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Senato della Repubblica Camera dei deputati
Giunte e Commissioni XVIII LEGISLATURA
RESOCONTO STENOGRAFICO n. 28
BOZZE NON CORRETTE
COMMISSIONE PARLAMENTARE PER L'INDIRIZZO
GENERALE E LA VIGILANZA DEI SERVIZI
RADIOTELEVISIVI
AUDIZIONE DEL PRESIDENTE E DELL'AMMINISTRATORE
DELEGATO DELLA RAI
43a seduta: martedì 21 aprile 2020
Presidenza del presidente BARACHINI
indi del Vice Presidente DI NICOLA
indi del Presidente BARACHINI
Commissione parlamentare per l'indirizzo
generale e la vigilanza dei servizi
radiotelevisivi
BOZZE NON CORRETTE
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I N D I C E
Audizione del Presidente e dell'Amministratore delegato della RAI
PRESIDENTE:
- BARACHINI (FI-BP), senatore....
FORNARO (LEU), deputato…..
MOLLICONE (FdI), deputato….
GARNERO SANTANCHE' (FdI),
senatrice….
FEDELI (PD), senatrice……..
MULE' (FI), deputato…….
GASPARRI (FI-BP), senatore…..
RUGGIERI (FI), deputato….
MARROCCO (FI), deputata..…
TIRAMANI (Lega), deputato……
BERGESIO (L-SP-PSd'Az), senatore
FARAONE (IV-PSI), senatore….
DE PETRIS (Misto-LeU), senatrice…
VERDUCCI (PD), senatore…
FLATI (M5S), deputata…..
GIORDANO (M5S), deputata…..
DI LAURO (M5S), deputata…..
DI NICOLA (M5S), senatore…
RICCIARDI (M5S), senatrice….
AIROLA (M5S), senatore…….
FOA, Presidente della RAI…..
SALINI, Amministratore delegato della
RAI….
N.B. L'asterisco accanto al nome riportato nell’indice della seduta indica che gli interventi sono stati rivisti dagli
oratori
Sigle dei Gruppi parlamentari del Senato della Repubblica: Forza Italia Berlusconi Presidente-UDC: FIBP-UDC;
Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-P.S.I.: IV-PSI; Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: L-SP-PSd'Az;
MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV);
Misto: Misto; Misto-Liberi e Uguali: Misto-LeU; Misto-MAIE: Misto-MAIE; Misto-Più Europa con Emma Bonino:
Misto-PEcEB.
Sigle dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati: Movimento 5 Stelle: M5S; Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI; Partito Democratico: PD; Fratelli d'Italia: FDI; Italia Viva: IV; Liberi e
Uguali: LEU; Misto-Noi con l'Italia-Usei-Cambiamo!-Alleanza di centro: M-NI-USEI-C!-AC; MISTO: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.; Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa: Misto-
CD-RI-+E; Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'estero: Misto-MAIE.
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Intervengono per la RAI il Presidente Marcello Foa e
l'amministratore delegato Fabrizio Salini.
I lavori hanno inizio alle ore 20,35.
(Si approva il verbale della seduta precedente).
Sulla pubblicità dei lavori
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del
Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta
odierna, per quanto concerne l'audizione all'ordine del giorno, sarà assicurata
mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso, la
trasmissione diretta sulla web-TV della Camera dei deputati e,
successivamente, sul canale satellitare della Camera dei deputati.
Avverto che della seduta odierna, limitatamente all'audizione
all'ordine del giorno, verrà redatto anche il Resoconto stenografico.
Se non vi sono osservazioni, così rimane stabilito.
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Variazioni nella composizione
PRESIDENTE. Vi informo che in data 7 aprile 2020 il Presidente del Senato
della Repubblica ha chiamato a far parte della Commissione la senatrice
Valeria Fedeli, in sostituzione del senatore Salvatore Margiotta, entrato a far
parte del Governo. A nome di tutti i componenti della Commissione,
ringrazio il senatore Margiotta per il lavoro svolto e do il benvenuto alla
senatrice Fedeli.
Sui lavori della Commissione
PRESIDENTE. Con la seduta odierna, la Commissione torna a riunirsi
secondo le modalità ordinarie, previo nulla osta da parte dei Presidenti delle
Camere, in questa sala del Refettorio, che utilizziamo per la prima volta
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come aula di Commissione e che consente l'osservanza delle misure di
distanziamento dettate dall'attuale fase di emergenza.
Sempre nel rispetto delle indicazioni che ci provengono da entrambe
le Camere, il presidente Foa e l'amministratore delegato Salini, che saluto e
ringrazio, sono invece collegati con noi in videoconferenza dalla sede RAI
di viale Mazzini.
Prima di dar loro la parola, ricordo che, al termine dell'audizione,
discuteremo anche delle eventuali iniziative della Commissione che si
potrebbero rendere necessarie nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.
Prima di iniziare l'audizione prevista, ritengo utile riassumere quanto
accaduto in queste settimane particolari, durante le quali la Commissione,
pur senza convocazioni formali, non ha mai interrotto la sua attività,
esercitando le proprie funzioni di indirizzo e di vigilanza, sollecitando in
modo costruttivo il servizio pubblico ad affrontare una sfida impegnativa e
ambiziosa, che impone estrema cura e qualità nei diversi aspetti della propria
offerta. Al riguardo vorrei ringraziare tutti i colleghi per la disponibilità e
l'impegno.
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La Commissione ha quindi continuato a operare, fin dall'inizio
dell'emergenza, in particolare verso tre interlocuzioni, svolte in modo
informale, tra i componenti dell'Ufficio di presidenza integrato da
rappresentanti dei Gruppi, aperte a tutti i commissari, tramite
videoconferenza, il 24 marzo, il 7 e il 14 aprile. Ha discusso al proprio
interno e ha rivolto all'azienda una serie di indicazioni e raccomandazioni.
Per introdurre l'audizione, vorrei ricordare brevemente i principali
temi trattati nella corrispondenza con la RAI.
Per quanto concerne la scuola, uno dei temi cruciali sul quale è stata
posta la massima attenzione, ha riguardato l'offerta didattica e formativa in
conseguenza della prolungata chiusura delle scuole. Dopo un mio primo
sollecito, con lettera firmata come Presidente della Commissione
parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi,
a inizio marzo, per chiedere di strutturare e potenziare l'offerta formativa,
didattica e scolastica, si sono constatati con favore la pluralità e il livello
qualitativo delle iniziative e dei progetti disponibili sui canali tematici sulle
piattaforme del servizio pubblico. D'altra parte, tuttavia, se n'è ravvisato un
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carattere disorganico, eccessivamente frammentato e dispersivo, che si
ripercuote inevitabilmente nella sua fruizione.
Per tale ragione, al fine di venire incontro alle esigenze avvertite e
segnalate da parte della comunità degli studenti, delle loro famiglie e del
mondo scolastico, l'azienda è stata invitata da noi a delineare i propri
palinsesti e il grado complessivo della programmazione didattica in modo
più organico e ordinato, dando impulso a una campagna di informazione e
sensibilizzazione, e sulle varie iniziative proposte, anche e soprattutto nelle
fasce di massimo ascolto, per contribuire a una loro più adeguata
conoscenza, e all'accesso ai temi e agli argomenti trattati per le varie
discipline e materie, secondo i bisogni delle diverse categorie di studenti.
Nel ricordare che il Presidente e l'Amministratore delegato della RAI
hanno fornito alcuni primi elementi di risposta nella lettera del 27 marzo, le
sollecitazioni della Commissione sono state in buona parte recepite
dall'azienda, con riferimento, ad esempio, a una diversa e più sistematica
programmazione dell'offerta dei prodotti di carattere formativo,
accompagnato ad una più mirata campagna di comunicazione efficace e ben
realizzata.
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Un elemento di estrema importanza, che la Commissione ha inteso poi
sottolineare in questo particolare frangente, è rappresentato dalla
comunicazione istituzionale, nell'ottica di difendere il ruolo, l'autonomia e
l'autorevolezza del servizio pubblico, attraverso, ad esempio,
l'imprescindibile intermediazione in presenza dei giornalisti, e di garantire
un'offerta informativa che si contraddistingua per qualità, equilibrio e rigore
e venga declinata senza inutili enfasi e drammatizzazioni, coniugando
completezza ed essenzialità nell'ambito dei tradizionali spazi informativi del
servizio pubblico.
Anche con riferimento a quest'ultimo richiamo, a seguito delle
dichiarazioni del Presidente del Consiglio relative ai due leader
dell'opposizione, pronunciate nel corso della diretta televisiva trasmessa
venerdì 10 aprile su RAI 1, ho invitato a provvedere quanto prima al
riequilibrio informativo, nel rispetto del contraddittorio e dei principi di
pluralismo, completezza e imparzialità, che devono improntare il servizio
pubblico radiotelevisivo, garantendo un proporzionato diritto di replica.
Come ho avuto modo di anticipare informalmente, rivendico la piena
legittimità e trasparenza di quest'iniziativa, di carattere non politico ma
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istituzionale, svolta nell'esercizio delle prerogative attribuite al Presidente di
quest'organo, in coerenza con la prassi pregressa, con le lettere inviate ai
vertici dell'azienda il 24 marzo e l'8 aprile, e con i principi stabiliti nel
contratto di servizio. Ciò avviene nella convinzione che nell'episodio
richiamato fosse necessario un diritto proporzionato di replica, lasciando
tuttavia alla RAI e all'autonomia editoriale delle sue testate, le modalità
concrete con le quali essa ha inteso poi garantire questo riequilibrio e la
relativa assunzione di responsabilità.
Un'ulteriore priorità che la Commissione ha evidenziato attiene alla
comunicazione da parte della RAI sulle questioni di diretto interesse per la
sanità pubblica, affinché sia contraddistinta nel massimo rigore e trasmetta a
tutti i cittadini informazioni corrette e affidabili, che in questa fase devono
necessariamente essere sostenute dalle valutazioni e dalla presenza di esperti
e figure competenti, non potendo essere tollerata disinformazione sul virus.
Peraltro, sul tema delle fake news, la Commissione ha richiesto
maggiori delucidazioni e costanti aggiornamenti sul perimetro di azione,
sulle finalità e sulle iniziative che si prefigge l'apposita struttura per il
contrasto alle fake news, affidata alla responsabilità del direttore di RAI
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News, Antonio Di Bella. Lo stesso dottor Di Bella nei giorni scorsi ha fornito
alcune prime indicazioni in merito, manifestando la propria disponibilità ad
essere audito. Analogamente, con lettera dell'8 aprile, si sono avanzate
richieste di chiarimento al sottosegretario Martella sull'unità di monitoraggio
per il contrasto alla diffusione di fake news relative al Covid-19 sul web e sui
social network, istituita presso il Dipartimento per l'informazione e l'editoria.
Le forze politiche hanno sottolineato poi congiuntamente l'obiettivo di
un adeguamento complessivo dei palinsesti e della programmazione già in
atto, in modo che sia prestata la massima attenzione alle donne vittime di
violenza domestica e al mondo della disabilità, dei minori e degli anziani,
nel complesso le fasce più deboli e disagiate della popolazione.
Si è altresì rilevato che gli stessi palinsesti estivi o autunnali devono
dare spazio e valorizzare nuovi contenuti sociali e culturali, in modo da
favorire e sostenere la produzione televisiva e cinematografica italiana.
Colgo l'occasione per informare che nei giorni scorsi l'AGCOM ha
comunicato il differimento dal 15 giugno al 31 luglio 2020 dei termini di
esecuzione degli adempimenti prescritti alla RAI rispettivamente dalle
delibere n. 61/20/CONS (sulle violazioni in materia di pubblicità) e n.
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69/20/CONS (violazioni in materia di pluralismo). Su entrambe la RAI ha
presentato ricorso in sede cautelare al TAR del Lazio: con riguardo alla
delibera n. 61, la trattazione dell'impugnazione avrà luogo domani, mentre,
in ordine alla n. 69, è stato disposto un rinvio al 22 maggio 2020.
Segnalo di aver ricevuto il 15 aprile da parte di alcuni parlamentari
eletti all'estero una lettera di richiesta di ampliamento dell'offerta RAI per
una maggiore selezione di programmi sulla piattaforma RAI Play a favore
degli italiani all'estero: si tratta di una richiesta che, con il consenso della
Commissione, girerò direttamente ai vertici del servizio pubblico.
Informo altresì che il 17 aprile il Presidente della Regione Toscana ha
trasmesso per conoscenza una lettera diretta all'Amministratore delegato
della RAI, manifestando una serie di lamentele sull'incompletezza e
sull'imprecisione di diversi servizi del TG2, dedicati alla situazione delle
RSA (Residenze sanitarie assistenziali) della Regione. A tale riguardo, il
direttore del TG2 ha inviato una nota di replica, in cui ha svolto alcune
precisazioni in merito; nella data di ieri, l'Amministratore delegato ha
risposto al presidente Rossi con una lettera che mi è stata inviata in copia
(tutta questa corrispondenza è in distribuzione).
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Audizione del Presidente e dell'Amministratore delegato della RAI
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente della RAI,
Marcello Foa, e dell'amministratore delegato della RAI, Fabrizio Salini, che
saluto e ringrazio per la loro disponibilità.
Do quindi la parola ai nostri ospiti, rinviando al secondo punto
all'ordine del giorno, come vi anticipavo, l'eventuale dibattito su ulteriori
iniziative da assumere da parte della nostra Commissione; successivamente
alle relazioni del Presidente e dell'Amministratore delegato, i colleghi
potranno intervenire per rivolgere domande agli auditi, nel rispetto di un
tempo di dieci minuti per Gruppo (facendo un uso oculato del tempo,
potremmo anche ipotizzare, dopo la replica, un secondo giro di quesiti).
Tecnicamente vi informo che i quesiti, per essere visibili anche agli auditi,
dovranno essere formulati da questa sorta di tribuna allestita all'uopo.
Nel dare quindi il benvenuto ai nostri ospiti, rivolgo loro un cenno di
saluto e lascio spazio alle loro relazioni.
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FOA. Signor Presidente, inizio io per un breve saluto, prima di cedere la
parola all'Amministratore delegato, per un'analisi più ampia e dettagliata:
anzitutto, saluto con rispetto lei e tutta la Commissione di vigilanza.
Il mio intervento è volto ad evidenziare come l'Italia sia stata il primo
Paese europeo colpito dall'epidemia del Coronavirus: di conseguenza, anche
la RAI è stato il primo servizio pubblico europeo costretto ad affrontare
un'emergenza che, come sappiamo, è senza precedenti.
Devo dire che tutta la RAI ha reagito con unità e senso del dovere,
impegnandosi a garantire, seppur nell'emergenza, un servizio pubblico in
grado di sostenere il Paese e gli italiani in uno dei momenti più drammatici
della storia recente. Lo ha fatto con professionalità e dedizione, sia da parte
di coloro - giornalisti, operatori, tecnici e assistenti - che hanno continuato
ad operare sul campo, garantendo le cronache giornalistiche, e negli studi,
garantendo la continuità di molti programmi che altrimenti non sarebbero
stati garantiti, sia da parte di migliaia di dipendenti che si sono convertiti
molto rapidamente al telelavoro. È stato uno sforzo importante, corale, in cui
si è palesato, da parte dei dipendenti e dei collaboratori, un grande senso di
appartenenza alla RAI.
