Segni di donne lucane L a comunicazione della razza umana conosce un mezzo antico, precedente alla...

180

Transcript of Segni di donne lucane L a comunicazione della razza umana conosce un mezzo antico, precedente alla...

Realizzato da:Commissione regionale per la parità e le pariopportunità tra uomo e donna - RegioneBasilicata

A cura di:Donata Larocca, Maria- Renda, Elvira Salbitani

Febbraio 1998

Pubblicato da:Ufficio Stampa del Consiglio RegionaleDirettore responsabile Rocco RosaVia Anzio - Palazzo B - 85100 PotenzaTel. 0971/447079 - Fax 0971/447182

ImpaginazioneBBaass ii ll eeuuss - Potenza, tel. 0971/45763

CopertinaBBaass ii ll eeuuss - Potenza, tel. 0971/45763

Fotocomposizione, Selezioni, Stampa, AllestimentoArs Grafica - Villa D’Agri

N. B. : Le note riportate per ciascuna artistasono state tratte dai curricula pervenuti allaC.R.P.O.

CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA

4

La comunicazione della razza umana conosce un mezzo

antico, precedente alla mirabile invenzione della scrittura.

Sulla base dei segni e dei disegni, infatti, si � dipanato lo

sviluppo del messaggio inteso come momento di estrinsecazio-

ne del bagaglio culturale di un singolo o di una collettivit�, di

quell'universo delle proprie esperienze, delle felicit�, delle

paure, delle angosce reso tangibile dal tratto.

Nella storia dei segni sta il cammino dell'umanit� e del suo non

sempre facile trasmettersi il portato dei sentimenti.

Le arti plastiche e figurative di questi due millenni non hanno

fatto altro che completare idealmente i graffiti primordiali dei

nostri antenati che, nelle lunghe e fredde notti dell'inverno prei-

storico, affrescarono i loro antri diventati sicuri rifugi dalle intem-

perie e dalle fiere.

Lungo questo millenario percorso, il tratto femminile, per quanto

meno conosciuto, ha avuto la sua innegabile rilevanza.

é da quei pochi, ma insigni esempi del passato che la realt�

odierna ha preso le mosse per arrivare a riconoscere l'esistenza

di un segno - donna, ricco di sensibilit�, capace di trasmettere

emozioni e sensazioni dell'altra met� dell'universo umano.

La produzione, ormai ricca ed esperta, dell'arte al femminile non

subisce pi�, per generale fortuna, il subordine di antichi retaggi,

ma fiorisce rigogliosa anche in Basilicata.

Dopo aver dato cittadinanza, con un precedente volume, alle

5

tante che hanno saputo e voluto cimentarsi con la poesia, la

saggistica e la narrativa, vincendo antiche ritrosie e conquistan-

dosi meritevolmente la dimensione pubblica, ora � la volta

delle pittrici e delle scultrici che offrono a tutti noi l'orgoglio del

proprio lavoro.

Le opere presenti in questa nuova pubblicazione, del resto, ne

sono un eloquente esempio.

Anche questo � un modo di riaffermare il principio della parit�

tra uomo e donna ma, soprattutto, di sottoscrivere con rinnovato

impegno lo sforzo delle istituzioni a perseguire in ogni campo la

scelta della pari opportunit�, offrendo a tutti uguali chance per

il proprio futuro.

Angelo MinieriPresidente Consiglio

Regionale di Basilicata

6

Dalle VOCI...ai SEGNI di donne lucane, lungo la traietto-

ria della valorizzazione dei ÒsaperiÓ femminili della

nostra regione.

Ancora una volta non � un voler marcare divisioni o contrapposi-

zioni tra lÕespressione creativa maschile e femminile; si tratta

piuttosto di unÕoccasione per costruire un discorso globale sulla

cultura della differenza e sulla centralit� dei soggetti che non

sono neutri ma sessuati. Si tratta in definitiva di prestare atten-

zione ed ascolto alle proposte culturali che vengono dai sog-

getti-donne del territorio della Basilicata, decise anche loro a

riflettere sulla propria identit�, consapevoli di una nuova cittadi-

nanza che implica innanzitutto lÕesserci, il partecipare alla vita

comune e il realizzare progetti personali di vita.

I SEGNI risultano cos� solo angolazioni provocatorie per ester-

nare potenzialit�, osservazioni mentali, emozioni, sentire delle

donne lucane.

Ogni segno - sia esso una pennellata di colore o materia viva

plasmata dalle mani - racchiude infatti in s� un messaggio, un

linguaggio, un significato; � uno strumento per dilatare il codice

di comunicazione della sensibilit� femminile.

Nei racconti graffiati su tele, cartoncini, lenzuoli, lastre, bronzi,

marmi ed alabastri si fondono tratti di vissuti al femminile, si rin-

corre lÕinfinito che ogni donna si porta dentro, si fissano i punti

di monologhi interiori, si denunciano le contraddizioni della

7

realt�, si trasformano in colore e luce le emozioni, si fanno

segni e forme i sentimenti.

...E sono segni di donne che dalla terra di Basilicata traggono

ispirazione o perch� vi sono nate o comunque perch� vi opera-

no.

Come metodo di indagine, si � puntato al coinvolgimento gene-

rale (non spettano a noi selezioni critiche) per cui, anche quelle

artiste che per qualche motivo, come la difficolt� di essere rag-

giunte, non si trovano inserite in catalogo, non si sentano esclu-

se; anche loro si riflettono nello specchio dei segni di donne

lucane. Un respiro ideale coinvolge ed abbraccia tutte.

Teresa BocciaPresidente della Commissione regionale

per la parit� e le pari opportunit� tra uomo e donna

8

“(...)dai suoi colori, utilizzati spesso in funzione psicologica, deriva un impasto drammatico di singolare suggestione”.(Michele Prisco)

“(...)è un’opera animata da un profondo senso del colore”.(Renato Guttuso)

“(...)è evidente, nei suoi olii, la ricerca di una struttura stilisticamente conclusa, come dimostrano la stilizzazione di alcunielementi della terra lucana, l’uso del colore in campiture sature, la luce e i suggerimenti prospettici, direi, volumetrici o aincastri di piani”.

(Roberto Panichi)

“(...)al gusto di narrar per figure, unisce il desiderio (inconscio?) di un oscuro franare che, nei paesaggi, trascina la materiaa veementi impennate espressionistiche”.

(Franco Solmi)

“(...)il colore, che si espande magmatico per chiazze dense e materiche, si aggruma in fitte memorie rivissute nella passiona-lità di un segno, di una traccia, a guidarci fino all’orizzonte che distingue o confonde il giorno e la notte, il cielo e la terra”.

(Giuseppe Settembrino)

énata a Lauria e vive a Potenza. Laureata in Lettere, ha coltivato da semprela sua passione per il disegno e la pittura. Ha partecipato attivamente a

tutte le attività del Co.S.P.I.M. (un collettivo di artisti facente capo a FrancescoRanaldi). Ha lavorato come scenografa presso la Compagnia Cooperativadel “Piccolo Teatro di Potenza”. Oltre ad aver progettato numerosi manifesti,ha realizzato cartelle di grafica ed acquerelli per l’illustrazione di libri: “DallaLucania alla poesia della memoria” (1984) di G. Tramice; “Il seme deltempo” (1984) di R. Padula Zaza. Nel 1987, dopo tre anni di sperimenta-zione con gruppi di ragazzi, ha pubblicato, insieme allo psicologo E. Nutile,il saggio Gruppi esperenziali pittorici - un modo per attivare nuove potenzia-lità psichiche attraverso l’uso dei colori e delle forme.Varie sono le manifestazioni artistiche cui ha preso parte. Le sue opere sonopresenti in collezioni pubbliche (Università di Basilicata; Uffici della RegioneBasilicata) e private.È quotata sul l’Annuario di Ar te Moderna Italiana e sul DizionarioEnciclopedico di Arte Contemporanea.

ANTONIETTA ACIERNO PELLETTIERI

9

Antonietta Acierno Pellettieri, JonioTecnica mista, h70x80 cm.

10

énata il 23/12/67 a Matera, dove vive e lavora in Recinto 1°Cappuccini. Ha partecipato a varie rassegne artistiche, con grande suc-

cesso, conseguendo premi dalla giuria e plausi dal pubblico. Nel 1996,all’Università Cattolica (Mi), in occasione della “Giornata Universitaria” contema: “Investire in Cultura - una scelta per aiutare la società”, ha rappresenta-to la Basilicata nella “Festa della Primavera”.Di lei hanno scritto Antonella Pagano e Gianni Latronico.

LAURA ALIANI

“Laura Aliani è figlia d’arte. Dal padre ha appreso a modellare la creta e dalla madre ha imparato a ricamare al tombo-lo(...).Le bambole, in crinolina, della sua lontana infanzia, escono, in argilla, dalle sue mani prodigiose. Graziose daminedell’800, pregiate gheishe del Giappone, candide spose dei nostri tempi partecipano alla sfilata, all’ultima moda, delleestemporanee passerelle. Pizzi, trine, merletti fuoriescono da arditi volants, vaporosi rabbuffi, bizzarri cappellini, ampiemaniche e graziosi ombrellini.L’arte antica della ceramica, delle modiste e dei couturiers si fondono nell’arte moderna delle nuances di vestiti gitani,costumi tradizionali e abiti lunghi, ma attuali (...)”.“Il giardino incantato di rose, mughetti e fiori d’arancio contribuisce a creare un arcano incantesimo, in cui anche il frui-tore più disincantato è portato ad entrare e a lasciarsi affascinare alfine....”

(Gianni Latronico)

11

Laura Aliani, Lempicka ‘94Tecnica mista, altezza cm 50

12

Vive e opera a Matera dove ha il suo studio in Via Don L. Sturzo, 12. Ètitolare di una cattedra di Educazione artistica. Ha tenuto varie mostre

personali e ha partecipato a numerose collettive in Italia e all’estero.

ANNA AMBROSECCHIA

“(...)Chi guarda le composizioni grafiche dell’artista Anna Ambrosecchia non può non ammirarne la sintesi di eleganza, ditecnica formale e di sicurezza delle linee tracciate, che contraddistinguono una perfezione compositiva giunta a pienamaturità e che, giustamente, la collocano nel contesto variegato dell’arte contemporanea”.

(B.C.)

“(...)Questo suo attuale procedere è un tentativo, fino ad ora riuscito e coerente, di sfruttare, per un personale discorso e conun filtraggio dalle caratteristiche di sintesi, tra alcuni esiti delle postulazioni di linguaggio che vanno da quelli di tipo Popa quelli di sapore Optical, il valore evocativo di certi elementi figurali e simbolici, ripetuti ed organizzati con caratteristi-che di informazione paratattica e modulare, isolandoli nella loro nudità essenziale(...)”.

(E.S.)

“(Nella) serie di disegni sul tema della “Magia in Lucania” il cui soggetto è l’uomo e il rapporto che si stabilisce per paura oper spirito di protezione tra l’uomo e il mondo mistico dell’irrazionale e del fantastico, Anna Ambrosecchia riesce a rivivereil dramma, situazione per situazione, di una certa parte dell’umanità lucana, cogliendolo con una grafica sintetica edessenziale, ma, al tempo stesso, ricca di una freschezza e mobilità singolare, di schietta rievocazione poetica”.

(F.G.)

13

Anna Ambrosecchia, Senza titoloAcrilico su tela, cm 60x80

14

Nata a Moliterno (Pz) l’8/07/49, si è proposta giovanissima quale arti-sta ricca di inventiva e vitalità e con un gruppo locale ha aperto una

bottega di studi pittorici nel centro storico del paese natale. Nel 1968 si ètrasferita a Roma dove ha continuato la sua formazione artistica e culturalefino al 1972. A Potenza, nel 1984, ha fondato l’International Club di cuifacevano parte, tra gli altri, Alfredo Borghini, Vera Bovio e Silverio Colonna.Soprattutto l’incontro con il Borghini si è tradotto in un periodo di grande lavo-ro: stimoli nuovi le hanno permesso di trasportare sulle tele i profondi muta-menti del suo esistere.È socia del centro storico Amici dell’Arte di Potenza, della Forum Interart diRoma e del circolo artistico culturale Lorenzo Viani di Ostia. Ha esposto indiverse mostre, collettive e personali, con recensioni varie su quotidiani e rivi-ste. Vive e lavora a Potenza, in Via Adriatico 15.

ELENA AMBROSIO

“L’opera artistica di Elena Ambrosio non è inseribile nelle correnti d’arte attuali poiché le opere che, di volta in volta, ven-gono elaborate e proposte dall’artista hanno sempre qualcosa di innovativo rispetto anche al dipinto finito qualche oraprima, ma sono sempre pervase di stati d’animo molto precisi che permeano tanto profondamente l’opera che la sensibilitàche ha generato il dipinto si travasa in coloro che si trattengono ad esaminare con maggior attenzione le opere di Elena.La pittrice amando l’arte in sé dipinge ogni tipo di soggetto, i paesaggi di ampio respiro; maestosi alberi solitari; figureumane che, immerse nella natura, ne divengono parte integrante; volti femminili dalle più diverse espressioni sempre moltosignificative; infine, non ultime, magnifiche opere raffiguranti bouquet floreali rutilanti di colore, tanto da sembrare quasiodorosi.Tavolozza ricercata pervasa da elementi di luce prorompenti, toni caldi e freddi in mescole di rara preziosità e, non ultimo,a verifica della capacità di Elena Ambrosio, apprezza lavorare in simbiosi con altri artisti nelle extemporanee fornendosempre opere di consistente valore artistico (...)”.

(Alfredo Borghini)

15

Elena Ambrosio, Donna con il cappello. (Io in fondo alla mia anima)Tempera-acrilico su cartone telato, cm 50x60

16

énata a Castronuovo di S.Andrea il 19/9/1951. Dopo aver conseguito ildiploma all’Istituto d’Arte di Potenza, è stata chiamata, in qualità di restau-

ratrice, presso la Soprintendenza alle Antichità della Basilicata, in quegli annisotto la guida del prof. Dinu Adamesteanu. È seguito, per A.A. Arbia, unbreve periodo dedicato all’insegnamento di Educazione artistica. Nel 1977ha aperto a Potenza un laboratorio di stampa serigrafica, dove va alternandol’attività di grafica pubblicitaria a quella della realizzazione di serigrafie arti-stiche. Ha illustrato con tavole appositamente realizzate il “VocabolarioCastronuovese” di Francesco Elefante.Ancora oggi questa è la sua attività prevalente che alterna alla pittura. Negliultimi anni ha scoperto il fascino del mosaico e, dopo alcuni viaggi di studi aVenezia e Ravenna, ha aperto un vero e proprio laboratorio di Mosaico.

ANGELA ANTONIETTA ARBIA

“(...)lei dipinge i suoi luoghi, di cui conosce ogni pietra - ogni pietra un ricordo - di cui riconosce gli odori, anch’essi anti-chi e amichevoli. Dipinge ciò che vede e come li vede li dipinge. Non si affanna alla ricerca di belle inquadrature o divedute “artistiche”. Dipinge ciò che più suscita emozioni oppure ciò che, benevolmente, il sole, sapientissimo regista, havoluto valorizzare.Lei, amica del sole, complotta con lui per schernire elaborate architetture e ricche decorazioni. Il bello è lì, in quei murisgretolati dal tempo, in quei portoncini di legno comune, testimoni e protagonisti quasi viventi insieme ai suoi quieti abi-tatori.Sono dipinti il cui valore più alto, inestimabile per lei, lo acquisiscono nel periodo che va dall’inizio alla ultimazione del-l’opera, è il prezzo pagato in contanti, lì, in quel momento, non moneta ma gioia infinita di stare in quel posto, in queltepore, in quella luce dove è amico il passante curioso ed anche amica la pietra, il basilico, il geranio fiorito e il profumodella semplice cucina che si diffonde, discreto, per i vicoli silenziosi.Artisti che così concepiscono l’arte, a malincuore si privano dei loro lavori. Dipingono per sé, per la gioia di miscelare icolori, di ricercare la tonalità voluta, di comporli con antica sapienza. Esporsi, mostrarsi troppo non è il loro fine(...)”.

17

Angela Antonietta Arbia, PomeriggioOlio su tela, cm 40x50

18

Scolpiscono la pietra e il marmo le quattro giovani donne-artiste (CarmelaEvangelista, Marika Martoccia, Rachele Mazza, Loredana Prinzi) della

Cooperativa Archea nata a Potenza il 29 giugno 1995. Molti gli oggetti daloro realizzati: sculture, fregi, bassorilievi ma anche caminetti, mortai equant’altro è possibile creare. Notevole la richiesta dei privati e spicca, perimportanza e prestigio, un’artistica fontana da collocarsi in Piazza Duomo aPotenza. Nel gennaio del ‘97 sono state invitate dalla Regione Basilicata perrappresentare l’artigianato lucano al Gift di Firenze.Hanno esposto in mostre i loro manufatti artistici.La cooperativa “è ospite” presso l’Enaip, in Via dell’Edilizia 15, a Potenza.

ARCHEA

“(...)Pur mancando di una propria esperienza (le espositrici dell’Archea provengono da un corso di formazione professiona-le...) nel momento in cui si avviano nell’arduo cammino dell’arte, della creatività, hanno dimostrato di possedere elevatedoti di iniziativa, di originalità, di ricerca al tempo stesso.Di grande interesse estetico! Partendo dal presupposto che il lavoro è fonte soprattutto di vita morale, la produzione dellacooperativa Archea, coi suoi magnifici manufatti, ha destato amore del fare, del costruire da sé, del consegnare con pochimezzi, bellissimi oggetti artistici (...) Tutti manufatti di pietra (...)”.

(Giuseppina D’Alessandro)

“(...) Tutti gli oggetti vengono realizzati a mano, secondo le antiche tradizioni dell’artigianato artistico e rappresentano deipiccoli capolavori, ognuno dei quali porta con sé l’impronta esclusiva degli artigiani che lo realizzano, rendendoli cosìunici.Dal rapporto vivo e suscitatore che s’instaura fra gli artigiani e la materia ha origine la ricchezza e l’originalità dei prodot-ti dell’Archea che, attraverso la continua ricerca e sperimentazione di nuove tecniche di lavorazione e di nuovi usi dellamateria, raggiunge esiti formali di grande pregio. È questo che rende possibile alla pietra, con la sua particolare e personale varietà di aspetti, di trasformarsi in oggetti unicicapaci di personalizzare qualsiasi ambiente”.

(Nunzia Caiazzo)

19

Archea, RiflettiamoScultura su pietra eseguita con scalpello, cm 25x25

20

Tina Arcieri si è diplomata all’Istituto Statale d’Arte di Potenza dove haconosciuto maestri come Francesco Ranaldi, Raffaele Sanza e Giuseppe

Antonello Leone.Ha lavorato come disegnatrice e restauratrice presso la SoprintendenzaArcheologica della Basilicata.Addentrarsi nello studio e nella lavorazione della ceramica le è venuto d’istin-to. Tanti tesori di storia e di arte sono passati nelle sue mani grazie alla scuo-la vietrese che le ha offerto tale possibilità. Da alcuni anni insegna ceramicaai disabili di un Centro di riabilitazione psicosociale. È dall’80 che esponesculture in mostre personali, collettive e varie rassegne d’arte. Le sue opere sono custodite in collezioni private ed Enti pubblici.Tina Arcieri vive ed opera a Potenza in Via Appia, 21.

