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Dagli anni ‘70:
indebolimento delle basi socio -economiche del WS
crisi del modello produttivo basato sulla grande industria(+costi energetici ; +costo del lavoro; +competizioneinternazionale; +inflazione e restrizione del credito);
ampliamento economia terziaria (-produttività; -tassi dicrescita; +incertezza e volatilità dei mercati) ;
rallentamento dei tassi di crescita economica;
crescente instabilità del mercato finanziario globale.
Bassa crescita economica, da un lato, dif ficile contenimento deilivelli di spesa pubblica e tassazione raggiunti nei TrentaGloriosi, dall’altro) Elevato deficit pubblico WS in stato dipotenziale crisi fiscale costante e dunque austerità permanente.
LA CRISI DEL WELFARE STATE
1944: Conferenza di Bretton Woods finalizzata a creare condizioni
per una stabilizzazione dei tassi di cambi rispetto al dollaro, eletto
a valuta principale (sistema dei cambi fissi) ed eliminare le
condizioni di squilibrio determinate dai pagamenti internazionali:
fondazione del FMI e della BM).
1971: R. Nixon dichiara la fine della convertibilità del dollaro in
oro (sistema dei cambi variabili); sopratassa del 10% per le
importazioni.
1975: Vertice di Rambouillet (nasce il G6)
UN NUOVO ORDINE MONDIALE?
Società post -moderna, Società post - industria le, Società post -material ista,
Società post -nazionale, Società post -coloniale,
Società società f luida, Società del r ischio (…)
La f ine del le IDEOLOGIE?
Grandi quest ioni ideologiche meno r i levant i nel le società occidental i , dove i par t i t i
concorrono al potere promettendo l ivel l i p iù al t i d i cresc i ta economica e benessere
mater iale ; consenso ampio tra i par t i t i democrat ic i che por ta ad un disaccordo sui mezzi
per raggiungere del le mete comuni .
Ideologie for t i come prodotto di un processo ( la modernizzazione) ormai esaur i to :
l ’assenza di grandi narrat ive carat ter ist ica del l ’era post -moderna (valor i debol i ,
mult icul tura l ismo, ecc . ) .
Per alcuni : v i t tor ia f inale di una sola ideologia, quel la del la democrazia l ibera le, sul le
sue avversar ie (Fukuyama, 1989) .
Per al t r i : i l confl i t to ideologico si r ipresenta oggi nei termini di uno scontro d i c iv i l tà t ra
la cul tura occidentale e quel la is lamica (Hunt ington, 1996) .
LA CRISI DELLA SOCIETA’ MODERNA
nuovo t ipo di società definibile, come la società industriale e ancor prima quella mercantile, sul la base di un modo di produzione piuttosto che di altre caratteristiche sociali ;
verso l ’»economia del sapere» ( ICT); aumento l ivell i di istruzione del la popolazione (e quindi del la forza lavoro); impiego nel terziario (occupazione femminile);
dal pdv teorico: per alcuni continuità, con raf forzamento dei legami tra scienza, tecniche e organizzazione del lavoro, che segna passaggio verso migliori condizioni di lavoro e di salario (Bell , 1973); per altr i , accento sul la discontinuità e nuove problematiche (Touraine, 1969);
dal pdv empirico: svi luppo terziario caratterizzato da for t i dif ferenziazioni interne (gap salari alt i e bassi ; lavori postfordisti e neofordisti ; categorie di lavoratori protette vs lavoratori vulnerabil i) ;
strategie produttive for temente orientate al la flessibil ità (decentramento produttivo, esternalizazione servizi ; r iduzione organico);
anni ‘80 e ‘90: i disoccupati di lunga durata; seconda metà anni ‘90; aumento lavoratori precari e flessibil i ;
i l raf forzamento delle voci crit iche al capitalismo di mercato (Rifkin,1995; Sennet, 2002; Gall ino, 2007).
IL LAVORO
NELLE SOCIETA’ POST-INDUSTRIALI
Il «vento del femminismo» nella società;
aumento dei l ivell i di istruzione femminile;
aumento dell ’occupazione femminile (nel terziario) legata alla caduta dell ’occupazione maschile (nell ’industria);
ristrutturazione dell ’organizzazione socio -economica familiare (dal male bread-winner al dual adult worker ) ;
invecchiamento della popolazione;
pluralizzazione delle forme familiari (dinamiche demografiche e stil i di vita più improntati all ’individualizzazione);
aumento tipologie familiari + vulnerabili ;
emersione dei problemi di concil iazione tra lavoro e cura (di minori o anziani) come sociali ;
importante aumento domanda di servizi alla persona, sia privati, che pubblici.
