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1DOMENICA11 OTTOBRE 2015

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ANNO XV - N° 31 - DOMENICA 11 OTTOBRE 2015

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Lunga è stata la diatriba tra il Sindaco “dissidente” e Tommaso Casillo. Un Sindaco scelto dalla sezione Angelo Vassallo, all’epo-ca con sede in via San Pietro, su suggerimento di Mim-mo Tuccillo, oggi Sindaco di Afragola, proprio contro Casillo che, in busta chiusa, aveva suggerito Mariano Russo o Giulio Russo o Enzo Cafarelli. Corsi e ricorsi storici direbbe Gian Battista Vico: già successe qualche anno prima: “abbiamo vinto: Giosuè De Rosa è un Sindaco cattolico popolare. Lo abbiamo scelto per sconfiggere i disegni laico socialisti di Tommaso Casil-lo”, mi dicevano i compagni di Rifondazione Comunista, diventati poi Sinistra Critica. Avete ed abbiamo visto come è andata a finire, sia con Giosuè che con Enzo Carfora, la “brava persona e serio professionista” che ha vinto proprio perché insieme ai suoi partners ha tenuto nascosto per tutta la sua campa-gna elettorale Tommaso Casillo.L’ex Senatore ha ribadito nella sua conferenza stampa, in stretto linguaggio afragolese: “a giarra si è dammata!”, facendo capire che proprio i rapporti tra i due, mai netti

e chiari, sono stati la causa principale della “cacciata” dal primo piano di Palazzo di Città del Sindaco che solo 4 anni prima, proprio lui, l’ex Senatore sosteneva che il merito della vittoria era dovuto alle capacità morali di Enzo Carfora.Rimaniamo a casa nostra: i consiglieri comunali vanno dal Notaio, firmano le dimissioni e ottengono un ordine di servizio di trasferimento del Sindaco di Casoria dalla poltrona del primo piano al divano di casa sua: “non in linea con Tommaso Casillo” è la motivazione che mi hanno confidato gli amici Capano, Cerbone, Boemio e altri e vanno a casa, invece, anche Del Prete, Marchetti, Marino e Cortese: “troppo filo Carfora”, dicevano i loro avversari politici; anche la politica si adegua ai tempi. Alle 19,10 di un piovoso giovedì di agosto il ritardo di alcuni di essi fece rinviare una seduta che aveva all’ordi-ne del giorno il bilancio, tanto caro al Sindaco e procu-rava tanti disagi.

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RAZZA PADRONACOSA C’E’ DIETRO LA POLITICA?


SEGUE DA PAG. 3

Ho visto nascere la polemica tra Carfora e Casillo, tra gli apini dissidenti e l’ex Senatore, tra i democrat che stanno con Carfora e quelli del gruppo consiliare, tra quelli favorevoli a rimanere in consiglio comunale e quelli che capirono che questa esperienza politica era finita da tempo.Quella volta, ad agosto, hanno addirittura disertato il Consiglio Comunale. Sembrava vero per davvero. Era, ancora una volta, tutto un recito, tutto un finto. Sarebbe stato preferibile argomentare i motivi della polemica in maniera meno capziosa e con enunciazioni più chiare. Quando si argomenta su mancanza di numero legale o di dimissioni davanti un Notaio è difficile trovare con-sensi. La gente, che non sa dell’Amministrazione Comu-nale, è portata a fare facile ironia contro questi gestori di milioni di euro delle casse comunali e cittadine. Va, ogni tanto ricordato, che l’Ente Comune è il polmone finan-ziario dell’Azienda più grande di questa Città. Il Consiglio Comunale che ha funzioni di ispezione e di controllo dovrebbe tutelare anche i diritti dei più deboli, cioè di quei cittadini che non sono assistiti dalla sorte o che non hanno rapporti di amicizie, parentele, fidan-zamenti con consiglieri comunali o assessori ed hanno, invece, i problemi dei metalmeccanici o degli impiegati di basso reddito. La politica affascina i suoi attori, ma dietro questi personaggi celebrati dal voto devono rappresentare, per delega popolare e per il giuramento di servizio fatto al momento dell’insediamento, gli sfruttati e i diseredati e non solo, ma anche studenti e professionisti.Ha ragione l’opposizione. Sbagliano, però, gli ex democristiani seduti nei banchi della minoranza quando dimenticano che anche loro, con il proprio comportamento politico ed amministrati-vo, con il loro passato, con le loro alleanze e con le loro coalizioni, hanno contribuito a creare il dissesto. In una democrazia è importante il ruolo dell’opposizione: la denuncia salvaguarda i diritti del popolo. Bisogna continuamente battersi contro i superpagamenti dei tecnici chiamati dall’esterno, contro le costruzioni abusive, contro gli sperperi.Se oggi la Città di Casoria è sull’orlo del crac, la colpa non è certo solo di Vincenzo Carfora e di Tommaso Casillo o solo dei dirigenti, da tanti ritenuti inetti; lo è anche per l’ingordigia di chi ha gestito la cosa pubblica negli ultimi trenta anni, e per l’incapacità di recepire nozioni elementari di economia. Troppo facile giustifi-carsi, dicendo: è il sistema.Polizio è da trentadue anni acerrimo nemico di Casillo. Le dimissioni dei consiglieri comunali è legata a ragioni profonde e lontane: la sfiducia verso l’uomo; la richiesta, inascoltata, di avere voce in capitolo; le continue prese in giro. Polizio non stima Casillo e vorrebbe abbatterlo. Non riesce, purtroppo per lui, a trovare alleati. Vorrebbe creare l’alternativa democratica alla coalizione che sta allestendo Casillo con le forze di centro e cioè

