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Salvatore Carboni Giovanni Tilocca Luciano Lecca Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte nel settore costiero compreso tra Capo San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) Università degli Studi di Cagliari Dipartimento di Scienze della Terra Provincia di Oristano - Provìntzia de Aristanis Assessorato alla Difesa dell’Ambiente Seconda Parte di pericolosità da frana Paolo Sardu Valutazione di un indice Luglio 2010

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Salvatore Carboni

Giovanni Tilocca

Luciano Lecca

Analisi stratigrafico-morfologica

e censimento dei processi franosi in atto

sulle coste alte nel settore costiero compreso

tra Capo San Marco e Capo Marrargiu

(Sardegna centro-occidentale)

Università degli Studi di CagliariDipartimento di Scienze della Terra

Provincia di Oristano - Provìntzia de AristanisAssessorato alla Difesa dell’Ambiente

Seconda Parte

di pericolosità da frana

Paolo Sardu

Valutazione di un indice

Luglio 2010

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA

DOTTORATO DI RICERCA IN “DIFESA E CONSERVAZIONE DEL SUOLO, VULNERABILITÀ AMBIENTALE E PROTEZIONE IDROGEOLOGICA

XX CICLO

ANALISI STRATIGRAFICO-MORFOLOGICA E CENSIMENTO DEI PROCESSI FRANOSI IN

ATTO SULLE COSTE ALTE

NEL SETTORE COMPRESO

TRA CAPO SAN MARCO E CAPO MARRARGIU

(SARDEGNA CENTRO-OCCIDENTALE)

Salvatore Carboni*, Luciano Lecca*, Giovanni Tilocca**

Seconda parte

VALUTAZIONE DI UN INDICE DI PERICOLOSITA’ DA FRANA

Paolo Sardu***

Luglio 2010

Provincia di Oristano – Provìntzia de Aristanis Assessorato alla Difesa dell’Ambiente

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*: Dott. Salvatore Carboni, Ricercatore presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Cagliari; *: Prof. Luciano Lecca, Professore Associato presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Cagliari; **: Dott. Giovanni Tilocca, Dottore di Ricerca (PhD), geologo libero professionista, collaboratore esterno in alcuni progetti di ricerca in atto presso il Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Cagliari; *** Dott. Paolo Sardu, Dottore di Ricerca (PhD), geologo libero professionista.

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6 RISCHIO GEOMORFOLOGICO 6.1 APPROCCIO METODOLOGICO La metodologia che porta alla definizione di rischio geomorfologico è alquanto complessa, in quanto sono complessi i fattori che lo compongono. Il rischio è dato dal prodotto tra la suscettibilità del territorio, ovvero l’insieme dei fattori naturali predisponenti (es. litologia, morfologia, caratteristiche geotecniche, uso del suolo), e l’assetto socio-economico dello stesso (Figura 183)

Figura 183 - Schema metodologico per l’analisi del Rischio (da Canuti & Casagli, 1996). La ricerca si è posta come obbiettivo l’elaborazione di una proposta metodologica in

grado di determinare un’indice di Pericolosità da frana lungo il tratto di costa indagato. A questo proposito, si fornisce la definizione di frana, così come oggi usualmente si intende, in quanto in seguito molte situazioni saranno definite come tali. La frana è un movimento di una massa di roccia, terra o detrito lungo un versante. Più specificatamente, per quanto riguarda le definizioni relative alle varie componenti che concorrono nella determinazione del rischio frana, si ricorda che nel 1976 l'UNESCO ha costituito un’apposita “commissione frane" nell'ambito dell'IAEG (International Association of Engineering Geology) con il fine di promuovere studi sulla pericolosità per frana.

Il rischio è stato definito, nel corso degli anni, da vari studiosi, tra i quali uno dei precursori è stato Varnes (1984). Attualmente si fa riferimento a quanto è stato proposto dalle commissioni tecnico-scientifiche dell’UNESCO, organismo che ha tra i propri compiti istituzionali, la mitigazione dei danni causati da eventi naturali estremi e la riduzione del rischio.

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I fattori che concorrono alla definizione del rischio, così come enunciati nel rapporto UNESCO di Varnes & Iaeg (1984), sono :

Pericolosità (H): probabilità che un fenomeno potenzialmente dannoso o distruttivo (Hazard) di una certa intensità si verifichi in un dato periodo di tempo ed in una data area e per determinate cause d’innesco.

Elementi a rischio (E): popolazione, proprietà, attività economiche a rischio in una data area.

Vulnerabilità (V): grado di perdita atteso su un dato elemento o gruppi di elementi a rischio derivante da un potenziale fenomeno distruttivo di una data intensità. La vulnerabilità viene espressa in una scala da 0 (nessuna perdita) a 1 (perdita totale).

Rischio specifico (Rs): grado di perdita atteso a causa di un dato fenomeno naturale di data intensità; si può esprimere come il prodotto di H per V.

Rischio totale (R): si intende il grado di perdite attese in termini di vite umane, feriti, danni alla proprietà ed alle infrastrutture, danni diretti ed indiretti all’economia a causa di una determinata pericolosità geologica ovvero in conseguenza di un particolare fenomeno o disastro naturale. Si esprime attraverso il prodotto del rischio specifico Rs ed elementi a rischio (E). Dunque per rischio totale si intende il prodotto R = H ⋅ V ⋅ E = = Rs ⋅ E.

Gli elementi di rischio sono rappresentati, nelle aree interessate dalla ricerca, essenzialmente dal deterioramento delle caratteristiche peculiari dell’ambiente naturale e dalla conseguente alterazione, talune volte con perdita, del proprio valore ambientale.

In alcuni settori costieri studiati il rischio è sempre insito nel comportamento di tali sistemi in risposta a manifestazioni dinamiche, soprattutto quelle meteorologiche, ma anche meteo-marine di carattere eccezionale, non sempre prevedibili nel breve termine. A tal fine è stata fondamentale l’acquisizione di dati e di informazioni di carattere geologico, geomorfologico, idrogeologico-idrologico, tali da poter ipotizzare anche in tale contesto modelli di comportamento e di reazione del sistema naturale. 6.2 DETERMINAZIONE DELLA PERICOLOSITÀ NELL’AREA STUDIATA

In generale, più un evento si presenta in maniera violenta e minore è la probabilità che l’evento stesso si ripeta nel breve periodo. Nelle aree studiate tuttavia non sono stati osservati degli eventi particolarmente imponenti, ma piuttosto tanti processi di limitata entità , talora distribuiti su tratti estesi di costa, che progressivamente manifestano situazioni di pericolosità, rischio e, comunque, causano modificazioni nell’ambito naturale.

Il presente studio si interessa degli aspetti che sul territorio indagato possono rappresentare elemento di pericolosità da dissesto franoso su versanti, indicato col termine di Pericolosità Geomorfologica.

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Nel decreto legge 180/98 e nell’atto d’indirizzo e coordinamento – DPCM 29 settembre 1998, vengono distinte quattro categorie di rischio, definito prevalentemente sulla base del tipo di danno prodotto:

- pericolosità moderata (Hg1): i fenomeni franosi presenti o potenziali sono marginali; - pericolosità media (Hg2): zone in cui sono presenti solo frane stabilizzate non più

riattivabili nelle condizioni climatiche attuali a meno di interventi antropici (assetti di equilibrio raggiunti naturalmente o mediante interventi di consolidamento) zone in cui esistono condizioni geologiche e morfologiche sfavorevoli alla stabilità dei versanti ma prive al momento di indicazioni morfologiche di movimenti gravitativi;

- pericolosità elevata (Hg3): zone in cui sono presenti frane quiescenti per la cui riattivazione ci si aspettano presumibilmente tempi pluriennali o pluridecennali; zone di possibile espansione areale delle frane attualmente quiescenti; zone in cui sono presenti indizi geomorfologici di instabilità dei versanti e in cui si possono verificare frane di neoformazione presumibilmente in un intervallo di tempo pluriennale o pluridecennale;

- pericolosità molto elevata (Hg4): zone in cui sono presenti frane attive, continue o stagionali; zone in cui è prevista l’espansione areale di una frana attiva; zone in cui sono presenti evidenze geomorfologiche di movimenti incipienti.

In questo studio viene effettuato un confronto rispetto all’attribuzione di Pericolosità così

come adottata dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (Regione Autonoma della Sardegna). Come si vedrà più avanti, si è cercato perciò di attribuire a ogni singola zona in frana una specifica classe di pericolosità “PAI”, in modo da fornire un quadro quanto più esauriente della situazione lungo il tratto di costa in studio.

Si ricorda peraltro che lo studio considera solo i fenomeni franosi lungo il fronte costiero, non quelli che si manifestano in aree interne.

7 DATI ED ELABORAZIONI 7.1 INDAGINI GEOGNOSTICHE

Contestualmente allo studio dei caratteri geologici generali delle aree investigate

(stratigrafici, strutturali, geomorfologici, litologici, tessiturali, è stato possibile, con l’utilizzo di alcuni strumenti, acquisire dei dati di carattere geomeccanico per ricavare alcuni parametri fondamentali nella classificazione degli ammassi rocciosi. Questi parametri specificatamente si configurano in:

a) resistenza a compressione (σc); b) rugosità di un giunto attraverso la valutazione del Joint Roughness Coefficient (JRC); c) resistenza delle superfici di discontinuità per mezzo della valutazione del Joint Compression Strenght (JCS);

d) densità apparenta della roccia (peso di volume) (δ).

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Sono state effettuate prove sclerometriche realizzate in situ per acquisire, in modo speditivo data l’estensione dell’area in studio, elementi sulla resistenza superficiale della roccia, che rappresenta il parametro comunemente adoperato per ottenere la resistenza delle pareti delle discontinuità (noto come JCS - Joint Wall Compressive Strength).

Le indagini geomeccaniche e litotecniche sono state eseguite tenendo conto sia delle raccomandazioni AGI (Associazione Geotecnica Italiana) che di quelle della Società Internazionale di Meccanica delle Rocce (ISRM).

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7.2 DETERMINAZIONE DELLA RESISTENZA A COMPRESSIONE

I risultati ottenuti dalla integrazione dei valori delle prove sclerometriche e di quelli della densità apparente, realizzate nel corso della campagna di indagini geomeccaniche e determinate in laboratorio, hanno consentito di ricavare i valori di resistenza a compressione dei giunti, consentendo l’effettuazione di una prima classificazione degli ammassi rocciosi. I grafici esemplificativi dei risultati numerici delle tabelle saranno mostrati nelle descrizioni delle singole aree.

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Calcare marnoso stratificato

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 1 - Capo San Marco (Lato sud-est)

23.2 1,81 237,16 Roccia debole

Fr. 8 – Torre del Sevo / Abbarossa

40.7 1,98 508,06 Roccia a media resistenza

Fr. 9 – Falesie di Su Tingiosu

Rocca Su Tingiosu

31.6 2,30 434,29 Roccia a media resistenza

Roia de Su Cantaru

1,96 350,67 Roccia a media resistenza

Su Cuccuru Mannu

2,30 434,29 Roccia a media resistenza

Punta de S’Incodina

2,18 400,62 Roccia a media resistenza

Fr. 10 – S’Arena Scoada / S’Architteddu

21.8 2,01 243,84 Roccia debole

Fr. 11 – Mandriola / Matta Sa Figu

35.1 2,09 436,80 Roccia a media resistenza

Fr. 13 – Torre Scaue’sai

Parte alta 15.1 1,94 182,98 Roccia debole Parte bassa 25.7 2,29 329,56 Roccia a media

resistenza

Fr. 14 – P. de Cagaragas (S. Caterina di Pittinuri)

13.1 1,94 169,34 Roccia debole

Fr. 15 – Torre Pittinuri (S. Caterina di Pittinuri)

32.5 1,94 359,33 Roccia a media resistenza

Fr. 16 – Capo Nieddu / Torre di Foghe

22 1,94 239,21 Roccia debole

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Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength) σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 2 - Capo San Marco (Lato nord) 8 2,08 141,85 Roccia debole Fr. 2 bis – Capo San Marco (Lato sud-ovest) 29.3 2,08 341,61

Roccia a media resistenza

Fr. 3 – Torre di San Giovanni di Sinis ( Lato Sud)

8 2,08 141,85 Roccia debole

Fr. 5 – S. Giovanni di Sinis / Tombe Romane

17.2 2,08 207,35 Roccia debole

Fr. 6 – S. Giovanni di Sinis Cave 30.6 2,08 360,43 Roccia a media

resistenza

Fr. 7 – Funtana Meiga 30.0 2,08 351,62 Roccia a media

resistenza

Fr. 7 – Funtana Meiga Colluvio terroso

1.95 Consistenza

DURA

Fr. 9 – Falesie de Su Tingiosu

Su Cuccuru Mannu 12.3 1,97 165,30 Roccia debole Punta de S’Incodina 13.7 1,97 174,64 Roccia debole

Fr. 10 – S’Arena Scoada / S’Architteddu

18.8 1,74 197,30 Roccia debole

Fr. 11 – Mandriola / Matta Sa Figu 33.0 1,62 302,54 Roccia a media

resistenza

Fr. 12 – Capo Mannu /Torre Sa Mora

Parte alta

Terre < litotipo considerato < rocce

11 ÷÷÷÷ 99 Roccia debole

Parte bassa 3.4 Roccia

estremamente debole

Fr. 12 bis – Torre di Capo Mannu 12.1 1,73 155,63 Roccia debole

Fr. 13 – Torre Scau e’sai

Parte alta 11.4 2,04 161,89 Roccia debole Parte bassa 11.2 2,39 173,80 Roccia debole

Fr. 17 – Corona Niedda / Torre Columbargia

Parte alta --- 1,80 11 ÷÷÷÷ 99 Roccia debole Parte bassa 17.2 1,87 194,24 Roccia debole

Fr. 18 – S. Maria del Mare

Parte alta (A2 ) --- 1,76 11 ÷÷÷÷ 99 Roccia debole

Parte bassa (A1)

15.6 1,76 177,56 Roccia debole

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Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Basalti e Fonoliti*

Località

(Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 1 - Capo San Marco (Lato sud-est)

30.4 2,35 422,66 Roccia a media resistenza

Fr. 4 - Torre di San Giovanni di Sinis (Lato centro-nord)

28.3 2,35 383,12 Roccia a media resistenza

Fr. 14 - Punta de Cagaragas (S. Caterina di Pittinuri)

28.6 2,37 393,10 Roccia a media resistenza*

Fr. 16 – P. Coduleddu 2 37.9 2,47 660,29 Roccia resistente

Fr. 16 – Capo Nieddu / Torre di Foghe

35.2 2,57 622,50 Roccia resistente

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Piroclastiti: Ignimbriti e prodotti associati

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 19 – Sa Lumenera

Cava

Turas 1 43.7 2,22 705,41 Roccia resistente

Turas 2 42.1 2,14 606,42 Roccia resistente

Fr. 20 – M. Furru 39.6 1,86 446,35 Roccia a media resistenza

Fr. 21 – Punta Sa Sea 30.0 1,53 260,90 Roccia a media resistenza

Fr. 22 Abba Drucche Nord

29.1 1,68 274,59 Roccia a media resistenza

Cumpoltitu 30.3 1,73 293,98 Roccia a media resistenza

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7.3 REDAZIONE DI SCHEDE DESCRITTIVE

A corredo del rilevamento geo-litologico e dello studio dei caratteri geotecnici principali

delle formazioni litoidi affioranti lungo la fascia costiera in oggetto, è stato operato un censimento sulle aree interessate da fenomenologie franose con l’ausilio delle schede di censimento utilizzate per il Progetto IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia). Tale approccio metodologico ha lo scopo di incrementare le conoscenze sui fenomeni di frana poco o quasi per nulla conosciuti e/o censiti, segnalati e descritti nei loro caratteri evolutivi. Questo tipo di descrizione utilizzata in ambito nazionale, che propone un valido metodo descrittivo ai fini della classificazione e catalogazione e censimento dei fenomeni franosi, è stato adottato, nel rispetto delle modalità di descrizione ufficiali, nello svolgimento della presente ricerca sia come esercizio e sperimentazione nella interpretazione ed integrazione dei dati derivanti dal rilevamento e di quelli sperimentali relativi alle singole località indagate, sia al fine di fornire un contributo al censimento ufficiale che da qualche anno è in atto in Sardegna.

Infatti la bibliografia riguardo i fenomeni di morfogenesi costiera, con descrizione e catalogazione di eventi franosi su coste rocciose alte in Sardegna, contrariamente a quanto avviene nel resto d’Italia, non è particolarmente abbondante. Nella ricerca pertanto si è voluto affrontare anche questo aspetto proponendo, come si vedrà più avanti, un metodo che permette di classificare i fenomeni franosi strettamente localizzati lungo il fronte costiero in Sardegna. Ciò può consentire, mediante eventuali successivi lavori specifici, di confrontare eventi simili, al fine di studiare prevedere l’evoluzione delle situazioni di dissesto e, all’occorrenza, fornire elementi necessari per la pianificazione ai fini di un corretto utilizzo del territorio o per la predisposizione di eventuali interventi di migrazione e/o salvaguardia, in aree a diverso Indice di

Pericolosità da frana. La scheda adottata nel presente studio deriva da quella pubblicata nel 1996 nella

Miscellanea VII del Servizio Geologico D’Italia, che si propone come strumento fondamentale per la raccolta e l’omogeneizzazione dei dati sui fenomeni franosi in Italia.

7.4 DETERMINAZIONE DELL’INDICE GSI (GEOLOGICAL STRENGTH INDEX – HOEK) Per classificare un ammasso roccioso in letteratura esistono diversi metodi. Per le finalità di questo lavoro si è ritenuto che le metodologie più valide per la classificazione degli ammassi rocciosi identificati in questo tratto di costa fossero: - la Classificazione Rock Mass Rating (RMR) di Bieniawski (1989); - la Classificazione Qsystem di Barton (1974); - la Classificazione Geological Strength Index (GSI) di Hoek (1998, 2002). Fra le tre è stato scelto il metodo di Hoek (1998, 2002) in quanto nella maggior parte dei casi sono stati incontrati ammassi rocciosi caotici ed eterogenei e per queste fattispecie la suddetta metodica è stata ritenuta la più adatta rispetto a quella proposta da Bieniawski (1989) o alla Qsystem di Barton (1974).

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Il metodo GSI è finalizzato alla definizione dei parametri geomeccanici dell’ammasso (ϕ, c, E). Si ricorda inoltre che la curva di rottura non è lineare (criterio di Hoek-Brown:

Tabelle per la determinazione dell’indice GSI:

Ammassi rocciosi flyschoidi (Marinos & Hoek, 2000)

Ammassi rocciosi fratturati, caotici e con struttura eterogenea Marinos & Hoek, (2000)

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La classificazione GSI di Hoek determina in maniera sintetica e diretta l’indice GSI che si individua mediante l’analisi di due tabelle (sopra illustrate):

-- una usata con riferimento ad ammassi rocciosi flyschoidi, -- l’altra più specificatamente in riferimento ad ammassi fratturati (da Marinos & Hoek, 2000). In alcuni casi, il carattere litologico-stratigrafico e l’assetto morfo-strutturale di alcune

porzioni, o di intere bancate di roccia, ha determinato l’impossibilità di ottenere dei risultati oggettivamente significativi delle varie situazioni, essendo possibile solo l’acquisizione di dati parziali. In tali casi si è confrontato il risultato del GSI con lo stesso indice GSI determinato da una stima dell’indice RMRbase di Bieniawski:

GSI = RMRbase – R5 + 15 attribuendo all’ammasso roccioso un GSI come media dei due valori.

Per arrivare a una definizione dell’indice GSI sono state approntate delle schede relative

a ogni zona costiera nella quale vi erano delle evidenze di crolli o di frane. In questo sono state individuate 22 aree o zone in frana e per ognuno di esse è stata realizzata una elaborazione dell’insieme di dati ed osservazioni per giungere alla determinazione dell’Indice di Pericolosità da frana per l’attribuzione della Classe di Pericolosità “PAI”. In cartografia queste zone sono state identificate con l’abbreviazione Fr. seguita da un numero progressivo. Per ogni scheda, e quindi per ogni punto in frana, è stato determinato l’indice GSI, come segue:

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Punto investigato Indice GSI

Fr. 1 - Capo San Marco (Lato sud-est) Basalti 40 ÷÷÷÷ 50

Calcari 55 ÷÷÷÷ 65

Fr. 2 - Capo San Marco (Lato nord) Arenarie 40 ÷÷÷÷ 50

Fr. 2 bis – Capo San Marco (Lato sud-ovest) Arenarie 50 ÷÷÷÷ 60

Fr. 3 - Torre di S. Giovanni di Sinis (Lato sud) Arenarie 25 ÷÷÷÷ 35

Fr. 4 – Torre di S. Giovanni di Sinis (Lato centro - nord) Basalti 40 ÷÷÷÷ 50

Fr. 5 – S. Giovanni di Sinis / Tombe Romane Arenarie 40 ÷÷÷÷ 50

Fr. 6 – S. Giovanni di Sinis / Cave Arenarie 50 ÷÷÷÷ 60

Fr. 7 – Funtana Meiga Arenarie 35 ÷÷÷÷ 45

Fr. 8 – Torre del Sevo / Abbarossa Calcari 45 ÷÷÷÷ 55

Fr. 9 – Falesie de Su

Tingiosu

Rocca Su Tingiosu Calcari 45 ÷÷÷÷ 55

Roja de Su Cantaru Calcari 40 ÷÷÷÷ 50

Su Cuccuru Mannu Calcari 40 ÷÷÷÷ 50

Arenarie 40 ÷÷÷÷ 50

Punta de S’Incodina Calcari 40 ÷÷÷÷ 50

Arenarie 40 ÷÷÷÷ 50

Fr. 10 – S’Arena Scoada / S’Architteddu Calcari 30 ÷÷÷÷ 40

Arenarie 40 ÷÷÷÷ 50

Fr. 11 – Mandriola / Matta Sa Figu Calcari 40 ÷÷÷÷ 50

Arenarie 40 ÷÷÷÷ 50

Fr. 12 – Capo Mannu /

Torre Sa Mora

Alte Arenarie 40 ÷÷÷÷ 50

Basse Arenarie 30 ÷÷÷÷ 40

Fr. 12 bis – Torre di Capo Mannu Arenarie 30 ÷÷÷÷ 40

Fr. 13 – Torre Scau e’ sai Alte Calcari 35 ÷÷÷÷ 45

Basse Calcari 30 ÷÷÷÷ 40

Fr. 14 – P. de Cagaragas (S. Caterina di Pittinuri) Fonoliti 50 ÷÷÷÷ 60

Calcari 40 ÷÷÷÷ 50

Fr. 15 – Torre Pittinuri (S. Caterina di Pittinuri) Calcari 40 ÷÷÷÷ 50

Fr. 16

Villaggio S.Caterina Basalti 40 ÷÷÷÷ 50

Capo Nieddu / Torre di Foghe Basalti 40 ÷÷÷÷ 50

Arenarie 30 ÷÷÷÷ 40

Fr. 17 – Corona Niedda /

Torre Columbargia

Alte Arenarie 30 ÷÷÷÷ 35

Basse Arenarie 40 ÷÷÷÷ 45

Fr. 18 – Porto Alabe /

S. Maria del mare

Alte Arenarie 40 ÷÷÷÷ 45

Basse Arenarie 55 ÷÷÷÷ 60

Fr. 19 – Sa Lumenera Cava Piroclastiti 40 ÷÷÷÷ 50

Fr. 20 – M. Furru Piroclastiti 30 ÷÷÷÷ 40

Fr. 21 – Sa Sea Piroclastiti 40 ÷÷÷÷ 50

Fr. 22 – Abba Drucche /

Cumpoltitu

Abba Drucche Piroclastiti 50 ÷÷÷÷ 55

Cumpoltitu Piroclastiti 50 ÷÷÷÷ 55

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274

7.5 ANALISI MEDIANTE SOFTWARE ROCLAB DEL CRITERIO DI ROTTURA HOEK-BROUN NELLE 22 AREE RILEVATE

Per dare un senso quantitativo e qualitativo allo studio generale finora eseguito è parso

utile trattare ogni ammasso roccioso identificato sulla singola scheda di rilevamento (ex IFFI) con il software RocLab, disponibile sulla rete Internet. Il programma consente di eseguire un’analisi di caratterizzazione quantitativa utilizzando il criterio di rottura di Hoek – Brown. Questo criterio presuppone che il comportamento della roccia sia isotropo o comunque assimilabile; inoltre esso può essere applicato solo quando nell’ammasso roccioso vi sia un numero sufficiente di discontinuità ravvicinate, con identiche caratteristiche. E’ necessario inoltre che la dimensione dei blocchi isolati dalle discontinuità sia sufficientemente piccola relativamente alla dimensione del problema da analizzare. Si ricorda che l’idea base di questa trattazione consiste nell’assunto che la rottura in un ammasso roccioso sia controllata dallo spostamento e dalla rotazione di singoli blocchi di roccia, separati da numerose fratture, aventi un assetto caotico e quindi senza orientamento preferenziale di scorrimento; ecco perché l’ammasso viene considerato isotropo.

Più esplicitamente, il criterio è applicabile: - se la roccia si presenta intatta, cioè priva di fratture; - se la roccia presenta almeno tre set di fratture; - se l’ammasso roccioso è molto fratturato.

Il criterio non può essere applicato nei casi in cui: - la roccia ha un solo set di fratture; - la roccia ha due set di fratture. In tutte le aree studiate nel corso della ricerca non si sono mai verificate situazioni di inapplicabilità del metodo. In base a questa analisi può essere calcolata la resistenza a coesione (c) e l’angolo di attrito (φ) dell’ammasso roccioso. Inoltre si determineranno: - lo sforzo di tensione (σt); - il limite superiore della tensione di confinamento (σ3max); - lo sforzo di comprensione monoassiale (σc); - lo sforzo globale (σcm); - il modulo di deformazione (Erm).

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Per operare questa analisi è necessario avere a disposizione: - la resistenza a compressione uniassiale della roccia integra (σci); - l’indice GSI; - il peso di volume o densità apparente della roccia (γ) - l’altezza del versante considerato (m). Tutti i parametri sopra citati sono ricavati mediante le misure dirette sul terreno o ricavati da elaborazioni per l’applicazione di metodi e procedure di classificazione e/o legate a queste. Da notare che, al fine di poter effettuare un’analisi quanto più veritiera e cautelativa possibile, la resistenza a compressione uniassiale della roccia è stata ridotta, in alcuni casi, da un minimo del 10% a un massimo del 20% rispetto a quella ricavata tramite analisi sclerometrica e derivata dal grafico di conversione valori di rimbalzo del martello di Schmidt – densità della

roccia. Più avanti sono riportati i risultati dell’analisi relativa ad ogni scheda.

8 PROPOSTA DI UNA METOLOGIA IN GRADO DI DETERMINARE UN INDICE DI PERICOLO PER FRANA

Alla classificazione GSI si è pensato di affiancarne un’altra, utilizzata solamente in alcuni casi, quelli più emblematici relativamente ad un tratto costiero particolare oppure quelli che per situazioni contrassegnate da un importante carico antropico individuano delle particolari condizioni di pericolosità, per i quali saranno necessarie indagini più approfondite e ad una scala di maggior dettaglio.

La metodologia che si è inteso trattare si basa sulla possibilità di poter attribuire un punteggio agli indicatori determinati con le prove in sito, con le prove di laboratorio, con le misure effettuate sul terreno e con particolari condizioni al contorno presenti nei siti in frana o dissesto.

Sono state predisposte delle tabelle e per ogni punto in frana, laddove ritenuto importante, si è operato attribuendo un punteggio. La somma dei punteggi per ogni singolo parametro ha permesso di determinare un Indice di Pericolosità da frana e quindi pervenire a un’ulteriore codificazione del sito.

8.1 ESEMPLIFICAZIONE DEL METODO UTILIZZATO

Viene descritta una zona in frana in maniera dettagliata, in cui sono rappresentate le tabelle utilizzate nella descrizione di tutti i settori; più avanti in questo elaborato, nella descrizione particolareggiata di ogni settore, verranno attribuiti sinteticamente i punteggi necessari per l’attribuzione dei vari Indici di Pericolosità da frana col metodo qui sotto indicato.

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8.1.1 Metodo applicato alla Zona Fr. 13 – Scau ‘e Sai

Il valore della resistenza a compressione monoassiale (σcj) dell’ammasso roccioso è risultato in media 32.32 MPa, per cui in base alla Tabella 1 si ha che il punteggio da attribuire è 1,5. Tabella 1 - Resistenza a compressione monoassiale (σcj) dell’ammasso roccioso secondo la classificazione Deere-Miller (modificato) in associazione ai punteggi attribuiti

Punteggio Descrizione σσσσcj

MPa Kg/cm2

6,0 Resistenza molto bassa < 15 < 150 3,0 Resistenza bassa 15 ÷ 25 150 ÷ 250 1,5 Resistenza media > 25 ÷ 50 > 250 ÷ 500

0,75 Resistenza moderata > 50 ÷ 100 > 500 ÷ 1000 0,4 Resistenza alta > 100 > 1000

In questa zona il valore del GSI è 30 ÷ 40, per cui il punteggio associato in base alla

Tabella 2 è 13. Tabella 2 - Valori Geological Strength Index (GSI) in associazione ai punteggi attribuiti

Indice GSI (Hoek e Marinos, 2000)

Punteggio

0 ÷ 10 19 10 ÷ 20 17 20 ÷ 30 15 30 ÷ 40 13 40 ÷ 50 11 50 ÷ 60 9 60 ÷ 70 7 70 ÷ 80 5 80 ÷ 90 3

90 ÷ 100 1

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Le condizioni idrauliche che mettono in criticità da dissesto franoso il fronte roccioso esposto avvengono generalmente nei periodi primaverili e/o autunnali. Nelle situazioni medie si ha sempre una Condizione Bagnata e il punteggio attribuibile è 7 (Tabella 3). Tabella 3 – Condizioni idrauliche al contorno indotte da cause naturali (RMR, Bieniawski modificata, 1973) Condizione Asciutta Umida Bagnata Deboli venute Forti venute

Coefficiente 0 4 7 10 15 Le condizioni idrauliche sono riferite a un fronte di 10 mm

Dal punto di vista idrogeologico si può parlare di fattore destabilizzante nella misura di Circolazione idrica per convogliamento di acque piovane da strade asfaltate o da opere di urbanizzazione in genere che si trovano a ridosso della falesia. Come può essere osservato dalla Tabella 4 il punteggio attribuibile è 4,5. Tabella 4 – Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche

Punteggio Descrizione

7,5 Circolazione idrica dovuta a perdite di acquedotti in zone urbanizzate lungo le coste

6 Circolazione idrica dovuta a scarichi direttamente sulle falesie di acque utilizzate in abitazioni civili

4,5 Circolazione idrica per convogliamento di acque piovane da strade asfaltate e non o da opere di urbanizzazione in genere che si trovano a ridosso della falesia

3 Circolazione idrica a causa di periodiche irrigazioni di giardini a ridosso della falesia

1,5 Circolazione idrica dovuta solo ad acque piovane soprattutto in alcuni periodi dell’anno accentuata dal particolare assetto geologico-geomorfologico e/o dello stato litologico presente e dell’esposizione

0,5 Assenza di circolazione idrica a causa del particolare assetto geologico-geomorfologico e/o dello stato litologico presente e dell’esposizione

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Per quanto concerne l’angolo d’inclinazione della falesia in questo caso è di 88° per cui il punteggio attribuibile secondo la Tabella 5 è 18. Tabella 5 – Angolo d’inclinazione della falesia o del versante rispetto all’orizzontale nella direzione di caduta massi

In questa zona inoltre esiste la presenza di macchia mediterranea che grava sulla zona di nicchia della falesia e inoltre approfondisce e allarga le fratture nella roccia.

Vengono in questo modo determinate le condizioni favorevoli allo scorrimento

preferenziale delle acque selvagge che contribuiscono a generare situazioni di degrado. Tenendo conto che non sono state osservate radici, secondo la Tabella 6, è stato

attribuito a questa condizione un punteggio di 0,50. Tabella 6 – Presenza di radici e profondità raggiunta

Angolo d’inclinazione Punteggio 0° ÷ 10° 2

10° ÷ 20° 4 20° ÷ 30° 6 30° ÷ 40° 8 40° ÷ 50° 10 50° ÷ 60° 12 60° ÷ 70° 14 70° ÷ 80° 16 80° ÷ 90° 18

90° ÷ 100° 20

Descrizione Punteggio

Presenza di radici oltre 120 cm di profondità 4,60 Presenza di radici da > 60 fino a 120 cm di profondità 3,45 Presenza di radici da > 20 fino a 60 cm di profondità 2,30

Presenza di radici fino a 20 cm di profondità 1,15 Assenza di radici 0,5

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Le zona in oggetto non presentando spiagge nelle vicinanze non sopporta carico antropico significativo. Essa costituisce comunque un luogo di passaggio per operatori agricoli a ridosso della falesia. In ragione di quanto detto e in base alla Tabella 7 si può affermare che questa zona è raggiungibile sia da pedoni, che da bici e moto ma anche da mezzi agricoli per cui il punteggio attribuibile è 5

Tabella 7 – Qualità di carico antropico gravante nella zona critica

La zona considerata è stata ritenuta Attiva, per cui il punteggio attribuito è 10 (Tabella

8).

