semio Eco

download semio Eco

of 49

Transcript of semio Eco

  • 7/22/2019 semio Eco

    1/49

  • 7/22/2019 semio Eco

    2/49

    In quella sede mi interessava come partendo da un calco, dove a ciascun punto nello

    spazio fisico dellespressione corrisponde un punto nello spazio fisico di un

    impressore, trasformando allindietro [ una celebre autocitazione] si potesse

    inferire la natura dellimpressore. Partivo dallesempio della maschera mortuaria

    perch ero interessato alloggetto come terminus ad quemdi un processo gi cosciente

    di interpretazione, di riconoscimento di un segno. Ero interessato a tal punto al

    rapporto di costruzione di un contenuto [sic] possibile del segno che ero disposto a

    considerare anche casi dinterpretazione di una maschera mortuaria che non fosse tale,

    ma fosse simulazione di un impressore inesistente. Ora basta riprendere lesempio e

    focalizzare lattenzione non sul momento in cui si legge il calco, ma su quello in

    cui esso si produce (e si produce da solo, senza lazione di un essere cosciente che

    intende produrre un segno destinato allinterpretazione, unespressione che poi dovr

    essere correlata a un contenuto). Saremmo allora a un inizio, ancora presemiotico,

    dove qualcosa viene premuto su qualcosa daltro (KO: 89-90).

    Drame bien smiotique, non solo per Eco (si noti la patemizzazione del soggetto epistemico),

    ma soprattutto, nel segno inverso, per chi cresciuto semioticamente con il Trattato, nel quale

    il rapporto tra lempirico e il semiotico deve essere pensato dalla semiotica, in quanto logica

    della cultura, secondo ( noto) una teoria della menzogna (TSG: 17). La menzogna trova

    cio la sua possibile scaturigine nello scarto che si genera (nel senso del generativo) attraverso

    una trasformazione al contrario rispetto alla sua genesi, trasformazione che risale da un

    prodotto semiotico al modo della sua produzione. Genesi paradossale, perch ancora

    semiotica: di essa si d infatti mirabile teoria, come si cercher di vedere, proprio nella

    sezione 3 del Trattato. Verrebbe allora da chiedersi come questa storia possibile del calco che

    Eco ricorda nel 1997, questa archeologia dellimpronta, non sia gi trasformazione al

    contrario da parte del soggetto epistemologico, nella forma (dice opportunamente Eco) dello

    spostamento della sua focalizzazione. Focalizzazione pare peraltro termine sintomatico,

    giacch stato giustamente notato come la teoria dei modi di produzione segnica possa essere

    considerata come una teoria dellenunciazione1(secondo quanto si prover a discutere). Da

    una teoria della menzogna ad una impressione di verit, all inizio, ancora presemiotico:

    un curioso movimento, vagamente perturbante, quello che si compie nellarco di trentanni.

    Nella Struttura assente (1967) Eco discuteva, acutissimamente, lacutissima disamina

    derridiana della freudiana scena della scrittura (SA: 344-45, in riferimento a Derrida 1967):

    allAssenza come Origine vuota, Eco opponeva la predicabilit metodologica di una Struttura

    1Claudio Paolucci, com.pers.

  • 7/22/2019 semio Eco

    3/49

    costitutivamente assente, ma non per questo impredicabile. Riconducendo la posizione

    derridiana dellorigine vuota, attraverso unisotopia informazionale, ad una valorizzazione

    della differenza come equiprobabilit della Fonte, Eco si trovava a definire il non-codificato

    come capacit di produrre infinite aggregazioni alle quali solo dopo, sovrapponendovi un

    sistema qualsiasi, potr essere attribuito un senso (SA, introduzione 1980: xix):

    Che cos il non-codificato? la sorgente di ogni informazione possibile, o se vogliamo- la

    realt. ci che sta prima di ogni semiosi, e che la semiotica non pu n deve studiare, se non

    nel momento in cui un sistema lo mette in forma riducendone le possibilit (SA, intro 1980:

    xix).

    Nel 1997 Eco ridiscute ancora la scena della scrittura, questa volta opponendo alla critica

    dellOrigine come Assenza, non la strutturalit dellassenza, quanto piuttosto lelezione

    della Presenza stessa ad origine piena. Si potrebbe semplicemente osservare come Eco riveda

    le sue posizioni, secondo un processo normale allinterno dellattivit scientifica: anche se

    una lettura del Trattatocome Critica della Ragione semiotica (secondo quanto richiesto da

    SA: Kritik der semiotischen Vernunft, Riflessioni 1971/72: XXIV, e dichiato dal TSG:

    Critica della semiotica pura e della semiotica pratica: 6) porrebbe al di fuori dellambito

    semiotico stesso un insieme di problemi che, infatti, il Trattatonon prende in considerazione.

    E daltra parte, e del tutto esplicitamente, Eco in Kant e lornitorincodichiara di occuparsi

    non tanto di semiotica generale, ma specificamente di semantica cognitiva (KO: XIII).

    Pi semioticamente rispetto allassunto in fondo storicistico della discussione precedente, si

    potrebbe osservare che il fatto che Eco 1997 polemizzi con Eco 1975 non indichi che il primo

    debba essere un interprete privilegiato del secondo. Ad esempio, sebbene non si possa dire

    che quella di Eco 1997 sia unintepretazione aberrante di Eco 1975 (giacch la discussione

    non poi condotta in termini strettamente testuali), purtuttavia Eco 1997 fa almeno un grave

    torto a Eco 1975 riconducendo e riducendo al semi-simbolismo la complessit della nozione

    di ratio difficilis allestita nel Trattato, con uno zelo, pi che greimasiano, francamentegreimasista (KO: 303). Ma se in effettiKant e lornitorincoparla daltro rispetto al Trattato, e

    di un altro la cui natura semiotica assai discutibile proprio nei termini del Trattato stesso,

    viene allora da chiedersi, alla fine di questa introduzione che ha preso le mosse dallimpronta:

    quando nel Trattato si parlava di modi di produzione segnica il problema era quello del

    rapporto con la Cosa-in-S? E se anche effettivamente lo era, in quali termini poteva esserlo?

    Da questa domanda consegue la possibilit di formulare un vero e proprio programma di

    ricerca. I problemi, nella complessit della loro interdefinizione, non erano ma sonoquantomeno tre:

  • 7/22/2019 semio Eco

    4/49

    i) limmissione di una storicit della produzione nelledificio necessariamentecristallino del sistema come descritto nella sezione 2 del Trattato (Teoria dei

    codici); in particolare nella sezione 3 (Teoria della produzione segnica) si tratta

    di aprire la porta teoretica alle pratiche semiotiche come specificazioni di un pi

    generale lavoro e di mostrarne lintrico: richiesta allora una fenomenologia

    della produzione semiotica;

    ii) larticolazione della funzione semiotica processualmente e non sistemicamente,cos che diventi evidente come la funzione che rela espressione e contenuto sia la

    stabilizzazione momentanea allinterno di una funzionamento, di una messa in

    funzione. Si tratta infatti di dimostrare, come descritto con acutezza immemore

    una trentina di anni dopo, come questa funzione sia una solidariet fragile, mobile

    e immotivata, [] che richiede lesplicitazione di un operatore (Fontanille 2004:

    20);

    iii) la definizione di alcune forme semiotiche della soggettivit, secondo lassunto percui la semiotica ha diritto di riconoscere questi soggetti solo in quanto essi si

    manifestano mediante funzioni segniche, producendole, criticandole,

    ristrutturandole (TSG: 379).

    Come si osserva magistralmente e riassuntivamente proprio in relazione ai modi di

    produzione in Semiotica e filosofia del linguaggio:

    Ci riconosciamo solo come semiosi in atto, sistemi di significazione e processi di

    comunicazione. Solo la mappa della semiosi, come si definisce a un dato stadio della vicenda

    storica (con la bava e i detriti della semiosi precedente che si trascina dietro), ci dice chi siamo

    e cosa (o come) pensiamo. La scienza dei segni la scienza di come si costituisce storicamente

    il soggetto (SFL: 54).

    Si potrebbe ancora osservare come un atto mancato della semiotica interpretativa abbia

    impedito linterdefinizione tra le forme di soggettivit descritte dai modi di produzione

    segnica (come immissione della storicit di produzione) rispetto alla loro declinazione

    enciclopedica. Sarebbe stato infatti del massimo interesse, oltre che legittimo, chiedersi

    quanto tutte le leggi di cooperazione testuale adeguino la tipologia dei modi di produzione

    segnica (LF: 217, nota 4), e non solo nellultima nota del Lector in fabula, dove pure

    lesemplificazione lascia intuire la fecondit della prospettiva annunciata. Come si visto, il

    destino ha condotto il soggetto dei modi di produzione in prossimit del soggetto del

    cognitivismo.

  • 7/22/2019 semio Eco

    5/49

    A chiusura di questa introduzione, vale la pena di osservare come proprio dal frame

    dellimpronta e dalla discussione che ne consegue in Kant e lornitorinco, emergano alcuni

    termini cruciali rispetto alla tipologia, in forma di coppie, che assumono, tecnicamente, un

    valore indiziario, poich si tratta di certi oggetti lasciati dallagente causatore sul luogo

    delleffetto, cos che dalla loro presenza attuale la presenza passata dellagente possa essere

    inferita (TSG: 292): ad esempio, riconoscimento e produzione, impronta e

    congruenza, ratio facilis e difficilis, espressione e fisica (secondo la locuzione lo

    spazio fisico dellespressione). A dimostrazione che i modi riconnettono storicit e semiosi,

    si tratta, a partire da Kant e lornitorinco, di ritrovare nel Trattatolagente causatore, pur nel

    sospetto necessario della parziale inattendibilit, se non delle sue impronte, dei suoi indizi.

    2. Tipologia dei modi di produzione, I: preliminariCome ricordatto, la sezione 3 del Trattato dedicata programmaticamente ad una Teoria

    della produzione segnica: e tuttavia quanto rimane non del tutto ovvio nellintero capolavoro

    echiano proprio il termine produzione.

    Larticolazione del concetto richiede di precisare tre disgiunzioni.

    i) Prima disgiunzione: teoria dei codici/teoria della produzione

    La teoria dei codici si oppone alla teoria della produzione secondo lasse significazione vs.

    comunicazione. Come teoria della significazione si intende la possibilit socialmente

    convenzionata di generare funzioni segniche (TSG: 14), mentre una teoria della

    produzione si occupa dellattivit di produrre FISICAMENTE delle espressioni, e per

    diversi fini pratici (TSG: 14, maiusc. sempre nel testo: si noti a margine, lenfasi sullo statuto

    di fisicalit dellespressione). Una definizione della teoria della produzione assume che essa

    prend[a] in considerazione un gruppo molto vasto di fenomeni quale luso naturale

    dei diversi linguaggi, levoluzione e la trasformazione dei codici, la comunicazione

    estetica, i diversi tipi di interazione comunicativa, luso di segni per menzionare cose

    e stati del mondo, e cos via (TSG: 13).

