Serenissimi vini agosto 2013

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S erenissimi V ini ANNO 2 - NUMERO 2 - Periodico quadrimestrale - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale –70% NE/TV IL GIORNALE DEL CONSORZIO VINI VENEZIA AGOSTO 2013 - N° 2 Iniziativa realizzata con il contributo di: Valore e forza della cooperazione agricola pag. 10 Il vino nella ristorazione pag. 18 Winezero, la sostenibilità della viticoltura pag. 22

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The magazine of the Venice Wines' Consortium. About wines, vines and winemakers of Venice's land

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il giornale del consorzio vini venezia

AGOSTO 2013 - N° 2

Iniziativa realizzata con il contributo di:

Valore e forza della cooperazione agricola pag. 10

Il vino nella ristorazione pag. 18

Winezero, la sostenibilità della viticoltura pag. 22

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Agricoltura e turismo, coppia di assi da calare per superare la crisi economica

S iamo proprio il Bel Paese e la nostra regione ne fa parte

a “pieno titolo”, se come risulta da un recente studio sulle potenzialità del turismo come proposta di piano al 2020 sul tavolo

del premier Letta, l’Italia è solo terza in Europa come impatto sull’economia in miliardi di euro. Al primo posto abbiamo la Francia con 185 miliardi, al secondo la Spagna con 160 miliardi e noi terzi con 136 miliardi. Risultiamo terzi anche nel numero dei posti di lavoro nel turismo: 2,2 milioni rispetto ai 2,8 della Francia e ai 2,3 della Spagna. Anche sul piano del Pil e dell’occupazione siamo in coda a Spagna e Francia la nostra incidenza risulta essere de 8,6% e del 9,7% rispettivamente. Tutto ciò risulterebbe inspiegabile, perché dallo stesso studio si evince che il nostro Paese è di gran lunga quello con le maggiori attrazioni naturali, storico artistiche, ed enogastronomiche, una buonissima opportunità di shopping, associate ad una eccellente ospitalità. Allora il problema dove risiede? Sta in una vicenda che è da sempre la palla al piede di tutta l’economia italiana e veneta, ovvero la carenza di infrastrutture. Se poi ci aggiungiamo una notevole quantità di burocrazia il gioco al ribasso è fatto. Dallo studio, a titolo d’esempio, voglio riportare un confronto sui voli low cost in una settimana tipo dalla Germania verso l’Italia e verso la Spagna. Da noi arrivano 260 voli di cui solo 17 verso la Sicilia, verso la penisola Iberica sono ben 522 di cui 223 verso le Baleari. E’ solo un esempio, ma questi numeri la dicono lunga sulle carenze che ha il nostro Paese e a cui dovrà porre rimedio. Il turismo,

con al suo interno l’enogastronomia, l’enoturismo, che costituiscono da soli il terzo motivo per il quale si viene a visitare l’Italia, costituisce una enorme opportunità di sviluppo e lavoro. Una sorta di nostro petrolio, una vera formidabile occasione per contribuire all’uscita da questa feroce crisi che attanaglia il nostro Paese da troppo tempo. Occorrono investimenti strutturali strategici su settori strategici come infrastrutture, ambiente, agricoltura, turismo, cultura, ricerca. Noi che ci occupiamo di viticoltura ed enologia con i numeri che esprimiamo, con valori materiali ed immateriali che portiamo, possiamo dare un notevole contributo alla valorizzazione turistica del nostro Paese e della nostra Regione, divulgando maggiormente tutti quegli aspetti identitari e qualitativi che esprimono i nostri territori, somma di antiche tradizioni e di saperi. Antiche conoscenze sulle quali sarà utile incardinare le nuove conoscenze e tutto ciò che il nuovo ci stimola a compiere. Servono perciò decisioni forti e coraggiose, onde favorire la messa a sistema e a rete delle imprese, delle politiche e delle decisioni. Il nostro Veneto nel passato aveva accorpato turismo e agricoltura, con vera lungimiranza e coraggio. Invece di continuare, si è preferito ritornare a vecchie consuetudini, peccato. Sarà comunque questa la strada maestra da seguire, ovvero mettere a sistema e a fattor comune scelte e decisioni, per una nuova stagione di successi che il Veneto e l’Italia hanno alla loro portata, avendo a disposizione storia, cultura, cibo, vini, paesaggi, uomini unici, che non trovano eguali in tutto il mondo.

Il Presidente Giorgio Piazza

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Fra qualche settimana inizia un’altra

vendemmia, la terza dopo la riorganizzazione delle Denominazioni tutelate dal Consorzio Vini

Venezia. Abbiamo grandi ed importanti aspettative da questa vendemmia, avremo la possibilità di comprendere se il trend di rivendicazioni si stabilizza e su quali numeri si attesta. La vendemmia 2011 ha registrato un notevole successo della Doc Venezia, nel 2012 vi è stata una significativa flessione dovuta principalmente al Pinot grigio, prodotto di punta della Denominazione. In questo periodo estivo pre vendemmia però, si rileva comunque un certo interesse per alcuni dei nostri vini. Lo spumante Doc Venezia, prodotto con almeno il 50% di uve Glera o con almeno il 50% di Verduzzo è oggetto di richiesta di informazioni da parte dei produttori. Altro prodotto che potrebbe avere dei riscontri molto positivi è il rosé Doc Venezia fresco di importanti riconoscimenti internazionali. Tutti questi vini, seppur importanti, non saranno comunque in grado di determinare grandi numeri, prerogativa che è riservata ad altri prodotti. In questo anno nel Consorzio

L’editoriale del Direttore

I Vini Venezia indossano la prestigiosa fascetta

si è sviluppato un grande dibattito sul futuro della nostra viticoltura ed in particolare delle nostre Denominazioni. I produttori sottolineano sempre con più insistenza la necessità di garantire i propri vini, esigenza evidenziata soprattutto dal Pinot grigio. Nella nostra area si produce una grande quantità di tale vino che viene commercializzato con le Indicazioni Geografiche “Veneto” e “delle Venezie”. Tutto questo importante lavoro di analisi e gestione delle nostre Denominazioni porterà già da inizio 2014 all’utilizzo della fascetta per tutti i nostri vini. Anche le nostre Denominazioni si aggiungeranno al lungo elenco delle più rinomate Doc italiane che lasciano il lotto e approdano alla prestigiosa fascetta, principale elemento di garanzia del prodotto contenuto nella bottiglia. Anche in Veneto tutte le più importanti Denominazioni hanno o sono in procinto di utilizzare la fascetta. Le Denominazioni tutela dal Consorzio Vini Venezia faranno parte di questo prestigioso club.

Il Direttore Carlo Favero

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Proprietario, Editore e Redazione Consorzio Vini VeneziaSede legale Sestiere San Marco, 2032 - VeneziaTel. 0421 799256 [email protected] redazione Via Toniolo, 12 - Treviso

Direttore Responsabile Elisa Giraud

Legale Rappresentante Giorgio Piazza

Stampa Marca Print snc Via Arma di Cavalleria, 4 Quinto di Treviso

Anno II - Numero 2 - Agosto 2013Periodico quadrimestraleRegistrazione Tribunale di Treviso n.192/2012 del 08-5-2012Poste Italiane S.p.A.Spedizione in abbonamento postale – 70% NE/TV

in questo numeroEditoriale del Presidente Editoriale del DirettoreSommarioDove siamo statiCamalò, Milleuno Malanotte1° Festival delle Dop veneteTerre dei Dogi in festa e il miglior Lison DocgA Bordeaux, la Grande Venezia del vino

Politiche agricoleValore e forza della Cooperazione agricola

Prontuario AgronomicoI nostri viniSpumante di Lison, cavaliere del territorioIl Verduzzo tra storia, poesia e suggestiva aromaticità