Tabella 8 – Stato attività della zona relativamente a fenomeni di frana

Descrizione Punteggio

Luogo difficilmente raggiungibile da persone 1 Luogo raggiungibile solo da pedoni 3

Luogo raggiungibile da biciclette 4 Luogo raggiungibile da moto e mezzi agricoli 5

Luogo transitabile con automobili 7 Luogo transitabile da mezzi pesanti 9

Descrizione Punteggio

Attivo, riattivato, sospeso 10 Quiescente 6

Stabilizzato (naturalmente o artificialmente) 2 Relitto 1

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Sapendo che la somma di punteggi è di 59,50 in base alla Tabella A sotto riportata è stato possibile classificare la zona Fr. 13 come Area a indice di Pericolosità da frana.

Tabella A – Indice di pericolosità da frana (in base alla somma dei punteggi ottenuti dalle Tabelle n. 1, n. 2, n. 3, n. 4, n. 5 e n. 6)

Somma punteggi Classificazione < 6,4 Area a Pericolosità molto bassa

6,4 ÷ 23,34 Area a Pericolosità bassa 23,35 ÷ 40,29 Area a Pericolosità media 40,30 ÷ 57,24 Area a Pericolosità medio-alta 57,25 ÷ 74,19 Area a Pericolosità alta

> 74,20 Area a Pericolosità molto alta E’ stata ottenuta in tal modo una tabella che contiene e riassume nel complesso il processo interpretativo utilizzato metodologicamente per la determinazione dell’Indice di Pericolosità da frana elaborato nel lavoro. Le tabelle riassuntive relative alle singole aree verranno presentate nello studio condotto nelle varie zone identificate come interessate da processi franosi Tabella esemplificativa:

Zona Fr. 13 – Torre Scau ‘e Sai [ Calcari stratigraficamente bassi ]

Descrizione Valore Punteggio

Resistenza a compressione monoassiale 32,32 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 30 ÷ 40 13

Condizioni idrauliche bagnata 7

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 80° ÷ 90° 18

Presenza di radici e profondità raggiunta 0 cm 0,50

Qualità di carico antropico ... 5

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 59,50

Area a Indice di Pericolosità elevata da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità molto elevata da frana,

Classe Hg4

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9 ESPOSIZIONE DEI DATI DELLE SINGOLE ZONE 9.1 CAPO SAN MARCO Nel settore compreso tra il promontorio di Capo San Marco e la Torre di San Giovanni sono state individuate sei aree (Zone) in cui è possibile rilevare fenomeni di instabilità; una di queste aree è localizzata in falesia, interessa sia i basalti sia i calcari arenacei e le marne della successione pliocenica ivi affiorante. Le aree sono individuate sul versante di medio-alta acclività e di quota topografica variabile, ove appare evidente l’interferenza ed il condizionamento da parte del fattore litologico, in particolare per la presenza, nella parte bassa del versante, della sub-unità argilloso-marnosa del Messiniano che caratterizza la base della Formazione di Capo San Marco e che, con la pur estremamente lenta evoluzione morfogenetica gioca certamente un ruolo determinante nelle condizioni di instabilità delle unita litologiche sovrastanti. Sono interessate ai fenomeni di instabilità, oltre che i basalti e le unità marnoso-arenacee, anche il complesso eolico di arenarie pleistoceniche in particolare disposte sull’istmo tra il Capo S.Marco e la Torre di San Giovanni.

Zona Fr. 1 Denominazione: Fr. 1 Capo San Marco (Lato sud-est) Litologia: Basalti Coordinate geografiche: P. Fr. 1 Latitudine – N 39°51’40,7” Longitudine – E 008°26’02,6” Altitudine: 35 metri slm Punto in frana: si Punto prelievo campioni litologici: no Una successione di colate basaltiche, dello spessore ± 30 metri, caratterizza il tratto di

falesia più meridionale del promontorio. Il basalto si presenta alternativamente con struttura massiva, sovente con blocchi di varia

dimensioni che appaiono sulla parete con struttura caotica per via della fatturazione estremamente diffusa; solo in alcune aree del fronte della falesia è localmente conservata una struttura colonnare e/o prismatica. Talora si osserva una struttura scoriacea, bollosa. I diversi sistemi di fratturazione mostrano una spaziatura che è in relazione con le modalità di raffreddamento delle lave. Ciò determina ai bordi dell’affioramento, coincidenti ad ovest con la falesia, crolli di blocchi di dimensioni metriche (Figura 184).

Un complesso sistema di faglie interessa infatti la zona ed ha creato un’alternanza di blocchi rialzati separati da trincee profonde fina a circa 8-10 m, parzialmente colmati da detriti derivanti dai crolli nel materiale basaltico. Tale struttura, quiescente dal punto di vista tettonico, è stata riattivata in seguito all’innesco di un complessivo movimento franoso, anche per il comportamento plastico del sottostante livello colluviale argilloso arrossato, in grado di determinarne lo scivolamento complessivo.

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Il complesso basaltico ricopre alla base un deposito colluviale sabbioso-argilloso di origine continentale (C1) di colore rosso intenso. Questi depositi genericamente vengono descritti in bibliografia come “paleosuoli”, con una attribuzione genetica in molto casi arbitraria. Il colluvio è continuo al di sotto della copertura basaltica e localmente il suo grado di erodibilità sembra contribuire alla destabilizzazione delle porzioni di roccia sovrastanti, anche in virtù della intensa fatturazione di quest’ultima.

Di esso è stata eseguita l’analisi tessiturale per definirne i caratteri sedimentologici

principali.

Figura 184 – Lato occidentale del plateau basaltico, depressioni per collasso e blocchi sul bordo della falesia

Sulla vulcanite sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante

martello di Schmidt (sclerometro per rocce); le determinazioni per il modulo di elasticità sono state eseguite con una distribuzione statistica su più porzioni di roccia. I dati acquisiti con le determinazioni sono riportati nella tabella che segue:

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Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (30+24+36+24+28)/5 = 28.4 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (32+26+34+26+27)/5 = 29 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (42+30+27+40+30)/5 = 33.8. Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 30.4

Numero test sui basalti

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 30 2 24 3 36 4 18* 5 15* 6 13* 7 24 8 23* 9 23* 10 28 11 32 12 26 13 18* 14 34 15 26 16 18* 17 22* 18 27 19 22* 20 23* 21 17* 22 42 23 30 24 27 25 40 26 30 27 24* 28 27* 29 24* 30 18*

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284

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

BASALTI r = 30,4 d = 2,35 g/cmc = 23,05 KN/mcσ = 41,45 MPa = 422,66 Kg/cmq

Fr. 1 - Capo San Marco (Lato sud-est)

rimbalzo martello

c

I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nella seguente tabella:

Utilizzando i valori dell’indice di rimbalzo e della densità apparente, è stato costruito il

grafico col quale viene determinata la resistenza a compressione della roccia in esame, secondo il metodo Hoeck 2000 modificato.

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Basalti

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 1 - Capo San Marco (Lato sud-est) 30.4 2,35 422,66 Roccia a media resistenza

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L’insieme dei dati acquisiti mediante il rilevamento geo-litologico e dell’ analisi dei dati delle prove geognostiche condotte sul terreno ha consentito di classificare il complesso litoide interessato, nella Zona Fr. 1, secondo il Geological Stregth Index (Hoeh), in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per la valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In sintesi, le valutazioni effettuate nella zona considerata indicano che:

- la formazione basaltica, molto intensamente fratturata, mostra all’interno della sua massa dei giunti lisci; l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi leggermente alterato e il riempimento dei giunti è assente o costituito da cemento calcareo o da frammenti litici angolari.

- - Inoltre, nella parte alte di questa unità litologica si osserva la presenza di radici che si

spingono fino a profondità di circa 0,60 metri dalla sommità - Pertanto, l’ammasso roccioso nel suo complesso manifesta avere un GSI = 40 ÷ 50.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 1 - Capo San Marco (Lato sud-est) Basalti 40 ÷ 50

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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288

Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown. E’ stato utilizzato un GSI = 43 (che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il

valore di σc = 33,16 MPa (cioè ridotto del 20% rispetto al valore di 41,45 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare l’Indice di Pericolosità da frana

Zona Fr. 1 – Capo San Marco (Lato sud-est) [ Basalti ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 41,45 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche asciutte 0

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 1,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 60° ÷ 70° 14

Presenza di radici e profondità raggiunta > 20 ÷ ≤ 60 cm 2,30

Qualità di carico antropico ... 7

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 47,30

Area a Indice di Pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

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Zona Fr. 1 A, Fr. 1 B0, Fr. B1

Denominazione: Fr. 1 Capo San Marco (Lato sud-est) Litologia: Arenarie siltoso-argillose, calcari arenacei Coordinate geografiche: P. Fr. 1 A Latitudine – N 39°51’52.8” Longitudine – E 008°26’02.6” P. Fr. 1 B0 Latitudine – N 39°51’54.8” Longitudine – E 008°26’02.5” P. Fr. 1 B1 Latitudine – N 39°51’56.0” Longitudine – E 008°26’04.7” Altitudine: tutti, in media 1,5 metri slm Punti in frana: tutti Punti prelievo campioni litologici: Fr. 1 B0 e Fr. 1 B1 . Le unità stratigrafiche interessate dalle analisi sono rappresentate dal complesso

arenaceo-marnoso della successione pliocenica (Fig. 1, 2). Zona FR1 Nella zona della Fr. 1 A sono state rilevate delle misure di giacitura degli strati, che

mostrano dei valori anche assai differenti tra loro: Direzione = N 25° E; Immersione = N 295°; Inclinazione = 35°

I blocchi di arenarie e calcari pliocenici affioranti sono ribassati rispetto al corpo della

successione che costituisce la falesia poco più a nord, per la presenza di una faglia diretta normale che mostra un rigetto di circa 15 m. Verso sud, per l’intera altezza della falesia, affiora il complesso delle vulcaniti basaltiche.

Poco più a nord, sul fronte della falesia sono state rilevate altre due zone, la zona Fr. 1

B0 e la zona Fr. 1 B1. I valori della giacitura misurati nella zona della Fr. 1 B1, sono i seguenti:

Direzione = N 90° E; Immersione = N 180°; Inclinazione = 25° Direzione = N 25° E; Immersione = N 295°; Inclinazione = 35°

Le coordinate dei punti in frana sono le seguenti:

- Fr. 1 B0 = N 39° 51,850’ E 008° 25,945’ - Fr. 1 B1 = N 39° 51,870’ E 008° 25,951’

La parete della falesia mostra una inclinazione di circa 85°; sulla sua superficie sono

particolarmente distinte, per via di una ben definita erosione selettiva, le varie bancate che rappresentano le alternanze a differente costituzione litoide. Sul fronte integro della successione sedimentaria non sono rilevabili piani di discontinuità, la stratificazione segue prevalentemente un andamento piano-parallelo. Il grado di cementazione, appare medio, localmente debole.

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Sul fronte della nicchia delineata dai crolli delle arenarie calcaree avvenuti di recente (Figura 185) appaiono invece evidenti delle superfici di discontinuità ad andamento verticale, individuati da dei giunti beanti, a superfici rugose, della larghezza fino a 3-5 cm, che individuano dei grossi blocchi in appoggio precario sulla parete (Figura 186). Non è stato possibile rilevare ai fini statistici con completezza eventuali direzioni ed orientazione di tali strutture.

Per quanto il promontorio di Capo San Marco sia interessato da strutture di faglia (faglie

dirette), ben evidenziate sia dai rapporti di giacitura e di contatto tra le varie unità sia dalla sua attuale strutturazione morfologica, non è parso di poter rapportare le eventuali direzioni dei giunti e delle discontinuità osservate con le direzioni delle strutture tettoniche e di poter attribuire invece la loro manifestazione agli effetti indotti dalla medesima dinamica dei crolli. Si osserva quindi che le modalità di evoluzione morfogenetica in quest’area si manifestano tendenzialmente mediante fenomeni di distacco e di crollo di consistenti volumi di roccia, favorite anche dalle condizioni di scarsa cementazione e della tessitura caotica dei livelli di brecce e di argille siltoso-marnose dell’unita basale della successione sedimentaria. Alla base della successione, la dinamica marina ha inciso un ampio solco di battente, che costituisce anch’esso un fattore predisponente i fenomeni di scalzamento alla base.

Nella Zona Fr. 1 B0 è stato prelevato un campione, costituito da una breccia di frizione le

cui componenti litoidi appartengono sia alla Formazione di Torre del Sevo e sia ai Calcari Laminati del Sinis, della successione evaporitica messiniana.

Sulle arenarie siltose sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico,

mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) e pettine di Barton sui calcari in zona Fr. 1 B0. I dati acquisiti e la loro elaborazione sono illustrati nella tabella che segue:

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N.B. i valori scritti in grossetto sono stati acquisiti utilizzando lo sclerometro in posizione orizzontale

.

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (17.6+18.7+24.8+20.7+19.7)/5 = 20.3

Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (26.9+29.0+40.5+26.9+29.0)/5 = 30.46

Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (19.7+17.6+20.7+18.7+17.6)/5 = 18. Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 23.2 Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton = 3 ⇒ 4 ÷ 6 JRC range.

Numero test sui calcari

aren. Fr. 1 B0.

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 2 1 17,6 2 22 18,7 3 28 24,8 4 10 6,8* 5 21 17,6* 6 21 17,6* 7 24 20,7 8 14 10,7* 9 10 6,8* 10 23 19,7 11 30 26,9 12 12 8,8* 13 32 29,0 14 43 40,5 15 30 26,9 16 23 19,7* 17 22 18,7* 18 21 17,6* 19 27 23,8* 20 32 29,0 21 10 6,8* 22 14 10,7* 23 16 12,7* 24 23 19,7 25 21 17,6 26 16 12,7* 27 24 20,7 28 22 18,7 29 21 17,6 30 14 10,7*

Test col profilometro (pettine di Barton) sui calcari arenacei

Fr. 1 B0.

Classe Profili tipici di rugosità sulla

calcarenite

3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 4 6 ÷ 8 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 4 6 ÷ 8 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6

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Fr. 1 B0 Sulle arenarie argillose basali in un altro sito della zona Fr. 1 B0 sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) e pettine di Barton. I dati acquisiti e la loro elaborazione sono illustrati nella tabella che segue.

N.B. i valori scritti in grossetto sono stati presi tenendo lo sclerometro in orizzontale.

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (43.6+30.5+11.7+12.7+18.7)/5 = 23.4 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (20.7+30.5+29.0+39,4+26.9)/5 = 29.3 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (30.5+30.0+30.0+24.8+26.9+30.5)/6 = 28.7 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 27.1 Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton = 2 ⇒ 2 ÷ 4 JRC range

Numero test sui calcari ar.

Fr. 1 B0

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 46 43,6 2 34 30,5 3 14 10,7* 4 15 11,7 5 11 7,8* 6 10 6,8* 7 10 6,8* 8 12 8,8* 9 16 12,7 10 22 18,7 11 18 14,6* 12 24 20,7 13 14 10,7* 14 34 30,5 15 32 29,0 16 16 12,7* 17 42 39,4 18 22 18,7* 19 30 26,9 20 12 8,8* 21 24 20,7* 22 12 8,8* 23 14 10,7* 24 18 14,6* 25 34 30,5 26 33 30,0 27 33 30,0 28 28 24,8 29 24 20,7* 30 18 14,6* 31 30 26,9 32 34 30,5

Test col profilometro (pettine di Barton) sui calcari arenacei

Fr. 1 B0

Classe Profili tipici di rugosità sul

calcare

1 0 ÷ 2 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 1 0 ÷ 2 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 4 6 ÷ 8 2 2 ÷ 4 1 0 ÷ 2

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Analoghe determinazioni sono state eseguite sui banchi maggiormente cementati dell’unità arenacea-calcarenitica appartenente alla parte superiore della successione stratigrafica, nella zona Fr. 1 B0. I dati acquisiti e la loro elaborazione sono illustrati nella tabella che segue. N.B. i valori scritti in grassetto sono stati presi tenendo lo sclerometro in orizzontale

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (20.7+22.8+14.6+19.7+35.2)/5 = 22.6 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (16.6+18.7+18.7+22.8+14.6)/5 = 18.3 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (16.6+18.7+14.6+20.7+16.6)/5 = 17.4 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 19.4 Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton =

3 ⇒ 4 ÷ 6 JRC range

Nella zona Fr. 1 B1 è stato prelevato un campione per le prove di laboratorio ed è stato denominato C2. La sua densità apparente è di 2,3749 g/cm3.

E’ stata considerata una densità media relativamente ai quattro campioni: C11, C12, C13

e C2.

Numero test sui calcari Fr. 1

B0

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 16 24 20,7 14 10,7* 2 17 26 22,8 12 8,8* 3 18 11 7,8* 12 8,8* 4 19 18 14,6 18 14,6 5 20 10 6,8* 16 12,7* 6 21 13 9,7* 12 8,8* 7 22 18 14,6* 12 8,8* 8 23 23 19,7 11 7,8* 9 24 15 11,7* 15 11,7* 10 25 38 35,2 20 16,6 11 26 20 16,6 22 18,7 12 27 22 18,7 12 8,8* 13 28 16 12,7* 18 14,6 14 29 22 18,7 24 20,7 15 30 26 22,8 20 16,6

Test col profilometro (pettine di Barton) sui

calcari Fr. 1 B0

Classe Profili tipici di rugosità sul

calcare

1 0 ÷ 2 2 2 ÷ 4 4 6 ÷ 8 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6

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010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

CALCARE r = 23,2 d = 1,81 g/cmc = 17,75 KN/mcσ = 23,26 MPa = 237,16 Kg/cmq

Fr. 1 - Capo San Marco (Lato sud-est)

rimbalzo martello

c

191817

I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nella seguente tabella:

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenarie calcaree

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 1 - Capo San Marco (Lato sud-est) 23.2 1,81 237,16 Roccia debole

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Come risulta dal rilevamento dei dati e delle valutazioni, così come indicato nella scheda sopra descritta, nella zona Fr. 1A, Fr. 1B0, Fr. 1B1, individuata sul lato occidentale di Capo San Marco, risulta che:

- Il calcare arenaceo si mostra fratturato, mostra dei giunti leggermente rugosi, l’ammasso

roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi leggermente alterato e il riempimento dei giunti è costituito da cemento calcareo o da frammenti angolari.

- Pertanto, l’ammasso roccioso nel suo complesso manifesta avere un GSI = 55 ÷65.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 1 - Capo San Marco (Lato sud-est) Calcare arenaceo 55 ÷ 65

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown.

E’ stato utilizzato un GSI = 56 che appare il più rispondente alla realtà considerata, e il valore di σc = 20,93 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 23,26 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

:

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Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare l’Indice di Pericolosità da frana

Figura 185 – Crolli di blocchi isolati da sistemi di fratture e giunti

Zona Fr. 1 – Capo San Marco (Lato sud-est) [ Calcari ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 23,26 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 55 ÷ 65 8

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 1,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 60° ÷ 70° 14

Presenza di radici e profondità raggiunta ≤ 20 cm 1,15

Qualità di carico antropico ... 7

Stato Attività Quiescente 6

Somma punteggio 43,15

Area a Indice di pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

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301

Fratturazione parallela alla parete della falesia La parete residua e la nicchia di frananelle arenarie Figura 186

La successione pliocenica interessata dal crollo Il fronte della frana

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302

Zona Fr. 2 Denominazione: Fr. 2 Capo San Marco (Lato nord) Litologia: Arenarie Coordinate geografiche: P. Fr. 2 Latitudine – N 39°52’05.3” Longitudine – E 008°26’24.6” Altitudine: 35 metri slm Punto in frana: si Punto prelievo campioni litologici: si. Questa zona, situata immediatamente a sud dell’istmo che collega il principale

insediamento archeologico di Tharros al promontorio di Capo San Marco, è caratterizzata dalla presenza di un’area cimiteriale appartenente al complesso archeologico suddetto e che quale si sviluppa all’interno di una successione di arenarie eoliche dello spessore che può raggiungere circa 10 m ma con andamento irregolare, dipendentemente dalla morfologia del basamento di appoggio.

La successione stratigrafica che caratterizza l’area di frana è costituita, dal basso, da: ---alternanze di argille e marne appartenenti alla parte bassa della Formazione di Capo S.Marco, sottilmente stratificate e con giacitura sub-orizzontale ---arenarie eoliche medie quarzoso-bioclastiche, appartenenti alle fasi deposizionali del Pleistocene medio?- superiore. Il complesso delle arenarie è costituito da vari episodi di accrescimento, con riattivazioni che determinano variazioni di angolo nello sviluppo verticale. l’intero complesso affiora con una struttura allungata mediamente di direzione 4°- 6° N, immersione N 94°- 96° E ed compresa tra 10°- 15°. Le arenarie sono regolarmente stratificate, con alterni livelli granulometricamente differenti, entro l’intervallo delle arenarie medie e medio-fini, disposti secondo il verso della accrezione verticale e con grado di cementazione leggermente variabile.

Nell’intera area sono evidenti i movimenti di massa che interessano sia le argille e le marne sia le arenarie e che si manifestano con modalità ed effetti diversi. Si possono cogliere di tale situazione due differenti aspetti, che infine convergono a giustificare nel complesso la morfogenesi in atto ed i conseguenti fenomeni franosi.

1-- Lungo l’intero fronte dell’affioramento, sul lato occidentale, le arenarie giacciono, a quota gradualmente più elevata verso sud, inizialmente sulle le argille e sulle marne basali, successivamente e per breve tratto sui calcari marnosi della medesima formazione messiniana ed infine sulla copertura colluviale detritica che ricopre i calcari. Sia il complesso argilloso-marnoso sia quello calcareo, qui assai poco spesso, sia la copertura detritica colluviale manifestano, seppur nella loro diversità litologica, un medesimo comportamento duttile. In conseguenza di ciò, l’intero complesso superiore delle arenarie, che rappresenta un litotipo rigido, appare interessato da numerose fratture ad andamento verticale e/o poco inclinato, a tratti anche apparentemente guidato dalle numerose strutture archeologiche di tipo funerario scavate nell’interno del corpo delle arenarie (Figura. 187).

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San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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303

Figura 187 – Versante e fronte di crollo delle arenarie

2—L’unità argilloso

marnosa è interessata da un processo di lento movimento verso il basso, per effetto della gravità e sotto l’influenza delle condizioni climatica che ciclicamente tendono a metterne in risalto le spiccate caratteristiche di plasticità. Gli effetti di tale comportamento raggiungono Il limite superiore del versante, fino alla superficie di contatto con il corpo delle arenarie sulle quali pertanto, anche in ragione della eterogeneità dimensionale di alcuni loro livelli, del differente grado di cementazione tra questi e dell’inclinazione dei set della loro accrezione, la fratturazione si accentua secondo un sistema dalle geometrie complesse.

Ne consegue lo sviluppo di giunti in differenti direzioni non computabili statisticamente, responsabili infine dell’isolamento di numerosi blocchi potenzialmente instabili e di dimensioni differenti. In questa maniera avvengono sia degli scalzamenti alla base delle arenarie sia, con un incremento delle spaziature delle discontinuità, i movimenti di collassamento e di crollo per ribaltamento dei blocchi isolati, con una dinamica tendente al rotolamento verso il piede del versante.

Il cinematismo che interessa l’intero versante nord-occidentale di Capo San Marco ne coinvolge in misura differente le varie porzioni dello stesso, che lungo la sezione normale al suo sviluppo laterale mostra una morfologia a gradoni. Questa è condizionata presumibilmente dalla irregolarità ed intermittenza del movimento verso il basso, forse in dipendenza di una differente componente traslativa presumibilmente attivata da superfici di scivolamento, anche con la coalescenza di diversi movimenti, tra le argille e le marne che si alternano nella sub-unità basale miocenica della Formazione di Capo San Marco. Testimonianza dell’entità di tale cinematismo e della sua pur estremamente lenta continuità nel tempo sono i grossi blocchi stratificati della sub-unità dei calcari sommitali della medesima Formazione, dislocati a differenti quote topografiche lungo il medesimo versante.

I crolli dalla porzione superiore di questo versante coinvolgono, oltre che le arenarie dell’unità pleistocenica, anche numerosi blocchi di basalto provenienti dalla cornice superiore del pianoro. La loro presenza fino all’attuale livello della spiaggia fornisce elementi, come si vedrà più avanti, per comprendere ed ipotizzare una attribuzione cronologica all’evoluzione di questi fenomeni e conseguentemente di comprenderne la velocità dei processi che presiedono all’evoluzione morfogenetica in quest’area.

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304

I dati per la caratterizzazione geotecnica delle arenarie sono stati acquisiti in due punti, denominati Fr. 2 e Fr. 2 bis.

Sulle arenarie della Zona FR 2 è stata eseguita la caratterizzazione geotecnica e geomeccanica: sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) e Pettine di Barton sull’arenaria. Vengono qui di seguito illustrati i risultati delle prove

Calcolo del rimbalzo R sull’unica serie di dieci misure = (10+10+5+8+7)/5 = 8 Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton = 4 ⇒ 6 ÷ 8 JRC range

Numero test sulla arenaria

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 10 2 0 3 0 4 0 5 0 6 10 7 0 8 0 9 0 10 0 11 0 12 0 13 5 14 8 15 0 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 *** 26 27 28 29 30

Test col profilometro (pettine di Barton)

Classe Profili tipici di rugosità sulle

arenarie

9 16 ÷ 18 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 5 8 ÷ 10 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 5 8 ÷ 10 5 8 ÷ 10 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 5 8 ÷ 10

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305

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

1 50

+ - -+20

0

c

ARENARIA r = 8 d = 2,08 g/cmc = 20,40 KN/mcσ = 13,91 MPa = 141,85 Kg/cmq

Fr. 2 - Capo San Marco (Lato nord)

rimbalzo martello

c

I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nella seguente tabella:

Utilizzando i valori dell’indice di rimbalzo e della densità apparente, è stato costruito il

grafico col quale viene determinata la resistenza a compressione della roccia in esame, secondo il metodo Hoeck 2000 modificato.

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density)

in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 2 - Capo San Marco (Lato nord) 8 2,08 141,85 Roccia debole

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306

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307

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308

L’insieme dei dati acquisiti mediante il rilevamento geo-litologico e dell’ analisi dei dati delle prove geognostiche condotte sul terreno ha consentito di classificare il complesso litoide interessato, nella Zona Fr. 2, secondo il Geological Stregth Index (Hoeh), in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per la valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 2, risulta che: - la formazione litoide indagata si mostra molto fratturata, possiede dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è generalmente assente. Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷ 50. Sulla sommità de questo corpo litoide si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di circa 1.40 metri dalla sommità.

- Pertanto, l’ammasso roccioso nel suo complesso manifesta avere un GSI = 40 ÷ 50.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 2 - Capo San Marco (Lato nord) Arenarie 40 ÷ 50

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309

Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown. E’ stato utilizzato un GSI = 43 che è

quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 13,00 MPa (cioè ridotto del 6,5% rispetto al valore di 13,91 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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310

Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare

l’Indice Pericolosità da frana

Zona Fr. 2 – Capo San Marco (Lato nord) [ Arenarie ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 13,91 MPa 6

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche asciutte 0

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 30° ÷ 40° 8

Presenza di radici e profondità raggiunta > 120 cm 4,60

Qualità di carico antropico ... 7

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 51,10

Area a Indice di pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

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311

Zona Fr. 2 bis Denominazione: Fr. 2 bis Capo San Marco (Lato sud-ovest) Litologia: Arenarie Coordinate geografiche: P. Fr. 2 bis Latitudine – N 39°00’03.9” Longitudine – E 008°00’03.5” Altitudine: 7 metri slm Punto in frana: si Punto prelievo campioni litologici: no.

Le determinazioni di tipo geognostico

eseguite mediante martello di Schmidt

(sclerometro per rocce) sull’arenaria sono riportate nella tabella:

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (21+22+28+24+23)/5 = 23.6 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di sei misure = (32+43+30)/3 = 35 Rmedio = (R1 + R2)/2 = 29.3

Numero test sulla arenaria

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 21 2 22 3 28 4 10* 5 21* 6 21* 7 24 8 14* 9 10* 10 23 11 30* 12 12* 13 32 14 43 15 30 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 *** 26 27 28 29 30

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312

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

ARENARIA r = 29,3 d = 2,08 g/cmc = 20,40 KN/mcσ = 33,50 MPa = 341,61 Kg/cmq

Fr. 2 bis - Capo San Marco (Lato sud-ovest)

rimbalzo martello

c

I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nella seguente tabella:

Utilizzando i valori dell’indice di rimbalzo e della densità apparente, è stato costruito il

grafico col quale viene determinata la resistenza a compressione della roccia in esame, secondo il metodo Hoeck 2000 modificato.

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria

Località

(Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density)

in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 2 bis – Capo San Marco (Lato sud-ovest) 29.3 2,08 341,61 Roccia a media resistenza

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313

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314

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315

E’ possibile classificare la Formazione ad arenarie in zona Fr. 2 bis secondo il Geological Stregth Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 2 bis, risulta che: - la formazione in questione si mostra fratturata, possiede dei giunti leggermente rugosi, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi leggermente alterato e il riempimento dei giunti è generalmente assente; la dove presente è costituito da sabbia fine. Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 50 ÷ 60.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 2 bis - Capo San Marco (Lato sud-ovest) Arenarie 50 ÷ 60

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316

Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown. E’ stato utilizzato un GSI = 55 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 30,15 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 33,50 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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317

Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare l’Indice di Pericolosità da frana:

Zona Fr. 2 bis – Capo San Marco (Lato sud-ovest) [ Arenarie ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 33,50 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 50 ÷ 60 9

Condizioni idrauliche asciutte 0

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 1,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 30° ÷ 40° 8

Presenza di radici e profondità raggiunta ≤ 20 cm 1,15

Qualità di carico antropico ... 5

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 36,15

Area a Indice di Pericolosità media da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità media da frana,

Classe Hg2

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318

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319

Pertanto, l’assetto geologico del promontorio di Capo San Marco risulta fortemente condizionante e determinante per quanto riguarda le caratteristiche morfologiche che lo caratterizzano: i rilievi che lo costituiscono e che sono caratterizzati dall’affioramento affioramento basaltico sommitale mostrano dei bordi, specialmente nel settore sud-occidentale, con scarpate sub-verticali interessate da diffusi fenomeni di crolli di blocchi, più consistenti dove la vulcanite si mostra maggiormente fratturata.

Altri rilevanti fenomeni gravitativi sono presenti in corrispondenza dei depositi argillosi

alla base della Formazione di Capo San Marco, che ove evidenziano sull’area di affioramento alcuni scivolamenti rototraslativi.

Dove le argille sono sormontate da ammassi rigidi, ai sopraddetti movimenti si

aggiungono anche importanti fenomeni di crollo e ribaltamento dei litotipi più resistenti, in questo caso rappresentato in prevalenza dalle arenarie, limitatamente dal basalto sulla parte più elevata della cornice del pianoro. I blocchi di basalto hanno progressivamente migrato gia nel corso del Pleistocene, fino a giungere, per effetto dello scivolamento su un versante costituito dalle marne argillose basali della Formazione di Capo San Marco anche in aree distali, quali si individuano attualmente nella parte centrale dell’istmo che congiunge il promontorio del capo al piccolo rilievo della Torre di San Giovanni.

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320

Zona Fr. 3 Denominazione: Fr. 3 - Torre di S. Giovanni di Sinis (Lato sud) Litologia: Arenarie Coordinate geografiche: P. Fr. 3 Latitudine – N 39°52’21.8” Longitudine – E 008°26’23.8” Altitudine: 17 metri slm Punto in frana: si Punto prelievo campioni litologici: no.

Il piccolo rilievo che ospita la Torre di San Giovanni, all’estremità settentrionale dell’istmo

di Capo San Marco è pressoché interamente rappresentato dall’unità delle argille appartenenti alle base della Formazione di Capo S. Marco. Nella parte alta, in discordanza sulle argille poggia un limitata placca di vulcanite basaltica, dai caratteri apparentemente simili a quella descritta nel promontorio del Capo.

La porzione bassa e media dei versanti è interessata, soprattutto sul lato meridionale, dalla presenza di una spessa copertura di arenarie eoliche, appartenenti al Pleistocene medio?-superiore, simili e presumibilmente coeve di quelle caratterizzate in precedenza.

Anche quest’area l’arenaria presenta manifestazioni franose, che interferiscono sulla parte settentrionale della spiaggia dell’istmo (Figura 188).

Alle arenarie è stato attribuito il valore di densità del campione C3. La loro densità apparente che è di 2,0837 g/cm3

La dinamica evolutiva, come per la Zona Fr. 2, è anche qui condizionata dalla scarsa

competenza degli strati inferiori al piede del versante e all’estrema labilità, dal punto di vista geo-meccanico, della litologia stessa.

Figura 188 – arenarie sul versante sud-occidentale

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321

Sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) e Pettine di Barton sulle arenarie eoliche:

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di quindici misure ≅ 8 Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton = 4 ⇒ 6 ÷ 8 JRC range

Test col profilometro (pettine di Barton)

Classe Profili tipici di rugosità sulle

arenarie

5 8 ÷ 10 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 5 8 ÷ 10 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 5 8 ÷ 10 5 8 ÷ 10 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6

Numero test sull’arenaria

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 0 2 0 3 0 4 0 5 0 6 8 7 0 8 0 9 0 10 10 11 0 12 0 13 0 14 0 15 0 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 *** 26 27 28 29 30

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

Seconda parte: Valutazione di un indice di Pericolosità da frana – Paolo Sardu – 2010

322

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

ARENARIA r = 8 d = 2,08 g/cmc = 20,40 KN/mcσ = 13,91 MPa = 141,85 Kg/cmq

Fr. 3 - Torre di San Giovanni di Sinis (Lato sud)

rimbalzo martello

c

I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nella seguente tabella:

Utilizzando i valori dell’indice di rimbalzo e della densità apparente, è stato costruito il

grafico col quale viene determinata la resistenza a compressione della roccia in esame, secondo il metodo Hoeck 2000 modificato.

