Settimana la · un giorno, sicuramente in Italia o in un altro paese al riparo dai soprusi e dalle...

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Settimana di Livorno Diocesi di Livorno PERIODICO DELLA DIOCESI DI LIVORNO- www.lasettimanalivorno.it Via del Seminario, 61 - 57122 Livorno - tel. e fax 0586/210217 - [email protected] N. 3 - 20 SETTEMBRE 2015 la Correre per cinque chilometri è sta- to quasi un gioco da ragazzi: si per- ché Sekou Traore, il vincitore della maratona di Amichiamoci, è abitua- to a farlo ma non per compezione piuosto per cercare un futuro mi- gliore per lui e per la sua famiglia. Come tan altri Sekou, è scappato dal suo paese messo in ginocchio da una forte epidemia di ebola, e araversando l’Algeria e la Libia, lo scorso luglio è arrivato a Livorno. A casa ha lasciato la sua famiglia composta da quaro persone e il suo sogno è quella di riabbracciarla, un giorno, sicuramente in Italia o in un altro paese al riparo dai soprusi e dalle violenze. Oenere il permesso di soggiorno è il suo scopo principale e non smet- te di ripeterlo durante la nostra in- tervista, è la sola cosa a cui pensa; In cerca di un futuro migliore: la storia di Sekou Il ragazzo che ha vinto la maratona di Amichiamoci racconta di Marna Bongini Fragili vite di Luca Lischi Sordi e ciechi, uomini senza rimor- si rinchiusi in un limbo di egoi- smo da labirin senza alcuna via di fuga. Sordi di fronte a grida di aiuto, a gemi dalla voce flebile in cerca di una presenza umana. Sor- di in ovaate società opulente di cose e caren di affe e di bene. Ormai incapaci di ascoltare alcuna voce di vita e di speranza. Dovrem- mo essere sordi e mu di fronte a tecnologie smartphone che droga- no le nostre vite. Dovremmo stac- care con più incisività abbondan connessioni friendly che invadono con prepotenza le fragili vite di noi e dei nostri figli facendoci cre- dere di essere in social-harem, in giostre del divermento estremo. Che i sordi possano finalmente tornare ad udire, a comprendere il presente, che ai ciechi sia ancora donato il vedere. Il vedere oltre la propria ombra, il vedere lontano. Che Colui che é la verità inondi di luce le nostre vite intrise di noia, di ozio, di apaa. Speriamo ancora di saper gustare la bellezza, ascoltare le sue voci, la sua armonia capace di ridare la vista ai ciechi, la parola ai mu, l’udito ai sordi. In questo numero: La celebrazione dell’8 seembre pag. 3 Nozie dalle parrocchie pag. 4 • Speciale beato Pio Alberto Del Corona pag. 7 La tre giorni dei catechis pag. 11 4 nuovi seminaris pag. 12 Intervista all’assessore regionale all’istruzione pag. 14 segue a pagina 15 >> Al forte appello del Papa, lanciato in ques giorni, di dare accoglien- za ai profughi, la Chiesa livornese risponde: più di 140 ospi nelle struure, nuove disponibilità per il futuro, cibo e guardaroba, corsi di italiano, assitenza legale, sanitaria e culturale a cura della Fondazione Caritas, ma soprauo risponde con un’accoglienza vera e aenta alle esigenze di ques nuovi pove- ri, lo tesmonia la storia di Sekou.

Transcript of Settimana la · un giorno, sicuramente in Italia o in un altro paese al riparo dai soprusi e dalle...

Settimanadi Livorno

Diocesi di Livorno

PERIODICO DELLA DIOCESI DI LIVORNO- www.lasettimanalivorno.it

Via del Seminario, 61 - 57122 Livorno - tel. e fax 0586/210217 - [email protected]

N. 3 - 20 SETTEMBRE 2015

la

Correre per cinque chilometri è sta-to quasi un gioco da ragazzi: si per-ché Sekou Traore, il vincitore della maratona di Amichiamoci, è abitua-

to a farlo ma non per competizione piuttosto per cercare un futuro mi-gliore per lui e per la sua famiglia. Come tanti altri Sekou, è scappato dal suo paese messo in ginocchio da una forte epidemia di ebola, e attraversando l’Algeria e la Libia, lo scorso luglio è arrivato a Livorno.A casa ha lasciato la sua famiglia composta da quattro persone e il suo sogno è quella di riabbracciarla, un giorno, sicuramente in Italia o in un altro paese al riparo dai soprusi e dalle violenze.Ottenere il permesso di soggiorno è il suo scopo principale e non smet-te di ripeterlo durante la nostra in-tervista, è la sola cosa a cui pensa;

In cerca di un futuro migliore: la storia di SekouIl ragazzo che ha vinto la maratona di Amichiamoci raccontadi Martina Bongini

Fragili vitedi Luca Lischi

Sordi e ciechi, uomini senza rimor-si rinchiusi in un limbo di egoi-smo da labirinti senza alcuna via di fuga. Sordi di fronte a grida di aiuto, a gemiti dalla voce flebile in cerca di una presenza umana. Sor-di in ovattate società opulente di cose e carenti di affetti e di bene. Ormai incapaci di ascoltare alcuna voce di vita e di speranza. Dovrem-mo essere sordi e muti di fronte a tecnologie smartphone che droga-no le nostre vite. Dovremmo stac-care con più incisività abbondanti connessioni friendly che invadono con prepotenza le fragili vite di noi e dei nostri figli facendoci cre-dere di essere in social-harem, in giostre del divertimento estremo. Che i sordi possano finalmente tornare ad udire, a comprendere il presente, che ai ciechi sia ancora donato il vedere. Il vedere oltre la propria ombra, il vedere lontano. Che Colui che é la verità inondi di luce le nostre vite intrise di noia, di ozio, di apatia. Speriamo ancora di saper gustare la bellezza, ascoltare le sue voci, la sua armonia capace di ridare la vista ai ciechi, la parola ai muti, l’udito ai sordi.

In questo numero:• La celebrazione dell’8 settembre pag. 3

• Notizie dalle parrocchie pag. 4

• Speciale beato Pio Alberto Del Corona pag. 7

• La tre giorni dei catechisti pag. 11

• 4 nuovi seminaristi pag. 12

• Intervista all’assessore regionale all’istruzione pag. 14

segue a pagina 15 >>

Al forte appello del Papa, lanciato in questi giorni, di dare accoglien-za ai profughi, la Chiesa livornese risponde: più di 140 ospiti nelle strutture, nuove disponibilità per il futuro, cibo e guardaroba, corsi di italiano, assitenza legale, sanitaria e culturale a cura della Fondazione Caritas, ma soprattutto risponde con un’accoglienza vera e attenta alle esigenze di questi nuovi pove-ri, lo testimonia la storia di Sekou.

PERIODICO DELLA DIOCESI DI LIVORNO 20 SETTEMBRE 2015 Pag. 2Settimanadi Livorno

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Nei giorni scorsi, Valerio Chiesa, giovane pastaio livornese, accom-pagnato da Giusy D’Agostino, se-gretaria del Vescovo, ha realizzato il suo sogno: è stato ricevuto da Papa Francesco, al termine dell’u-dienza del mercoledì.Valerio aveva scritto al Papa, per raccontargli la sua vita ed aveva anche pensato di dedicare a lui un nuovo tipo di pasta, una produzio-ne speciale, dei girasoli all’astice, fatti con pasta bianca, così come il vestito del Pontefice. Il Pontefice ha accolto la sua richiesta e lo ha invitato in occasione dell’udienza in piazza san Pietro. Valerio ha così

consegnato personalmente i suoi girasoli e il Papa gli ha accarezzato e benedetto con dolcezza la mano che in passato aveva subito un in-cidente con la macchina per fare la pasta; il Santo Padre lo ha chiamato per nome e gli ha chiesto di pregare sempre, per il mondo e anche per lui!In occasione dell’udienza, Giusy è riuscita a fare un selfie con il Papa,

che è stato al gioco e gli ha chiesto quando sarebbe venuto a Livorno; lui, simpaticamente, ha iniziato a canticchiare una vecchia canzone di Piero Ciampi “ho lasciato il mio cuore nel porto di Livorno. …” e poi si è messo a ridere. La storia di Valerio è sul quotidiano on line http://www.lasettimanali-vorno.it/01/pasta-fresca-per-il-pa-pa-la-storia-di-valerio-chiesa/

