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7 Varie Velletri, 30 maggio 2012 Iniquitalia Quando lo Stato diventa il “nemico” Il “fermo amministrativo” Le ganasce no! Il “fermo amministrativo” è un sintagma in perfetto stile burocratese che significa che vi hanno sequestrato la macchina o la moto, spesso a vostra insaputa. E perché? Perché, magari, dicono, non avete pagato una multa di 54 euro, dieci anni prima, che non vi hanno nemmeno notificato, in aperta violazione del principio di ragione- volezza di cui all’art. 3 della Costituzione. Vi basta? Pensate che sequestrare la mac- china o la moto che vi serve per lavorare o per portare a scuola i figli sia una cosa tal- mente sproporzionata che, oltre a violare diritti costituzionalmente garantiti come il diritto al lavoro (art. 4 e 35 Cost.) e alla libera iniziativa economica (art. 41 ss. Cost.), possa far dubitare del reale intento cautelativo di questo intrusivo procedi- mento inventato dallo Stato – Esattore? Effettivamente una misura del genere richiama subito alla mente l’esazione delle gabelle nel Medio Evo quando il signorot- to dell’epoca fregandosene della scarsità del raccolto, ordinava ai propri gabellieri di pretenderlo tutto, senza minimamente preoccuparsi della fine che avrebbero fato i sudditi. Non sembri un paragone forza- to: avremo occasione di sviluppare il con- cetto di Stato – Padrone e delle incredibi- li similitudini con il nostro tempo. Dunque, il Fermo Amministrativo (art. 86, DPR 602/1973), altrimenti noto come “ganasce fiscali”. All’inizio fu creato (R.D. n. 2440/1923) come istituto, caute- lare, volto alla tutela dei crediti vantati dalla Pubblica Amministrazione. E, fino al 2001 conservò la stessa natura del seque- stro conservativo potendo essere attuato soltanto a seguito del tentativo infruttuoso del pignoramento. Con il D.Lgs. n. 193/2001 esso subisce una profonda e discutibile trasformazione: adesso, infatti, il Concessionario (l’esattore) “può dispor- re il fermo dei beni mobili del debitore o dei coobbligati iscritti in pubblici registri” allo scadere dei 60 giorni (art. 50 DPR 602/73), senza, si noti, la necessità dell’escussione preventiva ed infruttuosa del debitore, in assenza, cioè, di altri beni aggredibili: modalità che permetteva al debitore (almeno) di scegliere l’oggetto del pignoramento. Modifica, come si capisce, non di poco conto se si considera l’enorme ed incontrollato potere discrezionale tra- sferito al Concessionario – esattore che ha, così, travolto ogni e residua garanzia dei diritti del cittadino - contribuente. Non ci si meravigli che anche un popolo sonnacchioso come quello italiano, quan- do si è visto toccare “l’automobile”, spes- so, è da dire, anche l’unico mezzo di loco- mozione per il lavoro e la famiglia, si sia profondamente indignato, e dato seguito a manifestazioni di protesta che hanno inve- stito tutto il paese. Il risultato è una mora- toria che è durata sino al 2005, anno nel quale il “fermo amministrativo”, a seguito dell’emanazione della Legge 248/2005, viene considerato come atto non più ese- cutivo o, comunque, prodromico, bensì come semplice atto puramente cautelare. A che serve questa distinzione? Ma ad affi- dare, superando la disposizione dell’art.2, c. 1, Dlgs n. 546/1992, alle Commissioni Tributarie il contenzioso sul Fermo Amministrativo, oltre che sull’Iscrizione di Ipoteca, ( art. 35, comma 26-quinquies, del D.l. 223/2006, detto “decreto Bersani”)! Nessuno però mette mano all’impianto di pressione intimidatoria del Fermo. Ed ecco, infatti, che, contestualmen- te, si impone all’esattore di “da(r) corso al pignoramento del mezzo entro sessanta giorni dalla ricezione della comunicazione” . Con il permesso dei politici, dunque, in quell’anno, l’Agenzia delle Entrate ha