Udc, Pd, Forza Italia, Ncd, Fratelli d’Italia. Tenendo fuori Sinistra Critica e M5S. Il Sindaco di questa alternativa democratica è da ricer-care ed anche difficile da trovare. Nel mentre si pensa al futuro ritorna in mente il passato. Al momento dell’in-vestitura, appena eletto, Carfora disse a Casillo: “da oggi farò gli interessi della mia Città”. Non sapeva che non aveva il carattere per mantenere fede a quell’impegno. Ha dovuto constatare che è duro mantenere gli impegni, dichiarando nel suo comunicato che consiglieri comu-nali hanno ricevuto premi per se stessi, i loro amici, parenti, nipoti e fidanzate.Dove erano gli altri? Dove erano gli oppositori? Oggi la soluzione non è facile: le coalizioni politiche che si scanneranno per impossessarsi di un’Azienda che ha seri e gravi problemi sia economici che organizzativi sono svuotate di potere e popolate da tanti delatori.Casillo, adesso, tenterà di allearsi con nuovi compagni e bisogna riconoscergli una verve trasformistica. Ha ammansito i politici nemici, ha accontentato critici una volta pilotati, chiede la simpatia ad alcuni rivali. Per salvarsi il neo consigliere regionale ed arrivare all’ap-puntamento elettorale delle amministrative in prima-vera, ha bisogno di approntare un progetto nuovo per il Comune. Dovrà presentarsi ad un’altra sua ultima occasione. Se perde (gli è successo una volta sola, in ballottaggio con-tro Stefano Ferrara, quello che gli gridò: “posa la tessera d’identità e vai via da Casoria”, causa una fronda interna capeggiata, allora, dal ragazzo, oggi a lui più fedele, e da altri, a quell’epoca, a lui molto fedeli), e con lui i ribal-tonisti uscenti, potrà sempre fare solo ed unicamente il consigliere regionale.Piacerebbe, invece, a noi di questa testata conoscere la posizione di Casillo e del suo gruppo su Casoria Am-biente e sullo strano disegno delle aree dismesse; ci piacerebbe che in una conferenza stampa, ci raccontasse chi le ha comprate e perché.Un’altra curiosità: passando per via San Mauro sal-ta all’occhio lo stato di abbandono del palazzo dove è vissuto il Cardinale Alfonso Castaldo, diventato, poi, Arcivescovo di Napoli. Cosa ne avverrà? Casillo che ne pensa? Spieghiamo ai guelfi e ghibellini casoriani che non è con le alleanze o le guerre fratricide che la Città troverà il suo decollo. Servono uomini veri e programmi seri.Non vi ho parlato della camorra? Avete ragione: è il vero cancro che attanaglia Casoria e dintorni. C’è ma non si vede. Colletti bianchi coprono la cupola blindandola. Sono impegnati nell’alta finanza, nell’edilizia e nei servi-zi. La micro delinquenza gli appartiene.Un consiglio: Proiettate nelle sale delle scuole o nelle sagrestie di questa Città il bellissimo film di Roberto Faenza “Sotto il Sole”. Parla di Don Puglisi.“Fate il vostro dovere e non abbiate paura” dice il Papa venuto da un Paese tanto lontano.Buona domenica a tutti.


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ASSASSINI DELLA POLITICA“Allora Andrea, ci vediamo oggi, c’è il direttivo”. Dopo i tanti flop che attanaglia-no la politica casoriana, il gran capo Casillo ha chiamato a raccolta i suoi, attraverso una riunione – fiume trasformata in conferenza stampa, vista la presenza dei direttori delle testate casoriane più il Mattino e il Roma, per fare il punto dello sfacelo.C’erano pochi volti tesi: c’erano consiglieri con sorriso stampato in volto che ostentavano sicurez-za, altri convinti di avere tutto sotto controllo, chi, invece, affranto, deluso e rassegnato. Ah, dimenticavo, c’era in biblioteca un altro ex Sindaco, Franco De Luca, a cui veniva ricordato dal sottoscritto, dopo averlo fatto con un articolo al primo numero dopo la pausa estiva di questa testata, come venne crocifisso nel 1993.A chi rivolgermi per una analisi politica dello status quo casoriano. Chiedevo in giro. Alcuni amici mi hanno indicato Tommaso Girasole, il quale prese le distanze da Tommaso Casillo e messosi sotto l’ombrello protettore del più votato dei democrat, sempre Casillo è ma Mario, risulta, qui a Casoria, come persona a conoscenza di fatti e di persone anche di quelli che hanno lavorato per conto di.Ci vado, i nostri rapporti sono un po’ freddi. Provo-candolo sulla situazione aberrante in cui versa Casoria a causa dell’immobilismo dell’amministrazione final-

