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  • 7/27/2019 Serve Una Rivoluzione Culturale

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    DELLE

    n16. 16 ottobre 201335SpecialeSMARTCITY

    p

    michele vianello Smart communities strategist

    Fare una rivoluzione cultura-le, e non solo tecnologica. questa il segreto perrendere una citt smart. MicheleVianello uno dei massimi espertiitaliani di citt intelligenti spie-ga al Corriere delle Comunicazio-ni perch lItalia al palo e qualistrade imboccare per recuperare ilritardo.Vianello perch le nostre citt fa-

    ticano a diventare smart?Perch lapproccio da cui partonole strategie sbagliato. Si pensache sia sufciente inserire pezzidi innovazione nel tessuto urbano.In Italia abbiamo centri urbani in-telligenti perch dotati di lampioniinnovativi, di wi- gratuito o ancoraperch utilizzano tecniche di smalti-mento riuti allavanguardia. Tutteiniziative che vanno bene - per carit- ma che, se non inserite in un pianosistemico, servono a poco. Detto in

    poche parole: bisogna saper gesti-re la complessit urbana nella suaspecicit territoriale, cavalcandolinnovazione.Detto cos sembra facile, ma intermini pratici cosa si pu fare?Ricorrere a una pianificazione

    strategica potrebbe essere utile? proprio questo tipo di pianica-zione che va evitata. Oggi non pi

    possibile pensare di progettare unacitt denendone le caratteristichedi qui a 20 anni perch la tecnologiaviaggia a velocit rapidissima. Pur-troppo gli urbanisti ancora oggi han-

    federicameta

    Delegicare la PA e alfabetizzare amministratori e cittadini. Il percorso verso le cittintelligenti comincia da qui . Michele Vianello d la sua ricetta per creare nuovi spazi urbani

    Serve una rivoluzione culturale

    cos possiamo pensare di realizzarelAgenda digitale, di cui le smart citysono uno dei pilastri.In questo contesto qual il ruolodei cittadini?Il cambiamento che ho in mente ri-

    guarda pubblica amministrazione

    no in mente spazi urbani novecente-schi, mentre la citt del futuro unnon luogo da plasmare. E anchechi si occupa di Marketing Strategi-co Territoriale, in realt, porta avantiuna forma di autoreferenzialit chenon adatta alle novit e alla smartcity, la quale ci spinge a guardarenon solo al nostro territorio ma an-che al territorio degli altri, agli altri.Apertura e sguardo verso il futu-ro. Ma sono le amministrazioniche dovrebbero rendere le cittintelligenti. E spesso le PA italia-ne sono incastrate in dinamiche,appunto, novecentescheLa precondizione essenziale per farepolitiche smart delegicare lam-ministrazione. Lo dico con molta

    franchezza: fatto salvo un tetto dirisorse economiche certe, i modelliorganizzativi di ogni singolo entedovrebbero essere demandati allaresponsabilit degli organismi po-litici o dei dirigenti, degli insegnanti,dei giudici non a tomi di norme scrit-te che ingabbiano il cambiamento.Ognuno di questi soggetti rispon-derebbe poi dei risultati economicie del livello di efcienza raggiunti.Quindi io dico: accantoniamo il Cade battezziamo un nuovo modo di fa-re e di essere amministrazione. Solo

    Il CadUn eccesso di normeingabbia linnovazioneBisogna cambiarei modello organizzativi

    PartecipazioneI social networkagevolano il dialogotra istituzioni e territoriLa smart city condivisa

    e cittadini insieme, in una sorta dipercorso comune. Se la PA cambia,ai cittadini devono essere dati glistrumenti per sfruttare questo cam-

    biamento, per diventare consapevo-li di cosa lIT pu offrire in termini

    di miglioramento di qualit della

    vita. In questo senso il tema dellal-fabetizzazione digitale diventacentrale. Ma bisogna sgomberareil campo da alcuni equivoci: for-mare i cittadini non signica inse-gnare loro ad accendere e spegnereil pc, ma accompagnarli a sfruttarele potenzialit della Rete e far ca-

    pire che, oggi, l dentro che si facultura, l che si fruiscono i servizi.E soprattutto l che si interagiscecon le istituzione sui problemi ur-

    bani, che poi sono sempre gli stessi:il trafco, linquinamento, la gover-

    nance. Amministrazioni e cittadini

    queste innovazioni per cambiare lecitt o rischiamo semplicemente didigitalizzare lesistente, non coglien-do le potenzialit dellIct per gene-rare valore e migliorare il contetsourbano. Nelle citt intelligenti devo-no vivere cittadini e amministratoriintelligenti.Non ha mai fatto cenno alle in-frastrutture. La banda larga undriver essenzialeOvviamente s. Come ritengo non

    pi procrastinabile delegicare einvestire in cultura digitale, ritengo

    altrettanto imprescindibile spingeresulla banda larga e ultralarga. Unacitt non smart se non ci sono lecondizioni infrastrutturali per es-sere collegati al web, ovviamen-te. Tuttavia non una condizionesufciente. La citt intelligente illuogo che cambia il modo di vivere.Se la conoscenza virtualizzata dif-fusa ed accessibile viene meno unadelle costanti della citt contempo-ranea. Mi riferisco alla contestua-lizzazione dei luoghi e del tempo.Oggi lidea di attivit lavorativa legata ad un orario e ad un luogo.Ma se la conoscenza disponibilein ogni luogo, viene meno lobbligodi legare spazio e tempo. Le attivit

    possono essere decontestualizzategenerando beneci immensi per gli

    spazi urbani.