immediatamente proceduto alla spedizione di migliaia e migliaia di preavvisi e a migliaia e migliaia di fermi amministrativi, senza neanche preavviso, rompendo senza indu- gio, il periodo di moratoria impostole dalla sollevazione popolare. Tutto ciò avveniva nella più disinvolta violazione dei diritti garantiti dalla Costituzione, e nella violazio- ne di norme di tutela elementari, come l’impossibilità per il debitore di indicare i beni da offrire in pignoramento (art. 517 cpc) e la palese violazione della norma che vieta “il pignoramento di beni il cui valore superi del doppio il debito” (art. 64 dpr 602/3). Alla violazione di legge si deve aggiungere lo sfregio, la spregiudicatezza, la totale mancanza di autolimitazione e, spes- so, l’abuso che ha caratterizzato l’esercizio del potere discrezionale, incautamente (?) affidatogli dalla legge, nel procedere alla massiva attuazione del Fermo, per cifre, a volte, talmente irrisorie da non coprire le spese della stessa procedura. Altro che stru- mento di tutela del debito della P.A.! Il fermo amministrativo, così come regolato dall’art.86 DPR 602/73, si allontana sempre di più dal poter essere considerato una misu- ra cautelare Vediamo un po’, chiediamoci, cosa potrebbe temere lo Stato dal mancato uso del Fermo? Che il debitore si disfi della macchina e vada a piedi per fargli dispetto? Surreale! Il sequestro–pignoramento, anche se solo virtuale, del mezzo di locomozione, in realtà, produce soltanto una indebita quanto odiosa intromissione nella sfera patrimoniale del cittadino, privandolo della disponibilità di un bene economico indi- spensabile alla libera circolazione, assumen- do tutti i contorni di una minaccia di stile terroristico, attuata con i mezzi propri della esecuzione forzata. E questo non è giustifi- cato. Ma, infine, come difendersi da questa indebita intrusione nella sfera dei diritti dei singoli? Per ora, l’unica possibilità consiste nel rivolgersi al giudice competente: alle Commissioni Tributarie territoriali, se il debito che ha occasionato il Fermo riguardi il supposto mancato pagamento di tributi; al Giudice Ordinario negli altri casi. A meno che non si tratti di violazioni del Codice della Strada, nel qual caso la competenza è esclusiva del Giudice di Pace. In quelle sedi si potrà contestare il Fermo Amministrativo, avanzando tutte le eccezioni del caso. Fra le tante: la mancata notifica dei verbali di con- travvenzione, la mancata notifica delle Cartelle di Pagamento, l’avvenuta prescri- zione del credito, l’errore di persona, la mancanza di motivazione del Fermo (spesso è impossibile risalire al motivo del fermo), la (ricorrente) sproporzione tra il valore del mezzo “pignorato virtualmente” e l’entità del preteso debito. Quest’ultimo motivo di contestazione, purtroppo, sarà sempre pre- sente, dal momento che, a differenza che per l’Iscrizione di Ipoteca, il legislatore non si è preoccupato di stabilire un limite minimo al di sotto del quale vietare il fermo, lasciando il cittadino assoggettato ai capricci di uno Stato – Padrone. Avv. Ascenzio La Rocca [email protected] P.S.: si invitano i lettori a sottoporre casi personali al nostro giornale. Nei limiti del possibile l’avv. Ascenzio La Rocca risponderà ai vostri quesiti. Villa Bernabei. Progtto “Lungo la scia di un’elica” Presentato il volume “Cane - Fonnese” Il 26 maggio nella nostra Città si è con- cluso il progetto “Lungo la scia di un’elica”, che ha avuto per oggetto “l’immigrazione di oggi e la nostra emi- grazione di ieri”. Il progetto è stato organizzato dall’Assessorato alla cultura e alle politiche giovanili, dal “Centro Anziani” e dalla “Consulta giovanile”; si è svolto prevalentemente nel mese di marzo ed ha coinvolto scuole (“Scuola Media Andrea Velletrano”, “Liceo Scienze