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Notiziario marzo 2002 Semestrale d’informazione per i soci del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri Segreteria: via R. Ardigò, 24 20052 Monza tel 039 2315392 fax 039 323987 www.collegiomonzarcing.it E-mail: [email protected] Notiziario Direttore Franco Gaiani Redazione Michela Genghini Segreteria di redazione Elena Valentini Progetto grafico Paolo Bartoli Reg. Tribunale di Monza n. 1530 del 14.7.2001 La Tipografia Monzese - via Magenta, 20 - Monza Bilancio di un anno Ringrazio tutti i componenti del Consiglio per l'aiuto e la collaborazione, in particolare Franco Gaiani che, in piena sintonia e conti- nuità ha sostenuto progetti importanti come la mostra su Ricci ed il Concorso sulle tesi su Monza, iniziati sotto la sua presidenza. Ugualmente ringrazio Gianni Grassi, Elena Valentini, Sandro Gnetti, Sergio Boidi, Giovanni Ronzoni, Felice Terrabuio, Paolo Bartoli, Pippo Caprotti che con il loro contri- buto, con diversa competenza, hanno contri- buito a far sì che quest'anno sia stato ricco di incontri, di riflessioni, di aggiornamenti pro- fessionali. Mi preme ringraziare tutti coloro che, in lotta contro il tempo, hanno raccolto il mio invito ad elaborare quelle Osservazioni sulla Variante che troverete in queste pagine. Ritengo infatti che fra le diverse finalità del nostro Collegio ci sia anche quella, importante, di entrare nel merito delle vicende urbanistiche della città, non per fare politica, ma per mettere al servi- zio della collettività la nostra specifica com- petenza. Per il Concorso sulle tesi di Architettura è stato premiato lo studio "Proposte per il siste- ma ambientale di Monza, contributo all'Agenda XXI locale" che affronta il problema dello sviluppo sostenibile; in questi giorni di feroce inquinamento, di aria avvelenata, invi- to a rileggerlo, nella speranza che costituisca uno stimolo per una inversione di tendenza nel pianificare lo sviluppo della città. Il problema dei trasporti ormai improcrasti- nabile merita approfondite riflessioni. Intendiamo proporre una tavola rotonda sul trasporto su gomma e su ferro, sui parcheggi, sulle piste ciclabili e gli spazi urbani (respon- sabili del gruppo di studio, Massimo Gariboldi e Renato Violante) tavola rotonda a cui vor- remmo partecipassero tutti, cittadini, tecnici, responsabili della Regione, della Provincia e del Comune. Sui brani più importanti per il futuro di Monza, le aree dismesse come l'ex Macello, la Fossati Lamperti, l'area del Rondò, vengono proposti Masterplan, Instantplan, non solo privi di una visione organica della città e di una valutazione di insieme, ma anche dotati di scarsa qualità architettonica. Anche su que- ste proposte il Collegio dovrà esprimere il suo punto di vista nella consapevolezza di un pro- prio ruolo propositivo circa la ridestinazione delle aree cittadine. Marilù Biffis P.R.G.: vent’anni di speranze deluse Che il P.R.G. Piccinato avesse bisogno di un ristudio era apparso chiaro verso la fine degli anni 70, all’indomani del cosiddetto “rapporto Orefice”. L’arch. Orefice, a ciò incaricato dal Comune di Monza, aveva ampiamente dimostrato che il Centro Direzionale previsto dal piano Piccinato non era più giustificato, in quanto sarebbe stato meglio distribuire su tutto il territorio attività direzionali qualificate che non con- centrarle tutte in un’unica zona. Ciò significa- va, indubbiamente, dover rifare il piano, alme- no per quanto riguardava la grande viabilità, poiché tutte le nuove strade previste dal P.R.G. portavano al Centro Direzionale. La necessità di procedere ad una variante è divenuta sempre più necessaria con il passare degli anni, con la promulgazione di nuove leggi nella cui ottica il piano non si inquadra- va. Prime fra tutte, quelle che portavano ad un drastico ridimensionamento della capacità insediativa con il limite imposto di 3 mc/mq Di ciò si rese conto l’Amministrazione Comunale già nei primi anni ’80 tanto che, in occasione dei 10 anni dalla data di approvazione del P.R.G. che, ricordiamo, è stato adottato il 6. 10.1964 ed è stato approvato il 22.11.1971, promosse una serie di riunioni consiliari dove questo argomento venne trattato. Dopo ampie discussioni sia nell’aula consiliare che all’esterno con tutta la cittadinanza, venne assunta un’importante delibera che Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri • marzo 2002 Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri Notiziario marzo 2002 Bilancio di un anno Marilù Biffis P.R.G.: vent’anni di speranze deluse Giovanni Baroni • Progetti di riqualifica- zione urbana Pippo Caprotti Osservazioni alla Variante Urbanistica per la realizzazione della “Cittadella Finanziaria” e del “Centro Servizi Polifunzionale Privato” Marilù Biffis Monza e il destino degli spazi pubblici: Esperienze a confronto Michela Genghini, Piazza San Paolo Il Consiglio, Piazza San Paolo: un concor- so? Francesco Repishti • Incontro con l’arch. Giuseppe Stolfi Matilde Ruol • Metodi e procedure ISO 9001 Massimo Gariboldi • Concorso Biennale di tesi di laurea: Proposte per il sistema ambientale di Monza. Contributo all’agenda XXI locale di Sabrina Bobbiesi e Annamaria Rivolta; Monza: linee guida per un piano comunale ambientalista di Marco Magni e Giuseppe Riva; Area Autobianchi: ipotesi di intervento progettuale di Romina Lazzati e Raffaella Minotti; Il ridisegno delle porte al Parco di Monza di Michele Valtorta • Lo spazio sacro oggi. Mario Botta e Mauro Galantino si confrontano Michele Faglia • Ricordo di Enrico Mantero Marilù Biffis Viaggio di stu- dio a Rotterdam Amsterdam Visita alla Chiesa di S. Ireneo a Cesano Boscone e l’architettura di Mauro Galantino Marco Arosio • Visita al Giardino di Sculture a Briosco ospiti di Alberto Rossini Marilù Biffis • La metropolitana di Monza Renato Violante • La nuova sede della Biblioteca dei Ragazzi e delle Raccolte storiche della Biblioteca Civica Giustino Pasciuti • Concorsi: un’occasione da non perdere Marco Arosio • Concorso di idee per la realiz- zazione di una piscina coperta inter- comunale nel parco agricolo di Lissone Concorso di idee per la riqualificazione di piazza Unità d’Italia e per la realizzazione di un nuovo parcheggio interrato a Vimercate Nuove acquisizioni Marilù Biffis • Biblioteca Civica: titoli estratti dal catalogo della Biblioteca di Monza.

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Segreteria: via R. Ardigò, 24 20052 Monzatel 039 2315392 fax 039 323987www.collegiomonzarcing.itE-mail: [email protected]

NotiziarioDirettore Franco GaianiRedazione Michela GenghiniSegreteria di redazione Elena ValentiniProgetto grafico Paolo Bartoli

Reg. Tribunale di Monza n. 1530 del 14.7.2001La Tipografia Monzese - via Magenta, 20 - Monza

Bilancio di un anno

Ringrazio tutti i componenti del Consiglioper l'aiuto e la collaborazione, in particolareFranco Gaiani che, in piena sintonia e conti-nuità ha sostenuto progetti importanti comela mostra su Ricci ed il Concorso sulle tesi suMonza, iniziati sotto la sua presidenza.Ugualmente ringrazio Gianni Grassi, ElenaValentini, Sandro Gnetti, Sergio Boidi,Giovanni Ronzoni, Felice Terrabuio, PaoloBartoli, Pippo Caprotti che con il loro contri-buto, con diversa competenza, hanno contri-buito a far sì che quest'anno sia stato ricco diincontri, di riflessioni, di aggiornamenti pro-fessionali.Mi preme ringraziare tutti coloro che, in lottacontro il tempo, hanno raccolto il mio invitoad elaborare quelle Osservazioni sulla Varianteche troverete in queste pagine. Ritengo infattiche fra le diverse finalità del nostro Collegioci sia anche quella, importante, di entrare nelmerito delle vicende urbanistiche della città,non per fare politica, ma per mettere al servi-zio della collettività la nostra specifica com-petenza.

Per il Concorso sulle tesi di Architettura èstato premiato lo studio "Proposte per il siste-ma ambientale di Monza, contributoall'Agenda XXI locale" che affronta il problemadello sviluppo sostenibile; in questi giorni diferoce inquinamento, di aria avvelenata, invi-to a rileggerlo, nella speranza che costituiscauno stimolo per una inversione di tendenzanel pianificare lo sviluppo della città.

Il problema dei trasporti ormai improcrasti-nabile merita approfondite riflessioni.Intendiamo proporre una tavola rotonda sultrasporto su gomma e su ferro, sui parcheggi,sulle piste ciclabili e gli spazi urbani (respon-sabili del gruppo di studio, Massimo Gariboldie Renato Violante) tavola rotonda a cui vor-remmo partecipassero tutti, cittadini, tecnici,responsabili della Regione, della Provincia edel Comune.

Sui brani più importanti per il futuro diMonza, le aree dismesse come l'ex Macello, la

Fossati Lamperti, l'area del Rondò, vengonoproposti Masterplan, Instantplan, non soloprivi di una visione organica della città e diuna valutazione di insieme, ma anche dotatidi scarsa qualità architettonica. Anche su que-ste proposte il Collegio dovrà esprimere il suopunto di vista nella consapevolezza di un pro-prio ruolo propositivo circa la ridestinazionedelle aree cittadine.

Marilù Biffis

P.R.G.: vent’anni di speranzedeluse

Che il P.R.G. Piccinato avesse bisogno di unristudio era apparso chiaro verso la fine deglianni 70, all’indomani del cosiddetto “rapportoOrefice”.L’arch. Orefice, a ciò incaricato dal Comune diMonza, aveva ampiamente dimostrato che ilCentro Direzionale previsto dal piano Piccinatonon era più giustificato, in quanto sarebbestato meglio distribuire su tutto il territorioattività direzionali qualificate che non con-centrarle tutte in un’unica zona. Ciò significa-va, indubbiamente, dover rifare il piano, alme-no per quanto riguardava la grande viabilità,poiché tutte le nuove strade previste dalP.R.G. portavano al Centro Direzionale.

La necessità di procedere ad una variante èdivenuta sempre più necessaria con il passaredegli anni, con la promulgazione di nuoveleggi nella cui ottica il piano non si inquadra-va. Prime fra tutte, quelle che portavano adun drastico ridimensionamento della capacitàinsediativa con il limite imposto di 3 mc/mqDi ciò si rese conto l’Amministrazione Comunalegià nei primi anni ’80 tanto che, in occasionedei 10 anni dalla data di approvazione delP.R.G. che, ricordiamo, è stato adottato il 6.10.1964 ed è stato approvato il 22.11.1971,promosse una serie di riunioni consiliari dovequesto argomento venne trattato.

Dopo ampie discussioni sia nell’aula consiliareche all’esterno con tutta la cittadinanza,venne assunta un’importante delibera che

Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri • marzo 2002

Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri

Notiziario marzo 2002

Bilancio di un anno Marilù Biffis •P.R.G.: vent’anni di speranze deluseGiovanni Baroni • Progetti di riqualifica-zione urbana Pippo Caprotti •Osservazioni alla VarianteUrbanistica per la realizzazione della“Cittadella Finanziaria” e del “CentroServizi Polifunzionale Privato” MarilùBiffis • Monza e il destino degli spazipubblici: Esperienze a confrontoMichela Genghini, Piazza San Paolo IlConsiglio, Piazza San Paolo: un concor-so? Francesco Repishti • Incontro conl’arch. Giuseppe Stolfi Matilde Ruol •Metodi e procedure ISO 9001 MassimoGariboldi • Concorso Biennale di tesi dilaurea: Proposte per il sistemaambientale di Monza. Contributoall’agenda XXI locale di Sabrina Bobbiesie Annamaria Rivolta; Monza: linee guidaper un piano comunale ambientalistadi Marco Magni e Giuseppe Riva; AreaAutobianchi: ipotesi di interventoprogettuale di Romina Lazzati e RaffaellaMinotti; Il ridisegno delle porte alParco di Monza di Michele Valtorta • Lospazio sacro oggi. Mario Botta eMauro Galantino si confrontanoMichele Faglia • Ricordo di EnricoMantero Marilù Biffis • Viaggio di stu-dio a Rotterdam Amsterdam • Visitaalla Chiesa di S. Ireneo a CesanoBoscone e l’architettura di MauroGalantino Marco Arosio • Visita alGiardino di Sculture a Briosco ospitidi Alberto Rossini Marilù Biffis • Lametropolitana di Monza RenatoViolante • La nuova sede dellaBiblioteca dei Ragazzi e delleRaccolte storiche della BibliotecaCivica Giustino Pasciuti • Concorsi:un’occasione da non perdere MarcoArosio • Concorso di idee per la realiz-zazione di una piscina coperta inter-comunale nel parco agricolo diLissone • Concorso di idee per lariqualificazione di piazza Unitàd’Italia e per la realizzazione di unnuovo parcheggio interrato aVimercate • Nuove acquisizioni MarilùBiffis • Biblioteca Civica: titoli estrattidal catalogo della Biblioteca diMonza.

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tracciava le linee programmatiche da fornire aitecnici per l’estensione del P.R.G.Di ciò si è persa ogni traccia fino a quandol’architetto Antonietti decise, non si sa beneda chi supportato, di affidare la stesura dellavariante generale al P.R.G. alla famigliaBenevolo, senza fornire alla stessa nessunaindicazione che fosse scaturita da un serioconfronto con tutte le categorie sociali.

Ai politici va quindi imputato un primo errore,che è quello di non aver dato corso a quantodeciso nel 1981 in ordine alla necessità diprocedere ad una variante di piano.Va imputato poi un secondo errore, che èquello di non aver fornito all’estensore delnuovo piano le linee guida entro le quali lostesso doveva articolarsi. Infine un terzo erro-re, che è quello di questa amministrazione, laquale, anziché spendere le proprie energie pergiungere a dotare la città di un P.R.G., le haspese a curare, anziché il “generale”, alcuniparticolari in certi casi addirittura non previstidall’ipotesi di variante del P.R.G.

Nella nuova amministrazione riponiamo lesperanze che la nostra città possa finalmentedotarsi di un nuovo strumento valido e condi-viso dai più.Per quanto attiene questa amministrazione c’èsolo da augurarsi che, in nome di non chiaritornaconti politici, non venga all’ultimomomento votato qualche pasticcio che da unlato innescherà battaglie legali a non finire edall’altro non potrà portare che danno a tuttala cittadinanza.

Giovanni Baroni

Progettidi riqualificazione urbana

Il dibattito sulla questione urbanistica diMonza è stato ed è, in questi ultimi mesi, for-temente concentrato sulle decisioni relativealle modifiche proposte alla Variante adottatanel marzo 1997, sui loro contenuti, suglieffetti della loro approvazione o meno.Restano in subordine, o meglio non sembrasiano emerse nella giusta luce e dimensionedel dibattito, alcune iniziative promossedall’Amministrazione su aree di proprietàcomunale considerate strategiche per la que-stione urbana.Il riferimento è ai progetti relativi alle areedell’ex Macello e della Fossati Lamperti maanche al riuso della Villa Reale, solo per citar-ne alcuni.Come se queste iniziative fossero secondarierispetto al tema della pianificazione urbanistica.Si potrebbe sostenere che l’avanzamento di

queste iniziative sia in contraddizione con l’ap-prestamento del piano urbanistico preventivo,rispetto al quale dedurre secondo logica “ideo-logica” ogni azione attuativa e operativa.Ma così non è. Lo scontro tra “struttura” e“progetti” è del tutto artificioso perché se ilgoverno urbanistico della città ha nel PianoRegolatore un riferimento non eludibile, è puranche vero che (il governo) si sostanzia conoperazioni che ne possono precedere la nasci-ta e che concorrono alla sua formazione, comestanno a dimostrarlo alcune tra le più recentiesperienze dell’urbanistica italiana.Senza entrare nel merito dei contenuti propridi questi progetti, allo stato ancora in fase diformazione, di implementazione e di affina-mento, conta mettere in evidenza alcuni nodio criteri metodologici che meritano di essereindicati e praticati per dare o migliorare effi-cacia e qualità urbanistica.Non c’è dubbio che l’elemento specifico maanche paradigmatico di questi progetti stanella qualificazione dei diversi contenuti fun-zionali, nella capacità di porsi come nuovecentralità urbane o territoriali, nella anticipa-zione di decisioni e di comportamenti sul rior-dino e sulla riqualificazione della città costrui-ta, cioè sul tema principe di una nuova cultu-ra urbanistica e di una nuova organizzazioneurbana.

