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Senato della Repubblica Camera dei deputati Giunte e Commissioni XVII LEGISLATURA RESOCONTO STENOGRAFICO n. 7 COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA sul sistema bancario e finanziario AUDIZIONE DI ESPONENTI DI ASSOCIAZIONI DEI RISPARMIATORI DI VENETO BANCA E BANCA POPOLARE DI VICENZA 8ª seduta: martedı ` 31 ottobre 2017 Presidenza del Presidente CASINI TIPOGRAFIA DEL SENATO

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Senato della Repubblica Camera dei deputati

Giunte e Commissioni XVII LEGISLATURA

RESOCONTO STENOGRAFICO n. 7

COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTAsul sistema bancario e finanziario

AUDIZIONE DI ESPONENTI DI ASSOCIAZIONI DEI

RISPARMIATORI DI VENETO BANCA E BANCA POPOLARE

DI VICENZA

8ª seduta: martedı 31 ottobre 2017

Presidenza del Presidente CASINI

TIPOGRAFIA DEL SENATO

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

I N D I C E

Audizione di esponenti di associazioni dei risparmiatori diVeneto Banca e Banca Popolare di Vicenza

PRESIDENTE, CASINI (AP-CpE-NCD), se-natore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Pag. 4, 8, 17 e passimGIROTTO (M5S), senatore . . . . . . . . . . . . . 27ZANETTI (SC-ALA CLP-MAIE), deputato . . 27DEL BARBA (PD), senatore . . . . . . . . . . . 28, 37PAGLIA (SI-SEL-POS), deputato . . . . . . . . 28TANCREDI (AP-CpE-NCD), deputato . . . . . 29, 30DAL MORO (PD), senatore . . . . . . . . . . . . 30VILLAROSA (M5S), deputato . . . . . . . . . . 31, 49MOLINARI (Misto-IdV), senatore . . . . . . . . 32BRUNETTA (FI-PdL), deputato . . . . . . . . . 32, 35RUOCCO (M5S), deputato . . . . . . . . . . . . . 33DE PIN (GAL (DI, GS, PpI, RI), senatore . . 33MARINO Mauro Maria (PD), senatore . . . . 35TOSATO (LN-Aut), senatore . . . . . . . . . . . . 35D’ALI

` (FI-PdL XVII), senatore . . . . . . . . . . 36SIBILIA (M5S), deputato . . . . . . . . . . . . . .36, 37, 38MELONI (FdI-AN), deputato . . . . . . . . . . . 38BELLOT (Misto-Fare!), senatore . . . . . . . . 40GIANNINI (PD), senatore . . . . . . . . . . . . . 41

ARMAN . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Pag. 5, 42CALVETTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8, 17GUIDOTTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10BERTORELLI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11MIATELLO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18, 47BETTIOL . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19, 41BELLO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20CAVALCANTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22, 48BELLUCO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24, 48ZAGGIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26

N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari del Senato della Repubblica: ALA-Scelta Civica per la CostituenteLiberale e Popolare: ALA-SCCLP; Alternativa Popolare-Centristi per l’Europa-NCD: AP-CpE-NCD; Articolo1 – Movimento democratico e progressista: Art.1-MDP; Federazione della Liberta (Idea-Popolo e Liberta,PLI): FL (Id-PL, PLI); Forza Italia-Il Popolo della Liberta XVII Legislatura: FI-PdL XVII; Grandi Autonomiee Liberta (Direzione Italia, Grande Sud, M.P.L. – Movimento politico Libertas, Riscossa Italia: GAL (DI, GS,MPL, RI); Lega Nord e Autonomie: LN-Aut; Movimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per leAutonomie (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE: Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE; Misto: Misto; Misto-Campo Progressista-Sardegna: Misto-CP-S; Misto-Fare!: Misto-Fare!; Misto-Federazione dei Verdi: Misto-FdV; Misto-Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale: Misto-FdI-AN; Misto-Insieme per l’Italia: Misto-IpI; Misto-Italia dei valori: Misto-Idv; Misto-Liguria Civica: Misto-LC; Misto-Movimento la Puglia in Piu: Misto-MovPugliaPiu; Misto-Movimento X: Misto-MovX; Misto-Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Liberta: Misto-SI-SEL; Misto-UDC: Misto-UDC.

Sigle dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati: Partito Democratico: Pd; Movimento 5 Stelle:M5S; Forza Italia – Il Popolo della Liberta– Berlusconi Presidente: FI-PDL; Articolo 1-MovimentoDemocratico e Progressista: MDP; Alternativa Popolare-Centristi per L’europa-NCD: AP-CPE-NCD; LegaNord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini: LNA; Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Liberta–Possibile: SI-SEL-POS; Scelta Civica-ALA per la costituente liberale e popolare-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE;Democrazia Solidale – Centro Democratico: DES-CD; Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale: FDI-AN; Misto:Misto; Misto-Civici e Innovatori per l’Italia: Misto-CIPI; Misto-Direzione Italia: Mistodi; Misto-MinoranzeLinguistiche: Misto-MIN.LING.; MISTO-UDC-IDEA: Misto-UDC-IDEA; Misto-Alternativa Libera-Tutti Insiemeper l’Italia: Misto-AL-TIPI; Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l’Italia (PLI) – Indipendenti:Misto-PSI-PLI-i; Misto-Fare!-Pri-Liberali: Misto-Fare!-PRIL.

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

I lavori hanno inizio alle ore 13,05.

SULLA PUBBLICITA DEI LAVORI

PRESIDENTE. Comunico che ai sensi dell’articolo 10, comma 3, delRegolamento della Commissione, la pubblicita dei lavori della sedutaodierna sara assicurata anche mediante l’attivazione del sistema audiovi-sivo a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web TV.

Preciso altresı che, in base all’articolo 21, comma 5, del Regolamentointerno, i collaboratori della Commissione possono assistere alle sedute eche la partecipazione degli stessi potra essere limitata in futuro solo in re-lazione ad esigenze logistiche legate alla capienza dell’aula.

Preciso inoltre che attualmente i collaboratori esterni che hanno pre-stato giuramento ai sensi dell’articolo 21 e che sono quindi pienamenteoperativi sono i seguenti: avvocato Dino Crivellari, dottor Andrea Di Ste-fano, dottor Antonio Fanelli, professor Carloalberto Giusti, dottor Vin-cenzo Laudiero, dottoressa Laura Materassi, professor Marco FrancescoMazzu, avvocato Roberto Nigro, dottor Luigi Peluso, dottoressa PaolaTommasi.

Alcuni consulenti, indicati e designati dal nostro Ufficio di Presi-denza, non hanno potuto, voluto o ritenuto opportuno prestare giuramento,firmare i documenti che sono stati loro sottoposti, come vi avevo detto, inquanto o hanno avuto incarichi su indicazione della Banca d’Italia o hannoavuto consulenze con gli istituti di credito oggetto dell’inchiesta.

Comunque, quell’idea di sottoporre una sorta di regole di ingaggiopreventive e stata utile perche chi, anche con grande correttezza, non leha sottoscritte, indicando questi conflitti potenziali di interesse, dovra es-sere sostituito. Pertanto, sia nuove indicazioni che fossero pervenute o chesono pervenute, sia in sostituzione di quelle, il prossimo Ufficio di Presi-denza provvedera alle integrazioni.

SULL’ORDINE DEI LAVORI

AUGELLO (FL (Id-PL, PLI)). Signor Presidente, prima di passarealle audizioni all’ordine del giorno vorrei pregarla di affrontare con laCommissione nell’arco della giornata di oggi – anche dopo le audizioni– il tema della secretazione degli indici. Altrimenti, concludiamo la sedutae rimaniamo con questo problema.

Mi riferisco alla circostanza, che non avevamo previsto, per cui sem-brerebbe che, allo stato, l’intero indice di Banca d’Italia sia secretato. Peri nostri lavori e difficilissimo dover andare a vedere in video l’intero in-

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dice di 4.200 documenti scegliendoli volta per volta. Pertanto, avevo chie-sto al Presidente – che ne parlera quando riterra opportuno – di mettercinelle condizioni di lavorare secretando la sola parte di questi indici riguar-dante la magistratura perche altrimenti il nostro lavoro e veramente mac-chinoso.

PRESIDENTE. Senatore Augello, la proposta di discussione di taleargomento in Commissione e accolta. Anzi, se non avete obiezioni, a con-clusione delle audizioni previste per oggi svolgeremo un Ufficio di Presi-denza in cui affronteremo l’argomento che e stato sottoposto in questomomento alla Commissione.

Se non vi sono osservazioni, cosı resta stabilito.

Audizione di esponenti di associazioni dei risparmiatori di Veneto Banca e Banca Po-polare di Vicenza

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’audizione di alcune asso-ciazioni e comitati di risparmiatori danneggiati dalla crisi di Veneto Bancae di Banca Popolare di Vicenza.

Si precisa che non e stato possibile audire tutte le associazioni e i co-mitati nati a seguito delle crisi dei due istituti creditizi, per problemi dicarattere organizzativo e logistico. Tuttavia alle associazioni richiedentie stato data la facolta di presentare memorie scritte, che saranno messea disposizione di tutti i membri della Commissione.

Apro una parentesi: ricevo decine di lettere di persone singole, nonrappresentative di alcun comitato, che fanno considerazioni, mandano do-cumenti, si propongono come consulenti. Poiche e materialmente impossi-bile trasmettere tutti questi atti ai membri della Commissione, ho stabilitodi depositare questi atti in un indice apposito che sara consultabile daparte di tutti i membri della Commissione, perche davvero non c’e altromodo per procedere.

Ricordo che nelle scorse sedute la Commissione ha audito il procu-ratore della Repubblica di Roma, dottor Pignatone, che ha condotto le in-dagini per Veneto Banca, e il procuratore della Repubblica di Vicenza,dottor Cappelleri, che ha svolto le indagini su Banca Popolare di Vicenza.Da tali audizioni sono emerse ipotesi di reato incentrate, in particolare, sutre fattispecie penali: ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autoritapubbliche di vigilanza, di cui all’articolo 2638 del codice civile; aggiotag-gio, di cui all’articolo 2637 del codice civile, e falso in prospetto di cuiall’articolo 173-bis del Testo unico finanziario (legge n.58 del 1998).

Nell’odierna audizione la Commissione intende acquisire il punto divista delle associazioni dei risparmiatori sugli eventi in questione. La ve-rita che sta emergendo dall’attivita di inchiesta e che la maggior parte deifenomeni di dissesto bancario sono ascrivibili alla cattiva gestione da partedel management bancario, alle politiche inadeguate adottate per l’eroga-zione del credito e alle pratiche commerciali non corrette poste in essere

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per il reperimento della provvista. In taluni casi sono emersi comporta-menti in violazione di qualsiasi canone di correttezza, tanto piu gravi inquanto rivolti nei confronti di piccoli risparmiatori, che non avevano imezzi tecnici e le conoscenze specifiche necessari per difendersi dagli il-leciti perpetrati a loro danno.

La Commissione intende approfondire tali profili, secondo quantoprevisto dalla legge istitutiva, in un percorso che dovra consentire di farluce su tali episodi gravissimi e di individuare le responsabilita. Non epossibile invece – lo dico in particolare agli auditi della seduta odierna– per la Commissione esaminare disegni di legge atti a prospettare even-tuali interventi normativi a beneficio dei danneggiati, atteso che tali pro-cedure legislative sono estranee all’ambito di operativita dell’inchiestaparlamentare e potranno invece essere svolte dalle Commissioni perma-nenti competenti (nel caso di specie, le Commissioni finanze) dei duerami del Parlamento.

Lo dico a beneficio di chi abbiamo invitato questa mattina: se voiavete considerazioni in merito da fare, fatele pure liberamente, perchequi non siamo in una gabbia burocratica. Abbiamo, pero, anche il doveredi spiegarvi quelle che sono le nostre competenze, i nostri limiti e le no-stre possibilita operative.

Invito, pertanto, i presenti ad illustrare alla Commissione tutti gli ele-menti in loro possesso rispetto alle vicende relative alle due predette ban-che venete, atteso che il vostro punto di vista appare prezioso per il rag-giungimento degli obiettivi dell’inchiesta parlamentare.

Ai fini di un ordinato svolgimento dei lavori, proporrei di dividere gliinterventi in due sessioni: una dedicata agli interventi su Veneto Banca, el’altra agli interventi su Banca Popolare di Vicenza. Invito pertanto i pre-senti ad organizzare i loro interventi sulla base di questo criterio.

Sono presenti, e saluto a nome della Commissione, rappresentantidell’Associazione ex azionisti Veneto Banca-Coordinamento Don Torta,della Casa del Consumatore, e dell’Associazione azionisti associati BancaPopolare di Vicenza.

Do ora la parola all’avvocato Andrea Arman, in rappresentanza del-l’Associazione azionisti associati Banca Popolare di Vicenza.

ARMAN. Signor Presidente, onorevoli commissari, buongiorno. SonoAndrea Arman, presidente del Coordinamento associazioni banche popo-lari venete. Ringrazio per l’opportunita che date a noi risparmiatori – fi-nalmente, aggiungo – di poter esporre anche il nostro punto di vista. Fi-nalmente, perche probabilmente se ci fossimo incontrati prima con espo-nenti del Governo, del Parlamento, delle banche, la sorte delle banchenon sarebbe stata quella che conosciamo, ovverosia la liquidazione.

Ci preme sottolineare come Coordinamento che in piu occasioni ab-biamo offerto al Governo, nella persona del sottosegretario Baretta, la col-laborazione dei risparmiatori con la finalita di intervenire sia attraverso ilmantenimento del rapporto di clientela, sia attraverso un eventuale au-mento di capitale che fosse regolato da metodologie piu trasparenti ri-

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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spetto a quello lanciato con il fondo Atlante per sostenere le banche, e maiabbiamo avuto risposta.

Detto questo, ma senza polemica, perche il Governo ovviamente enell’autorita di fare le scelte che piu ritiene opportune, faccio presenteche fin dal settembre 2016 il Coordinamento ha lanciato una campagnadi raccolta firme per chiedere una Commissione parlamentare d’inchiestache fosse monotematica, solo sui problemi delle due banche popolari ve-nete: abbiamo raccolto circa 35.000 firme. Nella scarna documentazioneche le daro, signor Presidente, ci sara anche un modulo dal quale riusciraa vedere qual e il quesito che volevamo sottoporre ai membri della Com-missione, affinche fosse fatta luce su questa vicenda.

I temi che stanno a cuore ai risparmiatori ovviamente sono abba-stanza venali, ma non solo e non tanto, perche uno di essi attiene ad unargomento che dovrebbe interessarci tutti come membri organici di questacollettivita: una questione di giustizia. Noi, come risparmiatori, oltre allarestituzione di quanto riteniamo ci sia stato sottratto ingiustamente vor-remmo avere anche giustizia, ovverosia sapere cosa e successo all’internodi queste banche.

Nella vicenda delle banche si sono verificati fatti per noi veramenteinspiegabili; noi, che ne eravamo i proprietari quando erano ancora societacooperative, quindi prima della trasformazione imposta dal decreto e dallalegge Renzi (tanto per essere sbrigativi nell’indicazione), dopo la trasfor-mazione, senza alcuna spiegazione circa la situazione di bilancio al di ladelle evidenze contabili pubblicate, siamo stati estromessi, senza alcuncontatto ne con la parte politica ne con la parte bancaria. Infatti, tra tuttele controparti che il mondo della politica e quello delle banche hanno in-contrato fino ad oggi, non ultimi i rappresentanti dei sindacati, gli unici adessere stati sempre esclusi sono stati i rappresentanti dei risparmiatori.

Ho di fronte a me l’onorevole Zanetti, che oggettivamente ci ha in-contrato, a nostra richiesta, qui a Roma molto tempo fa – nel dicembre2015, quando era Sottosegretario – ma mai e stato costituito un tavoloo un momento di incontro nel quale i risparmiatori potessero esporre leloro ragioni, ne sono stati forniti chiarimenti circa la vera situazione dellebanche.

Quindi la domanda, che puo sembrare banale, ma a nostro avviso nonlo e, e molto semplice e se per voi fosse possibile darci una risposta ve nesaremmo enormemente grati: dove sono andati i soldi dei risparmiatori ve-neti?

Noi passiamo attraverso un ragionamento che puo essere anche ba-nale (siamo tutti piccoli e medi risparmiatori): i soldi non si perdono,non vanno lungo il fiume, ma passano di tasca in tasca. Vorremmo quindicapire chi sono i grandi debitori delle banche. Dagli organi di stampa ab-biamo appreso come essi rappresentino da soli il 30-40 per cento dell’in-tero ammontare del debito delle banche; vorremmo sapere chi sono questigrandi debitori ed in particolare chi sono coloro che non hanno restituito isoldi alle banche e che poi ci hanno posto in questa condizione.

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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Riteniamo anche – e concludo, per lasciare la parola ai colleghi – chein questa vicenda le responsabilita siano molteplici. La nostra e una valu-tazione data sulla scorta di un’esperienza personale, delle sensazioni e de-gli atti giudiziari che abbiamo avuto occasione di consultare. Ovviamentevi e una responsabilita, come accennato anche dal Presidente, che fa capoagli amministratori fino al 2015 (quindi i vecchi amministratori), che oggisono chiamati e saranno chiamati sul banco degli imputati per i fatti con-testati di cui prima il Presidente ha fatto menzione. Ma riteniamo che visia una responsabilita anche da parte degli organi di controllo privati epubblici. Per «privati», intendo le societa di controllo che hanno certifi-cato i bilanci; per «pubblici», sia chiaro che faccio riferimento a Bancad’Italia e CONSOB. Tutta questa vicenda, infatti, come abbiamo avutola possibilita di vedere dagli atti giudiziari fino ad oggi a disposizione, na-sce da lontano e probabilmente un intervento piu tempestivo e piu chiaroavrebbe quanto meno ridotto i danni.

Tengo a sottolineare che noi risparmiatori, fin dal primo momento,abbiamo fatto presente che la nostra non era una posizione isterica difronte ad una situazione di crisi, volta ad ottenere il cento per cento delnostro patrimonio. Siamo ben consci che vi sono momenti nella societa,nell’economia, nella vita, in cui i flussi si alternano; quindi eravamo di-sposti anche a perdere, ma non eravamo disposti a perdere tutto e ad es-sere estromessi, senza alcun tipo di giustificazione o di collegamento,dalla vita di quelle banche, che sono state la spina dorsale dell’economiadel nostro territorio.

Nel mio caso di specie, sono detentore di un patrimonio all’interno diqueste banche tramandato di generazione in generazione. I miei genitori ei miei nonni erano socialisti: noi abbiamo partecipato alla vita delle ban-che popolari come risparmio, abbiamo investito in queste banche e i mieivecchi hanno venduto i terreni per poter essere attivi nel rilancio del ter-ritorio veneto. Queste banche hanno rappresentato moltissimo ed ora, conun colpo di spugna, sono state cancellate.