Umane Mancinelli Falcone”, Istituto Comprensivo “Clemente Cardinali”, “Scuola Media Statale Fontanacccio”, “Scuola Media Maestre Pie Venerini”), Associazioni (“Associazione DirittiDistorti”, Centro Anziani “Cav. R. Tosti”, “C.O.N.G.E.I.” – Scouts Laici) e anche singoli artisti o studiosi (Palmiro Taglioni, Arianna Zuccaro, Giorgia Dell’Olmo). Dal 23 al 26 aprile, a Villa Bernabei, si sono svolte rappresenta- zioni, proiezioni, spettacoli, esposizio- ni… che hanno messo in luce quanto è stato realizzato; il 26, dopo l’esibizione dei ragazzi della Scuola Media “Andrea Velletrano”, diretti dal prof. Pallocca, è stato presentato il volume “Cane –Fonnese”, di Michele Belfatto e Caterina Viola, edito da “Aracne – Narrativa” nel mese di dicembre del 2011. Entrambi gli autori non hanno comin- ciato la loro attività con la letteratura , ma vi sono approdati dopo studi di giurisprudenza(Michele Belfatto) e di Scienze Amministrative (Caterina Viola); dopo aver lavorato in parti diverse d’Italia, sempre con la passione per la letteratura, finalmente hanno potuto stabilirsi ai Castelli Romani , dedicarsi con più impegno alla lettera- tura e dalla loro collaborazione è scatu- rito il “Cane-Fonnese” che registra parte delle loro conversazioni e scambi di idee. Tutte le vicende narrate si svolgono nel breve spazio di otto gior- ni, da una domeni- ca a quella successi- va. La vicenda ini- zia con il racconto dell’incontro di un cane di razza “fon- nese” e si svolge all’interno di una casa con giardino, nella quale i padro- ni conducono una vita piuttosto sedentaria, dopo gli impegni di lavoro. Come accade fin dall’antichità, spesso gli scrittori metto- no in bocca agli animali le loro opinio- ni: basti pensare alle favole greche e latine…fino a Trilussa! Qui si tratta di un cane che parla della vita attuale, delle sofferenze, delle storture della nostra “civiltà”, delle speranze per l’avvenire…Per bocca del cane vengo- no ricordati fatti di diversi anni fa o appena di qualche mese prima del fati- dico incontro; si esaminano i più urgenti problemi che angustiano il periodo contemporaneo (lavoro, caren- ze della politica e della classe dirigente, rapporti fra persone, il traffico napole- tano, il volontariato…). Ma non basta, perché il cane-parlante evidenzia pro- blemi ancora più profondi e complessi che toccano la visione della realtà, il senso della vita, la situazione nel così detto “villaggio globale” creato dai mezzi di comunicazione, la solitudine di chi non si sente ascoltato e l’inettitu- dine di chi dovrebbe ascoltare…Ne nasce un esame della nostra società e del disagio che suscita in chi non si alli- nea e non si accontenta del mondo dorato delle veline, delle proposte dei “grandi fratelli”, della superficialità del sapere che resta di basso livello mal- grado i mezzi attuali, che però general- mente favoriscono l’apparire e non la sostanza. Nel flusso torrenziale delle informazioni l’individuo resta smarrito e la sua sensibilità si attenua sempre di più. Il dominio del pragmatismo, la preoccupazione del “fare” più che dell’essere, la spasmodica ricerca per la conquista del benessere, opprimono l’individuo che si ritrova come in una “prigione dorata”, non sempre coscien- temente, ma sotto la spinta della società, del “tutti fanno, pensano…così”. Il rischio grande è quello di vivere come degli estranei, soli…., sia pure in mezzo alla folla, appiattita all’ultimo capriccio della moda, curiosa delle piccanti vicende personali degli uomini e donne di spet- tacolo. Lo stesso volontariato talora è meno efficace o inefficace del tutto se si presenta all’altro solo per dare qualche cosa e non per ascoltare anzitutto, comprendere e “com-patire” in uno scambio di vera fratellanza. Nell’interpretare i discorsi del “Cane- fonnese” gli