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1 Settembre 2012 Reg. n. 2/2011 del 19/01/2011 al Registro Stampa del Tribunale di Terni direttore responsabile: Michele Di Schino società editrice: SOECO Srl foto di copertina: Mauro Amati

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rivista soluzioniecosostenibili.it numero di settembre 2012

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Settembre 2012 Reg. n. 2/2011 del 19/01/2011 al Registro Stampa del Tribunale di Ternidirettore responsabile: Michele Di Schinosocietà editrice: SOECO Srlfoto di copertina: Mauro Amati

AMBIENTE

Il paradosso consiste soprattutto nel fatto che l’uomo, con le proprie attività senza controllo, “ruba” a se stesso lacuni servizi ecosistemici essenziali, quali lo stoccaggio del carbonio, legna da ardere, flussi di acqua dolce e stock ittici: negli ecosistemi di acqua dolce, infatti, la capacità di rigenerarsi è diminuita del 37%, a livello globale,

e solamente meno di 1/3 i fiumi del mondo, la cui lunghezza supera 1.000 km, scorrono liberamente e senza dighe sul letto principale. Di conseguenza, per 2,7 miliardi di persone, l’emergenza idrica è una realtà costante, con bacini idrici che almeno 1 mese l’anno subiscono carenze gravi. La deforestazione e il degrado

Michele Di Schino

La salute della terra è in costante calo: meno 30% di biodiversità in circa 40 anni, fino a -60% nei Tropici, ogni anno consumiamo nel mondo le risorse di 1 Pianeta e mezzo, tanto che ad agosto siamo già in deficit e quello che consumiamo in surplus lo togliamo al mondo di domani.L’indagine biennale del WWF sulla salute della Terra traccia questo quadro e prova ad indicare le cinque mosse utili per salvare il Pianeta. Il Living Planet Report utilizza l’indice mondiale Living Planet Index per misurare le variazioni della salute degli ecosistemi del pianeta tenendo traccia di 9.000 popolazioni appartenenti a più di 2.600 specie di mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci appartenenti a differenti biomi e regioni.

foto: Paolo Balistreri

WWF Living Planet Report

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forestale invece “rubano” all’uomo l’ossigeno prodotto dall’attività dei “polmoni verdi” del globo, e sono responsabili di circa il 20% delle emissioni globali di CO2 provocate dall’uomo.

E il rispetto dell’uomo per i luoghi in cui vive non lo ferma nemmeno di fronte al continuo “consumo” dello stesso, tanto che il cambiamento di uso del suolo è stato individuato come una delle nove aree problematiche che alcuni tra i maggiori esperti mondiali di scienze del sistema Terra hanno indicato come “Planetary Boundaries” (i confini planetari che l’intervento umano non dovrebbe oltrepassare, a causa degli effetti disastrosi che potrebbero scaturire per le società umane).

Ecco dunque la road map in cinque punti elaborata in conseguenza dei dati del Report dal WWF e presentata alla conferenza del giugno scorso al vertice mondiale sullo Sviluppo Sostenibile “RIO+20”:

1. Preservare il capitale naturale e proteggere la biodiversità. L’impegno deve concentrarsi particolarmente sul proteggere e ripristinare i processi ecologici fondamentali, necessari per la sicurezza delle risorse alimentari, idriche ed energetiche, nonché per favorire la resilienza e l’adattamento ai cambiamenti climatici. La pluralità di specie e habitat della Terra deve essere preservata per il suo valore intrinseco. 2. Produrre meglio. Sistemi di produzione efficienti contribuiscono ad abbassare l’Impronta ecologica dell’umanità e a riportarla nei limiti ecologici, riducendo la domanda antropica di risorse idriche, territorio, energia e altre risorse naturali. 3. Consumare in maniera saggia. Vivere nei limiti ecologici della Terra richiede anche modelli di consumo globali in equilibrio con