TINA ARCIERI DE STEFANO

“Plasticità resa viva in meravigliose bozze d’allegoria emblematica”.(Michele Prisco)

“L’arcaismo formale si va liberando in una tensione umana, dolorante, poetica Espressione autentica, viva, sentita”.(Giuseppe Antonello Leone)

“C’è nell’arte di Tina un serio impegno, dal modo come rende convincente senza disagio il gusto, il suo gusto, in quel modoche è suo, tutto suo, lavorando senza finzione il magma, per fermare la forma rude - penetrante, fino a che l’infingimentostatico, vivificandosi lascia ben vedere ciò di cui l’artista è capace”.

(Felice Scardaccione)

“Dare alla materia una fisionomia, una voce, un’anima, è il sogno di ogni artista. C’è chi in questo faccia a faccia con lamateria riesce come per istinto a fissare tratti che significano il sentimento interiore - e Tina è tra quei fortunati che senzapretendere altro possono dire: ci sono riuscito -”.

(Bernardo Panella)

21

Tina Arcieri De Stefano, Col cappelloCeramica policroma, cm 50x50

22

énata a Barile (Pz) il 22/07/1960 ed ivi risiede al Rione 1° Maggio.Dopo aver frequentato il Liceo artistico di Melfi, si è diplomata presso

l’Accademia di Belle Arti di Foggia, con specializzazione “Decorazione”.Ha inoltre conseguito il diploma in “Stilismo di gioielli” presso l’Accademia diModa e Costume di Roma.Attualmente è docente di sostegno presso l’Istituto per Geometri e Ragionieridi Melfi.

CAROLINA ARNAU

23

Carolina Arnau, Il melogranoTecnica mista, cm 35

24

Angela Barbaro è nata a Stigliano il 31 Agosto 1968 e dopo aver fre-quentato l’Istituto Magistrale ha scelto Firenze come patria artistica,

cogliendone lo spirito del passato ed insieme anche il meglio e le contraddi-zioni della città di oggi.A Giugno del 1990 ha terminato gli studi eseguiti all’Accademia delle BelleArti di Firenze, “Sono stati quattro anni di intenso rapporto con il vivo dell’artenon solo in campo politico - ha confidato l’artista - ma anche in campo musi-cale, infatti è grande la passione che ho per il canto”.Inizialmente il soggetto che Angela Barbaro ha proposto più spesso nella trat-tazione pittorica è il ritratto.Lo stile pittorico col quale ha eseguito i dipinti va oltre l’Ipperialismo e versoun Classicismo moderno.Il “volto” dell’artista è un’immensa gamma di sensazioni e di emozioni e susci-ta un sentimento di purezza e di affetto.La sua indagine non si ferma ai segni esteriori del volto, ma cerca di scorgerein essi la personalità del soggetto.Ultimamente l’artista ha maturato uno stile che abbraccia il Modernismo, ilSurrealismo, e la Metafisica.I dipinti più recenti celebrano il connubio tra la pittura e la musica, che sonotemi caratterizzanti la personalità dell’artista.

ANGELA BARBARO

25

Angela Barbaro, Il violinistaOlio su tela, cm 120x80

26

énata il 21/09/1970 a San Gennaro Vesuviano (Na). Dopo aver fre-quentato le scuole dell’obbligo a San Chirico Raparo (Pz), si è iscritta

all’Istituto Statale d’Arte di Arezzo, Sezione Arte della Moda e del Costumeteatrale. Rientrata a San Chirico Raparo, ha iniziato a disegnare, attrattasoprattutto da artisti famosi come Botticelli, Michelangelo, Bernini, di cui èandata realizzando qualche copia; ha partecipato così a mostre organizzatedalla Proloco del posto. Dopo una sosta, ha ripreso a disegnare su stoffe pre-giate quali la seta moella, per la realizzazione dello stendardo comunale; sullino, cotone, per la realizzazione di corredi, su vetro, specchio, ecc.

VITTORIA BELLADONNA

27

Vittoria Belladonna, Le tre Grazie (Copia della Primavera del Botticelli)Matite colorate acquerellabili, cm 50x70

28

énata a Roma il 26/03/1959. Dal 1988 vive e lavora in Basilicata, aMatera - Borgo Venusio, Via Inghilterra, 13.

ANNA CALDERONI

“(...)la creazione, nei lavori di Anna, è portatrice di una infinità di contenuti e di forme. Basta dare un’occhiata (...) alsuo percorso espositivo per avere subito chiara l’idea della sua voglia di comunicare mille cose in mille modi. Tuttavia è pos-sibile tracciare un disegno (verbale e immaginario) dei suoi lavori attraverso tre elementi ricorrenti: il fuoco, l’acqua, laspirale(...).L’acqua rappresenta la nascita, l’origine(...) Il Fuoco(...)è fonte di energia(...) Nell’arte esso(...)simbolo della vita e simbolodella morte(...) E poi la spirale(...)simbolo della totalità, della pienezza e della perfezione(...)”.

(Serafino Paternoster)

“Nei lavori di Anna(...)le forme e i colori, a volte estremamente terrei, caldi e solari, altre volte freddi e siderali, suggerisco-no l’attaccamento ai valori più semplici e coinvolgenti della vita senza però mai farsi avvilire da questi, poiché Anna ricor-re con sapienti fughe a spazi ampi e stellari(...)dove i legami con la realtà non sono mai smarriti(...)”.

(Maristella Montemurro)

“Nelle opere di Anna Calderoni(...)non c’è dato temporale e tanto meno rimando psicologico. C’è la luce, c’è il colore, cam-piture di colore, macchie colorate e linee ondulate in un acceso cromatismo(...)”.

(Stefano Rocco Scinne)

29

Anna Calderoni, Il pensiero si materializza e va’ 1993

30

énata il 2/2/69 a Matera dove vive; lavora in Via Bari, 36. Si è diplo-mata all’Accademia di Belle Arti di Macerata nel 1990, sezione Pittura.

Già all’interno dell’Accademia prendeva parte alle varie iniziative artistiche.Ha partecipato a diverse mostre.

ANGELA CALIGIURI

“(...) La Caligiuri elabora opere di concetto, poiché a lei interessa non tanto il realizzare quanto l’indicare. Ed ecco cheviola l’integrità della superficie geometrica con materie quali lo spesso colore o la carta alluminio raggrinzita che ci ricordai nostri calanchi argillosi spesso spaccati come fendenti che eruttano sangue e sotto la luce del sole diventano astratti, meta-fisici, superfici lunari.Lo spazio geometrico diventa così parte attiva del processo di significazione dell’opera, la quale perde autorità ma assumeuna nuova dimensione.L’opera viene realizzata grazie ad uno svolgimento evolutivo interamente manuale con attitudine e attenzione che ricordail lavoro artigianale e sfoggia la creazione di un manufatto che stimola la tattilità del destinatario, il quale può così goderedella sua bellezza espressiva.La superficie delle opere reca tracce marcate, visibili e sovrapposte che corrono lungo l’intero spazio prescelto; essa è ottenutada impronte nella materia colorata e da carta alluminio manipolata che specchia, frantumando e manipolando all’infini-to, le immagini circostanti(...).Per la giovane artista la materia ha una estensione e una durata, ha una disponibilità illimitata per cui manipolandola,stabilisce con essa un rapporto di continuità esistenziale e di immedesimazione energetica(...)”.

(Salvatore Sebaste)

“(...) Nell’adozione dei colori, la Caligiuri predilige le tinte forti - il rosso, il nero ed il grigio - che meglio si addicono allavalenza psicologica ed all’emozione che si intendono trasmettere. Il rosso si carica di immagini simboliche ed oniriche, chesi perdono nella notte dei tempi, per poi esaltarne la forza vitale, l’amore ma anche la passione e la violenza. Il grigio siinterpone come tinta cromatica che attesta lo stato di equilibrio, di pausa, di riflessione, di verità e di vita. Attraverso ilnero, l’artista, poi, trasmette le inevitabili apprensioni, le paure, il mistero della morte (...)”.

(Giuseppe Coniglio)

31

Angela Caligiuri, Senza titolo 1996Pomice acrilica grezza, acrilico su tela, 9 elementi, cm 90x90

32

Nata nel 1953 a Pietrapertosa, Maria Pia Calvello ha frequentato l’Istitutod’Arte di Potenza per poi iscriversi all’Accademia delle Belle Arti di

Napoli, dove ha conseguito il diploma in pittura. Come pittrice ha partecipa-to a concorsi, manifestazioni artistiche, mostre riscuotendo successo di criticae di pubblico. Oltre alla pittura, la sua occupazione a tempo pieno, da ormaivent’anni, è il restauro di dipinti antichi.Ha preso parte ai restauri dei quadri del Museo di Capodimonte, che sonoserviti per la mostra sul 700 napoletano; ha partecipato ai restauri dei quadriche sono stati presentati nell’ambito della mostra del ‘600 napoletano; halavorato ai quadri che si trovano nella Reggia di Caserta e al Museo diMatera. Di recente, ha restaurato i quadri della collezione Farnese (Roma) eprossimamente ci saranno i lavori per il Giubileo.

MARIA PIA CALVELLO

“La sua pittura è rarefatta nell’emblematicità dell’immagine dove il dato figurale si essenzializza nell’humus della materiainformale.I contrappunti cromatici esaltano i valori naturalistici nella loro concezione astratta, attraverso i quali il pensiero diventasegno, l’esaltazione lirica colore.Maria Pia Calvello tra gli insegnamenti del Ciardo dell’Accademia di Napoli e la scuola del restauro ci pone di fronte aduna pittura solida, sicura nella euritmia compositiva quasi a raggiungere una sorta di archetipi sinopiali di arcaica memo-ria”

(Di Bartolomo)

33

Maria Pia Calvello, NudoAcrilico su carta, cm 50x70

34

Nata a Potenza, ha completato gli studi artistici presso l’Accademia diBelle Arti a Napoli, sotto la guida di Domenico Spinosa.

Dal 1975 ha esposto le sue opere in rassegne e mostre collettive sia aPotenza che in diverse città italiane, tra cui: Matera, la donna lucana e l’arteoggi. Bari, expo-Arte. Carrara, Interart-expo.Lagopesole, Itinerari pittorici nel castello federiciano. Rionero in Vulture, collet-tiva Biennale di Arte Sacra. Potenza, estemporanea A. C. L. I.Potenza, Movimento e Quiete-Scale Mobili.

DONATA CARLUCCI

Richiesto un suo parere sul ruolo dell’artista nella società contemporanea, Donata Carlucci si è così espressa:“ (...) il pittore dovrebbe fare una scelta sui contenuti poiché non è più possibile ricercare anacronistiche tendenze artisti-che; deve analizzare il nostro tempo e dare una risposta contemporanea. Credo che gli operatori nel campo siano tutti chia-mati all’umanizzazione dell’uomo e della donna attraverso l’arte figurativa rafforzandone l’etica professionale, ristruttu-rando spazi urbani e non per diffondere valori e reinventare cromatici spazi prospettici. Inoltre essi devono porsi in terminitali da soddisfare l’accesso alla propria arte da parte di ogni categoria di persone. Il pittore si affianca ad ogni uomo nella ricerca della propria identità nel contesto natura-cosmo-fede ed inoltre, nella pro-pria regione, l’autore con la sua opera dà un messaggio e rappresenta al tempo stesso un riferimento. Queste due ultimevariabili, però, non sono da identificare con il territorio ma vanno oltre”.

35

Donata Carlucci, Campo Elisi - omaggio a Leonardo SinisgalliAcrilico, m 2x2

36

énata a Potenza il 12/09/74 ed ivi risiede in Via Torraca, 12. Si è diplo-mata nel 1993 all’Istituto Statale d’Arte di Potenza, ma già nel 1991

aveva iniziato a dipingere. Ha partecipato a mostre collettive in qualità disocio del Circolo Culturale “Amici dell’Arte” di Potenza ed ha esposto in alcu-ni negozi e pub della città. Ha frequentato un corso di formazione regionaledi “grafica pubblicitaria” ed un corso di fotografia presso l’Università degliStudi della Basilicata. Ha, inoltre, dipinto scenografie per spettacoli teatrali,facendo parte di un gruppo di giovani attori lucani.

BIANCA CASSANO

“(...)Utilizza varie tecniche artistiche seguendo l’ispirazione del momento. Solitamente predilige la pittura figurativa, cheesprime elementi reali con colori forti e vivaci(...)Nella pittura di Cassano gli oggetti sono scomposti e reinseriti nella trama dello spazio; il quadro non è più la superficiesulla quale si proietta la realtà ma diventa il piano plastico su cui si organizza la rappresentazione della realtà. Gli oggettivengono rappresentati non solo come appaiono ma come sono: cioè non solo nell’aspetto che hanno vedendoli da un unicopunto di vista, ma anche nel rapporto tra la loro struttura e la struttura dello spazio”.

(Bianca Cassano)

37

Bianca Cassano, U.S.A. 1994Smalto e tempera su compensato, cm 60x80

38

énata a Matera il 4/08/54 ed ivi risiede in Via Agna, 10. Laureata inGiurisprudenza, ha iniziato la sua attività artistica molto presto come auto-

didatta. Ha partecipato alla prima estemporanea del “Settembre miglioniche-se” vincendo il secondo premio. Altre mostre l’hanno vista impegnata conconsensi e riconoscimenti.È iscritta all’Accademia Internazionale dei Dioscuri ed è inserita nel catalogoAntologia degli artisti 1994. Nei dipinti ad olio ed acquerello Maria LuisaCatenacci si ispira alla tradizione e alla storia, conferendo ai volti ed ai pae-saggi una luce di dolce nostalgia.Di lei hanno espresso consensi favorevoli: Luciano Capriotti, Salvatore Russo,Antonio Saracino.

MARIA LUISA CATENACCI

39

Maria Luisa Catenacci, Madonna dell’Idris, sasso caveosoAcquerello, cm 50x70

40

énata a Rionero il 28/3/55. Laureata in Pedagogia, lavora presso laBiblioteca “G. Fortunato” di Rionero.

Da molti anni si dedica alla pittura e alla fotografia con particolare attenzioneai temi ambientali e di vita sociale.Ha esposto in mostre collettive e personali.

MARIA ANTONIETTA CHIEPPA

Dice di sé Maria Antonietta Chieppa:“Quando si comincia a dipingere c’è sempre un turbamento che spinge a prendere i pennelli, a mescolare colori e a traspor-tarsi con impulso creativo su un fondo bianco, uno spazio aperto che aspetta. Che aspetta di prendere vita, di animarsi disegni, di riempirsi di forme, di raccontare storie. Tante storie. Ogni dipinto è una storia. Un racconto con una trama che sitesse di memorie, visioni e immaginazioni. Ogni dipinto è una storia di libertà. Perché ciò che si racconta non è piùmediato dai segni convenzionali, ma è determinato da un atto creativo, unico e irripetibile, che dà vita a un nuovo ordineinteriore, a una propria visione di vita da comunicare al mondo degli altri.Così nella mia pittura partendo dal vivo della realtà, ho cercato di raccontare per circa vent’anni paese, persone e paesag-gio. A volte con stupore. A volte con ironia. Ma sempre con il senso della rappresentazione come se negli spazi si svolgesseuna storia speciale (...)”

41

Maria Antonietta Chieppa, Conversazione in piazzaInchiostro e acquerello, cm 21x30

42

Nata a Policoro (Mt) il 17/06/74, si è diplomata al Liceo Artistico diMatera nel 1992. Attualmente frequenta a Milano la rinomata

Accademia di Brera, partecipando attivamente alla vita artistica con mostrecollettive che riguardano la pittura, la decorazione, l’incisione.Ha partecipato al progetto espositivo riguardante la grafica incisa originalecontemporanea, con relat ivo catalogo curato dal la casa editr ice“L’immagine”.

ROSA CIFARELLI

“Il discorso, che porto avanti da qualche anno, è improntato sullo spazio fisico e lo spazio mentale. Un corpo è una realtàfisica, che si vede e si tocca, ma ecco che perde la sua primaria connotazione quando lo si immagina, ed entra in gioco lospazio mentale, in relazione a tutto quello che ci circonda.La natura svolge un ruolo primario, il mio sguardo si protende verso essa che con le sue pulsazioni si riallaccia alla perce-zione sensoriale e al pulsare stesso dei corpi.Evado dalla condizione fisica per rivolgermi verso nuove e diverse esplorazioni. Ecco che un torace diviene un ricco e caldopaesaggio, un nudo femminile una cavità rocciosa.Colori caldi, mediterranei, passionali; spazi atemporali, dove lo sguardo vaga, dove la mente crea...”.

(Rosa Cifarelli)

43

Rosa Cifarelli, Spazi fisici, spazi mentaliOlio su carta, cm 100x70

44

énata a Noepoli (Pz) il 27/02/1964 ed ivi risiede in Via dell’Arco, 1. Siè diplomata all’Istituto d’Arte di Firenze. Successivamente ha frequentato

l’Accademia delle Belle Arti di Brera (Mi), conseguendo il diploma di Pittura.Diverse le mostre cui ha partecipato in Lucania ma anche a Brescia e aMilano.

GIOVANNA CIRIGLIANO

“Nei quadri di Giovanna Cirigliano il colore può da solo cogliere la sostanza più vera delle cose, con l’accostamento delletinte che manifesta qualcosa di animato e misterioso, rivelante una diffusa e penetrante musicalità, un suono interno dellamateria implicita di una sensazione, di un valore evocativo, di un amore simbiotico col mondo.Giovanna esprime, dunque, un moto lirico che estrae dalla realtà forme spontanee e le interpreta con sensibile e fantasticalibertà, creando un mondo carico di moti interiori, di timori, di ansie, di solitudine, di letizia, nel fluire del tempo, tramemoria e attesa”.

(Pino Campanelli)

45

Giovanna Cirigliano, Lo sguardoChina ed ecoline su tela

46

énata a Potenza il 7/12/70 ed ivi risiede. Diplomata Disegnatrice, stilistadi moda, si è avvicinata alla pittura nel 1993 da autodidatta. Ha parteci-

pato a varie mostre collettive, fino a giungere ad una personale nel maggiodel ‘96 presso “La torre Bonaventura” di Potenza.Donata Claps oltre che dedicarsi alla pittura, scrive. Ha pubblicato nel 1989alcune poesie nell’antologia Giovani poeti in Basilicata edita da Il Salice.Recentemente ha pubblicato una sua raccolta Emersioni Recondite, ed. Ermes(1996).

DONATA CLAPS

47

Donata Claps, Il passato del presentecm 80x60

48

énata a Pisticci, ma vive e lavora a Matera, dove ha partecipato a varierassegne artistiche, conseguendo significativi riconoscimenti.