Se questo è l’obiettivo, diventa importanteche questi progetti:

• diano conto non tanto del disegno fisico,chiuso in se stesso, quanto del progettoorganizzativo, dei soggetti coinvolgibili, delbilancio economico, dei parametri urbani-stici messi in gioco e delle relazioni con idiversi contesti;

• mettano in cantiere meccanismi di valu-tazione delle ricadute o degli impatti sullacittà, a seconda del rango delle centralità;

• sviluppino forme attuative che contempe-rino esigenze di struttura ed elementi diflessibilità e di adattività;

• si dotino di nuovi procedimenti istruttorie decisionali che facciano perno sulla effi-cienza, sulla efficacia e sulla trasparenzadella decisione.

Affrontare questi nodi, eviterebbe di metterein contrapposizione l’idea del “piano rigido”che tutto prevede nei minimi dettagli, a quel-la del “rifiuto ideologico delle regole”, chepensa di “selezionare i progetti con giudizi divalore che saranno dati di volta in volta,senza una preventiva regola comune”.Affrontare questi nodi, eviterebbe anche dicontrapporre l’idea dell’urbanistica come siste-

ma di lacci e laccioli all’idea dell’architetturacome sistema di libertà e di qualità (per poiscoprire che l’esito di quest’ultima praticanon sono meravigliose architetture!!).Il superamento di questi nodi comporta allorala definizione e la messa in circuito di unaproposta di “struttura” della città, di formadel piano, con la precisazione di indirizzi, ditemi, di luoghi deputati, delle reciproche rela-zioni e delle interrelazioni con il sistema urba-no o territoriale.Un quadro di riferimento volto a raccogliere leenergie presenti in città o interessate a opera-re sulla città, a coniugare risorse pubbliche eprivate, a orientare il perseguimento di obiet-tivi di sviluppo urbano e di rilancio del ruolo edell’immagine di Monza.

Pippo Caprotti

Osservazionialla Variante Urbanistica

per la realizzazionedella “Cittadella Finanziaria” e del

“Centro Servizi Polifunzionale Privato”

Pubblichiamo qui di seguito le osservazionipresentate dal Consiglio lo scorso settembre.

1) La Variante costituisce modificazione di unPRG tuttora viziato di illegittimità nella proce-dura di adozione, mantenuto fermo nell’iteristruttorio dal marzo ’97 senza che venissedato alcun seguito alle osservazioni presentatea più riprese dai cittadini.In questo contesto assai frammentario vieneproposta l’adozione di una Variante che modifi-cherebbe sostanzialmente l’assetto urbanisticodel quadrante nord-ovest della città, con fortiripercussioni sulla città stessa, snaturando laprevisione a verde, di non costruito, di territo-rio di margine previsto dal PRG adottato.

2) Non viene motivata la scelta di realizzare unnuovo polo della giustizia e finanziario inalternativa alle indicazioni già contemplate dalPiano adottato nel ’97, sulla base delle qualiveniva acquisita al patrimonio comunale laproprietà Fossati & Lamperti con l’esborso dioltre 10 miliardi di pubblico denaro.Il depauperamento di funzioni storicamenteradicatesi all’interno della città, porterà conse-guenze che devono essere preventivamentevalutate e programmate anche nell’insediamen-to delle attività indotte che verranno inevita-bilmente attratte dalla nuova localizzazione.L’analisi critica dei “centri terziari e direzionali”avulsi dal contesto urbano, realizzati in Italianegli anni ’60 e ’70, non può che lasciarealquanto perplessi sull’intendimento di ripro-porre tout-court una esperienza analoga, adistanza di oltre 30 anni.

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3) Non è motivata la connessione tra la citta-della finanziaria situata nell'area dell’exCaserma IV Novembre e le attività alberghiera,terziaria e commerciale di grande distribuzione.Inoltre tali attività non vengono supportate dadati analitici relativi ai fabbisogni pregressiinerenti alla città di Monza.La presenza di numerosi ipermercati realizzatied in corso di realizzazione od ampliamentolungo la Valassina, a distanza di qualche chilo-metro, rende poco sostenibile la necessità diuna nuova struttura commerciale di grandedistribuzione, lì collocata.

4) La particolare ubicazione, dirimpetto all’as-se prospettico della Villa Reale di Monza,richiederebbe massima attenzione al manteni-mento dei coni visuali anche oltre al rondò,evidentemente incompatibili con l’inserimentodi corpi volumetrici massicci e sproporzionatisu diversi piani fuori terra quali il corpo terzia-rio in fregio a via Lario (13 piani fuori terra) edil Palazzo di Giustizia di 7 piani fuori terra conuno sviluppo dei fronti di facciata notevolmen-te superiori alla Villa Reale stessa.L’entità delle opere da realizzare ed il difficile ecomplesso ambito storico-paesaggistico entrocui si vorrebbero collocate è tale da richiedereun’ampia e meditata riflessione anche sullearchitetture progettate.

5) La Variante non esamina la problematicadegli accessi veicolari, dell’incremento di traffi-co esclusivamente su gomma, in un contestogià fortemente congestionato e privo di infra-strutture di trasporto pubblico su ferro, consi-derando anche i futuri lavori di interramento diviale Lombardia che causeranno pochi disagialla viabilità per diversi anni.

6) L’affidamento diretto alla Soc. Centro Rondòsrl, nell’ambito dell’accordo di programma,della realizzazione di opere pubbliche quali gliUffici delle Entrate e la Caserma della Guardiadi Finanza per importi di gran lunga superioriai 5 milioni di euro risulta in contrasto con lavigente normativa nazionale e comunitaria inmateria di lavori pubblici.La recente sentenza della Corte di GiustiziaEuropea del 12 luglio 2001 non lascia dubbi inproposito.

7) Il Concorso di progettazione a scala europeacostituisce la migliore occasione per mettere aconfronto le professionalità maggiormente qua-lificate in Europa e nel mondo.Esso però deve interessare l’intero insediamentosia di parte pubblica che privata entro un’unicaregia progettuale e non soltanto la parte priva-ta, come previsto dall’accordo di programma.

8) Non viene infine evidenziata alcuna relazionetra questa futura componente urbana di così

ampia dimensione ed il resto della città.Questo intervento rischia di essere una “citta-della” chiusa in se stessa, un intervento isolato.La Villa Reale, l’ex Macello, l’ex Gil, la FossatiLamperti, che rappresentano le aree strategicheper il futuro della città, dovrebbero costituireun “sistema” di occasioni poste in relazione fraloro e la città stessa.

Per il ConsiglioMarilù Biffis

Monza e il destinodegli spazi pubblici

Uno dei temi che ha ispirato le iniziative delCollegio di questi ultimi mesi è “lo spazio pub-blico”, lo spazio della città che cambia, che sivorrebbe riqualificare, attraverso progetti dipavimentazione, di arredo urbano, di pedona-lizzazione. Il Collegio si domanda: esiste unprogetto unitario, in grado di armonizzaretutti gli interventi in fase di realizzazione efuturi? Con quale cultura progettuale, archi-tettonica e paesaggistica, con quale memo-ria storica vengono oggi affrontate questeopere?

§

Esperienze a confronto

Il 27 Novembre scorso, il Collegio ha invitatoAlessandro Rocca, architetto, caporedattoredella rivista Lotus ed esperto di architetturadel paesaggio, con il fine di capire come iltema dello spazio urbano venga trattato erisolto negli altri contesti europei.L’incontro si è svolto attraverso una rassegnadi esempi di interventi e progetti volti ad unacaratterizzazione dello spazio urbano, in parti-colare della strada.La strada come soglia, come linea di demarca-zione tra due territori, la strada come elemen-to simbolico, anticipatore di altri eventi urba-ni, umani, sacri.La strada diventa parte di un’architettura comenei progetti di Bernard Lassus, o in quelli piùprovocatori di NL Architects e Carstad. La stra-da come luogo di vita e di sosta è per BurleMarx un foglio bianco su cui disegnare un flus-so di onde che, con il lungomare costituisceuna continuità paesaggistica. A Saint Denis, in Francia la strada sparisce,viene interrata per lasciare posto a meraviglio-si giardini.A Londra il percorso dalla fermata della metro-politana, alla nuova Tate Gallery è una stradadai segni particolari che contiene le indicazio-ni sulla direzione da seguire, che si arricchiscedi un giardino, particolarmente bello e curato,come segno anticipatore della prossimità del

museo.Molti altri esempi accompagnati dalle immagi-ni hanno ben dimostrato come il tema sia digrande interesse ed attualità in quasi tutti icontesti urbani in Europa e nel mondo.E a Monza? – hanno domandato i presentiall’incontro – perché è così difficile attuareinterventi orientati a una vera qualità proget-tuale, in grado di sostenere un dialogo con lacittà contemporanea, con i suoi problemi diparcheggi, di inquinamento, di verde, dirispetto della storia e allo stesso tempo dinecessità di prescindere da essa?Così si è animato il dibattito tra i presenti, chehanno passato in rassegna le aree cruciali delcentro storico, la Villa Reale, il Parco, le peri-ferie, immaginando trasformazioni possibili,sotto l’effetto della suggestione delle immagi-ni del relatore!

Michela Genghini

§

Piazza San Paolo

Tra gli interventi previsti dall’Amministrazionepubblica, apprezzabili per la volontà di riquali-ficare importanti spazi urbani dovrebbe prossi-mamente partire la sistemazione di Piazza SanPaolo.Tale intervento ci impone una serie di riflessio-ni sia di ordine metodologico, sia di tipo for-male.Sul primo punto ci sembra opportuno riaffer-mare le perplessità nei confronti di una politi-ca di modesti interventi senza farli precedereda un preciso progetto urbano, non necessa-riamente unitario, ma almeno rivolto a definirele funzioni future di questi spazi: in primoluogo il problema della viabilità e dei parcheg-gi, ovvero dell’annosa questione del rapportotra centro storico e automobili, che da anniaffligge la città. Si ricordino le ipotesi dei par-cheggi in Piazza Citterio o in Piazza Trento eTrieste, studiate per far fronte ad una domandasempre più crescente di posti auto ubicatisoprattutto nella fascia a nord del centro stori-co. Si tratta di scelte necessarie nell’ottica ditrasformare una via, oggi trafficata, in unapiazza, un domani. Infatti, la scelta di portarele quote di via San Paolo ad un unico livello,previsto dal progetto, è il presupposto di unafutura scomparsa delle auto.

Affrontare i problemi della città per singoleparti non è sbagliato. Da anni le maggioricapitali hanno sostituito al vecchio Pianogenerale un insieme, pianificato, di progettiurbani, nati da necessità contingenti (Expo,Olimpiadi, centenari, catastrofi), che Milanoha provato a ripetere in scala ridotta in alcunirecenti interventi relativi a spazi pubblici(Piazzale Cadorna, San Lorenzo, piazza della

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Scala, San Nazaro/Corso di Porta Romana,Stazione Centrale). Una politica che sulle gran-di dimensioni ha dato risposte entusiasmanti,ma che scendendo di scala si è rivelata nonadeguata per tutti gli aspetti. Questo sistemarapportato alla realtà monzese sembra, infatti,condurre ad una ulteriore parcellizzazione eframmentazione di un nucleo già di per sé pic-colo, riducendo gli spazi pubblici a isole lastri-cate, non connesse tra loro né con l’intorno.

Sull’aspetto formale, disegnare su carta unanuova pavimentazione in pietra non ha comediretta conseguenza trasformare uno spazioanonimo in spazio pubblico. Il progetto diPiazza San Paolo sembra limitarsi a un eserci-zio geometrico, un disegno in pianta che nontiene conto di ciò che vive all’intorno, dellasua funzione futura, degli edifici che originanoquesto spazio, delle tracce storiche che con-serva, di un piano del colore delle quinte edifi-cate, degli oggetti che ne completeranno lavivibilità, del verde – dopo quelle di San PietroMartire, del Duomo, del Carrobiolo, del nuovomercato è l’ennesima piazza senza alberi –… La riprova è stata quella di dover ricorrere allafigura di un architetto-stilista per il disegnodell’arredo urbano (panchine, cestini, illumina-zione), per riempire l’aridità della pietra.Eppure, sono numerosi gli esempi di piazzecontemporanee calate in realtà ben più mode-ste della nostra, in cui l’acqua, la luce o ilverde diventano veri elementi architettonici,cardine nell’interpretazione dello spazio comeluogo di sosta e non solo di attraversamento edelle sue vocazioni.

Pensare alla pavimentazione di un luogo pubbli-co richiede più attenzione. Molti comuni, nonlontani da Monza, si sono affidati, per la siste-mazione di piazze e spazi pubblici di particolarerilevanza urbana, al concorso d’idee o di pro-gettazione. Si pensi agli esempi di Vimercate,Desio, Lissone, Cinisello Balsamo, Sesto SanGiovanni, Seregno, Barlassina. La logica espres-sa in via San Paolo è, con grande rammarico,quella di un approccio metodologico arido cheaffonda in un evidente vuoto culturale suldestino degli spazi pubblici della città.

Questo progetto, concepito come un reticolo amaglia quadrata e campito dai blocchetti diporfido posti a “coda di pavone”, esprime unacerta debolezza e soprattutto uniformitàrispetto alle valenze architettoniche di nonpoco valore che connotano questo spazio. Infatti, non sta a noi ricordare che sulla piaz-za, nell’Ottocento mercato delle erbe, troviamoimportanti architetture che testimonianoalmeno quattro secoli di storia: la chiesa diSan Paolo (1605) con l’annesso monasterodelle Angeliche, fondamentale episodio dichiesa doppia di primo Seicento per il quale si

attende un intelligente recupero che la valoriz-zi e non la distrugga; le forme barocchette delcoro della confraternita dei Discipini postodavanti l’ingresso dell’ormai scomparsa chiesadi Santa Marta (1720) e quelle neobarocchedell’ex sede del Banco Ambrosiano (1926); ilcinema Centrale e l’edificio adiacente con illoro linguaggio di matrice liberty.

Inoltre l’allineamento delle quote stradali, giàvoluto in alcuni interventi di pavimentazionedel centro, rischia di non restituire il modella-to morfologico che caratterizza la dimensionespaziale originaria di piazze e strade.

Il Consiglio§

Piazza San Paolo: un concorso?

La costituzione di un comitato e la proposta diuna diversa sistemazione della piazza SanPaolo, che sembra accogliere molti dei sugge-rimenti pubblicati nel precedente articoloapparso su “Il Cittadino” dello scorso novem-bre, conferma comuni perplessità verso il pro-getto presentato dall’Amministrazione. Appareevidente l’esito diverso che avrebbe avuto unconcorso di idee o di progettazione su questaarea: sicuramente i risultati non avrebberoignorato i suggerimenti provenienti dalla storia,anche su un tema relativamente difficile comequello di una piazza pubblica. Rinnoviamo cosìl’invito all’Amministrazione a rinviare le decisio-ni già presentate per aprire il tema della nuovasistemazione di piazza San Paolo ad un concor-so e alla discussione pubblica.