autori dimostrano sagacia, cultura profonda non solo in letteratu- ra e filosofia ma anche in altre numero- se scienze. L’approdo dell’indagine “severa” ed imparziale non è però la negatività ed il pessimismo, perché, proprio grazie alla loro obbiettività, i due autori sanno cogliere anche gli aspetti positivi, specialmente quelli che aprono il cuore alla speranza, la quale comporta consapevolezza e profondità di idee, unite alla pazienza e alla capa- cità di radicarsi nel proprio contesto pur mantenendo il proprio bagaglio culturale e morale, confrontandolo con quello degli altri senza arrocca- menti e pregiudizi. Siamo davanti ad un’opera che spinge a riflettere e ricon- quistare la nostra identità…sia pure con l’aiuto di un cane parlante! Al folto pubblico, che la sala non ha potuto accogliere del tutto, dopo il saluto e una breve introduzione da parte dell’assessore Daniele Ognibene, il libro è stato presentato dal prof. Filippo Ferrara, dott.a Emanuela Treggiani, prof.a Renata Belli, avv. Alberto Pucciarelli, con il coordina- mento e la lettura di brani particolar- mente significativi da parte della prof.a Patrizia Audino. Enrico Mattoccia La Spinosa per l’ambiente Slow food day Il Circolo “La Spinosa per l’Ambiente” sostiene e diffonde tra i soci e gli attivisti ambientalisti lo Slow Food Day ed in particolare l’iniziativa promossa dalla condotta di Velletri. La tutela del patrimonio agricolo del nostro territorio è un’esigenza sempre più forte in quanto gli attacchi degli specula- tori, dei cementificatori e delle cosche di palazzinari, stanno minando l’integrità e la specificità di questa zona. Tutelare i nostri vigneti e i nostri oliveti vuol dire non solo tutelare il paesaggio ma soprat- tutto promuovere un’economia locale rispettosa dei cicli stagionali e degli equi- libri biologici del terreno. La qualità del cibo che mangiamo, dell’aria che respiria- mo e dell’acqua che beviamo sono forte- mente minate da privatizzazioni, ecomo- stri e progetti scellerati. Ad esempio quanti soldi pubblici verranno spesi per avvelenarci con opere come la centrale Turbogas di Aprilia e l’inceneritore di Albano? Perché quei fondi non vengono destinati per promuovere un’agricoltura di qualità e, come dice Carlo Petrini, un’economia locale buona, giusta e pulita ? Abbiamo visto in questi anni succedersi amministrazioni che sui temi ambientali hanno avuto scarsissimo interesse proget- tando e approvando opere inutili e dan- nose come il parcheggio multipiano e, da pochi mesi, gli edifici nell’area ex Co.Pro.Vi. Perché gli stessi soldi non vengono spesi per promuovere progetti come quelli che Slow Food porta avanti in nome della biodiversità e della salva- guardia delle specificità locali ? I nostri amministratori dovrebbero smetterla di strizzare l’occhio ai soliti aguzzini del cemento ed iniziare a promuovere percor- si che educhino i giovani al gusto, ad esse- re dei consumatori consapevoli, a saper distinguere i sapori delle nostre terre dalle merci industriali che le grandi corporazio- ni ci impongono quotidianamente. Vandana Shiva, presidente internazionale di Terra Madre, nel meeting di Torino ha detto che viviamo sotto un regime di fascismo alimentare in cui la sovranità ali- mentare delle popolazioni è subordinata al profitto delle multinazionali agroali- mentari e alle speculazioni della finanza. Anche qui, a Velletri, c’è molto da fare per riprendersi i beni comuni, per torna- re a decidere sulle nostre vite e non dele- gare sempre ai soliti pochi noti le cose più importanti. Per questo motivo “La Spinosa per l’Ambiente” aderisce allo Slow Food Day con la speranza che la condotta di Velletri sia con noi nella lotta quotidiana per la qualità della vita della nostra popolazione. LA SPINOSA PER L’AMBIENTE