VITTORIA COLOMBO

Vetrate a mosaico, Tiffany, double face costituiscono il supporto ideale, per accendere la scintilla della fantasia in VittoriaColombo. Lo stile surreale accompagna ogni sua creazione; la decorazione floreale esprime la sua sensazione visiva, la realtàvirtuale dissolve il suo pensiero in vitro. L'oro, l'argento, il piombo non delimitano le forme, ma evidenziano i flussi eriflussi del suo profondo sentire e della sua espressione immediata. I suoi quadri evidenziano la bellezza, la grazia, la gioiadi vivere. In tempi moderni di incertezza politica, disagio sociale ed inquinamento globale, la Nostra naviga su Internet, inseriscecd-rom , perviene ai dischi ottici Dvd e dall'informatica passa alla pittura. Per evitare conflitti e tormenti spirituali, ellapassa dalla routine del mondo virtuale all'atelier del mondo artistico, per diletto, per passione, per hobby. Prati, orti edalberi in fiore costellano il suo rifugio nell'isola beata dell'eterna primavera, dove non c'è posto per rami secchi, fogliemorte, piante sradicate. Tutto è puro per chi è puro ed ogni cosa torna all'originale purezza dell'Eden, smarrito da Adamoe riconquistato da Eva. A volte fanno capolino un segno geometrico, una tridimensionalità cubista, uno svolazzo onirico ed il pennello si eleva alivelli sublimi, che prescindono da una precisa classificazione, ma che rivelano l'innato talento.La trasparenza, la fragilità e la luminosità del vetro richiamano alla mente pregevoli cineserie, séparés giapponesi, vetri diMurano, bifore medievali, figure sospese e coppie volanti alla Chagall.Vittoria Colombo dipinge per divertimento, per distrarsi dalla concentrazione del computer e per rifugiarsi nell'isola beatadi Youkaly. Questa sua nonchalance rende i suoi quadri schietti, genuini, semplici, di poco impegno, ma di grande suggestione. Operegrandiose, che hanno fatto epoca, giacciono nel dimenticatoio; mentre opere minori, che non hanno suscitato scalpore, sonosempreverdi, che sfidano i secoli e vivono nell'immortalità dell'arte, come le “miricae” della piccola-grande VittoriaColombo.

(Gianni Latronico)

49

Vittoria Colombo, Coppia di fioriTecnica mista, cm 13x40

50

énata il 12/12/73 a Matera, dove vive ed opera in Via Plauto, 3. Haconseguito il diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bari

con il massimo dei voti. Sin da quando frequentava il liceo artistico diMatera, ha partecipato a mostre e concorsi.

FILOMENA COLUCCI

“(...) La perfezione formale, la perizia tecnica, gli svolazzi accademici danno all’opera della Colucci un sapore classico, unrespiro moderno ed una prospettiva onnicomprensiva (...) Un aere di modernità, musicalità e poesia spira nei suoi quadri,conferendo loro un senso panico della realtà, che affonda le radici nella sua anima bella.Classico e moderno, figurativo e astratto, reale e surreale si mescolano con i colori e con la luce, direttamente sulla tela.I quadri di piccolo formato si confrontano con quelli di grande formato, con pannelli e murales, in una gara continua adesprimere il mistero, l’invisibile, il sublime.Filomena Colucci è dotata di un prodigioso talento, che trasforma in oro tutto ciò che tocca con il suo magico pennello. Perquesto la sua opera omnia rende bene l’idea dell’arte totale, di fronte alla quale cadono le barriere, i riferimenti, le defini-zioni. È l’arte universale che, toccando tutti i temi dello scibile e tutte le corde dell’animo umano, s’imprime indelebilmentenella retina e nella memoria(...)”.

(Gianni Latronico)

51

Filomena Colucci, Solo per GinaTecnica acrilica, cm 100x150

52

énata a Potenza il 2 settembre 1977. Dopo aver conseguito la maturità lin-guistica, si è iscritta all’Università degli Studi di Basilicata presso cui fre-

quenta la Facoltà di Lettere e Filosofia.Da pochi anni coltiva le arti figurative e il suo curriculum artistico comprendela partecipazione ad alcune collettive a Potenza presso il “Centro StoricoAmici dell’Arte” e la Galleria “Idea Arte”.

ROSELLA CORDA

53

Rosella Corda, DissoluzioneAcrilico su tela, cm 50x70

54

énata il 15/6/62 a Matera, ove vive e lavora in Via S. Pardo, 158. Hapartecipato a concorsi e mostre collettive a Matera, S. Giovanni Bono di

Cesena, Montescaglioso, Montalbano Jonico, ottenendo consensi e interessedi pubblico. Pur non avendo intrapreso gli studi artistici, ha sempre coltivatola passione per la pittura e il disegno, che per lei sono essenzialmente mezzodi comunicazione delle proprie emozioni. Predilige l’uso dei pastelli e le raffi-gurazioni dai toni tenui e pacati.

MARIA ANTONELLA D’AGOSTINO

“(Per lei) la pittura è evocazione sofferta. L’espressionismo di Maria Antonella D’Agostino si manifesta a carico di sensazio-ni frammiste a marcate sfumature di angoscia esistenziale. C’è nella sua pittura pensosità e sensibilità. C’è vita e contem-plazione. A magnificare una figurazione liricizzata e affascinante, sempre. Si ispira ad un universo romantico e di naturatenue, che fa leva sulla tenerezza delle immagini (...)”.

(L. Capriotti)

55

Maria Antonella D’Agostino, SassiTecnica mista, cm 50x70

56

énata il 25/05/64 a Amneville (Francia). Ha frequentato l’Istituto Stataled’Arte di Rionero in Vulture. Nel 1987 ha conseguito il diploma di deco-

razione presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia.Vive ed opera a Rionero in Vulture in Via Roma. Ha al suo attivo diverse espo-sizioni collettive e personali.

ROSANGELA DELLI LIUNI

“Un misto tra natura e fantasia(...)Un lavoro veramente singolare(...)la giovane pittrice(...) ha saputo unire egregiamentemateriali diversi per la composizione dei dipinti(...) Petali di rose, foglie di edera, ramoscelli di felce, margherite e tantialtri fiori e piante endemiche di alcune zone rientrano tra le cornici dei quadri formando con i colori le iniziali sfumaturedi fondo, paesaggi reali secondo una interpretazione fantastica, fantasiosa(...) un suggestivo gioco di colori che inevitabil-mente trasportano la mente dell’osservatore in una dimensione nuova, impalpabile, fragile ed emozionante”.

(Grazia Abasci)

“(...) Le pitture sembrano anche arazzi o stoffe dai motivi floreali stampati (...)”.(P.R.)

“(...)non più immagini di gusto delicato, elegante, non più accenti rasserenanti e di delicato sapore naturalistico, ma unevidente impulso ed infrenabile appuntamento con l’astrazione, la tendenza cioè dell’uomo moderno verso la bellezza cri-stallina ed inorganica, che è un bisogno di stile, di formale astrazione che psicologicamente oppone alla “natura organica” eal complesso angoscioso mondo sensibile!Ricerca e solo ricerca di valori astratti e concettuali dunque? Non direi poiché l’approdo vero è la bellezza, il sogno, la tat-tile irrealtà della poesia e dell’incantamento che in essi si realizza”.

(Nicola Pagano)

57

Rosangela Delli Liuni, FugacitàCollage di sassi, anemoni e favagelli su cartone pressato trattato con tecnica

mista, cm 70x70

58

énata a Melfi (Pz). Abita in Via Sinisgalli 26, a Bernalda (Mt). Diplomatasial Liceo Artistico a Taranto, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di

Firenze. Ha conseguito inoltre il titolo di Restauro Archeologico su ceramica.L’artista spazia dalla pittura alla grafica ed alla scultura. Ha partecipato adiverse mostre e rassegne in Italia e in Francia (Grenoble). La sua opera hameritato recensioni su giornali, riviste e cataloghi d’arte come l’Antologia diartisti italiani ‘94, edita dall’Accademia italiana dei Dioscuri.

SONIA DE LUCA

“Sonia De Luca ha tre anime, segue tre correnti, possiede tre stili ed un’unica, inimitabile, inconfondibile mano. Di carat-tere eclettico, la sua arte comprende tra l’altro: grafica, pittura e scultura.Nella grafica, paesaggi arabescati(...)e panorami di sogno(...)La pittura è la sua palestra ideale, in cui esprime pienamente se stessa, per l’abilità della tecnica ardita, per la padronanzadei mezzi espressivi e per la profondità del pensiero vibrante(...)”. (Sonia De Luca) sta rifacendo a ritroso il cammino dellaStoria della Magna Grecia, riproducendone l’arte antica con stele, terrecotte, mosaici di pregevole fattura (...)”.

(Gianni Latronico)

“(...)la pittrice(...)mostra una padronanza del colore e delle tecniche pittoriche: l’impatto percettivo è immediato, come ilrichiamo vibrante del colore adoperato in chiave fortemente simbolica, allusiva, il colore come veicolo di “liberazione”,almeno nel quadro della sua sostanza onirica, della sua stridente ed eccessiva dialettica con la “forma”. La tavolozza, ani-mata da un sapiente impasto tonale, di norma non perviene ad una descrizione della realtà(...)la quale fornisce unicamen-te il motivo di base per un gioco coloristico tutt’altro che debole: un gioco astrattivo, ipnotico in cui si fonde e confondeun’ampia serie di valori emozionali e il colore, così, inventa immagini che vanno oltre la riconoscibilità immediata(...)”.

(Nicola Barnabà)

59

Sonia De Luca, I girasoliDipinto su tela

60

Giovane pittrice, ha coltivato dall’età di 14 anni l’arte della pittura. Hasempre mostrato vivo interesse verso questo campo, dedicandovisi con

passione.I temi presenti nelle sue numerose opere sono legati alla natura e alla bellez-za del corpo femminile.È presente nell’ “Antologia di artisti italiani” presentata a Roma nel 1994 inoccasione dei 124 anni di Roma Capitale. Ha tenuto una mostra personale a Miglionico, paese dove è nata e doveattualmente opera. Ha partecipato a numerose estemporanee e a mostre col-lettive a Matera, Taranto, Roma, Malta, Grenoble ecc.

FRANCESCA DE LUCIA

“(...) I lavori di De Lucia sono contrassegnati dall’intento di ricercare effetti di luce e colore come mezzo per fermare edesprimere “l’impressione” del vero. Ma, qual è il vero dell’artista? Semplice: quello insito nelle bellezze della natura, siapaesaggistica che animale ed umana. Il soggetto umano, però, è rappresentato solo da quello femminile, espresso nelladimensione del nudo(...)”.

(Giacomo Amati)

“(...) un canto ammaliatore si leva dalle tonalità cromatiche, sempre calde e vibranti, in modo tale che il non finito dà ilsenso dell’infinito. La musica dei colori, la poesia delle figure e la metamorfosi delle forme creano un mondo di sogno, dacui il fruitore si lascia ammaliare, per trasferirsi in un nuovo mondo: più appagante e più bello: il mondo di Francesca DeLucia”.

(Gianni Latronico)

“Francesca De Lucia è una giovane pittrice in fermento, pronta a fissare su tele i suoi sentimenti e la sua percezione inte-riore con una miscidanza di linee rifinite in dettagli personali. Sono linee che non si polverizzano nella luce dei colori, maassumono un gusto che prende rilievo in presa diretta, mentre l’animo dell’artista estrinseca la pacata dolcezza del suo lega-me affettivo all’arte della pittura(...)”.

(Giacinto Ruzzi)

61

Francesca De Lucia, I cigniOlio su tela, cm 50x70

62

énata a Potenza il 20 marzo 1970. Studente presso l’Università di Torino,è iscritta al corso di Laurea in Psicologia.

Pur non avendo conseguito studi artistici professionali, una naturale predispo-sizione le ha permesso di distinguersi nel campo della pittura entrando a farparte del gruppo “Centro Storico Amici dell’Arte” di Potenza.In qualità di “artista” ha partecipato a diverse rassegne e mostre regionali dipittura.Attualmente è iscritta all’Arci di Torino dove frequenta corsi di disegno, pitturaed un laboratorio di oggettistica.

CLAUDIA DIAMANTE

63

Claudia Diamante, La lunaOlio su tela, cm 50x70

64

énata a Santeramo in Colle (Ba) nel 1973 e risiede a Matera. Si è diplo-mata presso il Liceo Artistico di Matera. Ha esposto le sue opere in diver-

se città, in collettive e concorsi, ottenendo numerosi premi e consensi di pub-blico e critica.Interesse particolare hanno suscitato i dipinti su tessuto e su tela caratterizzatida evidenti contrasti fra le più svariate tonalità di colori freddi e caldi.Recentemente si è interessata allo studio di decorazioni orientali e africane,visibili nelle sue ultime opere, le quali hanno offerto agli amanti dell’arte unapittura nuova, dotata di tecnica coloristica, che denota personalità, gusto escelte concettuali molto interessanti.Lavora a Matera in Via Basento, 3.

ANGELA DIFONZO

“(...)in Angela Difonzo c’è una stridente dicotomia, la cui estensione si esaurisce in due opposte tendenze: una espressioni-sta, l’altra geometrica, di sapore cubista. È come se avesse due anime, due tendenze, due stili (...) Su entrambi gli stilidomina serena l’armonia dell’arte pura, senza condizionamenti né remore e con la mano inconfondibile dell’artista.(...)Il suo pennello assume le scoppiettanti e tremolanti sembianze di un poligrafo psichico, che trasmette sui tessuti le sueemozioni, le sue sensazioni, tutti i suoi mutevoli stati d’animo.Nel fremito dell’ispirazione ha una sciabola per pennello, che infierisce sulla tela, fino a martoriarla, nell’estremo tentativodi esprimere pienamente se stessa. Il risultato è uno sciabordìo, un luccichìo, un sottile brusìo, di intensa potenza espressiva,dai toni cromatici vibranti, dal segno graffiante(...)Un grido si leva da queste tele, dalle tinte accese e impregnate di lucearcana”.

(Gianni Latronico)

65

Angela Difonzo, Senza titoloAcrilico su tela grezza, cm 70x95

66

La pittrice Beatrice Dinisi, nata a Grassano il 20/9/1958 ed ivi residente,ha iniziato la sua attività artistica nel 1987.

Ha sperimentato varie tecniche con diversi materiali (tempera, olio, acrilici,pastelli).Le opere eseguite sono essenzialmente figurative, ispirate alla natura e adesperienze di vita vissuta. Inoltre l’artista ama eseguire forme pittoriche astrattee la scultura in genere. Ha partecipato a mostre e concorsi nazionali e regio-nali riscuotendo notevole consenso di pubblico e favorevoli critiche dalle giu-rie.

BEATRICE DINISI

67

Beatrice Dinisi, Bosco di castagniAcrilico, cm 40x60

68

énata a Barile nel 1952 ed ivi vive e lavora in via Croce, 30. Dopo averfrequentato l’Istituto d’Arte di Rionero, ha curato con serietà e costanza la

pittura che per lei è un discorso politico in sordina, che si evolve nella tecnicae nel modo di rappresentare la vita ma denuncia anche i disagi e la perditadi valori.L’hanno vista impegnata mostre personali e collettive.

MARIA DI STASI

“(...) La pittura di Maria Di Stasi, con l’inconfondibile originalità espressiva che la determina e la isola da tutte le corren-ti di scuola, è rivelatrice di un profondo substrato lirico, che si manifesta nella purezza del colore, nella scioltezza del dise-gno e nel soggetto tratto dal vero della nostra terra, ma trasferito in una atmosfera di commossa idealizzazione.Ed ecco la pittura “ipernaturalistica” di Maria Donata Di Stasi: naturalismo interpretativo in parte idealizzato. Infatti isuoi soggetti sono: nature morte con fiori, con melagrana, con uva, con rose, con castagne, paesaggi ecc..La conoscenza della tecnica è varia e ottimale. I colori cerati, la sanguigna, l’acquerello, il collage, il pastello ecc. sono trat-tati con rara maestria”.

(Antonio Saracino)

“(...)il pastello(...)è(...) il mezzo espressivo che (...) meglio rivela, attraverso una sequenza di immagini nitide e delicate,l’autentica partecipazione dell’artista ai contenuti espressi. Il linguaggio pittorico è sciolto, puro, vero: parla la “lingua”lucana senza enfasi né retorica, senza mistificazione alcuna e, fatto importante oggi, parla a tutti, con tono profondamentecommosso, talvolta sommesso, mai brutale né violento. La sottile poesia di questa pittura nasce dagli stessi soggetti, da quel-le figure di uomini veri che sono i suoi artigiani e le sue donne lucane, da quegli spaccati di vita quotidiana che costituisco-no il tema costante dell’opera, frutto non già di mera contemplazione ma di concreto impegno sociale e culturale, della DiStasi”.

(F. Cavaliere-A. D’Andrea-C. Capobianco)

69

Maria Di Stasi, Veduta di BarilePastello, cm 50x70

70

Nata a Putignano (Ba) il 01/01/68, risiede da diversi anni a Potenza.Ha conseguito il diploma di Tecnico Pubblicitario presso l’Istituto tecnico

sperimentale di Taranto.La sua carriera di pubblicitario è stata caratterizzata da varie esperienze lavo-rative per conto di Enti pubblici e privati sia in Puglia che in Basilicata. Daqualche tempo si è affacciata sul panorama artistico con diverse opere pittori-che segnando il suo esordio con numerose mostre collettive.

MARIA DITARANTO

“(...) Volti e figure di donne di ogni età ritratte con maestria, specchio di un tempo fisso in un contesto sociale, palesementecontaminato da suggestioni romantiche, dove la serenità è padrona. Sono donne belle e animate da un turbillon di emozio-ni positive che rinfranca lo sguardo dell’osservatore conducendo il ricordo a immagini rilassanti, chiuse nel perimetro del-l’affetto familiare”.“Con pastosi e smaglianti effetti di colore, resi a tratti guizzanti da pennellate secche, gli oli di Maria Ditaranto ritraggonol’universo donna, ovvero tutto ciò che una donna può essere in un sorriso sereno o un piccolo gesto quotidiano(...)Ditaranto non impone eroine, ninfe o fate ma dichiara al mondo la bellezza della femminilità(...)Bellezze armoniosamen-te disposte sulla tela non frutto di un impulso passionale, né di un urto emotivo(...)ma comunicazione e immedesimazionedella realtà più intima in quella oggettiva”.

(Luigi Pistone)

“È la pittrice della luce e del sorriso. Paesaggi assolati, caldi e abbacinati dal sole; giovani donne dolcemente abbandonateai sogni e alle fantasie.(...)Le emozioni che mette sulla tela sono sue. Emozioni di volti di donna, di corpi di adolescenti,ragazze di oggi che romanticamente coltivano un sogno, quel sogno segreto che la febbrile vita quotidiana costringe a mette-re da canto. Le tele di Maria Ditaranto(...)onirici voli di fantasia”.

(Gianni Colucci)

71

Maria Ditaranto, Ritratto di AnnaOlio su tela, cm 50x70

72

Nata a Sasso di Castalda (Pz) nel 1933, vive e lavora a Foggia, in VialeDi Vittorio, 14.