Con lettera Apostolica data in forma di Motu proprio “Mitis Iudex Domi-nus Iesus”, il Santo Padre Francesco ha modificato il procedimento giu-diziario finalizzato a dichiarare nul-lo un matrimonio. Il Papa ha modifi-cato le norme non tanto nell’intento di favorire la nullità dei matrimonio, bensì per rendere più celeri i proces-si. Nell’ultimo Sinodo dei Vescovi, tra le altre cose, i Padri Sinodali avevano espresso il desiderio che i procedi-menti di nullità fossero accessibili a tutti, soprattutto per quanto riguar-da l’iter processuale che per tanti co-stituiva un problema.La riforma tocca diversi punti riguar-danti la struttura dei Tribunali, non-ché lo snellimento dell’iter proces-suale. Alla luce dell’insegnamento del Concilio Vaticano II la riforma ha voluto dare grande rilievo, nell’ambi-

forma è l’abolizione della doppia sentenza conferma. Perché un matri-monio fosse dichiarato nullo occor-revano almeno due gradi di giudizio, i quali pronunciassero conformemen-te la medesima decisione. Adesso è sufficiente un unico pronunciamento ed una sentenza diventa immediata-mente esecutiva dopo la prima de-cisione di giudizio, salvo il diritto di una parte o del difensore del vincolo di poter sempre appellare qualora lo ritenessero opportuno.Il Motu proprio entrerà in vigore nel-la prossima solennità dell’Immacola-ta Concezione, lo stesso giorno in cui il Papa inizierà il Giubileo straordina-rio della misericordia.

don Alberto Vanzi

vicario giudiziale della Diocesi di Livorno

Nullità dei matrimoniIl vicario giudiziale spiega la novità annunciata dal Papa

to giudiziario, al Vescovo Diocesano, sostenendo che esso sia anche l’uni-co giudice nella sua Chiesa particola-re e quindi che il tribunale possa an-che essere costituito dal solo Vesco-vo. Ovviamente, nella sua Diocesi, il Vescovo potrà affidare la trattazione delle cause di nullità ad un Tribunale che giudica in sua vece.Oltre alla via del procedimento or-dinario, finalizzato a dichiarare nul-lo un matrimonio, il Motu proprio prevede, sotto l’autorità del Vescovo Diocesano, un processo più breve da applicarsi nei casi in cui la nullità di matrimonio è sostenuta da argo-menti particolari ed evidenti. In que-sta circostanza il Vescovo è lo stesso giudice che in forza del suo ufficio pastorale è il garante dell’unità della fede e della disciplina.Altra novità introdotta in questa ri-

Il selfie con Papa Francesco

PERIODICO DELLA DIOCESI DI LIVORNO20 SETTEMBRE 2015Pag. 3 Settimanadi Livorno

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La Diocesi consacrata a Maria, esempio di fede e coraggioLa preghiera di mons. Giusti nella celebrazione dell’8 Settembre

Un vero e proprio fiume di perso-ne è arrivato a Montenero per ce-lebrare la festa dell’8 Settembre. In una splendida giornata di sole, rin-frescata dal vento di Tramontana, sono giunti in centinaia sul sagrato del Santuario per iniziare insieme il nuovo anno pastorale.Il vescovo Simone nell’omelia ha ri-percorso la vita di Maria nei Vangeli: storia di una donna segnata dal co-raggio, dalla sofferenza, ma anche dall’amore: dal concepimento divino, che le ha fatto rischiare la lapidazio-ne, alla fuga in Egitto per proteggere il bambino, icona di tanti profughi che oggi arrivano nel nostro paese per fuggire la guerra; dall’inizio della missione di Gesù, che ha accompa-gnato con discrezione, alla morte in croce, dove ha vissuto nel silenzio l’evento più doloroso che una madre possa vivere; fino alla Pentecoste, nascita della Chiesa, di cui lei stessa si è fatta custode.Monsignor Giusti si è poi rivolto a Maria, in un’intensa e accorata preghiera, perché la Madonna pos-sa aiutare gli uomini e le donne di questo nostro tempo ad affrontare le fatiche di ogni giorno. Una pre-ghiera per i politici, perché operino per il bene comune; per le famiglie che non hanno lavoro e sostenta-mento; per i rifugiati perché trovino accoglienza, ma anche perché fini-scano le guerre e il mondo ritrovi la pace; per tutti coloro che subiscono ingiustizie e violenze; per i bambini dimenticati; per il creato e per tutti gli uomini, perché si convertano e seguano la strada di Cristo.

ECCO LA PREGHIERA INTEGRALEVergine e Madre Maria,hai accolto il Verbo della vitanella profondità della tua umile fede,

totalmente donata all’Eterno,aiutaci a dire il nostro “sì”

nell’urgenza, più imperiosa che mai,di far risuonare la Buona Notizia

di Gesù. Tu, che rimanesti ferma davanti alla Croce con una fede incrollabile, e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione, hai radunato i discepoli nell’attesa dello Spirito perché nascesse la Chiesa evangelizzatrice.

Ottienici ora un nuovo ardore di risorti per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte.

Dacci la santa audacia di cercare nuove strade

perché giunga a tutti il dono della Bellezza che non si spegne.

Stella della nuova evangelizzazione,aiutaci a risplendere nella

testimonianza della comunione,della fede ardente e generosa,della giustizia e dell’amore verso

i poveri, del servizio che si fa politica a favore degli ultimi,

perché la gioia del Vangelo giunga a tutti e nessuna periferia sia priva della Sua luce.

Vergine Sposa, madre di Cristo e della Chiesa Che conosci le fatiche quotidiane di una famiglia:

la vita comune, il mettere insieme pranzo e cena ogni giorno,

il non far mancare il necessario al piccolo, l’avere un tetto dove rifugiarsi; scuotici dalla nostra indifferenza verso i poveri che risalgono mari e terre,

rendici intrepidi nel creare lavoro per tutti in una società solidale,

liberaci dalle ideologie vecchie e

nuove, sono sempre aliena dalla realtà e distruttive di nazioni, famiglie, bambini.

Facci coraggiosi oppositori di ogni forma di violenza: basta con le guerre!

Basta con la violenza su donne, uomini, fanciulli: c’è una marea immensa di bambini dimenticati

a cui non si da neppure il diritto di approdare alla sponda della vita, né a una tomba a Kobane!

Sì al rispetto del creato, dei pesci e dei mari, degli uomini e delle donne, della diversità che è ricchezza indispensabile per essere come Dio, creatori: da che mondo è mondo per generare un bimbo ci vuole un bacio fra papà e mamma

e questa unione si chiama, da sempre, famiglia!

Madre del Vangelo vivente,aprii i cuori al pentimento,politici, uomini d’affari, religiosi, tutti

si convertano,il Giubileo sia il tempo della giustizia

anche per Livorno: tutti una casa, tutti un lavoro.

prega per noi. Amen. Alleluia.

Chiara Domenici foto Roberto Manera

PERIODICO DELLA DIOCESI DI LIVORNO 20 SETTEMBRE 2015 Pag. 4Settimanadi Livorno

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Don Felice Terriaca è il nuovo parroco al Sacro CuoreOriginario del Molise, ma laziale di adozione, don Felice Terriaca salesiano, nuovo parroco al Sacro Cuore è appena arrivato a Livorno ed in vescovado ha salutato mons. Giusti. Ne abbiamo approfittato per iniziare a conoscerlo.«I miei parrocchiani di Roma – racconta ridendo – mi hanno subito detto: a Livorno si man-gia bene il pesce, fatti prepara-re Cacciucco!! Cibo a parte sono stato contento di questa mia destinazione;donGino Berto mi ha raccontato che i livornesi

sono tosti e schietti, ma anche generosi e appassionati, in que-sti giorni inizierò a conoscere la parrocchia, la diocesi e sono si-curo di trovarmi bene qui». «E poi – continua – ho già esperienze “di mare”, la mia prima parrocchia è stata Civitavecchia, sono certo che questo rodaggio mi avvicine-rà di più alla gente livornese. Cer-to – ammette – ereditare il timo-ne dopo tanti anni con una figura di spessore come don Gino, non sarà facile, ma ci proverò, senza fretta e con umiltà: mi piace esse-

re un piccolo tassello della grande famiglia Salesiana.

