Voce Giuliana n 355 16 novembre 2016 · nonchè con la recita delle “maldobrie ...
Senza nome -...
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gen 2712:25
“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la
morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e
protetto i perseguitati.”
Stralcio della legge 211 del 20 luglio 2000 in cui viene istituito il Giorno della Memoria
© prof. Antonello Ciabattoni ‐ Scuola Secondaria di 1° grado «G. Cardelli» ‐ Mosciano S. Angelo (TE)
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gen 2713:02
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gen 2020:52
Due storie straordinarie che meritano di essere ... raccontate
"I GIUSTI TRA LE NAZIONI"
© prof. Antonello Ciabattoni ‐ Scuola Secondaria di 1° grado «G. Cardelli» ‐ Mosciano S. Angelo (TE)
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gen 2019:22
OSKAR SCHINDLER E GIORGIO PERLASCA SONO STATI INSIGNITI DEL RICONOSCIMENTO
"GIUSTI TRA LE NAZIONI"
perché?
hanno saputo operare in favore del Bene in un periodo della storia in cui dominava il
Male "Giusto tra le Nazioni " = è la massima onorificenza utilizzata per indicare i
non-ebrei che hanno agito in modo eroico rischiando la propria vita per salvare la vita anche di un solo ebreo dal genocidio nazista conosciuto come
Shoah.
TALMUD, "Chiunque salva una vita, salva il mondo intero".
© prof. Antonello Ciabattoni ‐ Scuola Secondaria di 1° grado «G. Cardelli» ‐ Mosciano S. Angelo (TE)
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gen 2019:28
A CONFERIRE L'ONORIFICENZA E' STATA LA COMMISSIONE DEL MUSEO DELLO
= MUSEO DELLA SHOAH
è il memoriale ufficiale di Israele delle vittime ebree della Shoah fondato nel 1953 grazie alla Legge del memoriale approvata dalla
Knesset, il parlamento Israeliano.
© prof. Antonello Ciabattoni ‐ Scuola Secondaria di 1° grado «G. Cardelli» ‐ Mosciano S. Angelo (TE)
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gen 2021:04
Oskar Schindler (Svitavy, 28 aprile 1908 –
Hildesheim, 9 ottobre 1974) è stato un
imprenditore tedesco, membro del Partito
Nazionalsocialista, amante del lusso e della
bella vita, famoso per aver salvato, durante la
seconda guerra mondiale, circa 1.100 (secondo
altri, come riportato sulla sua lapide, 1.200)
ebrei dallo sterminio (Shoah), con il pretesto di
impiegarli come personale necessario allo
sforzo bellico presso la sua fabbrica di oggetti
smaltati, la D.E.F. (Deutsche Emaillewaren-
Fabrik), situata in via Lipowa n. 4, nel distretto
industriale di Zablocie, a Cracovia. © prof. Antonello Ciabattoni ‐ Scuola Secondaria di 1° grado «G. Cardelli» ‐ Mosciano S. Angelo (TE)
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gen 2021:56
La fabbrica di Schindler a Cracovia in via Lipowa, 4 - Noa Cafri
© prof. Antonello Ciabattoni ‐ Scuola Secondaria di 1° grado «G. Cardelli» ‐ Mosciano S. Angelo (TE)
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gen 2021:55
L'intera vicenda è stata scoperta nel 1980
grazie a un evento casuale: l'incontro tra lo
scrittore australiano Thomas Keneally e
Leopold Pfefferberg (Poldek), grande
amico di Oskar. Keneally entrò nel negozio
di valigie di Pfefferberg a Beverly Hills in
California e i due si conobbero. Raccontò la
storia a Keneally il quale ne fu colpito e,
stabiliti contatti con gli altri
Schindlerjuden (gli «ebrei di Schindler»),
scrisse il romanzo La lista di Schindler da
cui, successivamente, è stato tratto il film
del 1993 Schindler's List, diretto da
Steven Spielberg.
© prof. Antonello Ciabattoni ‐ Scuola Secondaria di 1° grado «G. Cardelli» ‐ Mosciano S. Angelo (TE)
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gen 2022:21
Estratto della lista di Schindler
http://www.youtube.com/watch?v=oftGv6bYLNA
© prof. Antonello Ciabattoni ‐ Scuola Secondaria di 1° grado «G. Cardelli» ‐ Mosciano S. Angelo (TE)
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gen 2022:39
La storia di Oskar Schindler si interseca inevitabilmente con le altre storie dei
"suoi" 1117 ebrei della lista da lui salvati e difesi attraverso mille astuzie e
utilizzando tutte le sue risorse economiche e conoscenze politiche
UN ESEMPIO ?
© prof. Antonello Ciabattoni ‐ Scuola Secondaria di 1° grado «G. Cardelli» ‐ Mosciano S. Angelo (TE)
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gen 2022:49
Tra i nomi dell'elenco della Schindler's List c'è anche
quello di un italiano fiorentino di orini polacche, Schulim Vogelmann, noto ai
più come il falsario di Schindler. La scoperta è
recente e certa, dopo l'apertura ai ricercatori (nel 2007) del più grande
archivio sui crimini del Terzo Reich di Bad Arolsen.