mente andata a casa, l’ex socialista oggi democrat ci fa capire che nella politica si vive una situazione ano-mala. Non si riesce a stare insieme né per affinità né per convenienza. Nelle maggioranze varia-bili di Casoria è ancora in atto la fase della riflessio-ne e degli ammiccamenti, senza sapere e capire che chi muove i fili il matri-monio lo ha già consuma-to ed ha anche ritirato le buste degli invitati (per buste intendiamo i con-sensi elettorali non certo il vile danaro anche se, poi, i contributi economi-ci di imprenditori interes-sati, quelli, non mancano mai).Quella di Girasole è una sintesi della situazione

politica di Casoria ma non può sollevare una città dal baratro.E’ un sistema completamente cristallizzato quello politico a Casoria, dove abbondano i pensieri corti e la precarietà delle scelte quotidiane del tutto slegate da una più ampia programmazione di interventi. E Casoria resta inerme col peso delle sue carenze e delle sue connivenze. Assassini della politica è il titolo del pezzo. Nessuno si senta offeso ma nessuno si senta escluso.“L’uomo inizia a morire quando le sue voci non can-tano, quando le sue strade si riempiono di vergogna, quando sceglie una vita di fuga”. “L’uomo muore quan-do si afferma l’oblio”. (Vincent Feliu).

Le storie di palazzo


Vi avevo promesso il seguito della punta-ta, ed eccoci qua. Il PD è arrivato nuova-mente puntuale con un comunicato stam-pa, che nel primo capoverso recita così:“Sul Mattino del 01/10/2015 abbiamo avuto notizia di una conferenza stampa di Tommaso Casillo infarcita di falsità, finalizzata ad autocelebrarsi, a dichiarare la sua estraneità alla cacciata del sindaco Carfora e infine ad attaccare come al solito il PD, che in questi anni è stato il partito che più si è contrapposto al malaffare e al familismo, che hanno costituito una costan-te nel modo di gestire la cosa pubblica nell’era Casillo.” Pura poesia e dolce melodia che risuona nelle orecchie di chi ascolta. L’accusa è quella di aver favorito atteggiamenti di fami-lismo in materia di alcuni concorsi “gestiti” (dicono) dall’ex senatore. Ma il PD non si fa mancare niente e dopo l’attacco passa alla difesa preventiva in una sorta di eventuale botta e risposta immaginario. Dopo aver con-sultato quindi la palla di cristallo, ironizzano sulla loro cattiveria, ma insomma le maldicenze non fanno mica bene, basta parlar male delle persone per bene… classe politica di alto livello… chi, cosa, come, dove? Classe politica di alto livello, sa un po’ più di ossimoro, in Italia anche il retaggio culturale e sociale degli ultimi anni denota una contraddizione in questo modo di dire.E allora rincariamo la dose e mettiamo i puntini sulle i. Il partito è uno e si discosta da personaggi legati al clientelismo e a pratiche dall’uso politico di dubbia am-biguità. Niente, l’ex Senatore proprio non scende giù per la gola, neanche con un poco di zucchero. Anzi, dopo aver fatto un breve sunto del suo cv spiegano e conclu-dono che in fin dei conti “sarà soprattutto ricordato per aver forgiato e foraggiato un ceto politico inefficiente e servile e per mancanza di una visione politica capace di

dare un minimo di sviluppo e normalità alla nostra città.”Un PD ferito e deluso, schierato contro un cognome che a Casoria nel bene o nel male è risuonato spesso dalle e sulle bocche di tutti, di politici e politicanti, nei corridoi del Comune. Giustizialismo per le colpe commesse in merito a falsi in bilanci e paladini della verità si augura-no che chi deve pagare, lo faccia di tasca propria. A questo punto, dopo essersi sfogati ed es-sersi tolti i sassolini dal partito, il comuni-

cato si chiude con un appello al commissario prefettizio, per bloccare l’espletamento dei concorsi, vista la compo-sizione familistica degli ammessi. Il PD di Casoria riba-disce la sua ferma opposizione a queste forze politiche e a queste politiche, che hanno ridotto la nostra città in condizioni pietose e invita tutte le forze sane della città ad unirsi in un progetto di cambiamento.A questo punto io mi permetterei di fare solo una riflessione: pochi sanno che la comunicazione è una cosa seria, rifletteteci… in base a come diciamo la stessa identica frase possiamo ottenere reazioni addirittura contrarie. Realizzare comunicati stampa o conferenze stampa per “inciuciare, diffamare, e parlar male” è sem-pre un po’ troppo semplice. La critica, finchè è costrut-tiva è positiva, ma a questa deve seguire uno spirito propositivo. Ho la nausea della parola cambiamento (ormai violentata e sballottolata a destra e a manca) sen-za essere seguita dai due punti di spiegazione. Spiegateci il modo per effettuare il cambiamento. Parlare facendo aleggiare nell’aere idee generiche e critiche non vi sem-bra un po’ riduttivo?!Partiti, forse è il caso che vi prendete in parola tutti e iniziate a far fare le valigie a qualcuno!Buona domenica. Andate in pace!