la biocapacità del Pianeta. Ridurre l’Impronta ecologica – e in particolare quella del carbonio - delle popolazioni ad alto reddito deve essere l’obiettivo primario. Cambiare i modelli alimentari e una riduzione degli alimenti sprecati dalle popolazioni più ricche rappresentano dei fattori cruciali. 4. Riorientare i flussi finanziari. In troppi casi, il sovrasfruttamento a breve termine delle risorse e il danneggiamento o la distruzione degli ecosistemi  risultano una grande fonte di profitti per pochi attori, mentre i benefici a lungo termine del proteggere, mantenere e investire nei capitali naturali vengono valutati economicamente in maniera errata, o non valutati affatto. Di conseguenza, reindirizzare i flussi finanziari a supporto della conservazione e di una gestione sostenibile degli ecosistemi diventa una condizione indispensabile per preservare il capitale naturale e operare migliori scelte di produzione e consumo, garantendo così che tali carichi non passino alle generazioni future. 5. La gestione equa delle risorse. Una gestione equa delle risorse costituisce la seconda condizione essenziale per ridurre e condividere il nostro utilizzo delle stesse, rimanendo entro la capacità rigenerativa di un solo Pianeta. E’ necessario anche migliorare gli standard sanitari ed educativi e creare piani efficaci di sviluppo economico. Tali piani devono essere inseriti in un quadro politico e giuridico che fornisca un accesso equo alle risorse alimentari, idriche ed energetiche ed essere sostenuti da processi inclusivi per un utilizzo del  territorio gestito in maniera sostenibile. Inoltre, una gestione equa delle risorse richiede un cambiamento delle definizioni di benessere e successo, che dovrà includere la salute personale, sociale e ambientale.

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AMBIENTE

Su 205 analisi microbiologiche effettuate dal laboratorio mobile di Goletta Verde nel mare italiano, 120 campioni sono risultati fuori legge, con 100 prelievi risultati fortemente inquinati, cioè con concentrazioni di batteri di origine fecale pari ad almeno il doppio dei limiti di legge (decreto legislativo 116/2008 e decreto

ministeriale del 30 marzo 2010). E l’inquinamento maggiore (86% dei punti inquinati rilevati) è alla foce di fiumi, torrenti e canali che scaricano in mare l’inquinamento di tutto un territorio, complici anche i depuratori spesso malfunzionanti, con 24 milioni di abitanti ancora senza un sistema di trattamento dei reflui

Francesca Leonardi

120 punti inquinati, uno ogni 62 km di costa: il dato saliente del tour 2012 di Goletta Verde, il viaggio lungo le coste dell’Italia per monitorare lo stato di salute del nostro mare, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, e con la partecipazione di Corepla, Novamont e Nau!, è ancora allarmante. Non sempre a luoghi da sogno corrisponde un mare pulito: ancora sono Calabria e Campania, rispettivamente con 19 e 14 punti inquinati, a guidare la non favorevole classifica del mare più inquinato, con nel mezzo la brutta sorpresa della Liguria, con 15 prelievi risultati oltre i limiti di legge. Restano invece ai vertici delle classifiche per il mare più pulito Sardegna e Toscana dove i punti inquinati si diradano lungo le coste.

foto: Valeria Di Schino

Goletta Verde: bilancio 2012

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fognari (dati Istat aggiornati a novembre 2009), parimenti distribuiti tra nord, centro e sud, con Sicilia, Lazio e Lombardia sul podio della scarsa o inesistente depurazione delle acque e 109 agglomerati urbani medio grandi, distribuiti in 8 regioni, che non si sono ancora adeguati alla direttiva europea sul trattamento delle acque reflue (direttiva 91/271/CE).

 “Il mare italiano continua ad essere minacciato da troppi scarichi fognari non depurati – è la dichiarazione di Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente – nonostante siano trascorsi ben 36 anni dall’approvazione della prima legge sulla trattamento delle acque reflue. Alla mancanza cronica di impianti di depurazione, soprattutto da parte dei comuni dell’entroterra, si aggiunge anche il carico inquinante dei reflui che non sono adeguatamente trattati dagli impianti in attività: si tratta di una situazione davvero imbarazzante che va sanata una volta per tutte. Alla denuncia di Goletta Verde si affianca ora la sentenza di condanna europea che rischia di far pagare ai cittadini italiani multe milionarie con soldi che invece potrebbero essere investiti per aprire nuovi cantieri per la depurazione. Bisogna investire subito e al meglio risorse adeguate, a partire da quelle stanziate dalla delibera CIPE dell’aprile scorso che prevede 1,8 miliardi di euro per le regioni del Mezzogiorno. Realizzare sistemi efficienti e moderni per la raccolta e il trattamento degli scarichi civili è una priorità non solo per la tutela del mare e della salute dei cittadini e dei bagnanti, ma anche per l’economia nazionale. Si eviterebbero le imminenti sanzioni comunitarie e si rifarebbe partire l’economia grazie ad opere pubbliche davvero utili alla collettività”.