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria

Località

(Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 3 – Torre di San Giovanni di Sinis (Lato Sud)

8 2,08 141,85 Roccia debole

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San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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323

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324

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325

E’ possibile classificare la Formazione ad arenarie in zona Fr. 3 secondo il Geological

Stregth Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In base alle valutazioni effettuate in fase di rilevamento e di elaborazione dei dati, nella zona Fr. 3, risulta che:

- la formazione litoide in oggetto si mostra fratturata, possiede dei giunti lisci, talora levigati, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi da moderatamente alterato a fortemente alterato e il riempimento dei giunti è generalmente assente ed ove presente è costituito da sabbia limosa e/o limoso-argilloso.

- - Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 25 ÷ 35. -

Si osserva la presenza di radici che si spingono, entro le fessurazioni, fino a profondità di circa 1.60 metri dalla sommità.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 3 – Torre di S. Giovanni di Sinis (Lato sud) Arenarie 25 ÷ 35

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326

Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown. E’ stato utilizzato un GSI = 29 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 12,52 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 13,91 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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327

Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare l’Indice di Pericolosità da frana:

Zona Fr. 3 – Torre di San Giovanni di Sinis (Lato sud) [ Arenarie ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 13,91 MPa 6

GSI (Geological Strength Index) 25 ÷ 35 14

Condizioni idrauliche asciutte 0

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 40° ÷ 50° 10

Presenza di radici e profondità raggiunta > 120 cm 4,60

Qualità di carico antropico ... 7

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 56,10

Area a Indice di Pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità media da frana,

Classe Hg2

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Zona Fr. 4 Denominazione: Fr. 4 – Torre di S. Giovanni di Sinis Lato centro-nord) Litologia: Basalti Coordinate geografiche: P. Fr. 4 Latitudine – N 39°52’25.2” Longitudine – E 008°26’24.8” Altitudine: 48 metri slm Punto in frana: si Punto prelievo campioni litologici: si.

Sul piccolo rilievo su cui si trova la Torre di San. Giovanni, zona denominata in

cartografia come Fr. 4. una limitata copertura basaltica poggia sulle argille della Formazione di Capo S. Marco. Sono evidenti su quest’ultima degli stress da carico, con conseguente fratturazione, cedimento e ribaltamento di blocchi di vulcanite.

Il campione raccolto per le analisi di laboratorio è stato denominato C4. La sua densità

apparente è di 2,3509 g/cm3.

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329

Sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) e Pettine di Barton sui basalti:

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (36+26+26+26+24)/5 = 27.6 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di sei misure = (34+27+26)/3 = 29 Rmedio = (R1 + R2)/2 = 28.3 Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton = 5 ⇒ 8 ÷ 10 JRC range

Numero test sui basalti

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 36 2 18* 3 26 4 26 5 26 6 14* 7 25* 8 24 9 18* 10 25* 11 34 12 23* 13 27 14 26 15 14* 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 *** 26 27 28 29 30

Test col profilometro (pettine di Barton)

Classe Profili tipici di rugosità sulle

arenarie

5 8 ÷ 10 7 12 ÷ 14 5 8 ÷ 10 6 10 ÷ 12 1 0 ÷ 2 2 2 ÷ 4 6 10 ÷ 12 7 12 ÷ 14 7 12 ÷ 14 2 2 ÷ 4 5 8 ÷ 10 5 8 ÷ 10 3 4 ÷ 6

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330

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

BASALTI r = 28,3 d = 2,35 g/cmc = 23,05 KN/mcσ = 37,57 MPa = 383,12 Kg/cmq

Fr. 4 - Torre di San Giovanni di Sinis (Lato centro-nord)

rimbalzo martello

c

I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nella seguente tabella

Utilizzando i valori dell’indice di rimbalzo e della densità apparente, è stato costruito il

grafico col quale viene determinata la resistenza a compressione della roccia in esame, secondo il metodo Hoeck 2000 modificato.

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Basalti

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 4 - Torre di San Giovanni di Sinis (Lato centro-nord)

28.3 2,35 383,12 Roccia a media resistenza

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333

E’ possibile classificare le vulcaniti della zona Fr. 4 secondo il Geological Stregth Index

(Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 4, risulta che: - il litotipo basaltico si mostra molto fratturato, possiede dei giunti da lisci a leggermente rugosi, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è generalmente assente. Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷ 50.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 4 – Torre di S. Giovanni di Sinis (Lato centro - nord) Basalti 40 ÷ 50

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown. E’ stato utilizzato un GSI = 45 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 30,06 MPa (cioè ridotto del 20% rispetto al valore di 37,57 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare l’Indice di Pericolosità da frana:

Zona Fr. 4 – Torre di San Giovanni di Sinis (Lato centro-nord) [ Basalti ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 37,57 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche asciutte 0

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 1,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 40° ÷ 50° 10

Presenza di radici e profondità raggiunta 0 cm 0,50

Qualità di carico antropico ... 1

Stato Attività Quiescente 6

Somma punteggio 31,50

Area a Indice di Pericolosità media da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità media da frana,

Classe Hg2

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336

9.2 SAN GIOVANNI DI SINIS – FUNTANA MEIGA

Il settore costiero di San Giovanni di Sinis – Funtana Meiga è caratterizzato dalla presenza di una successione di corpi sedimentari del Pleistocene medio-superiore, in appoggio su basamento costituito dalle argille marnoso-siltose appartenenti alla Formazione di Capo San Marco. Tale successione affiora lungo questo tratto di costa per un tratto di circa 3 km (Figura 189); la parte meridionale (San Giovanni) di questa successione è costituita da arenarie di spiaggia sommersa ed emersa che rappresentano tre complessi marini di ambiente di transizione a bassa energia alternati a due complessi continentali, la parte settentrionale (Funtana Meiga) mostra in affioramento un complesso continentale (Carboni & Lecca, 1985). La successione di San Giovanni di Sinis mostra, da nord verso sud, una prima sequenza in appoggio discordante su argille messiniane, costituita da arenarie quarzoso-bioclastiche fossilifere di spiaggia con alla base un livello conglomeratico anch’esso fossilifero, seguito in alto da arenarie di spiaggia emersa, a stratificazione piano-parallela, ben cementate, con impronte di dissoluzione di gusci di Bivalvi e fenomeni di ricircolazione di carbonati. Superiormente subentrano arenarie di alta spiaggia non stratificate, con strutture da erosione eolica di direzione N 30° W, ed arenanie eoliche dunari non stratificate, anch’esse con strutture di erosione (N 650

W) nella sola parte inferiore. Questa prima sequenza è limitata verso l’alto da una superficie di erosione sulla quale si

sviluppa una sequenza continentale costituita, dal basso, da: --un livello lenticolare di sabbie fini rossastre sormontato da un banco arenaceo biancastro ad alta componente quarzosa e cemento carbonatico, interpretabile quest’ultimo come un deposito dunare; in questo livello fu segnalata la presenza di molari di Elefante nano (Maxia & Pecorini, 1968); —un livello terroso-argilloso bruno chiaro, localmente intercalato a lenti di sabbie fini rossastre e di arenarie ad elevato contenuto terrigeno; —un deposito colluviale quarzoso - feldspatico, con clasti poco elaborati e sovente eolizzati, localmente arenaceo, stratificato nella parte basale, contenente frammenti ossei di Cervidi, dello spessore fino a 4-5 metri; --un colluvio argilloso bruno-rossiccio limitato superiormente da crostoni carbonatici formatisi per evaporazione e precipitazione chimica.

La successione stratigrafica riprende i caratteri della sedimentazione in ambiente marino, con una seconda sequenza in appoggio discordante sul complesso continentale precedente. In questa sequenza, le facies deposizionali, sia sovrapposte che in eteropia, testimoniano l’avvicen-darsi di fasi di sedimentazione condizionate da temporanee variazioni del livello eustatico, responsabili dell’instaurarsi e dell’alternarsi di sedimenti tipici di ambiente di spiaggia sia interditale che emersa, prevalentemente di bassa energia e di ambienti lagunari, caratterizzati da un’ampia tipologia di litofacies e/o biofacies.

Le facies di spiaggia sono in genere rappresentate da arenarie medie bioclastiche e quarzose, a tratti con livelli conglomeratici riccamente fossiliferi, a cementazione media, a volte tenera; in dipendenza della prevalenza della componente bioclastica e di quella quarzosa.

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337

I livelli attribuiti a sedimentazione in ambiente lagunare sono sempre costituiti da sabbie fini argillose, o da sottili livelli di argille fossilifere.

Questi depositi sono in genere limitati tra loro da superfici di disconformità oppure da paraconcordanze, apparentemente non continue lateralmente, comunque appartenenti e riferibili ad un medesimo regime sedimentario costiero.

La parte stratigraficamente più alta della successione mostra infine una decisa evoluzione da un ambiente di sedimentazione di spiaggia sommersa verso una spiaggia emersa ed infine, nella parte più alta, verso una deposizione continentale di carattere eolico (shoreface to foreshore and backshore).

La prima sequenza dell’intera successione è attribuita (Lecca & Carboni, 2007) al Pleistocene medio, la seconda sequenza interamente al Pleistocene superiore (Tirreniano, MIS 5e).

L’insieme delle sequenze successione sopradescritta si sviluppa con giacitura debolmente inclinata verso SE, con uno spessore medio di circa 8 metri.

Una porzione più settentrionale di questa sequenza è rappresentata da arenarie di spiaggia di elevata energia, a grana grossa fino a micro-conglomeratica, in prevalenza quarzoso-litiche, ed arenarie medie con geometrie deposizionali tipiche di battigia e di spiaggia emersa, con laminazioni ad alto angolo, fino ad arenarie medio-fini di carattere eolico.

La zona di passaggio tra i due settori mostrerebbe i segni della impostazione di una paleo-linea di costa interessata da una accentuata erosione litorale, che sarebbe stata facilitata dalla natura argillosa del substrato miocenico, guidata probabilmente da lineazioni neotettoniche e avvenuta precedentemente alla deposizione dei sedimenti marini pleistocenici della porzione più settentrionale.

La successione prosegue stratigraficamente verso l’alto rappresentata ormai unicamente

da una seconda continentale, che si sviluppa per la maggior parte nel settore più settentrionale di questo tratto di costa.

I terreni appartenenti a questa sequenza rappresentano l’intero fronte dell’affioramento ed hanno il loro maggiore sviluppo tra le località di Funtana Meiga e Torre del Sevo.

Alla base è presente un colluvio generalmente conglomeratico che rimaneggia fossili marini dei depositi sottostanti, sormontato da una serie di altri colluvi con giacitura tra loro parallela, ad elevata componente sabbiosa, con locali intercalazioni di livelli arenarie eoliche e discontinue croste carbonatiche. Superiormente, un secondo gruppo di colluvi in prevalenza sabbioso-fini ad elevata componente argillosa, a gusci di Helix, resti di pasti, frammenti di terrecotte e carbone vegetale, ed infine di colluvi sabbiosi nerastri e sabbie attuali rappresenta la porzione più recente della successione continentale.

La parte stratigraficamente più bassa affiora nella porzione centrale del fronte dell’affioramento, mostrando frequentemente superfici erosive ed incisioni (cut and fill) che intersecano i differenti banchi di colluvi, colmate da depositi detritici a clasti di calcari messiniani, con una tessitura generalmente caotica.

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La parte stratigraficamente più alta appare più continua e regolare nel suo sviluppo verticale, tessituralmente più omogenea ed interessata nel suo interno da sporadici episodi deposizionali di allineamenti di ciottoli (stone lines) e da lenti ad elevato contenuto in argilla.

L’intero fronte della successione mostra uno spessore che nella parte più meridionale giunge fino a circa 5 m.

Figura 189 –la morfologia della costa a San Giovanni di Sini e Funtana Meiga

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339

9.2.1 San Giovanni di Sinis In questa località sono state censite 2 Zone che mostrano un rischio variabile per dissesto franoso indicati di seguito, indicate nella cartografia illustrativa come San Giovanni / Tombe Romane e San Giovanni / Cave

Zona Fr. 5, Fr. 5 a, Fr. 5 b, Fr. 5 c, Denominazione: Fr. 5 S. Giovanni di Sinis / Tombe Romane (Lato sud-est) Litologia: Arenarie Coordinate geografiche: P. Fr. 5 Latitudine – N 39°53’07.6” Longitudine – E 008°26’07.4” P. Fr. 5 a Latitudine N 39°53’10.6” Longitudine – E 008°26’06.7” P. Fr. 5 b Latitudine – N 39°53’13.6” Longitudine – E 008°26’04.8” P. Fr. 5 c Latitudine – N 39°53’14.2” Longitudine – E 008°26’04.3” Altitudine: rispettivamente 9, 8, 10 e 10 metri slm Punti in frana: tutti Punti prelievo campioni litologici: Fr. 5 c. In alcune sezioni nella piccola falesia e della scarpata a predominante litologia in

arenarie, nella zona che in cartografia è denominata Fr. 5, partendo dal basso verso l’alto, da nord verso sud, si incontrano:

� argille basali della Formazione di Capo S. Marco, (nella parte più settentrionale); . alternanza tra colluvi terrigeni detritico-sabbioso-argillosi e banchi di arenarie eoliche; � conglomerati e arenarie di spiaggia, arenarie di alta spiaggia ed eoliche; La giacitura è leggermente inclinata verso sud-est. Al passaggio tra la zona Tombe Romane e Cave è rilevabile una faglia di limitato rigetto,

che interessa le marne messiniane ed il conglomerato e l’arenaria di spiaggia della sequenza marina del Pleistocene medio e che determina un riabassamento dell’unità marnosa messiniana sul lato della spiaggia. Sulla superficie topografica si può identificare la direzione di un presunto piano di faglia in 26° N ed immersione apparente verso est; tuttavia il comportamento duttile dei litotipi coinvolti e la loro attuale esposizione rende assai problematica una definizione speditiva più accurata di altri elementi utili ad una definizione completa della cinematica che ha controllato l’evento. Non vengono rilevati comunque, sulla restante porzione della sezione di San Giovanni, elementi strutturali e/o discontinuità tettoniche riconducibili sicuramente a tale evento.

ella porzione più meridionale, le arenarie dell’unità eolica sommitale non presentano sistemi di fratturazione definibili in modo statistico; solo alcune sottili linee di frattura sono rilevabili superficialmente, generalmente interessate da ricircolazione calcitica. Qui, ove nell’alto della piccola falesia si estende una necropoli punica caratterizzata da numerose tombe a fossa rettangolare, scavate nell’arenaria eolica, è individuabile un sistema geometrico di tagli artificiali delle tombe, assai vicine tra loro, che pare poter rappresentare l’elemento in grado di isolare geometricamente i blocchi in forma irregolarmente prismatica, del volume anche di diversi metri

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San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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cubi (Figura 190). E’ Inoltre da considerare che in questa zona sono presenti sia le variazioni tessiturali e di contenuto litico ad elevata plasticità (ad es.: incremento di silt e argille) che si alternano nella parte bassa della seconda sequenza di spiaggia, sia il grado di erodibilità del colluvio detritico che sopporta pro-parte le bancate sommitali di arenaria di spiaggia ed eolica della sequenza. La concomitanza di questi fattori rappresenta indubbiamente l’elemento che innesca sulla massa dell’arenaria che per ampia porzione della falesia è aggettante, per gravità e per rotazione, il distacco ed il ribaltamento dei grossi prismi di arenaria.

Figura 190 – crolli per distacco e ribaltamento di blocchi di arenaria pleistocenica

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Sulla restante porzione della Zona Tombe Romane (Fr. 5, 5a,b,c), il meccanismo dei fenomeni di crollo appare strettamente correlato all’alternanza stratigrafica tra banchi di arenarie ad elevato contenuto litico, debolmente cementate ed i livelli colluviali sabbiosi fini e limoso-argillosi la cui natura litica e le condizioni di assai debole competenza li rendono facilmente erodibili ad opera sia dell’attività eolica sia del dilavamento per la corrivazione delle acque meteoriche, in quest’ultimo caso particolarmente attive e determinanti dove vengono eseguite opere di discesa alla spiaggia (“scalette”) (Figura 191). Crollo di arenarie aggettanti su marne Figura 191 Crolli per erosione eolica e dilavamento su colluvi sabbiosi

Per la rilevanza dell’effetto dovuto al contrasto di competenza tra le arenarie, le argille ed

i colluvi argilloso-siltosi, sabbiosi e argillosi affioranti sulla parete della falesia, oltre che i dati geotecnici sulle arenarie sono stati acquisiti ed elaborati dei dati allo scopo di dare una caratterizzazione tessiturale di questi ultimi.

La dinamica evolutiva appare in definitiva legata alla scarsa competenza degli strati inferiori al piede della falesia e all’estrema labilità dal punto di vista geo-meccanico dei vari litotipi coinvolti che, col contributo dell’attività erosiva innescata temporaneamente dai fenomeni

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meteomarini rappresentano un elemento di destabilizzazione e di forte rallentamento del processi di crollo in tale zona

Peraltro, la presenza di blocchi anche di notevoli dimensioni ai piedi della scogliera mitigare almeno gli effetti del moto ondoso, dissipandone parte dell’energia.

Sulle arenarie della Zona FR 5 è stata eseguita la caratterizzazione geotecnica e

geomeccanica mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) e Pettine di Barton :

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (18+17+14+16+22)/5 = 17.4 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (20+22+20+22+20)/5 = 20.8 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (11+12+14+16)/4 = 13.3 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 17.2 Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton = 4 ⇒ 6 ÷ 8 JRC range

Numero test sulla arenaria

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 12* 2 18 3 17 4 8* 5 12* 6 8* 7 14 8 8* 9 16 10 22 11 15* 12 10* 13 12* 14 20 15 18* 16 22 17 20 18 22 19 8* 20 20 21 11 22 12 23 14 24 10* 25 12* 26 16 27 10* 28 29 30

Test col profilometro (pettine di Barton)

Classe Indice JRC (Joint Roughness Coefficient)

2 2 ÷ 4 4 6 ÷ 8 1 0 ÷ 2 2 2 ÷ 4 6 10 ÷ 12 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 5 8 ÷ 10 4 6 ÷ 8 5 8 ÷ 10 3 4 ÷ 6

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rimbalzo martello

c

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

ARENARIA r = 17,2 d = 2,08 g/cmc = 20,40 KN/mcσ = 20,33 MPa = 207,35 Kg/cmq

Fr. 5 - S. Giovanni di Sinis / Tombe Romane

I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nella seguente tabella:

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria

Località

(Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 5 – S. Giovanni di Sinis / Tombe Romane

17.2 2,08 207,35 Roccia debole

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L’insieme dei dati acquisiti mediante il rilevamento geo-litologico e dell’ analisi dei dati delle prove geognostiche condotte sul terreno ha consentito di classificare la Formazione ad arenarie in zona Fr. 5 secondo il Geological Stregth Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 5, risulta che:

- la formazione in questione si mostra molto fratturata, possiede dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è generalmente assente; quando presente è costituito da sabbia fine. Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷ 50.

- - - Su questa litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di

circa 0.60 metri in profondità

Punto investigato Indice GSI

Fr. 5 – S. Giovanni di Sinis / Tombe Romane Arenarie 40 ÷ 50

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown. E’ stato utilizzato un GSI = 45 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 18,31 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 20,33 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare

l’Indice di Pericolosità da frana:

Zona Fr. 5 – San Giovanni di Sinis / Tombe Romane [ Arenarie ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 20,33 MPa 3

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche asciutte 0

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 40° ÷ 50° 10

Presenza di radici e profondità raggiunta > 20 ÷ ≤ 60 cm 2,30

Qualità di carico antropico ... 7

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 47,80

Area a Indice di Pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità molto elevata da frana,

Classe Hg4

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Zona Fr. 6 Denominazione: Fr. 6 – S. Giovanni di Sinis / Cave Litologia: Arenarie Coordinate geografiche: P. Fr. 6 Latitudine – N 39°53’23.1” Longitudine – E 008°25’52.6” Altitudine: 5 metri slm Punto in frana: si Punto prelievo campioni litologici: no. L’affioramento più settentrionale della seconda sequenza marina di San Giovanni di

Sinis, indicata nella cartografia come Fr. 6, mostra dei microconglomerati a dominanza quarzosa, a stratificazione piano-parallela e delle arenarie medie, quarzoso-bioclastiche con laminazioni ad angolo talora elevato, tipiche di deposizione di battigia e di spiaggia emersa..

A differenza degli altri siti precedenti, in questa zona la roccia mostra caratteristiche

geognostiche molto più pronunciate. Sulla massa rocciosa non sono presenti disconformità strutturali, solo nel basso sono messi in risalto alcuni livelli stratigrafici a grado di cementazione moderatamente differente, in dipendenza dal rapporto in grani di natura bioclastica o di natura quarzosa nell’insieme.

Questa zona, soprattutto i primi 150 metri, mostra segni di una passata attività antropica.

Le arenarie infatti sono state cavate per realizzare blocchi da costruzione; questa zona viene identificata come “San Giovanni / Cave”.

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Sulle arenarie sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante

martello di Schmidt (sclerometro per rocce) e

Pettine di Barton :

Primo gruppo: Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (12+20+16+25+37)/5 = 22 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (21+18+25+16+23)/5 = 20.6 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (30+21+21+30+22)/5 = 24.8 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 22.5 Secondo gruppo: Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (19+16+14+18+17)/5 = 16.8 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (18+25+13+34+30)/5 = 24 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (12+14+22+19+20)/5 = 17.4 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 19.4

Terzo gruppo: Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (26+16+13+14+26)/5 = 19 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (28+23+34+40+24)/5 = 29.8

Numero test sulla arenaria

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 31 61 12* 10* 10* 2 32 62 10* 19 26 3 33 63 12 16 8* 4 34 64 20 11* 10* 5 35 65 16 0* 16 6 36 66 10* 14 13 7 37 67 25 12* 0* 8 38 68 0* 18 12* 9 39 69 11* 11* 14

10 40 70 37 17 26 11 41 71 10* 12* 28 12 42 72 0* 10* 16 13 43 73 10* 18 10* 14 44 74 21 13* 23 15 45 75 14* 25 0* 16 46 76 18 13 34 17 47 77 25 34 40 18 48 78 10* 0* 24 19 49 79 16 30 13* 20 50 80 23 0* 10* 21 51 81 30 12 30 22 52 82 0* 14 16 23 53 83 21 22 16 24 54 84 21 12* 12* 25 55 85 10* 0* 14* 26 56 86 11* 19 21 27 57 87 30 20 13* 28 58 88 20* 12* 32 29 59 89 0* 12* 14* 30 60 90 22 10* 15*

Test col profilometro (pettine di Barton)

Classe Indice JRC (Joint Roughness Coefficient)

3 4 ÷ 6 1 0 ÷ 2 5 8 ÷ 10 1 0 ÷ 2 3 4 ÷ 6 1 0 ÷ 2 2 2 ÷ 4 1 0 ÷ 2

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Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (30+16+16+21+32)/5 = 23 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 23.9 Rmedio complessivo = 21.9 Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton = 2 ⇒ 2 ÷ 4 JRC range

Sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di

Schmidt (sclerometro per rocce) e Pettine di Barton anche sulle arenarie affioranti nella parte più settentrionale. Questi test hanno messo in evidenza delle caratteristiche meccaniche migliori rispetto alle precedenti.

Numero test arenaria

affiorante

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 16* 2 48 3 16* 4 20* 5 12* 6 0* 7 23 8 30 9 40 10 28 11 20* 12 36* 13 40 14 33* 15 45 16 40 17 0* 18 14* 19 40 20 38 21 22* 22 49 23 42 24 0* 25 21* 26 36 27 46 28 19*

Test col profilometro (pettine di Barton)

Classe Indice JRC (Joint Roughness Coefficient)

6 10 ÷ 12 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 5 8 ÷ 10 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 5 8 ÷ 10 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 5 8 ÷ 10 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 5 8 ÷ 10 5 8 ÷ 10 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 5 8 ÷ 10 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6

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Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (48+23+30+40+28)/5 = 33.8 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (40+45+40+40+38)/5 = 40.6 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (49+42+36+46)/4 = 43.3 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 39.2 Rmedio complessivo = (21.9 + 39.2)/2 = 30.6 Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton = 4 ⇒ 6 ÷ 8 JRC range

Classe media complessiva = (2 + 4)/2 = 3 ⇒ 4 ÷ 6 JRC range I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono

riassunti nella seguente tabella:

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010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

ARENARIA r = 30,6 d = 2,08 g/cmc = 20,40 KN/mcσ = 35,35 MPa = 360,43 Kg/cmq

Fr. 6 - S. Giovanni di Sinis / Cave

rimbalzo martello

c

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 6 – S. Giovanni di Sinis / Cave 30.6 2,08 360,43 Roccia a media resistenza

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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L’insieme dei dati acquisiti mediante il rilevamento geo-litologico e dell’ analisi dei dati delle prove geognostiche condotte sul terreno ha consentito di classificare il complesso litoide delle arenarie in zona “Cave” secondo il Geological Stregth Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 6, risulta che:

- la formazione in questione si mostra fratturata, possiede dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi leggermente alterato e il riempimento dei giunti è generalmente assente. Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 50 ÷ 60.

- - In questa litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di

circa 0.20 metri dalla sommità.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 6 – S. Giovanni di Sinis / Cave Arenarie 50 ÷ 60

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown. E’ stato utilizzato un GSI = 55 che è

quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 31,81 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 35,35 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare

l’Indice di Pericolosità da frana:

Zona Fr. 6 – San Giovanni di Sinis / Cave [ Arenarie ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 35,35 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 50 ÷ 60 9

Condizioni idrauliche asciutte 0

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 1,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 20° ÷ 30° 6

Presenza di radici e profondità raggiunta ≤ 20 cm 1,15

Qualità di carico antropico ... 5

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 34,15

Area a Indice di rischio medio da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità media da frana,

Classe Hg2

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9.2.2 Funtana Meiga

In questa località per uno sviluppo di circa 1,5 km, si sviluppa una morfologia a scarpata, con un’altezza tra 5 m a sud e 2 m - 1 m a nord, costituita da una successione di colluvi detritici, sabbiosi e sabbioso-argillosi, con un localmente variabile contenuto clastico.

Una sezione rappresentative della parte stratigraficamente più bassa della breve sequenza è illustrata in Figura 192. Dal basso si osservano:

- colluvio arenaceo-argilloso, di colore marrone rossiccio, compatto, con frequenti noduli carbonatici e frammenti di fossili marini rimaneggiati; lo spessore è mediamente di circa 1 metro;

Figura 192 – sezione-tipo del basso stratigrafico della sequenza continentale di Funtana Meiga.

- colluvio argilloso a matrice sabbiosa fine, di colore marron scuro, tessituralmente omogeneo, ben addensato, dello spessore di circa 50 ÷ 60 cm; -arenaria fine debolmente cementata con grani più grossolani localmente interessata alla

base da un livello clastico di calcari miocenici e qualche raro clasto basaltico. Tali episodi deposizionali a maggiore energia e con questi caratteri sono frequenti lungo la ripa di erosione nella parte più bassa della sequenza;

-colluvio sabbioso-argilloso discontinuo lateralmente, sormontato da una serie di livelli arenaceo-limosi lentiformi, che localmente nella parte alta manifestano un grado di cementazione elevato, con presenza di molteplici croste carbonatiche;

-livello sabbioso poco addensato, grigio nerastro nell’alto, in prossimità del la superficie topografica.

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In questa Zona, identificata in carta come Fr. 7, data la costituzione litologica della ripa di erosione rappresentata dalla sequenza colluviale è stata effettuata la descrizione e la campionatura secondo metodologia descrittiva geopedologica, con la descrizione di un profilo di alterazione (P2) e l’esecuzione di test geognostici adatti alle particolarità litologiche dei terreni interessati.

La zona è identificata come Fr. 7 mostra, rispetto a tutte le altre zone studiate, dei caratteri assai differenti rispetto al comportamento relativo alle dinamiche del dissesto.

Zona Fr. 7 Denominazione: Fr. 7 – Funtana Meiga San Giovanni / Cave Litologia: Colluvi sabbioso-arenacei e arenarie Coordinate geografiche: P. Fr. 7 Latitudine – N 39°53’48.9” Longitudine – E 008°25’19.1” Altitudine: 5 metri slm Punto in frana: si Punto prelievo campioni litologici: no. Litologia: Depositi continentali colluviali Coordinate geografiche: Pp. 1 Latitudine – N 39°55’53.5” Longitudine – E 008°26’53.6” Pp. 2 Latitudine – N 39°53’48.9” Longitudine – E 008°25’19.1” Pp. 3 Latitudine – N 39°56’58.0” Longitudine – E 008°27’01.8” Pp. 4 Latitudine – N 39°57’27.0” Longitudine – E 008°25’56.4” Altitudine: rispettivamente 80, 5, 65 e 44 metri slm. Punto in frana: solo il Pp. 1 Punto prelievo campioni litologici: no. Sul fronte della ripa di erosione le dinamiche di crollo sono condizionate sia dall’idrologia

di superficie sia dalla natura litologica dei depositi. Aspetti importante riguardano il comportamento dei livelli colluviali per il loro contenuto in argilla, conseguente alle variazioni di inumidimento dei litosomi e del successivo disseccamento, e la natura dei corpi conglomeratici in cui prevalgono i clasti carbonatici, in subordine basaltici, quarzosi e arenacei. In questi livelli il materiale detritico, dotato di minor coesione tende a staccarsi dalla parete per fenomeni di crollo, spesso con ribaltamento (Figure 193, 194) Figura 193 Crolli per scivolamento, con ribaltamento

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Figura 193

Sono frequenti i casi di distacchi per scivolamento e con ribaltamento, in dipendenza del

peso del blocco staccato e/o della morfologia della parte sottostante della parete. Le fessurazioni sono generalmente orientate nella direzione sia normale sia parallela al

fronte della scarpata, con andamenti lineari verticali o sub-verticali ed individuando in tal modo dei prismi di materiale; importante fattore di innesco è rappresentato anche dallo sviluppo di apparati radicali appartenenti alla vegetazione sul bordo della scarpata (Figura 195).

Figura 194 – crollo di blocco di lente brecciata aggettante

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Figura 195 – fessure aperte da apparati radicali

L’andamento geometrico di tipo prismatico è messa in relazione al contenuto in argilla dei

depositi interessati. I blocchi interessati dal distacco sono prevalentemente di dimensioni del metro cubo,

solo raramente possono raggiungere i 3÷4 metri cubi. Sul fronte della scarpata sono inoltre attivi sia il processo di deflazione eolica sia il

processo di scalzamento alla base, localmente ben sviluppato, ad opera del moto ondoso. Il primo processo produce erosione differenziale dipendentemente dal grado di coesione

dei singoli livelli, favorendo la costituzione di morfologie a gettante, che generalmente coinvolgono le lenti detritiche brecciate predisposte in tal modo al crollo.

Il secondo processo destabilizza l’intera parete, soprattutto nelle aree dove i livelli di base sono particolarmente poco competenti.