Il vino nella ristorazioneSostenibilitàCon Ita.Ca la sostenibilità è di casa Rispetto per l’ambiente, una scelta di valore. Il valore di una sceltaValoritalia informaStrada dei ViniBuone nuoveDove saremo

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Iniziativa realizzata con il contributo di:

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il giornale del consorzio vini venezia

Aprile 2013 - N° 1

iniziativa realizzata con il contributo di:

Valore e forza della cooperazione agricola pag. 10

Il vino e la ristorazione pag. 18

Winezero, la sostenibilità della viticoltura pag. 22

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Il 3 luglio 2013 è stato presentato a Roma l’ultimo Rapporto dell’Osserva-torio sulla Cooperazione, elaborato da NOMISMA, istituito dal Ministero delle Politiche Agricole e composto da Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative, Lega-coop Agroalimentare, Unci e Unicoop.Trattasi invero di un importante e aggior-nato strumento di analisi del fenomeno cooperativo nel sistema agroalimentare nazionale che ha fotografato una realtà di estremo interesse e in costante cre-scita.Tradotto in cifre:Numero Cooperative: 5.901Fatturato: 35,052 miliardi di EuroAddetti: 94.210Adesioni: 993.392Comparato con la precedente rilevazio-ne del 2008, il Rapporto conferma un trend tutto positivo:Numero Cooperative: + 1,1%Fatturato: + 2%Addetti: + 0,5%

Il rapporto tra le cooperative e la base associativa.In particolare si è rilevato come complessità e solidità di assetto, efficacia ed efficienza organizzativa, di-namismo e capacità di penetrazione dei mercati siano prerogativa delle forme più evolute di cooperazione, che rag-giunge di fatto punte di eccellenza: l’82% per il settore ortofrutticolo e persino l’88% per quello vitivinicolo.Dati questi di estremo interesse per il nostro comparto e che dicono di scelte vincenti e di strategie lungimiranti ela-borate da molte cooperative vitivinicole del nostro Paese.Le dimensioni di impresaDalla rappresentazione emerge con tut-ta evidenza come la quota parte più co-spicua del fatturato, l’80%, sia prodotto dalle aziende medio-grandi, che rap-presentano il 12% del totale, mentre il 20% del fatturato è prodotto dalle picco-le aziende, che costituiscono l’88% delle stesse.

Politiche Agricole

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Il vino nella ristorazione

Vignaioli in cucina e chef in cantinaAd ogni piatto il suo vinoa cura di Giampiero Rorato

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ConIta.Ca®

Sostenibilità

la sostenibilità è di casa

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Marcadoc vi suggerisce alcune occasioni per visitare la provincia di TrevisoTreviso Comic Book Festival 2013 dal 21 al 29 settembreFestival internazionale di fumetto e d’illustrazione con la mostra mercato il 28 e 29 settembre. La Danimarca sarà protagonista del padiglione internazionale. Il TCBF si terrà presso lo Spazio Paraggi a Treviso. Ospite del TCBF 2013: Luca Barcellona.

A Sarmede, 31^ edizione della mostra ‘Le immagini della fantasia’La Mostra offre da sempre al pubblico di appassionati e professionisti, grandi e piccoli, un ampio sguardo sul mondo dell’illustrazione per l’infanzia, proponendo espressioni artistiche di spicco, per

innovazione estetica e ricchezza narrativa. Ospite d’onore 2013 Gabriel Pacheco.

Mostra Magie dell’India, a Treviso dal 26 ottobre 2013 al 31 maggio 2014Dopo le quattro esposizioni dedicate alla Cina e l’ultima mostra sul Tibet si prosegue lo studio delle civiltà d’Oriente con la mostra ‘Magie dell’India’. Diverse le aree che verranno trattate nel percorso artistico: l’Induismo, la storia e i riti legati ai Grandi Fiumi, il mondo dei Maharaja, i “Grandi Re” dell’India, con costumi, reperti, gioielli, monili e altri oggetti. Una sezione della rassegna sarà riservata ad un veneto d’eccezione, lo scrittore Emilio Salgari.

Dove siamo stati

Conegliano, conosciuta anche come “perla del Veneto”, è situata a metà strada tra la montagna e la pianura. È da secoli nota in Italia e nel mondo per la fama che le diede il suo grande pittore Gian Battista Cima (1459-1518), inoltre per la prima Scuola Enologica sorta in Italia (1876).

Conegliano, fin dal XII secolo, seguì le sorti del comune di Treviso passando dagli Ez-zelini agli Scaligeri fino alla Repubblica di Venezia e la breve parentesi dei Carraresi (1384-1388).

Per chi vede Conegliano per la prima volta, il Castello è il suo tratto più caratteristico. Al suo interno si trova oggi il Museo Civico.

Nel centro storico di Conegliano si sviluppa l’antica via XX Settembre (Contrada Granda) che con la caratteristica piazza Cima sono il cuore della città.

Su via XX Settembre si affacciano il Duomo, che custodisce la Pala del Cima, la Sala dei Battuti, il Teatro Accademia e il Palazzo Co-munale. Attraverso un susseguirsi di strut-ture architravate e archivoltate con muri impreziositi da affreschi, accoglie stupendi palazzi che sono nati a partire dal XV secolo.

Alcuni luoghi da visitare : Castello, Casa G.B.Cima, ex Convento di San Francesco e brolo, Cimitero ebraico, Museo degli Alpini, Scuola Enologica, Museo del Caffè.

Conegliano, la città del Cima

Camalò, Milleuno MalanottePrima edizione del premio Milleuno Malanotte, giovedì 18 aprile, a Camalò di Povegliano (Tv). Il premio, istituito dal Consorzio Vini Venezia per valorizzare il “Diamante nero del Piave” e i vignaioli che lo producono, è stato assegnato alla Cantina Pizzolato di Villorba (Tv). La premiazione si è tenuta nell’ambito della 37^ Mostra dei vini triveneti organizzata dalla Pro Loco di Camalò. Il prestigioso premio consisteva in una doga in legno incisa dal Mastro incisore dell’azienda Garbellotto botti di Conegliano.

1° Festival delle Dop veneteIl 9 maggio presso il circolo Wigwam di Arzerello di Piove di Sacco (Pd) si è tenuto il 1° Festival delle Dop venete promosso da Veneto Agricoltura. Il Festival delle DOP venete, prima iniziativa di questo genere promossa nella nostra Regione, si pone l’obiettivo di mettere assieme in un’unica, grande vetrina i prodotti dell’agroalimentare veneto riconosciuti dai marchi europei a Denominazione di Origine. Il Consorzio Vini Venezia era presente con un selezione di vini Doc e Docg.

Terre dei Dogi in festa e il miglior Lison DocgNell’ambito di Terre dei Dogi in Festa, che si è tenuta a Portogruaro dal 10 al 12 maggio, il Consorzio Vini Venezia in collaborazione con la Strada dei Vini Doc Lison Pramaggiore ha promosso l’evento “Il Lison Docg dei Dogi 2013” con cui è stato scelto il miglior Lison Docg. Una giuria tecnica, composta da produttori ed enologi, ha selezionato i tre Lison Docg che si sono sottoposti al giudizio del pubblico durante la cena che si è tenuta il 10 maggio presso il ristorante Spessotto di Portogruaro. Ad aggiudicarsi il premio, un esclusivo calice realizzato dai maestri vetrai di Murano, è stato il Lison Classico “150” di Borgo Stajnbech.

A Bordeaux, la Grande Venezia del vinoNell’ambito di Vinexpo 2013, alla quale hanno partecipato alcune aziende associate al Consorzio, il prof. Attilio Scienza ha presentato il progetto “La Grande Venezia del vino”. Con tale progetto, forte di una millenaria storia della viticoltura, il Consorzio Vini Venezia, coadiuvato da autorevoli esperti coordinati proprio dal prof. Scienza, ha iniziato un nuovo cammino di ricerca e di valorizzazione delle radici, raccogliendo in una grande collezione urbana tutte le viti che sono state reperite nei luoghi più disparati - conventi, case patrizie, orti popolari, piante isolate davanti a osterie - e caratterizzandole dal punto di vista genetico attraverso il loro Dna.

