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SENECIONE SUDAFRICANO (Senecio inaequidens) Una nuova criticità per la conservazione delle praterie Il Progetto sperimentale sul Senecio inaequidens nel Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga Paolo Sposimo, Michele Giunti - NEMO srl, Firenze Daniela Tinti - Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga Giulio Ferretti Lorenzo Lazzaro - Università degli Studi di Firenze

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SENECIONE SUDAFRICANO (Senecio inaequidens)

Una nuova criticità per la conservazione delle praterie

Il Progetto sperimentale sul Senecio inaequidens nel Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga Paolo Sposimo, Michele Giunti - NEMO srl, Firenze Daniela Tinti - Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga Giulio Ferretti Lorenzo Lazzaro - Università degli Studi di Firenze

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V. Prove sperimentali su metodi di contenimento

OBIETTIVI DEL PROGETTO

I. Analisi della distribuzione attuale del senecio

II. Ecologia del senecio e aspetti floristici-vegetazionali delle aree invase

III. Analisi dell’invasività (Risk assessment)

IV. Distribuzione potenziale e probabilità di espansione

VI. Indagini tossicologiche preliminari

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S.COLOMBO

Invasivo in Europa, in Italia manca solo in Puglia

Pericoloso per impatti ecologici e soprattutto …

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Senecio inaequidens contiene alcaloidi pirrolizidinici tossici (PA) che possono essere altamente epatotossici sia nel bestiame che nell’uomo. I PA sono presenti in tutte le parti della pianta e permangono anche in seguito all’essiccazione. La sensibilità negli animali varia da specie a specie. Tra i più sensibili i cavalli e le mucche. Pecore e capre sono meno sensibili

ASPETTI TOSSICOLOGICI

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DOSE LETALE: 3-5% del peso dell’animale (18-30 Kg * un animale di 600 kg). Anche assunta continuativamente nel tempo (anche 2 mesi). Già con un etto al giorno sopraggiunge un intossicazione che può portare a lesioni epatiche, ittero, letargia, coliche, inappetenza.

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ASPETTI TOSSICOLOGICI

I PA possono raggiungere l’uomo attraverso prodotti animali come il

latte e il miele

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Piccole quantità di polline di senecio (ancora non preoccupanti) sono state trovate in campioni di miele degli anni 2008 e 2010

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INDAGINI TOSSICOLOGICHE

Transetto N. individui tot. N. individui brucati % individui brucati

1 39 33 84,6% 2 24 20 83,3% 3 29 28 96,6%

T t l 92 81 88 0%

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675 km percorsi

Classi di densità da 1-10 ind/ha fino a oltre 100.000 ind/ha

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PRESENZA DEL SENECIO NEL SETTORE AQUILANO DEL PARCO NAZIONALE Classi di densità (ha) I. 40,0 II. 72,4 III. 126,5 IV. 167,2 V. 6,5 VI. 0,35 Tot 412,9

28,7 km di bordi stradali invasi (di cui 11,4 continui) Circa 70 di nuclei sparsi in 2-300 ha di prateria

Praterie montane (40,7%)

Colture estensive (20,4%)

Praterie xeriche

collinari (19,3%)

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Diffusione lungo le strade

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Ferrovie e

greti di fiumi o

torrenti

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Presenza sporadica in margini boschivi, sottoboschi e arbusteti radi, ambienti rupicoli

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Assente dai coltivi costantemente lavorati, soprattutto se a scheletro fine, con suolo compatto e cotico erboso continuo

Presente in ex coltivi e/o temporaneamente a riposo, soprattutto su suoli lavorati e con scheletro grossolano

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Prati aridi più o meno pascolati

Relatore
Note di presentazione
Insediamento all’interno di prati e pascoli. Qui il senecio va ad occupare aree a maggiore naturalità in cui spesso si ritrova a competere con cenosi di elevato pregio, spesso attribuibili ad habitat comunitari.
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Ambienti naturali in cui è più diffuso: prati-pascolo aridi

