SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL … · partire e sempre ritornando ad uno dei...

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ANNO XXVIII N° 16 - 8 Maggio 2011 0.70 Abbonamento annuo 30,00 - Abbonamento semestrale 15,00 Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Associato all’USPI Finestra sulla Parola SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO È anche una grande festa per l’Italia e gli italiani la bea- tificazione di Giovanni Paolo II. Perché, primo Papa stra- niero dopo secoli, è stato anche un grande interprete di Roma e dell’Italia. Della città di cui era diventato e si sentiva fortemente Vescovo aveva pienamente raccolto il carattere insieme univer- sale e familiare, quasi atemporale, per cui tutti si possono sentire a casa pro- pria, in una terra nello stesso tempo molto mar- cata dai segni identitari, ma senza confini. All’Italia ha saputo parlare, senza retorica, ma con la credibilità del testimone, di patria. E ha instancabil- mente collegato questo suo appello all’idea che l’Italia avesse qualcosa di molto importante da dire e da fare in una Europa che a sua volta, riunificandosi, do- veva ritrovare un ruolo di civiltà, a partire dall’eredità e dall’identità cristiana. Giovanni Paolo II insomma non era assolutamente convinto di un inevitabile destino di secolarizzazione, per l’Italia e per l’Europa. E lo di- mostra con il coraggio delle opere, nella certezza della fede. È questa naturale sintesi, che tutti coloro che gli sono passati anche solo per poco accanto, testimoniano essere fondata sulla realtà misteriosa e trasparente della preghiera continua, il grande messaggio pubblico, poli- tico e sociale, che Giovanni Paolo II ha lanciato. Nell’Italia e nella stessa Chiesa italiana della fine degli anni Settanta, alle prese con una stagione di crisi e con- templazione della crisi, questo messaggio, così semplice e diretto, provoca effetti dirompenti e fragorosi, getta semi inediti, destinati a fruttificare nel corso del decennio successivo e molto oltre. Alla stagione della crisi, che tocca il suo apogeo proprio durante gli anni Settanta, succede così quella della “ri- configurazione” del mondo cattolico, privo ormai di complessi in ordine ad una modernità di cui è pienamente partecipe, come terreno di quella che il Papa definisce “nuova evangelizzazione”, sempre nel quadro di una re- altà di popolo. Una chiesa di popolo in una vita di popolo, il popolo ita- liano, che Giovanni Paolo II accompagna in tanti fran- genti, dalle pulsioni secessio- niste dei primi anni novanta al passaggio del giubileo, alle scelte di politica internazio- nale, di fronte alla pace ed alla guerra, nei Balcani e nel Medio Oriente. “Sono convinto che l’Italia come nazione ha moltissimo da offrire a tutta l’Europa”. Lo ha scritto in una famosa lettera dell’Epifania 1994, al culmine della “crisi italiana”. Può valere anche oggi come indicazione, per tutti. E nello stesso tempo può rappresentare anche il trait d’union con l’appello che Benedetto XVI ha fatto risuo- nare e il presidente della Cei cardinal Bagnasco ha ri- preso per una “nuova generazione di cattolici impegnai in politica”. Vino nuovo in otri nuovi, viene da dire, per il movimento dei cattolici in Italia, così da mettere a frutto quel patrimonio e quell’eredità, che Giovanni Paolo II ha rinvigorito, in termini nuovi e persuasivi. A partire e sempre ritornando ad uno dei segreti di Karol Wojtyla, il coraggio delle opere sulla base della certezza della fede. Francesco Bonini «Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: (…)questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni» (At. 2, 22.32). Tra que- ste espressioni è racchiuso il primo discorso “ufficiale” che l’apostolo Pietro pronunzierà dopo la Pentecoste, annunziando ai cittadini di Gerusalemme la resurrezione di Gesù. Ascoltandone la proclama- zione nella I^ lettura di questa domenica, ci accorgeremo che nel- l’umile pescatore di Galilea, si realizzano le promesse del Maestro relative al dono dello Spirito Santo, nella cui luce egli può, da ora, in poi condurre i credenti a “leggere” l’evento della Resurrezione del Cri- sto come compimento di tutte le Scritture, già donate da Dio ai loro padri. Pietro, in fondo, usa la stessa “tecnica” adottata dal Risorto nel- l’episodio dei discepoli di Emmaus (Lc 2, 12-35), che ascolteremo nel Vangelo. Eppure, leggendo questo brano di Luca, come pure gli altri racconti delle apparizioni di Gesù risorto che ci hanno accompagnato in queste prime settimane del tempo pasquale, non possiamo non fermarci a chiederci il perché di un fatto che si presenta come una costante in questi episodi: uomini e donne, che avevano una grande familiarità con Gesù, per averlo seguito ed aver vissuto con lui almeno tre anni, come si evince dai vangeli, a distanza di tre giorni dalla sua morte, pur rivedendolo non lo riconoscono! E’ il Signore, che ancora una volta, si fa riconoscere, apre i loro cuori prima che loro occhi, ma per vincere il loro smarri- mento, la loro incertezza, la loro paura che sia solo un’illusione, non basta la sua parola (sono proprio io!), non basta neanche la spiega- zione della Parola (spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui); occorre che Egli spezzi il pane, che ripeta per loro quel gesto tanto quotidiano quanto straordinario, il gesto in cui si fonde l’amore della madre che prepara il cibo e l’amore del padre che lo accoglie e lo spezza per i figli, consegnando loro il segno del dono totale della vita perché possano a loro volta compierlo e trasmetterlo ai loro figli. Solo quando le nostre parole si faranno casa, vita, pane, spezzato per saziare ogni tipo di fame, il mondo conoscerà che il Signore è vera- mente risorto! Le sorelle Clarisse della Santa Speranza Parole all’Italia Attualità di un messaggio rivolto al nostro Paese Auguri a tutte le mamme Sembrerà assurdo, ma credo che il termine di “madre” sia il più difficile ad essere accompa- gnato da altre parole che possano in qualche modo ampliarne o abbellirne il significato. Si sono riempite antologie, allestite gallerie, le note musicali si sono rincorse in struggenti melodie, ma sono risultate sempre lacunose, perché per ogni persona mancavano un verso, un colore, una nota che solo individualmente si sa esprimere. Il nostro primo battito è partito dal suo cuore, è stata la scintilla della vita cui ha posto attenzione l’Onniscenza Divina. Av- venimento unico e irrepetibile, premessa per il nascere di una persona che nel prendere co- scienza di sé dà senso alla sua vita. Unico essere di valore inestimabile per redimere il quale il Figlio di Dio e quindi Dio stesso, ha voluto percorrere la strada della nascita nel seno di una donna. GRAZIE MAMME ED AUGURI! C’è da inorridire oggi di fronte ad una società che favorisce e racchiude in una pasticca la deriva dell’aborto e che cancella pertanto il nome di “madre”. C’è chi lo ha tolto dai registri dei nati in una assurda pianificazione degli esseri umani. È a queste “madri non più madri” che in questo giorno va, anche, il nostro pensiero, perché non restino sommerse dal rimorso e sappiano ancora accendere il fuoco della speranza. P.P. La morte improvvisa della prof.ssa Bruna Mistichelli, nostra collaboratrice pag. 3 Testimonianze Foto Sgattoni 8 MAGGIO

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ANNO XXVIII N° 16 - 8 Maggio 2011 € 0.70

Abbonamento annuo € 30,00 - Abbonamento semestrale €15,00 Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Associato all’USPI

Finestra sulla Parola

SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

È anche una grande festa per l’Italia e gli italiani la bea-tificazione di Giovanni Paolo II. Perché, primo Papa stra-niero dopo secoli, è stato anche un grande interprete diRoma e dell’Italia. Della città di cui era diventato e sisentiva fortemente Vescovo aveva pienamente raccoltoil carattere insieme univer-sale e familiare, quasiatemporale, per cui tutti sipossono sentire a casa pro-pria, in una terra nellostesso tempo molto mar-cata dai segni identitari, masenza confini.All’Italia ha saputo parlare,senza retorica, ma con lacredibilità del testimone, dipatria. E ha instancabil-mente collegato questo suoappello all’idea che l’Italiaavesse qualcosa di moltoimportante da dire e da farein una Europa che a suavolta, riunificandosi, do-veva ritrovare un ruolo diciviltà, a partire dall’ereditàe dall’identità cristiana. Giovanni Paolo II insommanon era assolutamente convinto di un inevitabile destinodi secolarizzazione, per l’Italia e per l’Europa. E lo di-mostra con il coraggio delle opere, nella certezza dellafede. È questa naturale sintesi, che tutti coloro che glisono passati anche solo per poco accanto, testimonianoessere fondata sulla realtà misteriosa e trasparente dellapreghiera continua, il grande messaggio pubblico, poli-tico e sociale, che Giovanni Paolo II ha lanciato. Nell’Italia e nella stessa Chiesa italiana della fine deglianni Settanta, alle prese con una stagione di crisi e con-templazione della crisi, questo messaggio, così semplicee diretto, provoca effetti dirompenti e fragorosi, gettasemi inediti, destinati a fruttificare nel corso del decennio

successivo e molto oltre.Alla stagione della crisi, che tocca il suo apogeo propriodurante gli anni Settanta, succede così quella della “ri-configurazione” del mondo cattolico, privo ormai dicomplessi in ordine ad una modernità di cui è pienamente

partecipe, come terreno diquella che il Papa definisce“nuova evangelizzazione”,sempre nel quadro di una re-altà di popolo. Una chiesa di popolo in unavita di popolo, il popolo ita-liano, che Giovanni Paolo IIaccompagna in tanti fran-genti, dalle pulsioni secessio-niste dei primi anni novanta alpassaggio del giubileo, allescelte di politica internazio-nale, di fronte alla pace edalla guerra, nei Balcani e nelMedio Oriente.“Sono convinto che l’Italiacome nazione ha moltissimoda offrire a tutta l’Europa”.Lo ha scritto in una famosalettera dell’Epifania 1994, alculmine della “crisi italiana”.