    In questo senso, la produzione il momento dellimmissione della processualit rispetto alla

    teoria dei codici. Rispetto al modello della spazio semantico come magnetizzazione delle

    biglie dacciaio in una scatola (TSG: 176-77), la teoria dei codici solo interessata al

    risultato di questo gioco, cos come si presenta dopo la magnetizzazione, mentre la teoria

    della produzione segnica e del mutamento dei codici interessata al processo per cui la regola

    imposta sullindeterminatezza della fonte (TSG: 179). In questi termini, la teoria della

  • 7/22/2019 semio Eco

    6/49

    produzione assume allora i tratti della post-greimasiana prassi enunciazionale, laddove

    questa trova il suoproprium in un insieme di aspetti che presiedono alla conversione delle

    forme in operazioni, secondo la definizione che Fontanille e Zilberberg (1998: 128)

    mutuano dalla voce nonciationdelDictionnairegreimasiano. Osservano i due semiologi

    francesi che lnonciation est une mdiation entre lactualis (en discours) et le ralis (dans

    le monde naturel): essa allora une praxis dans lexacte mesure o elle donne un certain

    statut de ralit dfinir- aux produits de lactivit de langage (Fontanille e Zilberberg

    1998: 128). Esattamente come le pratiche echiane di produzione, che riconnettono

    fisicamente il segno alla materia e al referente (si discuteranno pi avanti i due termini nella

    loro ovvia problematicit), cos la prassi enunciazionale riconduce la langue al monde

    naturel: la langue se dtache par dfinition du monde naturel , mais la praxis nonciative

    ly plonge nouveau2(Fontanille e Zilberberg 1998: 128). allora interessante osservare

    che la discussione di Fontanille e Zilberberg sulla prassi enunciazionale muova dal

    Dictionnaire greimasiano, in cui la production infatti strettamente connessa con l

    nonciation, e distinta dalla gnration: la gnration riguardando la competenza del

    soggetto parlante (una teoria dei codici), la production essendo propriamente

    caractristique de la performance (una teoria della produzione) (Greimas e Courts 1979, v.

    production). Ma, ancora, Fontanille (1998a) pare individuare tre aspetti che concernono la

    prassi enunciazionale articolabili per omogeneit con la teoria echiana della produzione:

    1) In primo luogo, la prassi enunciazionale nest pas lorigine premire du discours: essa

    presuppone il sistema della lingua, linsieme dei generi e dei tipi di discorso, i repertori e le

    enciclopedie delle forme proprie a una cultura, ma anche una histoire de la praxis, una

    storia degli usi (Fontanille 1998a: 272). Ora, osserva Eco, mentre la teoria dei codici aveva a

    che fare con la struttura della funzione segnica e con le possibilit generali di codifica e

    decodifica, la teoria della produzione segnica concerne tutti i problemi elencati in figura 31.

    2Resta misterioso linciso seguente: faute de quoi les actes de langage nauraient aucune efficacit dans cemonde-l (ibid.). Perch no? Le pratiche semiotiche forse non sono efficaci nel mondo?

  • 7/22/2019 semio Eco

    7/49

    [Figura 1: Figura 31, TSG: 205]

    La tavola riguarda il lavoro compiuto nellinterpretare e produrre segni (TSG: 204) e, come

    si osserva, concerne precipuamente un insieme di operazioni condotte sugli stocks culturali;

    2) in seconda battuta, daltra parte, le sistme ne peut pas non plus tre considr comme

    lorigine du discours: la lingua va intesa come il risultato dellaccumulation de la praxis,

    le produit schematis des usages, cos che lenunciazione perda il suo carattere individuale

    in favore di un enunciazione collettiva che privilegi la processualit sulla sistematicit

    (Fontanille 1998a: 273). Nella tipologia echiana, la centralit degli usi attestata direttamente

    nella definizione dei tipi, tanto da inquinare, come si vedr, la purezza formale del dispositivo

    tipologico: in altre parole, c addirittura un eccesso di figurativit (intesa sia come

    competenza enciclopedica che come deposito degli usi collettivi), che trova un suo emblema

    in un lavoro specifico, quello del riconoscimento. Si potrebbe osservare pi in generale

    come nella teoria echiana il livello di partenza sia sempre il discorsivo (si pensi al Lector in

    fabula), da cui si abduce il modello, mentre nella teoria greimasiana, nonostante la centralit

    antropologicamente selvaggia dei testi, pare giocare un ruolo dirimente anche la deduzione

    formale delle possibilit previste dal modello stesso ( un esempio classico quello delle

  • 7/22/2019 semio Eco

    8/49

    posizioni dedotte dalla messa in quadrato indipendentemente dalla manifestazione, posizioni

    che vengono poi verificate attraverso la ricerca nei testi): in questo senso, e almeno in

    relazione ai modi di produzione, la teoria echiana sembra attestarsi in maggiore prossimit

    della superficie testuale. Per quanto concerne la relazione tra sistema e processo, Eco

    asserisce esplicitamente una priorit teorica della significazione (del sistema) sulla

    comunicazione (del processo):

    dunque possibile (anche se non del tutto desiderabile) stabilire una semiotica della

    significazione che sia indipendente da una semiotica della comunicazione; ma

    impossibile stabilire una semiotica della comunicazione indipendente da una

    semiotica della significazione (TSG: 20).

    E tuttavia, parimenti una dichiarazione di principio quella che asserisce che una semioticadel codice uno strumento operativo che serve a una semiotica della produzione segnica

    (TSG: 182): essa serve cio solo ed esclusivamente in vista di una teoria della produzione. E

    non pu essere altrimenti, stante il principio di indeterminazione che regge la semiosi, per cui

    ogni atto interpretativo, tra cui a pari livelloquello delle pratiche teoriche, inevitabilmente

    modifica le condizioni di osservazione (TSG: 182). Ma se condizione definitoria della

    semiotica interpretativa che ci sia, non un mittente, ma un destinatario umano (TSG: 19-27),

    allora, proprio perch il soggetto umano il garante metodologico dellinterpretazione (TSG:

    28), ogni interpretazione produzione, sicch la produzione semiotica superordinata di

    principio alla significazione. Dunque, in verit, la distinzione tra teoria dei codici e teoria

    della produzione un artificio metodologico che consegue alla priorit della produzione:

    questo il punto di arrivo della teoria dei codici, per cui la teoria della produzione non ne solo

    un correlato, ma propriamente anche un superamento. Come spesso avviene, lordine delle

    coesistenze che il genere trattistico lascia supporre cela in realt la linearit di un percorso

    teorico. Ma si prenda gi il protoesempio di produzione segnica in cui si assiste al

    riconoscimentodella pietra come utensile (TSG: 0.8.2. La produzione di strumenti duso,

    37): per Eco ci sarebbe una priorit del sistema sul processo, della significazione sulla

    comunicazione (TSG: 38). Tuttavia, ci che viene mostrato il lavoro della prassi

    enunciazionale, in particolare un fenomeno di istituzione di codice che ha il suo

    meccanismo tecnico in un riconoscimento, atto di interpretazione che costituisce una delle

    forme di lavoro descritte dalla teoria della produzione;

    3) una terza considerazione, conseguente alle prime due, rileva come la prassi enunciazionale

    dpasse lopposition entre synchronie et diachronie, puisquelle maintient le lien entre un

  • 7/22/2019 semio Eco

    9/49

    tat sincronique donn, dune part, et tous les tats synchroniques antrieurs et ultrieurs: ne

    consegue che, se le systeme est, par dfinition, a-chronique, la praxis est pan-chronique

    (Fontanille 1998a: 273). Questa compresenza, a diversi livelli di esistenza, notoriamente una

    caratteristica del formato enciclopedico della semantica allestito da Eco a partire dal Trattato:

    nella prima definizione del semema come enciclopedia (TSG: 2.11.3, 161), si rileva

    necessariamente come uno spettro componenziale di tale tipo [sia] uno spettro sincro-

    diacronico, dovendo rendere conto della molteplicit contradditoria degli usi (TSG: 165).

    A conclusione di questa disamina minimale della relazione tra produzione echiana e prassi

    enunciazionale post-greimasiana, parrebbe cos possibile osservare come in effetti vi sia la

    possibilit di una coarticolazione tra i due concetti. E non un caso che le fontanilliane

    Figure del corpo muovano in direzione di una semiotica dellimpronta (Fontanille 2004:

    410ss): se pure questultima non mette a frutto la trattazione echiana dei modi di produzione,

    purtuttavia in essa si offre un ambiente teorico in cui i modi stessi possono trovare luogo di

    sviluppo e proliferazione.

    ii) Seconda disgiunzione: semiotico/fisico

    dunque produzione il lavoro compiuto nellinterpretare e produrre segni: esso si

    manifesta in uno sforzo che sia fisico che psichico (TSG: 204). Questa rilevanza del

    fisico pu essere declinata cos attraverso un secondo aspetto della produzione per cui essa

    va intesa come lavoro fisico di allestimento (per cos dire) del segnale. In pi punti Eco

    insiste su questo aspetto, non esente da implicazioni semioticamente paradossali. Ci sarebbe

    ad esempio uno status privilegiato dellespressione rispetto al contenuto (TSG: 132): ogni

    unit despressione pu essere definita in se stessa non solo indipendentemente dalle proprie

    possibilit combinatorie ma anche nelle sue qualit materiali di funtivo (TSG: 132). In

    maniera del tutto conseguente la tipologia si occupa del lavoro svolto sul continuum

    espressivo per PRODURRE FISICAMENTE i segnali: essi sono cos prodotti o selezionatitra entit preesistenti (TSG: 206, punto (i)). Nel Trattatoproduzione indica allora anche il

    lavoro di produzione del segnale nel senso della teoria dellinformazione, come aspetto

    indipendente dalla semiotica che pu interessarla. C allora almeno una duplicit di questa

    accezione di produzione: in quanto produzione fisica (che allora non concerne il

    riconoscimento, essendo lespressione in questo caso indipendente dal contenuto) e in quanto

    produzione semiotica (e infatti comprende il riconoscimento come selezione dellespressione

    rispetto ad un contenuto). La semiotica echiana nasce dalla separazione, statuita almeno dallaStruttura assente, del segno dal segnale informazionale: ancora di pi, il criterio di

  • 7/22/2019 semio Eco

    10/49

    intepretabilit (o di interpretanza, come si dice in Semiotica e filosofia del linguaggio, SFL:

    51) stabilisce che ci che interessa la semiotica costitutivamente semiotico: la semiotica non

    conosce segnali per il semplice fatto che quando li assume sotto la sua pertinenza, li

    costituisce in segni (altrimenti non ne pu parlare). (La posizione echiana, in forma

    esemplarmente chiara, emerge, in relazione agli studi letterari, nella discussione sulla presunta

    autonomia del significante, in cui Eco ribadisce come al massimo ci possa essere

    autonomia del senso, Mincu 1982). Resta dunque alquanto oscura linsistenza su questa

    fisica che pure si manifesta sempre in forma aggettivale o avverbiale, e mai sostantivale.