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Sui vari livelli di colluvi arenacei nella parete sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) e Pettine di Barton:

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (30+36+34+31+29)/5 = 32 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (31+35+31+30+28)/5 = 31 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (24+27+26+31)/4 = 27 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 30

Numero test arenaria

affiorante

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 16* 2 30 3 16* 4 20* 5 12* 6 0* 7 36 8 34 9 31 10 29 11 20* 12 36* 13 31 14 33* 15 35 16 31 17 0* 18 14* 19 30 20 28 21 22* 22 24 23 27 24 0* 25 21* 26 26 27 31 28 19*

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Su livelli particolarmente umidi lungo il profilo pedologico Pp. 1 sono state rilevate alcune misure col pocket penetrometrer. Le misure si riferiscono a una zona più bassa di questo colluvio:

Test n. Valori in MPa Valori in Kg/cm2

1 51 0.35 0.00 3.6 0.0

2 52 0.40 0.03 4.6 0.3

3 53 0.15 0.05 1.5 0.5

4 54 0.35 0.10 3.5 1.0

5 55 0.35 0.10 3.5 1.0

6 56 0.40 0.05 4.0 0.5

7 57 0.40 0.20 4.0 2.0

8 58 0.15 0.15 1.5 1.5

9 59 0.05 0.00 0.5 0.0

10 60 0.00 0.05 0.0 0.5

11 61 0.05 0.05 0.5 0.5

12 62 0.05 0.45 0.5 4.5

13 63 0.20 0.35 2.0 3.5

14 64 0.03 0.05 0.3 0.5

15 65 0.20 0.35 2.0 3.5

16 66 0.35 0.30 3.5 3.0

17 67 0.00 0.35 0.0 3.5

18 68 0.10 0.20 1.0 2.0

19 69 0.35 0.25 3.5 2.5

20 70 0.05 0.40 0.5 4.0

21 71 0.35 0.35 3.5 3.5

22 72 0.33 0.10 3.3 1.0

23 73 0.35 0.13 3.5 1.3

24 74 0.25 0.30 2.5 3.0

25 75 0.40 0.10 4.0 1.0

26 76 0.40 0.15 4.0 1.5

27 77 0.05 0.06 0.5 0.6

28 78 0.05 0.05 0.5 0.5

29 79 0.05 0.10 0.5 1.0

30 80 0.30 0.35 3.0 3.5

31 81 0.20 0.10 2.0 1.0

32 82 0.20 0.15 2.0 1.5

33 83 0.25 0.10 2.5 1.0

34 84 0.45 0.35 4.5 3.5

35 85 0.10 0.05 1.0 0.5

36 86 0.05 0.15 0.5 1.5

37 87 0.10 0.25 1.0 2.5

38 88 0.10 0.05 1.0 0.5

39 89 0.15 0.10 1.5 1.0

40 90 0.03 0.15 0.3 1.5

41 91 0.15 0.15 1.5 1.5

42 92 0.20 0.40 2.0 4.0

43 93 0.15 0.40 1.5 4.0

44 94 0.10 0.35 1.0 3.5

45 95 0.40 0.15 4.0 1.5

46 96 0.05 0.20 0.5 2.0

47 97 0.05 0.20 0.5 2.0

48 98 0.10 0.25 1.0 2.5

49 99 0.10 0.30 1.0 3.0

50 100 0.15 0.05 1.5 0.5

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010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

ARENARIA r = 30,0 d = 2,08 g/cmc = 20,40 KN/mcσ = 34,48 MPa = 351,62 Kg/cmq

Fr. 7 - Funtana Meiga

c

I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nella seguente tabella:

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 7 – Funtana Meiga 30.0 2,08 351,62 Roccia a media resistenza

Fr. 7 – Funtana Meiga Colluvio terroso

1.95 Consistenza DURA

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Sulla base dei dati rilevati e riportato sulle schede possibile classificare le arenarie e i colluvi presenie nella ripa di erosione di Funtana Meiga secondo il Geological Stregth Index

(Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

Nella zona Fr. 7, risulta che: - le arenarie si mostrano molto fratturate, possiedono dei giunti leggermente rugosi, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi fortemente alterato e il riempimento dei giunti è costituito da sabbia fine.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 35 ÷45.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 7 – Funtana Meiga Arenarie 35 ÷ 45

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown. E’ stato utilizzato un GSI = 40 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 31,03 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 34,48 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Descrizione del sito: Il profilo P1 è stato descritto su una ripa di erosione che espone una breve successione

parziale di colluvi variamente sabbioso-argilloso-limosi, spesso anche ad elevato contenuto in carbonati, di colore rosso cupo in varie tonalità, messo in posto sia nel corso della fase regressiva marina corrispondente alle fasi glaciali del Pleistocene superiore per i livelli più bassi sia fino all’Olocene medio-superiore per quelli sommitali.

Descrizione degli Orizzonti

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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378

Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare l’Indice di Pericolosità da frana:

Zona Fr. 7 – Funtana Meiga [ Arenarie e colluvi ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 34,48 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 35 ÷ 45 12

Condizioni idrauliche asciutte 0

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 1,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 10° ÷ 20° 4

Presenza di radici e profondità raggiunta ≤ 20 cm 1,15

Qualità di carico antropico ... 5

Stato Attività Stabilizzata 2

Somma punteggio 27,15

Area a Indice di Pericolosità media da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità media da frana,

Classe Hg2

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379

9.3 TORRE DEL SEVO In questa località è stata censita una Zona, identificata come Fr. 8.

Zona Fr. 8 Denominazione: Fr. 8 – Torre del sevo / Abbarossa Litologia: Calcari Coordinate geografiche: P. Fr. 8 Latitudine – N 39°54’00.7” Longitudine – E 008°24’26.4” Altitudine: 12 metri slm. Punto in frana: si Punto prelievo campioni litologici: no. La falesia che caratterizza in carta la Zona Fr. 8, in località Abbarossa (Torre del Sevo), è

costituita da calcari bioclastici, arenarie oolitiche e brecce, e dalla caratteristica facies evaporitica della Formazione di Torre del Sevo.

Non sono presenti allineamenti di giunti né altri elementi di carattere strutturale rilevabili statisticamente. L’andamento delle fessurazioni che talora si osservano appaiono guidate dalla struttura della massa rocciosa, prevalentemente brecciata. Sul fronte della falesia, come conseguenza di un simile assetto strutturale, sono presenti numerose zone con morfologia a gettante. Il cinematismo appare pertanto evidenziato da eventuali crolli per distacco e con ribaltamento, non frequenti, che

determinano la caduta in mare, dove al piede della falesia si registrano profondità decrescenti a partire da circa -4 ÷ -5 m (Figura 196).

Figura 196– Il promontorio di Torre del Sevo (a) e il particolare

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della parete della falesia in calcare brecciato (b) Sono state eseguite delle determinazioni di tipo geomeccanico, mediante martello di

Schmidt (sclerometro per rocce) sui calcari di Torre del Sevo:

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (46+40+38+48+38)/5 = 42 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (35+35+42+37+39)/5 = 37.6 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (43+44+41+38+46)/5 = 42.4 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 40.7

Numero test sui calcari di

Torre del Sevo

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 46 2 40 3 32* 4 34* 5 20* 6 5* 7 38 8 48 9 21* 10 38 11 24* 12 34* 13 35* 14 35 15 34* 16 35 17 42 18 21* 19 37 20 39 21 38* 22 43 23 25* 24 22* 25 44 26 41 27 19* 28 30* 29 38 30 46

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381

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132or

ient

azio

ne d

el m

arte

llode

nsità

γ (K

N/m

c)

r esi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

CALCARE r = 40,7 d = 1,98 g/cmc = 19,42 KN/mcσ = 49,82 MPa = 508,06 Kg/cmq

Fr. 8 - Torre del Sevo / Abbarossa

rimbalzo martello

c

191817

I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nella seguente tabella:

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Calcare)

Località

(Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 8 – Torre del Sevo / Abbarossa 40.7 1,98 508,06 Roccia a media resistenza

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384

E’ possibile classificare l’unità dei calcari nella falesia di Torre del Sevo secondo il Geological Stregth Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 8, risulta che: - i calcari brecciati si mostrano molto fratturati, possiedono dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è costituito da sabbia fine.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 45 ÷55. In questa litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di 0.60 metri dalla sommità.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 8 – Torre del Sevo / Abbarossa Arenarie 45 ÷ 55

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385

Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown. E’ stato utilizzato un GSI = 50 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 39,86 MPa (cioè ridotto del 20% rispetto al valore di 49,82 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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386

Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare l’Indice di Pericolosità da frana:

Zona Fr. 8 – Torre del Sevo / Abbarossa [ Calcari ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 49,82 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 45 ÷ 55 10

Condizioni idrauliche asciutte 0

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 1,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 20° ÷ 30° 6

Presenza di radici e profondità raggiunta > 20 ÷ ≤ 60 cm 2,30

Qualità di carico antropico ... 4

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 35,30

Area a Indice di Pericolosità media da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità media da frana,

Classe Hg2

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387

9.4 FALESIA DI SU TINGIOSU Questo settore costiero è stato censito come Zona Fr. 9.

Zona Fr. 9 Denominazione: Fr. 9 – Falesia de Su Tingiosu Litologia: Calcari, arenarie Coordinate geografiche dei punti di frana più rilevanti: P. Su Tingiosu 1 Latitudine – N 39°58’59.6” Longitudine – E 008°23’57.7” P. Su Tingiosu 2 Latitudine – N 39°59’46.1” Longitudine – E 008°24’38.4” P. Su Tingiosu 3 Latitudine – N 39°59’48.3” Longitudine – E 008°24’40.0” P. Su Tingiosu 4 Latitudine – N 39°59’51.6” Longitudine – E 008°24’41.3” P. Su Tingiosu 5 Latitudine – N 39°59’55.0” Longitudine – E 008°24’42.5” P. Su Tingiosu 6 Latitudine – N 39°59’56.3” Longitudine – E 008°24’43.1” P. Su Tingiosu 7 Latitudine – N 39°59’56.4” Longitudine – E 008°24’43.1” P. Su Tingiosu 8 Latitudine – N 40°00’01.2” Longitudine – E 008°24’42.8” Altitudine: rispettivamente 9, 15, 18, 0, 3, 19, 2 e 2 metri s.l.m. Punto in frana: tutti Punto di prelievo campioni: i punti P. Su Tingiosu 1, 2 e 6.

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9.4.1 Sa Rocca de Su Tingiosu

Sul tratto più meridionale della falesia la successione messiniana esposta in parete è rappresentata maggiormente in altezza dai litotipi calcarei e calcareo-dolomitici brecciati della formazione di Torre del Sevo (Figura 197), con la progressiva comparsa dei termini stratigraficamente più bassi, costituiti dall’unità dei Calcari Laminati del Sinis e, nel basso della falesia, pro-parte dalle alternanze di marne, marne sabbiose e marne argillose della Formazione di Capo San Marco.

Per via della maggior esposizione in parete dei litotipi calcarei brecciati, più competenti

appartenenti alla Formazione di Torre del Sevo, la morfogenesi si manifesta prevalentemente con collassi di ampie porzioni di roccia, mediante crolli talora seguiti da ribaltamento dei blocchi all’appoggio sul fondale poco profondo, spesso sub-emegente, al piede della falesia. I fenomeni di crollo sono prceduti ed evidenziati da ampie fessure beanti osservabili sulla superficie topografica adiacente il bordo della falesia.

a

Figura 197 (a), karst da dissoluzione dei calcari brecciati nella Formazione di Torre del Sevo;.(b), blocchi della medesima formazione, franati per crollo e ribaltamento,

b

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Sui calcari sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante

martello di Schmidt (sclerometro per rocce): Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (26+30+52+35+36)/5 = 35.8 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (32+29+47+32+43)/5 = 36.6 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (35+43+34+44+28)/5 = 36.8 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 36.4

Numero test sui calcari da

Rocca Su Tingiosu

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 26 2 30 3 26* 4 52 5 35 6 24* 7 36 8 22* 9 10* 10 24* 11 12* 12 32 13 18* 14 29 15 12* 16 26* 17 47 18 23* 19 32 20 43 21 25* 22 25* 23 27* 24 35 25 20* 26 43 27 34 28 21* 29 44 30 28

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390

9.4.2 Roja de su Cantaru

Nel tratto centrale dell’intera falesia, nella maggior parte della sezione, che mostra un’altezza di circa 25 m, affiorano prevalenza i livelli delle unità litoidi più tenere, sottilmente stratificate ed a minor grado di cementazione.

La debole cementazione di questi litotipi, la sottile stratificazione che frequentemente individua superfici di scollamento tra i vari strati pacchi, le diaclasi e le fessurazioni che interessano gli strati, presumibilmente conseguenti stress tettonici, che evolvono in macrogiunti orizzontali e verticali quasi per l’intero spessore la falesia (Figura 198), conferiscono all’ammasso roccioso scadenti caratteristiche geomeccaniche.

Un tale assetto appare per di più compromesso, in termini si stabilità, dall’emergenza della falda idrica nei livelli di marne ad elevato contenuto in argille, che rappresentano nella successione stratigrafica un ben individuato limite di permeabilità (Figura 199). La dissoluzione di consistenti volumi di roccia all’interno dell’unità sedimentaria calcareo- gessosa e calcareo-micritica (Calcari Laminati del Sinis), particolarmente concentrata in concomitanza di alcune emergenze della falda, determina infatti il conseguente collasso dei livelli stratigrafici superiori, con relativo indebolimento strutturale a spese delle già precarie condizioni di staticità.

Figura 198 a, b – macrogiunti sulla parete della falesia sub-paralleli alla parete

a b Macrogiunto sull’intera altezza della parete

Macrogiunto su calcari micritici,

Figura 199 - Emergenza della falda nella spiaggetta di Roja de su Cantaru

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391

Sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) sui calcari. Si riportano in seguito i risultati dei tests.

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (25+23+24+22+20)/5 = 23 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (45+30+30+42+28)/5 = 35 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (37.5+36+37+37+38)/5 = 37.1 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 31.7

Numero test sui calcari da

Roja de Su Càntaru

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 25 2 23 3 10* 4 24 5 22 6 19* 7 18* 8 26 9 16* 10 15* 11 12* 12 45 13 30 14 30 15 26* 16 23* 17 42 18 28 19 18* 20 12* 21 37.5 22 21* 23 36 24 37 25 37 26 27* 27 25* 28 20* 29 38 30 25*

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392

9.5 SU CUCCURU MANNU – SA PUNTA DE S’INCODINA

I processi che caratterizzano la porzione più settentrionale della falesia di Su Tingiosu sono condizionati dalla costituzione litostratigrafica della successione; qui sulla parte alta della sequenza dei Calcari Laminati del Sinis e sulla sequenza dei calcari brecciati della Formazione di Torre del Sevo giace trasgressivo un complesso continentale del Pleistocene.

In appoggio sulla superficie erosiva sommitale della successione calcarea, una copertura colluviale intensamente pedogenizzata, a tessitura prevalentemente sabbioso-limosa, fortemente arrossata, poco competente e ad elevato grado di erodibilità, sopporta un complesso di arenarie che costituiscono geneticamente la parte retrostante di un sistema di cordone costiero del Pleistocene superiore.

Queste arenarie, costituite da granuli quarzosi, litici e in gran parte da granuli di natura bioclastico, occupano in estensione un’ampia superficie sul territorio retrostante la falesia, ove numerosi fronti di cave (attualmente dimesse) mostrano con evidenza i rapporti di giacitura tra i singoli episodi di accrezione del complesso dunare, rappresentati dalle geometrie a stratificazione incrociata, con laminazione ad alto angolo. Le arenarie mostrano una buona omogeneità tessiturale ed un buon grado di classazione, con grado di cementazione localmente differente in dipendenza del prevalere di livelli ad elevata componente carbonatica bioclastica o quarzoso-litica.

Non si osservano fessurazioni statisticamente rilevabili, su fronte della falesia sono

piuttosto evidenti fratturazioni sui banchi di arenaria che ricoprono in colluvio e che si mostrano a gettante, evidenziando il differente grado di competenza e di erodibilità. In queste caratteristiche si possono individuare i principali fattori predisponenti la dinamica degli eventi franosi, (Figura 200) che si manifestano esclusivamente con fratturazione, distacco e crollo per ribaltamento di blocchi di arenaria anche di diversi metri cubi di volume.

Le fratturazioni si manifestano prevalentemente con giunti ad andamento sub-verticale,

tuttavia i distacchi avvengono diffusamente anche lungo le superfici delle lamine, individuando in tal modo nel corpo delle arenarie dei livelli a debole cementazione.

Il basso grado dei caratteri geomeccanici dei Calcari Laminati del Sinis ed i calcari

brecciati della Formazione di Torre del Sevo, l’intensa fratturazione dei banchi calcarei laminati e il generalizzato fenomeno di dissoluzione sull’unità dei calcari brecciati rappresentano i principali fattori predisponenti gli eventi di frana. I cedimenti ed i crolli per gravità determinano al piede della falesia l’accumulo dei blocchi franati che contribuiscono alla dissipazione dell’energia del moto ondoso.

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394

Sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) sui calcari di Su Cuccuru Mannu

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (19+29+29+10+35)/5 = 24.4 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (23+30+28+27+23)/5 = 26.2 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (31+34+27+28+28)/5 = 29.6 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 26.7 Rmedio complessivo = 31.6

Numero test sui calcari di Su Cuccuru

Mannu

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 19 2 29 3 29 4 0* 5 10* 6 10 7 0* 8 0* 9 35 10 0* 11 18* 12 23 13 22* 14 20* 15 30 16 19* 17 23* 18 28 19 27 20 23 21 25* 22 20* 23 31 24 34 25 27 26 10* 27 19* 28 20* 29 28 30 28

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395

Analogo test è stato eseguito sulle arenarie eoliche di questa località:

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (10+12+10+15+15)/5 = 12.4 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (10+12+10+12+10)/5 = 10.8 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (12+17+15+13+12)/5 = 13.8 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 12.33

Numero test sulle arenarie di Su Cuccuru

Mannu

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 8* 2 10 3 12 4 8* 5 8* 6 10 7 15 8 15 9 8* 10 8* 11 10 12 12 13 10 14 10* 15 12 16 8* 17 8* 18 8* 19 10* 20 10 21 12 22 10* 23 17 24 15 25 10* 26 11* 27 10* 28 13 29 12 30 10*

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

Seconda parte: Valutazione di un indice di Pericolosità da frana – Paolo Sardu – 2010

396

Le indagini di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) sulle arenarie eoliche nella località di Punta de S’Incodina hanno fornito i seguenti

risultati

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (12+11+11+14+16)/5 = 12.8 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (11+12+11+16+13)/5 = 12.6 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (15+17+15+16+15)/5 = 15.6 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 13.7

Numero test sulle arenarie

a Punta de S’Incòdina

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 12 2 11 3 11 4 8* 5 10* 6 10* 7 14 8 16 9 10* 10 8* 11 11 12 12 13 11 14 10* 15 16 16 8* 17 8* 18 8* 19 10* 20 13 21 12* 22 15 23 17 24 15 25 16 26 11* 27 10* 28 13* 29 15 30 10*

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Seconda parte: Valutazione di un indice di Pericolosità da frana – Paolo Sardu – 2010

397

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132or

ient

azio

ne d

el m

arte

llode

nsità

γ (K

N/m

c)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

CALCARE r = 31,6 d = 2,30 g/cmc = 22,56 KN/mcσ = 42,59 MPa = 434,29 Kg/cmq

Fr. 9 - Falesie de Su Tingiosu (Rocca Su Tingiosu)

rimbalzo martello

c

I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nelle seguenti tabelle:

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Calcare

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 9 – Falesie de Su Tingiosu

Rocca Su Tingiosu 31.6 2,30 434,29 Roccia a media resistenza

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010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

CALCARE r = 31,6 d = 1,96 g/cmc = 19,22 KN/mcσ = 34,39 MPa = 350,67 Kg/cmq

rimbalzo martello

c

19

Fr. 9 - Falesie de Su Tingiosu (Roia de Su Cantaru)

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Calcare

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 9 – Falesie de Su Tingiosu

Roja de Su Cantaru 31.6 1,96 350,67 Roccia a media resistenza

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399

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

CALCARE r = 31,6 d = 2,30 g/cmc = 22,56 KN/mcσ = 42,59 MPa = 434,29 Kg/cmq

rimbalzo martello

c

Fr. 9 - Falesie de Su Tingiosu (Su Cuccuru Mannu)

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Calcare

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density)

in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 9 – Falesie de Su Tingiosu

Su Cuccuru Mannu 31.6 2,30 434,29 Roccia a media resistenza

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400

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

CALCARE r = 31,6 d = 2,18 g/cmc = 21,38 KN/mcσ = 39,29 MPa = 400,62 Kg/cmq

rimbalzo martello

c

Fr. 9 - Falesie de Su Tingiosu (Punta de S'Incodina)

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Calcare

Località

(Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 9 – Falesie de Su Tingiosu

Punta de S’Incodina 31.6 2,18 400,62 Roccia a media resistenza

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401

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

ARENARIA r = 12,3 d = 1,97 g/cmc = 19,32 KN/mcσ = 16,21 MPa = 165,30 Kg/cmq

rimbalzo martello

c

19

Fr. 9 - Falesie de Su Tingiosu (Su Cuccuru Mannu)

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 9 – Falesie de Su Tingiosu

Su Cuccuru Mannu 12.3 1,97 165,30 Roccia debole

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402

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

1 50

+ - -+20

0

c

rimbalzo martello

ARENARIA r = 13,7 d = 1,97 g/cmc = 19,32 KN/mcσ = 17,13 MPa = 174,64 Kg/cmqc

19

Fr. 9 - Falesie de Su Tingiosu (Punta de S'Incodina)

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 9 – Falesie de Su Tingiosu

Punta de S’Incodina 13.7 1,97 174,64 Roccia debole

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403

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San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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404

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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405

L’insieme dei dati acquisiti mediante il rilevamento geo-litologico e dell’ analisi dei dati delle prove geognostiche condotte sul terreno ha consentito di classificare il complesso litoide interessato, lungo il settore Fr. 9, secondo il Geological Stregth Index (Hoeh), in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

Falesia a Rocca su Tingiosu:

- i calcari brecciati si mostrano molto fratturati, possiedono dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è costituito da sabbia fine.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 45 ÷55. In questa

litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di 0.20 metri dalla

sommità.

Falesia a Roja de Su Cantaru:

i calcari brecciati di Roja de Su Cantaru si mostrano molto fratturati, possiedono dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato con riempimento a frammenti angolari; il riempimento dei giunti è costituito da sabbia fine.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷50.

- Su questi litotipi si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di 0.20

metri dalla sommità . Falesia a Su Cuccuru Mannu: - i calcari brecciati di Su Cuccuru Mannu si mostrano molto fratturati, possiedono dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato con riempimento a frammenti angolari; il riempimento dei giunti è costituito da sabbia fine.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷50;

Punto investigato Indice GSI

Fr. 9 – Falesia a Rocca Su Tingiosu Calcari 45 ÷ 55

Punto investigato Indice GSI

Fr. 9 – Falesia a Roja de Su Cantaru Calcari 40 ÷ 50

Punto investigato Indice GSI

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

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Seconda parte: Valutazione di un indice di Pericolosità da frana – Paolo Sardu – 2010

406

le arenarie eoliche di Su Cuccuru Mannu si mostrano molto fratturate, possiedono dei giunti leggermente rugosi, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato con riempimento a frammenti angolari; il riempimento dei giunti è costituito da sabbia fine.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷50.

In questa litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di 0.40 metri dalla sommità.

Falesia a Punta de S’Incodina: - i calcari brecciati a Punta de S’Incodina si mostrano molto fratturati, possiedono dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato con riempimento a frammenti angolari; il riempimento dei giunti è costituito da sabbia fine.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷50;

le arenarie eoliche di Punta de S’Incodina si mostrano molto fratturate, possiedono dei giunti leggermente rugosi, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato con riempimento a frammenti angolari e il riempimento dei giunti è costituito da sabbia fine.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷50. In questa litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di

0.30 metri dalla sommità.

Fr. 9 – Falesia a Su Cuccuru Mannu Calcari 40 ÷ 50

Punto investigato Indice GSI

Fr. 9 – Falesia a Su Cuccuru Mannu Arenarie 40 ÷ 50

Punto investigato Indice GSI

Fr. 9 – Falesia a Punta s’Incodina Calcari 40 ÷ 50

Punto investigato Indice GSI

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

Seconda parte: Valutazione di un indice di Pericolosità da frana – Paolo Sardu – 2010

407

Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per i calcari. E’ stato utilizzato un GSI = 45 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 30,95 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 34,39 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

Fr. 9 – Falesia a Punta S’Incodina Arenarie 40 ÷ 50

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

Seconda parte: Valutazione di un indice di Pericolosità da frana – Paolo Sardu – 2010

408

Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per le arenarie. E’ stato utilizzato un

GSI = 45 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 14,59 MPa (cioè ridotto del 10 % rispetto al valore di 16,21 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

Seconda parte: Valutazione di un indice di Pericolosità da frana – Paolo Sardu – 2010

409

Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare per le varie aree della zona Fr. 9 l’Indice di Pericolosità da frana:

Zona Fr. 9 – Falesie de Su Tingiosu – Rocca Su Tingiosu [ Calcari ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 42,59 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 45 ÷ 55 10

Condizioni idrauliche unide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 30° ÷ 40° 8

Presenza di radici e profondità raggiunta ≤ 20 cm 1,15

Qualità di carico antropico ... 5

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 44,15

Area a Indice di Pericolosità da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

Zona Fr. 9 – Falesie de Su Tingiosu – Su Cuccuru Mannu [ Calcari ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 42,59 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche unide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 30° ÷ 40° 8

Presenza di radici e profondità raggiunta 0 cm 0,5

Qualità di carico antropico ... 5

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 44,50

Area a Indice di Pericolosità da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevatada frana,

Classe Hg3

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

Seconda parte: Valutazione di un indice di Pericolosità da frana – Paolo Sardu – 2010

410

Zona Fr. 9 – Falesie de Su Tingiosu – Roja de Su Cantaru [ Calcari ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 34,39 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche unide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 30° ÷ 40° 8

Presenza di radici e profondità raggiunta ≤ 20 cm 1,15

Qualità di carico antropico ... 5

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 45,15

Area a Indice di Pericolosità da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

Zona Fr. 9 – Falesie de Su Tingiosu – Su Cuccuru Mannu [ Arenarie ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 16,21 MPa 3

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche asciutte 0

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 30° ÷ 40° 8

Presenza di radici e profondità raggiunta > 20 ÷ ≤ 60 cm 2,30

Qualità di carico antropico ... 5

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 43,80

Area a Indice di Pericolosità da frana

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

Seconda parte: Valutazione di un indice di Pericolosità da frana – Paolo Sardu – 2010

411

Zona Fr. 9 – Falesie de Su Tingiosu – Punta de S’Incodina [ Calcari ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 39,29 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 30° ÷ 40° 8

Presenza di radici e profondità raggiunta 0 cm 0,5

Qualità di carico antropico ... 5

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 44,50

Area a Indice di Pericolosità da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

Zona Fr. 9 – Falesie de Su Tingiosu – Punta de S’Incodina [ Arenarie ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 17,13 MPa 3

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche asciutte 0

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 30° ÷ 40° 8

Presenza di radici e profondità raggiunta > 20 ÷ ≤ 60 cm 2,30

Qualità di carico antropico ... 5

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 43,80

Area a Indice di Pericolosità da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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412

9.6 S’ARENA SCOADA Nel tratto costiero presso la località di Putzu Idu (San Vero Milis) è stata identificata la Zona Fr. 10.

Zona Fr. 10 Denominazione: Fr. 10 – S’Arena Scoada / S’Architteddu Litologia: Arenarie – Calcari Coordinate geografiche: P. S’Arena Scoada 1 Latitudine – N 40°00’45.3” Longitudine – E 008°24’50.6” P. S’Arena Scoada 2 Latitudine – N 40°00’46.7” Longitudine – E 008°24’52.0” P. S’Arena Scoada 3 Latitudine – N 40°00’51.0” Longitudine – E 008°24’53.7” P. S’Arena Scoada 4 Latitudine – N 40°00’52.3” Longitudine – E 008°24’54.4” P. S’Arena Scoada 5 Latitudine – N 40°01’02.5” Longitudine – E 008°24’55.0” P. S’Arena Scoada 6 Latitudine – N 40°01’13.0” Longitudine – E 008°24’53.1” P. S’Arena Scoada 7 Latitudine – N 40°01’15.8” Longitudine – E 008°24’51.3” P. S’Arena Scoada 8 Latitudine – N 40°01’16.2” Longitudine – E 008°24’51.0” P. S’Arena Scoada 9 Latitudine – N 40°01’19.7” Longitudine – E 008°24’42.9” P. S’Arena Scoada 10 Latitudine – N 40°01’20.7” Longitudine – E 008°24’40.3” Altitudine: rispettivamente 12, 10, 6, 2, 2, 3, 2, 2, 9 e 11 metri s.l.m. Punto in frana: tutti Punto prelievo campioni litologici: i punti P. S’Arena Scoada 1, 2, 3, 4, 5, 6, 8 e 10.

Nel tratto costiero di S’arena Scoada, tra Sa Punta de s’Incodina e Punta S’Architteddu, presso l’abitato di Putzu Idu, è caratterizzato da spiagge con alle spalle delle piccole falesie o scarpate.

I caratteri litologici e strutturali ricalcano quanto già definito per la falesia di Su Tingiosu, con litotipi arenaceo-calcarei a giacitura sub orizzontale, esposti con pareti rocciose a falesia o a piccola scarpata, ripetute con una certa frequenza in alternanza o alle spalle delle spiagge.

E’stato effettuato un rilevamento di dettaglio in differenti periodi dell’anno, così da consentire una maggiore obiettività nelle osservazioni e un monitoraggio nel tempo al fine di individuare l’evoluzione dei processi fisici che controllano la morfogenesi e che, conseguentemente, contribuiscono al più evidente fenomeno rappresentato dalle frane da crollo. Queste ultime, anche se responsabili della movimentazione di modesti volumi, rappresentano

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San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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413

tuttavia un elemento di pericolosità che caratterizza l’area, soprattutto a motivo del suo elevato carico antropico.

I crolli dalle pareti della falesia costituiscono un fenomeno frequente, generalmente con il coinvolgimento di non eccessivi volumi, pur tuttavia in grado di rappresentare un processo di evoluzione della morfologia costiera intensamente attivo. Osservazioni a cadenza annuale sono in grado di mettere in evidenza l’evoluzione di tali processi, che appaiono particolarmente evidenti sulle unità calcaree costituite dai Calcari laminati, in cui l’intensa fratturazione costituisce un elemento di forte instabilità che induce una morfodinamica molto attiva. Sulla parete della falesia sono evidenti frequenti fessurazioni sub-verticali, con distacco anche di 2-3 cm, scollamenti fra i giunti di stratificazione, su cui si muovono dei blocchi di roccia per traslazione laterale, che determinano una accentuata instabilità della parete di falesia, su cui si possono osservare distintamente blocchi rimossi o nicchie di distacco di recente evoluzione. Si osservano frequenti alternanze centimetriche e decimetriche di banchi di calcari bianchi della formazione dei Calcari laminati del Sinis con livelli anch’essi di spessore centimetrico e/o decimetrico di argille di colore generalmente verde-chiaro, talora di colore verde intenso. Le argille, dotate di particolare plasticità e deformabilità (strizioni), mostrano generalmente delle convoluzioni che interessano, fratturandoli, anche i livelli dei Calcari laminati, rappresentando in tal modo un fattore destabilizzante della falesia (Figura 201).

Figura 201– Convoluzioni nelle alternanze tra livelli di calcare e di argilla Anche i banchi di arenarie fossilifere messiniane mostrano una notevole fragilità, a causa

dell’alternanza tra i livelli a prevalente composizione detritica quarzosa sabbioso-ghiaiosa, con scarsa matrice carbonatica, cementazione debole ed elevata friabilità ed i livelli a composizione sabbiosa medio-fine con abbondante matrice carbonatica e buon grado di cementazione, in appoggio sulle alternanze di calcare e argilla (Figura 202).

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San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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414

Figura 202 – banco di arenarie messiniane su alternanze di calcaree a argilla, attraversate da macrogiunti

Instabilità accentuata mostrano anche le unità pleistoceniche, rappresentate da arenarie di

spiaggia emersa ed eoliche, che poggiano sull’arenaria miocenica. Queste mostrano una stratificazione con laminazioni piano-parallele ad andamento orizzontale, o con debole inclinazione, con accrescimento progradante in direzione S-SE. Tali strutture subiscono gli effetti del comportamento plastico dell’unita arenacea miocenica sottostante, la cui esfoliazione granulare in superficie favorisce l’alterazione chimica, l’aloclastismo, che provocano il progressivo sbloccamento e la flessione di lastre delle arenarie, per scalzamento alla base dell’ unità sottostante (Figura 203).

Figura 203 –S’Arena scoada, crollo per flessione di grosse lastre di arenarie pleistoceniche

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

Seconda parte: Valutazione di un indice di Pericolosità da frana – Paolo Sardu – 2010

415

Sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) sui calcari di S’Arena Scoada sia nella zona centro-meridionale

C Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (13+11+10+5+12)/5 = 10.2 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (22+21+26+21+30)/5 = 24 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (26+24+26+29+30)/5 = 27 Calcolo del rimbalzo R4 sulla serie di otto misure = (22+16+23+20)/4 = 20.3

Rmedio = (R1 + R2 + R3 + R4)/4 = 20.4

Numero test sulle falesie

calcaree nella spiaggia di

S’Arena Scoada

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 13 2 11 3 10 4 5 5 0* 6 12 7 0* 8 0* 9 0* 10 0* 11 18* 12 20* 13 22 14 20* 15 16* 16 21 17 14* 18 26 19 21 20 30 21 21* 22 26 23 24 24 15* 25 26 26 29 27 30 28 20* 29 18* 30 25*

Numero test sulle falesie

calcaree nella spiaggia di

S’Arena Scoada

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

31 22 32 16 33 14* 34 23 35 14* 36 10* 37 0* 38 20

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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416

sia nella zona settentrionale

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (20+18+18+20+18)/5 = 18.8 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (28+22+20+20+21)/5 = 22.2 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (26+26+31+24+34)/5 = 28.2 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 23.1

Numero test sulle falesie

calcaree nella spiaggia di

S’Arena Scoada

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 20 2 18 3 13* 4 18 5 14* 6 10* 7 20 8 18 9 15* 10 16* 11 28 12 19* 13 17* 14 22 15 17* 16 20 17 11* 18 20 19 21 20 19* 21 16* 22 26 23 26 24 22* 25 18* 26 19* 27 31 28 20* 29 24 30 34

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San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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417

Sulle argille interposte tra il calcari laminati sono state rilevate alcune misure col pocket penetrometrer. Le misure sono state prese in maniera omogenea lungo tutta la lunghezza dell’affioramento così come nei livelli, dall’alto verso il basso.