Vi e quindi anche una responsabilita, a nostro avviso, politica, proba-bilmente per non aver fatto le scelte giuste al momento giusto. Abbiamoletto tutti – immagino – la presa di posizione del presidente dell’Associa-zione delle banche popolari che in qualche maniera attribuisce una forteresponsabilita alle scelte politiche per la tempistica con la quale e statadata esecuzione alla trasformazione delle popolari in societa per azioni.Sono questioni che io rimetto alla vostra valutazione. Noi abbiamo questaintuizione, questa sensazione, che se la questione fosse stata gestita diver-samente avrebbe avuto un esito differente.

Anche se so che gli argomenti che vado ora brevemente a esporrenon fanno parte del vostro mandato, faccio solo presente che nel 2015le azioni delle banche, ad esempio della Banca Popolare di Vicenza, eranosopra i 20 euro e quelle di Veneto Banca erano sopra i 17 euro (bilancio2015). Al 30 giugno 2016, dopo l’aumento di capitale del fondo Atlante,tutti i coefficienti richiesti dalla normativa internazionale per esercitarel’attivita bancaria erano ampiamente coperti dalle due banche e queste

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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ne avevano dato diffusione con documento interno vidimato da CONSOB(poi le daro la documentazione, signor Presidente).

Allora, per noi, al di la del fatto che l’aumento di capitale sia statofatto alla cifra irrisoria di 0,10 centesimi ad azione, a fronte di una cifradi partenza media di 50 euro sulle due banche, risulta davvero difficile ca-pire come sia possibile che una gestione di salvataggio che parte con ban-che in difficolta invece di sanarle le porti alla distruzione. Riteniamo,quindi, che vi sia anche una responsabilita negli amministratori che sisono succeduti nella fase di salvataggio delle banche. Perche se e vero,come deve essere vero, quanto affermato dagli ispettori di Banca d’Italia,cioe che all’interno delle banche ante 2015 vi fossero delle remunerazionidegli amministratori non conformi all’attivita svolta e ad una legge diequita, tale contestazione deve essere mossa anche ai nuovi amministra-tori, non per ultimo l’amministratore di Banca Popolare di Vicenza Iorio,il quale nella gestione della banca ha lucrato circa 5 milioni di euroquando i risparmiatori sono stati privati di ogni somma.

Signor Presidente, onorevoli commissari, concludo il mio intervento elascio la parola all’avvocato Calvetti, che e un nostro collaboratore all’in-terno del Coordinamento ed assiste migliaia di risparmiatori. Egli ha pre-disposto un riassunto puntuale e preciso di quello che e emerso in sedegiudiziaria fino ad ora. Speriamo vi possa essere utile. Interverra poi ilcollega Guidotto per un’integrazione sul punto. Vi ringrazio.

CALVETTI. Signor Presidente, sono l’avvocato Calvetti e rappresentocirca 6.000 risparmiatori. In primo luogo, vorrei consegnare agli Ufficiuna relazione contenente circa seicento documenti raccolti.

PRESIDENTE. Chiedo ai nostri collaboratori di acquisire la docu-mentazione.

CALVETTI. Questi seicento documenti allegati sono la prova scienti-fica che si e trattato di un’associazione per delinquere finalizzata allatruffa, nel senso che non c’e nessuno che sia escluso dalle responsabilita,a partire degli organi di vigilanza: mi riferisco sia a quelli piu vicini, allasocieta di revisione, ai sindaci e agli amministratori, sia soprattutto allaBanca d’Italia e alla CONSOB. Sarebbe bastato – ma evidentementenon vi era questa volonta – verificare l’andamento, dal 2007 in avanti,del sistema azionario bancario. Nessuno dimentichera la perdita del 91per cento del valore delle azioni di Unicredit, del 50 per cento di BancaIntesa, del 70 per cento di Cassa di Risparmio di Genova e cosı via. Ledue banche venete, invece, in piena contraddizione con il mercato, cresce-vano in maniera esponenziale, giungendo addirittura nel 2015 al 40 percento di aumento di valore, con interventi di CONSOB e Banca d’Italiache evidenziavano e punivano gli amministratori per la mancata traspa-renza sulla valutazione delle azioni.

A fronte di questo disastro complessivo a livello bancario, VenetoBanca, ad esempio, che nel 2007 aveva 22.000 azionisti, dopo 7 anni e

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passata a 88.000. Qualcuno avrebbe potuto porsi il problema; qualcunoavrebbe potuto verificare che il capitale sociale delle due banche era fattodel capitale stesso delle banche attraverso le operazioni di finanziamentoper l’acquisto di azioni. Nessuno ha fatto questo. Sarebbe stato banalis-simo verificarlo per una societa di revisione come Price Waterhouse oKPMG; il problema e che la collusione era tale da rendere impossibilelo svolgimento di questa attivita. D’altra parte, Price Waterhouse e lastessa societa che revisiona la Banca d’Italia; quest’ultima e formata dallebanche; e quindi il cerchio si chiude rapidissimamente.

Non voglio portarvi via altro tempo, anche perche so che siamo intanti a dover intervenire. Solo due piccoli esempi, un po’ tecnici, mache chiariscono l’andazzo di cio che e avvenuto negli ultimi anni. Nel2014, a seguito dell’ispezione della Banca d’Italia comunicata alla procuradella Repubblica di Treviso e alla CONSOB, e stato dato avvio ugual-mente ad un aumento di capitale che ha portato nelle casse della VenetoBanca, rapinando i risparmiatori, ben 500 milioni; per la Banca Popolaredi Vicenza si e trattato di piu di un miliardo. Tutti erano perfettamente aconoscenza dell’ispezione, ma nessuno ha sospeso questa attivita crimi-nosa. Pertanto, semplicemente, tutti sono responsabili in concorso. Forsesono piu di due o tre le persone fisiche, quindi e inevitabile che ci siail reato associativo.

Questo e un piccolo esempio. Ma ce n’e un altro che, se non fosseincredibile e vero, sembrerebbe veramente impossibile: si tratta dell’ope-razione di aumento di capitale attraverso le obbligazioni convertibili.Chiunque di voi sa che il trasferimento da obbligazione ad azione eraun diritto che spettava esclusivamente all’azionista. Ebbene, con unanota infinitesimale inserita nel prospetto informativo si e stabilita la clau-sola reverse convertible, che ha cosı permesso alla banca di convertireessa stessa le obbligazioni in azioni, sapendo perfettamente che quelle ob-bligazioni non avrebbero mai avuto alcun valore, pulendo completamenteil proprio bilancio dal debito obbligazionario. Questo quando la BCE e in-tervenuta con lo stress test verificando che non c’erano i parametri. Solo aquel punto la Banca d’Italia ha imposto la conversione delle obbligazioniin azioni. Se ricordate, in quel momento le due banche sono uscite inmodo perfetto dallo stress test.

Questi sono solo due esempi delle malversazioni avvenute e del de-pauperamento della banca. Il presidente del Coordinamento delle associa-zioni, l’avvocato Arman, chiede dove siano finiti questi soldi, perche pas-sano di tasca in tasca. Sicuramente e cosı, ma e ancor piu incredibile comeun controllo totalmente mancato degli organi di vigilanza abbia determi-nato la perdita definitiva del capitale, portando a zero il valore del capitalee giungendo addirittura, con un decreto-legge da colpo di Stato, a stabilireuna differenziazione di trattamento tra creditori, creando creditori di serieA e creditori di serie B, applicando il bail in al 50 per cento, cioe soltantoa parte dei creditori (agli obbligazionisti subordinati e agli azionisti), la-sciando andare le banche creditrici delle due banche per 9 miliardi e la-sciandole transitare verso il cessionario Banca Intesa.

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Io credo che siano talmente macroscopiche le responsabilita in con-corso tra tutti che questa Commissione non potra che arrivare ad una de-cisione unanime: che lo Stato in questo momento ha assolutamente biso-gno di un cambio di marcia.

Da ultimo, vi dico che, avendo 6.000 azionisti che quotidianamente oquasi sono costretto a sentire, ritengo che non manchi molto al momentoin cui la pace sociale finira.

GUIDOTTO. Signor Presidente, onorevoli commissari, sono l’avvo-cato Guidotto e anch’io rappresento un’associazione di soci di banche po-polari per entrambe le banche. Mi riallaccio a quanto dichiarato dai mieicolleghi e in particolar modo, senza ripetere quanto gia detto da chi mi hapreceduto, al fatto che anch’io ogni giorno ho dei clienti che mi vengonoa chiedere cosa fare e che ancora non hanno ben compreso lo stato del-l’arte di queste due banche che ad oggi sono messe in liquidazione coatta,ma che di fatto sono fallite.

Dal nostro punto di vista di legali, abbiamo provato in tutti i modi afar emergere la verita processuale dal punto di vista civilistico, e adessocercheremo di farlo anche dal punto di vista penale. Chiedo a voi di for-nire quelle risposte che la liquidazione coatta di queste banche ad ogginon ci ha dato. Spettera a voi fare chiarezza su dove siano finiti i soldie chi siano i responsabili. A mio avviso, ma penso ad avviso di tutti, elapalissiano il fatto che c’e stata una vera e propria associazione a delin-quere in cui tutti erano coinvolti, in primis gli organi di vertice con l’a-vallo delle varie e note societa di revisione e – ahime – di vari esponentidegli organi di controllo, e in secondo luogo da tutti gli altri soggetti chenella filiera del rapporto cliente-banca si sono interessati al problema.

Non e possibile che un soggetto, ad esempio un pensionato-risparmia-tore, ad un tratto, attraverso questo meccanismo anomalo e un po’ quasiinverosimile, diventi un vero e proprio azionista. Parliamo ad esempiodi un pensionato che ha investito i pochi risparmi e la sua pensione in pro-dotti bancari che la banca, attraverso il dirigente o l’impiegato (che magarie il suo vicino di casa), gli propinava come sicuri e tranquilli, facendoglifirmare dei MiFID palesemente alterati, o comunque dei documenti cheobbligavano a comprare obbligazioni convertibili, con delle clausole ri-spetto alle quali anche il sottoscritto, che e un tecnico della materia, avevadifficolta a comprenderne la legittimita.

Spettera a voi capire come abbiano fatto questi soggetti, da semplicirisparmiatori che hanno investito e che negli anni, come hanno dichiaratoanche gli altri miei colleghi, hanno fatto crescere anche dal punto di vistasociale e non solo economico queste banche sul territorio, a diventareazionisti; e come hanno fatto questi risparmiatori a vedere sfumati, in po-chi mesi o in pochi anni, i risparmi accumulati in una lunga vita di sacri-fici e di stenti.

Cio soprattutto perche – come avrete poi modo di notare, signor Pre-sidente, onorevoli deputati e senatori – dal punto di vista giuridico vi sonostate delle operazioni illegittime sin dalla base, quelle che tecnicamente si

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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chiamano operazioni «baciate», per cui numerosi soggetti sono stati finan-ziati per acquistare azioni che a monte, come ormai e diventato palesedalle cronache, non valevano praticamente niente, erano carta straccia.La banca, quindi, ha finanziato questi poveri risparmiatori affinche inve-stissero nella banca stessa, in queste azioni, e oggi queste persone si tro-vano con un pugno di mosche in mano e sono costrette a rimborsare ilfinanziamento stesso ad un soggetto terzo (Banca Intesa in questo caso)per non andare in protesto e per non avere comunque altre conseguenzeper il finanziamento fatto a suo tempo per l’acquisto di quelle azioniche oggi sono sostanzialmente carta straccia.

In conclusione, invito la Commissione a dare quelle risposte checome legali cerchiamo ancora di avere dalla magistratura e dalla giustizia,per capire come mai sia potuto accadere tutto questo e quali siano effet-tivamente le responsabilita di tutti i soggetti che hanno partecipato.

BERTORELLI. Illustre Presidente, egregi Vice Presidenti, signori de-putati e senatori, sono Elena Bertorelli, delegata nazionale di Casa delConsumatore, associazione nazionale di consumatori iscritta al Consiglionazionale dei consumatori e degli utenti (CNCU).

Da circa due anni sono in prima linea, insieme naturalmente ai nostricollaboratori, per tutelare i risparmiatori di Banca Popolare di Vicenza. Ilpunto che cerchero di chiarire e che si tratta effettivamente di risparmia-tori. Di recente ho ascoltato l’intervento di un membro di questa Commis-sione che, parlando in televisione, ha paragonato i risparmiatori delle ban-che popolari venete agli azionisti di Monte dei Paschi di Siena. Mi per-metto di precisare che non e proprio cosı, perche MPS era comunqueuna banca quotata in borsa: le persone che acquistavano azioni erano as-solutamente consapevoli di acquistare titoli e quindi capitale di rischio.Cosı non e stato invece per le popolari venete, in particolare per BancaPopolare di Vicenza, che e una banca a statuto cooperativo con fine mu-tualistico e quindi rientra sicuramente nella tutela prevista dall’articolo 45della Costituzione, oltre che dall’articolo 47 che tutela e incoraggia il ri-sparmio.

Cerchero dunque di dare delle informazioni soprattutto sul fatto chele persone che noi tuteliamo (quasi 2.000) sono dei risparmiatori. Parlonaturalmente delle persone che ho avuto modo di conoscere e con le qualiho avuto modo di parlare personalmente, perche faccio anche front office,per cui le accolgo e ascolto le loro storie. Si tratta di persone che hannosostanzialmente accantonato i loro risparmi – frutto di lavoro, di sacrifici,del trattamento di fine rapporto, di piccole assicurazioni per infortuni sullavoro e di piccole eredita – in misura molto consistente nelle quote diBanca Popolare di Vicenza. Il target e quello di operai, di dipendenti,di piccoli artigiani, ma parliamo anche di molti pensionati. Loro acconto-navano; e a dimostrazione di come non si trattasse di speculatori c’e ilfatto che erano clienti ventennali, trentennali, quarantennali, di Banca Po-polare di Vicenza. Come si fa infatti ad immaginare che una persona chesia azionista e abbia una competenza e una preparazione in materia tenga

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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nel proprio portafoglio quote di una banca cooperativa, poi trasformate inazioni, per tutti questi anni? E improponibile.

Vi chiederete allora perche questi signori abbiano messo tutte questequote – con medie molto elevate di risparmi, valutando naturalmente iltarget delle persone – nelle filiali e nella Banca Popolare di Vicenza: eaccaduto perche venivano continuamente rassicurati dai dipendenti dellabanca.

Nella memoria, che lascero poi agli atti insieme ad altri documentiche ritengo utili per la Commissione, ho inserito dei virgolettati. Ho fattouna riunione per conoscere espressamente le frasi che venivano utilizzatedai dipendenti per convincere le persone a consegnare i loro risparmi. Lefrasi sono le seguenti: «E come metterli in cassaforte». «E come metterlinei titoli di Stato». «Sono soldi sicuri, perche sono quote di banca a sta-tuto cooperativo». «Sono soldi sicuri, perche la banca non e quotata».«Sono soldi sicuri, del resto li ha lı da molti anni». «Sono i soldi per lavostra vecchiaia». «Non dovete vendere le quote, altrimenti poi cosafate? Conviene che facciate un finanziamento, invece di chiedere la liqui-dazione delle quote, perche sono sicure». «E il posto piu sicuro dove met-tere i tuoi soldi: li puoi riprendere in qualsiasi momento». «E il risparmiopiu sicuro che puoi fare». «Le azioni non sono quotate in borsa, per cui sı,non sono variazioni, ma si tratta di un’operazione interna» e cosı via. Na-turalmente i virgolettati sono riferiti a persone disponibili ad essere sentitedalla Commissione.

Oltre a queste rassicurazioni sulla tipologia del prodotto e quindi sulfatto che si trattava di quote sicure, paragonabili addirittura a titoli diStato, perenni erano le rassicurazioni sulla piena liquidita del titolo: fre-quenti erano infatti le domande dei risparmiatori che volevano essere ras-sicurati sul fatto che, se avessero avuto bisogno, questi denari sarebberostati restituiti, visto che le percentuali di impegno erano molto elevate. Ri-porto le risposte dei dipendenti, anche in questo caso virgolettate, date apersone sempre disponibili a venire a testimoniare: «Stai tranquillo, ecome se fossero qua nel cassetto», facendo il gesto di aprire e chiudereil cassetto della scrivania. «Tu vieni, li chiedi e io te li restituisco». «Esufficiente che li chiedi con 10 giorni di preavviso e noi te li ridiamo».«Scherzi? Nessun problema, basta che vieni in banca e li chiedi». «Nonci sono problemi: e sufficiente che ci compili un modulo e noi te li resti-tuiamo». «Sono soldi sicuri, perche sono della Banca Popolare di Vicenza:se ti serviranno, non farai altro che chiederli e la banca stessa te li ridara».«Non si preoccupi, dorma tranquillo, non sono azioni quotate in borsa e,quando ne chiede il rimborso, tempo qualche giorno, i soldi sono sul suoconto corrente». «I vostri soldi con noi sono al sicuro come in una botte diferro e, nel momento del bisogno, nel giro di tre o al massimo di quattrosettimane, li riavrete» e cosı via. Questi sono campioni di affermazioniche venivano fatte in varie filiali, perche naturalmente noi seguiamo variefiliali del Veneto e di altre Regioni.

Ribadisco che il target medio delle banche popolari, per le posizionida noi ascoltate, e costituito da operai, dipendenti, pensionati e piccoli ar-

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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tigiani, con una preparazione in materia economico-finanziaria assente ominima. Sottolineo, inoltre, che il 90 per cento delle persone da noi ascol-tate non sapeva neanche che cosa fosse un questionario MiFID (Markets

in Financial Instruments Directive); lo dovevamo spiegare noi e anchequesto e un indicatore prezioso per capire qual e il target.

In occasione di una riunione sulle varie comunicazioni effettuate daidipendenti delle filiali, abbiamo riscontrato che erano sostanzialmenteomogenee: anche se dette in modi diversi, le comunicazioni erano omoge-nee dal punto di vista sostanziale in due punti essenziali. Innanzi tutto, ilrassicurare i clienti sull’assoluta sicurezza dei loro denari («Sono in mu-

sina, sono in cassaforte, sono certi»); in secondo luogo, il rassicurare iclienti sull’assoluta e pronta liquidita delle quote cooperative («Potete ria-vere i vostri soldi in poco, pochissimo tempo»).

Ricordo che non solo la BCE ma la stessa CONSOB ha inflitto unamulta alla Banca Popolare di Vicenza pari a ben 9,1 milioni di euro (cioeil massimo che si poteva comminare) per aver violato, come si legge inuna nota, le discipline in materia di regole di condotta degli intermediarinei confronti della clientela, di prospetto, di offerta al pubblico e di infor-mazione societaria. Sicuramente appare quindi dal nostro punto di vistaerrata la profilazione MiFID dei risparmiatori da noi ascoltati. Moltissimirisparmiatori sono in possesso di licenza di quinta elementare e terza me-dia: a costoro sono state attribuite classificazioni «C» e «D». Ricordiamoche in Banca Popolare di Vicenza le classificazioni di rischio vanno dalla«A» alla «D», dove «A» e «B» sono profili medio-bassi, mentre «C» e«D» sono profili a rischio elevato e consistente, per cui «D» sarebbe lospeculatore, sostanzialmente chi ha molta preparazione e competenze.Noi ci troviamo, quindi, moltissimi profili di risparmiatori con quinta ele-mentare o terza media ai quali e stato attribuito un MiFID «C» o «D».Molti risparmiatori profilati correttamente con classe «A» e «B» neltempo sono stati pero promossi; ossia, abbiamo assistito ad una evoluzionedel MiFID che, da «A» e «B», e passato a «C» e «D», senza pero chenella vita dei risparmiatori (lo abbiamo chiesto) vi fossero stati corsi diaggiornamento, crediti formativi, lauree o master. Nulla. Abbiamo, quindi,assistito a un’evoluzione del target, invece che al fenomeno contrario. Viavia che i risparmiatori invecchiavano, proprio perche composto da personeabbastanza anziane, il target avrebbe dovuto diminuire, per la tutela deirisparmiatori. Invece, abbiamo assistito al fenomeno contrario.