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Nell'ambito della campagna «Io resto a casa», l'azienda si è prodigata
per fornire un'informazione completa, compresa quella di servizio, in stretta
collaborazione con le istituzioni impegnate nella lotta alla pandemia. Al
contempo, anche in considerazione della mutata platea del pubblico, molto
più ampia del consueto e con nuove esigenze, abbiamo potenziato l'offerta
culturale e quella rivolta in particolare ai ragazzi delle scuole, raccogliendo,
come ha ricordato il Presidente pochi minuti fa - e devo dire che lo abbiamo
fatto volentieri - le sollecitazioni provenienti dalla Commissione
parlamentare di vigilanza, nonché da parte degli intellettuali, del mondo della
scuola, del cinema, del teatro, dell'opera e dell'arte.
Ci siamo sforzati altresì, nell'ambito dell'offerta aziendale, di non
trascurare forme di intrattenimento, che sono diventate viepiù importanti,
proprio in considerazione del momento attuale e dell'impatto psicologico che
questa crisi sta avendo sugli individui e sulle famiglie. Si tratta di un impegno
che abbiamo declinato - è importante sottolinearlo - non solo sui nostri canali
televisivi, ma anche su quelli radiofonici e sulle nostre piattaforme digitali,
sia sui siti web che su RAI Play. Tutto questo è stato fatto preservando e
tutelando la salute dei nostri collaboratori, con risultati molto confortanti.
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Al contempo - questo è un aspetto forse poco noto - abbiamo
collaborato attivamente con i nostri partner europei, da cui siamo stati
sollecitati a più riprese, affinché facessimo da caposcuola per tutti i servizi
pubblici europei. Devo dire che i riscontri che abbiamo ricevuto sono molto
lusinghieri, al punto che siamo stati sollecitati, anche da parte dei nostri
colleghi delle TV pubbliche asiatiche, a trasmettere loro la nostra esperienza
in diversi seminari. Tutto questo si è tradotto, a livello internazionale, in un
ritorno di immagine molto importante per la RAI, naturalmente, ma credo
anche per il Paese, in un'epoca in cui, come sappiamo, l'Italia, soprattutto nei
primissimi giorni dell'allarme della pandemia, purtroppo non sempre è stata
oggetto di attenzioni benevole da parte della stampa internazionale.
Mi limito dunque a questa breve introduzione e cedo volentieri la
parola all'amministratore delegato; naturalmente sarò poi lieto di rispondere
ai quesiti dei commissari.
SALINI. Desidero salutare anch'io il presidente Barachini e tutti i membri
della Commissione, ringraziandoli per l'opportunità di riferire sul ruolo del
servizio pubblico, nell'ambito dell'emergenza epidemiologica in atto.
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Come potrete vedere, si tratta di un insieme di interventi, che hanno
profondamente coinvolto tutte le aree aziendali. Data l'ampiezza delle azioni
messe in atto, vorrei concentrare l'attenzione solo sui temi principali,
lasciando poi spazio a eventuali richieste di integrazione sui punti di vostro
interesse. L'intervento più rilevante è stato quello relativo all'offerta. Prima
di parlarne, però, vorrei mettere in evidenza tre punti specifici, il primo dei
quali è relativo alla task force. Per poter far fronte a tutti gli aspetti
dell'emergenza siamo infatti intervenuti sin da subito, costituendo, sabato 22
febbraio, una task force aziendale permanente, con funzioni di
coordinamento gestionale ed editoriale. La task force è composta dalle
diverse strutture aziendali più direttamente coinvolte nell'emergenza e ha
costituito il punto di contatto e di informazione per qualsiasi necessità
relativa all'emergenza, definendo già a partire dal giorno successivo -
domenica 23 febbraio - le necessarie indicazioni operative sui temi dello
smart working, della sanificazione degli ambienti e della produzione dei
programmi, poi ovviamente soggette ad un continuo aggiornamento, in
relazione all'evoluzione della situazione nazionale. Solo per dare un'idea
della mole del lavoro svolto, la task force ha fino ad ora risposto a più di
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13.500 richieste di indicazioni operative, ha emanato 83 disposizioni e ha
definito la sanificazione di quasi 600.000 metri cubi di insediamenti in RAI.
In secondo luogo abbiamo costituito una commissione anti-fake news.
Tenuto infatti conto della quantità e della complessità delle notizie che
spesso vengono veicolate da fonti incerte o non affidabili, abbiamo sentito
l'esigenza di comporre un comitato scientifico di virologi, medici e uomini
di scienza, con l'obiettivo di poter fornire ai cittadini un'informazione più
puntuale e scientificamente comprovata. La struttura è coordinata da Antonio
Di Bella, da un lato con la responsabilità delle attività di coordinamento e
ottimizzazione del flusso informativo relativo sia ai telegiornali sia ai
programmi informativi delle reti e, dall'altro, come presidio e coordinamento
di tutte le iniziative di contrasto al fenomeno delle cosiddette fake news. Già
nelle prime settimane, la struttura ha esaminato e verificato varie notizie false
o poco attendibili, relativamente a sistemi di cura alternativi o a farmaci
miracolosi, che poi non si sono rivelati tali. Si è quindi trattato di un lavoro
finalizzato a mettere in comune e al servizio di tutti un insieme di conoscenze
scientifiche utili per rendere ancora più affidabile l'informazione del servizio
pubblico. Il primo esempio concreto del lavoro della struttura è costituito dal
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programma «Tutta salute», che dedica una puntata a settimana proprio al
tema delle fake news in materia scientifica, sempre legate al Coronavirus,
attraverso una collaborazione fra tutte le testate.
Infine, abbiamo istituito un tavolo di coordinamento per tutte le attività
che la RAI svolge nel campo sociale, incluse le emergenze derivanti dal
Coronavirus. Focus del tavolo è l'analisi e la valutazione delle azioni che la
RAI intraprenderà a tutela di chi, in questo momento, ha ancora più bisogno
di cura e attenzione. Un aspetto importante che vorrei ricordare è che la RAI
è al fianco della Protezione civile, sostenendo la raccolta fondi per l'acquisto
di dispositivi di protezione individuale e di apparecchiature indispensabili ai
tanti pazienti che hanno bisogno del ricovero nei reparti di terapia intensiva.
La RAI ha anche associato alla raccolta il programma «Musica che unisce»
in onda il 31 marzo su RAI 1 e su RAI Play, che ci ha consentito di
raccogliere, solo nella serata, oltre 7,5 milioni di euro.
Come anticipato, vorrei ora concentrare l'attenzione sul tema degli
interventi messi in campo in relazione all'offerta. Si tratta di una serie molto
consistente di azioni, che ha profondamente coinvolto tutte le nostre
piattaforme. Per ragioni di semplicità espositiva le abbiamo accorpate in
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sette aree tematiche: riorganizzazione dell'informazione, interventi sui
programmi, scuola, cultura, bambini e ragazzi, RAI Play e RAI.
Partendo dalla prima area tematica, ovvero la riorganizzazione
dell'informazione, l'obiettivo è stato quello di dare più spazio alle notizie
sull'emergenza e di garantire la massima tempestività. A tal fine abbiamo
effettuato i seguenti interventi principali. Oltre al canale RAI News 24, il
TG1, il TG2 e il TG3, in una sorta di staffetta, hanno coperto con speciali
dedicati all'emergenza Coronavirus l'intera giornata, la prima e la seconda
serata, pronti a intervenire con edizioni straordinarie e anche i talk di
approfondimento e i programmi di inchiesta hanno cambiato la scaletta a
seconda delle necessità imposte dall'attualità. A proposito delle testate
regionali impegnate a garantire l'informazione sul territorio, segnalo che dal
30 marzo l'offerta è stata integrata con il servizio di sottotitolazione per i non
udenti in tre Regioni fortemente colpite (Lombardia, Veneto ed Emilia-
Romagna). È stato poi significativamente aumentato lo spazio per
programmi aggiuntivi dedicati all'emergenza. In termini quantitativi ciò si è
tradotto nell'inserimento, dal 24 febbraio, di 11 speciali in prima serata;
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quattro su RAI 1, due su RAI 2, cinque su RAI 3 e cinque in seconda serata,
sempre su RAI 1.
Per quel che riguarda gli interventi sui programmi, la necessità di
mettere in sicurezza il personale produttivo ed editoriale ci ha portato a
sospendere o rinviare la produzione e la trasmissione delle puntate di alcuni
programmi. In particolare, ciò ha riguardato 18 produzioni per RAI 1, 10
produzioni per RAI 2, 14 produzioni per RAI 3 e 18 produzione per i canali
tematici.
In questi giorni stiamo lavorando costantemente con l'obiettivo di
arrivare nel più breve tempo possibile, fermo restando il rigoroso rispetto
delle misure di sicurezza, alla riapertura di una buona parte dei programmi
che, come abbiamo appena visto, siamo stati costretti a sospendere o rinviare.
In riferimento alla scuola, in pochi giorni, attraverso una stretta e
proficua collaborazione con il Ministero dell'istruzione, abbiamo definito e
sviluppato un progetto complessivo articolato su tutte le piattaforme, che
consente a milioni di bambini e ragazzi di scoprire una modalità di
approfondimento diversa rispetto a quella tradizionale. Di seguito vi elenco
una breve sintesi di quanto fatto.
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Dal 9 marzo il canale Tv RAI Scuola ha inserito nel normale
palinsesto, che già prevede ventiquattro ore di programmazione didattica
quotidiana, una fascia di sei ore articolate per discipline e di specifico
interesse per le scuole secondarie di secondo grado, dal lunedì al venerdì
dalle 8 alle 14, con replica il pomeriggio. Queste le materie: lingua e
letteratura inglese, francese, spagnolo e tedesco, chimica e biologia, fisica,
matematica, scienza della terra, astronomia, informatica e coding, storia e
scienze umane, filosofia, letteratura, storia dell'arte, scultura, pittura.
Questo palinsesto articolato per discipline da metà aprile si arricchisce
con nuove lezioni ideate e realizzate direttamente da docenti e insegnanti
indicati dal Ministero dell'istruzione.
Dal 27 aprile altre importanti novità: sempre su RAI Scuola
Scuola@Casa Maturità, tutti i giorni dalle 10 alle 15, due lezioni di trenta
minuti tenute da docenti universitari, accademici della Crusca e accademici
dei Lincei per aiutare gli studenti ad affrontare le prove di maturità. Poi,
Scuola@Casamagazine, in onda tutti i giorni alle 21,30, sarà il nuovo
programma in cui esperti analizzeranno problematiche che coinvolgono il
mondo della scuola.
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Su RAI 3 lezioni dei maestri: 43 puntate in onda dal lunedì al venerdì
alle 15.20, dal 27 aprile al 26 giugno, in cui Edoardo Camurri introdurrà e
commenterà due lezioni registrate da protagonisti della cultura, accademici
e divulgatori.
Su RAI Storia, Prove di Maturità; nuovo format educational
settimanale per i maturandi, in onda il mercoledì alle 21,10 - a partire dal 13
maggio - in cui sempre Edoardo Camurri aiuterà due studenti ad effettuare
vere e proprie simulazioni di esame.
Da ieri sono partite, alle 9,15, su RAI Gulp e on demand su RAI Play
le lezioni per gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Il nuovo programma «La Banda dei fuoriclasse» fa parte del progetto «La
scuola non si ferma» ed è realizzato dalla direzione RAI Ragazzi presso il
centro di produzione RAI di Torino, che accompagnerà gli studenti fino a
fine maggio con il supporto degli insegnanti in collegamento via webcam. I
ragazzi potranno interagire e fare domande attraverso Instagram, Facebook
e Twitter.
Tutte le lezioni sono anche online sul sito web di RAI Scuola e sul
portale RAI Cultura nella sezione Scuola 2020, con contenuti utilizzabili in
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didattica a distanza dai docenti che, attraverso il costruttore di lesson plan,
potranno realizzare le loro lezioni. Allo speciale Scuola@casa2020, per
insegnanti e anche per genitori e studenti, si aggiunge ogni mattina un
notiziario quotidiano per la scuola con informazioni, consigli per facilitare
le lezioni a distanza a cui si aggiungerà Scuola@casa con voi da lunedì 30
marzo, con interventi video di psicologi esperti.
Per quanto riguarda la cultura l'obiettivo è stato quello di portare il
teatro, la musica, la storia al grande pubblico anche con l'offerta generalista.
Innanzitutto abbiamo rafforzato l'offerta di teatro: ai due appuntamenti del
sabato con i classici di Stardust Memories al pomeriggio e il teatro di RAI 5
in prima serata, dal 9 marzo abbiamo aggiunto una programmazione
straordinaria quotidiana - dal lunedì al venerdì alle 16,30 - in cui, a supporto
delle scuole, si alternano allestimenti storici e contemporanei suddivisi in
cicli tematici, da Goldoni a Pirandello, dagli autori russi a Shakespeare.
La settimana scorsa, ad esempio, abbiamo trasmesso le tragedie greche
appena riallestite a Siracusa con grandi interpreti come Moni Ovadia e
Davide Livermore, alle quali seguiranno spettacoli dedicati ai grandi temi
della contemporaneità: il rapporto scienza-politica messa a fuoco in
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"Copenaghen" con Popolizio, Orsini e Loiodice, con la crisi economica
mondiale in "Lehman Trilogy", testamento di Luca Ronconi con alcuni dei
più grandi attori del teatro italiano.
Su RAI 3 è stata rafforzata l'offerta dedicata ad arte e storia; a titolo
esemplificativo, ricordo il ciclo sul teatro di Eduardo De Filippo anche in
prima serata, i grandi della letteratura italiana - 20 puntate condotte da
Edoardo Camurri per riscoprire i maestri della parola, da Dante a Pasolini -
"L'albero degli zoccoli" di Ermanno Olmi, presentato da Massimo
Gramellini trasmesso il Venerdì santo in omaggio alle vittime di Bergamo e
di tutta la Lombardia.
Su RAI 5, dal 9 marzo, sono state inserite tre nuove fasce di
programmazione pomeridiana di teatro classico, musica colta e letteratura,
mentre dal 6 aprile è stata inserita una nuova fascia straordinaria di
programmazione, alla mattina, dedicata esclusivamente a spettacoli del
Teatro alla Scala.
Per quanto riguarda i bambini e i ragazzi, abbiamo cercato di
perseguire l'obiettivo di un divertimento intelligente con una
programmazione in cui la componente formativa andasse di pari passo con
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lo svago e il divertimento; più in particolare, RAI Ragazzi per l'emergenza
ha realizzato due nuove produzioni: "Diario di casa", il programma che trova
il modo e le parole per spiegare l'emergenza sanitaria ai bambini, in
compagnia di esperti, in onda dal lunedì al venerdì alle 14 su RAI 1 e alle
16,10 su RAI YoYo. Ancora, "Fare scuola senza andare a scuola", su RAI
Gulp, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12: tre ore al giorno di apprendimento
destinato ai bambini delle scuole primarie e ragazzi delle medie.
Ancora nell'ambito della campagna "Io resto a casa", RAI Ragazzi ha
prodotto 20 nuove clip con i protagonisti di Sport stories su RAI Gulp e di
altri testimonial di canale per sensibilizzare bambini e ragazzi sulla necessità
di restare a casa.
Dal 29 marzo, su RAI YoYo, è arrivato il primo cartone animato
inclusivo "Lampadino e caramella" che unisce al divertimento anche una
componente sociale per stimolare i più piccoli ad accogliere con naturalezza
le diversità di ciascuno e a praticare con disinvoltura linguaggi diversi.