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Il 3 luglio 2013 è stato presentato a Roma l’ultimo Rapporto dell’Osservatorio sulla Cooperazione, elaborato da NOMISMA, istituito dal Ministero delle Politiche Agricole e composto da Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare, Unci e Unicoop.Trattasi invero di un importante e aggiornato strumento di analisi del fenomeno cooperativo nel sistema agroalimentare nazionale che ha fotografato una realtà di estremo interesse e in costante crescita.

Tradotto in cifre:Numero Cooperative: 5.901Fatturato: 35,052 miliardi di EuroAddetti: 94.210Adesioni: 993.392

Comparato con la precedente rilevazione del 2008, il Rapporto conferma un trend tutto positivo:Numero Cooperative: + 1,1%Fatturato: + 2%Addetti: + 0,5%

Il rapporto tra le cooperative e la base associativa.

In particolare si è rilevato come complessità e solidità di assetto, efficacia ed efficienza organizzativa, dinamismo e capacità di penetrazione dei mercati siano prerogativa delle forme più evolute di cooperazione, che raggiunge di fatto punte di eccellenza: l’82% per il settore ortofrutticolo e persino l’88% per quello vitivinicolo. Dati questi di estremo interesse per il nostro comparto e che dicono di scelte vincenti e di strategie lungimiranti elaborate da molte cooperative vitivinicole del nostro Paese.

Le dimensioni di impresa

Dalla rappresentazione emerge con tutta evidenza come la quota parte più cospicua del fatturato, l’80%, sia prodotto dalle aziende medio-grandi, che rappresentano il 12% del totale, mentre il 20% del fatturato è prodotto

dalle piccole aziende, che costituiscono l’88% delle stesse.Come ha precisato la responsabile scientifico dell’Osservatorio, Ersilia Di Tullio, “la disaggregazione delle cooperative per classe di fatturato evidenzia una spiccata differenziazione fra cooperative di piccolissime dimensioni e realtà di grande rilievo economico. Ma si tratta di due tipi di impresa che coesistono perché offrono specifiche risposte alle diverse esigenze della base agricola e del mercato”.

Il peso economico dei diversi settori

Tra i diversi settori produttivi della cooperazione agroalimentare, si legge nel Rapporto in esame, assumono rilievo dominante quelli della zootecnica, ortoflorofrutticolo, lattiero-caseario, ma risultano altresì apprezzabili anche quelli dei servizi e vitivinicolo (11%).Come ha commentato Stefano Vaccari, Direttore Generale Promozione e qualità alimentare del Ministero delle Politiche Agricole “I dati presentati (…) hanno messo in luce la capacità del modello

cooperativo di legare competitività sui mercati e solidarietà tra i produttori, a conferma che la forte coesione sociale e la natura mutualistica della gestione sono fattori reali in grado di attenuare gli effetti delle negative congiunture come la crisi globale che investe le imprese da anni”.

La distribuzione geografica

Con riferimento al grafico, si conferma ancora una volta il diverso peso della cooperazione nelle tre aree del nostro Paese.In termini di fatturato: Nord 81%, Centro 7%, Sud e Isole 12%. In termini di imprese: Nord 42%, Centro 14%, Sud e Isole 44%.

ConclusioneLe rilevazioni statistiche per certi aspetti inorgogliscono e rendono ragione della concertazione di piani, progetti ed operosa fatica di molte cooperative ed iniziative del mondo agroalimentare, chiamate a cogliere la sfida presente, dalla quale dipende in misura notevole

Politiche Agricole Politiche Agricole

Valore e forza dellaCooperazione Agricola

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il futuro delle singole realtà come pure del nostro Paese e del nostro Mondo. Un impegno che ricade su noi stessi come un destino importante e assolutamente irrinunciabile.In conclusione dei lavori Maurizio Gardini, Presidente di Confcooperative, ha ribadito che la “cooperazione è ancora fortemente protagonista della pagina agricola di questo Paese”. Tuttavia “si presenta davanti a noi una stagione difficile che richiede ulteriore

sforzo, iniziative nuove (…). La vera forza la dà avere soggetti che hanno potere economico e potere contrattuale sul mercato, è questo l’elemento di svolta che noi chiediamo alle politiche agricole”.

Franco PassadorDirettore Generale Cantine Viticoltori Veneto Orientale sac Gruppo Vi.V.O. Cantine sac

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Politiche Agricole

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Vendemmia 2013, prime proiezionia cura di Fiorello Terzariol

Bastano pochi dati meteorologici per evidenziare la particolarità del primo semestre 2013: circa 800 mm d’acqua e oltre 80 giorni di pioggia, che superano quanto si è verificato, per esempio, in tutto l’anno 2006 (77 giorni di pioggia con 701 mm d’acqua), nel 2003 (71 giorni e 811 mm) e nel 2007 (82 giorni e 731 mm). Numeri che portando i valori di piovosità a quasi 4 mesi e mezzo di pioggia in più rispetto alla media degli ultimi 25 anni. Le temperature hanno fatto registrare un andamento termico maggiore nei mesi di gennaio (+ 1,19°C) e aprile (+ 0,96), ma molto inferiore nei mesi di febbraio (- 0,40°C), marzo (- 1,53) e maggio (- 2,18). Buon recupero termico di giugno e di luglio.Dal lato viticolo diventa facile immaginare quanta difficoltà abbia subito la campagna di difesa fitosanitaria per fronteggiare la pressione dei funghi parassiti, in particolare Peronospora e Botrite, stimolati dall’andamento meteo sopradescritto. Inoltre, la difficoltà di trovare il momento idoneo (non piovoso) per intervenire con i dovuti trattamenti fitosanitari, i frequenti

inizio della vendemmia del Pinot grigio (varietà a maturazione precoce) attorno ai primi giorni di settembre. Nonostante il recupero del caldo e delle limitate piovosità della seconda parte di giugno e della prima (per ora) quindicina di luglio, si può tuttora confermare il ritardo fenologico sull’epoca di maturazione delle uve di questa stagione rispetto agli ultimi anni.

Alla fine si evidenziano alcune particolarità dell’annata (foto F. Terzariol) sintomatologia da fitotossicità da interventi ravvicinati con prodotti a base di Fosfiti

dilavamenti delle sostanze irrorate ed il pericolo di impiegare l’atomizzatore su superfici bagnate e scivolose in collina, hanno determinato e favorito il propagarsi di tali funghi, già per loro stessi di elevata virulenza e potenzialità infettiva, a causa anche delle piovosità del primo trimestre 2013. Diventa emblematico il fatto che i filari “non trattati” nei vigneti test, utilizzati nelle prove fitoiatriche antiperonosporiche, hanno dovuto essere trattati già a fine maggio per salvare certamente non più il prodotto (uva), ma almeno la pianta. Il cambio meteorologico di giugno e di luglio (come già riportato) ha favorito la possibilità di effettuare gli interventi fitoiatrici nel migliore dei modi, senza dilavamenti e con accumulo delle sostanze attive impiegate, e di contrastare quindi al meglio le varie patologie. L’annata fenologica si è presentata molto in ritardo. Il permanere delle condizioni fredde e piovose hanno mantenuto il ritardo vegetativo iniziale, con una fioritura che si è manifestata attorno alla fine della prima decade di giugno, proiettando (da titolo) l’ipotetico

ed il riscontro di viti sintomatiche da ‘Virosi del Pinot grigio’ (per ora ha questo nome) che si è manifestato negli ultimi anni nel Friuli e nel Trentino, interessando anche le varietà Tocai, Traminer e ultimamente anche la Glera, ed ora riscontrate, da provare scientificamente, anche nel Veneziano e nel Trevigiano.