Può valere anche oggi come indicazione, per tutti.E nello stesso tempo può rappresentare anche il traitd’union con l’appello che Benedetto XVI ha fatto risuo-nare e il presidente della Cei cardinal Bagnasco ha ri-preso per una “nuova generazione di cattolici impegnaiin politica”. Vino nuovo in otri nuovi, viene da dire, peril movimento dei cattolici in Italia, così da mettere afrutto quel patrimonio e quell’eredità, che GiovanniPaolo II ha rinvigorito, in termini nuovi e persuasivi. Apartire e sempre ritornando ad uno dei segreti di KarolWojtyla, il coraggio delle opere sulla base della certezzadella fede. Francesco Bonini

«Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: (…)questo Gesù, Dio lo

ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni» (At. 2, 22.32). Tra que-ste espressioni è racchiuso il primo discorso “ufficiale” che l’apostoloPietro pronunzierà dopo la Pentecoste, annunziando ai cittadini diGerusalemme la resurrezione di Gesù. Ascoltandone la proclama-zione nella I^ lettura di questa domenica, ci accorgeremo che nel-l’umile pescatore di Galilea, si realizzano le promesse del Maestrorelative al dono dello Spirito Santo,nella cui luce egli può, da ora, in poicondurre i credenti a “leggere”l’evento della Resurrezione del Cri-sto come compimento di tutte leScritture, già donate da Dio ai loropadri. Pietro, in fondo, usa la stessa“tecnica” adottata dal Risorto nel-l’episodio dei discepoli di Emmaus(Lc 2, 12-35), che ascolteremo nelVangelo. Eppure, leggendo questobrano di Luca, come pure gli altri racconti delle apparizioni di Gesùrisorto che ci hanno accompagnato in queste prime settimane deltempo pasquale, non possiamo non fermarci a chiederci il perché diun fatto che si presenta come una costante in questi episodi: uominie donne, che avevano una grande familiarità con Gesù, per averloseguito ed aver vissuto con lui almeno tre anni, come si evince daivangeli, a distanza di tre giorni dalla sua morte, pur rivedendolo nonlo riconoscono! E’ il Signore, che ancora una volta, si fa riconoscere,apre i loro cuori prima che loro occhi, ma per vincere il loro smarri-mento, la loro incertezza, la loro paura che sia solo un’illusione, nonbasta la sua parola (sono proprio io!), non basta neanche la spiega-zione della Parola (spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva

a lui); occorre che Egli spezzi il pane, che ripeta per loro quel gestotanto quotidiano quanto straordinario, il gesto in cui si fonde l’amoredella madre che prepara il cibo e l’amore del padre che lo accoglie elo spezza per i figli, consegnando loro il segno del dono totale dellavita perché possano a loro volta compierlo e trasmetterlo ai loro figli.Solo quando le nostre parole si faranno casa, vita, pane, spezzato persaziare ogni tipo di fame, il mondo conoscerà che il Signore è vera-

mente risorto! Le sorelle Clarisse della Santa Speranza

Parole all’ItaliaAttualità di un messaggio rivolto al nostro Paese

Auguri a tutte le mammeSembrerà assurdo, ma credo che il termine di “madre” sia il più difficile ad essere accompa-gnato da altre parole che possano in qualche modo ampliarne o abbellirne il significato. Si sono riempite antologie, allestite gallerie, le note musicali si sono rincorse in struggentimelodie, ma sono risultate sempre lacunose, perché per ogni persona mancavano un verso,un colore, una nota che solo individualmente si sa esprimere. Il nostro primo battito è partitodal suo cuore, è stata la scintilla della vita cui ha posto attenzione l’Onniscenza Divina. Av-venimento unico e irrepetibile, premessa per il nascere di una persona che nel prendere co-scienza di sé dà senso alla sua vita. Unico essere di valore inestimabile per redimere il qualeil Figlio di Dio e quindi Dio stesso, ha voluto percorrere la strada della nascita nel seno diuna donna. GRAZIE MAMME ED AUGURI!

C’è da inorridire oggi di fronte ad una società che favorisce e racchiude in una pasticca laderiva dell’aborto e che cancella pertanto il nome di “madre”. C’è chi lo ha toltodai registri dei nati in una assurda pianificazione degli esseri umani. È a queste “madri non più madri” che in questo giorno va, anche, ilnostro pensiero, perché non restino sommerse dal rimorso e sappianoancora accendere il fuoco della speranza. P.P.

La morte improvvisa della prof.ssa Bruna Mistichelli,

nostra collaboratrice

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Testimonianze

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Anno XXVIII

8 Maggio 20112

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Un po’ tutti noi, uomini e donne dell’informa -zione, siamo debitori nei confronti di KarolWojtyla, il Papa della comunicazione. Inparticolare lo siamo noi, giornalisti cattolici.Grazie a lui, tanti di noi hanno persino trovatoun lavoro e realizzato la propria vocazione.Il fenomeno di quel papato che sconvolgevale regole della comunicazione vaticana edecclesiale richiedeva di per sé nuovi occhi,nuove sensibilità e nuove intelligenze. Eproprio a cavallo di quegli anni tumultuosi,a partire da quel formidabile 1978, nacquerotante nuove vocazioni giornalistiche in campocattolico. E si andò sempre più strutturandola figura del vaticanista, ormai più vicinoalle stanze che non opponevano più le barrieredel cerimoniale. Tanto ci pensava lo stessoWoityla ad abbatterle. Pensate ai primicolloqui coi giornalisti durante i voli papaliverso mete lontane o la telefonata in direttaa “Porta a Porta”. Con un Papa così, che

faceva della comunicazione uno strumentodell’evangelizzazione, anche il mondo cat-tolico nel suo complesso capì di doverspingere sull’acceleratore. Sono stati gli anni,ad esempio, dello slancio di Avvenire, ilquotidiano dei cattolici, così come dellanascita di Sat2000 (più tardi Tv2000) e delcircuito di RadioinBlu. Ma anche dell’AgenziaSir e dei settimanali diocesani, delle mille emille riviste associative e missionarie. E poidei portavoce e degli uffici diocesani dellacomunicazione.Ma anche l’informazione laica, anche la piùcritica, ha dovuto dotarsi di vaticanisti e dicommentatori. Il fatto cristiano era tornato,grazie al Papa della comunicazione, al centrodella scena pubblica.Ma Giovanni Paolo II in tutto quel lungo estraordinario pontificato, pur mettendo ingioco la sua persona e il suo carisma personale,ha sempre puntato sui contenuti e non solo

sull’immagine. E’ questa la sua grandelezione, anche per i giornalisti cattolici. Hacertamente ragione Aldo Grasso quando af-ferma che Wojtyla, puntando sulla centralitàdei contenuti, delle motivazioni e delle fortiidentità, è stato un autentico precursore del-l’informazione che verrà.

Domenico Delle Foglie

Non solo immagine, ma priorità ai contenutiUna grande occasione per gli addetti ai lavori

NOI GIORNALISTI, A LEZIONEDAL WOJTYLA COMUNICATORE

Da GROTTAMMARE

La via per la Pacepassa per ognuno di noi

di Simone Incicco

Intenso ed interessante incontro quello che si è tenuto giovedì 28 aprile al teatro dell’arancio

di Grottammare tra il Monaco Buddista Manapanyo e il Sacerdote Don Giorgio Carini

Grottammare Dojo, associazione culturale di ricerca per lo sviluppo della consapevolezza fisicae mentale (riconosciuta ufficialmente dal Csen, centro sportivo educativo nazionale, e dal Coni),ha organizzato un incontro pubblico sul tema “La via della pace” che si è tenuto giovedì 28 aprilealle ore 21 al teatro dell’Arancio a Grottammare, curato in prima persona da Cinzia Ciarma. Lo scopo è stato quello di aprire un dialogo e uno scambio di riflessioni sulla pace attraverso levisioni di due grandi tradizioni religiose e filosofiche: buddismo e cristianesimo.La serata è iniziata con un colloquio aperto tra don Giorgio Carini, sacerdote della ParrocchiaSan Giovanni Battista di Grottammare ed il Monaco Manapanyo del monastero Santacittaramadi Rieti della tradizione dell’insegnamento buddista. Don Giorgio Carini: “Il male risiede nel di-menticare il noi stessi, dobbiamo allontanarci dalle tensioni che la vita ci pone davanti. Tantevolte noi Cristiani ci dimentichiamo che Cristo è l’unico Dio che si è fatto uomo, e ha condivisoinsieme all’umanità la morte, lui, Dio, si è fatto crocifiggere. Cristo con la crocifissione si è presosu di se tutte le negatività. La prima cosa che Cristo ha detto hai suoi discepoli quando è risortoè: “La Pace sia con Voi”.