Sempre su RAI YoYo vanno in onda appuntamenti quotidiani per
l'apprendimento della lingua inglese.
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Per quanto riguarda sempre RAI Ragazzi, astronomia e scienze con
"Space to Ground - Guida per viaggiatori galattici", con l'astronauta Luca
Parmitano e Linda Raimondo, studentessa di fisica e aspirante astronauta.
La piattaforma RAI Play, invece, si è posta l'obiettivo di riorganizzare
l'offerta per tutti: learning, scuola, news, cultura; più in particolare, per
semplificare la fruizione della piattaforma - a partire dal 10 marzo - è stato
rimosso l'obbligo di registrazione per la visione dei contenuti on demand,
una iniziativa rivolta ad allargare le opportunità di intrattenimento e di
informazione attraverso la libera fruizione del ricchissimo catalogo di serie
TV, programmi, film, cartoni animati, documentari, concerti, spettacoli
teatrali e grandi classici delle teche disponibili sulla piattaforma digitale della
RAI.
L'offerta è stata inoltre potenziata con link diretti dal canale RAI
Scuola, tre sezioni dedicate ai bambini e teen e ai contenuti per l'attività di
learning e per l'informazione delle testate RAI. RAI Play ha aderito al
progetto #LaScuolaNonSiFerma del Ministero dell'istruzione mettendo a
disposizione playlist tematiche utilizzabili dagli insegnanti e dagli studenti
di ogni ordine e grado. Nella sezione learning ogni giorno è predisposta
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un'offerta digitale fruibile sulla piattaforma e tutti i social collegati. Da metà
aprile una selezione dei contenuti learning è disponibile nella LIS (lingua
italiana dei segni); all'interno delle sezioni, le collezioni dei video sono
organizzate per materie e temi, una diversa ogni giorno fino al termine
dell'emergenza.
RAI Play ha incrementato le produzioni originali e i contenuti in
esclusiva: "PLAYLIST24", una striscia quotidiana che racconta l'emergenza
in tempo reale; 10 puntate della serie originale "Superquark+";
"#ITALIACHERESISTE ", dal 24 marzo, racconta la vita nelle case degli
italiani, nei giorni dell'emergenza, con una narrazione senza filtri attraverso
i propri smartphone; "A-B-Cura di te", un ABC della salute per fronteggiare
l'emergenza con otto pillole di esperti sui comportamenti corretti;
"#FuoriCLASSE", lezioni speciali tenute da nove grandi protagonisti della
cultura italiana, a partire dall'8 aprile; "Beautiful Minds", 20 autoritratti e
racconti per abbattere le distanze del Covid-19, storie individuali e
testimonianze che diventano fonte di ispirazione per immaginare la risalita.
Oltre 30 grandi opere dal Teatro alla Scala in anteprima su RAI Play; poi,
su RAI 5, 11 cortometraggi realizzati per la sensibilizzazione all’ambiente e
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ai cambiamenti climatici. "Non voglio cambiare pianeta", un docutrip in 16
puntate di Lorenzo Cherubini. Infine, "Tanto non uscivo lo stesso" dei The
Jackal che, da lunedì 6 aprile, in 15 puntate raccontano con ironia i
comportamenti e le dinamiche che accomunano gli italiani all'interno delle
mura domestiche.
La radio è la piattaforma che vuole essere on air tutto il giorno e tutti
i giorni. Dall'inizio della crisi, RAI Radio 1, i giornali radio GR1 (33 edizioni
al giorno), GR2 (13 edizioni al giorno), GR3 (6 edizioni al giorno) e GR
Parlamento si sono impegnate al massimo, concentrando tutte le risorse per
fornire un servizio di informazione e di approfondimento, con aggiornamenti
dagli inviati dai punti più critici del Paese e con interviste ad esperti e a
protagonisti.
Tutti i programmi di RAI Radio1 hanno al centro il tema Covid-19. In
prima linea al mattino, "Radio anch'io" analizza le conseguenze
dell'emergenza, con ospiti politici ed esperti del mondo dell'economia, della
scienza e della medicina. "Centocittà" segue la pandemia dal punto di vista
delle realtà regionali e locali, mentre "Giorno per giorno" affronta
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l'emergenza mettendo in risalto quelle parti della società più debole e più
esposte.
RAI Radio 2 questa settimana ha messo in atto una piccola, grande
resistenza, fatta di conduttori e maestranze sempre in diretta. Con ogni
mezzo disponibile, la rete continua ad offrire compagnia dall'alba, con la
rassegna stampa di "Caterpillar" e "Il Ruggito del Coniglio", fino a sera, con
"Caterpillar" nuovamente e con nuovi servizi a tutte le ore, fino alla diretta
notturna de "I Lunatici".
RAI Radio 3 è presidio di informazione e divulgazione scientifica, con
"Radio3Mondo" e "Radio3 scienza", numerosi interventi di studiosi e
virologi, podcast come "Le cinque risposte" di Ilaria Capua sul nuovo
Coronavirus e "I cinque consigli" di Roberto Burioni. Spazio al dibattito
quotidiano con "Tutta la città ne parla", al mondo della scuola con il
pomeriggio di "Fahrenheit", alla lettura con "Ad alta voce", al cinema con
"Hollywood Party" e allo spettacolo con "Radio3 Suite".
Nella notte del giorno di Pasqua, Rai Radio3 ha offerto un ascolto
musicale senza precedenti, con 8 ore di musica composta da Max Richter in
collaborazione con il neuro scienziato David Eagleman. Sul sito di RAI
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Radio 3 si può accedere alla biblioteca di audio libri di "Ad alta voce", alle
favole di "Piccola Radio" e alla rubrica "Diziona Virus- Glossario minimo
per un'epidemia".
"Diario Kids" è la nuova iniziativa editoriale di RAI Radio Kids. Un
diario di queste giornate in tempo di Coronavirus, è il primo esempio di
programma radio realizzato in smart working. In chiusura, scusandomi per
aver forse dilungato un po' troppo la narrazione, dopo avervi illustrato le
principali iniziative che abbiamo messo in campo nello svolgere (e cito,
ancora una volta, la lettera del presidente Barachini) il ruolo del servizio
pubblico nell'ambito dell'emergenza epidemiologica in atto, vorrei effettuare
una breve considerazione sull'immediato futuro, vale a dire su come il
servizio pubblico possa intervenire per dare delle risposte complete a tutte
quelle componenti della filiera produttiva editoriale ed audiovisiva nel nostro
Paese, cinema, teatro, musica, fiction e documentari, che si trovano oggi in
grande difficoltà e spesso in una situazione di vera e propria sofferenza.
Credo sia necessario lavorare sulla definizione di un piano
straordinario di intervento, che faccia del servizio pubblico il punto di
riferimento in grado di supportare in modo strutturato la ripresa delle attività.
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L'indirizzo strategico della RAI, è di svolgere ancora di più un ruolo centrale
e determinante nel difendere, sostenere e rilanciare il settore culturale, dando
una garanzia di certezze e continuità.
La RAI è in prima fila nello sforzo di mantenere il ruolo di volano in
un passaggio critico come questo, puntando sullo sviluppo della creatività.
Sono convinto che la RAI, se messa nelle condizioni di muoversi con
efficacia ed efficienza, possa svolgere questo compito con responsabilità,
solidità e affidabilità.
FORNARO (LEU). Signor Presidente, ringrazio il Presidente e
l'Amministratore delegato della RAI per questa opportunità. Dico
francamente che, accanto all'elencazione delle rivisitazioni del palinsesto che
sono state poc'anzi enunciate dall'Amministratore delegato, a mio avviso
questa può essere un'occasione per fare alcune riflessioni sull'oggi e, quindi,
sull'impatto che evidentemente la crisi, assolutamente nuova e drammatica
che stiamo vivendo, ha avuto non soltanto sulla RAI in quanto tale ma sul
tema proprio del ruolo del servizio pubblico.
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Prima, però, voglio cogliere questa occasione. Il Presidente ne è al
corrente, perché ho già avuto modo di esporre a lui le mie rimostranze su un
tema che riguarda il rapporto tra i vertici dell'Azienda e questa Commissione.
Mi rivolgo all'Amministratore, in particolare, e al Presidente. Noi
disponiamo di uno strumento, che è quello delle interrogazioni. Si può anche
convenire che è uno strumento del quale non si deve abusare e io sono anche
disponibile ad autolimitarmi. Mi si dice, infatti, che non ne posso presentare
più di una al mese, ogni 15 giorni o una volta a settimana.
Quando, però, presentiamo le interrogazioni (uso il plurale perché
vedo molti che annuiscono), noi gradiremmo di non essere trattati da minus
habens, come nel caso di una interrogazione in cui io ho messo in evidenza
un problema relativo a uno dei volti della RAI, proprio in questa stagione di
grande difficoltà e di emergenza. Il riferimento è a un professionista di serie
A, del quale nessuno mette in discussione la qualità e la professionalità, che
è Bruno Vespa. Quando egli si lascia andare ad esternazioni sui social
completamente destituite di fondamento, io credo ci sia un problema e, dal
mio punto di osservazione, credo sia giusto che la RAI dica cosa ne pensa;
questo perché, alla fine, Bruno Vespa e RAI, nell'immaginario collettivo,
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sono la stessa cosa. La risposta che è stata data, che è agli atti, equivale a
rispondere, a me che ho chiesto di andare a Milano, che si andava nel Salento.
Dico subito che questo è inaccettabile. C'è un problema di rispetto. Io rispetto
i vertici, ma bisogna che gli uffici ci rispettino.
Quanto alle fake news, è un tema molto delicato, un tema su cui credo
bisognerà ritornare, nonché un tema su cui il presidente Foa ha costruito un
pezzo importante del suo skill professionale. Quando lui è arrivato aveva, in
un certo mondo, una fama di debunker del mainstream. Personalmente avrei
voluto, ad esempio, vederlo più forte, vista anche la sua esperienza svizzera,
quando qualcuno ha sostenuto che bastasse una firma per far arrivare dal
Canton Ticino 500.000 franchi a chiunque li chiedesse. Come dicevo, il tema
delle fake news è molto delicato e, mai come in questo momento, vi è la
necessità di avere risposte chiare e il controllo di che cosa viene immesso in
rete.
Mi avvio alla conclusione facendo un ragionamento un po' più ampio,
che passa anche da quello che, nei corsi di management, viene definito il
principio "sfida e opportunità": trasformare, cioè, un problema gigantesco
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come questo in un'opportunità per la RAI e per l'azienda e, quindi, ragionare,
più che sull'oggi, sul domani e sul dopodomani.
Credo sia evidente che il piano industriale ormai è archeologia, per cui
mi aspetto che l'azienda, una volta uscita dall'attuale emergenza, costruisca
e definisca un nuovo piano industriale, comprendendo anche le profonde
mutazioni che questa crisi ha determinato nei gusti e nell'approccio con i
nuovi media.
Penso dunque che vada ripensata la RAI nel suo complesso e questa è
la sfida che credo debba essere lanciata, almeno a livello di discussione. Non
ho personalmente la soluzione, ma penso, ad esempio, che la vicenda del
Covid-19 richiami ad un ruolo e ad una capacità di fare inchiesta vera, con
una RAI molto più vicina ai territori, molto meno "romanocentrica", per
usare un vecchio modo dire: si tratta, in altri termini, di una ridefinizione del
servizio pubblico.
C'è il tema dei nuovi format e di come evidentemente utilizzare le
nuove professionalità. Mi chiedo se RAI Play, ad esempio, su cui l'azienda
ha investito e che sicuramente è una strada che può essere condivisa, non
possa uscire proprio da questa sfida ancora più forte e rafforzata. Detto
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altrimenti, sono convinto che, quando si parla di servizio pubblico, il
discorso riguarda anche le risorse umane e dunque i dipendenti della RAI.
Ritengo che, mai come in questo momento, la ripartenza della RAI debba
fondarsi su una valorizzazione di quel patrimonio, che è molto più ampio e
molto più vasto di quello che oggi siamo abituati a pensare. Credo che da
questo punto di vista la sfida sia proprio in questi termini.
Come è già stato rilevato dal presidente Foa, noi siamo stati i primi ad
essere investiti, seguiti dagli altri servizi pubblici. A questo proposito,
sarebbe utile capire un po' di più se ci sono novità sull'European
Broadcasting Union (EBU) e qual è il ruolo in questo momento. Chiudo il
mio intervento dunque con una domanda sulla prospettiva futura della RAI
all'interno dell'EBU.
MOLLICONE (FDI). Signor Presidente, ringrazio l'amministratore delegato
Salini ed il presidente Foa per aver accettato l'invito a partecipare
all'audizione odierna.
Credo che in un momento importante come quello attuale, in cui i
media e la televisione in generale hanno fatto un po' anche da ammortizzatore
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psicologico e sociale per un importante e sostanziale equilibrio sociale, il
ruolo della RAI sia stato, è e sicuramente sarà strategicamente fondamentale.
Ringrazio per l'esaustiva presentazione della riorganizzazione del
palinsesto, in particolare sulla scuola. In effetti, una delle domande che avrei
posto e che mi limito soltanto ad accennare riguarda proprio la scuola, visto
che, prima ancora che il ministro Azzolina decidesse di stilare il protocollo,
Fratelli d'Italia è stata la prima forza politica a chiedere un intervento, in
particolare per la fascia della scuola primaria, che è quella più esposta
all'assenza di didattica a distanza, oltre che ovviamente per i maturandi, che
hanno più bisogno di contenuti extra e, come appunto abbiamo sentito, di
simulazioni.
Ho potuto verificare personalmente che sui diversi portali RAI c'è una
sintesi dei vari palinsesti di RAI Scuola dedicati proprio alla scuola, oltre alla
presenza di RAI Scuola come piattaforma: devo dire che su questo forse è
mancata un po' di comunicazione organica integrata iniziale, per cui l'offerta
c'era ma non si vedeva.
Passerei invece a quesiti più inerenti al riflesso che la crisi e la
pandemia hanno avuto proprio rispetto all'Azienda, in termini di personale e
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per gli aspetti più propriamente politici. In particolare, una prima domanda
riguarda le iniziative che sono state intraprese per le partite IVA, per i
lavoratori atipici RAI a maggior rischio in questa fase, soprattutto con il
blocco del piano industriale.
Un secondo quesito riguarda il rapporto tra la task force Di Bella e
quella del Governo, su cui abbiamo chiesto l'audizione del sottosegretario
Martella, anche se sul punto interverrà più approfonditamente la collega
Santanchè.
Per quanto riguarda, invece, il riflesso che l'emergenza ha avuto sulle
comunicazioni in generale, abbiamo chiesto l'audizione del portavoce del
Presidente del Consiglio in quanto organo che ne gestisce la comunicazione,
ritenendo che ci sia interferenza con l'autonomia redazionale dei direttori di
rete. Abbiamo visto, tra l'altro, che lo stesso Conte ha utilizzato la pagina
Facebook come sorgente del video ripreso dai telegiornali, così come
abbiamo notato che il TG1 ha garantito spesso la messa in onda delle dirette
di Conte a scapito della programmazione di altri telegiornali (il TG2, ad
esempio, nell'edizione delle ore 20,30). Su questo vorremmo sapere quali
iniziative la RAI intende adottare o ha adottato per garantire l'autonomia dei
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direttori di rete rispetto ad una comunicazione istituzionale, che certamente
è necessaria, ma di cui forse si è anche abusato, stravolgendo i palinsesti a
danno di altre reti RAI e quindi dello stesso palinsesto RAI.