Le misure hanno dato i seguenti valori:

Test n. Valori in MPa Valori in Kg/cm2

1 51 0.20 0.20 2.0 2.0

2 52 0.30 0.25 3.0 2.5

3 53 0.35 0.10 3.5 1.0

4 54 0.25 0.20 2.5 2.0

5 55 0.15 0.15 1.5 1.5

6 56 0.20 0.25 2.0 2.5

7 57 0.20 0.20 2.0 2.0

8 58 0.30 0.25 3.0 2.5

9 59 0.15 0.25 1.5 2.5

10 60 0.25 0.35 2.5 3.5

11 61 0.40 0.25 4.0 2.5

12 62 0.35 0.20 3.5 2.0

13 63 0.15 0.30 1.5 3.0

14 64 0.20 0.30 2.0 3.0

15 65 0.20 0.20 2.0 2.0

16 66 0.20 0.35 2.0 3.5

17 67 0.30 0.20 3.0 2.0

18 68 0.25 0.10 2.5 1.0

19 69 0.15 0.30 1.5 3.0

20 70 0.30 0.20 3.0 2.0

21 71 0.20 0.25 2.0 2.5

22 72 0.30 0.15 3.0 1.5

23 73 0.30 0.20 3.0 2.0

24 74 0.15 0.30 1.5 3.0

25 75 0.45 0.35 4.5 3.5

26 76 0.20 0.05 2.0 0.5

27 77 0.35 0.30 3.5 3.0

28 78 0.15 0.25 1.5 2.5

29 79 0.20 0.20 2.0 2.0

30 80 0.40 0.25 4.0 2.5

31 81 0.15 0.30 1.5 3.0

32 82 0.20 0.20 2.0 2.0

33 83 0.15 0.25 1.5 2.5

34 84 0.20 0.20 2.0 2.0

35 85 0.15 0.25 1.5 2.5

36 86 0.25 0.20 2.5 2.0

37 87 0.35 0.20 3.5 2.0

38 88 0.30 0.30 3.0 3.0

39 89 0.40 0.20 4.0 2.0

40 90 0.30 0.25 3.0 2.5

41 91 0.30 0.20 3.0 2.0

42 92 0.10 0.30 1.0 3.0

43 93 0.15 0.20 1.5 2.0

44 94 0.15 0.35 1.5 3.5

45 95 0.10 0.25 1.0 2.5

46 96 0.15 0.25 1.5 2.5

47 97 0.10 0.15 1.0 1.5

48 98 0.10 0.20 1.0 2.0

49 99 0.15 0.25 1.5 2.5

50 100 0.30 0.15 3.0 1.5

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Sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) sulle arenarie di S’’Arena Scoada:

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (20+28+23+14+17)/5 = 20.4 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (12+18+14+26+21)/5 = 18.2 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (15+15+25+21+13)/5 = 17.8 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 18.8

Numero test sulle arenarie nella spiaggia

di S’Arena Scoada

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 0* 2 5* 3 20 4 28 5 12* 6 13* 7 23 8 14 9 17 10 0* 11 0* 12 12 13 10* 14 18 15 14 16 0* 17 0* 18 26 19 21 20 5* 21 15 22 10* 23 15 24 25 25 0* 26 10* 27 21 28 13 29 10* 30 12*

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

Seconda parte: Valutazione di un indice di Pericolosità da frana – Paolo Sardu – 2010

419

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132or

ient

azio

ne d

el m

arte

llode

nsità

γ (K

N/m

c)

r esi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

CALCARE r = 21,8 d = 2,01 g/cmc = 19,71 KN/mcσ = 23,91 MPa = 243,84 Kg/cmq

Fr. 10 - S'Anea Scoada / S'Architteddu

rimbalzo martello

c

19

I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nella seguenti tabelle:

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Calcare

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 10 – S’Arena Scoada / S’Architteddu 21.8 2.01 243.84 Roccia debole

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San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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420

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

ARENARIA r = 18,8 d = 1,74 g/cmc = 17,06 KN/mcσ = 19,35 MPa = 197,30 Kg/cmq

Fr. 10 - S'Anea Scoada / S'Architteddu

rimbalzo martello

c

191817

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria)

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density)

in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 10 – S’Arena Scoada / S’Architteddu 18.8 1,74 197,30 Roccia debole

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San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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421

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

Seconda parte: Valutazione di un indice di Pericolosità da frana – Paolo Sardu – 2010

422

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

Seconda parte: Valutazione di un indice di Pericolosità da frana – Paolo Sardu – 2010

423

L’insieme dei dati acquisiti mediante il rilevamento geo-litologico e dell’ analisi dei dati delle prove geognostiche condotte sul terreno ha consentito di classificare il complesso litoide interessato, nella località di S’rena Scoada, secondo il Geological Stregth Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In base alle valutazioni effettuate, risulta che: - i calcari laminati (Formazione dei Calcari laminati del Sinis) si mostrano molto fratturati, possiedono dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi alterato con riempimento mediamente compatto e il riempimento dei giunti è costituito principalmente da argilla e/o marna.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 30 ÷40;

le arenarie eoliche si mostrano molto fratturate, possiedono dei giunti lisci, l’ammasso

roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato, il riempimento dei giunti è generalmente assente.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷50; In questa

litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di 0.20 metri dalla sommità.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 10 – S’Arena Scoada / S’Architteddu Calcari 30 ÷ 40

Punto investigato Indice GSI

Fr. 10 – S’Anea Scoada / S’Architteddu Arenarie 40 ÷ 50

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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424

Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per i calcari. E’ stato utilizzato un GSI = 31 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 21,52 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 23,91 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per le arenarie. E’ stato utilizzato un GSI = 45 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 17,41 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di

19,35 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare per i differenti siti della Zona Fr 10 l’Indice di Pericolosità da frana:

Zona Fr. 10 – S’Arena Scoada / S’Architteddu [ Arenarie ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 19,35 MPa 3

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 50° ÷ 60° 12

Presenza di radici e profondità raggiunta ≤ 20 cm 1,15

Qualità di carico antropico ... 9

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 54,65

Area a Indice di Pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

Zona Fr. 10 – S’Arena Scoada / S’Architteddu [ Calcari ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 23,91MPa 3

GSI (Geological Strength Index) 30 ÷ 40 13

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 50° ÷ 60° 12

Presenza di radici e profondità raggiunta ≤ 20 cm 1,15

Qualità di carico antropico ... 9

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 56,65

Area a Indice di Pericolosità alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità molto elevata da frana,

Classe Hg4

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9.7 Mandriola Il tratto costiero di questa località è stato indicato come Zona Fr. 11

Zona Fr. 11 Denominazione: Fr. 11 – Mandriola / Matta Sa Figu Litologia: Calcari – Arenarie Coordinate geografiche: P. Mandriola 1 Latitudine – N 40°01’46.8” Longitudine – E 008°23’19.8” P. Mandriola 2 Latitudine – N 40°01’46.4” Longitudine – E 008°23’16.5” Altitudine: entrambi 1,5 metri s lm Punto in frana: entrambi Punto prelievo campioni litologici: entrambi.

Le analisi di terreno sono state effettuate sulle calcareniti della sequenza marina di

Mandriola (Figura 204), costituite da alternanze di livelli a tessitura fine omogenea e di livelli a maggior componente clastica grossa, con andamento sub-orizzontale dolcemente immergente verso ovest. Il grado di cementazione è alternativamente forte e debole in dipendenza del contenuto e dell’organizzazione tessiturale dei singoli livelli.

Nella parte bassa dell’ affioramento, sopra un primo banco calcarenitico poggia in concordanza stratigrafica, lungo l’intera sezione, un deposito litico terrigeno di spessore di 10-30 cm, costituito da granuli e clasti di natura vulcanica, in matrice sabbioso-ghiaiosa argillosa e carbonatica, molto poco competente, sul qual è stato ritenuto superfluo eseguire alcun test.

Figura 204 - Livelli calcarenitici teneri a foraminiferi e calcari a bivalvi. Il differente

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grado di competenza provoca distacchi lungo i giunti di strato Verso l’alto la sezione stratigrafica evolve in un corpo dunare dal contenuto litologico

simile ai livelli inferiori, con struttura massiva interessata da numerose concrezioni carbonatiche nodulari, generalmente con forte grado di cementazione. La piccola falesia ha una quota media di circa 3 m e raggiunge un massimo di 5-6 m slm nel punto più elevato. Il differente grado di competenza tra i vari livelli condiziona la morfologia della piccola falesia, il cui profilo si mostra gradonato. Al piede è in genere presente una piattaforma di abrasione di elaborazione attuale (Figura 205).

Figura 205- Morfologia a gradinata della falesia di Mandriola; in basso i livelli biocalcarenitici; la nicchia individua il livello a clasti vulcanici. In alto la duna massiva a noduli carbonatici. In assenza di chiare evidenze di lineazioni strutturali, le sole strutture che compaiono

sulle superfici di strato sono le direzioni di accrescimento progradante dei set di accezione delle costruzioni dunari. In genere questi piani di stratificazione si comportano come elemento di debolezza strutturale, sotto le sollecitazioni di carattere gravitativo,

Questa caratteristica morfologica rappresenta uno dei fattori predisponenti il collasso di grossi lastroni, unitamente allo scadente carattere geomeccanico dei banchi delle calcareniti a foraminiferi, sottilmente laminati e soggetti a degli scollamenti lungo le superfici di strato. Sono state osservati segni di strizioni entro i livelli calcarenitici-argillosi molto debolmente cementati ed a comportamento parzialmente plastico. Le dinamiche prevalenti si manifestano quindi con crolli sia per collasso tra giunti di sedimentazione sia per cedimento lungo fratture da carico, con parziale ribaltamento. Inoltre si può ritenere fortemente condizionante il carico che si esercita sui livelli calcarenitici dalla massa delle biocalcareniti dunari, che interessa almeno la metà dello

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sviluppo in altezza della sezione stratigrafica. Queste ultime non sono in grado di fornire la sufficiente capacità portante, per cui cedono e causano fratture e crolli della massa calcarea. Infatti le fatturazioni che sbloccano la massa rocciosa, anche se localmente con struttura massiva, sono prevalentemente innescate da carico gravitativo, in quanto diffusamente si determinano delle morfologie a gettante a causa dell’intensa erosione da ondazione cui è soggetto il livello detritico a vulcanoclasti, nella parte bassa della sequenza. Il verificarsi di tale situazione rappresenta in genere il fattore scatenante.

Quest’area è da considerare critica per quanto riguarda l’aspetto del rischio indotto, a causa dell’ intensa frequentazione antropica a carattere stagionale.

Alle spalle della piccola spiaggia ad ovest di Mandriola in questi ultimi anni si sono verificati diversi fenomeni di collasso (frane per crollo ribaltamento) che hanno interessato i calcari dunari della sequenza stratigrafica di Mandriola. Occasionalmente i crolli si sono verificati in periodi autunnali, innescati, almeno per i volumi più consistenti, durante precipitazioni metepriche intensei. Per questa ragione, sono stati acquisiti dei dati riguardanti il volume della massa rocciosa mobilitata.

Banco di roccia franata Superficie media del banco roccioso mobilitato dalla frana = 60 m2; Spessore o potenza del banco roccioso mobilitato dalla frana = 1,80 m; Densità media = 2,09 g / cm3 = 2090 Kg / m3; Volume = 108 m3; Peso del materiale franato = 225,7 tonn Banco di roccia potenzialmente franabile Superficie media del banco roccioso mobilitabile dalla frana = 35 m2; Spessore (potenza) del banco roccioso mobilitabile dalla frana = 1,80 m; Densità media dell’ammasso roccioso = 2,09 g / cm3 = 2090 Kg / m3; Volume = 63 m3; Peso del materiale potenzialmente franabile = 131,7 tonn

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Spiaggia di Mandriola: alla base l’unità delle biocalcareniti di shoreface, con livelli a foraminiferi e bivalvi, superiormente il deposito palustre sabbioso-argilloso a Vertebrati, nell’alto i banchi di arenaria eolica

Sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) sulle biocalcareniti dunari

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (38+38+44+36+40)/5 = 39.2 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (32+30+40+32+32)/5 = 33.2 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (34+32+34+34+30)/5 = 32.8 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 35.1

Numero test sulle falesie a biocalcareniti

dunari di Mandriola

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 20* 2 20* 3 38 4 38 5 44 6 24* 7 36 8 26* 9 40

10 26* 11 26* 12 26* 13 32 14 28* 15 30 16 40 17 32 18 32 19 26* 20 26* 21 26* 22 26* 23 34 24 28* 25 32 26 34 27 24* 28 34 29 28* 30 30

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e sulle arenarie di shoreface:

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (32+31+32+30+26)/5 = 30.2 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (42+36+40+38+40)/5 = 39.2 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (26+32+30+28+32)/5 = 29.6 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 33.0

Numero test sulle falesie a

arenarie di shoreface di

Mandriola

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 32 2 0* 3 22* 4 31 5 32 6 26* 7 26* 8 30 9 20* 10 26 11 0* 12 42 13 36 14 34* 15 40 16 36* 17 38 18 0* 19 30* 20 40 21 0* 22 10* 23 18* 24 26 25 32 26 16* 27 10* 28 30 29 28 30 32

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San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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432

Fr. 11 - Mandriola / Matta Sa Figu

rimbalzo martello

c

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

1 50

+ - -+20

0

c

CALCARE r = 35,1 d = 2,09 g/cmc = 20,50 KN/mcσ = 42,84 MPa = 436,80 Kg/cmq

dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nella seguente tabella:

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Calcare

Località

(Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 11 – Mandriola / Matta Sa Figu 35.1 2,09 436,80 Roccia a media resistenza

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433

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

ARENARIA r = 33,0 d = 1,62 g/cmc = 15,89 KN/mcσ = 29,67 MPa = 302,54 Kg/cmq

Fr. 11 - Mandriola / Matta Sa Figu

rimbalzo martello

c

1918171615

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 11 – Mandriola / Matta Sa Figu 33.0 1,62 302,54 Roccia a media resistenza

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L’insieme dei dati acquisiti mediante il rilevamento geo-litologico e dell’ analisi dei dati delle prove geognostiche condotte sul terreno ha consentito di classificare il complesso litoide interessato, nelle falesie calcaree di Mandriola, secondo il Geological Stregth Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 11, risulta che: - le arenarie di shoreface (“Calcari di Mandriola”) si mostrano molto fratturate, possiedono dei giunti leggermente rugosi, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi alterato con riempimento dei giunti generalmente assente; quando presente è costituito da sabbia limosa.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷50;

le biocalcareniti dunari si mostrano molto fratturate, possiedono dei giunti levigati, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi alterato, il riempimento dei giunti è a cemento calcareo a frammenti angolari.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷50. In questa

litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di 0.20 metri dalla sommità.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 11 – Mandriola / Matta Sa Figu Arenarie 40 ÷ 50

Punto investigato Indice GSI

Fr. 11 – Mandriola / Matta Sa Figu Calcari 40 ÷ 50

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per i calcari. E’ stato utilizzato un GSI = 42 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 38,55 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 42,84 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per le arenarie. E’ stato utilizzato un GSI = 47 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 26,70 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 29,67 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare nei vari siti di questa Zona l’Indice di Pericolosità da frana:

Zona Fr. 11 – Mandriola / Matta Sa Figu [ Calcari ]

Descrizione Valore Punteggio

Resistenza a compressione monoassiale 42,84 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 70° ÷ 80° 16

Presenza di radici e profondità raggiunta 0 cm 0,5

Qualità di carico antropico ... 7

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 54,50

Area a Indice di pericolosità da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

Zona Fr. 11 – Mandriola / Matta Sa Figu [ Arenarie ]

Descrizione Valore Punteggio

Resistenza a compressione monoassiale 29,67 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche asciutte 0

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 70° ÷ 80° 16

Presenza di radici e profondità raggiunta ≤ 20 cm 1,15

Qualità di carico antropico ... 7

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 51,15

Area a Indice di Pericolosità da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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440

9.8 CAPO MANNU La località è indicata come zona Fr. 12, all’interno della quale è stata studiata anche una sottozona identificata in cartografia come Fr. 12 bis.

Zona Fr. 12 Denominazione: Fr. 12 – Capo Mannu / Torre Sa Mora Litologia: Arenarie Coordinate geografiche: P. Capo Mannu 1 Latitudine – N 40°02’10.1” Longitudine – E 008°22’40.7” P. Capo Mannu 2 Latitudine – N 40°02’30.8” Longitudine – E 008°23’09.1” Altitudine: rispettivamente 18 e 20 metri slm Punto in frana: entrambi Punto prelievo campioni litologici: entrambi. I caratteri composizionali e quelli deposizionali che caratterizzano il complesso dunare di

Capo Mannu, sembrano condizionare i cinematismi che si esprimono sul fronte della falesia. Questa differente composizione, che và dalla forte prevalenza di granuli di natura carbonatica bioclastico, con conseguente elevato grado di cementazione, ad un più accentuato contenuto in granuli litici terrigeni, con un minor grado di cementazione, conferiscono alle differenti unità dunari che si sovrappongono o che si accrescono lateralmente (Figura 206) una differente risposta alle sollecitazioni dinamiche.

Figura 206 - alternanza di dune carbonatiche e di colluvi sulla falesia di Capo Mannu

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I depositi sabbioso-argillosi terrigeni (vedi schede C3, C4, C5), discontinui entro il corpo dunare, a geometria lentiforme, assai poco competenti, rappresentano un fattore predisponente i fenomeni di crollo, in dipendenza delle caratteristiche geomeccaniche e per via dell’esposizione all’erosione ad opera della dinamica eolica che determina delle morfologie a gettante. Nei casi in cui il loro contenuto litico è a prevalente composizione sabbioso-limosa, in totale assenza di frazione carbonatica, la loro erosione determina sul corpo dunare soprastante l’innesco di un sistema di fatturazioni a sviluppo ortogonale, il quale isola in tal modo dei grossi blocchi che franano per distacco e ribaltamento (Figura 207).

In presenza di un maggiore o predominante contenuto in argilla di origine sedimentaria primaria (genesi in ambienti con ristagni idrici di interduna) si innesca un seppur minimo scivolamento traslativo, con innesco di fratture che individuano grossi prismi di arenaria predisposti per il distacco ed il successivo ribaltamento.

Figura 207 - Collassi per traslazione su depositi argillosi, con ribaltamento

Importante nel condizionamento di cinematismi osservati è rappresentato dall’ elevato angolo

(30° - 40°) di deposizione dei banchi eolici, caratteristico di alcune unità dunari, condizione deposizionale che può favorire il collasso lungo i piani di laminazione a differente grado di cementazione in dipendenza della tessitura e del contenuto litico (Figura 208).

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Figura 208 - distacchi lungo le laminazioni dei set, per variabilità tessiturale e grado di cementazione

Nella località di Torre sa Mora il grado di cementazione dei litotipi indagati si è rivelato talmente basso che non è stato possibile effettuare dei test sclerometrici. Nelle zone di distacco dei blocchi e nei depositi arrossati è stato possibile invece eseguite delle prove con un pocket penetrometer. I test sono stati eseguiti su tre livelli della parete di falesia (Figura 209). Figura 209 - Schema di suddivisione altimetrica nel tratto di falesia per i test penetrometrici

Nel livello 1 sono state rilevate alcune misure col pocket penetrometer. Le misure

acquisite nel livello 1 si riferiscono alla porzione più bassa di questo corpo di frana

Test n. Valori in MPa Valori in Kg/cm2

1 0.30 3.0

2 0.25 2.5

3 0.25 2.5

4 0.45 4.5

5 0.40 4.0

6 0.40 4.0

7 0.00 0.0

8 0.03 0.3

9 0.05 0.5

10 0.10 1.0

11 0.10 1.0

12 0.05 0.5

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Nel livello 2 Le misure si riferiscono ad un colluvie eolico arrossato intercalato:

* Il valore più rappresenta tivo si aggira attorno a 88 Kg/cm2 (8,63 MPa)

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock Density)

in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 12 – Capo Mannu / Torre Sa Mora

Down Terre < litotipo considerato < rocce 3.4 Roccia estremamente

debole

Test n. Valori in MPa Valori in Kg/cm2

1 51 0.50 0.40 5.0 4.0 2 52 0.50 0.50 5.0 5.0 3 53 0.30 0.60 3.0 6.0 4 54 0.30 0.35 3.0 3.5 5 55 0.20 0.45 2.0 4.5 6 56 0.40 0.40 4.0 4.0 7 57 0.55 0.75 5.5 7.5 8 58 0.35 0.40 3.5 4.0 9 59 0.40 0.35 4.0 3.5

10 60 0.45 0.30 4.5 3.0 11 61 0.60 0.60 6.0 6.0 12 62 0.45 0.60 4.5 6.0 13 63 0.65 0.50 6.5 5.0 14 64 0.80 0.30 8.0 3.0 15 65 0.30 0.20 3.0 2.0 16 66 0.40 0.45 4.0 4.5 17 67 0.30 0.30 3.0 3.0 18 68 0.50 0.25 5.0 2.5 19 69 0.20 0.25 2.0 2.5 20 70 0.40 0.30 4.0 3.0 21 0.35 3.5 22 0.45 4.5 23 0.30 3.0 24 0.35 3.5 25 0.50 5.0 26 0.50 5.0 27 0.25 2.5 28 0.30 3.0 29 0.40 4.0 30 0.40 4.0 31 0.60 6.0 32 0.35 3.5 33 0.35 3.5 34 0.40 4.0 35 0.55 5.5 36 0.40 4.0 37 0.40 4.0 38 0.50 5.0 39 0.55 5.5 40 0.55 5.5 41 0.30 3.0 42 0.60 6.0 43 0.70 7.0 44 0.40 4.0 45 0.35 3.5 46 0.40 4.0 47 0.50 5.0 48 0.40 4.0 49 0.60 6.0 50 0.40 4.0

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I dati ricavati dalla prove penetrometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nella seguente tabella:

Sul livello 3 è stato tentato prima un test con il pocket penetrometer ma i valori ottenuti

sono risultati troppo alti. Sono quindi stati eseguiti alcuni test con lo sclerometro per rocce ma lo strumento non è stato in grado di registrare dati significativi. Pertanto si è ritenuto di poter attribuire alla roccia approssimativamente valori di resistenza compresi tra 11 e 99 Kg/cm2. Per questo motivo, come generalmente quasi sempre accade, il litotipo che stà a tetto appare il più resistente perché più compatto e l’instabilità dipende interamente dalla rapidità con la quale i vari agenti (fisico-chimici, antropici) degradano la roccia di letto.

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria

Località

(Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità

(Rock Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 12 – Capo Mannu / Torre Sa Mora

Up Terre < litotipo considerato < rocce 11 ÷ 99 * Roccia debole

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L’insieme dei dati acquisiti mediante il rilevamento geo-litologico e dell’ analisi dei dati delle prove geognostiche condotte sul terreno ha consentito di classificare i due tipi di depositi dunari incontrati secondo il Geological Stregth Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 12, risulta che: - la formazione basale costituita da arenaria eolica con laminazione piano parallela si mostra molto fratturata, possiede dei giunti levigati, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è costituito principalmente da sabbia limosa.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 30 ÷40;

- la formazione ad arenaria eolica che stà a tetto si mostra fratturata, possiede dei giunti

lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi leggermente alterato e il riempimento dei giunti è costituito principalmente da cemento calcareo.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷50. In questa

litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di 0.30 metri dalla sommità.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 12 – Capo Mannu / Torre Sa Mora Arenarie 30 ÷ 40

Punto investigato Indice GSI

Fr. 12 – Capo mannu / Torre Sa Mora Arenarie 40 ÷ 50

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per le arenarie della Zona 1 (basse). E’ stato utilizzato un GSI = 33 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 0,30 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 0,33 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per le arenarie della Zona 2 (alte). E’ stato utilizzato un GSI = 43 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 7,77 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 8,63 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare per i differenti siti della Zona Fr 10 l’Indice di Periocolosità da frana:

Zona Fr. 12 – Capo Mannu / Torre Sa Mora [ Arenarie stratigraficamente basse]

Descrizione Valore Punteggio

Resistenza a compressione monoassiale 0,33 MPa 6,0

GSI (Geological Strength Index) 30 ÷ 40 13

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 70° ÷ 80° 16

Presenza di radici e profondità raggiunta 0 cm 0,5

Qualità di carico antropico ... 7

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 61,00

Area a Indice di Pericolosità alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità molto elevata da frana,

Classe Hg4

Zona Fr. 12 – Capo Mannu / Torre Sa Mora [ Arenarie stratigraficamente alte ]

Descrizione Valore Punteggio

Resistenza a compressione monoassiale 5,39 MPa 6,0

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche asciutte 0

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 70° ÷ 80° 16

Presenza di radici e profondità raggiunta > 20 ÷ ≤ 60 cm 2,30

Qualità di carico antropico ... 7

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 56,80

Area a Indice di Pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

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Zona Fr. 12 bis Denominazione: Fr. 12 bis – Torre di Capo Mannu Litologia: Arenarie Coordinate geografiche: P. Fr. 12 bis Latitudine – N 40°02’50.1” Longitudine – E 008°22’20.2” Altitudine: 20 metri slm Punto in frana: si Punto prelievo campioni litologici: no

Viene descritto un esempio di frana individuata nella zona Fr. 12, che viene distinta come

Fr. 12 bis. I litotipi indagati sono costituiti da arenarie eoliche ben stratificate, con buon grado di cementazione, caratterizzate da geometrie di accrezione rappresentate in prevalenza da set con laminazione parallela ad alto angolo. In questo punto la falesia raggiunge lo spessore di circa 50 m.

Le unità dunari sovrapposte sono anche in questa zona intercalate ai depositi fini

sabbioso-argillosi arrossati, qui particolarmente poco competenti per l’elevato contenuto di sabbie fini e scarsa componente argillosa, carattere che rappresenta un ulteriore fattore di instabilità degli spessi corpi dunari.

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Sulle arenarie sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce)

N.B. i valori scritti in grassetto sono stati presi tenendo lo sclerometro in verticale.

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (11.2+17.8+11.2+17.8+12.3)/5 = 14.1 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (11.0+11.0+10.8+11.0+10.7)/5 = 10.9 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (11.2+10.7+12.3+11.0+10.7)/5 = 11.2 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 12.1

Numero test sulle falesie a

arenarie eoliche di

Capo Mannu in zona Fr.12 bis

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┬ )

1 19 11.1* 2 20 11.2 3 13 10.4* 4 26 17.8 5 20 11.2 6 26 17.8 7 19 11.1* 8 13 10.4* 9 10 10.0* 10 21 12.3 11 18 11.0 12 12 10.2* 13 16 10.7* 14 13 10.4* 15 14 10.5* 16 18 11.0 17 14 10.5* 18 17 10.8 19 18 11.0 20 16 10.7 21 13 10.4* 22 20 11.2 23 13 10.4* 24 16 10.7 25 14 10.5* 26 21 12.3 27 11 10.1* 28 14 10.5* 29 18 11.0 30 16 10.7

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455

rimbalzo martello

c

19181716

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

ARENARIA r = 12,1 d = 1,73 g/cmc = 16,97 KN/mcσ = 15,26 MPa = 155,63 Kg/cmq

Fr. 12 bis - Torre di Capo Mannu

I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nella seguente tabella:

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 12 bis – Torre di Capo Mannu 12.1 1,73 155,63 Roccia debole

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In base alle valutazioni effettuate nel corso mdel rilevamento e dalla elaborazione dei dati acquisiti è possibile classificare l’arenaria eolica secondo il Geological Stregth Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammasso roccioso.

In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 12 bis, risulta che: - la formazione è costituita da arenaria eolica con laminazione piano parallela ad alto angolo, questa si mostra molto fratturata, possiede dei giunti levigati, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è costituito principalmente da sabbia limosa.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 30 ÷40. In questa litologia si osserva la presenza di radici che si spingono oltre 130 cm di

profondità dalla sommità.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 12 bis – Torre di Capo Mannu Arenarie 30 ÷ 40

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per le arenarie. E’ stato utilizzato un GSI = 32 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 12,21 MPa (cioè ridotto del 20% rispetto al valore di 15,26 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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460

Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare l’Indice di Pericolosità da frana:

Zona Fr. 12 bis – Torre di Capo Mannu [ Arenarie ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 15,26 MPa 3,0

GSI (Geological Strength Index) 30 ÷ 40 13

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 80° ÷ 90° 18

Presenza di radici e profondità raggiunta ≥ 120 cm 4,60

Qualità di carico antropico ... 7

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 64,10

Area a Indice di Pericolosità alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98

convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità molto elevata da frana,

Classe Hg4

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9.9 SCAU ‘E SAI In questa località è presente in falesia l‘affioramento più settentrionale della successione messiniana del Sinis.

La falesia nel suo sviluppo di circa 500 m e con un’altezza massima di circa 20 m mostra le unità stratigrafiche della parte media e alta della Formazione di Capo San Marco (Figura 210).

Figura 210 - falesia del promontorio di Scau ‘e Sai, esposta a nord

Alla base affiorano arenarie grosse e medie quarzoso-bioclastiche a stratificazione piano-

parallela, molto ben cementate, con delle bioerme a microbialiti, e vermetidi impostate nei livelli superiori

Segue un’alternanza di calcari bioclastici, calcari marnosi, marne siltose mediamente cementate e, ancora verso l’alto, calcari micritici e gessosi. Segue un primo livello di argille continentali ricoperte da un livello di sabbie grosse quarzose a spigoli vivi. I due livelli di argille e di calcari si ripetono verso l’alto e definiscono il passaggio, tramite una superficie erosiva, ai calcari dolomitici brecciati della Formazione di Torre del Sevo.

Queste unità stratigrafiche, per il loro grado di cementazione le prime e per le condizioni strutturali di intensa fratturazione l’ultima, mostrano uno scadente carattere geomeccanico.

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Infine, per diversi metri segue un complesso marino attribuito al Pliocene, con marne calcaree e calcari arenacei con scarso grado di cementazione o compattazione, la cui parte più alta, intensamente alterata, è interessata dalla presenza di rizocrezioni carbonatate e da apparati radicali della vegetazione che si sviluppa sul bordo della falesia.

La successione giace con debole inclinazione verso ovest, mostrando i maggiori spessori delle arenarie nel lato orientale della falesia ( punti P. Scau ‘e Sai 3, 4, 5, 6). Gradualmente, nella parte più occidentale, affiora nel basso la parte terminale dell’unità dei calcari brecciati (Torre del Sevo), ricoperta qui da una sequenza di arenarie e conglomerati del Pleistocene superiore (Tirreniano, MIS 5). La sezione stratigraficamente più completa si osserva in corrispondenza della Torre di Scau ‘e Sai, ove raggiunge lo spessore di 18-20 m.

Sulla superficie topografica nell’alto della falesia non si rilevano lineazioni strutturali, anche per via della copertura terrigena. Si osservano sulle unità carbonatiche nei livelli più bassi delle fessurazioni ad andamento sub-verticale con direzioni ortogonali tra loro, che generalmente individuano i prismi di roccia interessati da dinamiche evolutive di frana da crollo, con ribaltamenti e/o collassi in massa, in dipendenza del diverso grado di competenza dei materiali interessati. L’area è identificata come zona Fr. 13

Zona Fr. 13 Denominazione: Fr. 13 – Torre Scau ‘e Sai Litologia: Arenarie Coordinate geografiche: P. Scau ‘e Sai 1 Latitudine – N 40°03’13.2” Longitudine – E 008°26’16.9” P. Scau ‘e Sai 2 Latitudine – N 40°03’13.0” Longitudine – E 008°26’20.5” P. Scau ‘e Sai 3 Latitudine – N 40°03’11.2” Longitudine – E 008°26’24.3” P. Scau ‘e Sai 4 Latitudine – N 40°03’11.8” Longitudine – E 008°26’25.7” P. Scau ‘e Sai 5 Latitudine – N 40°03’09.9” Longitudine – E 008°26’28.3” P. Scau ‘e Sai 6 Latitudine – N 40°03’04.1” Longitudine – E 008°26’29.3” Altitudine: rispettivamente a 18, 20, 9, 8, 7 e 6 metri s.l.m. Punto in frana: tutti Punto prelievo campioni litologici: tutti. Sul lato esposto a nord-est l’arretramento della falesia appare pronunciato, per il

comportamento dell’unità dei calcari brecciati e soprattutto dell’unita carbonatica marnosa e calcareo-arenacea pliocenica. Il fattore predisponente, rappresentato dalla scarsa competenza di questi depositi, assume un ruolo determinante sotto l’influenza della forte impregnazione e del dilavamento concentrato operato dalle acque di origine meteorica (Figura 211). Per

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coinvolgimento di questi litotipi teneri ed in assenza di grossi blocchi di roccia competente, il piede della falesia su questo lato rimane particolarmente esposto alla dinamica del moto ondoso, particolarmente efficace nelle mareggiate dal III e soprattutto dal IV quadrante

Figura 211 – a) - Collassi con scivolamento sui livelli argillosi, lato est della falesia; b) - parete in marne e calcari arenacei poco cementati, soggetti a frana per collasso innescate dall’intenso dilavamento e saturazione idrica; questo processo è particolarmente attivo.

a) b) Nel tratto centrale, in prossimità della Torre di Scau ‘e Sai, il comportamento plastico dei

livelli di argilla rappresenta il principale fattore di destabilizzazione dei banchi maggiormene competenti dei calcari marnosi, che mostrano dei giunti sub-verticali paralleli e ortogonali alla parete, lungo i quali avviene il distacco seguito da scivolamento e ribaltamento.

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Lungo l’intera falesia nella zona Fr. 13 sono state eseguite delle prove geotecniche sia con lo sclerometro che col pettine di Barton e sono state effettuate delle campionature per la determinazione dei caratteri geomeccanici dei corpi rocciosi.