dalle parrocchie

La famiglia nella Sacra ScritturaLa Settimana biblica in Coteto si concluderà con un concerto d’organo

Come ormai tradizione, anche quest’anno don Luciano Musi pro-muove nella parrocchia di San Gio-vanni Bosco in Coteto la Settimana Biblica. Le conferenze dei biblisti

invitati per l’occasione si terran-no dal 21 al 26 settembre alle ore 18.00 e il tema di quest’anno sarà quello della famiglia nella Sacra Scrittura. Riportiamo brevemente i temi degli incontri e i rispettivi relatori. Il primo incontro, il 21 settembre, sarà tenuto dal prof. don Piergior-gio Paolini, che presenterà la fami-glia nell’Antico Testamento. In que-sto incontro potremmo assistere alla presentazione del testo della creazione e di altri testi dell’Anti-co Testamento che riguardano le relazioni familiari. Sarà poi certa-mente messo in evidenza il cam-mino che Dio fa compiere al suo popolo e come, infine, lo conduce dalla poligamia al matrimonio mo-nogamico, seppure, vedremo, con ancora aperta la possibilità del ri-pudio.Il secondo incontro, il 22 set-tembre, sarà tenuto dal vescovo Mons. Rodolfo Cetoloni, che pre-

senterà la Santa Famiglia di Gesù, mostrandoci i Vangeli dell’infanzia e mettendo in evidenza perché questa famiglia è definita il model-lo di ogni famiglia.Il terzo incontro, il 23 settembre, sarà tenuto dal prof. don Valerio Barbieri, che presenterà, in parti-colar modo, le parole di Gesù sulla famiglia. Sarà presentato il capito-lo 19 del vangelo di Matteo e al-tri testi, mettendo in evidenza le novità e la fermezza con cui Gesù parla del matrimonio. Il quarto incontro, il 24 settem-bre, sarà tenuto dal prof. Mons. Benedetto Rossi, che presenterà la famiglia nel Nuovo Testamento. Sarà messa in evidenza la vita delle prime famiglie cristiane, citando i molti passi nei quali i testi si rivol-gono ai mariti, alle mogli, ai padri, ai figli, ecc... Il quinto ed ultimo incontro, il 25 settembre, sarà tenuto dal prof. don Francesco Vannini, che pre-

Da sinistra: don Francesco, il vescovo Simone e don Felice

PERIODICO DELLA DIOCESI DI LIVORNO20 SETTEMBRE 2015Pag. 5 Settimanadi Livorno

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La statua della Madonna di Fatima a S. Caterina

Piccole grandi offerte a San BenedettoSui gradini dell’altare della chiesa di S. Benedetto c’è un contenitore speciale: esso raccoglie le offerte dei più piccoli.Eh sì, perché ogni of-ferta ha il suo valore ed anche pochi centesimi, se donati con il cuore, magari risparmiati da un bambino, hanno un grande valore.Per questo don Tomasz, parroco della comunità di piazza XX Set-tembre, ha deciso di dedicare pro-prio ai bambini questa grande bot-tiglia trasparente, dove, durante la Messa, essi possano andare ad im-bucare le loro monetine. Le offerte saranno destinate, attraverso l’ami-co missionario don Dario, ad altri bambini, in una missione africana in Cameroun, con cui la parrocchia è gemellata.Un gesto dunque, quello della que-stua durante le celebrazioni, che prova a coinvolgere anche i più pic-coli, cercando di aiutarli a capire il valore del dono e ad aprire il loro cuore alla cura dei più deboli e all’a-more verso il prossimo.

Dopo essersi fermata per due set-timane alla parrocchia di San Leo-poldo a Vada la Madonna pellegri-na è tornata in città.Una grandissima affluenza durante le processioni e i rosari recitati per le strade che ha trasformato il paese di Vada in una “piccola Fatima ” del-la Diocesi, un santuario dove sono state distribuite 9000 comunioni e accesi più di 6000 lumini. Non solo persone del luogo, ma provenienti da tante città italiane. Al termine del-la visita don Janusz ha deciso di iscri-versi al Movimento insieme a 20 laici della parrocchia con cui inizierà la

Pratica dei Primi sabati come richie-sto dalla Madonna a Fatima e qui si formerà il terzo “Gruppo Pastorelli di Fatima Francesco e Giacinta”.La Madonna è poi rimasta una settimana alla parrocchia di Santa Caterina in Venezia, dove il nuovo parroco don Michele, assistente del Movimento del Messaggio di Fatima, l’ha accolta alla presenza di tante persone. Adesso l’immagine maria-na uscirà dalla Diocesi per recarsi a Pistoia e poi a Napoli, ma il 3 ottobre nella chiesa di S. Teresa a Rosignano Solvay si svolgerà la cerimonia di in-tronizzazione di una statua di Maria.

dalle parrocchie

senterà il tema del celibato e della verginità nel Nuovo Testamento, mostrando le parole di Gesù e di Paolo su questo tema.Sabato 26 settembre la Settimana Biblica si concluderà con altri due importanti momenti. Alle 18.00 la Celebrazione Eucaristica sarà pre-sieduta da mons. Roberto Filippi-ni, che riassumerà e ripercorrerà i temi esposti durante la settimana.Sempre sabato 26 settembre, alle ore 21.15, il Maestro Claudia Ter-

mini, ormai nota non solo ai fedeli di Coteto, ma alla Diocesi intera, concluderà la settimana con un concerto d’organo. Il programma presentato dall’artista sarà com-posto dalle musiche dei più grandi autori del passato.La Settimana Biblica in Coteto di-viene ogni anno sempre più in Diocesi un’occasione di studio e aggiornamento d’altissimo livello biblico-teologico, spirituale e arti-stico.

S.B.

PERIODICO DELLA DIOCESI DI LIVORNO 20 SETTEMBRE 2015 Pag. 6Settimanadi Livorno

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Il campeggio dei giovanissimi di Madre Seton Nella splendida cornice della casa vacanze di Pian di Cerreto in Garfa-gnana, si è svolto il campeggio ra-gazzi della parrocchia Santa Seton. Dodici ragazzi di età compresa fra 9 e 12 anni per una settimana hanno affrontato la loro prima esperien-za lontano dai genitori. Tema del campeggio “Immersi nel Creato…RE”, fatto apposta per ammirare e riflettere sul Dio della Creazione la Bibbia e con lo sguardo tra cielo azzurro, il verde dei prati e le vette dei monti. Una famiglia. Siamo stati per una settimana una famiglia al-largata. Abbiamo convissuto come tanti fratelli dividendoci i compiti, le pulizie, l’apparecchiatura e qualche alto piccolo impegno.Il protagonista del campeggio é sta-to il nostro caro amico Gesù, che ha vigilato su tutti noi, aiutandoci a superare i piccoli problemi, come qualche bisticcio per i risultati dei

le di fieno” e bevendo l’acqua dalle fontanelle.Alla fortezza poi i ragazzi hanno sperimentato il vivere quotidiano del medioevo: abbiamo visto l’uso del pungitopo per allontanare ospi-ti indesiderati dal cibo, abbiamo usato l’acciarino per accendere il fuoco, indossato gli abiti dei solda-ti, giocato con le fionde, preparato i mattoni e scolpito le pietre. Ma quel che hanno riscosso più succes-so sono stati i giochi. Divisi in due squadre “LEONI” e “ROSE”, ci siamo affrontati in tanti divertenti ed av-venturosi giochi d’acqua in piscina, nella gimkana e nella fantasmagori-ca caccia al tesoro, e poco importa chi alla fine ha vinto, perché tutti hanno scoperto il TESORO più gran-de che è l’AMICIZIA.