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Vi sequestrano la macchina se non pagate le multe!

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7Varie Velletri, 30 maggio 2012

IniquitaliaQuando lo Stato diventa il “nemico”

Il “fermo amministrativo”Le ganasce no!

Il “fermo amministrativo” è un sintagmain perfetto stile burocratese che significache vi hanno sequestrato la macchina o lamoto, spesso a vostra insaputa. E perché?Perché, magari, dicono, non avete pagatouna multa di 54 euro, dieci anni prima,che non vi hanno nemmeno notificato, inaperta violazione del principio di ragione-volezza di cui all’art. 3 della Costituzione.Vi basta? Pensate che sequestrare la mac-china o la moto che vi serve per lavorare oper portare a scuola i figli sia una cosa tal-mente sproporzionata che, oltre a violarediritti costituzionalmente garantiti come ildiritto al lavoro (art. 4 e 35 Cost.) e allalibera iniziativa economica (art. 41 ss.Cost.), possa far dubitare del reale intentocautelativo di questo intrusivo procedi-mento inventato dallo Stato – Esattore?Effettivamente una misura del genererichiama subito alla mente l’esazione dellegabelle nel Medio Evo quando il signorot-to dell’epoca fregandosene della scarsitàdel raccolto, ordinava ai propri gabellieridi pretenderlo tutto, senza minimamentepreoccuparsi della fine che avrebbero fatoi sudditi. Non sembri un paragone forza-to: avremo occasione di sviluppare il con-cetto di Stato – Padrone e delle incredibi-li similitudini con il nostro tempo.Dunque, il Fermo Amministrativo (art.86, DPR 602/1973), altrimenti notocome “ganasce fiscali”. All’inizio fu creato(R.D. n. 2440/1923) come istituto, caute-lare, volto alla tutela dei crediti vantatidalla Pubblica Amministrazione. E, fino al2001 conservò la stessa natura del seque-stro conservativo potendo essere attuatosoltanto a seguito del tentativo infruttuosodel pignoramento. Con il D.Lgs. n.193/2001 esso subisce una profonda ediscutibile trasformazione: adesso, infatti,il Concessionario (l’esattore) “può dispor-re il fermo dei beni mobili del debitore odei coobbligati iscritti in pubblici registri”allo scadere dei 60 giorni (art. 50 DPR602/73), senza, si noti, la necessitàdell’escussione preventiva ed infruttuosadel debitore, in assenza, cioè, di altri beniaggredibili: modalità che permetteva aldebitore (almeno) di scegliere l’oggetto delpignoramento. Modifica, come si capisce,non di poco conto se si considera l’enormeed incontrollato potere discrezionale tra-sferito al Concessionario – esattore cheha, così, travolto ogni e residua garanziadei diritti del cittadino - contribuente.Non ci si meravigli che anche un popolosonnacchioso come quello italiano, quan-do si è visto toccare “l’automobile”, spes-so, è da dire, anche l’unico mezzo di loco-mozione per il lavoro e la famiglia, si siaprofondamente indignato, e dato seguito amanifestazioni di protesta che hanno inve-stito tutto il paese. Il risultato è una mora-toria che è durata sino al 2005, anno nelquale il “fermo amministrativo”, a seguitodell’emanazione della Legge 248/2005,viene considerato come atto non più ese-cutivo o, comunque, prodromico, bensìcome semplice atto puramente cautelare.A che serve questa distinzione? Ma ad affi-dare, superando la disposizione dell’art.2,c. 1, Dlgs n. 546/1992, alle CommissioniTributarie il contenzioso sul FermoAmministrativo, oltre che sull’Iscrizione diIpoteca, ( art. 35, comma 26-quinquies,del D.l. 223/2006, detto “decretoBersani”)! Nessuno però mette mano