N.B. i valori scritti in grassetto sono stati presi tenendo losclerometro in orizzontale

.

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (26.9+29.0+33.1+26.9+33.1)/5 = 29.8

Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (29.0+26.9+29.0+26.9+33.1)/5 = 30.0

Test col profilometro (pettine di Barton)

Classe

Profili tipici di rugosità sui Calcari laminati in

zona P. Scau ‘e sai

1

1 0 ÷ 2 2 2 ÷ 4 1 0 ÷ 2 3 4 ÷ 6 1 0 ÷ 2 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 5 8 ÷ 10 5 8 ÷ 10 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 5 8 ÷ 10 3 4 ÷ 6 5 8 ÷ 10 4 6 ÷ 8 5 8 ÷ 10 3 4 ÷ 6 6 10 ÷ 12 4 6 ÷ 8 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6

Test

sclerometrico nella zona P.

Scau ‘e Sai 1 (Calcari laminati)

Valori ottenuti del modulo

di elasticità della roccia

( ┴ )

1 30 26.9 2 32 29.0 3 24 20.7* 4 28 24.8* 5 36 33.1 6 14 12.9* 7 30 26.9 8 36 33.1 9 26 22.8*

10 28 24.8* 11 32 29.0 12 30 26.9 13 26 22.8* 14 32 29.0 15 10 6.8* 16 11 9.93* 17 30 26.9 18 36 33.1 19 26 22.8* 20 20 16.6* 21 34 31.1 22 32 29.0* 23 32 29.0* 24 10 6.8* 25 14 12.9* 26 42 39.4 27 42 39.4 28 42 39.4 29 40 37.3 30 16 14.9*

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Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (31.1+39.4+39.4+39.4+37.3)/5 = 37.3 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 32.4

Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton = 3 ⇒ 4 ÷ 6 JRC range

N.B. i valori scritti in grassetto sono stati presi tenendo lo sclerometro in orizzontale.

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (18.7+21.8+29.0+14.6+16.6)/5 = 20.1

Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (16.6+16.6+12.9+24.8+12.9)/5 = 16.8 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (16.6+14.9+18.7+24.8+25.9)/5 = 20.2 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 19.0

Test sclerometrico in zona P. Scau ‘e Sai 1 (Calcari laminati)

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 10 6.8* 2 12 8.8* 3 22 18.7 4 12 8.8* 5 25 21.8 6 18 14.6* 7 18 14.6* 8 32 29.0 9 18 14.6

10 20 16.6 11 20 16.6 12 12 8.8* 13 12 8.8* 14 20 16.6 15 14 12.9 16 10 6.8* 17 28 24.8 18 10 6.8* 19 12 8.8* 20 14 12.9 21 20 16.6 22 10 6.8* 23 16 14.9 24 22 18.7 25 11 9.93* 26 10 6.8* 27 10 6.8* 28 18 14.6* 29 28 24.8 30 29 25.9

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N.B. i valori scritti in grassetto sono stati presi tenendo lo sclerometro in verticale.

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (24.4+12.3+11.2+10.9+16.7)/5 = 15.1 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (13.4+11.2+10.9+10.9+10.8)/5 = 11.4 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (20.0+11.2+11.2+13.4+10.9)/5 = 13.3 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 13.3

Test sclerometrico

nella zona del punto P. Scau ‘e Sai 2

(calcari)

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 12 10.2* 2 32 24.4 3 18 10.9* 4 21 12.3 5 18 10.9* 6 16 11.2 7 18 10.9 8 15 10.6* 9 25 16.7

10 12 10.2* 11 22 13.4 12 14 10.5* 13 12 10.2* 14 14 10.5* 15 24 10.8* 16 20 11.2 17 18 10.9 18 18 10.9 19 24 10.8* 20 24 10.8 21 18 10.9* 22 24 10.8* 23 28 20.0 24 18 10.9* 25 18 10.9* 26 16 11.2 27 18 10.9* 28 20 11.2 29 22 13.4 30 18 10.9

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N.B. i valori scritti in grassetto sono stati presi tenendo lo sclerometro in verticale.

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (10.9+10.5+10.9+11.2+10.9)/5 = 10.9 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (10.5+10.5+10.5+11.0+10.9)/5 = 10.5 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (16.7+11.2+11.0+10.9+11.2)/5 = 12.2 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 11.2

Test sclerometrico nella zona del

punto P. Scau ‘e Sai 2

(arenarie)

Valori ottenuti del modulo

di elasticità della roccia

( ┴ )

1 14 10.5* 2 10 10.0* 3 18 10.9 4 14 10.5 5 10 10.0* 6 18 10.9 7 12 10.2* 8 16 11.2 9 14 10.5* 10 18 10.9 11 12 10.2* 12 10 10.0* 13 12 10.2* 14 14 10.5 15 13 10.4* 16 10 10.0* 17 14 10.5 18 14 10.5 19 19 11.0 20 18 10.9 21 17 10.8* 22 25 16.7 23 18 10.9* 24 10 10.0* 25 16 11.2 26 19 11.0 27 18 10.9 28 14 10.5* 29 16 11.2 30 10 10.0*

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Nel settore di falesia esposto a nord-est, in conseguenza della debole immersione dell’intera successione messiniana verso ovest, sull’intera parete progressivamente meno alta affiorano in alternanza i banchi di arenaria e calcari biodetritici e micritici della parte medio-inferiore della Formazione di Capo San Marco.

Sulla parete, fino a circa 4 m s.l.m., poggia in discordanza sui termini messiniani un deposito conglomeratico-arenaceo fossilifero del Pleistocene superiore (Tirreniano, MIS 5). L’affioramento dei conglomerati tirreniani consente di ipotizzare tempi e velocità di evoluzione dei processi morfogenetici in questo settore. Esso è localizzato dalle coordinate N 40° 03’ 08.7”--E 008° 26’ 28.3” e N 40° 03’09.6”--E 008° 26’ 24.3”.

I banchi di arenaria mostrano vari livelli deposizionali piano-paralleli che individuano delle superfici preferenziali di distacco; similmente, i livelli calcarei biodetritici e soprattutto quelli micritici, molto sottilmente laminati, paiono particolarmente predisposti all’esfoliazione.

Il differente grado di competenza di questi litotipi determina nella falesia un profilo a gradoni, con alla base una piattaforma di abrasione estesa per qualche metro, anch’essa ad andamento debolmente acclive con inclinazione verso ovest, individuata dai banchi di arenaria quarzosa. Il differente grado di erodibilità e la conseguente presenza di aggetti, la geometria deposizionale interna ai litotipi presenti, il loro differente grado di competenza e quindi le loro caratteristiche geomeccaniche rappresentano importanti fattori predisponenti le condizioni di instabilità della parete. In queste si verifica, per effetto del carico gravitativo, il graduale distacco sia di lastre secondo giunti di stratificazione preferenziali sia di cunei liberati da giunti verticali che hanno uno sviluppo statisticamente non riferibile a particolari motivi strutturali (Figura 212).

Figura 212 - lato est di Scau ‘e Sai, crolli per ribaltamento di lastroni di calcari micritici e di

lastroni e prismi di arenaria.

Nel settore compreso tra il lato occidentale e quello orientale della falesia, dove insistono i punti denominati come P. Scau ‘e Sai 3, P. Scau ‘e Sai 4 e P. Scau ‘e Sai 5 non sono stati eseguiti test di tipo geognostico in quanto ad un controllo strumentale preliminare sono stati messi in evidenza gli stessi valori acquisiti sull’ammasso roccioso relativo al punto P. Scau ‘e Sai 6, che si mostra fondamentalmente simile.

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Il test P. Scau ‘e Sai 6 è stato effettuato sui calcari biodetritici e micritici e sulle arenarie. Coordinate geografiche: N 40° 03’ 09.7” - E 008° 26’ 25.7”.

N.B. i valori scritti in grassetto sono stati presi tenendo lo sclerometro in verticale.

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (12.7+14.5+22.2+13.1+12.7)/5 = 15.0 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (13.0+18.9+26.7+12.7+28.9)/5 = 20.0 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (24.4+13.2+14.4+12.6+13.0)/5 = 15.5 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 16.8

Test sclerometrico nel P. Scau ‘e Sai 6

(Calcari e calcari dolomitici brecciati)

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 16 12.7 2 23 14.5 3 30 22.2 4 20 11.2* 5 19 13.1 6 26 12.6* 7 16 12.7 8 20 11.2* 9 20 11.2*

10 14 12.4* 11 20 11.2* 12 16 12.7* 13 20 11.2* 14 18 13.0 15 14 12.4* 16 27 18.9 17 34 26.7 18 16 12.7* 19 16 12.7 20 36 28.9 21 32 24.4 22 18 13.0 23 28 14.4 24 23 9.9* 25 20 11.2* 26 24 10.8* 27 26 12.6 28 20 11.2* 29 18 13.0 30 20 11.2*

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N.B. i valori scritti in grassetto sono stati presi tenendo lo sclerometro in verticale.

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (10.5+10.9+10.4+10.6+10.4)/5 = 10.6 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (10.6+14.5+10.6+11.0+11.0)/5 = 11.3 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (10.6+10.6+10.2+18.9+11.2)/5 = 12.3 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 11.4

Test sclerometrico

nel P. Scau ‘e Sai 6

(arenarie)

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 12 10.2* 2 12 10.2* 3 14 10.5 4 18 10.9 5 10 10.0* 6 11 10.1* 7 13 10.4 8 15 10.6 9 13 10.4

10 10 10.0* 11 15 10.6 12 12 10.2* 13 10 10.0* 14 23 14.5 15 15 10.6 16 13 10.4* 17 12 10.2* 18 11 10.1* 19 19 11.0 20 19 11.0 21 11 10.1* 22 11 10.1* 23 10 10.0* 24 15 10.6 25 15 10.6 26 12 10.2 27 27 18.9 28 10 10.0* 29 10 10.0* 30 16 11.2

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010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132or

ient

azio

ne d

el m

arte

llode

nsità

γ (K

N/m

c)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

CALCARE r = 15,1 d = 1,94 g/cmc = 19,02 KN/mcσ = 17,94 MPa = 182,98 Kg/cmq

Fr. 13 - Torre Scau'e sai (Up)

rimbalzo martello

c

19

dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nelle seguenti tabelle:

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Calcare

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 13 – Torre Scau ‘e Sai

Parte alta 15.1 1,94 182,98 Roccia debole

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472

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Calcare

Località

(Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 13 – Torre Scau e’Sai

Parte bassa 25.7 2,29 329,56 Roccia a media resistenza

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473

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

ARENARIA r = 11,4 d = 2,04 g/cmc = 20,01 KN/mcσ = 15,88 MPa = 161,89 Kg/cmq

Fr. 13 - Torre Scaue'sai (Up)

rimbalzo martello

c

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria

Località

(Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 13 – Torre Scau e’Sai

Parte alta 11.4 2,04 161,89 Roccia debole

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010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

ARENARIA r = 11,2 d = 2,39 g/cmc = 23,44 KN/mcσ = 17,04 MPa = 173,80 Kg/cmq

Fr. 13 - Torre Scaue'sai (Down)

rimbalzo martello

c

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria

Località

(Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 13 – Torre Scau e’Sai

Parte bassa 11.2 2,39 173,80 Roccia debole

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L’insieme dei dati acquisiti mediante il rilevamento geo-litologico e dell’ analisi dei dati delle prove geognostiche condotte sul terreno ha consentito di classificare i litotipi in zona Torre Scau ‘e Sai secondo il Geological Stregth Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

La classificazione GSI è invece assente per quanto concerne le arenarie perche su

questa litologia non è stato possibile effettuare le misurazioni necessarie a causa del fatto che la roccia è sempre apparsa per brevi tratti o in posizioni difficili da raggiungere.

In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 13, risulta che:

la formazione dei Calcari bioturbati si mostra molto fratturata, possiede dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è costituito principalmente da sabbia limosa. Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 35 ÷ 45.

- In questa litologia si osserva la presenza di radici che si spingono anche oltre una profondità di circa 0.20 metri dalla sommità;

i calcari laminati (Formazione dei Calcari laminati del Sinis) si mostrano molto fratturati,

possiedono dei giunti levigati, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è costituito principalmente da sabbia limosa.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 30 ÷ 40.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 13 – Torre Scau ‘e Sai Calcari 35 ÷ 45

Punto investigato Indice GSI

Fr. 13 – Torre Scau ‘e Sai Calcari 30 ÷ 40

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per i calcari alti. E’ stato utilizzato un GSI = 36 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 16,15 MPa (cioè ridotto del 20% rispetto al valore di 17,94 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per i calcari stratigraficamente bassi. E’ stato utilizzato un GSI = 33 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 29,09 MPa (cioè ridotto del 20% rispetto al valore di 32,32 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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480

Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare per i differenti siti della Zona Fr 13 l’Indice di Pericolosità da frana:

Zona Fr. 13 – Torre Scau e’Sai [ Calcari stratigraficamente alti ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 17,94 MPa 3

GSI (Geological Strength Index) 35 ÷ 45 12

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 80° ÷ 90° 18

Presenza di radici e profondità raggiunta ≤ 20 cm 1,15

Qualità di carico antropico ... 5

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 57,65

Area a Indice di pericolosità alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità molto elevata da frana,

Classe Hg4

Zona Fr. 13 – Torre Scau ‘e Sai [ Calcari stratigraficamente bassi ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 32,32 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 30 ÷ 40 13

Condizioni idrauliche bagnata 7

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 80° ÷ 90° 18

Presenza di radici e profondità raggiunta 0 cm 0,50

Qualità di carico antropico ... 5

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 59,50

Area a Indice di Pericolosità alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità molto elevata da frana,

Classe Hg4

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9.10 SANTA CATERINA DI PITTINURI – S’ARCHITTU

Il settore centro-occidentale della Sardegna è caratterizzato dal complesso vulcanico del Montiferru, costituito da vulcaniti dell’inizio del terziario a chimismo prevalentemente riolitico-andesitico (Serie “trachitoidi e “andesitoidi”) (Deriu, 1964) e da vulcaniti plioceniche messe in posto con dei vari episodi successivi. Queste ultime sono rappresentate da:

- basaniti ad analcime compatte, o bollose, di colore grigio-rossastro, - da trachiti fonolitiche colore grigio (chiaro, perla, scuro), sono molto dure, compatte e con fratturazione scheggiosa o concoide e talora disaggregabili per processi di alterazione, come rilevato a sud della baia di Santa Caterina, Punta de Cagaragas. -basalti, prodotti in numerose successivamente alla messa in posto delle vulcaniti trachitico-fonolitiche i quali rappresentano le fasi terminali dell’attività vulcanica del Montiferru. Nel corso della complessa evoluzione tettonica e sedimentaria del Rift sardo (Cerchi &

Montadert, 1981), una fase trasgressiva determina la deposizione di una successione marina recentemente attribuita (Assorgia et al., 1997), nell’area di Santa Caterina, al Burdigaliano sommitale-Serravalliano inferiore e che evolve su depositi trasgressivi fluvio-lacustri.

Nel tratto costiero compreso tra la località di S’Archittu, a sud di Santa Caterina di

Pittinuri la serie miocenica è rappresentata prevalentemente da arenarie calcaree di colore avorio, da calcari organogeni, da calcari marnosi attribuite al Serravalliano (“Elveziano”) (Comaschi-Caria, 1951).

Le litofacies calcaree affiorano sulla costa con una morfologia di costa alta, molto acclive,

costituendo a tratti una vera falesia. Nel lato meridionale della baia di Santa Caterina, faglie di direzione N-S sia E NE-W

SW interessano, con delle dislocazioni dell’ordine della decina di metri, sia l’unità calcarenitica sia quella calcareo-marnosa determinandone l’immersione delle bancate verso ovest.

Sulla serie miocenica giacciono dei conglomerati continentali pre-basanitici a ciottoli ignimbriti e andesitici appartenenti alle serie trachitoide e andesitoide oligo-mioceniche, che rappresentano i più antichi depositi continentali fluvio-torrentizi, intercalati in più episodi alle colate basaltiche.

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9.10.1 La Baia di Santa Caterina di Pittinuri In quest’area sono state individuate due Zone di studio, identificate come Fr. 14 e Fr. 15

Zona Fr. 14 Denominazione: Fr. 14 – P. de Cagaragas (S. Caterina di Pittinuri) Litologia: Vulcaniti fonolitiche – Calcari Coordinate geografiche: P. Santa Caterina 1 Latitudine – N 40°06’03.7” Longitudine – E 008°29’27.0” P. Santa Caterina 2 Latitudine – N 40°06’03.9” Longitudine – E 008°29’28.6” P. Santa Caterina 3 Latitudine – N 40°06’07.1” Longitudine – E 008°29’32.5” Altitudine: rispettivamente a 38, 28 e 59 metri slm Punto in frana: tutti Punto prelievo campioni litologici: tutti. Litologia: Depositi Coordinate geografiche: Pp. 5 Latitudine – N 40°06’45.9” Longitudine – E 008°30’49.4” Pp. 6 Latitudine – N 40°05’52.0” Longitudine – E 008°30’36.0” Altitudine: rispettivamente 70 e 80 metri slm Punto in frana: no Punto prelievo campioni litologici: no Nel lato meridionale della baia di S. Caterina di Pittinuri, denominata in carta Fr. 14, la

falesia e alta circa 50 metri sul livello del mare. Essa mostra dal basso: -

Figura 213 - Punta de Cagaragas -fronte delle fonoliti in appoggio sul complesso detritico terrigeno

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-calcareniti compatte e calcari marnosi e teneri del Serravalliano -complesso continentale silicoclastico sabbioso-argilloso alla base, detritico-conglomeratico nell’alto, in matrice argillosa, del Pliocene - vulcaniti fonolitiche in facies lavica del Pliocene - colluvi e suoli del Pleistocene e Olocene. La falesia (Figure 213, 214) è esposta a nord-nord ovest e mostra nella parte alta

evidenti manifestazioni di frana, che si producono con l’attivazione di processi differenti. Figura 214 – Punta de Cagaragas - nicchie di frana nel complesso detritico terrigeno Figura 215 - Punta Cagaragas - fronte di frana per dilavamento e saltuari collassi nel complesso detritico terrigeno

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484

I depositi più fragili appaiono essere i depositi terrigeni ad un continuo dilavamento. La porzione più bassa è costituita da sabbie medie ricche in silice di origine continentale, molto ben classate e molto fortemente addensate: la parte più alta del complesso terrigeno è invece costituita da vari livelli conglomeratici in matrice ghiaiosa, ad elementi quarzosi metamorfici e di vulcaniti terziarie ricchi in noduli di ferro e manganese, prodotti per processi di alterazione intensa, che conferisce all’insieme la colorazione rosso-scura (Figura 215).

Su campioni di questo complesso sabbioso e conglomeratico sono state effettuate analisi

tessiturali (seguono le schede illustrative) che hanno messo in evidenza una dominante presenza di argille, responsabili della forte coesione del deposito terrigeno

Il dilavamento, apparentemente lento, rappresenta comunque il fattore predisponente occasionali crolli di blocchi fonolitici, instabilmente giacenti sul complesso continentale.

Le vulcaniti fonolitiche sono intensamente attraversate da un sistema di diaclasi con direzioni preferenziali, misurate sulla superficie topografica, di 240° N , 290° N (Figura 216).

Figura 216 - sistema di fratture sulla superficie del complesso monolitico di Punta de Cagaragas

Queste strutture definiscono geometricamente un reticolo di giunti ad andamento sub-

verticale che sulla parete della scarpata si manifestano con l’isolamento di grossi prismi di roccia, i cui lati sono individuati nelle direzioni suddette.

La struttura del complesso fonolitico e la plasticità del complesso continentale detritico terrigeno sottostante rappresentano i principali fattori predisponenti i fenomeni franosi i quali, per effetto del differente comportamento e dei caratteri geomeccanici dei due complessi implicati si possono manifestare con differenti modalità. In particolare, il dilavamento sul deposito detritico terrigeno, dato il forte grado di coesione di questi sedimenti, provoca incisioni da flusso concentrato di acque meteoriche (rill erosion), determinandone una lenta progressiva erosione, senza manifestazioni di scollamento e collasso di materiale in massa.

Il carattere fragile del complesso fonolitico, messo in risalto dall’intensa rete di diaclasi, determina la progressiva apertura dei giunti sul fronte della colata, secondo le direzioni di

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fratturazione della massa rocciosa (Figura 217), come conseguenza del comportamento plastico del deposito terrigeno sottostante, accentuato temporaneamente da impregnazione da parte dell’acqua meteorica. La pur lenta traslazione dei prismi posti sul fronte della scarpata evolve infine in definitivo distacco seguito da ribaltamento.

Figura 217 - prismi di fonoliti sul fronte Dimensioni dei distacchi in atto sul fronte della placca fonolitica

L’unita sedimentaria dei calcari, che a Punta de Cagaragas rappresenta la metà inferiore

della falesia, mostra maggiore compattezza nella sua parte medio-bassa, costituita nel basso da biocalcareniti e maggior fragilità in quella alta, costituita da calcari marnosi. Il fattore litologico quindi rappresenta, con il contrasto di competenza messo in evidenza anche dalle erosioni differenziali, un fattore discriminante riguardo i processi di instabilità della successione sedimentaria miocenica, la quale è peraltro attraversata da estesi giunti ad andamento inclinato, secondo le direzioni di stress tettonico che interessano la sequenza. miocenica (Figura 218).

Figura 218 – La parete in calcareniti e calcari marnosi, interessate in più direzioni da macrogiunti

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Sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) sia sui calcari di S. Caterina di Pittinuri nella zona Fr.14

N.B. i valori scritti in grassetto sono stati presi tenendo lo sclerometro in orizzontale

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (16.6+16.6+14.6+10.7+10.7)/5 = 13.8 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (17.3+11.7+12.7+11.7+9.7)/5 = 12.6 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (14.6+11.7+13.7+14.6+9.7)/5 = 12.9 Rmedio = (R1 + R2 + R3) /3 = 13.1

Numero test sulle falesie calcaree a S.

Caterina

Valori corretti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 0 0,0* 2 0 0,0* 3 0 0,0* 4 10 6,8* 5 20 16,6 6 20 16,6 7 18 14,6 8 14 10,7 9 14 10,7 10 11 7,8* 11 22 17,3 12 0 0,0* 13 11 7,8* 14 15 11,7 15 16 12,7 16 0 0,0* 17 0 0,0* 18 0 0,0* 19 15 11,7 20 13 9,7 21 0 0,0* 22 13 9,7* 23 18 14,6 24 15 11,7 25 17 13,7 26 12 8,8* 27 0 0,0* 28 10 6,8* 29 18 14,6 30 13 9,7

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487

sia sulle vulcaniti fonolitiche nella zona Fr. 14

N.B. i valori scritti in grassetto sono stati presi tenendo lo sclerometro in orizzontale .

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (35+40+41+40+30)/5 = 37.2 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (26+19+26+29+17.9)/5 = 23.6 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (22.7+22.7+27.6+20.8+30.5)/5 = 24.9 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 28.6

Numero test nelle vulcaniti

fonolitiche

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 28* 2 35 3 40 4 41 5 24* 6 28* 7 29* 8 40 9 16* 10 30 11 26 12 19 13 14* 14 26 15 29 16 20 16.6* 17 11 7.8* 18 20 16.6* 19 21 17.9 20 19 15.6* 21 16 12.7* 22 26 22.7 23 26 22.7 24 22 17.3* 25 18 14.6* 26 19 15.6* 27 31 27.6 28 20 16.6* 29 24 20.8 30 34 30.5

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488

Sulle vulcaniti fonolitiche nel punto P. Santa

Caterina 3 sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico anche mediante Pettine di Barton

Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton = 4 ⇒ 6 ÷ 8 JRC range

Test col profilometro (pettine di Barton)

Classe Profili tipici di rugosità sulle

arenarie

4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 5 8 ÷ 10 5 8 ÷ 10 6 10 ÷ 12 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 7 12 ÷ 14 5 8 ÷ 10 5 8 ÷ 10 7 12 ÷ 14 8 14 ÷ 16 5 8 ÷ 10 6 10 ÷ 12 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 5 8 ÷ 10 5 8 ÷ 10 4 6 ÷ 8 1 0 ÷ 2 4 6 ÷ 8 5 8 ÷ 10 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 1 0 ÷ 2 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4

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489

rimbalzo martello

c

Fr. 14 - P. de Cagaragas (Santa Caterina di Pittinuri)

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

BASALTI r = 28,6 d = 2,37 g/cmc = 23,24 KN/mcσ = 38,55 MPa = 393,10 Kg/cmq

I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nelle seguenti tabelle:

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Vulcaniti fonolitiche

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 14 - Punta de Cagaradas (S. Caterina di Pittinuri)

28.6 2,37 393,10 Roccia a media resistenza

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490

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

CALCARE r = 13,1 d = 1,94 g/cmc = 19,02 KN/mcσ = 16,61 MPa = 169,34 Kg/cmq

rimbalzo martello

c

19

Fr. 14 - P. de Cagaragas (Santa Caterina di Pittinuri)

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Calcare

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 14 – P. de Cagaragas (S. Caterina di Pittinuri)

13.1 1,94 169,34 Roccia debole

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491

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492

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493

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494

L’insieme dei dati acquisiti mediante il rilevamento geo-litologico e dell’ analisi dei dati delle prove geognostiche condotte sul terreno ha consentito di classificare sia la successione calcarea di S. Caterina e sia le vulcaniti fonolitiche tetto secondo il Geological Stregth Index

(Hoeh), in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 14, risulta che: - le vulcaniti sommitali si mostrano fratturate, possiedono dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è costituito principalmente da sabbia limosa.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 50 ÷60. In questa litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di tre metri dalla sommità.

i calcari di S. Caterina si mostrano molto fratturati, possiedono dei giunti lisci, l’ammasso

roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è costituito principalmente da sabbia limosa.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷50;

Punto investigato Indice GSI

Fr. 14 – P. de Cacaragas (S. Caterina di Pittinuri) Fonoliti 50 ÷ 60

Punto investigato Indice GSI

Fr. 14 – P. de Cacaragas (S. Caterina di Pittinuri) Calcari 40 ÷ 50

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495

Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per i basalti. E’ stato utilizzato un GSI = 52 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 34,69 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 38,55 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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496

Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per i calcari. E’ stato utilizzato un GSI = 41 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 14,95 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 16,61 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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497

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498

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499

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500

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501

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502

Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare nei vari siti di questa Zona l’Indice di Pericolosità da frana:

Zona Fr. 14 – P. de Cagaragas (Santa Caterina di Pittinuri) [ Fonoliti ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 38,55 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 50 ÷ 60 9

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 1,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 60° ÷ 70° 14

Presenza di radici e profondità raggiunta ≥ 120 cm 4,60

Qualità di carico antropico ... 5

Stato Attività Quiescente 6

Somma punteggio 45,60

Area a Indice di Pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

Zona Fr. 14 – P. de Cagaragas (Santa Caterina di Pittinuri) [ Calcari ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 16,61 MPa 3,0

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 1,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 60° ÷ 70° 14

Presenza di radici e profondità raggiunta 0 cm 0,5

Qualità di carico antropico ... 5

Stato Attività Quiescente 6

Somma punteggio 45,00

Area a Indice di Pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

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503

Zona Fr. 15 Denominazione: Fr. 15 – Torre Pittinuri (S. Caterina di Pittinuri) Litologia: Calcari Coordinate geografiche: P. Santa Caterina 4 Latitudine – N 40°06’20.0” Longitudine – E 008°29’22.7” Altitudine: 30 metri slm Punto in frana: si Punto prelievo campioni litologici: no.

Il settore centro-settentrionale della falesia calcarea nella baia di S. Caterina di Pittinuri,

ad est dell’omonima Torre, è rappresentata in carta come Fr. 15. Le falesie sono alte circa 30 metri in media sul livello del mare.

Questa zona esposta a sud-ovest è da considerare un’area in frana. In questi ultimi anni il distacco di alcuni volumi di roccia ha determinato l’esecuzione di opere di consolidamento e difesa. Un contributo all’accentuarsi del fenomeno parrebbe essere da attribuire anche alla presenza di alcuni fabbricati a ridosso della falesia.

Dal basso verso l’alto si osservano: - i calcari di Santa Caterina (più compatti in basso e più teneri a tetto); - un complesso alluvionale detritico silico-clastico, che occupa la parte alta della parete,

ad acclività elevata.

I calcari mostrano maggiore compattezza nella parte medio-bassa, costituita da biocalcareniti mentre in quella alta sono generalmente più fragili costituiti da calcari marnosi. In alcuni tratti di costa i calcari sono interessati dalla presenza di grotte e cavità. Spesso si osserva, nella parte bassa della falesia, la presenza di emergenze d’acqua. Questo fatto, attribuibile a fenomeni di circolazione naturale, aumenta in alcuni punti la fragilità della roccia e contribuisce ad innescare fenomeni di distacco. Questo aspetto ò aggravato dalla presenza anche di scarichi di acque direttamente sulla falesia da parte delle abitazioni costruite a ridosso di questa.

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504

Sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) sui calcari di S. Caterina di Pittinuri nella zona Fr. 15

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (16+20+18+22+22)/5 = 19.6 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (18+28+16+22+26)/5 = 22 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (21+29+24+24+26)/5 = 24.8 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 22.1

Numero test

sui calcari di S. Caterina nella parte di falesia

a sud

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 16 2 34 3 10* 4 21 5 24 6 15 7 12* 8 12* 9 14* 10 10* 11 25 12 33 13 12* 14 26 15 18* 16 17* 17 20 18 10* 19 22 20 17* 21 15* 22 19* 23 10* 24 26 25 23 26 14* 27 25 28 19* 29 22 30 32

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505

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (16+34+21+24+15)/5 = 22 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (25+33+26+20+22)/5 = 25.2 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (26+23+25+22+32)/5 = 25.6 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 24.3

Numero test

sui calcari di S. Caterina nella parte di falesia

a ovest

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 16 2 10* 3 14* 4 20 5 18 6 22 7 14* 8 10* 9 12* 10 22 11 18 12 14* 13 16* 14 12* 15 12* 16 28 17 16 18 22 19 10* 20 26 21 10* 22 14* 23 21 24 29 25 20* 26 24 27 16* 28 14* 29 24 30 26

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506

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (27+29+30+25+34)/5 = 29 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (38+16+15+26+16)/5 = 22.2 Rmedio = (R1 + R2)/2 = 51.2 Rmedio complessivo = 32.5

Numero test

sui calcari di S. Caterina nella parte di falesia

a sud

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

31 18* 32 27 33 18* 34 24* 35 22* 36 29 7 30 38 25 39 34 40 20* 41 13* 42 38 43 16 44 15 45 26 46 10* 47 16 48 0* 49 0* 50 0*

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507

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

CALCARE r = 32,5 d = 1,94 g/cmc = 19,02 KN/mcσ = 35,24 MPa = 359,33 Kg/cmq

rimbalzo martello

c

19

Fr. 15 - Torre Pittinuri (S. Caterina di Pittinuri)

I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nella seguente tabella

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Calcare

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 15 – Torre Pittinuri (S. Caterina di Pittinuri)

32.5 1,94 359,33 Roccia a media resistenza

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

Seconda parte: Valutazione di un indice di Pericolosità da frana – Paolo Sardu – 2010

508

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509

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510

L’insieme dei dati acquisiti mediante il rilevamento geo-litologico e dell’ analisi dei dati delle prove geognostiche condotte sul terreno ha consentito di classificare in questa zona i calcari di S. Caterina secondo il Geological Stregth Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati. In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 15, risulta che:

I calcari di S. Caterina si mostrano molto fratturati, possiedono dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è costituito principalmente da sabbia limosa.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷50; In questa litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di

2.00 metri dalla sommità.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 15 – Torre Pittinuri (S. Caterina di Pittinuri) Calcari 40 ÷ 50

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511

Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per i calcari. E’ stato utilizzato un GSI = 41 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 31,71 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 35,24 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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512

Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare nei vari siti di questa Zona l’Indice di Pericolosità da frana:

Nella baia di Santa Caterina di Pittinuri è’ stata rilevata una situazione critica, o apparentemente critica nella zona Fr. 15, dove si potrebbe ipotizzare la possibilità di frana. La falesia in oggetto è costituita da calcari fratturati (immagine A), sui quali in un sito della falesia insistono costruzioni che aumentano il carico sulla parete e che presumibilmente rilasciano acque reflue di varia provenienza. In questo modo si concorre ad accentuare gli effetti dovuti a infiltrazioni d’acqua per condizioni naturali aumentando la condizione di fragilità dell’ammasso roccioso considerato.

I dati misurati e quelli analitici sono: Superficie = A = 30 mq, al di sopra della quale il peso P agisce; Altezza o potenza dell’ammasso roccioso H = ∼ 6,20 m; Aggetto = b = ∼ 10 m; Volume dell’ammasso roccioso V = ∼ 186 mc; Peso specifico medio γγγγ = ∼ 2120,71 Kg / mc; in base ai dati di lab. in nostro possesso; Peso dell’ammasso roccioso P = V ⋅⋅⋅⋅ γγγγ = ∼ 394,45 tonn.