VALERIA POSTIGLIONE

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Ci è stato riferito che sia Casillo che Carfora non gradi-scono certe irriverenti valutazioni, che di tanto in tanto sono costretti a fare sia palla avvalenata che i giovani cronisti di questa Città, sulle loro quotidiane disattenzio-ni. Ed oggi che, finalmente, sono a casa ed in una manie-ra inaspettata: dimissioni dal Notaio, accuse infamanti che si fanno l’uno contro l’altro oltre, poi, cosa ancora più grave, sia le sentenze della Corte dei Conti che le continue denuncie formulate dai loro avversari, solo ora conviene fare ai due ed alle loro “corti dei miracoli”

qualche quesito.Il primo formulato è: il non mantenere le promesse programmatiche fatte in campagna elettorale è da considerarsi reato? L’altro quesito è: al consigliere comunale eletto in un partito, con i voti determinanti dei non eletti, è con-sentito cambiare casacca e coalizione senza incorrere nemmeno in una censura morale?Questi avvenimenti intiepidiscono la nostra voglia di lotta e ci spingono ad abbandonarci all’inebriante ozio

che ringiovanisce il corpo e la mente, magari sdraiati al bordo vasca della piscina Ammott o sulla sabbia di Stella del Mare a Lido di Licola.Perché continuare a stimolare e a pungolare Casillo, Carfora e l’armata brancaleone di assessori e consiglieri comunali, che non sono frutto di nostri errori, ma rap-presentano il prodotto della certificata pigrizia di un po-polo, che gode nel farsi offendere. Ma quello che è peggio è che, sempre questo popolo, è pronto a sbragarsi ancora per l’ultima e ben congegnata favola, raccontata senza

pudore e senza vergogna, dal furbastro di turno. Il primo problema da superare rimane l’ex Sindaco, quello da poco “cacciato” dalla sua stanza del primo piano di piazza Cirillo, il quale avrebbe fatto meglio a dare prima le dimissioni per sgomberare il campo da inutili presenze. Ritorneremo sulla questione dimissioni con costanza, certi di assistere, da parte di entrambi e dei loro compagni e compagne, ad un onesto atto di autocritica. Una nuova amministrazione avrebbe come primo e rapido traguardo il ritorno alla nor-malità che racchiudiamo in tre capitoli: via-bilità, rifiuti urbani e micro delinquenza. Il traffico in alcuni punti della Città (vedi, per esempio, via Vittorio Emanuele) non ha alcuna prospettiva di soluzione. La micro delinquenza può essere controllata dal corpo degli Agenti di Polizia Municipale, bastereb-

be dare loro le possibilità e dotarlo di congegni moderni.In questa prospettiva perché non esaminare la possibilità dell’istituzione dei Vigili di Quartiere con un controllo costante degli Uffici Postali per difendere i pensionati ed i cittadini dalle frequenti rapine?I rifiuti solidi urbani saranno l’argomento tormentato dei prossimi anni causa una Società, Casoria Ambiente, nata da una progettualità superficiale e raccogliticcia. E’ nostro intendimento elaborare proposte per disegnare una Città moderna.

L’intervento di Giuseppe Migliore

IL PRESENTE NON CI APPARTIENE


Dopo quattro anni di fatica e attesa da parte di tutti noi cittadini casoriani finalmente arrivano i risultati della bonifica operata nelle terre del Cantariello, dove dal 2001 esisteva la famosa discarica che ha straziato per molto tempo il territorio di Casoria. Sabato 3 ottobre si è tenuta una conferenza stampa, proprio in uno dei territori della ex discarica, detenuta dai Comitati che si sono occupati del Cantariello e lo scopo di tale riunio-ne è stato quello di comunicare a tutti noi cittadini la raggiunta bonifica della zona. Si tratta delle terre attor-no ai centri commerciali Ikea e Leroy Merlin, adiacenti al multisala Uci Cinemas, che hanno subito per molto tempo il massacro dei rifiuti e dell’inquinamento, ricoperte di sacchetti di ogni genere e abbandonate alla disperazione, finalmente queste terre oggi rinascono grazie all’impegno e alla determinazione di chi ha por-tato avanti tale progetto. Questo strazio terribile risale al 2001, ben quindici anni fa quando la zona del Canta-riello, nata come sito di stoccaggio, fu trasformata in una discarica per volere di chi all’epoca deteneva il controllo dell’emergenza rifiuti. Da quel momento questo territorio è diventato scarico di sostanze di ogni tipo e ha perso ogni

dignità e ogni forma di rispetto per se stesso. Sono stati 15 anni di vergogna per la nostra città e per noi casoriani, che pur risentendo questo disagio abbiamo contribuito in par-te a tale situazione gettando rifiuti ingombranti in questa zona anziché usare il servizio di Casoria Ambiente. Final-mente oggi dopo anni di sofferenza queste terre ricomin-

ciano a respirare aria pulita e non rappresentano più l’orrore della nostra città, ma più che altro una risorsa per il futuro. Ci sono voluti quattro anni di lavoro e di manutenzione per smistare le 9 tonnella-te di immondizia presenti nella zona, che sono state esportate in altri luoghi appositi e analizzate per costatare la tossicità. Sicuramente questi 15 anni di orrore non saranno spazzati via in un secondo, ci sono conseguenze che purtroppo nessuno può evitare e tutti noi sappiamo bene quante malattie possono nascere dall’inquinamento e dalla tossicità del territorio. Oggi però restituire questa zona alla comunità significa aver vinto contro la corruzione e contro lo smaltimento illecito di rifiuti nella nostra zona, significa aver dato giustizia a chi è morto a causa di questo terribile cancro e aver finalmente scardinato quel cumulo di spazzatura che per anni ci ha soffocato.