Pittrice autodidatta di intonazione naïf, ha conseguito due lauree Honoriscausa a Firenze e a Roma. E’ presente nei più importanti cataloghi d’arte e lesue mostre vengono recensite dai principali organi di stampa. Con la parteci-pazione a centinaia di rassegne in Italia e all’estero, ha conseguito moltissimipremi e riconoscimenti.Le sue opere figurano in collezioni private, musei, cattedrali.Hanno parlato di Melina Doti critici d’arte quali S. Ciccone, V. Cracas, M.Conti; giornalisti; testate; Raitre, le tv locali pugliesi.

MELINA DOTI

“I quadri di Melina Doti, pittrice che opera nell’ambito del figurativo da svariato tempo, dimostrano uno spiccato equili-brio tra i segni e i colori, in modo tale da donare una vibrante immediatezza alle immagini pittoriche. L’artista ricava lasua ispirazione dagli spunti narrativi ottenuti dalla contemplazione della natura e le tematiche, a cui principalmente sirivolge, riguardano i tipici paesaggi mediterranei, che la pittrice dimostra di amare e apprezzare profondamente.Nelle opere di Melina Doti si avverte una tranquilla serenità interiore e la volontà di esprimere una visione armoniosa esemplice della vita e delle cose...Chiunque, davanti ad un’opera della pittrice, riesce ad apprezzare le immagini raffigurate grazie anche alla solida impo-stazione disegnativa, dal tratto preciso ed equilibrato che ella rende con particolare maestria(...)”.

(Vito Cracas)

“Melina Doti(...)comunica con il colore. Non con la varietà e la vivacità dei colori, che subito colpisce nelle sue tele, macon la qualità dei cromatismi, tutti creati dalla sua mano, in un mélange particolarissimo.I cieli di Melina Doti sono di un blu più profondo, di un rosa più ingenuo, i paesaggi trasmettono un’immagine gioiosadella vita al punto da apparire sognante. E la pittura di Melina Doti è proprio questo: un discorso sospeso tra fiaba e sogno,alla perenne ricerca di una dimensione che liberi i suoi soggetti dalle catene della realtà(...)”.

(Giulia Cattani)

73

Melina Doti, Il castello delle fiabeOlio su tela, cm 70x50

74

Nata a Picerno (Pz) il 12 ottobre 1952, ha vissuto a Fano (Ps) fino all’etàdi 16 anni.

Ritornata al suo paese natìo si è diplomata presso l’Istituto d’Arte di Potenza.Ha lavorato, per alcuni anni, come disegnatrice presso Studi e Società diArchitettura. Ha partecipato a diverse mostre collettive.Hanno scritto di lei G. Antonello Leone e Franco Corrado.

ANNA FARAONE

“La natura come punto di riferimento principale, privilegiato, nell’ancor giovane percorso artistico di Anna Faraone. Unrapportarsi continuo, sistematico alla “madre di tutte le cose” per esprimere sentimenti e tradurli in un discorso per imma-gini che matura, il più delle volte, “en plein air”.(...)opere che danno un’idea chiara del suo modo di essere artista; delle sue capacità di trasferire sulla tela le emozioni chein lei suscita un paesaggio, uno scorcio urbano, una situazione che attiene ai comportamenti umani. In questo procede-re(...)a guidarla è la ricerca di un giusto equilibrio fra luce e colore(...).Atmosfere prevalentemente lucane nell’opera di Anna Faraone, che guarda alla sua terra con amorevole trasporto, sia cherappresenti un paesaggio, sia che colga in un angolo di paese momenti emblematici di vissuto collettivo e di una umanitàirripetibile.Può sembrare un limite questo ancoraggio a un ben definito ambito territoriale. Ma non lo è a considerarne gli esiti.Il limite del “dialetto”, di un geografico riferimento al dato oggettivo, viene annullato dall’universalità del messaggio che lapittrice riesce a trasfondere nelle sue tele caricandole di una luce in più: quella interiore che guida la mano operante e fini-sce con il coinvolgere anche chi è chiamato a leggere i risultati dell’atto creativo.Al di là dei riferimenti al reale Anna Faraone ci propone in definitiva una pittura di sentimenti connaturata alla genui-nità del suo modo spontaneo di essere artista capace di trasmettere emozioni”.

(Franco Corrado)

75

Anna Faraone, EmiliaOlio su tela, cm 50x60

76

énata a Pisticci (Mt) nel 1957. Ultimati gli studi classici, si è iscrittaall’Accademia delle Belle Arti di Bari. Numerose sono le mostre, sia per-

sonali che collettive, realizzate a Pisticci e in numerosi altri comuni lucani. Hainoltre partecipato a vari concorsi, conseguendo premi e riconoscimenti. Harealizzato varie cartelle di grafica, nonché illustrazioni per libri di poesie.(“Presenza e Assenza” di L. R. Rosano; “La Rissa dei Contabili” di R. Griesi;“Il moto Perpetuo” di A. Saracino). È presente nel catalogo Artisti di Basilicatadelle Edizioni Heracle. Dal marzo 1991 ha un suo spazio espositivo aPisticci in Piazza Plebiscito dove ospita mostre di artisti che ne facciano richie-sta.

MARIA CRISTINA FIOR TABACCO

“(...) L’arte di Maria Cristina nasce da un sentire nascosto, interiore, profondo, con un figurativismo familiare, con suespecifiche tecniche espressive fresche e colorite che partecipano stati d’animo, movimenti spirituali.I quadri sviluppano problemi del vecchio e del nuovo mondo, della “civiltà contadina” e della nostra autentica modernità.Sono squarci di tempo e di stagioni, segnali e messaggi sempre in stretto intreccio con la vita(...)”.

(Giacinto Ruzzi)

“(...) la valenza delle forme (è) per lei subordinata al libero sfogo coloristico (...) quanto a espressività, maggiori lumi for-niscono le figure umane, per lo più femminili, riprodotte nella loro nudità. Sembrerebbe un crudo realismo, ma lo è soltan-to a metà: l’oggetto o il volto focalizzati “evaporano” lentamente e lasciano il posto all’interiorità di Maria Cristina, inten-ta a ritagliarsi un “microcosmo”, un’”oasi di atarassia” nel caotico succedersi degli eventi(...)”.

(R.R.)

“(...) La fissità compositiva denota, oltre all’interesse per la pittura metafisica, l’estrinsecazione di forme avulse dalla realtà,pure creazioni mentali che un’impellente necessità di comunicare concretizzano in opere(...)”.

(Giulia Anna Viggiani)

77

Maria Cristina Fior Tabacco, Donna DeaOlio su tela, cm 70x100

78

énata a Fermignano (Pesaro) il 26/1/55. Dopo la nascita e fino al 1967ha risieduto, per il lavoro del padre, in vari paesi lucani; dal 1968 abita

a Potenza. Ha conseguito il diploma di Scuola magistrale e attualmente inse-gna nella scuola materna statale di Baragiano.Si è avvicinata alla pittura da autodidatta: predilige rappresentare paesaggie comunque cose dal vero usando colori ad olio, ma anche solo la matita.

RINALDA FRATERNALI ORCIONI

79

Rinalda Fraternali Orcioni, Piazza di paeseOlio su tela, cm 40x50

80

énata a Barile il 9/12/57. A Cuneo ha conseguito il diploma di segreta-ria d’azienda. Autodidatta, ha presentato in mostre collettive le sue opere

a Barile, a Melfi, a Rionero in Vulture.

MARIA FUCCILLO

“Una personalità generosa ed ottimista che crede nei valori più genuini ed autentici delle tradizioni popolari della suaterra natìa (Barile, paese albanofono) e nei segni tramandati dagli antenati skipetari sulle pietre laviche ed i portali delpaese. L’artista Maria Fuccillo, silenziosamente ma con tenace lavorìo, va emergendo da autodidatta nelle varie mostre erassegne. I suoi acquerelli, pieni di tonalità cromatiche calde e gioiose, sono un omaggio filiale e d’affetto, senza orpelli,all’etnìa propria ed alla cultura secolare dei discendenti di Skanderberg (...)”.

(da “Basilicata Arbâreshe” n.1-Dic.1996)

81

Maria Fuccillo, Il glicine sotto la mia finestraAcquerello e tecnica mista, cm 50x70

82

Claudia Giancaspro è figlia adottiva della Basilicata. È infatti nata adAltamura ma vive e lavora a Matera in Via Vesuvio, 4.

CLAUDIA GIANCASPRO

“Giancaspro, unanimemente considerata una dei massimi esponenti dell’espressionismo lucano (...) dice basta all’imperanterazionalità, alla figura bella, ma vuota.Scarnificando la realtà, ne rivela l’intima contraddizione ed il gorgogliante ribollir dei sentimenti più reconditi, delle pie-ghe più nascoste (...) ella scava in profondità, andando oltre la scorza levigata, che maschera il turbinoso flusso dellacoscienza moderna (...)E, per poter rendere quel senso d’infinito che si porta dentro, ella travalica la tela, distrugge i pennelli e fa cantare i colori.Non a caso, ogni suo quadro è abbinato ad un’opera sinfonica. Così come le sue “Prefiche” risentono del “De profundis”, isuoi nudi avvertono l’eco delle “Baccanti”. Senza parlare del complesso di Edipo che s’intravede in tutte le sue figuremaschili. Ella rovescia il rapporto tra arte e vita: “la vita diventa l’opera. La vera opera d’arte è l’infinito corpo dell’uomo,che si muove in armonia, attraverso gli incredibili mutamenti della propria esistenza particolare”. L’interesse e la novitàdelle opere della Giancaspro consiste nell’evidenziare l’inconscio come luogo di produzione continua, nella catena dei desi-deri. Questo processo attraversa la storia umana, senza ridurre a un ordine ed una legge il flusso del desiderio, individuan-do la natura dei fenomeni sociali.(...) Nell’opera della Giancaspro il colore assurge a simbolo, travalica e s’imprime per sempre nell’anima”.

(Gianni Latronico)

“Claudia si è sempre misurata - affrontando e sperimentando le più diverse tecniche, dai quadri ad olio alla grafica, dallascultura alla ritrattistica e all’arredamento - con i valori oggettivi dell’arte, prima ancora che con se stessa e con il bisognodi dare vita e voce alle proprie emozioni (...)”.

(Franco Noviello)

83

Claudia Giancaspro, Volto di donnaOlio su tela, cm 80x60

84

énata ad Avigliano (Pz) il 29/3/54. Dopo aver conseguito la maturità arti-stica e l’abilitazione all’insegnamento delle discipline plastiche, ha inse-

gnato per dodici anni a Milano presso istituti sperimentali per la grafica pub-blicitaria e presso licei artistici. Ritornata in Basilicata, è ora docente pressol’Istituto Statale d’Arte di Potenza. La sua produzione artistica, dalla ricercagrafico-pittorica caratterizzante i primi lavori, è approdata gradualmente adun’immagine materica assemblando più tecniche. Le ultime opere prediligonoun’espressività plastico-materica. Ha partecipato a varie collettive di pittura aRoma, Avigliano, Lagopesole, Maratea e Rionero in Vulture ed ha tenuto nel1991 una personale a Potenza.

ANNA GIORDANO

“(Nella produzione di Anna Giordano) c’è la ricerca della forma, mai fine a se stessa, ma sempre in filo diretto con unasostanza che produce una visione d’insieme sorprendente. Ancora: c’è il trionfo della libertà espressiva che rappresenta l’evo-luzione tecnico-pittorica dell’artista (...).Ciò che maggiormente colpisce (...) è la figura portata a forte sintesi, tanto da diventare segno, ma senza perdere, per que-sto, forza espressiva. Almeno per una parte della produzione pittorica della Giordano, si rileva un’aderenza al simbolismosia per la carica cromatica sia per l’organizzazione spaziale delle singole tracce.La “figura” femminile, anche se decodificata, si propone con tutta la sua forza e desiderio di libertà e crescita(...)”.

(red. pot. - Giornale di Napoli, maggio ‘91)

“(...) Le capacità espressive della pittrice aviglianese(...)emergono subito con chiarezza: la sicurezza del segno che incidezone dove sfumare potrebbe anche voler dire incertezza e invece è pieno possesso delle proprie ragioni; la chiarezza che noncontraddice alla profondità; la luminosità che non tradisce il segreto del profondo(...)”.

(Bernardo Panella)

85

Anna Giordano, Abisso 2Terracotta - bitume su cartoncino

86

énata a Senise il 7 marzo 1964. Diplomata al Liceo Artistico III di Roma,ha seguito il corso di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di

Roma.Dal gennaio del 1988 fino a tutto il 1989 ha collaborato con uno studio diprogettazione e di designer industriale applicandosi nella preparazione didisegni tecnici per presentarli con la tecnica dell’aerografo.Dal 1985 ad oggi, oltre ad esporre alcune sue opere in varie sale e musei(anche romani), si è abilitata all’insegnamento delle materie artistiche (discipli-ne pittoriche ed educazione artistica).

ANTONELLA GRAZIANO

“Attraverso (...) quadri, ben lungi dall’essere immagini facilmente decifrabili, l’artista, con tutta la sua particolare sensibi-lità, rende possibile l’insolito e il misterioso.(...) quadri dagli imprevedibili percorsi, sono in realtà un invito al viaggio introspettivo dell’artista. Un’introspezione cheriflette il costante ricercarsi, proteggersi ed avventurarsi non solo nella società ma nel senso più infinito della vita: si scivoladal pre-natale nel “dolce isolarsi” al tacito presente nella “triste primavera”, all’incognito futuro “verso la via”; si crea pro-prio in questo quadro un punto ottico dal quale prende vita tutta la tela attraverso i vari contrasti di colore e le formeavvolgenti.Dei quadri profondi e carichi di misteri dove il silenzio s’impone, per udirne il reale messaggio”.

(Nahia Acar Floris)

“Antonella Graziano nelle sue acquaforti affronta anche la figura, ed altri motivi, ripetuti con gusto astratto, in tele ad oliodai colori saturi e veementi, nonché in delicati acquerelli”.

(Cecilia Pericoli Ridolfini)

87

Antonella Graziano, DiscaricaAcrilico su tela, cm 91x65

88

Nata a Senise (Pz) il 20/7/1952, ha conseguito il diploma di decora-zione all’Accademia di Belle Arti di Lecce col prof. R. Pizzico. Docente

di disegno e storia dell’arte, risiede a Senise.

LUCIA GRAZIANO

“(...) La pittura della Graziano, pur oggettiva, non si muove sui grandi temi e sulle grandi problematiche esistenziali con-temporanei; le sue scelte avvengono per assunti totali e per ricerche tecniche su assi privilegiati, che ribaltano la realtà e cor-rono su spigoli risultanti da varie intersezioni di piani, più che su linee e quando questi (gli assunti e le ricerche) si avvera-no in equilibrio, allora la tela è felice, lo slargo del pennello e della mano è respirabile e si scrosta dalla testa e va per contosuo per quelle traiettorie tensive e portanti fatte di lanci, di richiami, di riprese, di ripercussioni, di balzi e sobbalzi chealzano ed elevano il tono delle figure ed ispessiscono l’assunto pittorico con quella certa tridimensionalità.Le luci, le ombre, le nature, i personaggi, gli oggetti filtrati dalla tecnica ed elaborati sino alla puntigliosità rivivono, allostesso momento, le esistenze che il pittore impone: l’esistenza reale, l’esistenza fittizia e l’esistenza pittorica: tutti sono sogget-ti reali o appartenuti alla realtà e vengono reinterpretati sulla tela con coscienza artificiale e con credenza artificiosa, macreano una realtà pittorica che è la realtà intima di ognuno e di tutti(...). Non bisogna dimenticare(...) che la Graziano ama le incisioni, le acqueforti, le punte secche, le acquetinte e questo suo sce-gliere la lastra la induce a un lavorìo alacre e puntiglioso, attento alla sottolineatura e al particolare e ad un fitto reticolodi segni, di tratti e di punti che, alla fine, risultano decisivi ed incisivi, senza possibilità di ripensamenti, per il complesso degli effetti che essi consentono di riprodurre”.

(Pasquale Totaro Ziella)

“(...) non si vieta nella tecnica e negli aspetti del cubismo la geometria, la scomposizione della luce, le altezze, le profonditàe la lunghezza delle linee convergenti”.

(Savino Sileno)

89

Lucia Graziano, Terre sommerseAcrilico su tela, cm 70x60

90

Nata a Giarre (Ct) il 18/12/1939, si è diplomata all’Istituto d’Arte diCatania, dove ha altresì frequentato e collaborato con l’Istituto di

Disegno dell’Università per il biennio di Architettura ed Ingegneria. Docente dimaterie artistiche, vive ed opera in Basilicata. Pittrice, ceramista, incisore e scenografa ha esposto in mostre personali e col-lettive in Italia e all’estero, Francia, Spagna, Inghilterra, Usa, ottenendo premie riconoscimenti di rilievo.Tra le opere da segnalare: l’incisione a sbalzo su lastra d’argento raffigurantela Madonna del Casale, personalmente offerta al Papa durante la visita inBasilicata, a nome dell’amministrazione comunale e della cittadinanza tutta.Di singolare bellezza la “Via Crucis” in terracotta realizzata per il comune diOliveto Lucano. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private.È presente in varie riviste d’arte. Dirige il Centro culturale artistico “La Vernice”di Pisticci, promuovendo manifestazioni e mostre in collaborazione con entipubblici e religiosi.

MARISA GULLOTTA

“(...)lo stile di Maria Gullotta è modernamente orientato alla riscoperta di una figurazione, che non stravolge l’equilibratatessitura delle forme, ma le coinvolge in una elaborazione emozionale, dove l’evento ispiratore contingente e le valenze del-l’interiore riflessione si integrano perfettamente. La scansione segnica, fluida e precisa, è supportata da una composizionecromatica vivace e ben articolata nei rapporti timbrici, con accenti efficacemente sintonizzati alle situazioni umorali deisoggetti ed alle atmosfere in cui prendono vita le immagini(...)”.

(V. Cracas)

91

Marisa Gullotta, DanzatriceTecnica mista, cm 50x70

92

Nata il 5 giugno 1960 a Schangen, un paese nella Vestfalia orientale,vive ed opera a Potenza, luogo di origine del marito. Fin da piccola si

è dilettata a disegnare con matite, carboncini e pastelli prima e a lavorarecon terracotta, tessuti ed altri materiali poi. Ha realizzato plastici, quadri aolio, acquarelli, decorazioni e dipinti su grandi pareti; alcuni lavori sono statipresentati in una mostra a Paderborn. Dopo aver conseguito la laurea di“Magistra Artium” nel 1989, ha lavorato come insegnante di tedesco in scuo-le private.Anche a Potenza ha continuato a coltivare l’arte che, divenuta hobby, un lin-guaggio muto e permanente della glottologa, parla con forme e colori delmondo visibile, del bello, di posti da valutare, della natura, ma a volte anchedi problemi, sogni, visioni o solo di strutture.Ha partecipato a più mostre a Potenza.

