Settimanale - Anno 6 N 12 - Il Sole 24 Ore · 2013. 2. 21. · gennaio-maggio), Afri-ca (16%),...

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TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE E enti Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media Settimanale - Anno 6 N ° 12 Lunedì 25 febbraio 2013 INTERNAZIONALIZZAZIONE & LOCALIZZAZIONE Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media ■■ RAPPORTO ICE / Una crescita influenzata dai cambiamenti economici Positivi gli scambi con l’estero In Europa cresce bene l’export verso Germania e Francia, perdite significative su Regno Unito, Spagna e Russia T ra Regioni e Camere di commercio è in at- to una collaborazione strategica per soste- nere iniziative di internazionalizzazione delle micro, piccole e medie imprese. Per questo è stato di recente presentato un piano di lavo- ro Regioni-Unioncamere per il sostegno delle iniziative necessarie per supportare le Pmi (in particolare quelle del Sud) a varcare i confini nazionali. Oggi, secondo dati Unioncamere, sono soltanto 211mila le imprese che fanno af- fari oltreconfine e di queste poco più di 10mila lo fanno stabilmente. Tuttavia risulta che altre 70mila sarebbero pronte ad affrontare la sfida dei mercati stranieri ma ancora non riescono a buttarsi nella competizione globale. Aiutare le prime a consolidare la presenza all’estero e le seconde a oltrepassare i confini nazionali è dunque un imperativo imprescindibile. Il pia- no individua una serie di interventi strategici tra i quali l’assistenza tecnica e informativa al- le Pmi, la formazione, lo sviluppo di strumenti finanziari per agevolare l’accesso al credito. Regioni e Camere di Commercio unite per aiutare le Pmi A nche grazie agli scam- bi con tutte le principali aree, e in particolare Europa, Africa settentrionale e Asia orientale, nel 2011 si è ridot- to il disavanzo commerciale dell’Italia. È quanto afferma “L’Italia nell’economia interna- zionale”, rapporto 2011-2012 redatto dall’Ice, Agenzia per la promozione all’estero e l’in- ternazionalizzazione delle im- prese italiane. Fanno eccezione soltanto i mercati verso i quali si sono riorientate le impor- tazioni di prodotti energetici (Medio Oriente, Asia centra- le, Africa sub-sahariana), per compensare il crollo di quelle provenienti dalla Libia. Nè bisogna dimenticare che la crescita delle esportazioni è stata segnata fortemente dai cambiamenti dello scenario internazio- nale. Gli aumenti più consistenti si sono avuti nelle aree più di- namiche, con l’eccezio- ne dell’Asia centrale, mentre le esportazioni verso l’Africa setten- trionale sono state penalizzate dalla crisi libica e dall’instabilità della regione. Anche tra le destina- zioni europee sono emerse dif- ferenze di rilievo: alla crescita relativamente sostenuta delle esportazioni verso Germania e Francia si è accompagnata la debolezza di quelle verso Re- gno Unito e Spagna. Un caso a parte è quello della Svizze- ra, dove sono cresciute forte- mente le esportazioni italiane di oro non monetario. Detto questo, la tenuta delle quote di mercato rispetto al 2010 è stata abbastanza diffusa. Soltanto in alcuni Paesi europei, come Re- gno Unito e Spagna ma anche in Russia e Africa settentriona- le le esportazioni italiane han- no subito perdite consistenti. Anche le importazioni hanno mostrato andamenti diversifi- cati: al forte rallentamento di quelle provenienti dall’Unione europea e dall’Asia orientale (anche per gli effetti della- catastrofe giapponese) si è associata una crescita anco- ra sostenuta da diverse aree emergenti, e in particolare dai paesi produttori di petrolio (tranne il Nordafrica). I dati disponibili sui primi mesi del 2012 mostrano una crescita delle esportazioni in netto ral- lentamento, soprattutto verso l’Unione europea, ma ancora sostenuta verso alcuni mercati extra-UE, in particolare Sviz- zera (19%, nel periodo gennaio-maggio), Afri- ca (16%), Nordamerica (14%) e Giappone (21%). Gli effetti della crisi in corso si avvertono anche sulle importazioni italia- ne, che appaiono in forte flessione da tutte le prove- nienze, tranne Stati Uniti, Russia, Medio Oriente e Nordafrica, dove sembra profilarsi un graduale ri- torno alla normalità degli scambi. Spedizione con tariffa Posta Target Magazine conv. naz./304/2008 del 01-06-2008 © M.GOVE - FOTOLIA.COM © SOLEG - FOTOLIA.COM