CARMEN PALUMBO

EX DISCARICA CANTARIELLO: FINALMENTE ARRIVANO I RISULTATI DELLA BONIFICA!


“Guagliò, ‘tu si piccerillo e nun ‘o può sapè! Ma ‘cca ‘ na vota ‘ce stevano sulo terre” mi dice un signore sul-la sessantina mentre cerco ulteriori informazioni per impreziosire il mio articolo sulla periferia casoriana, in particolar modo quella della zona del Parco Sie. Chiara-mente non ho scritto in un napoletano impeccabile, ma spero che il concetto sia arrivato. In effetti qui, poco più di 20 anni fa, tutti questi palazzi che oggi svettano nel cielo casoriano non c’erano. Poi si è arrivati a una rapida urbanizzazione che ha por-

tato ad una consistente popolazione del territorio. Quando si dice che a Casoria sono pochi i casoriani, in effetti, è vero: ad esempio con le nuove costruzioni sono arrivate persone originarie dei comuni limitrofi, ma non solo. Un fenomeno che ha permesso alla nostra città di scalare la classifica di quelle più popolose in Campania, fino ad attestarsi alla sesta posizione nella speciale classifica delle città più popolate della nostra regione, con una densità per kmq spaventosa (parliamo di una cifra vicino alle 6945,48 per kmq). Sì, in soldoni signi-fica che per ogni kmq, trove-rete 6945 persone: “meglio” solo Napoli con 8434, Portici con 12000 e San Giorgio a Cremano con 11.000.

Ritornando alla nostra peri-feria, invece, come dicevo un tempo non era così popolata. I pochi spazi liberi presenti fino a poco tempo fa stanno

lasciando il posto a nuove strutture. Il tan-to chiacchierato (e criticato, aggiungerei) progetto del “Parco delle Arti” che sicura-mente avrete sentito nominare, dovrebbe/doveva/dovrà sorgere qui, a pochi passi dalla chiesa di San Giustino de Jacobis.A pochi passi dalla chiesa di San Giusti-

no de Jacobis c’è la “nuova” Villa Cimarosa, uno spazio sicuramente ben curato, nonché un ottimo servizio per la cittadinanza. Ma a confinare con questo spazio troviamo qualcosa di realmente indegno: rottami, spazzatura e cianfrusaglie varie “sostano” regolarmente nei pressi della struttu-ra. Una cosa decisamente negativa, non solo dal punto di vista “estetico”, ma anche dal punto di vista pratico. Arrivarono poco tempo fa in redazione, ad esempio, delle segnalazioni di alcune mamme preoccupate, perché

sotto tali rottami potrebbero annidarsi animali pericolosi, cosa che nei pressi di una villa fre-quentata dai bambini non ci sembra proprio il massimo. Ed è strano constatare come le autorità preposte al controllo non facciano assolutamente nulla. E’ un punto che, poi, dovrebbero senza alcun tipo di dubbio notare, dato che il venerdì c’è il mercato rionale pro-prio in quelle zone.

Le altre problematiche hanno martoriato la zona sono la scarsa illuminazione e la totale mancanza di un servizio di trasporti pubbli-co. Un tempo, infatti, era presente in zona l’M22N: una volta cancellato, gli abitanti del

posto sono rimasti senza un collegamento pratico verso le altre zone della città. E chiaramente il pensiero va alle persone più anziane, ma non solo. Fortunatamente nell’ultimo periodo con l’avvento della navetta, quest’ul-timo problema sembra risolto, anche se sarebbe piacevole una “comunicazione” maggiore per evitare lunghe attese alla fermata.

DOMENICO BORRIELLO

Passato e Presente, benvenuti in Periferia


Le strade di Casoria sono un disastro: fossi, erbacce e rifiuti deturpano il decoro della città causando il mal-contento generale dei cittadini.Che si tratti delle vie principali o di quelle situate più in periferia, il nostro giornale diverse volte ha denunciato la precaria (ed in alcuni casi, inesistente) manutenzione del manto stradale, ma ad oggi dobbiamo amaramente riscontrare che purtroppo ben poco è stato fatto per porre rimedio a questa imbarazzante condizione di declino ed incuriaVia Giovanni Amato, strada malridotta, già oggetto di attenzione da parte nostra, nonostante le continue lamentele dei residenti continua a versare in una condi-zione di abbandono.Il manto stradale della suddetta via, come mostrano le foto che abbiamo scattato, è completamente rattoppato.

È palesemente evidente che la manutenzione estempo-ranea fatta con asfalto, che alla prima pioggia viene via lasciando sul terreno voragini pericolose non solo per le sospensioni delle auto, ma anche per i pedoni che si trovano a percorrere la strada, non è il giusto rimedio. Le soluzioni tampone possono essere utilizzate in casi di urgenza, ma non possono diventare la prassi abituale. Occorre riasfaltare l’intera via per migliorarne la viabi-lità, c’è poco da ragionarci su, ma evidentemente chi di competenza non ha né il tempo né la voglia di pensarci.

