENTRO 5 SECONDI DA QUESTA, altrimenti il nostro amico non collega azione-punizione e non capisce assolutamente cosa vo-gliamo da lui. Inoltre punire il cucciolo al rientro non farà altro che metterlo in ansia: egli non può fare a meno di fare i bisogni e collegherà la loro presenza al fatto che quando torniamo lo puniremo, conti-nuando però a non capire perché.

ALLORA COME FARE?

Ricordiamoci che Fido non ha il controllo completo degli sfinteri fino a14° mese (a volte anche oltre), quindi per lui è inevitabile urinare o defecare ogni 2 o 3 ore. • I momenti più probabili sono dopo il sonnellino e

i pasti per cui vale la pena di portarlo fuori pro-prio allora.

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• Il miglior modo di procedere è quello di portarlo fuori spesso e con regolarità e aspettare a rien-trare che abbia fatto almeno una volta pipì. Ap-pena avrà terminato, quando si gira per vedere cosa ha fatto, dategli subito un premio (carezza con lodi o bocconcino)

• Teniamo presente che comunque in corso di insegnamento "può capitare qualche incidente”. Non allarmiamoci: il piccolo non ha "dimentica-to" che non deve sporcare in casa ma ha sem-plicemente... perso un'occasione!

• La tecnica del giornale o della traversa stesa in casa non dovrebbe essere adottata: serve solo a ritardare l'apprendimento del cucciolo a uscire e sporcare fuori. Se abbiamo già cominciato, possiamo mettere il giornale appena fuori della porta, così che intanto sia invogliato ad “uscire” poi inizieremo il nostro giretto.

GUINZAGLIO e COLLARE

In genere siamo portati a pensare che per un cane sia "normale" portare collare e guinzaglio. In realtà per un piccolino si tratta di oggetti fastidiosi, quindi per farglieli accettare è necessario PROCEDERE PER GRADI. Teniamo conto delle sue dimensioni quando sce-glieremo il collare, che sarà il più leggero possibile, meglio se di nailon; questo vale anche per il guin-zaglio, lungo al massimo 1,20 mt e con moschetto-ne poco ingombrante. Da evitare i collari a strozzo o a semistrozzo, o peggio ancora con le punte. All'inizio Fido percepirà il collare come un oggetto molto sgradevole e tenterà di toglierselo con tutte le forze. Cominciamo quindi con pochi secondi, aumentiamo poi poco a poco e mentre ha il collare giochiamo con lui o diamoli da mangiare, in modo che colleghi la sua presenza a eventi piacevoli. Una volta abituato al collare passeremo al guinza-glio, sempre lasciandoglielo per poco, in casa e du-rante momenti piacevoli. Nel giro di pochi giorni possiamo cominciare a tenere il guinzaglio in ma-no, prima in casa e poi fuori. Ricordiamoci di non tenerlo mai teso, ma sempre morbido.

IL GIOCO e LA CALMA Il nostro cucciolo deve imparare a dosare le proprie energie e soprattutto deve imparare che c'è un tempo per giocare e uno per stare calmi e che chi decide siamo noi. Questo ci permetterà in futuro di avere un maggiore e migliore controllo sul nostro cane, mentre a lui servirà per imparare l'autocon-trollo.

COME FARE Portiamolo in una zona tranquilla (meglio se recin-tata) all'aperto e lasciamolo per 10-15 minuti libero di giocare. Se si allontana più di circa 20 metri, chiamiamolo mentre ci spostiamo in direzione op-posta e poi accucciamoci con un bocconcino in mano. Fido, attirato dalla fuga e dalla posizione di pace trotterellerà felice verso di noi e sarà premiato al suo arrivo. Ripetiamo questa sequenza 2 o 3 vol-te, ogni volta che lui si allontana. Richiamiamo poi Fido con lo stesso sistema, ma questa volta tratteniamolo a giocare con noi. Ricor-diamoci di farlo sempre da accucciati senza movi-menti bruschi e repentini, manipolandolo con dol-cezza e assecondandolo. Continuiamo per 5 minu-ti. • Fatto questo alziamoci e lanciamo un giochino

che ama: non vogliamo che lo riporti, ma solo che si diverta per altri 5 minuti.

• A questo punto lo chiamiamo di nuovo a noi, ma al suo arrivo gli mettiamo il guinzaglio e ci se-diamo. Sicuramente non sarà dello stesso pare-re e tenterà ancora di giocare e fare confusione: noi faremo le statue, ignorandolo completamen-te! Quando si sarà rassegnato e si metterà cal-mo accanto a noi, aspetteremo un paio di minuti e poi faremo cadere, senza parere, un boccon-cino davanti al suo musetto; se resta calmo ri-peteremo questa cosa 2 o 3 volte: capirà che stare calmi premia. Dopo 10 minuti di calma torneremo a casa. In questo modo capirà anche che chi decide non è lui, ma voi, il leader del suo "branco"!

MA DEVE MORDICCHIARE?

E' perfettamente normale che un cucciolo fino a 6 mesi (dentizione definitiva) mordicchi i suoi giochi

NON E' NORMALE CHE MORDICCHI LE NOSTRE MANI.

Se lo fa proviamo ad agire come segue: • Sediamoci a terra e invitiamolo a giocare con

una nostra mano. Nell'altra teniamo il suo gio-chino preferito.

• Non appena inizia a mordicchiare la mano, fac-ciamogli vedere il giochino e diamoglielo, pos-siamo anche lanciarglielo, ma vicino a noi per-ché all'inizio non riesce a seguirlo molto lonta-no.

• Se nonostante i vari tentativi fatti per distrarlo dalla mano, volesse continuare a morderci, AL-ZIAMOCI E ANDIAMOCENE, facendogli così capire che se non gioca come vogliamo noi, non gioca affatto.

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Questa è una forma efficacissima di punizione: la punizione negativa. Se non fai quello che vo-glio, non ti do una punizione, ma ti tolgo un premio, una cosa cui tieni molto, in questo ca-so la mia attenzione. Il premio arriverà quando avrà il giusto comporta-mento, ma ricordiamoci che anche in questo caso, il piccolo Fido non potrà imparare in un giorno. Saranno necessarie più "sessioni", ripetute costan-temente per arrivare a un apprendimento che ri-manga. Nello sciagurato caso che non riusciate ad estin-guere questo comportamento, si potrebbe essere di fronte a una patologia comportamentale che pe-rò va affrontata in sede diversa da questa.

LE OPERAZIONI DI PULIZIA Fino da appena arrivato a casa, è bene che Fido si abitui ad essere manipolato da noi, esattamente come lo era con la sua mamma. Ogni giorno, quindi. passiamo 5-10 minuti a carez-zarlo in tutte le parti del corpo, tocchiamoli bocca (compresi i denti), naso, orecchie, occhi, zampe ecc.. Abituiamolo anche alla spazzola, e ricordia-moci che così facendo ci stiamo assicurando una futura gestione anche sanitaria facilitata.

Prima o poi Fido potrà aver bisogno di cure e in-gaggiare furiosi corpo a corpo per dare una com-pressa o pulire un orecchio, sfinisce anche il più motivato dei proprietari! Se invece sarà abituato a farsi toccare da noi, se lo farà fare anche nel mo-mento del bisogno.

Come ultima cosa ricordiamo (se ce ne fosse bisogno!)

le 2 regole base 1) Il controllo dell'iniziativa: in qualsiasi genere

di attività deve essere sempre e solo il proprie-tario (il leader) a prendere l'iniziativa. Questo vale dall'uscita, al gioco, alla pappa ecc.

2) Niente nella vita è gratis: per avere qualsiasi cosa di gradito (e di conseguenza di valore) Fi-do deve dimostrare qualcosa in cambio, cioè l'adesione alle richieste del leader.

Applicando costantemente queste due regole il cane si tranquillizza e si rilassa, poiché riceve l’inequivocabile informazione che sappiamo il fatto nostro, sappiamo organizzare e coordinare l'attività del branco, sappiamo rivestire il molo di guida e quindi ci si può affidare a noi con fiducia e serenità.

Dott.ssa Ballotti Ilaria Medicina Comportamentale

Da: Monia Pertici & Giordano Tarara Oggetto: Torquemada news Esposizione Internazionale Livorno 21 Aprile 2007 Ch Usa Rockland's Lil Darlin' Cacib e BOS Rockland's I'm A Jersey Boy 1° Ecc giovani Volevamo comunicare che il nostro amatissimo Ja-son Rockland's I'm A Jersey Boy ha concluso oggi con il BOB il suo Campionato Italiano Giovanile, proclamandosi così GIOVANE PROMESSA ENCI Grazie a tutti i giudici che hanno permesso questi risultati Esposizione Internazionale di Terni 5 maggio 2007 Alla sua prima uscita in classe libera Rockland's I'm A Jersey Boy "Jason" vince il CAC CACIB e BOS aprendo così di fatto il Campionato Internazionale. E la nostra piccola Torquemada's Quickly To The Top "Quickly" non è da meno, clas-sificandosi 1°Ecc alla sua prima uscita in classe giovani.

Da: Elena Cavazza Oggetto: invio risultati Data: giovedì 10 maggio 2007 22.44 Vi inviamo gli ultimi risultati espositivi delle nostre Moony e Crys: Expo Nazionale di Alessandria del 1 Maggio 2007 Giudice Sig. G. Murante Ch.Honeymoon della Farha "Moony", classe Campioni 1ECC - BOB Snow Crystal della Farha "Crys", classe Libera 1ECC - CAC Expo Nazionale di Pavia del 6 Maggio 2007 Giudici Sig.ri G. Bauchal ed E. Capra Snow Crystal della Farha "Crys" 1 ECC - CAC - BOB - 3 BOG

Salutoni, a presto! Elena & Andrea

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IN CHE MODO CIASCUNO DI LORO PUÒ DARE IL MIGLIOR CONTRIBUTO? Di Richard G. Beauchamp

urante l’anno sono molti i giudici che valuta-no i cani da esposizione. Alcuni, gli all-rounder, giudicano diverse razze, mentre

altri, gli specialisti, ne giudicano solo una o due, la razza o le razze che hanno effettivamente allevato e cresciuto. C’è molto da imparare da un buon giudice da en-trambi i tipi. Nella loro forma perfetta, il contributo d’entrambi, lo specialista e l’all-rounder, costitui-scono ciò che permette ad una razza di conservare l’eccellenza sia nella forma che nella funzione. C’è poca differenza nella qualità del giudizio emesso da entrambi. Qualsiasi giudice che abbia un occhio decente, sia specialista che all-rounder, sarà in grado in una classe di riconoscere e premiare il cane che eccel-le con la stessa facilità con la quale saprà ignorare o far uscire dal ring quei cani, che non meritano un successivo esame. Tuttavia, è nella zona grigia che si trova tra i grandi cani e i cani perdenti dove si vede la differenza con cui il giudice all-rounder e lo specialista giungono alle loro decisioni. IL GIUDICE SPECIALISTA Il grande vantaggio del giudice specialista è l’esperienza di aver vissuto le fasi di sviluppo di di-verse generazioni di una determinata razza. C’è moltissimo da guadagnare nell’osservare i cambiamenti giornalieri che attraversa una razza quando passa dall’infanzia alla maturità. L’allevatore che è anche giudice sa che ci sono al-cuni difetti che sono dovuti all’età e che meritano poca attenzione. Ce ne sono altri, tuttavia, a pro-posito dei quali gli allevatori capaci e con esperien-za sanno che si tratta di problemi che continueran-no a peggiorare e che man mano che il cane matu-ra diventeranno degenerazioni serie. Essi possono quindi agire di conseguenza nel prendere una de-cisione ponderata. Ai buoni giudici della propria razza è concesso di agire nel campo della competenza. E’ un campo in cui essi hanno sperimentato i momenti difficili e le apprensioni nel tentativo di raggiungere la perfe-zione. Si rendono conto ed apprezzano il grado di difficoltà insito non solo nel fissare, ma anche nel conservare alcune caratteristiche inafferrabili quali, ad esempio, un particolare, distintivo portamento delle orecchie o delle sfumature e delle caratteristi-che mutevoli, quali espressione e colore.

Il giudice specialista può apparire quasi un princi-piante quando si tratta di elementi pratici nella con-duzione del ring o di prendere una decisione rapi-da, ma non in quello che rappresenta l’essenza della razza. Si tenga presente che un allevatore di successo non solo è stato costretto a riconoscere i difetti, ma anche a capire che cosa li provoca e come deve procedere per correggerli. Lo specialista sa molto bene che alcuni problemi possono essere corretti facilmente a volte nel giro di un solo accoppiamen-to. Sanno però che ci sono alcune qualità, tra le quali le caratteristiche di razza, che una volta perse richiedono diverse generazioni per essere ricosti-tuite. Non si può negare che una corretta indivi-duazione dei problemi e l’esperienza nel trovare la loro soluzione rappresentano un importante per-corso formativo soprattutto per chi desidera diven-tare giudice. Lo specialista apprezza il cane da show carismati-co come chiunque altro, ma sa anche che il cari-sma svanisce quando é messo a confronto con le priorità di allevamento. Anche in questo caso l’allevatore esperto, quale giudice specialista, è in grado di dire parole di buonsenso come quelle pronunciate dal giudice James Edward Clark, scomparso alcuni anni fa. Durante un’intervista Clark una volta disse: “L’unica concessione che non posso fare è perdonare ciò che io definisco ‘la palla al piede di una razza’, cioè, quell’elemento che si cerca continuamente di eliminare dalla razza”. Lo specialista ideale ci mantiene diligenti e solleciti in quello che costituisce l’essenza della razza ri-spetto alle sue origini e alla sua funzione. La sua decisione attira la nostra attenzione sugli elementi che costituiscono il tipo della razza, sia presenti che assenti. IL GIUDICE ALL-ROUNDER Credo che i giudici all-rounder portino sulle loro spalle una grossa parte di responsabilità per il mo-vimento futuro di una razza, perché negli Stati Uniti nella maggior parte delle esposizioni i cani sono giudicati molto più frequentemente da giudici all-rounder che non da specialisti. Molti dei nostri all-rounder possiedono esperienza e conoscenza del-le caratteristiche funzionali richieste da intere fami-glie di cani. Questo non solo li aiuta a conservare gli elementi essenziali, familiari del gruppo, ma an-

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che a tenere a freno la tendenza di alcuni allevatori dal desiderare ardentemente di cadere dal “tipo” della razza nella “caricatura” della razza. (Il vec-chio problema del “Se una piccola parte è bene, l’intero è meglio”). Un’ampia prospettiva inoltre permette al giudice all-rounder di conoscere esattamente quale peso si debba dare ai diversi termini dell’anatomia canina in uno standard di razza. Ad esempio, nella sola aerea delle angolazioni, i termini moderato e bene sono utilizzati in quasi tutti gli standard di razza. Solo avendo un’ampia visione dell’intera gamma delle angolazioni una persona può effettivamente capire come il termine vada inteso. Alcuni standard non danno a questi termini lo stesso significato che viene loro dato normalmente. Gli standard di razza sia per il Cocker Spaniel (Cocker americano n.d.t.) che per l’Akita (Akita americano n.d.t.) richiedono un angolo posteriore moderato. Anche una cono-scenza superficiale di queste due razze vi dirà che il vocabolo “moderato” non significa la stessa cosa in entrambi i casi e deve essere applicato con buonsenso. Una persona per diventare giudice all-rounder im-piega molto tempo e nel frattempo indubbiamente matura. Quelle affermazioni universali, assolute “io mai” o “io sempre” con il tempo e l’esperienza si affievoliscono e sono sostituite dal “io non dico mai mai”. Il giudice all-rounder arriva ad una razza con meno vincoli e pregiudizi legati alla razza stessa. Ultimo, ma non il meno importante, il giudice all-rounder veramente bravo, non avendo dovuto combattere nessuna particolare area problematica di una razza è probabilmente più abile a collocare i difetti specifici in una prospettiva generale. E’ più facile per un all-rounder non cadere in una Waterloo personale. Il giudice all-rounder è meno portato ad impegnarsi a cercare un livello di perfezione raramente pre-sente nelle razze in evoluzione, mentre lo speciali-sta non accetterà di accontentarsi di nulla di meno. Vi sono alcune razze nelle quali il livello di sviluppo è tale che una persona non può scavare troppo in profondità, diversamente si rimane con nulla. Ci sono altre razze, ad esempio il Fox terrier a pelo ruvido, nelle quali lo sbarramento è posto ad un ta-le livello che non si devono fare concessioni in nessun caso. Penso che è la combinazione del meglio di en-trambi, del giudice specialista e del giudice all-rounder, che mantiene le nostre razze fiorenti. Se noi possiamo fare assegnamento sul giudici all-rounder per essere guidati verso una struttura idea-le e su bravi giudici specialisti che evidenzino i punti critici, le nostre razze continueranno a cre-scere e progredire verso gli obiettivi stabiliti per noi dagli standard di razza.

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Questo articolo, apparso sull’AKC Gazette nel

settembre del 2005, mi pare spieghi in modo

esauriente le differenze, i pro e i contro che

caratterizzano un giudice specialista e un giu-

dice all-rounder. Il giudice specialista in Italia

si chiama “giudice di razza”, ma a differenza

del suo corrispondente negli Stati Uniti può

avere allevato, “per almeno dieci anni, una

singola razza, o un insieme di razze assimilabi-

li dello stesso gruppo”.

Questa, se vogliamo piccola, differenza a volte

è alla base di errori macroscopici (ovviamente

per l’allevatore di quella razza non allevata da

dieci anni dal giudice, ma assimilabile), visti

anche in raduni recenti quali piedi da gatto,

pelo di tessitura sbagliata, espressione così vi-

va e maliziosa da ricordare una mucca svizze-

ra, però particolarmente sveglia…

Ricordo inoltre, che un giudice all-rounder

negli Stati Uniti giudica tutte le razze là rico-

nosciute, che non superano le 200 unità, men-

tre un giudice all-rounder italiano e quindi

appartenente alla FCI giudica più di 360 raz-

ze.

Traduzione e commento di Adele Oldani

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Sent: Wednesday, April 18, 2007 4:49 PM Subject: Contratto sto cercando una bozza di contratto per l'acquisto di un cane che mi dia la certezza che l'allevatore o il venditore mi consegni anche il pedigree non ap-pena in suo possesso. Potresti aiutarmi?

Grazie mille. EVA Credo che si possa aggiungere su qualsiasi ti-po di ricevuta, che l'allevatore consegna al momento dell'acquisto, una frase tipo "mi im-pegno a consegnare il pedigree di detto cane non appena mi verrà consegnato dall'ENCI". Tenga presente che, se non sono cambiate le regole, al momento di compilare la seconda parte della denuncia di monta e nascita, il co-siddetto Modello B, l'allevatore può indicare i dati (nome e indirizzo) del futuro proprietario. In questo modo il pedigree arriva direttamente al Gruppo Cinofilo di pertinenza del nuovo proprietario che provvederà ad informarlo che presso la sede c'è il pedigree del suo cane. Faccia presente questa sua richiesta all'alleva-tore e tenga presente che nel mondo dei Sibe-rian Husky oggi va molto di moda e fa sentire gli allevatori molto molto importanti non con-segnare MAI ripeto MAI i pedigree e obbligare il proprietario a non mettere in riproduzione, esporre o fare altre cose con il proprio cane se non con il loro consenso con la scusa che i lo-ro cani sono così belli che gli altri allevatori vogliono approfittarsene per "rubare il san-gue"(sic) dei loro cani. L'allevatore può chie-dere che il cane non venga dato in monta se non con il suo consenso o accoppiato a cani che egli ritiene non adatti ad una sua femmina, ma in questo caso il prezzo del cucciolo è di-verso, inferiore; in questo caso viene conse-gnata la copia del pedigree e l’allevatore ne conserva la proprietà nominale; è un atteg-

giamento del tutto diverso dall'allevatore che prende i soldi e non consegna il pedigree. Spesso il nuovo arrivato nel mondo dei cani si sente onorato e ritiene di avere un cane vera-mente speciale! Controlli subito che l'allevato-re non metta clausole. Quando si sceglie un cucciolo si è talmente frastornati che ci si di-mentica di cose molto importanti. Si faccia vedere e magari consegnare delle fo-tocopie dei pedigree del padre e della madre (originali o fotocopie), di eventuali esami per la displasia e per i Siberian Husky anche degli occhi e della denuncia di nascita (Modello A).