L'ultimo quesito riguarda quella che è un po' una nostra impostazione
di riferimento, un indirizzo strategico che abbiamo già ottenuto che fosse
inserito nella risoluzione votata dalla Commissione parlamentare per
l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi sul piano
industriale. Sicuramente va ridefinito, ma noi non siamo d'accordo con il
pessimismo di chi dice che sia lettera morta; anzi, auspichiamo che venga
realizzato, soprattutto nello tsunami comunicativo che c'è stato in piena
emergenza perché, al di là della pandemia vera e propria causata dal virus,
c'è stato appunto uno tsunami che ha stravolto il modo stesso di concepire i
palinsesti, i media e la comunicazione integrata.
Oggi, ad esempio, si è rovesciata la piramide comunicativa, per cui i
social, le piattaforme social e i media non tradizionali, integrati con quelli
tradizionali, da qui al prossimo anno potrebbero diventare strategici e
funzionali per salvare delle filiere che sono in grande crisi, tra cui quella
culturale, dopo la chiusura di teatri, cinema e di tutte le strutture.
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Si potrebbe pensare, come proposto oggi dal ministro Franceschini, ad
una "Netflix culturale", anche se noi, lo ricordo, abbiamo fatto inserire il
modello "Raiflix" - così lo definimmo, tra molte virgolette, perché dovrebbe
andare in competizione con il modello di Netflix, almeno a livello europeo -
integrando RAI Cinema, RAI Fiction e RAI Play in maniera più completa e,
magari, con la possibilità di ospitare anche prodotti esterni. Come ho detto,
la proposta del ministro Franceschini, che non ha parlato però di RAI, è di
fare oggi una "Netflix culturale": noi ci chiediamo se non possa essere la RAI
a fare questa integrazione e a riconoscere anche i diritti televisivi, il che
nell'attuale drammatico scenario della filiera culturale - ricordo che
l'industria culturale arriva a sviluppare fino al 16 per cento del PIL nazionale
- potrebbe essere anche fonte di guadagno e di sostegno minimo.
Sicuramente non basta - abbiamo chiesto un fondo straordinario - ma
favorirebbe di certo un riconoscimento e una diffusione della cultura italiana.
Su tale indirizzo chiedo, anche visto quanto sostiene il Governo e
quello che ha chiesto l'opposizione con la risoluzione al piano industriale, se
la RAI stia ragionando in questa direzione; penso, ad esempio, ai format che
stanno nascendo e che abbiamo visto anche sulle varie piattaforme; penso
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alle mostre virtuali, una filiera che era completamente ferma e annichilita.
Sicuramente anche su questo la maggiore azienda culturale nazionale può
svolgere un ruolo. Vorremmo delle specifiche sul punto.
GARNERO SANTANCHE' (FdI). Signor Presidente, ringrazio il Presidente
della RAI e l'Amministratore delegato. Potrei dichiararmi non molto
soddisfatta della relazione di ciascuno, ma capisco la loro funzione e il loro
ruolo.
Farò due domande molto veloci: sulla questione delle strutture, so che
ne è stata creata una - come ci ha spiegato lei - per il contrasto alle fake news,
il cui capo è il dottor Di Bella, e poco dopo ne è stata realizzata un'altra dal
sottosegretario Martella a Palazzo Chigi. Siccome ormai ci stiamo abituando
al fatto che è tutta una task force, sono tutti consulenti e si moltiplicano tutte
le cose e in Italia neanche la RAI si sottrae a questo e bisogna complicare
tutto, la mia domanda è: come dialogano e come si interfacciano queste
strutture? Dove si sovrappongono? Mi piacerebbe molto capirne di più,
perché per me la questione è molto poco chiara.
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Vorrei poi rivolgermi all'amministratore delegato Salini: visto che tra
le prerogative della nostra Commissione vi è soprattutto la vigilanza sul
pluralismo, mi sembra che in questo momento in RAI il pluralismo sia un
po' deficitario. A me piacerebbe, dottor Salini, che intanto ci fosse puntualità,
perché credo che la puntualità, quando il Presidente del Consiglio deve fare
le sue comunicazioni, sia una forma di educazione nei confronti di tutti noi.
Ricordo che tutti gli italiani pagano il canone alla RAI e quindi non fa piacere
vedere Conte che fa le sue conferenze stampa su piattaforme nemmeno
italiane e soprattutto non troverei vergognoso che ci fosse un contraddittorio.
Devo dire che in RAI, come rete italiana, non ho mai visto il Presidente del
Consiglio consentire a giornalisti di diverse testate di poter svolgere un
contraddittorio. Sono sempre contesti in cui appare molto da solo.
In conclusione vorrei fare una domanda su tutte le notizie che vengono
trasmesse e rivolgere una sollecitazione: negli ultimi giorni in RAI abbiamo
visto in molte trasmissioni un attacco frontale alla Regione Lombardia. Visto
che sono state istituite delle task force sulle fake news, vorrei capire come
mai intervistiate gente in anonimato e facciate dire loro qualsiasi cosa, senza
alcuna verifica prima della messa in onda, dando per scontato che quanto
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dicono queste persone (non si sa bene chi siano) sia vero e consentendo
quindi che si possa dire qualsiasi cosa a discapito del lavoro di una Regione,
come la Lombardia, che peraltro è la più colpita.
FEDELI (PD). Intanto voglio salutare tutti voi, il Presidente della RAI, il
Presidente della Commissione e l'Amministratore delegato. Parto subito
ribadendo una cosa che è stata già detta dai nostri interlocutori: sono
d'accordo nel ringraziare particolarmente la RAI e tutto il personale interno,
perché di fronte all'emergenza del Coronavirus effettivamente, a condizioni
date e con il personale in carica, la RAI ha fatto uno sforzo di organizzazione,
di riorganizzazione e di risposta all'emergenza particolarmente importante.
Questo è un aspetto che voglio sottolineare.
Ci sono cose che secondo me andrebbero fatte a questo punto, ma
siamo già nella seconda fase del Coronavirus. Credo che la RAI debba
dotarsi di luoghi di riflessione, di proposte e di strumenti. Su questo anche la
nostra Commissione può rilanciare bene alcune proposte e lo dico perché,
anche attualizzando molto il contratto di servizio che era stato fatto nel 2018,
su questo possiamo implementare ulteriormente. Credo infatti che questa sia
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una fase estremamente importante da declinare e da avviare subito, perché il
Paese fra qualche giorno avrà bisogno di essere accompagnato con una
capacità di sostegno, di lettura, di narrazione e di strumenti d'informazione e
di contenuti secondo me molto importanti, perché il coronavirus tocca
diverse sfere.
Non voglio dilungarmi troppo, ma secondo me questo è un punto
importante. Faccio solo due esempi: la RAI e il Ministero dell'istruzione
hanno fatto bene a stipulare l'intesa, ma noi abbiamo bisogno di renderla
strutturale con canali dedicati che corrispondano ai programmi scolastici, per
accompagnare, con un canale digitale terrestre, l'insieme dell'Italia, perché
quello che ci aspetta nei prossimi mesi non è una ripresa. Per esempio, sul
terreno dell'istruzione e dell'educazione di ogni ordine e grado, è come se il
Coronavirus, una volta passato, riprendesse forza come prima. Su questo
varrebbe la pena che discutessimo come Commissione e che ci ragionasse la
RAI, ma lo dico anche rispetto a quanto affermava prima di me l'onorevole
Mollicone su tutto il terreno della cultura, cioè anche parlando di queste
piattaforme, perché in realtà sono elementi che potrebbero essere
significativi. Ma avremo tempo di discuterne.
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Proprio a tal riguardo vorrei fare alcune domande. La prima la rivolgo
all'Amministratore delegato. È evidente che il piano industriale è fermo,
sospeso; non c'è più. Intanto è chiaro che bisogna riconsiderare il piano
industriale per accompagnare esattamente questa seconda fase; anzi, è una
fase nella quale, secondo me, è importante avviare davvero un rilancio della
RAI.
Anch'io mi spendo dicendo in modo esplicito tre cose: la prima è che
dentro questa riorganizzazione dobbiamo valorizzare il personale interno
della RAI, non solo perché c'è già stato, ma anche perché credo che abbia
straordinarie professionalità. La domanda che faccio è la seguente: c'è
intenzione rispetto a questo di valorizzare tutte le risorse della RAI, anche
quelle che sono lì a disposizione e che avevano precedenti incarichi? Non
intendo fare i nomi, ma sono chiari a tutti. Il fatto è che sono lì in attesa e
disponibili ad offrire di nuovo le loro competenze e le loro qualità di
giornalisti, direttori e così via dentro il nuovo percorso. Questo è un punto
importante a mio avviso.
Allo stesso modo considero importante - e passo alla seconda
domanda, Amministratore delegato - che vi sia il potenziamento di cui c'è
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bisogno, perché se si immagina un rilancio della RAI, s'immagina anche un
potenziamento delle risorse umane e degli investimenti. Penso, ad esempio,
alle cosiddette assunzioni; non penso solo al concorso e a questioni ancora
aperte, ma penso che sia necessario affrontare e chiudere anche la partita
delle cosiddette assunzioni e del giusto contratto. È in corso una partita e le
chiedo a che punto siamo, perché considero anche questo un aspetto non solo
teorico, ma anche concreto di valorizzazione delle risorse interne.
Vorrei formulare infine una terza domanda rivolgendomi sempre
all'Amministratore delegato. Dopo la lettera del nostro Presidente,
legittimamente inviata in qualità di Presidente della Commissione, vorrei
tanto conoscere - e mi rivolgo anche al presidente Foa, che ha avuto
un'interlocuzione pubblica, come ha dichiarato sui quotidiani, con il capo di
una delle opposizioni, il senatore Salvini - qual è stata la catena di comando
nel riequilibrio e nella modalità con cui si è risposto ai due minuti in cui il
presidente Conte, in occasione dell'informativa, ha parlato proprio di Meloni
e Salvini; riequilibrio su cui non faccio una valutazione, ma che ha
immediatamente significato uno spazio abnorme, dal mio punto di vista.
Vorrei quindi capire se il comando è partito dal Presidente della RAI,
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dall'Amministratore delegato o, invece, esattamente all'interno della
struttura. A mio avviso, questi sono quegli elementi che ci aiuterebbero
nell'interlocuzione ad affermare alcuni aspetti che devono essere
assolutamente superati e altri che invece, secondo me, devono essere tenuti
in considerazione, soprattutto in questa nuova fase, per un forte equilibrio e
pluralismo.
In particolare, voglio rivolgere una domanda al presidente Foa, se me
lo consente e credo vi sia la possibilità di avere una risposta. Anche questo
contribuisce a rilanciare un'autorevolezza, una funzione importante che tutti
vogliamo assegnare al servizio pubblico della RAI. Mi piacerebbe sapere a
che punto è la vicenda delle cosiddette fake news sulle e-mail, perché anche
questo è un nodo che va risolto, non può restare così; bisogna saper affrontare
questi elementi, proprio per sgombrare il campo da troppe questioni che non
ci aiutano.
Da ultimo, voglio dire una cosa in questi termini. "Pluralismo" è un
termine molto serio: è definito dalle leggi, dai regolamenti, dal contratto di
servizio. Tuttavia, mi permetto di dire che non è possibile che vi siano politici
in RAI che fanno l'en plein non solo dei telegiornali, ma anche di tutte le
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attività che avvengono nel servizio pubblico. Io penso che... (Voci fuori
microfono).
Prego? Guardate, una buona parte di voi mi conosce. Lo stile a volte
non è acqua, bisogna mantenerlo. Il punto non è il nome, però il problema
esiste. Secondo me questo è un terreno importante e io lo sottolineo perché
il tema del pluralismo interno al modo con cui si fa informazione nella RAI
ci deve assolutamente accompagnare in questa fase, in cui noi dobbiamo
parlare in modo molto più comprensibile alle persone. Su questo io credo
davvero a quanto si diceva in un intervento precedente, ossia che occorre
essere molto più presenti sui territori. Occorre un grande lavoro d'inchiesta,
oggettivamente, in tutti i territori, senza guardare dove si è presenti. Credo
che questo sia un elemento importante ed è un tema su cui mi piacerebbe
sapere come è andata quella vicenda, proprio per avere elementi oggettivi da
parte vostra.
PRESIDENTE. La senatrice Fedeli ha esposto con grande rispetto alcuni
quesiti. Io invito tutti a formulare quesiti inerenti alla materia della
convocazione del presidente Foa e dell'Amministratore delegato. Inoltre,
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quando la senatrice Fedeli non faceva ancora parte della Commissione di
vigilanza, avevamo già discusso sul punto. Il tema che ha sollevato è oggetto
di un'indagine giudiziaria e le audizioni della Commissione di vigilanza sono
state secretate e inviate alla procura di Milano, che aveva aperto un fascicolo
in proposito. Ovviamente quindi vi è un segreto istruttorio su questo
argomento, che deve essere rispettato.
MULÈ (FI). Signor Presidente, le anticipo che, siccome interverremo in
quattro, avremo a disposizione due minuti e mezzo a testa. Eventualmente ci
riserviamo di intervenire ancora nel secondo giro di domande.
Signor Presidente, ringrazio il presidente Foa e l'Amministratore
delegato. Mi ricollego ad alcuni accenni fatti dalla senatrice Fedeli. Io vorrei
tornare a quel famoso 10 aprile con una premessa. Tra l'altro le mie sono
domande - lo dico subito - propedeutiche, perché eventualmente genereranno
richieste di audizioni successive. Noi infatti arriviamo al 10 aprile con una
situazione particolare: nei mesi di febbraio e marzo e i primi dieci giorni di
aprile il presidente Conte è in TV per le comunicazioni istituzionali, per 192
minuti di diretta televisiva sulla RAI; 192 minuti sono un'eternità (lo dico a
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chi non è del mestiere). Basta prendere i dati dell'Osservatorio di Pavia di
gennaio e febbraio per rilevare che la presenza del presidente Conte in tutti
e tre i telegiornali della RAI di prime time ammonta in totale a 15 minuti.
Trovandosi quindi davanti a 192 minuti di profluvio del presidente Conte,
mi chiedo e vi chiedo se voi autonomamente avevate già rilevato che vi fosse
una sostanziale necessità di riequilibrio.
Si erano annunciate comunicazioni istituzionali, ma in realtà abbiamo
visto che il 10 aprile (ma non solo) è scattata la frizione e si è attaccata
frontalmente l'opposizione, senza contraddittorio. Ma voi non avevate già
rilevato che, dal momento che la comunicazione istituzionale incide sulla
persona che ha più visibilità, questa evidentemente può acquisire consenso?
Una vecchia legge di marketing, che il dottor Salini conosce molto meglio
di me, dice: share of voice, share of market; più aumenti la tua potenza di
fuoco della voce, più acquisisci quote di mercato. Il mercato della politica -
ahimè - funziona anche in queste eventualità.