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Tra la lunga Via J.F. Kennedy e la sempre trafficata Via G. Carducci, c’è la “dimenticata” Via G. Verga. Scelgo tale parola perché sembra essere una strada di impor-tanza inferiore per le istituzioni in quanto, da anni, vive nella sporcizia e nel pericolo con le immancabili strade dissestate e i divieti di sosta non rispettati che compor-tano una continua congestione di traffico e l’impossibi-lità di accedere al parcheggio sotterraneo. Via Giovanni Verga è essenzialmente una strada residenziale che la-scia spazio a pochi negozi (tra cui spicca la fioreria) ed una officina oramai dismessa da anni. Avendo avuto modo di parlare con i residenti di tale zona ho potuto constatare quanto siano gravi i proble-mi che ogni giorno devono affrontare sia i residenti che i commercianti. “Per il parcheggio è sempre un dramma, delle volte prefe-risco non uscire per non spostare la macchina e rischiare di non trovare posto al ritorno. Per quanto riguarda la pulizia della strada, a volte que-sta strada la dimenticano proprio. E’ sempre sporca. Per non parlare poi del problema delle buche. Qualche

anno fa fecero dei rattoppi, ma il problema permane. Quando esco con il passeggino ci vado sempre dentro con le ruote!”. Così si lamenta la residente da me intervistata. Altri problemi invece fanno riferimento alla sicurezza. In-fatti, continua la donna: “Circa un anno fa fecero una rapina ad una ragazza di fronte casa mia. Io ero fuori al palazzo, stavo per uscire. Erano le 20:40 circa, lei tor-nava da lavoro ed un ragazzo le prese la borsa ed iniziò a correre. Lei, aiutata da altre persone per strada, lo inseguì e riu-scirono a fermarlo e riprese la sua borsa. Inoltre ricordo che qualche anno fa fecero una rapina anche alla fioreria qua accanto.”Insomma, un insieme di problemi a cui, come ogni domenica, cerchiamo di portare alla luce attraverso la voce dei cittadini il cui unico desiderio è di vivere in sicurezza e di avere i servizi che spettano loro in quan-to contribuenti. Speriamo, ancora una volta, che tutto ciò possa essere ascoltato dalle istituzioni e che possano porre rimedio il più presto possibile.

ANTONIO RUSSO

Tra Carducci e Kennedy: la dimenticata via Verga


Sono trascorse meno di ventiquattro ore dal fi-schio finale di Rizzoli in Milan-Napoli 0-4. Un successo che porta il Na-poli di Sarri nella storia, dal 1926 mai gli azzurri avevano inflitto una gole-ada così netta a San Siro ad una delle due milanesi. Non è un successo frutto delle individualità, di episodi favorevoli come per esempio quelli che hanno spianato la stra-da alla Fiorentina nel 4-1 che ha spezzato le ali dell’Inter. Il Napoli a Milano ha fatto tutto in maniera brillante: la fase difen-siva, le ripartenze, il possesso palla e la fi-nalizzazione perché la maggior parte delle oc-casioni prodotte sono state concretizzate. Il Milan è sceso in campo con un atteggiamento spavaldo, Mihajlovic puntava ad ottenere la superiori-tà numerica sulla mediana per schiacciare il Napoli e far male soprattutto tra le linee con il trequartista Bonaventu-ra. Nel primo tempo i rossoneri ci sono anche riusciti, la gara è stata equilibrata, il Napoli ha sfruttato in maniera cinica un errore di Zapata in fase d’impostazione ma ha saputo soprattutto soffrire concedendo poco all’avversario nonostante il baricentro basso in alcuni frangenti. Il Milan è apparso sbilanciato, un centrocampo senza interditori ha prestato il campo alle ripartenze degli azzurri soprattutto dopo la rete del 2-0, quando inevitabilmente si sono aperte le praterie nella metà campo rossonera. Le giocate di In-signe e Higuain hanno fatto la differenza ma il trionfo del “Meazza” è frutto del lavoro, non delle giocate dei singoli. Il poker di Milano è un manifesto culturale, Maurizio Sar-ri è stato accolto a Napoli con legittimo scetticismo a causa del suo curriculum non abituato alle grandi piazze. I dubbi iniziali erano comprensibili ma il processo di venti giorni fa era la classica espressione di una piazza senza equili-brio, afflitta da una presunzione isterica e immotivata. Il termometro dei sentimenti è così variabile che ora si passa dalla lotta salvezza ai sogni scudetto con Sarri che passa dal ruolo di capro espiatorio a quello di maestro di calcio.