Giulia Stornello

giochi o qualche orgoglio di troppo, ma con il suo aiuto sono stati risol-ti, e noi lo abbiamo ringraziato: chi apertamente, chi dal proprio cuore, ma lo abbiamo fatto tutti.Ci siamo conosciuti meglio, e nel mio interesse posso dire di aver imparato molto da ognuno, di aver composto un meraviglioso puz-zle con i tasselli che tutti, grandi e piccoli mi hanno donato, un puzzle che rimarrà eternamente e sincera-mente nel mio cuore. Tra musica, risate, e allegria siamo diventati una cosa sola, e dopo essere stati insieme per una settimana, siamo adesso capaci di stare uniti anche se a distanza.Due le gite: una al Lago di Pontecosì e l’altra alla Fortezza delle Verruco-le. Entrambe caratterizzate da un percorso nel bosco alla scoperta dei suoni degli uccelli, dell’acqua, del vento sulle foglie, rotolando le “pal-

dalle parrocchie

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Mons. Pio Alberto Del Corona nac-que a Livorno il 5 luglio 1837 nella sua abitazione in Scali di Porta S. Tri-nita, n.1, piano 4° (dal dopoguerra viale Caprera, 10), nel quartiere del-la Venezia Nuova, territorialmente appartenente alla chiesa di S. Ferdi-nando Re, già vice parrocchia della propositura dal 1793, affidata ai pa-dri trinitari, detta chiesa di Crocetta. Egli era il quarto ed ultimo figlio di Giuseppe e Ester Bucalossi, nego-zianti di calzature. Le vicissitudini familiari, fra cui la precoce morte della madre, lo vi-dero frequentare la scuola dei padri barnabiti del collegio di S. Seba-stiano dove ebbe fra gli altri, come compagni di studi ginnasiali, Giu-seppe Levantini Pieroni, futuro filo-sofo e Francesco Pera, che diverrà, da sacerdote, un insigne letterato. Durante gli anni del liceo il giovane Aberto sviluppò la sua aspirazio-ne alla vita religiosa, poiché ebbe modo di maturare la propria voca-zione in un contesto decisamente innovativo sia sul piano culturale che squisitamente spirituale. L’iscri-

zione alle scuole dei padri barnabiti (che dopo la soppressione napole-onica rimasero attive fino al 1886) e la frequentazione della comunità domenicana presso la chiesa di S. Caterina da Siena, dove era priore p. Domenico Verda, alimentarono le sue convinzioni interiori e, a co-ronamento del proprio percorso vocazionale, si associò al Terz’ordi-ne domenicano in cui approfondì la devozione per la santa senese. Il Terz’ordine esprimeva infatti una re-ligiosità proveniente dal carisma di S. Domenico, orientata all’evangeliz-zazione attraverso la continuazione degli ideali apostolici del fondatore. Una presenza specifica nell’ambito dell’associazionismo diocesano che arricchiva il contesto laicale livorne-se, dove gran parte della popolazio-ne veniva coinvolta in un cammino fattivo di appartenenza ecclesiale, attraverso la militanza nelle nume-rose espressioni aggregative, fra le quali le confraternite e le pie unioni esistenti nelle varie chiese della dio-cesi labronica.Il 16 aprile del 1851 ricevette la sua prima Comunione nella chiesa di S. Sebastiano ed il fervore entusiastico scaturito da questa esperienza indi-rizzò la sensibilità religiosa dell’ap-pena quattordicenne Alberto ad alimentare l’impegno apostolico at-traverso la Conferenza di carità della S. Vincenzo de’ Paoli dove si iscrisse come aspirante. Un’adesione parte-cipata e responsabile che lo vide im-pegnato in prima persona nella di-stribuzione dei sussidi agli indigenti e come catechista negli incontri se-rali che si tenevano presso la chiesa dei Domenicani.Il 4 dicembre 1854 il diciassettenne Alberto Del Corona entrò nel convento fiorentino dei Domenicani di S. Marco, dove l’anno successivo prese il nome di Pio Tom-maso. Pronunciò la sua professione

Un livornese frate domenicano, prete e vescovoLa storia di Mons. Pio Alberto Del Corona

Beati: La loro storia,

la tua storiaLa provocazione del

vescovo Giusti, le indicazioni per

diventare beati

S. Giulia, S. Francesco, S. Chiara, Don Bosco Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II, Made Teresa, Padre Pio... ed ora Pio Alberto del Corona, i San-ti un popolo di persone che hanno testimoniato la gioia nella prova della vita. Se è tutto così chiaro e evidente perché non vivo le beati-tudini e non mi fido di Gesù?

Perché non mi fido e mi acconten-to di un po’ di piacere?1. Si, Gesù ma siamo proprio sicuri?

Siamo pieni di dubbi ed essi ci giu-stificano per poter fare ciò che ci sembra più opportuno e migliore anche se in contrasto con il Van-gelo. Conosciamo talmente poco Gesù che ci risulta sovente un estraneo e quindi perché dovrei fidarmi di Lui e dei suoi preti?

2. L’uomo è un consumatoreSe qualcosa non va cambio, cam-bio esperienza non la mia persona.

3. Siamo facili all’illusione e spesso crediamo di aver trovato il paradiso in terra

4. Carpem diemMeglio un uovo oggi che una galli-na domani... credo ben poco nel-la Vita Eterna e ho poca speranza cristiana

5. Credo con la testa ma la mia vita…Siamo deboli nei nostri propositi. Siamo fragili nella lotta al male.

Che fare per vivere le beatitudini ed essere quindi nella letizia?- non dire mai tanto è inutile, abbi

fiducia in Dio e in te stesso- lasciati fare- ascolta

PERIODICO DELLA DIOCESI DI LIVORNO 20 SETTEMBRE 2015 Pag. 8Settimanadi Livorno

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religiosa il 3 novembre 1859 e ven-ne ordinato sacerdote nella basilica di S. Marco a Firenze il 5 febbraio 1860. Le tensioni provocate dall’irrisolta Questione romana si ripercossero anche a Livorno. Il laicato cattolico si organizzò nella convinzione di fron-teggiare le ingerenze della politica sabauda. Il non expedit di Pio IX inci-se nella coscienza dei cattolici italia-ni e produsse un aumento della sen-sibilità civile e sociale nel laicato che si strutturò attraverso associazioni a diramazione locale e nazionale a dimostrare come i cattolici discono-scessero i cambiamenti politici.In questo contesto decisamente controverso e denso di conflittualità ideologica, P. Pio Alberto Del Coro-na, l’8 maggio 1872, con la bene-dizione del papa Pio IX, fondò con Pia Elena Bruzzi Bonaguidi la con-gregazione delle Suore Domenicane dello Spirito Santo e, in un secondo tempo, fece costruire l’Asilo, il mo-nastero di via Bolognese (Firenze). Nel contempo divenne Priore del Convento di San Marco. Nel 1874 Mons Annibale Barabesi, vescovo di S. Miniato, per motivi di natura giuridica, venne esautora-to dalla S. Sede e ridotto allo stato di Titolare e Vescovo della Mensa Vescovile della Diocesi di San Mi-niato, con la piena e intera rappre-sentanza legale nelle relazioni con

lo Stato italiano, mentre la condu-zione spirituale della diocesi veniva totalmente trasferita a un Vescovo coadiutore. Papa Pio IX nominò pro-prio Mons. Pio Alberto Del Corona vescovo coadiutore di S. Miniato, assegnandogli la sede titolare di Draso nonostante le sue proteste. Ricevette la consacrazione episco-pale a Roma il 3 gennaio 1875 nella chiesa di S. Apollinare per mano del cardinale Patrizi. Giunto a S. Miniato il 18 gennaio 1875, volle subito cominciare la visi-ta pastorale alle 98 parrocchie della Diocesi, accolto con calore dalla po-polazione.La presenza di Mons. Del Corona, come vescovo, a Livorno è datata fin dal 1875; nel 1882 viene invitato dal vescovo Remigio Pacini a tenere nel-la cattedrale livornese un’omelia per la festa dell’Immacolata, e, sempre in quell’occasione, parlò nella chiesa di S. Andrea Apostolo alle numerose convenute appartenenti alla Società femminea promotrice di Buone ope-re, esortandole ad alimentare il loro impegno soprattutto per la tutele delle giovani indigenti livornesi.Sempre come vescovo coadiutore di S. Miniato, Mons. Del Corona predi-cò anche a Livorno dove si distinse nel 1890 in occasione delle cele-brazioni del Secondo centenario dell’incoronazione della Madonna di Montenero. Ma l’avvenimento di fine secolo più significativo nella vicenda ecclesiale locale, che pre-corse anche le strade dell’ecumeni-smo, fu il primo Congresso mariano convocato dal vescovo Leopoldo Franchi a Livorno, sotto l’auspicio della Madonna di Montenero, dal 18 al 21 agosto 1895. L’assemblea si svolse nella Chiesa di S. Maria del Soccorso, dove ad ogni seduta parteciparono circa duemila persone fra uomini e don-ne. Era la prima volta che il laicato cattolico, con una vasta partecipa-zione femminile, acquistava visi-bilità prendendo parte ad un’assi-se ecclesiale.A questo Congresso presenziò anche Mons. Del Corona con altri sedici vescovi e con gli ar-