Il 10 aprile, quindi dopo la conferenza stampa, vi siete autonomamente
mossi o avete sentito Palazzo Chigi o Palazzo Chigi vi ha segnalato che
qualcosa era andato storto? Per stabilire un perimetro preciso anche per il
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futuro, dal momento che le edizioni straordinarie sono diventate ordinarie,
per cui si chiama una conferenza stampa di cui evidentemente si conosce già
l'oggetto, che dalle due del pomeriggio slitta alle cinque, alle sette, alle otto,
in prima serata, vi chiedo se, alla luce dell'esperienza maturata in questi due
mesi e mezzo, stabilirete un perimetro. Sempre che vi sia qualcuno che ve lo
dice, questa è la domanda; se il Presidente del Consiglio intende fare
comunicazioni, parla con voi? Parla direttamente con altri? Qual è quindi il
rapporto tra Palazzo Chigi e voi? Avete un perimetro?
Sulle fake news mi piacerebbe sapere se le pillole avvelenate che
arrivano e vengono depurate dalla commissione arrivano già dai TG o se i
TG vengono informati eventualmente delle pillole da evitare.
Prima di cedere la parola, ho un'ultima domanda a proposito dei dati
(questi sono quelli di febbraio). I dati evidenziano uno squilibrio che è
evidente: al di là dei 192 minuti, ripeto, della profluviale comunicazione del
Presidente, il 62,3 per cento del tempo dei TG è tutto per Governo e
maggioranza; l'opposizione nel suo totale ha il 25 per cento. Come mai non
avete ritenuto di controbilanciare autonomamente la sovraesposizione del
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Presidente del Consiglio, dando maggiore spazio nei telegiornali alle
opposizioni?
GASPARRI (FIBP-UDC). Signor Presidente, cercherò di recuperare il
tempo preso dal collega condensando il mio intervento. Per quanto riguarda
la questione della didattica, benissimo, però ci si è mossi con molta lentezza
da parte del Governo e anche da parte della RAI, che forse non ha la
consapevolezza che il digitale terrestre esiste da molti anni. Colleghi, ve lo
posso assicurare personalmente; il digitale terrestre ha tanti canali, per cui
non ci voleva la scienza infusa per capire che su RAI Yoyo o su altri si
sarebbero potuti mandare in onda un po' di cartoni animati in meno e un po'
di didattica in più per bambini della stessa età. Quindi bene, ma vi sono stati
lentezza e ritardi e c'è voluta la sollecitazione anche del Presidente della
Commissione.
Vorrei poi biasimare in questa sede alcuni modi di fare informazione:
le interviste anonime, che la RAI non dovrebbe utilizzare almeno in alcune
testate, e gli attacchi politici. Nei giorni scorsi c'è stata una lettera, citata
anche dal Presidente, del presidente della Regione Toscana Rossi, che si
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lamentava di una testata, il TG2, che si è occupata, a differenza di altri, di
tutte le problematiche purtroppo drammatiche relative alle inchieste sulle
residenze assistenziali sanitarie-RSA, che ci sono - ahimè - in tutta Italia, in
proporzione al numero della popolazione delle diverse Regioni. Vorrei
sapere dai vertici della RAI se questo tentativo censorio è stato
opportunamente respinto, visto che quella testata, attaccata dal presidente
Rossi, si è occupata di tutte le Regioni, in proporzione all'importanza delle
stesse, quindi più di quelle come la Lombardia e meno di altre.
Altre testate continuano invece a trattare solo alcune vicende e a
trascurarne altre, con una conduzione faziosa e politicamente teleguidata,
parallelamente, dal fatto che dirige l'ENI, il TG1 e anche il giornale. Quindi
c'è una direzione unica che sta dirigendo varie cose, dalle nomine a tutto il
resto. Casomai possono mandare all'ENI quelli del TG1 e viceversa;
l'impasto potrebbe venire meglio.
PRESIDENTE. Vi ricordo che sono in distribuzione sia la lettera del
presidente della Regione Toscana Rossi, sia la risposta dell'amministratore
delegato Salini.
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RUGGIERI (FI). Signor Presidente, cercherò di essere breve per non rubare
troppo tempo. Premesso l'ovvio, cioè che, se esiste un'inchiesta, ne va data
sicuramente notizia, il TG1 si è distinto per aver inteso occuparsi da subito
quasi tutte le sere delle inchieste sulla Lombardia. Fatta questa premessa, che
confermo, cioè che l'esistenza delle inchieste va assolutamente notificata al
pubblico, il TG1 ha scelto una modalità inedita per un telegiornale
istituzionale quale esso è (anche suo malgrado), cioè quella di trasmettere
interviste anonime, dichiarazioni rilasciate da un personale sanitario non
identificato e tanto meno identificabile (a volto "blerato", come si dice in
gergo). Sto parlando delle interviste fatte nel corso di alcuni servizi che si
presuppongono d'inchiesta, ma che in realtà potrebbero contenere di tutto,
perché non contengono nessuna utile identificazione, neanche contestuale,
delle persone che parlano e che non appartengono alla regione Piemonte, ma
appartengono a varie strutture sanitarie della regione Lombardia (che non
difendo neanche per interesse geografico, perché è un fatto che mi interessa
in prospettiva). Ai tempi di quei servizi, e senza voler dare lezioni di
giornalismo a nessuno, le inchieste delle procure di cui si dava conto erano
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tutte contro ignoti; questo è un dato di fatto che non è in discussione. Dunque
sostanzialmente le voci che si sentivano nel telegiornale (raccolte con una
modalità insolita per il TG1) comunque non potevano fare per definizione
parte di alcun fascicolo processuale; d'altronde, se non fosse stato così, il
TG1 avrebbe commesso il reato di violazione di segreto istruttorio, quindi è
evidente che non è stato così. Le interviste però, poiché venivano associate
alla notizia dell'esistenza di alcune inchieste a carico di ignoti, ottenevano
l'effetto di suggerire al telespettatore un'accoppiata tra le inchieste stesse e le
mancanze da parte della gestione politica. Sembravano essere un po' la prova
dell'assunto istruttorio, senza nemmeno essere contenute in un fascicolo
processuale. Il punto è che quel personale sanitario potrebbe un domani
diventare testimone o potrebbe diventare addirittura indagato. Io ho troppa
stima del TG1 per pensare che queste considerazioni non siano state svolte.
Vorrei pertanto chiedere al dottor Salini e al dottor Foa, visto che i morti in
Lombardia sono ancora caldi e che comunque purtroppo non sono finiti, se
ci sono e quali sono le linee guida che l'azienda intende osservare per gestire
i prossimi mesi, che saranno inevitabilmente caratterizzati dalla cronaca
giudiziaria, al fine di evitare che questi fatti possano arricchire inutilmente
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la battaglia politica e dar luogo a inchieste che nascono molto forti sui media
e finiscono molto povere in tribunale, addirittura finiscono nel nulla (come
spesso capita), ma che nel frattempo lasciano sul campo reputazioni, carriere,
famiglie. Vorrei sapere se c'è un perimetro entro il quale intendete gestire i
prossimi mesi, per evitare che si rivivano stagioni già fallimentari per la
politica, per la cronaca giudiziaria e per la magistratura.
MARROCCO (FI). Signor Presidente, sarò veramente velocissima. Da
quando è scoppiata l'epidemia le notizie riguardanti il Coronavirus hanno
monopolizzato un po' tutte le reti. Sono quaranta giorni che assistiamo a un
capovolgimento della realtà: in televisione tutti parlano di tutto ed è grottesco
che una televisione di Stato come la RAI bombardi in tutti i talk show con
questa paura che sta instaurando. A tal proposito, il presidente Barachini l'8
aprile ha inviato una lettera ai vertici della RAI, chiedendo che vi fosse più
equilibrio e rigore e che i fatti venissero declinati senza inutili enfasi o
drammatizzazioni. Quindi chiedo se non ritenete opportuno contrapporre,
all'esagerata bulimia di contenitori in cui si parla solo e soltanto
dell'epidemia, un'informazione orientata più ai contenuti dei 212
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provvedimenti emanati in questi mesi dal Governo (dall'inizio
dell'epidemia). Sarebbe più utile che i cittadini potessero capire come
muoversi e che avessero maggiori informazioni in merito
all'autocertificazione (che è stata modificata più volte), ai famosi 600 euro o
al bonus babysitter. Come già rilevato dalla Commissione, sarebbe utile che
nella piattaforma RAI Play vi fosse la possibilità di accedere a tutti i
contenuti dei provvedimenti relativi all'emergenza.
Sappiamo che domani parte la didattica, con 30 minuti da parte di
docenti indicati direttamente dal Ministero dell'istruzione. Vorrei sapere
come potranno interagire i nostri studenti e soprattutto che programmi
potranno seguire i ragazzi che dovranno sostenere la maturità.
TIRAMANI (LEGA). Signor Presidente, ringrazio soprattutto i colleghi che
hanno svolto gli ultimi interventi, perché hanno riportato la discussione
all'incipit della convocazione che deriva dalla lettera che abbiamo scritto e
richiesto, come Capigruppo dell'opposizione, per discutere della questione
del TG1 e di quello che è avvenuto nei giorni scorsi con il presidente Conte,
che imperversa in una comunicazione istituzionale riuscendo addirittura a
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criticare le opposizioni senza possibilità di contraddittorio. Ringrazio gli
ultimi colleghi perché mi sembra - senza che nessuno si offenda - che tutti
abbiano detto "la qualunque" su ogni cosa; addirittura ho sentito una sorta di
richiesta di raccomandazione per gli amici degli amici. Quando si dice infatti
che Orfeo è poco valorizzato, cos'altro bisogna aggiungere? Fuori la politica
dalla RAI; tra un po' ci ritroveremo a chiedere a Salini di trovare una
collocazione a Orfeo. Siete in maggioranza e mi pare che i dati relativi allo
share del TG1 diretto da Carboni siano devastanti. Quello che ha fatto con il
presidente Conte non è la prima volta che capita; ricorderete tutti il 16
ottobre, quando doveva esserci uno speciale su Erdoğan e Conte parlò per
oltre trenta minuti della propria manovra di bilancio. Questo sinceramente
non è accettabile e vorrei capire cosa ne pensano il presidente e
l'amministratore delegato. Se Di Bella non va bene, avete già proposto Orfeo;
io proporrei Rocco Casalino, che mi sembra il più adeguato tra i nomi che
ho sentito.
In un quesito posto direttamente alla Commissione di vigilanza il
Partito Radicale - e noi condividiamo - chiede perché venga concesso tutto
questo spazio agli aiuti che la Cina sta dando in questo momento all'Italia
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per il Covid-19, prevaricando addirittura gli aiuti provenienti dall'America e
dalla Russia. Il quesito dei Radicali, che secondo me è calzante, chiede di
conoscere il contenuto degli accordi con i media cinesi; questo sarebbe
interessante.
Piuttosto interessante - ne hanno parlato bene prima i colleghi dei
Gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia - appare inoltre la questione che riguarda
le fake news sulle Regioni, in particolare su ciò che è successo in regione
Lombardia. Secondo me non è da Tv pubblica intervistare continuamente
soggetti anonimi, senza spiegare chi sono; addirittura c'è chi si lamenta,
come il governatore della Toscana, di presunte ingerenze sulle RSA della
propria Regione, quando i servizi del TG2 sono stati appena otto, a fronte di
quattro inchieste da parte delle procure di tutta la Toscana. Vorrei quindi
sapere cosa pensa il Presidente a proposito delle fake news.
In questo periodo di Covid-19 sono state fatte alcune nomine; vorrei
chiedere se era opportuno, in questo momento, fare nomine che interessano
l'intero palinsesto di RAI Play, con oltre dieci persone che se ne occupano;
il CPTV (Centro di produzione RAI) di Napoli; nominare un coordinatore
per il tavolo Covid-19. A tal proposito ci auguriamo che Antonio Di Bella -
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sicuramente un grande professionista e persona stimata, che sta svolgendo
un ottimo lavoro con il TG2 e il TG3 - possa interagire sempre di più con il
TG1 (questa è una riflessione che lascio al dottor Salini). Non ci risulta, a
fronte di ciò che abbiamo detto prima, sia previsto una sorta di
commissariamento, anche se sarebbe interessante che affiancasse e portasse
il TG ammiraglio nazionale ai dati che gli spettano.
Infine, per quanto riguarda il mondo della scuola e la cultura, formulo
un ringraziamento, perché, grazie a una risoluzione presentata dalla Lega, si
è ottenuto un canale per aiutare i ragazzi a colmare i mesi di assenza della
didattica frontale; avete fatto un grande lavoro. Questa non è una domanda,
ma un ringraziamento che rivolgo all'Amministratore delegato, che è sempre
pronto ad ascoltare i suggerimenti della buona politica, ed al Presidente.
BERGESIO (L-SP-PSd'Az). Signor presidente Barachini, desidero
ringraziare il presidente Foa e l'amministratore delegato Salini per la loro
introduzione e la loro relazione.
I temi di carattere più politico che riguardano il nostro movimento e le
richieste specifiche sono già stati illustrati dal nostro Capogruppo, Paolo
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Tiramani. Mi permetto soltanto di segnalare un aspetto importante, che sta
toccando da vicino un mondo produttivo particolarmente attento alla
comunicazione, che di riflesso riguarda i consumatori, ossia le inchieste che
in quest'ultimo periodo sta svolgendo la trasmissione "Report", che
addirittura è riuscita a mettere in correlazione o comunque in stretto
collegamento l'inquinamento degli allevamenti, con il relativo spandimento
dei liquami, con la diffusione del Coronavirus sul nostro territorio. Come
dimostrano anche i dati diffusi proprio oggi da ISPRA (Istituto superiore per
la protezione e la ricerca ambientale), se vi avete posto particolare
attenzione, questo in realtà non è vero, perché è stata registrata una
diminuzione delle emissioni del 13 per cento negli ultimi anni.
Chiediamo se non si ritenga che da parte del servizio pubblico ci sia
stata un'eccessiva superficialità nel trattare questo argomento, in un
momento tra l'altro molto delicato per il Paese: ricordo che il settore
agroalimentare contribuiva per il 14 per cento al nostro prodotto interno
lordo e penso che oggi conti molto di più, perché forse è l'unico settore
rimasto tra i più attivi all'interno del nostro Paese. Trasmissioni come questa
di RAI Tre rischiano di danneggiare un settore strategico del made in Italy,
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che rimane ancora forte anche dal punto di vista delle esportazioni, grazie ai
prodotti italiani, anche di fronte ai nostri competitor stranieri.
Chiedo se non si ritenga che, in un sistema in cui l'informazione
alimentare rischia di essere influenzata da chi è esterno al nostro Paese, il
servizio pubblico debba svolgere un ruolo di presidio della corretta
informazione. Ritengo occorra riequilibrare queste trasmissioni facendo
molta attenzione sin dall'inizio, perché non si può pensare di dire che
l'agricoltura inquina, quando le emissioni di gas serra provenienti
dall'agricoltura ammontano al 7 per cento, mentre il 45 e il 25 per cento
provengono rispettivamente dall'industria e dai trasporti.
Oltre a questa disinformazione, al limite naturalmente delle fake news
e senza contraddittorio su questo tema, assistiamo anche ad un crescente
terrorismo mediatico sull'avvento delle reti 5G. Anche al riguardo, abbiamo
ascoltato favole importanti, anche a causa di posizioni assolutamente
discutibili, come quella tenuta dall'ex consulente di Conte, Gunter Pauli, che,
annientando logica e buonsenso, ha messo in correlazione la tecnologia 5G
con la diffusione del Covid-19.