Il 4-0 di San Siro consa-cra anche le vittorie pre-cedenti, la striscia posi-tiva di otto partite senza sconfitte perché il Milan è stato annichilito con la proposta di calcio che predica Sarri. Sulla scia dell’entusiasmo nella ri-presa il Napoli ha espresso un gioco armonioso fatto

di cura dei dettagli, in-tensità, movimenti sen-za palla, interscambi, l’unico aspetto in cui si può ancora migliorare è la cattiveria nell’attacco alla porta avversaria, aspetto che portereb-be il Napoli a segnare più reti dai cross dal fondo. Tutto ad uno, massimo due tocchi, un moto perpetuo che produceva una sinfonia incisiva, costante che mandava in visibilio la torcida napoletana a Milano. E’ l’attenzione

al particolare che fa la differenza, il lavoro paga sempre, bisogna solo saper aspettare. Nella ripresa era evidente l’applicazione dei concetti trasmessi a Dimaro, nelle sedute in cui è stato dedicato tantissimo tempo alla linea difensi-va. Il gruppo ha sposato la fatica, ha scelto di inseguire le idee di Sarri anche nei momenti più difficili e ciò è dovuto all’empatia creatasi tra l’allenatore e la squadra con un in-termediario fondamentale: Pepe Reina, il “lider maximo” di questo gruppo. Basta riflettere sulla prestazione di Fa-ouzi Ghoulam e Kalidou Koulibaly per capire che i risul-tati del lavoro di Sarri stanno andando oltre le più rosee aspettative. Parliamo di due giocatori messi sul mercato, il Napoli era disposto a cederli in caso di offerta soddisfa-cente per inseguire Vrsajiko e Maksimovic. Le trattative con il Bayer Leverkusen e il Norwich City per Koulibaly e con l’Inter e il Paris Saint Germain per Ghoulam erano concrete, le proposte economiche non hanno soddisfatto il Napoli che, però, non ha mai respinto con decisione l’i-dea di cedere entrambi. Ghoulam ha vinto quattro duelli aerei, non ha mai concesso il fondo agli esterni rossoneri, ha dimostrato grandi progressi nel lavoro difensivo tanto che quando Koulibaly attaccava Cerci l’algerino scalava sul centro-sinistra dell’area di rigore. CONTINUA A PAG. 19

CIRO TROISE

il poker di Milano è un manifesto culturale: quando il lavoro spazza via i pregiudizi…

Il successo di San Siro non è frutto delle prodezze

delle individualità ma del lavoro del gruppo che ha sposato le idee di Sarri


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SEGUE DA PAG. 17

Bacca e Luiz Adriano sono i giocatori del Milan rimasti in campo per tutta la gara che hanno toccato meno palloni, rispettivamente trentadue e trentasette. Questo dato foto-grafa la splendida applicazione della fase difensiva da parte del Napoli. Ora bisogna continuare sulla strada intrapresa, tenere il livello della concentrazione altissimo nonostante la sosta mentre la società deve già muoversi per il merca-to di gennaio. Questo gruppo sui tre fronti ha alla lunga può far fatica, servono come il pane alternative ad Allan e Koulibaly: un centrocampista completo e un difensore di passo rapido. Le statistiche dell’ex Udinese riguardo alla gara di ieri sono impressionanti, non tanto nella fase d’interdizione ma in quella di costruzione. Riguardo alla precisione dei passaggi, ha raggiunto una percentuale del 94,7%, la più alta tra i calciatori che hanno disputato l’in-tera partita. Il brasiliano ha superato anche Jorginho che ha toccato ventidue palloni in più (94 contro i 72 di Allan)

ma si è fermato ad una percentuale dell’89,5%. “Ora che potresti lavorare, vanno via dieci-dodici giocatori con le Nazionali, sto cercando d’abituarmi”, parlava così ieri Sarri in conferenza stampa. Mister, l’adattamento alle vertigini della piazza importante sta procedendo alla grande, non bisogna più fermarsi.

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Quanti nostri amici lettori avranno visto il personaggio di Gigi in diversi film e interpretazioni teatrali ed hanno vo-glia di saperne di più. Simpatico, camaleontico e spumeg-giante fanno di “Attrice” un attore coinvolgente nel mondo cinematografico. Quando hai approcciato con il cinema e quali sono i tuoi pensieri per immedesimarsi in un personaggio teatrale o cinematografico? << Io sono Napoletano è dopo aver studiato e imparato tante tecniche dai laboratori teatrali, il mio studio è stato quello di praticare e varcare il palcoscenico e vivendo il set, e penso bisogna essere imperfetti per comprendere un ruolo, e penso che solo sul palco siamo reali e nella vita tutti attori –afferma Gigi- attraversando un’infanzia difficile ha fatto si che il mio talento lo sfoggiassi sulle tavole esternando il sentimento per questa mia passione innata, collezionando molte soddisfazioni>>. Quali sono i film che hai fatto e i tuoi grandi premi? << Ho collaborato con Vincenzo Salemme nei film “E fuori Nevica, Ho visto le stelle” e l’hanno prossimo uscirà un altro preparandoci alla visione de “Come liberarsi della propria ex” e mi vedrete anche collaborare con Alessandro Siani nel prossimo lavoro dal titolo “Troppo Napoletano” e ancora re-duce di “Bagnoli jingle” il film molto discusso, portandomi tanta fortuna con Antonio Casagrande, vincendo il Premio della Critica del Festival del Cinema di Venezia>>.

Attesissimi preamboli, e a voi la scoperta di questo grande talento a breve con nuove informazioni per voi fedelissimi.