all’impianto di pressione intimidatoria delFermo. Ed ecco, infatti, che, contestualmen-te, si impone all’esattore di “da(r) corso alpignoramento del mezzo entro sessantagiorni dalla ricezione della comunicazione” .Con il permesso dei politici, dunque, inquell’anno, l’Agenzia delle Entrate haimmediatamente proceduto alla spedizionedi migliaia e migliaia di preavvisi e a migliaiae migliaia di fermi amministrativi, senzaneanche preavviso, rompendo senza indu-gio, il periodo di moratoria impostole dallasollevazione popolare. Tutto ciò avvenivanella più disinvolta violazione dei dirittigarantiti dalla Costituzione, e nella violazio-ne di norme di tutela elementari, comel’impossibilità per il debitore di indicare ibeni da offrire in pignoramento (art. 517cpc) e la palese violazione della norma chevieta “il pignoramento di beni il cui valoresuperi del doppio il debito” (art. 64 dpr602/3). Alla violazione di legge si deveaggiungere lo sfregio, la spregiudicatezza, latotale mancanza di autolimitazione e, spes-so, l’abuso che ha caratterizzato l’eserciziodel potere discrezionale, incautamente (?)affidatogli dalla legge, nel procedere allamassiva attuazione del Fermo, per cifre, avolte, talmente irrisorie da non coprire lespese della stessa procedura. Altro che stru-mento di tutela del debito della P.A.! Ilfermo amministrativo, così come regolatodall’art.86 DPR 602/73, si allontana sempredi più dal poter essere considerato una misu-ra cautelare Vediamo un po’, chiediamoci,cosa potrebbe temere lo Stato dal mancatouso del Fermo? Che il debitore si disfi dellamacchina e vada a piedi per fargli dispetto?Surreale! Il sequestro–pignoramento, anchese solo virtuale, del mezzo di locomozione,in realtà, produce soltanto una indebitaquanto odiosa intromissione nella sferapatrimoniale del cittadino, privandolo delladisponibilità di un bene economico indi-spensabile alla libera circolazione, assumen-do tutti i contorni di una minaccia di stileterroristico, attuata con i mezzi propri dellaesecuzione forzata. E questo non è giustifi-cato. Ma, infine, come difendersi da questaindebita intrusione nella sfera dei diritti deisingoli? Per ora, l’unica possibilità consistenel rivolgersi al giudice competente: alleCommissioni Tributarie territoriali, se ildebito che ha occasionato il Fermo riguardiil supposto mancato pagamento di tributi; alGiudice Ordinario negli altri casi. A menoche non si tratti di violazioni del Codicedella Strada, nel qual caso la competenza èesclusiva del Giudice di Pace. In quelle sedisi potrà contestare il Fermo Amministrativo,avanzando tutte le eccezioni del caso. Fra letante: la mancata notifica dei verbali di con-travvenzione, la mancata notifica delleCartelle di Pagamento, l’avvenuta prescri-zione del credito, l’errore di persona, lamancanza di motivazione del Fermo (spessoè impossibile risalire al motivo del fermo), la(ricorrente) sproporzione tra il valore delmezzo “pignorato virtualmente” e l’entitàdel preteso debito. Quest’ultimo motivo dicontestazione, purtroppo, sarà sempre pre-sente, dal momento che, a differenza che perl’Iscrizione di Ipoteca, il legislatore non si èpreoccupato di stabilire un limite minimo aldi sotto del quale vietare il fermo, lasciandoil cittadino assoggettato ai capricci di unoStato – Padrone.

Avv. Ascenzio La [email protected]

P.S.: si invitano i lettori a sottoporre casi personalial nostro giornale. Nei limiti del possibile l ’avv.Ascenzio La Rocca risponderà ai vostri quesiti.

Villa Bernabei. Progtto “Lungo la scia di un’elica”Presentato il volume “Cane - Fonnese”