Zona Fr. 15 – Torre Pittinuri (S. Caterina di Pittinuri) [ Calcari ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 35,24 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 6

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 30° ÷ 40° 8

Presenza di radici e profondità raggiunta > 120 cm 4,60

Qualità di carico antropico ... 3

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 48,10

Area a Indice di Pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

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513

Uno schema mostra un elemento semplice di ammasso geologico a sezione rettangolare

e di area A (Schema 1), che si considera sia sollecitato da una forza normale σ di trazione = S/A. Si consideri la sezione A’B’ ruotata dell’angolo φ° rispetto alla sezione AB; si avrà che l’area A’ della sezione A’B’ varrà A’ = A / cos φ, e su questa sezione, agirà uno sforzo normale N = S ⋅ cos φ, e uno di taglio T = S ⋅ sen φ. In questo modo la forza normale σ’ e quella di taglio τ’ agenti sulla sezione A’B’, potranno essere ottenute come:

σ’ = N / A’ τ’ = T / A’ queste due forze sono variabili al variare dell’angolo φ. Schema 1

In ragione di quanto detto, schematizzando le forze in gioco (immagine B) si ricavano i

valori per l’ammasso roccioso considerato: Angolo φφφφ = 24° (angolo del piano ipotizzato di rottura o di scivolamento blocco); Sommatoria delle forze stabilizzanti N = P ⋅ cos φ = ∼ 360,35 tonn; Sommatoria delle forze destabilizzanti T = P ⋅ sen φ = ∼ 160,44 tonn; Area A’ della sezione lungo la quale presumibilmente avverà la rottura

A’ = A ⋅ cos φ = 27,41 mq; Per cui risulta che: σσσσ’ = N / A’ = ∼ 13,15 tonn / mq = 13150 kg / mq ττττ’ = T / A’ = ∼ 5,85 tonn / mq = 5850 kg / mq

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514

Per l’analisi delle condizioni di stabilità, così come per gli altri cinematismi di rottura piani, si schematizza il problema considerando una striscia di larghezza unitaria (Schema 1) e andando a ricercare le condizioni di equilibrio delle sole forze agenti e trascurando l’equilibrio dei momenti (si esclude quindi la verifica al ribaltamento). In generale sono ipotizzabili due tipologie di geometria di rottura: l’assenza o la presenza di una frattura di trazione aperta nella parte superiore della scarpata. Nel presente caso non essendo visibile una frattura di trazione, le condizioni di equilibrio tra le forze stabilizzanti N e le forze destabilizzanti T, nell’ipotesi più semplice di assenza di forze esterne e di fratture di trazione superiore, si possono esprimere con la formula: Fs = N / T = 360,35 tonn / 160,44 tonn = 2,25 Ricordando adesso che Fs = Coefficiente di sicurezza e che vale:

per Fs > 1 ⇒ condizione di stabilità; per Fs = 1 ⇒ condizione di equilibrio; per Fs < 1 ⇒ condizione di instabilità;

per cui l’ammasso roccioso è in condizioni di stabilità; ecco perché non crolla, almeno sino a quando non varia qualcosa nella risultante delle forze in gioco all’interno dell’ammasso roccioso considerato; cosa peraltro possibile, visto quanto detto sopra.

Si intende precisare che comunque la zona ha manifestato fenomeni di crollo documentato, tanto da indurre giustamente l’amministrazione comunale competente (Cuglieri) a segnalare il divieto d’accesso e di caduta massi nel punto più critico. Ciò è importante per sottolineare come a volte una situazione apparentemente di pericolo poi effettivamente potrebbe non esserlo, ma situazioni di apparente assenza di pericolo potrebbero invece esserlo e anche più gravi di quanto non si pensi. E’ necessario pertanto nello studio di casi simili l’analisi geotecnica, esistendo delle situazioni di pericolosità.

Si tenga comunque presente che:

• Il calcolo è stato semplificato, non considerando alcuni fattori;

Una controprova può essere fatta adottando il criterio di rottura di Mohr-Coulomb, in questo caso utilizzando la formula in basso

c ⋅ A + N ⋅ tan ϕ

Fs = -------------------------- con: T

c = coesione del giunto = 0,134 Mpa = 13400 Kg / m2; ϕ = angolo d’attrito del giunto = 38,63° N = sommatoria delle forze stabilizzanti = 360350 Kg; T = sommatoria delle forze destabilizzanti = 160440 Kg; A = lunghezza del piano di scivolamento = H / sen φ = ∼ 15,24 m si otterrà: Fs = 3,07;

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515

I dati sembrano suggerire una situazione di stabilità. A

Schematizzazione delle forze in gioco

B

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516

9.11 CODULEDDU - CAPO NIEDDU In quest’area è stata individuata una Zona identificata come Fr. 16

Zona Fr. 16 Denominazione: Fr. 16 – Capo Nieddu / Torre di Foghe Litologia: Basalti, Calcari, Colluvi e Conglomerati alluvionali Coordinate geografiche: P. Coduleddu 1 Latitudine – N 40°07’12.7” Longitudine – E 008°29’06.1” P. Coduleddu 2 Latitudine – N 40°07’34.9” Longitudine – E 008°28’44.3” P. Capo Nieddu 1 Latitudine – N 40°09’03.5” Longitudine – E 008°27’54.1” P. Capo Nieddu 2 Latitudine – N 40°09’33.5” Longitudine – E 008°27’43.2” Altitudine: rispettivamente a 1, 5, 37, 57 e 65 metri slm Punto in frana: tutti tranne P. Capo Nieddu 1 Punto prelievo campioni litologici: P. Coduleddu 2 e P. Capo Nieddu 2, P. Coduleddu 1 (Colluvi) Quest’area è distinta in cartografia come Fr. 16. Essa è individuata nella zona compresa

tra le località di Torre di Capo Nieddu e di Torre di Foghe, al limite occidentale di un vasto altopiano di natura basaltica, esteso a nord di Santa Caterina di Pittinuri, che ha origine poco a sud di Cuglieri e degrada con debole acclività verso ovest, dove termina con una falesia alta mediamente 50 / 55 m. Sulla parete di questa affiorano i tre complessi geologici che caratterizzano questo settore del versante occidentale del Montiferru.

Alla base affiorano i calcari marnosi e le calcareniti riccamente fossilifere del Langhiano - Serravalliano che caratterizzano l’intera area di Santa Caterina, in giacitura monoclinale con un’inclinazione di circa 10°-15° W –NW (Figura 220).

Figura 220 – la falesia di Coduleddu, a N di Santa Caterina di Pittinuri

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517

Sui sedimenti miocenici giace per oltre 10 metri di spessore un complesso continentale costituito da alternanze di sabbie fini e medie quarzose in bancate regolari, colluvi detritici con ciottoli di vulcaniti a spigoli vivi e lenti conglomeratiche alluvionali, a ciottoli molto ben elaborati, costituiti da vulcaniti terziarie e rocce metamorfiche, in matrice sabbioso-ghiaiosa. Il complesso continentale è mediamente arrossato, più intensamente nella parte alta, fortemente addensato e coeso nelle bancate costituite dalle sabbie fini e da limi, assai meno nelle grosse lenti sabbioso-ghiaiose conglomeratiche (Figura 221).

Sul complesso continentale sono state eseguite delle campionature per un’analisi tessiturale del sedimenti.

Figura 221 – complessocontinentale pre-basaltico,costituito da sabbie grosse conglomeratiche in basso, sormontate dai banchi di sabbie fini

Sul complesso continentale poggia infine una copertura di trachibasalti ed alcalibasalti in

più colate. Questi tipi litoidi appaiono molto compatti ma intensamente fratturati, con sistemi di fratture ad andamento sia orizzontale sia verticale. Sono inoltre presenti dei piani di discontinuità dovuti alla messa in posto di colate successive, molto evidenti nei livelli dove le stesse colate mostrano un aspetto più scoriaceo.

Il dilavamento dei banchi alluvionali ad elevata componente sabbioso-conglomeratica ed i distacchi di blocchi di basalto caratterizzano questo tratto di costa con franamenti diffusi sulla parte media della parete di falesia.

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Verso nord, in prossimità di Capo Nieddu (Figura 222), l’immersione in direzione NW dei tre precedenti complessi litoidi determina l’affioramento in parete del solo complesso vulcanitico, entro il quale ancora si osservano sottili livelli di depositi terrigeni intervallati tra successive colate.

Figura 222 - la falesiadi basalto, a nord ed a sud della Torre di Capo Nieddu Nei pressi di Capo Nieddu la falesia mantiene i caratteri litologici e strutturali

precedentemente detti ed è inoltre caratterizzata dalla presenza di facies laviche a struttura poligonale (basalti colonnari, Figura 223), la cui struttura prismatica a carattere massivo conferisce per ampi tratti una sostanziale maggior stabilità e rarefazione degli episodi di crollo.

Figura 223 La punta presso Capo Nieddu, con le facies prismatiche colonnari

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519

Sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) e pettine di Barton sia sui basalti presso P. Coduleddu 2 (in zona Fr. 16):

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie dieci misure = (41+46+51+41+40)/5 = 43,8 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (40+33+34+32+31)/5 = 34

Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (38+32+44+30+36)/5 = 36 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 37,9 Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton = 3 ⇒ 4 ÷ 6 JRC range

Test col profilometro (pettine di Barton)

Classe Profili tipici di rugosità sui basalti

2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 1 0 ÷ 2 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 1 0 ÷ 2 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 1 0 ÷ 2 4 6 ÷ 8 1 0 ÷ 2 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 1 0 ÷ 2 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 1 0 ÷ 2

Numero test sui

basalti di P. Coduleddu 2

Valori ottenuti del modulo

di elasticità della roccia

( ┴ )

1 38* 2 41 3 46 4 30* 5 51 6 35* 7 41 8 40 9 20* 10 16* 11 29* 12 40 13 33 14 30* 15 34 16 32 17 28* 18 28* 19 31 20 22* 21 29* 22 20* 23 38 24 32 25 44 26 30* 27 29* 28 24* 29 30 30 36

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520

sia sui basalti presso la Torre Capo di Nieddu.

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (34+40+46+33+35)/5 = 37.6

Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (31+31+31+46+41)/5 = 36

Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure =

(31+30+28+39+32)/5 = 32

Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 35.2

Numero test sulle falesie a

basalti di Torre Capo

Nieddu in zona Fr. 16

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia (┴)

1 34 2 23* 3 26* 4 31* 5 40 6 20* 7 17* 8 46 9 33 10 35 11 31 12 26* 13 18* 14 15* 15 21* 16 18* 17 31 18 31 19 46 20 41 21 31 22 30 23 28 24 18* 25 24* 26 39 27 32 28 24* 29 21* 30 21*

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521

Sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) anche sui calcari presso P. Su Coduleddu 2

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (21+23+19+20+24)/5 = 21.4 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (18+25+26+22+24)/5 = 23 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (23+19+21+24+21)/5 = 21.6 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 22

Numero test sulle falesie a calcari di Su

Coduleddu 2 in zona Fr. 16

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia (┴)

1 21 2 23 3 17* 4 19 5 19 6 18* 7 15* 8 20 9 24 10 17* 11 18 12 17* 13 25 14 15* 15 26 16 18* 17 17* 18 22 19 24 20 18* 21 17* 22 23 23 19 24 18* 25 19* 26 21 27 24 28 17* 29 21 30 16*

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522

350400

2021222324252627282930

3132or

ient

azio

ne d

el m

arte

llode

nsità

γ (K

N/m

c)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

BASALTI r = 37,9 d = 2,47 g/cmc = 24,22 KN/mcσ = 64,75 MPa = 660,29 Kg/cmq

Fr. 16 - P. Coduleddu 2

rimbalzo martello

c

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300

I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nelle seguenti tabelle:

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Basalti

Località

(Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 16 – P. Coduleddu 2 37.9 2,47 660,29 Roccia resistente

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523

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

1 50

+ - -+20

0

c

BASALTI r = 35,2 d = 2,57 g/cmc = 25,20 KN/mcσ = 61,05 MPa = 622,50 Kg/cmq

Fr. 16 - Capo Nieddu / Torre di Foghe

rimbalzo martello

c

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Basalti

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 16 – Capo Nieddu / Torre di Foghe 35.2 2,57 622,50 Roccia resistente

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524

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

CALCARE r = 22 d = 1,94 g/cmc = 19,02 KN/mcσ = 23,46 MPa = 239,21 Kg/cmq

Fr. 16 - Capo Nieddu / Torre di Foghe

rimbalzo martello

c

19

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Calcare

Località

(Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 16 – Su Coduleddu 22 1,94 239,21 Roccia debole

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L’insieme dei dati acquisiti mediante il rilevamento geo-litologico e dell’ analisi dei dati delle prove geognostiche condotte sul terreno ha consentito di classificare i litotipi presenti nella zona di Torre di Capo Nieddu - Torre di Foghe secondo il Geological Stregth Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati. In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 16, risulta che:

- I basalti, in Zona P. Coduleddu 2 sono molto fratturati, mostrano dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato, i giunti sono generalmente privi di riempimento.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 45 ÷50;

In questa litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di

1.50 metri dalla sommità.

-

I basalti, in Zona Capo Nieddu sono molto fratturati, mostrano dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è costituito principalmente da cemento calcareo o da frammenti angolari.

L’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷50. In questa litologia si

osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di circa 0.60 metri dalla sommità;

i calcari di Su Coduleddu, ricadenti nella Zona di Capo Nieddu si mostrano molto

fratturati, possiedono dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è costituito principalmente da sabbia fine costituita da frammenti angolari. L’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 30 ÷40.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 16 – Capo Nieddu / Torre di Foghe Basalti 40 ÷ 50

Punto investigato Indice GSI

Fr. 16 – P. Coduleddu 2 Basalti 45 ÷ 50

Punto investigato Indice GSI

Fr. 16 – Su Coduleddu 2 Calcari 30 ÷ 40

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per i basalti in Zona Fr. 16 - P. Coduleddu 2. E’ stato utilizzato un GSI = 43 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 58,28 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 64,75 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per i basalti in Zona Fr. 16 - Capo Nieddu / Torre di Foghe. E’ stato utilizzato un GSI = 42 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 54,94 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 61,05 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per i calcari in Zona Fr. 16 - Capo Nieddu / Torre di Foghe. E’ stato utilizzato un GSI = 35 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 21,11 MPa (cioè ridotto).

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Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare per i differenti siti della Zona Fr 16 l’Indice di pericolosità da frana:

Zona Fr. 16 – P. Coduleddu 2 [ Basalti ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 64,75 MPa 0,75

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 1,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 60° ÷ 70° 14

Presenza di radici e profondità raggiunta > 120 cm 4,60

Qualità di carico antropico ... 5

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 50,85

Area a Indice di pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

Zona Fr. 16 – Capo Nieddu / Torre di Foghe [ Basalti ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 61,05 MPa 0,75

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 1,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 60° ÷ 70° 14

Presenza di radici e profondità raggiunta < 20 ÷ ≤ 60 cm 2,30

Qualità di carico antropico ... 5

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 48,55

Area a Indice di Pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

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Zona Fr. 16 – Capo Nieddu / Torre di Foghe [ Calcari di Su Coduleddu 2 ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 23,46 MPa 3,0

GSI (Geological Strength Index) 30 ÷ 40 13

Condizioni idrauliche asciute 0

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 1,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 60° ÷ 70° 14

Presenza di radici e profondità raggiunta 0 cm 0,5

Qualità di carico antropico ... 5

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 47,00

Area a Indice di Pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° L. 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

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9.12 TORRE COLUMBARGIA

Il tratto di costa tra la foce del Rio Mannu di Cuglieri (Torre di Foghe) e Porto Alabe - Santa Maria di Magomadas si sviluppa in modo prevalentemente rettilineo, intervallato dallo sbocco di alcuni torrenti e da qualche piccolo promontorio e presenta delle falesie o versanti di inclinazione fino a 80°, con altezza tra 8-10 e 40-50 m, costituite da arenarie pleistoceniche.

Lungo l’intero tratto costiero affiora il basamento vulcanitico della Planargia, i cui litotipi, costituiti da rioliti sia massive sia in facies tufacea, talora stratoidi, vetrose, compatte e resistenti, con colorazione dal bianco roseo al rosso vivo rappresentano l’ultima manifestazione vulcanica pre-miocenica dell’area. La struttura massiva, priva di particolari evidenze di strutture di colata, talora manifestano un aspetto stratiforme dovuto ai fenomeni di contrazione per raffreddamento rapido. Localmente sono spesso presenti vene calcedoniose policrome di origine idrotermale, piccole vene di ossido di manganese e facies notevolmente caolinizzate.

Nell’area più meridionale, fino alla Torre di Foghe dove interessano la parte alta della falesia, affiorano i prodotti delle prime manifestazioni del ciclo vulcanico pliocenico, costituiti da basalti color grigio-cenere o nerastri, a grana molto fine, prevalentemente compatti, solo raramente vacuolari, con i vacuoli riempiti da calcite.

Queste vulcaniti delineano in genere una morfologia costiera alta, con versante ad elevata acclività, ricoperto in continuità per l’intero tratto costiero fino alla località di Santa Maria del Mare (Magomadas), eccetto che nelle località presso la Torre di Foghe e la Torre di Ischia Ruggia, da un complesso di arenarie di spiaggia, arenarie eoliche e colluvi del Pleistocene. Questo poggia direttamente sulle vulcaniti oligoceniche, con altezza che generalmente è variabile tra 10 e 20 m ma che raggiunge talora circa 60 m, con ampiezza variabile fino a qualche centinaio di metri (Figura 224)

Alla base della sequenza, una piattaforma di abrasione marina, mostra localmente conglomerati e arenarie fossilifere di spiaggia del Tirreniano, più frequentemente arenarie eoliche, ricoperte da banchi di arenarie in facies di spiaggia emersa e/o eoliche, mediamente fino ad un’altezza di 4-6 m s.l.m. Segue un’alternanza di arenarie eoliche in banchi dello spessore 2-3 m, e di colluvi limoso-terrosi fini. Nella parte più alta della sequenza le alternanze di colluvi ed arenarie si ripetono più frequentemente e si osserva un importante incremento di sedimenti detritici terrigeni.

Il grado di cementazione dei livelli che costituiscono il complesso eolico, ad eccezione dei pochi banchi a composizione carbonatica-biogena, è generalmente debole, per incremento della presenza di limi e di una sempre maggiore componente detritica soprattutto nei livelli della parte medio-alta delle falesie. L’alternanza di lamine di sabbie fini e di sabbie grosse-ghiaie conferisce ai banchi una spiccata fragilità ed un elevato grado di erodibilità che si traduce in un assai scadente qualità geomeccanica delle arenarie. Questi caratteri i rappresentano pertanto i fattori predisponenti i processi di crollo che in genere si manifestano sia per distacchi di porzioni di lastre di arenaria lungo superfici di laminazione, sia per fratture dei banchi di arenaria provocate da carico gravitativo conseguente all’erosione differenziale tra queste ed i colluvi, con relativo collasso o crollo per ribaltamento. La deflazione eolica, il dilavamento ad opera delle acque meteoriche, l’attività del moto ondoso nel basso della sequenza, l’influenza dello spray

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544

marino tendono a deteriorarne ulteriormente le condizioni di equilibrio, rappresentando un importante fattore innescante i crolli.

a

Figura 224 – tratti della falesia in arenaria: spessore e volumi (a), geometrie giaciturali delle arenarie (b)

b

Zona Fr. 17 Denominazione: Fr. 17 – Corona Niedda / Torre Columbargia Litologia: Arenarie Coordinate geografiche: P. Iscala Alba Latitudine – N 40°13’13.6” Longitudine – E 008°27’53.9” Altitudine: 22 metri s.l.m. Punto in frana: si Punto prelievo campioni litologici: P. Iscala Alba Litologia: Colluvi Coordinate geografiche: Pp. 7 Latitudine – N 40°13’56.1” Longitudine – E 008°28’08.2”

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545

Altitudine: 33 metri slm Punto in frana: no Punto prelievo campioni litologici: no. La zona in studio è localizzata esattamente tra gli scogli di Corona Niedda e la Torre di

Columbargia. Nel punto di osservazione sono state osservate nelle arenarie due condizioni di cementazione che possono essere distinti anche dalle facies deposizionali. Una laminazione ad alto angolo di inclinazione caratterizza almeno in parte le arenarie che stanno alla base e costituiscono la piattaforma di abrasione (arenarie tirreniane), tessituralmente più regolari e più compatte, differenziandole da quelle sopra giacenti (arenarie post-tirreniane), maggiormente friabili (Figura 225).

Su questi campioni sono state effettuate le prove di tipo geognostico Le prime sono state denominate N. 2 , le seconde N. 1. E’ stato inoltre campionato un colluvio (C21), sul quale sono stati determinati i valori

tessiturali

Figura 225 - Iscala Alba, alternanze tra arenarie e colluvi

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546

Le determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) e Pettine di Barton sulle arenarie denominate N. 2 hanno dato i seguenti risultati:

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (21+20+12+14+18)/5 = 17 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (24+18+14+16+15)/5 = 17.4 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (23+20+14+15+14)/5 = 17.2 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 17.2

Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton ≅ 3 ⇒ 4 ÷ 6 JRC range;

Numero test

sulle falesie a arenarie

eoliche N. 2 zona Fr. 17

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia (┴)

1 10* 2 10* 3 8* 4 21 5 20 6 8* 7 12 8 14 9 18 10 10* 11 14* 12 11* 13 10* 14 24 15 10* 16 14* 17 18 18 14 19 16 20 15 21 23 22 20 23 14 24 10* 25 12* 26 10* 27 12* 28 15 29 14 30 10*

Test col profilometro (pettine di Barton)

Classe Profili tipici di rugosità sulle

arenarie

2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 1 0 ÷ 2 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 5 8 ÷ 10

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

Seconda parte: Valutazione di un indice di Pericolosità da frana – Paolo Sardu – 2010

547

Sulle arenarie denominate N. 1 è’ stato possibile eseguire solamente determinazioni

geognostiche mediante Pettine di Barton:

Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton ≅ 2 ⇒ 2 ÷ 4 JRC range;

Classe media complessiva ≅ 2 ⇒ 2 ÷ 4 JRC range.

Test col profilometro (pettine di Barton)

Classe Profili tipici di rugosità sulle

arenarie

1 0 ÷ 2 2 2 ÷ 4 1 0 ÷ 2 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 4 6 ÷ 8 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 1 0 ÷ 2 1 0 ÷ 2 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 1 0 ÷ 2

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548

21222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

ARENARIA r = 17,2 d = 1,87 g/cmc = 18,34 KN/mcσ = 19,05 MPa = 194,24 Kg/cmq

rimbalzo martello

c

1918

Fr. 17 - Corona Niedda / Torre Columbargia (Down)

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

20

I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nelle seguenti tabelle:

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria

Località

(Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 17 – Corona Niedda / Torre Columbargia

Parte alta --- 1,80 11 ÷ 99 Roccia debole partebassa 17.2 1,87 194,24 Roccia debole

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549

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550

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551

L’insieme dei dati acquisiti mediante il rilevamento geo-litologico e dell’ analisi dei dati delle prove geognostiche condotte sul terreno ha consentito di classificare classificare i litotipi presenti nella zona degli scogli di Corona Niedda - Torre di Columbargia secondo il Geological

Stregth Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 17, risulta che:

l’unità delle arenarie eoliche presente a tetto (denominata N. 1, arenarie post-tirreniane) si mostra molto fratturata, possiedono dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi alterato e il riempimento dei giunti è costituito principalmente da sabbia fine costituita da frammenti angolari.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 30 ÷35. In questa litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di

circa 0.60 metri dalla sommità.

- l’unità di arenarie eoliche che sta alla base (denominata N. 2, arenarie tirreniane) si mostra fratturata, possiede dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è costituito principalmente da cemento calcareo o da frammenti angolari.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 45 ÷50;

Punto investigato Indice GSI

Fr. 17 – Corona Niedda / Torre di Columbargia Arenarie (N. 1) 30 ÷ 35

Punto investigato Indice GSI

Fr. 17 – Corona Niedda / Torre di Columbargia Arenarie (N. 2) 45 ÷ 50

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552

Anche se in questo caso non si hanno valori di resistenza a compressione precisi, per le arenarie denominate N. 1 in Zona Fr. 17 - Capo Nieddu / Torre di Foghe si è provato ad applicare ugualmente il criterio di rottura di Hoek-Brown. E’ stato utilizzato un GSI = 32 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 7,77 MPa (cioè ridotto del 30,3% rispetto al valore di 11,00 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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553

Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per le arenarie denominate N. 2 in Zona Fr. 17 – Corona Niedda – Torre di Columbargia. E’ stato utilizzato un GSI = 41 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 15,24 MPa (cioè ridotto del 20% rispetto al valore di 19,05 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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554

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555

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556

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557

Profilo n°2 - descrizione del sito Il sito si trova sul ripiano che si sviluppa alle spalle della falesia nella località di Torre di

Columbargia, alla quota di 33 metri slm. Il profilo è stato descritto interamente su una piccola sezione costituita esclusivamente

dalle sabbie di accumulo eolico dell’Olocene, su morfologia a media acclività con inclinazione verso ovest, in direzione della falesia.

Descrizione degli Orizzonti

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558

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559

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560

Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare per i differenti siti della Zona Fr 17 l’Indice di Pericolosità da frana:

Zona Fr. 17 – Corona Niedda / Torre di Columbargia [ Arenarie parte bassa ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 19,05 MPa 3,0

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 45 11

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 40° ÷ 50° 10

Presenza di radici e profondità raggiunta 0 cm 0,5

Qualità di carico antropico ... 7

Stato Attività Quiescente 6

Somma punteggio 46,00

Area a Indice di Pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° L. 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

Zona Fr. 17 – Corona Niedda / Torre di Columbargia [ Arenarie parte alta ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 11,00 MPa 6,0

GSI (Geological Strength Index) 30 ÷ 35 13

Condizioni idrauliche asciute 0

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 40° ÷ 50° 10

Presenza di radici e profondità raggiunta > 20 ÷ ≤ 60 cm 2,30

Qualità di carico antropico ... 7

Stato Attività Quiescente 6

Somma punteggio 48,80

Area a Indice di Pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

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561

9.13 PORTO ALABE - SANTA MARIA DEL MARE

In quest’area è stata indagata una Zona identificata come Fr. 18.

Zona Fr. 18 Denominazione: Fr. 18 – Porto Alabe / Santa Maria del Mare Litologia: Arenarie Coordinate geografiche: P. Santa Maria del Mare Latitudine – N 40°15’28.8” Longitudine – E 008°28’41.8” Altitudine: 6 metri sul slm Punto in frana: si Punto prelievo campioni litologici: si

In questa località prosegue l’affioramento del complesso eolico delle arenarie

pleistoceniche descritte nella precedente località della zona 17. In particolare qui è possibile osservare due unità sedimentarie di origine dunare che si

distinguono in: - A2 unità di arenarie eoliche superiore; poco compatte e friabili. - A1 unità di arenarie basali; compatte e mediamente cementate; La giacitura è prevalentemente orizzontale. Si osservano localmente livelli a laminazione

inclinata e sottili intercalazioni di colluvi limoso-argillosi poco addensati, molto ben evidenti sulla parete (Figura 226).

Molte strutture sulla spiaggia sono aggettanti (Figura 227). Per questa ragione, oltre che alla particolare situazione geolitologica l’entità della pericolosità appare più importante ai fini del rischio rispetto alla precedente zona Fr. 17,per il carico antropico accentuato nei mesi estivi.

La costa mostra delle falesie o scarpate molto acclivi, alte fino a 15- m sul livello del mare.

Figura 226 – erosione differenziale sui livelli di Figura 227 – consistenti aggetti e crolli per limi e argille intercalati nelle arenarie ribaltamento presso la discesa a mare

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562

Sulle arenarie denominate A1. sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) e Pettine di Barton:

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (12+12+12+12+18)/5 = 13.2 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (13+16+14+15+20)/5 = 15.6 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (18+16+18+18+20)/5 = 18 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 15.6

Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton = 2 ⇒ 2 ÷ 4 JRC range;

Numero test

sulle falesie a arenarie

eoliche A1 zona Fr. 18

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia (┴)

1 10* 2 12* 3 12 4 10* 5 11* 6 12 7 12 8 12 9 18 10 10* 11 13 12 11* 13 12* 14 16 15 10* 16 11* 17 14 18 15 19 12* 20 20 21 18 22 13* 23 12* 24 16* 25 11* 26 16 27 13* 28 18 29 18 30 20

Test col profilometro (pettine di Barton)

Classe Profili tipici di rugosità sulle

arenarie

2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 1 0 ÷ 2 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4

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563

Sulle arenarie denominate A2 è stato possibile eseguire solamente determinazioni geognostiche mediante Pettine di Barton:

Classe media ottenuta con i valori del pettine di

Barton ≅ 2 ⇒ 2 ÷ 4 JRC range;

Classe media complessiva ≅ 2 ⇒ 2 ÷ 4 JRC range.

Test col profilometro (pettine di Barton)

Classe Profili tipici di rugosità sulle

arenarie

1 0 ÷ 2 1 0 ÷ 2 1 0 ÷ 2 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 1 0 ÷ 2 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 2 2 ÷ 4 1 0 ÷ 2 1 0 ÷ 2 1 0 ÷ 2 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 1 0 ÷ 2 1 0 ÷ 2

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San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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564

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

ARENARIA r = 15,6 d = 1,76 g/cmc = 17,30 KN/mcσ = 17,41 MPa = 177,56 Kg/cmq

Fr. 18 - Santa Maria del Mare (Down)

rimbalzo martello

c

191817

I dati ricavati dalle prove sclerometriche e dalle analisi della densità apparente sono riassunti nelle seguenti tabelle:

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Arenaria

Località

(Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 18 – S. Maria del Mare Parte alta (A2 )

--- 1,76 11 ÷ 99 Roccia debole

Parte bassa (A1)

15.6 1,76 177,56 Roccia debole

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San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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566

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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567

L’insieme dei dati acquisiti mediante il rilevamento geo-litologico e dell’ analisi dei dati delle prove geognostiche condotte sul terreno ha consentito di classificare i litotipi presenti in zona tra Porto Alabe e Santa Maria del Mare secondo il Geological Stregth Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 18, risulta che:

- la’unità delle arenarie eoliche che stà alla base (denominata A1) si mostra massiva, possiede dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è costituito principalmente da cemento calcareo o da frammenti angolari.

L’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 55 ÷60;

l’unità delle arenarie eoliche presenti nella parte alta (denominata A2) si mostra

fratturata, possiede dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi alterato e il riempimento dei giunti è costituito principalmente da sabbia fine costituita da frammenti angolari. L’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷45.

In questa litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di circa 0,80 metri dalla sommità.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 18 – Porto Alabe / Santa Maria del Mare Arenarie (A. 1) 55 ÷ 60

Punto investigato Indice GSI

Fr. 18 – Porto Alabe / Santa Maria del Mare Arenarie (A. 2) 40 ÷ 45

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

Seconda parte: Valutazione di un indice di Pericolosità da frana – Paolo Sardu – 2010

568

Anche se in questo caso non si hanno valori di resistenza a compressione precisi, per le arenarie denominate A. 2, si è provato ad applicare ugualmente il criterio di rottura di Hoek-Brown. E’ stato utilizzato un GSI = 43 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 7,77 MPa (cioè ridotto del 30,3% rispetto al valore di 11,00 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

Seconda parte: Valutazione di un indice di Pericolosità da frana – Paolo Sardu – 2010

569

Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per le arenarie denominate A. 1. E’ stato utilizzato un GSI = 58 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 13,93 MPa (cioè ridotto del 20% rispetto al valore di 17,41 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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570

Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare per i differenti siti della Zona Fr 18 l’Indice di Pericolosità da frana:

Zona Fr. 18 – S. Maria del Mare / Porto Alabe [ Arenarie – alto stratigrafico ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 5,39 MPa 6,0

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 45 11

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 7,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 20° ÷ 30° 6

Presenza di radici e profondità raggiunta > 60 ÷ ≤ 120 cm 3,45

Qualità di carico antropico ... 9

Stato Attività Stabilizzato 2

Somma punteggio 48,95

Area a Indice di Pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

Zona Fr. 18 – S. Maria del Mare / Porto Alabe [ Arenarie - basso stratigrafico ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 17,41 MPa 3,0

GSI (Geological Strength Index) 55 ÷ 60 9

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 7,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 20° ÷ 30° 6

Presenza di radici e profondità raggiunta 0 cm 0,5

Qualità di carico antropico ... 9

Stato Attività Stabilizzato 2

Somma punteggio 41,00

Area a Indice di Pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

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9.14 VULCANITI DEL BOSANO

La più completa successione vulcanica connessa con il ciclo magmatico oligo-miocenico

della Sardegna, costituita da prodotti lavici da andesitici a basaltici e da potenti espandimenti ignimbritici riodacitici, caratterizza l’intero tratto di costa tra Noesola (Magomadas e Capo Marrargiu (Bosa).

La successione vulcanitica è costituita, nei termini più antichi, da domi andesitici e da lavei generalmente molto alterate, da piroclastici riconducibili ad eventi di caduta e di flusso e da epiclastiti massive, che occupano per intero l’area costiera presso Capo Marrargiu, a N di Bosa.

Successivi prodotti vulcanitici sono rappresentati da una sovrapposizione di flussi piroclastici pomiceo-cineritici a composizione riodacitica, della potenza di circa 500 m, affiorante poco a nord di Bosa e presente in continuità verso Alghero, i quali costituiscono una morfologia monoclinale a cuestas con inclinazione media intorno a 20° 30° ed immersione verso NE.

