Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

28
Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010

Transcript of Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Page 1: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010

Page 2: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e intercultura

Page 3: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e intercultura Cittadinanza La scuola ha come compito prioritario quello di

educare alla cittadinanza attraverso lo sviluppo di competenze chiave e l’incremento di strumenti culturali, col fine di costruire identità, aperte alla diversità, in soggetti che abitano una società complessa.

Questo compito richiede azioni incisive su vari piani, in primis quella di esplicitare la prospettiva teorica; una prospettiva cioè che, ispirandosi ai Valori Universali, si fondi sui diritti dell’uomo sanciti dalla Costituzione, impegnando la scuola a creare nuovi orizzonti di appartenenza, di identità culturali e di diritti riguardanti ogni uomo.

Page 4: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e intercultura Interculturalità

Per realizzare appieno quest’idea, di cittadinanza aperta all’interculturalità, gli interventi scolastici dovrebbero dirigersi verso il potenziamento di quelle strutture che contraddistinguono l’interculturalità: in primis la valorizzazione di categorie interculturali quali la differenza, il dialogo ed infine il cambiamento, sapendo bene che quest’ultimo connota ogni identità individuale e collettiva.

Occorrono quindi azioni concrete e specificatamente didattiche, che consistono nella pratica effettiva di saperi interculturali di cittadinanza e fra questi quello linguistico rappresenta il principale strumento di comunicazione e di accesso ai saperi, sia per alunni italofoni che non.

Page 5: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e intercultura La dimensione curricolare Tutto ciò chiama in causa la dimensione curricolare e

la pratica di un curricolo (cosa e come insegno) verticale, capace di declinare saperi linguistici, ispirati ai principi/valori universali e costituzionali da un lato e didattiche motivanti dall’altro.

Ne conseguono scelte precise quali:

1. l’abbandono di modelli dogmatici di stampo accademico, molto presenti nella realtà scolastica italiana, che tendono a proporre una lingua oligofunzionale e monoculturale come un unico modello metalinguistico (grammatica normativa e prescrittiva) e letterario (storia della letteratura);

Page 6: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e intercultura La dimensione curricolare

2. l’adozione di approcci interculturali, i cui contenuti, attinti da ambiti teorici a forte valenza educativa, siano adeguati a tutti alunni, alle loro strutture cognitive, affettive e motivazionali, dialoganti e comunicativi.

Dialoganti perché intercettano i bisogni profondi della sfera affettiva dei ragazzi, le loro competenze e orizzonti culturali; comunicativi perché sono in grado di prestare attenzione a una varietà di linguaggi e di testi, a identità e culture diverse, generando nei giovani una predisposizione interna e creativa al cambiamento e alla relazione con l’altro.

Page 7: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e intercultura Valorizzazione delle situazioni positive e consolidate

modalità di collaborazione interistituzionale (protocolli tra enti locali e scuole, vademecum operativi);

azioni realizzate e integrazione delle risorse; elaborazione e diffusione di materiali e strumenti;

coinvolgimento delle associazioni, delle comunità immigrate, delle famiglie straniere;

coinvolgimento dei mediatori culturali, formazione degli operatori e dei docenti”;

iniziative di inserimento degli alunni non-italofoni nelle classi da parte di soggetti istituzionali (scuole, Centri Territoriali Permanenti) grazie all’apporto finanziario degli Enti locali e al sostegno organizzativo di molti Uffici Scolastici Regionali e Provinciali.

Page 8: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e intercultura Oggi molte istituzioni scolastiche si

organizzano autonomamente a tale riguardo, chiedendo finanziamenti e/o insegnanti di supporto (“facilitatori linguistici”) alle realtà territoriali.

L’allestimento di Laboratori permanenti di Lingua italiana, dislocati in modo razionale nel territorio, appoggiati a singole scuole ma con un bacino di utenza più vasto, come già sperimentato nei comuni di Firenze e Padova, costituirebbe un’organizzazione più coerente e più proficua delle risorse impegnate.

Page 9: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e intercultura

Page 10: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e intercultura

L’educazione alla cittadinanza costituisce per qualsiasi paese la priorità delle priorità alla base di qualsiasi società basata sulla nozione del diritto.

Per realizzarla occorrono altre specifiche educazioni, quali ad es. l’educazione all’intercultura, alla legalità,al l’ambiente,al l’affettività, alla libertà di pensiero e di espressione, etc.