LA FAMIGLIA
NELLE SOCIETA’ POST-MODERNE
Gap di sviluppo, benessere e aspettative di vita per gli
abitanti delle diverse aree del globo, a fronte della
globalizzazione dei flussi di comunicazione;
migrazioni internazionali come processo non transitorio;
minori opportunità occupazionali (tipologia di lavori non
qualificati) e aumento problemi di integrazione sociale;
crescenti richieste di riconfigurazione dei confini del concetto
di cittadinanza nazionale;
migranti come minaccia alla sostenibilità del WS nazionale:
controllo frontiere (nuovo protezionismo);
sviluppo reti globali di immigrazione criminale.
I FLUSSI MIGRATORI
NELLE SOCIETA’ POST-NAZIONALI
Aumento costo di accesso all’abitazione;
trasformazioni strutture familiari;
riduzione offerta pubblica di abitazioni;
crescita del mercato della proprietà;
la casa diventa risorsa scarsa e discriminante sul piano
sociale;
dif ferenze nazionali.
LA CASA
NELLA SOCIETA’ POST-MATERIALISTA
a) Emergere di nuove fasce di popolazione più vulnerabili alle
conseguenze sociali negative derivate dalla dif fusione dei nuovi
rischi sociali;
b) Perdita di ef ficacia e appropriatezza dei programmi
consolidati di welfare.
LE PRESSIONI PER UNA RICONFIGURAZIONE
DEI TRADIZIONALI SISTEMI DI WELFARE
1) Come contenere i costi crescenti dei «vecchi rischi sociali»
senza scontentare fasce importanti della cittadinanza?
2) Come adattare i sistemi di welfare ai «nuovi rischi sociali» e
alle trasformazioni dei vecchi rischi?
3) Come adattare i modelli di governo e governance nazionale
dei sistemi di welfare ad un contesto multilivello più complesso
(globalizzazione vs. sussidiarietà).
LE 3 SFIDE PRINCIPALI
Resistenza al cambiamento dei sistemi di welfare, legata a processi politico-istituzionali:
Cittadini avversi al rischio, si oppongono ai tagli;
Meccanismi di dipendenza di percorso istituzionale (effetti di lock-in ; ri levanza policy-takers).
Difficoltà nella realizzazione di tagli sostanziali; eccezione: eventi drammatici o blame avoidance («scaricabarile»).
Possibili strategie: diluzione nel tempo conseguenze negative riforme; ridurre tracciabilità degli elettori delle decisioni politiche; criterio del divide et impera (conseguenze solo su alcuni gruppi e alleanza con gli altri).
CRITICHE: evidenza di casi di tagli; riferimento ai concetti di retrenchment nascosto e di ricalibratura.
LA TESI DELLA RESISTENZA
(RESILIENCE)
Smantellamento progressivo dei sistemi di welfare:
tagli alla spesa pubblica e sociale (+ barriere per accesso alle prestazioni, minore generosità servizi , richiesta di
compartecipazione beneficiari).
Esplicito: in caso di crisi, tagli presentati come necessari alsalvataggio del paese (credit claiming ) ; forza della maggioranzaspecie nei partiti di centro-destra; costi dei tagli su gruppisocialmente e politicamente deboli (giovani, donne, immigrati,meridionali)dualizzazione dei diritti sociali .
Nascosto: realizzazione di programmi non dichiarati diprivatizzazione dei rischi sociali , senza smantellamento reale delWS, bensì ma attraverso mancato riconoscimento dei mutati rischisociali ; oppure accumulazione nel tempo di aggiustamenti graduali(per aggirare opposizione attori con forti poteri di veto).
LA TESI DEI TAGLI
(RETRENCHMENT)
Rimodellamento del sistema di welfare come strategia adattiva ai profondi cambiamenti socioeconomici degli ultimi decenni.