Se riusciamo a sperimentare la pace, la riusciamo poi a dilatare, a trasmetterla anche agli altri.Ma prima noi stessi ci dobbiamo sentire in pace”. Monaco Manapanyo: “Si discute da tantissimianni sulla pace, ma va sempre a finire che si fa la guerra. La guerra è dovuta al male che derivadai veleni del cuore che sono: l’avidità, l’odio e l’illusione. Molti vengono al monastero affrantiperché pensano che non ci sia un’alternativa al male, ma invece l’alternativa c’è. L’alternativa ècoltivare le qualità del cuore che sono: generosità, moralità ed avere una mente calma e raccolta.Per noi Buddisti ci sono poi i quattro templi che sono dati: dalla benevolenza gratuita, la com-passione sincera, la gioia compartecipe nelle felicità degli altri e dall’umanità della constatazione.Bisogna trovare il giusto equilibrio. Tante volte basta calmare la mente per sviluppare la saggezza,per far si di allargare la nostra visione del mondo. Per noi la vera felicità è data dal Nirvana, dob-biamo riuscire a liberarci dai nostri condizionamenti, così da realizzare la nostra libertà”.Don Giorgio: “Riprendendo il tema della vera felicità, noi tante volte rincorriamo una felicitàeffimera. Come spendere tantissimi soldi per oggetti che crediamo ci rendano felice… per poiscoprire che alla lunga non ci donano nessuna felicità. Ad esempio quante persone spendonocifre astronomiche per le automobili, accendono mutui… e poi inseriscono 3€ di benzina nelserbatoio… invece io ho una macchina che ha su di se tantissimi bozze, ma per me va benissimo,cammina, anzi non mi devo nemmeno preoccupare come fanno tantissimi quando trovano unpiccolo “sfriscio” sull’auto. Quindi la domanda che dobbiamo porci è: Stiamo cercando la verafelicità? La felicità che sia mia? Tante volte ci affliggiamo con problemi che noi riteniamo tali,ma che se comparati con altri capiamo di quando ci affanniamo a rincorrere e affaticarci su pen-sieri inutili. Cristo ci ha reso liberi, liberi di scegliere e di sbagliare. Sta a noi poi decidere, ancheper la felicità, sta a noi decidere se essere sereni o no anche nei momenti difficili.Una serata intensa e molto interessante che ha lasciato arricchiti tutti i partecipanti, che sonousciti molto soddisfatti dall’incontro.

Giovanni Paolo II, commentando la pagina della Genesi, soste-neva che «il lavoro è un bene dell’uomo - è un bene della suaumanità -, perché mediante il lavoro l’uomo non solo trasformala natura adattandola alle proprie necessità, ma anche realizzase stesso come uomo ed anzi, in un certo senso, “diventa piùuomo”» (Le 9). L’enciclica Laborem exercens è apparsa trent’anni fa, nel 1981,ma ancora oggi conserva tutta la sua attualità. Alla vigilia dellabeatificazione di questo Pontefice che nella sua esperienza divita fu anche lavoratore, nel tempo del seminario, appare bellopregare per il lavoro facendo memoria dell’eredità di Papa Woj-tyla; un uomo che ha sempre creduto nell’importanza di una pa-storale attenta ai temi sociali e del lavoro. L’aver vissuto

personalmente questa esperienza rese Giovanni Paolo II parte-cipe dei problemi di questa realtà portandolo a dire di conside-rare una grazia del Signore l’essere stato operaio, «perchéquesto mi ha dato la possibilità di conoscere da vicino l’uomodel lavoro, del lavoro industriale, ma anche di ogni altro tipo dilavoro. Ho potuto conoscere la concreta realtà della sua vita:un’esistenza impregnata di profonda umanità, anche se non im-mune da debolezze, una vita semplice, dura, difficile, degna dirispetto». E ancora: «Quando lasciai la fabbrica per seguire lamia vocazione al sacerdozio, ho portato con me l’esperienza in-sostituibile di quel mondo e la profonda carica di umana amici-zia e di vibrante solidarietà dei miei compagni di lavoro,conservandole nel mio spirito come una cosa preziosa».Durante la veglia ci sono state anche le testimonianze di personeche hanno raccontato le gioie e le fatiche del loro vivere in que-sto tempo. Sono storie tra loro molto differenti: da chi vive ilprecariato a chi ha tanto lavoro ma poco tempo per la famiglia;da chi non ha ancora un’occupazione a chi non l’ha più. Italianie stranieri ma tutti accomunati dall’unica domanda: cosa fare inun tempo dove in tanti sono senza lavoro? Sicuramente il pre-gare insieme non sarà inutile, significa affidare al Padre le sortidel nostro tempo - senza per questo sentirci deresponsabilizzati- e chiedendo a Lui d’illuminare le nostre menti e i nostri cuoriper scorgere nuove strade in grado di ridare occupazione ai tantiche scoraggiati camminano per nostre città senza un lavoro.

(estratto da Incrocinews.it)

Al papa Giovanni Paolo II Karol Wojtyla Santo Santo subito Santo hanno tutti gridato quando questo mondo hai lasciato. ora ti hanno eletto beato perchè grazie e miracoli hai compiuto. Sei l’uomo venuto dall’est e da quei popoli non sarai dimenticato. Hai viaggiato in paesi lontani e vicini posando la tua mano sul capo di grandi e piccini. Sempre gremita di folla la piazza ascoltando la tua parola di pace e speranza. Sei stato operaio, poeta, sacerdote “PELLEGRINO DEL VANGELO” come un vero profeta. Con le encicliche e le giornate della gioventùhai gridato “APRITE LE PORTE A CRISTO GESÙ”e “NON ABBIATE PAURA”, sarò con voi sempre dall’alba che sorge fino alle tenebre. A nome della chiesa hai perdonato chi nell’anima ti ha offeso e nel corpo attentato. Ora sei nella casa di Pietro e lassù tra santi e beati abbracci Maria e Gesù. La tua benedizione scenda sul mondo che hai evangelizzato prima e nei 27 anni del tuo pontificato e sui “figli della luce” come padre amoroso ed ai quali tanto amore hai donato. Grazie Karol per i santi e beati che hai proclamato.

delvia angellotti guerrini 1 maggio2011

Papa Giovanni Paolo II e il mondo del lavoroTrent’anni dall’enciclica Laborem exercens

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8 Maggio 2011 PAG

La presenza dei tanti familiari, amici, ex-alunni ed estimatori alle esequie, nella chiesadei Padri Sacramentini, della prof.ssa BrunaMistichelli, è la testimonianza più schietta diquanto affetto e stima fosse circondata la suapersona. La liturgia funebre è stata ridondantedi fede nella Risurrezione, quasi si fosse ancoraall’interno dei riti pasquali. La sua morte cosìimprovvisa ci ha lasciato la sensazione chefosse lì tra i banchi, a fianco del suo insepara-bile Enzo ad allietarsi della speranza nella ri-surrezione tra un alleluia e l’altro. E pensare cheLei aveva smesso di godere della speranza cri-stiana essendo ormai a faccia a faccia con il Si-gnore Gesù.

La nostra solerte e puntuale collaboratrice ciha lasciati all’improvviso in una mattina in cuisi dava fine alle feste pasquali e si dava inizioalla solita quotidianità. Ha tentato di andarsenecon il suo stile riservato, cercando di dar menofastidio possibile e sicuramente si è meravi-gliata della generale emozione suscitata allanotizia della sua improvvisa morte. Ha lasciatoinconsolabili il marito Enzo Troilo, da semprecollaboratore del settimanale “l’Ancora”, i figli,la nipotina, i familiari, ma anche gli amici, isuoi ex-alunni e i tanti che ne hanno apprezzatola sua sensibilità, la sua cultura, la sua disponi-bilità, la sua affabilità e capacità relazionale. Unamico comune, al termine del rito funebre, incui ognuno esprime la sincerità dei propri sen-

timenti, ha saputo ben riassumere le virtù dellanostra cara Bruna. “Ci sarebbero molte altrecose da dire su Bruna: il suo modo positivo direlazionarsi con stima verso gli altri, la totaleassenza anche occasionale di pettegolezzo, lasua presenza discreta, costruttiva e incorag-giante, all’interno di un gruppo di amici…”. Noi de “l’Ancora” piangiamo la morte di unacara collega che sapeva spaziare dall’attualitàalla cultura, preoccupata sempre di cogliere gliaspetti positivi nelle turbolenze di una societàsempre esagitata. Ci mancherà la ricchezzadella sua informazione, ma siamo certi che lasua vicinanza spirituale continuerà insieme ainostri don Andrea e don Armando.

In questi momenti appellarsi alla fede è unanecessità, è con essa che vogliamo inserirci neldolore di Enzo e dei figli e portare la speranzache ci viene dalla risurrezione di Gesù. Pian-giamo come Gesù insieme a Marta e Maria da-vanti la tomba di Lazzaro. Piangiamo con Voidavanti la tomba di Bruna, ma oggi ci sentiamoconsolati dalla certezza che Gesù con la sua ri-surrezione ha dato senso alla morte, ha ristabi-lito la nostra immortalità. Scrive il Papa nel suoultimo libro: “ La fede cristiana sta o cade conla verità della testimonianza secondo cui Cristoè risorto dai morti”. Nella preghiera ci sen-tiamo particolarmente vicini ad Enzo e ai figli.