Un successo anche il servizio SOS Goletta, grazie al quale i cittadini hanno contribuito, con le loro segnalazioni, per circa il

50% dei campionamenti effettuati in tutta Italia. “La difficoltà di barcamenarsi tra le varie fonti che dovrebbero dare informazioni sulla qualità delle acque di balneazione disorienta i cittadini italiani – dichiara Serena Carpentieri, responsabile di Goletta Verde – Il sito del Ministero della Salute con il suo Portale Acque, nato proprio per la divulgazione tempestiva delle informazioni sulle acque di balneazione, non sembra essere di grande aiuto ai bagnanti. Se da una parte condividiamo l’idea di uno strumento informatico che possa mettere in rete il lavoro di ARPA, Regioni e Comuni, dall’altra c’è ancora molto da fare sul fronte della tempestività delle informazioni: diversi punti da noi campionati e indicati dal Portale Acque come idonei alla balneazione presentavano evidenti cartelli di divieto alla balneazione per motivi di inquinamento. Non possiamo poi non denunciare come diversi Comuni non rispettino la normativa visto che non espongono correttamente i divieti di balneazione. Ci auguriamo che il Ministero della Salute e i Comuni possano avviare una nuova stagione di corretta informazione sulla balneazione per i cittadini e i turisti, stimolando anche la partecipazione alla segnalazione di punti critici, non solo perché questi sono elementi indicati come punti di forza della direttiva europea, ma perché rappresentano il primo passo per tutelare la salute dei bagnanti”.

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ENERGIA

Congresso internazionale delle energie rinnovabili, workshop, conferenze.

Ormai è un appuntamento fisso. Il congresso internazionale, organizzato da Fiera Bolzano in collaborazione con la Provincia, Eurac Research, Accademia europea di Bolzano, TIS Innovation, Ecoistituto Alto Adige, Fraunhofer Italia, IIT

Istituto per le Innovazioni Tecnologiche e l’Unione Energia Alto Adige, analizza ed esplora il mercato delle energie rinnovabili, in ogni sfaccettatura.

Sette i moduli previsti per quest'edizione: la giornata di giovedì offre un aggiornamento sulle attuali normative e sugli incentivi nel settore

Marta Bonucci

Si terrà dal 20 al 22 settembre alla Fiera di Bolzano la quinta edizione di Klimaenergy, evento di respiro internazionale che offre una panoramica delle più moderne tecnologie nel campo delle energie rinnovabili. Due giorni ricchissimi di appuntamenti, a partire dal congresso internazionale per arrivare ai tour guidati, alle conferenze specializzate e al salone della mobilità sostenibile. Passando per il Klimaenergy award 2012.

foto: Mauro Amati

Klimaenergy Bolzano 2012

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delle rinnovabili, del fotovoltaico, dei mini impianti a biomassa e degli impianti solari. E c'è da aspettarsi che sarà il discusso Conto energia a farla da padrone.

Il 21 sono previste due sessioni parallele: la prima dedicata alle pubbliche amministrazioni, alle loro esigenze energetiche – con un focus sull'illuminazione, i Paes e il Patto dei sindaci; la seconda centrata sul tema della gassificazione del legno e sulla micro cogenerazione. Sempre venerdì 21, saranno prese in considerazione, con un modulo dedicato, alcune best practice in tema di gestione sostenibile dell'energia.