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- impara ad amare dall’amore- purifica il tuo cuore e vedi Dio- aumenta la tua fede, e nel buio

fidati della stella del mattino- abbi delle guide che ti aiutino a

saper salire- nutriti sempre di più di Gesù- monta dal verso giusto il colle del-

le beatitudini

Beati i poveri...se non sei consapevole del tuo bisogno di felicità e non inizi a di-staccarti dalle catene delle cose, degli istinti sregolati, non scalerai mai la montagna della beatitudine e rimarrai nelle acque inquietanti del piacere. Ed allora, sperimenta la gioia, fai tue le parole di Santa Gertrude: Amore che dai la vita, vi-vificami e restaura tutto ciò che in me è spento di fronte al tuo amore. Dio, amore che mi hai creato, crea-mi ancora nel tuo amore. Amore che mi hai riscattato: supplisci e riscatta in me tutto ciò che ho per-duto del tuo amore per negligenza. Dio che mi hai comprata per te nel sangue del tuo Cristo, santificami nella verità. Dio, amore che mi hai adottata: fammi crescere secondo il tuo cuore. Dio, amore che mi hai scelta per te solo: fa che sia unita interamente a te. Dio, amore che mi hai amata gratu-itamente: concedimi di amarti con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Dio, amore infinitamente potente, confermami nel tuo amore. Dio, amore infinitamente sapiente, concedimi di amarti nella saggezza. Dio, amore infinitamente caro, do-nami di vivere solo per te. Dio, amore infinitamente fedele, aiu-tami in ogni tribolazione. Amore infinitamente buono, agisci in ogni mia azione. Amore infinitamente forte, donami di perseverare in te sino alla fine. Amore infinitamente dolce, non ab-bandonarmi mai. Nell’ora della morte ricevimi tu, e chiamami. S.Gertrude d’Helfta (XIII secolo)

+ Simone Giusti

Il fumetto dedicato a Del Corona

PERIODICO DELLA DIOCESI DI LIVORNO20 SETTEMBRE 2015Pag. 9 Settimanadi Livorno

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civescovi di Pisa, Mons. Ferdinando Capponi e il cardinale di Firenze, Mons. Agostino Bausa. Come ec-cellente oratore affrontò un tema a lui particolarmente caro, che peral-tro aveva ampiamente trattato sul periodico livornese “La Settimana Religiosa”. Un contributo - il suo - di profonda intensità spirituale e teo-logica che arricchiva l’assise maria-na di nuove riflessioni cristologiche dirette ad individuare, attraverso la rivisitazione della pietà popolare, cammini pastorali innovativi densi di rinnovamento spirituale. “Ma il fatto più commovente – racconta il confratello domenicano Lodovico Ferretti nel suo volume – fu quando gli abitanti dell’umile quartiere ove Monsignore era nato, i Veneziani, i poveri Veneziani, lo vollero con loro nella chiesa ov’era stato ragazzo. Dopo il terzo discorso da lui tenuto in Duomo, lo aspettaron fuori, lo cir-condarono; e con furia ve lo vollero condurre, staccando dalla carrozza i cavalli e portandolo per le loro vie come in trionfo”. Divenne il diciotte-simo vescovo di S. Miniato nel 1897 alla morte del vescovo titolare. Per 32 anni esercitò il suo magistero con alto senso del dovere e con dedizio-ne verso i poveri oltre ad alimen-

tare la sua sensibilità anche nell’am-bito interreligioso. Toccante, infatti, l’augurio di Mons. Del Corona, al nei vescovo di Livorno Mons. Sabatino Giani nel 1901, dal quale traspare il suo stile accogliente e cultural-mente dialogante verso la comunità ebraica locale, caratteristica piutto-sto rara fra i presuli italiani ed euro-pei: “Voi vi recate a un popolo dal cuore largo come il Tirreno, sulle cui rive si agita. Vi recate ad una grande città, ove indubitatamente è del male, ma ove i buoni hanno slancio e ove fiorisce una gioventù che sa sprezzare le paure codarde e trovare entusiasmi per uno stendar-do, sul quale splende la fede degli avi suoi […] Andate e portate alla mia città natale, alla mia Livorno con lo splendore delle sacerdotali virtù la scienza che avete appresa alla scuola dell’Aquinate, il teso-ro della Lingua santa, il magistero della predicazione schiettamente evangelica, tre forze per eccellenza rinnovatrici. Il Clero che troverete vi ammirerà, quello che formerete avrà per voi adorazione. Nel popolo Livornese poi troverete un altro po-polo, il popolo Israelita che verrà ad ascoltarvi per riverire in voi la carità e la sapienza. Guardate quel popo-

lo come dee guardarlo chi ha cono-scenza profonda del cristianesimo, con riverenza di mesto affetto. Voi che sapete leggere la Bibbia nella lingua santa, ricordate a quel popo-lo la sua prisca gloria […]

Nell’estate del 1906, Mons. Del Co-rona gravemente ammalato, chiese al papa Pio X di essere esonerato dall’incarico, ma Pio X non accettò le sue dimissioni e gli affiancò come Amministratore apostolico, l’arcive-scovo di Pisa, Mons. Pietro Maffi. Si ritirò nel convento domenicano di S. Domenico di Fiesole, dove si dedicò alla preghiera e alla stesura delle sue ultime opere, senza trascurare l’accoglienza dei poveri che si pre-sentavano alla porta del convento. Un anno dopo Pio X nominò Carlo Falcini vescovo di San Miniato, ma il suo insediamento slittò al 21 dicem-bre 1908. Mons. Del Corona venne elevato alla sede titolare arcivesco-vile di Sardica.Negli anni successivi, al peggiorare della malattia, si ritirò nel monastero delle sue suore da lui fondate dove si spense, in concetto di santità, il 15 agosto 1912, come lui stesso aveva predetto “sono lo-goro, ma per l’Assunta rifiorirò”.

Diacono Andrea Zargani

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Dodici mesi per conoscere Pio Alberto del CoronaL’Eco del Santuario, dedica al Beato il prossimo calendario 2016

Ha compiuto da qualche mese 92 anni, la rivista religiosa del Santua-rio di Montenero “L’Eco”: fondata dall’allora parroco Padre Abate Don Emilio Lucchesi, ancora oggi rimane uno strumento di informazione pre-ziosa per livornesi e non.“L’Eco del Santuario” giunge infatti fino agli estremi confini della terra (nel vero senso della parola), arriva in Brasile, Cina, Venezuela, Sud Afri-ca, Tanzania, Stati Uniti d’America, Argentina.

Molti infatti sono i livornesi e non che si sono trasferiti per diversi mo-tivi all’estero ma che desiderano ancora mantenere un contatto con il Santuario e tutto ciò che lo circon-da.Un “regalo speciale” per i lettori della rivista presentato per la prima volta nel 1965, è il Calendario, che ogni anno propone un tema nuovo: il 2015 ad esempio è stato dedicato agli ex voto marinari, il 2014 alla sto-ria dei pellegrinaggi a Montenero,

e ancora negli anni passati al Beato Federico Ozanam, alle Misericordie della Toscana, ai Santuari mariani nel mondo, ai pellegrinaggi delle diocesi toscane e moltissimi altri.Ad occuparsi della rivista, il cui diret-