Fitotossicità da fosfiti Virosi del “Pinot grigio” su Glera

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Prontuario agronomico Prontuario agronomico

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I nostri vini I nostri vini

Il Verduzzo tra storia, poesia e suggestiva aromaticitàA cura di Paolo Chinellato – Ais Venezia

Nel territorio di Lison Pramaggiore, oltre ad un’importante tradizione di vini autoctoni come il Lison (ex Tocai), il Verduzzo, il Refosco e tanti altri, si produce anche un interessante spumante ottenuto, generalmente, con il metodo Charmat-Martinotti: lo Spumante DOC Venezia. La tradizione della viticoltura in questa zona è antichissima ed avvallata da numerose testimonianze anche in età pre romana, ma è con il nascere della Repubblica di Venezia che ha avuto il suo momento di consacrazione anche grazie all’impegno profuso dai monaci benedettini delle Abbazie di Summaga e di Sesto al Reghena che diedero impulso all’agricoltura ed alla viticultura in modo speciale. Da tempo la coltivazione dello Chardonnay è presente nella zona con risultati importanti e naturalmente questo ha costituito il presupposto per pensare anche ad una possibile spumantizzazione di questo vitigno, anche perché ben si accompagnava

alla tradizione del Pinot grigio e del Pinot bianco che potevano completare il quadro dei costituenti fondamentali dello Spumante. Buoni risultati si stanno ottenendo anche con il Riesling e con il Verduzzo, ma i tre classici “cavalieri“ giocano ancora un ruolo fondamentale nel quadro della spumantizzazione di questa zona. Ne risulta un vino piacevole, di un giallo paglierino luminoso con profumi floreali di glicine e biancospino e fruttati di pera e mandarino con qualche leggero ricordo vegetale. In bocca è accattivante con una leggera pungenza di bollicine, mentre freschezza e sapidità danno un equilibrio notevole. Finale discretamente lungo, ritornano le note fruttate e piacevolmente agrumate. L’abbinamento in estate può essere con gamberetti in salsa rosa, ma anche con un fresco piatto di prosciutto e melone. Ottimo anche con un carpaccio di pesce spada leggermente marinato in olio e pompelmo.

Il Verduzzo è un vitigno autoctono o, come si dice adesso, tradizionale del Veneto orientale e del Friuli, dove ha ottenuto notevole successo soprattutto nella versione con appassimento, ma nel territorio di Lison Pramaggiore è stato anche storicamente un vino di grande tradizione. Risale sicuramente ad un periodo preromano, dati storici obbiettivi lo citano in documenti ritrovati ad Aquileia, ma soprattutto nel ‘menù’ con i vini in abbinamento, proposto al banchetto imbandito in occasione della visita di Papa Gregorio XII a Concordia e Cividale nel 1409. Un altro sontuoso banchetto con il ‘prezioso nettare’ dal costo citato di ben ‘5 soldi a boccia’ che, dicono, ‘ben irrorava’ la corte di Carlo V nel 1532. Citato in tempi moderni anche da James Joyce il quale, di ritorno da una sua visita a Trieste scrive:

Il vino fulgido al palato Indugiava inghiottito.Pigiare nel tino grappoli d’uva,il calore del sole, ecco cos’èCome una carezza segretaChe mi risveglia ricordi

Oltre la storia e la poesia, il Verduzzo è un vitigno che produce grappoli di piccole dimensioni, di forma piramidale, alati. L’uva è di un colore giallo verde, la polpa degli acini è molto succosa con un caratteristico sapore aromatico. Una volta era considerato nella zona un vino universale, adatto anche alla cucina marinara, anche se la tradizione lo ha

sempre accostato a risotti di verdure ed, in genere, a primi piatti non particolarmente strutturati. Dopo un periodo di oblio, oggi rivive un discreto successo grazie anche al suo gusto internazionale e moderno, ma soprattutto alla passione di vignaioli che hanno creduto alle potenzialità di questo vitigno. Il vino ha sempre una gradazione alcolica dignitosa, dal caratteristico aroma di frutta dolce su cui spiccano le note di albicocca matura e mandarino anche con leggere note foglia di the. In generale il Verduzzo si beve d’annata, ma queste uve si prestano anche alla vendemmia tardiva ed allora l’elevato tenore zuccherino e la buona freschezza, lo rendono adatto a realizzare un vino da lasciar maturare anche per lungo tempo. In questo caso acquista complessità ed eleganza e si presta anche ad abbinamenti particolari quali formaggi mediamente stagionati oppure dolce alle mandorle. Interessante anche la versione spumantizzata con note importanti di aromaticità ed equilibrata freschezza che lascia un suggestivo e piacevole ricordo nel nostro palato.

SpumanteDOC Venezia, cavaliere del territorioA cura di Paolo Chinellato – Ais Venezia

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Il vino nella ristorazione Il vino nella ristorazione

Vignaioli in cucina e chef in cantinaAd ogni piatto il suo vinoa cura di Giampiero Rorato

Pur essendo un tema che interessa – dovrebbe interessare – molto anche i vignaioli, sulla stampa di settore si parla, si scrive e si approfondiscono ancora poco le problematiche riguardanti gli abbinamenti cibo-vino e, qualora si affronti questo argomento, si resta molto spesso sulle generali con delle indicazioni di massima che, ormai, servono poco o nulla, oppure si cade nella fantasia. Accostare in maniera corretta un vino a un piatto non è per nulla semplice e non ci si può fidare esclusivamente del buon senso o della propria intuizione. La ristorazione moderna ha ben altre regole e non è più vero che la tradizione aiuti. Non è, infatti, più possibile né corretto fare affidamento esclusivamente sul nome del vino e del piatto, come ancora si insegna in qualche scuola di sommellerie, dove c’è chi afferma, ad esempio, che uno Chardonnay sta benissimo con un risotto alla veneziana. Innanzitutto gli Chardonnay, se prodotti in aree diverse – terraferma veneziana, Colli Orientali del Friuli, Alto Adige, Sicilia, ma anche all’interno della stessa terraferma veneziana – possono essere, anzi, sono molto diversi fra di loro; a loro volta di risotti alla veneziana ce n’è uno per ogni trattoria e ristorante.Serve dunque umiltà – dote preziosa e indispensabile in questo settore – per accostarsi al piatto cui abbinare un vino, per esaminarlo senza pregiudizi,

vedere e capire i prodotti impiegati, le caratteristiche, la struttura, l’eleganza, i profumi, ecc., quindi individuare il vino che abbia analoghe caratteristiche o si avvicini il più possibile ad esse. Questa capacità di serio abbinamento l’hanno i sommelier più esperti – sono pochini anche nella nostra regione – ma dovrebbero averla anche i produttori di vino allo scopo di preparare delle schede analitiche da consegnare ai loro ristoratori-clienti, in modo che i propri vini siano correttamente accostati ai piatti e trovino in tal modo giusta esaltazione presso la clientela..

I vini della SerenissimaNell’area del Consorzio Venezia si produce una vasta gamma di vini e il vino di un medesimo vitigno risulta spesso diverso da un’azienda all’altra, per la struttura fisico-chimica del terreno, per il microclima locale, per la scelta dei cloni, per il tipo di allevamento, per i trattamenti fatti in campagna, per il momento della vendemmia, per le tecniche di vinificazione e conservazione del vino. Non è assolutamente detto che, ad esempio, se un Cabernet franc prodotto da un’azienda all’interno del territorio consortile vada bene per un piatto di carne – ad es.: una faraona con la peverada – tutti i Cabernet franc del territorio possano accostare felicemente tale piatto.