Spazio espositivo e Klimamobility

150 aziende, istituti di ricerca, associazioni di categoria. Parte dello spazio della fiera farà da vetrina, mettendo in mostra un ampio ventaglio di tecnologie e soluzioni all'avanguardia nei settori legati all'energia sostenibile. Una panoramica a tutto tondo sulle rinnovabili, in ogni settore: il solare (termico, fotovoltaico, raffrescamento solare, illuminazione); biomassa, biogas e biocarburanti; settore idroelettrico; geotermia; cogenerazione; gassificazione del legno; idrogeno; celle a combustibili; recupero calore, eolico e servizi finanziari.E, in parallelo, un intero salone dedicato alla mobilità sostenibile – come suggerisce anche il nome, Klimamobility: uno sguardo sui progetti di mobilità all'avanguardia, provenienti dall'Italia e dal resto del mondo, e sugli scenari futuri.

Enertour

Ovvero visite guidate a impianti e strutture, per far capire ai non addetti ai lavori come funziona l'energia rinnovabile.

Quattro i tour in programma: il primo, il 20 settembre, organizzato in collaborazione con Legambiente, offre un'escursione al Comune di Varna, primo classificato nell’ambito del concorso ‘Comuni Rinnovabili 2012’ e alla sua nuova centrale di teleriscaldamento alimentata principalmente con biomassa locale (legno).

Prevista anche una visita a un maso certificato CasaClima B, sempre a Varna: un edificio che ospita 5 unità abitative (1250 mq in tutto), in grado di coprire tutto il proprio fabbisogno energetico con fonti rinnovabili.

Il secondo tour, sempre giovedì, prevede la visita a due impianti di gassificazione del legno di piccola e media taglia.

Venerdì 21 è la volta dell'efficienza energetica applicata al settore industriale, con una visita alla nuova sala di cottura della birreria Forst cui seguirà una degustazione. La birreria, infatti, ha adottato una serie di misure che le permettono di risparmiare energia. E per finire, una visita all’impianto fotovoltaico sperimentale di grande taglia dell’aeroporto di Bolzano costruito dalla Leitner Solar di Brunico con il monitoraggio scientifico di EURAC research – Istituto per le energie rinnovabili di Bolzano.

Klimaenergy Award

Riservato a Province e Comuni, ad aggiudicarsi il premio sarà il miglior progetto energetico. Ventotto i Comuni che si contendono il Klimaenergy Award nelle tre categorie previste (Comuni con meno di 20.000 abitanti, Comuni dai 20.000 ai 150.000 abitanti, Comuni con più i 150.000 abitanti). Giovedì 20 sapremo quale di questi avrà saputo sfruttare al meglio le proprie potenzialità energetiche (e sostenibili).

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ENERGIA

In un intervento su Greenreport.it, Ferrante giudica ancora confusa la politica governativa in merito all’approvvigionamento energetico del nostro Paese, che se risulta condivisibile nelle prospettive che prevedono una riduzione dei consumi al 2020 del 4% (il 24% rispetto al tendenziale, superando così il 20% dell'obiettivo

europeo), dimostra poca chiarezza sulle modalità con cui perseguire gli obiettivi.

“Si parla sempre del 55% – scrive Ferrante – ma è lo stesso Governo che si è ripetutamente rifiutato di renderlo stabile e in pratica lo ha svuotato portando al 50% la detrazione fiscale per interventi in edilizia che non prevedono alcun

Francesca Leonardi

“Il calo di produttività dell’industria italiana degli ultimi anni è drammatico e tra i vari fattori che originano questa situazione c’è senza dubbio anche l’alto costo che alcune imprese devono pagare per l’energia. Stupisce che però vi sia sui media, per ignoranza o perché suggeritore interessato, chi ancora indica nelle fonti fossili, anche le più inquinanti, la via per diminuire il gap energetico italiano, affossando l’energia del futuro, prodotta dalle rinnovabili”: parte da questa premessa il senatore Francesco Ferrante, responsabile energia e politiche relative ai cambiamenti climatici del Pd, per prendere in esame la politica energetica del Governo ed il problema del costo dell’energia per le imprese e per i cittadini.

foto: Paolo Balistreri

Alto costo dell’energia

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risparmio energetico” e sulle rinnovabili “il Governo ritiene che si supereranno anche in questo campo gli obiettivi europei al 2020, ma intanto ha emanato il pasticciatissimo V conto energia sul fotovoltaico le cui risorse prevedibilmente si esauriranno entro l'anno e quindi non si accompagnerà il settore verso il raggiungibilissimo obiettivo della grid parity, per le altre fonti sono previste aste e registri che lasciano l'intero settore nell'incertezza”.