Roberto Manera, autore del calendario

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tore è don Luca Bernardo Giustarini, è da molti anni Roberto Manera, un uomo che meticolosamente ha rac-colto anno dopo anno immagini, ar-ticoli e scritti che hanno contribuito a produrre sia la rivista che il Calen-dario.«Ogni anno che passa, ci confessa Roberto, diventa sempre più difficile trovare argomenti nuovi per il no-stro Calendario, che possano colpire l’immaginario dei nostri lettori, ma la Madonna di Montenero ci fa tro-vare l’ispirazione giusta» e quest’an-no, vista la prossima beatificazione il 19 settembre nella chiesa di San Francesco a San Miniato, il protago-nista per l’anno 2016 è monsignor Pio Alberto Del Corona.Una figura per lo più sconosciuta ai livornesi, nonostante lui sia nato nel quartiere della Venezia e abbia iniziato il suo cammino sacerdotale nella nostra città, molti non lo cono-scono.«L’idea è nata sia per fare un dovero-so omaggio a questo grande perso-naggio, sia per farlo conoscere a tut-ti, livornesi e non» ci spiega Roberto.Il lavoro, come in molti altri casi, non è stato semplice: con la sua fedele macchina fotografica, che lo accom-pagna in ogni momento, Roberto ha girato diverse località in Toscana, vi-sitando i luoghi in cui ha vissuto Pio Alberto Del Corona, partendo da Li-vorno andando a Firenze , passando per Fiesole fino a San Miniato, scat-tando centinaia di foto.Roberto, conosceva già la figura del Beato, ma attraverso questa “gita speciale”, ha potuto approfondire le sue conoscenze: «mi sono do-cumentato molto, ho letto diversi libri sulla sua figura tra cui “Vita di monsignor Pio Alberto Del Corona Arcivescovo di Sardica” di Lodovico Ferretti a cui tutti i ricercatori fan-no riferimento per i loro studi. Nel visitare questi posti, ho rivissuto e scoperto quest’uomo, in particolar modo nel convento dei Domenicani di San Marco a Firenze, entrare nella sua piccola cella affrescata con una meravigliosa Trasfigurazione opera del Beato Angelico, dove visse per

cinque anni, o ancora facendo visi-ta alla cappella del monastero del-le suore domenicane dello Spirito Santo, dove padre Pio Alberto Del Corona, officiava la Messa; luoghi affascinanti, bellissimi che spero si possano apprezzare attraverso le fo-tografie del calendario».«Era un eccellente predicatore, continua ancora Roberto, un uomo molto caritatevole che arrivò a to-gliersi le scarpe e privarsi dell’anello vescovile per regalarlo; un grande confessore, un uomo che agiva in silenzio e con immensa umiltà». «È stata un’esperienza faticosa ma bellissima, confessa, che mi auguro venga in parte vissuta guardando le fotografie!».

Trovare ogni volta un modo diverso di fotografare, di rappresentare ciò che si vede per accattivare il lettore non è semplice…tutt’altro! Ed ecco che nascono nuove idee, nuove an-golazioni, tutto per far sì che il letto-re possa sentirsi parte di quei luoghi, di quel momento.L’impagabile lavoro di Roberto non si arresta, tant’è che «una volta ter-minato il progetto di un calendario si pensa già a quello per l’anno succes-sivo…non ci fermiamo mai!».A noi invece non resta che immer-gerci in questo viaggio … e lasciare che la nostra immaginazione ci con-duca a conoscere il Beato Pio Alber-to Del Corona!

Martina Bongini

PERIODICO DELLA DIOCESI DI LIVORNO20 SETTEMBRE 2015Pag. 11 Settimanadi Livorno

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Giunta ormai alla sua IV edizione, si è conclusa la tre giorni Cristiana Jones: alla ricerca del catechista perduto, ovvero quindici catechisti e animatori dai 15 ai 25 anni pro-venienti da diverse parrocchie della diocesi di Livorno insieme alla Villa Alma Pace dal 3 al 5 settembre.Le attività non sono certamente mancate ed è stata proprio Cristia-na Jones a dare il via con un “con-tratto formativo”; i ragazzi hanno

risposto a due domande: cosa vor-resti “trovare”? cosa ti aspetti?Dopo la lettura e condivisione del-le risposte, sono iniziate le attività tra giochi e momenti di riflessione preparati dagli organizzatori del campo, Elisa Verrastro, Don Fabio Menicagli e Monica Calvaruso che hanno accompagnato i ragazzi in ogni momento fino a vivere l’espe-rienza dell’adorazione eucaristica, ma anche a capire cosa può servire

per un viaggio, imparare insieme a verificare gli errori passati e a pro-grammare provando a stilare il pro-getto per un anno di catechismo.L’arrivo del Vescovo Simone ha coin-ciso con il “FEDE SHOW”: in questa occasione i ragazzi hanno potuto rivolgere delle domande al Vescovo in maniera del tutto anonima sulla fede o qualsiasi altro argomento vo-lessero trattare.La tre-giorni è proseguita poi af-frontando il tema della paura: quel-la del giudizio, quella del non esse-re all’altezza, quella del prendere decisioni.A conclusione di questi giorni sono state tirate le somme riprendendo in mano il contratto formativo fatto all’inizio del ritiro: un arricchimento personale, l’occasione per incontra-re nuovi amici e imparare insieme metodi e mezzi con cui costruire un cammino per i bambini e i ragazzi in parrocchia.Un consiglio?Partecipate a questa esperienza per dare anche il vostro contributo a questa crescita collet-tiva!

Valentina Passariello

foto di Elisa Verrastro

Amichiamoci 2015 newsÈ stato Sekou Traore, un ragazzo della Guinea a tagliare per primo il traguardo della minimaratona di Amichiamoci, categoria 5 km. Dietro di lui con il secondo e ter-zo posto nella 5 km Enrico Lauret-ti e Andrea Foresi. Per coloro che hanno proseguito per i 10 km sul podio Valerio Sanfilippo, seguito da Lorenzo Imparato, grande ri-velazione del 2014 quando vinse la maratona con un notevole di-stacco dagli altri e Gabriele Spa-doni.

Prossimi appuntamenti:Sabato 19 torna Amichiamoci’s got talent, la sfida delle parrocchie sul palco del teatro Filicchi alla Seton. Appuntamento alle 21 con ingresso ad offerta libera.Domenica 20 settembre è tempo di Caccia al tesoro: alle 14.15 le squadre (4 componenti per ognu-na) si ritroveranno alla parrocchia dei Sette Santi per scoprire qua-li sono le prove che quest’anno lo

staff ha nascosto in giro per la città sulle tracce del tesoro. Le iscrizioni, 5 euro a testa potranno essere fatte direttamente in loco.

Cristiana Jones: alla ricerca del catechista perduto

PERIODICO DELLA DIOCESI DI LIVORNO 20 SETTEMBRE 2015 Pag. 12Settimanadi Livorno

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Santità, umiltà e libertà di cuore… Sono queste le parole con cui il rettore del Seminario mons. Pa-olo Razzauti ha aperto il nuovo anno formativo dei futuri sacerdo-ti della nostra diocesi: giovani che insieme vivranno il prossimo anno all’insegna della docilità di cuore, lasciandosi guidare dal Signore e dai loro insegnanti e educatori. E quest’anno la Diocesi dà il benve-nuto a quattro nuovi ragazzi in se-minario: Antonino Pace, giovane 27 enne, originario della provin-cia di Agrigento; Gerardo Lavor-gna, nato a Battipaglia 34 anni fa; Clelio Cacciabaudo anche lui agrigentino di 36 anni e Tiziano Gallo, il più giovane, 25 anni, che arriva da Bologna. Preghiamo per loro, affinché il cammino da loro intrapreso sia pieno di amore e dedizione alla Chiesa universale e alla nostra particolare di Livorno. Quest’anno torna a far parte della

Quattro nuovi giovani al Seminario GaviIniziato l’anno di studio e formazione

comunità anche Giovanni Mari-no, che per motivi familiari si era dovuto assentare.

Gerardo Lavorgna

Tiziano Gallo

Antonino Pace

Clelio CacciabaudoGiovanni Marino

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Una vita dedicata al prossimo in difficoltà e un amore infinito per l’Africa: sono queste le motivazioni che hanno spinto Giampaolo Pasto-relli a lasciare l’Italia per dedicarsi, a tempo pieno, ai giovani ruandesi che vivono ancora una situazione di estrema povertà.Nato a Livorno, si trasferisce presto a Grosseto con la famiglia, dove cre-sce maturando la consapevolezza di voler essere d’aiuto a chi si trova in difficoltà. Dopo gli studi superiori, si iscrive al corso di Laurea in Svilup-po e Cooperazione internazionale, a Siena, laureandosi con una tesi sull’Eritrea e gli effetti che il colonia-lismo ha avuto sul Paese, allargando il proprio interesse all’approfondi-mento delle dinamiche che legano non solo l’Italia ma l’Europa intera all’Africa. In seguito partecipa ad un Master in Studi Africani in Svezia e, successivamente, parte per l’Africa con l’associazione Progetto Rwanda Onlus di Roma.