Il 26 maggio nella nostra Città si è con-cluso il progetto “Lungo la scia diun’elica”, che ha avuto per oggetto“l’immigrazione di oggi e la nostra emi-grazione di ieri”. Il progetto è statoorganizzato dall’Assessorato alla culturae alle politiche giovanili, dal “CentroAnziani” e dalla “Consulta giovanile”;si è svolto prevalentemente nel mese dimarzo ed ha coinvolto scuole (“ScuolaMedia Andrea Velletrano”, “LiceoScienze Umane Mancinelli Falcone”,Istituto Comprensivo “ClementeCardinali”, “Scuola Media StataleFontanacccio”, “Scuola Media MaestrePie Venerini”), Associazioni(“Associazione DirittiDistorti”, CentroAnziani “Cav. R. Tosti”,“C.O.N.G.E.I.” – Scouts Laici) eanche singoli artisti o studiosi (PalmiroTaglioni, Arianna Zuccaro, GiorgiaDell’Olmo). Dal 23 al 26 aprile, a VillaBernabei, si sono svolte rappresenta-zioni, proiezioni, spettacoli, esposizio-ni… che hanno messo in luce quanto èstato realizzato; il 26, dopo l’esibizionedei ragazzi della Scuola Media “AndreaVelletrano”, diretti dal prof. Pallocca, èstato presentato il volume “Cane–Fonnese”, di Michele Belfatto eCaterina Viola, edito da “Aracne –Narrativa” nel mese di dicembre del2011.Entrambi gli autori non hanno comin-ciato la loro attività con la letteratura ,ma vi sono approdati dopo studi digiurisprudenza(Michele Belfatto) e diScienze Amministrative (Caterina

Viola); dopo aver lavorato in partidiverse d’Italia, sempre con la passioneper la letteratura, finalmente hannopotuto stabilirsi ai Castelli Romani ,dedicarsi con più impegno alla lettera-tura e dalla loro collaborazione è scatu-rito il “Cane-Fonnese” che registraparte delle loro conversazioni e scambidi idee. Tutte levicende narrate sisvolgono nel brevespazio di otto gior-ni, da una domeni-ca a quella successi-va. La vicenda ini-zia con il raccontodell’incontro di uncane di razza “fon-nese” e si svolgeall’interno di unacasa con giardino,nella quale i padro-ni conducono unavita piuttosto sedentaria, dopo gliimpegni di lavoro. Come accade findall’antichità, spesso gli scrittori metto-no in bocca agli animali le loro opinio-ni: basti pensare alle favole greche elatine…fino a Trilussa! Qui si tratta diun cane che parla della vita attuale,delle sofferenze, delle storture dellanostra “civiltà”, delle speranze perl’avvenire…Per bocca del cane vengo-no ricordati fatti di diversi anni fa oappena di qualche mese prima del fati-dico incontro; si esaminano i piùurgenti problemi che angustiano ilperiodo contemporaneo (lavoro, caren-

ze della politica e della classe dirigente,rapporti fra persone, il traffico napole-tano, il volontariato…). Ma non basta,perché il cane-parlante evidenzia pro-blemi ancora più profondi e complessiche toccano la visione della realtà, ilsenso della vita, la situazione nel cosìdetto “villaggio globale” creato daimezzi di comunicazione, la solitudinedi chi non si sente ascoltato e l’inettitu-dine di chi dovrebbe ascoltare…Nenasce un esame della nostra società edel disagio che suscita in chi non si alli-nea e non si accontenta del mondodorato delle veline, delle proposte dei“grandi fratelli”, della superficialità delsapere che resta di basso livello mal-grado i mezzi attuali, che però general-mente favoriscono l’apparire e non lasostanza. Nel flusso torrenziale delleinformazioni l’individuo resta smarritoe la sua sensibilità si attenua sempre di