E se da una parte, per quanto riguarda il gas, la separazione proprietaria della rete viene vista come un primo step per ottenere un allineamento dei prezzi al trend europeo, senza mezzi termini vengono bocciate le “trivelle selvagge” per l’estrazione di petrolio sul nostro territorio e nei nostri mari.

Per quanto riguarda il costo dell’energia, il responsabile energia del Pd attribuisce il costo in borsa più alto dell’energia in Italia rispetto all’Ue (circa 75 euro/MWh contro 50) non agli incentivi alle rinnovabili, quanto al fatto che il gas in Italia si paga circa il 25% in più che nel resto d’Europa, un eccesso appunto diminuibile proprio con la separazione proprietaria della rete decisa dal Governo. In realtà, i grandi consumatori di energia, in Italia, pagano meno dei loro concorrenti tedeschi: circa 114 euro a Mwh contro 137.

“In questo quadro – conclude Ferrante – non ha davvero senso continuare a buttare la croce addosso ai costi delle rinnovabili che a fronte di incentivi certamente rilevanti hanno avuto il merito di creare un settore dinamico, con un alto tasso di occupazione, oltre ad aver abbassato il prezzo dell’elettricità specie nelle ore centrali della giornata. Sono piuttosto le piccole e medie imprese, il tessuto economico italiano per eccellenza, a pagare troppo l’energia, in

confronto ai loro competitori esteri. Ma il gap italiano si annida nel deficit di infrastrutture per la fornitura del gas e nella rete energetica ancora inadeguata, che  va implementata rapidamente: basti pensare che quando finalmente avremo il  cavo che collega la  Sicilia al continente risparmieremo 1mld di euro l’anno”.

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CULTURA

In Emilia Romagna, in provincia di Ravenna, il 28 settembre i volontari insieme agli studenti della scuola agraria Perdisa di Ravenna puliranno la pista ciclabile e alcune aree verdi del quartiere. In Abruzzo, in provincia dell’Aquila, il 28 e il 29 settembre diversi studenti saranno coinvolti nella pulizia delle aree verdi dei

cosiddetti comuni del cratere, Fontecchio, Tione e San Demetrio. E ancora, Milano, che partecipa con una serie di iniziative: dalla pulizia di scuole e giardini pubblici, alla partecipazione più “creativa”, con gruppi di studenti che scrivendo storie e poesie dedicate al tema del riciclaggio, fino ad arrivare a una ricerca-azione dei luoghi

Marta Bonucci

28, 29 e 30 settembre. E una folla di volontari a fare 31. Si parte con 300 mila studenti, pronti a dare il via al weekend di volontariato organizzato da Legambiente in ogni regione d'Italia. Si parte da Emilia-Romagna e Abruzzo. Regioni tutt'altro che casuali e accomunate – seppur a distanza di anni – dai tragici eventi sismici. Regioni che stanno rialzando la testa e che vogliono fare qualcosa di concreto per l’ambiente, nonostante le mille difficoltà.

foto: Valeria Di Schino

Puliamo il mondo 2012

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da riqualificare nel quartiere.La capitale partecipa mettendo a disposizione una delle sue ville più affascinanti, Villa Torlonia, dove il 28 settembre diverse scuole saranno coinvolte nella pulizia del parco. Risalendo lo stivale si arriva in Toscana, a Livorno, dove sempre nel primo giorno di Puliamo il mondo, giovani e giovanissimi ripuliranno le aree adiacenti il Comune, e canteranno testi (scritti di loro pugno) centrati sull’importanza della riduzione dei rifiuti, della riqualificazione e valorizzazione delle aree urbane e nei parchi e, non ultimo, sulla lotta all'abusivismo edilizio. Sono solo alcune delle iniziative del week-end più pulito dell'anno. Pronti a pulire il mondo? 

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