BIRGIT GUTT DARAIO

93

Birgit Gutt Daraio, Mare, mercoledì a marzo 1989Olio su tela, cm 50x70 (particolare)

94

Dopo aver conseguito a Rionero il diploma di maturità d’Arte Applicata,in Arte della ceramica, Maria Ianniello ha proseguito gli studi presso

l’Accademia di Belle Arti di Foggia, dove si è diplomata in Pittura. Frequentail corso di tecnico della grafica pubblicitaria a Potenza.Attualmente insegna presso il carcere di Potenza. L’avventura dell’arte è perlei appena iniziata ma “le premesse appaiono positive e incoraggianti”.

MARIA IANNIELLO

“(...) Sintetiche e deformate, le figure femminili dominano il campo visivo, potenti e solide nel loro difficile affermarsi inquanto donne, nel loro amare in quanto madri.È riconoscibile nella genesi tematica e formale dell’artista una chiara matrice espressionista, sia nella resa anatomica sianel segno astratto.La forza incisiva del gesto piega il colore e il ductus pittorico diventa docile nel processo di materializzazione dell’immagi-ne, estratta dall’io con dolore e fatica, allo stato puro, aggressiva o raggelata che sia, senza concessioni a lirismi o virtuosi-smi inutili (...)”.

(Capobianco)

“(...) In una reciprocità altalenante di affermazione-negazione, protagonista assoluto l’elemento femminile nella sua tota-lità di corpo e mente, l’impotenza dell’essere ripiegato su se stesso, comporta, oltre l’abbandono al flusso incontrollato delrimosso, la morte dell’anima.(...)Un mondo che violenta se stesso annienta il senso dell’individuo in quanto forma anatomica e il senso dell’arte inquanto empatia. Dalla perdita del naturale, dall’esperienza dolorosa del nulla, tuttavia, l’essere ricorre alle proprie straor-dinarie energie vitali e risale la china della propria identità, recuperandosi in quanto principio razionale che filtra il realee lo domina: la coscienza supera l’esperienza, diventa idea rarefatta, pensiero; l’arte supera la mimesi, diventa forma pura,astrazione(...)”.

(A. D’Andrea)

95

Maria Ianniello, ColpaOlio su tela, cm 50x70

96

Vive ed opera a Matera in Via La Croce, 53. È autodidatta ed ha parteci-pato a mostre collettive, riscuotendo lusinghieri successi di critica e pub-

blico.

AMALIA LABBRUZZO

“Eteree, spirituali, sublimi, le donne di Amy rivelano, varcando i limiti spazio-temporali, le vette liriche di un bello tuttointeriore e l’attesa di un equilibrio intimo dell’animo nel vivido rapporto tra una coscienza sempre vigile ed i grandi temiesistenziali.Fede, libertà, amore, maternità, condizionamento sociale, “senso e non-senso” della vita sono i temi, i significanti interioriespressi dalla pittura di Amy che, senza cadere ad inutile retorica o a mere tentazioni estetiche, in un gioco tra simbolo erealtà, esplicito ed implicito, personale e generale, fa della pittura un luogo di vita, di arte, di meditazione, di elaborazionedi risposte e di suggestive domande.Le figure femminili, quasi appoggiate con estrema delicatezza da una mano invisibile sugli sfondi monocromatici accesi eviolenti, nelle plurali posture limate da una grazia e da una eloquenza di altri tempi, rimandano, quasi metaforicamente,ad un momento di riflessione, questo davvero intimo, incomunicabile, incolore. La vita e l’arte vengono in ogni suo quadrosinceramente vissute ed interpretate con cura e consapevolezza, fino all’ultima pennellata, fino all’ultima emozione”.

(Patrizia Traversa)

97

Amalia Labbruzzo, Marionetta 1996cm 50x70

98

énata a Potenza l’8/6/1977 e vive a Pignola (Pz). Dopo aver conseguitoil diploma al Liceo Linguistico, frequenta la Facoltà di Lingue e Letterature

Straniere Moderne presso l’Università di Basilicata.Come pittrice ha presentato delle mostre e fa parte di gruppi artistici quali“Amici dell’Arte” di Potenza.

MIRIAM LADIK

“Tendenze innate sin dai primi anni di adolescenza, vengono tutt’oggi trasferite con maestria sulle bianche tele. (...)È, il suo, un paesaggio con sapore diverso, prevale su tutto il cielo rossiccio e la prepotenza arborea che tende i suoi ramiscuri per abbracciare forse una umanità scomparsa tra le muse.Anche la rappresentazione marina si coniuga all’inverosimile con le particolarità floreali creando suggestioni e continuaricerca del messaggio esistenziale da lanciare. A lei, sia il pennello che la spatola non servono, almeno per ora si accontentadei pennini di beccaccia. Riuscire a trovare uno spartiacque tra l’impegno studentesco, con quello che richiede l’attivitàartistica, non sarà sempre facile la scelta definitiva. Ci saranno, certamente, momenti di grande positività che bisogneràcustodire gelosamente, non mancheranno, poi, le pause riflessive ed anche queste faranno parte dello scenario della vita(...)”.

(Fanì)

99

Miriam Ladik, UtopiaOlio su tela, cm 30x40

100

Nata a Grassano (Mt), ha conseguito a Bari l’abilitazione artistica. Dal1968 ha partecipato a importanti manifestazioni d’arte nazionali ed

internazionali. È presente in permanenza in varie gallerie d’arte italiane edestere.Ha allestito varie mostre personali e collettive in più città italiane. Della suaattività si sono interessati critici illustri.Tra gli altri, hanno scritto di lei: G. Selvaggi, T. Bonavita, U. Franzolin, U.Moretti, G. Domodio. È stata citata su quotidiani e riviste.

GIUSEPPINA LAFIOSCA

“Germinata da una sorta di automatismo grafico la pittura della Lafiosca rivela un’interiore inquietudine, le forme che nederivano: gorghi, onde montanti, forme stravolte e l’ossessivo ripetersi in ogni quadro, di un intrico di rettangoli o quadratiincastrati l’un dentro l’altro in un gioco labirintico dentro il quale inoltrarsi, in esplorazione introspettiva, è come entrarein un buio tunnel per cercarvi che cosa?La libertà, la vita (...) oppure per arrivare a conoscere se stessi, è comunque una spinta a cercare innanzitutto una proprialibertà, una propria salvezza(...)”.

(Armando Pizzinato)

“(...) Dietro i grovigli dei fili c’è la vita quotidiana, la realtà con i suoi contrasti, la pace, la guerra, la incomunicabilità.Fino a che gli stessi fili si fanno vita senza volto; fino a raggiungere la metafora dell’arte che riscatta, come in ogni artista,la vena solare, il desiderio della comunicabilità.Nel cromatismo vario e intenso dei fili a volte il groviglio sembra sciogliersi, aprirsi e si intravedono gli sfondi quasi semprecolorati, una lettera dell’alfabeto, l’accenno di un’onda, un angolo di muro.Ma l’occhio deve essere attento, deve entrare, lasciarsi avviluppare, poiché in superficie tutti i quadri risulterebbero similinella struttura. Mentre ogni filo, nel suo movimento, ha un linguaggio proprio. Lafiosca si serve di questi scenari per i suoiracconti, perché abbiano forza, si impongano e coinvolgano (...)”.

(Antonietta Dell’Arte)

101

Giuseppina Lafiosca, Gestuno. Libera interpretazione del linguaggio gestualeusato dai sordomuti in occasione di rapporti interpersonali

Acrilico su carta, cm 50x70

102

Enza Larocca è nata a Brindisi di Montagna nel ‘59. Vive a Potenza dovesvolge la professione di medico.

Durante gli anni universitari di Pisa ha frequentato l’Accademia Libera d’Artedel pittore Bruno Pollacci ed ha partecipato a collettive d’arte.Successivamente, in Lucania, ha continuato il suo discorso artistico con perso-nali. Nel novembre ‘94 ha partecipato con disegno a carboncino alla realiz-zazione del libro Poesie goccia a goccia di Aurelio Pace; nel ‘95 è stata pre-sente alla prima biennale internazionale d’arte a Malta.

ENZA LAROCCA

“L’artista sembra affascinata dal mutevole e caleidoscopico universo dei colori tanto che le riesce facile esprimersi attraversoun cromatismo intenso e vibrante.Usa i pastelli con grande abilità e propone donne intriganti dal fascino esotico e atmosfere mediterranee pervase da unaincontenibile gioia di vivere.La ritrattistica è una delle sue passioni; si muove sicura anche in questo campo poiché riesce a cogliere tra le mille mutevoliespressioni di un viso la più intima, la più profonda. È in grado di decodificare quanto di misterioso c’è in ogni volto che aseconda dei giorni, delle ore e delle stagioni assume connotazioni diverse, aiutata anche dall’uso attento e sensibile del car-boncino.I numerosi “omaggi” a Modigliani, a Cèzanne, a Gauguin e a Salvatore Fiume stanno a dimostrare che alla base deldipingere di Enza Larocca c’è una profonda cultura; la pittrice ha studiato con passione la poetica e le tecniche dei grandiartisti e ne ha fatto tesoro”.

(Valeria Marchisio)

103

Enza Larocca, EvanescenzaTecnica mista, cm 50x70

104

énata il 5/02/73 a Matera, dove vive ed opera in Via Dante, 78. Haconseguito il diploma di maturità classica presso il liceo ginnasio “E.

Duni” di Matera.Attualmente è laureanda in Lettere classiche presso l’Università degli Studi diBari. Essendo figlia d’arte, ha seguito il padre nelle manifestazioni artistiche,sin dalla più tenera età, partecipando a sua volta a mostre e concorsi, conse-guendo sempre il plauso del pubblico e il riconoscimento dei critici.Compone anche poesie e, come ha sottolineato Luigi Guerricchio, nella pre-fazione al suo Florilegio “Naufragio”, nei versi di Myriam, “convivono cando-re e lotta per l’esistenza, gioia e dolore, serenità e malinconia, insieme: senti-menti sussurrati, suggeriti in un silenzio sovrumano”.

MYRIAM LATRONICO

“La rarefazione spirituale, il disagio sociale, la solitudine esistenziale costituiscono la molla, che fa scattare la scintilla del-l’ispirazione in Myriam Latronico. Paesaggi desolati, fanciulle pensose, alberi solitari sono il leit motiv della sua pittura. Lesue figure sono immagini e le sue immagini sono simboli viventi, di carattere individuale e di valore universale.Myriam Latronico si attiene alla realtà, senza svolazzi accademici né rêveries surreali o divagazioni informali(...) trattaogni soggetto in modo semplice, senza orpelli, ma con un afflato poetico di irresistibile spessore estetico. Ecco perché la suapittura è intessuta di realismo lirico, di un soffio vitale e di un sentimento elegiaco. Questa sua nuova figurazione modernaè lontana sia dai grandi maestri del passato che dagli artisti contemporanei, in una dimensione personale, tutta al femmi-nile, al di fuori di ogni schema. L’immagine, colta nell’attimo fuggente, en plein air, è così carica di fascino, di pathos e dimistero, da imprimersi negli occhi, calarsi nell’anima e dissolversi nella mente del fruitore di ogni ceto, di ogni nazione edi ogni cultura”.

(Gianni Latronico)

105

Myriam Latronico, Attesa di un sogno 1996Tecnica ad acquerello, cm 25x35

106

énata a Senise (Pz) l’8 marzo 1972. Ha conseguito presso l’Istituto stataled’Arte di Arezzo il diploma di arte applicata. Ha seguito poi il corso di

Laurea in Pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma. Si interessa dipittura e incisione, scultura, fumettistica. È risultata vincitrice negli anni1988/91 di concorsi intercollegiali dell’Inadel.

LUCIA LISTA

L’artista, presentando i segni di “Mia madre”, si è così espressa:“Ogni volta che faccio un ritratto, la cosa che amo di più è quella di riuscire a cogliere la personalità del soggetto cheritraggo, di leggere nell’espressione degli occhi o dei lineamenti del volto quelle sensazioni che più mi colpiscono e che mipermettono di capire il suo carattere e gli stati d’animo”.

107

Lucia Lista, Mia madreCarboncino

108

énata a Senise (Pz) il 3 febbraio 1968. Ha conseguito il Diploma di arteapplicata presso l’Istituto statale d’Arte di Arezzo.

È laureanda in Architettura presso l’Università degli Studi “La Sapienza” diRoma.Tra i suoi interessi rientrano la pittura, il recupero architettonico e restauro, l’ar-cheologia, la fotografia.Ha partecipato a collettive ed ha realizzato nel 1996 una scenografia perrappresentazione teatrale.

MARIA ROSARIA LISTA

L’autrice ha così commentato “Mani:”“Nessuno si sofferma quasi mai ad osservare le mani che, come gli occhi, possono offrire una infinità di emozioni.Attraverso dei piccoli gesti, è possibile cogliere il carattere e la sensibilità della persona”.

109

Maria Rosaria Lista, ManiMatite

110

énata a Montemilone il 25/11/38. È un’insegnante elementare in pensio-ne. Pittrice autodidatta, dipinge sin da quando era adolescente. La sua

pittura spazia nella natura in ogni sfaccettatura, da quella umana alla poesiadelle piccole cose; nella ricerca continua delle luci ed ombre degli angolisuggestivi dei paesi della Basilicata.Ha fatto parte dell’Associazione Co.S.P.I.M.. Ha esposto con successo inGiappone, a Tokio nel 1989. Ha, nello scorso anno, illustrato libri di cucinaitaliana, scritti da una connazionale, sempre a Tokio, per conto di una casaeditrice giapponese.È stata inoltre presente in una collettiva a Bruxelles (1991) e, in Basilicata, aVilla d’Agri (1994).

ADELAIDE LOMAGRO

“(...) vi piaceranno il suo modo naturale di dipingere, il suo tocco romantico e i suoi teneri colori pastello”.(Daniela Ozik)

“(...) lo squarcio di vicolo, rappresentato con tale brio di colori da farci quasi sentire lo spirito che lo animava, è una delleultime testimonianze di una realtà urbanistica e sociale, quella dei paesi lucani (...)”.

(Camillo Naborre)

111

Adelaide Lomagro, Vicolo di AssisiOlio su tela, cm 20x30

112

énata a San Mauro Forte (Mt) il 1° giugno 1938. Ha compiuto studi classi-ci e seguito corsi di lingue straniere presso l’Istituto Orientale di Napoli, il

British Council, The English Institute, l’Université de Grenoble, per cui si espri-me, oltre che in italiano, in inglese, tedesco e francese. InterpreteParlamentare, si è inoltre dedicata all’insegnamento nella scuola dell’obbligo.Ha pubblicato quattro libri di poesie: ...all’ombra della Torre Normanna...,Napoli, Alfano, 1979; Tuffo nel sole, Fossalta di Piave (Ve), Rebellato, 1981;Il figlio dell’amore, Milano, Editrice Italia Letteraria, 1981; Il volto del silen-zio, Eil, Milano, 1982. Ha collaborato alla Storia del volo e delle operazioniaree e spaziali da Icaro ai giorni nostri, Ed. Ufficio Storico Sma, Roma,1985, del Generale Sebastiano Licheri.Presente in centinaia di antologie con saggi letterari, racconti e poesie, haottenuto riconoscimenti e premi in manifestazioni letterarie.Come pittrice è nota nel mondo artistico ed ha partecipato con successo amostre personali e collettive in Italia, Svizzera, Spagna, USA. Con le sueopere pittoriche e grafiche è presente nei più importanti Cataloghi d’Artemoderna italiani e stranieri. È molto apprezzata dalla critica d’arte.

ANNA MAGLIOCCHINO

“L’operare pittorico per Anna Magliocchino è una componente essenziale della sua poetica visione delle cose, del suo relazionarsi cioéalla realtà, ai sentimenti, alle vicende dell’esistere con viva partecipazione emozionale. Affascinata soprattutto dalla natura, tratteg-gia nei suoi dipinti paesaggi saturi di luce, armonici ed equilibrati, ove compaiono delicate figure. Ella traduce con sincera ispirazio-ne, nella composta stesura dei segni e nel suggestivo mescolarsi dei colori, i misteriosi fremiti di una vitale sensibilità interiore”.

(Vito Cracas)

“(...) I soggetti della Magliocchino vertono su “paesaggi” marini o montani, distese di campagne ricche di verde, “fiori”, immensitàdi cieli e di mari, angoli romiti nonché delicate “figure” il tutto espresso con una dignitosa manifesta poesia del colore, pennellatoarmonicamente affermante una sana scuola consapevole delle proprie responsabilità. Pittura e poesia sono, per la Magliocchino, dueentità separate ma nel contempo magnificamente fuse in un sol palpito di fede e di amore (...)”.

(Gino Spinelli de’ Santelena)

“(...) Si tratta di una pittura assolutamente priva di qualsiasi artificio, lontana da ogni strettoia accademica, vicina al sentire sponta-neo che genera una manifestazione schietta, semplice e fatta a misura d’uomo. Al di là di una lettura immediata o anche simbolica,che ci permette di specchiarci, ogni situazione esistenziale vibra nel colore che diventa elemento primario, poiché tocca e suscita intui-zioni, meditazioni fino a mettere in moto, dentro di noi, interrogativi che non possono restare senza risposta. In certi quadri la luce sidiffonde tenera, in altri le ombre irrompono. Ogni quadro è un invito a considerare l’uomo per scoprire il senso della sua vita”.

(Bruno Valent)

113

Anna Magliocchino, S.O.S. NaturaOlio su tela, cm 80x60

114

Nata a Grottaglie (Ta), dal 1970 vive ed opera a Matera dove insegnaDisegno e Storia dell’Arte presso il Liceo Scientifico “Dante Alighieri”.

Ha conseguito il diploma di pittura presso l’Accadamia delle Belle Arti diBari. Ha partecipato a importanti rassegne nazionali ed internazionali, anumerose collettive, ha realizzato personali in diverse città italiane.Riviste d’arte si sono occupate della sua attività artistica, che è presenteanche in dizionari ed enciclopedie di arte contemporanea.Tra gli altri, hanno scritto di lei: G. Caserta, P. Gentile, P. La Barbiera Labar,E. Oliva, R. Rizzi, G. Settembrini, R. Zagaria.

VITA MALVASO

“(...)l’esplosione cromatica, densa di vitalità, non è la sola protagonista dell’opera di questa pittrice. Linee nervose e segnidecisi e scattanti delimitano il colore, separano e, allo stesso tempo, intersecano le forme. Si viene così a creare una dialetti-ca, un continuo dialogo, tra segno e colore, tra tensione del grafismo e la lucentezza del colore; in poche parole è il dissidiotranquillità-inquietudine(...)”.

(Paola Di Giammaria)

“(...) Pittura generante è la sua rivisitazione d’ogni anfratto del percorso umano sulla terra che, per una casuale quantoemblematica coincidenza, prende il suo stesso nome: “vita”. Dalla materialità del quotidiano e fino al trascendente va dis-simulando il tormento della riflessione presentandoci immagini purificate, pacificate: Vita Malvaso sa insomma andaroltre l’estetizzare che è mera ostentazione; lei passa per l’estetica per ridarci, vestito di colori ariosi, un reale che è sofferen-za(...)”.