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Relatore
Note di presentazione
E’ su questo tipo di comunità comunità vegetali, invase da Senecio inaequidens, che abbiamo ritenuto opportuno procedere con indagini vegetazionali volte a determinarne la composizione floristica sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, così da caratterizzarle sotto l’aspetto ecologico.
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I rilievi vegetazionali: 30 plot di 5m x 5m

Nord

Sud

Relatore
Note di presentazione
Effettuati in aree omogenee per condizioni stazionali e per fisionomia delle specie dominanti: per poterli confrontare. All’interno di queste aree sono stati selezionati 30 plot quadrati, con lato di 5 m, orientati in direzione nord-sud. La dimensione dell’area di ogni plot, pari a 25 m2, è stata scelta esaminando preliminarmente la variabilità floristica delle are indagate e scegliendo una superficie tale da comprendere una proporzione significativa della combinazione specifica della cenosi. L’uniformità delle dimensioni dei rilievi consente d’altra parte una più facile modellizzazione del dato. Plot fissati a terra con picchetto in ferro sul vertice sud-est. Plot georeferenziati con GPS, sistema di riferimento UTM WGS 84. Ciò per ritrovare nel tempo i singoli rilievi e monitorare le variazioni della componente floristico-vegetazionale nel corso degli anni.
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Praterie polispecifiche perenni, aride, più o meno pascolate

Habitat Natura 2000

Relatore
Note di presentazione
Prati aridi più o meno pascolati, probabilmente secondari, succedute a vegetazioni forestali distrutte dall’azione antropica. Substrato generalmente calcareo, con diversi livelli di pietrosità affiorante. Settori meno acclivi: suolo più profondo, con copertura vegetale più densa e pietrosità ridotta. Pendenze maggiori: elevata pietrosità affiorante e cotico erboso molto discontinuo. Attività antropica ben evidente e basata su pascolo ovino e caprino.
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Inquadramento fitosociologico Classe: Festuco-Brometea

Associazione: Saturejo montanae-Brometum erecti

Habitat Natura 2000: 6210* Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da

cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (* stupenda fioritura di orchidee)

Stato di conservazione in Italia: sfavorevole

Satureja montana Asperula purpurea

Festuca inops Bromus erectus

Relatore
Note di presentazione
Buona presenza di Bromus erectus, accompagnato da numerose altre entità xerofile (Festuca inops, F. laevigata subsp. crassifolia, Phleum hirsutum subsp. ambiguum, Asperula purpurea, Satureja montana, ecc.). Inquadrati bene nella classe Festuco-Brometea con forte presenza di specie suffruticose e basso arbustive che Biondi et al. (2005) collocano nella classe Rosmarinetea. I riferire buona parte delle situazioni rilevate all’associazione Saturejo montanae-Brometum erecti , talvolta scarsa partecipazione di Bromus erectus, che sembra sostituito da Festuca laevigata subsp. crassifolia, elemento in genere di maggiore altitudine, ma tipico dei substrati calcarei, in stazioni xeriche esposte a meridione. Riferibili all’Habitat 6110
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Pratelli aridi, discontinui, a dominanza di succulente e terofite.

Relatore
Note di presentazione
Numerosi elementi dell’alleanza Alysso-Sedion albi e syntaxa superiori (Sedo-Scleranthetalia e Koelerio-Corynephoretea). Fitocenosi, dominate da specie succulente e da altre entità a ciclo annuale, relegate a nicchie di modesta superficie (talvolta pochi decimetri quadrati). comunità frammentarie solitamente annidate e in forte compenetrazione con gli elementi della classe Festuco-Brometea, con i quali vannno a costituire un mosaico estremamente difficile da delimitare e pressoché impossibile da cartografare.
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Sedum rupestre Sedum acre

Sedum sexangulare Sedum album

Relatore
Note di presentazione
Il riconoscimento dei popolamenti riferibili all’Alysso-Sedion albi non pone difficoltà, trattandosi di comunità vegetali piuttosto ben definite, tuttavia la presenza determinante di terofite rende possibile rilevarne la corretta composizione floristica nonché la struttura solo nella tarda primavera-inizio estate. Il periodo in cui sono stati effettuati i rilievi (mese di luglio) è quindi tardivo per rilevare correttamente questa cenosi di cui tuttavia si è potuto accertare la presenza in buona parte dei prati aridi invasi dal senecio.
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Inquadramento fitosociologico: Alysso-Sedion albi