Noi de “l’Ancora”

Ricordiamo Bruna Mistichelli

Ricordo di mia madreTe ne sei andata così in un grigio mattino di pioggia nell’ultimoscampolo delle vacanze pasquali. La Pasqua era trascorsa serenanel conforto amorevole di parenti ed amici e tu, come al solito, eristata sollecita nel preparare ogni cosa, perché tutto fosse perfetto,senza che vi fosse un presagio di caduta, un’avvisaglia di soffe-renza, forse solo un indizio di stanchezza nei tuoi occhi. Il cuoreti ha tradito, quel cuore che conosceva pena per il dolore e gli af-fanni degli altri e non per se stesso, quel cuore sempre generosodi slanci, quel cuore ancora inchiodato al ricordo della cara sorella Gisa scomparsa negliultimi mesi. Ho cercato un senso alla parabola della tua vita terrena, un significato che tra-scendesse la rassicurazione ideologica di un destino conchiuso nelle sue finalità ultraterrene,che fosse più strettamente ancorato al dolore incalcolabile del momento, alla straziante con-sapevolezza di saperti non più tra noi. E infine l’ho trovato, nel tuo impareggiabile esempiodi vita, nella tua onesta semplicità, nel sorriso generoso che non risparmiavi ad alcuno, nelleparole di conforto che sapevi trovare in ogni momento, nella tenera carezza del tuo sguardoche avrò sempre dentro di me. Grazie mamma! Piergiorgio Troilo

Preghiera fedeli per BRUNA, alle esequie (p. Leopoldo Cristinelli).

Ritornello cantato: Dio della vita, ascoltaci!

Il cero pasquale che vediamo qui in presbiterio, simbolo di Cristo glorioso-Risorto, immerso e riemerso dal fonte battesimale durante la veglia del SabatoSanto, celebra un mistero di morte-resurrezione e rimanda alla trasfigurazionedel Cristo, dal Venerdì Santo alla Pasqua. Su questo sfondo celebriamo ilbattesimo di vita, la trasfigurazione della nostra sorella BRUNA: il Dio dellaVita la accolga nella sua luce e nella sua gioia, a coronare il suo impegno didonna, di sposa, di madre, il suo cammino di fede.

Dio della vita, ascoltaci!

Dio ha un grande progetto su di noi: “… ci ha scelti prima della creazione

del mondo...predestinandoci a essere per lui figli adottivi,mediante Gesù

Cristo” (Efesini1,4-5). All’interno di questo grande disegno, noi col-lochiamo i nostri progetti di vita vissuta, in una concreta storia familiare, sociale e professio-nale. Voglio celebrare il progetto di coppia di Bruna, vissuto e attuato con determinazioneed insieme con affabilità, con la grazia di una tenerezza che è al tempo stesso stima e rispetto,che è amore vero. Dio della vita, che hai benedetto questo progetto, porta a pienezza di com-pimento i suoi frutti!

Dio della vita, ascoltaci!

Premia, Signore, la volontà di servizio della nostra sorella: il servizio del magistero nellascuola per trasmettere significati di vita; il servizio alla chiesa locale –anche , ma non solo,nella collaborazione al giornale diocesano- per trasmettere significati di fede; la testimonianzadi gioia semplice,vera e condivisa, negli itinerari di gruppo alle fonti stesse della fede.

Dio della vita, ascoltaci!

Facciamo memoria della sorella Bruna sullo sfondo del Memoriale di Cristo, l’Eucarestia:si faccia memoria, si racconti il bene fatto, voluto, desiderato. Il ricordo del suo bene continuia portare frutti dentro la comunità degli amici e dei credenti.

Dio della vita, ascoltaci!

A Dio, professoressa Bruna! Torno adesso dal tuo funerale. Da

molto tempo non partecipavo ad una cerimo-nia funebre così partecipata, così composta,così solenne e serena. Te la meritavi in tutti iparticolari, a cui in genere non si fa attenzione;è stata confacente alla tua personalità, alla mi-sura e all’equilibrio della tua lunga e proficuaprofessione di insegnante. Non credo che tuaabbia notato dalla nuova realtà, in cui ti trovi,“che solo luce e amore ha per confine” (comeha scritto il tuo Dante) alcuna stonatura fra imolti partecipanti al mesto addio. C’erano,oltre al tuo inseparabile Enzo e i tuoi figli, ituoi colleghi di insegnamento, i tuoi ex alunnidi ogni età e di condizione sociale, i tuoi moltiamici e collaboratori nei varie iniziative cul-turali, sociali, religiose. Il silenzio misto a con-tenuta tristezza, il canto alternato alla paroladi Dio e alla parola del celebrante, al ricordoaffettuoso e commosso di una tua ultimaalunna a cui hai insegnato così bene la linguaitaliana da apparire più autoctona nel suo tim-bro corretto e preciso degli altri astanti, hannoofferto un clima di serena e spontanea parte-cipazione alla tua improvvisa dipartita. Forsehai scelto la forma migliore (chi lo saprà mai?)per andartene. Se hai lasciato di te un così evi-dente rimpianto è perché hai camminato finoalla fine senza dar fastidio, hai riempito ivuoti, ti sei offerta alla collaborazione commi-surata alle tue capacità, alla tua sana culturache hai saputo mostrare nel colloquio, negliscritti, nelle recensioni di libri, negli interventidi varia umanità, mai nascondendo la tua pro-fonda e serena fede religiosa. A Dio, professoressa Bruna!

Tito Pasqualetti

Ricordo della Prof.ssa

BRUNA MISTICHELLI

Cultura, professionalità, signorilità, affabi-lità, amore per ogni forma del bello, altrui-smo, dedizione incondizionata al consorte edai figli: queste sono le doti della Prof.ssaBRUNA MISTICHELLI, che mi sono ap-parse particolarmente evidenti da quando, enon sono molti gli anni, l’ho conosciuta.La sua improvvisa ed inaspettata scomparsa

lascia un vuoto tale non solo nella famiglia,ma anche nella redazione del settimanale dio-cesano L’ANCORA, nella vita cittadina sam-benedettese, che non sarà colmato néfacilmente, né in breve tempo.

Antonio Giannetti

A Bruna

Tratta un mattino – ghermita –di là dal visibile

ora sei qui tra noitenera ombra

di grazia, vuotoche pure si riempie di luce

al tuo ricordo.Sposa, madre, maestra

resti nel cuore dei giornicontinuando ad irradiaredi dolcezza e fede il tempo

che pur invisibile attraversi ancora: la vitacede e talvolta tradisce

ma non ha fine – non puòaverne per chi come tevivendo ha seminato

orme di eternità.

Antonio Capriotti

Il Papa: “Solo se Gesù è risorto… allora Dio si è veramente manifestato”

La nostra Bruna Mistichelli

ci ha lasciati, all’improvviso

Carissimo Enzo e figli, con grande dolore abbiamo appreso la notizia dell’improvvisa scom-parsa della cara Bruna, ma con grande fede siamo certi che la sua presenza e la sua gioiosavitalità saranno sostegno concreto e speranza viva per la vostra famiglia, perché la sua me-moria non verrà mai cancellata. Vi stiamo sempre vicini nella preghiera e nell’affetto.

Carlo Camoranesi, direttore de L’Azione e la Delegazione Regionale FISC

Caro Enzo ci uniamo al tuo dolore per la perdita della tua amata Bruna. Inquesto tempo liturgico la Pasqua ci ricorda la vittoria di Cristo sulla morte.

Don Raffaele, Roberto, Gastone, Raimondo e tutta la Redazione de Il Nuovo Amico di Pesaro Fano e Urbino.

Altra testimonianza

a pag. 7

A nome mio personale e di tutta la comunitàcittadina esprimo sentite condoglianze perla scomparsa della professoressa Bruna Mi-stichelli, indimenticata insegnante di interegenerazioni di studenti sambenedettesi.

Il Sindaco Giovanni Gaspari

Carissimo Enzo, cerco di interpretare i sen-timenti di tutti della FISC. La notizia dellamorte improvvisa di tua moglie ci ha lasciatisenza parole. Non restano che il ricordo e lapreghiera. Un abbraccio forte.

Francesco Zanotti con l’esecutivo e il Consiglio Nazionale FISC

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4 Anno XXVIII

8 Maggio 2011PAG

Tempo di Sinodo Insieme per riflettere su quanto abbiamo vissuto

Venerdì Santo - Via Crucis Fotocronaca

... Ha scritto AlessandroD’Avenia in un recentearticolo che i giovani vo-gliono sapere se Cristo“è adrenalina più di unosballo, se è estasi più diuna pasticca, se è gioiapiù di una canna”. Dob-biamo con entusiasmo econ forza dire che Cristoè più di tutto questo e chedavvero la fede convienealla vita!  Vale la penaseguire Gesù anche

quando ci conduce fin sotto la croce. Ci sembra strano ma pro-prio sulla croce sta il senso di quel dolore e di quell’amore chepiù di ogni altra cosa ci interroga e permette di trovare la stradadella vita!  Scrive papa Benedetto XVI nel messaggio per la gior-nata mondiale della gioventù: “Cari amici, spesso la Croce ci fapaura, perché sembra essere la negazione della vita . In realtàè il contrario! Essa il ‘si’ di Dio all’uomo, l’espressione mas-sima del suo amore e la sorgente da cui sgorga la vita eterna”.Ed allora fidatevi e fidiamoci di questo Dio che muore d’amore!