    Ma se nessuno ha mosso laccusa di fisicalismo a Eco, perch, come si vedr, nel Trattato

    (soprattutto, ma non solo) si assiste ad una retorica della fisica. Resta il fatto incontrovertibile

    della sanzione di una autonomia materiale dellespressione.

    iii) Terza disgiunzione: produzione/interpretazione

    Nelle considerazioni svolte finora si assistito ad una solidariet di produzione e

    intepretazione secondo lassunto esplicito nel Trattatoper cui produzione in realt il

    termine complesso che, appunto, sussume entrambi (cfr. TSG: 200). Ad esempio, nel capitolo

    dedicato a ipercodifica e ipocodifica si osserva come la logica che regola il passaggio tra le

    marche semantiche sia uninterpretazione, nella forma di uninferenza di tipo abduttivo (TSG:

    187) che interviene in ogni tipo di decodifica (TSG: 186, nota 27): essa costituisce il pi

    evidente esempio di PRODUZIONE DI FUNZIONE SEGNICA (TSG: 187). Proprio al

    livello molecolare del funzionamento enciclopedico si assiste cos, per dirla con Deleuze e

    Guattari, al punto di dispersione dei due concetti. E tuttavia, come si vedr fra breve, nella

    tipologia dei modi di produzione si osserva una implicita opposizione tra i due termini che

    descrivono due operazioni diverse: anzi, si direbbe che interpretazione e produzione

    individuino due diversi livelli che la tipologia, attraverso la tavola di Figura 39, sovrappone,

    si direbbe, indebitamente. (Si potrebbe cos glossare metodologicamente: Eco lavoraporfirianamente per poi fare rizoma. Di qui la tensione interna al Trattatotra la struttura

    cristallina, dizionariale, che viene incontro alle aspettative di genere, e la proliferazione

    enciclopedica, che mira a rendere conto di tutto lesistente: si pensi alle 27 pagine di

    bibliografia). Nel caso della tipologia, questa duplicit della relazione tra produzione e

    interpretazione, effettivamente una doppiezza: sotto la semplicit della griglia, si nasconde

    una devastante molteplicit di dimensioni.

  • 7/22/2019 semio Eco

    11/49

    Dunque il concetto di produzione: i) vicino ed omogeneo rispetto a quello di prassi

    enunciazionale, ii) concerne lallestimento del segnale, iii) intrattiene una relazione ambigua

    con linterpretazione rispetto alla quale sia iperonimo che contrario.

    Si tratta allora di discutere gli ultimi due punti a diretto contatto con la tipologia dei modi di

    produzione.

    3. Tipologia dei modi di produzione, II: definizione

    Urge a questo punto concentrarsi in particolare sul capitolo 3.6.: Tipologia dei modi di

    produzione segnica (TSG: 285ss) ed in primo luogo domandarsi di che cosa si stia parlando.

    Nel punto ii)precedente si ricordato come il lavoro produttivo sia una vera e propria fatica

    fisica (TSG: 203): questo lavoro allora anzitutto, il lavoro di produzione del segnale, poi illavoro richiesto dalla sceltatra segnali []- di quelli da combinare (203). Eco ha qui un

    referente di rilievo nella lezione marxiana di Rossi-Landi, la cui ipotesi di uno schema

    omologico del produrre (Rossi-landi 1968: 201ss) assume una priorit del lavoro svolto sui

    materiali, compresi quelli linguistici. Il lavoro sempre lavoro (Rossi-Landi 1968: 235):

    il lavoro a costituirsi ad invariante che rende possibile lomologia. Se Rossi-Landi, pur

    dichiarando una bidirezionalit esemplare tra merci come messaggi e messaggi come merci

    (Rossi-Landi 1968: 236), di fatto riconduce i messaggi alle merci, Eco, in apertura del

    Trattato, ristabilisce la centralit semiotica del valore che superordinato alla sua assunzione

    economica (TSG: 0.8.3. Lo scambio di beni, 39ss). E tuttavia nel Trattato ben presente (e

    infatti discussa) la rilettura in chiave marxiana della semiotica ad opera di Rossi-Landi,

    poich non a caso, nel Trattato, si parla di lavoro semiotico, che infatti in uscita sbocca in

    prodotti, e non di attivit semiotica, la quale lascia invece soltanto tracce (Rossi-Landi

    1968: 183): anche se poi il lavoro cui pensa Eco comprende sia i prodotti che le tracce.

    Ora, la tipologia dei modi di produzione segnica una tipologia del modo in cui si produce

    lespressione: e questa ambiguit del prodursi emerger nella discussione sui tipi di lavoro. In

    ogni caso: la tavola registra il modo in cui le espressioni sono fisicamente prodotte e non il

    modo in cui sono correlate al contenuto (TSG: 285). Dunque, il contenuto nonentra tra le

    dimensioni pertinenti. Al limite, il modo di correlazione al contenuto pu essere implicato da

    due decisioni (TSG: 285), che concernono le rationes(ed in particolare la ratiodifficilis) e

    che mettono in gioco il soggetto epistemico anche rispetto alla temporalit, poich possono

    essere prese o prima o dopo (TSG: 285). Il punto delicato, e ci si ritorner pi avanti.

    Lindipendenza dal contenuto stabilita esplicitamente, poich la tavola elenca entit fisiche

  • 7/22/2019 semio Eco

    12/49

    e procedimenti ORDINABILI alla funzione segnica, ma che potrebbero sussistere anche se la

    funzione segnica non fosse istituita (TSG: 287). Il passaggio molto complesso e difficile da

    sbrogliare. C una autonomia di principio dellespressione sul contenuto che dipende dallo

    statuto fisico della prima, e che si manifesta attraverso la relazione di ordinabilit alla

    funzione (locuzione che, a quanto risulta, costituisce un hapax nella produzione echiana).

    Rispetto allespressione, essa sembra indicare ovviamente una disposizione come risultato,

    ma anche come atteggiamento: disponibilit alla messa in ordine nella funzione semiotica.

    In questo senso lordinabilit vale istituzionalmente: indica ci che ha i titoli per essere

    ordinato espressione di un contenuto, nel senso in cui si parla di unordinazione sacerdotale.

    Dunque, la tipologia dei modi di produzione si offre come una teoria dellespressione

    teoricamente indipendente (almeno cos dichiarato) dal contenuto (salvo per limplicazione

    obliqua della ratio): allora interessante osservare come Eco fornisse nel 1975 alcune

    indicazioni cartografiche che sarebbero state forse utili, o almeno discutibili, in vista del

    raggiungimento di quello che un vero e proprio eldoradodella semiotica generativa: il

    percorso generativo dellespressione. Infatti, notano riassuntivamente Marsciani e Zinna, se

    la semiotica [generativa] ha portato dei risultati tangibili per quanto concerne la

    conversione del senso sul piano del contenuto [] non va dimenticato che lo stesso

    lavoro con modalit opportune, resta ancora da fare per il piano dellespressione []

    al fine di concludere unaltra grande tappa per una semiotica che si voglia interamente

    generativa (Marsciani e Zinna 1991: 34).

    La vicenda ( noto) ha subito alcuni intoppi, certamente anche in conseguenza della

    ridiscussione del concetto stesso di percorso generativo nel paradigma greimasiano, ma

    soprattutto per lequazione (intesa come operazione) tra piano dellespressione e dimensione

    sensibile. La riflessione sullespressione infatti diventata riflessione sul sensibile e

    sullestesia (cfr. ad esempio Pozzato 2001: Estetico, estesico, patemico, 161ss, in

    particolare 170 su Geninasca). Cos, ad esempio, lo stesso Fontanille in Smiotique du visible

    riprende in considerazione la questione di un percorso generativo dellespressione, intesa

    come descrizione generativa (e auspicabilmente generale) di una classe di configurazioni

    sensibili, quali, in quel caso, quelle assunte dalla luce in una semiotica del visibile (Fontanille

    1995a: 24-25)3. Il problema della pertinenza del sensibile conduce per ad altri lidi teorici,

    3Fontanille 1995a e 1995b. Stante lassunto espressione=sensibile, lipotesi di un percorso generativo

    dellespressione non pu che coincidere piuttosto con un modello capace di integrare e descrivere in unaprospettiva unitaria tutti i modi del sensibile: non tanto Fontanille 1995a, che descrivendo il dominio delvisibile, ne affronta uno solo, quanto Fontanille 1999a. Ma lipotesi stessa che il modello possa costituire un

  • 7/22/2019 semio Eco

    13/49

    poich riattiva direttamente una fenomenologia della percezione, che richiede come sua

    conseguenza, almeno per Fontanille, un ripensamento integrale della teoria semiotica

    attraverso una sua somatizzazione. Ora, al di l della questione delle figure del corpo, e

    del loro interesse, la mappa semiotica che Eco offre nel Trattatoriconnette lespressione non

    al sensibile del soma ma alla fisica della produzione: per dirla con Basso, non al

    corporale come ci che, attraverso una prensione analogizzante, si ritiene avere

    unesperienza interna dellessere corpo, una propriocezione, ma al corporeo, inteso come

    qualificazione di ci che dotato di corpo, ci che possiede una materialit che lo rende

    tangibile, ci che ha un insieme di propriet che lo configurano come corpo (Basso,

    introduzione a Fontanille 2004: 10). Dunque, se c una ipostatizzazione sostanziale

    dellespressione in Eco (rispetto alla definizione glossematica puramente funzionale che pure

    egli ribadisce in molti luoghi) essa prende la forma di una fisica che stavolta si pu definire

    con il Devoto-Oli (qui basta il dizionario):

    scienza che studia gli aspetti pi generali dei fenomeni naturali non sostanzialmente

    legati alla vita [] o alle intime trasformazioni della materia [], cercando quanto vi

    di essenziale per risalire alle leggi che li governano e ai principi universali da cui

    questi derivano (Devoto-Oli, v.fisica).