Habitat Natura 2000: 6110* “Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell'Alysso-

Sedion albi”

Stato di conservazione in Italia: sfavorevole

Sempervivum tectorum Sedum acre

Bombycilaena erecta Petrorhagia prolifera

Alyssum montanum

Relatore
Note di presentazione
Riguardo alla Rete Natura 2000 queste comunità vegetali sono inquadrate all’interno dell’habitat prioritario 6110 “Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell'Alysso-Sedion albi”.
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Pratelli graminoidi xerofili

Inquadramento sintassonomico incerto: Thero-Brachypodietea; Poetea bulbosae ;Tuberarietea guttatae

Habitat Natura 2000: 6220* “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-

Brachypodietea”

Stato di conservazione in Italia: sfavorevole/favorevole

Relatore
Note di presentazione
Partecipazione di elementi inquadrabili nell’ambito dell’Habitat prioritario 6220 “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea”. Piante di piccola taglia, a ciclo annuale, che si insediano in maniera puntiforme laddove si verificano rotture del cotico erboso o situazioni di degrado e impoverimento del suolo. Cenosi presenti, in modo frammentario e con estensioni estremamente esigue, all’interno dell’Habitat 6210 e spesso in compartecipazione all’Habitat 6110, a formare un mosaico di difficile delimitazione. Sotto l’aspetto sintassonomico queste cenosi possono essere trattate come appartenenti alla classe Thero-Brachypodietea (=Tuberarietea guttatae). Trattandosi di cenosi effimere a sviluppo primaverile, il periodo di rilevamento non ha consentito di evidenziare né di inquadrare con certezza la presenza dell’Habitat di cui - al momento - si può quindi solo ipotizzare la presenza sulla base di alcuni elementi floristici.
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Tipo di vegetazione Nome Habitat Natura 2000 Codice Habitat

Praterie polispecifiche perenni, aride, più o meno pascolate.

Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia).

6210(*)

Pratelli aridi, discontinui, a dominanza di succulente e terofite.

Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile dell'Alysso-Sedion albi. 6110*

Pratelli graminoidi xerofili. Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea. 6220*

Habitat 6210: Festuco-Brometea

Habitat 6110: Alysso-Sedion

Habitat 6220: Thero-Brachypodietea

Relatore
Note di presentazione
Riassumendo, si può affermare che i prati-pascolo aridi, estremamente comuni in buona parte del territorio indagato, rappresentano l’ambiente naturale maggiormente interessato dall’invasione del Senecio. All’interno di questa formazione vegetale si individuano alcuni habitat di interesse comunitario (come sintetizzato in Tab. 00). In particolare l’Habitat 6220, inquadrabile sotto l’aspetto fitosociologico nella classe Festuco-Brometea, costituisce la cenosi più estesa e a maggiore copertura. All’interno di esso, in forma di mosaico difficilmente delimitabile, si è potuta accertare la presenza dell’habitat 6110 (Alysso-Sedion, caratterizzato da succulente perenni e piccole terofite) e ipotizzare quella dell’habitat 6220 (Thero-Brachypodietea, caratterizzato da erbe annuali di piccola taglia).
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-0.6 1.0RDA Axis 1

-0.8

1.0

RD

A A

xis

2

STATO.NATSTATO.INV

Aethionema_saxatile (L.)_1._B1.

lium_sphae1ocephalon

Alyssum_diffusum_Ten._***chiede1e_cf1_montanu

Aspe1ula_cynanchica_L.

Avena_ba1bata

Bunium_bulbocastanum_L.

Centau1ea_ambigua Guss.

Convolvolus_cantab1ica_L.Cytisus_spinescens_C._P1esl

Dactylis_glome1ataE1ysimum_pseudo1haeticum_PolatschekEupho1bia_cypa1issias_L.Festuca_inops

Leontodon_c1ispus_Vill.