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Vorrei chiedere come si sta organizzando la RAI per fornire una
corretta e trasparente informazione sull'avvento di questa fondamentale e
nuova tecnologia.
FARAONE (IV-PSI). Signor Presidente, come già chiesto in Senato al
Ministro Azzolina - perché è chiaro che non è compito soltanto della RAI,
ma anche del Ministero - vorrei sapere come intendono utilizzare la TV
pubblica al meglio sul tema della scuola e in particolare sulla didattica, visto
che la scuola riaprirà a settembre, ma l'emergenza Coronavirus imporrà una
condizione di svolgimento dell'attività didattica non ordinaria che andrà oltre
quel mese, perché probabilmente ci sarà un problema di limitazione delle
presenze in classe. Credo quindi che bisognerebbe realizzare un piano più
strutturale fra canali RAI: la TV è l'unico strumento di comunicazione al
cento per cento democratico che esiste in questo Paese, molto più della
possibilità data dai collegamenti alle connessioni, che sappiamo essere
impossibili in tante parti del Paese. Utilizzare al meglio questo strumento
democratico per garantire una didattica democratica e diffusa credo sia
assolutamente indispensabile.
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Stiamo perdendo tempo, signor Presidente. La RAI e il Ministero
cominciano a parlarsi e a realizzare programmi che vanno in questa direzione
soltanto ora, mentre la Spagna, ad esempio, appena esplosa l'emergenza
Coronavirus, aveva già programmato cinque ore per cinque giorni
settimanali di iniziative legate alla didattica con coordinamento di TV
pubblica e Ministero. Credo sia necessario evitare transitorietà e
provvisorietà, perché l'intervento della TV pubblica sul tema della didattica
è indispensabile ora e per i prossimi mesi e non è una cosa che dobbiamo
organizzare una tantum, perché tanto l'emergenza sta finendo: dobbiamo
strutturare l'intervento.
Sulla questione che riguarda invece i temi posti su TG e sulla
conferenza stampa del presidente Conte, sono molto d'accordo con
l'intervento fatto dalla senatrice Fedeli: al di là dell'aspetto di chi ha avuto e
ha più tempo e chi meno nei TG, continuo a vedere una TV pubblica molto
caratterizzata dal Governo che ha fatto le nomine all'inizio, per cui c'è una
grande polarizzazione su due forze politiche, mentre tutto il resto è
abbastanza schiacciato. Da questo punto di vista, abbiamo necessità invece
di costruire un riequilibrio, però la cosa che a me interessa di più - al di là di
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chi ha più spazio e chi meno - è capire come si fa a modificare una condizione
che non condividiamo.
Ad esempio, ho visto con quale prontezza la RAI è stata in grado di
riequilibrare una conferenza stampa del Presidente del Consiglio nella quale
era stato valutato si fosse occupato uno spazio politico che non si doveva:
con un'efficienza incredibile, ho visto un riequilibrio; non sto lì neanche a
contare i minuti del riequilibrio, ma ho visto una prontezza di reazione
incredibile e straordinaria. Dopodiché, invece, per tante altre segnalazioni,
per tanti altri input che arrivano su riequilibri indispensabili e necessari,
insomma in altre occasioni la RAI risulta assolutamente un muro di gomma.
Pertanto vorrei capire, in modo che ci diamo tutti un metodo, da chi è
venuto l'input per la reazione alla conferenza stampa del Presidente del
Consiglio e chi lo ha poi praticato, materialmente, una volta che è stato messo
in campo. Chi ha chiamato i direttori dei TG e ha detto loro di far parlare
Salvini e Meloni, perché Conte era intervenuto e aveva parlato male di loro,
e chi ha stabilito anche i tempi? Magari così chiamo pure io queste persone
e chiedo loro di capire, visto che siamo totalmente scomparsi dai TG, con il
TG1 e il TG3 veramente imbarazzanti. Datemi questo numero di telefono,
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così li chiamo pure io e magari ottengo un minimo di equilibrio, rispetto alla
nostra presenza all'interno dei TG.
Concludendo, signor Presidente, non avevo mai visto - e ciò si ripete
continuamente - un TG come il TG1, che dovrebbe essere in assoluto il più
solido tra i telegiornali delle reti pubbliche italiane, che fa un servizio in cui
si avalla lo stereotipo del quartiere di periferia napoletano, che è uguale alla
camorra e in cui la Polizia di Stato non è mai la benvenuta. Si tratta di un
servizio di telegiornale, che non mi è stato raccontato, ma che ho visto con i
miei occhi e che mi ha veramente impressionato. Se il TG1 fa servizi di
questo genere, in cui si avallano i peggiori stereotipi presenti nella nostra
società, credo che anche la qualità del servizio pubblico, da un punto di vista
culturale, venga molto messa in discussione e io tengo invece alla qualità dei
nostri TG e della programmazione RAI.
PRESIDENTE. Grazie, senatore Faraone. (Commenti del senatore Airola).
Non è il momento di entrare in questa polemica: semmai lo potremo fare
nella seconda fase.
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DE PETRIS (Misto-LeU). Invero il senatore Faraone ha già espresso molte
delle questioni di cui avrei voluto parlare.
Il deputato Fornaro e io ci potremmo anche "dare fuoco" per avere il
riequilibrio del pluralismo: anche noi vorremmo sapere, prima o poi, come
si fa questo riequilibrio, perché onestamente ci sfugge e non riusciamo a
comprenderlo.
Sulla questione della scuola, bene, ma dobbiamo prepararci al fatto
che probabilmente, alla ripresa, si dovrà dare un supporto per aiutare a
recuperare tutto il tempo perso quindi il servizio pubblico, secondo me,
dovrà in qualche modo implementare l'offerta.
In secondo luogo, l'amministratore delegato, dottor Salini, ha parlato
di un sostegno al mondo dello spettacolo in un momento di difficoltà, visto
che, insieme a quello del turismo, è uno dei settori messi più a dura prova. Il
presidente Barachini ricorderà che avevamo chiesto uno sforzo da parte della
RAI per sostenere le produzioni minori e indipendenti, anche musicali e non
solo cinematografiche, perché oggi versano in una situazione davvero molto
difficile. Ciò non solo per spirito di solidarietà, ma perché credo che
diventerebbe anche un filone molto importante dal punto di vista culturale.
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Penso al settore della musica: oltre alla musica grande e importante,
dobbiamo ricordare che in questo momento le produzioni minori non hanno
più veramente alcun tipo di sbocco.
Per quel che riguarda le fake news, ognuno si potrebbe lamentare di
qualcosa. Purtroppo, sono girate delle fake news, ed è stato dato spazio a tutti
i virologi che hanno comunicato tutte le tesi possibili e immaginabili. Questo
purtroppo ha costituito un altro problema che purtroppo continua, lo devo
dire. Non ho l'abitudine di sollecitare il riequilibrio della nostra presenza in
televisione, ma sono dovuta intervenire, ad esempio presso il TG3, perché,
addirittura ventiquattro ore dopo le dichiarazioni dell'Organizzazione
mondiale della sanità, hanno cominciato a diffondere la notizia che cani e
gatti trasmettono il Covid, con tutto quello che ciò comporta: altro che
discussione sugli allevamenti intensivi! Quindi, questa è la parte più delicata,
che continuo a vedere ancora non adeguatamente affrontata. Ognuno ha
scelto infatti il proprio virologo personale e lo manda in onda. Uno dice una
cosa, uno ne dice un'altra e questo, francamente, è un aspetto su cui a mio
avviso bisogna riflettere. Poi sappiamo che la scienza è terreno di ricerca e
quindi è chiaro che non esiste una verità, ma si presentano tante ipotesi.
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Bisogna però stare attenti, perché non si può avere una versione diversa su
ogni canale, ciascuno con un virologo personale; questo, secondo me, è
molto pericoloso nella comunicazione con i cittadini.
VERDUCCI (PD). Signor Presidente, prima che al dottor Salini, mi rivolgo
- richiamando le parole della senatrice Fedeli e del senatore Faraone - al
dottor Foa, che ha introdotto questa audizione e che ha rivendicato la
chiusura del caso sollevato dal presidente Barachini, a proposito della
conferenza stampa del presidente Conte. Voglio a tal proposito sottolineare
che l'articolo 33 del Testo unico della radiotelevisione prescrive alla
concessionaria del servizio pubblico, in caso di urgente necessità, di
trasmettere immediatamente le comunicazioni del Presidente del Consiglio
dei ministri. Ebbene, il fatto che il dottor Foa abbia rivendicato una chiusura
al di fuori da qualunque regola legata al pluralismo, con una forzatura
evidente, conferma la nostra convinzione che non sia in alcun modo un
presidente di garanzia.
Chiedo poi al dottor Salini cosa pensa delle dichiarazioni, rese
pubbliche a mezzo stampa e reiterate, dei membri del consiglio
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d'amministrazione Borioni e Laganà, secondo cui c'è una gestione
discrezionale e non trasparente in RAI. A questa Commissione di garanzia
interessa sapere cosa sta avvenendo e se tale denuncia è vera e dunque lo
vorrei sapere dal dottor Salini.
Mi avvio a concludere dicendo che oggi il quotidiano «la Repubblica»
ha citato i dati di "Barometro", secondo cui ci sono quasi 6 milioni di persone
in più che vedono la televisione, ma la gran parte di essi guarda le televisioni
commerciali, Mediaset in particolare, e non la RAI. Come si spiega questo?
Forse, al netto delle cose che ha elencato, ciò fa il paio con il fatto che la RAI
in realtà non ha un pensiero forte per affrontare la rivoluzione che
l'emergenza richiama.
Ci sono tanti precari in RAI: occorre fare qualcosa per i lavoratori
saltuari, i cui programmi sono sospesi, e avere certezza sul ristabilimento dei
tempi di quella procedura di selezione per i collaboratori, che si era avviata
a febbraio e che è stata sospesa.
FLATI (M5S) Desidero innanzitutto ringraziare il presidente Foa e
l'amministratore delegato Salini, per questa audizione.
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Parto direttamente con le domande, ovviamente in relazione alla
lettera in cui è stato chiesto il riequilibrio, a fronte della conferenza stampa
del presidente Conte. In particolare, vorrei chiedere all'amministratore
delegato Salini qual è stato l'iter che ha portato i direttori delle testate a
conoscere i contenuti di quella lettera e quindi a prendere poi le decisioni che
sono state prese, oppure qual è stato l'iter che ha portato a quelle decisioni.
Faccio poi un'altra richiesta ad entrambi, ovviamente con
un'attenzione particolare per il presidente Foa, in quanto garante delle azioni
che vengono fatte in RAI, perché a noi risulta che la lettera inviata avesse un
contenuto abbastanza generico; infatti, non ci sono riferimenti puntuali a
leggi né a regolamenti. Si fa riferimento al pluralismo chiedendo la
riparazione, e di fatto ci si va a sostituire all'AGCOM, che peraltro agisce
all'interno di un perimetro completamente diverso da quello della
Commissione di vigilanza. Mi chiedo, quindi, come sia possibile che non
siano state fatte specifiche verifiche al riguardo per capire se effettivamente
tale richiesta poteva essere portata avanti.
Aggiungo altri elementi perché in effetti i dati delle televisioni, i dati
di parola ci fanno capire che un riequilibrio è quasi necessario, ma in senso
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esattamente opposto; non si capisce, quindi, quale sia la necessità
istituzionale della richiesta arrivata alla RAI. Peraltro, la lettera è stata
inviata senza averla condivisa con la Commissione di vigilanza, neanche con
l'Ufficio di Presidenza, ma su carta intestata della Commissione stessa,
quindi, anche in questo caso, non è un elemento che poteva far sorgere
qualche dubbio? Inoltre vorrei chiedere se erano state richieste …
PRESIDENTE. Scusate, non lo faccio mai, però desidero chiarire che la carta
intestata è quella della Presidenza, altrimenti si dicono delle inesattezze …
(Commenti).
FLATI (M5S). Può anche essere della Presidenza della Commissione di
vigilanza, ma è pur sempre la Presidenza della vigilanza.
PRESIDENTE. Assolutamente no. Sono due carte intestate diverse: quella
della Commissione di vigilanza e quella del Presidente della Commissione
di vigilanza.
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FLATI (M5S) Ma fa sempre riferimento alla Commissione di vigilanza. Il
problema è questo. (Commenti).
PRESIDENTE. Su mandato mio, come Presidente... Questo è un altro
discorso.
FLATI (M5S) Allora, intanto calmiamoci; non è una cosa molto carina.
PRESIDENTE. Per favore, colleghi…
FLATI (M5S). Possiamo discutere quanto vogliamo di questa cosa ma il
punto resta.
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, siamo in audizione con il Presidente della
RAI e con l'Amministratore delegato. La lettera comunque è in distribuzione
quindi potete verificare l'intestazione.
Prego, onorevole Flati.
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FLATI (M5S). Ringrazio il Presidente per questa precisazione certamente
importante; tuttavia, il punto resta poiché, comunque sia, la lettera è
riconducibile alla Commissione di vigilanza, quindi, potrebbe essere stata
questa la causa della confusione. Lo chiedo perché ovviamente non posso
sapere quello che è avvenuto.
Vorrei anche chiedere se, in allegato alla lettera, sono arrivate richieste
formali o ufficiali delle persone che si sono ritenute lese perché, in teoria, il
diritto di replica è personale quindi andrebbe richiesto direttamente dalla
persona che ne ha bisogno o che pensa di averne bisogno e non per interposta
persona. Chiedo altresì se la richiesta di chi si è sentito leso è arrivata in
maniera diversa dalle vie formali e, come mai, a fronte di tutti questi elementi
abbastanza inusuali, non si è pensato di fare specifiche verifiche. Ripeto: la
lettera non è stata concordata con la Commissione di vigilanza. (Vivaci
commenti). Colleghi, non esiste alcuna comunicazione che abbia avvisato,
né prima né dopo l'invio della lettera. Non se n'è parlato perché non è stato
convocato un Ufficio di Presidenza per parlare della lettera. Capisco che
questa informazione dia fastidio perché magari la verità punge un po', ma mi
spiace doverla dire. (Commenti).
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PRESIDENTE. Colleghi, facciamo concludere l'onorevole Flati, per favore.
FLATI (M5S) Ancora, restando in tema di trasparenza, sempre che anche
questo non dia fastidio, abbiamo appreso dalle agenzie di stampa che alcuni
membri del consiglio di amministrazione non hanno ricevuto la lettera;
ebbene, vorrei chiedere se è stata mandata, se ne sono stati informati tutti i
membri del consiglio di amministrazione oppure, come è capitato a noi,
purtroppo, se è stata una cosa tenuta nascosta e a conoscenza di poche
persone.
GIORDANO (M5S). Riallacciandomi a quanto detto dalla collegata Flati -
ho sentito anche altri colleghi pronunciarsi al riguardo - mi piacerebbe
sapere, se è possibile, come sono stati calcolati i tempi di replica dei leader
dell'opposizione: nello specifico, tre minuti a testa, ripetuti in diverse
edizioni del TG, per un totale di dodici minuti. Lo chiedo in considerazione
del fatto che il tempo che il presidente del Consiglio Conte ha dedicato per
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rispondere alle accuse dei leader dell'opposizione è pari solo a pochi secondi.
Ho concluso.
DI LAURO (M5S). Gentile presidente Foa, lo scorso 13 aprile, il quotidiano
«la Repubblica» riferisce di una telefonata fra Salvini e Foa - cito «per
risarcire i sovranisti in RAI». Le chiedo di voler chiarire nel merito e se
ritiene di aver ricevuto pressioni da parte del senatore Salvini.