Sent: Friday, February 09, 2007 7:37 PM proprio stamattina il veterinario ha diagnosticato al mio Arish un tumore e non so quanto tempo ancora l'avrò con me. La diagnosi che risulta dell'eco ad-dome è questa: presenza di versamento addomi-nale -neoformazione in sede retroperitoneale cau-dalmente al rene destro di probabile appartenenza alla ghiandola surrenale destro la neoformazione è di dimensioni importanti e probabilmente invade la vena cava. il mio veterinario ha detto che non può fare nulla e io sono disperata. il mio arish è stato in ottima forma fino a ieri sera. conosci un veterinario a cui far leggere la diagnosi? ti ringrazio per quello che potrai fare

Giovanna La Marca

Cara Giovanna premetto che non sono veterinaria, ma leggen-do la diagnosi rilasciata dal tuo veterinario “temo” che anche la prognosi sia corretta. Nulla ti vieta di consultare un altro veterina-rio, uno solo, non iniziare un inutile pellegri-naggio alla ricerca di qualcuno che ti dia la risposta che ti auguri; la mia recente esperien-za mi suggerisce di accettare quanto detto dal tuo veterinario di fiducia. Ho perso proprio

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recentemente due Siberian Husky, Mouse (15 anni) e BI. Quest'ultima (13 anni) era stata o-perata due anni fa di tumore mammario e spe-ravamo di aver scongiurato il peggio; era vi-vace e non dimostrava la sua età. Poi ha ini-ziato a camminare più lentamente e qualcosa nel suo sguardo mi ha fatto capire che non stava bene. Purtroppo ai primi di dicembre ad un controllo ecografico il veterinario riscon-trava metastasi sia al fegato che alla milza, ol-tre ad un emangiosarcoma sulla spalla. Non era solo il mio veterinario di fiducia, ma un mio caro amico da molti anni ed alla mia do-manda "Che cosa facciamo?" mi ha risposto "Viziala,,," L'ho fatto per circa un mese, poco, troppo poco! E' quello che mi sento di dire a te. Vizialo, go-diti ogni giorno come un grosso regalo, non cambiare le vostre abitudini e quando ti ac-corgerai che Arish soffre, che smette di man-giare... fagli un ultimo regalo d'amore... metti fine alle sue sofferenze. Preparati ad accom-pagnarlo con serenità dal veterinario, a stargli vicino, se te la senti, sino all'ultimo. Ti siamo tutti vicini.

Sent: Friday, February 16, 2007 6:25 PM La scorsa settimana ho preso il mio cane insieme al fratellino Leo e li abbiamo portati a Brescia con noi per una settimana per rendere più graduale il successivo distacco. Ieri Leo è ripartito per Roma ed è iniziato per noi un vero e proprio calvario stra-ziante. Tutta la notte il cucciolo (che da una setti-mana dormiva in giardino/box sulla brandina con Leo) ha pianto e ululato disperatamente, ogni due ore di media uscivamo per farlo riaddormentare ed è andata avanti così fino all'alba. Anche oggi il piccolino è calmo e tranquillo finché ci sono io in giardino, ma appena mi accingo a rien-trare in casa, lui molla qualsiasi cosa stia facendo in quel momento e mi segue capendo che me ne sto andando. Riesce a stare da solo forse per un'o-retta e poi ricomincia a piangere (fermo restando che appena mi vede entrare in casa ulula). Aiutatemi sono disperata, non per me ma per lui, non voglio che soffra nè ora e neanche in futuro quando dovrò tornare a lavoro...vorrei che si abi-tuasse a stare anche da solo. Cosa devo fare? Per la notte cosa è meglio che faccia? Ogni volta che piange devo andare in giardino o è meglio che lo abitui a dormire prima in casa nel trasportino

(considerando però che il viaggio con il fratellino fino a Brescia lo abbiamo fatto con il trasportino di Monica e che il mio è stato invece battezzato con la pipì!!!!).

Patricia Gabriele Cara Patricia, innanzitutto non dici quanto tempo ha il cucciolo e quanto tempo resterai fuori casa quando riprenderai il lavoro e nep-pure quanto tempo manca al tuo rientro al la-voro. Per prima cosa mettete a sua disposizio-ne il trasportino, una brandina non dà la sen-sazione di tana/cuccia ai nostri cani. Hanno bisogno di avere un posto che ricordi la tana. Inoltre l'allevatore ti avrà detto dove dormiva-no i cuccioli per poter riproporre un ambiente il più simile possibile. Il consiglio che ti posso dare è tener duro, far sentire al cucciolo che ci siete, che non è solo, ma se lo portate in casa, sarà più difficile poi rimetterlo fuori. I Sibe-rian Husky, come la maggior parte dei cani, hanno bisogno del contatto umano... Non capi-sco che cosa intendi per giardino/box... Se è un box chiuso controlla che non ci siano vec-chie esalazioni che disturbano il cucciolo, se è pulito e chiuso prova a mettere una piccola radiolina che il cucciolo non possa raggiunge-re e a lasciarla accesa, non molto alta, durante la notte... Se è tutto aperto, il cucciolo ha bi-sogno di avere un ambiente più piccolo, più a sua misura.... fai un recinto più piccolo e met-tici per ora il trasportino (si lava e poi la sua pipì a lui proprio non dà fastidio!) e poi una cuccia di buona grandezza con una copertina e diversi giocattoli, ossi da masticare... se fosse possibile posizionarla sotto una finestra (quel-la della cucina sarebbe l'ideale) in modo che quando piange vi fate vedere dalla finestra, lo rincuorate a parole e lo lasciate lì.... Ma quante ore il cucciolo rimarrà a casa da solo quando andrai a lavorare? Ricordati poi che il fatto di avere un giardino non esclude che il cane abbia bisogno di vedere e giocare con altri cani, quindi almeno una o due volte il giorno andrebbe portato fuori, se in città ci sono delle aree cani, va portato a socializzare e -- a stancarsi... il cucciolo se non gioca e non si stanca piange e cerca la compagnia del padrone... il tuo cucciolo, che è stato strappato ai fratelli prima, a Leo poi, ha davanti

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fratelli prima, a Leo poi, ha davanti un'intera giornata e un'intera notte durante le quali non ha nulla da fare se non rimpiangere quello che ha lasciato... piangeremmo anche noi!!! Questo è quanto mi sento di suggerirti.

From: Davide Rigon Sent: Tuesday, February 06, 2007 9:42 PM Ho guardato il giornalino e lo trovo molto interes-sante, inoltre trovo utile il "libretto di istruzioni". Io ho una "cagnolina"(si fa per dire) husky di nome Selly. L'ho portata a casa all'età di 6 mesi e quindi era già grande. Le prime notti continuava a ululare ma poi è cambiato tutto. Si è ambientata facilmente ed ha fatto buona im-pressione a tutti, dopo un po' di giorni però è scap-pata, ed è ritornata a casa con una gallina in boc-ca. Da quella volta è scappata molte altre volte sterminando in conclusione TUTTE le galline che mio zio aveva. L'anno scorso ho voluto farla accoppiare con un'al-tro husky e sono nati 4 bellissimi cuccioli un ma-schio bianco con gli occhi azzurri una cagnolina bianca con un occhio azzurro e uno metà marrone metà azzurro un'altra bianca e nera e grigia con gli occhi azzurri e l'ultima nera e bianca con gli occhi neri. é stata un'esperienza dura ma soddisfacente aver avuto quei 4 "briganti". Ho notato che la mia cagna ha cambiato carattere dopo aver avuto i cuccioli sembra maturata. Questa primavera voglio farle fare i cuccioli nuo-vamente ma con un bel cane. La mia cagnolina ha però una cosa: NON ha il pedigree perchè è figlia di un husky puro e di una mamma metà husky metà samoiedo. Lo so che voi mirate alla perfezione della razza alla selezione del cane con pedigree ma io ritengo il mio cane è un husky a tutti gli effetti visto che sia esteticamente sia caratterialmente è identico ad un husky con pedigree. Probabilmente forse ho sbagliato a descrivervi la mia Selly che non ha pedigree ad un Club come il Vostro ma sono certo che capirete che dopo 14 anni a sognare un husky per me va bene anche se non ha le "carte" Fatemi sapere cosa ne pensate Ciao e Grazie E' vero, noi siamo un club che si rivolge prin-cipalmente a possessori di cani con pedigree, ma questa non è una pregiudiziale verso nuovi amici con cani senza pedigree. Ovviamente la nostra politica è quella di con-sigliare a tutti i proprietari, ripeto tutti i pro-prietari di femmine di pensare più volte prima

di mettere al mondo dei cuccioli e nel caso di allevatori consigliamo di fare degli accoppia-menti solo se sono intenzionati a tenere qual-cosa, se la cucciolata fa parte di un program-ma di allevamento e non di un programma commerciale. Purtroppo i canili sono pieni di cani di pura razza e tra questi molti Siberian Husky. Di conseguenza quando una persona non si dimo-stra particolarmente interessata ad un cane con pedigree suggeriamo di guardare se nel canile vicino non c'è un Siberian Husky desi-deroso di affetto... In quanto al tuo desiderio di avere un'altra cucciolata, se sei sicuro di garantire a tutti i cuccioli che nasceranno una vita felice, sei di-sposto a riprenderti tutti quei cani i cui pro-prietari si dimostrassero indegni di tenere un cane, nulla ti vieta di toglierti questa soddisfa-zione, soprattutto perché sai già a che cosa vai incontro. Sei sicuro di avere già delle persone che pren-deranno i cuccioli? Se il problema pedigree può essere superato, non sottovalutare le ma-lattie genetiche del Siberian Husky, per cui fai fare un controllo degli occhi alla tua cagnoli-na e chiedi che anche il maschio che sceglierai abbia fatto il controllo degli occhi. E sebbene sia meno presente nella nostra razza, sarebbe auspicabile anche un controllo per la displa-sia. In quanto al maschio qualche allevatore si rifiuterà di concederlo per la monta, ma cer-tamente troverai qualcuno che non sarà con-trario a prendere dei soldi anche se la femmi-na non ha un pedigree. Troverai più facilmente qualche privato felice di far accoppiare il suo maschio, magari senza chiederti dei soldi, ma controlla la situazione sanitaria del cane. Non vorrei che questo suonasse come un invito a fare cani senza pedigree, ma a volte è meglio avere un cane senza documenti ma sano e con un eccellente carattere, piuttosto che avere un cane figlio di pluricampioni con grossi pro-blemi caratteriali... e ci sono. Questa è comunque la mia opinione e non ri-specchia per forza l'opinione degli altri consi-glieri o dei nostri soci.

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From: Dario Giustiniani To: Siberian Husky Club Italia - Segreteria Sent: Saturday, February 10, 2007 9:33 AM Subject: Re: Richiesta copia omaggio News Salve, ieri mi è arrivata la mia copia omaggio del giornale trimestrale. Vorrei sapere una cosa però... che differenza c'è tra Voi ed il Seshi? il SHCI è nato molti anni fa quando un gruppo di soci CIRN, non essendo riuscito a far capire ai dirigenti della Società che ogni razza da es-sa rappresentata meritava uno suo proprio spazio, uscirono e fondarono un proprio club. All'inizio si cercò con non sufficiente convin-zione un riconoscimento ufficiale poi non se ne fece più nulla tanto era chiaro che l'ENCI non avrebbe mai ammesso due club per una stessa razza (la stessa cosa accadde per il Samoiedo, l'Alaskan Malamute e il Terranova solo per ci-tarne alcuni), cosa che in altre nazioni europee avviene normalmente. Oggi le cose all'interno del CIRN sono cam-biate (forse anche indirettamente per merito del SHCI) e le razze più rappresentate hanno una loro sezione: SESHI per il Siberian Husky, SARAM per il Malamute, SAKI per l'Akita ecc. Nel frattempo il SHCI aveva raccolto attorno a sé moltissimi appassionati e ci si era accorti che il fatto di non essere un club ufficiale ci la-sciava molto più spazio per organizzare eventi interessanti: passeggiate, raduni con famosi allevatori in veste di giudice, seminari e raduni che non avendo lo scopo di assegnare titoli va-lidi per il campionato di bellezza riuscivano a richiamare un numero di partecipanti inimma-ginabile... Inoltre abbiamo un bollettino sem-pre più bello ed interessante. Tanti nostri soci poi decisamente non sono in-teressati alla cinofilia ufficiale e questo è oggi quello che ci distingue dal SESHI: i nostri soci si sentono in famiglia, molti hanno sia cani di razza che Siberian Husky le cui mamme non hanno badato per il sottile quando si sono in-namorate e accoppiate... i nostri soci ci scri-vono per raccontarci cose importanti e cose magari semplice, ma divertenti; i consiglieri e la segreteria non essendo presi da cose buro-

cratiche che l'ufficialità impone sono forse più disponibili ad intrattenere una fitta corrispon-denza con i soci e i simpatizzanti huskisti. Inoltre molto difficilmente sorgono conflitti tra i vari consiglieri perché la carica non ci dà la possibilità di scegliere questo o quel giudice, di acquistare importanza in base al numero di deleghe, che significano voti durante le elezio-ni per il rinnovo delle cariche dell'ENCI. La cosa divertente è che diversi soci (ora che il SESHI non pone più preclusioni) hanno en-trambe le tessere. Abbiamo “girato” la domanda del sig.Dario Giustiniani ai nostri soci iscritti anche al CIRN/seshi (circa una ventina su 140) e in at-tesa di conoscere la loro opinione al riguardo pubblichiamo di seguito la risposta più tempe-stiva arrivata in redazione: Non è facile rispondere... perchè entrambi sono club che tutelano la razza, ad entrambi sono iscritti gli amatori del s.h. e tutti e due organizzano attività che possano promuovere i nostri beniamini. Forse per questo la maggior parte degli iscritti ad entrambi i clubs si chiede perchè non si uniscano una volta per tutte e finiscano le baruffe politiche. Personalmente credo possano esistere anche 10 clubs nel ns. paese per una sola razza, anche se uno solo viene riconosciuto dall'ENCI, però io mi iscrivo a tutti perchè ognuno di loro può darmi qualcosa di più sulla mia cultura cinofila. Del shc-i adoro il giornalino e il modo semplice di affrontare le questioni di vita ordinaria anche di chi di cane ne ha uno solo o ne vuole prendere uno, diciamo che il non essere il club ufficiale lo rende più vicino anche a chi di expò e pedigrèe non glie-ne frega proprio niente. Del Seshi posso dire che ora è fatto di gente seria e competente, che sta lavorando bene e si è pre-fisso degli obbiettivi tecnici che possono aiutare l'allevatore. L'associarsi ad uno o all'altro club, secondo me, è solo questione di simpatia personale.

Ciao Ketty

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una saga fantasy a fumetti, una graphic novel di succes-so, un caso letterario che negli USA è diventato leg-genda; la storia senza tempo di una tribù di elfi e dei lo-ro amici lupi.

A farmi conoscere quella meraviglia che porta il nome di Elfquest, inutile dirlo, è stato il mio inde-fesso amore per i lupi e per qualsiasi cosa me li ri-cordi anche solo vagamente. Era un autunno di dieci anni fa e stavo tornando a casa dall’edicola con il mio ultimo acquisto; una raccolta brossurata di “Lupo Alberto”, che conteneva le ristampe di al-cune delle strisce più belle. Perché diciamo pure la verità; io, quel lupo azzurro e stravagante, l’ho sempre trovato irresistibile. Sfogliando distratta-mente il volumetto, mi cadde l’occhio su alcune pagine a colori raffiguranti un lupo (peraltro dise-gnato benissimo) e al suo fianco una creatura che in seguito avrei capito essere un elfo (premetto su-bito che a quell’epoca le mie conoscenze in mate-ria di fantasy erano scarsissime, e non avevo la minima idea di cosa fosse il meccanismo narrativo della quest, la ricerca - evidente fin dal titolo). La pagina in questione faceva parte di un articolo pubblicitario che presentava in modo piuttosto suc-cinto questo nuovo fumetto, “Elfquest” appunto, creato dagli americani Richard e Wendy Pini e pubblicato in Italia da Macchia Nera. Quello che lessi mi incuriosì parecchio. La storia, a quanto si diceva, riguardava una tribù di elfi e i loro amici lu-pi, e le peripezie che insieme avrebbero dovuto af-frontare. C’era una panoramica dei personaggi principali e, dulcis in fundo, alcune tavole dimostra-tive, tre delle quali raffiguravano i suddetti elfi in compagnia dei suddetti lupi. Terminata la lettura, ero pronta a tornare dall’edicolante e a informarmi su questo arcano giornaletto che non avevo mai sentito nominare, ma che esercitava su di me una curiosità irrefrenabile. L’articolo si riferiva al numero 1 ma, trattandosi di una ristampa, da allora erano passati un bel po’ di anni e confesso che quando ne parlai all’edicolante le mie speranze erano molto vicine allo zero. Inve-ce, sorpresa delle sorprese, eccolo spuntare da dietro una montagna di testate bonelliane; Elfquest, un numero abbastanza tardo della serie Siege At Blue Mountain (tradotto in Italia come “Assedio Alla Montagna Azzurra”). Il giornaletto era in bianco e nero, il taglio delle pagine grande (tipo PK, se capi-te cosa voglio dire) e i disegni, come ho già antici-pato, favolosi. Bellissimi gli elfi ma soprattutto bel-lissimi i lupi, due dei quali facevano bella mostra di sé già nella prima pagina. Ricordo che la mia rea-zione entusiastica alla vista di uno dei due fu: “Quello lì assomiglia tutto alla Biggi, la madre della Siby!” Ed era vero, la maschera del lupo in que-

stione assomigliava splendidamente a quella di molti dei nostri amati siberiani.

C’era solo un piccolo problema. A quel punto infatti la serie era già avviata, anzi eravamo arrivati a un “colpo di scena” non indifferente con Dewshine e il piccolo Windkin intrappolati all’interno della Monta-gna: e anche se l’articolo su “Lupo Alberto” mi pre-sentava in maniera schematica i personaggi princi-pali, orientarmi era purtroppo abbastanza difficile. Ricordo che lessi l’albo dall’inizio alla fine per ben tre volte prima di rendermi conto della presenza di un personaggio menzionato nell’articolo e che fino a quel momento credevo di non aver ancora “in-contrato”. Per non parlare di quando confondevo allegramente i protagonisti fra loro (ad esempio Rainsong che per qualche astrusa ragione non riu-scivo mai a distinguere dalla compagna di Tree-stump). Inoltre la trama era piuttosto complessa (praticamente non aveva nulla da invidiare a un li-bro!), e le tavole di non facile decifrazione… so-prattutto per chi come me aveva fino a quel mo-

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mento letto solo e rigorosamente fumetti “a colori”! In seguito comprai anche il numero successivo, ma con l’introduzione di una seconda tribù di elfi a me sconosciuta, districarmi divenne ancora più difficile. Alla fine gettai a malincuore la spugna, mi dedicai rassegnata ad altre letture meno contorte e, per un po’, dimenticai completamente Elfquest e affini. Ri-cordavo solo vagamente che i protagonisti erano i “Wolfriders”, gli elfi che avevano fatto dei lupi i loro migliori amici e le loro cavalcature. Ma i nomi e le identità dei personaggi erano semplicemente trop-po confusi nella mia mente, e ben presto me ne scordai. In seguito mi sono dedicata allo studio della lingua inglese e, soprattutto, di Internet. Capitò che una sera non avessi niente di meglio da fare… improv-visamente mi ricordai il nome di quel lontano fu-metto che avevo tanto amato e, con un po’ di esi-tazione, mi decisi a digitare Elfquest in un motore di ricerca (Virgilio, visto che all’epoca Google non mi attirava più di tanto… non chiedetemi il motivo perché non ne ho la più pallida idea!). Anche sta-volta non mi aspettavo niente, quindi immaginate la mia sorpresa quando il computer mi restituì una li-sta di links lunga come la barba di Matusalemme! Più per curiosità che per altro, ciccai sul primo link, che era proprio la homepage officiale di Elfquest, http://www.elfquest.com (da allora divenuto uno dei miei siti preferiti). Ecco lì, i lupi e gli elfi, più o meno come me li ricordavo!