A molti risparmiatori, profilati correttamente ab origine con classe«A» e «B», nel tempo e stato gonfiato il portafoglio con quote dellaBanca Popolare di Vicenza. Come e possibile tutto questo? E possibileperche un’altra prassi che abbiamo visto essere frequente era quella deidue preordini. Sottolineo che nessuno sapeva cosa fossero i preordini elo abbiamo spiegato noi: questo e il target medio di Casa del Consuma-tore.

Nel primo preordine veniva sottolineata l’inappropriatezza della ope-razione, cioe che non era adeguata al profilo del cliente; un secondo preor-dine, che interveniva a distanza di pochissimi minuti dal precedente, era

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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una sottoscrizione con una chiosa finale in cui si diceva che il risparmia-tore, il cliente, prendeva atto dell’inappropriatezza dell’operazione ma or-dinava comunque che questa venisse compiuta nonostante l’avviso dato.Cio trasformava l’operazione della banca da consulenza prestata a inizia-tiva del privato. Anche questa, secondo me e penso anche secondo l’avvo-cato Calvetti, sara una prassi che potrete valutare e constatare e su cui lamagistratura potra far luce.

Voglio, inoltre, qui ricordare che la profilazione MiFID nasce nel2007 ed e introdotta sostanzialmente per la tutela dei risparmiatori. La ra-tio della normativa MiFID e la tutela del risparmio e dei risparmiatori. Lacosiddetta Markets in Financial Instruments Directive nasce nell’ottica piugenerale di un rafforzamento delle garanzie a tutela dei risparmiatori. Datutto quello che ho detto si deduce che la normativa MiFID, invece di ri-sultare essere un prezioso scudo nelle mani dei risparmiatori, veniva so-stanzialmente strumentalizzata a seconda del prodotto che doveva esserevenduto. Ne veniva, cioe, sostanzialmente tradita la ratio e anche la lineatemporale. Da quello che, infatti, abbiamo capito della MiFID io e i nostriavvocati (poi sono qui presenti bravissimi avvocati che potranno correg-germi) prioritaria era la profilazione del cliente, che doveva essere ese-guita con un questionario posto in maniera seria, ragionata, ponderata echirurgica. Poi, dopo la profilazione, successivamente avrebbe dovuto av-venire l’attribuzione del prodotto. Qui, invece, risulta che la priorita fossel’attribuzione del prodotto e che, eventualmente, se il MiFID non era cor-retto o, comunque, non era congruo, veniva sistemato. Naturalmente pernoi questa e una violazione molto grave, che vi sottoponiamo. Rimette-remo alla Commissione anche dei profili MiFID che abbiamo trovato,cosı composti, perche abbia modo di visualizzarli. Si tratta di un piccolocampione, ma noi abbiamo moltissimo materiale documentale, che siamodisponibilissimi a presentare.

Ricordo che nella MiFID l’operatore doveva distinguere tra adegua-tezza e appropriatezza delle operazioni. Non si tratta solo di una diffe-renza terminologica: l’adeguatezza si riferisce alla corrispondenza tra gliobiettivi di investimento e il livello di rischio dello strumento finanziario,mentre il giudizio di appropriatezza richiede di verificare se il cliente siasufficientemente esperto per comprendere i rischi che il prodotto e il ser-vizio comportano. Nel caso in cui gli intermediari ritenevano che lo stru-mento e il servizio non fossero appropriati per il cliente, dovevano avver-tirlo di tale situazione. Questo non e avvenuto, almeno per le posizioniche tuteliamo noi; cosı ci e stato riferito. Il MiFID dunque non era questomomento sacrale in cui si fa effettivamente la verifica della persona che siha davanti, partendo magari dal titolo di studio, che puo essere un indica-tore anche se poi la persona puo avere una cultura personale. Esso e statosostanzialmente squalificato a una sorta di modulo precompilato. Molti cihanno detto che lo firmavano ma che era gia precompilato; alcuni addirit-tura hanno usato il termine «ciclostilato». Quindi, anche se quella MiFIDnasceva come normativa con una ratio nobilissima, noi non l’abbiamo vi-sta applicata, sempre per quanto riguardava noi. Si capovolgeva, cosı,

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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quanto previsto realmente dalla normativa MiFID che poneva come prio-ritaria la profilazione del cliente e solo conseguente e, soprattutto, rispet-tosa della profilazione correttamente eseguita, la collocazione del pro-dotto.

Dei preordini ho gia parlato prima. Anche questa e una prassi che ab-biamo visto essere frequentissima: i due preordini, a distanza di pochi mi-nuti, che trasformavano l’operazione da consulenza prestata a iniziativadei privati.

A ulteriore dimostrazione della mala gestio – rinvio comunque alladocumentazione, perche la Commissione avra gia ricevuto tutti i docu-menti; noi, comunque, ne abbiamo una copia nel caso in cui serva e siamodisponibili a rimettervela – che pervadeva tutti i gangli della Banca Popo-lare di Vicenza, rinviamo anche all’atto di citazione, autorizzato in forzadi delibera assembleare del 13 dicembre 2016 e delibera del consiglio diamministrazione Banca Popolare di Vicenza, presieduto dal direttore gene-rale Viola, nei confronti dei precedenti amministratori e sindaci, deposi-tato presso il tribunale delle imprese di Venezia. Abbiamo copia anchedi questo.

Vi sono molti casi di soci «scavalcati», su cui non mi dilungo perchene ha parlato gia ampliamente l’avvocato Calvetti: si tratta di persone chechiedevano di rientrare dei denari (perche se una persona ha tutti i ri-sparmi lı e deve ristrutturare casa, va lı a chiederli) e che venivano pro-crastinati con frasi del tipo: «dobbiamo aspettare la riunione del consigliodi amministrazione e dell’assemblea, sara piu avanti, aspetti un attimo».Intanto, pero, non veniva neanche consegnato l’atto scritto di domandadi cessione quote. Quindi, abbiamo anche un ritardo verbale rispetto al-l’atto, che poi non e stato neanche eseguito per quanto riguarda noi.

Molti i casi di operazioni «baciate», che sono gia state introdotte. Ab-biamo anche dei casi di mancato rispetto dell’articolo 14 dello statutodella Banca Popolare di Vicenza allora vigente in caso di morte del socio.Noi abbiamo casi di interi gruppi familiari, che vanno dai nonni ai genitorie ai figli: il target della Banca Popolare di Vicenza e cosı composto. Eb-bene, quando ad esempio moriva il nonno, le persone non venivano avvi-sate dall’operatore o dal direttore della possibilita, prevista dall’articolo 14dello statuto, di essere liquidati, cioe di ottenere i denari, con valore almomento del decesso del de cuius. Invece, esse venivano immesse diret-tamente nel possesso delle quote del defunto con apertura di conti cor-renti. Abbiamo anche casi di questo genere.

Molti i casi di persone diventate socie con gli aumenti di capitale del2013-2014 mentre prima non avevano mai assolutamente posseduto unaquota. Addirittura, alcune famiglie hanno dato tutti i loro risparmi perl’aumento di capitale del 2014, fatto rispetto al quale abbiamo avuto ancheuna vittoria dell’Ombudsman, quando questo esisteva; poi l’indennizzoprevisto non e stato eseguito dalla banca e adesso, in seguito all’entratain vigore del decreto-legge n. 99 del 2017, alla giustizia civile non sipuo piu ricorrere.

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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Ribadiamo che le posizioni da noi seguite riguardano risparmiatori enon speculatori. Prego di prendere nota di cio soprattutto i membri di que-sta Commissione che fanno interventi televisivi: che comprendano questoconcetto. Almeno per quanto concerne le posizioni truffate, non si tratta diazionisti come per Monte dei Paschi. Un conto, infatti, e essere azionistidi una banca che ha gia proprie azioni in borsa, dove io so che sono inborsa. Se io sono azionista di FIAT, ad esempio, non vado certo a inve-stire tutti i soldi, miei e della mia famiglia, di mia mamma e di mianonna, in azioni FIAT. Invece, in Banca Popolare di Vicenza e successoquesto, e ci sara un motivo. A noi la banca e stata descritta come una fa-miglia. Il target medio di preparazione e minimo-basso in materia banca-ria, con frequente concentrazione di tutte o grosse parti di risparmi inquote BPV. A dire, poi, che i risparmiatori sono stati truffati, non siamosolo noi, associazioni e Casa del Consumatore, ma e stato lo stesso sotto-segretario Baretta in un’intervista televisiva in seguito a un incontro avve-nuto a Vicenza, e lo stesso Presidente della Provincia di Vicenza, il dottorVariati, che ha pubblicamente detto che questi risparmiatori sono statitruffati.

A livello penale, ne siete gia a conoscenza, sono state chiuse le inda-gini preliminari dal procuratore capo Cappelleri, quindi avete gia visto gliimputati: Gianni Zonin, Emanuele Giustini, Giuseppe Zigliotto e gli altri,in tutto sette indagati.

C’e una nota che voglio che rimanga agli atti. Ho letto – natural-mente devo dare fede ai mezzi di stampa, perche non ho la possibilitadi verificarlo – che secondo il procuratore capo Cappelleri adesso i seque-stri dei beni non sarebbero piu possibili perche tardivi; nella stampa localenostra, parlo de «Il Giornale di Vicenza», si dice cosı. Ho avuto un incon-tro nel luglio 2016 con il procuratore capo Cappelleri; io, altri rappresen-tanti di associazioni ed esponenti politici chiedevamo notizie sullo statodelle indagini (per una parte, ponevamo domande anche in merito al pro-blema dei PFAS, quella tempesta che sta investendo Vicenza). In quelcontesto, il procuratore capo Cappelleri, a cui erano stati chiesti provvedi-menti specifici (tra cui i sequestri preventivi, il sequestro dei passaporti, larevocatoria delle distrazioni che, come era emerso dalla stampa, Zoninaveva fatto nei confronti dei suoi familiari), ci disse – lo ricordo a memo-ria – che il tempo istruttorio non era maturo. Quindi, a luglio 2016 iltempo istruttorio non era maturo; oggi e troppo tardi. Non ho la certezzadella seconda parte, spero proprio che non sia cosı.

Detto tutto questo, Casa del Consumatore chiede, in rappresentanzadi queste persone – sarebbe utilissimo voi ne conosceste almeno una parte,perche cosı capireste immediatamente – un rapido e risolutivo interventodelle istituzioni affinche tutti i risparmiatori truffati da Banca Popolare diVicenza e Veneto Banca possano ottenere indietro tutti i loro risparmi.Non importa se si chiamera fondo vittime reati bancari, se si trattera diun decreto o di un’altra forma, la forma non ci importa; cio che importae che questa amara vicenda trovi una soluzione degna dello Stato di dirittoin cui noi cittadini viviamo, anche noi oggi qui presenti, e rispettosa della

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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dignita di tutti i risparmiatori che sono stati illegittimamente defraudati deiloro averi e privati anche della possibilita di avere giustizia, in seguito aldecreto-legge 25 giugno 2017, n. 99, convertito nella legge n. 121 del2017. Questa e la nostra richiesta: che vengano restituiti i soldi, non im-porta sotto che forma.

Naturalmente non e compito della Commissione, ne sono consape-vole, ma quello che chiedono i risparmiatori e questo.

Consegno le MiFID e i documenti che ritengo utili alla Commissionee mi metto a disposizione per fornire altro materiale, laddove questo ve-nisse considerato proficuo. Anche le persone citate nei virgolettati sonodisponibili ad essere ascoltate.

PRESIDENTE. Ringrazio lei e i suoi colleghi. Al di la dei giudiziche singolarmente ciascun membro della Commissione potra dare, rilevola passione civile e la testimonianza in ordine a cio che complessivamenteormai appare chiaro, cioe un collocamento di prodotti finanziari in cui lenormative sono state ampiamente eluse, con tante modalita. Questo apparechiaro e limpido e anche gli esempi concreti che sono stati fatti – cito l’ul-tima rappresentante che ha parlato – obiettivamente contribuiscono a ren-dere chiaro il quadro che la Commissione ha davanti.

In riferimento all’intervento dell’avvocato Arman, colgo l’occasionedi rispondere a lui per dare un’informazione alla Commissione: ho man-dato una richiesta ai liquidatori di Banca Popolare di Vicenza, chiedendoloro di trasmettere alla Commissione un elenco dei principali debitori ina-dempienti nei confronti della Banca, con indicazione di nomi e importi.Era questo uno dei temi cui lei ha fatto riferimento.

Debbo aggiungere, poiche siamo in uno Stato di diritto e sono statefatte affermazioni anche molto pesanti in ordine a possibilita di omessavigilanza da parte della Banca d’Italia e della CONSOB, che, proprioper arrivare ad avere un quadro definito e sentire tutte le campane, domanil’altro ascolteremo Banca d’Italia e CONSOB; termineremo la parte sullebanche venete con l’audizione dei liquidatori.

CALVETTI. Signor Presidente, se posso, vorrei fare una riflessione.Probabilmente non tutti sanno che il dottor Viola e liquidatore in entrambele banche.

PRESIDENTE. Sı, lo sappiamo.

CALVETTI. Ma forse non tutti sanno che il dottor Viola e sotto pro-cesso a Milano, dove Banca d’Italia e parte offesa. E Banca d’Italia l’hanominato come fiduciario liquidatore delle due banche. Il sorriso rimane,anche se l’amarezza e disperazione.

PRESIDENTE. Abbiamo queste informazioni.

Se i colleghi sono d’accordo, propongo di far entrare adesso gli altrigruppi, per integrare tante questioni.

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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Sospendo brevemente la seduta per consentire loro di accomodarsi.

(I lavori, sospesi alle ore 15,05, sono ripresi alle ore 15,10).

Iniziamo adesso l’audizione delle seguenti associazioni: Ezzelino IIIda Onara, Confedercontribuenti Veneto, Noi che credevamo nella Popo-lare di Vicenza, Associazione per Veneto Banca.

Sono presenti il signor Patrizio Miatello, il professor Rodolfo Bettiol,il signor Fabio Bello, il signor Alfredo Belluco, la signora Milena Zaggia,l’avvocato Matteo Cavalcante e la signora Maria Elena Buffon, che salutoa nome della Commissione.

Cedo subito la parola al signor Patrizio Miatello.

MIATELLO. Buongiorno a tutti. Non voglio ripetere quello che le al-tre associazioni hanno gia detto. Sottolineo, pero, l’importanza morale del-l’essere risparmiatori traditi. Stiamo attenti a parlare di investitori incauti,speculatori, perche ci sono serie difficolta in queste famiglie, che sono200.000.

Al di la di tutto quello che avete gia sentito, io ho fatto una rifles-sione, prima, leggendo un documento della CONSOB del febbraio 2016.In questo documento viene riportato regolarmente come queste persone,questi risparmiatori, fossero letteralmente considerati delle nullita, comepersone da distruggere. In queste banche c’era un’organizzazione vergo-gnosa. Ma la cosa piu vergognosa e che era gestita da un software, cheopera ancora su altre banche. Quello che vi chiedo – qui ho la relazionedella CONSOB – e di verificare questo aspetto, perche, oltre a quello chee successo e che ha sconvolto migliaia di persone, il problema e che bi-sogna vedere di fermare questa falla. Se e come penso io, se effettiva-mente ci sono dei software che gestiscono la profilatura e riescono a ge-stire e a mandare casa per casa gli impiegati delle banche trasformando ilvero in falso e viceversa, aggirando i revisori, la Banca d’Italia e la CON-SOB, allora queste non sono vittime, ma persone che sono state sacrificatesapendo che sarebbe andata a finire cosı.

Questo viene riportato dalla CONSOB, dalla Banca d’Italia e dallostesso audit della banca (quando funzionava), perche Veneto Banca primadel 2014 faceva le trasmissioni con l’Excel: una delle banche piu grandid’Italia, l’ottava, faceva i trasferimenti in Excel. Vedrete che, essendoamici di determinate persone, si poteva guadagnare a scapito di migliaiadi persone che venivano aggirate, venivano prese in casa. La partecipa-zione di queste persone – che comunque sono elencate – e sconvolgente.

Oggi e la Giornata mondiale del risparmio. Io ho un’attivita e se labanca non mi da credito e se il cliente non ha fiducia nelle banche...voi capite che avete una responsabilita enorme, come le avevo anticipato,signor Presidente. Con questo fatto che io ho visto e ancora peggio, e voidovete verificare subito. Secondo noi, questa vicenda e una colossaletruffa di massa perpetrata a danno dei risparmiatori, vittime di questo si-stema. Pertanto noi vi chiediamo questo, anche perche abbiamo gia chie-

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sto al Parlamento l’intervento di un fondo dedicato, che poi il professorespieghera.

Concludo con due altre particolarita. La prima riguarda le vittime, acui e stato azzerato tutto: i risparmiatori trasformati in debitori delle ban-che hanno avuto l’ulteriore beffa che ora dovranno pagare il conto titoli, ilconto corrente, e non possono liberarsi dei titoli. Ma ci rendiamo conto?Parliamo di 200.000 persone. Magari una parte ha gia dei titoli; ma chinon ha titoli – e noi ne abbiamo tanti che non hanno niente e che avevanomesso in musina i loro risparmi garantiti da tutto il sistema – adesso, oltread essere stati danneggiati, devono pagare ogni mese circa 15-17 euro pertenuta titoli e non possono liberarsene. Questa e una vergogna.

E una vergogna anche che, pur essendo a rischio certificato 8.000persone, di cui 538 a rischio di suicidio, qualcuno, pur con la buona vo-lonta – mi riferisco a Banca Intesa – il 10 ottobre ha detto: mettiamo aposto con 100 milioni di euro. Ma nessuno sa niente, perche io vengochiamato da questa gente e si dice che si andra a maggio o a giugno2018. Questa e gente che con 15.000 euro cambia la propria vita.

Voi siete tutti parlamentari: guardate che questa e una cosa di unagravita paurosa, c’e in ballo il futuro di tutti. Non puo passare il concetto,come ha detto qualcuno, che si tratti di speculatori e investitori. Penso checostui sia da perdonare perche non sa quel che dice e non ha capito benecosa e successo. Dobbiamo capire quello che e successo per evitare che siripeta in un’altra banca.

Passo la parola al professor Bettiol, perche ha studiato tutti i docu-menti della procura.

BETTIOL. Signor Presidente, non voglio ripetere quanto e gia statodetto, ma semplicemente sottolineare alcuni punti.