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Il vino nella ristorazione

ConIta.Ca®

Sostenibilità

I produttori che desiderano valorizzare al meglio i propri vini nella ristorazione dovrebbero, con la collaborazione di esperti, se già non lo sono essi stessi, preparare per ogni loro vino una scheda nella quale indicare non solo in modo preciso e analitico le caratteristiche del vino stesso, ma anche le caratteristiche del piatto cui quel vino può felicemente accostarsi. Più che il nome del piatto, infatti, ai fini di un corretto abbinamento contano le sue caratteristiche (se il piatto è grasso o magro, più o meno aromatico, tendenzialmente dolce o no, consistente, ecc.)In questo territorio la gamma dei vini è molto ampia, con prodotti anche di grande valore, come il Lison Classico per i bianchi

e il Malanotte per i rossi, come ci sono straordinari Merlot, Manzoni bianchi stupendi e, da poco tempo, dei Rabosi vinificati in rosato, spumantizzati sia col metodo charmat che col metodo Classico, in grado di figurare degnamente anche sulle tavole più esigenti.È infatti confermato anche da ristoratori molto esperti che nelle terre del Consorzio Venezia di vini eccellenti ce ne sono parecchi, e questa rivista li va da tempo descrivendo con cura, raccontandone anche la storia. E se i vignaioli sanno e fanno sapere come conviene abbinarli, questo è un valore aggiunto, anche economico, che è bene non trascurare.

la sostenibilità è di casa

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Sostenibilità Sostenibilità

Il Consorzio Vini Venezia, in collaborazione con il Consorzio Prosecco Doc, partecipa al progetto Winezero, finanziato nell’ambito del PSR, che vede coinvolte le aziende Le Carline, Bosco del Merlo e Perlage Wines, sotto la direzione scientifica del prof. Andrea Pitacco dell’Università di Padova.

Scopo di questo progetto pilota è misurare l’impronta carbonica della filiera vitivinicola e dimostrare, per la prima volta al mondo con misure oggettive, che nell’ambito delle emissioni di gas ad effetto serra si può parlare di viticoltura conservativa e sostenibile, se le scelte agronomiche sono ben ragionate e l’efficienza della filiera produttiva viene ottimizzata. Il consumatore vuole infatti che le affermazioni sulla sostenibilità aziendale siano convalidate da misure oggettive seguite da progetti concreti di miglioramento, altrimenti si corre il rischio di essere accusati di greenwashing (ossia l’affermazione arbitraria di una presunta vocazione ambientale, che tuttavia non corrisponde ai comportamenti aziendali), a scapito dell’immagine dell’azienda ed addirittura di tutto il comparto. Per questo motivo si devono stimare le emissioni di gas ad effetto serra

consapevoli delle proprie emissioni di GHG e quindi misurarle nei cicli produttivi, al fine di gestire l’efficienza di filiera, l’impatto ambientale ed eventuali conseguenze sull’effetto serra. I calcolatori di emissioni sono strumenti che rappresentano una misura della reale sostenibilità, poiché forniscono un dato concreto che riguarda uno degli aspetti impattanti dei processi produttivi. Un “Calcolatore del Carbonio” permette di stimare la quantità di gas a effetto serra prodotta durante un processo produttivo. L’impronta carbonica o carbon footprint è il dato di emissione totale della filiera produttiva di un’azienda o un prodotto, espresso in unità equivalenti di anidride carbonica, il gas di riferimento più noto per le sue relazioni con l’effetto serra.

prodotte dalla filiera vitivinicola e, sulla base di tali informazioni, intraprendere percorsi virtuosi di ottimizzazione e miglioramento. Nel progetto, il prof. Andrea Pitacco è responsabile scientifico e valuterà gli scambi di anidride carbonica (CO2) dell’ambiente “vigneto”, mentre i professionisti di Sata Studio Agronomico, forti di un’esperienza nazionale pluriennale e pressoché esclusiva, devono calcolare l’impronta carbonica di tutta la filiera produttiva delle tre aziende partner.

L’effetto serra

L’effetto serra è un fenomeno naturale che permette la vita sul pianeta Terra. L’atmosfera filtra una quota di radiazione pericolosa proveniente dal Sole in ingresso e rifrange verso il basso i raggi infrarossi che giungono dalla terra dopo che essa è stata scaldata, attenuando il fenomeno di dispersione di calore verso l’Universo (per questo motivo definito “effetto serra”). Questo fenomeno è determinato dalla presenza in atmosfera di gas che posseggono questa capacità di rifrazione, chiamati “gas serra”, GHG (GreenHouse Gases), tra i quali quello quantitativamente più importante è l’anidride carbonica (CO2).

La grandissima maggioranza di studiosi concorda sul fatto che l’abnorme incremento di emissioni di gas serra a seguito dell’utilizzo di combustibili fossili stia alterando il clima mondiale. Infatti, bruciare combustibili fossili significa liberare in atmosfera sotto forma di CO2 il carbonio in essi contenuto ed aumentare così la capacità serra dell’atmosfera.

L’impronta carbonica, per essere sostenibili

Troppo spesso si parla di “sostenibilità” senza riferimenti concreti a come valutarla. L’energia è un bene prezioso in quanto è sempre meno disponibile ed è una componente che assume un peso esponenziale nel bilancio aziendale. Per queste ragioni è necessario essere

Dimostriamola sostenibilità della viticolturaWinezero e Ita.Ca®

di Marco Tonni (1)Pierluigi Donna (1)Leonardo Valenti (2)

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Sostenibilità Sostenibilità

Winezero con il metodo della Eddy Covariance (EC), permetterà proprio di approfondire le conoscenze in questo settore ed in particolare di ottenere dati specifici per il contesto viticolo oggetto del monitoraggio con Ita.Ca®. Va sottolineato che si tratta della prima esperienza mondiale di contemporanea valutazione dell’impronta carbonica aziendale e di bilancio degli scambi gassosi con la EC, in una stessa area. Oltre che necessaria alla correttezza del calcolo, questa informazione diventa importante per la corretta impostazione di metodi agronomici sostenibili e per la valorizzazione del ruolo della viticoltura in una strategia di comunicazione mirata.

Esperienze e prospettive

Oltre alle singole aziende che in questi anni hanno effettuato il calcolo dell’impronta carbonica, vi è stato un caso in Italia con Ita.Ca®, ed alcuni in altre nazioni, in cui si sono realizzati progetti di calcolo dell’impronta carbonica di una Denominazione, che hanno permesso di rendere consapevoli le aziende del loro ruolo e dell’importanza che l’ottimizzazione dei processi ha non solo sull’economia, ma anche sull’ambiente e sull’immagine di un comprensorio. Per la realtà veneta si potrebbe immaginare di valorizzare l’esperienza maturata con Winezero estendendo in un prossimo futuro l’indagine su altre aziende o su tutto il territorio sotto l’egida del Consorzio. Così si potrebbe aumentare la sensibilità del mondo produttivo alla tematica e far capire all’opinione pubblica quanto sia il beneficio derivante da una attività vitivinicola attenta e ragionata e quindi quale possa essere il valore ambientale e sociale del vino.

(1) Sata Studio Agronomico,

www.agronomisata.it

(2) DISAA Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Milano, www.disaa.unimi.it

Ita.Ca® valuta inoltre il recupero dell’anidride carbonica da parte dei vigneti aziendali, delle aree verdi e delle diverse colture in proprietà o soggette a contratti di affitto e gestione registrati, purché il dato rappresenti un accumulo permanente di sostanza organica nel suolo e sia derivato dalla letteratura scientifica. Quest’ultimo approccio è peraltro condiviso e proposto dal GHGAP di OIV.