Di nuovo gli splendidi disegni di Wendy Pini mi cat-turarono e decisi di esplorare il sito, con calma sta-volta, per imparare a conoscere i personaggi e so-prattutto la storia. Mi procurai le raccolte su Ama-zon e i singoli numeri speciali su siti come Miles High Comics; inutile dire che nel giro di una setti-mana ero completamente immersa nello strabilian-te mondo fantasy che i Pini avevano saputo creare. Non solo i personaggi erano ormai chiari e distinti nella mia mente, ma cominciavo anche a destreg-

giarmi fra le diverse trame. Sì, “trame” al plurale, e non un’unica trama singola come avevo ingenua-mente creduto. C’erano molte diramazioni; il timeli-ne (la “linea temporale”, insomma) spaziava dai primordi più remoti al futuro, e nel corso degli anni la serie si era suddivisa in innumerevoli spin-off e miniserie assortite. Si andava da Kings of the Bro-ken Wheel a Shards, naturalmente Siege at Blue Mountain, Hidden Years, Wave Dancers, Blood of Ten Chiefs, Kahvi, New Blood, Rogue’s Curse e chi più ne ha più ne metta. Appresi che Elfquest aveva conosciuto in America un successo duraturo, mentre in Italia la serie (fra l’altro tradotta in modo veramente pessimo - ver-gogna!! Per Elfquest si poteva e si doveva fare molto di più!) era stata chiusa dopo una trentina di numeri. Imparai a riconoscere e a distinguere gli stili dei diversi disegnatori che nel corso degli anni si erano alternati a Wendy Pini; alcuni disegnavano splendidamente, proprio come lei, altri mi piaceva-no meno, ma pazienza. Scartabellai su Ebay alla ricerca del materiale “fuori catalogo”, attesi con im-pazienza ogni nuovo aggiornamento del sito e… il resto è storia; ormai i miei siti preferiti a tema El-fquest non si contano sulla punta delle dita, nel tempo libero ho disegnato qualche fan art e dulcis in fundo (o last but not least, come direbbero gli in-glesi) mi sto anche cimentando in una fanfiction, ovviamente in inglese. Magari un giorno la metterò on-line insieme ai miei disegni… chissà? Ma, vi sento dire, che cos’è insomma questo bene-detto Elfquest, e cosa ha di tanto speciale? Elfquest è semplicemente una storia appassionan-te fatta di molte storie che si intrecciano, in un mondo che non è la Terra ma potrebbe esserlo; un mondo dove, molti secoli fa, avvenne qualcosa di straordinario. Dal cielo (è proprio il caso di dirlo!) piovve il Palazzo degli High Ones, apparentemen-te un immenso baluardo di argento e cristallo - in realtà un’astronave spaziale con a bordo gli abitanti di un lontano pianeta (chiamati appunto High Ones, o Coneheads, a causa della particolare forma dei loro crani macrocefali prima che assumessero sembianze umanoidi). Ne scesero creature alte, aggraziate e regali con capigliature fluenti, grandi occhi e orecchie a punta; elfi, appunto. Speravano nel benvenuto degli uomini che abitavano il piane-ta, ma le loro speranze furono amaramente deluse. Gli umani infatti erano primitivi, brutali, selvaggi, più simili a bestie che a uomini (un po’ tipo i “nostri” Neanderthal, per intenderci). Spinti dalla paura e dalla diffidenza, accolsero quei gentili visitatori con particolare accanimento, massacrandoli quasi tutti nel giro di poche ore. Proprio la ferocia degli uomini spinse i pochi superstiti dalle orecchie a punta a fuggire… alcuni si ritirarono nelle foreste, altri nel deserto, altri ancora negli oceani. Dell’ultimo grup-

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po, guidato da Lord Voll e dalla sua compagna Winnowill, si persero le tracce. Al riparo del Mondo delle Due Lune, uno sparuto drappello di High Ones trovò finalmente un capo nella coraggiosa e indomita Timmain dai lunghi capelli argentati. Lei li guidò lontano dai fuochi degli uomini e, almeno per il momento, al sicuro.

Gli umani però erano tenaci, e Timmain si rese conto che la sua gente non sarebbe sopravvissuta a lungo. Decise così di chiedere ospitalità ai lupi, e lo fece trasformandosi in una di loro; una lupa dalla pelliccia candida e gli occhi color oro, che ancora oggi è leggenda fra gli umani del Mondo delle Due Lune (fra parentesi, il potere di Timmain è proprio quello di “modellare sé stessa” - shapechanging, in inglese - e assumere così l’aspetto di qualunque cosa, persona o animale ella desideri, chiusa pa-rentesi). Divenne la compagna prediletta del capo-branco, ma quello che avrebbe dovuto essere un dono per la sua gente si rivelò essere una delusio-ne. Timmain, infatti, era sempre più lupo e sempre meno elfa e trascorreva quasi tutto il suo tempo cacciando con il branco, anche se non dimenticava mai di portare cibo ai suoi fratelli e alle sue sorelle. Finalmente, venne il giorno in cui la lupa candida non si presentò sola. Con lei c’era uno stranissimo cucciolo metà elfo e metà lupo, prova che anche se il cuore di Timmain si era inselvatichito, il suo DNA era però rimasto quello degli High Ones. Questo figlio, dalla folta pelliccia rossa e gli occhi dorati,

divenne noto come Timmorn, il cui soprannome era appunto Yellow Eyes (Occhi Gialli) Dallo strano cucciolo di Timmain e dalla sua pro-genie nacquero elfi molto più duri e selvaggi dei loro pacifici progenitori, elfi che non avevano paura di combattere l’uomo per le loro prede. Il sangue di lupi li rese più forti; erano più bassi degli High O-nes, con zanne appuntite e occhi fosforescenti, ol-tre a un olfatto e a un udito mille volte superiore a quello di qualsiasi umano… Organizzati in un bran-co con tanto di maschio alfa, questi cacciatori della notte ululavano alla luna le loro canzoni. Cavalca-vano lupi, e da questo particolare venne il loro no-me; Wolfriders. E sono proprio i Wolfriders i protagonisti principali di Elfquest, soprattutto il loro capo: Cutter, giova-ne orfano nelle cui vene scorre il sangue dei grandi dieci capi che lo hanno preceduto, da suo padre Bearclaw fino al progenitore della tribù, Timmorn Yellow-Eyes. Insieme a Cutter, dieci generazioni dopo lo sbarco degli High Ones, ci sono il suo fe-dele amico Skywise, astronomo del branco; il fiero e taciturno arciere Strongbow dallo sguardo fiero come quello di un falco: Redance il modellatore di alberi, la sua compagna Nightfall, gli anziani Cle-arbrook, Treestump e One-Eye, la conciatrice Moonshade, madre del piccolo Dart. E poi Woo-dlock, Rainsong e i loro cuccioli Wing e Newstar; Pike il cantastorie, e i due giovani innamorati Scouter e Dewshine. In totale diciassette elfi, che insieme ai loro amici lupi hanno trovato una dimora nel grande tronco cavo del loro Father Tree (Padre Albero), il salice più imponente di tutta la selva. La loro vita è piena di pericoli; orsi, serpenti velenosi, scorpioni, ma anche esseri mostruosi come il terri-ficante Madcoil, che ha ucciso i genitori di Cutter. Ci sono gli inverni rigidi, c’è la carestia, quando il branco deve spingersi anche molto lontano alla ri-cerca di cibo. E poi ci sono gli uomini, nemici anti-chi, ma sempre bellicosi nei confronti del timido popolo degli Elfi. Quando, in nome della malefica divinità chiamata Gotara, l’anziano sciamano del villaggio incendia la foresta dove vivono Cutter e i suoi Wolfriders, que-sti ultimi sono costretti ad abbandonare Father Tree e a fuggire dalla loro selva. Diciassette super-stiti, forse gli ultimi della loro specie, si imbarcano così in quella che diverrà la loro ricerca (o quest) più importante; la ricerca di una terra priva di umani da poter chiamare casa… A guidarli attraverso i tunnel sotterranei dei Trolls, e in seguito nel deser-to detto Burning Waste, è però anche il richiamo del Riconoscimento; una forza ancestrale, acce-cante, che fa incontrare Cutter e la coraggiosa Le-etah, guaritrice dei Sun Folk, gli elfi del deserto e delle sabbie. Ma la storia d’amore fra Cutter e Lee-tah troverà un inaspettato ostacolo nel fiero e or-goglioso cacciatore Rayek, anch’egli innamorato

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della guaritrice, che si batte strenuamente contro Cutter e alla fine, conscio della propria sconfitta, preferisce abbandonare il suo villaggio per sempre. Nel frattempo, però, scoprire l’esistenza dei Sun Folk ha destato la curiosità di Cutter, che come un nuovo Ulisse foscoliano (quello de “Le Rondini”) rimpiange la sua avventurosa odissea. Il giovane elfo-capobranco vuole scoprire se veramente i suoi Wolfriders e i Sun Folk sono gli unici elfi rimasti nel mondo, o se esistono altri figli perduti degli Elfi Alti. Insieme a Skywise, a Leetah, e ai suoi due figli Sunstream ed Ember, Cutter si lancia così in una nuova ricerca che lo porterà questa volta a scoprire e unire le cinque principali tribù elfiche sopravvis-sute. Perché oltre ai cavalcatori di lupi e ai pacifici abitatori del deserto, ci sono anche i Gliders, elfi volanti governati da Lord Voll e dalla spietata Win-nowill; i Go-Backs, gli elfi delle nevi agli ordini della fiera Kahvi, e per finire i timidi, diffidenti elfi acqua-tici conosciuti come WaveDancers. E come se tut-to questo non bastasse - come se rintracciare i loro cugini perduti non fosse già un’impresa abbastanza grande - Cutter riuscirà anche a riappropriarsi nuo-vamente del Palazzo degli High Ones, rubato dap-prima dai Trolls delle montagne, poi da Winnowill, e per finire da un malvagio condottiero umano di nome Gromhul Djun. Ovviamente in questa presentazione sommaria c’è solo l’essenza di Elfquest… d’altra parte non si può pretendere in poche pagine di rendere giustizia alle centinaia di albi, raccolte, libri e spin-offs che com-pongono l’universo narrativo creato dai coniugi Pi-ni. Penso che solo leggendo tutto questo scibile si possa pienamente capire e apprezzare Elfquest, una delle più belle e appassionanti opere fantasy dell’ultimo secolo (e non me ne vogliano i fans del Signore degli Anelli!!) Ma parliamo un po’ dell’aspetto che ci interessa maggiormente… i lupi! Protagonisti di questa bel-lissima storia non meno degli elfi, nel corso della trama si alterneranno lupi giovani e vecchi, feroci e mansueti, che ci fanno ridere e commuovere quan-do infine, per ognuno di loro, giunge il momento dell’addio. Mentre ai Wolfriders è dato di vivere per migliaia di anni, infatti, i loro lupi invecchiano e muoiono secondo una legge vecchia di secoli; “The Way”, il modo di pensare lupesco. Eppure, anche se nella vita di ogni elfo si alternano inesorabilmen-te più lupi, tutti restano indelebili nel cuore dei Wol-friders - e dei lettori. C’è il capobranco Nightrun-ner, cieco a un occhio, che accompagna il giovane Cutter attraverso il suo viaggio nel deserto - ma che sette anni dopo viene cacciato dai suoi com-pagni; è diventato troppo vecchio e stanco, e non può più guidare la caccia. Lui e Cutter restano in-sieme ancora qualche tempo, finché l’anziano lupo non fa capire al suo amico elfo che per lui è arriva-to il momento di allontanarsi da solo nei boschi: “E’

esausto, Skywise… Nightrunner non viaggerà più con noi! Il mio primo lupo…! Queste vecchie ossa ti fanno male, non è vero? E la tua pelliccia è ispida e secca… i tuoi occhi non ci vedono più bene come un tempo… oh, Nightrunner!”

Ad accompagnarlo nel corso dei suoi ultimi giorni, e ad andare a caccia per lui sarà l’amico Starjum-per, il lupo di Skywise, l’unico che è rimasto fedele al vecchio maschio Alfa. Ma anche per Starjumper viene purtroppo il momento di soccombere durante una lotta per la supremazia con un Jack-wolf (l’incrocio fra un lupo e uno sciacallo), molto più giovane e forte di lui. C’è la veglia straziante e drammatica di Strongbow al capezzale del suo lupo Lashpaw, che ha contrat-to la rabbia; come Nightrunner, anche lui è stato scacciato dopo aver perso un combattimento con-tro il maschio beta del branco. E’ diventato un soli-tario, e durante uno dei suoi vagabondaggi si è im-battuto in un cane inselvatichito che gli ha tra-smesso la terribile malattia. Strongbow sa che la soluzione più semplice sarebbe porre fine all’agonia di Lashpaw, sa che il lupo nelle sue con-dizioni è un pericolo per lui e per il resto del bran-co. Eppure, quando gli occhi gialli e cisposi di La-shpaw incontrano quelli scuri e pieni di lacrime trat-tenute di Strongbow al di sopra della freccia tesa, l’arciere scopre di non poter scoccare il suo dardo, di non averne la forza. Trascorrono così giorni lenti e inesorabili, durante i quali Strongbow cerca di-speratamente di riportare il suo lupo ferito alla tribù. Alla fine, un combattimento durante una delle “crisi” di Lashpaw li vede soccombere entrambi, elfo e lupo; a sorpresa, però, saranno i trolls a interveni-re, e grazie alle pozioni mediche della vecchia Old Maggotty, Strongbow e Lashpaw saranno entrambi restituiti al branco e alle loro famiglie, nell’epilogo della storia “Wolfwood” che è una delle più belle e intense in tutta la saga di Elfquest.

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E poi ce ne sono ancora molti altri… c’è l’adorabile, combattivo cucciolo Choplicker, il primo lupo ca-valcato da Ember, la figlia di Cutter, e che trascor-rerà con lei molti anni, anche quando la fanciulla, seguendo le orme del padre, prende il comando di una sua tribù di Wolfriders conosciuta come Wild Hunt. C’è Warfrost, il capo di un branco selvatico che sostituisce Nightrunner al fianco di Cutter du-rante la guerra contro i Trolls delle montagne. C’è Farsong che viene uccisa crudelmente dagli uomi-ni insieme ai suoi cuccioli e Windchaser, che ab-bandona il branco dopo la morte della sua cavalca-trice Crescent. C’è il nero e inquietante Blackfell, un lupo spettrale che gli High Ones inviarono a Bearclaw, il padre di Cutter (a questo proposito mi piacerebbe aprire una parentesi, perché a me Bla-ckfell con la sua pelliccia nera e gli occhi dorati ha sempre ricordato moltissimo Fell, il fratello di Larka ne “La Visione” di D. Clement Davies, anche lui te-nebroso, pelliccia nera e occhi gialli con una pa-gliuzza verde… Una coincidenza? O un omaggio a Elfquest da par-te del signor Clement Davies? Chissà…)

E tanto per chiudere in bellezza, restiamo in tema di “omaggi” importanti parlando di un personaggio apparso su Recognition (il secondo numero specia-le estivo pubblicato dai Pini nel 2002)… Il suo no-me è Shuyi ed è il cane dell’ottantenne ex caccia-tore di elfi, l’umano Lehrigen. Shuyi assomiglia molto a un lupo, ma è di taglia più piccola, ha la pelliccia (grigia?) con una caratteristica striatura bianca sul muso simile a una mascherina, una al-trettanto caratteristica coda portata a falce sul dor-so, e occhi a mandorla… Inoltre è un formidabile cacciatore (Lehrigen dice che “quando vuole lan-ciarsi dietro a una preda non c’è verso di calmarlo”) e appartiene a una razza rarissima, chiamata Es-sardi… Che dite, vi ricorda qualcosa o sono solo io a vedere qualche “somiglianza” di troppo? ;-) Ai posteri l’ardua sentenza… Insomma, Elfquest è una storia colossale che meri-ta di essere letta da tutti gli appassionati di fantasy, ma anche da chi ama la natura e soprattutto i lupi. Alla faccia di chi pensa che il fumetto sia “solo roba per bambini” (poverini, non sanno quello che si perdono…). Il mio personalissimo consiglio, se “masticate” l’inglese, è di procurarvi l’intera Saga in lingua originale; nel “Wolfrider’s Shop” sul sito uffi-ciale sono disponibili le raccolte in bianco e nero pubblicate dalla Warp Graphics (le vecchie Rea-ders Collection), mentre la DC Comics ha da poco terminato di ristampare il primo ciclo di Elfquest, ovvero i primi 8 libri, sempre in b/n e in formato più ridotto. Per chi non volesse privarsi del piacere di contemplare tavole in technicolor invece ci sono i primi tre meravigliosi Archives, sempre editi dalla DC Comics a un prezzo (ahimé) piuttosto caro; al-trimenti provate a fare una ricerca su Miles High Comics o Ebay, a volte si trovano delle vere rarità a un prezzo più abbordabile… E quanto alle “novità”, sono usciti da poco due pa-perback a colori, “The Searcher and the Sword” e lo struggente, romantico “The Discovery” - sempre editi dalla DC Comics al prezzo di 14,99 dollari. Spero con questo mio articolo di avervi quantome-no incuriositi, e se qualcuno di voi vorrà dare una chance a Elfquest, Cutter, e il Mondo delle Due Lune… be’, allora l’obiettivo sarà stato raggiunto alla grande! Resto comunque a disposizione per chiunque volesse parlare un po’ di questa bella e interessante saga fantasy, o magari saperne di più su Elfquest & co…

A risentirci presto! CRISTINA PEZZICA

Note di Copyright - "Elfquest art copyright 2006 Warp Graphics, Inc. Elfquest, its logos, characters, situations, all related indicia, and their distinctive likenesses are trademarks of Warp Graphics, Inc. All rights reserved."

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segnalazione di Patrizia Tognella

L’uomo che «balla con i lupi» Ha vissuto 18 mesi con un branco di lupi per studiarne il com-portamento: ululando, ringhiando e mangiando carne cruda.

LONDRA – Uno straordinario esperimento scientifico per scoprire il comportamento del branco ha visto uno studioso inglese trasfor-marsi in un «uomo-lupo» e vivere insieme ad un branco di lupi per ben 18 mesi. L'ESPERIMENTO L’uomo, soprannominato «The Wolfman» (l’uomo-lupo) non poteva lavarsi per settimane per non cambiare il proprio odore, viveva all’aperto con loro e ha dovuto imparare a ulu-lare esattamente come i lupi per farsi sentire lontano. «I lupi sono estremamente sensibili», ha rivelato Shaun Ellis, che ha dovuto imparare a ringhiare ferocemente per essere preso sul se-rio, «e riescono anche a capire se uno cambia la propria dieta, quindi bisogna stare molto at-tenti a non ricadere nei comportamenti umani». L’esperimento ha avuto luogo nel parco natu-rale di Combe Martin, nel Devon, ed Ellis, che ha 42 anni e da 7 lavora con il parco, ha dovuto persino mangiare la carne cruda delle carcasse che i ranger del parco buttavano al branco. «L’unica cosa che non riuscivo fisicamente a fare», racconta Ellis, «era mangiare gli organi crudi e allora mi facevo segretamente cuocere il fegato del cervo che ci davano. Il fegato è la leccornia numero uno per i lupi, chi mangia quello è il capo». Ed Ellis, per evitare di farsi sbranare dagli altri membri del branco, ha dovuto sempre compor-tarsi da «maschio alfa», ovvero lupo dominan-te, sottomettendo gli altri con morsi, ringhia e aggressività controllata. Il sensazionale esperimento di Ellis è stato tra-sformato in un documentario, intitolato «The

Wolfman» che verrà messo in onda dall’emittente inglese Channel 5, il prossimo 18 maggio. (n.d.r. - Chissà se qualcuno deinostri lettori ha potuto registrare la trasmissione – saremmo particolarmente interessati……) LUPO INNAMORATO La cosa forse più incredibile di tutta la vicenda è che Ellis ha anche trovato l’amore, nel bel mezzo dell’esperimento, con una donna appas-sionata di animali. Helen Jeffs, che vive in una casa nel parco, si è avvicinata a Ellis perché «colpita» dalla sua preparazione e dedizione al progetto e ha rivelato: «Ho dovuto imparare a ululare anch’io!». La Jeffs continua: «All’inizio mi veniva da ri-dere, ma era l’unico modo per comunicare con Shaun. Alla sera uscivo e ululavo. Dicevo, in sostanza: «Ti sento. Sono qui» e tut-ti i lupi mi rispondevano». Ellis, che è separato dalla madre dei suoi 4 figli, ha recentemente conosciuto la famiglia della nuova fiamma He-len e lei ha rivelato: «L’incontro è andato ab-bastanza bene. Mio padre sospetta che Shaun sia pazzo, ma non dice nulla perché mi vede felice».