Francesco Repishti

Incontro con Giuseppe Stolfi

Il 16 ottobre 2001 presso la Sala dell’Oratoriodel Carrobiolo a Monza si è tenuta la confe-renza dell’architetto Giuseppe Stolfi, funziona-rio di Zona della Soprintendenza per i beniArchitettonici e per il Paesaggio di Milano, suiproblemi della tutela dei Beni Architettonici.L’intervento del relatore può essere così sinte-tizzato:

Il tema dell’uso degli edifici di interesse stori-co e artistico è di primaria importanza.Molto spesso nella pratica usuale il fine prin-cipale è quello di utilizzare gli edifici; ilrestauro è il mezzo per assicurare la perma-nenza del bene nel tempo.Il restauro viene considerato un fine subordi-nato all’utilizzazione per trarne il maggiorvantaggio economico e quindi viene inteso

come vincolo.

I vincoli da osservare vengono concepiti comegrosse limitazioni, perciò inevitabilmente sicreano situazioni conflittuali tra progettisti etecnici della Soprintendenza delegati al con-trollo. Va specificato che tali situazioni con-flittuali non sono dovute a divergenze sulleteorie del Restauro e sulle diverse applicazio-ni, perché se il progetto venisse sviluppatocon coerenza, e cioè con l’intento primario diassicurare la permanenza del Bene nel tempo,qualsiasi disciplina del Restauro verrebbeaccettata. I conflitti nascono quando nei pro-getti si vogliono sfruttare al massimo i van-taggi dell’utilizzazione del bene architettoni-co. Ciò che si conserva lo si deve ad una ride-stinazione d’uso.

Sarebbe necessaria una coscienza comuneprima dell’esistenza dell’oggetto, poi della suarifunzionalizzazione.Il conferimento di un uso è un obiettivo pre-sente per i tecnici della Soprintendenza, ma ilfine dell’intervento è il restauro, la utilizzazio-ne è il mezzo. Solo attraverso l’uso, infatti, siassicura la continuità dell’opera nel tempo; avolte non basta concepire il Bene come museodi sé stesso.La stessa teoria della Conservazione dellamaterialità del Bene implica il mantenimentodi più di quello che l’operatore può concepire.

Si auspica una attenta analisi del progetto direstauro, che preveda quegli interventi che, avantaggio delle preesistenze architettoniche eambientali, portino alla nuova utilizzazione,compatibile alle strutture della fabbrica e aquelle dell’ambiente da salvaguardare.

Matilde Ruol

Metodi e procedure ISO 9001

Lo scorso ottobre, il Collegio ha organizzatol'incontro su "Qualità e certificazione deglistudi professionali: metodi e procedure secon-do le Norme ISO 9001".

L'argomento è stato trattato da due consulen-ti: Piergiorgio Bonecchi (0331 593884 [email protected]) e Paolo Tajè (0331 547083 [email protected]).L'argomento può non essere professionalmentestimolante come un intervento architettonicoo la progettazione di un impianto, ma è tutta-via di interesse ed attualità non solo per

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aziende o consulenti operanti su mercati diffi-cili, ma anche per studi tecnici indotti, adesempio, a rispettare specifiche prescrizionida parte della clientela, o che debbano con-correre a progetti od appalti per i quali la cer-tificazione ISO è prescritta.

Un cenno preliminare su cosa comporta l’ade-guamento di una ditta o di uno studio tecnicoalle procedure necessarie per l'ottenimentodella certificazione ISO.Ai fini dell'ottenimento della certificazioneISO, i consulenti e/o gli enti incaricati sotto-pongono ad esame le procedure seguite dalpersonale nelle varie connessioni operative,ne verbalizzano le fasi, le modalità. Gli ufficiesecutori redigono un Manuale, che sarà tenu-to successivamente a base dell'attività opera-tiva, e di cui verrà controllato periodicamenteil rispetto.Così, ad esempio, si esamineranno e codifi-cheranno le procedure relative a:-progetto preliminare di un impianto, di unastruttura.-preventivazione commerciale.-procedura di presentazione di un’offerta dicollaborazione.-modalità e verbalizzazione del controllo deglistati di avanzamento di un progetto.-modalità e verbalizzazione del controllo di uncantiere, dal punto di vista dei tempi e dellaqualità.-procedura di collaudo di un manufatto o diun impianto.-verbalizzazione del collaudo di accettazione.-procedura del controllo di produzione dipezzi.-etc.Come si vede il campo è vasto e molto artico-lato. Soprattutto, il livello dell'esame di un'at-tività aziendale nell'ottica della certificazioneISO è molto legato alla tipologia, al livello edal grado di complessità dell'attività stessa.È a questo punto che interviene il consulenteo l'ente di certificazione, allo scopo di definireinnanzitutto la possibilità di effettuare l'inter-vento, e quindi il grado di approfondimentodello stesso.Definito quanto sopra, si procede al controllo,da parte del consulente, della preparazionedella documentazione richiesta, attraverso riu-nioni periodiche con i servizi convolti, nellequali si verificano gli interventi o procedureeffettuati, e si pianificano le successive sca-denze ed adempimenti.

Gli specialisti della certificazione tengono asottolineare sempre che gli esami, le riunioni,le procedure scritte e i controlli periodici nondevono appesantire burocraticamente le atti-vità dell'azienda, perché, una volta a regime,hanno lo scopo di assicurare fluidità alle ope-razioni e correttezza ed affidabilità alle proce-

dure stesse.È quanto tutti gli operatori auspicano, anchese a volte se ne può dubitare, specie durantel'iter della certificazione, perchè l'impegnorichiesto agli addetti è notevole e, normal-mente, in aggiunta alla normale attività.Ogni tre anni la certificazione ottenuta va rin-novata; dal 2001 vige la nuova ISO 9001,denominata UNI EN ISO 9001/2001.

Per uno studio professionale medio si parla diun costo di circa 3.000 Euro per l'ottenimentodella certificazione ISO 9001.In considerazione del fatto che la dimensionemedia degli studi tecnici di architettura oingegneria può essere spesso limitata al solotitolare, è possibile effettuare la certificazionedell'"Associazione" costituita ad esempio dalCollegio di Monza Architetti e Ingegneri,estendendo a chi ne è interessato, nel rispettodelle caratteristiche formalizzate nel Manuale,la certificazione.In tal caso il costo per ogni interessato puo'ridursi a circa 1.000 Euro, eventuali interventidel consulente (costo circa 800 Euro giornalie-re) a parte.

Massimo Gariboldi

Concorso Biennaledi tesi di laurea

Pubblichiamo qui di seguito una sintesi delletre tesi di laurea premiate nell’ambito delconcorso indetto dal Collegio “Tesi di laureasu Monza”:• “Proposte per il sistema ambientale diMonza. Contributo all’agenda XXI locale”, diSabrina Bobbiesi e Annamaria Rivolta. • “Monza: linee guida per un piano comunaleambientalista”, di Marco Magni e GiuseppeRiva.• “Area Autobianchi: ipotesi di interventoprogettuale”, di Romina Lazzati e RaffaellaMintoti.Troverete inoltre la sintesi di una tesi digrande interesse ed attualità: “Il ridisegnodelle porte del Parco di Monza”, a cura diMichela Valtorta.

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Proposte peril sistema ambientale di Monza.

Contributo all’agendaXXI locale

Autori: Sabrina Bobbiesi,Annamaria Rivolta

Relatore: Federico Oliva

La tesi di laurea in Architettura dal titolo

“Proposte per il sistema ambientale diMonza. Contributo all’Agenda XXI Locale”,svolta da Sabrina Bobbiesi e Annamaria eRivolta, propone un modello di riferimentoper conseguire lo sviluppo sostenibile nellacittà di Monza. Il modello presentato integraurbanistica ed ecologia, in quanto tende allaconservazione delle risorse ambientali e con-sidera necessario che lo sviluppo economico eterritoriale non eroda le medesime risorse.Il concetto di sviluppo sostenibile integra ladimensione ambientale, sociale ed economica.La prima e universalmente riconosciuta defini-zione di sviluppo sostenibile, presentata nel1987 dalla Commissione Brundtland, affermache “Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppoche soddisfa i bisogni delle generazioni pre-senti senza compromettere le capacità dellegenerazioni future di soddisfare i propri”.

Il principale strumento per implementare lasostenibilità è l’Agenda 21: un documentoche, approvato alla Conferenza delle NazioniUnite su Ambiente e Sviluppo tenutasi a Riode Janeiro nel 1992, definisce i principiguida per una politica di sviluppo sostenibileper il XXI secolo e sottolinea il ruolo fonda-mentale che in questo processo assume lacollettività locale. Nel documento, il Capitolo28 rivolge un preciso appello alle comunitàaffinché realizzino un processo consultivocon la popolazione e mettano a puntoun’Agenda 21 Locale che traduca gli obiettivigenerali dell’Agenda 21 in programmi e inter-venti concreti.L’Agenda 21 Locale è un percorso che nasceda una scelta volontaria, condivisa tra piùattori locali (economici e sociali, cittadini,associazioni no profit...). Le finalità di talepercorso riguardano l’innovazione della stru-mentazione per la gestione delle città e delterritorio al fine di creare un nuovo linguag-gio tecnico comune e l’avviamento di un per-corso consapevole di miglioramento dellaqualità dell’ambiente urbano.

Il percorso-guida teorico del processo diA21L di riferimento è quello consigliatodall’International Council Local Environ-mental Iniziatives (ICLEI), consolidato ericonosciuto a livello internazionale. Esso siarticola nelle seguenti fasi: definizione deiprincipi generali che devono essere democra-ticamente condivisi e tradotti in un docu-mento di intenti; istituzione del Forum; indi-viduazione dei problemi, delle cause e deglieffetti relativi (Rapporto sullo Statodell’Ambiente); formulazione degli obiettivida perseguire; definizione delle priorità d’in-tervento; individuazione dei target (obiettivirealizzabili, specifici e misurabili, dotati didimensione temporale e condivisi) e delleopzioni attuative d’intervento; predisposizio-

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ne dei programmi d’azione tematici per ognitarget; redazione del Piano d’Azione (momen-to centrale dell’intero processo d’A21L) attra-verso il processo di progettazione partecipa-ta e la sua discussione con le parti interessa-te; attuazione del Piano d’Azione e definizio-ne dell’attività di monitoraggio per verificareil grado di realizzazione dei programmirispetto al target stabilito; valutazione erevisione dell’intero processo volto all’aggior-namento del piano e logica di miglioramentocontinuo al fine di conservare l’equilibrioraggiunto.

Tra gli eventi significativi che hanno scandi-to il progresso del movimento di A21L dal1992 a oggi, risulta fondamentale la PrimaConferenza delle Città Sostenibili, tenutasiad Aalborg (Danimarca) nel 1994, alla qualehanno partecipato 80 amministrazioni localie più di 250 rappresentanti di governi, orga-nismi internazionali, istituzioni, associazionie cittadini. Durante la Conferenza si è datoavvio alla Campagna Europea delle CittàSostenibili, con il compito di supportare e distimolare le autorità locali ad attivareAgende 21 Locali, attraverso la sottoscrizionedella “Carta di Aalborg”.Dal 1994 a oggi hanno aderito alla CampagnaEuropea ben 1107 amministrazioni comunalie provinciali, appartenenti a 36 paesi. Ipaesi nordici presentano il maggior numerodi amministrazioni impegnate nell’attuazionedel progetto grazie alla forte tradizione dipartecipazione della comunità alle decisioni.

In Italia, poche città e ancor meno provincee regioni, rispetto alle 343 che hanno aderi-to alla Carta di Aalborg, stanno attuando unareale Agenda 21 Locale.

La redazione del Rapporto sullo Statodell’Ambiente di Monza e la stesura di tavolecartografiche tematiche (che sintetizzano lericadute, i fattori di vulnerabilità, le criticitàriscontrate e gli interventi propositivi) sonoemerse da indagini condotte sul territorio comu-nale e da informazioni reperite da fonti disper-se, non comparate e non relazionate tra loro.

Lo studio sulla città di Monza ha preso avviodall’analisi dell’evoluzione storico-urbanisti-ca, per meglio comprendere le caratteristichedel territorio. Successivamente è stato ana-lizzato lo stato delle risorse ambientali (aria,acque, suolo e sottosuolo) e i relativi fattoridi pressione (mobilità, energia, rifiuti). Lostato di qualità del territorio monzese èrisultato caratterizzato da un’urbanizzazionee da uno sviluppo economico elevati, i qualihanno determinato radicali trasformazioninei settori urbanistici e nell’assetto fisico –ambientale.Il traffico urbano è il principale responsabiledelle emissioni di inquinanti in atmosfera, inparticolare NOX (70,8%) e CO (99.3%) e ciòha determinato la riduzione della biodiversitànelle zone centrali e in aree fortemente traf-ficate. Il traffico veicolare e quello ferrovia-rio risultano inoltre le principali cause delrumore urbano: il rumore causato dal primo è

diffuso soprattutto nelle grandi direttrici dicomunicazione, nelle arterie esterne e diattraversamento della città e nelle circonval-lazioni; quello causato dal secondo nellezone periferiche. Nell’analisi del suolo e delsottosuolo, emerge la presenza di numerosearee critiche localizzate principalmente lungoil viale delle Industrie (cave, discariche, areeadibite a demolizione di autoveicoli ...) eall’interno del Parco (presenza di liquamizootecnici, utilizzo intenso di fertilizzantinell’area del golf, spargimento di sostanzeinerti ...). Ciò causa un pesante impattosulle acque di falda, sulla fauna e sulla flora.Per quanto riguarda le acque superficiali, ilfiume Lambro risulta fortemente inquinato eancora lontano dagli obiettivi di balneazione,mentre il canale Villoresi vanta la migliorequalità delle acque nell’intera Provincia,dopo l’Idroscalo.

Individuati gli impatti sul sistema ambienta-le, si è giunti alla predisposizione di unabozza di Piano d’Azione Ambientale, costitui-ta da obiettivi e azioni prioritarie che per-mettano il raggiungimento della rigenerazio-ne ecologica della città.

Il conseguimento di un modello urbanistico -ecologico per la città è legato a tre aspettifondamentali: l’esclusione di nuove forme diespansione urbana, la compatibilità ambien-tale ed ecologica del sistema infrastrutturale,l’applicazione dei principi della rigenerazioneambientale alle nuove trasformazioni urbani-stiche e la definizione di specifiche regole dicompatibilità.

In particolare è prioritario:• riqualificare acusticamente le aree urbanecritiche mediante l’utilizzo di schermatureattorno alle sorgenti, di asfalto fonoassor-bente in doppio strato e la regolarizzazionedel traffico;• ridurre il traffico veicolare in ingresso allacittà incentivando la creazione di parcheggiesterni al centro storico, l’utilizzo di mezzipubblici ecologici e biciclette e misure diparcheggio+bus;• salvaguardare le aree con presenza vegeta-zionale e le aree verdi libere diffuse nellacittà, in quanto svolgono funzione di riequi-librio climatico e di protezione dall’inquina-mento atmosferico• potenziare il sistema funzionale e morfolo-gico del sistema del verde (Parco di CinturaUrbana);• proteggere i tessuti agricoli dalle infra-strutture della mobilità e dall’attività agrico-la intensiva e incentivare l’attività agricoladi tipo estensivo;• impedire la totale impermeabilizzazione deisuoli e riconvertire, ove possibile, le aree

AZIONI SUL SISTEMA DEL VERDE E SULLE INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITÀ

AMBITI DI PERTINENZADEL SISTEMA TANGENZIALE

PARCHEGGI LOCALIDI INTERESSE SOVRACOMUNALE

PARCHI E GIARDINI PUBBLICIURBANI E DI QUARTIERE

VIABILITÀ URBANAPRINCIPALE ALBERATA

VIABILITÀ URBANAPRINCIPALE DA ALBERARE

CORRIDOI ECOLOGICI

VERDE PRIVATOA VALENZA MONUMENTALE

PARCO DI CINTURA URBANA

AMBITI DI RISPETTO AMBIENTALE

AMBITI AGRICOLICON VALENZA AMBIENTALE

AMBITI DI PERTINENZADEL SISTEMA FERROVIARIOE AUTOSTRADALE

AMBITI DELLE INFRASTRUTTUREPER LA MOBILITÀ

COMPARTI DI PEREQUAZIONE

AMBITI DEL VERDE

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potenzialmente permeabili;• attivare sistemi di bonifica, ripristino erecupero ambientale delle aree critiche indi-viduate;• prevedere la realizzazione di reti fognarieseparate (bianche e nere) per permettere ilconvogliamento e la dispersione delle acquepiovane nelle aree verdi o l’immissione infalda;• migliorare il sistema fognario al fine diridurre le zone di esondazione della rete equelle di mancato assorbimento del deflussosuperficiale, evitando ulteriori infiltrazioniinquinanti nel sottosuolo;• riqualificare la sede stradale mediantenuove alberature e interventi di arredo stra-dale;• salvaguardare, tutelare e migliorare nellaqualità e nell’utilizzo i sistemi idrici interniall’ambiente urbano, in quanto svolgono lafondamentale funzione di corridoi bioclimatici;• promuovere il rimboschimento a fini idro-geologici e la rinaturalizzazione delle fascefluviali;• potenziare i percorsi ciclopedonali realiz-zando un disegno di rete che permetta il col-legamento tra spazi verdi, servizi pubblici,centro storico, aree periferiche e periurbane;• utilizzare le acque del canale Villoresi perprodurre energia elettrica, per ravvenare lafalda acquifera sotterranea, per irrigare par-chi e giardini e nei processi di produzioneindustriale allo scopo di ridurre i prelievidalla falda acquifera;• trasformare in isole pedonali strade e piaz-ze di grosso pregio interne al centro storico;• collegare le aree non ancora servite da gasmetano alla rete e dotare l’intera città di unsistema di teleriscaldamento, come previstodal Piano Energetico Comunale;• migliorare la raccolta differenziata deirifiuti, i processi di riciclaggio, recupero esmaltimento e utilizzare i rifiuti come com-bustibile per produrre energia.Per una corretta attuazione, il documentodeve essere precedentemente sottoposto adiscussione con gli attori sociali interessati(cittadini, enti governativi e non, associazio-ni, organizzazioni…) e le azioni propostedevono essere democraticamente condiviseda tutti.