© prof. Antonello Ciabattoni ‐ Scuola Secondaria di 1° grado «G. Cardelli» ‐ Mosciano S. Angelo (TE)
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gen 2022:56
Ex caserma dell SS, sede della Croce Rossa ora centro di ricerca dell'ITS conserva, per mezzo di 26 km di scaffalature, oltre tremilioni di fascicoli, mappe, disegni, grafici, quderni, liste, effetti personali e fotografie.
BAD AROLSEN, archivio definitivo dell'Olocausto - ITS (International Tracing Service)
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gen 2023:17
PERCHE' E'STATO DENOMINATO IL FALSARIO DI SCHINDLER ?
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gen 2023:24
Negli anni '30 del Novecento risiedeva con la moglie la figlia a Firenze lavorando come compositore a mano dal
libraio antiquario ed editore Leo Samuel Olschki, proprietario della Tipografia Giuntina. Nel 1938 il fascismo
promulgò le leggi razziali e dopo l‛8 settembre 1943 con l'avanzata tedesca, Schulim, Anna e Sissel cercarono di
fuggire in Svizzera. Al confine furono però arrestati dalla polizia fascista. Il 30 gennaio 1944, con altre 604 persone
rinchiuse nel carcere di San Vittore a Milano, vennero caricati su carri coperti di teli e portati alla Stazione
Centrale dove dal Binario 21 partirono verso Auschwitz. Sissel aveva 8 anni. Il viaggio durò sette giorni. All‛arrivo le donne con i bambini furono subito avviati alle camere a gas. Schulim si salvò perché considerato dai nazisti utile per la
sua capacità di tipografo e "falsario". I tedeschi organizzarono delle vere e proprie fabbriche per stampare
sterline false proprio nel campo di Plaszow dove Oskar Schindler aveva reclutato i "suoi" ebrei. Le loro strade si
incontrarono e grazie alla lista dell'imprenditore tedesco si salvò. Tornato a Firenze senza più moglie e bambina, Schulim Vogelmann riprese il lavoro nella Tipografia
Giuntina, diventandone proprietario. Muore a Firenze nel 1974 (lo stesso anno in cui morì Schindler).
prigioniero n. 173484
© prof. Antonello Ciabattoni ‐ Scuola Secondaria di 1° grado «G. Cardelli» ‐ Mosciano S. Angelo (TE)
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gen 2023:50
approfondire con lettura p. 174© prof. Antonello Ciabattoni ‐ Scuola Secondaria di 1° grado «G. Cardelli» ‐ Mosciano S. Angelo (TE)
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gen 2100:17
Nasce a Como nel 1910. Dopo aver partecipato come volontario nella guerra civile in Spagna (ottenendo attestati di riconoscenza dal governo filo fascista del generale Franco), è
protagonista di una vicenda straordinaria: all'inizio della Seconda Guerra Mondiale, Perlasca lavorava come agente di una industria triestina per la quale trattava l'importazione di
bestiame dai Balcani. Fu quindi per motivi professionali che si trovò ad operare prima in Iugoslavia e poi - a partire dal 1942 - in Ungheria. Dopo l'8 settembre 1943 con l'armistizio
dell'Italia la situazione di Perlasca a Budapest divenne più precaria ma fu a partire dal marzo 1944 che divenne estremamente pericolosa. Ebbe l'idea di utilizzare un attestato di riconoscenza rilasciato dal governo spagnolo ai tempi della guerra e con questo ottenne una breve ospitalità dall'ambasciatore spagnolo Angel Sans Briz. Addirittura nel momento in cui lo stesso ambasciatore ufficiale fu costretto ad abbandonare l'Ungheria, Perlasca decide di
rimanere a Budapest autonominandosi sostituto di Sans Briz.
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gen 2717:38
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/video/parlagiorgioperlasca/727/default.aspx
Così dal 1° dicembre 1944 al 16 gennaio 1945 Perlasca continuò a rischio della propria vita
l'operazione di salvataggio proprio nel momento peggiore, con i Sovietici alle porte e i nazi-
fascisti delle Croci Frecciate intenti a massacrare gli Ebrei per le strade di Budapest. In questi quarantacinque giorni Perlasca salvò le vite
di migliaia di Ebrei (5218). Terminata la guerra riuscì a ritornare in Italia. La sua storia non ebbe
alcuna attenzione benché Perlasca l'avesse portata a conoscenza di politici e giornalisti. Nel 1987 alcuni Ebrei ungheresi residenti in Israele ritrovarono Perlasca e la sua storia
acquistò notorietà grazie al libro del giornalista Enrico Deaglio, La banalità del bene.
© prof. Antonello Ciabattoni ‐ Scuola Secondaria di 1° grado «G. Cardelli» ‐ Mosciano S. Angelo (TE)