(Antonella Pagano)

“C’è un forte potenziale simbolico, o meglio evocativo, in questa propensione all’artificio del mestiere, che Vita Malvasoesercita con la disinvoltura di un gesto naturale(...) C’è operosità tecnica in questa pittura che ambisce a velare il codice diun’anima.C’è vocazione lirica in questo lungo racconto che appare disegnato da un antico telaio dove il “tappeto della vita” (o dellaVita di Vita) sembra non avere confini nel tempo e nello spazio (...)”.

(Duccio Trombadori)

115

Vita Malvaso, Movimento equestreOlio su tela, cm 85x90

116

énata in Abruzzo nel 1942. Ha frequentato a Potenza le scuole medie.Trasferitasi a Roma, si è iscritta all’Accademia di Belle Arti presso cui ha

seguito i corsi di Bartoli, Montanari e Maccari. Nel 1964 vi ha conseguito ildiploma di pittura. L’anno successivo ha ottenuto, all’Istituto d’Arte di Roma, ildiploma di Maestra d’Arte nella sezione Decorazione pittorica.In seguito ha vissuto molti anni a Potenza dove ha insegnato nella scuola ele-mentare ed esposto in varie mostre personali e collettive.Dal 1983 vive a Roma. Dal 1990 al 1994 ha partecipato alle attivitàdell’Associazione Internazionale Incisori approfondendo varie tecniche di inci-sione e stampa d’arte e lavorando nel gruppo “Atelier aperto” tenuto daNicola Sene.Sue opere grafiche sono state recentemente esposte in mostre collettive aRoma e a Venezia.

ROSANNA MARCODOPPIDO

“L’immagine rende a un tempo lo stupore di sé e la memoria del suo essere sogno, nel travaglio di una definizione del pro-prio essere non meno che nella spontanea adesione al flusso creativo che riempie lo spazio di segni e di colore.L’originario universo fantastico traspare nella stesura del colore come filigrana. Sui rosa e i viola pallidi interviene il grigioche dilata la mappa delle intuizioni e delle derivazioni concettuali. In sostanza, una pittura sofferta, dialettica. Tra lerighe, cioè tra gli spazi, si avverte il senso della realtà attraverso immagini contigue di essa; e il giro a spirale del fantasticoche si avvita su se stesso.Il mondo dell’artista non è definito che dalla propria conflittualità che si propone come sogno e problema”.

(Bernardo Panella)

“(...) Atmosfere lunari, cangiante mondo in trasformazione, paesaggi dell’immaginario: come avviene per presbiopia divedere le cose lontane o ai ciechi di sviluppare un’altra vista (i ciechi profeti o saggi capaci come Omero di indovinare lecose del passato), o alle donne, eredi dei linguaggi di Sibilla e Diotima, ed ai poeti, così in questi quadri la vista si rivolgeall’interno.Il colore guida la visione attraverso il tumulto geometrico di voci, paesaggi, oggetti.Il colore come sonorità, movimento della materia. Il colore - informazione come in un manifesto, per trasmettere, con fortecomunicatività intellettuale, ragioni, rabbia, denunce maturate nel fuoco di un movimento di liberazione (...)”.

(Rosa Maria Salvia)

117

Rosanna Marcodoppido, Il guerriero 1996Olio su tela

118

énata a Lesina (Fg). Vive ed opera a Policoro (Mt) in Via S. Bernardo, 18.Anche se in gioventù ha fatto qualche passeggera esperienza, in età

matura ha curato la sua passione per la pittura a cui si è avvicinata con istinti-va spontaneità, percorrendo tutti i gradini dell’autodidattismo, dell’intuizioneestetico-soggettiva, dell’espressivismo spontaneo. Ha già al suo attivo numero-se personali, collettive, premi internazionali e nazionali.Ha inoltre conseguito diversi titoli onorifici per meriti artistici.Varie testate e riviste d’arte si sono occupate della sua produzione pittorica.

TINA MASELLI

“(...)La pittrice inizia a dipingere da autodidatta, senza seguire mode e scuole, rivelandosi franca e sincera davanti almodello della natura. Interpreta con amore gli elementi più umili dei suoi soggetti preferiti che ricordano, in alcuni aspetti,la concezione dei pittori naïf però con una forza vitale non fiabesca ma carica di afflussi umani”.

(Luigi Melfi)

“(...)Dalle opere(...)traspaiono: un limpido disegno, una sicurezza della linea, un’elegante impaginazione ed un’armoniadi accostamenti cromatici.L’arte pittorica di Tina Maselli è un invito all’uomo contemporaneo ad ammirare la natura e le piccole cose con lo sguardodello spirito perché da esse si può anche cogliere l’infinito e ritrovare la propria dimensione umana(...)”.

(Franco Greco)

“(...)Tina Maselli ha trovato nella pittura la sua espressione congeniale per comunicarci un messaggio prezioso: il messaggiodell’amore. Senza parole, più intensamente delle parole, sfuggendo equivoci e mascheramenti, le cose parlano per lei; sco-priamo la preghiera e la meditazione nel tratto pulito pieno di poesia(...) L’arte è amore(...)”.

(Rosa Barbieri)

“(...)Temi ecologici, preghiere nascoste, dolori, pene, paesaggi, bellezze naturali, figure, ovunque e comunque il suo pensieroartistico diventa pensiero magistrale e sublime per una umanità che deve ritrovare la gioia del vivere.”

(Michele Sessa)

119

Tina Maselli, Raccolta OliveOlio su tela, cm 50x70

120

Vive e lavora a Matera, in Via Lucrezio, 13. Ha partecipato a varie rasse-gne artistiche, conseguendo il plauso del pubblico ed il consenso della

critica.Abbandonati gli studi di medicina e chirurgia, sceglie di dedicarsi alla fami-glia. Nel tempo libero, come autodidatta, si dedica alla pittura. Ottenendobuoni risultati, è spinta a continuare e a sperimentare tecniche nuove. Nell’80frequenta la scuola di grafica “La Scaletta”, dove i Maestri Rizzelli, Manno el'amico Tarasco, le insegnano l'arte grafica. Decide, per esigenze familiari, dicontinuare per proprio conto personalizzando la sua tecnica grafica. Ha par-tecipato a varie collettive.

ANNA MILANESE

“(...) La tematica che più spesso ricorre nella sua opera è quella del mondo contadino lucano, come quello che, più di ognialtro, mette in evidenza una faticosa tristezza del vivere e un intimo bisogno di riscatto. Di questo mondo, l’artista disegnaun ritratto tecnicamente molto originale, in cui figure, sfondi e oggetti appaiono segmentati in moduli, al cui assemblaggiosi deve poi l’immagine completa. I segmenti (...) appaiono un evidente tentativo di sezionare le cose per ritrarle nella lorostruttura intima in vista di una totalità esistenziale (...)”.

(Antonio Giampietro)

“(...) Quando la dura realtà della routine quotidiana manda in frantumi aspirazioni, desideri, valori morali, è bello rifu-giarsi nell’irrealtà del sogno e nell’immortalità dell’arte. A tutte queste emozioni corrispondono toni accesi, segni vibranti,forme rutilanti. I colori in sé non contano più; contano invece i loro accostamenti, a volte armoniosi, a volte stridenti, aseconda del mutevole stato d’animo. I contrasti tra colori puri e complementari, accentuandone il rapporto con grossi con-torni neri, incidono il dramma dell’uomo, del dolore e della speranza, con una potente intensità drammatica. La fittaragnatela dello sfondo, le spesse tracce delle forme, lo spezzettamento accentuato delle figure creano volumi luminosi erichiamano i disegni delle vetrate di Chagall. La struttura “geometrica” dell’ordito contrasta con la ricchezza cromaticadella composizione, che conferisce alle scene rustiche una rarefatta atmosfera mistica(...)”.

(Gianni Latronico)

121

Anna Milanese, MoraOlio su tela, cm 70x80

122

énata a Matera il 21/1/68 e risiede a Bernalda. Dopo aver conseguitola maturità artistica, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bari diplo-

mandosi in scenografia. Ha inoltre seguito un corso biennale di specializza-zione per “scenografi realizzatori e costumisti” presso il Teatro Alla Scala diMilano, dove, nelle stagioni teatrali 1990/91 e 1991/92, ha partecipatonei laboratori di scenografia e costume alla realizzazione di diverse opere.Per Canale 5 ha preparato alcuni fondali pubblicitari. Ha partecipato a col-lettive di pittura a Taranto, Roma, Matera e Tricarico ed è inseritanell’Antologia degli Artisti Italiani pubblicata dall’Accademia Internazionaledei Dioscuri, in occasione del CXXIV anno di fondazione di Roma Capitale.

ROSANNA MOLINARO

“(...) Questa pittrice-scenografa si distingue(...)per la poetica di quel fascino arcano, di quel mistero sublime che ella rac-chiude in sé e che parte dall’anima vibrante delle cose, per giungere all’animo pensante dell’uomo. Accomuna così elementinaturali e pulsazioni psichiche ed interpreta il mondo con una visione romantica. Ella riesce a colpire contemporaneamentela retina con la pittura e la scenografia, il cuore con la passione e la poesia. Ogni sua opera è soffusa di intima solitudine edi profondo bisogno d’affetto(...)”:

(Gianni Latronico)

123

Rosanna Molinaro, I girasoliAcrilico, cm 30x40

124

Pi t trice e poetessa, è nata a Cosenza. Vive e lavora a Potenza.Autodidatta, ha partecipato a diverse mostre collettive. La critica si è viva-

mente interessata al suo lavoro dedicandole studi e recensioni.

Desiderio di comunicare e voglia di vivere intensamente le proprie emozioni si pongono alla base della vita artistica dellaMonacò. Lineare eppure imprevedibile il suo tocco sorprende per la essenzialità degli schemi adottati e per la molteplicitàdei significati ad essi affidati. La sua arte figurativa va particolarmente apprezzata nelle introspezioni pluridimensionaliche l’attenta osservazione riesce a proporre.

(Emilio Boscia)

Patrizia sia quando dipinge, sia quando disegna, non lascia spazio ai virtuosismi, né segue rigidi schemi. Ecco, esprime ilsuo “Concetto” con semplicità, da renderlo di facile “lettura” a chiunque. Ad elevarne le proporzioni è un’ottima disposizio-ne cromatica. Linee “libere” e colori spesso vivaci danno alle sue composizioni una immagine precisa, di profondo effetto.In ciò si rivelano la sua indole e la sua versatilità.

(Giuseppe Ripa)

PATRIZIA MONACÒ

125

Patrizia Monacò, Respiri

126

énata ad Anzi (Pz) il 29 marzo 1954 e risiede a Potenza. La pittrice siesprime soprattutto attraverso il “monotipo”, antica tecnica di stampa:

mezzo affascinante che le permette di ricercare e sperimentare al fine di otte-nere impressioni uniche e irripetibili.Nell’agosto del 1993 ha proposto, in una personale impaginata in uno deisaloni di Villa Nitti a Maratea, 18 atmosfere “intriganti e convincenti”.

ANTONIETTA MONTEMURRO

“... (Sono) “atmosfere” che si differenziano l’una dall’altra e perché ognuna di esse esprime un diverso momento artistico eperché si tratta dell’efficace risultato del monotipo (...).Gli oli, il torchio calcografico e “la legge d’azzardo” hanno messo l’artista in condizioni di esprimersi al meglio. Abilità tec-nica, estro e sensibilità si fondono quindi nelle “vibrazioni materiche e cromatiche” di Antonietta Montemurro, regalando-ci squarci di cielo, sfumature castissime, visioni di una natura a tratti sognante a tratti inquieta, tutte immagini carpitead un buio geloso”.

(Valeria Marchisio)

127

Antonietta Montemurro, Della serie AtmosfereMonotipo, cm 70x100

128

énata a Miglionico il 10 gennaio 1916; vive ed opera a Matera, in ViaPassarelli, 64.

Ha frequentato la Scuola di Perfezionamento presso il Collegio Margherita diBari. Nella sua lunga carriera, di pittrice metafisica, ha partecipato a numero-se rassegne, conseguendo sempre lusinghieri successi sia di critica che dipubblico.

VIOLANTE MOTTA

“(...) La sua pittura riproduce paesaggi e con essi interpreta, con spontaneo slancio, la natura così com’è, bella e selvaggia,nelle sue campagne lucane, facendo spicco i cardi, con risultato di grande e sicuro effetto”.

(Annunziata Cantalis)

“Cardi spinosi e girasoli assiderati, finestre chiuse e cieli plumbei, lande deserte e cascinali abbandonati sono i soggettiricorrenti nella lunga carriera artistica della pittrice ultraottantenne Violante Motta.Case su grotte, case su strade, case su tetti costituiscono la panoramica dei Sassi di Matera (...). Casette biancastre, rossastreo grigiastre non sono mai la copia della realtà, bensì l’espressione dell’invisibile, che sottende il vero, la sostanza, l’essenzadell’essere, oltre la scorza della superficie, della parvenza, del caduco involucro.Case, oggetti, fiori sono sempre a stretto contatto nello spazio, ma a distanza siderale nel tempo: l’uno non vede l’altro,ognuno è solo (...).Le amarezze e le delusioni della vita incidono segni profondi nei comuni mortali, ma tracciano solchi profondi nella sensi-bilità di un’artista. Violante Motta ha trovato un porto sicuro nella pittura metafisica, che punteggia i suoi sentimenti,allevia i suoi tormenti e purifica le sue sensazioni.La catarsi spirituale si dissolve sulla candida tela con colori tenui, luce radente e poesia soffusa in opere immortali di singo-lare fattura estetica (...)”.

(Gianni Latronico)

129

Violante Motta, Il girasole sui sassiOlio su tela, cm 50x50

130

Nata ad Accadia (Fg), vive e lavora a Matera. Si è diplomata presso ilLiceo Artistico di Benevento. Ha effettuato personali; ha partecipato a

mostre, collettive e diversi concorsi nazionali ed internazionali di pittura e gra-fica riscuotendo successo di pubblico e di critica. Fa parte del gruppo incisoricalcografici della Scuola di Grafica di Via Sette Dolori di Matera. È presentein cataloghi.

GUGLIELMINA NIGRO

“(...) un’artista sensibile che si tuffa nella pittura elaborando gli accenti dell’anima(...) riesce a realizzare opere suggestivetentate da un romantico figurativo che si sostanzia nelle vibrazioni cromatiche(...)le sue figure inserite nei suoi personaggiin perfetta simbiosi di colori, sono un tema prevalente della pittura dell’artista(...)

(Franco Palumbo)

131

Guglielmina Nigro, Narciso e le NinfeOlio, cm 50x70

132

énata a Matera dove vive e lavora in Via Toscana, 9. Dopo aver consegui-to la maturità, ha iniziato a frequentare quegli ambienti artistici che le

hanno fornito il clima adatto al compimento delle sue esperienze nel campodella pittura. Si è interessata anche di moda, come stilista. Ha partecipato avarie rassegne, riscuotendo sempre lusinghieri consensi di pubblico e critica.

ROSA NUZZACO

“(...) Il suo estro si esprime attraverso espressioni figurative di squisita sensibilità, di sobrietà, nonchè di concentrazione, conla capacità di intravedere un mondo infinito, eterno, in cui avviarsi, lasciando dietro incertezze ed amarezze.In questo mondo tutto passa e se ne va, mentre nel fantastico mondo, creato dal magico pennello della Nuzzaco, il tempo siè fermato ed il tarlo della caducità non lo tange né lo sfiora”.

(G.L.)

“(...) Rosa Nuzzaco ama gli archi, i miti, gli eroi di epoche remote, fuori dal tempo (...) opere intramontabili. La dama inverde parla con gli occhi della copertina de “La fenice”. Il trottolino amoroso occhieggia nella “Galleria Italia” di Quadri eSculture. Arianna aspetta il suo Teseo nell’Antologia “I Dioscuri”. La vita si trasferisce nell’arte, il reale sfocia nel sublimeed il finito si fa infinito. Nel caleidoscopio cromatico di Rosa Nuzzaco, le parole sono pietre preziose, i segni sono sogni sur-reali e le figure sono immagini immortali, che si imprimono indelebilmente negli occhi e nell’anima”.

(Gianni Latronico)

133

Rosa Nuzzaco, Gli amanti ‘97Olio su cartone telato, cm 50x70

134

énata a Potenza dove vive e opera in Viale Dante, 29. Ha frequentatol’Istituto d’Arte e l’Accademia delle Belle Arti di Bologna col prof. Walter

Lazzaro. Diverse sono le mostre personali e collettive cui ha partecipato. Suesono le illustrazioni del libro “Particolari” di Giancarlo Cuscino (1994).Tra gli altri, hanno parlato e scritto di lei: M. Padula, W. Lazzaro, F. Ranaldi,A. Acierno, A. La Capra, G. Cafarelli, D. Micacchi, P. Settembrino, E. Volpe,V. Marchisio.

RITA OLIVIERI

“Una ricerca quella di Rita intesa a privilegiare l’esplosione cromatica, l’aggressività mai retorica e sensuale del colore(...)Il colore era una miccia che doveva saltare la precaria difesa costumata dell’io e rivelare invece i meccanismi rappresentati-vi ed emblematici della coscienza(...)”.

(Vito Riviello)

“La figura della donna avvolta in veli e drappeggi coi quali sembra volersi identificare in una pantomima scenograficaevoca qua e là suggestioni liberty e perfino rinascimentali. L’eleganza della figura pare voglia proporre della donna quasiun’astrazione e un compendio di certe qualità “brillanti” dell’universo muliebre(...)”.

(B. Panella)

“Molti affetti e molti sentimenti si sprigionano dalle rappresentazioni di questa pittura che parla attraverso l’anima, moltoaffetto, molto sentimento palpita dietro le sue tele velate di egritudine, alcune di orientale mistero racchiudenti un’umanareligiosità dell’essere che diventa anche religione del vivere”.

(Marianna Natale)

“(...) La donna che Rita dipinge nasconde segreti che non riusciremo mai a capire: ti invita e ti respinge al tempo stesso,maliarda, voluttuosa, ingenua, sofisticata, euforica, un po’ vittima e un po’ canefice; donna che non sapremo mai chedirebbe se potesse parlare”.

(Luigi Guerricchio)

135

Rita Olivieri, A come amore o come anarchiaTempera su carta, cm 50x70

136

Nata a Nova Siri (Mt) nel marzo 1959, attualmente vive a Matera, overicopre la carica di Presidente di una società sportiva di pattinaggio arti-

stico. Pur avendo in sé una innata passione per l’arte, ha iniziato la sua atti-vità artistica solo dopo aver conseguito la maturità magistrale, ottenendo rico-noscimenti e segnalazioni, con successo di pubblico e critici.Alla sua prima collettiva, nel 1980, ospitata nelle sale del PalazzoMunicipale di Accettura, hanno fatto seguito diverse personali e numerosealtre collettive a Matera e a Taranto.È stata inserita nella Antologia di Artisti Italiani 1994 a cura dell’AccademiaInternazionale dei Dioscuri, Italia.

MARIA CLEMENTINA ORIOLI

“(...) Nelle tele della Orioli, le varie tematiche trovano un punto focale di espressione, nella rappresentazione del mondocontadino, dove emerge la volontà di aspetti quasi dimenticati (...)”.