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Monza: linee guida per un pianocomunale ambientalista

Autori: Marco Magni, Giuseppe RivaRelatore: Osvaldo Lamperti

La Tesi affronta il tema della pianificazioneambientale, quanto mai attuale, trasferendoil concetto di sviluppo sostenibile nellarealtà urbana. Si afferma infatti che un

modello urbano che consuma risorse, generarifiuti e compromette la qualità sociale edestetica dell'ambiente, urbano ed extraurba-no, è insostenibile quando supera o compro-mette la capacità di carico dell'ambiente,cioè la sua capacità di reagire a questa pres-sione autodepurandosi, assorbendo e rici-clando rifiuti, ripristinando risorse, mante-nendo intatte quantità non rinnovabili (tra lequali anche la qualità di benessere sociale).Per tradurre questo concetto e renderlo unobiettivo della pianificazione ambientale,dobbiamo modificare il modo di concepire larealtà urbana, rispetto a quelli tradizionalicui eravamo abituati.Diventano perciò necessari:a) nuovi ambiti di pianificazione;b) nuovi modelli d’analisi;c) nuovi strumenti di pianificazione e gover-no.Tra questi ultimi, è stato individuato il Pianodi Struttura, di durata decennale, quale stru-mento di governo del territorio comunale.

Le esigenze fondamentali su cui impostareun Piano di Struttura per il territorio diMonza sono le seguenti:a) Garantire la qualità dell’ambiente, natura-le ed antropizzato, tutelando in primo luogole risorse primarie, fisiche, morfologiche, eculturali e quindi determinare le condizioniper la fruizione collettiva dello stesso.b) Porre un freno all'espansione generalizza-ta, perseguendo uno sviluppo sostenibile,che faccia fronte alle necessità del presentesenza compromettere le necessità delle futu-re generazioni.c) Conservare i connotati riconoscibili dellavicenda storica del territorio nel suo rapportocomplesso con la popolazione e con le atti-vità umane.d) Inquadrare il territorio in una rete diaccessibilità trasportistica che decongestioniil centro di Monza attraverso la costituzionedi nuove centralità, tra loro relazionate attra-verso un sistema di specializzazione e discambio.e) Realizzare un sistema di servizi pubbliciche contribuisca a preservare le risorse pri-marie e a riqualificare porzioni di tessutourbano.

Principali scelte strategiche

1) Nell’ambito trasportistico si fanno propriele scelte del Piano provinciale di attuare lacompleta desemaforizzazione del VialeLombardia, interrando parte del tracciato, edi completare ad est la circonvallazioneesterna verso Villasanta (intervento già incorso). Per quanto riguarda la Monza-Caratebis, la nostra proposta è quella di completareil tracciato sino a Vedano, senza andare ad

intaccare altro territorio non urbanizzato.

2) La proposta di realizzazione della Grondaintermedia ci trova consenzienti in quantorisolve, a nord del Parco di Monza, il proble-ma degli attraversamenti trasversali per iltrasporto su gomma, che a sud sono risoltidalle tangenziali autostradali. Restano dadefinire comunque le soluzioni progettuali,che in alcune parti sono basilari se si vuoleevitare un pesante impatto ambientale dellanuova infrastruttura.I collegamenti con la parte centrale dellacittà, ad est, vengono affrontati con un"Loop" che partendo dalla circonvallazioneesterna raggiunge celermente il centro citta-dino ed i grandi parcheggi.

3) La ferrovia, assume nuove funzioni attra-verso la realizzazione di tre nuove stazioniche consentano la possibilità di interscambiogomma-ferro nonché un servizio di trasportolocale più efficiente. Due stazioni: quella diMonza Sud e quella di Monza Ovest sarannotra loro collegate con un servizio su rotaia ditipo metrò, veloce, in sede protetta (di cuiuna parte interrata), in modo da costituireun asse di collegamento dei punti nevralgicidella città con Milano e con la Brianza.

4) La riqualificazione e tutela ambientaleviene organizzata attraverso la previsione diaree, più o meno vaste a parco intercomunalead ovest, sud, ed est della città, ed un siste-ma di corridoi di connessione, ferma restandola piena valorizzazione del Parco ex Reale. Unsistema di percorsi protetti, formato da duetratte verticali e da una serie di anelli, con-sente l’accessibilità alle varie zone, ai centristorici e alle emergenze monumentali.

5) Lo sviluppo insediativo, senza intaccare ilpatrimonio delle aree non urbanizzate, avvie-ne principalmente attraverso la realizzazionesull'area dell'ex Caserma IV Novembre di unpolo terziario, e attraverso lo sviluppo diattrezzature pubbliche e private che provve-dano al decentramento dal Centro Storicodelle attività terziarie, lungo gli assi verticalidi Viale Europa e di Via Aspromonte. Nellealtre aree dismesse dalle industrie si dovràpuntare a parziali recuperi insediativi, conparticolare attenzione alla situazione esi-stente e alle necessità di servizi per i quar-tieri, con particolare attenzione al conteni-mento della forma urbana.

6) Le zone che più risentono di fattori pro-blematici, dovranno essere riqualificate recu-perando le carenze pregresse ed evidenziatenell'analisi data dagli Indicatori ambientali.Gli interventi di riqualificazione dovrannonecessariamente ridurre gli elementi di con-

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gestione ed introdurre fattori di miglioramen-to. I piani attuativi, obbligatori in questezone, potranno prevedere incentivi atti afacilitarne lo "sviluppo".

7) L'espansione viene contenuta sugli assi diriqualificazione e nelle zone di frangia pun-tando a mantenere qualità negli interventi.

8) Si conferma la scelta, già effettuata dalrecente Piano adottato, di costituire una cin-tura di tutela e salvaguardia ambientale,comprendente in un territorio senza soluzio-ne di continuità, le aree agricole, i parchiterritoriali e le aree parzialmente edificate,ma non ancora totalmente urbanizzate.

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“Area Autobianchi: ipotesidi intervento progettuale”

Autori: Romina Lazzati,Raffaella Minotti

Relatore: Filippo Tartaglia

L'area Autobianchi destinata dal 1956 sinoagli anni ottanta alla produzione di autovei-coli ed attualmente dismessa, è situata nellaparte settentrionale del territorio comunaledi Desio, all'interno di una estesa zona indu-striale collocata lungo la ferrovia.La parte meridionale dell'area si trova indiretto contatto con la stazione ferroviaria econ il centro cittadino, mentre l'estremitàsettentrionale si estende fino alla nuova via-bilità interconnessa alla strada stataleValassina attraverso un sottopasso ferroviario.In base alle analisi compiute sul territorio,sul sistema economico della Brianza milanesee sull'area, è stata definita una proposta direcupero produttivo dell'intero complessointegrato e connesso con un sistema di ricer-ca e formazione interuniversitario.L'area di intervento progettuale è stata indi-viduata nella parte sud del complesso e com-prende l'edificio dove avveniva l'assemblag-gio delle autovetture, la palazzina uffici e lazona adiacente alla stazione ferroviaria.Il progetto definisce uno spazio fisico dovesia possibile lo scambio di innovazione tec-nologica ed informazione tra imprese ed uni-versità. Lo spazio universitario in progetto non èquindi di tipo tradizionale, ma si configuracome una struttura aperta dove si avvicenda-no, di volta in volta, diversi istituti universi-tari per la realizzazione di progetti formativie di ricerca a breve e medio termine.Non sono stati perciò progettati laboratori diricerca, perché ciò che oggi serve al sistemaproduttivo è raggiungere l’innovazione tecno-logica non tramite la ricerca condotta inlaboratorio, ma attraverso lo scambio di

informazioni.La sistemazione generale dell'area prevede ilrecupero dell'intero complesso degli edifici inconsiderazione della loro posizione.

La riqualificazione della zona adiacente allastazione ferroviaria avviene attraverso lacreazione di una piazza, in parte coperta,resa maggiormente accessibile e percepibilevisivamente attraverso l’abbassamento delterrapieno esistente. In diretto contatto conla piazza è prevista la realizzazione di unautosilo interrato a due piani collegato conla stazione della metropolitana Monza –Lissone – Desio in progetto.La restante area, liberata dall’interramentodel autosilo, è adibita ad area a verde.

La palazzina uffici collocata sempre nellaparte meridionale dell’area, in prossimità delcentro cittadino, ospita gli spazi informativiper le imprese e gli uffici dell’interuniversità.L’edificio dove era collocato il reparto mon-taggio è, in parte, frazionato per risponderealle esigenze delle aziende di più piccoladimensione e, in parte, destinato ai program-mi di formazione istituiti di volta in voltadalle diverse università.Gli impianti adiacenti al fabbricato sopracita-to vengono sostituiti con spazi adibiti a par-cheggio e a verde.

Negli edifici posti nella parte ad ovest dell’a-rea, quella più integrata con il tessuto urba-no, si prevede invece la collocazione di spaziper la commercializzazione dei prodotti delleimprese, mentre nella zona nord, dove sitrova l’edificio presse e imbuti, il progettoipotizza la collocazione di un’azienda dimaggiori dimensioni. Di conseguenza l’edifi-cio in esame non viene frazionato e l’areacircostante viene resa maggiormente accessi-bile attraverso la creazione di nuovi accessiin diretto contatto con la viabilità esistente(Strada Statale Valassina) e con quella inprogetto (Pedegronda).Per migliorare l’accessibilità dell’area e inte-grarla maggiormente con il resto della città è

previsto un adeguamento della viabilità, cheviene realizzato attraverso il collegamentodelle vie Tarra e Milite Ignoto e l’allungamen-to di via Carducci.Riteniamo inoltre necessaria la creazione disensi unici che sfruttino al meglio i sottopas-si esistenti al fine di alleggerire il traffico inentrata e uscita dal centro cittadino, delquale si prevede un aumento in funzionedella riqualificazione dell’area. L’accesso al traffico pesante è invece ipotiz-zato a nord attraverso il nuovo sottopassosito in prossimità degli spazi produttivi dimaggiore dimensione.Il progetto di riuso degli edifici prevede larealizzazione di spazi produttivi di piccola –media dimensione e di spazi di serviziocomune. Viste le caratteristiche dimensionali e morfo-logiche dell’edificio, dove era collocato ilreparto montaggio, l'obiettivo viene raggiun-to aumentando l’accessibilità mediante lacreazione di nuove vie interne. Le nuove strade interne, larghe 20 metri eprive di copertura, sono ottenute attraversotagli nelle facciate e nella copertura e con-sentono, oltre all’accesso, di areare ed illu-minare direttamente i nuovi spazi produttivi.Tre vie attraversano l’edificio da ovest ad est,mentre una quarta lo taglia da nord a sud. Uno dei punti salienti del progetto è lo studiodei percorsi. Le nuove vie di servizio agli spaziproduttivi sono attrezzate con corsie a doppiosenso di marcia per il traffico carrabile, affian-cate da spazi per il carico e lo scarico dellemerci, alternate da parcheggi e spazi verdi. Il traffico pedonale è separato da quello car-rabile attraverso il recupero di alcune passe-relle sospese, esistenti tra le travi reticolaridella struttura.

Il progetto prevede il mantenimento dellastruttura nel suo complesso che viene evi-denziata, rispetto ai nuovi interventi, arre-trando le nuove facciate e creando in questomodo anche spazi d’ingresso coperti fungentida filtro tra interno ed esterno. La struttura dell’edificio, composta da pila-

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stri e travi reticolari, è l’elemento più carat-terizzante del complesso: per questo motivoabbiamo ritenuto di metterla in evidenza. Lascelta di esplodere la struttura verso l’ester-no, cioè sulle nuove vie, consente di otteneredegli spazi interni completamente liberi dapilastri e, per questo, altamente flessibili.

Per rispondere al continuo mutamento dellenecessità e delle funzioni produttive gli spaziproduttivi sono, infatti, concepiti con la pos-sibilità di dilatarsi o contrarsi attraverso l’as-semblaggio di più cellule base. La cellula base ha una dimensione minima di400 mq, estensibile fino a 2000 mq. Taledimensionamento è stato calcolato in base aidati ricavati durante lo svolgimento delleanalisi preliminari alla redazione del progetto.Gli spazi produttivi sono dei contenitori adun piano con un mezzanino, che può ospitarea secondo delle esigenze uffici, impianti pro-duttivi o magazzini. Questo elemento è statopensato sospeso alla struttura esistente pernon alterare la caratteristica di massima fles-sibilità dello spazio interno.Spazi produttivi di maggior dimensione sonostati creati nella parte est del complesso,dove la copertura è più alta e lo spazio dimanovra antistante è maggiore. Tali spazisono caratterizzati da un doppio affaccio eoffrono la possibilità di essere frazionati.

I lotti, di dimensione minime di 650 mq,possono raggiungere l’estensione massima di1300 mq e sono attrezzati con spazi serventilocalizzati in punti fissi e completati alprimo piano da uffici e con aree per la sosta.All'interno degli spazi produttivi sono statipensati dei blocchi di servizio dove vengonoriuniti gli accessi, le scale, gli ascensori ed ibagni con gli spogliatoi, dimensionati inbase al numero degli utenti.Questi elementi sono resi identificabili attra-verso l’uso dei materiali e delle forme: sono,infatti, volumi in cemento armato a vista,staccati dal resto della facciata attraversotagli nella muratura.Attraverso gli stessi si può accedere al per-corso pedonale sospeso, che collega gli spaziproduttivi alla corsia servizi, punto d'ingressodell'intero complesso.Nella corsia sono collocati servizi comunialle diverse imprese insediate nell'area. Ilpiano terra ospita, oltre alla reception, spaziinformativi e spazi di consulenza a disposi-zione di professionisti. Il piano primo accoglie sale riunioni, mentreil secondo aree di incontro e spazi per lasosta e la ristorazione affiancati da terrazze.

La scelta dei materiali e delle forme rispec-chia l’esigenza di identificare questi spazicomuni attraverso l'articolazione di spazi

interni aperti e facilmente frazionabili eattraverso l'uso di pareti perimetrali in vetrostrutturale, blocchi servizi fissi in cui sonoriuniti scale, ascensori, bagni.Le nuove facciate riflettono la dinamicaorganizzazione interna alle aree produttive,attraverso un sistema di rivestimento compo-sto da elementi in acciaio e pannelli inter-cambiabili in vetro o opachi. La soluzioneadottata per questi prospetti consente digestire, in modo indipendente, non solo gliaccessi ma anche l’illuminazione naturale, aseconda delle esigenze di distribuzioneinterna della produzione.Il sistema delle facciate è completato da unsistema di oscuramento consistente in pan-nelli di lamiera ondulata controventati escorrevoli. Tali elementi svolgono anche lafunzione di protezione delle parti in vetro.