Page 11: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e intercultura Fra queste l’educazione interculturale è

quella più urgente per vari motivi, ma soprattutto per la costruzione di identità plurime, aperte al cambiamento e alla costruzione a condivisione di valori comuni che salvaguardino i diritti universali dell’uomo.

Un’educazione che ha al suo centro la relazione di ciascun individuo con la pluralità di culture diverse e la diversità di ogni cultura, soggetta al cambiamento.

Page 12: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e intercultura Una relazione che poggia sull’idea che siamo diversi,

ma siamo anche tutti umani.I due termini vanno costantemente articolati.

La relazione tra unicità e diversità è inerente alla condizione umana, essa va continuamente ripensata per combattere la paura che trasforma qualsiasi straniero in una fonte di pericolo.

Ciò che conta è l’uguale appartenenza al genere umano e la fratellanza in diritti e in dignità che non conosce confini geografici, etnici e politici.

Si tratta quindi di riconoscere come ci hanno insegnato gli illuministi l’universalità della condizione umana ma al contempo la varietà delle differenze culturali.

 

Page 13: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e intercultura

Riconoscere le diversità culturali (multiculturalismo) i sistemi di valori e di costumi di altri, dove ogni popolazione ha i suoi e quelli europei non sono certo superiori, è estremamente importante, sia per conoscere, capire, accogliere e praticare la categoria della differenza, ma non basta.  

Page 14: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e interculturaSappiamo bene che, su questo punto, il dibattito è aperto da più di vent’anni; la riflessione pedagogica ha elaborato ampie prospettive teoriche, fornendo contributi interessanti che hanno arricchito il dibattito, approdando talvolta a “traguardi epistemologici inediti”.

Si sono mobilitate la politica e la cultura nella sua complessità.

La politica si è fatta sovente carico delle emergenze e delle priorità da affrontare e gli organismi istituzionali e la stessa scuola si sono impegnati a più livelli (burocratico, organizzativo, relazionale), servendosi di collaborazioni esterne od altro per fronteggiare proprio la questione interculturale (accoglienza, progetti interculturali, interventi linguistici, etc.).

Page 15: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e intercultura Tuttavia, nonostante la sensibilità dimostrata

dal mondo della politica e della cultura, rimane molto da fare, se l’obiettivo resta quello di tesaurizzare la multiculturalità in vista della costruzione di una scuola interculturale, tesa a costruire e a far condividere valori comuni che salvaguardino i diritti dei bambini e dei ragazzi in generale, promuovendo pari opportunità educative/formative per tutti gli allievi”.

Page 16: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e intercultura

Page 17: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e intercultura1. Le azioni svolte dalla scuola e

dalla politica

2. Le criticità

3. La centralità del curricolo verticale

Page 18: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Modalità di collaborazione

Numerose sono le situazioni positive e consolidate, in termini di:

modalità di collaborazione interistituzionale (protocolli tra enti locali e scuole, vademecum operativi);

azioni realizzate e integrazione delle risorse; elaborazione e diffusione di materiali e strumenti;

coinvolgimento delle associazioni, delle comunità immigrate, delle famiglie straniere;

coinvolgimento dei mediatori culturali, formazione degli operatori e dei docenti”

Page 19: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Iniziative d’inserimento

Da anni sono in atto iniziative di inserimento degli alunni non-italofoni nelle classi da parte di soggetti istituzionali (scuole, Centri Territoriali Permanenti) grazie all’apporto finanziario degli Enti locali e al sostegno organizzativo di molti Uffici Scolastici Regionali e Provinciali.

Tali iniziative sono sempre state accompagnate da momenti di formazione degli insegnanti nell’ambito di corsi di aggiornamento diffusi in tutto il territorio nazionale, nonché da piani di alfabetizzazione linguistica diversificati per livello di competenza in italiano L2 e per lingua materna degli apprendenti.

Page 20: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

L’immersione linguistica

Da queste esperienze è emerso ed è stato confermato il risultato che l’acquisizione di una L2 è tanto più ‘facile’, rapida, completa quanto più giovane è l’età del soggetto apprendente, e quanto più piena è l’immersione nella nuova realtà linguistica e culturale.

Tale ‘piena immersione’ (studiata fuori d’Italia in paesi tradizionalmente bilingui come il Canada) facilita non solo il processo di acquisizione della lingua seconda, ma anche i processi di socializzazione e di reciproca conoscenza,premessa indispensabile alla costruzione di una società complessa e multietnica come si avvia a diventare l’Italia.

È pertanto opportuno che si continui ad immettere ibambini e gli adolescenti non italofoni nelle classinormali.