(G. Logiudice)

“(...) L’espressione pittorica di Clementina è supportata da un’intensa carica ispirativa che indirizza esclusivamente versoquelle composizioni che entrano in sintonia con i suoi stati d’animo. Le figure e gli aspetti della natura assorbono le tensio-ni del suo animo, dell’intelletto, dell’estro creativo, proponendosi come simboli di valori fortemente interiorizzati (...)”.

(L. Capriotti)

“(...) Tipica donna del Sud, ne difende le origini, gli ideali e le tradizioni. Ella nutre una profonda nostalgia per quel pic-colo mondo antico, fatto di piccole-grandi cose, a volte umili, a volte egregie, ma sempre amate e venerate, come un patri-monio inestimabile, da difendere e da salvare. Avvilita per l’andazzo dell’era atomica, colpita dallo sfrenato consumismo,soffocata dal crescente inquinamento, ella ha trovato in se stessa, nella natura e negli antichi costumi, la forza di reagire edi lanciare, in pittura, una sua proposta: genuina, unica ed inconfondibile, lungi da ogni artificiosità ed accademismo (...)dipinti chiari, freschi e dolci, impastati di colori caldi, vibranti ed elequenti, ci invitano alla riflessione ed alla speranza(...)”.

(Gianni Latronico)

137

Maria Clementina Orioli, I fioroni maggio ‘96Olio su tela, cm 35x50

138

énata a Potenza dove vive e opera. Laureata in Lingue e LetteratureStraniere, esordisce con una personale di pittura dal titolo “Il tempo e la

memoria storica”, inserita nell’ambito della manifestazione “Estate in città1997”.

Persona dal carattere sensibile e riservato è alla ricerca di nuove tracce da percorrere sui sentieri di una maturazione arti-stica ancora in via di sperimentazione ma senza dubbio promettente.Il suo stile, personale e intuitivo, le consente una libertà di espressione che consapevolmente la conduce ad esprimere messag-gi schietti, dominati da un senso di spontaneità che nelle tele squarcia il velo dell’apparire e manifesta apertamente modidi vedere, di essere, di sentire...La pittura, nella vita della giovane artista, è sempre stata un modo per comunicare se stessa e il mondo esterno attraversoun linguaggio che, privo di sovrastrutture deformanti e devianti, andasse dritto al cuore e all’anima dell’osservatore. Manonostante fossero prove di indubbia qualità, sono sempre state una sorta di diario personale, riservato, necessario a se stes-sa; la tela è stata la compagna a cui affidare confidenze ed emozioni. (...)(...) Ma un’attenta analisi dell’oggi ha condotto l’artista a considerarsi anche come risultato di una storia che è dentro dinoi e di cui siamo, in ultima analisi, il prodotto compiuto.La percezione del passato e l’energia profusa nel vivere la contemporaneità proiettata verso il futuro, fanno dell’oggi unponte gettato fra ciò che è stato e ciò che sarà. (...)

(Donato Verrastro)

PAOLA PACE

139

Paola Pace, Senza titolo

140

énata a Trivigno il 13/9/53 e risiede a Potenza, dove da un ventennioinsegna presso l’Istituto Statale d’Arte quale titolare della Cattedra di

Discipline Plastiche. Dopo aver conseguito il diploma di Disegnatore diArchitettura e Arredamento ha frequentato presso l’Accademia di Belle Arti diNapoli il Corso di Scultura con il prof. Augusto Perez, conseguendone ildiploma.Ha partecipato a collettive di grafica, pittura e scultura ottenendo citazioni suicataloghi e riconoscimenti.Partendo da una accurata rappresentazione del reale, senza però trascurareil senso espressionistico delle forme che occupano lo spazio con linee di ten-sione esasperate, le opere, quali corpi e volti umani, si presentano nella loroessenzialità ed è quindi la linea ed il movimento a fornire emozioni a chi lefruisce.Le superfici materiche, mai piatte, sono il giusto supporto di un discorso conti-nuo con la luce la quale indugia con forza sui volumi morbidi e scivola vialasciando a chi le osserva il piacere di indagare e completare.L’uso di materiale povero, tronchi consumati dal tempo, lamiere, terre sono iltrait-d’union con l’ambiente e con la natura, infinita inesauribile fonte creativa.Nella scuola ha partecipato alla realizzazione di progetti e ha condottodiverse esperienze visive in occasione di festività quali il Natale e Carnevale.Ha partecipato a mostre collettive a Napoli, Salsomaggiore Terme, Potenza.

ANGELA PADULA

141

Angela Padula, AnnalisaArgilla, cm 120x60

142

Nata a Ginestra il 2/8/61, vive a Venosa. Ha conseguito la maturitàartistica nel Liceo Statale di Melfi. Attualmente è docente di ceramica ed

attività espressive nel Centro di Formazione Professionale dei Padri Trinitari diVenosa.Impegnata a modellare forme pittoriche e di scultura si ricordano in particola-re il (monumento a Maria SS. di Costantinopoli - Ginestra; un’esatta riprodu-zione della Madonna del Monte Vergine - Ripacandida) ha partecipato anumerose rassegne. Sue opere sono in collezioni pubbliche e private.Ha curato gli affreschi del Palazzo Comunale di San Fele, Moschito eLavello.Ha realizzato la grafica dei libri “Ginestra storia di un popolo” di G.Lamattina e “Un monumento per amico” della classe II C Scuola MediaVenosa.

TERESA PETAGINE

“(...) Colpisce tra l’altro, nelle opere della Petagine ispirate alla memoria storica del suo mondo culturale, l’uso del colore el’intensa carica espressiva che promana dalle figure umane.Il paesaggio lucano, sempre rappresentato con tutte le sfumature del verde, viene cromaticamente trasfigurato e l’artistaproietta l’intensità del colore della ginestra(...).È il giallo il colore dominante e il suo effetto è di luce e di allegria(...) L’uomo è l’altro elemento pregnante della pitturadella Petagine: lei lo identifica con il lavoratore(...) Nelle figure femminili, staccate dai contesti paesaggistici, l’artista, purrimanendo fedele a se stessa, si libera nel sogno della interpretazione della bellezza femminile: essa appare, pur nella ricer-catezza delle forme, non statica ma dinamica, di un dinamismo tutto interiore, che fa distaccare lo sguardo dalla bellezzadel corpo per dar spazio alla contemplazione della profondità delle emozioni”.

(Tommaso Viglione)

“(...)Sinceri sono i temi ispiratori: il quotidiano si fa sacro e il sacro si cala nel quotidiano: la mediazione dell’arte, che sidipana nelle tecniche di un figurativo onesto e lineare, realistico e decodificabile, coglie il vero con inusitata immediatezza;si fa voce narrante per fotogrammi e restituisce alla dimensione del presente una sotterranea felicità, che pareva perduta”.

(Leonello Farinacci)

143

Teresa Petagine, Solitudine 1990Olio su tela, cm 120x80

144

Vive ed opera a Bernalda (Mt). Ha frequentato l’Istituto d’Arte di Salernoperfezionandosi all’Accademia di Belle Arti di Venezia e presso

l’Associazione di Grafica di Via sette Dolori a Matera sotto la guida del mae-stro Vittorio Manno. Attualmente insegna nella scuola media “F. Torraca” diMatera. Svolge attività pittorica e grafica, partecipando a mostre personali ecollettive.È suo il disegno di copertina del volume Le Lucane di R. M. Fusco.

LUCIA PETROCELLI

Così commenta Franco Manescalchi una personale di Petrocelli, lavoro organico a lettura ed interpretazione del libro diun’altra donna:“Mi pare che questi paesaggi interiori, questo Sud sfumato ed aggrumato in sorprese e sorprendenti figure femminili vivanopudicamente attestati in una stupita distanza, in una impossibile ricerca dell’altro.Quanto il dramma è espresso esistenzialmente dalle poesie a cui questi acquerelli si ispirano, tanto qui è cristallizzato emedianico l’intersecarsi del fisico col metafisico.Anche il supporto, la pagina, in una compiuta marginatura interna ricca di cesure diviene cifra dell’indicibile liberando leimmagini da una iconicità scolastica. Sembra che l’insieme rimandi ad una interrogazione, ad una metafisica rarefazione.Si può perciò parlare di “Carte dell’assenza” femminilmente tramate col garbo di chi ha deciso di affidarsi all’immagine,senza complicare intellettualmente un discorso già di per sè arduo.Dunque, questa pittura parallela e diversa, rispetto ai testi che la ispirano fa da controcanto o meglio da seconda voce (piùinterna, quasi un placato estuario), da variazione sul tema della donna come si presenta s/oggettivamente oggi”.

“(...) La delicatezza della linea e la sobrietà degli elementi fanno di questa sintesi armoniosa della Petrocelli una rappre-sentazione unica ed unitaria della finezza dell’animo femminile e della sua forza (...)”.

(Vincenzo De Lillo)

145

Lucia Petrocelli, Messaggio di paceAcquaforte, cm 40x60

146

Lagonegrese di adozione da anni, Claudia Petrone è nata a Napoli. Hafrequentato il Liceo Artistico nella città partenopea ed ha avuto come mae-

stri Brancaccio, De Stefano, Pisani e Colucci. Si è laureata quindi inArchitettura e, nonostante l’indirizzo tecnico-scientifico dato alla propria for-mazione culturale, la passione per l’espressione scultorea ha sempre preso ilsopravvento in momenti che l’artista usa definire “magici”.Ha esposto in gallerie italiane e straniere, riscuotendo grande successo di cri-tica e di pubblico.

CLAUDIA PETRONE

“Visioni di un tempo senza tempo, trasfigurazioni visionarie ed immaginifiche del reale, immagini metamorfiche dilatatenello spazio, frammenti geometrici: questo è il cammino della scultura di Claudia Petrone.Nella sua opera non esiste idea che non possa trasformarsi in alito di vita, in forma meravigliosa, in fantasia inebriante oin linguaggio trasfigurante.Le sue “mani”, i suoi “corpi” e tutto ciò che Petrone plasma nelle materie più nobili e docili ci appare come la metafora piùavvincente di un attraversamento fantastico che dalle pieghe della memoria arriva a toccare gli orizzonti inediti e straordi-nari della moderna creatività(...)”.

(Carmine Benincasa)

“(...)Ombre, luci , forme, sentimenti, non sono più labili apparizioni di un momento sia pure intenso che comunque passa,ma accordandosi ad un design impeccabile nella sua sobrietà, si sono concretizzati per ricordare, come nella collezione “IlTerremoto” o nel “Monumento ai Caduti”, o per proporre, come nella collezione “Le Mani”.Bronzo, marmo, strutture in ferro ed ancora bronzo, cristallo, alabastro e marmi policromi, rimandano sensazioni e neoffrono di nuove con la essenzialità delle loro espressioni dove nulla è lasciato al caso e dove tutto è ben dimensionato.Claudia Petrone, con le sue opere, celebra l’uomo, l’uomo di tutti i tempi e del nostro tempo (...)”.

(Vincenzo Fucci)

“(...) Cosa vuol dire Claudia Petrone con la sua opera scultorica? Vuol dire a tutta voce che ancora si può fare in tempo asalvare questa umanità senza Dio, indica la via della riconciliazione. Claudia alza le mani imploranti come un cigno inpreghiera scolpendo nel profondo dell’anima quella luce che è l’unica salvezza, la sola che ci apre la porta della speran-za(...)”.

(Mara Ferloni)

147

Claudia Petrone, Frammenti di vitaBronzo, bianco Tassos Carrara, ferro, cm 107

148

énata il 3/10/1977 a Matera, dove vive e lavora in Via Santa Cesarea,59.

È in possesso del diploma di maturità artistica conseguito presso il Liceo artisti-co di Matera. Ha partecipato a mostre collettive, nazionali ed internazionali,ottenendo il consenso della critica e il plauso del pubblico.

MAGDA PUPINO

“(...) Suggestione è il termine più appropriato per descrivere le sue creazioni artistiche. Il tratto, deciso e sognante, il colore,variegato e squillante, sono immersi in un caleidoscopio cromatico iridescente e vellutato (...). Scavalcando le correnti arti-stiche dei vari “-ismi”, Magda Pupino riesce ad infondere nella sua pittura tutta l’esperienza dei maestri classici e tuttal’innovazione degli artisti contemporanei. Il gusto di sapore classico ed il capriccio dell’evento moderno si fondono all’uniso-no, senza remore o scarti. Gli angusti confini tra figurativo e informale, reale e astratto, visibile ed invisibile perdono con-sistenza, per un’armonica convivenza, in uno stile unico e inconfondibile. Magda Pupino va al di là degli schemi, oltre lecatene delle regole e dei canoni accademici.Suggestioni antiche, impressioni immediate, sensazioni visive si incrociano nel variegato crogiolo della sua anima in peren-ne divenire, seguendone i profondi flussi psichici. Ella si cala negli abissali meandri dell’animo umano, per trarne fuori itesori nascosti, nell’universalità dell’arte. Lo spirituale nell’arte diventa così una realtà tangibile, un’immagine concreta eduna melodia palese (...)”.

(Gianni Latronico)

149

Magda Pupino, Flora e Tumilco ‘96Olio su masonite, cm 70x130

150

énata a Valsinni (Mt) il 5/10/56. Insegnante elementare, vive l’incontrocon la pittura come modalità di espressione sia di “messaggi” che di “fan-

tasia pura”. Ha partecipato a diverse mostre. Per qualità artistiche, gustodella scelta tematica e nitore di linee cromatiche, un suo quadro ha ottenuto ilprimo premio nel 1994 ad una mostra di pittura organizzata dalla Pro Locodi Colobraro.

ANTONIA RAGO

“(...) Le pitture sono, per così dire, appoggiate su un finissimo reticolato, che, ornamento e decorazione già di per sé, le sol-leva, come liberandole dal piano, in una sospensione di aerea levità; le forme, allora, quasi “filigranate” montano esili epulite, incamminate verso una loro essenza metafisica, in cui si annullano ed al tempo stesso si rigenerano, sopravvivendoin una proiezione assolutamente simbolica ed emblematica: figure finemente stilizzate, alberi che paiono affiorare da lon-tane oasi di rarefatta e serena perfezione, sradicati da ogni commistione con la materia, vestiti solo della loro aulicità.Altrove l’artista gioca ardite e capricciose soluzioni, in cui, rapita dal puro intreccio delle forme e dei colori, nascondeimmagini più familiari (farfalle, foglie, maschere...): maliziose ed in un certo senso pretestuose allusioni, dietro cui simaschera, come per una sorta di pudore, l’amore esclusivo della forma e della tecnica che è, in fondo, il tema dominante.A quest’ansia di ricerca grafologica prestano la loro identità immagini e figure evocate da esotiche o mitiche contrade:Selene dal volto turgido e rotondo, il negretto schiavo...Singolare è l’interpretazione cromatica, che sfida e trasgredisce in larga misura il canone classico della corrispondenza alreale, per sovrapporvi una personale ed originale sensibilità(...) sapiente e misurato il governo dei colori, fermati ad arteun’ottava sotto la loro accensione totale, schivi di ogni sonorità e ridondanza: il tutto attraverso il vigilato impiego di chinae matita e colori metallizzati (...)”.

(Aldo Zaccone)

151

Antonia Rago, SeleneTecnica mista, cm 34x48

152

énata a Torino il 22/7/64, dove ha vissuto fino al giorno del suo matrimo-nio, che l’ha portata a vivere nel piccolo paese di Maschito.

Crescendo nella bottega d’arte che possedevano i suoi genitori, la sua creati-vità è stata sicuramente stimolata ed arricchita da quell’ambiente. Da sempreautodidatta, ama rappresentare la realtà paesaggistica della terra dove haormai le sue basi: la Lucania.Compie un continuo lavoro di ricerca, per spaziare su strade ricche di nuovistimoli, dedicandosi alla realizzazione di piccole sculture e alla pittura su stof-fa, ma adora anche lavorare su ampie superfici come i trompe l’oeil.Ha esposto le sue opere in diverse rassegne a Torino ed ha partecipato adelle mostre collettive a Rionero, Venosa e Maschito.

SANDRA MARIA RENES

153

Sandra Maria Renes, Maschito - Via Duca degli AbruzziAcrilico su base di gesso, cm 50x60

154

énata a Potenza, il 22/8/63 ed a Potenza vive ed opera, in Via delBiancospino, 11.

Autodidatta, le sue opere sono in esposizione in pinacoteche ed enti pubblici.La sua attività artistica comprende mostre a Potenza, Lavello, Roma, Vaglio diBasilicata, Milano, Filiano, Firenze, etc...

ROSANNA RUFRANO

“(...)Passata attraverso una figurazione di tendenza classico-realistica, è approdata ad una forma di linguaggio artisticodove il colore non è mai eccessivo, riuscendo con le sue capacità tecnico-espressive a sottolineare uno stato d’animo, unmomento triste, gioioso, romantico; insomma una interpretazione della realtà sotto il profilo di una sensibilità tutta fem-minile. Rosanna Rufrano, il cui mondo artistico ha come protagonista il paesaggio, l’uomo, la natura, fonde con la sua semplicitàdi donna la vita quotidiana con la pittura rifugiandosi di tanto in tanto nei suoi quadri che sono piccoli lembi di unanatura quasi inesistente fatta di un mondo silenzioso, chiaro, esplicito, senza malizia, popolato di tanti ridenti colori incui tutti vorrebbero vivere”.

(Gianvito Vaccaro)

155

Rosanna Rufrano, La primaveraOlio su masonite, cm 50x60

156

énata a Potenza, città dove attualmente risiede in Via Ravenna, 22.Laureata in Giurisprudenza, ha derivato l’amore per l’arte in genere e la

pittura in particolare da uno zio materno, prof. Domenico De Vanna.Diventata allieva del maestro Lettieri, si è dedicata ad uno studio approfonditodell’arte italiana, alternando al lavoro di pittrice frequenti viaggi nelle piùimportanti città d’arte d’Italia. Ha partecipato a varie mostre collettive e perso-nali a Maratea, Firenze, Salsomaggiore Terme, Courmayeur, Torino.È inserita nell’enciclopedia “Arte Italiana per il mondo” della Cedit e in nume-rose riviste d’arte.

MARIAGRAZIA RUGGIERI

“(...) Per la sua pittura, figurativa per tendenza e astrattista per filosofica vocazione, (Mariagrazia Ruggieri) si serve di ciòche la circonda e di ciò che è dentro di sé (sensibilità, idee e convinzioni) e la risoluzione dei suoi pensieri è una pittura amezz’aria tra sogno e realtà, tra mito e avventura, che ella esprime in paesaggi stupendi o in cromatismi sublimi(...)”.

(Alfredo Pasolino)

“(...) Il paesaggio come risveglio dello spirito. Forse l’unica ragion d’essere della pittura di Mariagrazia Ruggieri. Di coleiche si sente libera dalle sensazioni esterne e guarda la natura dal di dentro e in rapporto alle leggi che regolano luce e colore.Tonalità fermentanti, paesaggi amati che tendendole la mano la invitano all’infinita ricerca della bellezza(...)”.