L’intervento sulle facciate esistenti è statoconcepito cercando contemporaneamente dimantenere alcuni elementi formali e materialicaratterizzanti l'edificio (quali, ad esempio,l’andamento degli shed e le murature in mat-tone) e di differenziare i nuovi interventiattraverso l’uso di strutture sovrapposte allepareti esistenti e materiali diversi.Il progetto prevede nuovi serramenti e unsistema di lamine frangisole scorrevole perschermare le fasce di finestre più alte.In alcuni punti della facciata il sistema dilamine è sostenuto da sottili pilastri d’ac-ciaio che riprendono il ritmo delle campatedel prospetto dell'edificio e si collegano adessa attraverso l'uso di tiranti.

Per esigenze areo-illuminanti è stato neces-sario apportare alcuni tagli nella muratura incorrispondenza dei quali è stata inserita unanuova struttura in acciaio formata da pilastrie travi, che contiene e sostiene il tampona-mento murario laterale e sovrastante. I vetriinseriti nei tagli sono di tipo strutturale.La flessibilità è alla base delle scelte proget-tuali anche per gli spazi interuniversitari, perrispondere alle diverse necessità dei vari isti-tuti che si alterneranno.L’organizzazione interna è basata sulla crea-zione di blocchi di servizio, in cui sono riuni-ti bagni, uffici e spazi per la sosta, che sisviluppano su due livelli.Il progetto prevede che gli elementi di servi-zio siano aggettanti rispetto alla facciata.Anche in questo caso la scelta dei volumi edei materiali è fondamentale per l'identifica-zione di tali spazi.Gli spazi per la formazione si affacciano suuno spazio libero a doppia altezza e sonocaratterizzati dalla possibilità di dilatarsi ocontrarsi a seconda delle esigenze. Il sistemastudiato per rendere le aule flessibili consistein pannelli scorrevoli che si raccolgono in

elementi d'acciaio inglobati nella strutturaportante. Tali componenti caratterizzano nonsolo lo spazio interno, ma divengono ancheelementi compositivi della facciata. Al primo piano gli spazi di formazione sonoaccessibili tramite un percorso servito dablocchi scala alternati a blocchi ascensori.Al piano si può inoltre accedere direttamentedall'esterno, tramite una passerella sospesaad una struttura che si aggancia a quella esi-stente senza alterarla.

Completa il complesso dell'interuniversitàuna zona attrezzata per lo studio, che si svi-luppa su entrambi i livelli. Più ingressi sono disposti lungo il prospettosud prospiciente la palazzina uffici, in cuisono collocati gli uffici amministrativi deidiversi istituti. Altri sono posti sul lato oppo-sto, che si affaccia su uno spazio coperto incontatto con gli spazi produttivi, attrezzatoper la sosta e completato con aree verdi.

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Il ridisegno delle porteal Parco di Monza

Autore: Michele ValtortaRelatore: Paolo Caputo

Premessa “...del tempo libero, finalmente.Ho voglia di rilassarmi e di visitare il Parcodi Monza. L'ultima volta che ci sono andatoè stato in occasione del Gran PremioAutomobilistico. Mi piace la zona dei MoliniAsciutti... ma è scomoda da raggiungere:devo arrivare fino a Villasanta, però c'è unnuovo parcheggio e sicuramente trovo posto.A Vedano sarei più comodo, è qui, subitovicino a casa mia, però non so dove parcheg-giare la mia auto... e poi ci sono poche zonelibere, c'è sempre la rete che delimital'Autodromo e la strada è aperta alle macchi-ne...". Oggi come 50 anni fa, svago, riposo,contemplazione della natura attirano quoti-dianamente i visitatori al Parco di Monza, male possibilità ed i modi di soddisfare tali esi-genze sono invece profondamente cambiati.Oggi il Parco è diverso, più complesso edarticolato nei suoi contenuti.

Nel corso degli anni al suo interno sono statesviluppate molte strutture con differenti fun-zioni, il che, se da una parte ha comportatoun'alterazione dell'assetto originario pensatoda Luigi Canonica nel 1805, dall'altra ha datovita ad un Parco in grado di offrire maggiorispunti di interesse e di avere, quindi, mag-giori e diverse occasioni di utilizzo. È ormaiimpossibile riportare l'impianto alla suaforma originaria: annullare ciò che vi è statocostruito, potrebbe comportare in alcuni

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casi, (si pensi ad esempio all'Autodromo) undanno ancor maggiore di quello causato dagliinterventi effettuati. Tutti gli impianti infat-ti, hanno ormai, a mio parere, raggiunto unvalore storico. Non resta dunque che prende-re atto della situazione attuale nel suo com-plesso e cercare di migliorarla risolvendo per-lomeno i problemi inerenti alla sua accessibi-lità. In quest'ottica sono da intendere le pro-poste della mia Tesi.

Come primo punto sono state raccolte infor-mazioni sui progetti che nel corso degli anni,il Comune di Monza e i Comuni del circonda-rio hanno sviluppato nell'intento di risolverei principali problemi relativi all'accessibilità,in particolar modo in alcuni periodi dell'annoin occasione delle varie manifestazioni che sisvolgono all'interno del Parco stesso. I risul-tati di questi progetti si concretizzano inproposte e parziali realizzazioni di parcheggiesterni alle mura nei Comuni di Biassono eVillasanta. Per il resto nulla di significativo,mentre degna di interesse è una relazione,formulata dal Centro Studi PIM nel 1996riguardante la riduzione dell'impatto ambien-tale del sistema di accessi e di parcheggio,ed un'indagine sull'utenza del Parco. A taleindagine ha poi fatto seguito nel 1997 adopera della Regione Lombardia, un altro stu-dio sul piano di tutela del Parco ("Le iniziati-ve della Regione e degli Enti locali per ilrecupero ecologico ambientale e la valorizza-zione storico-monumentale del parco recinta-to più grande d'Europa"), nel quale vengonoraccolti i programmi da attuarsi nel corso ditre anni.

Il piano è articolato sostanzialmente in 7punti:1) promuovere un recupero generale delParco, volto in primo luogo alla conservazio-ne del patrimonio arboreo e boschivo e diquello architettonico monumentale;2) qualificare le modalità di fruizione pubbli-ca delle aree e dei complessi edilizi presenti;3) migliorare le condizioni di accessibilità edi distribuzione interna dei visitatori incre-mentando i punti di accesso pedonale e ridu-cendo la sosta ed il movimento dei veicoliall'interno del Parco; adeguare le modalità diintegrazione urbanistica dei centri urbanilimitrofi;4) estendere le aree a disposizione del pub-blico;5) promuovere una più efficace responsabi-lizzazione in ordine alla gestione economicofinanziaria del bene Parco;6) avviare ulteriori iniziative di riqualifica-zione e valorizzazione del Parco nelle diversesedi pubbliche competenti;7) affidare ad una nuova autorità specifica lagestione e la valorizzazione del Parco.

Nel Piano di Tutela in particolare vieneapprofondita la tematica dei parcheggi all'in-terno del Parco, proponendo di disincentivarel'accesso dei veicoli automobilistici ed indivi-duando aree esterne in corrispondenza deivecchi accessi, (in particolare Villasanta,Lesmo e Biassono), che siano in grado digarantire un numero sufficiente di parcheggied affiancando agli stessi nuovi accessi. Glistudi citati, il frequente contatto personalecon gli Uffici Tecnici dei comuni limitrofi alParco e continui sopralluoghi hanno permes-so di individuare alcune zone particolarmenteadatte ad un intervento architettonico, capa-ce di risolvere problemi di afflusso e neltempo stesso fornire servizi all'utenza. Sono state individuate tre aree esterne allemura del Parco nei Comuni di Monza Vedanoe Lesmo e proposte tre soluzioni progettualidifferenti, ognuna legata alle caratteristichecontestuali della zona. Le tre zone di proget-to: sono state scelte, oltre che per la loroimportanza storica, per la loro attuale rile-vanza funzionale. Quelle che verranno chia-mate "Porta di Monza" e "Porta di Vedano"permettono l'accesso a due zone storiche delParco: da Monza si accede ai giardini realiche si trovano alle spalle della Villa, mentreda Vedano si accede all'Autodromo, luogo diimportanza storica ma anche vivacissimopolo di attrazione di grandi masse di utenti.La "Porta di Lesmo" è stata scelta perché sitrova in una zona in via di sviluppo: potreb-be comodamente accogliere i visitatori pro-venienti dalla Brianza ed inoltre dispone diampi spazi ancora sfruttabili all'esterno delParco, una parte dei quali vengono già adibi-ti a parcheggi nei giorni di Gran Premio. Èfacilmente raggiungibile con la linea ferro-viaria Monza-Lecco e non necessita quindi diulteriori interventi di viabilità.

Il Progetto di MonzaL'area di intervento si inserisce nei "boschet-ti" adiacenti alla Villa Reale cercando diaccrescerne il potenziale attrattivo in mododa riconsegnare a quest'area un ruolo di"porta" principale ai giardini reali. Vengonoproposti: uno spazio espositivo da utilizzareper mostre temporanee e uffici aperti al pub-blico capaci di fornire informazioni dettaglia-te sui servizi offerti dalla Villa Reale dalParco e dalla città di Monza.Il complesso necessita di una buona illumi-nazione, si è cercato quindi di utilizzare ilcontesto naturale per dare vita alla costru-zione. Gli alberi, permettono di filtrare laluce, ed è stato proposto l'uso abbinato divetri trasparenti e opachi per portare all'in-terno dell'edificio il giuoco delle foglie e deirami. Sulla facciata verso la strada la luceviene attenuata da una superficie di vetroopalino. Verso il giardino è prevista una dop-

pia facciata con pareti di vetro struttural-mente indipendenti che grazie a diverseinclinazioni ed angolature, danno vita ad unfronte spezzato che si dischiude per sottoli-neare gli accessi agli spazi espositivi.Materiali: acciaio sabbiato e brunito per iprofilati ad "u" accoppiati, utilizzati sia per ipilastri che per la struttura di copertura;vetro utilizzato sfruttando le possibilità per-messe dalla tecnologia contemporanea: tra-sparenza, riflessione, mascheratura, uniti adelevate prestazioni statiche; pietraSantafiora, utilizzata per la sua eleganza esobrietà nel corpo a torre d'angolo e nellaparete esterna.

Il Progetto di VedanoL'area d'intervento si inserisce nel giardinopubblico adiacente Viale Brianza, in corri-spondenza di un accesso al Parco costituitoda una piccola porta utilizzabile solo dapedoni. Questa soluzione è stata resa neces-saria dal fatto che il centro di Vedano, dovesi trova l'accesso carraio al Parco, è costitui-to da piccole stradine e quindi non è adattoad accogliere l'afflusso di persone che avvie-ne in corrispondenza del Gran Premio. Il pro-getto non cancella la zona a verde, ma sipropone di valorizzarla attrezzandola e dan-dole maggiore identità tramite una precisaperimetrazione.La nuova "Porta di Vedano" si configura comeuno spazio ricreativo a cavallo tra interno edesterno del Parco. Nel complesso architetto-nico trovano posto una sala giochi conambienti virtuali, un cinema multisala, unrecidence e una palestra. I diversi corpi difabbrica hanno un'identità specifica, sonoseparati e nello stesso tempo collegati dauna passerella sopraelevata e visivamenteriuniti da un'unica copertura trasparente.Da Viale Brianza le forme architettoniche ten-dono a fare deviare lo sguardo verso l'ingressopedonale. Lo spazio restante del giardinoviene attrezzato con serre accessibili in mododa renderlo sfruttabile anche in inverno.I vari corpi di fabbrica sono collegati tramiteuna passerella sollevata da terra, superati iprimi muri (aventi la funzione di deviare losguardo verso l'ingresso su Viale Brianza) siincontra sulla destra la sala giochi caratteriz-zata da una facciata inclinata, la cui superfi-cie è composta da pannelli prefabbricati incemento a tutta altezza con inserti costituitida pistoni, ingranaggi o altri componenti diautomobili, riferimento estetico voluto almondo dell'automobilismo. Di fronte alla salagiochi si trovano le tre sale cinematograficheaventi struttura in acciaio con doppio rivesti-mento: lastre di vetro all'esterno, con ele-menti di sostegno in acciaio e illuminazioneinterna per creare una superficie cangiante.L'albergo, che conclude il complesso è di

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forma regolare ed imponente. Una vetratasepara il corpo dell'albergo dalle zone piùrumorose adibite a sala giochi e cinema,senza però impedirne la visibilità.Materiali:acciaio per le strutture, cemento armato perla sala giochi, l'albergo e il centro sportivo,pietra per la facciata dell'albergo e per i fian-chi della sala giochi, vetro nelle sale cinema-tografiche.

Il Progetto di LesmoL'edificio progettato si inserisce nelle areeesterne al Parco, costituite esclusivamenteda terreni agricoli e fabbriche, occasional-mente adibite a parcheggio nei giorni digrande afflusso di auto in occasione del GranPremio.L'edificio progettato è concepito a serviziodell'Autodromo oltre che del Parco. La desti-nazione d'uso è quella di Museodell'Automobile, articolata interamente in trezone espositive differenti: “Passato”, conun'area espositiva relativamente stabile estrutturata; “Presente”, zona in continuaevoluzione destinata prevalentemente allapresentazione dei prototipi; “Futuro”, capacedi ospitare presentazioni, filmati ed eventua-li progetti.Il percorso della visita museale, suscettibiledi sconfinamenti nel piazzale retrostante l'e-dificio, in occasione di esposizioni e mercatidi automobili d'epoca, termina nella salacinematografica tridimensionale inseritanella struttura adiacente all'ingresso, sullacui sommità trovano posto un bar e una ter-razza panoramica.Il museo è una struttura di quattro piani, visi accede attraverso una galleria centrale,vero cuore distributivo dell'intero complesso,sviluppata su tre piani. Due scale mobili,portano ai piani superiori fino al terzo, men-tre per raggiungere il quarto piano occorreutilizzare un'altra scala. Gli ascensori, inveceservono tutti i quattro piani.Sulla parte anteriore esterna dell'edificio, trepannelli inseriti tra i grossi pilastri che ordi-nano e caratterizzano la facciata, permettonodi effettuare proiezioni.La parte anteriore dell'edificio e la galleriacentrale sono protette da una grande coper-tura curva sostenuta da travi e cavi d'acciaioe rivestita da pannelli d'alluminio.Materiali:pietra Santafiora per i pilastroni, in facciata;pietra Serena per il corpo più alto dell'edifi-cio, pannelli in alucobond per i primi duepiani verso la strada a sud dell'edificio; vetroper il terzo piano; rete metallica per i pan-nelli di proiezione; intonaco per la parteposteriore, sviluppata su un unico piano;acciaio e vetro per la copertura che collega ilpiazzale alle spalle del cinema.

Lo spazio sacro oggi

Al Centro culturale La Rotonda di San Biagio,mercoledì 28 novembre 2001, mons. PeppinoArosio ha presentato il lavoro svolto per laDiocesi Ambrosiana dall’Ufficio Nuove Chiese.Sono state realizzate, dal 1985 al 2000, cin-quanta chiese, di cui cinque con incaricoaffidato tramite concorso di progettazione.Un grandioso impegno oltre che economicoanche culturale, nella fede anche per l’archi-tettura quale luogo di identificazione per unacomunità, occasione di relazione tra gliuomini e di interrogazione sui valori primaridella vita e della morte.E proprio il particolare carico di significatiche il tema dell’edificio religioso assume insé, costituisce il fascino ed il timore per l’ar-chitetto.Continua a prevalere quell’insopprimibiledesiderio di rappresentare il sacro, forse con-naturato all’uomo, attraverso poetiche perso-nali di complessa sperimentazione non privedi cadute di stile, nell’esibizionismo stilisticoo tecnologico.Tra La Tourette e Ronchamp, l’espressionismoed il rigorismo nella ricerca del soprannatura-le, si continua ad ondeggiare con una nettaprevalenza verso soluzioni di accomodamento.