Si legge ancora nel vangelo di Matteo: “Pilato, visto che non ot-teneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e silavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabiledi questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Ilsuo sangue ricada su di noi e sui nostri figli”.Un’altra particolare attenzione negli interventi di tanti sinodalimi sembra che ci sia stata per quanto riguarda la dimensione del-l'impegno sociale e politico, della testimonianza della carità, chescaturisce proprio dal fatto che siamo un popolo che celebra l’Eu-caristia. Ha scritto don Luigi Sturzo che “nella storia umana nonc’è soltanto il sangue versato dall’odio degli uomini, ma anchequello versato dall’amore del Figlio di Dio”. Il Vangelo dellapassione ricorda che la responsabilità di questo sangue chescorre nella storia  è anche nelle mani di chi governa. A talproposito fa riflettere il fatto che nella  nostra città, chiamata frapoco alle elezioni amministrative, ci sia un numero davvero con-siderevole di candidati. Sapere che veramente tanti si sono can-didati per le prossime elezioni fa davvero piacere perché potrebbedire che sta crescendo la sensibilità verso il sociale e la voglia dimettersi a servizio degli altri. Non sta certamente alla Chiesaschierarsi per qualcuno, ma credo che la comunità cristiana devedire una parola di incoraggiamento a tutti questi fratelli disponibili

ad impegnarsi in un “mestiere” che è oggi è diventato fra i più in-grati ed incompresi. Scriveva don Tonino Bello. “Gli amici vichiedono, con scoraggianti sorrisi, chi mai ve lo fa fare. I parentivi ripetono che fareste meglio a pensare un po' più alla famiglia.I preti parlano di voi con tanti sottintesi misteriosi, al punto chedal loro linguaggio traspaiono centomila riserve”. Ma il grandepapa Paolo VI diceva nell'Octogesima Adveniens che "la po-litica è una maniera esigente di vivere l'impegno cristiano alservizio degli altri". Ogni candidato sa che, come  per Cristo,saranno rare le volte in cui sentirà il coro degli Osanna, ma sitratta di non scoraggiarsi e soprattutto di non fare mai la parte diPilato. Mai ci si può lavare le mani di fronte a nessun innocente,a nessun povero perché non abbiano a subire l'ingiustizia, comeè stato per Gesù! Forse è necessario, come più volte è stato riba-dito da alcuni sinodali, valorizzare di più il laicato anche dandovita ad una scuola di formazione sulla dottrina sociale, special-mente per quanti hanno scelto di seguire la vocazione all’impe-gno politico e sociale, credenti e non credenti, perché tutti possanoimparare dalla croce di Cristo: non si tratta infatti di andare a spar-tire un bottino, né a ritagliare una fetta di potere, tantomeno a ‘be-

lare’ come pecore dietro al leader di turno. Si tratta piuttosto dinon dimenticare che il trono,lo scanno su cui può sedersi ognicredente in Cristo, ma credo anche chi è veramente umano, èla croce! E chi siede sullo scanno della croce  non chiede il san-gue, cioè la vita per sè, ma dona il suo sangue, cioè la vita per glialtri e, soprattutto per chi solitamente è messo da parte, per chinon ha voce, per chi è più povero. Credo che sia utile ribadireche è bene non  servirsi mai della Chiesa, come la Chiesa maideve servirsi dei politici per chiedere favori o corsie preferen-ziali. In Chiesa si va non per chiedere voti o appoggi, ma perascoltare quella parola di verità che indirizza le scelte verso ilbene e, per imparare da Cristo, quei gesti di amore che generano

stima ed apprezzamento e, non ultimo, per rimanere sempre uniti,nonostante l’appartenenza a gruppi diversi, perché la politica nonsi fa accusando gli avversari, ma proponendo, con la necessariadialettica, ciò che concorre al bene di tutti.Infine si legge nel Vangelo di Matteo: “Allora si fecero avanti,misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno diquelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì ilservo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. AlloraGesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tuttiquelli che prendono la spada, di spada moriranno.”Nelle ultime assemblee sinodali, in modo particolare, si è innal-zata la preghiera per la pace nel mondo. E’ davvero attuale la pa-rola di Gesù! Come Chiesa non possiamo non gridare, a tuttie in tutti i modi, che è tempo di rimettere la spada al suo posto,quella ‘spada’ che in un linguaggio moderno si traduce conbombe intelligenti, f16 e cosi via. Il posto di queste armi distrut-tive ormai dovrebbero essere i musei! “Tutti quelli che prendonola spada, di spada moriranno”. La guerra è un avventura senza ri-torno diceva Giovanni Paolo II. Tra l’altro la guerra genera pertutti miseria, ingiustizia e non ultimo il fenomeno, che oggi pre-occupa molto, dell’emigrazione. Questa attenzione al povero eall'ultimo è stata ribadita nel sinodo.A tal proposito mi sembra necessario ribadire che l’atteggia-mento del cristiano, ma direi di ogni essere umano, verso tuttaquesta gente, spesso disperata, che arriva sui barconi che at-traversano il mediterraneo, non può non essere, prima ditutto, l’atteggiamento della compassione e della condivisione,

poi certamente si dovrà affrontare in manieraseria la questione.Ieri davanti ai licei della città è stato distribuito unvolantino da una associazione culturale sambendet-tese tradizionalista, così mi pare si definisce, per lan-ciare l’allarme dell’arrivo nella nostra regione di1500 profughi. Si legge alla fine: “domandatevi sevi piacerebbe avere un campo profughi vicino casae vi sarà tutto più chiaro”. Forse è inutile commen-tare! Penso solo ai miei nonni, che durante la guerrafacevano fatica a tirare avanti, eppure mai si sareb-bero tirarti indietro quando si trattava di condividereun pezzo di pane con chi non l’aveva! Nessuno è cosiingenuo da negare che il problema c’è e va affron-

tato, ma nessuno è così disumano da non vedere nei volti diquesta gente, prima ancora di un africano, un fratello, un fi-glio di Dio come noi, una persona che ha la stessa nostra di-gnità. Anzi a noi cristiani si chiede ancora di più: in loro è Cristostesso che si fa vivo e presente oggi! Ed allora a me piacerebbeavere dei profughi vicino alla Chiesa e soprattutto poterli aiutare!Anzi sono sicuro che nessuno qui rifiuterebbe un  abito pulito oun pasto caldo! Se Cristo è andato sulla croce per condividere lasorte dei crocifissi di tutti i luoghi e di tutti i tempi, i suoi discepolinon possono seguire un'altra strada. Contempliamo in questigiorni santi la croce di Cristo e da lui impariamo davvero a  per-dere la vita per amore!

continua dal numero precedente di Don Gianni Croci

I giovani

sulle nostre

colline La Via Crucis delle parrocchie

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Le Beatitudini secondo Matteo

22. BEATI I PURI DI CUORE“Beati i puri di cuore, perché vedranno

Dio” (Mt 5,8). Matteo trascrive questa sestabeatitudine nel suo Vangelo lungo gli anni 70,cioè dopo che Gesù, sulla linea dei profeti, hadetto la sua parola definitiva sul puro e sul-l’impuro, e dopo che la chiesa nascente è riu-scita a difendere il messaggio del divinMaestro e ad assimilarlo. E’ necessario riper-correre un po’ questa lunga storia.

1. La legge del puro e dell’impuro. Talelegge, sparsa in più parti dell’Antico Testa-mento, e con diversi echi anche nel Nuovo, hail suo corpus fondamentale in Levitico capitoli11-16. E’ essenziale rilevare che non si trattadi purità/impurità morale, ma “legale”, riguar-dante ciò che regolava l’accesso, o il non ac-cesso, al Tempio e agli atti di culto che ivi sicompivano. Così tra gli animali era dichiaratopuro “ogni quadrupede che ha l’unghia bipar-tita, divisa da una fes-sura, e che rumina”(Lv 11,3); poteva es-sere mangiato e offertoin sacrificio; però “ilporco, perché ha l’un-ghia bipartita da unafessura, ma non ru-mina, lo considerereteimpuro” (Lv 11,7).Così, la puerpera, che,partorendo aveva perduto sangue, e quindi eradiventata impura per tale perdita, se “darà allaluce un maschio, sarà impura per sette giorni;sarà impura come nel tempo delle sue me-struazioni” (Lv 12,7); “ella resterà ancoratrentatré giorni a purificarsi dal suo sangue;non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà

nel santuario e resterà impura ancora peraltri 33 giorni” (Lv 12,7). Se partorirà unafemmina, l’impurità massima sarà di 14 giornie l’impurità normale di 66 giorni. Particolareattenzione era riservata all’impurità causatadella lebbra, malattia intesa in senso popolare.Lo statuto del lebbroso era particolarmenteduro: “Il lebbroso colpito da piaghe porteràvesti strappate e il capo scoperto; velato finoal labbro superiore, andrà gridando: ‘Impuro!Impuro!’. Sarà impuro finché durerà in lui ilmale; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuoridell’accampamento” (Lv 13,45-46). Se maiguariva, veniva sottoposto a un dettagliato ritodi purificazione, descritto per un intero capi-tolo (Lv c. 14). Lo Yôm kippûr, era il grandegiorno dell’espiazione, di tutte le colpe, com-prese quelle volontarie (Lv c. 16). Nel libro deiNumeri capitolo 19 si parla dell’impurità cau-sata dal contatto con un cadavere in questi ter-mini. “11Chi avrà toccato il cadavere di

qualsiasi persona, sarà impuro per settegiorni” (Nm 19,11-16). Il sommo sacerdote“non si avvicinerà ad alcun cadavere; nonpotrà rendersi impuro neppure per suo padree per sua madre” (Lv 21,11).

Già la seconda parte del Levitico (cc.17-25) e, ancor più, i profeti e i salmisti reagi-scono a questa purità esteriore e formale. Isaiagrida: “Le vostre mani grondano sangue. / La-vatevi, purificatevi, / allontanate dai mieiocchi il male delle vostre azioni...” (Is 1,10-20). La legge della purità continua ad averegrande importanza presso gli Êaredîmd’Israele, quelli con le treccioline alle tempie,fino ai nostri giorni. Discutono, per es., se sipossono tenere nello stesso frigorifero carne elatticini!