Si sono praticamente concluse due inchieste della magistratura chevedono imputati gli amministratori delle banche per aggiotaggio e ostaco-lato esercizio delle funzioni di sorveglianza. In che cosa consiste il si-stema nel suo complesso: in pratica, in una fittizia formazione di patrimo-nio, finanziando le azioni che venivano poi acquistate. Quindi c’e unaprima parte che va tenuta in considerazione, e cioe una patrimonializza-zione fittizia operata dagli amministratori di queste banche attraverso il si-stema del finanziamento a terzi, aspiranti soci, dell’acquisto azioni. L’altroaspetto che va considerato e la ridicola formazione del valore delle azioni,che deriva sia dal fatto che c’e una patrimonializzazione falsa, sia dal fattoche si e fatta la valutazione del valore delle azioni su una redditivita pu-ramente di fantasia, se non inesistente.

Tutto cio e negli atti del processo e dobbiamo dare atto che vi e unaprecisione perche, accanto alle relazioni della Banca d’Italia, della BCE edella CONSOB, vi sono poi attivita di indagine di polizia giudiziaria checonfortano le affermazioni contenute nelle relazioni dei denuncianti. Nonsolo, ma a coronamento di tutto cio, vi sono le consulenze delle procure.

Se per i fatti contestati vi e precisione e direi indubitabilita – credoche il processo si possa discutere solo se qualcuno sia piu o meno respon-

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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sabile – va pero detto che in realta l’indagine e limitata, cioe parte dalledenunce della Banca d’Italia, della BCE e della CONSOB e da una con-ferma attraverso indagini di polizia giudiziaria su di esse. I fatti che emer-gono, pero, sono piu gravi e credo che gia il presidente Casini abbia in-dividuato il problema allorquando ha detto di ascoltare i liquidatori suiprincipali creditori. Qui dobbiamo vedere se, in realta, non siano staticommessi ben piu gravi e ulteriori reati. Questi prestiti fatti agli amici de-gli amici e questi NPL da dove derivano? Sono il frutto di una valutazioneponderata oppure sono il classico favore fatto agli amici o allo stesso am-ministratore? Abbiamo gli stessi amministratori che hanno ricevuto finan-ziamenti dalla banca da loro amministrata e qui va anche verificato quantogli stessi abbiano restituito o se abbiano restituito o meno.

Credo che sotto questo profilo l’indagine vada approfondita; a mag-gior ragione, se, come dice anche il dottor Cappelleri, vi fosse una formaledichiarazione di stato di insolvenza, credo che saremmo anche nell’ipotesidella bancarotta fraudolenta a tutti gli effetti.

Un’ultima osservazione per quanto riguarda le richieste dei soci azio-nisti risparmiatori.

Il decreto-legge n. 99 del 2017, anche per ragioni intuibili e giustifi-cabili, per garantire la continuita dell’attivita bancaria, passa praticamentela polpa a Banca Intesa e gli scarti – diciamolo chiaramente – gli NPL.Credo che questa indagine dimostrera che sono eccessivamente ottimisti-che le stime del 50 per cento di recupero sugli NPL e che parlare di per-centuali piu alte non abbia senso. In pratica, si e fatta un’operazione cheimpedisce agli azionisti di chiedere utilmente un risarcimento dell’anno,sia da un punto di vista sia di fatto che giuridico. Questa e la situazioneeffettiva che va tenuta presente, anche perche il patrimonio non c’e: quelpoco che si realizzera dagli NPL deve andare quanto meno allo Stato. Tral’altro, la procura di Vicenza ha anche contestato la legge n. 231 del 2001,con altre multe salate che andranno quindi allo Stato. La conseguenza edunque zero patrimonio da aggredire e impossibilita giuridica perche, inbase alla legge bancaria, non si puo piu procedere, ne citare le banchecome responsabili civili.

Dal momento che, da un lato vi e una truffa di massa, ma dall’altro ilsistema di intervento e stato quello di garantire alcune situazioni, cioe lacontinuita bancaria, appare altrettanto equo che si dia un soccorso a quantihanno subito un danno grave, frutto praticamente di una truffa gigantesca.

Voglio sottolineare questo aspetto che anche come parlamentari vatenuto presente. Vi ringrazio.

PRESIDENTE. La ringrazio. Naturalmente sono aperto ad integra-zioni o a considerazioni che altri componenti della delegazione volesserofare.

BELLO. Buongiorno a tutti. Sono Fabio Bello, in rappresentanza del-l’Associazione ex azionisti Veneto Banca, facente parte del Coordina-mento Don Torta, che e qui presente.

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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Anche se sappiamo che non e questa la sede, non posso tuttavia nonricordare che siamo in attesa di una soluzione nel senso che, come ha ri-cordato il professor Bettiol, il decreto con cui sono state messe in liquida-zione coatta amministrativa le due banche e di fatto creato uno spezzatinoci ha reso impotenti. Al termine dell’indagine probabilmente vedrete che icolpevoli di questa situazione sono innumerevoli; sta di fatto che noi,come ex azionisti, stiamo ancora aspettando una soluzione, un ristoro:ci pensiamo tutti giorni e tutte le notti.

Credo che in uno Stato civile – e voi siete la politica, quindi chi edeputato ad amministrare lo Stato – debba essere necessariamente trovatauna soluzione. Noi abbiamo iniziato un’interlocuzione con il Governonella persona del sottosegretario Baretta; abbiamo gia indicato alcune pro-poste che aspettiamo vengano valutate. Non sono proposte definitive, maquesto Governo o il prossimo, qualunque esso sia, qualunque sia la mag-gioranza che uscira dalle urne, deve eliminare questo disastro a cui non estata data ancora una soluzione.

Noi siamo ben disposti ad aiutare la Commissione per fare luce suquanto e accaduto, che e la prima condizione essenziale, pero bisognadare un futuro a queste persone, bisogna dare una soluzione.

Volevo sottoporre all’attenzione di questa Commissione di inchiestail fatto che nell’ultimo anno in Italia sono fallite sei banche, ma una e riu-scita a sopravvivere ed era nelle medesime o similari condizioni: sto par-lando di MPS. Non voglio far riferimento qui a MPS strumentalizzando lavicenda, ma soltanto per capire perche in quella situazione si e avuta unasoluzione, mentre nel caso di Veneto Banca e di Banca Popolare di Vi-cenza ce n’e stata un’altra.

Faccio un breve excursus, dopodiche lascero il testo della mia rela-zione alla Commissione.

Veneto Banca si e trovata in grave difficolta all’inizio di giugno del2017: in quel momento la crisi reputazionale della banca era disastrosa e icorrentisti stavano letteralmente scappando, per cui la situazione era sicu-ramente molto grave. Anche MPS ha avuto pero una situazione altrettantodifficile: in quel caso, come sapete tutti, lo Stato e entrato e ha oggi il 70per cento di MPS. Nel caso di Veneto Banca, invece, da quel che sap-piamo noi, non si e potuto fare in modo che lo Stato entrasse. Perche? Ve-niamo al punto. Veneto Banca e stata considerata dalla Commissione divigilanza della BCE non sistemica, pertanto e stato detto che non meritavadi sopravvivere. C’erano sul piatto tre ipotesi: il fallimento, la liquidazionecoatta amministrativa o l’ingresso del capitale pubblico. In quel momentoil Governo ha deciso per la liquidazione coatta amministrativa, facendo lospezzatino e avete capito – e capirete – con quali conseguenze sulla nostrapelle noi stiamo vivendo questa situazione.

Ci siamo chiesti se ci fosse veramente bisogno della liquidazionecoatta amministrativa perche, dagli organi di stampa, pensavamo che lasistematicita fosse un giudizio qualitativo in base alle banche, pertantonon opponibile. Abbiamo scoperto, invece, che sul tema esiste una norma-tiva europea (direttiva 2013/36/UE del giugno 2013), oltre ad un applica-

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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tivo specifico della European Banking Authority (EBA), in cui si fissano icriteri oggettivi in base ai quali una banca puo essere considerata siste-mica o meno. Non voglio ora fare i processi alle intenzioni, ma mi do-mando e chiedo a voi: e stato fatto veramente tutto il possibile per salvareVeneto Banca? Il punteggio ottenuto da Veneto Banca e Banca Popolaredi Vicenza in base a questa direttiva – perche deve essere stato necessa-riamente prodotto un documento – e lo stesso oppure, se cosı non fosse,qual e stato l’effettivo punteggio ottenuto da Veneto Banca rispetto adMPS? Probabilmente le cose sono andate cosı, ma visto che questa euna Commissione d’inchiesta che serve a fare chiarezza su tutto, mi sem-bra che sia il luogo deputato per fare chiarezza anche su tale questione.

CAVALCANTE. Buongiorno a tutti. Sono Matteo Cavalcante, presi-dente dell’Associazione per Veneto Banca. Parlo a nome degli ex grandisoci, che rappresentavano circa il 10 per cento del capitale prima di esserediluiti in seguito ai successivi aumenti di capitale.

Nel 2015 abbiamo rappresentato quel raro esempio in cui gli impren-ditori e gli azionisti veneti, una volta tanto, sono riusciti a mettersi in-sieme e a cercare di cambiare le cose. Nel 2015 eravamo gia in piena tem-pesta dal punto di vista mediatico: Veneto Banca era sicuramente in unasituazione gravissima, con numeri totalmente in rosso e una mancanza didialogo e di informazione con la banca stessa. Per questo abbiamo decisodi aggregarci in associazione, avendo come scopo di tutelare prima ditutto i nostri investimenti, ma anche il territorio: non dimentichiamo, in-fatti, che la banca non ha solo la valenza di proteggere e valorizzare i no-stri risparmi, ma anche di essere un acceleratore per il tessuto imprendi-toriale, oltre ad avere anche un impatto notevolissimo dal punto di vistasociale. Basta ricordare, andando a leggere un po’ di storia, che le banchestesse nascono addirittura per iniziativa dei francescani, tanto e vero che lebanche servivano per evitare che la popolazione andasse dagli usurai qua-lora un raccolto fosse andato male. Tutte queste preoccupazioni ci hannospinto ad unirci e ad essere propositivi. Nel 2015 abbiamo fatto di tuttoper cercare di voltare pagina e di cambiare la governance di allora di Ve-neto Banca, e ci siamo riusciti. Il 5 maggio, in un’assemblea con un votodel tutto democratico – tra l’altro con una votazione che ha raggiuntoquasi il 57 per cento – siamo riusciti a cercare di dare una svolta, ancheperche la situazione davvero era molto critica.

Naturalmente, abbiamo cercato in tutti i modi di recuperare soprat-tutto la fiducia. Un tema ricorrente in tutti gli interventi che si sono suc-ceduti prima di me e la perdita di fiducia: fra l’altro, purtroppo, non soloverso l’esterno ma anche verso l’interno perche, una banca, naturalmente,prima di tutto non e un edificio, ma e fatta da persone. Quindi, non soloc’era una fuga da parte degli azionisti viste le informazioni negative che sileggevano sui giornali, ma anche gli stessi dipendenti e i dirigenti piu va-lidi gia si guardavano intorno per cercare di scappare.

In questa situazione drammatica siamo riusciti a mantenere, comun-que, nonostante la fuga, gli indici LCR (Liquidity Covered Ratio) e anche

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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altri indici sotto controllo. C’e stato l’aumento di capitale ed e entrato il

fondo Atlante. Naturalmente, quando e entrato Atlante noi ci siamo messi

da parte. Con nostra grande sorpresa, Atlante ha nominato tutti i membri

di un consiglio dove non era presente neanche un veneto. Dico cio visto

che l’altro tema, per riprendere i discorsi fatti prima, e quello della ricon-

ciliazione con un territorio. Oltre alla perdita di fiducia, infatti, un tema

fondamentale di cui dovra prendersi cura questa Commissione e la ricon-

ciliazione con questo territorio per cercare di chiudere queste ferite che

sono sanguinanti. Gli esiti si vedono anche nei risultati dell’ultimo refe-

rendum, dove questa piena sfiducia verso tutto e tutti ha portato il Veneto

a dare comunque un riscontro di voglia di chiudersi in se stesso. Se sia un

segnale positivo o negativo non sta a me giudicarlo, ma sicuramente e un

segnale forte, dove c’e una reazione da parte di questa mancanza di fidu-

cia nei confronti della governance finanziaria, dei controllori e della stessa

politica.

Stavo raccontando la mia storia: tra l’altro, anch’io ho fatto parte di

questo consiglio di amministrazione che e durato in carica cinque mesi. Vi

e stato poi l’aumento di capitale, e entrato Atlante; una volta che e entrato

Atlante e c’e stata la patrimonializzazione della banca, finalmente Veneto

Banca ha avuto questi indici magici che tanto la BCE vuole a tutti i costi.

Nel giro di pochi mesi la banca ha fatto una proposta di transazione. Cio

vuol dire che, se aveva la forza per farla, i numeri erano del tutto sotto

controllo. Nonostante questo, nel giro di pochi mesi la banca e fallita.

Quindi, noi chiediamo di fare chiarezza su un fallimento che e maturato

nel giro di pochi mesi. Questo e alquanto sorprendente.

Inoltre, come ha gia detto bene il professor Bettiol, non vi sono ri-

sorse sufficienti. Ho apprezzato molto l’intervento della signora Bertorelli,

che potrebbe andare benissimo a lavorare in una compliance della banca

perche e stata molto precisa riguardo alle modalita con cui sono avvenuti

gli acquisti, le vendite delle azioni. Purtroppo, pero, anche nel leggere le

comunicazioni da parte di Banca d’Italia, si evince che non vi sono risorse

sufficienti.

Per quanto concerne cio che troviamo nella bad bank, alcuni valori

mi sorprendono; e un altro aspetto sul quale fare chiarezza sono le parte-

cipate, come BIM e Farbanca, ed altre societa sia di Veneto Banca che di

Banca Popolare di Vicenza che nel giro di un anno e mezzo si sono sva-

lutate tantissimo, anche dell’80 per cento. Questo ha rallentato tantissimo

quella che poteva essere la polpa di questa bad bank.

Collegandomi al fatto che non ci sono piu risorse, sarebbe comunque

importante, come qualcuno ha pure proposto, che ci fosse un decreto-

legge che in qualche maniera potesse essere premiante nei confronti degli

ex azionisti: non dico di recuperare tutte le perdite, ma trovare comunque

un sistema premiante, probabilmente anche coinvolgendo la stessa Banca

Intesa. In passato si parlava tanto di warrant, poi questa parola e scom-

parsa nel cassetto. Vi ringrazio.

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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BELLUCO. Sono Alfredo Belluco, sono vice presidente nazionale diConfedercontribuenti. Condivido praticamente tutto quello che hanno dettoi colleghi che mi hanno preceduto, specialmente Elena Bertorelli, che hafatto un quadro molto chiaro di come stanno realmente le cose. Dico unasola cosa riguardo gli azionisti, dopodiche mi focalizzero su un’altra que-stione. Vi sono piccoli azionisti – chiamiamoli azionisti ma sono in realtarisparmiatori – che avevano chiesto il rientro del loro risparmio per let-tera; e stato loro impedito e contemporaneamente hanno dato loro un fi-nanziamento. Faccio anche un nome e cognome: quello di Goretta Rancanche aveva 45.000 euro in azioni; le servivano 35.000 euro per ristrutturarela sua casa; questi signori non glieli hanno dati ma le hanno dato un fi-nanziamento da 35.000 euro, e cosı alla fine si e trovata ad avere un de-bito perche il suo risparmio naturalmente e stato azzerato. Anche su que-sto versante, quindi, noi dobbiamo lavorare, perche non possiamo vedererisparmiatori che adesso vengono considerati cattivi pagatori dopo avererisparmiato per una vita. Il risparmio della signora derivava addiritturada lavoro all’estero, fatto da suo padre all’estero. Quindi stiamo parlandodi risparmio di lavoratori che sono espatriati e che hanno fatto grande ilnostro Paese anche attraverso il lavoro all’estero.

Una cosa mi lascia parecchio perplesso, e ho avuto modo di dirlo siail 7 ottobre che l’11 quando ci siamo visti a Roma al Ministero. Questaaffermazione io l’ho gia fatta all’amico – lo conosco da tanti anni – Pier-paolo Baretta, il quale ha detto che la SGA portera a casa qualcosa comeil 90 per cento degli NPL, i crediti deteriorati, anche se depurati. Su que-sta affermazione – detto in dialetto veneto, visto che abbiamo alcuni tra-duttori – Baretta ha preso un granso, ha preso un granchio, per il semplicemotivo – non bisogna andare a prendere l’economista di turno, lo sap-piamo anche noi – che i crediti deteriorati delle due banche venete nonporteranno mai a casa il 90 per cento anche se sono depurati, per tuttauna serie di motivi. Primo, per i prestiti dati agli amici degli amici senzagaranzie sottostanti, quelli di una certa importanza. Secondo, perche quellidi piccola entita possono essere contestati per tutta una serie di illeciti ci-vili e penali (truffe, anatocismi, giochi di valuta: di tutto di piu). Noi,come Confedercontribuenti Veneto, abbiamo analizzato qualcosa come4.000 rapporti bancari e 3.200 – l’80 per cento circa – sono stati contestatialle banche stesse. Fatte quindi le debite proporzioni, abbiamo circa40.000 potenziali NPL che noi contesteremo in tutte le sedi, civili e pe-nali, sia perche sono stati concessi addirittura con il cosiddetto finanzia-mento «baciato» – ti do i soldi, ma tu mi acquisti le azioni – sia per imotivi che ho detto un attimo fa.

Si fa il paragone con la SGA che ha portato a casa i crediti deterioratidel Banco di Napoli, che pero sono completamente diversi da questi. Icrediti deteriorati del Banco di Napoli hanno subito, a favore, la bolla spe-culativa che vi e stata dalla meta degli anni Novanta fino al 2010-2011;tra l’altro erano stati concessi non con la faciloneria con cui sono staticoncessi questi, ma con garanzie sottostanti di palazzi di pregio e di ipo-teche di una certa entita e quindi sono stati portati a casa.

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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Vogliamo sottolineare che questo problema non e riferito solo a

Banca Popolare di Vicenza e a Veneto Banca, ma a tutte le banche, in

particolare alla Banca Popolare di Verona, che ha, al suo interno, inserito

nei propri contratti, qualcosa come una commissione truffa che portava in

usura tutti i rapporti. Pensate a una commissione che andava da 10 a 600

euro al giorno, a seconda dello sconfinato; vuol dire che nella fascia che

va da zero a 5.000 euro, professor Brunetta, andava da un minimo del 73 aun massimo del 3.650 per cento!

Scusate se sono un po’ nervoso, ma queste cose mi stanno toccando

da parecchi anni. E dal 1989 che faccio queste battaglie. Non sono arri-

vato uno o due anni fa.

Sabato scorso – e la prima volta che sento un giornalista parlare diqueste cose – il dottor Giorgio Meletti de «Il Fatto Quotidiano» ha dichia-

rato: «cerchiamo di capire qual e la dimensione del problema. Le banche

italiane hanno 330 miliardi di euro di crediti deteriorati». Sta per verifi-

carsi qualcosa di drammatico e stiamo aspettando da anni che la Banca

d’Italia e il Governo (in questi anni, Renzi e Gentiloni, ma il Ministro del-

l’economia e sempre lo stesso, Pier Carlo Padoan) dicano una parola suquesto. Le banche italiane stanno vendendo i crediti deteriorati ai fondi

avvoltoi internazionali: il che significa che nei prossimi mesi avremo so-

cieta di recupero crediti che andranno in giro per l’Italia a cercare di farsi

ridare circa 200 miliardi dalle famiglie e dalle piccole imprese italiane. E

uno scenario che nel 2018-2019 mettera a ferro e fuoco la societa italiana.