    Lespressione richiede cio in Eco una fisica come teoria del fenomeno naturale, perch

    estranea alla vita vissuta del soggetto patemico (come spesso sottolineato, cfr. ad esempio

    Fabbri 1992: 183) ma anche al riduzionismo fisicalista che si occupa delle trasformazioni

    interne della materia: essa cerca leggi, le pi generali possibili, di interazione tra corpi

    semiotici, come si manifestano esemplarmente nella meccanica dellimpronta, ma anche nella

    riconfigurazione di una sintassi di interazione tra soggetti e oggetti richiesta dagli indizi, come

    pure nella selezione per frammentazione implicata dal campione, o addirittura nella

    meccanica pavloviana degli stimoli programmati, intesi a sollecitare una risposta riflessa nel

    destinatario (TSG: 306). Questa figurativit di produzione non indica affatto n unopzione

    fisicalista n una comportamentista: semplicemente pensa la prassi enunciazionale attraverso

    la definizione di soggetti operatori e di oggetti operandi attraverso una sintassi di produzione,

    che appunto la fisica delle loro interazioni. Con questa fisica Eco fa una fisica: dove

    lespressione fare la fisica in piemontese indica propriamente fare un incantesimo. La

    retorica echiana della fisica che abbonda nel Trattatopermette di mantenere sopiti i censori

    equivalente percorso generativo dellespressione sembra pi un ammiccamento strategico che non unaproposta concreta.

  • 7/22/2019 semio Eco

    14/49

    del materialismo storico dallo scagliare linfamante accusa di idealismo (la semiotica

    essendono sempre un bersaglio possibile, ricorda Fabbri 1998: 18). Infatti:

    Se accetta criticamente questo suo limite metodologico, la semiotica sfugge al suo

    rischio idealistico. Anzi, lo capovolge: riconosce come unico soggetto verificabile delproprio discorso lesistenza sociale delluniverso della significazione, quale essa

    esibita dalla verificabilit fisica degli interpretanti, che sono, e occorre ribadire questo

    punto per lultima volta espressioni materiali (TSG: 379).

    Con questa retorica della fisica Eco fa unincantesimo agli eventuali censori marxisti, e

    continua a pubblicare la sua enciclopedia a fascicoli su The Monist. In questo modo cio il

    concetto di espressione materiale viene ribattuto sullinterpretante, cos che alla fine anche

    linterpretante si potrebbe candidare legittimamente, in quanto prodotto materiale di un

    lavoro, verificabile fisicamente, ad essere espressione di un qualche contenuto (come infatti

    avviene nella dinamica dellinterpretazione della semiosi illimitata): ecco che allora si rispetta

    di nuovo la definizione esclusivamente funzionale della funzione semiotica, per cui

    espressione qualsiasi cosa che apra lintepretazione al contenuto, secondo un principio di

    reversibilit totale discusso da Eco a partire dal Trattato (TSG: 38), fino ai Limiti

    dellintepretazione (LI: 219). Infatti, La materia segmentata per esprimere esprime altre

    segmentazioni della materia (SFL: 53): nel modello di Semiotica e filosofia del linguaggio,

    la funzione semiotica effettua cos una sorta di ponticellatura sulla materia, connettendone due

    poli che prendono, di conseguenza, il nome di espressione e contenuto. Quella esposta nel

    capitolo 3.6. del Trattato pare allora essere non una teoria dellespressione sub specie

    materiae ma piuttosto una teoria della materia sub specie expressionis: essa descrive le

    modalit per cui la materia pu assumere la funzione di espressione, classificando tipi di

    attivit produttiva che, per reciproca interazione, possono dar adito a diverse funzioni

    segniche (TSG: 289). Introdotto il problema della materia, possibile discutere le quattro

    dimensioni che informano la tipologia: lavoro fisico richiesto per produrre lespressione,

    rapporto tipo-occorrenza, continuum da formare, modo di articolazione (TSG: 289,

    Figura 39). In questo modo anche possibile districare il nodo tra produzione e

    interpretazione, ovvero il punto iii), emerso a proposito del concetto di produzione e che

    non stato ancora discusso.

  • 7/22/2019 semio Eco

    15/49

    [Figura 2: Figura 39, TSG: 288]

    4. Tipologia dei modi di produzione, IIIa: lavoro

    La dimensione che pare opportuno discutere per prima quella del lavoro. La definizione

    echiana di lavoro lo assume come

    (i) il LAVORO FISICO necessario a produrre lespressione (che va dal semplice

    riconoscimento di oggetti o eventi preesistenti alla invenzione di espressioni inedite e

    non codificate (TSG: 284).

    Questo primo parametro pu articolarsi in quattro modalit: riconoscimento, ostensione,

    replica e invenzione, che la definizione offerta sembra (in maniera certo implicita) distribuire

    su un continuum che va dal semplice riconoscimento alla complessit dellinvenzione. Chesi tratti di una forma di progressione sembra altres indicato dal posizionamento nella Figura

    39 di riconoscimento e invenzione agli estremi opposti, mentre la continuit tra i modi

    pare sancita dalla co-appartenenza di due degli esempi (campioni fittizi e stimoli

    programmati) a due modalit, in una zona di transizione (rispettivamente tra ostensione e

    replica e tra replica e invenzione). Porre il riconoscimento come lavoro di produzione

    costituisce una dichiarazione di programma per la semiotica echiana, che fa

    dellinterpretazione una produzione. Tuttavia, non affatto chiaro come il riconoscimento

    possa occuparsi di un lavoro che , come gi ricordato, anzitutto, il lavoro di produzione del

  • 7/22/2019 semio Eco

    16/49

    segnale (TSG: 203): in che senso riconoscere un sintomo significa produrlo fisicamente?

    Eppure, quale sia la sceneggiatura che Eco ha in mente quando parla di lavoro ben

    testimoniato da altre determinazioni che il lavoro stesso riceve. Ad esempio, gli stimoli

    programmati sono elementi non semiotici intesi a sollecitare una risposta riflessa nel

    destinatario (TSG: 306):

    Un lampo di luce durante una rappresentazione teatrale, un suono insopportabile

    durante unesecuzione musicale, una eccitazione subliminale, tutti questi artifici che

    sono piuttosto classificati come stimoli, possono essere noti allemittente come

    stimolatori di un dato effetto (TSG: 306).

    Si tratta allora di elementi non semiotici per il destinatario. chiaro che la semioticit

    tutta a carico dellemittente: il suo punto di vista quello determinante rispetto al lavoro,giacch si ha funzione segnica quando lo stimolo rappresenta [per lemittente] il piano

    dellespressione e leffetto previstoil piano del contenuto (306). Si tratterebbe di artifici che

    sinora la semiotica non ha sufficientemente definito (TSG: 306): ed ovvio, giacch come

    statuito dai limiti e fini di una teoria semiotica siamo [] in presenza di un processo di

    significazione, purch il segnale non si limiti a funzionare come semplice stimolo ma solleciti

    una risposta INTERPRETATIVA nel destinatario (TSG: 19). Nella ripresa dei modi di

    produzione in Semiotica e filosofia del linguaggiosi assiste ad una compatta enucleazione del

    problema: gli stimoli programmati sono gli stimoli capaci di suscitare una risposta non

    mediata (e dunque non semiotica per il destinatario), e che risultano significativi delleffetto

    previsto solo per chi li emette, non per chi li riceve (SFL: 50). Il punto di vista semiotico

    quello dellemittente: lui il soggetto del lavoro. E tuttavia, dice Eco: Nella nostra

    prospettiva che qui interessa costituiscono invece un caso di segno debole che dalla causa

    attuata permette di inferire leffetto possibile e variamente probabile (SFL: 50). Il problema

    diventa quello di interpretare la causa come espressione di un effetto, il suo contenuto: questo

    momento non ha nulla a che fare con la predisposizione del segnale poich unaltra cosa

    rispetto alla produzione fisica dellespressione, lemittente empirico dello stimolo

    essendo diventato il destinatario della funzione semiotica. Ed infatti, detta con i termini

    echiani del Trattato, nella tipologia dei modi di produzione (cos come nelle sue riprese) si

    assiste ad unoscillazione costante tra pertinenza del punto di vista del destinatario e di quello

    dellemittente. Riprendendo allora il discorso a partire dal riconoscimento, in primo luogo va

    ribadito come il riconoscimento sia pienamente inteso come modo di produzione: c, a tutti

    gli effetti, una produzione di riconoscimento che si attua nel momento in cui il soggetto

  • 7/22/2019 semio Eco

    17/49

    riconduce un esistente ad espressione di un dato contenuto (TSG: 289). Il riconoscimento

    una produzione perch propriamente una ricostituzione, si direbbe in unaccezione

    fenomenologica, del senso del mondo, della sua semioticit:

    Per poter essere considerato come il funtivo di una funzione segnica, loggetto deveessere visto come se fosse stato prodotto per ostensione, replica o invenzione, e

    correlato da un dato tipo di ratio. Quindi latto di riconoscimento ricostituisce

    loggetto come impronta, sintomo o indizio (TSG: 289)

    La definizione assolutamente densa di motivi. A districarne alcuni: i) c una soggettivit

    semiotica trascendentale, debole perch ricondotta ad un soggetto operatore (il soggetto

    impersonale della visione), che legge il mondo e lo costituisce in semiotica biplanare; ii) la

    semioticit del mondo implica un come se che esplicitazione di una mediazione istituente,la quale, a sua volta, possibilit della semioticit stessa come teoria di una menzogna; iii)

    questa mediazione un lavoro: per poter ricostituire loggetto, si tratta di vedere come se

    e non di ricevere passivamente; iv) infine, si delinea una netta asimmetria tra riconoscimento,

    come prima forma di lavoro di produzione dellespressione, e le altre tre, ostensione, replica

    e invenzione: infatti il modo del riconoscimento consiste nella riconduzione delloggetto ad

    uno degli altri tre possibili modi di produzione. Dunque, rispetto a questultimo punto, c un

    doppio movimento. Da un lato, si tratta di pensare il riconoscimento come un lavoro

    semiotico tra gli altri, come esplicitato dalla messa in serie insieme ai tre termini successivi: il

    riconoscimento perci pienamente lavoro semiotico. Ma, dallaltro lato, si tratta invece di

    assumere il riconoscimento come una forma di metalavoro semiotico, si direbbe

    metaproduzione come produzione di produzione, che superordinato alle altre tre, in

    quanto presupposizione di semioticit che permette il passaggio allostensione, alla replica,

    allinvenzione: ed unindicazione indiziaria in proposito deriverebbe dalla sua posizione

    iniziale nella serie delle quattro. Si tratta cio di rileggere il riconoscimento secondo il modo

    in cui Deleuze e Guattari nellanti-Edipoda un lato distinguono tre logiche, produzione,

    registrazione e consumo, dallaltro assumono che esse costituiscano tre modalit della

    produzione stessa in quanto tale: si ha cio produzione di produzione, produzione di

    registrazione, produzione di consumo (Deleuze e Guattari 1972: 5-6)4. Daltronde,

    linsieme delle definizioni date da Eco a proposito delle quattro attivit di produzione che

    sottolinea quella che una vera e propria asimmetria attanziale (rapidamente riassunta da Eco

    attraverso lopposizione tra significazione passiva del riconoscimento e significazione

    4A margine, interessante osservare come la soggettivit richiesta da Deleuze e Guattari sia appunto quellaminima di un soggetto operatore, di un uomo come addetto alle macchine (Deleuze e Guattari 1972: 6).