(Antonio Oberti)

“(...) La pennellata è schietta, distesa, espressiva ed è con questa che la Ruggieri riesce ad esprimere compiutamente la cari-ca della sua sensibilità, la raffinatezza del magistero tecnico(...)soprattutto i colori, la soluzione concreta della luce, sononuovi e rivelano particolari finezze atmosferiche vibranti(...)”.

(Brunella Ruffino-Donatella Margiotta)

“(...)Quando dipingo mi sento molto felice, mi sento libera di personalizzare la mia realtà con la fantasia come l’ho vistanel mio perenne tormento e nell’ansia gioiosa della creazione.”

(Mariagrazia Ruggieri)

157

Mariagrazia Ruggieri, Corteo ‘95Olio spatolato su tela, cm 23x30

158

énata a Potenza, città in cui vive ed opera in Via della Pineta, 5. Dopoaver conseguito la maturità artistica, ha continuato gli studi presso

l’Accademia di Belle Arti a Roma, sotto la guida di Franco Gentilini e, succes-sivamente, ha completato il corso di pittura a Napoli con Spinosa. Nella cittàpartenopea ha frequentato la stamperia di Pacilio, dove ha appreso l’artedell’incisione. È entrata a far parte di un gruppo di avanguardie artistiche, hapartecipato ad happening ed ha dipinto murales. Ritornata a Potenza, haincontrato Ninì Ranaldi, con il quale ha dato vita ad un gruppo di artisti (scul-tori, pittori, incisori, musicisti) definito Co.S.P.I.M.. Insieme hanno promossomostre, concerti, spettacoli e corsi di incisione, tenuti dalla stessa ElviraSalbitani. È docente di Disegno e Storia dell’Arte presso il Liceo Scientifico diTricarico.Ha partecipato a rassegne nazionali ed internazionali. Le sue opere sonopresenti in diverse collezioni private ed hanno scritto per lei: D. Spinosa, F.Galasso, F. Ranaldi, V. Riviello, G. A. Rubino, L. Tufano, R. Cardone, G.Settembrino, G. Latronico.

ELVIRA SALBITANI

“Le opere(...) innalzando a sentimento e ad espressione lirica il mondo reale, sono espressione della penetrazione spiritualedella pittrice (...). Emerge (...) un messaggio forte: la voglia di “nuovo” (...) in Elvira Salbitani: “nuovo” rispetto al mododi interpretare e fare pittura, “nuovo” in relazione alle tecniche utilizzate, “nuovo” riguardo al tipo di assetto formale rite-nuto necessario per la trasmissione del messaggio(...). Le sue opere esprimono un’aspirazione di grandezza, una ricerca del-l’espressione, della forza, ed una passione per il colore che ella sa elevare a splendori lirici della più brillante intensità: lapittrice (...) non sembra soltanto preoccupata da problemi puramente plastici, ma piuttosto appare ispirata dall’esigenza diliberare le emozioni sensuali suggerite dalla natura e dalla configurazione esterna degli oggetti. Ma, lungi dal conformarsi,idealizzandoli, agli aspetti ideali della realtà, ella li traspone liricamente in notazioni che non esita a spingere all’astrazio-ne (...)”.

(Antonio Motta)

“Raffigurazioni paesaggistiche sostenute da un gesto pittorico sicuro, ineccepibile nelle dosate euritmie di toni e di volumi.L’essenzialità dei riferimenti, delineati da vasti orizzonti, svelano un valido affinamento stilistico”.

(Nicolina Bianchi)

159

Elvira Salbitani, Il boscoAcquerello, cm 50x70

160

énata a Bernalda il 13/09/1950 e risiede a Matera. Ha conseguito ildiploma di assistente sociale presso la Scuola superiore di Servizio

Sociale di Bari.Tra i suoi interessi ed hobby rientrano la lettura, l’escursionismo, la pittura e lascultura su materie prime: tela, pietra, legno, terracotta.Attualmente è in servizio presso la Asl 4 di Matera.

MARIA BEATRICE SALLUCE

“(...) Maria Beatrice Salluce ci investe con la sua catena di grigi, di ocre tenere, tenute volutamente basse, per non distrarcidal suo ragionamento pittorico, che non è soltanto intima introspezione, angoscia individuale, ma dolore collettivo, smar-rimento di una più vasta geografia umana.Tele, embrici, pietre per Maria Beatrice hanno un senso se concorrono a formare, precisandone il disperato bisogno di agire,quel mosaico di figure attorno al quale, includendo ulteriori e rinnovati segni, ella lavora sin dai primi esordi (...)”.

(Nicola Filazzola)

“La produzione artistica assume (...) una strana quanto ossessiva insistenza o esclusività di colori grigi, che indicano soffe-renza e, con essa, un bisogno profondo di espressione e comprensione. Uomini e donne - ma sono prevalenti le donne - sonorappresentati soprattutto come visi popolari e popolani, essenziali, ruvidi (...)Un’arte di tal genere, ispirata all’artigianato vagamente contadino e pastorale (lucano, ma anche polacco, spagnolo, preco-lombiano...), non ha bisogno di materiale ricco. Spesso, infatti, le pitture sono maschere dipinte su antichi embrici raccoltiper le campagne, o sulle abitazioni dei Sassi di Matera. Oppure sono lapilli, pietre in genere, pezzi di legno. Né sempre sitratta di pittura. Legno, lapilli e pietre, infatti, possono servire anche per incisioni, bassorilievi, ovvero per sculture a tuttotondo, sia pur sempre sbozzate, nette e sfrondate.Alla sofferenza, naturalmente, come suole accadere, si accompagna, implicita o esplicita, la richiesta di amore; ma essa èfatta sempre con gran pudore e riservatezza (...)”.

(Giovanni Caserta)

161

Maria Beatrice Salluce, Dolori taciutiOlio su tela, cm 90x110

162

Nata a Sheffield (G.B.) il 3/10/1966 da genitori emigrati, vive aPotenza ed ivi opera in Via Mazzini 199/b. Ha conseguito il diploma

di maturità d’Arte Applicata presso l’Istituto d’Arte di Potenza. È stata disegna-trice presso il Museo Provinciale di Potenza.È iscritta presso la Facoltà di Scienze Agrarie all’Università degli Studi diBasilicata. Fa parte dell’Associazione culturale “Centro storico amici dell’ar-te”.Ha partecipato a concorsi e mostre collettive a Potenza, Torino, Trivero.

CELESTINA SANDIVASCI

163

Giuseppina Sandivasci, I cardiOlio su cartoncino telato, cm 30x40

164

énata a Potenza l’8/7/1966. Si è laureata in Giurisprudenzaall’Università degli Studi di Bologna.

Ha al suo attivo mostre collettive a Merano (Bz), Melfi, Potenza, Rionero, eun’installazione permanente (polittico realizzato per i locali di ristorazionedella stazione ferroviaria di Rionero in Vulture - Pz).

IOLE SARLI

“Il lavoro di Iole Sarli sviluppa le problematiche fondamentali del fare pittorico: la forma-segno, il colore e lo spazio-tela.La forma, che chiude lo spazio vuoto della tela si presenta al fruitore come forma umana e decorativa.La traccia costante del corpo in numerose opere di Iole Sarli segna il limite, ma anche la relazione tra lo spazio della tela,tradizionale supporto della pittura, ed il ritmo della vitalità scandito dagli squilibri delle pulsioni.L’elemento geometrico-decorativo fa da contrappunto espressivo e contenutistico alla figura umana. A livello formale i tas-selli cromatici creano un effetto arazzo molto elegante, che alleggerisce e bilancia l’assetto compositivo; sull’altro piano inve-ce può essere interpretato come elemento non euclideo, mondano, che richiama alla memoria, riportandola sulla sogliadegli occhi, le immagini di un vivere diverso, di una realtà lontana, ed in riferimento a ciò è da rilevare che l’artista hastudiato con particolare interesse le decorazioni africane ed islamiche. Le ultime opere dell’artista si orientano verso aspettidi ricerca formale nuovi rispetto ai lavori precedenti, ma sostanzialmente equivalenti dal punto di vista dell’idea base:quello che cerca di risolvere è sempre il rapporto tra gli elementi costitutivi della pittura. La nuova riflessione ha il caratteredella sperimentazione, essa si attua mediante l’idea che suggerisce il tipo di materiale usato: la rete metallica. Cosa passaattraverso il diaframma della rete? Probabilmente il canale di trasmissione che veicola i significati dell’opera, messaggiurlati da un altrove e arrivati come frammenti di tela colorati”.

(Ausilia Carbonaro)

165

Iole Sarli, DoorsAcrilico su ante di legno, cm 170x55

166

énata il 24/01/1966 a Matera dove vive e lavora in Largo Alcide DeGasperi, 17.

Ha conseguito il diploma in Pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Baricon una tesi su “I Sassi di Matera: mito o restauro?”.Fa parte del gruppo degli incisori della “Grafica di Via Sette Dolori” diMatera. Nel 1993 ha partecipato allo stage di lavoro diretto da Akane Kirimura fina-lizzato alla sperimentazione della tecnica fotografica applicata all’incisionecalcografica.Ida Scalese è una pittrice che sente l’Arte come atto spontaneo, non rapporta-to alla cultura dominante, ma che vive nel suo interno, traducendo così nelsoggetto la sua emotività, sempre nuova, diversa e originale.Ha partecipato a mostre personali e collettive ottenendo sempre positivi suc-cessi di critica e di pubblico.

IDA SCALESE

167

Ida Scalese, La finestraOlio su tela, cm 54x85

168

énata a Potenza ed ha conseguito il diploma di Perito aziendale eCorrispondente in Lingue estere. È pittrice e poetessa. Come pittrice ha

partecipato a mostre collettive.Olga Tortorella si è affermata anche come poetessa in diversi concorsi lettera-ri: le sue liriche infatti, pubblicate in antologie e riviste letterarie, rispecchiano“rara sensibilità poetica”. Nel suo curriculum sono segnalate le critiche di A.De Somma, M. G. Guarino, A. Santoliquido, T. D’Annucci, M. Coviello, C.Pesacane, M. Restivo.Vive ed opera a Potenza in Via Leonardo da Vinci, 19.

OLGA TORTORELLA

Olga Tortorella nel 1966 ha partecipato al Concorso “Colori di Donna” organizzato dalla Galleria Idearte di Potenzaottenendo il diploma di merito e il riconoscimento della critica con tale motivazione:“Felicissima soluzione con accostamenti cromatici forti e decisi che costruiscono da soli lo spazio e le forme. Si avverte unaimmediatezza comunicativa che porta dallo spazio paesaggistico a quello lirico dell’anima”.

169

Olga Tortorella, JanehillOlio con spatola, cm 70x80

170

énata a Matera l’11/11/74. Diplomata al Liceo Artistico di Matera, dal1993 è iscritta all’Accademia delle Belle Arti di Brera (Mi), al corso di

decorazione, ove frequenta il laboratorio di grafica incisa. Dal 1992 è pre-sente in diversi progetti espositivi.Ha partecipato, in particolare, al progetto espositivo riguardante la graficaincisa originale contemporanea, con relativo catalogo curato dalla Casa edi-trice “L’immagine”.

ANNA TRALLI

“La mia opera pittorica è una visione di quotidianità persa negli automi di una civiltà “meccanica”. Proiezioni di paesag-gi, di situazioni in essi stessi, dedicati al mio luogo di provenienza “la Lucania”.L’opera vive e viene vissuta nelle azioni e visioni quotidiane di ognuno di noi. Per esempio come “stendere i panni all’aper-to”. Quest’operazione non accade in tutti i luoghi del mondo a causa di temperature climatiche (gelo), smog, ecc.. Non acaso i dipinti sono realizzati su lenzuola comuni, rappresentanti proiezioni di paesaggi e oggetti urbani facenti parte di noiogni giorno”.

(Anna Tralli)

171

Anna Tralli, Il ritrovo ‘96

172

Nata a Teheran, capitale dell’Iran, nel 1976 è arrivata in Italia ed ha stu-diato presso l’Accademia delle Belle Arti di Torino sotto la guida di

Francesco Casorati. Da lì ha viaggiato attraverso vari paesi. Attualmente viveed opera a Potenza.

LANAN VAHABZADEH

Così l’artista ha inteso commentare il suo dipinto di farfalle “Paradiso”:“Alcuni pretendono che il Paradiso sia situato verso l’oriente, al di fuori del Tropico del Capricorno e di quello del Cancro.Altri lo immaginano in un posto molto alto, separato dal nostro globo da una lunga distanza e che si avvicina al cerchiodella luna, al riparo da ogni evento atmosferico, dove non possono arrivare né il vento né le nuvole. Altri ancora scrivonoche questo giardino prima del diluvio ha occupato qualche regione molto fertile dell’oriente,(...)”.

(Sébastien - Munster, 1559)

173

Lanan Vahabzadeh, ParadisoTecnica mista su carta, cm 56x76

174

énata a Matera il 15/4/1970. Ha frequentato dapprima la scuolaMagistrale e poi ha conseguito la Maturità artistica presso il Liceo artistico

di Matera.Ha partecipato a più corsi regionali: di design, di arredamento, di rilevazionitopografiche. Tra le mostre curate, diverse sono le collettive organizzate dacircoli culturali e varie le personali svolte a Miglionico, Matera, Ferrandina eGrottole.L’artista vive e lavora a Miglionico dove ultimamente esegue dei lavori didecorazione di vetri e piastrelle.

MARIA GRAZIA VENTURA

175

Maria Grazia Ventura, La voglia di evadereTecnica mista, cm 50x70

176

Teri Volini, pittora ed incisora ha studio a Potenza, in Via Adriatico n. 20 ea Milano in Clitumno n. 11. Ha compiuto studi di lingue e letterature stra-

niere nelle Università di Salerno, Grenoble, Lione e Parigi, dove ha soggior-nato a lungo ed ha seguito corsi di civiltà, arte e teatro. Dal 1983 ha espo-sto in numerose mostre di pittura e grafica,- regionali, nazionali ed estere (tracui Zurigo, Winterthur, New York, Nizza, Arles en Provence, Canterbury, Pré-Saint-Dider, Milano, Brescia, Maratea...) con notevoli riscontri di critica e dipubblico, ottenendo altresì premi e riconoscimenti. Sue opere di pittura e gra-fica sono presenti in numerose collezioni private e pubbliche. Si sono interes-sati alla sua opera artistica P. Restany, E. Mercuri, C. Vivaldi, K. CorbettJones, F. Solmi, A. D’Elia, M. Clamour, O. Rio, M. Dubocquet, S. Dell’Orso,A. Murgia, E. Alberione... e numerosi altri. La sua attività artistica è stataoggetto di articoli, recensioni critiche e servizi su varie pubblicazioni.

TERI VOLINI

“Più che colori sono fuochi d’artificio, allegri, scoppiettanti: su tutti domina il giallo, come lingue di fuoco o lame di sole, ocome una cascata di mimose; ma anche il blu notte, il verde in mille tonalità, il violetto, il rosso spento(...).E come nei fuochi d’artificio, dietro ogni forma se ne affaccia un’altra, e poi un’altra ancora, e ancora, ancora(...) Dietro ifiori e gli alberi, figure di animali mitologici o anche nostrani: un lupo, un gatto(...) Ognuno può ritrovarvi quel chevuole, libere associazioni per libera fantasia, per adulti, per bambini, per anziani. Ricordi e sogni si fondono, insieme, inuna sinfonia dell’anima(...)”.

(Gabriella Parca)

“Le “carte” di Teri Volini sono(...) popolate di memorie e di fantasmi: oggetti, animali, volti, fiori, rivissuti con colori caldie forti e insieme impalpabili, aggallanti su una fitta trama di segni neri come da listelli di piombo in una vetrata accesa diluce, o districantesi da essi come da una ragnatela. Una ragnatela, appunto, intesa a catturare il passato e a imbrigliare lafantasia: a far sì che colori e forme siano, nonostante lo stravolgimento sentimentale, ben fermi e saldi, arroccati al limitedell’informale, ma senza cadervi(...)”.

(Cesare Vivaldi)

“(...) dunque dall’”immagine” della natura all’”immaginario” della natura, dalla realtà delle cose ai loro fantasmi sensibi-li, alle loro vibrazioni emozionali, alle loro più interiori trasfigurazioni.In questo senso, Teri Volini legittimamente si pone tutta dentro alle problematiche più attuali e vivaci della pittura con-temporanea con un suo accento singolare e, direi, ancora tutto in progress, capace di suggestive evoluzioni e di evocazionisul piano internazionale”.

(Giorgio Seveso)

177

Teri Volini, Il sogno di FannyOlio e mixed media su carta intelata

178

Antonietta Acierno Pellettieri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 8Laura Aliani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 10Anna Ambrosecchia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 12Elena Ambrosio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 14Angela Antonietta Arbia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 16Archea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 18Tina Arcieri De Stefano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 20Carolina Arnau. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 22Angela Barbaro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 24Vittoria Belladonna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 26Anna Calderoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 28Angela Caligiuri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 30Maria Pia Calvello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 32Donata Carlucci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 34Bianca Cassano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 36Maria Luisa Catenacci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 38Maria Antonietta Chieppa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 40Rosa Cifarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 42Giovanna Cirigliano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 44Donata Claps . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 46Vittoria Colombo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 48Filomena Colucci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 50Rosella Corda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 52

INDICE

Maria Antonella D‘Agostino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 54Rosangela Delli Liuni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 56Sonia De Luca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 58Francesca De Lucia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 60Claudia Diamante. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 62Angela Difonzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 64Beatrice Dinisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 66Maria Di Stasi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 68Maria Ditaranto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 70Melina Doti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 72Anna Faraone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 74Maria Cristina Fior Tabacco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 76Rinalda Fraternali Orcioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 78Maria Fuccillo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 80Claudia Giancaspro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 82Anna Giordano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 84Antonella Graziano. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 86Lucia Graziano. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 88Marisa Gullotta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 90Birgit Gutt Daraio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 92Maria Ianniello. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 94Amalia Labbruzzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 96Miriam Ladik . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 98Giuseppina Lafiosca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.100Enza Larocca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.102Myriam Latronico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.104Lucia Lista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.106Maria Rosaria Lista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.108Adelaide Lomagro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.110Anna Magliocchino. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.112Vita Malvaso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.114

179

Rosanna Marcodoppido . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.116Tina Maselli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.118Anna Milanese. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.120Rosanna Molinaro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.122Patrizia Monacò . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.124Antonietta Montemurro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.126Violante Motta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.128Guglielmina Nigro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.130Rosa Nuzzaco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.132Rita Olivieri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.134Maria Clementina Orioli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.136Paola Pace . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.138Angela Padula . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.140Teresa Petagine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.142Lucia Petrocelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.144Claudia Petrone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.146Magda Pupino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.148Antonia Rago. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.150Sandra Maria Renes . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.152Rosanna Rufrano. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.154Mariagrazia Ruggiero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.156Elvira Salbitani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.158Maria Beatrice Salluce. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.160Celestina Sandivasci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.162Iole Sarli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.164Ida Scalese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.166Olga Tortorella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.168Anna Tralli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.170Lanan Vahabzadeh . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.172Maria Grazia Ventura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.174Teri Volini. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.176

180