Prima un collega della Lega, se non erro, ha avanzato una richiesta di
riequilibrio per quanto riguarda le comunicazioni in RAI su inquinamento e
agricoltura. Immagino si riferisse a una recente puntata di "Report". In tal
senso voglio ribadire un concetto. Secondo l'ISPRA, l'Istituto superiore per
la protezione e la ricerca ambientale - quindi, non stiamo parlando delle
chiacchiere al bar - occorre considerare non solo il particolato primario ma
anche quello secondario. Secondo l'OMS l'inquinamento legato al PM10 è
responsabile del 7 per cento - il 7 per cento era riferito a un altro dato, forse
il collega si è confuso - di tutte le morti per causa naturale. La principale
fonte di particolato secondario è l'allevamento intensivo, quindi non
genericamente l'agricoltura. Stiamo parlando di un settore preciso
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responsabile per il 50 per cento dell'inquinamento totale di un anno.
L'industria (e l'inquinamento legato ai veicoli privati) viene dopo.
DI NICOLA (M5S). Signor Presidente, mi lasci esprimere sommessamente
l'indignazione, da ex giornalista, per le elencazioni che sono state fatte delle
varie trasmissioni che non piacciono al centro-destra (cito "Report", i servizi
del TG1). Noto una certa allergia alla libera informazione, anche quando
arriva, finalmente, dal servizio pubblico. (Vivaci commenti). Quello che …
RICCIARDI (M5S). Però Presidente li richiami! Ma basta! (Commenti del
senatore Bergesio).
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, ascoltiamo l'intervento del senatore Di
Nicola con il rispetto che abbiamo portato a tutti gli altri interventi.
Prego, senatore Di Nicola.
DI NICOLA (M5S). Quello che noi vogliamo capire è che cosa sia successo
in RAI dopo l'arrivo della lettera del presidente Barachini. È importante
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capire come voi in RAI, dottor Salini e dottor Foa, l'avete intesa. È
estremamente importante, perché per noi quella è una lettera personale, che
non ha visto il minimo coinvolgimento della Commissione. E questo è un
fatto importante, per le conseguenze che ha avuto, visto che ha impattato
sulla linea editoriale informativa del servizio pubblico.
Leggendola, infatti, si vede come il presidente Barachini alla fine
solleciti, con una certa imperiosità, a garantire "un proporzionato diritto di
replica ai leader dell'opposizione citati dal premier". A parte il fatto che,
secondo i buoni usi della libera informazione, a chiedere una replica
dovrebbero essere gli interessati, rivolgendosi direttamente ai direttori della
testata, qui, invece, per un presunto diritto di replica, interviene il Presidente
della Commissione di vigilanza.
Per le modalità utilizzate, come hanno fatto notare anche specialisti
del settore, tranquillamente possiamo classificare questo intervento come
l'usuale intervento di un esponente politico sul servizio pubblico. Quello che
ne è seguito è, purtroppo, un autentico corto circuito informativo con il quale,
per gli spazi concessi ai … (Commenti fuori microfono).
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Signor Presidente, lei deve essere di garanzia, perché abbiamo assistito
per tutta la sera al baccano del centro-destra!
PRESIDENTE. Senatore De Nicola, stanno disturbando tutti in questo
momento, non solo gli esponenti del centro-destra. Allora, io come faccio a
farvi stare in silenzio? Lo dico anche a lei, senatore Airola.
AIROLA (M5S). Usi la stessa autorità con cui ha scritto la lettera!
PRESIDENTE. Senatore, vuol dire che le scriverò una lettera personale
privata. (Applausi della senatrice Garnero Santanchè).
DI NICOLA (M5S). Quello che ne è seguito è, purtroppo, un autentico corto
circuito informativo con il quale, per gli spazi concessi ai leader interessati
e le loro modalità, si sono traditi i principi basilari della libera informazione
e dell'autonomia editoriale del servizio pubblico. Non sfugge, infatti, il
dettaglio, soprattutto a chi in quest'aula viene dal giornalismo, che spetta al
direttore della testata che ha trasmesso il messaggio di Conte e agli altri
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direttori decidere le modalità e gli spazi con i quali dare conto alle reazioni
del mondo politico al messaggio del premier.
Questo sarebbe stato corretto giornalismo e lei, presidente Foa,
avrebbe dovuto respingere al mittente la richiesta impropria che le è arrivata
dal Presidente della vigilanza; consideri questa anche come una domanda.
Invece, noto che, con aria anche compiaciuta, nell'intervista che lei ha
concesso all'Adnkronos, ha messo un timbro notarile sull'intera operazione
quando ha detto: "mi sembra che il caso sia risolto. È normale che, se il
Presidente del Consiglio cita criticamente in TV esponenti politici
nell'ambito di una conferenza stampa istituzionale, costoro abbiano la
possibilità di replicare. La RAI non entra nel merito ma si sforza di garantire
con equilibrio il pluralismo".
Altro che pluralismo, presidente Foa! Lei avrebbe dovuto difendere
l'autonomia della RAI, lasciando ai giornalisti la libertà di decidere come
collocare le reazioni e le repliche dei politici coinvolti. Vedo, invece, che ha
preferito farsi garante e notaio di una vera débâcle informativa. È questo che
dovrebbe fare un Presidente di garanzia? Io, presidente Foa, l'ho votata e mi
è capitato anche di difendere in qualche caso il suo operato. Ricorderà, però,
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che le dissi che l'avrei giudicata sulla base del suo operato e qui mi assumo
la responsabilità di farlo, anche per un'altra ragione.
Mi riferisco al servizio, che è stato citato, di Stefania Battistini da
Alzano Lombardo, trasmesso dal TG1. In esso si faceva luce sulle
responsabilità del diffondersi del Coronavirus attraverso l'intervista a un
primario con il volto coperto; attenzione: coperto, ma non anonimo, perché
la persona era perfettamente identificabile, come lei presidente Foa dovrebbe
sapere se ha svolto un'istruttoria all'interno della RAI. (Commenti del
senatore Gasparri e dell'onorevole Ruggieri).
La giornalista aveva chiamato anche i responsabili e le controparti
politiche, invitandoli a una replica per poterle inserire nel servizio e quelle
persone hanno detto che non volevano commentare. La cosa incredibile è
che, di fronte a un servizio ben fatto, vero, con i personaggi indicati pronti
ad andare anche dal magistrato davanti agli attacchi politici, il Presidente di
garanzia della RAI non ha ritenuto di difendere l'operato dei suoi dipendenti,
giornalista e direttore. Invece, si è dissociato, sempre nella intervista
all'Adnkronos, facendo una dotta lezione sulle fonti anonime.
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GASPARRI (FIBP-UDC). È anonima. È anonima! Bugiardo!
DI NICOLA (M5S). Lei sa benissimo che quella fonte non è anonima.
Allora, siccome anche questo fa parte della degenerazione informativa e del
corto circuito scatenato da quella lettera, io torno a chiedere quello che anche
gli altri colleghi hanno chiesto: che cosa è successo esattamente in RAI dopo
l'arrivo di quella lettera? Voi avete considerato quella lettera come una lettera
personale del Presidente di questa Commissione o come una lettera
dell'intera Commissione?
RICCIARDI (M5S). Dottor Salini, lo scorso 20 marzo il consiglio di
amministrazione della RAI ha esaminato le implicazioni del protrarsi della
crisi del Coronavirus sul piano industriale e ha concluso che, purtroppo, la
tempistica prevista non poteva essere rispettata, decidendo, all'unanimità, di
rinviare l'implementazione del piano industriale, delle direzioni per generi e
anche del budget 2020. Le chiedo, in previsione della fase 2, di conoscere
con quale modalità e quali tempistiche intendiate realizzare il piano
industriale.
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SALINI. Signor Presidente, innanzitutto, ringrazio la Commissione. Le
domande sono molte e cercherò di rispondere a tutto. Vado in ordine
cronologico e, quindi, partirò dall'onorevole Fornaro. La prima valutazione
è che quello che la RAI ha messo in campo in questo periodo non è una
rivisitazione del palinsesto. Considero questo come un merito da attribuire a
tutti i lavoratori della RAI: noi abbiamo messo in campo produzioni
originali, soprattutto per quanto riguarda, come elencavo prima, il fronte
dell'educazione, della scuola e della cultura.
Gran parte di queste produzioni sono produzioni originali e, in un
momento che tutti conosciamo e che, è inutile starlo a sottolineare, è
particolarmente difficile, anche dal punto di vista delle modalità operative
delle produzioni, questo è un aspetto di cui va dato merito alla RAI.
Per quanto riguarda il piano industriale, io non lo considererei un
reperto archeologico: anzi, tutt'altro. Io mi ricollego anche ad altre
osservazioni che sono state fatte sul piano, che, necessariamente, per alcuni
suoi aspetti strutturali ha subito un rallentamento; un rallentamento che,
comunque, non ha coinvolto, ad esempio, la creazione e la strutturazione
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della direzione documentari, così come non ha fermato l'avvio e anche la
conclusione del job posting per quanto riguarda la direzione dei nuovi
formati.
Per quanto riguarda sempre il piano industriale, ci tengo
particolarmente a sottolineare che in esso viene evidenziata e, anzi, ricercata
la valorizzazione di tutte le professionalità all'interno della RAI. Uno degli
obiettivi del piano è infatti proprio quello di arrivare ad un completo impiego
di risorse lavorative e alla valorizzazione delle risorse umane.
Quanto alla questione delle interrogazioni, c'è assolutamente il pieno
rispetto del Parlamento. Se su qualche interrogazione siamo stati
particolarmente "superficiali" - riprendo l'espressione che mi pare sia stata
utilizzata - ne prendiamo atto e cercheremo di non ripetere gli errori che
abbiamo fatto.
(Presidenza del vice presidente Di Nicola).
(Segue SALINI). Venendo alle questioni poste dall'onorevole Mollicone,
non c'è alcun rapporto organico tra la task force del Governo sulle fake news
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e quella della RAI. La task force della RAI sulle fake news svolge
sostanzialmente un'attività di validazione scientifica e di controllo delle
notizie relative al Coronavirus, ma non c'è alcuna relazione strutturale od
organica con quella governativa.
Quanto invece alle partite IVA, il nostro obiettivo è ovviamente quello
di riprendere il prima possibile gran parte delle produzioni che coinvolgono
anche lavoratori autonomi a partita IVA, in maniera tale da ridare un
sostegno pratico ed effettivo a tutti quei lavoratori che in questo momento
soffrono la mancanza di lavoro per il fermo delle produzioni e dei
programmi.
L'onorevole Mollicone ha chiesto poi se il piano industriale sia da
ridefinire. Direi di sì, in parte.
(Presidenza del presidente Barachini).
(Segue SALINI). Ricollegandomi ad altri interventi che sono stati fatti,
sicuramente il periodo drammatico che stiamo vivendo ci ha aperto delle
finestre, che non voglio chiamare di opportunità, anche se probabilmente si
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pone il tema di una rimodulazione e di una ridefinizione, in particolare per
quanto riguarda tutto il settore della scuola, dell'educazione e della didattica.
Mi collego a quanto sottolineato dalla senatrice Fedeli, ma anche dal
senatore Gasparri e da molti di voi: sicuramente il tema della scuola e della
didattica su canali broadcast e non digitali è di assoluto rilievo. In effetti,
mentre la televisione broadcast arriva ovunque, sappiamo benissimo che c'è
la questione del digital divide. La dotazione di strumenti come tablet,
smartphone o televisioni con app non raggiunge l'intera popolazione, anzi,
ci sono intere fasce scoperte: l'unico mezzo in grado di arrivare a tutti è
quello televisivo "tradizionale". Da questo punto di vista la RAI dà tutta la
disponibilità che ovviamente questo tema impone, anche ai fini di
un'interlocuzione con le istituzioni, di una collaborazione, di un piano e di
un progetto da attuare il prima possibile.
Tornando al tema dell'impegno della RAI per quanto riguarda il settore
scolastico e culturale, che è stato valutato in maniera diversa, credo che le
tantissime iniziative messe in campo debbano rappresentare sicuramente uno
stimolo a fare ancora di più e meglio. Sono iniziative che la RAI ha attivato
con rapidità e velocità: non dobbiamo giustificarci, anzi, dobbiamo
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assolutamente essere orgogliosi di tutto quello che abbiamo fatto, per come
lo abbiamo fatto e per i tempi di attuazione di tutte le iniziative in campo.
Quanto alle domande della senatrice Garnero Santanchè, come ho già
detto, non c'è un rapporto organico tra la struttura per le fake news della RAI
e quella governativa.
Per quanto riguarda, invece, l'iter che ha portato al cosiddetto diritto
di replica a seguito della conferenza stampa del presidente del Consiglio
Conte, ho inoltrato la lettera che ho ricevuto dal presidente Barachini ai due
direttori che avevano trasmesso la conferenza stampa - ovvero al direttore
Carboni del TG1 e al direttore Di Bella di RAI News - i quali, nella loro
autonomia, hanno valutato quali potevano essere gli interventi dell'onorevole
Meloni e del senatore Salvini all'interno delle loro testate. Sono stati quindi
i due direttori i destinatari della lettera del presidente Barachini, da me
appunto girata nella mattinata di sabato 11 aprile.
Si è parlato poi di rendere strutturale la presenza e l'offerta sulla scuola
da parte della RAI: sul punto penso di aver in parte risposto. In ogni caso,
ripeto, credo anch'io che sia un compito quasi ineludibile. Da questo punto
di vista forse anche una ridefinizione di alcune parti del contratto di servizio
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potrebbe aiutare e accelerare l'impegno e la disponibilità della RAI con
riguardo ai settori della scuola, dell'educazione e culturale.
Quanto poi al tema del cosiddetto giusto contratto, in realtà non si è
fermato. Noi prevediamo, anzi speriamo, di attuare già una buona parte dei
contratti previsti dall'accordo e di regolarizzare risorse giornalistiche a
partire dal prossimo mese di giugno, proseguendo poi dal mese di settembre.
Stiamo procedendo proprio in questi giorni alla valutazione di tutta una serie
di iniziative per accelerare e rimettere in moto un processo che si è fermato
ormai un mese e mezzo fa. Siamo comunque fiduciosi e, come ho detto,
crediamo di portare a compimento il percorso per giugno e per settembre.
Per quanto riguarda la valorizzazione delle risorse - credo di averne
già parlato - è un obiettivo che si pone anche il piano industriale.
Con riferimento al perimetro delle conferenze stampa della Presidenza
del Consiglio, abbiamo stabilito e deciso, come credo che sia anche giusto e
naturale, che quelle istituzionali debbano essere trasmesse dalla testata
principale.
Per quanto riguarda poi lo stravolgimento dei palinsesti, in realtà
abbiamo cercato, seppure nell'incertezza dell'orario di inizio delle
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conferenze, tranne probabilmente in un caso, di non stravolgere tutti gli
eventi e la programmazione non solo sul canale RAI Uno, ed anche tentato
di evitare sovrapposizioni su altri canali. Nel caso dell'ultima conferenza del
presidente Conte abbiamo trasmesso, a cura della testata di RAI Uno,
solamente le dichiarazioni del presidente Conte, mentre le domande da parte
della stampa, visto che si approssimava l'orario d'inizio del TG1, sono state
mandate in onda solamente su RAI Uno.