Di questo dobbiamo parlare.

Signor Presidente, so che i tempi a disposizione, quando si parla per

ultimo, si restringono, ma deve darmi questa possibilita, perche noi assi-

stiamo ai drammi umani. Stiamo seguendo il caso della famiglia di un tri-

stemente famoso suicida, che si chiamava Giovanni Schiavon, che nel di-

cembre 2011 si e sparato un colpo di pistola alla testa credendo di essere

debitore di due banche per circa 100.000 euro. Adesso, presso il tribunale

di Padova, abbiamo registrato l’esatto contrario: non solo non era debitore,ma addirittura era creditore, per i motivi che ho detto prima (truffe, usure,

anatocismi, giochi di valute, commissioni non dovute o non lecitamente

pattuite). Lo abbiamo dimostrato; e come lo abbiamo dimostrato per lui

lo dimostriamo in tutte le sedi, per tutte le altre persone. Faccio un altro

nome: Gianfranco Simonato di Conselve aveva sei rapporti bancari, con

altrettanti NPL, per 200.000 euro. Abbiamo dimostrato per soli quattro

– ce ne sono ancora due sub iudice – che i suoi 200.000 euro non eranodovuti e ha portato a casa, complessivamente finora, 1.060.000 euro. Ma

di cosa stiamo parlando? Si parla sempre di NPL dell’ordine di uno, 10,

500 milioni; ma quando si parla di NPL di entita minore – 20.000, 30.000,

50.000, 100.000, 200.000 euro – noi li contestiamo praticamente tutti, di

tutte le banche: non solo della Banca Popolare di Vicenza, di Veneto

Banca, della Popolare di Verona, ma anche di Unicredit e Intesa San

Paolo, per le piccole e le grandi banche. Quanto detto da Meletti quindilo condivido parola per parola, tant’e vero che l’ho inserito nella relazione

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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che avrei dovuto leggervi e che a questo punto non leggero, naturalmente,ma penso di essere stato sufficientemente chiaro con quello che ho detto.

ZAGGIA. Signor Presidente, sono Milena Zaggia e sto seguendo l’az-zeramento delle banche venete. Sono veneta, ma non c’entro con l’azze-ramento dei veneti: sono di un’altra banca, comunque azzerata. Mi sonopermessa di seguirli in questi due anni perche mi trovavo in difficoltanel relazionare su quello a cui, purtroppo, avevo capito sarebbero andatiincontro. Di conseguenza, mi sono fatta mediatore, in questa maniera,per cercare di trovare una soluzione nazionale, perche questa e una truffanazionale, in cui i risparmiatori sono stati effettivamente trattati moltomale.

E proprio calzante, nel nostro caso, il detto «Intesa maior, minor ces-

sat». Infatti, la locuzione latina ubi maior, minor cessat, tradotta letteral-mente, significa: dove vi e il maggiore, il minore decade. Il significatocompleto puo essere cosı descritto: in presenza di quel che possiede piuvalore-importanza, quel che ne tiene meno perde la propria rilevanza. Inquesto caso abbiamo banche che sono state sacrificate, risparmiatori chesono stati sacrificati, per aver portato, traslato, il risparmio da una parteall’altra, oppure averlo tolto da una parte per poi darlo in conduzione aun’altra banca.

Credo che sia giusto che la Commissione valuti tutti i discorsi penalie legali nei confronti di un consiglio di amministrazione che non ha sa-puto sorvegliare la propria banca, della Banca d’Italia che ha fatto altret-tanto e di un Governo che e stato assente oppure e stato troppo precipi-toso. Chiedo che questa Commissione valuti anche un’altra cosa molto im-portante: la dignita di questi risparmiatori, che hanno messo e stanno met-tendo a repentaglio la loro vita. Abbiamo mille suicidi dall’inizio del-l’anno, uno anche oggi a Ferrara. Mettiamoci quella coscienza che hotanto invitato ad avere, e scontrato, con l’ex premier Renzi, quandoogni tanto ha parlato di coscienza. Qui e la coscienza sociale che dob-biamo tirare fuori. Le banche sono state usate per sistemare delle peccheo delle pacche o delle botte da altre parti sulle spalle dei risparmiatori, chesono vittime innocenti; le abbiamo viste, abbiamo montagne di denunce.Oltre tutto alle banche venete e stato sottratto anche il diritto alla causa.E una cosa indecente.

Signor Presidente, onorevoli deputati e senatori, abbiamo un socialecui parare – scusate il termine – «il culo», perche noi ce lo abbiamogia messo, come risparmiatori. Non so cosa potra fare il Governo di dif-ferente, perche oggi avete fatto voi e domani faremo noi, perche non ab-biamo alcuna intenzione di stare zitti. E se Intesa proclama oggi di averavuto risultati economici importanti, sappiate che questo e gia un puntodi partenza a loro sfavore. Questo importante raccolto che dice di avere– chiamiamolo «raccolto», come lo chiamavano i vecchi contadini – pur-troppo e dovuto al fatto che, probabilmente, hanno inserito nel loro bilan-cio quello che hanno acquisito di buono dalle banche venete, prevedendoche i risparmiatori, che hanno dato questa possibilita all’Intesa, con un fi-

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nanziamento da parte dello Stato... Che non si vantino molto di aver gua-dagnato 4 miliardi di euro in poco tempo; che prevedano di fare un fondo,anche loro; il Governo lo stabilisca e Banca Intesa, visto e considerato cheha avuto aiuti di Stato e ha acquisito, da parte delle banche venete, tutte leattivita, non si faccia grande di fronte a questo.

Percio, per cortesia, diamo una mano a questi risparmiatori. Io sonouna di quelli. Questo e un default sociale che andra a finire male. Ognigiorno vi e un suicida.

PRESIDENTE. Abbiamo ascoltato con grande rispetto le opinioni li-bere che ci sono state date dai rappresentanti delle associazioni dei rispar-miatori e per questo vogliamo ringraziarli. Riteniamo che la loro testimo-nianza sia comunque significativa, anche se naturalmente nelle testimo-nianze ci sono delle opinioni loro nonche delle rivendicazioni verso laCommissione.

Onorevoli colleghi, proporrei di operare nel seguente modo. Vi prego,se possibile, di evitare di fare un dibattito generico. Se abbiamo delle do-mande specifiche, indirizziamole ai rappresentanti che sono intervenuti; incaso contrario, acquisiamo con grande rispetto le loro opinioni.

GIROTTO (M5S). Signor Presidente, vorrei chiedere al dottor Mia-tello se puo consegnarci il documento della CONSOB a cui ha fatto rife-rimento.

PRESIDENTE. Lo consegna immediatamente ai nostri Uffici. Mi ri-volgo agli auditi: tutto quello che voi volete dare, e messo a disposizionedei membri della Commissione.

ZANETTI (SC-ALA CLP-MAIE). Signor Presidente, in primo luogovorrei associarmi a quanto lei ha detto prima circa il fatto che dalle audi-zioni, che sono state di grande contenuto e non un semplice sfogatoio,emerge con chiarezza – mi rifaccio alle sue parole – come ci sia statauna notevole elusione delle norme, ed e importante sottolinearlo perchequesto sposta l’oggetto dei nostri lavori quando ci trasferiamo, nell’ambitodei controlli, in una sfera dove si potra al massimo andare tra il colluso –speriamo di no – e lo scadente. Se e cosı palese – ed io concordo – l’ag-giramento complessivo delle norme, e impossibile non associare a unchiaro disagio nei confronti degli organi che hanno gestito queste bancheun evidente disagio collaterale da individuare, in quel range, nei confrontidegli organi di vigilanza. Mi fa piacere che questo lo abbia detto lei, si-gnor Presidente, con un’autorevolezza che io, da semplice componentedella Commissione, non avrei potuto avere.

Cio premesso, vorrei chiedere ai rappresentanti delle associazionipresenti se, relativamente al fenomeno delle operazioni «baciate», avetequalche elemento che sarebbe utile in previsione delle audizioni del pros-simo giovedı, quando ascolteremo gli organi di vigilanza. Risulta anche avoi che ci sia stato un diverso modus operandi delle due banche, ossia di

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza? Nel caso di Veneto Banca, sie trattato di un fenomeno dimensionalmente significativo ma molto ridottorispetto alla Banca Popolare di Vicenza, iperfrazionato e parcellizzato. Nelcaso della Banca Popolare di Vicenza, invece, c’erano operazioni signifi-cative riconducibili a una scelta di politica aziendale, non seguita da Ve-neto Banca, di avvalersi di fondi per il collocamento dei titoli azionari taleper cui non solo la loro dimensione era piu rilevante, ma era anche moltopiu visibile e facilmente individuabile. Vi chiedo pertanto se cio vi risulti.

DEL BARBA (PD). Signor Presidente, anch’io ringrazio gli auditiper cio che hanno riferito in Commissione, che e stato anche dolorosoda ascoltare, sia in riferimento ai fatti drammatici quanto, e soprattutto,perche qui c’e la storia di un territorio e parlare del territorio in questi ter-mini fa male a chi in politica si sente di rappresentarlo quotidianamente.

Dalle vostre testimonianze emerge un passaparola, un riferimento altermine «famiglia», che in quel territorio garantiva ai risparmiatori alcunepromesse che sono andate tradite. E un territorio che si sente tradito, ma-gari per la sua stessa mano, ed e proprio questo cio che la nostra Commis-sione vuole indagare, piuttosto che quello a cui spesso avete fatto riferi-mento – i risarcimenti – che invece dovrebbe riguardare altra Commis-sione e su cui pertanto non mi soffermo.

Il nostro compito e dunque di individuare responsabilita precise. Voiavete fatto riferimento alle operazioni «baciate» che, come il collega ono-revole Zanetti, vorrei approfondire. Dal punto di vista penale non si rav-visa alcun reato dietro queste operazioni, ma e nostra convinzione – al-meno mia personale – che a seconda delle condotte che vengono postein essere per pervenire a quelle operazioni – e voi ne potete essere testi-moni –, si possano ravvisare altre ipotesi di reato. Mi riferisco in partico-lare all’ipotesi che queste operazioni «baciate» fossero in qualche modoestorte laddove serviva del credito, oppure fossero convenute tra le parti,in maniera piuttosto palese, al fine di sostenere in maniera del tutto arbi-traria il corso delle azioni o la liquidita delle stesse.

Visto che voi rappresentate migliaia di risparmiatori coinvolti in que-sto tipo di operazioni, che diversamente non lasciano adito ad alcuna ipo-tesi di reato, avete rinvenuto nelle modalita e nelle condotte di cui aveteraccolto testimonianza fatti precisi che possano indurre la nostra Commis-sione a prendere in considerazione tali fatti con particolare gravita? Op-pure li segnalate, come e gia stato fatto, semplicemente per citare condotteche in qualche modo possono essere indizio di mala gestio, ma in nessunomodo correlate ad ipotesi di reato?

PAGLIA (SI-SEL-POS). Signor Presidente, anch’io ringrazio tutti gliintervenuti perche ci hanno dato la possibilita – se la vorremo cogliere, eovviamente il mio invito alla Commissione e che sia colta – di investireun po’ del nostro tempo in un filone d’indagine che ho l’impressione chefinora non abbiamo molto approfondito. Cio che emerge da queste audi-zioni, se confermate, e che sostanzialmente, almeno in queste due banche,

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ci fosse una sorta di procedura parallela di vendita e di piazzamento diinvestimenti finanziari (in questo caso di azioni) che appare essere coor-dinata e strutturata. Non siamo di fronte – almeno questo e il quadroche emerge, ma era un’idea che mi ero gia fatto in passato – a funzionariinfedeli, ma a una cosa che puo funzionare in quel modo solo se organiz-zata, strutturata e indirizzata dall’alto in modo completo.

Questo per noi e un tema decisivo, perche evidentemente qui siamodi fronte a regole di questo Paese che non funzionano. Qui non si trattadella vigilanza: in questo caso la vigilanza non c’entra proprio niente, per-che quest’ultima non puo arrivare fino al punto di preoccuparsi del fattoche dal vertice fino allo sportellista si dice: «tu devi vendere le azioniin questo modo per arrivare a questo risultato».

Io credo che la Commissione debba cercare di capire se c’era questosistema, perche e decisivo. Se siamo di fronte a un sistema bancario in cuie possibile riorganizzare in modo fraudolento l’intera organizzazione deicanali di vendita interni, e un problema serissimo; e dalle dichiarazionidi oggi questo emerge.

Secondo me – lo ripeto ed e un invito ufficiale che rivolgo alla Com-missione – dovremmo dedicare qualche seduta per iniziare ad ascoltareanche i funzionari interni a questi istituti di credito, perche sono gli unicia cui possiamo chiedere se abbiano avuto il sentore, o qualcosa di piu, diessere costretti ad agire in un modo organizzato e non attraverso una pres-sione informale. Secondo me se cosı non fosse non si spiega l’accaduto,non si arriva a una prassi come quella del doppio questionario. A questosi arriva solo ed esclusivamente se ti viene detto: «queste azioni si ven-dono cosı». E se queste azioni si vendono cosı, vuol dire che in modostrutturato tu hai deciso di vendere a persone a cui non dovresti vendere.E parlo di migliaia di risparmiatori.

La mia opinione – e lo chiedo al Presidente della Commissione – eche dovremmo soffermarci molto su questo aspetto, altrimenti qui diventail tribunale del popolo verso la Banca d’Italia, ma non e di questo che ab-biamo bisogno. Noi abbiamo bisogno di capire cosa non ha funzionato nelsistema bancario; soffermarci solo sugli organi di vigilanza e sbagliato,perche queste procedure la vigilanza non le trovera mai. Con un’ispezionedella Banca d’Italia puoi trovare un MiFID sbagliato, ma a quello che eaccaduto la vigilanza arriva solo quanto tutto e finito.

TANCREDI (AP-CpE-NCD). Signor Presidente, ringrazio tutti gli au-diti. Devo dire che sono state audizioni molto pacate, anche se forti nellasostanza. Ci sono alcune cose che mi hanno colpito.

Innanzi tutto una premessa, signor Presidente. Nessuno di noi, credo,qualifica i risparmiatori come speculatori o in altro modo; se qualcuno hadetto che qualcosa era capitale di rischio si riferiva al prodotto, non all’at-teggiamento. Il Presidente ha detto benissimo: sicuramente ci sono casi diraggiro e di truffa; il compito della Commissione e scoprire quanto cio siasistemico.

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E stato detto che dopo il 2014 le due banche venete hanno continuatoa vendere prodotti, naturalmente a seguito degli aumenti di capitale deli-berati. Ci sono addirittura casi, dopo il 2014, di intere famiglie entrate nelcapitale societario che non erano soci storici e che hanno comprato, so-stanzialmente, azioni o prodotti convertibili. Sarebbe interessante avere inumeri su questo; magari voi potete gia darci un ordine di grandezza. Echiaro, infatti, che vi e un fenomeno sistemico preoccupante in unacosa cosı.

In secondo luogo, una domanda solo per capire, senza accusare nes-suno, ne qualificare. Poco fa l’avvocato Calvetti ha fatto un excursus sto-rico molto importante, dal 2007 a oggi, parlando anche dell’andamentoazionario delle banche quotate, del parallelo evolversi e della dinamicadelle azioni delle banche popolari e via dicendo. Vorrei sapere se, primadel 2014, nelle assemblee emergevano queste questioni.

VOCI DAI BANCHI DEGLI AUDITI. No.

TANCREDI (AP-CpE-NCD). Parliamo, tra l’altro, di soci di banchedi credito cooperativo e di banche popolari, che sono piu forti dei socinormali; la loro partecipazione assembleare vale di piu della percentuale(il cosiddetto voto capitario). L’avvocato Calvetti giustamente ha elencatoalcune questioni dicendo che erano banali, che si vedevano; come hannofatto Banca d’Italia, i revisori interni, la vigilanza, a non vederle? Veni-vano fuori nelle assemblee? Qualche socio le ha portate all’attenzionedelle assemblee? Vi e stato dibattito su questo all’interno delle assemblee?Parliamo di assemblee, almeno fino al 2013 e 2014, che non si sono as-solutamente accorte di quanto stava succedendo, perche le questioni sta-vano – o non stavano – nei bilanci delle banche. Parliamo degli accanto-namenti per gli NPL, delle stime. Sono cose che dovevano emergere, cosıcome gli aumenti di capitale sono stati deliberati nelle sedi assembleari.Mi interessava sapere se, quando e da quando siano venuti fuori dei pro-blemi nelle assemblee.

DAL MORO (PD). Signor Presidente, ringrazio anch’io gli auditi perla loro esposizione. Mi soffermo innanzi tutto sul tema delle operazioni«baciate», che abbiamo gia rilevato nelle precedenti audizioni. Siamo difronte a un doppio danno arrecato ai soci e ai risparmiatori: da una parte,infatti, le operazioni «baciate» hanno consentito di aumentare in manierafraudolenta il capitale e, quindi, di distorcere il mercato; dall’altra, glistessi che hanno usufruito di questi finanziamenti – molti di loro – nonhanno piu restituito i soldi. Quindi, vi e chi e rimasto beffato, ma anchechi ha guadagnato due volte. Ebbene, il guadagno se lo e fatto da solo o estato fatto con connivenza di altri? Mi pare difficile, ascoltando questi rac-conti, che tutto quello che e avvenuto in queste due banche sia stato fattodi nascosto da due persone, la sera. Mi pare francamente molto difficile.Mi pare che in questo caso vi sia un’operazione. E evidente che vi e un

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diffuso interesse ambientale – non sta a me giudicare se sia reato o meno– in cui un certo mondo si teneva per la mano, l’uno con l’altro. Per que-sto gia nell’ultima audizione ho avanzato la richiesta, a cui oggi il Presi-dente ha risposto, di avere l’elenco delle principali imprese, private e non,che hanno avuto finanziamenti cosiddetti «baciati», per capire quante diesse hanno poi restituito. Oggi faccio formalmente una seconda richiestache e altrettanto importante, non tanto per i risparmiatori, quanto per ca-pire la genesi di cio che e avvenuto. Vorrei sapere quali sono le aziendetitolari di importanti azioni delle due banche, che – guarda caso – ilgiorno prima, poche ore prima, pochi giorni prima del crollo, hanno ven-duto le azioni. La questione oggi non e emersa e, devo dire con fran-chezza, me l’aspettavo; lo so che non vi riguarda, perche poi non torneraindietro nulla da questo punto di vista. Ma a mio avviso questo e uno deitemi centrali. Quindi chiedo formalmente che venga acquisito l’elencodelle aziende private, in possesso di grandi quote delle due banche, chequalche giorno prima, qualche ora prima, qualche minuto prima del tra-collo, hanno venduto le loro azioni.