Mario Botta e Mauro Galantino hannotestimoniato questi due diversi modi diaffrontare il tema.

Ancora difficile e conflittuale il rapporto conil contesto, l’immagine del sacro deve preva-lere, o forse si tratta ancora della rappresen-tazione della nostra miseria umana ?

Michele Faglia

Ricordo di Enrico Mantero

Giovedì 15 novembre è mancato il professorEnrico Mantero.Nato a Como il 17 gennaio 1934, si laurea inArchitettura al Politecnico di Milano nel 1960.Allievo e poi assistente di Ernesto N. Rogersdal 1962 ha dedicato la sua vita allo studio,alla progettazione, all'insegnamentodell'Architettura.Libero docente dal 1971, dal 1981 èProfessore Ordinario di ComposizioneArchitettonica, ricopre la carica di Direttoredel Dipartimento di Progettazionedell'Architettura del Politecnico di Milano dal1982 al 1985.

Ai suoi studi si deve la riscoperta della figuradi Terragni e del Razionalismo Italiano, su cui

ha scritto numerosi saggi e libri. Ha tenutostage di progettazione nelle facoltà diArchitettura di Barcellona, Atene, Rotterdam.

Oltre all'insegnamento ha svolto una intensaattività di progettista, realizzando scuole,palestre, strutture sportive, una casa peranziani a Como, ha curato la sistemazioneurbanistica e architettonica di Cernobbio,numerosi i suoi progetti di restauro, e la ride-stinazione di edifici industriali.

Con grande sensibilità e passione ha insegna-to a schiere di studenti, molti di Monza, cittàche conosceva ed amava. Invitato dal Collegioera stato più volte nostro ospite, aveva tenutoconferenze sulla città, era intervenuto inoccasione della mostra "Monza Città di Servizi,ci aveva accompagnato a visitare a Como unadelle sue opere realizzate, la casa per anziani.A noi, studenti di pianura, diceva: "non socome fate voi a vivere senza il lago, il lago ècome una persona, ogni giorno, al mattino, laguardi e capisci come sta."

L'attaccamento e l'amore alla sua terra, allastoria dell'architettura, al razionalismo che daqui ha tratto le sue radici, traspariva nella suarigorosa architettura.Fare architettura era per lui per prima cosa unimpegno morale e razionale, perchè lo conce-piva come l'atto di un singolo rivolto alla col-lettività. Nell'insegnamento rifiutava un'impo-stazione metodologica prefigurata ma coninfinita passione e fatica cercava che lo stu-dente, ogni studente, trovasse una sua poeti-ca; convinto che il suo insegnare non fossemai disgiunto dall'imparare.Come maestro e come uomo ci manca e cimancherà.

Marilù Biffis

Viaggio di Studioa Rotterdam Amsterdam

16-19 Maggio 2002

A tutti i Soci del Collegio: si è finalmente con-cretizzato il viaggio di studio a Rotterdam edAmsterdam.Il viaggio è aperto a tutti i Soci del Collegioed agli amici, naturalmente avranno la prece-denza i Soci iscritti e poi gli amici; visto ilnumero limitato di posti (n. 50) Vi invito per-tanto al più presto a confermare la Vostra par-tecipazione portando l’intero importo di euro780,00 per i Soci iscritti e invece euro 820,00per i non Soci, presso lo Studio Faglia/Grassi,via T. Grossi 4, Monza tel. 039/325311.

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VIAGGI

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Programma16 maggioore 5.00 - Ritrovo P.zza Citterioore 6.00 - Ritrovo Linate, Partenza Gruppiore 7.00 - Partenza con volo Alitalia AZ 112ore 8.15 - Arrivo a Rotterdam17 maggio - ROTTERDAM18 maggio - ROTTERDAM19 maggio - AMSTERDAM19 maggio - ore 22.00Rientro previsto a Milano - Sistemazione in camera doppia euro 780,00- Supplemento camera singola euro 207,00- Riduzione tripla euro 52,00

Gianni Grassi

Visita alla Chiesa di S. Ireneoa Cesano Boscone e

l’architettura di Mauro Galantino

Sabato 2 marzo, come da programma, ungruppetto di irriducibili ha visitato la chiesadi S. Ireneo, a Cesano Boscone.L’opera, frutto di una lunga gestazione, èapparsa per la prima volta sulle riviste nelmarzo 2000 (Casabella n° 687), ma la sua sto-ria che va dal progetto alla realizzazione occu-pa un decennio. Il primo progetto risale al 1990 ed è quellocon cui l’architetto ha vinto uno dei tre premiin occasione del concorso indetto dallaDiocesi di Milano per la costruzione di trenuove chiese.Il luogo dove sorge la chiesa, il quartiereTessera, presenta un’edificazione ad alta den-sità, blocchi edilizi prevalentemente residen-ziali molto lunghi ed alti. L’edificio chiesaappare come un’emergenza in negativo.S. Ireneo la conosco abbastanza bene, ho pre-sente l’evoluzione che va dal progetto allarealizzazione: il concorso è ben documentatoed anche la realizzazione, inoltre ho potutovedere i plastici direttamente nello studio del-l’autore.Il progetto di concorso è caratterizzato da unoschema planimetrico composto dal complessochiesa e chiostro, dal sagrato – rialzato –posto a lato a forma di trapezio allungato edal volume della cappella feriale che media ilrapporto tra sagrato e una delle due stradeconfinanti con l’area.La discussione del progetto col committenteha comportato una successiva rielaborazione:il risultato di questo faticoso lavoro da unlato propone un assetto planimetrico differen-te, dall’altro mantiene certe idee architettoni-che soprattutto riguardo l’aula sacra, il suoinvolucro e la sua spazialità.L’opera realizzata, che attualmente manca deiservizi parrocchiali, si sviluppa lungo un unicoasse secondo la sequenza sagrato, chiesa,

patio, servizi parrocchiali.Il sagrato non è un semplice piano rialzato maè occupato da due volumi: uno prospiciente lastrada, l’altro più vicino alla chiesa: sono glielementi di mediazione tra l’edificio e la stra-da del quartiere.La chiesa è il momento più impegnativo delprogetto – quando vidi l’opera pubblicata mivenne da pensare che quest’edificio fossestato per Galantino l’occasione per introdurrele sue più preziose acquisizioni circa l’archi-tettura, un’occasione per dire con “l’architet-tura” ciò che egli pensa di essa –.Secondo uno schizzo dell’autore la chiesa ècomposta dalla “scatola contestuale” – l’invo-lucro esterno – in mattoni e dalla “scatolafunzionale” in cemento armato a vista cheregola ed imposta l’organismo dal punto divista spaziale.La sala in pianta ha un orientamento incerto,l’altare è avvolto dall’assemblea, quando sientra si svolta per rigirarsi ed immergersi inquesto spazio sapientemente modulato.La compenetrazione delle due “scatole” genera

un’atmosfera particolare: una volta entratinell’edificio si è completamente estraniatirispetto alla vita del quartiere. Presa coscienza di questo spazio architettoni-co si è portati a guardare verso l’alto: unimportante soffitto grava nella zona centraledell’aula, verso il perimetro troviamo le soletravi che si disperdono nelle pareti verticali: larottura dall’alto della scatola consente allaluce di fluire verso l’interno attraverso fasciluminosi che s’introducono in varie posizionied a varie altezze.Guardando dal centro verso l’esterno non si hauna sensazione di chiusura, di sbarramento,ma di liberazione, s’instaura una relazione trale cose di questa terra e “quelle non visibili”. Per concludere con le parole riportate suCasabella “per l’architetto la chiesa è lo spaziocompreso tra di essi (la scatola contestuale equella funzionale): un terzo edificio fatto disostanza impalpabile come quel soffio divino chenessun contenitore umano potrà mai esaurire”.

Marco Arosio

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Visita al Giardino di Sculture aBriosco ospiti di Alberto Rossini

La luce e i colori di quel pomeriggio di otto-bre sapevano ancora di estate.La campagna di Brianza si presentava maesto-sa nella sua semplicità. Sempre mi hanno affa-scinato le diverse tonalità di colore, gli infini-ti accostamenti dal verde del prato, a quellodelle siepi, delle foglie ancora piene, ai rilieviin lontananza: il paesaggio quieto e grandiosoinsieme della nostra campagna.

L'incontro con il padrone di casa, AlbertoRossini, è stato cordiale e diretto, ci ha porta-to dentro la sua cascina riadattata (progettodi Gianfranco Frattini) a laboratorio per arti-sti, a foresteria per gli amici; una grandecucina, un grande tavolo per mangiare e con-versare, in libertà. Ci ha raccontato la sua pas-sione per l'arte moderna, la sua voglia di

conoscere dal vivo gli artisti, di parlarci,entrando in intimità, dividendo il pasto,offrendo ospitalità.Ci ha portato fra prati aperti e sentieri dicampagna, dieci ettari di campagna coltivatae non, dove grandi e piccole sculture trovanoun loro posto, dove arte architettura e pae-saggio vivono insieme.Opere di artisti affermati Cèsar, Melotti,Cascella, Consagra, Negri, ma anche di artistigiovani non ancora conosciuti come è statoFranz Sthaler, che qui ha vissuto e creato peranni interi.Sculture en plein air, di ferro, di bronzo, dimarmo, di pietra si fondono con il paesaggio,statiche o semoventi, nessun recinto, nessundivieto, un percorso libero attraversato dastudiate sequenze, da installazioni poetiche osurreali, minute o possenti che convivonoinserite nel verde del paesaggio che è il filoconduttore di questo straordinario museo.Sempre conversando in modo aperto, raccon-tando di incontri e di emozioni, di sogni e dianeddoti Alberto Rossini ci ha aperto la sua

casa, casa bassa in cemento rosso immersa nelverde. Verde diverso questo, i filari di vite, icampi aperti lasciano posto alla dimensionepiù raccolta del giardino, con siepi, fiori,boschetti di nocciolo che fanno da fondale adaltre sculture che vivono in modo autonomo,legate fra loro solo dal verde e dal percorso,suggerendo pause ed emozioni.

Si è parlato dei nuovi progetti, del costruendopadiglione per esporre quelle opere che nonpossono stare all'esterno, tutto in vetro pro-gettato da James Wines epigono di Ambasz. Sul grande prato ci siamo salutati, le ombredegli alberi si allungavano, dolci. Un grazie aFelice Terrabuio, ci ha dato modo di conoscereun uomo unico, immediato e vero che hasaputo far diventare realtà le sue aspirazioni emuseo aperto, un brano di campagna.

Marilù Biffis

La metropolitana di Monza

Le ultime novità riguardo la metropolitanamonzese sono state recentemente riportate dal“Corriere della Sera” e da “Il Cittadino”. Si ècosì appreso che è stato finalmente abbando-nato il progetto del metrò a fune sostituito –senza perdere il finanziamento statale – da unnuovo tipo di metrò, sempre automatizzato,fornito (a quanto pare) dalla stessa Alstom.

La nuova metropolitana leggera correrà in sot-terranea, seguendo un percorso di maggiorlunghezza e un po’ diverso rispetto a quello asuo tempo previsto per il metrò a fune. Inparticolare i due capolinea sarebbero postiuno a nord in prossimità dell’ex caserma IVNovembre, dove si attesterebbe la futurametropolitana leggera milanese M5 provenien-te da Porta Garibaldi, e l’altro a sud in corri-

spondenza della futura stazioneCasignolo/Bettola della linea milanese M1 cheverrebbe prolungata dalla stazione F.S. diSesto San Giovanni fino a detta località.Verrebbe così ampiamente assicurato il colle-gamento con Milano.Le stazioni intermedie sarebbero quattro,poste, a partire dal capolineaCasignolo/Bettola, in prossimità della stazioneF.S., di via Manzoni-San Biagio (il metrò nonpasserebbe più sotto il centro storico) dellaVilla Reale e dell’Ospedale Nuovo.Probabilmente un’altra fermata sarà allaFossati Lamperti.

Il progetto del nuovo metrò con i relativi col-legamenti con Milano rischiava di arenarsi,quando si è saputo da Roma che i 105 miliardistanziati erano vincolati al percorso originariodalla stazione F.S. all’Ospedale Nuovo. Oraperò in seguito agli ultimi incontri tenuti aRoma, prima col sindaco Colombo e l’assessoreCusumano, poi con il presidente della Regionee l’assessore Corsaro, la situazione si sarebbesbloccata.Il ministro Lunardi avrebbe abbracciato l’ideadi iniziare subito lo studio del tracciato per ilcollegamento con la M1. Il Comune di Monzadovrebbe quindi rinunciare formalmente alfinanziamento dei 105 miliardi ottenuti per ilmetrò a fune. La stessa somma però, (a dettadell’assessore regionale Corsaro; “Corriere dellaSera” 15 novembre), sarà stanziata per ilnuovo progetto e inserita fra le priorità della“Legge Obiettivo” sulle infrastrutture che ilMinistro sta redigendo e che accompagnerà laprossima finanziaria.

Tali sono le notizie principali a tutt’oggi (20novembre 2001) sul metrò di Monza, certa-mente suscettibili di ulteriori sviluppi. In ognicaso esse meritano un approfondimento.

Esiste già un progetto di fattibilità del prolun-gamento della linea M1 dalla stazione FS diSesto S. Giovanni fino a Casignolo/Bettola alconfine tra Monza e Cinisello e in prossimitàdella Tangenziale Nord. Il tracciato di circa 2Km prevede la fermata intermedia diRestellone. La spesa prevista si aggira sui 200miliardi. Mancano però a tutt’oggi i finanzia-menti. Se questi dovessero arrivare entro il2002 – con l’accordo e il contributo dellaRegione, della Provincia, dei Comuni diMilano, di Sesto S. Giovanni, di Cinisello e diMonza – i lavori potrebbero iniziare ai primidel 2003 e terminare entro il 2005. Sarebbeun passo molto importante in attesa della rea-lizzazione del collegamento con la metropoli-tana di Monza.Il prolungamento della M1 infatti porterebbedi per sé dei vantaggi alla mobilità monzese.Come ho già avuto occasione di ricordare, la

Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri • marzo 2002 pag.13

CITTÀ

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via Bettola, che si trova alla fine di viaBorgazzi, dista solo 1 Km dall’incrocio traviale Campania e via Borgazzi, mentre la futu-ra stazione della M1 Casignolo/Bettola, in cor-rispondenza della quale sarà possibile costrui-re ampi parcheggi, disterebbe circa 1.5 Km dadetto incrocio. Pertanto, pur servendosi del-l’auto privata, si potrà raggiungere la stazionedella metropolitana con un tempo alquantoinferiore rispetto a quello impiegato per rag-giungere la stazione FS di Sesto.

La metropolitana leggera milanese M5 è giàfinanziata nel tratto Milano Porta Garibaldi -viale Zara e i lavori dovrebbero iniziare quantoprima. Per ora il tracciato previsto arriva solofino al limite del Comune di Milano.Attualmente nulla di preciso si sa del suo pos-sibile prolungamento fino a Monza: il traccia-to è ancora da studiare.Si prevedono quindi tempi lunghi prima che laM5 arrivi fino a Monza: si parla del 2010. Matutto dipende dall’accordo dei Comuni interes-sati e dall’arrivo dei finanziamenti.

Riguardo alla metropolitana monzese è certa-mente un fatto positivo l’aver abbandonato ilprogetto del metrò a fune. Si fanno però inproposito alcune considerazioni. Il tracciato tra i due capolinea (la ex casermaIV Novembre e Casignolo/Bettola) è in praticatutto da studiare. Si dovrebbe iniziare da subi-to lo studio del tratto tra il capolineaCasignolo/Bettola e la stazione FS di Monza,così da assicurare prima il collegamento conMilano.La metropolitana monzese potrebbe poi esserelimitata a nord all’Ospedale Nuovo, anziché pro-seguire fino all’ex caserma IV Novembre.Attestando la M5 presso l’Ospedale Nuovo, siconsentirebbe al personale medico e paramedi-co residente a Milano di servirsi della M5 perraggiungere direttamente l’Ospedale di Monza,senza il trasbordo alla stazione IV Novembre.Inoltre la M5, attestandosi presso l’OspedaleNuovo, potrebbe in futuro essere prolungatafino a Seregno e diventerebbe un vero metròdella Brianza (ipotesi tutt’altro che da scartare).