  • 7/22/2019 semio Eco

    18/49

    attiva delle altre tre5): da un lato, nella definizione di riconoscimento il soggetto

    riconoscitore il destinatario delloggetto-segno che gli proviene dal mondo riconosciuto in

    quanto destinante (che lo produce per ostensione, replica, invenzione), dallaltro ostensione,

    replica e invenzione prevedono il soggetto produttore in quanto destinante che costruisce

    loggetto-segno per un destinatario da lui (logicamente) distinto. sufficiente considerare in

    proposito il caso dellostensione:

    Lostensione ha luogo quando un dato oggetto o evento, prodotto dalla natura o

    dallazione umana (intenzionalmente o inintenzionalmente) ed esistente come fatto in

    un mondo di fatti, viene selezionato da qualcuno e mostrato come lespressione della

    classe di oggetti di cui membro (TSG: 294).

    Si avrebbero allora due livelli: al primo, il soggetto metaoperatore del riconoscimento (intesoperci come metalavoro semiotico) istituisce la semioticit del mondo rispetto al quale si

    costituisce in un soggetto che occupa il luogo del destinatario della semiosi; in secondo luogo,

    stante linsieme delle posizioni attanziali costitituitesi al primo livello, il soggetto

    metaoperatore installa il soggetto come soggetto operatore al posto del mondo, ricostituendo

    questo stesso soggetto non pi come destinatario, ma come destinante (il soggetto, questa

    volta, del lavoro semiotico dellostensione della replica, dellinvenzione). Dunque, nel

    riconoscimento si ha produzione in quanto interpretazione (secondo lequazione definitoria

    della semiotica echiana), nelle altre tre forme si ha produzione rispetto ad uninterpretazione

    (presupposta dalla definizione stessa). In questi termini, se pure il riconoscimento nel suo

    carattere di produzione compartecipa della natura delle altre forme di produzione, pur tuttavia

    allo stesso tempo se ne distingue per costituzione. Di qui lalternanza costante tra

    focalizzazione dellemittente e focalizzazione del destinatario che caratterizza la discussione

    degli esempi di ostensione, replica e invenzione. Lesempio migliore, anche perch permette

    di definire tutti i tipi di lavoro, quello dellinvenzione. Si definisce invenzione:

    un modo di produzione in cui il produttore della funzione segnica sceglie un nuovo

    continuum materiale non ancora segmentato ai fini che si propone, e suggerisce una

    nuova maniera di dargli forma per TRASFORMARE in esso gli elementi di un tipo di

    contenuto (TSG: 309).

    A questa definizione, in cui del tutto esplicita (attraverso la diretta menzione del

    produttore) la pertinenza dellemittente, fanno seguito le definizioni dei tre precedenti modi

    5In ogni caso, il Trattatoattualizza solo significazione ATTIVA riferito allostensione come suo primo caso,TSG: 294.

  • 7/22/2019 semio Eco

    19/49

    di produzione, secondo una strategia retorica di contrasto. La prima concerne ovviamente il

    riconoscimento:

    chiaro che una espressione prodotta per riconoscimento comprensibile a causa di

    una esperienza precedente che ha collegato una unit di contenuto con una unit diespressione(TSG: 309).

    Definizione in linea con quanto osservato e che peraltro connette esplicitamente il

    riconoscimento alla dimensione di una figurativit del mondo che precede il soggetto e su cui

    sar necessario ritornare. Le due caratterizzazioni successive sono dedicate allostensione e

    alla replica:

    chiaro che si riconosce una espressione prodotta per ostensione perch ci si

    richiama ai meccanismi fondamentali dellastrazione, facendo di una data entit ilrappresentante della classe a cui appartiene.

    chiaro che si riconosce una espressione prodotta per replica perch si tratta di

    individuare i tratti del tipo espressivo gi convenzionalmente correlati a un dato

    contenuto (TSG: 309).

    Ora, in queste definizioni ovvia la doppia prospettiva, poich qui in gioco il soggetto del

    riconoscimento, che sussume evidentemente quello dellostensione e quello della replica,

    come sottolineato peraltro dalla ripetizione del sintagma chiaro che si riconosce unaespressione prodotta. Le due definizioni dei modi di ostensione e di replica sono fatte

    arretrare al primo livello, quello del metalavoro semiotico del riconoscimento: si riconosce

    lespressione prodotta da qualcun altro secondo le modalit dellostensione e della replica.

    Detto ci, se qui emerge con chiarezza la doppia focalizzazione, resta piuttosto curioso

    osservare come di nuovo il soggetto del riconoscimento venga giocato contro il produttore

    dellinvenzione, quando invece ovvio dalle stesse definizioni echiane che si tratte di due

    livelli diversi. Daltra parte nella breve discussione in nota al Lector in fabula, in cui si

    discute della tipologia dei modi di produzione, si osserva come leggendo un testo si ha [] a

    che fare con repliche, [] si individuano sintomi e tracce, mentre se le sceneggiature

    intertestuali sono [] stilizzazioni, le citazioni esplicite [] sono casi di ostensione (LF:

    217): chiaro che il lector il soggetto del riconoscimento che ricostruisce un insieme di

    operazioni i cui prodotti trova realizzati nel testo. Ancora, un esempio di rilievo quello

    offerto proprio nella discussione della raffaellescaMadonna del cardellinoquale esempio di

    invenzione moderata, in cui si mettono esplicitamente a tema i due punti di vista, del

    mittente e del destinatario.

  • 7/22/2019 semio Eco

    20/49

    Dal punto di vista del mittente, una struttura percettiva viene considerata come

    modello semantico codificato (anche se nessuno ancora in grado di intenderla in

    questo modo) e le sue marche percettive vengono trasformate in un continuum ancora

    informe []. Ma dal punto di vista del destinatarioil risultato appare ancora come

    semplice artificio espressivo. Egli pertanto, usando per esempio il quadro di Raffaello

    come impronta, deve PROCEDERE ALLINDIETRO per inferire ed estrapolare le

    regole di similitudine implicate e ricostruire il percetto originario (TSG: 317).

    Trattare il quadro raffaellesco come unimpronta significa per definizione riconoscerlo

    (ricostituirlo) come espressione di un contenuto dato dalla classe dei possibili impressori

    (TSG: 289), cio vederlo come se fosse stato prodotto, in questo caso, per invenzione.

    Quello che descrivono i tre modi di produzione etichettabili sotto la dicitura di significazione

    attiva la sintassi di produzione che deve essere rintracciata nel riconoscimento, intendendo

    questultimo come produzione pi generale presupposta dal criterio di interpretanza. Si assiste

    cos alla ricostituzione dellimpronta di un corpo, se non corporalit propriocettiva, comunque

    corporeit esterocettiva di una meccanica dei corpi i cui depositi iscritti in un supporto di

    iscrizione sono condizione di accesso al contenuto. Questa ricostituzione ricorda

    curiosamente le passeggiate diderotiane ai Salons parigini, in cui, osservava

    Greimas,esaminando le tracce lasciate dal pennello sulla tela (Greimas 1984: 39), si trattava

    di ricostruire quella che stata opportunamente definita una gestualit instaurativa (Basso2003: 351, nota 119). Infatti, nel Diderot greimasiano, accreditata fondazione teorica del

    concetto di plastico in semiotica, se da un lato lapproccio figurativo consiste

    effettivamente nella rilevazione di uno stock di figure del mondo, dallaltro lapproccio

    plastico consiste nel cerca[re] di capire ci che il pittore aveva voluto fare ,

    esaminando attentamente le [sue] tracce (Greimas 1984: 39): o pi tecnicamente, si direbbe

    con Eco e ora con Fontanille, le sue impronte. Nella sua greimasiana origine rimossa, il

    plastico non (solo) il livello individuato dalla rilevazione di formanti plastici, cio da unalettura altra che, sotto o a fianco della figurativit del mondo naturale, ripertinentizza quello

    che, a quel livello, ne supporto, secondo quanto avviene quando si parla di categorie

    cromatiche, eidetiche, topologiche. Si ha invece una terza determinazione rispetto a

    figurativo ma anche a plastico nellaccezione appena ricordata, che concerne la

    pennellata, ovvero specificamente un modo di produzione iscritto nel testo. Ci che evoca

    la lettura altra che Greimas trova in Diderot una sintassi gestuale iscritta che non coincide

    necessariamente n con la dprise barthesiana cui pensa Floch (Greimas e Courts 1986, v.

    plastique, (catgorie~)) n con lo stock descrittivo di categorie plastiche formalizzate da

  • 7/22/2019 semio Eco

    21/49

    Thrlemann (Greimas e Courts 1986, v. plastique, (smiotique~)). infatti proprio la

    differenza di questa terza prospettiva che costituisce il punto dattacco del contributo di

    Fontanille dedicato allanalisi di un corpusdi vasi berberi, che pare anticipare le sue pi

    recenti posizioni poich vi viene tematizzato esplicitamente il problema di une empreinte en

    attente ou en nostalgie du sens (Fontanille 1998b: 37). Fontanille vi sostiene la necessit

    della presa in carico analitica dei modi di produzione iscritti, nella forma di una sintassi

    gestuale di iscrizione sulla superficie della materia argillosa. Il corpusin questione richiede

    infatti, attivando la questione del grafismo come insieme di pratiche segnanti comuni a

    scrittura e decorazione, che vi si ritrovi latto creatore della produzione, nella tensione che

    si stabilisce ad esempio tra la main qui a model la materia come volume e la main qui

    dcore la stessa materia come superficie (Fontanille 1998b: 39). Per Fontanille si tratta a tutti

    gli effetti di ipotizzare una virata epistemologica che muova dallesclusiva attenzione testuale

    alla ricezione verso la produzione, dalla sincronia del testo (il suo acronico presente) verso

    una diacronia che ritrovi, appunto, le contact avec lacte crateur (Fontanille 1998b: 45).