2. “Beati i puri di cuore”. L’espressione“cuore puro” proviene dal Salmo 24, di ispi-

razione profetica, e pre-senta i requisiti moraliche deve avere chi vuoleentrare nel Santuario.“Chi ha mani innocenti ecuore puro, / chi non sirivolge agli idoli, / chinon giura con inganno”(Sal 24, 3-4). Qui le ri-chieste sono schietta-mente morali: mani che

non hanno fatto del male, individui che nonhanno commesso atti di idolatria, né hannogiurato il falso.

Inoltre, l’espressione “puri di cuore” è diuna particolare profondità. Il “cuore” per laBibbia è soprattutto il centro conoscitivo e de-cisionale dell’uomo. “Dal cuore provengonopropositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità,furti, false testimonianze, calunnie. Questesono le cose che rendono impuro l’uomo; mail mangiare senza lavarsi le mani non rendeimpuro l’uomo” (Mt 15,19-20). Puro di cuoreè chi non “ha già commesso adulterio con leinel proprio cuore” (5,28); chi non mette il pro-prio cuore nel denaro (6,11); chi pratical’umiltà nel suo cuore (11,29); chi non ha ilproprio cuore lontano da Dio (15,8); chi per-dona di cuore al proprio fratello (18,35); chinon indurisce il proprio cuore nei riguardi diDio (22,33). La purezza dei vari stati, qualiquello verginale, coniugale, giovanile, di spe-ciale consacrazione, rientra nel “beati i puri dicuore”, ma non si limita ad essa.

3. “perché vedranno Dio”. Hanno la pro-messa della vita eterna, e in termini di visionebeatifica: “Allora invece vedremo faccia afaccia” (cf 1 Cor 13,13; 1 Gv 3,1-2).

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PAROLA DEL SIGNORETERZA DI PASQUA A

Dal VANGELO secondo LUCA

I DISCEPOLI DI EMMAUS,(VANGELO DI LUCA

CAP. 24 VERSETTI 13-35)

Sciocchi e tardi di cuore. I discepoli di Em-maus hanno le stesse nostre caratteristiche,sciocchi e tardi di cuore nel credere. Loro ladomenica stessa, dopo essere stati nascostiper due giorni (dal venerdì sera alla dome-nica) pensano che l’avventura che avevanovissuto con quel profeta potente in opere e pa-role fosse finita. Essi pensano e dicono:“Quel profeta che doveva liberarci dai Ro-mani, che doveva restaurare il Regnod’Israele, è finito male, si è vero alcune nostredonne hanno detto di avere avuto delle vi-sioni, ma chi ci crede a quello che dicono ledonne!” Questo è lo stato d’animo dei due di-scepoli, che come noi, se ne vanno per lastrada, tristi e sconsolati perché Dio non agi-sce secondo i loro (e i nostri) pensieri. Ecco,allora che Gesù si mette accanto a loro, (e anoi, come sempre) e spiega nuovamentetutto. Ai discepoli comincia ad ardere ilcuore, cominciano a ritrovare un po’ di forza,la speranza piano piano si riaffaccia, e infinedopo la catechesi di Gesù il Risorto, sonopronti, perché di fronte allo “spezzare delpane” essi lo riconoscono. Riprendono vi-gore, coraggio, speranza e fiducia. A partiredall’Eucaristia ecco la trasformazione, da di-scepoli affranti diventano annunciatori entu-

siasti. “Partono senza indugio”.E noi ? Riconosciamo il Signore allo spezzaredel pane eucaristico domenicale? Traiamodalla sua parola ascoltata ogni domenica nellaMessa la forza, la speranza e la fiducia per an-nunciarlo, o continuiamo ad essere sciocchi etardi di cuore, perché il Signore non fa quelloche vorremmo. Chiediamo al Signore di aumentare la sua pa-zienza verso di noi, e di aumentare la nostrafede e la nostra capacità di comprensionedella sua volontà. RICCARDO

PILLOLE DI SAGGEZZA:NON E’ DIO CHE ABBANDONA

L’UOMO. E’ L’UOMO CHE ABBANDONA DIO.

(H. LACORDAIRE)

Domenica 8 maggio

Ore 09.00 Porto d’Ascoli - SS. Annunziata: S. Messa, con S. Cresime

Ore 11.15 Martinsicuro - S. Cuore: S. Messa, con s. Cresime

Ore 18.00 S. Benedetto Tr. - Cattedrale: S. Messa e Processione, a conclu-sione della Settimana Eucaristica

Lunedì 9 maggio

Ore 10.00 AnconaConferenza Episcopale Marchigiana

Martedì 10 maggio

Ore 10.00 Fermo - S. Maria a Mare: Commissione Missionaria Regionale

Mercoledì 11 maggio

Ore 16.00 Loreto - S. Messa per gli studenti dell’I.T.C. “Capriotti”

Giovedì 12 maggio

Ore 21.15 S. Benedetto Tr. - Cattedrale: S. Rosario con le famiglie

Venerdì 13 maggio

Ore 20.00 Ripatransone - Madonna di Fatima:S. Messa, nel 50° di erezione della Parrocchia e nel 94° delle apparizioni di Fatima

Sabato 14 maggio

Ore 09.30 S. Benedetto Tr. - Suore Concezioniste: Incontro con il C.S.I.

Ore 18.30 S. Benedetto Tr. - S. Filippo Neri: S. Messa, con S. Cresime

Domenica 15 maggio

Ore 09.00 CastignanoS. Messa, con S. Cresime

Ore 17.00 S. Benedetto Tr. - S. Giuseppe: S. Messa, con S. Cresime

Incontri Pastorali del VescovoDURANTE LA SETTIMANA 8-15 MAGGIO 2011

Benedetto XVI: “L’alleluia pasquale contrasta ancora con i lamenti e le grida che provengono da tante situazioni

dolorose: miseria, fame, malattie, guerre, violenze”“L’irradiazione che promana dalla Risurrezione di Cristo dà forza e significato ad ogni speranza umana,ad ogni attesa, desiderio, progetto” ha detto il Santo Padre Benedetto XVI nel suo Messaggio pronun-ciato il giorno di Pasqua, 24 aprile, dalla loggia centrale della Basilica Vaticana. “In Cielo tutto è pacee letizia. Ma non è così, purtroppo, sulla terra!” ha proseguito il Pontefice. “Qui, in questo nostromondo, l’alleluia pasquale contrasta ancora con i lamenti e le grida che provengono da tante situazionidolorose: miseria, fame, malattie, guerre, violenze. Eppure, proprio per questo Cristo è morto ed è ri-sorto!”. Quindi il Santo Padre ha citato alcuni luoghi e situazioni che necessitano in modo particolare

di essere inondati dalla luce del Risorto: “Il fulgore diCristo raggiunga anche i Popoli del Medio Oriente, af-finché la luce della pace e della dignità umana vinca letenebre della divisione, dell’odio e delle violenze. InLibia la diplomazia ed il dialogo prendano il posto dellearmi e si favorisca, nell’attuale situazione conflittuale,l’accesso dei soccorsi umanitari a quanti soffrono leconseguenze dello scontro. Nei Paesi dell’Africa set-tentrionale e del Medio Oriente, tutti i cittadini - ed inparticolare i giovani - si adoperino per promuovere ilbene comune e per costruire società, dove la povertàsia sconfitta ed ogni scelta politica risulti ispirata dalrispetto per la persona umana. Ai tanti profughi e ai ri-fugiati, che provengono da vari Paesi africani e sonostati costretti a lasciare gli affetti più cari arrivi la soli-darietà di tutti; gli uomini di buona volo ntà siano illu-

minati ad aprire il cuore all’accoglienza, affinché in modo solidale e concertato si possa venire incontroalle necessità impellenti di tanti fratelli; a quanti si prodigano in generosi sforzi e offrono esemplaritestimonianze in questa direzione giunga il nostro conforto e apprezzamento. Possa ricomporsi lacivile convivenza tra le popolazioni della Costa d’Avorio, dove è urgente intraprendere un camminodi riconciliazione e di perdono per curare le profonde ferite provocate dalle recenti violenze. Possanotrovare consolazione e speranza la terra del Giappone, mentre affronta le drammatiche conseguenzedel recente terremoto, e i Paesi che nei mesi scorsi sono stati provati da calamità naturali che hannoseminato dolore e angoscia. Gioiscano i cieli e la terra per la testimonianza di quanti soffrono con-traddizioni, o addirittura persecuzioni per la propria fede nel Signore Gesù. L’annuncio della sua vit-toriosa risurrezione infonda in loro coraggio e fiducia. ” (SL) (Agenzia Fides 27/04/2011)

COMUNICATO DELLA CURIAIl Vescovo Diocesano S.E. Mons. GERVASIO GESTORI

con Decreto n. 27/2011 del 22 aprile 2011, ha nominato:

P. SILVESTRO BORSA, OFM ConvVicario Parrocchiale della Parrocchia S. Antonio di Padova

nel Comune di S. Benedetto del Tronto

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8XMILLEALLACHIESACATTOLICA

Anchequest’annol’importanteè firmare

Anche quest’anno per destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica si puòusare:uil modello 730-1 allegato al modello 730 da presentare entro il 31 mag-gio 2011 per chi si rivolge ad un CAF o ad un professionista abilitato;uil modello Unico da consegnare entro il 30 settembre 2011 direttamentevia internet oppure ad intermediario fiscale. Chi invece non è obbligato al-l’invio telematico può effettuare la consegna dal 2 maggio al 30 giugnopresso qualsiasi ufficio postale;ula scheda allegata al modello CUD. Chi non è più obbligato a presentarela dichiarazione dei redditi (pensionati e lavoratori dipendenti senza altri

redditi né oneri deducibili), può comunque destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica attraverso lascheda allegata al CUD. Questa può essere consegnata gratuitamente entro il 30 luglio 2011in busta chiusa presso tutti gli uffici postali oppure ad un intermediario fiscale (CAF) che puòchiedere un corrispettivo per il servizio. Permaggiori informazioni sullemodalità da seguire perpartecipare alla scelta dell’8xmille con il propriomodello CUD si può telefonare al numero verde800 348 348 (i giorni feriali dalle 9.00 alle 18.00).Il 5xmille si affianca anche quest’anno all’8xmille. Il contribuente può firmare per tutti e dueperché l’uno non esclude l’altro, ed entrambi non costano nulla in più.