    devono essere protagonisti di unarivoluzione della conoscenza.La smart city partecipata?Social network e altre piattaforme dicondivisione - Wikipedia e Wikino-mix, ad esempio - ci consentono di

    cambiare lapproccio: o si sfruttano

    In Italia qualcosa si muoveUndici miliardi di euro da qui al2020. Tanto stanzia lUnione eu-

    ropea per rendere il Vecchio Continentepi smart. E di questi miliardi una buonaparte sono stati gi erogati, anche pre-miando lItalia, con Genova in testa. Ilcapoluogo ligure infatti lunica citteuropea ad aver vinto tre bandi.Il progetto Transform - un manuale pertrasformare le citt in smart city, creato incollaborazione con Amsterdam, Ambur-go, Lione, Vienna e Copenaghen - sarrealizzato grazie ai 674mila euro che arri-veranno da Bruxelles. Celsius - nellam-

    bito del riscaldamento e raffreddamen-to, coordinato da Goteborg - porter aGenova 2,4 milioni che serviranno perrealizzare una rete energetica.R2Cities - coordinato dalla spagnolaFundacion Cartif - nanzier con quasi2 milioni e mezzo di euro la riqualica-zione energetica della diga di Begato.Anche Torino e Bari, le altre due can-didate italiane ai bandi europei, si sonopiazzate bene. Torino ha partecipato conil progetto Urban Barriera (45 milionidi euro per interventi di rigenerazione ur-

    bana) e con la Variante 200, che prevede

    fra laltro la costruzione del primo trattodella linea 2 della metropolitana.Da poche settimane, invece, la citt halanciato il progetto Almanac per la di-stribuzione dellacqua e la gestione deiriuti. Obiettivo delliniziativa realiz-zare una piattaforma Ict per lo sviluppodi applicazioni innovative nellotticaSmart City. La piattaforma basata sutecnologie innovative come quelle del-le comunicazioni Machine-to-Machine(M2M) e delle Capillary Networks (reticittadine pervasive basate su protocolliradio short range).

    - per gestione energetica, trasporti, maanche politiche sociali - dovranno di-mostrare allEuropa di puntare sullosviluppo sostenibile con innovazioni e

    partner adatti.Linnovazione il motore della com-

    petitivit dellEuropa e grazie ai nuoviprogrammi potranno essere diffuse in unnumero sempre maggiore di aree urbanetecnologie intelligenti come i sistemi diriscaldamento e raffrescamento ad altaefcienza, gli smart meter e la gestionein tempo reale dellenergia, spiega ilcommissario europeo allEnergia, Gn-ther Oettinger, lanciando il piano 2013

    per le Smart cities and communities, chequestanno riceveranno fondi Ue per365 milioni, oltre il quadruplo degli 81milioni stanziati per il 2012.Ma al di l dei nanziamenti, quel chemanca per ora un disegno unitario ecoerente, capace dincanalare gli in-vestimenti pubblici e privati in una

    strategia complessiva. Tre quarti deglieuropei vivono nelle citt e rappresen-tano il 70% della domanda energeticadellUnione. Le smart grid giocherannoun ruolo chiave. Con 30 milioni di con-tatori intelligenti gi installati dallEnelnelle case di tutti, lItalia allavanguar-dia in questo ambito. Basterebbe partireda questo elemento di eccellenza e faresistema, per sviluppare una gestione pitrasparente del trafco dati e la comuni-cazione istantanea tra utenti, generatoridi energia e gestori del sistema elettrico.

    F.Me.

    Bari punta al Sud Europa - con Tel Aviv,Atene, Patrasso, Tirana, Nicosia, Bei-

    rut, Corf, Alessandria dEgitto, Iasi - eprogetta una piattaforma per la gestioneintegrata del sistema di mobilit.Lobiettivo anche la raccolta differen-ziata della frazione organica e il suo trat-tamento in un impianto di compostaggio

    per la produzione di biogas; la produ-zione di energia da fonti rinnovabili su-gli edici pubblici in project nancing(oltre 60 milioni di euro).Ma la strada per le citt intelligenti lunga e i comuni italiani hanno compiu-to solo i primi passi. Da qui al 2020 lecomunit che vorranno diventare smart

    Il punto

    Genova, Torino e Bari hanno sfruttato le risorse europeeMa al nostro Paese manca ancora una visione di sistema

    fondi

    europei

    Da qui al 2020

    la Ue mettesul piatto11 miliardiper il sostegnoa progettiurbaniinnovativi