E stato accennato da uno degli auditi il fatto che rimane comunqueancora anomalo anche cio che riguarda la vendita di BIM. Abbiamo vistoin questi giorni sulla stampa rilanciare la vicenda, in particolare del de-prezzamento – dai 520 milioni immaginati ai 30 milioni – sicuramentemolto forte. Chiedo pertanto al Presidente che possa essere prevista l’au-dizione di Pietro D’Aguı, ex amministratore delegato della BIM.

PRESIDENTE. Parleremo di tutto questo in Ufficio di Presidenza,dopo.

VILLAROSA (M5S). Signor Presidente, una brevissima premessa;non vogliamo fare polemica, ma non dobbiamo distorcere la realta. Noi,come Movimento 5 Stelle, abbiamo chiesto piu volte il rimborso totale an-che degli azionisti piu deboli, non solo degli obbligazionisti. Risulta an-cora incardinata a mia prima firma in Commissione finanze la risoluzioneche lo chiede, ma ci e sempre stato risposto che chi ha investito in azioniera consapevole che si trattasse di un titolo di rischio e che quindi non vie rimborso per gli azionisti.

Passando alle domande, avete parlato di pressioni all’acquisto, di-cendo che le banche premevano perche si facessero questi acquisti. Avete,anche in base alle testimonianze che vi hanno reso i risparmiatori, unadata di inizio di queste pressioni?

In merito alla documentazione – mi rivolgo in particolare alla dotto-ressa Bertorelli, sulla base delle dichiarazioni che ha fatto – avete a dispo-sizione prove documentali di qualsiasi tipo?

Avete anche il nome di qualche funzionario o dipendente di bancanominato da qualche risparmiatore, ad esempio dopo la risoluzione, che,per scusarsi, abbia detto di aver avuto delle pressioni, per cui poi, magari,il risparmiatore e venuto da voi e vi ha dato il nome di questo funzionarioo dipendente? In questo caso, se e possibile, vi chiedo di fornirci il nome;

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la Presidenza ci indichera il metodo migliore per poter ottenere questotipo di informazione. Se possibile mi piacerebbe ottenerla.

Tra i vostri risparmiatori avete azionisti che hanno ottenuto un finan-ziamento «baciato», cioe hanno acquistato azioni con un finanziamento«baciato», e che successivamente sono falliti? Mi interessa per un even-tuale concorso in bancarotta fraudolenta.

Mi e giunta voce – ma mi dovete aiutare: non ho le prove, magari cele potete fornire voi – che in alcuni casi, per bypassare la normativa Mi-FID (che prevede la possibilita di renderla un po’ piu debole se il cliente,in autonomia, effettua l’acquisizione di azioni sul proprio conto on line), iclienti venivano chiamati direttamente dalla banca e veniva chiesto loro diportare la propria chiavetta Internet per poter fare un acquisto con il pro-prio portatile o con quello della banca, ma con la loro chiavetta; questo,probabilmente, per una questione di IP, per l’identificazione, per evitareche partissero IP tutti dalla stessa filiale. In questo caso, sarebbe stata by-passata la potenza della normativa MiFID. Se avete indicazioni di questotipo, mi piacerebbe avere una conferma.

MOLINARI (Misto-Idv). Signor Presidente, ringrazio naturalmenteanch’io gli auditi. Mi interessa capire, mi rivolgo soprattutto al professorBettiol, che cosa si immagina quando parla di fondo di garanzia: ne ab-biamo uno attualmente nella nostra legislazione che e il Fondo di garanziaper le vittime della strada. Credo che in questo caso sia un po’ complessoriuscire a collegarlo, considerato il diritto commerciale esistente, perche faparte del patrimonio. Vorrei un chiarimento a tale riguardo.

BRUNETTA (FI-PdL). Signor Presidente, dalle audizioni che stiamosvolgendo emerge un dato costante, vale a dire come la vigilanza abbiatrattato in maniera diversa i singoli casi – lo diceva il collega Zanetti lascorsa settimana – per devianze, chiamiamole cosı, simili quanto a conte-nuto, ma molto diverse in ragione della quantita. C’erano atteggiamentiduri per la parte meno rilevante e lievi per la parte piu rilevante – mi ri-ferisco da questo punto di vista alla vigilanza – quindi forti con i deboli edeboli con i forti.

Oggi emerge pero anche un’altra tipologia, che conoscevamo, vale adire che l’intervento del Governo e stato certamente diverso in situazionidiverse, perche ogni situazione bancaria presenta le proprie specificita, maa tutela dei risparmiatori e stato assolutamente difforme. Basti pensare allaquantita di risorse destinate nel tempo a MPS rispetto a quelle dirette daparte dello Stato, per decisione del Governo, ad altri casi consimili.

Emerge dunque un caos e non solo all’origine, con riferimento allebanche che per statuto sono diverse, con forme di investimento e di rispar-mio diversificate.

Apro a questo proposito una parentesi: «speculazione» non e una cat-tiva parola. Galileo Galilei, che in questo palazzo fu condannato, era fa-moso perche «speculava» con il cannocchiale per cercare le regole univer-sali della gravitazione e dell’universo. La speculazione in economia e l’e-

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lemento fondante e vuol dire ottimizzazione, guadagno, crescita, sviluppoe profitto: la speculazione e cosa buona. Altra cosa e la speculazione fattain spregio alle leggi, alle regole e alle norme, ma la speculazione in se e labase dell’economia di mercato. Chiudo la parentesi e mi scuso per questapiccola banalita.

Aggiungo solo, presidente Casini, che un nostro compito dovra essereanche quello di capire perche lo Stato e il Governo abbiano trattato allafine in maniera diversa situazioni che, al di la delle singole tipologie so-cietarie, appaiono assolutamente simili. Non si capisce quindi perche sisiano trattati i risparmiatori e gli investitori in maniera assolutamente di-versificata, anche alla luce dei provvedimenti di ristoro parziale o totale ecosı via. Questo non puo essere accettato in uno Stato di diritto, in cuisituazioni simili devono essere trattate alla stessa maniera.

Ringrazio dunque molto gli auditi per averci riferito le situazioni diquanti rappresentano che, al di la di differenziazioni tipologiche – perchesiamo all’interno di un coacervo di diversita – alla fine presentano tuttaviacondizioni omologhe a quelle di altre banche, per cui devono trovare evi-dentemente – parlo de iure condendo – un trattamento simile da partedello Stato.

Mi chiedo – e concludo – perche anche le strutture di vigilanza ab-biano trattato in maniera diversa situazioni che, alla fine, si presentavanocome molto simili.

RUOCCO (M5S). Signor Presidente, la mia domanda e stata in realtaassorbita dalle precedenti. Volevo solo chiedere, se e possibile, di cono-scere il nome e il cognome dei funzionari che al retail vendevano allafine questi prodotti e le circostanze, nonche se c’e eventualmente la pos-sibilita di avere qualche testimonianza concreta.

DE PIN (GAL (DI, GS, PpI, RI). Signor Presidente, ringrazio tutte leassociazioni qui presenti.

In base a quanto e stato detto dai rappresentanti che abbiamo ascol-tato il quadro per me e chiaro e penso che lo sia anche per gli altri mieicolleghi. Qui si tratta di una truffa a danno di un determinato territorio,perpetrata sicuramente dall’amministrazione e dalla direzione delle ban-che, nonche dall’intervento gestito malissimo, a gamba tesa, di un Go-verno che ha cambiato piu volte le carte in tavola. Da oggi, quindi, nonpossiamo piu parlare di speculatori, ma di cittadini truffati: lo abbiamo ca-pito tutti.

A questo punto vorrei capire – e rivolgo la domanda a tutti i rappre-sentanti delle associazioni presenti, perche mi sembra che anche la Com-missione debba orientarsi verso questa via – perche delle banche che nelterritorio erano considerate le piu sicure e garantite ad un certo punto dellastoria devono ricapitalizzare, ricorrendo a tutta una serie di meccanismitruffaldini per restare nel mercato. E una chiave di lettura nuova e diversasu cui, secondo me, questa Commissione deve far luce.

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Chiedo inoltre ai rappresentanti presenti se hanno capito qual era ilvertice di questa mala gestio e perche si e operato in questo modo.MA-RINO Mauro Maria (PD). Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti per-che il quadro che e stato delineato e per noi sicuramente utile e ci permet-tera di sviluppare degli approfondimenti specifici.

In particolare, mi ha molto colpito cio che e stato detto da Elena Ber-torelli. Penso che sul tema delle classificazioni avremo la possibilita difare un primo approfondimento gia quando ascolteremo la CONSOB tradue giorni, mentre chiederei al Presidente di indagare sul meccanismodei preordini – una novita che non era emersa neppure in precedenti ap-profondimenti – che permettevano di passare da consulenza prestata adiniziativa del privato: si tratta infatti di un meccanismo che potrebbe ag-girare anche la MiFID II, oltre che sicuramente la MiFID I. Visto chesiamo qui anche per cercare di capire come evitare alcune distorsioniper il futuro, mi sembra che questo potrebbe essere un aspetto da analiz-zare.

Condivido poi totalmente quanto diceva il collega Dal Moro, per cuichiederei di acquisire non soltanto gli elenchi di coloro cui non sono statevendute le azioni, ma anche di coloro a cui sono state ricomprate perche,dal quadro che ci e stato dato dalla dottoressa Bertorelli, sembra che cifosse una capacita di dissuasione forte che immagino fosse rivolta mag-giormente verso i piu deboli: sarebbe interessante capire se e stato utiliz-zato lo stesso di tipo di atteggiamento o un altro o se ci sono state inveceazioni che hanno portato ad avere comportamenti molto dissimili.

Mi ha colpito poi cio che diceva il dottor Cavalcante perche, effetti-vamente (e in parte questo e stato ripreso dall’onorevole Dal Moro), al-cuni asset fondamentali sono stati, di fatto, svalutati notevolmente. Ab-biamo letto anche noi cio che e emerso l’altro giorno sui giornali.

In questi cinque mesi di gestione importante e significativa, che na-scevano anche, se non erro, da un conflitto fra due visioni diverse che viha portato poi alla presentazione delle liste, c’e stata, come elemento dicontinuita, la presenza del dottor Carrus. E un fatto, questo, che oggetti-vamente un po’ mi stupisce, perche Carrus e anche colui che ha preso al-cune decisioni e che comunque aveva presentato un piano industriale.Vorrei capire qual e l’interazione rispetto a questo elemento di continuita,a fronte del conflitto che c’era stato nella presentazione delle liste, e comequesto si sia riverberato negativamente in decisioni che non sono state as-sunte e che hanno visto depauperare ulteriormente la banca. Mi sembra unelemento assolutamente essenziale.

Permettetemi, poi, di dissentire sul fatto che ci si sia comportati inmaniera diversa rispetto a fattispecie uguali. Le fattispecie in alcuni casierano simili, ma erano molto diversi gli strumenti che sono stati utilizzati,perche erano tre fattispecie non comparabili. Come elemento comune c’estata la volonta del Governo di non utilizzare lo strumento del bail in chein un caso – quello delle quattro banche – non era ancora utilizzabile, inquanto la normativa entrava in vigore dal 1º gennaio e il primo interventoe stato quello del novembre 2015. Ma tra il caso di MPS, dove l’inter-

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vento era di ricapitalizzazione a fronte di una situazione negativa di stress

avverso, e quella che e stata l’operazione sulle due banche venete (dovec’e stato un inizialmente lento e poi rapido e improvviso peggioramentodella situazione) si e cercato di intervenire con vari sistemi. L’interlocu-tore principe sara il Governo, con cui ci confronteremo, ma vale comun-que la pena di capire, perche lı c’e un problema a monte, quale sia l’in-terazione tra il non voler utilizzare i soldi pubblici per salvare delle ban-che (che era il meccanismo del bail in) e il bail out che esisteva preceden-temente. Nel rapporto fra queste due diverse fattispecie, capire quale sia lafilosofia di fondo ci servira come elemento di conoscenza per il futuro,soprattutto quando, l’anno prossimo, dovremo proporre una riformulazionedella BRRD, questione rispetto alla quale questa Commissione forse potradire qualcosa di utile.

BRUNETTA (FI-PdL). Non siamo stati in grado di utilizzare ilFondo interbancario di garanzia: questo e il tema dei temi.

MARINO (PD). Non ci e stato permesso.

BRUNETTA (FI-PdL). Non e vero. Non e vero.

TOSATO (LN-Aut). Signor Presidente, ringrazio anch’io, natural-mente, tutti i rappresentanti delle associazioni. Correttamente, ella ha ini-zialmente affermato che questa Commissione non puo occuparsi delle mo-dalita di ristoro dei risparmiatori truffati. Mi auguro, pero, signor Presi-dente, che alla fine del lavoro in questa Commissione, nei documentiche noi stileremo vi sia necessariamente la presa d’atto del fatto che intutta questa vicenda i risparmiatori (e non speculatori) sono stati palese-mente truffati. Oggi gli auditi ci hanno ampiamente fornito gli strumentiper poterlo affermare e quindi, essendo noi una Commissione di inchiesta,mi auguro che ci sia anche questo punto fermo che rappresenta per noi undovere morale inserire nel testo finale, affinche esso sia uno strumentoutile al prossimo Parlamento e al prossimo Governo, qualunque essosia, per capire che quella delle banche e dei risparmiatori nelle banchenon puo essere considerata una partita chiusa in cui lo Stato ha fatto tuttoquello che doveva fare per tutelare i risparmiatori.

Dico anche che e vero che le situazioni erano diverse tra le tre tipo-logie di interventi e di banche che si sono manifestate in questi anni. Eevidente, pero, che un punto fermo era analogo, cioe che ci siamo trovatidi fronte a risparmiatori truffati che quindi dovevano essere trattati allostesso modo: con modalita e forme diverse a seconda delle tipologie,ma dovevano essere tutelati allo stesso modo. Ed e evidente che cionon e avvenuto.

Passo ora a porre due domande. La prima riguarda il ruolo dellaBanca d’Italia e di CONSOB. Mi stupisce, onestamente, una situazioneper cui, verso il 2013-2014, le relazioni delle ispezioni di questi organismidi tutela diventano improvvisamente drammatiche e diventano anche ele-

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mento di inizio di indagini molto approfondite mentre, invece, negli anniprecedenti, cio non e mai avvenuto. E fondamentale, per noi, capire se lamala gestio era effettivamente legata a quegli anni o se si e realizzata pro-gressivamente, anche negli anni precedenti, e semplicemente non e statadoverosamente evidenziata dagli organismi di controllo. Io ho avuto lasensazione di un risveglio improvviso e tardivo che poi ha creato anchedegli effetti collaterali, con un effetto di fuga dei risparmiatori dalle ban-che che forse non sarebbe avvenuto in modo cosı drammatico se l’attivitadi controllo fosse stata scandita piu correttamente nel corso degli anni.

Il nostro dovere e anche di capire se l’atteggiamento dei controllorisia stato dettato, negli ultimi periodi, esclusivamente da un tentativo di tu-telare se stessi rispetto a quel ruolo che avrebbero dovuto sempre svolgeree che hanno invece deciso di svolgere solo all’ultimo momento, quando lasituazione era ormai drammatica. Chiedo una vostra valutazione, quindi,rispetto alle tempistiche.

In tutta questa vicenda c’e una fase che, secondo me, non e stata stu-diata approfonditamente, che e quella della decisione della liquidazionedelle banche. Io ritengo che quel momento sia stato cruciale, perche, difatto, con quella decisione sono state tolte tutele ai risparmiatori e si e pri-vato un territorio – il nostro, quello veneto – delle sue banche. E stata unascelta apparentemente anche politica, evidentemente, rispetto a delle re-sponsabilita di esponenti del anche nostro territorio. Vorrei pero capire– qualcuno lo ha accennato – se questa sia stata, a vostro avviso, «la» so-luzione o se sia stato invece un momento che poteva essere evitato.Chiedo a voi, che avete vissuto quella fase drammatica, che sensazioniavete avuto in quei momenti.

D’ALI (FI-PdL XVII). Signor Presidente, pongo ai rappresentantidelle associazioni dei consumatori la seguente questione. In particolareBanca Popolare di Vicenza, negli ultimi anni, aveva creato un grupposparso su tutto il territorio nazionale. Vi risulta che presso le banchedel gruppo Banca Popolare di Vicenza si siano verificate le stesse pratichedi induzione all’acquisto di azioni della Banca Popolare di Vicenza attra-verso sportelli di altre banche, ad esempio Banca Nuova in Sicilia? Vichiedo a tale riguardo se abbiate riscontrato, nelle vostre associazioni, an-che casi di persone truffate attraverso sportelli bancari di altre banche ap-partenenti comunque a quel gruppo.

SIBILIA (M5S). Signor Presidente, innanzi tutto ringrazio tutti coloroche sono intervenuti e che ci hanno raccontato la loro esperienza.

Singolare la scelta della data – quella del 31 ottobre, Giornata mon-diale del risparmio – che noi festeggiamo qui, con questi racconti. Estrano e il caso che essa coincida con la festa di Halloween, che e la ce-lebrazione dei mostri e di coloro che vengono dagli inferi. Il celebrante diquesta festa e sempre Visco. Oggi, infatti, il rapporto del Governatoredella Banca d’Italia sulla Giornata mondiale del risparmio parla di econo-mia, di rafforzamento, di ripresa del credito, di prospettive del settore ban-

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cario e della tutela del risparmio. Siamo, quindi, di fronte a un Governa-tore della Banca d’Italia, appena rinominato da questa maggioranza, cheha questo tipo di atteggiamento. Io vorrei sottolinearlo, perche ritengoche sia il modo giusto per festeggiare la Giornata mondiale del risparmio.

Arrivando alle considerazioni, cari signori, e mi rivolgo soprattutto aicolleghi qui presenti, tutti noi, tutto l’arco costituzionale, stiamo condivi-dendo in questa sede che ci sono state una serie di elusioni di leggi chehanno truffato i risparmiatori. A me non sembra che il decreto-leggeche qualcuno di voi qui presente ha votato abbia avuto dimensioni di so-stegno ai truffati del risparmio. Mi sembra che questa situazione vada ag-giustata. Magari non avevate gli elementi all’epoca; oggi li abbiamo, nondobbiamo aspettare la prossima legislatura. C’e un disegno di legge di sta-bilita in corso e se ci sono delle cose da fare vanno fatte subito, dal mo-mento che tutti concordiamo che questi signori sono stati truffati. E cosıoppure no? (Commenti).

DEL BARBA (PD). Se la vogliamo buttare in politica...

PRESIDENTE. Colleghi, scusate, ho l’obbligo di garantire a tutti dipoter intervenire. Stara all’intelligenza dei colleghi capire se fare una cam-pagna elettorale anticipata o se attenersi alle domande che vogliamo porreai nostri auditi. Peraltro, vorrei far presente all’onorevole Sibilia che, perquanto mi riguarda, non e una curiosa coincidenza che stiamo ascoltando irappresentanti dei risparmiatori nella Giornata del risparmio, ma un’inten-zione precisa, perche credo che fosse giusto onorare le associazioni che sibattono per la tutela dei risparmiatori che purtroppo hanno subito raggiri.