Deborah Bonetti

Siberian Husky Club - Italia

Registrazioni al L.O.I. - Libro Origini Italiano 185

L. O. I. Libro Origini Italiano

ISCRIZIONI PER LA RAZZA n. 270 SIBERIAN HUSKY da TC. 009915 a TC.09980 TC.009915 - 9919 Cucciolata (3M+2F) nata il 25/08/1988 – Affisso “di Semifonte”

(Swami di Semifonte tc. 8301 x Karini of Morrowa tc. 8264)

9915 CHUCKY DI SEMIFONTE maschio grigio/bianco 9916 ULRICH DI SEMIFONTE maschio grigio/bianco

• 02/09/1989 (4m+5f) x BUMPERS Di SEMIFONTE TC. 9802 9917 UDOLF DI SEMIFONTE maschio rosso/bianco

• 05/02/1991 (1m+2f) x KOO-ELLA-KU TC. 20502 9918 UTE DI SEMIFONTE femmina grigio/bianca

• 07/06/1992 (3m+2f) x LAIK DU LOUP POLAIRE TC. 29101 • 06/01/1994 (4m+3f) x CONDO DI SEMIFONTE TC. 10427

9919 ULLA DI SEMIFONTE femmina rosso/bianca

• 01/07/1989 (3m+2f) x OLOK OF RIVER KOLIMA TC,8827 • 10/08/1991 (2m+4f) x BIE'LOVO GORODA KURGAN TC.20386 • 17/01/1992 (7m+2f) x Ch.KOSSOK'S GOLD NUGGET TC.23172 • 16/04/1995 (2m+2f) x DAGOBERTO DI SEMIFONTE TC. 16531

TC.009920 - 9924 Cucciolata (3M+2F) nata il 30/10/1988 – Affisso “di Semifonte”

(Kees tc. 9533 x Kalin of Morrowa tc. 9066)

9920 SOLO DI SEMIFONTE maschio nero/bianco 9921 SONNY DI SEMIFONTE maschio nero/bianco

• 17/02/1990 (4m+3f) x KARINI OF MORROWA TC. 8264 • 24/02/1990 (3m+2f) x KWENCY TC. 9957 • 22/05/1992 (2m+2f) x CASSIA DI SEMIFONTE TC. 10433 • 13/04/1993 (2m+1f) x CASSIA DI SEMIFONTE TC. 10433 • 06/12/1994 (2m+1f) x CASSIA DI SEMIFONTE TC. 10433 •

9922 SARNO DI SEMIFONTE maschio nero/bianco

N.25 monte per complessivi n.121 figli (60 maschi + 61 femmine) • 02/07/1991 (3m+2f) x CINZIA DI SEMIFONTE TC.10431 • 20/02/1992 (2f.) x CINZIA DI SEMIFONTE TC.10431 • 03/08/1992 (3m+6f) x FANNY DI CASA PETTISANI TC.23940 • 10/08/1992 (2m+2f) x GHIRBY TC.15620 • 10/11/1992 (2m+4f) x CINZIA DI SEMIFONTE TC.10431 • 23/08/1993 (1m+3f) x FANNY DI CASA PETTISANI TC.23940 • 11/11/1993 (1m+1f) x HELGA DI CASA PETTISANI TC.33938 • 26/11/1993 (3m.) x CINZIA DI SEMIFONTE TC.10431 • 01/02/1994 (3m+4f) x STELLA TC.40133 • 08/03/1994 (1m+1f) x FANNY DI CASA PETTISANI TC.23940

Siberian Husky Club - Italia

Registrazioni al L.O.I. - Libro Origini Italiano 186

• 27/06/1994 (1m+2f) x CINZIA DI SEMIFONTE TC.10431 • 06/09/1994 (3m+1f) x STELLA TC.40133 • 12/10/1994 (4m+2f) x FANNY DI CASA PETTISANI TC.23940 • 22/02/1995 (4m+1f) x SHEDEVIL TC.16017 • 15/04/1995 (3m.) x FLORA DI CASA PETTISANI TC.30012 • 20/05/1995 (1m+2f) x CINZIA DI SEMIFONTE TC.10431 • 14/08/1995 (4m+2f) x STELLA TC.40133 • 15/11/1995 (1m+4) x FANNY DI CASA PETTISANI TC.23940 • 23/11/1995 (2m+3f) x SHEDEVIL TC.16017 • 28/02/1996 (4m+4f) x STELLA TC.40133 • 02/05/1996 (2m+6f) x CASSIA DI SEMIFONTE TC.10433 • 09/05/1996 (3m+3f) x KISKA TC. 53655 • 14/07/1996 (2m+3f) x SHEDEVIL TC.16017 • 03/01/1997 (1m.) x FRIDA DI CASA PETTISANI TC.30011 • 06/04/1997 (4m+5f) x STELLA TC.40133

9923 SOUZASKA DI SEMIFONTE femmina nero/bianca

• 29/04/1992 (5m+1f) x ANTON MAROSTOI TC. 10463 9924 SHEILA DI SEMIFONTE femmina nero/bianca

TC.009925 - 9926 Cucciolata (1M+1F) nata il 09/12/1988

(Faramir tc. 6838 x Edwynrohan tc. 7649)

9925 VALINOR maschio grigio/bianco 9926 ROHAN femmina nero/bianca

• 23/09/1990 (3m+2f) x FASKAR DELLE TRE TORRI TC. 6172 • 26/10/1994 (2m+2f) x CHARLIE TC. 34024

TC.009927 - 9930 Cucciolata (4 F) nata il 13/10/1988 – Allevatore Nothaft Elke

(Hitaly du Loup Polaire tc. 5906 x Cupa della Valle del Muto tc. 6970)

9927 CATJUSCHA nero/bianca - occhi azzurri • 05/12/1989 (3m+2f) x SYLAM TC. 10191 • 17/07/1990 (3m+3f) x SYLAM TC. 10191 • 26/01/1991 (2m.) x SYLAM TC. 10191 • 26/01/1992 (4m+1f) x SYLAM TC. 10191 • 28/07/1992 (2m+5f) x SYLAM TC. 10191 • 26/06/1993 (3m+2f) x AD MAIORA GHACH TC. 25748 • 13/01/1994 (4m+2f) x AD MAIORA GHACH TC. 25748 • 22/03/1995 (2m+2f) x AD MAIORA GHACH TC. 25748 • 04/11/1995 (1m+2f) x AD MAIORA GHACH TC. 25748 • 05/06/1996 (1m+1f) x AD MAIORA GHACH TC. 25748

9928 CRAZY nero/grigio/bianca

• 24/07/1990 (3m+2f) x ANDY JOBORED TC. 12751 9929 CHITACHIAI grigio/bianca 9930 CATRIN grigio/bianca

• 17/12/1989 (3m+3f) x INN.LONG SHADOW TC. 9958 • 30/01/1991 (1m+5f) x HOSTR TC. 8868 • 22/09/1991 (4m+3f) x SYLAM TC. 10191 • 06/08/1992 (6m+1f) x AD MAIORA GHACH TC. 25748 • 22/02/1993 (4m+3f) x AD MAIORA GHACH TC. 25748

Siberian Husky Club - Italia

Registrazioni al L.O.I. - Libro Origini Italiano 187

• 12/10/1993 (4m+4f) x AD MAIORA GHACH TC. 25748 • 10/08/1994 (2m+3f) x AD MAIORA GHACH TC. 25748 • 05/08/1995 (2m+4f) x AD MAIORA GHACH TC. 25748 • 07/09/1996 (4m+1f) x AD MAIORA GHACH TC. 25748

TC.009931 - 9935 Cucciolata (4M+1F) nata il 04/11/1988 – Affisso “del Gran Canyon”

(Ch.It. Innisfree’s Golden Arrow tc. 7221 x Sierra's Merry Sensation tc. 6912)

9931 EAGERGLANCE DEL GRAN CANYON maschio rosso/bianco • 31/01/1990 (1m+2f) x BLUE BELLE BRAVE TC.7232 • 19/07/1991 (4m+2f) x LUNA TC. 11672 • 14/10/1991 (1f.) x OLGATC. 12767 • 29/10/1991 (2m+5f) x LADYLUKY TC.18149 • 16/11/1991 (3m+2f) x GEA DI LIKIDADO TC.12684 • 08/09/1995 (2m+4f) x KUMATC. 34817

9932 EAGLEEYED DEL GRAN CANYON maschio rosso/bianco 9933 EVENINGSTAR DEL GRAN CANYON femmina rosso/bianca

• 29/03/1990 (3m+2f) x Ch.INNISFREE’S NUMBER ONE SPY 7935 • 09/12/1990 (1m+2f) x Ch.INNISFREE’S NUMBER ONE SPY 7935 • 03/04/1993 (2m+3f) x Ch.INNISFREE’S CHAT TC. 19590

9934 EARTHLIGHT DEL GRAN CANYON maschio rosso/bianco 9935 ENDEARINGROGUE DEL GRAN CANYON maschio rosso/bianco

N.23 monte per complessivi n. 130 figli ( 76 maschi + 54 femmine • 18/12/1990 (4m+6f) x LUNA TC. 14522 • 23/02/1991 (1m+2f) x JANCA TC. 9565 • 13/07/1991 (3m+3f) x BENNY TC. 10276 • 10/09/1991 (5m+2f) x MIZAR TC. 10693 • 20/11/1991 (5m+3f) x NINA TC. 11668 • 12/02/1992 (2m+1f) x ISABETTA TC. 16796 • 20/02/1992 (3m+2f) x ARA TC. 18972 • 24/08/1992 (6m+3f) x MARTIKA TC. 25643 • 01/10/1992 (2m+2f) x MIKITA TC. 20863 • 10/10/1992 (4m+2f) x NINA TC. 11668 • 21/02/1993 (4m+2f) x KIMBA TC. 18452 • 20/03/1993 (5f.) x ALTAIR TC. 15364 • 30/03/1993 (3m+1f) x TAIKA TC. 18353 • 26/10/1993 (3m+3f) x MAFALDA OF SPADA TC. 18910 • 13/05/1994 (3m+3f) x MAFALDA OF SPADA TC. 18910 • 18/09/1994 (2m+4f) x RICCARDA TC. 30194 • 20/12/1994 (4m+3f) x IUKA TC. 34642 • 10/01/1995 (4m+3f) x NINOTCKA TC. 48228 • 17/03/1995 (1m+3f) x RICCARDA TC. 30194 • 06/09/1995 (3m+2f) x FOLY TC. 40180 • 01/01/1996 (5m+1f) x AZUAI TC. 16752 • 16/03/1996 (3m+1f) x FOLY TC. 40180 • 02/11/1996 (1m+1f) x NINOTCKA TC. 48228

TC.009936 - 9941 Cucciolata (3M+4F) nata il 02/11/1988 – Allevatore Ruch Antonio

(Gebel tc. 5506 x Kiska tc. 1179)

9936 DAINA femmina rosso/bianca 9937 BLUE maschio rosso/bianco – occhi azzurri

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9938 CHARLIE maschio rosso/bianco – occhi azzurri • 06/04/1992 (3m+2f) x DAYANA TC. 17653

9939 KOMBO maschio grigio/bianco – occhi azzurri

• 07/03/1991 (1f.) x HOARA TC. 15355 9940 HEIDI femmina nero/bianca – occhi azzurri

• 24/02/1991 (3m+3f) x YOSHUA DEI NAVAJOS TC. 8568 9941 LUCY femmina grigio/bianca – occhi azzurri

• 14/09/1990 (3f.) x BLUEJUNIOR TC. 6504 • 01/10/1991 (3m+1f) x BLUEJUNIOR TC. 6504

TC.009955 TAYMYR'S JKE maschio nero/bianco nato il 22/03/1987

Padre : Ch.SILVER SNOW RED KODIAK FCA 64 (Ch. Tandara's Che Kodiak x Skela Kalinka of Tandara) Madre: BELLE BLUE EYES OF ANADYR SIBERIAN FCA 41 (Ch. Maridel's Nikolai of Desha x Runamuck's Silver Tiercel)

• 26/12/1989 (4m+2f) x CAZARINA ALMOND BLUE TC.9964 • 14/02/1990 (1m+4f) x BUNNIBAYSIBERIA TC. 9771 • 07/02/1991 (3m+3f) x NAYKA TC. 10163 • 25/02/1991 (2m+3f) x CAZARINA ALMOND BLUE TC.9964 • 10/11/1991 (5m.) x NAYKA TC. 10163 • 24/09/1993 (3m+1f) x CAZARINA ALMOND BLUE TC.9964

TC.009956 JODIE femmina nero/bianca nata il 18/08/1985 – Belgio Import.

Padre : HARALD DU LOUP POLAIRE LOSH513082 Madre: HARINA VAN RIALFO LOSH507562 (Fudji x Elina) • 02/01/1989 (4m+3f) x KEES TC. 9533 • 25/09/1991 (3m+2f) x Ch.KOSSOK'S GOLD NUGGET TC. 23172 • 21/12/1992 (4m+1f) x BERENGARIO DI SEMIFONTE TC. 17336 • 21/09/1993 (2m+7f) x BERENGARIO DI SEMIFONTE TC. 17336 • 30/05/1994 (3m+1f) x BERENGARIO DI SEMIFONTE TC. 17336 • 12/03/1995 (4m+4f) x BERENGARIO DI SEMIFONTE TC. 17336

TC.009957 KWENCY femmina nero/bianca nata il 27/01/1986 – Belgio Import.

Padre : HULL LOSH494902 (Ch. Anuk x Douchka du Loup Siberien) Madre: HAIFA LOSH505867 • 22/12/1988 (2m+4f) x KEES TC. 9533 • 24/02/1990 (3m+2f) x SONNY DI SEMIFONTE TC. 9921 • 16/11/1990 (2m+3f) x BIE'LOVO GORODA KURGAN TC. 20386 • 31/08/1991 (1m.) x SASKATCHEWAN TRAIL'S OTAYAK TC. 21825

TC.009958 INNISFREE’S LONG SHADOW maschio grigio/bianco – occhi scuri

nato il 16/02/1988 – AKC WG177296 – Importato da Jessica Vallerino Padre : Ch.INNISFREE’S TEMPO WF 935186 (Ch. Innisfree’s Return Engagament x Ch.Turick's Tulik of Yeso Pac ) Madre: INNISFREE’S SHEILA WF882753 (Ch. Innisfree’s Strongbow x Ch. Innisfree’s Goldilocks)

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N. 41 monte per complessivi n. 192 figli (96 maschi + 96 femmine) • 17/04/1989 (2m+3f) x JESSIE-K DU LOUP POLAIRE TC.7857 • 06/05/1989 (3f.) x KAPPA TC. 8268 • 18/05/1989 (1m+2f) x AJUMY TC. 8323 • 10/07/1989 (2m+5f) x BLUEGRACEBLOSSOM DEI GRANDI LAGHI • 14/08/1989 (4m+1f) x JOICE DELLE OMBRE LUNGHE TC. 6134 • 05/10/1989 (4m+3f) x TERRY TC. 7536 • 06/12/1989 (4m+2f) x ELLERY DI LIKIDADO TC. 7449 • 17/12/1989 (3m+3f) x CATRIN TC. 9930 • 06/01/1990 (6f.) xTRYXY TC. 9383 • 09/01/1990 (3m+4f) x DAIAKIKISS TC. 8739 • 04/02/1990 (3m+1f) x ESTRELLA TC. 7248 • 23/02/1990 (2m+2f) x SHARJIAKISS TC. 8738 • 01/03/1990 (3m.) x SNOW DELLE OMBRE LUNGHE TC.9074 • 15/03/1990 (3m+2f) x KATIANA TC. 6411 • 31/03/1990 (4m+2f) x FANOUK DELLE OMBRE LUNGHE TC.9102 • 31/03/1990 (1m+2f) x JOICE DELLE OMBRE LUNGHE TC.6134 • 17/04/1990 (2f.) x DIDITA DELLE OMBRE LUNGHE TC.9125 • 31/10/1990 (2m+3f) x DKIJSKA DELLE OMBRE LUNGHE TC.9126 • 01/11/1990 (3m+5f) x PINKY TC. 11663 • 18/11/1990 (1m+2f) x DAWN DELLA VALLE DEL MUTO TC.7797 • 09/12/1990 (1m+2f) x LUNA DELLA VALLE DEL MUTO TC.5805 • 21/02/1991 (3f.) x MISCHASNOWFLAKEKISS TC.8740 • 11/05/1991 (1m.) x JUNEAU DU LOUP POLAIRE TC.7135 • 27/05/1991 (3m.) x AKELA TC. 10697 • 21/07/1991 (1m+2f) x KAPPA TC. 8268 • 27/07/1991 (7m+1f) x KORITZA DELLE OMBRE LUNGHE TC.11854 • 22/09/1991 (1m+1f) x JOICE DELLE OMBRE LUNGHE TC.6134 • 13/10/1991 (5m+1f) x LITTLEHULAHEAVEN DEI GRANDI LAGHI 7418 • 08/01/1992 (2f.) x FANOUK DELLE OMBRE LUNGHE TC.9102 • 15/03/1992 (4m+2f) x SNOW DELLE OMBRE LUNGHE TC.9074 • 17/03/1992 (3m+4f) x CINDERELLA DI FERRANIETTA TC.17074 • 10/05/1992 (2m+7f) x LIVELY TC. 16980 • 01/08/1992 (2m+2f) x KATIANA TC.6411 • 18/07/1993 (4m.) x NAKY DELLE OMBRE LUNGHE TC.14364 • 04/12/1993 (2m+3f) x ARTIKA TC. 30018 • 10/07/1994 (2m+2f) x QUEENSHYLA TC. 38483 • 01/11/1995 (1m+4f) x KIRYAK TC. 46293 • 13/11/1995 (3m+3f) x NADESCGREYSMOKESTEFYS TC. 32900 • 26/06/1996 (2m+2f) x JEZEBEL TC. 33137 • 12/09/1996 (3m+3f) x BRENDA TC. 56389 • 03/12/1996 (1m+2f) x ARLEEN TC. 15672

TC.009959 EUJEHANS BIGGI femmina grigio/bianca – occhi impari

nata il 25/06/1987 – DCNH SH 4372/87 – Importata dalla Germania Padre : KAILA'S MR.PEPPER DCNH 01935/83 (Roco Blaze x Kuchin's Darki) Madre: ALKA SHAN'S FLYING FAUNA DCNH 02124/83 (Ch. Kamtschatka Borax x Black-Magic of Alka-Shan)

• 30/10/1988 (4m+3f) x TULKAS TC. 8095 • 12/10/1989 (5m+2f) x LOS TC. 5937 • 30/10/1990 (3m+4f) x KRIOS TC. 9592 • 05/11/1993 (2m+1f) x SHINE TC. 28434 • 23/10/1994 (3m+2f) x SHINE TC. 28434

Siberian Husky Club - Italia

Registrazioni al L.O.I. - Libro Origini Italiano 190

• 06/04/1995 (2m+1f) x SHINE TC. 28434 • 20/06/1998 (1m+1f) x SHINE TC. 28434

TC.009960 MEGEVE DU LOUP POLAIRE femmina nero/bianca

nata il 09/01/1988 – Importata dal Belgio Padre : GREG DU LOUP POLAIRE LOSH489052 (Ch. Edrie of Siberian Star x Farouchka du Loup Siberian) Madre: JUMPER DU LOUP POLAIRE LOSH545219 (Ch. Edrie of Siberian Star x Ch. Dudley's Varushka of Kortar)

TC.009961 ANKAS maschio grigio/bianco

nato il 16/06/1985 – Allevatore Vuckovic Zvoncica - Import Padre : LUPO SIHU 40000 Madre: LAIKA JR SIHU 40001 • 27/01/1989 (2f.) x NANOUSKA TC. 6921 • 28/04/1990 (3m.) x NANOUSKA TC. 6921

TC.009962 LARRY femmina nero/bianca nata il 23/10/1987 – Importata dal Belgio

Padre : GIASKA LOSH488535 (Darbo of Koschany x Elaska of Koschany) Madre: ISKE LOSH525971 (Gigi x Hussy of Snowhomish)

TC.009963 KONTOKI'S MADE IN THE SHADE "Vera" femmina nero/bianca occhi azzurri

nata il 26/09/1983 – USA Ch.85 - Importata da Filippo Cattaneo – Ch.Rip.1990 Padre : Ch. INNISFREE’S LIGHT N'LIVELY WE 146918 (Ch. Arctic Rogue O'Innisfree x Innisfree’s Pearl) Madre: Ch. KONTOKI'S MINUTE MADE WE 146967 (Ch. Kontoki's Natural Sinner x Ch. Kontoki's Nightbird)

• 23/02/1989 (3m+4f) x Ch.It.KONTOKI'S ALL IN GOOD TIME. TC. 11041 • 14/10/1990 (4m+3f) x KONTOKI'S LEAVE IT TO BEAVER TC. 11039 • 20/06/1991 (3m+2f) x Ch.KONTOKI'S THE GOSPEL TRUTH WG 163416 • 05/04/1994 (2m+1f) x IAMRISKYBUSINESS TC. 20792

TC.009964 CAZARINA ALMOND BLUE femmina nero/bianca

nata il 30/01/1988 – All.Bruijs Lia – Importazione FCA Padre : TAYMYR'S KASAR FCA 706 Madre: FURRUFA'S LIL SALONGAS FCA 167