IDA PICCOLO

GIGI ATTRICE


Come e quando inizia la tua carriera artistica? Quando hai capito che la tua passione sarebbe diventato un lavo-ro?La mia passione nasce all’età di 6 anni. Guardavo affasci-nato un programma in televisione che conduceva Fiorello «karaoke» infatti il mio primo regalo è stato un karaoke, così da bambino per gioco ho iniziato ad incidere insieme a mia sorella Laura le prime cassette che poi facevamo ascoltare in famiglia. Crescendo ho iniziato a prendere parte ad alcuni spettacoli studenteschi, ad alcuni laboratori teatrali e musicali sovven-zionati e riconosciuti dalla Regione Campania. Un giorno ero per strada avevo 15 anni, mi diedero un volantino dove c’era scritto “maestro Marcello Ferraresi impartisce lezioni di canto lirico e moderno”, vi era segnato un numero che io decisi di chiamare. Presi un appuntamento, lui mi fece can-tare e poi mi disse “bene ti accetto tra i miei allievi e puoi frequentare la mia scuola”. Per poterne prendere parte però bisognava pagare una somma mensile che era troppo alta per la mia giovane età, lui mi guardò e disse tu meriti e non mi fece pagare tutta la retta. “Il canto deve essere un impegno, io credo nelle tue potenzia-lità un giorno mi darai grandi soddisfazioni” queste furono le sue parole. Così non solo conobbi un grande maestro di vita, ma un grande uomo che ancora oggi dopo la sua scom-parsa ricordo con affetto. All` età di 18 anni presi parte ai casting di Amici di Maria De Filippi dove superati i vari pro-vini sono riuscito ad arrivare in prima puntata. Nonostante questa fosse stata solo una breve esperienza in me nacque la consapevolezza che questa mia passione un giorno sarebbe potuto diventare un lavoro.Sei sia un cantante che un attore ti senti più cantante o più attore? Senza nessuna presunzione mi sento un po’ l’uno e un po’ l’altro. Potrei definirmi un cantattore...in quanto credo che un cantante debba essere soprattutto un interprete. In am-bito teatrale amo il fatto di poter indossare costumi, inter-pretare e dar vita a nuovi personaggi, anche se gli stessi sono talvolta lontani dal tuo modo di essere. Che dire la musica è il mio amore ma il teatro è sicuramente la mia amante.

Un personaggio a cui ti sei ispirato in questo “magico” mondo dello spettacolo? Sicuramente Massimo Ranieri ed Eduardo De Crescenzo sono stati i miei miti artistici. Di Massimo Ranieri ho sem-pre ammirato la sua carica esplosiva, la sua teatralità. Del maestro De Crescenzo la sensibilità, le fioriture che hanno reso celebre la nostra terra nel mondo.Ultimamente sei stato interprete di uno spettacolo all’in-terno del Maschio Angioino di Napoli. Quali sono state le tue emozioni?È stato magnifico, un’emozione indescrivibile. Il castello del Maschio Angioino pieno di persone che sono venute a soste-nermi e sono stato onorato che il sindaco Luigi de Magistris non solo è intervenuto al mio spettacolo ma ha pubblicamen-te detto che si è divertito tantissimo. Non mi aspettavo tutto questo affetto il calore. Io sono giovane e per me era una grossa responsabilità far parte di una rassegna così impor-tante come quella di “Estate a Napoli”.Un’emozione della tua carriera che porti dentro?Non vorrei sembrare retorico ma ogni volta che salgo sul pal-co per cantare o per recitare è un’emozione. E’ un ricordo che poi mi porto dentro. Un emozione forte è stato il musical quartieri spagnoli. In primo luogo perchè ho avuto il mio primo contratto da professionista e ho lavorato con un per-sonaggio del calibro di Gianfranco Gallo e un ottima compa-gnia teatrale. In secondo perchè Quartieri Spagnoli porta il nome del posto in cui io sono nato e vivo.Un tuo sogno nel cassetto?Il sogno più grande è quello di poter far conoscere la mia musica a tutti accendere la radio e sapere che le mie canzoni sono tra i primi posti fra le più ascoltate.Un consiglio che dai ai giovani che si accingono ad entra-re in questo magico mondo dello spettacolo?Un consiglio che posso dare è quello di crederci sempre e non arrendersi mai alle difficoltà...le porte in faccia fanno male ma fanno anche crescere.I tuoi progetti futuri?Sto lavorando ad alcuni progetti. Per gli inizi di novembre invece sicuramente uscirà il mio primo disco scritto da me. I brani sono arrangiati dal mio amico Danilo Festinese.

GIUSEPPE NAPPA

Michele Selillo, una stella nascente


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“La Luna ha denti di avorio, e come spunta

vecchia e triste! i Letti dei fiumi sono secchi, campi senza iL verde e

gLi aLberi appassiti sen-za nidi e senza fogLie, donna morte, tutta rughe, se ne va tra i

saLici e con un corteo assurdo di iLLusioni

inverosimiLi.va vendendo coLori di

cera e di tempesta come fata di una Leggenda cattiva ed imbrogLiona. La Luna ha acquistato dipinti daLLa

morte. ma come è pazza La Luna in questa notte scura!intanto io dispongo deL mio animo triste una fiera senza musi-

che con baracche d’ombra (garcia Lorca)

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