M1-M5-metropolitana monzese: tre metropoli-tane diverse. Ma la M5 e la metropolitanamonzese sono entrambe metropolitane leggeredalle stesse caratteristiche, automatizzate,senza conducente, con le stesse sezioni digallerie, stessa sagoma limite del materialerotabile e stesso scartamento.Perché non unificare le due metropolitaneaffidando la costruzione delle vetture, degliimpianti di sicurezza e di segnalamento aglistessi fornitori, riducendo così i costi di eser-cizio ed evitando o il raddoppio delle zone disosta e deposito delle vetture, nonché la rot-tura di carico presso la stazione della ex

caserma IV Novembre?Certamente sarebbe l’ideale!Monza, 20 Novembre 2001

Renato Violante

(Articolo apparso su “Il Cittadino” a dicembre)

La nuova sededella Biblioteca dei Ragazzi

e delle Raccolte storichedella Biblioteca Civica

La ristrutturazione del salone ex-Poste collo-cato nel centrale Palazzo degli Studi che ospi-ta il Liceo classico e la Biblioteca Civica, hapermesso di conseguire alcuni obiettivi impor-tanti per la Città e per i suoi servizi culturali.È stata infatti recuperata una parte di un edi-ficio storico testimoniale di proprietà pubblicae ne è stato destinato l’uso a due servizi spe-ciali della Biblioteca Civica.Dopo 20 mesi di lavoro, il 19 gennaio 2002 è stata così inaugurata la nuova sede dellaBiblioteca Ragazzi e delle Raccolte storichedella Civica.

Le sede del fondo antico copre una superficiedi circa 240 mq e si articola su due diversilivelli funzionali. Al piano superiore si trovanodue sale aperte al pubblico: la prima è desti-nata alla consultazione di periodici di biblio-logia, cataloghi e repertori e alla esposizione,in speciali teche, del materiale bibliograficopiù interessante; la seconda è riservata allaconsultazione dei volumi del fondo antico conquattro postazioni di studio di cui una saràfornita di PC.Lungo le pareti delle due sale superiori sonoesposti in armadi con ante di cristallo le anti-che enciclopedie e i dizionari storici di grandeformato.Al piano terra si trova la zona magazzino,accessibile al personale: in armadiature com-pattabili (su carrello mobile) sono conservatiil Lascito Zucchi e il Fondo Riva, preservando ivolumi dalla luce diretta e dalla polvere.

“Al segno della Luna", la nuva biblioteca dei

ragazzi di Monza vuole porsi come uno spazioche la Città offre a tutti i bambini e i ragazziperché possano accedere ai servizi pensati perloro e perché possano partecipare ad attivitàprogrammate per loro.I locali sono stati ristrutturati e arredati conattenzione, utilizzando al meglio gli spazidisponibili, creando spazi funzionali articolati.Nei 360 mq della Biblioteca si trovano, apiano terra, il settore di accoglienza e infan-zia, gli scaffali della narrativa, la saletta per ilaboratori e la visione delle videocassette, duepostazioni computer per gli utenti; al pianosuperiore, soppalcato, si trovano gli scaffalidella saggistica, le enciclopedie e i dizionariper le ricerche, la rivisteria e una postazionecomputer.L’ambiente è stato studiato per le esigenzedelle diverse fasce d’età e soprattutto per pro-muovere il piacere della lettura:• morbido per i più piccoli (cuscini, peluche,accessori colorati)• curioso, con i libri esposti di copertina, perchi ha già “le idee chiare in fatto di lettura”,e sceglie da solo o con l’aiuto del catalogo;• ricco in informazioni su tutto quello chepiace e interessa ai bambini e ai ragazzi, conla possibilità di “navigare” nell’infinito maredella conoscenza conservata nei libri o dispo-nibile sulla rete. Con la possibilità di perdersitra le strisce di un fumetto e l’articolo di unarivista;• confortevole negli arredi, amichevole echiaro nella segnaletica, interessante nelleproposte (scaffale delle novità e tematico).

Giustino Pasciuti

Concorsi:un’occasione da non perdere

a cura diMarco Arosio e Manuela Bertoni

Questo mio breve testo serve ad introdurreuna rubrica che il Notiziario tratterà, ovverola presentazione dei principali concorsi che sisono svolti nei comuni nel nord-est milanese,documentandone gli esiti e cercando di illu-strare gli obiettivi formulati nei vari bandi.Nel numero precedente è stato già illustrato ilconcorso per la Piazza Libertà di Lissone. Ritorna spesso nei miei discorsi la parola“concorsi”. Cercherò in questa occasione dichiarire il perché di questo mio particolareinteresse.

Le ragioni sono molteplici, da quale partire?Inizio con il riportare quello che un amico,bravo architetto, mi disse dopo un po’ ditempo che ci frequentavamo: “Marco io non

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ho avuto un vero maestro, ho imparato moltoattraverso i progetti sviluppati in occasionedei concorsi”. Ho avuto anche l’opportunità disentir apprezzare l’esperienza del concorso dadue ex allievi dell’illustre architetto madrile-no, Rafael Moneo, durante un’interessantissi-ma conferenza tenutasi a Porta Sant’Agostinoa Bergamo. In quell’occasione i due architetti,Mansilla e Tunon, svelavano di aver ripropo-sto, in un progetto realizzato, un principiocostruttivo ideato durante un concorso peruna stazione. Se il concorso è l’occasione per noi architetti,tanto burocrati e poco progettisti, per prose-guire o riprendere una nostra ricerca, lo èanche per la società, per esercitare il propriodiritto di vagliare differenti idee per quantoconcerne le trasformazioni che avvengono neipunti nodali o che riguardano parti consisten-ti di città.

Sintetizzando quanto argomentato sopra, sipuò dire che il concorso è uno strumento chefa bene all’architettura, ai progettisti, allacittà ed al territorio.Prima di lasciare la parola ai progetti che pre-sentiamo, tengo ad evidenziare un altroaspetto molto interessante, ovvero la relazio-ne che si può instaurare tra documento di pia-nificazione e concorsi: provate a pensare sel’architetto Benevolo, in accordo con l’ammi-nistrazione, avesse suggerito, così comeBohigas ha fatto a Salerno, di bandire deiconcorsi per affrontare le questioni principaliche necessitano di progetti maturi, di qualitàe, perdonatemelo, di competizione…

Marco Arosio§

Concorso di ideeper la realizzazione di una

piscina coperta intercomunalenel parco agricolo di Lissone

(giuria presieduta da Piero Ranzani)

Tema e finalità del concorsoIl concorso ha come finalità l’elaborazionedell’idea del complesso sportivo costituitodall’edificio della piscina coperta e dalla rela-tiva estensione all’aperto e per la cui ubica-zione è riservato un lotto di circa 10.000 mq,ubicato in adiacenza dell’attuale via Bottegoe del confine comunale tra Lissone eBiassono.L’edificio della piscina coperta, che dovràrisultare funzionalmente autonomo, indicati-vamente comprenderà: l’atrio di ingresso conbiglietteria, i locali per l’amministrazione, ilbar, gli spogliatoi, una vasca natatoria (25 mx 16 m), una vasca separata per inesperti ebambini di dimensioni pari a 10 m x 6 m, un

locale palestra, i locali per gli impianti tecni-ci.Complessivamente la superficie lorda di pavi-mento dell’edificio non dovrà superare 3000mq.L’estensione all’aperto comprenderà: un’areaprotetta da alberature e attrezzata per con-sentire la permanenza degli utenti della pisci-na in condizioni climatiche favorevoli e un’a-rea di parcheggio, sistemata in modo da ridur-re al massimo l’impatto visivo.I costi di costruzione dell’edificio e delle operedi attrezzatura dell’area di pertinenza nondovranno superare la somma di 3 milioni dieuro, al netto dei costi di demolizione dellestrutture esistenti e di bonifica del sottosuolo.

1° classificato“CL+H2O”arch. Paula Francisca Nolff Herrera arch. Giuseppe Caruso, arch. Andrea Costa,arch. Francesco FantoniL'idea base del progetto è che la piscinacoperta sia una collina artificiale, una model-lazione del suolo agricolo. Lo spazio del progetto nasce dall'intersezione

di due piani inclinati, uno verde, che ospitatutti gli elementi di servizio e la palestra, eduno più manifestamente artificiale, all'internodel quale si trovano le vasche. La scelta di realizzare l'edificio parzialmente

interrato (-3.00 m) e di utilizzare un tetto agiardino estensivo come copertura consente diottenere, oltre ad un risparmio energeticoconsiderevole, anche una continuità con ilsuolo esterno, conferendo all'edificio la consi-stenza di una collina che si stacca leggermen-te dalla linea orizzontale del piano di campa-gna, senza interromperla.I corpi laterali, chiusi dal tetto giardino per-corribile dai bagnanti ed utilizzabile comesolarium, presentano dei prospetti dal disegnoaustero, quasi reticente (in risposta all'esigen-za di contenere l'impatto visivo), a cui si con-trappone la forte permeabilità della paretevetrata del corpo centrale, coperto da unsolaio leggero in lamiera sagomata. Durante l'estate le vetrate scorrevoli dellapiscina possono essere aperte verso il giardi-no e verso le aree boschive previste dalProgetto Agricolo, così da mettere in strettocontatto lo spazio delle vasche con le superfi-ci esterne, sfruttando il dislivello come luogoestivo e come sfondo percettivo dall'internodella sala principale. Per il lungo prospetto verso il parcheggio sipropone una parete inclinata in pannelli di

cls. prefabbricati, che risulterà più sfuggentedal punto di vista percettivo, su cui eventual-mente si potrà disporre una trama di cavi inacciaio (sistema tipo Jacob) atta ad ospitareessenze arboree rampicanti caducifoglie.

Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri • marzo 2002 pag.15

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Il prospetto lungo via Bottego è caratterizza-to dalla presenza del verde, essendo concepitocome un terrapieno terrazzato alle cui spallesi staglia il volume traslucido della salavasche. Dal parco non si percepirà altro cheun muro di cinta alto circa 2 m sovrastatodalla vegetazione.Sul lato nord-est della piscina si apre l'ingres-so indipendente per la palestra e la sauna,organizzate sui due livelli e dotate di accessoe spogliatoi indipendenti, intese come funzio-ni integrative alle attività della piscina, mache possono essere gestite anche in modoindipendente.Dalla hall di ingresso, punto nodale del siste-ma dei percorsi, è subito percepibile, attraver-so una vetrata, la sala delle vasche. Qui gliutenti trovano la biglietteria, punto di infor-mazione ed il bar, collocato in modo da servi-re gli spazi esterni e dilatare la zona diingresso e concepito per essere gestito indi-pendentemente dal resto dell'edificio. Le gradinate e la galleria poste al di sopradegli spogliatoi e del locale di deposito, oltreche per ospitare il pubblico, sono intese come

punto privilegiato da cui approfittare dellaconcatenazione percettiva dei grandi spazichiusi e aperti: la sala delle vasche, il giardi-no ed infine il parco.La struttura portante della piscina è realizzatacon un sistema misto: pareti portanti incemento armato faccia vista per i lati esterni(che funzionano anche da contenimento delterreno); pilastri e travi in cemento armatoverso lo spazio centrale; travi sagomate inacciaio per la sala delle vasche.

(dalla relazione di progetto)

2° classificato“Per il rotto della cuffia”arch. Giacomo De Amicis arch. Paolo Moretti, arch. Bruna Rivolta

Paesaggio, spazialità interna e qualità dellaluce sono le qualità che il progetto persegue.

PaesaggioData la collocazione dell'area, un'enclave defi-nita da strade, si è ritenuto importante consi-derare la piscina come un'occasione innanzitutto per ridefinire il margine del parco, attra-verso un graduale passaggio da una dimensio-ne naturalistica ad una più architettonica. La suddivisione dell'area in fasce omogenee èlo strumento per operare questo passaggio: aduna sistemazione a prato che si estende(secondo quanto previsto dal Piano particola-reggiato) fino al laghetto segue una fascia,

sempre a prato, con un trattamento più geo-metrico, preludio al basamento in pietra allacui sommità si trova il percorso ciclo/pedona-le pubblico che scavalca la strada fino a rag-giungere il bosco urbano. Segue la fascia piùalta costituita dalle coperture delle vasche, lacui prevalente estensione longitudinale vieneinterrotta dai blocchi dei servizi. Questi, tramite spaccature trasversali, intro-ducono un elemento di raccordo con l'area delparcheggio la quale si collega alle infrastrut-ture più propriamente urbane (le strade). Pensiamo di poter definire questo organismoarchitettonico come progetto topografico inquanto le parti che lo compongono seguonopiù le logiche di modificazione del terreno edel suolo, che quelle costruttive e compositive.

Spazialità internaPer motivi di contenimento dei consumi ener-getici ed abbattimento della rumorosità, ledue piscine sono contigue ma separate dalpatio interno, e così anche gli spazi accessori,previsti a quota diversa da quella dellevasche, presentano una spazialità autonomaper dimensioni, proporzione e illuminazione,pur essendo in comunicazione funzionale epercettiva con lo spazio principale. Tuttavia lo spazio interno, grazie alle sue tra-sparenze ed alle differenze di livello, apparecomunque fortemente unitario.

Qualità della lucePer ottenere differenti livelli di luminosità esoprattutto differenti qualità di luce, si sonocontrapposte zone in penombra con soffitti

bassi e luce laterale puntiforme (tribune edistribuzioni verticali) a zone molto luminosecon luce zenitale e diffusa, in grado di smate-rializzare le coperture (vasca principale),oppure a zone con illuminazione laterale atutta altezza, capaci di diminuire la separa-zione tra interno ed esterno (aree che circon-dano le vasche). Ancora sul paesaggio nel rapporto tra internoed esterno.L'ambiente esterno partecipa in modo direttoe significativo alla qualificazione dello spaziointerno. Anzi si può dire che esso è parteintegrante dell 'edificio e non elementoaggiuntivo o accessorio.La fascia centrale delle vasche è scandita edordinata dagli spazi aperti esterni: un'area aprato leggermente in pendenza sul cui sfondosi incorniciano la Grigna ed il Resegone, unpatio pavimentato e, verso sud, un paesaggioartificiale in pendenza, fondale naturalisticoverso il centro ippico.

Strutture e impiantiIl sistema strutturale segue, o meglio è com-plementare alla logica compositiva dell'edifi-cio. Una coppia di grandi travi cave, che pog-giano su massicci pilastri anch'essi cavi, for-mano l'ossatura strutturale primaria, sullaquale si appoggiano le coperture e i lucernarie al cui interno corrono gli impianti di riscal-damento e di ventilazione.Si prevede di utilizzare cemento armato a vistaper le coperture, pietra chiara per i rivestimentiesterni e lamiera trattata per i soli rivestimentidei corpi bassi verso il parcheggio.

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Per la pavimentazione del percorso/solariumsulla copertura riservato agli utenti della pisci-na si è pensato al legno di teak per esterniposato a giunto aperto. Per il percorso pubbli-co ciclopedonale sul tetto alla pietra, la stessadel rivestimento della parete sottostante.

(dalla relazione di progetto)

§

Concorso di idee per lariqualificazione

di piazza Unità d’Italia e per larealizzazione di un nuovo

parcheggio interrato a Vimercate

(giuria presieduta da Mario Botta)

Alla ricerca di un intervento urbano chepotesse riqualificare l’area del centro storico,il Comune di Vimercate ha bandito un con-corso nazionale di idee, aperto a professioni-sti, per la definizione di una nuova configu-razione dell’area che potesse razionalizzare lospazio centrale della città in termini di uso eriscattare le aree pubbliche.Nello specifico, la proposta dell ’Am-ministrazione verte sulla trasformazione delruolo di servizio di Piazza Unità d’Italia (lapiazza del Municipio e della chiesa principaleconglomerato urbano, piazza attualmenteadibita a parcheggio) a ruolo di spazio multi-funzionale in grado di recepire funzioni qualimanifestazioni culturali, mercato, mostre,incontri tra la popolazione, pur nel contempo(si sottolinea) consentendo la sosta deiveicoli.