• 26/12/1989 (4m+2f) x TAYMYR'S JKE TC. 9955 • 25/02/1991 (2m+3f) x TAYMYR'S JKE TC. 9955 • 24/09/1993 (3m+1f) x TAYMYR'S JKE TC. 9955

TC.009965 IMKA femmina marrone/bianca nata il 30/09/1984 – Importata dal Belgio

Padre : GRIMBO LOSH485780 (Ch. Kortar's Kalva x Northern Light's Whinnepooh) Madre: GEORGIA LOSH479900 (Django of Siberian Star x D'Anouschka)

• 02/12/1988 (5m+3f) x KEES TC. 9533 • 02/06/1989 (2m+2f) x OLOK OF RIVER KOLIMA TC. 8827 • 17/02/1990 (4m.) x Ch.KORTAR'S KUTOUT OF KONTESSA • 31/08/1990 (8m+1f) x BIE'LOVO GORODA KURGAN TC. 20386

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TC.009966 BERJON BILBA BAGGINS femmina grigio/bianca nata il 17/03/1988 – Importata dall’Irlanda Padre : CRUNCHCROFT SATURN Madre: FOREVER ANNE'S

• 28/10/1989 (4m+4f) x NANUK TC. 9617 • 31/12/1990 (4m+2f) x APOLLO TC. 10699 • 11/03/1992 (1m+1f) x APOLLO TC. 10699 • 26/01/1993 (3m+4f) x APOLLO TC. 10699 • 09/06/1995 (1m+1f) x APOLLO TC. 10699

TC.009967 KUMA maschio grigio/bianco

nato il 11/12/1986 – Importato dal Belgio Padre : HARLO VAN RIALFO LOSH512222 (Fudji x Flappy) Madre: JNOURA OT OUIGOURS ALSH 35160 (Tak-Tak of Amalouk x Cogna)

• 19/04/1988 (3m.) x LENA PRINCE DES BANQUISES TC. 9063 • 11/02/1989 (4m+4f) x KATIUSCHA TC. 9096 • 21/03/1989 (4m+3f) x TERRY TC. 7536 • 21/04/1989 (4m+4f) x INA BALTO'S FOLLOWERS TC. 10680 • 19/12/1989 (2m+4f) x JKYKEVYNEVAJ DEL KERAL'GHIN TC. 9403 • 23/10/1990 (4m+2f) x TERRY TC. 7536 • 27/12/1990 (1m+4f) x OSIAC TC. 11282 • 26/02/1992 (2m+1f) x FLORA TC. 20861 • 08/04/1992 (4m+1f) x TERRY TC. 7536

TC.009968 ARLINGTON'S ALWAYS ON MY MIND " Willie "

maschio grigio/bianco occhi scuri – USA Ch. WF 367148 nato il 08/11/1982 – Importato da Marina Ghillani – poi rientrato negli States Padre : Ch. OBERON'S FLEET STREET WE 448047 (Ch. Pegasus x Webbhill Cara of High Country) Madre: Ch. ARLINGTON'S AMBER ICE WE 218985 (Ch. Innisfree’s Sierra Cinnar x Chanookas of Arlington CD)

• 04/01/1989 (2m+2f) x CHOCOLATE DEI GRANDI LAGHI TC. 6108 • 28/05/1989 (1m+4f) x TROUBLEINPARADISE DEI GRANDI LAGHI TC.7648 • 30/11/1989 (2m+3f) x HONOLULUSWING DEL GRAN CANYON TC.8389 • 06/01/1990 (2m+4f) x ALLMYLOVE DEI GRANDI LAGHI TC. 9882

TC.009969 EIKE VOM KAGBERG femmina marrone/bianca – occhi scuri

nata il 14/01/1985 – Importata dalla Germania - DCNH SH 2794/85 Padre : ENERGY IN RED OF ALKA SHAN DSAZB 774312 (Ch. Kamtschatka Borax x Black Magic of Alka-Shan) Madre: BESSY VOM KAGBERG DCNH 00746/81 (Energy in Red of Alka-Shan x Klondike's N'Xuna)

• 05/01/1989 (3m+1f) x DUSKY TC. 6658 • 14/10/1991 (1m+4f) x CIP DI CASA RIMOLDI TC. 15413

TC.009970 LOUKIOK DU LOUP POLAIRE grigio/bianco – Belgio Import

nato il 01/09/1987 – Allevatore Rahier Patricia Padre : GREG DU LOUP POLAIRE LOSH489052 (Ch. Edrie of Siberian Star x Farouchka du Loup Siberian) Madre: Ch. ILKHA LOSH519786 (Ch. Kortar's Sasha II x Girka)

Siberian Husky Club - Italia

Registrazioni al L.O.I. - Libro Origini Italiano 192

TC.009971 LINGA femmina nero/bianca - Importata dal Belgio nata il 01/11/1987 – Allevatore.Ceulemans Paul Padre : KNICHT-RAIDER LOSH560337 (Gigi x Hella) Madre: ILONA LOSH529354 (Gigi x Grischna of Siberian Star)

• 24/11/1988 (5m+5f) x USKI DEL GIRASOLE TC. 9200 • 27/08/1989 (2m+2f) x GRISU' TC. 7886 • 25/03/1990 (2f.) x GRISU' TC. 7886 • 13/10/1991 (3m+2f) x GRISU' TC. 7886

TC.009972 LESLY femmina grigio/bianca - Importata dal Belgio

nata il 01/11/1987 – Allevatore.Ceulemans Paul Padre : KNICHT-RAIDER LOSH560337 (Gigi x Hella) Madre: ILONA LOSH529354 (Gigi x Grischna of Siberian Star)

• 11/11/1988 (4m+3f) x AMULETT CHINOOK TC. 9709 • 15/02/1990 (3m.) x GRISU' TC. 7886 • 20/09/1990 (1m+3f) x GRISU' TC. 7886 • 12/11/1991 (1m+2f) x GRISU' TC. 7886 • 26/07/1994 (1m+1f) x GRISU' TC. 7886

TC.009973 HERCEVAROS CICA nero/bianca - Importata dall’Irlanda

nata il 10/03/1988 – Allevatore Flynn R. Padre : CUBOGLACH MEADOW Madre: SHOW WINNER

• 08/04/1989 (4m+2f) x RANY TC. 8760 • 11/12/1989 (1m+4f) x ANTON MAROSTOI TC. 10463 • 27/02/1991 (5f.) x RANY TC. 8760 • 24/09/1991 (2m+1f) x RANY TC. 8760

TC.009974 BURWARDSLEY ROYAL LADY femmina grigio/bianca - Importata dall’Irlanda

nata il 17/03/1988– Allevatore Donohoe R. Padre : FULL RIGHTS Madre: HIGLA HALLMARK

• 28/08/1989 (3m.) x RANY TC. 8760 • 05/03/1990 (5f.) x RANY TC. 8760 • 28/02/1991 (3m+1f) x RANY TC. 8760 • 09/01/1993 (1m+3f) x MIDNIGHTSUNPAKY TC. 25817

TC.009980 LACY DI CERVINIA femmina nero/bianca - Importata dagli USA

nata il 14/08/1986 – Allevatore Randal & Eaton Padre : Ch. EDENBROOK'S GOLDEN SUN WE 366291 (Ch. Innisfree’s Red Roadster x Kat's Mini Innisfree Cinnar) Madre: Ch. COSHOK'S WHOLLY TARA WF 381558 (Ch. Edenbrook's Golden Sun x Ch. Susitna of Rabbit Valley)

(Continua sul prossimo numero)

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I RISULTATI DI ALCUNE ESPOSIZIONI IN ITALIA

Internazionale Padova – 17 febbraio 2007 Mostra Speciale Modena – 18 marzo 2007 Raduno C.I.R.N. Livorno - 22 aprile 2007 Giudice Mr David Powers (USA) Giudice Mr A Holabach (USA) Giudice Mrs W. Willhauck (USA) Maschi Classe Campioni Maschi Classe Campioni Maschi Classe Campioni 1° Ecc. R. CACIB Ch. Cry Out Eminem R CACIB Ch. The Newcastle New Millenium Ch. Ankalyn The Horse Whisperer 2° Ecc. Ch. Heart Breacker della Vanisella Ch. Kaila’s Silverbear Of Zausel Ch. Always Free 3° Ecc. Ch. Kaila’s Silverbear Of Zausel Maschi Classe Libera Maschi Classe Libera Maschi Classe Libera 1° Ecc. CAC CACIB BOS Tukiak della Farha CAC CACIB BOS CH.Tokima's Northwest Passage CAC BOS Allegro Of Wolf Point 2° Ecc. R. CAC Airborne Shadow Of Arctic Skykline R. CAC Tukiak della Farha R. CAC Iron Will 3° Ecc. Oumiak’s A Wonder Ahoy Utopialand U Are The Top Ch. Ziemabora’s The American Idol Maschi Classe Giovani Maschi Classe Giovani Maschi Classe Giovani 1° Ecc. Walking On Sunshsine della Farha Taro De Ciukci Northern Shade Sweet Emotion At New Castle 2° Ecc. Rockland’s A Jersey Boy Northern Shade Sweet Emotion At New Castle 3° Ecc. Ponsi Ponsi Ponsi Po della Vanisella Rockland's I'm A Jersey Boy Maschi Classe Juniores Maschi Classe Juniores Maschi Classe Juniores 1° MP Best Juniores Magic Dennis At New Castle Oumiak’s Back To The Future 2° MP Ankalyn Shiroikiba Femmine Classe Campioni Femmine Classe Campioni Femmine Classe Campioni 1° Ecc. CACIB BOB Ch. Sahara R CACIB Ch. Indian Summer della Farha Ch. Sahara 2° Ecc. Ch. Sahara Ch. Indian Summer della Farha Femmine Classe Libera Femmine Classe Libera Femmine Classe Libera 1° Ecc. CAC R. CACIB Cry Out Rebellion CAC CACIB BOB Cry Out Rebellion CAC BOB Cry Out Rebellion 2° Ecc. R. CAC Oumiak’s Velvet Bear R. CAC Tantoum Pulchra Quam Of Baker Lake R. CAC Scionkawakan And Brown Hawk 3° Ecc. Quality Street Midnightangel Abdiscovery’s Chic Shok Clik

Femmine Classe Giovani Femmine Classe Giovani Femmine Classe Giovani 1° Ecc. Torquemada’s Pookie Pocahontas Shine Like A Star Of Nordica Best Giovane Shine Like A Star Of Nordica 2° Ecc. Signature Series della Vanisella Torquemada’s Peach & Cream Winalmik’s Black Rhapsody 3° Ecc. Torquemada’s Peach & Cream Torquemada’s Peach & Cream Femmine Classe Juniores Femmine Classe Juniores Femmine Classe Juniores 1° MP Dolcenera Della Farha Best Juniores Winalmik’s Dolcenera 2° MP Winalmik's Black Rhapsody Ankalyn Shandalà

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Notizie sull’IDITAROD 2007 dal sito del Club www.shcitalia.it La gara non è ancora terminata, dato che non tutti i concorrenti rimasti in gara sono arrivati a Nome, ma gli appassionati dell’Iditarod sapranno ormai che il vincitore dell’edizione 2007 è Lance Mackey. Su 68 team iscritti quest’anno solo due team erano composti da Siberian husky puri, quel-lo di Karen Ramstead con 15 cani e Donald Smidt con 16. Purtroppo Karen Ramstead si è ritirata alcu-ni giorni fa dopo che la sua leader, North Wapiti’s Snickers, è morta durante la gara e la sua proprietaria e musher non se l’è senti-ta di proseguire.

Ecco alcune curiose informazioni sul vincitore prese da "Zuma's Paw Prints"

Quando nel 2001 Lance Mackey ha corso la sua prima Iditarod nessuno sapeva, lui in-cluso, che con lui viaggiava un terribile com-pagno: il cancro! Quando in seguito consultò un medico, il cancro aveva già colpito la gola e la mandi-bola ed era di un tipo molto aggressivo e in-vasivo. Il futuro non si presentava molto bel-lo per il giovane musher. Tuttavia Lance era deciso a vincere la sua battaglia contro que-sta malattia mortale. Iniziò la sua gara per vita con un intervento e radiazioni. Giurò che sarebbe ritornato a percorrere di nuovo il tracciato dell’Iditarod. Nel 2004 porta a termine la sua prima gara dopo aver vinto la battaglia con il cancro e termina al 24° posto. Nel 2005 ormai perfet-tamente guarito Lance partecipa alla Yukon Quest e vince, impresa che ripete nel 2006 e 2007. Sappiamo tutti come è finita la sua Iditarod del 2007. Questo è l’unico anno in cui il team campione della Yukon Quest è lo stes-so che ha vinto l’Iditarod. Un’altra curiosità legata alla famiglia Mackey è il “fortunato N°13”. Dick Mackey, il padre, ha vinto l’Iditarod del 1978 portando il petto-rale N°13. Cinque anni dopo il figlio Rick Mackey ha vinto l’Iditarod sempre con il pettorale N°13. Lance ha vinto l’Iditarod quest’anno con il pettorale N°13, il 13 di marzo. Tutti e tre i Mackey hanno vinto la rispettiva Iditarod alla loro sesta partecipazione! Per maggiori informazioni sulla corsa visitate

il sito ufficiale: http://www.iditarod.com

From: Karen Ramstead <[email protected]> Date: Mar 14, 2007 7:34 PM Subject: Re: [NorthWapitiNews] Heartfelt thanks . Un grazie dal cuore Solo poche righe per dirvi che il team ed io abbiamo ac-compagnato il corpo di Snickers a casa ad Anchorage la sera di Lunedì. Era in una graziosa bara, che Skip ha fatto apposta per lei a Grayling. Era stata imbottita con paglia e sul coperchio vi era stato scritto il suo nome con un cuore sopra la ‘i’. Mi sono profondamente commossa per la gen-tilezza. Mi sono realmente commossa per l’enorme manifestazione di comprensione che io e Mark abbiamo ricevuto sia attra-verso telefonate che email. Sebbene il peso di questa per-dita sia enorme, aiuta se a portarlo non si è soli. La perdita di Snickers è stata inaspettata e sconvolgente. Il mio cuore soffre così profondamente che non sono ancora pronta a mettermi seduta e scrivere quanto è successo. Desidero, tuttavia, che tutti sappiano che Snickers pare sia morta di ulcera perforante. Un team di incredibili veterinari (Dr. Justine Lee, Dr. Turner Lewis, ed il Dr. Mikes) hanno lavorato per ore. Quello che hanno fatto in quella zona sel-vaggia dell’Alaska è stato assolutamente fantastico com-preso una trasfusione di sangue, da cane a cane, con suo fratello, Crunchie (che è stato molto cooperativo e calmo e spaventato). So che è stato fatto tutto quello che era possibile per salva-re la nostra piccola leader e saremo per sempre grati per tutto questo. Siamo stati sinceramente commossi dalla compassione e genuina partecipazione dei volontari dell’Iditarod e degli a-bitanti di Grayling. Hanno reso un momento orribile un po’ meno triste. Un caldo ringraziamento agli amici musher Cindy Gallea e Bryan Mills. Cindy ha gentilmente offerto la sua abilità nel gestire le vene durante la trasfusione a Snickers e Bryan Mills, con una mossa così gentile da farmi star male, si è offerto di proseguire con me sino a Nome se avessi deciso di riprendere la gara così non sarei stata sola. Voglio anche ringraziare tutti quelli tra voi che hanno deci-so di donare del denaro a Mark e me nel nome di Snickers. Siamo riconoscenti e commossi dalla vostra gentilezza e dal desiderio di fare qualcosa. Mark ed io ne abbiamo par-lato e abbiamo deciso che tutto il denaro ricevuto in onore di Snickers verrà raccolto e donato in suo ricordo per una ricerca sull’ulcera nei cani da slitta. Sono già in contatto con i veterinari dell’ISDVMA per individuare un gruppo a-datto che possa utilizzare il fondo. Vi terremo informati su quanto verrà raccolto e a chi verrà donato.

Ancora un sentito ringraziamento da entrambi, Mark e io

Karen L. and Mark Ramstead www.northwapiti.com

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Considerazioni del Consigliere OLIVIA PIACENTINI

Commissione “Sport-lavoro” Ciao a tutti, da quando la primavera è entrata ufficialmente nel calendario, non solo (paradossalmente) è compar-sa la neve sulle montagne, ma un vento del tutto inaspettato ha soffiato sul mondo dello sleddog! Un vento di buon augurio per tutti i musher e i loro cani. Che dire della stagione sportiva appena passata? Abito ai piedi del Gran Sasso, nella città più fredda d’Italia, ma quest’anno sono salita in slitta, tra gare ed allenamenti, 10 volte… La stagione 2006-2007 resterà impressa nella memoria non solo per la scarsità di neve caduta, ma anche (e per fortuna…) per la nascita di una nuova collaborazione tra F.I.M.S.S. e G.S. Antarti-ca. E’ inutile negare il fatto che l’unione fa la forza, ma per arrivare “alle famose firme” ci sono voluti mesi e mesi di telefonate e-mail, molte persone hanno dovuto mettere da parte vecchi rancori, altri hanno dovuto prendere coscienza di una realtà che si è consolidata e ha intrapreso la giusta via. L’affiliazione del G.S.Antartica alla F.I.M.S.S. rap-presenta il primo passo verso la riunificazione, una riunificazione che mira solo ed esclusivamente a far entrare lo sport dei cani da slitta nel CONI ed ottenere così quel riconoscimento e quella regola-mentazione che merita. Troppe regole sono state inventate perché ritenute convenienti e annullate poco dopo perché divenute sconvenienti (…mai come quest’anno…), oggi non può più essere tollerato: trasparenza, certezza, or-dine, rispetto e soprattutto serietà sono caratteristi-che indispensabili per dare allo sleddog credibilità, popolarità e pubblicità e una struttura ufficiale entro la quale riconoscersi (…nel bene e nel male…) è l’unica a poter garantire tutto questo. Una stagione come quella appena trascorsa non deve più ripetersi, anzi, deve portare consiglio: le pochissime gare svolte per mancanza di neve si sono contraddistinte per l’esiguità del numero dei partecipanti perché ognuno ha “coltivato solo il proprio orticello”. Risultato: gare con pochissimi partecipanti, pochis-simo pubblico, totale assenza di pubblicità, musher che ancora una volta hanno dovuto scegliere a quale partito aderire …

Sabato 31 marzo e domenica 1 aprile, a Sarnano (Mc), sullo sfondo dei monti Azzurri dipinti di bian-co, il G.S. Antartica ha organizzato una manifesta-zione (o piccola gara) su terra, come recupero del-la gara annullata per mancanza di neve del primo week-end di febbraio. L’ospitalità della località che ha fortemente voluto l’evento e la voglia di concludere in bellezza la sta-gione ha convinto i musher italiani, soprattutto del centro Italia, a riportare i propri cani in pista anche se oramai fermi dagli allenamenti per le temperatu-re oserei dire “scandalose”di quest’inverno. La gara di Sarnano è stata l’occasione materiale dell’incontro tra il Presidente del G.S. Antartica, Mauro Caputo e il Vice Presidente Fabrizio Filoni, con il direttivo della F.I.M.S.S. Massimo Bassan, Rinaldo Marioli e Aldo Doliana che si è svolto ov-viamente…di notte!!! …scherzi a parte, l’ organiz-zazione della gara, l’allestimento del ring per l’esposizione del sabato pomeriggio, la cena con i dirigenti della località hanno reso possibile il dialo-go e le dovute chiarificazioni, nonché accettazione di determinate richieste (vista l’autonomia che il G.S. Antartica mantiene all’interno della F.I.M.S.S.) solo nel cuore della notte. La collaborazione con la F.I.M.S.S. ha reso possi-bile anche l’intervento del Seshi. Il Vice Presidente Isabella Zirri e il consigliere Tara-ra, hanno rappresentato il Club per organizzare il primo raduno (anche se informale) sui cani da lavo-ro all’interno di una manifestazione sportiva, pre-sieduto da Isabella con l’aiuto di Filippo Cattaneo e del figlio, il piccolo Rodolfo. Il sabato pomeriggio, tutti i musher iscritti alla gara, divertiti e increduli, hanno preso i loro cani al guin-zaglio e sono saliti sul ring. Il ring allestito dal G.S. Antartica è stato obbligato-riamente ampliato per permettere ai cani di muo-versi liberamente; il giudice ha deciso di non divi-dere per categorie ma solo per sesso e i primi ad essere giudicati sono stati i maschi. Ogni musher ha sottoposto a giudizio dai due ai tre soggetti del proprio team (ad esempio io, Fabrizio e Giulia abbiamo presentato, rispettivamente Danny, Erin e Jessi James, Antonio Mathieu e il figlio, Baffy- che è un nostro cane- e un altro più anziano che non ricordo il nome – l’unico giudicato fuori standard…), Rinaldo Marioli ha presentato in modo impeccabile il suo cane…poi è stata la volta delle femmine. Ovviamente non ci sono state iscrizioni per il radu-no e non è stata stilata alcuna classifica, per cui

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non è possibile sapere in modo preciso i nomi dei cani (dalla classifica della gara si può ricavare il nome dei musher che hanno partecipato): la sig.ra Zirri nemmeno ha chiesto il nome del cane a meno che non l’aveva colpito particolarmente dando la priorità a fattori ben più importanti come età, denta-tura, struttura e movimento. Non mi voglio soffermare più di tanto sui giudizi che la sig.ra Isabella ha prontamente stilato nella sua relazione (pubblicata sul sito del SESHI e a cui mi rimando insieme alle foto scattate), ma ci tengo a precisare che in quelle tre ore ha visionato una ventina di cani in modo professionale e con grande serietà. Ha dedicato tempo e parole ad ogni sog-getto, ha spiegato difetti e pregi in modo semplice ed esaustivo, con molta (molta…) pazienza e so-prattutto con grande “comprensione” per i nostri cani scatenati, ha guardato e riguardato i soggetti in movimento senza dare giudizi affrettati ma a-spettando il momento giusto per coglierli. Il pomeriggio è trascorso in modo molto piacevole attraverso un dialogo aperto ed informale, volto a chiarificazioni, suggerimenti, consigli nella consa-pevolezza che eravamo tutti insieme solo ed esclu-sivamente per condividere la nostra grande pas-sione, il SH. La mattina seguente si è svolta la gara: chi a piedi, chi in bici e chi con il kart a tre o quattro ruote ha percorso un tracciato ad anello prevalentemente pianeggiante, (ma faticoso per le piogge cadute copiose tutta la settimana e per le temperature), di circa tre km (vi allego la classifica), persino Giulia

(mia figlia di nove anni) ha disputato la gara a piedi con Dream, il mio leader.