SIBILIA (M5S). Signor Presidente, sono d’accordissimo, ma volevoannotare questa discrasia: si festeggia la Giornata mondiale del risparmioma stiamo ascoltando cose che il risparmio un po’ lo mettono in difficolta.Questo non succede per caso, ma perche questo Governo ha fatto delleoperazioni. Se uno fa delle operazioni, poi se ne prende le responsabilita.Non capisco per quale motivo non si possa andare in questa direzione.Questo l’hanno detto le persone che abbiamo scelto di audire, non losto dicendo io. Ci sono le sedi in cui intervenire. Se prendiamo tuttiatto che quanto successo e una truffa ai danni dei risparmiatori, si tratteradi agire di conseguenza. Poi ognuno fara le sue valutazioni.

Attenzione a scagionare la vigilanza bancaria. Chi crede in questasede che quello che ci stanno raccontando sia successo solo dal 2013? Si-curamente poteva essere successo anche prima. Allora credo che sia ne-cessario e di tutta evidenza...(Commenti). Ringrazio i colleghi, davveromolto educati, che mi stanno interrompendo continuamente.

PRESIDENTE. Colleghi, piu noi interrompiamo e piu in ogni casocomplichiamo i lavori. Si tratta anche di rispetto nei confronti dei rappre-sentanti dei risparmiatori qui presenti.

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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SIBILIA (M5S). Vorrei soltanto aggiungere un elemento che potrebbeinteressare tutti, ossia verificare la coerenza dei verbali ispettivi della Vi-gilanza bancaria del 2009 con quelli del 2013, e magari fornire quegli ele-menti alle procure, perche tante delle cose denunciate sono gia all’inter-no...(Commenti). Ancora una volta vengo interrotto. Dato che siete i piubravi del mondo, lasciamo parlare i colleghi della maggioranza; non vo-glio piu rubare tempo, perche tanto loro sono i piu bravi.

PRESIDENTE. Il tema del confronto tra i verbali che hanno attivatogli interventi delle procure e i verbali delle ispezioni precedenti dellaBanca d’Italia e stato e sara al centro dell’audizione che avremo il pros-simo giovedı con il capo della Vigilanza Barbagallo.

MELONI (FdI-AN). Signor Presidente, anch’io ringrazio per la se-rieta, la dignita e l’approfondimento che le associazioni qui presenti hannomostrato nel raccontarci la loro vicenda che riguarda migliaia di persone.Mi sembra che, andando avanti nei lavori di questa Commissione, si stiaarrivando un po’ a dama. Quella che ci viene raccontata e una doppiatruffa. La prima e ai danni di famiglie, imprese, persone normali, chenon avevano gli strumenti per difendersi dalla banca e che vedevano labanca come un luogo di estrema serieta. Sono d’accordo con l’interventodel collega Paglia che parlava di una pratica molto diffusa anche ai varilivelli gerarchici di gestione della banca.

Tra i compiti della Commissione vi e quello di verificare che non cifossero delle indicazioni precise su come truffare la gente e che quelle in-dicazioni non arrivassero dai vertici del sistema bancario. Cio significaconfigurare un’associazione a delinquere e che non possiamo fare fintache le autorita di vigilanza non abbiano delle responsabilita: se a frontedi una pratica cosı diffusa la vigilanza non se ne accorge, non abbiamobisogno di pagare lauti stipendi per far vigilare qualcuno che non lo fa.Se non ti accorgi che stanno truffando migliaia di persone, CONSOB lapossiamo chiudere, Banca d’Italia l’abbiamo svenduta – anche quella sa-rebbe un’altra grande questione – e quindi non c’e bisogno della vigilanza.Chiederemo alle autorita di vigilanza di chiarire le loro responsabilita,quando verranno audite.

Inoltre, c’e una responsabilita della politica. Senza arrivare ai temidel collega Sibilia, perche sono questioni che attengono obiettivamenteil confronto politico, rimane il fatto che i decreti adottati dalla politicain alcuni casi hanno anche «scudato» i responsabili di quei fallimenti,che hanno tutelato chi aveva delle responsabilita nella gestione di questebanche.

Perche la politica e responsabile? Perche quando la politica e interve-nuta, noi abbiamo detto – e questa, dal mio punto di vista, e la secondagrande truffa messa in piedi – che lo Stato aveva bisogno di interveniresul sistema bancario perche, quando era arrivata la crisi economica, le fa-miglie e le imprese di questo Paese non erano riuscite a restituire i debiticontratti con le banche e quindi la politica era dovuta intervenire per dare

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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una mano alle banche fallite perche le famiglie e le imprese non ce l’ave-

vano fatta a ridare indietro i soldi. Falso. L’ho gia detto e lo ripeto: falso.

Perche poi i dati di Banca d’Italia dicono che il 70 per cento delle soffe-

renze bancarie e in mano al 3 per cento dei debitori. E a casa mia il 3 per

cento dei debitori che hanno in mano 140 miliardi di sofferenze bancarie

non sono famiglie e imprese; non e il piccolo risparmiatore che con la

crisi non e riuscito a restituire i debiti, ma sono i famosi amici degliamici, a cui sono stati dati crediti milionari ben sapendo in molti casi

che quei crediti non sarebbero rientrati. Quindi la truffa e doppia: da

una parte si truffa il povero risparmiatore e dall’altra, anche con i soldi

che si truffano al povero risparmiatore, si concedono prestiti a persone

che i soldi li hanno ma non li restituiranno, con i quali si hanno rapporti

di natura diversa. E a tale proposito in alcuni casi lo stiamo anche dimo-

strando; qualcosa ci e stato detto anche nei tempi passati. Ovviamente lerisposte dei risparmiatori avrebbero potuto essere diverse.

Questo per dire che bisogna andare fino in fondo sul tema del ruolo

delle vigilanze e continuiamo a chiedere – signor Presidente, sono con-

tenta che lei abbia mandato una lettera perche e la prima delle questioni

che questa Commissione deve chiarire – la lista dei grandi debitori insol-venti: e lı che questa vicenda si chiarisce. Gli italiani hanno diritto di sa-

pere per pagare i debiti di chi hanno dovuto mettere miliardi nel sistema

bancario italiano, atteso che i soldi ce li hanno messi i risparmiatori, gli

azionisti e gli italiani comuni, quindi anche coloro che non avevano obbli-

gazioni e azioni all’interno di queste banche. E giusto che gli italiani sap-

piano a chi stanno pagando i debiti che non sono tornati.

A molte delle domande che avevo gli auditi, senza saperlo, hanno gia

dato una risposta. Pero, proprio perche vogliamo essere molto seri e per

aiutarci a circoscrivere il fenomeno, rivolgo loro una domanda che ho

gia fatto anche ai procuratori, che pero mi hanno risposto che non hanno

contezza di questo fenomeno. Noi sappiamo che in alcuni casi e accaduto

che all’interno di queste banche, per l’appunto, ci fossero un po’ degli

«amici degli amici»: metodi diversi utilizzati tra un risparmiatore e un al-tro, nonche tra un azionista e un altro.

In alcuni casi abbiamo letto di una versione per cosı dire hard dei

finanziamenti «baciati», vale a dire di prestiti concessi, finalizzati all’ac-

quisto di azioni, che avrebbero garantito un rendimento anche in assenza

di dividendo, cioe a dire: io ti vendo delle azioni che prevedono uno

sconto sui tassi di interesse, ad esempio, o dei bonus speciali anche nelcaso in cui l’azione non eroghi un dividendo. Si dice che in certi casi que-

ste lettere prevedessero addirittura una data assicurata di riacquisto della

stessa. Siccome, come voi capite, cio configura nel campo degli azionisti

due diverse fattispecie – quelli che sono stati truffati e quelli che sono

stati complici – a noi serve sapere se potete aiutarci a fare questa distin-

zione tra gli azionisti delle banche perche ovviamente, immaginando di

dover dare una mano a chi e stato truffato, non vorremmo dare unamano a chi e stato truffatore.

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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BELLOT (Misto, Fare!). Signor Presidente, saro molto rapida, vistoche molte domande sono gia state poste e ricorrono in molti interventi deicolleghi della Commissione.

Voglio innanzi tutto ringraziare i nostri ospiti perche, tenuto contodelle testimonianze che ci hanno portato, al di la dei dati e dei documentidepositati, che poi andremo a vedere, dal punto di vista umano e sicura-mente pesante lo sforzo che stanno sostenendo con riferimento a quelleche sono le vicende intime dei risparmiatori.

Ho una domanda riguardo al fatto che, come e stato evidenziato, sitratta probabilmente di un fenomeno sistemico delle banche, che hannoavuto comunque gioco forte all’interno di un tessuto economico comequello della realta veneta, che era una realta importante in cui riconoscersie di cui sentirsi parte. Anche qui e stato fatto il discorso della famiglia edei genitori, nel senso che chiunque cercava di dare il proprio contributo ei propri averi in piena fiducia, sentendosi parte della crescita di un si-stema.

Ci siamo poi trovati, invece, con un’implosione del sistema dovuto –e cio e abbastanza evidente – a truffe, a raggiri o comunque all’utilizzodella buona fede delle persone, come risulta dai documenti e dalle testi-monianze che, come avete gia dichiarato, potrete anche metterci a dispo-sizione, nel caso in cui eventualmente ne facessimo richiesta.

Nel 2008 la crisi economica diventa importante: parliamo di un tes-suto di piccole e medie imprese, di addetti di piccole realta, ma anche diun indotto che vede poi a ricaduta il coinvolgimento di aziende con pochioperatori, quindi con delle capacita molto deboli di sostenere l’indebita-mento.

E stato chiesto giustamente l’elenco dei grandi debitori – e speriamodi averlo in tempi molto brevi – e di sapere quanto hanno poi ristornato,chi ha ripagato e chi no. Quello che vorrei capire e se potete dirci quantidei vostri clienti – che alla fine, lo si sente dalle vostre dichiarazioni, di-ventano non dico degli amici, ma comunque un tessuto di persone quasifamiliare – si sono trovati in realta a dover subire questa forma di ricatto,per usare un termine forte, o comunque di obbligo di aderire a questi ac-quisti (penso alle operazioni «baciate») o di assumere mutui e, nella dif-ficolta economica di fare fronte alla crisi, hanno avuto poi come riscontro,con la situazione di queste banche, il fallimento dell’azienda. Vi chiedo didirci quanti sono i clienti che state seguendo che hanno dovuto fare frontea questa situazione con la chiusura, il licenziamento e quant’altro, perchepenso che diversamente avrebbero potuto forse – non dico tutti – sostenerela crisi in maniera diversa oppure uscirne avendo per lo meno ancoraun’azienda per quanto piccola, ma ancora viva.

GIANNINI (PD). Signor Presidente, mi associo anch’io non ritual-mente al ringraziamento agli auditi, che ci aiutano davvero a capire e acominciare ad identificare un quadro decisamente inquietante. Credo cheil quesito posto dell’avvocato Arman nella relazione introduttiva, cioe sa-pere che cosa e successo realmente, cercando la verita, sia sostanzialmente

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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la missione piu nobile e piu importante che questa Commissione si e as-sunta.

La mia domanda riguarda un aspetto specifico che, in parte, e giaemerso dagli interventi di altri colleghi, ma che non riesco ad esimermidal riproporre in maniera piu focalizzata e puntuale. Mi rivolgo proprioall’avvocato Arman, ma probabilmente altri auditi potrebbero assumersil’onere della risposta.

Emerge indubbiamente, come molti colleghi hanno detto, una condi-zione sistemica, strutturale, direi quasi permanente e di lungo termine, chesi radica quindi nel tempo ben prima delle segnalazioni di Banca d’Italiache hanno poi dato origine alle indagini della procura e a tutto quello cheabbiamo capito – non solo dall’audizione odierna, ma anche da quelle pre-cedenti delle procure – essere una condizione di elusione quanto meno dinorme e, nella migliore delle ipotesi, di inefficienza dei meccanismi e deicontrolli deputati e attribuiti agli organi di vigilanza a vario livello. Il con-testo mi sembra dunque chiaro.

Le chiedo, avvocato Arman, se e in che misura in questo ecosistematerritoriale, in cui l’assemblea dei soci nell’ambito delle banche popolariaveva e ha – a parte la trasformazione avvenuta in questo caso – un ruolodi partecipazione e di percezione diretta delle politiche della gestione,tutto cio non sia stato minimamente percepito fino alla data fatidica del2013, scatenando poi – cito dall’intervento del dottor Cavalcante che an-ch’io, tra gli altri, ho molto apprezzato – un crollo totale e irrecuperabiledella fiducia. Dal nostro punto di vista, quanto meno mio personale, e dif-ficile immaginare le condizioni di questa discontinuita totale, per cui da«un tutto va bene» per cui la banca – mi riferisco soprattutto alla BancaPopolare di Vicenza – e perno e struttura di riferimento nello sviluppo sipassa poco dopo, invece, ad un sistema truffaldino – cito dagli interventi,sia ben chiaro – che ha messo drammaticamente un intero territorio incondizioni di disastro individuale e collettivo.

PRESIDENTE. Colleghi, ringrazio tutti, chi ha fatto considerazioni echi ha fatto domande. Alla fine siamo riusciti, in tempi comunque limitati,a svolgere l’audizione odierna, che aveva per noi un significato impor-tante.

Lascio ora la parola agli auditi per le risposte.

BETTIOL. Sul fondo di solidarieta ricordo le leggi del 1990 e del1991 in materia di vittime della criminalita organizzata, terrorismo e estor-sione. Si prevede un contributo dello Stato, anche indipendentemente dalpassaggio in giudicato della sentenza, sulla base delle sole informazionidate dalla procura; questo per chiarire che per l’intervento da parte delloStato non occorre aspettare il passaggio in Cassazione.

Si e fatta una richiesta di nomi: faccio presente che negli atti proces-suali riferiti ai grandi debitori sono indicati anche i funzionari che in qual-che modo sono intervenuti e sono anche documentate, almeno per quanto

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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ho potuto verificare direttamente per Veneto Banca, le direttive che sonostate date perche ci fosse il massimo sforzo per la vendita delle azioni.

Non aggiungo altro, se non dire: attenzione, perche le «baciate» sonoil cuore di tutto il processo, non sono un fatto irrilevante o qualcosa delgenere. Le «baciate» sono contestate come elemento costitutivo del reato,sotto il profilo delle false comunicazioni alla Banca d’Italia.

ARMAN. Le domande sono state numerose e anche difficili, ma pernoi ovviamente estremamente interessanti. Cerchero di rispondere a tantecon la storia, per come l’abbiamo vissuta noi, di queste banche. All’in-terno di questa ricostruzione – che mi permetto di ritenere di poter fareperche sono socio da oltre quarant’anni – si puo capire come si sono svi-luppate determinate dinamiche.

C’e da dire che queste banche hanno un’origine antichissima: partonodal tentativo di far rinascere l’economia del territorio veneto e d’Italia lan-ciato dal Luzzatti – non voglio tediarvi su queste questioni – e sono an-date avanti. Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca originariamenteerano due realta territoriali ristrette, come tante altre banche popolari,poi nel tempo, pian piano, hanno fatto acquisizioni. Io nasco come sociodi Banca Popolare Celestino Piva di Valdobbiadene, acquisita prima del2000 da Banca Popolare di Vicenza.

In quel periodo comincia la campagna acquisti delle banche popolari:Veneto Banca prima era Banca Popolare di Asolo e Montebelluna, perchela Banca di Montebelluna aveva acquisito la Banca di Asolo e aveva as-sunto il nome delle due realta territoriali; Banca Popolare di Vicenzaaveva invece assorbito tante banche di volumi minori presenti sul territo-rio veneto, dal Garda fino a Udine e a Belluno.

La situazione per noi era di estrema tranquillita. Io ho partecipato amoltissime assemblee prima degli anni 2000 e dopo gli anni 2000. Taletranquillita non era solo il frutto di dabbenaggine, ma anche della consul-tazione attenta di tutta la stampa specializzata che in quel periodo trattavala questione delle banche. Mi piace sempre ricordare che la stampa spe-cializzata, non ultimo «Il Sole 24 Ore», ha sempre dipinto le banche ve-nete come banche esemplari all’interno del tessuto delle banche italiane.Molte altre testate specialistiche hanno percorso questa strada e diciamoche l’appoggio dei mass media sulla solidita delle banche e stato fonda-mentale anche per vincere quei modestissimi contrasti che si sono svilup-pati all’interno delle assemblee.

Prima e stata posta sovente la domanda se nelle assemblee non fos-sero mai emersi fatti tali da indurre nel dubbio. Sı, talvolta ci sono statedelle contestazioni, ma le abbiamo sempre lette come tentativi di scalataal potere piu che come tentativi di far luce su situazioni economicamenteambigue o preoccupanti e sono state gestite dagli amministratori talvoltacon fermezza, talaltra con superficialita. Ma noi risparmiatori, tranne qual-che interesse diretto talvolta, non ci siamo mai preoccupati proprio sullascorta delle assicurazioni fornite: da Banca d’Italia, che non ha mai solle-vato dubbi; da CONSOB, che non ha mai sollevato dubbi ancorche ne

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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avesse facolta; dalla stampa specializzata, tranne rarissimi casi (percheadesso c’e qualcuno che riesce a trovare qualche ritaglio di giornaledove qualcuno accampava, ma io non l’ho mai letto, e l’ho sempre detto,ho prestato una discreta attenzione); dai vari commentatori (di cui poi par-lero piu diffusamente avanti), che non hanno mai sollevato questioni circala solidita delle banche, che per noi era vissuta come una solidita addirit-tura superiore a quella dello Stato. Qualsiasi risparmiatore veneto, infatti,posto di fronte alla scelta di acquistare BOT o titoli di banche popolarivenete, se ve ne fossero stati in vendita (il professor Brunetta ne me nefa cenno), avrebbe sicuramente acquistato prima dalle popolari venete epoi, ben dopo, i BOT.

Quindi, una situazione che, per certi versi, rende inspiegabile tuttocio che e accaduto dopo.

Mi preme anche sottolineare, per dovere di onesta intellettuale, maanche per dare merito a chi non ha solo colpe, che nel periodo della crisi,nel quale tutte le banche nazionali che adottavano meccanismi di elargi-zione del credito di tipo transazionale, quindi molto rigidi, si sono ritiratedal mercato dei crediti della Regione che io conosco, il Veneto (non so selo abbiano fatto anche nelle altre parti d’Italia), le banche popolari veneteoggettivamente si sono assunte un ruolo che di fatto e stato, a mio avviso,importante per la tenuta economica della Regione. Questo, pero, non leesime dalle responsabilita per cattiva gestione, responsabilita che passanoanche attraverso le operazioni «baciate» di cui parlero dopo. In tutta que-sta vicenda c’e qualcosa che non ci e chiaro. Infatti, come e stato osser-vato dall’onorevole Meloni, queste banche ad un certo punto hanno co-minciato ad avere un trattamento differente, sono state fatte oggetto di at-tenzioni particolari.

Teniamo conto che nel periodo 2014-2016 di fatto e cambiato ilmondo bancario, perche sono entrate le regole europee che hanno richiestoin pochi anni il raddoppio dei coefficienti di capitalizzazione delle banche.Con criteri del genere, banche che sicuramente erano gia sotto stress per ilforte impegno gestionale del territorio hanno subito evidentemente unaconseguenza molto pesante; ma e la conseguenza che avrebbe subito an-che una miniera d’oro in quelle condizioni che repentinamente sono stateimposte: raddoppiare i coefficienti di capitalizzazione in due anni e unacosa difficilissima da fare.