Una ulteriore successione di vulcaniti andesitiche, che costituisce una serie di affioramenti nella valle del Temo e presso Turas, un’ultima sucessione riolitico-riodacitica a carattere ignimbritico, estesa completamente nell’area di Bosa ed infine la “Formazione dei tufi pomicei”, che contribuisce a costituire i prodotti della sedimentazione lacustre e fluvio-lacustre dell’area, chiudono gli eventi vulcanici Oligo-Miocenici che costituiscono il substrato geologico di quest’area.

9.15 SA LUMENERA In questo settore è stata censita la Zona identificata come Fr. 19

Zona Fr. 19 Denominazione: Fr. 19 – Sa Lumenera - Cava Litologia: Piroclastiti Coordinate geografiche: P. Turas 1 Latitudine – N 40°16’15.3” Longitudine – E 008°29’00.8” P. Turas 2 Latitudine – N 40°16’12.1” Longitudine – E 008°28’58.8” Altitudine: rispettivamente 40 e 35 metri s lm Punto in frana: si Punto prelievo campioni litologici: si Il sito è localizzato poco a sud della spiaggia di Turas; l’affioramento è costituito dalle

vulcaniti della “Serie Ignimbritica Superiore” SI2, che da S. Maria del Mare proseguno lungo la costa fino all’interno della valle di Turas, con diverse facies riolitiche e dacitiche.

L’affioramento studiato è localizzato all’interno di un’area di cava dismessa (La cava “storica” di Turas, che fornì, nei primi anni del ‘900, i materiali da costruzione del molo di congiunzione tra la spiaggia della foce del Temo, successivamente denominata “di Bosa Marina”,

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e l’Isola Rossa). I litotipi sono costituiti da ignimbriti riodacitiche in genere in facies conglomeratica, localmente con strutture a fiamme e con una ben evidente struttura prismatica, che tende ad isolare sul fronte delle pareti esposte grossi blocchi di roccia, isolati da fessurazioni e giunti sovente con apertura di fino al decimetro (Figura 228).

La roccia appare molto fratturata, con fessurazioni e giunti principali sia verticali e sub verticali sia orizzontali e sub orizzontali. Sulla parete, la cui superficie talora mostra una fatturazione di tipo concoide, si possono distinguere le generazioni di fessurazioni principali e secondarie; queste ultime, dalle geometrie e dalle direzioni di espansione sulla parete paiono essere state prodotte da tensioni e/o sforzi dovuti all’attività esplosiva nel corso della coltivazione della cava.

L’altezza del fronte di cava arriva fino a circa 30 metri s.l.m.

Figura 228- La cava di Turas (Punta Lumenera)

Blocchi prismatici di vulcanite

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Sono state eseguite in due regioni del fronte di cava delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce). Si riportano in seguito i risultati dei test.

P. Turas 1:

Test Cava di pietra sulle piroclastiti

“Sa Lumenera” (P. Turas 1)

Valori ottenuti del modulo

di elasticità della roccia (

┴ )

1 40 2 30* 3 25* 4 40 5 48 6 32* 7 32* 8 52 9 25*

10 48 11 42 12 34* 13 34 14 12* 15 44 16 30* 17 40 18 28* 19 45 20 30* 21 30* 22 32* 23 34 24 54 25 46 26 48 27 12* 28 40 29 30* 30 32*

Test Cava di pietra sulle piroclastiti

“Sa Lumenera” (P. Turas 2)

Valori ottenuti del modulo

di elasticità della roccia (

┴ )

1 31* 2 40 3 24* 4 43 5 22* 6 36 7 28* 8 19* 9 38 10 40 11 28* 12 39 13 32* 14 35 15 43 16 52 17 36 18 33* 19 32* 20 32* 21 45 22 39 23 25* 24 52 25 53 26 20* 27 30* 28 38* 29 38* 30 40

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Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (40+40+48+52+48)/5 = 45.6 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (42+34+44+40+45)/5 = 41 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (34+54+46+48+40)/5 = 44.4 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 43.7

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (40+43+36+38+40)/5 = 39.4 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (39+35+43+52+36)/5 = 41 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (45+39+52+53+40)/5 = 45.8 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 42.1 Rmedio complessivo = 42.9

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P. Turas 2: Sono state eseguite delle determinazioni di tipo

geognostico mediante profilometro (Pettine di Barton). Si riportano in seguito i risultati dei test.

Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton ≅ 3 ⇒ 4 ÷ 6 JRC range.

Test col profilometro (pettine di Barton)

Classe Profili tipici di rugosità sulla piroclastite a Sa

Lumenera 1 0 ÷ 2 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 1 0 ÷ 2 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 4 6 ÷ 8 5 8 ÷ 10 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 5 8 ÷ 10 1 0 ÷ 2 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 1 0 ÷ 2 1 0 ÷ 2 4 6 ÷ 8 5 8 ÷ 10 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 4 6 ÷ 8 2 2 ÷ 4 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 1 0 ÷ 2 1 0 ÷ 2 1 0 ÷ 2 3 4 ÷ 6 1 0 ÷ 2 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6

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010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

PIROCLASTITE r = 43,7 d = 2,22 g/cmc = 21,77 KN/mcσ = 69,18 MPa = 705,41 Kg/cmq

Fr. 19 - Sa Lumenera - Cava (Turas 1)

rimbalzo martello

c

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Piroclastite

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 19 – Sa Lumenera Cava

Turas 1 43.7 2,22 705,41 Roccia resistente

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010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

PIROCLASTITE r = 42,1 d = 2,14 g/cmc = 20,99 KN/mcσ = 59,47 MPa = 606,42 Kg/cmq

Fr. 19 - Sa Lumenera - Cava (Turas 2)

rimbalzo martello

c

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Piroclastite

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 19 – Sa Lumenera Cava

Turas 2 42.1 2,14 606,42 Roccia resistente

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580

E’ possibile classificare la piroclastite della cava di Sa Lumenera secondo il Geological

Stregth Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 19, risulta che: - la piroclastite della cava di Sa Lumenera si mostra molto fratturata, possiede dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è assente.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷50; In questa litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di

0.50 metri dalla sommità.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 19 – Sa Lumenera - Cava Piroclastiti 40 ÷ 50

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per le piroclastiti in Zona P. Turas 1. E’ stato utilizzato un GSI = 45 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 62,26 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 69,18 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per le piroclastiti in Zona P. Turas 2. E’

stato utilizzato un GSI = 45 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 53,52 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 59,47 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Infine, sulla base dei dati e delle determinazioni sopra detti, è stato possibile determinare per i differenti siti della Zona Fr 18 l’Indice di pericolosità da frana:

Zona Fr. 19 – Sa Lumenera Cava - Turas 1 [ Piroclastiti ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 69,18 MPa 0,75

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 80° ÷ 90° 18

Presenza di radici e profondità raggiunta < 20 ÷ 60 cm 2,30

Qualità di carico antropico ... 9

Stato Attività Quiescente 6

Somma punteggio 55,55

Area a Indice di Pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

Zona Fr. 19 – Sa Lumenera Cava - Turas 2 [ Piroclastiti ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 59,47 MPa 0,75

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 7,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 80° ÷ 90° 18

Presenza di radici e profondità raggiunta < 20 ÷ 60 cm 2,30

Qualità di carico antropico ... 9

Stato Attività Quiescente 6

Somma punteggio 58,55

Area a Indice di Pericolosità alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità molto elevata da frana,

Classe Hg4

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9.16 MONTE FURRU La Zona censita in quest’area è stata identificata come Fr. 20.

Zona Fr. 20 Denominazione: Fr. 20 – Monte Furru Litologia: Piroclastiti Coordinate geografiche: P. Monte Furru 1 Latitudine – N 40°17’00.4” Longitudine – E 008°29’16.7” Altitudine: 87 metri s lm Punto in frana: si Punto prelievo campioni litologici: si

In carta l’area è stata denominata come Fr. 20. La sequenza di Monte Furru è costituita

da diverse unità di flusso piroclastico e di lave, appartenenti alla “Serie Ignimbritica Superiore” SA2. Essa mostra facies piroclastiche (tufi a vario grado di addensamento e saldatura), sulle quali giacciono facies piroclastiche fortemente rinsaldate, dall’aspetto lavico, sulla parte più alta del rilievo.

Sul versante, le facies più tenere rappresentate dai tufi sono soggette localmente ad intensa erosione per l’azione delle acque meteoriche che, incanalate, hanno costituito una decisa morfologia calanchiva, sulla quale possono transitare, per perdita di equilibrio di staticità, dei blocchi provenienti dalla cornice dalla piattaforma sommitale. Quest’ultima mostra delle fessurazioni e dei giunti parietali che possono evolvere fino liberare dei blocchi, determinandone la caduta per crollo verticale e/o ribaltamento.

Le conseguenze di una tale evoluzione sono particolarmente evidenti nel tratto più basso del versante, alla quota su cui corre la ferrovia Bosa-Macomer attualmente in uso temporaneo, il cui tracciato, alterando l’equilibrio precario di un versante interessato dalle coperture colluviali limoso-terrose detritiche particolarmente presenti in quella fascia altimetrica (Figura 229), ha prodotto le condizioni per temporanei ripetuti colamenti della massa colluviale, innescati dal dilavamento da acque meteoriche, con la conseguente caduta, per rotolamento, di massi dispersi nelle coperture colluviali.

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585

Figura 229 - vista aerea prospettiva del versante occidentale di Monte Furru. Si possono distinguere le areeInteressate dall’intenso dilavamento

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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586

Sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) sulle piroclastiti di P. Monte Furru 1 -piroclastiti tufacee- Seguono i risultati dei test:

Calcolo del rimbazo R1 sulla prima serie di dieci misure = (50+40+40+40+35)/5 = 41 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (40+40+45+36+40)/5 = 40.2 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (40+40+38+38+34+36)/6 = 37.7 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 39.6

numero test sui

versanti a piroclastiti di Monte Furru

P. Monte Furru 1

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 27* 2 50 3 40 4 40 5 35* 6 30* 7 28* 8 40 9 35* 10 35 11 40 12 40 13 45 14 12* 15 35* 16 34* 17 28* 18 36 19 34* 20 40 21 40 22 20* 23 32* 24 30* 25 40 26 28* 27 38 28 38 29 34 30 28* 31 30* 32 36

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587

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

PIROCLASTITEr = 39,6 d = 1,86 g/cmc = 18,24 KN/mcσ = 43,77 MPa = 446,35 Kg/cmq

Fr. 20 - Monte Furru

rimbalzo martello

c

1918

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Piroclastite

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 20 – M. Furru 39.6 1,86 446,35 Roccia a media resistenza

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589

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590

E’ possibile classificare le piroclastiti nella zona di Monte Furru secondo il Geological

Stregth Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 20, risulta che: - le piroclastiti che costituiscono il versante di Monte Furru possiedono dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è costituito da sabbia grossa talora ghiaiosa.

Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 30 ÷40;

In questa litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di 1.30 metri.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 20 – Monte Furru Piroclastiti 30 ÷ 40

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591

Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per le piroclastiti in Zona P. Monte Furru 1. E’ stato utilizzato un GSI = 31 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 39,40 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 43,77 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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592

Determinazione dell’Indice di Pericolosità da frana :

Zona Fr. 20 – Monte Furru [ Piroclastiti ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 43,77 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 30 ÷ 40 13

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 20° ÷ 30° 6

Presenza di radici e profondità raggiunta ≥ 120 cm 4,60

Qualità di carico antropico ... 9

Stato Attività Stabilizzato 2

Somma punteggio 44,60

Area a Indice di Pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

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593

9.17 SA SEA L’area di frana censita in questa Zona é stata identificata come Fr. 21

Zona Fr. 21 Denominazione: Fr. 21 – Sa Sea Litologia: Piroclastiti Coordinate geografiche: P. Sa Sea 1 Latitudine – N 40°17’37.4” Longitudine – E 008°28’34.4” Latitudine – N 40°18’04.8” Longitudine – E 008°28’39.3” Altitudine: 31 m slm Punto in frana: si Punto prelievo campioni litologici: si

Questo rilievo, costituito dai litotipi appartenenti alla “Serie ignimbritica Superiore” SA2,

rappresenta il basso stratigrafico della successione, più completa nell’ alto, a Monte Furru. Il corpo piroclastico nella parte bassa e media del rilievo appare massivo, particolarmente

ricco di xenoliti andesitici, in subordine da metamorfiti paleozoiche, rocce granitoidi, di dimensioni estremamente variabili, tra il centimetro ed il metro e mezzo, tutti a spigolosità accentuata. Sono assenti tracce di stratificazione, eccetto alcune poco frequenti lenti. La compattezza, la durezza e la resistenza dei tufi sono dei caratteri variabili, così pure il colore, di cui si osservano facies biancastre (Punta Sa Sea), più frequentemente verde da chiaro a scuro intenso, così come giallo e rosato, anch’essi a varia tonalità, come risultato dell’alterazione della frazione pomicea. Non sono stati osservati su questa parte bassa della serie dei fenomeni franosi per eventuale distacco di blocchi; la tendenza è piuttosto ad una desquamazione, accentuata nelle forme dall’erosione per deflazione eolica e per dilavamento dall’azione delle acque meteoriche.

Nell’alto del rilievo si sviluppa uno spesso banco costituito da prodotti piroclastici ugualmente massiva ma molto più compatta, carattere genetico primario conseguente al riaddensamento della massa vetrosa successivamente alla deposizione per caduta( Figura 230).

Il fronte di questo banco sommitale, dalla colorazione rosso-bruna, è intensamente intersecata da diaclasi ad andamento prevalentemente verticale e orizzontale.

Le diaclasi rappresentano dei macrogiunti che nella loro apparentemente molto lenta evoluzione causano dei distacchi, ove ’ammasso roccioso si mostra talora instabile all’appoggio; infatti sono visibili segni di distacco per frattura, con dinamica che evolve con cinematismo di crollo e successivoverso il rotolamento.

Figura 230 - Fronte di scarpata a P.ta Sa Sea

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594

Sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) sulle piroclastiti tufacee in zona P. Sa Sea 1 (Su Poggiu de sos Columbos). Si riportano in seguito i risultati dei test.

Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (28+35+32+44+33)/5 = 34.4 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (30+24+33+29+23)/5 = 27.8 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (27+27+24+28+33+28)/6 = 27.8 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 30

Numero test sui

versanti a piroclastiti di P.

Sa Sea 1

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 28 2 35 3 32 4 24* 5 12* 6 44 7 21* 8 33 9 20* 10 27* 11 30 12 17* 13 24 14 33 15 19* 16 22* 17 17* 18 29 19 23 20 20* 21 17* 22 17* 23 16* 24 27 25 27 26 24 27 20* 28 28 29 23* 30 33 31 23* 32 28

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595

rimbalzo martello

c

1918171615

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

PIROCLASTITE r = 30,0 d = 1,53 g/cmc = 15,00 KN/mcσ = 25,59 MPa = 260,90 Kg/cmq

Fr. 21 - Sa Sea

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Piroclastite

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 21 – Sa Sea 30.0 1,53 260,90 Roccia a media resistenza

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596

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597

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598

E’ possibile classificare la piroclastite a Punta Sa Sea secondo il Geological Stregth

Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In base alle valutazioni effettuate, nella zona Fr. 21, risulta che:

la piroclastite a Punta Sa Sea si mostra molto fratturata, possiede dei giunti lisci, l’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è assente. Si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha un GSI = 40 ÷50;

In questa litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità di 0.30 metri dalla sommità.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 21 – Sa Sea Piroclastiti 40 ÷ 50

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599

Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per le piroclastiti in Zona P. Sa Sea 1. E’ stato utilizzato un GSI = 45 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 23,03 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 25,59 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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600

Determinazione dell’Indice di Pericolosità da frana :

Zona Fr. 21 – Sa Sea [ Piroclastiti ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 25,59 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 40 ÷ 50 11

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 20° ÷ 30° 6

Presenza di radici e profondità raggiunta > 20 ÷ ≤ 60 cm 2,30

Qualità di carico antropico ... 9

Stato Attività Attiva 10

Somma punteggio 48,30

Area a Indice di Pericolosità medio-alta da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità elevata da frana,

Classe Hg3

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601

9.18 ABBA DRUCCHE - CUMPOLTITU Questa Zona è stata identificata come Fr. 22.

Zona Fr. 22 Denominazione: Fr. 22 – Abba Drucche / Cumpoltitu Litologia: Piroclastiti Coordinate geografiche: P. Abba Drucche Latitudine – N 40°19’11.6” Longitudine – E 008°27’39.3” P. Cumpoltitu Latitudine – N 40°19’17.7” Longitudine – E 008°27’26.2” Altitudine: rispettivamente 20 e 18 slm Punto in frana: si Punto prelievo campioni litologici: si I litotipi di quest’area appartengono ai termini piroclastici tufacei escritti nell’unità basale

a Sa Sea, della quale mostra gli stessi caratteri sia di struttura, sia di espressione morfologica, pur in un tratto di costa prevalentemente basso, nonché i medesimi meccanismi di alterazione e trend erosivo. In queste località sono comunque presenti sull’ammasso roccioso delle diaclasi non osservate nella medesima unità del sito precedentemente descritto, con direzioni presumibilmente di origine tettonica, le quali minaqno la staticità delle parti frontali esposte alla dinamica marina, con conseguente crollo per distacco e collasso o ribaltamento (Figura 231).

Figura 231 La costa di Abba Drucche- Cumpoltitu Macrogiunti sulla piroclastite di Abba Drucche

Crolli con ribaltamento di blocchi a Cumpoltitu Solco di battente della trasgressione marina tirreniana.

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602

Sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) e Pettine di Barton sulle piroclastiti tufacee in zona P. Abba Drucche. Seguono i risultati dei test:

Numero test sui

versanti a piroclastiti in zona P. Abba Drucche

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 14* 2 24 3 16* 4 28 5 24 6 20 7 18* 8 18* 9 18*

10 22 11 32 12 28* 13 28* 14 30 15 32 16 24* 17 28 18 24* 19 32 20 22* 21 32 22 28* 23 32 24 40 25 26* 26 28* 27 26* 28 26* 29 32 30 28

Test col profilometro (pettine di Barton)

Classe Profili tipici di rugosità sulle

piroclastiti

2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 2 2 ÷ 4 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 5 8 ÷ 10 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 2 2 ÷ 4 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6

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603

Sono state eseguite delle determinazioni di tipo geognostico, mediante martello di Schmidt (sclerometro per rocce) e Pettine di Barton sulle piroclastiti tufacee in zona P. Cumpoltitu. Si riportano in seguito i risultati dei test.

Test col profilometro (pettine di Barton)

Classe Profili tipici di rugosità sulle

piroclastiti

3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 5 8 ÷ 10 5 8 ÷ 10 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 4 6 ÷ 8 5 8 ÷ 10 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 2 2 ÷ 4 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6 3 4 ÷ 6 4 6 ÷ 8 3 4 ÷ 6

Numero test sui

versanti a piroclastiti in

zona P. Cumpoltitu

Valori ottenuti del modulo di

elasticità della roccia ( ┴ )

1 28* 2 30 3 32 4 24* 5 28* 6 24* 7 30 8 26* 9 28 10 30 11 22* 12 40 13 22* 14 26* 15 26* 16 28* 17 32 18 32 19 28 20 30 21 26* 22 28 23 26* 24 30 25 28 26 26* 27 26* 28 26* 29 30 30 26

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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604

Abba Drucche: Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (24+28+24+20+22)/5 = 23.6 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (32+30+32+28+32)/5 = 30.8 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (32+32+40+32+28)/5 = 32.8 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 29.1

Cumpoltitu: Calcolo del rimbalzo R1 sulla prima serie di dieci misure = (30+32+30+28+30)/5 = 30 Calcolo del rimbalzo R2 sulla seconda serie di dieci misure = (40+32+32+28+30)/5 = 32.4 Calcolo del rimbalzo R3 sulla terza serie di dieci misure = (28+30+28+30+26)/5 = 28.4 Rmedio = (R1 + R2 + R3)/3 = 30.3 Rmedio complessivo = 29.7 Abba Drucche:

Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton = 3 ⇒ 4 ÷ 6 JRC range;

Cumpoltitu: Classe media ottenuta con i valori del pettine di Barton = 3.5 ⇒ 4 ÷ 6 JRC range;

Classe media complessiva ≅ 3 ⇒ 4 ÷ 6 JRC range.

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Analisi stratigrafico-morfologica e censimento dei processi franosi in atto sulle coste alte del settore compreso tra Capo

San Marco e Capo Marrargiu (Sardegna centro-occidentale) – Salvatore Carboni, Luciano Lecca, Giovanni Tilocca

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010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

PIROCLASTITE r = 29,1 d = 1,68 g/cmc = 16,48 KN/mcσ = 26,93 MPa = 274,59 Kg/cmq

Fr. 22 - Abba Drucche

rimbalzo martello

c

19181716

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Piroclastite

Località

(Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 22 Abba Drucche 29.1 1,68 274,59 Roccia a media resistenza

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rimbalzo martello

c

19181716

010

5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60

15

20

30

40

50607080

100

150

200

250300350400

2021222324252627282930

3132

orie

ntaz

ione

del

mar

tello

dens

ità γ

(KN

/mc)

resi

sten

za a

com

pres

sion

e m

onoa

ssia

le σ

(MP

a)

dispersione media della resistenza (MPa)

50+ - -+

100

150

+ - -+20

0

c

PIROCLASTITE r = 30,3 d = 1,73 g/cmc = 16,97 KN/mcσ = 28,83 MPa = 293,98 Kg/cmq

Fr. 22 - Compultittu

Sclerometro per rocce (Rock Classification Hammer) Piroclastite

Località (Resort)

Indice di rimbalzo

(Rebound number)

Densità (Rock

Density) in g/cm3

Resistenza a compressione (Comprenssive

strength)

σσσσc (Kg/cm2)

Classificazione (Classification)

Hoek, 2000 (modificata)

Fr. 22 Cumpoltitu 30.3 1,73 293,98 Roccia a media resistenza

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E’ possibile classificare l’ammasso piroclastico in Zona Fr. 22 – Abba Drucche / Compultitu grazie al rilevamento effettuato nei due punti censiti (P . Abba Drucche e P. Compultitu) secondo il Geological Stregth Index (Hoeh) in modo da ricavare un valore indice che permetta il suo utilizzo per una valutazione della resistenza e della deformabilità degli ammassi rocciosi considerati.

In base alle valutazioni effettuate, risulta che:

la piroclastite presenta una certa omogeneità sia a Abba Drucche che a Compultittu mostrandosi fratturata e con giunti da lisci a leggermente rugosi. L’ammasso roccioso nel suo complesso (raccomandazioni IRSM) può definirsi moderatamente alterato e il riempimento dei giunti è spesso ad argilla limosa.

Da valutazioni complessive si conclude che l’ammasso roccioso nel suo complesso ha

un GSI = 50 ÷55. In questa litologia si osserva la presenza di radici che si spingono fino a profondità

maggiore di 1,30 metri dalla sommità.

Punto investigato Indice GSI

Fr. 22 – Abba Drucche / Compultitu Piroclastiti 50 ÷ 55

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per le piroclastiti in Zona P. Abba Drucche. E’ stato utilizzato un GSI = 52 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 21,54 MPa (cioè ridotto del 20% rispetto al valore di 28,83 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Elaborazione col criterio di rottura di Hoek-Brown per le piroclastiti in Zona P. Compultitu.

E’ stato utilizzato un GSI = 53 che è quello più rispondente alla realtà considerata) e il valore di σc = 25,95 MPa (cioè ridotto del 10% rispetto al valore di 28,83 MPa) per eseguire un calcolo cautelativo.

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Determinazione dell’Indice di Pericolosità da frana

Zona Fr. 22 – Abba Drucche [ Piroclastiti ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 26,93 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 50 ÷ 55 10

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 20° ÷ 30° 6

Presenza di radici e profondità raggiunta ≥ 120 cm 4,60

Qualità di carico antropico ... 9

Stato Attività Quiescente 6

Somma punteggio 36,60

Area a Indice di Pericolosità media da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità media da frana,

Classe Hg2

Zona Fr. 22 – Compultitu [ Piroclastiti ]

Descrizione Valore Punteggio Resistenza a compressione monoassiale 28,83 MPa 1,5

GSI (Geological Strength Index) 50 ÷ 55 10

Condizioni idrauliche umide 4

Condizioni idriche al contorno indotte da alcune cause tipiche ... 4,5

Angolo d’inclinazione della falesia o del versante 20° ÷ 30° 6

Presenza di radici e profondità raggiunta ≥ 120 cm 4,60

Qualità di carico antropico ... 9

Stato Attività Quiescente 6

Somma punteggio 36,60

Area a Indice di Pericolosità da frana

Equiparando questi valori a quanto indicato nelle Linee Guida del PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), alla zona si può attribuire un livello di pericolosità media da frana,

Classe Hg2

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613

10 SINTESI ED INTERPRETAZIONE DEI DATI ANALITICI

Nel corso dell’indagine sugli 84 km di costa interessati dallo studio, i rilievi sono stati effettuati sia con il rilevamento da terra direttamente sulla fascia costiera, nell’interfaccia con la linea di riva, sia tramite il rilevamento dei caratteri morfostrutturali, dell’architettura sedimentaria e dell’evoluzione morfodinamica anche a breve periodo con intervento dal mare, con possibilità di osservazioni dirette e metodoloia e finora inedita negli studi effettuati sulle coste della Sardegna.

Di tale metodo si è giovata la stesura della carta geologica relativa, il censimento quantitativo e qualitativo degli eventi franosi e dei siti oggetto di dinamiche attive o quiescenti, la classificazione degli eventi in merito ad una classificazione del Pericolo (Pericolosità Geomorfologica). Questa classificazione, effettuata a confronto con metodi applicati su altri sistemi franosi in aree del territorio italiano differenti per costituzione geologica e per tipologia dei processi in atto, ha richiesto L’acquisizione di dati strumentali ed ha comportato una quantità di operazioni così riassunte:

--21 schede relative a depositi incoerenti (analisi chimiche e fisiche); --22 zone identificate con grado variabile in relazione alla pericolosità da frana e descritte mediante schede su modello ex- IFFI; --37 attribuzioni di indici GSI (Geological Strength Index) ricadenti nelle 22 zone per la classificazione dell’ammasso roccioso; --93 punti franosi censiti con sistema GPS; --49 punti di prelievo campioni censiti con sistema GPS; --1169 prove sclerometriche su litotipi coerenti; --282 misure col poket penetrometrer relative a depositi incoerenti; --41 prove di densità; --7 profili pedologici studiati (analisi chimiche e fisiche); --oltre 3000 misurazioni e/o stime secondo le Raccomandazioni ISRM, 1978 su fronti esposti riguardanti: -giacitura delle discontinuità, -spaziatura, -persistenza, -rugosità (Joint Roughness Coefficient – JR -resistenza delle pareti di una discontinuità (Joint Compression Strenght – JCS), apertura, riempimento, fratture, giunti; Sull’istmo di Capo San Marco è stata periodicamente misurato, con stazione totale

(teodolite elettronico integrato) il presunto e non confermato movimento franoso in massa sull’istmo che congiunge Il promontorio di Capo San Marco all’area di Tharros.

Mediante l’elaborazione di tali dati e misurazioni sono stati ricavati, con l’utilizzo del

Software RocLab, all’interno delle 22 zone in dissesto franoso:

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- 37 valori di resistenza a coesione (c) - 37 valori di angolo d’attrito (φ) dell’ammasso roccioso;: - 37 valori di sforzo di tensione (σt); - 37 valori di limite superiore della tensione di confinamento (σ3max); - 37 valori di sforzo di comprensione monoassiale (σc); - 37 valori di sforzo globale (σcm).

E’ stato effettuata per ogni Zona censita una classificazione secondo il sistema GSI (Geological Strength Index) e la catalogazione mediante schede uniformate a quelle utilizzate nel Progetto IFFI (2005)), cui è seguita la proposta di una ulteriore metodologia per l’attribuzione di un Indice di Pericolosità da frana.

Equiparando i valori ottenuti col presente studio a quanto indicato nelle Linee Guida del

PAI-Sardegna (DL180/98 convertito in Legge 3 agosto 1998 n° 267), è stato attribuito alle varie Zone-campione un definito livello di Pericolosità da frana, secondo tre Categorie di Pericolosità definite così come riassunte di seguito:

- pericolosità media (Hg2): zone in cui sono presenti solo frane stabilizzate non più

riattivabili nelle condizioni climatiche attuali, a meno di interventi antropici (assetti di equilibrio raggiunti naturalmente o mediante interventi di consolidamento); zone in cui esistono condizioni geologiche e morfologiche sfavorevoli alla stabilità dei versanti ma prive al momento di indicazioni morfologiche di movimenti gravitativi;

- pericolosità elevata (Hg3): zone in cui sono presenti frane quiescenti per cui la

riattivazione ci si aspettano presumibilmente tempi pluriennali o pluridecennali; zone di possibile espansione areale delle frane attualmente quiescenti; zone in cui sono presenti indizi geomorfologici di instabilità dei versanti, con possibile innesco di frane di neoformazione, presumibilmente in un intervallo di tempo pluriennale o pluridecennali;

- pericolosità molto elevata (Hg4): zone in cui sono presenti frane attive, continue o

stagionali; zone in cui è prevista l’espansione areale di una frana attiva; zone in cui sono presenti evidenze geomorfologiche di movimenti incipienti.

Queste indicazioni di metodo compaiono sul Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (Regione Autonoma della Sardegna).

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Per una sintesi di quanto precedentemente esposto, sono state elaborate tre rappresentazioni grafiche nelle quali viene mostrata per i 22 settori considerati la distribuzione percentuale:

1) dell’Indice di Pericolosità (Ip) per Dissesto Franoso; 2) dell’Attività del dissesto franoso (Df); 3) delle Categorie di Pericolosità attribuite. Tenendo presente che: - il tratto costiero lungo il quale ricade il presente studio si estende per circa 84 Km; - che le coste basse (e quindi non in frana) non considerate in questo studio si estendono

per circa 42 Km, viene rappresenta la distribuzione percentuale nel restante tratto di 42 km di coste alte

interessate da fenomeni franosi, risultato della lettura dei 41 specchietti sopra realizzati è sintetizzato nel diagramma che segue:

Distribuzione percentuale dell'Indice di Pericolosità (Ip) per

dissesto franoso

Ip = Medio Alto 35%

Coste alte 50%

Ip = Medio 9%

Ip = Alto 6%

Coste Basse 50%

Coste BasseMedioAltoMedio Alto

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Attività del Dissesto Franoso (Df)

Df = Attivo 35%

Coste a grado diverso di Attività

50% Df = Stabilizzato 4%Df = Quiescente

10%

Coste non a rischio 50%

Coste non arischio

Stabilizzato

Quiescente

Attivo

Inoltre, come già detto, la distribuzione percentuale dell’Indice di Pericolosità (Ip) da frana è stata rappresentata anche nelle carte di localizzazione delle aree indagate, in scala 1.10.000.

Pertanto, si può affermare che nelle 22 aree indagate il dissesto franoso è da

considerarsi per il 70,8 % attivo, per un 20,8 % quiescente mentre il restante 8,4 % artificialmente stabilizzato.

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Infine, sulla base delle tre categorie di Pericolosità geomorfologica individuate (Hg2 – Pericolosità media, Hg3 – Pericolosità elevata e Hg4 – Pericolosità molto elevata), si evidenzia, nelle 22 aree indagate, la seguente distribuzione percentuale:

Distribuzione percentuale Categorie di Pericolosità

geomorfologica (Hg)

Coste Basse 50%Hg3 = Elevata 12,2%

Hg2 = Media 33,0%

Coste alte 50%

Hg4 = Molto elevata 4,8%

Coste BasseMediaElevataMolto elevata

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Al fine di ottenere una attendibile valutazione di tipo previsionale sulla pericolosità legata al rischio geologico-geomorfologico, attualmente vengono ampiamente utilizzati dei modelli di simulazione numerica di evento per dissesto gravitativo, differenti in funzione delle dinamiche presenti nell'area in esame, i quali, opportunamente tarati in base ai dati storici (ove presenti) ma soprattutto a dati di caratterizzazione geomeccanica, consentono di effettuare considerazioni in merito a tipologia, distribuzione spaziale, ricorrenza e potenziale evoluzione dei fenomeni di dissesto attesi.

Considerando che i fenomeni di dissesto geologico-geomorfologico sono caratterizzati da un'elevata ripetitività spaziale, oltre che da una non ancora ben definita ricorrenza temporale, con il presente studio si è voluto contribuire ad incrementare le conoscenze delle condizioni del territorio, indispensabili per la definizione del grado di pericolosità, in funzione ed in preparazione di eventuali ulteriori ricerche indirizzate più specificatamente alla valutazione del Rischio connesso.

Pertanto, col rilevamento dei dati geolitologici, geomorfologici e dei caratteri generali

nell’intorno delle singole Zone, con l’utilizzo dei rilievi di natura geolitologica, della struttura interna dei corpi litologici e del carattere ambientale al contorno, nonché con l’aiuto di alcuni dati di carattere geomeccanico ricavati tramite la campagna di caratterizzazione geognostica su siti-campione, è stato ipotizzato un metodo utilizzabile ai fini della classificazione della Pericolosità da frana. La ricerca ha messo in luce l’esistenza, in alcune zone indagate, di una pericolosità definibile come geologico-geomorfologica e in parte anche idraulica, più che idrogeologica.

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