    Curiosamente, Fontanille sembra oscillare tra la pertinentizzazione di un modo di produzione

    come ricostruzione analitica di una sintassi di produzione e quella che parrebbe la

    rivalutazione di un approccio storico (via recupero della diacronia) allatto creatore. Ma se sul

    secondo aspetto, e cio sullattivit di quel particolare vasaio berbero, la semiotica non pu

    ovviamente dire nulla6, resta il fatto che il contributo apre mirabilmente al problema di una

    plasticit (o forse di una figurativit) di tipo diverso rispetto a quella tipicamente tematizzata

    in letteratura, come invero gi anticipato da Greimas. Si vede infatti chiaramente che il

    problema agitato da Fontanille lo stesso che al fondamento della descrizione plastica nella

    citazione diderotiana di Greimas. Se tipicamente, nella relazione tra figurativo e plastico come

    pensata in semiotica generativa, si ha da un lato una figurativit intesa come riferimento ad

    una griglia culturale ipostatizzata, dallaltro una plasticit come ripertinentizzazione

    risemantizzante, pare allora necessario supporre, in mezzo, una iscrizione dei modi diproduzione che, con una salita di livello metasemiotica (poich sale oltre quello che era

    considerato testo pertinente per integrarlo in una nuova testualit in cui esso oggetto del fare

    di un soggetto operatore), iscrizione che plastica rispetto al figurativo e figurativa rispetto al

    plastico. allora possibile supporre una lettura plastica dellenunciato figurativo, che mette

    tra parentesi la figurativit immediata del mondo naturale per assumere propriamente la

    6Non si capisce infatti dove porterebbe lipotesi ricostruttiva dellatto creatore di Fontanille, al ferro ligneo diuna semiotica storica? Daltronde il concetto in questi termini non pi stato ripreso.

  • 7/22/2019 semio Eco

    22/49

    forma di una lettura figurativa dellenunciazione plastica7, cio di una ricostruzione di un

    modo di produzione dellenunciato iscritto nellenunciato stesso: se anche di fronte alla

    costituzione di un formante plastico si ha il tentativo di rinviarlo ad una gestualit instaurativa

    [], o nel senso di una pratica sociale stereotipica, o di una vera e propria azione in atto del

    corpo8, allora lipotesi di una lettura figurativa dellenunciazione plastica trova una sua

    prima tematizzazione proprio nella tipologia echiana dei modi di produzione. La teoria dei

    modi di produzione postula infatti un terzo regno, una enunciazione produttiva che pare

    effettivamente descrivibile nei termini di una lettura figurativa dellenunciazione plastica:

    che plastica rispetto alla figurativit del mondo (poich reintroduce rispetto alla

    stabilizzazione codificata delle apparenze il loro divenire o il loro essere divenute) e figurativa

    rispetto alla plasticit resistente della materia del significante (TSG: 333) (poich ne tenta

    una pertinentizzazione almeno nei termini della storia della loro costituzione ad opera di una

    soggettivit). Per allestire questo dispositivo per necessario supporre un doppio livello: una

    metaproduzione come riconoscimento che istituisce una produzione ricostituendone lo

    scenario. Se cos , allora lordinata disposizione tabulare della Figura 39 uneffetto ottico

    che schiaccia in una compresenza lordine di almeno una successione, quella che determina

    un diastema tra il primo lavoro e gli altri tre.

    Rispetto al problema della materialit, se in particolare lopera darte riesce in quella

    promozione della materia inerte che il dio plotiniano, con tutto il suo potere emanativo, non

    era riuscito a redimere (TSG: 335), perch, anche laddove non si abbia a che fare con

    funzioni segniche elementari (i cosiddetti segni ) ma con la complessit di testi IPO- o

    IPERCODIFICATI (TSG: 326), che offrono resistenza rispetto ad una figurativit

    immediata, la semioticit comunque resta attestata ed attestabile attraverso lattivazione dei

    modi di produzione: la semioticit innanzitutto testimoniata dallesistenza identificabile di

    modi di produzione segnica (TSG: 326). In altre parole il modo di produzione (riconosciuto,

    evidentemente, attraverso un salto enunciazionale metasemiotico) un garante di semioticit.Ed in effetti, la tipologia pare peculiarmente presa tra due estremi: da un lato essa mira ad una

    descrizione astratta della produzione in termini strettamente operazionali, come risulta ovvio

    dalla sua estremit destra, in cui si affrontano le topologie dei grafi e delle proiezioni,

    dallaltro essa rende conto di una peculiare figurativit di questa stessa produzione, indagando

    7

    Si tratta cio di notare che lenunciazione plastica pu venire letta come fare instaurativo, secondo una letturafigurativa che la esplicita in termini digesti (Basso 2003: 129).8Basso 2003: 351, nota 119.

  • 7/22/2019 semio Eco

    23/49

    alla sua sinistra impronte, sintomi e indizi, cos da allestire una scena naturale che prevede, ad

    esempio, tra i suoi attori limpressore (nelle impronte) e lagente causatore (nei sintomi).

    Si tratta a questo punto di introdurre un secondo parametro di classificazione, che riguarda il

    continuum da formare.

    5. Nota parentetica, I: riconoscimento ed enunciazione

    Lasimmetria tra riconoscimento come metaproduzione e le altre tre forme di produzione

    potrebbe far sospettare che sotto lo stemma comune della produzione sia celata, al di l

    dellisotopia vagamente filosofica, una differenza irriducibile, annidata in unincolmabile

    differenza di livello. In effetti, messo in questi termini, il lavoro del riconoscimento pare

    essere il primo movimento che consegue da quello che si potrebbe definire un postulato di

    enunciativit, dove il barbarismo del secondo sostantivo indica non lenunciazione ma la

    condizione di possibilit della stessa9. Questo postulato di enunciativit pu essere cos

    descritto: il senso si basa su un lavoro di produzione - il riconoscimento- di unaltra

    produzione di senso. Il postulato di enunciativit un postulato di semioticit: qualcosa ha

    senso (id est: semiotico) se riconducibile ad un prodotto di un lavoro semiotico. Un simile

    postulato ha interessanti conseguenze in merito ad una teoria della comunicazione. Se la

    teoria dei modi di produzione concerne la comunicazione (come si dice esplicitamente nelTrattato) perch questultima va intesa come ricostruzione a posteriori di una intenzionalit

    che garantisce la presenza del senso come sua condizione di possibilit (e che si dimostra

    come logica di produzione orientata verso lenunciatario). Comunicazione produzione di

    senso attraverso il riconoscimento di un qualcun altro che produce senso. Dunque, una teoria

    della comunicazione non soltanto articolabile con una teoria dellenunciazione: piuttosto, ne

    consegue. Questo definizione della comunicazione peraltro analoga a quella fornita da

    Prieto, poich per il semiologo argentino si ha comunicazione nel momento in cui vienericonosciuta lattivit di indicazione di un soggetto: attivit che prende il nome di

    indicazione notificativa (Prieto 1972: 48)10e che prelude all indicazione significativa.

    Questultima concerne invece il modo in cui si struttura il segnale, modo che Prieto mutua

    9In effetti, in semiotica generativa si parla di narrativit e di figurativit (cfr. Greimas e Courts 1979: v.

    Narrativite v. Figurativisation) come condizioni di possibilit rispettivamente della narrazione e dellafigurazione (dove questultimo termine non pare per diffuso). Se possibile formulare una teoria dellanarrativi e della figurativit, dovrebbe analogamente essere definita una teoria dellenunciativit che inquadritutti i casi di enunciazione (a ovvia condizione che la tenuta del metalinguaggio descrittivo costituisca un

    valore).10Per una discussione della relazione tra indicazione ed enunciazione in Prieto ci si permette di rimandare aValle 2006.

  • 7/22/2019 semio Eco

    24/49

    classicamente dal paradigma opposizionale fonologico. Il riconoscimento inteso come

    indicazione notificativa fa del soggetto della produzione l emittente, e di chi lo riconosce il

    ricevente. In questo senso ogni atto semico presuppone lincitazione al ricevente di

    diventare tale (Prieto 1975: 23). In assenza di questo riconoscimento (che tutto, e

    drammaticamente, in carico al ricevente) non possibile la comunicazione. Ed infatti,

    linterpretazione del segnale ed eventualmente delle circostanze che conta per latto semico

    dunque soltanto linterpretazione che ne fa il ricevente (Prieto 1975: 43). Di conseguenza,

    c una responsabilit forte del ricevente, che, si potrebbe dire, costituisce lemittente

    riconoscendolo in quanto tale. Dalla connessione integrata delle considerazioni di Eco e di

    Prieto deriva una definizione doppia delloggetto semiotico, in funzione della sue due

    dimensioni, strutturale e enunciazionale, che pu essere ben descritta attraverso il modello del

    testo-tessuto. Questultimo si dota di due dimensioni costitutive:

    - dimensione strutturale: per essa il testo linsieme di elementi che fanno tenutaattraverso le relazioni che li definiscono nelle reciproche posizioni. Tale dimesione

    attivata dallindicazione significativa (strutturazione);

    - dimensione enunciazionale: per essa il testo linsieme dei segnali che conseguonodallo stabilirsi di qualcuno come emittente in una comunicazione possibile di cui il

    soggetto del riconoscimento il ricevente (testo-messaggio). Questo soggetto

    emittente un soggetto di produzione. La dimensione enunciazionale consegue

    dallindicazione notificativa.

    Da questa duplicit consegue una possibile tensione tra il livello strutturale e quello

    enunciazionale: laccesso al livello enunciazionale avviene necessariamente attraverso il

    livello strutturale, ma questultimo potenzialmente opaco e pu opporre resistenza alla

    ricostruzione del primo. Ne deriva altres una definizione del soggetto della produzione nei

    termini di un effetto di profondit che si proietta a partire dalla superficie piatta del testo.

    Linsieme di queste considerazioni si pu schematizzare agevolmente nel modo indicato dallaFigura 3:

  • 7/22/2019 semio Eco

    25/49

    [Figura 3. Diagramma della meta-produzione del senso. R: ricevente, M: messsaggio, E:emittente]

    Da una simile omologia con la teoria prietiana esce ulteriormente rafforzata lasimmetria tra il

    riconoscimento e gli altri lavori di produzione. semiotico ci che viene riconosciuto (in

    senso tecnico) come il prodotto di una produzione: dunque il riconoscimento il lavoro che

    consegue da questo postulato di enunciativit. In altre parole: il riconoscimento sarebbe un

    lavoro di incorniciatura -cadrageo framing- che permette di rinvenire le altre forme della

    produzione. Tuttavia, sebbene implicito nel Trattato, perfettamente possibile il caso in cui il

    lavoro riconosciuto non sia un lavoro di replica, ostensione o invenzione (le tre forme della

    produzione toutcourt) ma un ulteriore lavoro di riconoscimento. Come si pu riconoscere il

    lavoro di allestimento della replica o dellostensione, cos si pu riconoscere il lavoro di

    riconoscimento, che a sua volta sar evidentemente riconoscimento di altri lavori. Se ne pu

    offrire questa schematizzazione, che illustra la prima iterazione del procedimento, a partire da

    una versione semplificata della figura precedente:

    [Figura 4. Ricorsivit del riconoscimento]

  • 7/22/2019 semio Eco

    26/49

    Si tratta evidentemente di un funzionamento ricorsivo in cui loperazione del riconoscimento

    si ri-applica (potenzialmente adinfinitum) al risultato di un riconoscimento precedente.