Sulla questione della didattica credo di aver già risposto.
Per riguarda la cosiddetta intervista anonima, che però anonima non è,
perché la testata - in questo caso il TG1- ha verificato non solo la fonte, ma
per quanto mi risulta ha anche chiesto repliche di tale fonte alle persone che
erano state coinvolte nell'intervista, credo che non sia stato solamente il TG1
a ricorrere a interviste cosiddette blerate o "anonime", ma che anonime non
sono.
GASPARRI (FIBP-UDC). Come si chiama? Io non lo so. Ci sta prendendo
in giro. Cos'è che è anonimo. Non può dire il falso; io non mi faccio prendere
in giro!
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PRESIDENTE. Per favore, senatore Gasparri, faccia concludere
l'amministratore delegato Salini. (Commenti del senatore Airola).
Allora, l'Amministratore delegato ha sostenuto che la testata del TG1
fosse a conoscenza della persona che intervistava e ne ha protetto l'identità
per ragioni giornalistiche e giudiziarie. Questa mi pare l'interpretazione delle
parole dell'Amministratore delegato. Per favore, facciamo continuare il
dottor Salini.
SALINI. Abbiamo ricevuto anche una lettera da parte del governatore della
Toscana, Enrico Rossi, e il direttore del TG2 Sangiuliano ha inviato la sua
risposta anche al Presidente e vice Presidente di questa Commissione.
Per quanto riguarda le nomine del centro di produzione di Napoli,
dopo un interim affidato al direttore della produzione Cecatto per parecchi
mesi, abbiamo ritenuto, in virtù del fatto che questo è un periodo
particolarmente complesso anche per quanto riguarda i nostri centri di
produzione, di addivenire alla nomina di un nuovo direttore.
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Per quanto riguarda RAI Play proprio in questi giorni ne abbiamo
definito la struttura organizzativa.
Rispetto a come intendiamo la didattica, credo che debba partire - lo
ribadisco - un serio e accelerato confronto con il Ministero e con le istituzioni
per quanto riguarda tutte le azioni da mettere in campo non nel prossimo
futuro, ma già da domani, perché il tempo a disposizione è assolutamente
ridotto. Quindi siamo sicuramente disponibilissimi e convinti che vada
avviata un'iniziativa strutturale per quanto riguarda la scuola, sicuramente
non transitoria ma stabile, perché questo è uno degli insegnamenti che il
momento attuale ci ha portato.
Onestamente non ho visto il servizio su Napoli del TG1, ma mi riservo
di farlo.
Per quanto concerne il sostegno allo spettacolo, sicuramente la RAI
non deve far mancare - l'ho ribadito a più riprese - il sostegno a tutta la filiera
dell'industria dell'audiovisivo e, in particolar modo, a coloro che soffrono di
più, che sono le produzioni più piccole, quelle che si trovano più scoperte e
disarmate ad affrontare questo momento. C'è l'impegno della RAI ed è un
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impegno che però - anche questo credo di averlo sottolineato più volte - va
condiviso e sostenuto istituzionalmente.
In risposta all'onorevole Verducci su cosa penso delle dichiarazioni di
Borioni circa una gestione non trasparente della RAI, onestamente la ritengo
una sottolineatura molto determinata e non credo che in RAI ci sia una
gestione poco trasparente. Questo però afferisce alle valutazioni e alle
considerazioni di ognuno. Per quanto mi riguarda non credo di gestire
l'azienda in maniera poco trasparente.
Per quanto riguarda gli ascolti, innanzitutto la RAI non li ha persi,
anche e soprattutto nel periodo preso in considerazione. Insomma i nostri
dati divergono da quelli che oggi abbiamo letto pubblicati sul quotidiano «la
Repubblica», ma siamo ovviamente disponibili a un confronto. Vorrei anche
sottolineare che l'impegno della RAI (perché si parla sempre di ascolti, ma
si deve parlare anche di offerta) è stato quello di discostarsi - giustamente e
lo rivendichiamo - dall'offerta tradizionale, quindi dando più spazio alla
cultura, al teatro e ai film d'autore. Credo che questo non debba essere però
valutato con il metro degli ascolti, altrimenti le due cose forse male
coinciderebbero. Ci piacerebbe anzi, in prospettiva, far coincidere le due
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cose ed è uno degli obiettivi del servizio pubblico, ma dobbiamo sicuramente
mettere in evidenza questo aspetto. Gli ascolti - ripeto - non sono così
penalizzanti per quanto riguarda l'offerta RAI in questo periodo.
Come sono venuti a conoscenza i direttori della lettera? Sono stato io
a inoltrare la lettera ai direttori Carboni e Di Bella, in quanto erano coloro
che avevano trasmesso la conferenza stampa del Presidente del Consiglio.
Non mi è arrivata alcuna richiesta da parte di leader di partito o leader
politici.
Il piano industriale non si è fermato; come abbiamo stabilito tramite
voto nel consiglio d'amministrazione, il piano industriale è slittato, per
evidenti ragioni, a gennaio 2021, ma non è assolutamente nostra intenzione
fermarlo né accantonarlo.
Se dovessi aver dimenticato di rispondere a qualche domanda,
rimango a disposizione.
PRESIDENTE. Cedo ora la parola al presidente Foa per rispondere alle
domande che gli sono state rivolte.
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FOA. Signor Presidente, cerco di rispondere in maniera esaustiva seguendo
l'ordine cronologico. Innanzitutto, l'onorevole Fornaro aveva formulato una
domanda riguardo l'European broadcasting union (EBU). La presenza della
RAI nell'EBU è molto intensa e qualificata a più livelli. Io sono membro del
consiglio d'amministrazione dell'EBU, che è uno dei principali servizi
pubblici europei. Lo spirito di collaborazione in questa sede è eccellente e
molto costruttivo. La RAI in sede EBU viene considerata un partner
fondamentale e, devo dire, molto stimato: godiamo di una reputazione molto
buona, cui peraltro contribuisce attivamente tutto lo staff della RAI, che è
coinvolto nei vari tavoli di lavoro, sia come presenza nelle commissioni, in
particolare con la direzione delle relazioni internazionali, sia nei vari reparti,
con le news, l'informazione, i settori tecnologici. Sono tanti i cantieri
nell'ambito dell'EBU e la RAI viene considerata uno dei pilastri, sempre con
molto rispetto e stima.
In merito alle prospettive future, fino a ieri in ambito EBU ci
interrogavamo soprattutto sulla risposta ai cosiddetti Over The Top e sul
modo di tenere il contatto con le generazioni più giovani. Da questa crisi
emerge, come prima riflessione a caldo (pochi giorni fa ho redatto un board
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in proposito, ma credo di non svelare nessun segreto), il fatto che c'è una
riflessione condivisa sul ruolo del servizio pubblico nell'ambito delle diverse
opinioni pubbliche europee, con un giudizio unanime di valorizzazione della
nostra funzione, a supporto del dibattito democratico e delle nostre istituzioni
democratiche, in occasione di crisi inaspettate e violente nei loro effetti,
come quella legata al coronavirus. La nostra impressione a livello europeo è
che il servizio pubblico sia indispensabile e sia un pilastro di una
informazione libera e responsabile in ogni Paese.
Devo, poi, correggere le dichiarazioni della senatrice Fedeli. Io non ho
dichiarato su un giornale di aver avuto un'interlocuzione pubblica con un
leader dell'opposizione: non è così, non l'ho mai detto. Invece, come ha
ricordato l'onorevole Carmen Di Lauro, un quotidiano ha scritto che io avrei
ricevuto pressioni in una telefonata con l'onorevole senatore Salvini. Ebbene,
la cosa non risponde al vero. Praticamente ogni giorno escono sui giornali
notizie relative alla RAI: sono più gossip non verificati che vere notizie.
Segnalo che quella presunta notizia è stata pubblicata senza neanche
chiederci una verifica o la mia versione; ho valutato poi che la smentita non
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avrebbe ottenuto altro risultato (questo insegna l'esperienza e lo dico
naturalmente da giornalista) che raddoppiare la falsa informazione.
Mi sono imposto fin dall'inizio del mandato, anche per rispetto al mio
ruolo istituzionale, di non inseguire il gossip mediatico, per cui non ho alcuna
difficoltà a smentire, come ho già detto, che mi abbia telefonato il senatore
Salvini facendo pressioni per ottenere spazio dopo l'intervento del Presidente
del Consiglio. Peraltro non ho alcuna difficoltà a smentirle - così mi permetto
di correggere un'altra affermazione della senatrice Fedeli - che io avrei
assunto l'iniziativa di offrire ai due leader della destra 12 minuti di spazio in
voce nelle principali edizioni del TG di sabato: questo non corrisponde al
vero. Come ha già chiarito l'Amministratore delegato, non ho mai ammesso
di averlo fatto. Questa è una frase che mi è stata attribuita, ma che non ho
mai pronunciato.
Riguardo alla condivisione della lettera del senatore Barachini con gli
altri membri del consiglio di amministrazione, su cui mi aveva posto una
domanda l'onorevole Flati, osservo che la governance della RAI è
disciplinata dalla legge e dallo statuto, che affida compiti ben distinti al
presidente, al consigliere e all'amministratore delegato; i consiglieri agiscono
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collegialmente, esercitando funzioni di gestione strategica e controllo in sede
di consiglio di amministrazione, alla presenza del collegio sindacale e del
magistrato delegato dalla Corte dei conti. L'attività collegiale non si
antepone, né si sostituisce all'attività gestionale dell'amministratore delegato,
poiché diversamente vi sarebbe una cogestione di fasi decisionali, che non è
contemplata nella lettera e neppure nella ratio della legge.
Aggiungo che già dalle precedenti settimane era fissata in calendario
una nuova riunione del consiglio d'amministrazione, che si svolgerà
effettivamente dopodomani, il 23 aprile. In quella sede, come è giusto che
sia, i consiglieri potranno ottenere qualunque chiarimento e infatti questo
argomento è all'ordine del giorno della prossima seduta del consiglio di
amministrazione.
Riguardo alle conferenze stampa del presidente del Consiglio Conte,
non ho rivendicato nessuna chiusura. Osservo, riallacciandomi a quanto già
ricordato dall'Amministratore delegato, che la RAI ha coperto in modo
responsabile e, visti questi frangenti, doveroso le conferenze stampa
istituzionali del Presidente del Consiglio. L'Amministratore delegato
giustamente si è interrogato, di volta in volta, sulla collocazione più adeguata
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nei nostri spazi informativi e nelle sue competenze. Infatti io non ho mai
negato che la RAI debba applicare l'articolo 33 del testo unico dei servizi di
media audiovisivi e radiofonici (TUSMAR) e ribadisco che lo spazio
istituzionale è sempre stato dato in modo coerente con la nostra missione di
servizio pubblico.
Per quanto riguarda i servizi generali dei telegiornali, la mia
raccomandazione, in quanto presidente, è quella di operare sempre con
equilibrio, oggettività, serietà e soprattutto - un aspetto che mi sta molto a
cuore - avendo il coraggio di correggere gli errori quando si commettono.
Questo è un punto molto importante, che non mi stanco di sottolineare anche
in sede di EBU, trovando conforto nei nostri colleghi europei. L'esperienza
insegna, a livello redazionale e accademico e a livello europeo, che le testate
che hanno il coraggio di riconoscere, con trasparenza e con la giusta
evidenza, gli errori che commettono, guadagnano credibilità e autorevolezza
presso il pubblico. Questo è il modo migliore per combattere qualunque
forma di fake news, perché nel fluire delle notizie il pubblico tende ad
affidarsi alle testate che riconosce come le più intellettualmente oneste.
Pertanto lo sforzo ideale che prodigo in tal senso, anche come presidente
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della RAI, è di far sì che le testate della RAI vengano riconosciute per la loro
autorevolezza, per la loro completezza di informazione, per la loro onestà
intellettuale e dunque per la capacità anche di correggersi quando, in buona
fede naturalmente, commettono degli errori.
Mi permetto di correggere il senatore Di Nicola. Nella mia intervista
all'Adnkronos, a proposito dell'intervista con voce mascherata fatta ad
Alzano, su espressa domanda ho dichiarato che «è fondamentale che sia data
la possibilità alle parti in causa di rispondere in tempo reale ad accuse mosse
oltretutto da fonti anonime, affinché l’informazione sia oggettiva, equilibrata
e verificabile». Io credo che questo sia un punto fondamentale del servizio
pubblico, che peraltro è anche echeggiato in diversi interventi da parte
nostra. In quell'intervista all'agenzia Adnkronos ho aggiunto una
constatazione non solo da presidente della RAI, ma anche da studioso e
docente di temi legati all'attività giornalistica. Mi sono limitato a dire, dopo
aver premesso e ribadito l'autonomia editoriale dei direttori di testata, che le
interviste anonime sono una tecnica in uso nel giornalismo di inchiesta. Non
ho espresso né critiche alla giornalista né tantomeno censure, ma ho aggiunto
solo una riflessione, cioè che, proprio per le polemiche che ingenera, la
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tecnica delle interviste mascherate viene usata molto più raramente in un
grande telegiornale nazionale, che per sua natura ha delle responsabilità in
più e una maggiore attenzione alla regola del contraddittorio. Si tratta invece
di una tecnica che viene usata spesso nel giornalismo di inchiesta e di
approfondimento. Non mi pare di aver dato informazioni contrarie al mio
mandato, anzi rivendico il mio ruolo di garante del pluralismo e della
correttezza dell'informazione, oltre che dell'indipendenza dei giornalisti
della RAI - sottolineo di tutti i giornalisti della RAI - nell'esercizio del loro
diritto-dovere di informare gli italiani in modo responsabile e coscienzioso.
Dunque ho solo ribadito la necessità di avere sempre una possibilità di
contraddittorio, principio che considero fondamentale per il servizio
pubblico. Tra l’altro, ho accennato a una constatazione sull'uso di queste
tecniche, come normale che avvenga nell'ambito di una riflessione
costruttiva e di buonsenso all'interno della RAI.
Mi sembra di aver risposto ai punti salienti e mi scuso se ho
dimenticato qualche domanda.
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PRESIDENTE. Presidente Foa, le chiedevano anche se aveva in qualche
modo interloquito con i direttori di testata sui tempi. C'era inoltre una
domanda sui criteri utilizzati e le veniva chiesto di fornire la sua
ricostruzione della dinamica che ha portato al riequilibrio contestato e ai
tempi concessi ai leader dell'opposizione.
FOA. Io non ho avuto nessun tipo di interlocuzione con i direttori di testata,
dal momento che non spetta a me parlare di questi argomenti con i direttori
di testata. Come è normale che sia, ci siamo confrontati su una riflessione di
principio con l'Amministratore delegato, concordando che la RAI dovesse
affrontare la questione con equilibrio e oggettività, senza entrare nel merito
della contesa politica, ma nel rispetto dei principi del pluralismo, come
previsto dal contratto di servizio, e naturalmente dell'autonomia editoriale
dei direttori di testata, come ha evidenziato l'Amministratore delegato.
Queste sono questioni normalissime in simili circostanze; non c'è stato da
parte mia nessun tipo di intervento per la rivendicazione di spazi o di
minutaggi.
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PRESIDENTE. Ringrazio l'amministratore delegato Salini e il presidente
Foa e dichiaro conclusa la procedura informativa.
I lavori terminano alle ore 23,10.