La premiazione e il ricco buffet di prodotti tipici of-ferti dalla località hanno chiuso la manifestazione, in allegria e totale relax.

Considerazioni. • Credo sinceramente che la decisione presa dal G.S. Antartica di affiliarsi alla F.I.M.S.S. sia l’unica

strada veramente intelligente per portare lo sleddog italiano ai primati che merita; ricordo che l’Italia, in tutte le competizioni internazionali, sia dell’una che dell’altra federazione internazionale di pura razza, riesce sempre a salire sul podio (agli Europei W.S.A. di quest’anno, il team italiano, composto da soli tre membri, si è aggiudicato il terzo posto, superando nazioni come la Germania), questo vuol dire che il patrimonio italiano esiste e deve essere coltivato e divulgato.

• Attraverso l’affiliazione, il G.S. Antartica non ha perso la propria autonomia, rimane club in quanto tale con la propria storia, i propri soci e la propria autonomia organizzativa. Il vero vantaggio consiste nel far parte di un circuito di gare comune, mantenendo le località più importanti organizzate dal club di competenza. Finalmente non più gare concomitanti, un unico campionato e una organizzazione più ef-ficiente sui campi di gara e soprattutto belle località dove poter correre, ecco il primo risultato che direi non è cosa di poco conto. Il nostro sport deve fare spettacolo, deve creare interesse nei media e farsi volere bene dalle località ospitanti; per fare tutto ciò è indispensabile essere organizzati in modo serio e professionale in modo da dare fiducia ai possibili sponsor.

• La collaborazione con i club specializzati di razza (riconosciuti o meno non importa), costituisce un im-portante passo avanti non solo per lo sleddog ma anche per la razza stessa del SH.

• Il raduno di Sarnano, in quanto organizzato nell’ambito di una manifestazione sportiva, può costituire il primo esempio di interscambio tra il mondo delle corse e quello delle esposizioni.

• Mi spiego meglio: nell’ambito di una gara, magari, in una delle località più in vista, si potrebbe chiama-re un giudice specialista che attesti o meno la tipicità dei soggetti che corrono, per dare finalmente una regolamentazione alla categoria denominata“pura razza”.

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• Di contro, nell’ambito di una mani-festazione sportiva, si potrebbe or-ganizzare anche la prova di lavoro per i cani che calcano i ring e vo-gliono competere in Classe Lavo-ro. Restando fermo per me un dato imprescindibile e cioè che i cani che vogliono competere in Classe Lavoro devono fare km e che que-sti km devono a sua volta essere certificati, l’ organizzazione di una gara di sleddog (magari nelle loca-lità più importanti ) potrebbe costi-tuire la struttura d’appoggio per creare un percorso ad hoc o una categoria apposita per i cani ed i loro proprietari o musher-handler che (mi auguro solo per il momen-to…) non si sentono in grado di di-sputare una competizione ufficiale.

• Queste, in breve potrebbero esse-re la premesse di una collabora-zione generale che inglobi non so-lo i tutti i club di sleddog, uniti nell’intento di creare una federa-zione ma anche dei club specia-lizzati di razza che possono avva-lersi di una organizzazione ufficiale ed efficiente per la prova lavoro ed indirizzare i loro soci.

• Chi potrebbe negare il fatto che solo ed esclusivamente i nostri ca-ni troverebbero un reale vantaggio in tutta questa situazione?…chi ha cuore la razza deve prima di tutto promulgarla, fermo restando che la qualità dei soggetti presenti nel nostro paese è indubbia (sia in ambito espositivo che sportivo), ciò che manca è la quantità: lavoriamo per avere ring pieni di cani, lavo-riamo per fare gare con 100-150 concorrenti e il SH tornerà al suo antico splendore.

• Auspico l’aiuto di tutti coloro che hanno a cuore la razza con una presenza costante, attiva ed intel-ligente a quanto di nuovo si sta prospettando per i nostri Siberian Husky.

• Chi volesse conoscere il mondo delle corse può contattare me o Giuseppe Prampolini in quanto Consiglieri “sport-lavoro” per avere tutte le informazioni necessarie.

Un quanto mai caloroso

“GOOD MUSHING!!!” a tutti.

Categoria C1 4 cani Siberian husky Km 2.500 n. pett. Cognome Nome Time Punti 1 67 Mathieu Antonio 6.23.07 100 2 66 Piacentini Olivia 6.33.78 90 3 68 Bassan Massimo 9.38.42 80 4 69 Zitti Mauro 11.32.52 70 Categoria Bike 1-2 Siberian husky n. pett. Cognome Nome Time Punti 1 73 Zitti * Marco 10.51.20 0,5 2 72 Doliana Aldo 14.12.64 0,5 Categoria Dog Trekking n. pett. Cognome Nome Time Punti 1 74 Marioli Rinaldo 7.49.54 0,5 2 75 Chiefa Daniele 8.00.37 0,5 Fuori classifica Dog Trekking (*) n. pett. Cognome Nome Time Punti Under 12 Rossetto Giulia 10.55.23 Categoria B1 6 cani Siberian husky n. pett. Cognome Nome Time Punti 1 76 Filoni Fabrizio 5.26.33 80 2 77 Tombolini Paolo 9.04.03 60 3 78 Mancini Marcello 9.40.53 40 Categoria B3 6 cani Alaskan Husky n. pett. Cognome Nome Time Punti 1 80 Gelsomini Massimo 6.37.95 0,5 2 79 Jacopini Marcello 7.40.53 0,5 * Junior

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Auronzo di Cadore (BL) – 8/9/10/11 febbraio 2007

GRAZIE RAGAZZI !!!

Graziella Beltrame, Luca Brioschi, Giovanni Sella, Umberto Seppi, Giuseppe Prampolini, Enrico Lupezza, Andrea Bordiga, Reginella Mazzina, Linda Bertazzini, Maurizio Drigo.

(Classifiche e tempi di tutti gli italiani in gara sul nostro sito www.shcitalia.it ) Un sincero ringraziamento a tutti gli atleti italiani e ai loro stupendi cagnoloni

che hanno permesso al nostro Paese di posizionarsi al 3°posto, dietro Francia e Germania, nella speciale classifica per Nazioni.

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di Luca Brioschi

gni stagione di gare, mi piace pormi degli obbiettivi, pianificare il lavoro, cercare di da-re un senso di continuità al mio lavoro con i

cani da slitta. Parlo volutamente di lavoro, in quan-to quando si decide di praticare lo sleddog a livello agonistico, l’impegno e la dedizione diventano indi-spensabili al fine di ottenere i risultati che ci siamo prefissati. E, di conseguenza, allenamento e cura dei cani, devono gioco forza trovarsi uno spazio nella giornata, già di per se fitta di impegni lavorati-vi e familiari. L’obiettivo di quest’anno era quello di qualificarsi prima, e di partecipare poi ai Campionati Mondiali FISTC, che si sono svolti nello splendido trail di Pa-lus S.Marco di Auronzo di Cadore (BL). Si trattava di un appuntamento molto sentito da parte mia, in quanto oltre a “correre in casa”, vole-vo portare a termine un campionato nella categoria 4 cani, visto che lo scorso anno, l’infortunio verifi-catosi ad Andy nel corso della prima manche, mi ha impedito di concludere la gara. Inoltre Andy & Ginger, i miei compagni di mille av-venture, si avviano verso un periodo di meritato ri-poso, quindi questa si presentava come una sta-gione cruciale… ma non tutto è andato per il verso giusto! Gli allenamenti cominciano come di consueto verso la fine di settembre; Yukie viene promossa leader del team, e viene affiancata a turno da Andy e Gin-ger, nella speranza che apprenda da loro il più possibile in termini di conduzione del team. Ketchup, per ora, parte ancora in wheel. La temperatura non si abbassa, ma gli allenamenti procedono bene, fino a quando Andy incappa in un nuovo infortunio; una forma acuta di artrite purulen-ta lo costringe all’inattività per due mesi buoni, pro-prio nel cuore della stagione dell’allenamento… Auronzo sembra un miraggio! Il “resto” del team continua il piano d’allenamenti previsto, senza però forzare troppo… insomma vo-gliamo aspettare la guarigione di Andy! Finalmente, i primi giorni di dicembre, Andy ritorna in gruppo, e con mille cautele per evitare recidive, ricomincia a lavorare con il team. Un ulteriore diffi-coltà ci viene indirettamente fornita da quest’ inver-no anomalo; non solo non c’è neve, ma non fa neppure freddo. Le gare in programma vengono ad una ad una an-nullate, e anche gli allenamenti su terra sono spes-so condizionati dal clima troppo mite.

Vediamo infine la prima neve il 6 gennaio, a Riva Valdobbia (VC), dove si corre una splendida gara, con molto pubblico, ma dove il ricordo per l’amico e musher Andrea Arcardini lascia tutti i partecipanti con un velo di tristezza ed emozione. Il trail è molto bello, vario e in alcuni tratti duro; i cani vanno bene per metà tracciato, poi, inevitabil-mente, accusano la fatica di una scarsa prepara-zione fisica…c’è ancora molto da lavorare, ma Au-ronzo non è più così lontana! Gli allenamenti si susseguono a singhiozzo, sem-pre per via del tempo, ma la condizione e la forma dei cani crescono di pari passo con i chilometri percorsi. Auronzo è l’unica località con neve in tutta l’ Euro-pa, e i Campionati Mondiali possono disputarsi senza problemi. La cerimonia d’apertura dei giochi ci vede, incredibilmente, tutti con il naso all’insù, a rimirare quei tanto attesi fiocchi di neve… e il gior-no seguente, ben 10 cm di neve fresca adornano in modo ottimale il paesaggio. Ben 150 i team in gara, provenienti da tutta l’Euro-pa; la più numerosa, al solito, la categoria C1- 4 cani, con addirittura 37 concorrenti al via! L’obbiettivo è quello di riuscire a completare la ga-ra, restando nei tempi ed evitando l’onta dell’ over-time; considerando il tipo e la velocità dei cani con cui ci misuriamo, in virtù dell’età non più verdissima di Andy & Ginger associate alle varie vicissitudini che ci hanno accompagnato nelle fasi di allena-mento, questo, al momento, sembra essere l’unico obbiettivo realmente raggiungibile. E c’è un’altra novità che rende il tutto ancora più affascinante; Ketchup parte in leader con Yukie, a testimoniare un vero e proprio passaggio di conse-gne all’interno del team. Correre in leader è molto dispendioso per il cane, e il team necessitava di questo cambiamento; in al-lenamento i risultati erano stati molto incoraggianti solo che… questo era il battesimo in gare ufficiali, e che battesimo per le due ragazze! Tutti i timori svaniscono al via, i cani lavorano be-ne, anche se il trail è pesante per via della nevica-ta. Nessun problema agli incroci, nessun problema nei sorpassi…mi sono proprio divertito! Il tempo non è dei migliori, ma non siamo in perico-lo overtime; anche Giuseppe Prampolini e Giovanni Sella, che con me condividono sogni e ideali e tipo-logia di cani, riescono nei loro obbiettivi. Divisi da una manciata di secondi, diamo inizio ad una gara nella gara…. per ora vince Giuseppe!

O

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La seconda manche è molto più veloce, il freddo della notte ha reso il trail più compatto e veloce. Giuseppe è partito 1 minuto prima di me; dopo di me c’è un austriaco, poi Giovanni… I cani vanno bene, oggi la salita nei boschi è meno dura, si fa presto ad arrivare in cima alla radura, dove poi si svolta e si comincia la discesa. Nel tratto in discesa vedo e raggiungo il team di Giuseppe, facciamo qualche sorpasso e controsor-passo fin verso il tratto finale, dove Giuseppe ap-profitta di un attimo d’esitazione della Ketchup, con conseguente ingarbugliamento delle linee che mi costringe ad ancorare, per staccarmi. Nonostante ciò, miglioriamo il nostro tempo di ben 2 minuti, nessun problema di overtime, ma Giu-seppe conserva la leadership per una manciata di secondi… Sono molto contento anche per Giuseppe, un caro amico oltre che un’ottima persona, con la quale mi trovo a condividere numerosi pensieri ed ideali del nostro affascinante sport. Anche lui ha avuto una stagione di traversie, con la piccola Indy incerta fi-no all’ultimo; inoltre per lui è la prima esperienza a questo livello e l’emozione si fa sentire… Ci siamo fatti forza e coraggio a vicenda, e ora siamo qui, ad un passo dal nostro sogno. Anche Giovanni è stato più veloce; era quello che a seguito del tempo della prima manche era più a ri-schio di eliminazione, ma Big Joe non molla mai e abbassando di oltre 2 minuti i tempo di manche, si qualifica anch’egli per la 3^ e ultima manche . Purtroppo però la … ”sfortuna” non si è scordata di noi; nel tratto in discesa, nel bosco, il trail era parti-colarmente insidioso, con neve molle. Si erano create diverse buche, e in una di queste ci è finita Ginger; ha completato la gara senza problema, ma già nel pomeriggio, allo stake out, l’arto interessato si presentava dolente e non appoggiava. Mi è molto spiaciuto il giorno dopo lasciare Ginger a riposo; si vedeva che non era niente di grave, ma non finire anche con lei questa ennesima avventu-ra, mi ha lasciato molto amaro in bocca. La terza e ultima manche. La più temuta e la più attesa, la resa dei conti, e io mi presento al via con soli 3 cani; due leader al loro esordio nel ruolo e un solo vecchio, fantastico wheel. Il trail è inoltre più lento, non solo per noi, anche per i missili delle prime posizioni. Ma quando il gioco si fa duro…. Andy comincia a giocare! E Luca lo aiuta correndo… insomma cer-chiamo di dare tutti qualcosa in più per sopperire alla defezione forzata di Ginger. E i frutti si vedono ancor prima della svolta di metà tracciato; infatti, su una delle ultime salite, scor-giamo in lontananza la sagoma di Giuseppe, e tutto il team, musher compreso, prendono vigore ed ul-teriore slancio par affrontare le insidie della disce-sa.

Ancora sorpassi e controsorpassi, ancora buche che portano a qualche timore e qualche incertezza, ma oggi siamo più attenti, e nonostante il rush fina-le di Giuseppe arriviamo pressoché insieme. Gioia e soddisfazione allo stato puro, un altro Campionato finito, un’altra “tacca” per Andy & Gin-ger, la prima per Yukie & Ketchup… La prima anche per Giuseppe e Giovanni e la loro felicità è contagiosa. Ci complimentiamo tra noi e con i nostri cani, im-mortaliamo questo momento, fino a quando lo speaker ci definisce come “Il trio Medusa dello sleddog”; lo spirito sportivo ed il rispetto per questa magnifica razza e per lo sleddog, forse ci pone un po’ defilati nel panorama di questo sport, ma la no-stra tenacia nel perseguire i nostri ideali, ci ha por-tato a raggiungere questo fantastico obbiettivo. E a rinsaldare la nostra amicizia, condividendo questo successo con chi pensa e vive come noi; evviva il Trio!

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Adele OLDANI Presidente SHC-Italia Olivia PIACENTINI

Consigliere “Sport-lavoro”

La nuova socia Adriana Iucolano ci chiede:

Come si diventa campione riproduttore? con che criterio vengono selezionati e scelti? campione riproduttore è un cane maschio o femmi-na che ha prodotto almeno sei figli in almeno due accoppiamenti diversi che hanno ottenuto l’ eccel-lente in esposizione o tre figli di due cucciolate di-verse che sono diventati campioni italiani. (Adele) Un husky a 4/5 anni può iniziare a parteci-pare ad esposizioni o è troppo tardi per in-segnargli i comandi e la disciplina necessa-ri? Se si, da che tipo di esposizioni si deve cominciare? Si può iniziare a qualsiasi età, iscrivendo in questo caso il cane esclusivamente in classe libera. Ov-viamente il cane deve essere abituato a stare fer-mo, a trotterellare al fianco (sinistro) del conduttore senza disturbare gli altri cani e senza tirare, deve farsi controllare i denti (senza azzannare la mano del giudice), farsi toccare. Questo è quanto e mi auguro che qualsiasi Sibe-rian Husky di 4-5 anni sia in grado di fare con tran-quillità tutto ciò. Il consiglio è di iniziare … a guar-dare una o più esposizioni, senza portare il cane, poi si può portare il cane a qualche esposizione lo-cale (Sono le più divertenti e i premi sono decisa-mente più appetibili di quelli vinti in competizioni ufficiali e importanti. Di solito le coppe sono inver-samente proporzionali all’importanza della gara!) In seguito si passa alle esposizioni regionali dove i giudici o gli esperti, come si chiamano oggi, sono più disposti a tollerare cani non perfettamente ad-destrati al ring. Se tutto va bene e si ha ancora vo-glia di andare in esposizione si passa alle esposi-zioni nazionali e internazionali. (Adele) A che età un siberian può essere iniziato allo sleddog? che bella domanda! …un SH che ha voglia di cor-rere, ma soprattutto di tirare, può iniziare lo sled-dog quando vuole!… mi spiego meglio, un cane può sempre trainare purché supportato da un alle-

namento adeguato: nel mio canile abbiamo comin-ciato da poco ad allenare un cucciolone di 11 mesi (un cane non può competere prima che abbia compiuto il primo anno di età) e insieme a lui, con-tinua ad allenarsi e a guidare il team, la “vecchia” leader (12 anni). Se pretendiamo che il nostro sibe-rian, abituato al salotto di casa, al giardino di casa o anche alle semplici corse a piedi o in bici, tiri una slitta come un matto per due, tre o quattro km sen-za cedere mai, non ci siamo proprio. Tra correre e trainare una slitta o un kart (carrelli a tre o quattro ruote) esistono profonde differenze: nel correre il cane sprigiona semplicemente la sua voglia di muoversi, per trainare ci deve essere condizionamento psicologico e fisico, ovvero l’ al-lenamento. Molto spesso ho sentito parlare perso-ne che asserivano che il proprio cane non ne vole-va sapere di trainare giustificandolo così: “…a lui non piace…”. Devi sapere, cara Adriana, che trainare è molto fa-ticoso sia fisicamente che psicologicamente, ma è un bellissimo gioco per i nostri cani se supportati dalla condizione fisica; fin quando il cane non senti-rà eccessiva fatica, tirerà e si divertirà dando il me-glio di sé. Ecco il ruolo fondamentale dell’ allena-mento, evitare di far partire “in quarta”il nostro cane e farlo arrivare sfinito all’arrivo, ma al contrario abi-tuarlo piano piano, aumentando gradatamente ca-rico e distanza (…per i primi allenamenti è suffi-ciente anche un km scarso…) così da essere sem-pre invogliato a questo nuovo gioco che, non di-menticare mai, fa esclusivamente in tua compa-gnia e guadagnandosi un sacco di complimenti! (O-livia) Ci sono libri che insegnano a praticare lo sleddog “fai da te” a padroni e Husky senza bisogno di andare a spendere cifre esorbi-tanti nelle scuole? (utilizzandole magari solo per perfezionare la tecnica). Certamente su Amazon o altri siti simili potrai tro-vare dei manuali che insegnano a praticare lo sleddog “fai da te”, ma io te lo sconsiglio vivamen-te. Ci vogliono abilità e attrezzature che un privato non possiede, inoltre una cattiva impostazione ro-