    In via preliminare, i punti di rilievo della modellizzazione ricorsiva del riconoscimento sono

    quattro.

    i) Il riconoscimento ha certamente uno statuto particolare in quanto condizione diaccesso agli altri modi ed innesco delliterazione, ma insieme conserva, in senso

    proprio, lo statuto degli altri lavori di produzione, situandosi (anche) sullo stesso

    livello di questi ultimi;

    ii) la ricorsit del funzionamento sancisce una parentela stretta con il meccanismoenunciazionale del brayage11, per il quale vige lo stesso funzionamento ricorsivo.

    La parentela non soltanto formale. Un simile funzionamento non per nulla

    astratto, n risulta da un approccio meramente formalistico: piuttosto permette una

    definizione esplicita del regime della rappresentazione. Una rappresentazione

    infatti un testo che prevede al suo interno le condizioni della propria leggibilit ed

    insieme loperazione che allestisce questo stesso testo: secondo largomento

    etimologico, la messa in scena (la ripetizione) di una presentazione, cio del

    modo in cui il senso si gi dato ad un riconoscimento. La rappresentazione un

    riconoscimento in cui il soggetto produttore (E) riconosce e il prodotto che ne

    consegue reca in s le tracce di un lavoro semiotico che giunge al ricevente

    iniziale (R) mediato da un altro ricevente (lo stesso soggetto E nella posizione di

    R). Poich la prospettiva del Trattato eminentemente cognitiva (non nel senso

    di una semantica cognitiva quanto in quello di una gnoseologia sub specie

    semiotica), non stupisce che questo dispositivo sia assai prossimo alla discussione

    che Fontanille (1989) conduce in relazione alla dimensione cognitiva nei testi. Il

    semiologo francese dedica il suo studio alla circolazione dellinformazione nel

    testo, ed in particolare al dbrayagecognitivo: cio al modo in cui lenunciazionedelega ai suoi simulacri il fare cognitivo. La definizione di un attante Osservatore,

    sujet hyper-cognitif delegu par lnonciateur et install par lui, grc aux

    procedures de dbrayage, dans le discourse nonc12, -di cui si offre una

    tipologia- coincide in buona sostanza con quella di soggetto del ricevimento qui

    offerta, quantomeno a partire dal primo livello in avanti. L O s s e rv a t o re un11

    Il termine sussume evidentemente dbrayage/embrayageed indica le changement de position de linstance dediscours (Fontanille 1998: 94).12Greimas e Courts 1987: v. Observateur(J.Fontanille). Cfr. anche Basso 1999.

  • 7/22/2019 semio Eco

    27/49

    sogget t o de l ric onos c ime nto i nt e rno, is t anz a c ogni t iva ( dbra yat a) di oss e rva z ione s u l m o n d o o s s e rv a t o . Cos, la differenza tra unimpronta e la fotografia diunimpronta esprimibile nei termini della differenza tra soggetti di produzione:

    nel primo caso unimpressore, che deve essere descritto rispetto al lavoro di

    produzione di impronte; nel secondo caso, a pari livello, un Osservatore inteso

    come Spettatore, ovvero p unt o d i v i s t a i m p l i c a t o d a l l o rg a n i z z a z i o n e s p a z i o te mporal e e ric os truibi l e a t tra vers o le c a tegorie s paz i ali e pros semic he13. questoSpettatore che a sua volta riconosce limpressore (attraverso il lavoro di impronta).

    Invece di essere sollecitata in termini referenzialistici, la rappresentazione viene

    declinata come una forma della produzione semiotica14;

    iii) Il riconoscimento identifica, attraverso la catena di riconoscimenti cui pu dareorigine, un funzionamento in serie della produzione semiotica. Questo messa in

    serie si affianca cos alla messa in parallello che, come nota Eco, caratterizza

    empiricamente la produzione semiotica: ogni testo cio il risultato di pi lavori

    in parallelo. Sembrerebbe che lunico lavoro capace di innescare la messa in serie

    sia il riconoscimento: in ogni caso, per ogni riconoscimento interno (per ogni

    dbrayage cognitivo) di fatto si produce un testo interno che a sua volta pu

    ammettere il ritrovamento di pi lavori in parallelo. Questa compresenza di lavori

    semiotici, in serie e in parallelo, non in effetti descritta dal modello del testo-

    tessuto, che suppone un unico lavoro alla sua origine (quello della tessitura): i

    modi di produzione richiedono di passare ad un modello del testo come territorio:

    superficie su cui si iscrive una pluralit di tracce di soggetti diversi (perch

    responsabili di diversi lavori). Non a caso, il metalavoro semiotico per Eco si

    avr modo di discuterlo pi avanti- lesplorazione di terra, che lascia tracce su un

    superficie gi iscritta15.

    13Per la tipologia dei regimi di osservazione cfr. Fontanille 1989.14Come notava Eco discutendo seminarialmente le considerazioni che si stanno qui sviluppando, la milgiorfigura di questa produzione di rappresentazione Hollywood o Cinecitt (U. Eco, com. pers., Seminario di

    semiotica intepretativa, SSSUB, 21/04/2004)15Il testo-territorio allora un insieme di tracce che risultano dalla stratificazione di una molteplicit di lavorisemiotici. In quanto superficie arbitrariamente ritagliata su cui depositano segni di attivit segniche

    potenzialmente eterogenee il testo-territorio rappresenta une grandeur considre anterieurment son analyse(Greimas e Courts 1979, v. Texte, 5). La pertinenza analitica, selezionando le tracce, trasforma il testo-territorioin testo-tessuto, il quale nest constitu que des lments smiotiques conformes au projet thorique de sadescription (Greimas e Courts 1979, v. Texte, 5). Il testo-territorio eccede e precede il testo-tessuto, ed ilrisultato dellinquadramento richiesto dal principio di enunciativit. In una fotografia digitale il lavoro di replica

    di unit cromatiche discrete tipicamente non ha commercio con il lavoro di riconoscimento interno: i due modicondividono lo stesso testo-territorio e la pertinenza analitica seleziona il modo di rilievo, tipicmaente quello delriconoscimento rappresentazionale. Tuttavia se limmagine risultante sottocampionata emerge chiaramente la

  • 7/22/2019 semio Eco

    28/49

    6. Tipologia dei modi di produzione, IIIb: continuum

    Il parametro che occupa il terzo posto nella formulazione echiana concerne:

    (iii) il CONTINUUM DA FORMARE, che pu essere OMOMATERICO O

    ETEROMATERICO, un continuum essendo omomaterico quando lespressione

    formata della stessa materia del possibile referente, eteromaterico in tutti gli altri casi

    (in cui, se non motivato da un legame causale col referente possibile, il continuum

    pu venir scelto arbitrariamente) (TSG: 289).

    Se dunque la tipologia si propone come una teoria dellespressione che non pertinentizza il

    contenuto (se non per la via implicita della ratio difficilis), tuttavia essa assume tra i suoi

    parametri costituenti, attraverso la materia, il referente possibile di una espressione senzacontenuto. Perch proprio il referente dopo instancabili ammonimenti sul rischio di una

    fallacia referenziale? La discussione sul referente (che coincide con la sua semiotizzazione)

    occupa i capitolo 3.2. e 3.3. del Trattato, dove, secondo la nota prudenza di Eco, il

    problema del fattuale viene introdotto postulando lesistenza di circostanze extrasemiotiche

    (TSG: 211), che lavorano (kantianamente) sullo sfondo di ogni fenomeno di produzione

    segnica (211): proprio il fatto che la semiosi viva come fatto in un mondo di fatti limita

    lassoluta purezza delluniverso dei codici (TSG: 211). Si tratta allora di distinguere tragiudizio semiotico e fattuale, secondo la riformulazione pi maneggevole nel contesto

    semiotico (TSG: 212) dellopposizione tra sintetico e analitico: il giudizio semiotico

    predica di un dato contenuto (una o pi unit culturali) le marche semantiche gi attribuitegli

    da un codice prestabilito, quello fattuale predica invece marche semantiche non attribuitegli

    precedentemente dal codice (TSG: 212). Il passaggio tra fattuale e semiotico avviene

    necessariamente attraverso la mediazione di un terzo tipo di giudizio, quello metasemiotico

    (TSG: 213-214), che sancisce lascrizione del fattuale al semiotico. Ora, la relazione tra

    semiotico e fattuale (in quanto definita dalla semiotica) gi internaal semiotico, poich

    ricondotta alla dialettica tra codici e messaggi (TSG: 215): cos, semplicemente, gli asserti

    fattuali sono un esempio di creativit permessa dalle regole del codice (215). La verifica

    del giudizio fattuale non pu che rimandare allora ad altre operazioni mediatrici (TSG: 214,

    prudentemente in nota 2). Ricondotta -senza scampo- la coppia analitico vs.fattuale al

    scansione in pixel: si registra qui una interferenza intermodale (tra i modi) che si impone alla pertinenza

    analitica. Da Courbet e Delacroix fino allinformale il testo-territorio del quadro risulta quantomeno stratificatodoppiamente: in esso depositano in forma complessa e ambigua il fare dellimpronta e quello delriconoscimento.

  • 7/22/2019 semio Eco

    29/49

    semiotico, il capitolo 3.3. pu affrontare il problema di un altro tipo di giudizi fattuali, quelli

    indicali (TSG: 218). La mossa echiana consiste nel riportare sempre il referente alla

    mediazione di ununit culturale, riconducendo il giudizio indicale ad una relazione

    metasemiotica tra due oggetti semiotici relati vicendevolmente attraverso puntatori, intesi

    come elementi toposensitivi che possono fare uso di marche di prossimit (TSG: 220-

    221). Nel giudizio indicale /questo un gatto/ si tratter di paragonare due oggetti

    semiotici, vale a dire il contenuto di una espressione linguistica con il contenuto di un atto

    percettivo, dove l atto percettivo nel suo complesso indica una funzione semiotica

    percettiva, in cui tecnicamente si ha espressione e contenuto (TSG: 227). Definitivamente,

    latto di riferimento cos una correlazione riferita alla stesso semema: gli elementi del

    piano del contenuto di un codice coincidono soddisfacentemente con gli elementi del

    contenuto di un altro codice (TSG: 222). Il referente ricondotto al contenuto, cio ad una

    descrizione interna alla semiotica. O meglio, la referenzialit una relazione tra oggetti

    semiotici: nellesempio del gatto, tra lingua naturale e percezione. Ritornando alla tipologia,

    attraverso questa definizione si evita del tutto la fallacia referenziale che pareva

    inizialmente turbarne la costruzione. Che nella tipologia il referente sia inteso come relazione

    di referenzialit diventa ovvio dove si osservi che il parametro binario, poich ammette

    soltanto i due valori omomatericit vs. eteromatericit, la cui definizione , appunto,

    relazionale: non si d cio definizione della materia in quanto tale ma soltanto come relazione

    tra due entit semiotiche, espressione e referente. Se per il referente ricondotto al

    contenuto, allora questultimo, sotto le mentite spoglie della materia del primo, rientra come

    dimensione pertinente proprio nella costruzione della tipologia, in contrasto con quanto

    affermato a proposito dellindipendenza della classificazione dalla correlazione tra

    espressione e contenuto. Si tratter infatti di effettuare un paragone come richiesto da un

    atto di riferimento (simulato: si tratta di un referente possibile) tra lespressione ed un

    contenuto, pensato come selezione dei tratti di matericit di un produttore (referenzialit).Che cos allora la teoria della produzione segnica? una peculiare definizione

    dellinterpretazione (la quale, come gi discusso, propriamente produzione per la

    semiotica echiana) come inferenza abduttiva che correla unespressione a un contenuto,

    inferenza intesa come ricostruzione (riconoscimento) di una isotopia di produzione. Isotopia

    perch, propriamente, si tratta, rispetto allinnesco del possibile enciclopedico a partire

    dallespressione, di selezionare un percorso sul grafo enciclopedico che attivi le marche

    semantiche relative alla costruzione dellespressione. In questo senso, e solo in questo, si pudire che la tavola registra il modo in cui le espressioni sono fisicamente prodotte e non il