Recatosi così nel Paese sud-africano, Giampaolo inizia collaborando nella gestione di un Centro di accoglienza per donne a Kigali, la capitale.«Molte di loro hanno subito violen-ze e abusi nel corso del genocidio di vent’anni fa – spiega – spesso quan-do erano ancora piccole, e i traumi

che hanno subìto, fisici e psicologi-ci, le rendono fragili e vulnerabili: questa situazione le espone a poter subire altre violenze. Poi ci sono molte ragazze-madri, spesso mala-te di Aids, che non hanno aiuto e conforto per portare avanti la gra-vidanza, mettendo così a rischio sia la loro vita che quella del bambino, considerando anche le condizio-ni igieniche piuttosto precarie e la malnutrizione.»Nel Centro trovano operatori pron-te ad aiutarle e nuove compagne che hanno affrontato esperienze si-mili, con cui condividere un percor-so di recupero, non sentendosi più emarginate.Ma non è tutto. «A Kigali è atti-va una scuola materna che ospita quasi 50 bambini, mentre a Kibaya abbiamo ricostruito un istituto che ospita bambini di età compresa tra i 6 e i 15 anni. Prima esisteva una specie di capanna in fango, oggi ab-biamo una struttura con sedici aule in mattoni, dotata di servizi igieni-ci e una mensa gratuita che sfama 1300 giovani.» In una società ad altissima densità demografica, un bambino rappresenta una “bocca da sfamare” in più per ogni fami-glia, con la necessità di impegnar-lo prima possibile nel lavoro dei campi. «Sapendo di poter sfamare

i propri figli con il servizio mensa, i contadini della zona hanno così ef-fettuato la scelta migliore: mandarli a scuola. In questo modo siamo ri-usciti anche a diminuire fortemente il fenomeno della malnutrizione in tutta la zona, dovuto all’eccesso di popolazione rispetto alla produzio-ne agricola.»Tuttavia anche le campagne sono oggetto di intervento: i fattori loca-li sono seguiti costantemente con un’opera di formazione continua, perché imparino e perfezionino tecniche rivolte ad un’agricoltura eco-sostenibile. A tutto questo si aggiunge l’installazione di un am-bulatorio medico che soddisfa il fabbisogno di più di cinquemila per-sone. «L’apertura di questo servizio è stata necessaria per poter aiutare le future mamme prima e durante il parto, offrendo loro un luogo igieni-co e sicuro, e contrastando la mor-talità causata da infezioni, facilmen-te contraibili considerando che, di solito, avviene tutto in campagna e in luoghi con scarsa pulizia. Ma è importante anche per un’opera di prevenzione tramite vaccinazioni e formazione delle persone stesse, così come per effettuare piccoli in-terventi.»Oggi Giampaolo, tornato in Italia dopo gli anni di servizio in Rwan-da, collabora con la Cooperativa Sociale Auxilium Vitae di Grosse-to, il cui Presidente è l’Economo della Diocesi, occupandosi, insie-me a molti altri volontari, dell’ac-coglienza degli immigrati giunti sulle nostre coste meridionali e inviati ai vari centri di accoglienza in tutto il Paese.«La situazione è molto difficile an-che qua, soprattutto considerando il numero delle persone che arri-vano e le difficoltà che incontrano,

Una vita per il prossimoGiampaolo Pastorelli decide di lasciare la sua città per poter svolgere attività di volontariato in Rwanda, un paese che cerca di rialzarsi

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PERIODICO DELLA DIOCESI DI LIVORNO 20 SETTEMBRE 2015 Pag. 14Settimanadi Livorno

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mancando anche molte strutture. Alcuni hanno cominciato a lavora-re nei campi della zona, ma spesso sono stati vittime del “caporalato”.»Ma l’Africa è ormai la sua terra d’a-dozione, e spera di poterci tornare

presto. «Ho dato tutte le mie ener-gie per questi progetti, per poter offrire una speranza a coloro che si trovano in situazioni di difficoltà come in Eritrea e in Rwanda: c’è an-cora molto da fare, e senz’altro cer-

cherò di tornare per portare ancora il mio aiuto, e ritrovare tanti buoni amici. Fare seriamente un’opera di volontariato significa avere una mis-sione, quella di aiutare il prossimo.»

Fabio Figara

Ragazzi, siate protagonisti del vostro percorso di studi Buon anno scolastico!A colloquio con l’assessore regionale all’istruzione Cristina Grieco

È naturalmente la legge sulla buo-na scuola il primo argomento di cui parliamo con l’assessore regionale all’istruzione Cristina Grieco. “È un inizio - ammette con sincerità - ci sarà indubbiamente bisogno di la-vorarci ancora; è una cornice che va riempita, con regolamenti e diretti-ve specifiche, seguendo le esigenze che emergono man mano. L’impor-tante era iniziare il cambiamento: dopo decenni di tagli, dove non si parlava di offerta formativa, di au-tonomia scolastica, ecc. Oggi final-mente c’è una base da cui partire per riformare la scuola: la forma-zione dei giovani è un punto fonda-mentale per la vita di un paese”. “E poi non dimentichiamoci - continua l’assessore Grieco - che grazie a que-sta riforma la scuola potrà contare su 160.000 docenti in più rispetto agli anni passati (7 docenti in media per istituto), un potenziamento che garantisce attività curricolari, attivi-tà extracurricolari, progettazione, orientamento... Insomma, di poter fare scuola nel miglior modo possi-bile e soprattutto con una certe sta-bilità, visto che la legge garantisce queste condizioni per un triennio”. Questo aumento del numero inse-gnanti garantirà anche un’adegua-to sostegno ai ragazzi disabili? “Si. Su questo punto abbiamo lavorato molto in Regione: quest’anno parti-remo con un rapporto di 1 a 2, cioè

un insegnante ogni due ragazzi con difficoltà e questo è già un buon risultato. Occorre comunque ricor-dare che intorno al ragazzo si deve creare una rete di sostegno, non si può demandare tutto alla scuola; ci deve essere la scuola per l’aspetto dell’apprendimento, la ASL per l’as-sistenza medicale e gli enti locali per i servizi all’autonomia e all’inte-grazione, solo così si sostiene vera-mente un ragazzo con problemi”.Non tutti hanno visto di buon oc-chio questa riforma; si minacciano proteste già per il primo giorno di scuola... “Certo - ammette - è diffi-cile accontentare” tutti. Le questio-ni da risolvere sono ancora tante, ma non insormontabili. Il problema dell’eccessiva autorità dei presi-di, ad esempio; non penso che sia un problema reale, non credo che essi agiscano come dei despoti; i presidi hanno il timone, ma an-che la responsibilità dell’Istituto e non possono assolutamente fare a meno della collegialità dei docenti. Oppure un altro punto su cui tanti non sono d’accordo: il concorso ob-bligatorio anche per gli insegnanti precari che già insegnavano; la leg-ge doveva pur dare una regola. È una questione di modus operandi: occorreva riprendere le fila di que-ste assunzioni nella scuola, un pun-to zero; con altre scelte sarebbero rimasti scontenti altri”.

Su quali altri aspetti dovrà lavo-rare il governo per migliorare il servizio scolastico? “In un paese come il nostro, che registra il 17% dell’abbandono scolastico (la Tosca-na ha quasi la stessa percentuale) - sostiene la Grieco - occorre urgen-temente lavorare sull’orientamen-to, perché i ragazzi devono essere rimotivati. Dobbiamo fare in modo che dai percorsi scolastici emerga-no veramente le potenzialità dei ragazzi, non si può rimandare tutto all’ultimo anno delle superiori; se riuscissimo man mano che si proce-de nel percorso di studi a capire le singole attitudini, potremmo anche indirizzare meglio alle diverse pro-fessionalità. Per questo non è bene “tagliare” sulle attività laboratoriali, spesso è proprio in queste ore di lezione che si vedono le attitudini”. L’anno scolastico è appena inizia-to, il suo augurio ai ragazzi è quel-lo di essere protagonisti del loro percorso di studio, qual è invece l’augurio che rivolge a se stes-sa? Cosa le piacerebbe realizzare come assessore in questo primo anno? “Mi piacerebbe soprattutto far sentire la Regione più vicina al territorio, far sentire che le scelte strategiche della Toscana sono a so-stegno degli istituti, degli insegnan-ti, dei ragazzi, delle famiglie... Spero davvero di riuscirci”.