Il calcolo dei sequestri di anidride carbonica in vigneto

Per completare adeguatamente il computo dell’impronta carbonica aziendale, si deve considerare che nel suolo del vigneto è stoccata una enorme quantità di sostanza organica, che è

Ambito Attività specifiche

1 – Impronta primaria

Trasporto, emissioni da combustibili per le applicazioni stazionarie (caldaie, generatori), emissioni fuggitive (es. da impianti di condizionamento), pratiche colturali ed emissioni del suolo (utilizzo fertilizzanti, macchinari agricoli di proprietà), trattamento rifiuti in sito.

2 – Impronta secondaria Approvvigionamento di energia elettrica utilizzata per le attività in sito.

3 – Impronta terziaria

Approvvigionamento di imballaggi, macchinari di contoterzisti, trasporto di merci, acquisto di prodotti per la produzione vitivinicola, trattamento finale dei rifiuti (discarica, incenerimento, compostaggio…), consumi energetici per attività non in sito.

costituita in gran parte da carbonio. Anche se il ciclo del carbonio del suolo è complesso, il concetto di sequestro di carbonio per mitigare il rilascio di gas a effetto serra è relativamente semplice. Il carbonio immagazzinato nel suolo può essere rilasciato sotto forma di CO2 o CH4 in atmosfera. Più carbonio viene bloccato permanentemente nel suolo sotto forma di sostanza organica (sequestrato), meno ne rimane in atmosfera sotto forma dei due principali gas ad effetto serra. In funzione del metodo di gestione del terreno, si può consumare quella sostanza emettendo CO2 oppure favorire lo stoccaggio della sostanza organica nel suolo, diminuendo di conseguenza l’impronta carbonica del processo produttivo. L’indagine del prof. Pitacco nel progetto

Il calcolatore Ita.Ca®: la storia, gli obiettivi, il funzionamento.

Dal 2009 Sata Studio Agronomico, in collaborazione con il prof. Leonardo Valenti del DISAA della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano, ha allacciato rapporti con colleghi di istituti di diversi Paesi per produrre, anche per l’Italia, un metodo di calcolo delle emissioni dei gas-serra in ambito vitivinicolo che fosse conforme ai metodi già esistenti a livello internazionale ed in particolare al protocollo GHGAP di OIV (OIV, 2011) ed alle norme di certificazione in essere. Ne è derivato un modello, Ita.Ca®

(Italian wine carbon Calculator), che negli ultimi tre anni è stato applicato ad una cinquantina di aziende italiane (Donna et. al., 2010; Tonni et al., 2010a,b,c). L’obbiettivo principale di questo strumento è la conoscenza delle emissioni di GHG a livello di filiera come mezzo per ridurre l’impatto del processo di produzione sull’effetto serra e migliorare l’immagine aziendale. Ita.Ca® individua le emissioni provenienti da tre diversi ambiti della filiera, al fine di distinguere le responsabilità dirette ed indirette e rendere più chiare misure ed interpretazioni, come riportato in sintesi nella seguente tabella.

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Ci capita spesso di avvicinare un calice alle labbra. Di norma siamo concentrati sull’ascolto sensoriale del prodotto: colori, trasparenze, effluvi, densità, sentori, gusti, retrogusti, solleticazioni, percezioni... e così via. Qualche volta spostiamo l’attenzione al suo involucro, alle descrizioni testuali in etichetta, ai grafismi che rendono (o non rendono) onore al contenuto. Quando proprio siamo attenti e scrupolosi valutiamo anche la piena salubrità del prodotto, il suo richiamo a protocolli ufficiali o a denominazioni qualitative del tipo “biologico”, “biodinamico”, etc.. Siamo così concentrati sulle qualità oggettive che non consideriamo le labbra che accolgono il sorso di vino. Perché dietro alle labbra molto spesso ci sono un cervello, una coscienza e una sensibilità che valutano sicuramente gli aspetti umorali ed estetici del vino e dei suoi accessori, ma che nel porre il giudizio muovono da convinzioni e da pensieri che solo apparentemente non c’entrano con l’enologia. É il caso della sempre più diffusa espressione “sostenibilità”.Derivato da meccanismi di valutazione economica, il concetto di sostenibilità è oggi ancora fluido e mutabile, oggetto di continua riflessione, precisazione e definizione: richiama fortemente ai temi della responsabilità intergenerazionale e della “visione globale”, della relazione effettiva tra le azioni e le loro conseguenze. E’ usato anche per definire una sorta di nuova coscienza collettiva e tale applicazione semantica induce a riflessioni di marketing

che sarebbe superficiale trascurare.Cosa significa produrre vino in modo “sostenibile”? Significa scegliere ed interpretare quotidianamente una filosofia che ci veda gestori e non proprietari del mondo e della natura: una specie di custodi temporanei impegnati a trarne utilità ma con un orizzonte etico che guarda alle generazioni future, alla considerazione per gli altri, al sentirsi inseriti in un flusso vitale che deve durare oltre alla nostra esistenza e che proviene da una millenaria tradizione di rispetto per la terra e per i suoi frutti. E’ un potente plusvalore anche per i nostri prodotti che possono arrivare a gratificare la coscienza e la sensibilità oltre che il palato e le attese estetiche dei nostri clienti.Concretamente, si tratta di valutare per bene le scelte che facciamo. Spianare la sommità di una collina per insediarvi un vigneto altera profondamente il territorio e lo restituisce violentato ai nostri figli e ai nostri nipoti. Che sicuramente godranno del nostro efficace business, ma non appoggeranno più lo sguardo su quella collina così come l’abbiamo conosciuta noi. Non pianificare la logistica distributiva (standardizzazione ed ottimizzazione) si traduce in maggiori oneri ambientali per tutti, non solo per la nostra azienda. Non compiere un’analisi critica sulle modalità di produzione e sui materiali usati può rendere inespressiva l’attribuzione di qualità fin qui utilizzata. Bisogna forse adottare criteri di valutazione che tengano conto della collettività e del futuro, che aprano ad una circolarità dell’uso

Rispetto per l’a mbiente, una scelta di valoreIl valore di una sceltadi Giovanni Callegari

della terra mettendoci al posto giusto, cioè nell’impegnativa funzione di ponti tra il passato e il mondo di domani. Questa scelta filosofica ci farà vendere più vino? Probabilmente sì, configurandosi come scelta di valore addirittura competitiva. Ma anche se non fosse utile a vendere,

comunque racconterebbe il nostro lavoro ed il nostro modo di vivere e di interpretare l’enologia, portando al mondo un universo di sapori e di conoscenze arricchito dalla serenità di avere operato con criteri sostenibili. Cioè da innamorati della terra.

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Sostenibilità Sostenibilità

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I vini a D.O. garantiscono al consumatore che il prodotto che sta acquistando ha un’origine certa, precise caratteristiche produttive conformi ad un disciplinare di produzione proprio della D.O.La produzione dei vini a D.O. è disciplinata sia a livello viticolo (ad esempio con regole riferite alla potatura o al sesto di impianto) che a livello enologico, con precise regole da seguire in merito alle rese e alle caratteristiche del prodotto finale.I vini a Denominazione di Origine sono tutelati solo se le garanzie offerte sono verificabili; proprio per questo motivo i soggetti titolari di una D.O.C. o di una D.O.C.G. sono sottoposti a controlli da parte dell’Organismo di Controllo Terzo incaricato dal Ministero (Valoritalia).Attraverso tale incarico, Valoritalia assicura che il processo produttivo e il prodotto certificato rispondano ai requisiti stabiliti dal Disciplinare di Produzione. Lo strumento che regolamenta questa attività è il PIANO DEI CONTROLLI.Il Piano di controllo prevede due tipologie di controlli strettamente collegate:

CONTROLLO DOCUMENTALE: effettuato sul 100% della produzione.Controllo di tutta la documentazione che le aziende sono già tenute a presentare per l’utilizzo della D.O. (denunce uve, richieste certificazioni, comunicazioni di vendita, ecc);

CONTROLLO ISPETTIVO: effettuato sui vigneti, sugli stabilimenti di vinificazione e sugli stabilimenti di imbottigliamento al fine di verificare la corrispondenza di tutte le operazioni al Disciplinare di Produzione.