Funzionale: necessità di verificare i nuovi rischi sociali scoperti ;
Distributiva: ribilanciamento copertura sociale tra diversi gruppi di beneficiari;
Istituzionale: rivede il disegno delle istituzioni e dei l ivell i ai quali prendere le decisioni;
Normativa: riguarda processi di integrazione che agiscono sul l ivello comunicativo e simbolico per definire i l dibattito secondo coordinate nuove rispetto al passato.
Deficit di rappresentanza politica dei nuovi rischi sociali più forte nei sistemi in cui le organizzazioni di rappresentanza dei vecchi rischi sono più radicate.
LA TESI DELLA RICALIBRATURA
(RECALIBRATION)
Si pone come alternativa al predominio dell’approccio
neoliberista, per il quale i tagli sono l’unica risposta.
Enfasi sulla possibilità dei sistemi sociali postfordisti di
investire nel capitale umano, attivando potenziali lavoratori:
promozione pari opportunità (valorizzazione merito);
investimento sulle nuove generazioni (riequilibrando attuale
assetto). Es. Ue.
CRITICHE: eccesso di ottimismo; approccio produttivistico.
LA PROSPETTIVA DEL
SOCIAL INVESTMENT
Contenimento della spesa nei 3 grandi settori tradizionali della
protezione sociale (vecchi rischi sociali ): Pensioni;
Disoccupazione; Sanità.
Sviluppo di politiche rivolte ai nuovi rischi sociali : Reddito
minimo e lotta alla povertà; Conciliazione cura-lavoro; Long-term
care ; Politiche abitative; Transizione istruzione -lavoro; Inclusione
sociale degli stranieri.
Principali meccanismi e sistemi di riforma:
Riforme struttuali
Cambiamenti istituzionali e organizzativi ( rescaling)
Interventi parametrici
PRINCIPALI TRASFORMAZIONI
NEI SISTEMI DI WELFARE
Sistema pensionistico;
Copertura dei rischi di disoccupazione;
Sanità;
Istruzione.
( cfr. tabella 3.6 manuale)
POLITICHE PER I VECCHI RISCHI SOCIALI
Reddito minimo e lotta alla povertà;
Conciliazione cura-lavoro;
Long-term care,
Politiche abitative;
Transizione istruzione-lavoro;
Inclusione sociale degli stranieri.
( cfr. tabella 3.8 manuale)
POLITICHE PER I NUOVI RISCHI SOCIALI
ESPANSIONE RICALIBRATURA FUNZIONALE
CONSERVAZIONE RETRENCHMENT
SPAZIO DEL CAMBIAMENTO DI POLICY
NEI SISTEMI DI WELFARE (FIG. 3.1)
Assenza politiche verso nuovi rischi sociali
Mantenimento politiche verso vecchi rischi sociali
Espansione politiche verso nuovi rischi sociali
Riduzione politiche verso vecchi rischi sociali
ESPANSIONE: prima aumentano le politiche verso i nuovi e verso i vecchi rischi sociali ; queste ultime poi in mantenimento (paesi scandinavi);
RETRENCHMENT: taglio alle politiche verso i vecchi rischi sociali non compensato da più copertura per i nuovi (paesi anglosassoni; Europa centro-orientale);
RICALIBRATURA FUNZIONALE: trasferimento risorse dalle politiche verso i vecchi rischi sociali a quelle verso i nuovi (es. la flexicurity ) (welfare conservatore-corporativo);
CONSERVAZIONE: inerzia istituzionale che porta al mantenimento delle risorse nei vecchi programmi (paesi Sud Europa).
Gli effetti distributivi dei vari sistemi di welfare : dopo i 30 Gloriosi, aumento generalizzato disuguaglianze sociali e vulnerabilità gruppi svantaggiati ; rischi di dualizzazione sociale.
PRINCIPALI EFFETTI DI RICALIBRATURA
DEI SISTEMI DI WELFARE
Processi di RETRENCHMENT più accentuati rispetto a quelli di
RICALIBRATURA (dagli anni Novanta):
riforme del Sistema pensionistico (in futuro tra i meno
generosi dell’Europa occidentale);
i l Mercato del lavoro (crescente flessibilita con solo timide
misure per la sicurezza a fronte della perdita del posto);
contenimento (ma sempre più tagli) spesa in Sanità e
Istruzione;
mancato/scarso investimento nella copertura di nuovi bisogni
e rischi sociali.
IL CASO ITALIANO