Page 21: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

I laboratori permanenti

Oggi molte istituzioni scolastiche si organizzano autonomamente a tale riguardo, chiedendo finanziamenti e/o insegnanti di supporto (“facilitatori linguistici”) alle realtà territoriali.

L’allestimento di Laboratori permanenti di Lingua italiana, dislocati in modo razionale nel territorio, appoggiati a singole scuole ma con un bacino di utenza più vasto, come già sperimentato nei comuni di Firenze e Padova, costituirebbe un’organizzazione più coerente e più proficua delle risorse impegnate.

 

I Laboratori verrebbero frequentati dopo l’orario scolastico da allievi non italofoni provenienti da diverse realtà scolastiche, che, divisi in gruppi omogenei per età e livello di competenza dell’italiano, seguirebbero corsi di lingua appositamente strutturati e finalizzati sia alla prima comunicazione sia al primo incontro con le discipline scolastiche.

Fonte: Nota tecnica alla mozione “Cota ed altri n. 1-00033”.SIG - Società Italiana di Glottologia,SLI - Società di Linguistica Italiana, AItLA - Associazione Italiana di Linguistica Applicata,GISCEL - Gruppo di Intervento e Studio nel Campo dell’Educazione Linguistica

Page 22: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

La promozione dell’accoglienza

Le criticità emerse nell’attuale sistema possono essere affrontate prevedendo forme diversificate di sostegno linguistico affidato a personale specializzato, con l’istituzionalizzazione della figura dell’insegnante di italiano L2, la cui presenza nelle scuole andrebbe garantita in numero proporzionale alla presenza di alunni stranieri,e la cui utilizzazione dovrebbe riguardare non solo il normale tempo-scuola, ma anche i corsi pomeridiani di lingua italiana, alla cui frequenza sarebbero obbligatoriamente tenuti, su decisione del consiglio di classe, tutti gli allievi che hanno poca o nulla conoscenza dell’italiano, e che si potrebbero immaginare aperti anche ai genitori degli alunni.

Un tale approccio al problema avrebbe come risultato la promozione dell’accoglienza del neo arrivato , facendo tesoro delle esperienze positive già attuate, estendendole a tutto il territorio nazionale, con il vantaggio di razionalizzare la spesa richiesta per affrontare l’integrazione degli allievi non italofoni neo-arrivati.

 

Page 23: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Le criticità

Non riguardano soltanto i neo arrivati, ma

molti studenti non italofoni e italofoni, in

quanto la questione interculturale che

presenta aspetti di emergenza è un fenomeno

culturale che chiama in causa la dimensione

curricolare.

Essa rinvia alla costruzione di un curricolo

interculturale che educhi alla cittadinanza.

Page 24: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

La centralità del curricolo verticale

Cosa significa costruire un curricolo interculturale in verticale?

Declinare saperi linguistici, ispirati ai principi/valori universali e costituzionali da un lato e didattiche motivanti dall’altro.

Ne conseguono scelte precise quali:

1. l’abbandono di modelli dogmatici di stampo accademico, molto presenti nella realtà scolastica italiana, che tendono a proporre una lingua oligofunzionale e monoculturale come un unico modello metalinguistico (grammatica normativa e prescrittiva) e letterario (storia della letteratura);

Page 25: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

La centralità del curricolo verticale

2. l’adozione di approcci interculturali, i cui contenuti, attinti da ambiti teorici a forte valenza educativa, siano adeguati a tutti alunni, alle loro strutture cognitive, affettive e motivazionali, dialoganti e comunicativi.

Dialoganti perché intercettano i bisogni profondi della sfera affettiva dei ragazzi, le loro competenze e orizzonti culturali; comunicativi perché sono in grado di prestare attenzione a una varietà di linguaggi e di testi, a identità e culture diverse, generando nei giovani una predisposizione interna e creativa al cambiamento e alla relazione con l’altro.

Page 26: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

La centralità del curricolo verticale

In tal modo il curricolo si configura come un vero e proprio tragitto di formazione, fatto di incontri e scontri tra percorsi di vita (il cammino interiore/ affettivo/psicologico/sociale) ed universi conoscitivi, la cui mèta è a costruzione del sé e l’interazione con l’altro insieme alla conquista dell’apprendere e del conoscere.

 

Page 27: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e intercultura

Page 28: Seminario Cidi Firenze, 21 novembre 2010. Cittadinanza e intercultura.

Cittadinanza e intercultura