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vinerà per sempre il piacere di lunghe corse sulla neve sia per il cane che per il proprietario. Esistono diverse scuole che permettono di unire una piace-vole vacanza ad un corso di sleddog. Trovo che sia la cosa migliore per iniziare nel migliore dei modi e vedere se veramente è uno sport che ti piace. Tutti ci siamo commossi nel vedere film con Husky che corrono e musher felici sulla slitta, ma la realtà può essere ben diversa e in questo caso non avrai speso altro che dei giorni di vacanza e una cifra di solito molto ragionevole. Ricorda inoltre che in tutti gli sport è importante partire bene, non perfeziona-re in un secondo tempo una tecnica approssimati-va. (Adele) Come si fa a capire se il proprio Husky rien-tra nei criteri per poter avere possibilità di riuscire in esposizioni di bellezza o nelle ga-re di sleddog? Ci sono “test” da poter fare per rendersi conto di quale strada è meglio intraprendere per il proprio Husky? Per quanto riguarda le esposizioni non devi fare altro che procurarti lo Standard del Siberian Husky (che trovi tranquillamente nel nostro sito) impararlo quasi a memoria poi esaminare punto per punto il tuo cane, come se si trattasse del cane del vicino. Soprattutto affronta le esposizioni solo se sei pron-ta a perdere, a sentirti dire che il tuo cane ha dei difetti. In quanto allo sleddog, mi pare che non ci siamo. Tutti (quasi tutti) i Siberian Husky hanno il famoso “desire to run” voglia di correre, ma tu parli di gare, quando dici di avere un solo cane di 4-5 anni. Non ti sembra di esagerare? Per fare delle gare, di qualsiasi tipo, dal cani cross, al dog trekking o allo sleddog vero e proprio ci vogliono mesi e mesi e a volte anni di allenamento, diversi cani, a meno che tu non voglia partecipare a dimo-strazioni di sleddog. In questo caso basta avere un cane ben allenato e provare se siete in grado di ar-rivare alla fine di un percorso. E’ un buon modo i-noltre per testare il cane. Assicurati però che il ca-ne sia in perfette condizioni fisiche e mentali, non spingerlo a superare mai le sue possibilità. Certamente sarebbe una cosa auspicabile che tutti i Siberian Husky potessero fare dello sleddog, ma non sempre le condizioni climatiche dove vive il cane o quelle fisiche dei proprietari ne rendono possibile la realizzazione. (Adele) Come si inserisce un siberian in un team già formato? E’ possibile solo facendogli fare allenamento con il team. Prima di tutto è necessario trovare la sua giusta collocazione o ruolo. Ti faccio un esempio: quando io e Fabrizio, finita la stagione di gare, ab-

biamo cominciato a far fare qualche uscita a Dan-cer (il nostro cucciolone di 11 mesi di cui sopra), prima di tutto lo abbiamo messo a fianco della sua mamma “adottiva”, cioè la femmina (leader di Fa-brizio) sicuramente più paziente e con esperienza (ha 6 anni) come team dog, cioè li abbiamo collo-cati, allenando rispettivamente 8 e 5 cani, nel team più lungo (quello da 8 cani), dietro i leader che stanno in testa e comunque prima dei wheel, i cani più vicini al quaddy (moto 4 ruote che noi usiamo per gli allenamenti su terra). In questo modo, Dan-cer, si sente tranquillo nel vivere le sue prime espe-rienze di cane da corsa perché è letteralmente ac-cerchiato dai suoi amici! Andatura e lunghezza del tracciato sono state ob-bligatoriamente abbreviate per permettergli di non stancarsi troppo e divertirsi. (Olivia) Ci sono musher disposti ad inserire un nuo-vo esemplare nel loro team? ti rispondo molto francamente e in prima persona: se anche la tua Kira si rivelasse un buon cane da corsa, non potrebbe entrare nel mio team a meno che tu non sia disposta a lasciarmela. Dovrei abituarla piano piano a stare non solo con i suoi compagni di lavoro, ma anche a sottostare alle regole che io e Fabrizio abbiamo consolidato in anni di attività con i cani. Il mio consiglio è quello di fare una bella gita in montagna con Kira, magari nei pressi di una scuola e farti una idea. Mi rendo conto delle tue perplessità sulle scuole di sleddog, ma devi capire che si tratta di persone che lavora-no tutto il giorno con i cani, devono dar loro da mangiare, magari farsi aiutare da esterni per cui un piccolo prezzo mi sembra dovuto; non è necessario seguire un corso professionale, è sufficiente una uscita con i cani (docili e mansueti) della scuola per capire se continuare o meno. (Olivia)

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Un’esperienza indimenticabile: la prima volta sulla slitta

crivo queste righe agli a-mici del SHC-I per condi-videre la stupenda espe-

rienza appena vissuta ad Auron-zo di Cadore dove ho scoperto ciò che avevo a lungo desidera-to, ma mai avrei immaginato es-sere così bello ed unico: le prime uscite in slitta, e soprattutto le prime corse con la nostra dolce Sheila, una cucciolona di Sibe-rian Husky di 2 anni.

Innanzitutto dovete sapere che con Sheila ho un rapporto parti-colare: io non sono ufficialmente il suo padrone, né mi ritengo un candidato capobranco, sempli-cemente perché lei vive con la sua vera padrona e leader (la mia fidanzata Barbara).

Diciamo che tra di noi c’è il classico rapporto tra amanti: ci incontriamo quando gli impegni lavorativi ce lo consentono, e purtroppo ci vediamo sempre meno di quanto vorremmo (parlo al plurale, perché mi piace pensare che anche per lei sia così…), ma quando ci vediamo diamo sfogo a tutta la nostra voglia di “avventura” e per lei sono “quello” che la porta sempre a spasso, che le fa scoprire mondi nuovi: abbiamo esplorato innumerevoli sentieri sul-le Alpi Apuane, in Lunigiana, nei boschi delle Cin-que Terre e, da poche settimane, anche sulle Do-lomiti.

Insomma: ho la (s)fortuna di essere al di fuori della sua quotidianità e routine, e di condividere con lei, spesso da solo con lei, dei momenti unici e bellis-simi.

E così è stato anche ad Auronzo di Cadore e a Mi-surina, dove abbiamo alloggiato per una breve va-canza negli scorsi giorni di Febbraio.

Per mesi abbiamo ripetuto alla nostra cucciolona: “non sai cosa ti aspetta”, oppure “raccogli le forze e riposati, finché puoi”, e ci siamo preparati per quan-to possibile al meglio anche noi, seguendo i consi-gli telefonici di Renato Alberoni o di gentilissimi a-mici del Club (uno su tutti Giuseppe Prampolini): ci ripetevano che “non è una passeggiata e all’inizio può essere dura”.

Ora non vorrei peccare di presunzione, però mi sento di affermare che qualsiasi difficoltà viene su-perata dalla gioia di correre assieme a delle creatu-re bellissime, generose e assolutamente adorabili.

Soprattutto il branco di Renato Alberoni è il più cordiale che abbia mai conosciuto: Artika, Boruk, Blue, Honey, sono i primi che mi vengono in men-te, e soprattutto porterò sempre con me il ricordo della leader Artika che ha guidato la prima breve uscita in slitta della mia vita, e di quel furbone di Honey che ne combinava sempre una: o doveva importunare Sheila, attaccata alla linea di traino subito dietro di lui, o doveva fermarsi per andare in bagno….

Ma come si sono svolte le prime uscite per dei neo-fiti come Sheila e il sottoscritto?

E’ presto detto: innanzitutto bisognava “presentare” la nuova arrivata al branco già consolidato, e soprattutto bisognava farle capire in cosa consistesse lo sleddog.

Il bravo Renato Alberoni, quindi, ha allestito una linea di traino così costituita: l’esperta e intelligente Artika come leader , coadiuvata come co-leader e swing-dog da Honey; al centro la nostra Sheila e dietro di lei due wheel dogs in grado di trainare la maggior parte del peso della slitta.

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Ha così guidato lui stesso la muta, in modo da re-galare a Sheila un approccio sicuro e disteso alla sua prima uscita: e subito si è risvegliato in lei l’istinto al traino che la lega ai suoi avi. Dopo i primi “sbandamenti” iniziali, in cui la bambinona cercava di tuffarsi nella neve fresca, subito ha seguito l’esempio di Artika e ha cominciato a tirare e corre-re come se fosse la sua attività quotidiana.

Importante è che tutto venga vissuto come un gio-co, e Renato ha fatto in modo che nella nostra Sheila rimanesse forte e sempre inappagato il de-siderio di trainare nuovamente.

Il giorno successivo è finalmente toccato a me ve-stire i panni di musher, e al seguito di Renato ho potuto guidare la slitta trainata dalla brava Artika e da altri 3 husky, tra cui la nostra adorata Sheila.

Purtroppo ci siamo fermati pochi giorni nel centro sleddog di Renato, e quindi nemmeno io ho potuto soddisfare appieno la mia voglia di sleddog: infatti le prime uscite sono caratterizzate dalla rigidità, dall’attenzione a non far danni o dalla voglia di stra-fare (e quante volte sono caduto dalla slitta!!), dai mille particolari da tenere sotto controllo: il leader è concentrato? Sheila cosa sta facendo? La linea di traino è ben tesata? E soprattutto con l’esperienza bisogna prendere le misure alla slitta e capire bene quanto frenare prima di una curva, quanto peso spostare sulle gambe e così via.

Insomma: non ho ancora avuto modo di godermi con tranquillità l’immersione nella natura e nei bo-schi con il solo suono della slitta che scivola sulla neve e dell’ansimare dei cani, ma vi posso assicu-rare che è una sensazione unica sentire la slitta inclinarsi durante una curva affrontata in velocità e si, bisogna ammetterlo: è unica anche la sensazio-ne del tuffo nella neve dopo aver approcciato una curva in maniera troppo stretta.

Inoltre i preparativi delle slitte prima di ogni uscita assumevano caratteri di vera eccitazione per via dei mugolii e delle urla di richiamo che i cani del branco lanciavano appena notavano Renato o i suoi familiari tirare fuori le imbragature: tutta la passività e indifferenza dei cani scompariva imme-diatamente, e diventavano subito scattanti e impe-gnati come se tirare le slitte rappresentasse la massima espressione del loro essere, come se vi-vessero solo per questo e solo in questo trovasse-ro soddisfazione.

Una volta legati i cani di Renato alla linea di traino, arrivava il momento di Sheila che veniva letteral-mente intimorita dal branco a lei estraneo, si irrigi-diva, appiattiva le orecchie una a destra e l’altra a sinistra, e piano piano si accucciava in terra per farsi sempre più piccola, senza alcuna volontà di avvicinarsi alla slitta.

Probabilmente è la stessa reazione che ogni cane estraneo al branco manifesterebbe, ma non biso-gna lasciarsi trarre in inganno: non stava subendo alcuna violenza, ogni timore svaniva al momento della partenza, e dopo un attimo iniziale in cui ve-niva letteralmente trascinata come un peso morto, travolta dalla veemenza dei compagni, immediata-mente si rialzava in piedi e iniziava a correre con la lingua penzoloni, le orecchie dritte e rivolte all’indietro per meglio sentire i comandi del musher e lo sguardo fisso verso la pista. Unico difetto: la coda perennemente arricciata, ma sono convinto che con l’età anche la brava Sheila acquisirà espe-rienza e finalmente abbasserà anche lei la coda manifestando la massima concentrazione.

Insomma: questo grande gioco e sport che è lo sleddog è pieno di sorprese e non credo possa es-sere veramente e pienamente trasmesso con un racconto: bisogna viverlo per sentirsi immersi nel branco e vivere delle straordinarie emozioni.

Lo si può fare per la propria voglia di sport, o per-ché si ama la natura e i paesaggi innevati, lo si può fare perché si amano questi cani e la loro lealtà e dedizione al lavoro, per provare emozioni forti o per farsi cullare dalla pace e dalla tranquillità della na-tura incontaminata.

Io e la mia ragazza, personalmente, siamo davvero orgogliosi della bravura dimostrata da Sheila, pensiamo di averle regalato dei giorni di pura felicità e siamo convinti che lei ce ne sia davvero grata. Quando cammino nei boschi non sono legato a lei solo dalla corda che unisce la sua imbragatura alla mia cintura, ma c’è un comune senso dell’amore verso la natura e la vita che ci spinge a scoprire cosa c’è dietro la prossima curva e ad andare sempre più avanti.

Questo pensiero lo porto con me ogni giorno, quando esco da casa per andare al lavoro e mi ac-corgo che il silenzio e la pace di Misurina sono stati soppiantati dai clacson e dalle famose polveri sottili dei tubi di scappamento: in fondo tutti noi sentiamo un “richiamo della foresta”, e abbiamo la fortuna di poterlo soddisfare per brevi momenti della nostra vita. Tutto questo ci unisce indissolubilmente ai no-stri cani, e riempie di gioia, speranza ed eccitazio-ne l’attesa della prossima corsa assieme.

Go mush!! Giulio Benedetti - Milano

PS: un ringraziamento particolare alla moglie e alla figlia del bravo Renato Alberoni, che hanno sempre coccolato e lodato la nostra Sheila ad ogni parten-za e ad ogni ritorno!

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Da: <[email protected]> A: <[email protected]> Oggetto: il mio Apache Data: martedì 24 aprile 2007 22.57 ciao, sono la ragazza che proprio ieri è capitata nel vostro sito e ha richiesto la copia in omaggio! ringraziandovi per la celere risposta , colgo l'occa-sione per presentarmi e parlarvi del mio cucciolone di SH, Apache... parto dal fatto che sono un'amante degli animali e della natura, studio allevamento e benessere ani-male nella facoltà di veterinaria a Milano, faccio la volontaria nella protezione civile cinofila che lavora con cani di razza american pit bull terrier e possie-do una cascina con ben 8 cani, compreso il mio adorato Apache...Apache mi è stato ceduto da una famiglia di Bergamo perchè la loro bimba aveva paura di lui che, al contrario, la adorava..ho saputo di lui da una volontaria del canile, perchè su inter-net avevo visto un altro SH di cui mi ero innamora-ta, ma che era stato già adottato. comunque dopo due giorni dalla notizia di questo cucciolo di 8 mesi in cerca di casa mi sono precipitata a vederlo...la sua bellezza mi ha quasi commossa: ha due occhi azzurrissimi, un pelo grigio chiaro stupendo e un fisico da modello, ma... che caratterino! Apache non era stato socializzato e non si avvici-nava nemmeno a un metro da me per farsi acca-rezzare o per annusarmi soltanto, ma si allontana-va saltellando, quasi per giocare, non era paura, ma timidezza, comunque al quarto biscottino si è avvicinato e dopo una chiacchierata con la padrona l'ho portato a casa, anche se 2 ore di macchina con questa peste non sono state facili! mi ero già informata sul carattere di questi cani e Apache rispecchia in tutto queste caratteristiche, ora è un dolcissimo coccolone e sono sicura che impareremo a conoscerci ancora meglio; frequenta anche un corso di addestramento base nel quale si sta dimostrando meno zuccone di ciò che si dice

della sua razza, ma per lui sono sicura che non ba-sta, vorrei potergli dare di più e vi scrivo per que-sto...abito in provincia di Milano e fortunatamente vicino ho un po’ di campagna dove può divertirsi con me a fare lunghe passeggiate e qualche bagno nei piccoli corsi d'acqua, ma lo vorrei portare ogni tanto in montagna tra i suoi amici, a respirare la sua aria in un clima più adatto per lui, so che voi organizzate ogni tanto qualcosa e questo sarebbe anche un modo per avvicinarmi alla sleddog, una disciplina di cui non so nulla, ma che mi piacerebbe fargli praticare...insomma, mi sta dando tantissimo affetto e vorrei potermi sdebitare al 101%! scusate per la letterona noiosa, ma in questo modo spero di farvi capire quanto ci tengo a lui e ad en-trare nel vostro bellissimo club! un abbraccio da sonia e apache!

“Che bella coppia”

CORRISPONDENZA ed altro ancora…

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Da: <[email protected]> A: <[email protected]> Oggetto: Husky Day Data: domenica 29 aprile 2007 18.42 ho letto il piacevole programma del prossimo Husky Day, saremmo stati dei Vostri molto volen-tieri, purtroppo lo stesso giorno abbiamo l'expo Na-zionale di Pavia (proprio a casa nostra) alla quale siamo iscritti. Non so se siete mai stati all'interno del parco di Nervi, è veramente molto bello, sopratutto in que-sta stagione, c'è un bellissimo roseto che comincia la fioritura. Noi non manchiamo mai di farci una "puntatina" con i cani quando andiamo all'Interna-zionale di Genova. Penso che ne sarete già al corrente........ unica no-ta "negativa" (si fa per dire), la miriade di impavidi scoiattoli che si divertono a far impazzire i nostri "esperti" pelosi cacciatori e ne mettono a dura pro-va l'istinto predatorio (sono dei piccoli "fetentini" che si divertono ad istigare!), portate guinzagli ro-busti!!! Vi auguriamo una buona giornata e speriamo di vederci presto alla prossima iniziativa. Ciao, a presto! Elena

Da: "GIORGIA Fazia" <[email protected]> A: <[email protected]> Oggetto: GIORGIA PER LA LAURA Data: sabato 7 aprile 2007 12.13 cara laura, scusa se mi permetto di darti del tu; ma ho solo quindici anni e sono una grande amante dei sibe-rian husky. come hai già capito, anch'io nella mia vita ho avuto, e ho un siberian husky. il primo mi ha lasciato un anno fa. si chiamava An-co, e adesso credo che sia sul ponte dell'arcobale-no. un giorno spero di poterlo riabbracciare... oggi, il mio compagno di vita è Effy Dakota Yukon, uno splendido e affettuosissimo esemplare di siberian

husky. l'ho acquistato nel 2005, presso un alleva-mento di Granarolo (BO). noi, però, viviamo ora a Reggio Calabria. Credo che tu conosca Valeria Rossi, proprio ieri ho parlato con lei via e-mail. è proprio una donna in gamba, e Inuk (il suo husky) è davvero stupendo. io non amo solo la bellezza, il fascino e la fierezza di questi cani, ma soprattutto il loro aspetto interio-re: ti ammaliano con il loro sguardo glaciale, ed Effy quando corre nel vento, sembra che abbia lu-ce negli occhi. E’ affettuosissimo, educato da me stessa, gioche-rellone e in perfetta forma fisica. ha circa 1 anno e sette mesi, e lo amo alla follia. il suo mantello è bianco-nero, con leggere sfumatu-re bionde (colore della madre) e grigie (colore del padre). ha anche un pedigree non da sottovalutare. Gli occhi sono azzurro ghiaccio, ma questo per me non e' importante. spesso, durante il "boom" del l'husky negli anni 90' tutti amavano questo cane solo per l'aspetto fisico; ma io ho altre ragioni per amare effy. uno dei miei sogni sarebbe andare in Alaska, ad Anchorage ed assistere alla Iditarod, la più famosa ed emozionante gara di sled dog. hai mai letto il libro di Libby Riddles??? E’ stata la prima donna che ha corso e ha vinto nel 1985 "l'inferno bianco". Avrei tante cose da raccontare su queste passioni che accomunano me e tutto il club!!! comunque, sono un amante della natura, degli animali, e so-pratutto della vita... I miei non sono solo dei semplici sogni, ma li rea-lizzerò con tutta me stessa, e in compagnia del mio adorato e unico Effy ! comunque, se vuoi conferma dai miei genitori (visto che sono minorenne), loro sono a conoscenza di tutto. con affetto e in attesa di risposta...

Giorgia ed Effy

“Altra bella coppia!!”