CONTROLLO ISPETTIVO VALORITALIA

VITICOLTORE

CONTROLLO DELLA PERSISTENZA DELLE CONDIZIONI PER L’ISCRIZIONE ALL’ALBO

CONTROLLO DELL’OSSERVANZA DEI PARAMETRI AGRONOMICI PREVISTI DAL DISCIPLINARE

CONTROLLO ANTE VENDEMMIA PER ACCERTARE LA RESA POTENZIALE DI UVA AD ETTARO

VINIFICATORE

CONTROLLO DELLA CORRISPONDENZA QUANTITATIVA DEL PRODOTTO DETENUTO CON QUANTO RIPORTATO NEI REGISTRI DI CANTINA

CONTROLLO DELLE OPERAZIONI TECNOLOGICHE ALLE DISPOSIZIONI DEL DISCIPLINARE

CONTROLLO DEL POSSESSO DEI PARAMETRI MINIMI DEL PRODOTTO ATTO A DIVENIRE D.O. E DI QUELLO SFUSO CERTIFICATO A D.O.

IMBOTTIGLIATORE

CONTROLLO DEL CORRETTO UTILIZZO DELLA DENOMINAZIONE: CONTENITORI, CHIUSURE, ETICHETTE

CONTROLLO DELLA CORRISPONDENZA QUANTITATIVA DEL PRODOTTO DETENUTO CON QUANTO RIPORTATO NEI REGISTRI DI CANTINA

CONTROLLO DELLA CORRISPONDENZA ANALITICA E ORGANOLETTICA DEL PRODOTTO AI PARAMETRI DELLA PARTITA CERTIFICATA IDONEA ALLA D.O.

CERTIFICAZIONI REGOLAMENTATE DI VALORITALIA:SONO INIZIATI I CONTROLLI ISPETTIVI

A seguito del sorteggio effettuato in data 30 Aprile 2013 ai sensi del D.M. 14/06/2012 ed alla presenza di I.C.Q.R.F. regionale e del rappresentante della Regione Veneto per le D.O. del Consorzio Venezia saranno sottoposte al controllo ispettivo il seguente numero di aziende così distinte per D.O.:

AZIENDE SORTEGGIATE PER CATEGORIA

DENOMINAZIONE VITICOLTORE VINIFICATORE IMBOTTIGLIATORE

Venezia 143 5 4

Lison Pramaggiore 25 10 9

Lison 12 7 7

Piave 59 14 12

Piave Malanotte 6 4 4

LE CERTIFICAZIONI VOLONTARIE DI VALORITALIA

Focus sul vino VEGANOPer i consumatori vegani che escludono dalla loro alimentazione qualsiasi derivato di origine animale e vogliono rimanere fedeli alla scelta vegana anche nel bere ci sarà a breve la possibilità di trovare in commercio vini vegani certificati; privi cioè di sostanze di origine animale come albumina, gelatina animale, colla di pesce o di ossa, caseina o caseinati. Da qualche tempo infatti è stato creato da Carmen Nicchi Somaschi (attuale presidente di AVI) il marchio “Qualità Vegetariana®”, promosso da AVI (Associazione Vegetariana Italiana) che viene concesso alle sole aziende certificate a fronte dell’omonimo disciplinare Qualità Vegetariana®.

Valoritalia è l’unico organismo di certificazione approvato da AVI per la certificazione dei vini vegani, e si occuperà di verificare le strutture che effettuano vinificazione e imbottigliamento, rilasciando il certificato a fronte dell’esito conforme delle verifica. Solo in presenza del certificato AVI concede infatti l’utilizzo del marchio Qualità Vegetariana®, che rappresenta quindi un modo immediato, riconoscibile, semplice di identificazione del prodotto.

Un passo avanti per chi vuol “bere vegano”, poiché non si tratta di un semplice autodichiarazione del produttore ma di una vera e propria attestazione di parte terza.

Controllo Vigneto – Controllo rese in campo Controlli in cantina

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Il periodo estivo è tradizionalmente quello più intenso per le attività della Strada Vini Lison Pramaggiore, che sfrutta la bella stagione per “presidiare” con i propri prodotti di punta le piazze e le spiagge del Veneto Orientale.In questi mesi, infatti, cerchiamo di essere presenti nelle principali località dell’area Doc Lison Pramaggiore per sensibilizzare al consumo ragionevole e di qualità del vino locale, che ha delle potenzialità ancora enormi, nonostante il riconoscimento della Docg al nostro Lison sia stata una grande vittoria per l’intera filiera vitivinicola e, se mi è concesso, per tutto il Veneziano. Ovviamente la presenza delle spiagge di Caorle e Bibione ci spinge a cercare di farci conoscere ai turisti, stranieri e non, che ormai non si accontentano più del sole, della sabbia dorata e delle attrezzature che gli hotels della riviera (peraltro ottimi) possono offrire. Per questo cerchiamo di essere presenti con attività di promozione durante i principali appuntamenti che le nostre località propongono, spesso entrando a far parte dell’organizzazione stessa, tanto da essere divenuti, negli anni, partner ufficiale di alcune Amministrazioni Comunali e Proloco per i grandi eventi: un esempio su tutti è l’edizione 2013 di Terra dei Dogi, che a metà maggio, ha riempito Portogruaro di appassionati dell’enogastronomia locale, con una ricaduta positiva su tutti gli attori coinvolti (cantine, ristoranti, pubblici esercizi, ecc ecc).Certo se fossimo “wine makers” anziché viticoltori ed enologi, se le nostre aziende si chiamassero “farms” o “winery”, invece

Strada dei Vini Strada dei Vini

di cantine, queste attività promozionali si chiamerebbero con nomi altisonanti come azioni di “marketing territoriale” o di “brand buildness”(costruzione del marchio), ma noi siamo gente alla vecchia maniera, il vino lo facciamo prima in vigna che sulle grandi guide internazionali, per cui ci impegniamo in sane e piacevoli degustazioni di Lison e Refosco, aggiungendo magari una bollicina, che d’estate sta sempre bene. Dove trovarci per bere un bicchiere insieme per scoprire i nostri vini e magari anche le bellezze del nostro territorio?

Di seguito un breve calendario del “Lison Tour”:

6 Agosto a Caorle in concomitanza con l’opera lirica “Attila”, sempre a Caorle saremo presenti al ciclo di serate “Caorle Incontra l’autore”, serie di incontri tra luglio e agosto con alcuni dei più famosi scrittori italiani,

8 Agosto a Jesolo in concomitanza con l’opera lirica “Attila”,

10 Agosto a Marcon per Calici di Stelle

tra il 25 e il 30 agosto (data da definire) saremo al tradizionale concerto di Belfiore di Pramaggiore,

11-12 settembre a Bibione, alla 30° edizione della Septemberfest.

Sicuramente aggiungeremo alcuni altri appuntamenti, ma già adesso le occasioni non mancano! Poiché, in mezzo a tutte questi impegni, tutti noi riusciremo a prenderci qualche giorno di ferie (forse), vi rimando con questa rubrica a dopo la vendemmia. Vi saluto con l’augurio di bere bene e con moderazione e soprattutto bevete Lison! Buone Vacanze a tutti,

Enol. Stefano ColloviniIl Presidente della Strada Vini Doc Lison Pramaggiore

D’estate, anche il vino va in spiaggia

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Astoria azienda dell’anno in SardegnaGrande riconoscimento per Astoria Vini che al Wine Festival di Porto Cervo è stata premiata come azienda dell’anno. L’evento, organizzato dagli alberghi Starwood e tenutosi nell’affascinante cornice di  Cala di Volpe a Porto Cervo, riunisce un selezionato numero di aziende vinicole con il pubblico di operatori internazionali e wine lover. Ogni  stagione viene premiata un’azienda sarda e una continentale: nel 2013 la scelta è caduta su Astoria, premiata per la sua qualità oltre che per la sua presenza più che decennale sul territorio e in tutti i locali più esclusivi della costa.