Credo che le fasi successive siano quelle che piu ci dovrebbero pre-occupare dal punto di vista della comprensione di cio che e accaduto. Dal2013, di fatto, Banca d’Italia e in ispezione costante all’interno delle duebanche. Qui va fatta una distinzione tra come si sono svolte le ispezioniall’interno di Veneto Banca e quelle all’interno di Banca Popolare di Vi-cenza, di cui parlero dopo. Non potevano, pero, non essere a conoscenzadella reale situazione delle banche. Situazione che, pero, non era allar-mante; ad esempio, infatti, Veneto Banca ha superato gli stress test del2014, cosa che non ha fatto la Banca Popolare di Vicenza per pochi de-cimali.

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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Arriviamo cosı al momento della crisi. A un certo punto appren-diamo, come una bomba, che queste banche sono in crisi. Con la delica-tezza del classico elefante nel negozio di cristalli, la stampa informa ilmondo intero che queste banche stanno tracollando. Lo shock reputazio-nale alla base del disastro delle banche, quindi, parte da quel momentoper una pessima gestione della comunicazione da parte di chi aveva il do-vere di muoversi con attenzione, con competenza, tenendo conto non degliinteressi che io non so definire, ma degli interessi della collettivita, delsistema bancario e dei risparmiatori, che sono quelli che dovrebbero farcapo a Banca d’Italia.

Sono allora cambiati i vertici delle banche; arrivano come ammini-stratori il dottor Carrus a Veneto Banca e il dottor Iorio a Vicenza, di fattoimposti dal controllo BCE. Sono stati uomini scelti dai controllori. Questiuomini sono stati posti al timone delle due banche e hanno redatto pianiindustriali in virtu dei quali noi soci delle banche siamo stati portati alleassemblee di trasformazione, del 19 dicembre per Veneto Banca e del 5marzo per Banca Popolare di Vicenza, imposte dalla legge Renzi, che im-poneva la trasformazione per gli istituti con un volume superiore agli 8miliardi di euro (e noi ci rientravamo, mentre Bari rimaneva fuori per po-che decine di milioni).

Siamo andati a queste assemblee, che di fatto hanno sancito il disa-stro delle nostre banche, sulla scorta di informazioni – vi prego di pren-dere nota di quello che sto dicendo – che poi si sono dimostrate total-mente errate o false. I piani industriali redatti sia dal dottor Iorio chedal dottor Carrus si sono dimostrati completamente incapaci di risolvereil problema; anche perche il problema non lo hanno affrontato nel periodo.Ora non ricordo piu chi fosse colui che ha sollevato addirittura la que-stione delle errate o false comunicazioni – datemi il beneficio del dubbioperche non ho un ricordo preciso – circa il prospetto informativo per l’en-trata in borsa. Era un uomo del sistema bancario, che ha detto che le ban-che venete – e quindi le amministrazioni Carrus e Iorio – hanno fornitoinformazioni che non erano coerenti con la realta economica.

Noi risparmiatori, a questo punto, abbiamo subito il secondo inganno.Il secondo inganno e stato andare a votare la trasformazione in Spa dellebanche popolari venete sulla scorta di un piano industriale e di informa-zioni sostenute a reti unificate da tutta la stampa nazionale, da tutti i pen-satori, da tutti gli economisti che dicevano che questa era la soluzione peril problema delle banche venete; pareva infatti che il problema delle ve-nete fosse il voto capitario e le relazioni all’interno dei consigli di ammi-nistrazione.

Ricordo ancora le parole dell’allora premier Renzi che, quasi canzo-nandoci, ci ha detto: state tranquilli. Voi siete degli speculatori. Quando cisara la quotazione in borsa, lı vedremo il vero valore delle banche. Noinon siamo mai andati in borsa. Non c’e stato l’aumento di capitale cheera stato promesso. Nel momento in cui siamo stati chiamati alle votazionidi trasformazione, era stato promesso un intervento di ricapitalizzazione,garantito da Unicredit e da Intesa San Paolo. Ma Unicredit, per la Banca

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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Popolare di Vicenza, si e ritirata prima della ricapitalizzazione senza pa-gare neanche penale, e Banca Popolare di Vicenza ha pagato anche glioneri di intermediazione sul contratto di aumento di capitale. Tutto questolo trovate all’interno del prospetto informativo sull’aumento di capitale del2016, all’incirca a pagina 700 e seguenti. Sono tutte informazioni estrema-mente interessanti per capire come si possano risolvere contratti da mi-liardi con una stretta di mano e una pacca sulle spalle.

A quel punto, il sistema delle banche si trova in grossa difficolta per-che non c’e piu la garanzia di riacquisto sull’inoptato. E noi risparmiatori,che veniamo accusati di non aver avuto il coraggio di ricapitalizzare lebanche, ci siamo trovati nuovamente di fronte al dubbio e a chiederci:ma come? Andiamo a ricapitalizzare dopo che le garanzie che ci eranostate date sono state sottratte? Cosa sta bollendo in pentola qui?

Mettetevi nei panni dei risparmiatori che vengono chiamati a privarsidella loro forza all’interno delle banche, del voto capitario, votando unatrasformazione su un piano industriale e su una promessa di riacquisto del-l’inoptato sull’aumento di capitale; garanzie che non vengono mantenute,ne l’una ne l’altra.

Quindi, arriva il fondo Atlante. Fondo Atlante che nasce con la pro-spettiva di guadagnare almeno il 6 per cento in questa vicenda. Esso lan-cia una ricapitalizzazione pilotata dove, comunque vada, mantiene il 52per cento, cosa che gli permette di nominare tutti – tutti – i membri delconsiglio di amministrazione. Voi avreste ricapitalizzato in una situazionecome questa? Chi e che va a mettere il proprio denaro in una situazionedove non ha la possibilita di nominare almeno un amministratore a vigi-lanza di quello che succede?

Eppure i veneti, anche in quell’occasione, si erano impegnati cer-cando di intervenire per trovare i denari per salvare le proprie banche.Non e stato possibile, perche c’e stata una forte opera di dissuasione al-l’intervento di ricapitalizzazione da parte dei privati dalle strutture dellebanche. E qui arriviamo ad una delle domande che sono state poste:come si sono comportate le strutture delle banche?

Ebbene, e chiaro: per quanto concerne le strutture delle banche, an-corche i dipendenti fossero anche soci, nel periodo del voto capitario i di-pendenti sono stati fondamentali per le scelte aziendali, fintanto che nonvi e stata la trasformazione delle banche da societa cooperative a societaper azioni. Sono stati, pero, ancora piu determinanti al momento della tra-sformazione delle banche da societa cooperative a societa per azioni, per-che l’attivita capillare (che noi abbiamo anche denunciato, per essere im-propria) dei dipendenti delle banche per convincere i risparmiatori a vo-tare favorevolmente al piano di trasformazione e stata fondamentale.

Invito questa Commissione ad acquisire i verbali e le registrazionidelle assemblee di trasformazione. Da quella visione potranno avere con-tezza del clima all’interno del quale si sono sviluppate le scelte che poihanno determinato il tracollo di queste due banche. I dipendenti sono statifondamentali. I dipendenti, in quel momento, si erano messi al servizio dei

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nuovi padroni delle banche, che parevano essere i controllori BCE e pa-reva essere Banca d’Italia.

Noi risparmiatori, a questo punto, ci siamo trovati di fronte a una si-tuazione per noi totalmente compromessa. Ora non rappresentiamo nulla,ma da proprietari delle banche, dopo l’aumento di capitale, con una quo-tazione delle nostre azioni portata da fondo Atlante, di fatto, a 0,10, siamopassati dal 100 per cento a meno del 2 per cento di proprieta all’internodelle banche. Nel corso di una giornata abbiamo perso l’intero patrimonio,senza avere neppure la possibilita di avere un consigliere di amministra-zione all’interno del consiglio, senza avere la possibilita di avere un inter-locutore con il quale scambiare almeno una parola per capire cosa si sa-rebbe potuto fare nell’interesse delle banche e, ovviamente, dei risparmia-tori, perche eravamo ancora soci.

Questi sono passaggi fondamentali, onorevoli commissari, perchespiegano anche lo stato d’animo con il quale noi abbiamo affrontato le si-tuazioni successive. Abbiamo cercato in tutti i modi, noi piccoli, medi egrandi risparmiatori, di salvare le banche e noi stessi; non abbiamo perotrovato disponibilita da parte del fondo Atlante, al quale abbiamo chiestoripetutamente, per iscritto e di persona, degli incontri per poter dare ancheil nostro aiuto.

Tengo a sottolineare che io sono Presidente di una associazione chesi chiama, oltre che Coordinamento Don Torta, azionisti associati BancaPopolare di Vicenza e che ha trovato origine nella precedente associazionefondata da Matteo Cavalcante e da altri colleghi per Veneto Banca. Noiabbiamo come oggetto sociale l’attivita di sostegno delle banche. Questoobiettivo rientra nei nostri fini sociali come associazione. Quindi, perse-guendo quelli che erano gli obiettivi sociali, abbiamo sempre cercato undialogo con la direzione delle banche, anche per rimettere in moto l’eco-nomia. Ricordo ancora un mio intervento a Vicenza, dove sono stato sbef-feggiato, nel corso del quale ho detto: guardate che finche non trovereteuna pace sociale con i risparmiatori, finche non troverete un punto di in-contro (che poteva iniziare anche da un dialogo), non troverete nessunoche acquisti queste banche. Anzi, mese dopo mese, perderanno miliardosu miliardo. Perche noi sapevamo che queste banche, ad ogni aperturadella saracinesca, perdevano trenta milioni. Queste due banche matura-vano perdite milionarie mensilmente: una cosa spaventosa. Eppure, nullae stato fatto. Non sono stati riorganizzati i punti vendita (quindi, le filiali);non sono stati fatti interventi sui dipendenti; i sindacati hanno sempre col-laborato. Sottolineo che il mondo sindacale ha sempre collaborato con lagestione delle banche, che questa fosse precedente al fondo Atlante o suc-cessiva al fondo Atlante, al solo fine di mantenere un livello occupazio-nale, senza tener conto del fatto che, prima o poi, i nodi sarebbero arrivatial pettine. Ed i nodi, inevitabilmente, sono arrivati al pettine.

Noi abbiamo fatto una proposta all’onorevole Baretta, ed era presenteanche don Enrico Torta. Quindi, ancorche noi siamo uomini d’onore, nonpresentiamo le registrazioni e neanche facciamo scherzi di quel tipo, io viassicuro, e ve lo puo assicurare anche l’uomo di chiesa, che all’onorevole

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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Baretta, in due occasioni nel corso di incontri a Mestre, abbiamo proposto

l’appoggio dei risparmiatori per sostenere l’economia delle banche.

Questo significa che, come associazione, noi ci rimettiamo a far la-

vorare i soci con le banche e, quindi, a dare anche quel riferimento che

e necessario perche ci sia banca. La banca, infatti, non vive solo di capi-

tale. Vive principalmente di fiducia, ma vive anche di numero di clienti e

di operazioni. Quindi, noi ci rimettevamo a far lavorare le banche, dunque,

ma a una sola condizione: che vi fosse un’apertura nei confronti dei ri-

sparmiatori per trovare una soluzione che non fosse solo quella della

grande impresa, del grande capitale che si era impossessato delle banche

popolari venete. A nostro avviso, poi, attraverso questa operazione il

grande capitale si e impossessato dell’economia del Veneto. Questo ci pre-

occupa, perche noi non siamo solo risparmiatori. Siamo anche operatori

economici all’interno del tessuto economico veneto.

Rispondo brevemente all’onorevole Zanetti circa le «baciate» e i di-

versi trattamenti. Sı, e palese: Banca d’Italia ha operato in maniera dif-

forme, in sede di controllo, fra Banca Popolare di Vicenza e Veneto

Banca. La documentazione e facile da rinvenire. Si trova all’interno dei

procedimenti penali, ancorche questi siano limitati nel tempo per una ra-

gione di prescrizione. Signor Presidente, uno dei motivi per i quali noi

chiedevamo l’istituzione di questa Commissione e che i termini di prescri-

zione, di fatto, hanno gia escluso i reati commessi e quindi le indagini dal

2013 in su. Sarebbe, pero, importante sapere cosa e successo prima. Ci

sono stati differenti metri di valutazione del comportamento di Veneto

Banca e di Banca Popolare di Vicenza, cosı come c’e stata differenza an-

che nella gestione delle cosiddette «baciate», che vanno distinte tra «ba-

ciate» pure e «baciate» dilazionate nel tempo.

Da quello che ho compreso leggendo gli atti, mi sembra che la sor-

veglianza, a un certo punto, mancando una definizione precisa del con-

cetto di «baciata» (che e una vulgata, ma rende l’idea), abbia detto che

non e «baciata» solo quella che ha una contestualita temporale, ma lo e

solo quando vi e una contestualita soggettiva. Questo, di fatto ha spiazzato

le parti, perche posso ben acquistare le azioni oggi facendomi poi erogare

il mutuo tra un anno, o viceversa. Quindi, non vi e automaticamente l’at-

teggiamento soggettivo di voler arrivare alla conclusione di quel negozio.

L’interpretazione della Banca d’Italia e stata pero estremamente rigida e

particolarmente lesiva dal punto di vista del bilancio, perche ha imposto

rettifiche pesantissime che poi hanno pesato su tutte le altre vicende.

Vi e anche un altro particolare. Per la Banca Popolare di Vicenza vi e

un ammontare molto superiore di operazioni «baciate»; molto spesso si

tratta di grosse partite. Le operazioni «baciate» in Veneto Banca sono in-

vece riferite a piccoli importi (10-20-30.000 euro), mentre nella Banca Po-

polare di Vicenza vi sono operazioni anche da milioni di euro. Molte sono

state definite operazioni «baciate» dopo la definizione di tale concetto

data unilateralmente dalla Banca d’Italia.

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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MIATELLO. Per quanto riguarda l’assemblea, andate a leggere cosac’e scritto nella relazione della CONSOB; era una macchina che convin-ceva tutti. Quei pochi che andavano a votare erano per la maggior partedipendenti, ed erano tutti erano convinti che quella fosse la banca piu si-cura al mondo.

Detto cio, vorrei fornirvi un dato. Le imprese coinvolte in questa vi-cenda sono circa 27.000: si tratta di soci che sono gia a picco; ad agostovi sono stati due suicidi da parte di due giovani imprenditori, uno sociodella Veneto Banca e l’altro della Banca Popolare di Vicenza. Quelliche hanno avuto contatti con le associazioni e che sono bravi a tirareavanti sono indebitati e gli porteranno via la casa. Ci sono 300.000 ipote-che in Veneto: 200.000 per quanto riguarda la Banca Popolare di Vicenzae 100.000 relativamente alla Veneto Banca. Se noi, se voi, tutti assiemenon riusciremo a capire cosa non ha funzionato e cosa e accaduto, guar-date che la crisi americana dei subprime del 2008 sembrera una bazzecolaal confronto, perche in questo caso parliamo di un fenomeno di dieci,cento volte maggiore. Non possiamo aspettare la prossima legislatura, si-gnori, dovete intervenire adesso, perche e adesso che la gente ne ha biso-gno. Noi non ce la facciamo piu a sopportare questa tragedia. Il numeroverde del servizio «inOltre» riceve chiamate da persone che si ammazze-ranno: questo ci viene riferito da professionisti psicologi.

Se c’e da capire, le liste di coloro che non hanno pagato possiamofornirvele noi. Non c’e bisogno di andare a cercarle tra centinaia di mi-gliaia di documenti. Ci sono personaggi che hanno scavalcato migliaiadi persone; a costoro, noi, come associazione, abbiamo chiesto di fareuna donazione, dato che hanno preso 11 milioni di euro scavalcando1.200 persone. Questi ultimi hanno fatto le domande mentre gli «amici»non le hanno fatte. Questi cosiddetti amici vanno individuati, ma non eun nostro compito. Noi abbiamo il compito di chiedervi di verificare, per-che siamo stati vittime di una colossale truffa, in modo che il Parlamentointervenga subito in questa legislatura, e non la prossima. Avete una re-sponsabilita enorme.

BELLUCO. Solo una precisazione: l’onorevole Meloni ha detto che icrediti deteriorati ammontano a 140 miliardi. Si tratta invece di 349 mi-liardi di euro.

CAVALCANTE. Signor Presidente, vorrei rispondere alla giusta osser-vazione fatta dal presidente Marino. Aggiungo anche rapidamente unpunto a quanto riferito dal collega Arman. Come penso insegni anche ilprofessor Brunetta, un’azienda con una banca fallisce per finanza primaancora che per conto economico. Invito tutti ad andare a vedere la fugache c’e stata, dopo l’entrata del fondo Atlante, da parte di clienti e sociazionisti di Veneto Banca. C’e una misura semplicissima, non occorrefare tante analisi: basta andare a vedere l’indice LCR, che la BCE richiedeormai giornalmente per le banche in difficolta. Se guardate questo indicedi liquidita della banca, un indice fondamentale, dopo l’entrata di Atlante

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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e l’aumento di capitale, probabilmente scoprirete uno dei motivi fonda-mentali per cui la banca e fallita, prima ancora di fare mille analisi sugliNPL. Perche prima di tutto, una banca o una societa falliscono per la per-dita dei clienti.

Rispondo anche al presidente Marino, il quale mi chiedeva del signorCarrus. Lo chiamavo dottore, ma invece dovrei chiamarlo solo «signorCarrus» dato che ha un diploma di turismo; non so che tipo di analisi fac-ciano quando selezionano figure cosı fondamentali all’interno di unabanca. Quando siamo arrivati, abbiamo cercato di dare una svolta. Ave-vamo anche valutato di cambiare l’amministratore delegato, ma poi peruna serie di motivi non abbiamo potuto farlo; il motivo principale e chenon siamo riusciti ad avere una dilazione di tempo da parte della BCE.Visti i tempi cosı ristretti per l’aumento di capitale e anche su sollecita-zione scritta della BCE, siamo stati sollecitati caldamente, per necessitadi continuita, a mantenere Carrus come amministratore delegato. Natural-mente abbiamo dovuto fare il nostro dovere per cercare di trovare il mi-glior compromesso e gli abbiamo affiancato la dottoressa Carlotta DeFranceschi, che sicuramente aveva piu competenze in termini di turna-round rispetto a Carrus.

VILLAROSA (M5S). Signor Presidente, siccome non ho avuto rispo-sta alle mie domande, chiedo di poterle inviare le mie domande in modoche lei le giri alle associazioni, che poi potranno rispondere a tutti i que-siti.

PRESIDENTE. Certamente.Ringrazio nuovamente tutti gli intervenuti per il oro contributo ai no-

stri lavori e dichiaro concluse l’audizione.

I lavori terminano alle ore 16,20.

Licenziato per la stampa dall’Ufficio dei Resoconti

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Commissione d’inchiesta sul Sistema Bancario 7º Res. Sten. (31 ottobre 2017)

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