In tale ottica il bando in oggetto prevedeva ladefinizione di una proposta progettuale checonferisse all’area un nuovo disegno urbanoin grado di valorizzare i caratteri edilizi speci-fici del contesto e riuscisse a collocare i luo-ghi di sosta dei veicoli in un apposito par-

cheggio interrato evidentemente in strettaconnessione con l’area, al fine di non penaliz-zare la stessa.

In tale prospettiva la giuria del concorso si èmossa analizzando le diverse proposte perve-nute in un ottica che tenesse conto della con-temporanea presenza di aspetti urbani diffe-renti quali la razionalizzazione degli attualipercorsi urbani e le relazioni tra spazi disuperficie e spazi sotterranei (collegamentipedonali e rampe transitabili). Altresì, inquanto inevitabilmente integrati in un’idea didisegno urbano, attenzione è stata posta alladefinizione delle pavimentazioni, degli arre-di, dei corpi illuminanti ed infine degli spaziverdi, tutti elementi in grado di conferire allapiazza una precisa ed evidentemente variabileconnotazione, quindi identità.Al di là di quella che può essere una gradua-toria finale dei progetti, sempre comunquediscutibile in funzione del grado di valorizza-zione dei diversi aspetti sopracitati di ogniprogetto, un concorso di idee costituisce perun’Amministrazione Comunale un’occasioneesplorativa di proposte inerenti il proprio ter-ritorio e quindi come tale suggerisce unapproccio progettuale da perseguire più chevere e proprie linee esecutive d’intervento.

La scelta di progetti vincitori, dunque, scatu-risce sempre da discussioni su aspetti positivie negativi di tutte le proposte presenti, di cuiviene svolta una lettura dapprima comune epoi, secondo tappe successive, specifica neidettagli selezionando rose sempre più strettedi progetti, sino ad un confronto direttoall’interno di un’ultima terna candidata perl’appunto alla segnalazione finaleall’Amministrazione.Nel caso di cui all’oggetto la visione delle ideevia, via recepite dalla giuria ha portato allaricerca di proposte che avessero una congruitàcon la struttura urbana esistente e con la sto-ria del luogo, pur nel contempo fornendo spazitra di loro connessi e integrabili in occasionidi uso globale della medesima piazza.

Il progetto vincitore è stato accompagnato altermine dei lavori della giuria dalla seguentemotivazione:

“Il progetto articola in maniera lineare edel tutto convincente un programma chiarodi riforma dello spazio disponibile dellapiazza, che ben la riordina ed interpretapropriamente il ruolo assegnato alla piazzadal bando, con un nuovo disegno contraddi-stinto da una grande chiarezza di impianto.Buona la scelta nel posizionamento dellarampa unica che viene trattata in modoinnovativo ed utilizzata come elemento dicollegamento spaziale tra il sotterraneo e

la superficie che la separa tra quest’ultimoe la cortina di più recente edificazione. Questa soluzione trae beneficio anche dallaconcentrazione in quel punto dell’illumina-zione.Buono il disegno della pavimentazione nelrapporto tra la zona centrale ed il sagrato”.

La giuria ha ritenuto altresì suggerireall’Amministrazione comunale alcuni possibiliaspetti di approfondimento nell’eventuale fasedi assegnazione del progetto esecutivo, ossia:

• la pavimentazione in cotto non è probabil-mente la più idonea in quel contesto• ci si aspetta un disegno meglio definito neimateriali e nell’immagine architettonica deglielementi riflettenti ad ombrello

(Giacomo Cusmano - membro della giuria)

1° classificatoarch. Massimo Negriarch. Stefano Armari, arch. GiovanniRipamonti, arch. Massimo Tremolada

La proposta si basa su una sostanziale dualitàdi fondo:

• la piazza che deve ritornare ad essere ilpunto di riferimento simbolico della città;• l’accessibilità veicolare a cui dare una legit-timazione espressiva.

Piazza e parcheggio coabitano nello stessospazio integrandosi: la trama strutturale dellacopertura dell’interrato diviene la matricegeometrica su cui si disegna la piazza; l’alasuperiore della trave strutturale in ferro divie-ne il canale di scolo delle acque meteoriche;la discesa-risalita delle auto dal parcheggio èuna fenditura ampia e luminosa, che incidel’invaso della piazza da nord a sud.

La continuità verticale si esprime non solo intermini percettivi ma anche in termini diunità di espressione, così il livello inferiorededicato alle auto è definito da un lato dalbastione, una sorta di passeggiata apparente-mente “in quota”, delimitata da una parete inlastre di travertino e scandita da un filare di

Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri • marzo 2002 pag.17

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gelsi, dall'altra dalla presenza di una serie distrutture verticali che reggono “le macchineludiche”…

Attualmente la piazza come “vuoto tra lecase”. Il suo invaso è definito chiaramentedalla sobrietà della cortina di palazzo Trotti,dall’austera geometria della facciata dellabanca e dalla valenza plastica del Santuario,ma a ovest la piazza appare con la “concavità”fortemente sbilanciata in direzione trasversale.Per la necessaria ridefinizione di questo frontesi è suggerita la ricostruzione di una scenaurbana, intesa come sequenza di piani.

Le relazioni trasversali tra l’invaso della piazzae lo spazio pubblico adiacente ad ovest, i col-legamenti verticali con le autorimesse esisten-ti e il nuovo parcheggio sono risolti con unmanufatto quasi monolitico in serpentino, cheriunisce in sé una passerella, una scala e unascensore, per garantire l’accesso agli utentidel piano interrato; il piano di calpestio dellospazio pubblico è scandito dai portici laterali eda un filare centrale di piccoli alberi. Sul latoopposto fa da contrappunto a questo bloccouna quinta in serpentino posta davanti allabanca che da un lato accoglie una seduta e

dall’altro nasconde le rampe d’accesso.

La chiesa appare quasi appoggiata su unapavimentazione geometrica (che necessaria-mente dovrà relazionarsi a quella recentemen-te realizzata in Piazza Roma) costituita dauna griglia in lastre di serpentino chiaro clas-sico e da campi in porfido del Trentino,anch’esso in piccole lastre; a lato della chiesa,a margine della vita della piazza, cinquemagnolie, cinte alla base da una seduta intravertino, offrono ombra e quiete, disponen-do l’animo alla meditazione.

L’illuminazione notturna è risolta valorizzandole peculiarità specifiche della piazza, attraver-so la definizione di temi specifici: gli ombrel-loni si illuminano diffondendo la luce indiret-ta proveniente dal livello inferiore; il “bastio-ne” è scandito da piccole lampade incassateche illuminano a livello di pavimentazione lapasseggiata; una scia luminosa ottenuta conpiccoli proiettori ad incasso carrabili unisce idue poli simboli della piazza, la chiesa e ilMunicipio; quattro svettanti lampioni vigilanosulla piazza e sulla sua tranquillità.

(dalla relazione di progetto)

Nuove acquisizioni

Riceviamo dalla dottoressa Doda FontanaGulfi, presidente del SOROPTIMIST Club diMonza, un prezioso studio su giardini dei"Boschetti Reali" "Indagine Storico-Conoscitiva sulla nascita ed evoluzione deiBoschetti Reali di Monza."Curata dall'agronomo Giorgio Buizza, si artico-la in una ricerca storica puntuale correlata datre allegati: il primo riguardante i documentidi archivio, il secondo raccoglie in ordine cro-nologico tavole ed immagini, l'altro le schededi rilevamento dell'impianto arboreo.Completano la ricerca tre tavole scala 1:500di consistenza, impianto e stato fitosanitarioattuale dell'impianto arboreo.

Marilù Biffis

Biblioteca Civica

Titoli estratti dal catalogodella Biblioteca di Monzadi interesse architettonico

e paesaggistico

L'architettura: cronache e storia.Roma: Mancosu.

Arte lombarda: rivista di storia dell'arte.Milano: Istituto per la storia dell'arte lombar-da, 1955

Lotus navigator. Milano: Elemond.

Archeologia industriale: architettura, lavo-ro, tecnologia, economia e la vera rivoluzio-ne industriale / Eugenio Battisti; a cura diFrancesco Maria Battisti; prefazione di PaoloGalluzzi; con contributi di Aldo Castellano,Ornella Selvafolta. Milano: Jaca book, 2001.

L'architettura delle chiese contemporanee:il caso italiano / Sandro Benedetti.MIlano: Jaca book, 2000.

Architettura moderna nelle Alpi italiane: dal1900 alla fine degli anni Cinquanta /Luciano Bolzoni. Ivrea: Priuli & Verlucca, 2000.

L'arte dei giardini: una breve storia / PierreGrimal; a cura di Marina Magi; presentazionedi Ippolito Pizzetti. Roma: Donzelli, 2000.

pag.18 Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri • marzo 2002

PUBBLICAZIONI

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Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri • marzo 2002 pag.19

L'arte di curare la città / Pier Luigi Cervellati.Bologna: Il mulino, 2000.

Atlante di architettura contemporanea.Köln: Könemann, 2000.

Barriere architettoniche / Eugenia Monzeglio.Torino: Testo e immagine, 2001.

I beni culturali a Cinisello Balsamo / a curadi Gabriella Guerci; contributi di SabrinaArosio ... [et al.]. Cinisello Balsamo: Comunedi Cinisello Balsamo Centro di documentazionestorica, 2001.

Bruno Taut: 1880-1938 / Winfried Nerdinger,Manfred Speidel; con Kristiana Hartmann eMatthias Schirren. Milano: Electa, 2001.

Case ad appartamenti / R. Corradi ... [et al.].Milano: Jaca book; Over reprint, 2000.

Case del mondo - Köln: Könemann, 2001.

Castelli in Italia / testi di Clemente Manenti;fotografie di Markus Bollen; contributi diMargit Bachfische ... [et al.]. - Köln:Könemann, 2000.

La chiesa e il convento di Santa Maria inStrada a Monza / a cura di Roberto Cassanelli;testi di Mariaebe Colombo, Giulia Marsili; con-tributi di Roberto Conti, Massimiliano David,Anna Lucchini; presentazione di SimonettaCoppa.Monza: Università Popolare di Monza, 2001.

La città del primo Rinascimento / DonatellaCalabi. Roma; Bari: Laterza, 2001.

La città dell'ottocento / Guido Zucconi.Roma; Bari: Laterza, 2001.

Costruzioni per uffici / F. Albini ... [et al.].Milano: Jaca book; Over reprint, 2000.

La cupola di Brunelleschi: la nascita avven-turosa di un prodigio dell'architettura e delgenio che lo ideò / Ross King.Milano: Rizzoli, 2001.

I disegni di architettura nel settecento /Daniel Rabreau. - Paris:Bibliothèque de l'image, 2001.

L'edificio ecologico: obiettivi riconoscibi-lità caratteri tecnologie / a cura di AdrianoPaolella; scritti di Francesco Bagnato ... [etal.]; introduzione di Rosario Giuffrè.

Roma: Cangemi, 2001.

Enciclopedia dell'architettura - ed. rivedutae corretta. Milano: Garzanti, 2001.

Filippo Brunelleschi: 1377-1446 / [a curadi] Peter J. Gärtner. - Köln: Könemann, 2000.

Giardini e parchi di Lombardia, dal restauroal progetto / a cura di Gabriella Guerci.Cinisello Balsamo: Quaderni d'archivio, 2001.

Giardinomania / Philip De Bay e JamesBolton; prefazione di Monty Don.Milano: F. Motta, 2001.

Giotto e Dante: mostra a Torre de' Passeri:13 ottobre - 30 novembre 2001 / CorradoGizzi. Milano: Skira, 2001.

Giuseppe Spatrisano: architetto (1899-1985) / a cura di Vincenza Balistreri; conscritti di Raimondo Piazza e Agnese Sinagra.Palermo: Fondazione culturale LauroChiazzese, stampa 2001.

Grattacieli / [Ariadna Alvarez Garreta].[S. l]: Gribaudo, 2001.

Islam: arte e architettura / a cura di MarkusHattstein e Peter Delius.Koln: Konemann, 2000.

Jacopo Sansovino / Manuela Morresi.Milano: Electa, 2000.

Le Corbusier: la poetica della macchina edella metafora / Alexander Tzonis.Milano: Rizzoli, 2001.

Loft: fabbriche, capannoni, sottotetti in disu-so, adattati a studi e residenze / I. Cappai ...Milano: Jaca book; Over reprint, 2000.

Mostrare: l'allestimento in Italia dagli anniventi agli anni ottanta / [a cura di] SergioPolano. Milano: Lybra immagine, 2000.

Nuovo e moderno in architettura / EzioBonfanti; a cura di Marco Biraghi eMichelangelo Sabatino.Milano: B. Mondadori, 2001.

Olivetti costruisce: architettura moderna aIvrea: guida al museo a ciel aperto / PatriziaBonifazio, Paolo Scrivano. Milano: Skira, 2001.

Le origini dell'urbanistica moderna / LeonardoBenevolo. 17. ed. - Roma; Bari: Laterza, 2001.

Pallavolo da manuale / N. Bertante, G.Fantoni. Colognola ai colli: Demetra, 2000.

Parcheggi auto per le città / G.Acs ... [etal.]. Milano: Jaca book; Over reprint, 2000.

Le pietre di Venezia / John Ruskin; a cura diAttilio Brilli.Milano: Oscar Mondadori, 2000.

Ponti / Judith Dupré; intervista introduttivacon Philip Johnson; design by Alleycat.Köln: Könemann, 2001.

Prima lezione di urbanistica / BernardoSecchi. Roma; Bari: Laterza, 2000.

Punti di distanza: saggi sull'architettura el'arte d'Occidente / James S. Ackerman; curae traduzione di Piera Giovanna Tordella.Restaurant decors / [Hannah Newton].[S. l.]: Gribaudo, 2001.

Ryokan: l'arte dell'ospitalità nel Giapponetradizionale / Gabriele Fahr-Becker; fotogra-fie di Narimi Hatano e Klaus Frahm.Kölm: Könemann, 2001.

La saletta reale della stazione di Monza:documenti di un restauro / testi di BeppeColombo ... [et al.].Monza: Associazione amici dei musei diMonza, 2001.

Il significato nascosto dell'architetturaclassica: speculazioni sull'ornato architetto-nico da Vitruvio a Venturi / George Hersey.Milano: B. Mondadori, 2001.

Storia dell'architettura italiana / a cura diFrancesco Dal Co. Milano: Electa, 1997.

Storia dell'architettura moderna / BrunoZevi. Torino: Edizioni di Comunità, 2001.

Trattato di architettura / Renato De Fusco. -Roma. Bari: Laterza, 2001.

105 Vastu vidya: la millenaria tradizioneindiana che insegna a progettare e arredare lacasa e l'ufficio in armonia con l'energia delcosmo / Juliet Pegrum. Milano: Corbaccio, 2001.

Ville e castelli della Lombardia[Videoregistrazione] / riprese e montaggioGiuliano Magni. Bergamo: Teamitalia, 2000.

Ville in Lombardia / Piero Orlandi; testi diCarlo Perogalli. Milano: Celip, 2000.

Page 20: Semestrale d’informazione per i soci del Segreteria di redazione … · 2015. 12. 22. · Notiziario marzo 2002 Semestrale d’informazione per i soci del Collegio di Monza degli

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Collegio di Monzadegli Architetti e Ingegneri

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Vicepresidente Michela Genghini039 389753 324251 [email protected]

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Consigliere Franco Gaiani039 323408 2300349 [email protected]

Consigliere Massimo Gariboldi039 [email protected]

Consigliere Renato Violante039 [email protected]

Notiziario del Collegio di Monza degli Architetti e Ingegneri • marzo 2002