Chiara Domenici

Cristina Grieco

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PERIODICO DELLA DIOCESI DI LIVORNO20 SETTEMBRE 2015Pag. 15 Settimanadi Livorno

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Domenica 20 settembre11.00 S. Messa in occasione

della festa patronale alla parrocchia di S. Matteo

15.30 Giornata mariana a Castelfranco

Lunedì 21 settembreIl Vescovo è a Lecceto per l’incontro CET

Martedì 22 settembreNella mattina, udienze clero in vescovado

Mercoledì 23 settembre10.00 Consulta Regionale dei Beni

Culturali in vescovado21.00 alla chiesa di San

Sebastiano S. Messa per il Rinnovamento dello Spirito

Giovedì 24 settembre9.30 incontro con il clero

giovane in vescovado18.30 S. Messa per l’inizio

dell’anno scolastico ed

accademico alla chiesa di Santa Caterina

Venerdì 25 settembreNella mattina, udienze laici in vescovado18.30 incontro con i cresimandi,

i genitori, i catechisti e i parroci alla chiesa del Sacro Cuore (Salesiani)

Sabato 26 settembreNella mattina, udienze laici in vescovado16.00 intervento al convegno

dei catechisti della diocesi di Firenze, a Firenze

Domenica 27 settembre11.00 S. Messa e cresime alla

parrocchia di S. Michele (Gabbro)

18.30 S. Messa per la festa di S. Vincenzo de Paoli e mandato agli operatori della carità in cattedrale

L’AGENDATutti gli appuntamenti con il Vescovo

Sabato 19 settembre9.30 S. Messa e beatificazione

di S. E. mons. Pio Alberto Del Corona nella chiesa di S. Francesco a San Miniato

18.00 S. Messa e ingresso di don Annibale Reyes, amministratore parrocchiale della parrocchia di S. Simone

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al momento non può immaginare un futuro, non può permetterselo finché non saprà a che cosa andrà incontro.Più volte proviamo a chiederlo, e nella sua lingua madre, il france-se, ci dice che adesso l’unica cosa che desidera è ottenere quel pez-zo di carta, per poter un giorno iniziare a lavorare permettendo così ai suoi familiari di venire in Italia e continuare ad essere una famiglia.Il suo destino, come quello degli al-tri quindici ragazzi che sono ospitati all’Alma Pace, è nelle mani di una commissione che potrà rinnovargli il permesso temporaneo, per uno, tre o cinque anni fino a prendere poi la decisione definitiva: lasciarlo rimanere oppure costringerlo a tor-nare a casa.Nel frattempo, mentre la sua vita è affidata ad altre persone, lui insie-me ai suoi compagni di viaggio e di avventura (se così semplicemente possiamo definire), si impegna a

studiare la nostra lingua e a cono-scere la città.Durante la mattina, partecipa ai cor-si tenuti dal prof. Luciano Lessi alle Sorgenti di Carità, e il pomeriggio insieme a Luca e Margherita, i due operatori Caritas che seguono quo-tidianamente i ragazzi, continua ad esercitarsi, per imparare l’italiano.L’Italia è più o meno come se la im-maginava, qualche volta era riuscito a vedere qualcosa del nostro paese in televisione e se gli chiediamo che cosa pensa degli italiani che si la-mentano degli immigrati, lui rispon-de semplicemente…sono buoni.A Luca, che ci aiuta a tradurre, rivol-giamo la stessa domanda e lui ci da una risposta ben precisa: «baste-rebbe venire a trovarci per capire che non ha significato parlare di soldi, i bisogni primari sono quelli essenziali, non è un discorso politi-co ma semplicemente che riguarda la dignità della persona».Non mancano comunque i momen-ti dedicati alle attività ricreative: il

sabato ad esempio, si ritrovano ai Salesiani per giocare un po’ e ades-so quale migliore occasione se non quella di partecipare ad Amichia-moci.Solo otto di loro hanno aderito alla manifestazione diocesana forman-do una squadra di pallavolo, insie-me a Luca e Margherita che ormai i ragazzi chiamano affettuosamente “babbo” e “mamma”; loro infat-ti sono il punto di riferimento di Sekou e degli altri compagni che da quasi due mesi formano una fami-glia “speciale”.Certo la convivenza non è semplice, i paesi di provenienza sono ben sei (Guinea, Banghladesh, Togo, Costa D’Avorio, Nigeria e Gambia) e trova-re un punto d’incontro spesso non è facile ma la loro giovane età (sono per la maggior parte ragazzi appena maggiorenni) li aiuta a stare insie-me, in fin dei conti basta un pallone per giocare e divertirsi un po’, sol-levando i loro pensieri dal difficile cammino che ancora li attende.

PERIODICO DELLA DIOCESI DI LIVORNO 20 SETTEMBRE 2015 Pag. 16Settimanadi Livorno

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do il quotidiano ha continuato ad aggiornare le notizie. I lettori sono cresciuti molto nelle giornate in cui qualche notizia ecclesiale emergeva nelle cronache cittadine: un segna-le evidente che molti lettori cerca-no una fonte diretta ed aggiornata per approfondire la notizia.Il quotidiano online, in un solo anno, ha acquisito autorevolezza anche agli occhi degli altri orga-ni di informazione, locali ma non solo, che lo hanno spesso citato per riportare notizie originali o per documentare i propri interventi.Spenta la prima candelina, il gior-nale prosegue con convinzione nel suo percorso di crescita che, grazie agli enormi sviluppi futuri dell’infor-mazione online, lo può far diventare uno strumento essenziale per una Chiesa “in uscita” capace di giunge-re fino alle periferie esistenziali.

Nicola Sangiacomo

LA SETTIMANA

Supplemento cartaceo del quotidiano “La Settimana tutti i giorni” Quotidiano on line della Diocesi di Livornodi Pharus srl - via del Seminario 6157122 Livorno - P.IVA/C.F. 01676050493

Testata giornalistica iscritta al numero 01/2015 del Registro Stampa del Tribunale di Livorno.Responsabile: Chiara Domenici

DOMENICA 4 OTTOBRE 2015IN CATTEDRALEORE 15.30 TE DEUM di ringraziamento

Per la beatificazione diMons. PIO ALBERTO DEL CORONA

A seguire, sempre in Cattedrale, convegno diocesano

IL VANGELO IN FAMIGLIA

L’8 settembre 2014, esattamente un anno fa, arrivava on line “La Set-timana tutti i giorni”, il quotidiano web della diocesi di Livorno. L’an-nuncio ufficiale lo dette il Vescovo, monsignor Giusti, sul sagrato del Santuario di Montenero, in occasio-ne della celebrazione della Natività di Maria che apre, per tradizione, l’anno pastorale della diocesi.L’annuncio non fu una sorpresa as-soluta a Livorno, perché da quasi un anno sul sito internet della diocesi veniva pubblicato un blog di notizie e commenti che veniva aggiornato quotidianamente dallo staff della comunicazione diocesana; il pas-saggio da blog a quotidiano onli-ne comunque era molto rilevante tanto da essere segnalato, anche a livello nazionale, con notizie pubbli-cate dal Sir, l’agenzia di stampa dei settimanali cattolici, e dal sito istitu-zionale del Progetto Culturale.

www.lasettimanalivorno.itIl quotidiano on line della Diocesi ha compiuto un anno

Un’iniziativa innovativa per una diocesi che è cresciuta e si è con-solidata in questo anno diventan-do un punto di riferimento per le notizie ecclesiali e un luogo di di-battito e proposta per tutta la re-altà livornese.Da questa esperienza è nato recen-temente anche il nuovo formato del settimanale cartaceo diocesano che punta a valorizzare sempre più le esperienze della Chiesa locale.“E’ un esperimento che fa scuola” ha recentemente dichiarato Dino Boffo, già direttore di Avvenire e di Tv2000, uno dei maggiori esperti di informazione ecclesiale oggi in circolazione; un giudizio sorpren-dente che conferma però i dati che si ricavano dal numero sempre cre-scente di navigatori online che leg-gono “Tutti i giorni”. Un’abitudine che non hanno abbandonato, nep-pure nelle settimane estive, quan-

Impaginazione e grafica: Andrea MacelloniStampa: stamperia diocesanaVia del Seminario 61 - 57122 Livorno