  • 7/22/2019 semio Eco

    30/49

    modo in cui sono correlate al contenuto (TSG: 284). Non , ad esempio, in discussione lo

    spettro semantico del semema impronta nella sua complessit: ma soltanto la sua

    componente fisica. Il contenuto pertinente cio solo quello relativo allinterazione tra

    corpi che lespressione permette di inferire (o meglio che lintepretazione costituisce gi in

    quanto espressione di un contenuto). Si gi detto che di questa interazione si pu fare una

    fisica, anzi una fisica della materia significante. Di qui la rilevanza di impronta della

    Madonna del cardellino: poich la materia, necessariamente, materia fisica, nellarte

    produrre significa produrreuna materia, e lopera non altro che materia prodotta. Se

    nellenunciato precedente si sostituiscono alle occorrenze di produrre le opportune

    occorrenze di formare si ottiene una citazione dallintroduzione 1988 di Pareyson alla sua

    Estetica16, che, come sa perfettamente lallievo Eco a partire da Operaaperta, una teoria

    della formativit, per la quale, ad esempio, leggere significa eseguire , cio

    ripercorre il modo in cui lopera legge a s stessa: e cio, secondo una considerazione

    non tanto genetica quanto piuttosto dinamica, legge del processo di cui risultato

    (Pareyson 1988: 11). La teoria della produzione segnica sembra allora rendere conto di una

    formativit generale, semioticamente estesa e riarticolata, cos da comprendere gli affreschi

    di Piero della Francesca (TSG: 253) e le impronte della lepre e del coniglio (TSG: 290) (come

    in fondo gi voleva Pareyson nella discussione sul bello naturale17).

    Ad avvicinare la dimensione del continuum materico si osserva agevolmente come si diano

    due disgiunzioni. In primo luogo, eteromaterico si oppone a omomaterico: in

    questultimo caso loggetto, visto come pura espressione, fatto della stessa materiadel suo

    possibile referente (TSG: 295). La definizione permette di capire cosa si possa intendere con

    materia e con referente: questultimo, si detto, lunit di contenuto veicolata. In quanto

    semema, questo contenuto sar dotato di una marca di matericit (la materia, appunto) che,

    nel caso dellomomatericit, coappartiene anche allespressione. In altre parole, quanto qui

    risulterebbe che lomomatericit unaltra forma di ratio difficilis, che si opponeallindipendenza propria della eteromatericit tra rappresentazione componenziale

    dellespressione e del contenuto. Nel caso delleteormatericit, si ha poi lopposizione tra

    motivato e arbitrario che mette in asse le prime regioni rispetto alle ultime sei nellambito

    di una comune indipendenza delle marche dellespressione rispetto al contenuto-referente.

    Nella prospettiva del Trattatto le prime tre categorie sono rese omogenee dallessere i

    16Nellarte formare significa formare una materia, e lopera non altro che materia formata (Pareyson 1988:

    10).17Anche la contemplazione del bello naturale , al tempo stesso, visione di forme e produzione di forme,Pareyson 1988: 216).

  • 7/22/2019 semio Eco

    31/49

    prodotti dello stesso tipo di lavoro, il riconoscimento, ed in questo possono essere opposte,

    allo stesso livello, alle ultime sei, che sono prodotte sia per replica che per invenzione. Se si

    assume per che lomogeneizzazione livellare non regga, diventa allora necessario ridiscutere

    lopposizione tra eteromaterico motivato ed arbitario.

    Ad esempio, si considerino sintomi e unit combinatorie: in entrambi i casi si assiste alla

    completa indipendenza dellespressione dal referente, e ad una relazione di

    codifica/decodifica molto forte. Da un lato

    le repliche pi eseguite sono i suoni della lingua verbale: unit espressive prodotte

    per ratio facilis, formando un continuum del tutto estraneo a quello dei possibili

    referenti, e arbitrariamente correlate a una o pi unit di contenuto (TSG: 298).

    Daltra parte, la semeiotica medica definisce un alfabeto sintomatico la cui decifrazionesembra assumere le forme del modello pi forte e tipico del linguaggio verbale: codici forti

    come quelli della sintomatologia medica arrivano spesso a definire rapporti di necessit vicini

    allequivalenza (SFL: 46 ). Ora, nel riconoscimento dei sintomi [] il contenuto la classe

    di tutte le possibili cause (alterazioni organiche o funzionali) (TSG: 291) mentre nelle

    discussione sulle repliche di unit combinatorie si ricorda invece che le espressioni sono

    arbitriamente correlate a una o pi unit di contenuto (TSG: 297). Questultima annotazione

    particolarmente interessante perch irrilevante rispetto alla definizione dei modi di

    produzione (che indipendente dal contenuto, come ricordato pi volte). In effetti, di nuovo

    lo stesso problema: il linguaggio verbale riconosciuto come sintomo di cui si ricostruisce

    una sintassi di produzione che prevede la replica di unit discrete (nelle teorie motorie,

    proprio larticolazione fonatoria). Ancora, si consideri la relazione tra impronte e congruenze

    o proiezioni. Detto nella forma pi compatta possibile, quella di Semiotica e filosofia del

    linguaggio, unimpronta dice che,seuna data configurazione su una superficie imprimibile,

    allora una data classe di agenti impressori (SFL: 45). Si prenda invece il caso delle

    congruenze (o calchi) e delle proiezioni che si dispongono lungo un continuum di

    trasformazioni (TSG: 320). Lesempio prototipico di congruenze quello delle maschere

    mortuarie: in esse punti nello spazio fisico dellespressione [] corrispondono a ciascun

    punto nello spazio fisico di un oggetto reale (TSG: 321; al di l del problema, effettivamente

    di rilievo, della duplicit dello stampo come positivo/negativo, coome nota Basso, in

    Fontanille 2004). Nelle proiezioni invecesi ha che punti nello spazio delloccorrenza

    espressiva [] corrispondono a punti selezionati nello spazio di un modello semantico

    (TSG: 322): a differenza di quanto avviene nelle congruenze, nelle proiezioni si ha selezione

  • 7/22/2019 semio Eco

    32/49

    dei punti e assenza di rispetto della metrica. Che differenza c tra impronte e

    congruenze/proiezioni? Si potrebbe dire con Eco che la domanda semplicemente mal posta,

    poich in un caso di tratta di riconoscere un gi prodotto, nellaltro di produrre un non ancora

    prodotto. Tuttavia, questa relazione stretta tra impronte e proiezioni dimostrata dal fatto che

    linterprete ingenuo legge ogni proiezione come impronta e cio come la

    trasformazione diretta dalle propriet di una cosa reale; mentre la proiezione sempre

    il risultato di convenzioni trasformative per cui determinate tracce su una superficie

    sono stimoli che spingono a TRASFORMARE ALLINDIETRO e a postulare un tipo

    di contenuto l dove di fatto c solo una occorrenza di espressione (TSG: 322).

    Di nuovo, si osserva come la focalizzazione sia centrata sullinterprete anche nel lavoro di

    invenzione: solo a questa condizione infatti impronte e proiezioni sono comparabili. E sono

    comparabili perch in entrambe si assiste al problema della relazione di iscrizione su una

    superficie che richiede un comune lavoro di trasformazione allindietro: la differenza tra

    impronta e proiezione consiste allora nelle propriet della cosa reale che la prima

    presuppone per defaultfigurativo.

    Infatti,

    se, nella figura 39, le impronte (anche se replicate invece che riconosciute) non sono

    state classificate come trasformazioni pure (e quindi poste sotto la rubrica delle

    invenzioni) cera una buona ragione. Perch nel caso dellimpronta il modello

    culturale preesiste. Limpronta trasforma da qualcosa che gi conosciuto (TSG:

    314).

    Si vede allora come la differenza consista esclusivamente nella presenza/assenza di un

    modello culturale preesistente. A parit di condizione eteromaterica, tra il lato sinistro e il

    lato destro della Figura 39 si assiste cos ad una sorta di depurazione geometrico-algebrica di

    una figurativit naturale per cui il sintomo viene letto come unit combinatoria e limpronta

    come proiezione. Quello che avviene che, dove fallisce una prima figurativit del

    riconoscimento immediato (dove leteromatericit non riesca ad essere motivata), si rivela

    necessario passare ad una seconda figurativit, intesa come ricostruzione di una soggettivit

    almeno operazionale. C qualcosa impresso in terra: se non si sa quale possa essere

    limpressore, lo si legge al minimo come risultato di unoperazione da cui abdurre tratti del

    soggetto operatore (arbitrariet delleteromatericit). Oppure, ingenuamente, si suppone

    di riconoscere senza troppi problemi un impressore stereotipico laddove lo sguardo attento,

  • 7/22/2019 semio Eco

    33/49

    una lettura altra o seconda, ricostruirebbe unoperazione che metterebbe in questione lo

    statuto di impronta di quella proiezione.

    7. Tipologia dei modi di produzione, IIIc: modo di articolazione

    Questo aspetto pare essere confermato dal terzo parametro di costruzione della tipologia, che

    concerne

    (iv) il MODO e la COMPLESSIT DELLARTICOLAZIONE, che va da sistemi

    che prescrivono precise unit combinatorie (codificate e ipercodificate) a sistemi che

    presentano testi inanalizzati (TSG: 285).

    Il movimento che la definizione suggerisce sembra in realt una partizione tra due regioni,

    quella delle unit grammaticalizzate prestabilite, codificate e ipercodificate con diversemodalit di pertinentizzazione e quella dei testi proposti e ipocodificati (TSG: 288): la

    prima comprende tutti i modi fino alle unit combinatorie, la seconda le invenzioni, con in

    mezzo le due categorie difficili delle