Matthiola_f1uticulosa_(L.)_Mai1e

Medicago_p1ost1ata Jacq.

Melilotus_neapolitanus_Ten.Ononis_pusilla_L.

Pa1onychia_kapela_(Hacq.)_A._Ke1n.

subsp._ambiguum_(Ten.)_Tzvelev

Plantago_lanceolata_L.

1hamnus_saxatilis_Jacq.Sedum_album_L.

Sedum_sexangula1e_L.

Silene_italica

Sonchus_bulbosus_(L.)_N._Kilian_&_G1eute1_***v

Stipa_dasyvaginata_

Thesium_diva1icatum

Viola_eugeniae_Pa1l.

_inape1tum_(L.)_Mill.

Impatto qualitativo: variazione nella composizione floristica

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•UNA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI INVASIONE DI S. INAEQUIDENS NEI TERRITORI DEL PARCO - EPPO standard per il risk assessment su piante invasive •DOVE POTREBBE ESPANDERSI? - modello della distribuzione potenziale di S. inaequidens

Invasività di Senecio inaequidens sul territorio del Parco Nazionale

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Carta della probabilità di presenza di S. inaequidens

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AZIONI DI CONTENIMENTO

TECNICHE POSSIBILI

1.Estirpazione manuale 2.Trattamento con erbicidi 3.Aratura 4.Pascolamento con ovi-caprini 5.Trasemina 6.Lotta biologica

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AZIONI DI CONTENIMENTO Estiparzione manuale

In totale circa 190 ha: 183 ha a densità bassa 7,22 ha a densità media 0,56 ha a densità elevata

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AZIONI DI CONTENIMENTO Estiparzione manuale

Aspetto problematico: gestione del materiale estirpato

Maturazione dei capolini

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AZIONI DI CONTENIMENTO Estiparzione manuale

Maturazione dei capolini

H C. già a frutto

C. non a frutto

C. 2 giorni

%

80 168 422 37 9%

67 1 67 4 6%

60 0 53 0 0%

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AZIONI DI CONTENIMENTO Sperimentazione con trattamento chimico

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AZIONI DI CONTENIMENTO Sperimentazione con trattamento chimico

Gliphosate (360 g/l) degradazione al suolo 12 giorni “non persistente”

Triclopir 60g/l + Fluroxipir 20 g/l degradazione al suolo 39 giorni “moderatamente persistente”

Page 41: SENECIONE SUDAFRICANO...72,4 III. 126,5 IV. 167,2 V. 6,5 VI. 0,35 Tot 412,9 28,7 km di bordi stradali invasi (di cui 11,4 continui) Circa 70 di nuclei sparsi in 2-300 ha di prateria

GLIFOSATE DOPO 2 SETTIMANE

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Conclusioni Senecio inaequidens è una specie esotica molto diffusa sul territorio del PN e in particolare nel settore aquilano (oltre 400 ha + 2-300 ha con nuclei sparsi) nelle praterie tra i 700 e i 1400 m slm

Inclusa nella EPPO List of invasive alien plants dal 2004

Impatto sulla vegetazione accertato (6110*, 6210*, 6220*)

Grandi possibilità di espansione

Possibili impatti severi su habitat e attività economiche già in crisi

È apparentemente possibile intervenire con successo, soprattutto per contenere l'espansione (risultati positivi di estirpazione manuale e trattamento chimico)

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Per il futuro…. Monitoraggio (nel PN e in Italia!): aree occupate, trend, impatti ecologici (anche su suolo, fauna), impatti sanitari e socio-economici

Ulteriori sperimentazioni di tecniche di contenimento (efficacia trattamenti chimici a minor concentrazione e per periodi diversificati e trattamenti sperimentali sui bordi stradali)

Eradicazione in aree in fase iniziale di invasione, “confinamento” in aree in fase avanzata di invasione, protocolli per bordi stradali

In sintesi: investire per prevenire l'espansione ed evitare maggiori costi ambientali ed economici futuri (strategia non sempre adottata in Italia ...)

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Grazie per l’attenzione