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Da: "Gloria Yahoo" Oggetto: Lago Scaffaiolo Data: domenica 4 febbraio 2007 22.53 mando un po' di fotografie relative al-l'escursione di oggi sull'Appennino to-sco emiliano.... giornata fantastica!!! Le attrici principali sono state ovvia-mente Virgo, Whoopee e Wasilla. Ho messo loro dei collari con le medagliet-te di colori diversi in modo da poterle identificare subito: Virgo ha il collarino giallo mentre Wasilla ha quello fuxia, Whoopee è l'unica femmina bianco-nera per cui la riconoscerete bene, in tutti i casi lei indossa un collarino giallo come quello di Virgo. Le bimbe si sono divertite un mondo, hanno scorrazzato su e giù per la neve a più non posso..... Wasilla se l'è cavata bene, essendo la sua "prima neve". All'inizio è rimasta un po' perplessa nel vedere tutta quel manto bianco ma subito dopo ha capito e si è lanciata nel mucchio!!! Vi mando qualche foto per darvi l'idea della giornata che abbiamo passato insieme ai nostri cani, io e mio fra-tello Claudio.

Da: "Luckystrike Siberians" A: "Siberian Husky Club Italia Oggetto: Seminario Pisa Data: sabato 28 aprile 2007 oggi abbiamo ricevuto il Noti-ziario del Club... Grazie come al solito.. lo leg-geremo presto tutto... Per quanto riguarda la matti-nata di ieri a Pisa al seminario sui cani nordici da slitta ab-biamo aspettato a scrivere

qualcosa oggi perchè ieri sera eravamo cotti come delle pere: cotti ma molto molto soddisfatti per l'espe-rienza vissuta e per le nuove conoscenze che abbiamo potuto apprendere soprattutto grazie alle Persone competenti che abbiamo incontrato... Il seminario si è svolto in un clima molto disteso e coinvolgente non so se è stato così per tutti ma per noi si. Siamo rimasti molto colpiti dall'amore e dal rispetto che il dott. Buratti e il presidente del F.I.M.S.S. hanno per la nostra amata razza e per le razze nordiche in genere: si notava a pelo quello che provano per que-ste e sicuramente molti altri lo avranno notato... inoltre devo dire che la mattinata è stata molto utile a noi come a molti altri ragazzi per imparare molte nuove conoscenze... In particolare ci è piaciuto molto il momento di incontro con alcuni soggetti delle varie razze e la spiega-zione degli standard fatta in modo molto semplice e perciò intuitivo dal dott. Buratti... questo però senza nulla togliere agli altri relatori... Al seminario abbiamo inoltre conosciuto anche Gloria, il nostro Focal Point... abbiamo avuto poco tempo per ragionare tra noi ma abbiamo notato in lei un notevole interesse per tutto quello che succedeva: in po-che parole ci è piaciuta.... Adesso dobbiamo salutarVi e ringraziamo ancora per questa possibilità che abbiamo avuto...

Antonio & Cristina

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A tutti i Soci del SHC-I… Come da accordi convenuti, il Siberian Husky Club Italia ha ottenuto dalla Giver Viaggi e Crociere uno sconto di € 50 a coppia per i suoi soci. L’offerta è valida su tutte le partenze di gruppo pubblicate nel catalogo primavera-autunno 2007 da Pag. 20 a Pag. 60 I cataloghi possono essere richiesti per posta alla Segreteria, al Focal Point di Genova (Cristina, [email protected]), e in tutte le migliori agenzie di viaggi d’Italia. Sono inoltre visionabili on-line su Internet all’indirizzo http://www.giverviaggi.com Lo sconto sarà valido per chi presenterà presso la propria agenzia, prima della pre-notazione questo foglio, consegnando il tagliando a fondo pagina. E’ una grande opportunità per visitare le terre artiche, con i più diversi itinerari che - siamo sicuri - non mancheranno di soddisfarvi. Le cronache di queste esperienze di viaggio verranno pubblicate sul giornalino del Club. Non mancate… il Grande Nord vi aspetta!

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Buono sconto di € 50 a coppia per i soci del SIBERIAN HUSKY CLUB ITALIA,

su tutte le partenze di gruppo pubblicate nel catalogo primavera-autunno 2007

da pag.20 a pag.60

1991-2007

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“La lupa, accovacciata nell’erba, alzò il collo e drizzò gli orecchi in avanti, con i sensi tesi e at-tenti; poi l’ansia le fece ruotare gli orecchi all’indietro e dischiudere appena le labbra. I quattro cuccioli le rotolavano intorno, giocando alla lotta; ma il quinto non c’era. Mancava quello venu-to alla luce per ultimo, il più vispo e vitale.”

Ci sarebbero molte ragioni per suggerire que-sto libro ai felici proprietari di un siberiano o, generalizziamo pure, a chiunque ami i lupi. Anche se “Il branco della rosa canina” si pro-pone come testo scolastico (e infatti l’unica e-dizione al momento reperibile fa parte del cata-logo Le Monnier), anche se alcune descrizioni un po’ prolisse potrebbero scoraggiare il lettore avventuroso che si aspettava suspense e dialo-ghi brillanti. Le descrizioni non piacciono a tutti, magari a voi che leggete no; ma ciò non toglie che biso-gna essere degli scrittori veramente bravi per dipingere un paesaggio con le parole, e per far-lo in modo così dettagliato che chi legge ha ve-

ramente l’impressione di ascoltare le mille voci del bosco e vedere le case di campagna sten-dersi a perdita d’occhio in mezzo ai prati. Gianni Padoan, nel suo romanzo vincitore del Premio Bancarellino, non solo riesce a fare tut-to questo (ossia a trasportare i suoi lettori in uno scenario concreto e assolutamente verosi-mile), ma trasmette anche un messaggio di amore e di rispetto nei confronti della natura e, soprattutto, degli animali. Ma il punto di forza di questo libro non sta tan-to nelle sue incantevoli descrizioni del paesag-gio rurale, quanto invece nello spaccato di vita vissuta che l’autore ha saputo catturare con maestria nelle sue pagine. Vita vissuta e che in un certo senso ci riguarda anche da vicino; al londoniano Klondike e ai timber wolves dei romanzi di esportazione americana, infatti, Pa-doan risponde con il nostro italianissimo A-bruzzo, e più precisamente con i dintorni di Civitella Alfedena (l’Aquila), dove il protago-nista del libro passava tutte le estati, da ragaz-zo, insieme alla nonna. La storia procede su due binari diversi, due ambienti (ma potremmo anche dire due mondi) diametralmente opposti. E procede anche, se vogliamo, attraverso gli occhi di due protago-nisti (benché parlare di protagonisti sia un po’ limitativo in questo caso, trattandosi perlopiù di un cast di personaggi dove ognuno emerge con il suo carattere distinto e anche i cosiddetti comprimari si guadagnano presto l’affetto dei lettori). Da una parte infatti c’è Franco, un giovane biologo laureando appena tornato nel paesino della sua infanzia per portare a termine la sua tesi. E la sua tesi lui la vuole fare sui lupi, sugli animali bellissimi e alteri che insieme all’ ami-

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co Severino ha spiato da un masso sopra a un cespuglio di rose canine. Franco è un sognatore, idealista, devoto anima e corpo alla sua missione che è, dapprima, quella di informare la gente su come siano ve-ramente i lupi, e in secondo luogo quella di sconfiggere il nemico più implacabile, la su-perstizione di contadini e paesani che riaffiora violentissima quando il branco affamato ster-mina numerosi caprioli. E proprio il suo amore per i lupi contribuirà ad estraniarlo dai suoi co-etanei, in particolare l’amica Renata (che – for-se – vorrebbe essere qualcosa di più di un’ a-mica, ma che non riesce a capire veramente le ragioni e la passione che animano Franco nella sua ricerca, nel suo amore per i lupi). Solo Se-verino gli rimane accanto, un po’ per camerati-smo forse, un po’ perché nemmeno lui ha di-menticato gli occhi gialli di mamma lupa quel giorno, nella rosa canina. E quando la minaccia dei cacciatori, delle tagliole e dei bocconi av-velenati torna a farsi attuale, toccherà proprio a Franco e a Severino fare in modo che il branco di lupi non venga distrutto dall’ egoismo e dal-la crudeltà degli uomini. L’altro protagonista è il giovane cucciolo di lupo “Orecchio Piegato”, figlio del capobranco e della sua compagna; “quello venuto alla luce per ultimo, il più vispo e vitale”. Dapprima un lupacchiotto vivace alla scoperta del mondo, poi un adulto che porterà nuovo vigore al bran-co perseguitato dagli uomini, Orecchio Piegato incontra Franco durante una scappatella nei boschi, lontano dall’occhio vigile della madre. E anche se in un primo tempo è terrorizzato da quello strano essere privo di pelo che cammina su due zampe, ben presto il cucciolo vince la sua diffidenza. Arriva al punto di considerare Franco come un compagno di giochi – sia pure di un’altra specie. Lentamente, fra il giovane studioso e il cucciolo di lupo si sviluppa un rapporto meraviglioso di fiducia e reciproco rispetto, destinato purtroppo a finire quando un gesto amichevole del lupo viene interpretato male dagli altri uomini. Quando le loro strade si dividono, Franco abbandona Civitella Alfe-dena con un dolore segreto nel cuore. E’ vero

che lui non ha mai cercato di addomesticarlo, il lupo, ma… ma indubbiamente fra i due stava nascendo qualcosa. E forse si erano spinti en-trambi vicinissimi a capire che cosa abbia spin-to lupi e uomini a vivere insieme, nella notte dei tempi. Anche se l’incanto si è spezzato, Franco sa che non potrà mai dimenticare le ore trascorse a osservare il lupo, le centinaia di ap-punti presi sul suo comportamento. Rivelare come e quando le strade dei due pro-tagonisti – lupo e biologo – torneranno a incro-ciarsi nel più drammatico dei modi sarebbe ro-vinare in parte il piacere della lettura. Vi basti sapere che il lettore si troverà ben presto a scorrere le pagine col fiato sospeso, piacevol-mente costretto a “salti” di prospettiva tra il mondo degli uomini e quello dei lupi. Ma c’è di più. Sì, perché intorno alla storia di Franco e Orecchio Piegato (che comunque rimane il cardine della trama) ruota una miriade di altre storie, a volte avvincenti, a volte tristi, a volte che ci fanno sorridere. Protagonista un cast di indimenticabili comprimari sia lupeschi (come il vice dalle zampe storte, la giovane lupa rossa scacciata dal branco, per non parlare poi del vecchio capo - indimenticabile la scena del suo addio alla compagna), sia umani (i compaesani di Franco avvinti da ataviche paure e supersti-zioni, ma anche i bracconieri senza scrupoli e, grazie al cielo, anche personaggi burberi ma di buon cuore, come Zi’ Nicandro che con i lupi ha instaurato un reciproco rispetto). C’è azione, c’è suspense, c’è amore, ci sono descrizioni minuziose e dettagliate che, per ci-tare Michael Pfeiffer, sembrano quadri dipinti con le parole. Insomma “Il Branco della Rosa Canina” è, e non lo dico in senso dispregiativo, un libro per tutte le età e che a tutti i suoi letto-ri ha da insegnare qualcosa; non fosse altro che a guardare il mondo che ci circonda con occhi diversi, più attenti e consapevoli. Una lettura irrinunciabile, consigliatissima sot-to tutti i punti di vista… una volta finito non potrete fare a meno di consigliarlo ai vostri a-mici e conoscenti!

Cristina Pezzica

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domenica 21 ottobre 2007

SULLE TRACCE DEI VIANDANTI, LUNGO L'ANTICA VIA VANDELLI

Il percorso parte dal parcheggio delle Piane di Mocogno, nei territori del Fri-gnano, sulle montagne modenesi. La quota di partenza è mt. 1300 slm. Di tracciato facile, inizialmente si presenta come una carrarec-cia di servizio ad alcune abitazioni, oggi abitate so-lo durante i giorni di festa. La strada sale decisa da prima attraverso la boscaglia, poi in una sorta di radura che nel periodo invernale si trasforma in una pista da sci. Attraverseremo infatti una pista facente parte degli impianti invernali del Monte Cantiere, la vetta più alta del luogo, punto di arrivo degli impianti. In questo punto avremo il bivio che ci porterà all'an-tica strada denominata Via Vandelli, che prende il nome dall'Ingegnere che nel '700 la progettò allo scopo di mettere in collegamento il Ducato di Mo-dena col Gran Ducato di Toscana. Vi sono ancora tracce dell'antica percorribilità fino alle porte della città di Sassuolo. Oggi è fondamentalmente usata dai locali che vi abitano nei pressi, dagli appassio-nati dei percorsi in mountain bike poco faticosi e dagli escursionisti in tutte le stagioni. Durante l'in-verno, quando si ha la fortuna che si ricopre di ne-ve, viene percorsa anche con gli sci nordici e con le slitte trainate dai cani. Per alcuni tratti è ancora ben evidente l'antico selciato in ciottoli che permet-teva la percorrenza alle carrozze e carri. In molti punti il panorama si presenta generoso, soprattutto sulla vetta più alta dell'Appennino settentrionale: il Monte Cimone, mt. 2210. Il tracciato dell'antica Via Vandelli si dirige verso sud-ovest con fare tranquillo e a volte un po' mono-tono. Sono fondamentalmente il panorama circo-stante e l'alternarsi dei vari ambienti (boschi di fag-gio che si alternano ad abetaie e pinete) a rendere

particolarmente interessante l'escursione. E' molto adatta, proprio per il suo tracciato, ad essere per-corsa con i propri cani anche quelli più esuberanti, che non si convincono che non sempre c'è la slitta da trainare! Ad un tratto ci sarà la possibilità, per chi ne sarà interessato, di salire sul Monte Cantiere e quindi poi rientrare alle Piane per un sentiero alternativo a quello percorso all'andata. Salendo alla vetta si attraverseranno delle spetta-colari praterie d'alta quota dove l'erba tipo grami-nacea crea morbidi cuscini che ricordano i lunghi crini dei cavalli. In alcune zone celano anche aree paludose nelle quali gli animali, soprattutto i selva-tici, vi si recano all'alba ed al tramonto, per abbeve-rarsi. A tarda primavera queste praterie si ricopro-no di bellissimi crochi violetti e bianchi. Questi luo-ghi sono ancora teatro degli antichi mestieri, come la pastorizia. Nell'umile ed antico villaggio sotto-stante, Serpiano, vive ancora una famiglia che conserva tutte le tradizioni che quotidianamente rinnova con il suo stile di vita. Oggi come una volta, sul nostro Appennino, c'è di nuovo una minaccia terribile per le greggi. Con e-stremo disappunto di chi qui ci vive e ci lavora con mestieri di "una volta", è riapparso il Lupo, questa volta però "protetto" da chi ha temuto per la sua e-stinzione e quindi rispettato e tollerato. Particolari legislazioni locali sono ben disposte a corrispondere contributi atti a realizzare strutture "difensive" per le greggi e pronte a rimborsare "danni" causati dalla presenza del Lupo. L'incontro con questo affascinante parente dei no-stri Siberian lo escluderei a priori (è difficile vederli, anche se non impossibile), più facile potrà essere d' incontrarne delle tracce.

NOTE TECNICHE e più dettagliate informazioni sul prossimo numero.

Barbara Stefanelli Guida Ambientale Escursionistica

GAE ER279 cell. 346.2125094; e-mail: [email protected]

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BLACK 1 luglio 1992 – 30 dic. 2006

A TE BLACK, CHE CI HAI DATO TANTO AFFETTO E GIOIA PER 14 ANNI E MEZZO. TI RICORDEREMO SEMPRE COSI', CHE GIOIOSO CORREVI IN MONTAGNA SUL TUO "COLLE DEI VENTI". ADESSO SPERIAMO CHE TU STIA CORRENDO ANCORA FELICE SU UN COLLE PIÙ VERDE ED INFINITO.

CON TANTO AMORE E TANTO AFFETTO TUO PAPY, MAMY E CRY

ARYSH 1 marzo 1996 – 11 febb. 2007

la mia vita è cambiata e il dolore che provo è immenso, però sono serena perchè il mio Arysh è stato trattato come un principe, non gli ho fatto mancare nulla e tutti i sacrifici li ho fatti con tanto amore e niente fatica. Lui mi ha regalato tanto ed io prima di an-darsene gli detto "grazie di tutto peloso mio". Il vuoto è grandissimo e il suo muso birichino mi segue ovunque.

Ciao Giovanna

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♥ Nati il 9 maggio 2007 (2m.+ 1f.) padre: Ch. Ankalyn ONE LIKE NO ONE madre: Ankalyn PRETTY GAIA

BIANCHI Nicoletta

Via Verdi 5 - 20013 MAGENTA MITel. 02 97290866 - Cell. 338 7610751

E-mail: [email protected]

♥ Nati il 9 aprile 2007 (3m.+ 3f.) padre: Utopialand U ARE THE TOP madre: CRY OUT NOTHING TO LOSE

♥ Nati il 19 aprile 2007 (4m.+ 1f.)

padre: Utopialand U ARE THE TOP madre: CRY OUT STORM WARNING

Allevamento CRY OUT 47032 BERTINORO (FC)

Cell. 335 8009158E-mail: [email protected] - www.cryout.it

♥ Nati il 7 aprile 2007 (2m.+ 2f.) padre: Ch. Highlander's DOUBLE DOWN madre: GPE Ayuka's ALMOST UNREAL

♥ Nati il 19 aprile 2007 (3m.+ 3f.)

padre: GPE SWEEPS DEL KARRACES madre: OUMIAK'S ARGENTA OASIS

AYUKA’S Kennel 87018 S.MARCO ARGENTANO (CS)Cell. 380 3097095 - www.ayukas.com

E-mail: [email protected]

♥ Nati il 5 maggio 2007 ( 5f. ) padre: Kristari's HIGHLIGHT'S IN KIKIN madre: DARK ANGEL

DI LEVA Martino Ivan

29013 CARPANETO PIACENTINO PCCell. 339 7831405

Aspiranti Soci Dall’art. 5 dello Statuto Sociale. ................. I nominativi di coloro che hanno richiesto di divenire Soci verranno pubblicati sul bollettino dell’ Associazione sotto la dizione “Aspiranti Soci”. Se entro due mesi dalla pubblicazione nessun socio esprime parere sfavorevole con lettera raccoman-data inviata al Presidente le persone, il cui nominativo é stato pubblicato, diventeranno automaticamente Soci effettivi. Qualora dovesse pervenire al Presidente parere negativo riguardo l’accettazione di un socio, la decisio-ne definitiva spetterà al Consiglio che, in caso di mancata accettazione della stessa, non é tenuto ad in-dicare i motivi della propria decisione.

BIANCHI NICOLETTA - FRANCIONI LORENZO - GABRIELE PATRICIA - GALEONE CRISTINA IUCOLANO ADRIANA - MANCINI DANIELA - MARE MONICA - MASCHIETTO PAOLO

STEFANI EVA - BUTERA MARIA GRAZIA - DI LEVA IVAN - FARNETI GIANCARLO MACRI’ ANTONIO – MORETTINI DANIELE - ORZATI FEDERICA – STEFANELLI BARBARA

STEGANI GIOVANNI - VERONESE ASJA – VIGANO’ SONIA ELISA

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By Cristina & Mariuccia

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# 1 – TROVA LE PAROLE Nella tabella qua sotto sono state disposte in verticale, orizzontale e trasversale delle lettere che compongono le parole riportate nel riquadro a destra. Sai rintracciarle tutte? Il “tema” di questa puntata è IL LUPO #2 – LABIRINTO Aiuta il Siberian Husky che si è perso a ritrovare il suo team!

# 3 – BARZELLETTE • Un mio amico ha due cani, due siberian huskies. Uno è bello, ma l’altro è veramente brutto. Insomma il

mio amico ha due cani, un husky bello e un husky fezza • Due siberian huskies si incontrano in un negozio di cibo per animali. Fatta amicizia, i due incominciano

a chiacchierare del più e del meno… “Senti, ma tu di solito cosa mangi?” chiede il primo. “Bah, perlopiù croccantini al salmone… e tu?” ribatte l’altro. “Io preferisco quelli al pollo!” “Ah… be’ ma lo sai che ho sentito dire che il pollo è esaurito?” Al che l’altro, esasperato: “Oh, no! La mucca è pazza, il pollo è esaurito… dove andremo a finire??”

CUCCIOLO TANA TIMBER WOLF SIRIO ZANNA BIANCA CARIBU’ LUPO ROSSO ULULATO BRANCO LICANTROPO CAPOBRANCO BETA

O P O R T N A C I L W

T I M B E R W O L F C

A X R P Y A L O O A A

L C A R I B U R S Z P

U L U P O R O S S O O

L Z O C P W C C A G B

U L Z O C S Z T S N R

B T R N W I I L E A A

L A X H S R O E E R N

A N Z N P I E L I B C

E A T E B O R H O E O

R E S T Z Y O H O R U

Z A N N A B I A N C A