Senon ci credi,chiedilo a loroOrmai da 20 anni, quando si parla di“sostegno economico alla Chiesacattolica”, si evocano valori di grandeimportanza: comunione, trasparenza,libertà, partecipazione ecorresponsabilità alla vita e missionedella Chiesa in Italia e nel Terzo mondo.E anche l’8xmille ha contribuito a dare,fin dall’inizio, un’occasione preziosa perpromuovere nei cattolici questi valori,proponendo la sfida per una nuovamentalità capace d’affrontare i problemidelle comunità ecclesiali con unapartecipazione e corresponsabilità deltutto nuove. Infatti anche con unasemplice firma, consapevole e motivata,ma soprattutto confermata ogni anno,molti cattolici si sono presi carico ditante difficili situazioni delle nostrecomunità ecclesiali, difficoltà alle qualihanno contribuito a dare delle risposteconcrete, tangibili, risolutive. “Se non cicredi, chiedilo a loro” sottolinea ilmessaggio di sensibilizzazione dellacampagna d’informazione 8xmille2011, invitando a proseguire su internetl’approfondimento di temi e vicende vistiin tv, per essere informati a 360 gradi suprogetti locali, ma rappresentativi di unavisione più vasta della missione dellaChiesa oggi. “Dai rivoli di storieevidenziate negli spot tv si potrà risalireall’impegno concreto della Chiesa oggi inItalia, in prima fila con l’8xmille per farfronte alla crisi economica” spiegaMatteo Calabresi, responsabile delServizio promozione C.E.I. per il sostegnoeconomico alla Chiesa. “Negli oratoridelle periferie urbane a rischio, accantoagli anziani con iniziative pastorali,oltre che a favore delle famiglie, conmicrocredito e fondi anti-crisi diocesani -prosegue Calabresi- spesso è un aiuto cheva oltre l’emergenza, e sostiene tanti nelriprendere in mano la propria vita”.

MARIA GRAZIA BAMBINO

IN ITALIA

1|ABari, quartiereSanPaolo, è nata la coo-perativa Campo di Fragole per la forma-zione deiminori del quartiere. Riduzione del-l’abbandono scolastico e attività ludiche rap-presentanoun’alternativa efficace a pomeriggisolo televisivi e al rischio devianza.

2|APantelleria suor Patrizia, con l’aiuto divolontari locali e giovani in servizio civi-le, si occupa degli anziani che non hanno al-cunaiuto familiare. Li visita casaper casa, con-segna loro i pasti quotidiani, provvede alle pu-lizie dell’abitazione, dedica loro attenzione eascolto.

3|ARoma il progetto Borgo Amigò, realiz-zato da padre Gaetano Greco nella dio-cesi di Porto-SantaRufina, si rivolge ai giovaniche vengonoammessi amisurealternative alladetenzione. Qui la giornata è scandita dai com-piti domestici, agricoli, dimanutenzione, di stu-dio o lavoro.

4|A Forlì dal 1987 donne in difficoltà,mol-te in gravidanzao conbambini, hanno tro-vato alla Tendaunposto sicurodove ricostruirela propria vita.

5|Ad Andria don Geremia Acri, responsa-bile diocesano della Fondazione Mi-grantes, ha aperto un centro d’accoglienza

multifunzionale. Una risposta alla nuovaemergenza caritativa del capoluogo conmen-sa, docce, ambulatorio, distribuzione abiti. Il50% degli utenti registrati è straniero, italia-no l’altra metà.

6|A Padova le Cucine popolari arrivano aservire 3mila pasti. Oltre allamensa fun-zionano, nella stessa struttura, anche uncentro ascolto e di orientamento, docce, la-vanderia, servizi di abiti usati. In ambulatorio25 medici volontari.E ALL’ESTERO

7| In India aMumbai, l’Holy Spirit Hospitalalla periferia della cittàmette a disposi-zione degli ultimi curemediche d’eccellenza.

8|E a Calcutta Suor Lizy Muthirakala e lesue consorelle della Provvidenza dannorifugio e formazione alle bambine di stradanellaCasa d’accoglienza, salvandole daunde-stino di sfruttamento, accattonaggio e prosti-tuzione infantile.

9| InUganda la scuola professionaleDanielComboni, aperta poco fuori dalla città diGulu, dona una seconda vita ai bambini-sol-dato, sottratti per anni ai loro villaggi e oggi traaule di teoria e officine di falegnameria,mec-canica ed edilizia.

www.chiediloaloro.it

Ecco le 9 storie, rappresentative delle destinazioni 8xmille,che vedremo negli spot in onda in questi mesi.

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Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP)

REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63039 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte 16 Tel. 0735 579210

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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO

Per motivi missionari abbiamo conosciuto, nelmese di novembre 2010, due suore ugandesi,appartenenti all’ordine di “Santa Teresa delBambin Gesù”, che si occupano di bambini or-fani e di pronto soccorso medico e ospedalierolungo la linea insanguinata di confine con ilCongo, dove imperversa la guerra civile. Ab-biamo saputo che il 29 aprile c’è stata una ri-volta in piazza nella città di Kampala, capitaledell’Uganda, tra rappresentanti dell’opposi-zione scesi in piazza per protestare contro l’ar-resto del loro leader e militari giunti con mezziblindati per arginare la protesta. In effetti conl’anno nuovo è stato rieletto Yoweri Museveni.Costui , un leader militare- alla fine degli anni’70 prese parte al rovesciamento di Idi Amin eanche- successivamente - contro il governo diObote. Dopo il presidente Tito Okello, nel gen-naio 1986 conquistò la capitale Kampala e di-venne presidente dell’Uganda per ben 25 annifino alle nuove rielezioni nel febbraio 2011.L’Uganda è stata martoriata da oltre 20 anni diguerra civile, in cui Musuweni ha lottato controi ribelli nel nord del paese, la Lord’s ResistanceArmy guidata dal visionario e fanatico religiosoJoseph Kony. Ad ogni buon conto, è riuscito ariportare una certa calma e a migliorare legger-mente l’istruzione (che in Uganda non è pub-blica!) e a limitare, con campagne dieducazione, la dilagante diffusione di AIDS. Ri-cordiamoci che i ribelli della Lord’s ResistanceArmy rapivano bambini e bambine per obbli-garli a diventare “bambini soldato”, plagiandolicon droghe e con terrorismo psicologico, non-ché efferata violenza e paura. Se per i maschiettic’era da imbracciare il mitra o da essere sevi-ziati, le femminucce erano violentate dai soldati,infettate con AIDS e costrette ad essere leschiave dei soldati. Ora la guerra non c’è più,ma qualche frangia di ribelli persiste nel nord-Uganda. Intenso ed encomiabile il lavoro silen-zioso svolto dai tanti missionari cattolici,uomini e donne, in Uganda, che hanno salvatotanti bambini.

Ora la riconferma del regime assolutistico diMusuweni sta dando adito a scontri e nella ca-pitale c’è di nuovo la paura tra la gente, cheteme una nuova guerra civile. Anche i soldatiarmati che a febbraio scortavano le cabine elet-torali- con la giustificazione di garantire l’ordinepubblico-però di fatto hanno intimorito i citta-dini ( uomini e donne) votanti e il clima è dipaura, non c’è serenità. I vescovi dell’Uganda,poco prima delle elezioni, si sono riuniti, in ac-cordo con i capi religiosi protestanti (l’Ugandaè per metà cattolica e per metà protestante) perpregare in modo unificato per la pace nel paesee molte veglie di preghiera sono state fatte dacomunità religiose per chiedere il dono dellaPace al Signore. Ora Alla base delle tensionidella fine di aprile ci sarebbe l’arresto da partedel governo di Musuweni, il quarto in un mese,di Kizza Besigye, leader dell’opposizione, giàfermato lo scorso 18 aprile dalla polizia nelcorso di una protesta contro il caro-prezzo percibo e carburante. In Uganda infatti l’inflazioneha raggiunto l’11 per cento, l’accesso a beni eservizi è compromesso per numerosi cittadini edilaga la corruzione. Non possiamo che tremaredi fronte al “gigante” Africa che si sta sve-gliando, dopo essere stato sfruttato in lungo e inlargo dal mondo occidentale: gli scontri inLibia, a cui secondo noi l’Italia non avrebbe do-vuto partecipare! Quelli in Tunisia, in Egitto eora anche nel centro-Africa, Nigeria, Congo,Uganda certamente non lasciano ben sperare.Forse, come stanno facendo i vescovi del-l’Uganda, in questi casi bisogna solo intensifi-care la preghiera. Susanna Faviani

AGENZIA GENERALE DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

Agente Generale Cinzia AmabiliVia F. crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101