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TERRITORIO | ISTITUZIONI | IMPRESE

E entiAttività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media

Settimanale - Anno 6 N° 12 Lunedì 25 febbraio 2013

InternazIonalIzzazIone & localIzzazIone

Attività editoriale a cura de Il Sole 24 ORE Business Media

■■■ RAPPORTO ICE / Una crescita influenzata dai cambiamenti economici

Positivi gli scambi con l’estero In Europa cresce bene l’export verso Germania e Francia, perdite significative su Regno Unito, Spagna e Russia

Tra Regioni e Camere di commercio è in at-to una collaborazione strategica per soste-

nere iniziative di internazionalizzazione delle micro, piccole e medie imprese. Per questo è stato di recente presentato un piano di lavo-ro Regioni-Unioncamere per il sostegno delle iniziative necessarie per supportare le Pmi (in particolare quelle del Sud) a varcare i confini nazionali. Oggi, secondo dati Unioncamere, sono soltanto 211mila le imprese che fanno af-fari oltreconfine e di queste poco più di 10mila

lo fanno stabilmente. Tuttavia risulta che altre 70mila sarebbero pronte ad affrontare la sfida dei mercati stranieri ma ancora non riescono a buttarsi nella competizione globale. Aiutare le prime a consolidare la presenza all’estero e le seconde a oltrepassare i confini nazionali è dunque un imperativo imprescindibile. Il pia-no individua una serie di interventi strategici tra i quali l’assistenza tecnica e informativa al-le Pmi, la formazione, lo sviluppo di strumenti finanziari per agevolare l’accesso al credito.

regioni e camere di commercio unite per aiutare le Pmi

Anche grazie agli scam-bi con tutte le principali

aree, e in particolare Europa, Africa settentrionale e Asia orientale, nel 2011 si è ridot-to il disavanzo commerciale dell’Italia. È quanto afferma “L’Italia nell’economia interna-zionale”, rapporto 2011-2012 redatto dall’Ice, Agenzia per la promozione all’estero e l’in-ternazionalizzazione delle im-prese italiane. Fanno eccezione soltanto i mercati verso i quali si sono riorientate le impor-tazioni di prodotti energetici (Medio Oriente, Asia centra-le, Africa sub-sahariana), per compensare il crollo di quelle provenienti dalla Libia. Nè bisogna dimenticare che la crescita delle esportazioni è stata segnata fortemente dai cambiamenti dello scenario internazio-nale. Gli aumenti più consistenti si sono avuti nelle aree più di-namiche, con l’eccezio-ne dell’Asia centrale, mentre le esportazioni verso l’Africa setten-trionale sono state penalizzate dalla crisi

libica e dall’instabilità della regione. Anche tra le destina-zioni europee sono emerse dif-ferenze di rilievo: alla crescita relativamente sostenuta delleesportazioni verso Germania e Francia si è accompagnata la debolezza di quelle verso Re-gno Unito e Spagna. Un caso a parte è quello della Svizze-ra, dove sono cresciute forte-mente le esportazioni italiane di oro non monetario. Detto questo, la tenuta delle quote di mercato rispetto al 2010 è stata abbastanza diffusa. Soltanto in alcuni Paesi europei, come Re-gno Unito e Spagna ma anche in Russia e Africa settentriona-le le esportazioni italiane han-

no subito perdite consistenti. Anche le importazioni hanno mostrato andamenti diversifi-cati: al forte rallentamento di quelle provenienti dall’Unione europea e dall’Asia orientale (anche per gli effetti della-catastrofe giapponese) si è associata una crescita anco-ra sostenuta da diverse aree emergenti, e in particolare dai paesi produttori di petrolio (tranne il Nordafrica). I dati disponibili sui primi mesi del 2012 mostrano una crescita delle esportazioni in netto ral-lentamento, soprattutto verso l’Unione europea, ma ancora sostenuta verso alcuni mercati extra-UE, in particolare Sviz-

zera (19%, nel periodo gennaio-maggio), Afri-ca (16%), Nordamerica (14%) e Giappone (21%). Gli effetti della crisi in corso si avvertono anche sulle importazioni italia-ne, che appaiono in forte flessione da tutte le prove-nienze, tranne Stati Uniti, Russia, Medio Oriente e Nordafrica, dove sembra profilarsi un graduale ri-torno alla normalità degli scambi.

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