Introvigne presenta Fata PeralbaFata Peralba è uno spumante extra dry prodotto unicamente da uve Raboso Piave. Un omaggio alla fata narrata nella fiaba delle pendici del Monte Peralba. Si narra che dall’amore di questa fata per quei meravigliosi luoghi nacque il fiume Piave al quale il nostro Raboso deve parte del nome. Il Fata Peralba è un vino che si presta ad antipasti di insaccati veneti, alle fritture di pesce della Laguna, al prosciutto e melone, alla pancetta laccata con miele arrotolata ad asparagi della nostra terra. Questo vino è stato premiato alla Mostra dei Vino di Basalghelle nel maggio 2013 con il diploma di Medaglia D’Oro.

Le Carline, il Dogale è medaglia d’oroMedaglia d’oro per il Dogale vino passito dell’azienda Le Carline, sia nel concorso “La Selezione del Sindaco 2013”, sia nella speciale sezione del concorso dedicata ai vini biologici, “Biodivino”. Questa rassegna vitivinicola, che prevede la partecipazione congiunta dell’azienda produttrice e del sindaco del Comune in cui sono localizzati i vigneti, sostiene un principio molto importante: la sinergia e l’unione tra chi opera nello stesso territorio sono concetti fondamentali per poterlo promuovere e valorizzare. Per Le Carline è stato ancora più soddisfacente vincere questo importante riconoscimento con uno dei vini di punta, che con le sue note dolci ed avvolgenti sa conquistare il pubblico.

Il Bio REvolution tour della Cantina PizzolatoMillesimo, Moscato dolce, Rosato, racchiusi in bottiglie dall’abito glamour, una linea di produzione dedicata ai giovani, sia nel contenuto che nel packaging. Un vino a bassa gradazione alcolica, frizzante, adatto a tutte le occasione e soprattutto biologico. È il protagonista del Bio REvolution tour della Cantina Pizzolato con il quale l’azienda di Villorba (Tv) punta a raggiungere una nuova fascia di consumatori che si avvicinano al vino e al bio per la prima volta, con un approccio gradevole, facile ed immediato. Il Bio REvolution tour si chiuderà il 7 settembre al Basilico 13 di Treviso.

Santa Margherita, Prosecco Superiore “Rive di Refrontolo” Brut Valdobbiadene Docg La Tenuta Santa Margherita a Refrontolo si trova del cuore di uno dei territori più vocati per la produzione del Prosecco, la fascia pedemontana tra Conegliano e Valdobbiadene, un’area caratterizzata da delicati pendii su terreni di origine morenica. Da quest’anno l’Azienda propone, proveniente da uve dei vigneti della propria Tenuta, il Prosecco Superiore 52 “Rive di Refrontolo” Brut Valdobbiadene Docg, con l’indicazione del millesimo 2012, in una versione particolarmente elegante e “austera” (per il basso residuo zuccherino). Alla vista si presenta di un colore giallo paglierino brillante, con riflessi verdognoli, che fa da preludio a un naso dai profumi floreali e di frutta a polpa bianca. Al palato risulta tonico e fresco, scintillante e avvolgente, con un perlage di estrema finezza che prolunga nel tempo e nello spazio la ricchezza delle sensazioni gustative e aromatiche. Ottimo come aperitivo, si sposa idealmente con antipasti sfiziosi ma può benissimo accompagnare anche piatti di crostacei e pesci pregiati.

Raboso 15-18, un sorso di storiaSi chiamerà “Raboso 15-18” la nuova creatura dell’azienda Bonotto delle Tezze che sarà imbottigliata in 600 magnum a edizione limitata per celebrare il centenario della Prima guerra mondiale. Le quattro barrique di Potestà Raboso del Piave Doc 2012 sono state colmate il 24 maggio scorso, in memoria della storica battaglia sul fiume sacro alla Patria, e custodiranno 900 litri di vino in maturazione fino a novembre 2015, quando sarà imbottigliato per essere donato ai rappresentanti di tutti gli stati coinvolti nella Grande Guerra.

La community del ConsorzioSito internet, facebook, twitter: anche attraverso questi strumenti, particolarmente efficaci negli ultimi anni, il Consorzio Vini Venezia promuove le Denominazioni e offre visibilità alle aziende associate. L’ultima novità riguarda la sezione del sito dedicata agli eventi che ha aperto le porte alle iniziative organizzate e promosse dai soci. Le cantine associate al Consorzio che desiderano promuovere gli eventi organizzati possono inviare una mail con tutte le informazioni a: [email protected]

Per le aziende che lo desiderano, il Consorzio offre la possibilità di avere uno spazio dedicato all’interno del sito internet dove inserire tutte le informazioni alle quali l’azienda desidera dare visibilità. Per maggiori informazioni in merito, si può contattare l’ufficio operativo del Consorzio ([email protected] oppure 0421 799256)

Buone nuove Buone nuove

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Il Leone di vetroIl Consorzio Vini Venezia è partner del film ‘Il Leone di vetro’, lungometraggio storico ambientato tra Venezia e le terre del Piave. Prodotto da VeniceFilm, la regia è stata affidata a Renzo Carbonera. Nel cast Fabio Testi, Anita Kravos, Vasco Mirandola e molti altri artisti italiani. Lo scopo del film, girato in buona parte nei luoghi di produzione del Raboso del Piave Doc e del Malanotte del Piave Docg, è di valorizzare e promuovere soprattutto all’estero il territorio e il vino. Il film sarà presentato il 6 settembre a Venezia nell’ambito della 70^ Mostra del Cinema.

Sulle tracce di HemingwayIl Consorzio Vini Venezia sarà partner della mostra “Di qua dal fiume - Le origini della poetica di Ernest Hemingway” che sarà inaugurata il 12 settembre presso alcuni saloni del park hotel Villa Fiorita a Monastier (Tv). In particolare, nell’ambito del percorso espositivo fotografico ci sarà un angolo sensoriale dedicato alla presentazione dei Vini Venezia e alla degustazione delle diverse declinazioni del Raboso del Piave.

Dal 7 al 10 ottobre, i Vini Venezia a ShangaiNell’ambito del progetto “Italian wine for China and Taiwan 2013”, dal 7 al 10 ottobre, verrà organizzata una missione operativa a Shanghai. Qui, i rappresentanti del Consorzio Vini Venezia e UVIVE avranno l’opportunità di incontrare personalmente alcuni operatori del settore ristorazione e hotel ai quali presenteranno i propri vini, attraverso incontri con degustazioni dei vini, workshop ed eventi.

Dal 14 al 18 ottobre, i Vini Venezia al Parlamento Europeo di BruxellesSu iniziativa dell’on Giancarlo Scottà viene organizzata una trasferta a Bruxelles per presentare una serie di eccellenze locali. La presenza presso il Parlamento Europeo è prevista dal 14 al 18 ottobre, con il momento principale articolato in due fasi. La cura e la regia dell’evento vengono affidate ad un artista, nella prospettiva di trasformarlo in una presenza culturale e di costume.

Il weekend del MalanotteCome da tradizione, tra fine ottobre e la metà di novembre, si terrà presso Villa Dirce in Borgo Malanotte a Tezze di Piave – Vazzola (Tv), la Mostra del Raboso del Piave Doc promossa dalla Confraternita del Raboso Piave in collaborazione con il Consorzio Vini Venezia

I nostri prossimiappuntamenti

Dove saremo

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www.consorziovinivenezia.itconsorzio Vini Venezia ˙ 2| 201334

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