A Ripatransone si è riunito ilConsiglio Comunale presiedutodal sindaco Paolo D’Erasmo chein apertura di seduta ha presen-tato il neo-assessore (esterno)alle attività produttive ed al la-voro Dott. Giovanni Piunti, chesostituisce, avendo rinunciatoalla delega, Francesco Mori. La maggior parte della riunioneè stata dedicata all’esame ed all’approva-zione del bilancio di previsione per il 2011 edel programma delle opere pubbliche, sentitein merito le articolate relazioni dell’assessorecompetente Ing. Alessandro Lucciarini DeVincenzi, il quale fra l’altro, ha ricordato tuttii tagli previsti dalla legge finanziaria per i bi-lanci degli enti pubblici, che sono: dell’ 80%

delle spese per studi ed incarichi di consu-lenze; del 50% delle spese per le missioni;del 20% delle spese per le autovetture di ser-vizio e dei mezzi comunali; del 10% delle in-dennità per gli amministratori. L’assessoreLucciarini ha aggiunto che per il 2011 sonostate confermate le tariffe, le aliquote, le ad-dizionali del 2010, compresa l’I.C.I. (7 permille sulla seconda casa), le tariffe dei servizipubblici a domanda individuale (asilo-nido,scuolabus); inoltre (unico Comune dell’inter-land), la TARSU è stata ridotta di 5 centesimia metro quadro dell’abitazione o dei localiadibiti ad attività, su tutte le categorie previ-ste dal relativo regolamento. Dopo le rela-zioni ed alcuni interventi, il consiglio haapprovato il bilancio di previsione per il2011, che naturalmente è a pareggio, per untotale di euro nove milioni e 387 mila. Leprincipali opere pubbliche da realizzarsi nelcorso del 2011 sono: sede dell’asilo-nidonella lottizzazione “Cabiano” (euro 500mila); centri commerciali naturali, 3° inter-

vento (250 mila); ampliamento sede asilo-nido nel capoluogo (140 mila); ripristinostrade rurali in situazioni di emergenza (200mila); messa a norma del Teatro “Mercan-tini” (542 mila); completamento del matta-toio comprensoriale in contrada Fiorano (300mila); realizzazione di un’autorimessa inter-rata in località Monterone (400 mila); conso-lidamento e valorizzazione mura e torrionimedievali (255 mila); efficienza energeticaed uso fonti rinnovabili nell’illuminazionepubblica: rifacimento impianto nel centrostorico (236 mila); ripristino strade interpo-derali “Valtesino Sud-Visciola” (533 mila).Dopo il bilancio di previsione, il consigliocomunale ha approvato: la convenzione perla gestione dei servizi per le imprese nel Pi-ceno; il nuovo statuto e la compagine socie-taria della PICENOAMBIENTE s.p.a.; ilregolamento comunale per l’assegnazione dialloggi di edilizia residenziale pubblica, chesi stanno realizzando sia nelle ex cantine Car-darelli, sia nell’ ex “Ripana Mobili”; la va-riante parziale al vigente P.R.G. in localitàSan Salvatore, da destinare ad area turistica“Casa vacanze”: i circa 110 milioni di euroche il Comune introiterà da questa variante,saranno utilizzati per completare gli edificipolifunzionali nelle frazioni Petrella e SanSavino ed il campo polifunzionale a San Sal-vatore, e per il ripristino della scalinata di ViaUmberto I.

Da Ripatransone a cura di A.G.

Amministrazione Comunale:

bilancio di previsione ed opere pubbliche

Studenti del Corso di Lingua Italiana per Stranieri

ricordano Bruna Mistichelli

Vorrei esprimere il grande dolore avuto nell’apprendere la triste notiziadella scomparsa della nostra professoressa Bruna. Purtroppo il destino èun mare senza sponde che con improvvisa furia ci sommerge e ci annulla.Purtroppo accade in un solo momento ciò che vorremmo accadesse mai.Il vostro dolore è anche il nostro. È difficile capire persone che parlanolingue diverse, ma la prof.ssa Bruna ci capiva, intuiva attraverso il suocuore, come una madre, esprimeva i nostri pensieri in italiano insegnandociin questo modo la sua lingua che adesso anche per noi è diventata la nostra.Ringraziamo con il profondo di cuore la maestra Bruna per le sue qualitàe la sua forza. Era severa come una prof ma umana e partecipe più dimolte amiche… L’amicizia, la simpatia, la bontà, l’ironia, la disponibilitàe la voglia di vivere che ci ha trasmesso ogni momento che abbiamo pas-sato con lei resteranno per tanto tempo patrimonio di ciascuno di noi. Man-cherà tanto a tutti noi, ma resterà sempre viva nei nostri ricordi e nei nostricuori che così inaspettatamente ha lasciato. Inna Kondratyeva

CONFERENZA EPISCOPALE MARCHIGIANAUfficio regionale per la PASTORALE SOCIALE

in collaborazione con AcLI e AcI regionali,Uffici diocesani per la Pastorale sociale, giovanile e familiare

SEMINARIO REGIONALE

Ripensare al lavoro che c’èinventare il lavoro che non c’è

un contributo ed una presenza dellachiesa delle Marche che vuol essere vi-cino al mondo del lavoro in un momentodifficile per le condizioni in cui si lavora,il lavoro perso e il lavoro che manca,specie per i GIOVANI allo scopo di inco-raggiare, orientare e favorire iniziative eridare dignità al lavoro

SABATO 7 MAGGIO 20119.00 - 12.30

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Da Grottammare

Guerre di cui non si parla

Page 8: SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL … · partire e sempre ritornando ad uno dei segreti di Karol Wojtyla, il coraggio delle opere sulla base della certezza ... ma per

8 Anno XXVIII

8 Maggio 2011PAG

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Senza dubbio le Settimane Eucaristiche costituiscono una delle ca-ratteristiche della presenza sacramentina in San Benedetto delTronto. Iniziate durante la seconda guerra mondiale, nel 1941, essecontinuano ininterrottamente (con l’eccezione degli anni1944,1969, 1970) fino ai nostri giorni, tanto che l’attuale, in corsodi svolgimento, porta il numero 68 della serie. L’incidenza chehanno avuto sulla città di San Benedetto, e in parte notevole delladiocesi, può essere facilmente documentata mediante Il Fogliettodelle Diocesi di Montalto e Ripatransone, il Diario della Casa deisacramentini, la ricca documentazione fotografica ed altre fonti.In seguito al Concilio Vaticano II, le nuove Settimane trattano igran di temi conciliari, incentrati su Cristo e la comunità dei cre-denti, o Chiesa, nel loro profondo rapporto con l’Eucaristia.Ecco, in conferma, qualche tema di Settimana Eucaristica succes-sivo al Vaticano II. “L’Eucaristia e la Comunità locale” (29ª Setti-mana, 1972), A Messa fratelli! (30ª Settimana, 1973), L’Eucaristiasacra mento di unità (32ª Settimana, 1975) , Eucaristia e MinisteriEcclesia li (35ª Settimana, 1978), Celebrando il Memoriale del tuoFiglio, sul Canone della Messa (36ª Settimana, 1979), L’Eucaristiafa la Chiesa (37ª Settimana), L’Eucaristia al Centro della Comunitàe della Missio ne (40ª Settimana, 1983), ecc. e, negli ultimi anni,con una particolare attenzione alla realtà dell’uomo, con i suoi bi-sogni, le sue fragilità, le sue ricchezze, ad es. nel 2009 il tema “Eu-caristia, per una umanità rinnovata dall’amore, al seguito di SanPier Giuliano Eymard, nel 2010 il tema “Pane spezzato per la cittàdell’uomo: il dinamismo dell’Eucaristia”, fino al tema dell’attualeSettimana: “Eucaristia nella vita quotidiana”. Anche se varie situazioni originarie sono cambiate noi rimaniamo

nella convinzione che la Settimana Eucaristica è in grado di conti-nuare a svolgere un compito assai importante, in quanto rimanepur sempre un tempo di grazia. Mette a contatto vitale con il mi-stero eucaristico, fonte e culmine di ogni evangelizzazione; aiutaa sco prire la Chiesa, quale Cristo l’ha voluta, come suo MisticoCorpo e popolo dì Dio costituito da pastori e da fedeli; offre mo-menti privi legiati per la contemplazione nell’adorazione a GesùSacramentato e dà la possibilità di conoscere meglio il mistero eu-caristico. Concludiamo, quindi, con un augurio: apprezzare la Set-timana Euca ristica, parteciparvi, trasferire nella vita la grazia cheessa dona. Dell’attuale Settimana sottolineiamo come momentisalienti, oltre l’animazione quotidiana, l’incontro di MARTEDÌ 3 Maggio, ore 21.15 su “L’amore co-

niugale e l’eucaristia…”, tenuto dal predicatore, P. Mario Ama-deo sacramentino; l’ incontro di MERCOLEDÌ 4 Maggio, ore21.15, su “Eucaristia e le sfide dell’uomo, oggi: sociali…cul-

turali.. economiche…”, tenuto dal Prof. Luigi Alici, filosofo, giàPresidente Nazionale dell’Azione Cattolica; la testimonianza vo-cazionale di GIOVEDÌ 5 Maggio, ore 21.15, di SUOR MariaGloria Guida, monaca, seguita dalla Veglia notturna con i Mo-vimenti, Associazioni e Gruppi ecclesiali della Diocesi; l’incon-tro con i fratelli malati e anziani di VENERDÌ 6 Maggio, ore16.00; l’ormai tradizionale incontro delle Corali parrocchiali diSABATO 7 Maggio, ore 21.15; la conclusione con la Concele-brazione in Cattedrale presieduta dal nostro Vescovo, DOME-NICA 8, ore 18.00, seguita dalla solenne ProcessioneEucaristica fino al Santuario dell’Adorazione in Via Crispi.

Da S. Benedetto

La 68ª Settimana Eucaristica presso i PP. Sacramentini

Giovanni Paolo II BeatoFOTOCRONACA