più. Il dominio del pragmatismo, lapreoccupazione del “fare” più chedell’essere, la spasmodica ricerca per laconquista del benessere, opprimonol’individuo che si ritrova come in una“prigione dorata”, non sempre coscien-temente, ma sotto la spinta dellasocietà, del “tutti fanno,pensano…così”. Il rischio grande èquello di vivere come degli estranei,soli…., sia pure in mezzo alla folla,appiattita all’ultimo capriccio dellamoda, curiosa delle piccanti vicendepersonali degli uomini e donne di spet-tacolo. Lo stesso volontariato talora èmeno efficace o inefficace del tutto se sipresenta all’altro solo per dare qualchecosa e non per ascoltare anzitutto,comprendere e “com-patire” in unoscambio di vera fratellanza.Nell’interpretare i discorsi del “Cane-fonnese” gli autori dimostrano sagacia,cultura profonda non solo in letteratu-ra e filosofia ma anche in altre numero-se scienze. L’approdo dell’indagine“severa” ed imparziale non è però lanegatività ed il pessimismo, perché,proprio grazie alla loro obbiettività, idue autori sanno cogliere anche gliaspetti positivi, specialmente quelli cheaprono il cuore alla speranza, la qualecomporta consapevolezza e profonditàdi idee, unite alla pazienza e alla capa-cità di radicarsi nel proprio contestopur mantenendo il proprio bagaglioculturale e morale, confrontandolocon quello degli altri senza arrocca-menti e pregiudizi. Siamo davanti adun’opera che spinge a riflettere e ricon-quistare la nostra identità…sia purecon l’aiuto di un cane parlante!Al folto pubblico, che la sala non hapotuto accogliere del tutto, dopo ilsaluto e una breve introduzione daparte dell’assessore Daniele Ognibene,il libro è stato presentato dal prof.Filippo Ferrara, dott.a EmanuelaTreggiani, prof.a Renata Belli, avv.Alberto Pucciarelli, con il coordina-mento e la lettura di brani particolar-mente significativi da parte della prof.aPatrizia Audino.

Enrico Mattoccia

La Spinosa per l’ambienteSlow food day

Il Circolo “La Spinosa per l’Ambiente”sostiene e diffonde tra i soci e gli attivistiambientalisti lo Slow Food Day ed inparticolare l’iniziativa promossa dallacondotta di Velletri. La tutela del patrimonio agricolo delnostro territorio è un’esigenza sempre piùforte in quanto gli attacchi degli specula-tori, dei cementificatori e delle cosche dipalazzinari, stanno minando l’integrità ela specificità di questa zona. Tutelare inostri vigneti e i nostri oliveti vuol direnon solo tutelare il paesaggio ma soprat-tutto promuovere un’economia localerispettosa dei cicli stagionali e degli equi-libri biologici del terreno. La qualità delcibo che mangiamo, dell’aria che respiria-mo e dell’acqua che beviamo sono forte-mente minate da privatizzazioni, ecomo-stri e progetti scellerati. Ad esempioquanti soldi pubblici verranno spesi peravvelenarci con opere come la centraleTurbogas di Aprilia e l’inceneritore diAlbano? Perché quei fondi non vengonodestinati per promuovere un’agricolturadi qualità e, come dice Carlo Petrini,un’economia locale buona, giusta e pulita? Abbiamo visto in questi anni succedersiamministrazioni che sui temi ambientalihanno avuto scarsissimo interesse proget-tando e approvando opere inutili e dan-nose come il parcheggio multipiano e, da

pochi mesi, gli edifici nell’area exCo.Pro.Vi. Perché gli stessi soldi nonvengono spesi per promuovere progetticome quelli che Slow Food porta avantiin nome della biodiversità e della salva-guardia delle specificità locali ? I nostriamministratori dovrebbero smetterla distrizzare l’occhio ai soliti aguzzini delcemento ed iniziare a promuovere percor-si che educhino i giovani al gusto, ad esse-re dei consumatori consapevoli, a saperdistinguere i sapori delle nostre terre dallemerci industriali che le grandi corporazio-ni ci impongono quotidianamente.Vandana Shiva, presidente internazionaledi Terra Madre, nel meeting di Torino hadetto che viviamo sotto un regime difascismo alimentare in cui la sovranità ali-mentare delle popolazioni è subordinataal profitto delle multinazionali agroali-mentari e alle speculazioni della finanza.Anche qui, a Velletri, c’è molto da fareper riprendersi i beni comuni, per torna-re a decidere sulle nostre vite e non dele-gare sempre ai soliti pochi noti le cose piùimportanti. Per questo motivo “LaSpinosa per l’Ambiente” aderisce alloSlow Food Day con la speranza che lacondotta di Velletri sia con noi nella lottaquotidiana per la qualità della vita dellanostra popolazione.

LA SPINOSA PER L’AMBIENTE